Mestrino 8 Novembre 2006 -Mercoledì di preghieraVieni, santo Spirito,
Manda a noi dal cielo
Un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
Vieni, datore dei doni,
Vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
Ospite dolce dell’anima,
Dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
Nella calura, riparo,
Nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
Invadi nell’intimo
Il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
Nulla c’è nell’uomo,
Nulla senza colpa.
Lava ciò ch’è sordido,
Bagna ciò ch’è arido, sana ciò
che sanguina.
Piega ciò ch’è rigido,
Scalda ciò ch’è gelido,
drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
Che solo in te confidano,
I tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
Dona morte santa,
Dona gioia eterna.
PADRE NOSTRO
Padre nostro tu che stai in chi ama la Verità
ed il Regno che Lui ci lasciò resti sempre Nel nostro cuor
e l’Amore che suo Figlio ci donò, o Signor, rimanga sempre in noi.
- PADRE NOSTRO E nel Pan dell’unità dacci la fraternità e dimentica il nostro mal
che anche noi sappiamo perdonar;
non permettere che cadiamo in tentazion,
o Signor, abbi pietà del Mondo.
Preghiamo: Rinnova sempre la tua Chiesa, o Dio, con il dono dello Spirito, perché essa sia una Pentecoste vivente fino agli estremi
confini della terra, e tutte le genti giungano a credere, a sperare e
ad amare. Per Cristo, nostro Signore.
Canto
MANI
(Sezione staccata del libretto)
La prima ed universale vocazione, che ogni uomo è chiamato a vivere, è
l’amore. È la prima risposta che ciascuno deve dare responsabilmente al
dono della vita che Dio Padre ci offre. La ricerca dell’amore ed il bisogno di amare sono desideri innati del nostro cuore. (…) Ricevere non
basta, dobbiamo interrogarci chiedendoci: “ma io sono capace di voler
bene?” L’amore è soprattutto dare, donare, donarsi anche quando non hai
voglia, quando non stai bene, quando tutto quello che hai intorno ti dice
di stare comodo e di pensare a te stesso. L’amore vero si scomoda, si
sacrifica, passa attraverso la croce, sa mettere da parte il proprio egoismo per servire i fratelli.
Amare è uscire da se stessi, è comunicare, è intraprendere il cammino
“da me all’altro” in un modo disinteressato, gratuito, arricchente. Spesso
sento dire: “quando mi va, se ne ho voglia, dialogo; se non ne ho voglia
non parlo”. Quanti papà dicono questo ai loro bambini: “non ho voglia,
lasciami leggere il giornale, sono stanco, sto guardando la televisione,
non disturbarmi”. La mancanza di amore si manifesta in mille modi. (…)
Uno dei modi invece per dimostrare l’amore è quello di saper dialogare,
di “perdere tempo”. In un mondo come il nostro che corre sempre, fermarti a comunicare, a condividere, sembra tempo perso. In realtà dialogare con la moglie, con i figli, con gli amici ti arricchisce nella misura in
cui diventa comunicazione vera di te stesso; se la tua vita è falsa tu comunichi il falso, se è in Dio tu doni gioia.
Ecco perché è importante rispondere alla chiamata di Dio con tutto il
nostro essere: chi sei, chi vuoi essere nella verità di te stesso davanti a
Lui? Non c’è comunione vera con i fratelli se non c’è incontro vero con
Dio nella preghiera. La preghiera rende vero il nostro agire, il nostro vissuto. Ciò che facciamo rivela ciò che siamo. (…)
Il dono della vita c’è stato dato nella gratuità: io accolgo di essere vivo e
voglio vivere donandomi, non voglio più essere un cadavere! E se vivo la
cosa più importante che devo e voglio fare è amare. Questo è il segreto
di ogni vita e di ogni vocazione.
Madre Elvira - Comunità Cenacolo
FRUTTO DELLO SPIRITO È
Preghiamo insieme ogni due intenzioni:
DEL TUO SPIRITO, SIGNORE (56)
•
Canto
SOFFIO DI DIO
(Sezione staccata del libretto)
Donami amore,
che come il vento del mattino
ripulisca il viso della terra
e addolcisca gli occhi.
Donami amore,
che aggiunga speranza
quando la speranza dispera,
e mi liberi
dalla luce ingannevole
che brucia e non riscalda.
Donami amore,
che raccolga tutte le preghiere
strappate al cuore
e tutte le vie
•
incapaci di ritrovarsi.
Donami amore,
che riduca la distanza
in cui mi trovo
dalle altre creature,
origine del mio male
e delle mie amarezze.
Donami amore,
nella mia carne triste,
nel passato che mi riassorbe,
nell’angoscia del resistere,
mentre Tu attendi
la mia fioritura.
AMORE È ATTENZIONE
Perché l’amore è inutile, lo stare insieme è perdere tempo,
ma solo essi ci aprono quello spazio straordinario
in cui avvertiamo l’esistenza come pienezza, semplicemente perché è inutile.
E. Calducci
Dal vangelo secondo Giovanni
1,35-39
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e,
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•
•
•
Ti preghiamo, Padre, per la Chiesa. Possa trovare in questo nostro
tempo l’equilibrio tra l’incontro amorevole e misericordioso con ogni uomo, e il suo compito di maestra che illumina la Verità che Gesù ci ha portato.
Ti presentiamo, Signore, la nostra comunità parrocchiale. Siamo in
tanti, siamo diversi, ma siamo tutti accomunati dal bisogno di sentirci amati da te per amarci tra di noi. Rendici, con l’aiuto del tuo
Spirito, testimoni di comunione e di fraternità, soprattutto per
coloro che si sentono soli.
Ti preghiamo per le nostre famiglie, luogo privilegiato ed unico per
poter dare e ricevere il tuo amore. Dentro la confusione di idee, e
la frenesia che spesso le accompagna, c’è in loro una forte, a volte
velata, richiesta di amore. Ascoltala, Padre, ed esaudiscila come tu
solo puoi fare.
Ti offriamo tutti coloro che non sanno amare, che hanno il cuore
indurito dalle prove della vita, dalla sofferenza, dalla miseria. Non
sono lontani Signore, anzi, sono vicini alle nostre case, sono nostri
paesani, colleghi, amici, parenti. Rendili come la cassa di risonanza
della chitarra, capaci di accogliere e di far germogliare l’amore che
è in loro.
Ti offriamo noi stessi e le nostre povertà, ma anche la nostra voglia di amare. Non farci mai mancare il dono dell’amore e la voglia
di invocarlo, specialmente lì dove la nostra umanità è percepita come freno al suo flusso.
……
Dovremmo avvicinarci alle persone con questa estrema sensibilità, portando loro gioia e non umiliazione, la condivisione e
non l’offesa dei benefattori, smettendo di gridare contro i vizi
degli altri senza sospettare che forse quell’uomo non ce la fa ad
essere diverso.
Luigi Verdi
Canto
COME TI AMA DIO (56)
Dal Salmo 138
Sei tu, Signore,
che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto
nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto
come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.
Non ti erano nascoste
le mie ossa
quando venivo formato
nel segreto,
ancora informe
mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
I miei giorni erano fissati,
quando ancora
non ne esisteva uno.
Quanto profondi per me
i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero,
o Dio;
se li conto
sono più della sabbia,
se li credo finiti,
con te sono ancora.
Canto di esposizione del Santissimo
VERBUM PANIS
(Sezione staccata del libretto)
Canto
TE AL CENTRO DEL MIO CUORE (197)
fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”.
E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si
voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: “Che cercate?”. Gli risposero:
“Rabbì (che significa maestro), dove abiti?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono
presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Parola del Signore
Vorrei proporvi di iniziare questa meditazione posando lo sguardo
su una chitarra.
Proviamo a fare attenzione alla sua forma. Quello che anzitutto ci
colpisce è che essa possiede un interno, un corpo spazioso e vasto
che rimane invisibile all’occhio, che chiamiamo cassa di risonanza.
È un paesaggio silenzioso, assomiglia alle volte di questa chiesa,
all’alveo di un fiume, alla vallata delle nostre attese. È uno spazio
ospitante, permeabile: si lascia attraversare dal flusso dell’energia
sonora, accoglie ogni suono singolare e gli permette di fiorire, gli
consente di mettere ali e di volare, di intrecciarsi con gli altri suoni, di cospirare.
Immaginiamo, adesso, di fare delle pallottole di carta e di riempire
questo vuoto. Che cosa accade? Ci accorgiamo che pizzicando le
corde i suoni non trovano più una culla dove nascere, dove potersi
espandere, respirare: muoiono sul nascere, di asfissia e di rigetto.
Vorrei che considerassimo l’attenzione come la cassa di risonanza
di una chitarra. Se per un istante prestiamo ascolto, ci accorgiamo
che il nostro corpo è simile ad una cassa armonica, un paesaggio
interiore e sonoro animato da battiti, respiri, emozioni, pensieri,
silenzi, mormorii, parole.
Siamo anche noi uno spazio misterioso e vasto, insondabile e accogliente dove vibrano i suoni di questo e di altri mondi. In noi risuonano cosa, eventi, persone, voci, sogni, desideri che ci toccano e ci
commuovono, ci accarezzano e ci feriscono, ci illuminano e ci angustiano, ci fanno esultare e ci straziano.
Possiamo essere attenti, aperti come una stanza ospitante, in ascolto di quanto sgorga dalle sorgenti del cuore e dai pori del mondo oppure possiamo essere una cassa troppo ingombra di noi stessi, invasi da pensieri, idoli, preoccupazioni, abitudini, scopi, pregiudizi che soffocano i suoni e i colori della vita, la immiseriscono.
Certo, essere attenti non è facile, molto più facile è vivere nella distrazione.
Ivan Nicoletto - Monaco Camaldolese
Canto
VIVERE LA VITA (227)
Buon Dio, in me c’è una fonte
di amore che mi collega con il
mio cuore
e con le persone intorno a me.
Fa’ che io scopra nel mio cuore
questa fonte di amore
che non si esaurisce né svanisce,
perché viene ad te.
Fa’ che in tutto l’amore
che sperimento sappia percepire
il tuo amore infinito,
sul quale posso sempre
fare affidamento.
Donami la capacità
di far affluire questo amore
dalla fonte
che scorre dentro di me
verso tutto ciò che esiste.
L’amore deve permeare
il mio corpo
e riversarsi su quelli
che sono insieme a me.
Così non mi sentirò più solo.
AMORE VERSO SE STESSI E IL PROSSIMO
Hai ottenuto quello che volevi da questa vita, nonostante tutto? Sì.
E che cosa volevi? Potermi dire amato, sentirmi amato sulla terra.
Raymond Carver
L’amore si può conservare solo se lo si dona,
E lo si può donare perfettamente solo se lo si è ricevuto.
Thomas Merton
Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani
12, 9-21
La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a
vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi
con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto.
Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose
troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di
voi stessi.
Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a
tutti gli uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in
pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare
all’ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò,
dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se
ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti
sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.
Parola di Dio
E qual è la verità più assoluta, più importante, più essenziale, più
semplice anche , che Cristo ci ha portato? Noi diciamo: l’amore del
prossimo. No, l’amore del prossimo è una conseguenza di una pienezza che dobbiamo raggiungere personalmente, perché se poi guardate cos’è l’amore del prossimo di noi cristiani, c’è da rimanere piuttosto stupiti: perché basta che il mio prossimo abbia una tessera di
partito differente dalla mia, che io comincio ad amarlo meno; oppure
che abbia delle idee diverse dalle mie, idee religiose, anche idee
scientifiche, e comincio ad amarlo di meno. Se poi questo prossimo
mi è antipatico oppure è in una situazione o psicologica o fisica che
urta la mia sensibilità, io lo comincio a guardare come un
“sottoprossimo”, un prossimo da amare, ma con minore intensità.
Quindi l’amore per il prossimo non è la verità essenziale che Cristo ci
ha dato, ma ci ha detto una verità di cui dobbiamo appropriarci. (…)
E la verità essenziale del cristianesimo io penso sia questa: dobbiamo
sentirci tutti amati da Dio. (…) ve lo siete mai detto questo nella vita,
che siete amati da Dio? (…) Comunque sia la nostra realtà, noi siamo
amati da Dio.
Giovanni Vannucci
“Li guarirò con amore” (Os 14, 2 – 10): questa è la legge del cuore di
Dio, che conoscendo l’uomo meglio di noi, nonostante tutto continua
ad amarlo, sapendo che: “Non sanno quello che fanno…”, e che sono
“come pecore senza pastore…”.
Dovremmo avere il cuore di coloro che abitano il mondo, un mondo
che muore di miseria e di pesantezza e a cui le parole non bastano
più: occorre il coraggio di “qualcuno che esca e pianti la tenda dell’amore accanto a quella dell’odio”. (Primo Mazzolari)
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Vieni, santo Spirito, Manda a noi dal cielo Un raggio della tua luce