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LA SALA DEI CITTADINI ALLA CORTE DELLE STELLE
18 Febbraio 2009, 06:00
Chiuso il caso “Cuticchio”, il pensiero sull’uso dei locali rimasti vuoti si è manifestato alla
cronaca, come intendimento ancora non ufficiale della Amministrazione, su DonLappanio
del 9 febbraio. Più o meno si evinceva che la Corte delle Stelle era (forse tornava)
candidata a svolgere il ruolo di “Coorte” (che è diverso da “cortile”), di “piazza” (nel senso
nobile) della socialità e dunque laboratorio della cultura (civica ed umanistica anzitutto) del
paese. E’ seguita - nella cronaca - la presa di posizione del Consiglio comunale, il 12,
(vedi allegato) espressa con il voto all’unanimità della proposta di inserimento all’O.d.g. di
una “Impegnativa” nei confronti della Amministrazione circa l’uso pubblico e a scopi sociali
e culturali (con particolare sensibilità ai giovani) dei suoi locali al piano terra. In essa
Impegnativa, il C.C., sulla gestione, dice soltanto che, in attesa della approvazione del
Regolamento per l’utilizzo del Patrimonio comunale, potrebbe tenerlo “aperto” (disponibile
alle richieste) il Comune con suo personale. Tranne l’urgenza con cui la Amministrazione
viene investita, il documento nella sostanza è in piena sintonia con le intenzioni
dell’Amministrazione stessa così come aveva creduto di intendere il cronista del 9, non
smentito.
Il 14, su cefalunews, con grazia, Alessia Arduino, a nome del CdL e suo personale,
aderisce all’idea: “Che sia il primo bel segnale per il bene della nostra amata città e dei
suoi giovani”. Ancor più perchè già “... sono stati diversi gli incontri con l’ass.re Manzo, che
è stato sempre disponibile ad ascoltare le nostre esigenze“. Alessia, che della questione
giovanile ha fatto un suo impegno (ricordiamo il progetto della “Consulta giovanile”)
propone inoltre alcune idee concrete di utilizzo.
Lo stesso giorno, sempre su cefalunews, il consigliere Antonio Franco, con franca
fermezza “partecipa” di una sua riflessione - a scanso di equivoci - su: “... quanto il
Consiglio comunale ha deliberato in modo chiaro e costruttivo...”, e di come, secondo
questa, il Consiglio: “NON è orientato a sottrarre i locali della Corte delle Stelle ad un
privato per darli ad una associazione o ad un partito, pur radicati e meritori che siano”.
Aggiunge una considerazione secondaria - ma in ogni caso opportuna - di “immagine”:
“Questo affinché NESSUNO possa argomentare che l'azione del Comune contro L'opera
dei pupi fosse ad uso e consumo di QUALCUN ALTRO”. Conclude ribadendo come,
secondo la sua riflessione, l'intendimento: “... espresso dalla totalità dei consiglieri è quello
di far gestire la Corte delle Stelle AL COMUNE, che stabilirà per regolamento le modalità
di fruizione del Bene”. Alla attenta ed attiva Arduino dice: “... sono, poi, convinto che la
prof.ssa Arduino, di cui conosco la dedizione e l'entusiasmo culturali, non mancherà di
organizzare, con il suo Circolo, attività che vivificheranno la Corte delle Stelle, ma
utilizzandola SOLO nei ristretti termini delle manifestazioni e consentendo, così, che
anche altre realtà (giovanili e non) possano sentire come proprio quel prezioso Bene della
Città”.
Fin qui, tutto bene: non si ravvisano nelle dichiarazioni intendimenti che non possano, con
la buona volontà, concorrere in sinergia. Lo Conferma, se ve ne fosse stato bisogno, la
leale precisazione seguita il 16, su cefalunews, della Arduino.
L’intervento del 15 (sui due organi di informazione telematici) del Presidente del Circolo
MPA di Cefalù, nonchè del club Rotary international di Cefalu', Salvo Di Giorgi, però sebbene con stile ed argomentazioni - interviene “a gamba tesa” sul formarsi dell’idea di
una “Gestione Pubblica” dei locali al piano terra della Corte delle Stelle, pensandoli gestiti
piuttosto dalla stessa idea imprenditoriale privata che si dovrebbe applicare al bar, alla
antistante terrazza e auspicabilmente (mi pare di aver inteso) a quello che doveva e
dovrebbe essere l’auditorium “accanto”, della S.S. Annunziata, secondo l’idea unitaria
originale del progetto al quale aveva prestato la sua opera di architetto il prof. Marcello
Panzarella.
Sul bar e l’antistante terrazza, anche Franco - mi pare - non escluda un affidamento
convenzionato a privati - così come per il caso del “Cafè letterario”. Trovo opportuno il
richiamo di Di Giorgi alla necessità di un itinerario archeologico (sollecitato da Panzarella,
dalla Presidente dell’Archeo-club, dal prof. Tullio e dall’ing. Di Paola, proprio in un incontro
pubblico sulla terrazza della Corte delle Stelle il 23.09.’07 nell’abito della prima edizione di
“incontri d’estate”), come opportuno trovo il “richiamo in vita” dell’idea di un Auditorium che
avesse nella Corte il suo naturale prolungamento.
Mi trovo anche d’accordo con lui quando dice delle “difficoltà finanziarie sempre crescenti
del Pubblico” e della “atavica impreparazione alla gestione economica di qualunque
impresa”; e tuttavia dissento alle radici del pensiero che vuole sia “meglio rivolgersi al
privato” quando si tratti di innestare processi di crescita civile e culturale, specie di una
comunità “agonizzante” come quella di Cefalù!
Non so cosa pensi il Presidente Di Giorgi della gestione - fino a prova contraria “pubblica” (per quanto per converso in questo caso di una fondazione privata) del
“Mandralisca”.
Per quanto sia convinto che egli abbia delle idee su come potrebbe essere una gestione
privata (se fosse possibile) anche del Museo e di tutte le attività della Fondazione,
francamente mi pare si possa riconoscere che l’attuale gestione (per quanto a prevalente
contributo economico pubblico) sia eccellente. Dunque io penso che, in presenza di un
chiaro Statuto o di un chiaro Regolamento, sapendo scegliere gli uomini (o per investitura
politica o per libero concorso) il Pubblico può dare prova di funzionare!
D’altra parte, nel caso della Corte, la gestione dovrebbe essere in buona parte “passiva”:
nel senso del dare ordine e supporto alle richieste di “incontro” (previste dal regolamento
d’uso) da qualunque parte provenienti. Certo anche la componente “attiva” dovrebbe
essere presente, specie per evitare i “vuoti” d’uso che potrebbero crearsi, e poi per la
promozione, ma anche per “integrare” quei costi pubblici di gestione (del Comune) non
gravabili su categorie di attività di esclusivo interesse socio-culturale (considerate perciò
dall’Ente pubblico “investimenti” ad esclusivo ritorno “civico”). E’ ovvio che meno interesse
o possibilità avesse una Amministrazione ad investire in questo senso, maggiore sarebbe
la necessità di una gestione “attiva” o, all’estremo, del tutto privatistica.
Occorre fare molto certo per riportare la Politica e la Amministrazione della cosa pubblica
a livelli degni di fiducia; in verità non si è fatto molto dalla cosiddetta fine della prima
Repubblica, e mai come oggi - dal livello locale a quello internazionale - il quadro appare
desolante. Dopo il fallimento del Comunismo statalista, ci stiamo accorgendo solo ora del
fallimento del non meno nefasto Capitalismo liberista, e della necessità - peraltro ormai
esplicitamente manifestata - di un ritorno di una direzione pubblica sugli aspetti almeno
essenziali della vita - a tutti i suoi livelli -, di un ritorno del senso del comunitario e di un
comune destino; “senso” che, dal cosiddetto “riflusso” degli anni ’70, precipitato nel buco
nero di un tossico individualistico consumismo, sta manifestando oggi tutta intera la sua
crisi!
Occorre non fare gli errori del passato, la trasparenza è la prima medicina; essa permette
la partecipazione, dunque il controllo sugli atti degli amministratori; essa è l’acqua della
democrazia.
Al recupero del valore della Verità si accompagna inevitabilmente quello dell’Onore!
Chi svolge un ruolo di gestione (di qualsiasi natura) di un gruppo (di qualsiasi dimensione)
dovrebbe essere tale da considerare pieno “il cestino del suo ristoro”, non solo quando
colmo di “danari” ma anche quando trabocchi di un qualcosa che si chiama “Onore” (una
merce invisibile ed impalpabile che si guadagna solo quando si è nelle condizioni di
svolgere un leale servizio agli altri). L’Onore è anch’esso un Potere, la trasparenza aiuta a
chè quel Potere sia e resti Bianco!
Ciò poi dovrebbe essere ancora più importante perche immediatamente percepibile in una
comunità piccola, dove tutti si conoscono e spesso si incontrano; realtà in cui chi questi
ruoli svolge ha anche maggiore la responsabilità di “modello”!
Un luogo della città, che vuole essere un ideale salotto “allargato” di casa, preposto alla
socializzazione tra “vicini”, non può non avere al centro che valori positivi, dunque il
gestore per primo dovrebbe esserne modello, almeno in due piccole cose: l’efficienza
pratica e lo spirito di servizio (non deve cioè essere un burocrate ne uno “che ci vede”
qualcosa da ritagliarsi per se e per gli amici). A parte di un minimo “rimborso spese”, il
gestore di un luogo simile dovrebbe ricavare il suo “ristoro” prevalentemente sul piano
dell’Onore: “un giusto sacerdote del tempio”. Scherzo naturalmente con questi toni biblici,
ma un pò dovrebbe essere anche così perchè nasca e si formi bene quella piccola dose di
“salvavita” che questa modesta “sala incontri” può, a partire da oggi, rappresentare!
“Chiarezza”, “trasparenza”, significa “anche regole”, ma non pensate così complesse da
legare le mani a chiunque voglia fare qualcosa mettendoci la propria passione e creatività;
piuttosto poche, ma partorite da Principi chiaramente espressi.
Bello davvero sarebbe se il C.C. approvasse, organizzandole, tante proposte e riflessioni
che venissero dai cittadini, su cosa farne e su come farla funzionare; sarebbe già una
vittoria della “Sala dei Cittadini alla Corte delle Stelle”, ancor prima del suo nascere!
Con il dovuto pudore, per parte mia, proporrei intanto i seguenti (da cui poi le poche
regole), posti nel seguente ordine:
- rispondere al bisogno di incontro tra persone intorno ad occasioni di interesse civico e
culturale;
- rispondere al bisogno di partecipazione ad esperienze di apprendimento
- rispondere al bisogno di esperienze ricreative
Tra i criteri di selezione e composizione del calendario, vi vedrei preponderanti inoltre i
seguenti principi:
- privilegiare gli incontri di maggiore rilevanza collettiva
- tra questi, quelli la cui necessità di essere affrontati sia più contingente;
E’ inteso che una volta fissato un calendario esso non possa essere modificato senza il
consenso degli interessati.
E’ chiaro anche al sig. Di Giorgi che una gestione privata (per quanti possano essere gli
articoli ed i commi) “tenderebbe” a privilegiare le richieste sulla base del parametro della
più alta offerta in termini economici piuttosto che sulla base di quelli sopra indicati,
spostando la “bilancia” inevitabilmente e pericolosamente anche su un piano più
“ricreativo”, lasciando a quelli civici e della “libera” (non sponsorizzata) cultura una sorta di
spazio residuale quasi simbolico.
Al turismo basti l’auditorium, la terrazza col suo bar, la tappa di un percorso archeologico.
La sala sottostante deve servire ai cittadini di Cefalù; il chè non esclude che vi possano
anche accadere eventi di interesse turistico ma certo non ne dovrebbero essere il fine.
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Commenti
18 Febbraio 2009, 17:16
un commento
un commento interessante,anche io spero che la corte delle Stelle non sia affidata a una
unica associazione e serva invece in tutti quei casi in cui si vuole organizzare qualcosa di
valore culturale come incontri,mostre, ecc.
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18 Febbraio 2009, 17:56
un commento al commento
Siamo tutti bravi a riempirci la bocca di organizzazione di eventi di valore culturale.
Sarebbe meglio se invece di riempirci la bocca con parole vaghe (incontri e mostre di
valore culturale) riempissimo le parole di contenuti.
Mostre di che ? Mostre di quadri ? Santa Caterina non basta ? E poi le avete visitate
quelle mostre di quadri ? Alcuni sono convinti che basta sporcare e imbrattare tele o
cartoncini per essere pittori e organizzare mostre ? Questa è negazione della cultura.
Incontri con chi ?
Con Consolo, con Tornatore, con Franco, con Rizzo,con Panzarella .......... e poi con chi
altri ? con Sgarbi, con Fede, con Costanzo, con Vespa, con Montalcini, con ........
Incontri organizzati da chi ?
Da Donlappanio, da Cefalunews, da la Voce, da Espero, da radio Cammarata, da CRM?
E poi da chi ? Dalla fondazione Agnelli ? da rai 1 ? da canale 5 ?
Incontri organizzati per chi ?
Per i giovani, per gli anziani, per le persone di cultura ?
Ma avete visto da quante persone di cultura, da quanti giovani e da quanti anziani
vengono seguiti gli incontri nella sala del Museo Mandralisca ?
Incontri e mostre che impegnano la sala tutto l'anno?
Neanche fosse il Lingotto di Torino o la fiera di Milano! Al massimo 30 giorni l'anno. E
allora ?
La verità è che vogliamo che la corte delle stelle diventi la corte dove i topi possono
ballare indisturbati perchè il comune non avrebbe una sola persona neanche per la
guardiania e la pulizia.
Vedremo da quì a fine anno quanti incontri e mostre culturali verranno organizzate nella
corte delle stelle nella quale se non sbaglio mancano pure le sedie e gli impianti minimi.
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LA SALA DEI CITTADINI ALLA CORTE DELLE STELLE:
ALLEGATO
18 Febbraio 2009, 08:40
• Life
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UTOPIA E CONCRETEZZA
18 Febbraio 2009, 13:26 - Salvo Di Giorgi
Mi dispiace, ma il Sig. Pino Lo Presti non ha capito, o non ha letto con attenzione, il mio
scritto e le mie proposte sulla Corte delle Stelle
Dal suo commento pare che io abbia proposto che la gestione privata degli spazi di tutta la
Corte delle Stelle debba comprendere anche la selezione, da parte del gestore privato,
delle iniziative o delle manifestazioni da svolgere nella sala interna, privilegiando solo
quelle più remunerative.
IO NON HO SCRITTO E NON HO PENSATO NIENTE DEL GENERE.
Anzitutto ho proposto di affidare tutto l’immobile a un privato economicamente solido per
un semplice motivo di utilità pubblica, e cioè per garantire in primo luogo il restauro e poi la
manutenzione continua dell’intero complesso, che dopo circa venti anni di incuria totale
versa in condizioni pietose e non può rimanere e funzionare per come si trova adesso. Il
Comune non ha trovato nemmeno i soldi per rimediare alla caduta di calcinacci dal
vecchio balcone della Corte delle Stelle sul Corso, ha lasciato andare in malora l’impianto
di condizionamento, non ha riparato mai i danni provocati dai vandali, né qui e nemmeno
al bastione o in altre parti del paese, e non riesce a riparare le strade, a eliminare “scaffe”
varie, o le perdite a colabrodo della rete idrica e fognaria, e i torrenti d’acqua che spuntano
ogni giorno dove meno te li aspetti. Pensiamo seriamente che il Comune abbia i soldi per
provvedere alla Corte delle Stelle e riportarla a un aspetto almeno decente, e tenercela?
Oppure che la Corte delle Stelle si possa riparare con l’ “Onore” di qualche volonteroso?
Oppure che sia meglio lasciarla in queste condizioni? Ma scusate, dobbiamo rassegnarci
a vivere in mezzo alle catapecchie?
Ecco, con esattezza, che cosa avevo scritto:
«Ma cosa chiedere a un privato, per fargli gestire, oltre al bar, tutta la Corte delle Stelle?
E’ possibile trasformare un canone, in tutto o in parte, in opere da realizzare e
manutenzioni da assicurare? P. es. il restauro preliminare di tutto l’immobile secondo i
principi del Restauro del Moderno, l’allestimento della sala archeologica sulla base di un
progetto di iniziativa pubblica e con direzione dei lavori esperta, la manutenzione costante
di tutto il complesso secondo un libretto di manutenzione e una tempistica esattamente
determinati, l’impegno a mantenere la sala archeologica aperta e disponibile alla visita,
l’impegno a ospitare eventi e manifestazioni culturali e artistiche sia di iniziativa comunale
sia proposti da associazioni e da privati. Cosa assicurare in cambio al privato?
Probabilmente una quota dei contributi d’uso della sala, secondo una casistica che
dovrebbe comprendere anche un contributo nullo per le manifestazioni di associazioni noprofit, onlus e di pubblica utilità, e via via crescente in misura direttamente contraria al
rilievo civile delle iniziative».
Ecco quello che avevo scritto. Dov’è questa esaltazione del “privato colmo di denari”? Ho
fatto un ragionamento semplice e chiaro, e ho dedotto che solo un privato
economicamente capace può provvedere, oggi, a quello che il Comune dovrebbe fare, ma
non riesce a fare per mancanza di soldi. E mi pare giusto che, in cambio di questo, al
privato sia riconosciuto il diritto a un profitto, concordato con equità e secondo un
Regolamento: un Regolamento di uso degli immobili di proprietà pubblica che ancora
manca, e che perciò urge fare.
Inoltre, come si è detto a radio Cammarata domenica scorsa, c’è la necessità di valutare la
qualità delle iniziative da fare alla Corte delle Stelle. Mentre qualcuno immagina di
trasformare quel posto in qualche cosa di diverso e sognato, magari con la bacchetta
magica, il rischio è che resti ancora un baraccone, dove chiunque arriva e “appizza a
muzzo”. Per questo serve un calendario delle iniziative, di responsabilità pubblica, affidato
dal Comune a una direzione esperta, capace di selezionare le richieste e, a cose fatte, di
tirarne il bilancio, culturale, civile, e – nei casi previsti – anche economico. Senza
scordarsi, nel frattempo, che urge muoversi politicamente per dare a Cefalù l’Auditorium
della SS. Annunziata.
Un ultima annotazione, per il Sig. Lo Presti, riguarda l'inopportunità di aver definito il
sottoscritto "Presidente del Rotary Club di Cefalù", che è sicuramente una carica che mi
onoro di avere, ma altrettanto certamente nulla ha a che vedere con il discorso che qui
stiamo affrontando.
Salvatore Di Giorgi
Presidente Circolo MPA di Cefalù
Cefalù, 18 febbraio 2009
• Politica Life
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18 Febbraio 2009, 19:35
Perchè non ha fatto il normale commento
a Pino Lo Presti e invece ha aperto un nuovo intervento?
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18 Febbraio 2009, 22:07
Strabico è chi vede a convenienza
Ma dico, non ti sei accorto che proprio Lo Presti aveva aperto un nuovo intervento per
commentare Di Giorgi?
PERCHE' NON CHIEDI A LO PRESTI?
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18 Febbraio 2009, 19:56
CARO SALVO,
commentando il mio ultimo scritto su DonLappanio mi hai ricordato un voto che, alla
unanimità, avevamo espresso come componenti della Commissione Urbanistica della
scorsa Consiliatura.
Un voto al quale nessuno ha dato peso.
UN VOTO che, alla fine, è risultato ASSOLUTAMENTE INUTILE!
Io mi permetto di ricordarTi il lavoro che, nella stessa commissione, abbiamo svolto nel
tentativo di dotare la Pubblica Amministrazione di Cefalù di un nuovo regolamento per
l'occupazione del suolo pubblico.
Un lavoro che ci ha impegnato almeno per quindici sedute e che, pure, ha avuto un costo
economico per la collettività tutta.
UN LAVORO che, alla fine, è risultato ASSOLUTAMENTE INUTILE!
E' con profonda amarezza che Te lo ricordo !
La stessa amarezza che ho colto nel Tuo commento.
La stessa amarezza con la quale, dopo avere letto i Tuoi ultimi scritti sulla "Corte delle
Stelle", mi sono posto le domande che Ti pongo :
Ma pensi che sia così semplice che il Comune si doti di quel "Regolamento di uso degli
immobili pubblici che, a Tuo giudizio e a giudizio di tutti "urge" ?
Ma pensi che sia così semplice elaborare un regolamento che, in considerazione della
etereogeneità di funzioni, di destinazioni d'uso, di condizioni fisiche e manutentive, di
ubicazione e di quanto altro possa determinare l'appetibilità gestionale di un immobile di
proprietà comunale, ne sancisca, univocamente e per tutti, le potenziali condizioni di
affidamento a privati ?
Personalmente sono convinto che non sia affatto semplice.
E' l'esperienza che come consiglieri abbiamo fatto insieme per il regolamento sulla
concessione del suolo pubblico, certamente più semplice, a farmelo dire. Con amarezza e
con convinzione.
Ed, alla fine, per la Corte delle Stelle in particolare, la mancanza di quel regolamento che
da parte di tutti si invoca, che sarà difficile elaborare e sul quale sarà difficilissimo trovare
convergenze, sarà il più comodo degli alibi per giustificarne l'inarrestabile degrado e
l'inevitabile mancato utilizzo per quelle finalità per le quali insigni Architetti di Cefalù la
hanno prima prevista nel Piano Particolareggiato del Centro Storico e poi progettata e
realizzata.
Saro Di Paola
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20 Febbraio 2009, 09:53
RE al Presidente Di Giorgi
Risulta evidente che la efficacia di un investimento che abbia come dichiarato scopo
quello di incentivare, sostenere e far progredire la cultura civica di una comunità, ancorchè
richiedere tempi lunghi per potere manifestarsi, necessità che i suoi “ingredienti” abbiano
una natura adeguata, che cioè il loro “principio attivo” sia della stessa natura dell’effetto
nella direzione del quale si investe, dunque che in qualche modo (direi quasi, secondo la
magia “omeopatica”) lo “evochi”, lo “anticipi”. Dalla qualità del cemento delle fondamenta
dipende la qualità della stabilità dell’edificio, mi si insegna!
Risulta evidente peraltro come il “ritorno” di un tale tipo di investimento non abbia senso
attendersi che assuma una forma economica, almeno di tipo diretto. Da una sana socialità
infatti deriverà una sana cultura (esperienza della vita), da questa, una sana politica, e,
solo “alla foce” del processo, una sana economia.
Per creare amore ci vuole amore, per creare “qualità civica” ci vuole “qualità civica”.
Questo “principio attivo” dovrebbe dunque essere dominante nei due tipi di azione che, in
sinergia, dovrebbero concorrere a far muovere il processo: l’azione pubblica e quella
privata; la prima nella forma dell’ atto amministrativo di un investimento economico (ma
non solo) “a perdere”; la seconda, nella prestazione di un’opera intesa non come “lavoro”
ma come “contributo” civico alla comunità.
E’ triste constatare come sia possibile oggi, con facilità fare sarcasmo sulla idea stessa di
“Onore”, intesa come “valore” che possa muovere il mondo, in contrappunto a quella di
“profitto” per quanto "equo"!
E’ proprio perciò che - se non se ne è persa completamente la semente in questa città quella che resta occorre metterla - e al più presto - “a coltura”!
Dai limbi della Utopia, una Idea fa i suoi primi passi nella realtà della storia quando
ovviamente varca la soglia del Principio di Realtà. Dalla materia di questa nuova
dimensione, l’Idea ricava un suo corpo, il quale ovviamente si nutrirà della stessa sostanza
della dimensione cui appartiene. Ci si chiede: scopo del corpo è veicolare la Idea o usarla
per accrescersi? Nel nostro caso, il “corpo” - io penso - dovrebbe alimentarsi quel tanto di
minimo indispensabile per svolgere la funzione per la quale si è creato. Laddove le
condizioni del “terreno” su di cui si trova ad operare siano poi particolarmente ostiche, e le
“offerte” non giungano a costituire un contributo utile al “viandante”, necessita che chi lo ha
“mandato” integri le sue scorte con il proprio.
Occorre cioè che l’investimento propali da una chiara e meditata volontà politica della
Amministrazione e da una chiara e meditata volontà civica di soggetti-cittadini, capaci, che
non vedano, nello svolgimento della funzione che assumano - come ho già detto -, un
“lavoro”!
In una realtà socio-culturale agonizzante come la nostra, solo una disposizione oblativa che potrei definire “materna” - può sperare di sortire un qualche effetto; ogni inclusione
nella “dieta” di principi privatistici e dunque di profitto - per quanto legittimi - e specie in
una fase iniziale, tenderei - per quanto sopra - a considerarli dunque “tossici” per la
“creatura” che dovrebbe (ma c’è poi chi a Cefalù veramente lo vuole?) nascere!
Per quanto riguarda le preoccupazioni da me espresse, nel precedente intervento, circa
una gestione privatistica - per quanto “convenzionata” - della Sala della Corte, ed in
particolare per il possibile effetto inquinante che, da questa, potrebbe derivarne sulla
natura del calendario delle attività, a dire: “IO NON HO SCRITTO E NON HO PENSATO
NIENTE DEL GENERE”, non basta fare riferimento al semplice testo scritto - ancorche
generico al riguardo (lei si limita “a scrivere” infatti di un indefinito impegno da parte del
privato “... a ospitare eventi e manifestazioni culturali e artistiche sia di iniziativa comunale
sia proposti da associazioni e da privati”) - ma alla sostanza, alla “vis” in esso testo
contenuta.
Una nota di domanda - “ad ospitare” per quanto: per 365 giorni l’anno, per 10, per 20; non
sarebbe già, una limitazione temporale, una “interferenza” nella libera stesura di un
calendario, (votato agli usi civici e della “libera” - non sponsorizzata - cultura) a favore di
una programmazione - negli altri giorni privata -, “più remunerativa”?
Tranne che lei non specifichi con chiarezza che, in merito alla Sala, la gestione privata
sarà di natura eminentemente mecenate; che si sostituisca cioè al Pubblico nell’ integrare
quelle “scorte” di cui sopra, lasciando assolutamente libero il “viandante” di fare la sua
strada, 365 giorni l’anno, le mie preoccupazioni - indipendentemente dalla formule verbali
da lei usate - restano tutte intere!
Per quanto riguarda l’averla “definita” (sembra quasi l’abbia insultata) Presidente del
Rotary, dirò in premessa questo: io non so se sia il “salotto buono” di una sorta di loggia
massonica (come pure qualcuno sussurra), o se invece una libera associazione della
crema dei professionisti, votata alla promozione culturale e civile della società (come si
qualifica e da molti viene riconosciuto).
A testimonianza della assenza in me di pregiudizi consolidati nei confronti di essa, rimando
a miei ben due interventi su questo blog su altrettante iniziative pubbliche della stessa, i
cui toni - senza ombra di dubbio - sono stati sempre lusinghieri.
Premesso ciò, l’averla “definita”: “Presidente ..., nonchè del club Rotary international di
Cefalu' “, per me valeva a sottolineare la rappresentatività del suo pensiero e della sua
posizione sociale. Non pensavo certo di trascinare il nome del Rotary in una polemica, sul
tema della quale - sono d’accordo con lei - (il Rotary) “... nulla ha a che vedere ...”. Una
polemica che non mi aspettavo, che non ho inteso suscitare - almeno come tale -, sul cui
piano non ritengo utile continuare il discorso, e che (specie se condotta sul piano
personale) non trovo gratificante di fronte a persone verso le quali nutriamo stima ed
affetto comuni.
In confidenza però, una curiosità - a proposito di “capacità di lettura e di comprensione”:
dove, nel testo del mio intervento, ha letto o a ritenuto di poter comprendere vi fosse una
“...esaltazione del ‘privato colmo di denari’...” fatta da me o da me colta nel suo precedente
intervento? Anch’io con lei mi chiedo: “Dov’è questa esaltazione...”?
Concludo con la consapevolezza che immaginare “... di trasformare quel posto in qualche
cosa di diverso e sognato, magari con la bacchetta magica...” è quasi un Utopia, vista dal
fondo del “pozzo nero” cui si è ridotta Cefalù, ma che di fronte a soluzioni improntate ad
una “concretezza” del tipo di quella secondo il cui spirito si è proposto - l’estate 2007,
come soluzione del pericolo incendi nel territorio - il “controllo” che avrebbe esercitato una
maggiore proliferazione di “villini”, preferisco continuare a sognare!
Non me ne voglia,
Pino Lo Presti
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09.02.18 la sala dei cittadini alla corte delle stelle