Festival Verdi 2011: “Il Trovatore”
Busseto, Teatro Verdi, Festival Verdi 2011
“IL TROVATORE”
Dramma in quattro atti e otto quadri, su libretto di Salvatore Cammarano, tratto dalla tragedia El
Trovador di Antonio García Gutiérrez
Musica di Giuseppe Verdi
Il conte di Luna HAYATO KAMIE
Leonora YU GUANQUN
Azucena NICOLE PICCOLOMINI
Manrico JI MYUNG HOON
Ferrando GEORGE ANDGULADZE
Ines TANIA BUSSI
Ruiz NORBERT NAGY
Un vecchio zingaro RICCARDO CERTI
Un messo EUGENIO MASINO
Orchestra e Coro del Teatro
Maestro del Coro Martino Faggiani
Regio
di
Parma
Direttore
Michele
Mariotti
Quando a luglio venne annunciata l’esecuzione in forma concertante de Il Trovatore presso i teatri
di Busseto e Fidenza, il nostro primo pensiero fu “Il Festival Verdi ci riprova”, considerati gli esiti
alterni della produzione dell’anno precedente. Una volta confermato il programma e presentato il
cast, inevitabili sono sorte le perplessità. Leggiamo infatti che gli artisti coinvolti, sotto la bacchetta
di Michele Mariotti, sono giovani voci provenienti dal progetto A Scuola di Tradizione al Teatro
Regio di Parma. Così informa il comunicato stampa “Tutti giovani cantanti selezionati in due anni
di audizioni conoscitive al Teatro Regio di Parma e ora seguiti nell’ambito del progetto A scuola di
Tradizione al Teatro Regio di Parma, il programma di tutoraggio del Teatro Regio di Parma che
consente ad un numero ristretto di giovani cantanti (allievi effettivi dei Conservatori di Bologna,
Reggio Emilia, Parma, Piacenza, La Spezia, Cremona, Mantova, Verona, dei Dipartimenti di canto di
università straniere) di affrontare il repertorio lirico e quello verdiano in particolare”. Una sorta di
“strategia inversa”, quindi: non voci di richiamo internazionale ma talenti che, avendo la possibilità
di esibirsi all’interno del Festival, avrebbero potuto destare attenzione e curiosità fra i melomani.
Inutile sottolineare che Il Trovatore resta un titolo di grande richiamo. E di grande difficoltà,
aggiungiamo: di qui le nostre perplessità iniziali. Occorre anche puntualizzare sull’aggettivo
“giovane”, considerato che alcuni degli artisti coinvolti hanno superato la trentina, magari con alle
spalle una carriera non rilevante ma continuativa nel tempo.
Lasciando da parte età e carriere, l’esecuzione a cui abbiamo assistito ci è sembrata manchevole
sotto più punti di vista: non sappiamo quanto tempo sia stato concesso alle prove (supponiamo
veramente poco), ma l’impressione generale è stata di fretta e improvvisazione. Non è bastata la
bacchetta davvero motivata di Michele Mariotti, a capo della volonterosa Orchestra del Teatro
Regio. Il giovane e talentuoso direttore ha letteralmente preso per mano gli artisti, guidandoli,
respirando con loro, osservandoli costantemente, segnando attacchi, cercando nel contempo di
conferire quel minimo di teatralità che questa grandissima partitura esigerebbe. Durante la serata
non sono però mancate le belle sorprese: Yu Guanqun ha cantato bene e ne è uscita
egregiamente. La voce è lirica ma ben emessa, con un centro sonoro e pastoso, sicura anche nella
zona acuta sempre limpida e timbrata. Ha disegnato una Leonora sognante, di bella linea di canto,
ricca di colori benché in difficoltà nel canto di agilità. Ji Myung Hoon nei panni di Manrico è
mancato di colore e peso drammatico: lo squillo sarebbe buono e solido ma il settore centrale non
risulta sempre a fuoco. Poco riusciti i tentativi nel canto smorzato, dove la voce è suonata
costantemente flebile. Ancor più problematica la prova di Nicole Piccolomini. La sua Azucena è
stata caratterizzata da vistose disuguaglianze tra i registri (quello grave artificiosamente
ingrossato, un centro in natura abbastanza generoso e quello acuto costantemente sbiancato) e
da un fraseggio manierato. Come Conte di Luna, Hayato Kamie ha mostrato invece colore chiaro e
timbro gradevole, morbido nel canto ma eccessivamente ricercato nell’espressività, mostrandosi
caricaturale in più momenti. Il Ferrando di George Andguladze è risultato sufficientemente
autorevole ma deficitario nella proiezione del suono. Tania Bussi è stata un’Ines petulante;
corretto il Ruiz di Norbert Nagy. Il Coro del Teatro Regio di Parma è ormai sinonimo di Trovatore:
ennesima prova eccellente. Teatro non gremito ma pubblico attento e partecipe: unanimi consensi
per tutti.
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