[SCOPERTE]
DI STEFANIA DI PIETRO
SPEKLON, UNO SGUARDO DIVERSO
씰 Il progetto Speklon è nato a Siracusa nell’estate del 2005, come
omaggio storico della città ad Archimede, uomo e scienziato tanto
amato dai concittadini. A guidare Speklon è l’associazione
Lo specchio d’Archimede, diretta dal giornalista Prospero Dente
e da Arturo Andolina, editore del settimanale locale Il Ponte. La
manifestazione prende spunto da una delle invenzioni più famose
del genio siracusano, gli specchi ustori. L’oggetto riflettente offre
anche una diversa immagine di sé, è l’altra realtà, quella
distinguibile dalla solita e quotidiana visione del mondo. Il Premio
Speklon è rivolto a tutti i ricercatori, tecnici, matematici e fisici.
Quest’anno è salito sul podio il giovanissimo William Noel, che si
è distinto sia nella ricerca scientifica sia nel nome d’Archimede.
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uattro miliardi e uno. Quattro miliardi e due. Quattro miliardi e tre. Aggiudicato. Inizia così l’ultimo mistero del
nuovo millennio, nella sala d’aste più famosa
al mondo, la Christie’s di New York. Cifre generose e reali, offerte per un libretto che pareva di poco conto, soltanto l’antico desiderio
di un signorotto newyorkese di buona famiglia. Nulla a confronto di quello che il testo ce-
A sinistra: il vicesindaco di
Siracusa, Fabio Granata,
consegna il Premio
Speklon a William Noel.
Nelle altre foto: il codice
ritrovato, una statua
e un ritratto dedicati
ad Archimede
EUREKA, QUESTO È ARCHIMEDE
Da un libro di preghiere del Duecento sono emersi gli
lava dietro un prezioso ricamo di parole sacre,
scritte da un monaco del dodicesimo secolo.
Il libro rimase custodito nel convento del Santo Sepolcro di Costantinopoli fino al 1920,
per passare in seguito a una ricca famiglia francese. Neanche quel monaco poteva immaginarselo, quando ripulì il testo originario, riportando il bianco sulla pergamena che avrebbe
protetto le sue preghiere. Con estrema attenzione, molti secoli prima, un altro amanuense
aveva ricopiato su quelle stesse pagine calcoli
matematici, diagrammi, formule e teoremi dal
testo originario di un celebre scienziato.
L’opera messa all’asta apparteneva all’umanità, ma prima ancora ad Archimede. Considerando la pigrizia del genio siracusano, che adorava scrivere d’impronta
su cenere e sabbia, trovare un testo con le
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sue idee era complicato come scovare un
ago in un pagliaio. Difatti, il testo in questione è l’unica copia esistente al mondo della
sua lunga opera scientifica, con spiegazioni
sulla teoria del galleggiamento, trattati di fisica meccanica e studi gravitazionali.
Per fortuna, le tecniche del nuovo millennio permettono di far riemergere qualsiasi elemento nascosto, anche partendo da pochi segni. In questo caso, le pagine di pelle (il materiale preferito per custodire le antiche preghiere) assorbivano ogni traccia di grafite, il che ha
permesso di risalire alle frasi dello scienziato.
Un team di tecnici della fluorescenza e studiosi di fotografia digitale lavorano instancabili
dal 1999. «È fin d’ora possibile dire che ciò
che emerge dalla pergamena rappresenta in
assoluto il genio d’Archimede», garantiscono gli esperti. «Presto più nulla rimarrà nascosto e sarà reso noto a tutti». A parlare sono gli
scienziati del Rit, il Rochester Istitute of Technology e l’équipe del Walters Art Museum di
Baltimora, diretti da William Noel, gli unici ricercatori del pianeta ad aver messo le mani sull’opera. La città di Siracusa è stata la prima a ricevere qualche dato in più sugli studi contenuti nel testo del suo concittadino.
Nei mesi scorsi, alla presenza del sovrintendente emerito ai Beni culturali, l’ideatore del
progetto, William Noel e Abigail Quandt,
senior conservator del Walters Art Museum,
hanno partecipato a un emozionante incontro
presso il Museo archeologico siracusano. Con
studi del genio di Siracusa. E gli studiosi dicono...
loro, anche la direttrice del museo, Concetta
Ciurcina e Giovanna Lazzi, responsabile della
Biblioteca Riccardiana di Firenze. Il Codice
perduto d’Archimede è anche un saggio edito
dalla Rizzoli, scritto da William Noel e Reviel
Netz, esperto di matematica greca e professore di Lettere classiche alla Stanford University. È la storia del completamento dell’opera
su pergamena rivolta al monastero di San Saba, nel deserto del Sinai. Ma è, soprattutto,
l’emozionante scoperta di una verità complessa che attraversa due millenni. L’avventura intellettuale e tecnologica di William Noel e del
suo gruppo ha permesso di rendere vivo il codice d’Archimede.
Gli studi del celebre siracusano, così riscoperti, potrebbero sconvolgere i canoni della
scienza occidentale, consentendo di riscrivere
pagine sulla numerazione matematica e parte
della fisica idrostatica. Con orgoglio, a Siracusa, accanto a quella che si pensa sia la sua
tomba, sarà innalzato un monumento in
onore di un genio che la storia ricorda anche come tipo eclettico e, a dirla tutta, un
po’ svitato. Cadeva in un sonno profondo,
scervellandosi su qualche oggetto in movimento e sul perché non affogasse nell’acqua della
sua vasca da bagno. Dedusse che la quantità
di liquido fuoriuscito doveva essere uguale al
volume del corpo immerso, il suo. E il mito
racconta che, per l’eccitazione della scoperta,
uscì nudo dalla vasca e corse fuori della sua casa gridando eureka! (ho trovato!).
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