REPORT CONVEGNO GIS PEDIATRICO
Viene riportato qui di seguito il report del Convegno Nazionale del GIS Pediatrico tenutosi a
Torino il 23 Ottobre 2010.
Continuità….condivisione………appunti dal congresso nazionale Gis pediatrico
Il 23 ottobre presso il Presidio Sanitario San Camillo di Torino si è svolto il 14° Convegno
Nazionale del GIS Fisioterapia Pediatrica “Continuità ospedale-territorio, territorio-ospedale in
riabilitazione pediatrica: condivisione di esperienze
”.
Continuità e condivisione sono parole che esprimono davvero il senso di quel complesso
processo olistico (terapeutico, educativo e sociale) che definisce la riabilitazione pediatrica, la
quale non può che concretizzarsi attraverso interventi integrati e coordinati.
Su questo argomento abbiamo chiamato a confrontarsi diversi colleghi che si occupano di
riabilitazione pediatrica: fisioterapisti, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e
logopedisti, nel pieno riconoscimento che solo nel confronto e nell’incontro gli operatori
possono essere in continuità e migliorare gli interventi offerti ai bambini nell’intento di fare la
cosa giusta al momento giusto.
E’ stata una giornata ricca sia per la partecipazione che per i contenuti.
I lavori sono stati aperti dalla la relazione della Dott.ssa Log. Balbo Mossetto che ha illustrato il
progetto in corso di realizzazione all’interno dell’AReSS (Agenzia Regionale per i Servizi
Sanitari) del Piemonte “La rete dei servizi socio sanitari nell’assistenza in età evolutiva:
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patologie croniche e complesse e disabilità”. Da un’’indagine effettuata in questo progetto si
evidenzia che, il perno che garantisce la continuità assistenziale, è rappresentato dal terapista
che eroga il trattamento diretto e che a fronte di un forte impegno degli operatori, ci sia un
sistema organizzativo che non sostiene e coopera poco nel cercare soluzioni più efficienti ed
efficaci..
Con l’intervento della Dott.ssa Ft Marta Cazzani del Sottogruppo Neonatologia, si è entrati nel
merito del bambino prematuro, come esempio di paziente che necessità di un attento
passaggio tra l’ospedale ed il territorio. Sono stati presentati i risultati di un questionario
proposto alle Neonatologie Italiane, con l’intento di capire come è organizzato il follow-up del
bambino ricoverato in TIN nelle diverse realtà nazionali e analizzare le modalità di invio al
territorio dei bambini a rischio neurologico con patologia conclamata. L’obiettivo di avere un
quadro il più possibile realistico è stato parzialmente raggiunto in quanto solo 18 TIN su 29
hanno inviato risposta.
Le Dott.sse Tnpee Beccaria e Borro (appartenenti rispettivamente alla Neonatologia di Cuneo e
di Torino) hanno illustrato come nelle loro realtà vengano individuate le cure in base ai bisogni
e come avvenga il passaggio al territorio in caso di patologia.
E’ stato presentato dalla Dott.ssa Ft Artese il libretto “Il neonato ci parla”, pensato per far
conoscere la peculiarità del bambino prematuro ai genitori. Esso si è rivelato uno strumento
utile per facilitare il passaggio tra un luogo super protetto come la TIN ed il rientro a casa.
Grande attenzione ed emozione ha suscitato il racconto di un genitore dell’associazione
“Tincontro” di Varese, che ha portato la sua esperienza rispetto ai bisogni dei genitori passati
dalla Terapia Intensiva Neonatale. Ha ribadito l’importanza di pianificare gli interventi in
ospedale ma soprattutto quelli post-dimissione, nel momento in cui “davvero si diventa genitori”.
E’ stato veramente illuminante vedere il nostro lavoro attraverso gli occhi e la sensibilità dei
genitori.
La Dott.ssa Log Lanzara ha illustrato il primo sviluppo del linguaggio spiegando come
incoraggiare,
già da subito,
una prima discriminazione dei fonemi, rinforzando contemporaneamente la relazione affettiva
ed il contatto oculare attraverso stimoli con voce cantata (metodo Drezancic).
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La Ft Francesca Gallino ha esposto uno studio, già pubblicato su Scienza Riabilitativa, che
illustra un modello di transizione ospedale e territorio, svolto all’ospedale Meyer di Firenze
sottolineando l’importanza per quanto riguarda le procedure della standardizzazione (effettuare
l’invio alla struttura e non alla persona e l’importanza di una modulistica dedicata), della
comunicazione
(tra fisioterapisti, con altre figure professionali, con le famiglie) da sostenere con
documentazione scritta e dell’
omogeneità
tra i servizi intra ed extra regionali (tipo di prestazione erogata, accessibilità dei servizi,
omogeneità di formazione tra i professionisti). Questo lavoro si è concretizzato in un progetto
“Continuità abilitativa-riabilitativa ospedale-territorio del bambino pretermine” dell’ASL 3
Genovese che, proprio in virtù dell’omogeneità tra i servizi regionali, è diventato
successivamente il Progetto Pollicino “percorsi abilitativi-riabilitativi del nato pretermine e il
sostegno alla genitorialità “presentato dalla Dott.ssa Ft Isa Blanchi, che ha come finalità la
creazione di un indirizzo regionale comune promosso dall’ ARS (Azienda Sanitaria Regionale)
della Regione Liguria. E’ stato molto interessante e stimolante vedere come queste colleghe
siano riuscite nella loro realtà lavorativa, a dar vita ad un progetto aziendale capace di allargarsi
a livello regionale,sfruttando l’alleanza con altre figure professionali
Nel pomeriggio gli allievi del Master in Fisioterapia Pediatrica dell’Università degli Studi di
Firenze hanno presentato un lavoro dal titolo “Dal setting riabilitativo al contesto domiciliare:
educazione terapeutica e supporto all’aderenza”, in cui hanno illustrato il concetto di
educazione terapeutica e di supporto all’aderenza al progetto/programma riabilitativo,
sottolineando come quest’ultima sia direttamente proporzionale al livello di fattibilità e di utilità
percepita da parte dei genitori e quindi vada molto sostenuta.
Nella restante parte del pomeriggio la Dott.ssa Colombo ha condotto l’attività di gruppo “Tutti
insieme nella buona e nella cattiva pratica”. Ha introdotto il lavoro con la metafora del treno.
dove i vagoni sono i vari servizi e lo spazio di transizione è il passaggio tra questi. E’ uno
spazio neutro, terra di nessuno, dove termina un percorso e ne inizia un altro. In questo tratto
così difficile del cammino (dove tra le tante emozioni c’è anche la paura) è importante dare il
giusto sostegno alla famiglia e al suo bambino per evitare la discontinuità: faticose discese e
risalite su vagoni diversi, che spesso non vanno nella stessa direzione. Per metterci in gioco ed
alimentare la discussione sono stati presentati dei filmati autoprodotti, che mostravano modalità
diverse di curare il passaggio ospedale-territorio da parte di noi fisioterapiste. Nella discussione
sono emerse le difficoltà e le reazioni comuni quando ci si trova da soli a pre-occuparci di
questo passaggio: imbarazzo e impotenza, buon senso e rispetto delle regole, ma anche il
senso di responsabilità che sentiamo di avere nella gestione di questo passaggio, spesso
non governato da alcuna procedura aziendale (come avviene per gli adulti), che ci porta a
escogitare le migliori pratiche possibili. Sono emersi punti di vista, esperienze e modalità
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operative differenti da zona a zona, anche nella stessa regione.
Di fronte a questo quadro così disomogeneo la Dott.ssa Colombo ha cercato di riportare
sempre l’attenzione su noi operatori: un Servizio contiene elementi strutturali, organizzativi,
operativi e relazionali. Le dimensioni operative e relazionali sono responsabilità di noi operatori.
Abbiamo la possibilità ed anche la responsabilità di inviare chiari messaggi al livello strutturale e
organizzativo. Curare è anche un fatto politico.
Questo spazio è stato molto apprezzato da tutti partecipanti: ha offerto spunti di riflessione, ha
aumentato la consapevolezza che la gestione dei percorsi di continuità sia responsabilità di tutti
gli operatori. e che solo una partecipazione attiva ed integrata di tutti può garantire un
sostegno di qualità ai nostri piccoli pazienti e alle loro famiglie. Ha sollecitato anche la nostra
voglia di “fare”: possiamo studiare e, perché no, proporre alle nostre aziende procedure per il
passaggio dall'ospedale al territorio a partire proprio dall'esperienza di soggetti operativi sul
campo!
Ed anche lo sforzo nell’organizzare questo evento è stato sostenuto dalla consapevolezza che
solo grazie alla condivisione, allo scambio e alla disponibilità dei colleghi (a relazionare e a
partecipare numerosi ed attenti) sarebbe stato possibile realizzare tutto questo!
Grazie a tutti ed anche a coloro che questo evento l’hanno reso possibile: L’Ortopedia Cris Srl
di Torino, Progettiamo Autonomia di Reggio Emilia, l’Ortopedia Novarese (Varese) ed Otto
Bock Italia, tutti tecnici ortopedici che si occupano di ausili per bambini e che lavorano con le
fisioterapiste del Piemonte.
Concludiamo il nostro report con due pensieri i che ci ha lasciato al dott.ssa Colombo al termine
del suo intervento :
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..."non credo a niente che sia facile, rapido, spontaneo, improvvisato, approssimativo. Credo
alla forza di ciò che è lento, calmo, ostinato, senza fanatismi nè entusiasmi. Non credo a
nessuna liberazione individuale nè collettiva che si ottenga senza il costo di un'autodisciplina, di
un'autocostruzione, di uno sforzo .
" Italo Calvino
"...Curare è anche una politica . Può essere fatto con un rigore di cui la dolcezza è il
rivestimento essenziale. Una attenzione squisita alla vita che si sveglia e si sorveglia. Una
precisione costante. una sorta di eleganza negli atti, una potenza e una leggerezza, una
presenza e una sorta di percezione molto attenta che osserva i minimi segni. E' una sorta di
opera, di poema ( mai scritto ) che la sollecitudine intelligente compone ..."
Paul Valery
Gabriella Carpanese
Enza Pestarino
Antonella Prosperi
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