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Ogni religione
venera cibo e
sesso, perchè il
sostentamento e
la procreazione
sono essenziali
IL CAFFÈ 12 febbraio 2012
C4SOCIETÀ E CULTURA
I SA
PORI
49
Spaghetti
al peperoncino
Fettine di vitello
al tartufo bianco
Primo piatto
afrodisiaco.
Cuocete la pasta al
dente e conditela con
una crema di
pomodori maturi,
peperoncino fresco
ed olio d’oliva.
Secondo piatto
afrodisiaco. Preparate voi
la crema di tartufo
altrimenti compratela già
pronta, farcite delle sottili
fettine di vitello cotte al
forno.
San
Valentino
Fonduta
di cioccolato
LUIGI BOSIA
P
er il santo degli innamorati è giusto provvedere alla preparazione
di pietanze speciali,
non dico “afrodisiache”,
perché il termine non
piace nemmeno all’amica Roberta
Schira, ben conosciuta anche in Ticino grazie a “Piattoforte”. Roberta è
autrice di diversi libri gastronomici
e “si muove con disinvoltura tra i fornelli dosando sex-appeal e ironia:
ricetta universale e invincibile per
conquistare non solo i buongustai
ma tutto il genere umano”. Con queste parole è presentata nel risguardo
del suo “L’amore goloso”, un libro a
due facce scritto per “lui” e per “lei”,
per sedurre e gustare insieme i più
prelibati piaceri della vita.
Numerosi, però, sono i ricettari dedicati alla cucina dell’amore, dettaanche afrodisiaca perché “nell’anima prendono vita i misteri
dell’amore, ma è il corpo che, come
in un libro, li contiene” (scriveva
John Donne). Per quanto riguarda
l’etimologia della parola dobbiamo
riferirci ad Afrodite, dea dell’amore,
sorta nuda dal mare di Citera nel 6°
secolo a.C. e da allora onorata come
dea della fecondità. Ricordata dal
sommo scultore Prassitele quale
simbolo della femminilità: un concetto di passione fisica con altrettanta naturalezza. In un libretto sui
“Cibi dell’amore” di Max de Roche ho trovato una proposta di
poteri di seduzione per la
prima colazione. Una
trentina d’anni or sono,
con l’amica parigina
Blandine Vié, ho pubblicato un ricettario
proprio su questo
pasto mattutino,
ma non ne ho sviluppato il tema.
Max de Roche
consiglia di fare
come nella fiaba
di Eudora Welty,
il cui protagonista, ogni mattina,
mangia bistecca,
uova, pancetta,
fette di tacchino,
focaccine, pesche
in conserva, crostata
di prugne e beve una
tazza di grog. Un vero
festino esagerato e allora perché non provare
con ostriche, uova strapazzate, salmone affumicato e
champagne? Del resto cibo e
sesso sono venerati in ogni religione mondiale, perché il sostentamento e la procreazione sono essenziali. Partecipare alla preparazione dei cibi, poi, avvicina uomini e
donne fin dagli inizi - cioè da
Adamo ed Eva - dove la trasgressione della carne è raffigurata dal
morso della mela e le tradizioni si
sono intrecciate come i corpi di due
amanti. C’è chi riprende il concetto
nella preparazione della pasta del
pane, che si lavora per sentirla soffice tra le dita infarinate. Accanto ai
fornelli la coppia si scambia assaggi
e opinioni. Certo, si può anche passare la serata davanti al televisore
con cibi “take-away” attinti direttamente dalla scatola, ma una cenetta
al lume di candela è un passo rituale
che crea atmosfera e intimità. Anche gli antichi Indù consideravano il
fare l’amore un aspetto essenziale di
vita, e lo dimostra il testo classico
“Kamasutra” sintesi di varie opere di
oltre 2000 anni or sono. Le ricette
afrodisiache, tramandate da famiglia a famiglia, permettono di raggiungere il “piacere”. Pesci, verdure,
peperoncino e cioccolato non costituiscono la chiave dell’ “amore”, ma
sono sicuramenre parte integrante
di un sano stile di vita.
Le raffinate ricette per sedurre
Mille tentazioni
nella “cucina dell’amore”
LA RICETTA
Dessert afrodisiaco. Una
bella cascata di
cioccolato fuso in cui
immergere gustosi fichi,
acini d’uva, spicchi di
arancia, ananas, kiwi o
fettine di banana.
Nel giorno
più romantico
una ricetta
al bacio
Ingredienti per 4 persone
- 50 g di cioccolato al latte
- 10 g di burro
- 50 g di granella di nocciole
- 50 g di nutella
- 14 nocciole
- 100 g di cioccolato fondente
In un pentolino dal fondo spesso sciogliere
il cioccolato al latte insieme al burro. Unire
la nutella e la granella di nocciole e
mescolare il tutto. Riporre il composto in
freezer per un quarto d’ora. Riprendere il
composto e formare 14 palline e
posizionarle sulla carta forno. Sulla
superficie di ogni pallina posizionare una
nocciola e esercitare una leggera pressione.
Mettere i baci a riposare in freezer per
mezz’ora. Sciogliere il cioccolato fondente a
bagnomaria e lasciarlo intiepidire.
Aiutandosi con una forchetta, immergere i
baci nel cioccolato fino a ricoprirli
completamente. Posizionare i baci su una
gratella e lasciarli asciugare
completamente. Una volta che il cioccolato
sarà indurito, sollevare i baci dalla gratella e
confezionarli in pirottini di carta.
LA STORIA
Luperco il dio
della fertilità
Nel IV secolo a.C. i romani
pagani rendevano omaggio a
Luperco, dio della fertilità.
Durante il rito in suo onore, i
nomi di donne e uomini venivano
messi in un’urna, mescolati, e un
bambino estraeva le coppie che
avrebbero vissuto in intimità per
un anno. Poi la Chiesa sostituì
Luperco con San Valentino in
rappresentanza dell’amore. De
gustibus.
Miti e riti
ELISABETTA MORO
Una misteriosa
alchimia dell’eros
tra ostriche,
spezie e rucola
S
e una cotoletta placa l’appetito,
l’ostrica ridesta gli appetiti. È il paradosso alimentare del desiderio. Al
cibo di ogni giorno chiediamo di farci
sentire sazi, a quello afrodisiaco di renderci insaziabili. È questa difficile quadratura del cerchio dei piaceri a fare di
crostacei, molluschi, cioccolato, spezie e
champagne l’arma segreta dell’eros.
Afrodisia, così li chiamavano gli antichi
dal nome della dea dell’amore. Nata
dall’effervescenza del mare e raffigurata
dentro una conchiglia. Alla maniera di
Botticelli che trasforma la signora della
seduzione in un’allusiva ostrica soprannaturale. Oggi invece gli innamorati di
tutto il mondo il 14 febbraio sacrificano
tonnellate di costosissimi afrodisia sugli
altari di San Valentino, l’erede cristiano
di Afrodite, entrato nella leggenda per
aver benedetto la passione tra un pagano
e una cristiana. Un santo decisamente
multiculturale.
E se in tempo di crisi aragoste e champagne sono controindicati dallo spread resta sempre valida la ricetta di Ovidio che
nell’Ars amatoria esalta le qualità energizzanti delle insalate di rucola novella.
La più efficace pare fosse quella che cresceva spontanea intorno alle statue di
Priapo, il dio fallo. E per i più machiavellici è di rigore la mandragola, un evergreen dell’erotismo, presente già nella
Bibbia e immortalata, per l’appunto, da
Machiavelli.
Ma anche l’eccitantissimo caffè, la bevanda più amata dagli italiani, sarebbe in
grado di far crescere la temperatura erotica. Una leggenda islamica racconta che
Maometto, grazie a qualche sorsata di
arabica bollente, riuscì a soddisfare quaranta donne in una notte. Nonostante
queste cifre iperboliche in realtà sono in
molti a dubitare delle virtù amatorie
dell’espresso. Mentre il cacao mette tutti
d’accordo. Si dice che l’imperatore azteco
Montezuma bevesse ogni giorno cinquanta tazze di densissimo xocoatl. Con
prestazioni da Guinnes.
In realtà la relazione fra cibo e sesso è antica quanto il mondo. Perché in entrambi
i casi si tratta di appetiti vitali, di piaceri
da consumare. Fame e voglia, sfizio e vizio. Sono le convergenze parallele del desiderio. Quelle che trasformano l’esaltazione dello spirito in piacere della carne.
Ma è tutta una questione di fantasia non
certo di farmacia. Gli alimenti viagra non
esistono. Eppure alcuni ci credono, altri
ci sperano. E la maggior parte di noi finge
di crederci. Perché in fondo questi toccasana dell’eros sono la pietra filosofale
della misteriosa alchimia dell’amore.
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