Cultura e spettacoli
mercoledì 14 agosto 2013
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Episodio quindici / Un racconto liberamente tratto dal carteggio Verdi-Morosini
E infine Lear
Nella villa si attende l’arrivo
della signora Giuseppina
Negroni Prati Morosini da Vezia
di Flavio Stroppini
(Vezia, la villa, il salone)
ANGELA Pietro!
PIETRO Ma non sono stato…
ANGELA Mi vuoi far licenziare?
SAVERIO Non è stato lui.
ANGELA Non ti intromettere! È già un
miracolo che sei qua e non in giardino.
SAVERIO Piove: potevo dormire.
ANGELA Don Leonardo, stia attento!
DON LEONARDO Questi quadri, questa
argenteria…
TESSA Nella veste potrebbe nascondere
parecchie… offerte.
DON LEONARDO Pecorella!
ANGELA Non la ascolti…
TESSA Vuole che controlli… Là sotto? Cos’ha? Forchette? Coltelli?
MADDALENA Un mestolo?
ANGELA Tessa, Maddalena… Almeno
voi! Per favore! Pazientate ancora un
poco, la signora arriverà.
PIETRO La signora, la signora, nemmeno fosse una regina.
LURATI La regina Giuseppina Negroni
Prati Morosini da Vezia.
DON LEONARDO E ci manca poco. Lo
sapete chi ha frequentato?
PIETRO Ricchi e nobili. Guerrafondai
no?
ANGELA Pietro, per favore.
TESSA Però il maritino, ha coraggio… È
anche un bell’ometto…
ANGELA Tessa!
DON LEONARDO Signore calma. Non in
questo salone. Non lo vedete che tutto
qua parla di arte e cultura?
SAVERIO Cose che non si mangiano.
ANGELA Idiota!
SAVERIO Mangia una poesia, su! Meglio
il pane.
LURATI O la carne della macelleria Lurati, di Agno.
ANGELA Cafoni!
PIETRO Adesso esageri Angela. Tu ci lavori qua… Mica sei la signora.
ANGELA Non immagini cosa ho conosciuto… Sazia, l’arte, eccome…
DON LEONARDO Hai ragione benedetta
figliola. L’arte è come… Ma si… Come la
fede. Riempie!
TESSA Chi ce l’ha.
SAVERIO Se hai fame, rimani con la
fame.
LURATI Amen.
DON LEONARDO Stolti!
PIETRO Dimmi Angela, è così importante la signora?
ANGELA Vuoi prendermi in giro?
PIETRO No, mi interessa.
TESSA Ah… Il maritino…
PIETRO Tessa, per favore!
ANGELA La chiami per nome?!
SAVERIO Ragazze, per favore…
ANGELA Per favore un corno. Mica ho
tempo come quelle di… di…
TESSA Di?
MADDALENA Di?
DON LEONARDO Basta! Un poco di rispetto. Ma non vi guardate attorno… La
libreria che scommetto piena di libri autografi, i dipinti, i suppellettili. Tutto parla di intelligenza, arguzia, buon gusto.
Un poco di rispetto. Anche se le cose non
si capiscono non è un buon motivo per
denigrarle. Voi… voi dovreste conoscerli…
LURATI Chi?
DON LEONARDO Chi passava da questa
villa.
SAVERIO I nomi, Don Leonardo, i nomi!
MADDALENA Sì, nomi.
ANGELA Ma non ne conoscete uno, a voi
importa del pesce, della carne, del marito, delle altre donne…
TESSA Vuoi dirmi qualcosa?
ANGELA Io ti ammazzo se…
PIETRO Angela basta!
SAVERIO I nomi Don Angelo!
DON LEONARDO Hayez, Vela, Duprè,
Rizzi, Maffei, Manzoni, sia Pierluigi che il
grande Alessandro, poi Verga, d’Azeglio,
la Visconti d’Aragona….
LURATI Basta! Abbiamo capito.
ANGELA Finalmente! Quindi ora: in silenzio.
DON LEONARDO Amen.
(Silenzio)
SAVERIO Lurati…
LURATI Silenzio!
SAVERIO Dai Lurati… Anche tu non ne
conosci uno, vero?
LURATI Zitto!
SAVERIO Sei un macellaio…
LURATI Per favore, zitto…
(Passi che si avvicinano)
ANGELA Ecco la signora!
SAVERIO Dai, ammettilo….
LURATI Non volevo sembrar ignorante!
Xilografia di Sighanda
Richard Wagner incontra Guglielmo Tell
Daniele Dell’Agnola, ospite
con Ioana Butu sul praticello
del Rütli in qualità di artisti
che si occupano di teatro per
ragazzi nella Svizzera italiana,
ci parla di ‘Tell trifft Wagner’.
di Daniele Dell’Agnola
Identità che si incontrano
Guglielmo Tell incontra Richard Wagner in uno spettacolo di Ursula Haas e
Guy Krneta, per la regia di Meret Matter,
in scena fino al 18 agosto nell’incantevole spazio del Rütli (www.seelisberg-rütlifestival.ch). Prima e dopo lo spettacolo
La libertà di Dory
riusciamo a intrattenerci con il compositore Bertrand Roulet e con l’attore svizzero Andrea Zogg, davvero convincente
nell’interpretazione di Guglielmo Tell.
La storia racconta un Wagner alle prese
con una crisi creativa. Attorno a lui si
muovono l’amata Cosima Liszt (ex moglie di Hans von Bülow), il pazzo mecenate e “re delle favole” Ludwig II che nutre delle aspettative e l’amante Matilde
Wesendonck, moglie del ricco commerciante che diede ospitalità a Wagner. In
questo angolo da salotto zurighese, in
una prima parte dello spettacolo contaminata da armonie o brandelli wagneriani sciolti in una composizione del tut-
to originale, sorge il frizzante Guglielmo
Tell. Lo vediamo arrampicarsi, scoccare
frecce dalla sua balestra e chiedere al
compositore tedesco di essere rappresentato in un’opera rivoluzionaria, totalizzante.
Il contrasto tra il Wagner un poco caricaturato e il mito svizzero è interessante,
così come il dialogo tra testo e musiche,
eseguite e dirette con pulizia dagli studenti del Conservatorio di Lucerna.
In scena gli attori Albrecht Hirche (Wagner), Katka Kurze (Cosima) e Fabienne
Hadorn nel triplo ruolo di Ludwig II, di
Matilde Wesendonck e della leggendaria
Undine, personaggio tratto dal romanzo
di Friedrich de la Motte Foqué (1811) che
Richard Wagner lesse una sera ad alta
voce, poche ore prima di morire: la ragazzina, figlia del Re del Mare, è senz’anima, ma sposando un mortale potrà
acquisirne una. Viene in scena dialogando in Schwyzerdütsch con un papà che
falcia il praticello. Il pubblico la vede
come un’icona incontrata dal Wagner in
cerca di ispirazione, proprio sul Rütli,
dove si odono gli spiriti dell’acqua salire
dal Lago.
Lo spettacolo è godibile anche per un
pubblico italofono non esperto ed è
un bel modo per riflettere sulla nostra
identità.
Morto Urbano Rodrigues
Di ufficiale, su ‘Finding Dory’ – sequel
del fortunato film d’animazione della
Pixar ‘Alla ricerca di Nemo’ – c’è la data
di uscita, estate 2015, e qualche vago
dettaglio sulla storia che sarà ambientata in un parco acquatico.
Di non ufficiale – ma a scriverlo è il
‘New York Times’ citando un dipendente della casa di produzione –, c’è la
notizia che la Pixar avrebbe riscritto il
finale del film.
Il motivo? La visione del documentario
‘Blackfish’ di Gabriela Cowperthwaite,
presentato al Sundance Film Festival
in gennaio. Il documentario segue la
storia di Tilikum, un’orca che si trova
in cattività nel parco acquatico di SeaWorld.
Le critiche che il documentario muove
alla gestione del parco – in particolare
per il fatto di tenere animali intelligenti come le orche – avrebbero dunque
convinto la Pixar a modificare il finale
di ‘Finding Dory’: il film si concluderà
sempre all’interno di un parco acquatico, ma lasciando aperta la possibilità,
ai pesci ospiti, di poterlo lasciare appena l’avessero voluto.
È morto venerdì scorso a Lisbona, all’età di 89 anni, Urbano Tavares Rodrigues, una delle grandi figure della letteratura portoghese del Ventesimo secolo. Lo ha annunciato all’agenzia
France Presse il suo editore francese, La Différence.
Figlio d’arte – suo padre era scrittore e
drammaturgo – Urbano Tavares Rodrigues è nato nel 1923 a Lisbona ed è stato
uno degli scrittori portoghesi più prolifici, autore di romanzi, saggi, scritti critici e libri di viaggio. Sposato con la
scrittrice Maria Judite de Carvalho,
morta nel 1988, e padre di Isabel Fraga,
narratrice e traduttrice, ha insegnato
nelle università di Lisbona, Parigi e
Montpellier.
Sostenitore di un comunismo ortodosso, Rodrigues affermò che il suo lavoro
è stato influenzato dall’esistenzialismo
francese. Dopo il suo arresto a Fort de
Caxias, durante il regime di Salazar, divenne l’autore della letteratura della resistenza e venne reintegrato nell’insegnamento soltanto nel 1974, dopo la Rivoluzione dei garofani che pose fine al
salazarismo.
ATS/RED
Imprigionato sotto Salazar
LA RECENSIONE
miseria un ciabattino ignorante prestandogli, con grande scorno dei veri medici,
poteri diagnostici miracolosi. E i fratelli
Ricci giù a musicarlo a quattro mani per
un teatro veneziano minore come il San
Benedetto; ma non a furia di tarantelle,
bensì a fluido ritmo di valzer. Il successo
dell’opera fu davvero globale: la misero
in scena addirittura a Calcutta (1867) e a
Melbourne (1871). Ancora nel 1919 faceva
furore al Metropolitan di New York, poi
scomparve gradualmente dal repertorio
a parte un paio di arie di bravura che la
grande Joan Sutherland si compiaceva
di eseguire in concerto e chiunque può
riascoltare oggi su YouTube. Ad ogni
modo sono pochi coloro che possono
vantarsi di averla vista in scena nell’ultimo trentennio, sicché la sua riproposta
in apertura del 39° Festival di Martina
Franca è giunta come nuova, attirando
schiere di melomani.
La formula della kermesse ospitata in un
angolo paradisiaco di Puglia, fra palazzi
barocchi e assolate campagne punteggiate di trulli, è sempre quella: vivaio di
giovani talenti e riscoperta di pagine a
torto dimenticate. Assieme all’opera ottocentesca, quest’anno era il turno di
una prima moderna assoluta: ‘L’ambizione delusa’ (1742) di Leonardo Leo, ripescata da un autografo parigino che
sembra attestarne una qualche circolazione al di là delle Alpi; forse grazie a
quelle compagnie di comici passati alla
storia come “les bouffons”, protagonisti
di una famosa ‘querelle’ cui presero parte i migliori ingegni del Secolo dei Lumi.
A dirla tutta: Leo è musicista non meno
creativo di Pergolesi, e talvolta lo supera
nella capacità di dominare forme complesse come nel settimino ‘Che ridicolo
accidente’, mentre il duetto ‘Vaghi occhietti vezzosetti’ regge il confronto con
uno squisito cammeo di tenerezza galante quale ‘Io ti dissi e a dir ti torno’ da
‘Lo frate ’nnamorato’.
Ma qui, col libretto di un certo Domenico
Canicà – che non era certo un Metastasio
né un Gennarantonio Federico, poeta verace al servizio della musa pergolesia-
na –, siamo al centro di drammaturgie
svagate e pressoché irriferibili, anche a
prescindere dal curioso impasto linguistico fra arcadiche svenevolezze, napoletano arcaico e continui maccheronismi
posti in bocca a contadini arricchiti con
velleità pseudonobiliari (si pensi al ‘Borghese gentiluomo’ di Molière).
Insomma c’era molto da ridere e molto
da ammirare in questo dittico buffo tra
Venezia e Napoli. Impossibile anche solo
nominare tutti gli artisti di merito che lo
hanno animato, ma almeno un’eccezione si deve agli esordienti o quasi: il direttore d’orchestra Jader Bignamini, il regista Alessandro Talevi, il contralto Candida Guida e il baritono Mattia Olivieri.
Antiche pagine
e giovani talenti
di Carlo Vitali
‘Crispino e la Comare’: ultima opera buffa napoletana o prima fra le operette
viennesi? Il dubbio è lecito, visto il libretto ammiccante e paradossale che Francesco Maria Piave, suddito austriaco ancora per poco, offrì nel 1850 ai fratelli Luigi e Federico Ricci, maestri partenopei in
formato esportazione. La Comare è la
Morte, bellissima signora che salva dalla
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Racconto del giorno 14.08.13