Quando il dottor Jekyll e Mr Hyde scrivono fiabe
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Quando il dottor Jekyll e Mr Hyde scrivono fiabe
08/05/2013
Autore singolare, l’inglese Robert Louis Stevenson
(1850-1894). Singolare e avventurosa la sua vita: avvocato
senza mai aver esercitato la professione, sposato con
un’americana divorziata, madre di due figli e di dieci anni
più anziana, viaggiatore instancabile in Europa e in
America, morto infine a Upolu, Isole Samoa, dove si era
trasferito nel 1891. Singolari i suoi libri più famosi – L’isola
del tesoro, Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde –,
racconti dove la fantasia è accesa ma al tempo stesso il
controllo della parola è netto, tanto che alcuni critici fanno
riferimento alla lezione di Flaubert e di Maupassant.
Più singolare di ogni cosa è scovare un suo libriccino tra gli scaffali della libreria Il
Delfino di Pavia, residuo forse dell’epica “marcia dei delfini” con cui il buon Andrea
Grisi e soci nel novembre scorso hanno trasferito la sede della libreria da piazza
della Vittoria a piazza Cavagneria (il video della marcia è qui). E per giunta scovare
un libriccino di favole uscito proprio dieci anni fa, edizione riveduta e corretta di
un’altra edizione ancora più datata, del 1982.
Sto parlando di Favola crudele, edizioni Stampa Alternativa-Nuovi Equilibri. Una
raccolta di venti fiabe, alcune lunghe, altre brevi, altre brevissime e lapidarie come
aforismi. Questa la più sintetica, La rana e il girino: «Vergognati, disse la rana,
quand’ero girino non avevo coda. Proprio quel che pensavo, gridò il girino, non sei
mai stata girino». Le variazioni sul tema dell’insolito sono numerose: il macabro, il
paradosso, la soluzione più inaspettata, il surreale, ma anche la delicatezza e la
poesia della canzone, quasi la fiaba evolvesse verso la magia di certe antiche
filastrocche. Di un lirismo fine e suggestivo è infatti La canzone del domani, poetica
già nel titolo, con una narrazione che si chiude su se stessa tornando al punto
iniziale.
Filosofia, saggezza orientale e animismo si incontrano un po’ dappertutto. Uno
straniero che arriva da un vicino pianeta e scambia gli alberi per creature molto
educate, un libro che si mette a parlare con il suo lettore, un capitano che non si
scompone neppure quando affonda la nave, due personaggi de L’isola del tesoro che
escono dal XXIII capitolo e si concedono una pausa, i cittadini di una strana città che
si ricoprono di vernice gialla per liberarsi dai pericoli, e così via.
L’edizione di Stampa Alternativa-Nuovi Equilibri è corredata da una serie di
illustrazioni che impreziosiscono il libretto. Autore il caricaturista inglese Charles
Altamont Doyle (1832-1893), padre del più noto Arthur Conan Doyle, l’inventore di
Sherlock Holmes. I disegni di Doyle, inediti, sono tratti da un suo quaderno di
schizzi. L’abbinamento Charles Altamont Doyle e Stevenson è un abbinamento
indovinato, tra surreale, immaginario, nonsenso e pura follia. Soprattutto
quest’ultima, che caratterizza non solo il linguaggio del caricaturista inglese ma la
sua propria vita. Charles Altamont Doyle è stato infatti internato a cinquantasette
anni in un manicomio scozzese. Questo spinge a leggere i suoi “schizzi” – brillanti e
fantasiosi, ingenui e crudeli – con una chiave di lettura dal retrogusto amaro.
Romano A. Fiocchi
(Robert Louis Stevenson, Favola crudele, Stampa Alternativa-Nuovi Equilibri, 1993,
pagine 106, trad. Antonio Veneziani in collaborazione con Angiolo Baldinelli)
08/05/2013 16.42
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