d i a l o g o
anno XII
anno XII
numero
33
numero 33
Rivista di collegamento e di formazione
dellíAssociazione Salesiani Cooperatori
Rivista di collegamento
e di forzione
dellíIspettoria
Piemonte - Valle d'Aosta
dellíAssociazione Salesiani Cooperatori
dellíIspettoria Piemonte - Valle d'Aosta
1987 - 2007
Centro
Centro Cooperatori
Cooperatori
Madre
Madre Angela
Angela Vespa
Vespa
20
20 anni
anni di
di cammino
cammino
che
che continua...
continua...
Cari Cooperatori,
con il Santo Natale di Nostro Signore
si avvicina rapidamente anche il termine
di un anno ricco di fatiche e di grazie per
ciascuno.
E con fratelli e sorelle Cooperatori
e membri della Famiglia Salesiana che ci
precedono in paradiso pregando per noi.
Grazie alla sollecitazione del nostro Rettor
Maggiore, Don Pascual Ch·vez, siamo stati
accompagnati dallíimpegno a sentirci
davvero figli del Dio Amante della Vita e a
promuovere e difendere la dignit‡ della
vita come dono inviolabile, in un servizio
responsabile.
A nome della Redazione e dei
Cooperatori e Delegati del Consiglio
Provinciale del Piemonte e Valle díAosta
giunga in tutte le case un sincero augurio
ad accogliere con gioia e semplicit‡ il
mistero del Dio Incarnato e rinnovare
líimpegno apostolico in favore dei giovani
come ci inviter‡ a fare la Strenna 2008.
Un saluto al
"Vertice"...
Mi Ë stato chiesto di scrivere un
articolo per Dialogo; perchÈ proprio a
me????? Vogliono líarticolo del Coordinatore
provincialeÖ e si, allora tocca proprio a
me!!!
2
d i a l o g o
Mi presento. Sono Mauro, faccio
parte del centro don Quadrio di Venaria e
sono stato eletto Coordinatore Provinciale
allíinizio di settembre.
Con emozione inizio questo
ìdialogoî con i Cooperatori e Cooperatrici
della PROVINCIA Piemonte e Valle díAosta.
Anzitutto voglio fare un grosso
ringraziamento a coloro che mi hanno
preceduto; non faccio un elenco di nomi
perchÈ so per certo che dimenticherei
qualcuno. GRAZIE A TUTTI!
Per líAssociazione di cui facciamo
parte Ë un momento di cambiamento molto
importante. Tale mutamento Ë dovuto
allíapprovazione del nuovo Progetto di vita
apostolica (PVA); questo fatto deve servire
da stimolo per ripartire con il piede giusto
ed a dare nuova vitalit‡ allíAssociazione.
Questo PVA Ë uno strumento creato
direttamente dai Cooperatori / Cooperatrici
di tutto il mondo ed Ë stato elaborato
tenendo conto delle indicazioni fornite da
tutte le Province.
PerchÈ Ë stato cambiato il nome da
Regolamento a Progetto?
Il motivo Ë molto semplice, questo libretto
per noi Salesiani Cooperatori e Cooperatrici
non Ë un arido elenco di regole da
rispettare, ma Ë lo strumento attraverso il
quale dobbiamo progettare la nostra vita.
Fin dalle prime righe possiamo
accorgerci di un cambio di terminologia,
cambiamenti pensati e ripensati. Non sono
messi a caso tanto per dire che Ë avvenuta
una trasformazione.
Per esempio, non si parla pi di Ispettorie,
ma di Province. Questa modifica indica che
líAssociazione dei Salesiani Cooperatori Ë
ìslegataî dalla suddivisione geografica
utilizzata dagli SDB; ciÚ significa che
allíinterno di uníIspettoria potrebbero
esistere pi Province di Salesiani Cooperatori
e Cooperatrici. Come possiamo vedere, una
sola parola diversa determina un notevole
cambiamento!Inoltre si puÚ notare quanto
il PVA sia attuale ed affronti le
problematiche del nostro tempo.
Eí necessario quindi, che ogni
Salesiano Cooperatore / Cooperatrice si
applichi nel leggere il nuovo PVA per
ritrovare in esso la propria identit‡ e
soprattutto per conoscerlo nei minimi
particolari. Questo testo deve essere come
un abito su misura, nÈ troppo largo nÈ
troppo stretto, da vestire ogni giorno per
dare testimonianza agli altri di ciÚ che
siamo.
Il SI alla vocazione di essere
Salesiano cooperatore / cooperatrice parte
dal singolo per poi trovare risposta
nellíAssociazione.
Nel PVA si parla proprio di Vocazione;
questa parola non ci deve spaventare e
nemmeno essere fraintesa, non deve far
pensare subito e solo a preti e suore! Per
il salesiano cooperatore / cooperatrice, si
tratta di una risposta a quel Ges che ci
dice ìVieni e vediîÖquindi líentrare a far
parte dellíAssociazione dei Salesiani
Cooperatori Ë una reale risposta ad una
VOCAZIONE che per noi ha il fondamento
di vivere il quotidiano con la caratteristica
del carisma salesiano.
New Text
Ecco quindi il mio invito di dedicare
questo periodo di ìnovit‡î alla lettura e
allíapprofondimento del nostro Progetto di
vita apostolica, nel quale viene ben
sottolineata la CORRESPONSABILITAí
nellíAssociazione di tutti i Salesiani
Cooperatori.
LíAssociazione non appartiene solo
a coloro che si mettono al servizio della
stessa assumendo un ruolo (coordinatori
e/o consiglieri locali e/o provinciali), ma
di ogni cooperatore / cooperatrice che ne
fa parte. Eí necessario riprendere a
condividere le cose belle e le cose tristi
della nostra Famiglia, ad essere propositivi
e, se serve anche critici per il bene
dellíAssociazione. Le uniche cose che il PVA
(e don Bosco) non ci richiedono sono il
silenzio e líapatia.
Proprio per questo Ë necessario che
tutti, e soprattutto i cooperatori /
cooperatrici di lunga data, si interroghino
e verifichino la propria vocazione alla luce
del PVA, cosÏ da migliorare la nostra
Associazione.
Chiudo questo mio primo ìdialogoî
confidandovi che sono un ìinnamoratoî
dellíAssociazione Salesiani Cooperatori.
Spero in questi anni di poter contagiare
anche tutti voi nellíavventura di essere veri
protagonisti nel territorio della nostra
Associazione.
Un saluto fraterno in don Bosco,
Mauro Comin
d i a l o g o
3
Zefferino
Namuncur·,
un frutto
della spiritualit‡
giovanile salesiana
Lettera del Rettor Maggiore
a tutta la Famiglia Salesiana
C
ari Fratelli e Sorelle, membri tutti della
Famiglia Salesiana, cari giovani,
Vi scrivo con il cuore ricolmo di gioia per
la beatificazione dei martiri spagnoli, alla
quale ho potuto partecipare la domenica
28 ottobre in Piazza San Pietro. Il Signore
ci ha benedetti con 63 nuovi beati che
vengono a riaffermare quanto diceva don
Rua: ìLa santit‡ dei figli sia prova della
santit‡ del Padreî. Essi sono uno stimolo
per il nostro impegno di fare della santit‡
un programma di vita, soprattutto in questo
tempo in cui la societ‡ ha bisogno di
testimoni appassionati di Cristo e di servitori
degli uomini.
La gioia aumenta come un fiume in crescita
con la prossima beatificazione di Zefferino
Zamuncur·, domenica 11 novembre, questa
volta a Chimpay, la culla che lo ha visto
nascere e che da anni si Ë convertita in
meta per i pellegrini. La sua fama di santit‡
si rif‡ allíanno 1930, quando don Luigi
Pedemonte incomincia a raccogliere e
pubblicare testimonianze ed Ë riconosciuta,
prima con la dichiarazione di Venerabile
fatta dal Papa Paolo VI nel 1972 e, poi, con
il decreto di Beatificazione firmato dal Papa
a lil 6o luglioo 2007.
4
d i XVI
Benedetto
g
La santit‡ di Zefferino Ë espressione e frutto
della spiritualit‡ giovanile salesiana, quella
spiritualit‡ fatta di allegria, amicizia con
Ges e Maria, adempimento dei propri
doveri, donazione agli altri. Zefferino
rappresenta la prova convincente della
fedelt‡ con cui i primi missionari mandati
da Don Bosco sono riusciti a ripetere ciÚ
che egli aveva fatto allíOratorio di Valdocco:
formare giovani santi. Questo continua ad
essere il nostro impegno oggi, in un mondo
bisognoso di giovani spinti da un chiaro
senso della vita, audaci nelle loro opzioni
e fermamente incentrati in Dio mentre
servono gli altri.
La vita di Zefferino Ë una parabola di 19
anni appena, ma ricca di insegnamenti.
Nacque a Chimpay il 26 agosto 1886 e fu
battezzato, due anni pi tardi, dal
missionario salesiano don Milanesio, che
aveva mediato líaccordo di pace tra i
Mapuce e líesercito argentino, rendendo
possibile al pap‡ di Zefferino di conservare
il titolo di ìGrande Cacicoî per sÈ, e anche
il territorio di Chimpay per il suo popolo.
Aveva undici anni quando suo padre lo
iscrisse alla scuola governativa di Buenos
Aires: voleva fare del figlio il futuro
difensore del suo popolo. Ma Zefferino vi
si trovÚ a disagio e il padre lo passÚ al
collegio salesiano ìPio IXî. Qui iniziÚ
líavventura della grazia, che avrebbe
trasformato un cuore non illuminato ancora
dalla fede in un testimone eroico di vita
cristiana. DimostrÚ subito molto interesse
per lo studio, si innamorÚ delle pratiche di
piet‡, si appassionÚ del catechismo e si
rese simpatico a tutti, compagni e superiori.
Due fatti lo lanciarono verso le cime pi
alte: la lettura della vita di Domenico Savio,
di cui diventÚ ardente imitatore, e la prima
comunione, nella quale strinse un patto di
assoluta fedelt‡ con il suo grande amico
Ges . Da allora questo ragazzo, che trovava
difficile ìmettersi in filaî e ìubbidire al
tocco della campanaî, diventÚ un modello.
Un giorno - Zefferino era gi‡ aspirante
salesiano a Viedma - Francesco De Salvo,
vedendolo arrivare a cavallo come un
fulmine, gli gridÚ: ìZefferino, che cosa ti
piace di pi ?î. Si aspettava una risposta
che si riferisse a equitazione, arte in cui
gli Araucani erano maestri. Ma il ragazzo,
frenando il cavallo: ìEssere sacerdoteî,
rispose, e continuÚ la corsa.
Fu proprio in quegli anni di crescita interiore
che si ammalÚ di tubercolosi. Lo fecero
ritornare al suo clima nativo, ma non bastÚ.
Monsignor Cagliero pensÚ allora che in Italia
avrebbe trovato cure migliori. La sua
presenza non passÚ inosservata nella
nazione: i giornali parlarono con
ammirazione del Principe de las Pampas.
Don Rua lo fece sedere a tavola con il
Consiglio Generale. Pio X lo ricevette in
udienza privata, ascoltandolo con interesse
e regalandogli una sua medaglia ad
principes. Il 28 marzo 1905 lo si dovette
ricoverare al Fatebenefratelli dellíIsola
Tiberina, dove si spense lí11 maggio
seguente, lasciando dietro di sÈ uníimpronta
di bont‡, diligenza, purezza e allegria
inimitabili.
Era un frutto maturo della spiritualit‡
giovanile salesiana. I suoi resti si trovano
adesso nel Santuario di FortÌn Mercedes in
Argentina, e quella sua tomba Ë meta di
pellegrinaggi ininterrotti, perchÈ grande Ë
la fama di santit‡ di cui egli gode tra il
popolo argentino.
Zefferino incarna in sÈ le sofferenze, le
angosce e le aspirazioni della sua gente
Mapuce, quella stessa gente che nellíarco
degli anni della sua adolescenza ha
d i a l o g o
5
incontrato il Vangelo e si Ë aperta al dono
della fede sotto la guida di saggi educatori
salesiani. CíË uníespressione che raccoglie
tutto il suo programma: ìVoglio studiare
per essere utile al mio popoloî. Infatti,
Zefferino voleva studiare, essere sacerdote
e ritornare alla sua gente per contribuire
alla crescita culturale e spirituale del suo
popolo, come aveva visto fare dai primi
missionari salesiani.
Il santo non Ë mai simile a un meteorite
che attraversa improvvisamente il cielo
dellíumanit‡, ma Ë piuttosto il frutto di
una lunga e silenziosa gestazione di una
famiglia e di un popolo che esprimono in
quel figlio le loro qualit‡ migliori
La beatificazione di Zefferino Ë un invito
a credere nei giovani, anche in quelli appena
evangelizzati, a scoprire la fecondit‡ del
Vangelo che non distrugge nulla di ciÚ che
Ë veramente umano, e il contributo
metodologico dellíeducazione in questo
stupendo lavoro di configurazione della
persona umana che arriva a riprodurre in
sÈ líimmagine di Cristo.
felice. Le testimonianze dei contemporanei
di Zefferino sono unanimi nellíaffermare
la bont‡ del suo cuore e la seriet‡ del suo
impegno. ìSorride con gli occhiî, dicevano
i compagni.
Era un adolescente ammirevole, santo, che
oggi puÚ - deve - essere proposto come
modello ed esempio ai giovani. LíArgentina
salesiana, riconoscente a Dio per lo
straordinario dono che gli ha concesso in
Zefferino, ha líobbligo di sentirsi
responsabile di mantener viva la sua
memoria, convinta di poter continuare a
proporre ai giovani percorsi concreti di
santit‡.
Mentre lodiamo e diamo grazie al Signore
per questo nuovo tassello del bel mosaico
della santit‡ salesiana, rinnoviamo la nostra
fede nei giovani, nellíinculturazione del
Vangelo e nel Sistema Preventivo.
Con affetto, in Don Bosco
Roma, 1 novembre 2007
Solennit‡ di Tutti i Santi
Chi pensa che la fede religiosa sia una forma
di adeguamento o di mancanza di impegno
per il cambio sociale, si sbaglia. Essa Ë, al
contrario, líenergia che rende possibile la
trasformazione della storia. La santit‡, che
per alcuni evoca la singolarit‡ di una
condizione considerata poco aderente alla
vita quotidiana, significa invece la pienezza
dellíumanit‡ tradotta in atto.
Il santo Ë una persona autentica, realizzata,
6
d i a l o g o
D. Pascual Ch·vez
Villanueva, SDB
Rettor Maggiore
Don Bosco educa allíallegria
di Claudio Russo
Torino, agosto 1863. Il cortile dellíOratorio di Don Bosco Ë pieno di centinaia di
ragazzi vocianti che saltano, corrono, giocano a barrarotta, alle bocce, alla rana,
ai mestieri, camminano sui trampoli. In mezzo cíË anche Don Bosco, intento a
giocare e a chiacchierare con loro, ma i suoi occhi sono attenti a ciÚ che succede
intorno. ´Un giorno stavo facendo ricreazione con i ragazzi dellíOratorio quando
vedo un ragazzo vestito da montanaro, di altezza media, aspetto un poí rozzo e con
il volto lentigginoso ñ racconta Don Bosco nel libro che scrisse su di questo ragazzo
ñ. Stava con gli occhi spalancati e guardava i suoi compagni che si divertivano a
giocare. Appena il suo sguardo si incrociÚ con il mio, mi sorrise e venne verso di
me.
ìE tu, chi sei?î chiesi al ragazzo.
ìSono Francesco Besucco, vengo da Argenteraî.
ìQuanti anni hai?î.
ìQuasi quattordiciî.
ìSei venuto qui per studiare o per imparare un mestiere?î.
ìMi piacerebbe molto studiareî.
ìChe scuole hai fatto?î.
ìHo fatto le scuole elementari al mio paeseî.
ìPerchÈ vuoi studiare? Non ti piacerebbe imparare un mestiere?î.
ìHo un grande desiderio: farmi preteî.
ìE chi ti ha messo in mente questa idea?î.
ìLího sempre desiderato e ho sempre pregato il Signore di aiutarmi a realizzare
questo mio desiderioî.
ìNe hai gi‡ parlato con qualcuno?î.
ìSÏ, due volte, con il mio padrinoî.
A quel punto Francesco si ferma e dagli occhi scendono alcune lacrime.
ìChi Ë tuo padrino?î.
ì» il parroco di Argentera; lui mi vuole molto bene. Mi ha insegnato catechismo,
mi ha fatto scuola, mi ha procurato i vestiti, mi ha dato da mangiare. Don Pepino
Ë molto buono. (Ö).
ìSono contento che sei rimasto affezionato a tuo padrino, ma non voglio che ti
preoccupi. Prega per lui e, se vuoi fare una cosa che gli faccia piacere, comportati
sempre bene e studia, cosÏ quando lo sapr‡ sar‡ contento. E ora vai a giocare con
i tuoi compagniîª.
d i a l o g o
7
´GiocherÚ tutto il giornoª
Francesco inizia la sua vita allíOratorio, in mezzo a tanti altri suoi coetanei. Li osserva
con attenzione e li vede pi bravi di lui, che si considera un monello.
´Pochi giorni dopo quel primo incontro vidi Francesco avvicinarsi a me con uníespressione
molto preoccupata ñ racconta Don Bosco ñ. ìCosa ti Ë successo?î, gli chiesi.
ìSono qui allíOratorio, in mezzo a tanti ragazzi, tutti buoni... Anchíio vorrei diventare
come loro ma non so da dove cominciare. Mi puÚ aiutare?î.
ìCerto che ti aiuto. Se vuoi diventare buono devi fare tre coseî.
ìQuali?î.
ìAllegria, studio e vita cristiana. » questo il programma. Mettilo in pratica e sarai felice,
e far‡ bene anche alla tua animaî.
ìAllegria? Ma io sono gi‡ fin troppo allegro. Se basta stare allegro per diventare buono,
allora giocherÚ e mi divertirÚ tutto il giorno. Che ne dite, Don Bosco?î.
ìNon tutto il giorno, ma solo durante la ricreazioneîª.
Francesco rimane pensieroso. Non ha capito che cosa Don Bosco intende per ´allegriaª.
Per non sbagliare, prende il suggerimento alla lettera, e perciÚ diventa impaziente, non
vede líora che arrivi la ricreazione e i momenti di tempo libero per essere allegro. Francesco,
perÚ, non Ë ancora capace di fare certi giochi, e cosÏ urta da una parte, sbatte da uníaltra,
sale sui trampoli ma dopo pochi passi cade e si ritrova a gambe allíaria, gioca a bocce ma
spesso colpisce le gambe di qualche suo amico. In ogni gioco che fa, Francesco
crea disordine. I suoi giochi terminano quasi sempre con capitomboli, ruzzoloni,
8
d i a l o g o
scivolate. Quanti lividi, quante sbucciature alle ginocchia e ai gomiti, quanti bernoccoli
in testa.
´Un giorno Francesco si avvicinÚ a me zoppicante e pensieroso ñ racconta Don Bosco
ñ. ìCosa hai, Francesco?î.
ìSono tutto lividoÖî.
ìCosa ti Ë successo?î.
ìSono poco pratico dei giochi di questo oratorio, e cosÏ spesso cado e batto la testa
o le braccia o le gambe. Ieri, correndo ho battuto la testa contro quella di un mio
compagno, e ci Ë sanguinato il naso ad entrambiî.
ìMi dispiace. Faí pi attenzione e non correre troppo forteî.
ìMa lei, Don Bosco, mi ha detto che al Signore piace che io mi diverta nei giochi
durante la ricreazione e io vorrei imparare a fare bene i giochi dei miei compagniî.
ìNon Ë cosÏ, Francesco, che devi fare. Devi avere pazienza. Impara i giochi e i
divertimenti un poí alla volta. La ricreazione serve per farti divertire, e non per
farti maleîª.
Dopo aver ascoltato la spiegazione di Don Bosco, Francesco impara un poí alla volta
a vivere bene la ricreazione, a divertirsi ma in modo moderato e senza farsi male.
Di ricreazione e divertimento, Francesco ne parla in una lettera scritta al parroco
di Argentera: ´Don Bosco dice che il gioco e il divertimento sono utili e necessari
per lo studio e la saluteª.
Per essere sempre allegri
Anche gli altri ragazzi dellíOratorio furono educati da Don Bosco allíallegria. Domenico
Savio, per esempio, desiderava farsi santo. Spinto dalla sua fantasia di adolescente,
avrebbe voluto imitare gli asceti: digiunare e fare lunghe preghiere. Don Bosco lodÚ
Domenico per il suo proposito di santit‡ ma corresse il suo programma. Per realizzarlo
gli suggerÏ, per prima cosa, una ´costante e moderata allegriaª, poi líadempimento
dei suoi doveri religiosi e di studio, la ricreazione con i compagni, e ´líadoperarsi
per guadagnare anime a Dio, perchÈ non cíË cosa pi santa al mondoª.
Ai suoi ragazzi, Don Bosco confidava: ´Io sono contento che vi divertiate, che giocate,
che siate allegri. » questo un metodo per farvi santi come san Luigi, purchÈ procuriate
di non commettere peccatiª.
Per Don Bosco líallegria Ë importante perchÈ Ë un segnale: ´Quelli che vivono in
grazia di Dio sono sempre allegri e anche nelle afflizioni hanno il cuore contentoª,
mentre ´coloro che si danno ai piaceri vivono arrabbiati (Ö) sempre pi infeliciª.
Líidea di Don Bosco Ë valida ancora oggi: stare allegri Ë una strada di santit‡, purchÈ
líallegria sia accompagnata dallíamicizia del Signore, e stia lontana dalle sciocchezze
che fanno del male a noi e gli altri.
d i a l o g o
9
Extracomunitari
nelle Case Salesiane
L'aritcolo redatto dal
Centro di Bra ha suscitato
un certo interesse per la sua attualit‡, per il suo
essere, in un certo senso, lo specchio di una
realt‡ sempre pi vera, sempre pi vicina,
non solo nelle grandi periferie urbane,
ma anche in altri centri, della provincia e non...
Abbiamo pensato di riportare alcuni titoli
tratti dal quotidiano "La Stampa", ponendoci una
domanda: quale immagine di extracomunitario
emerge? Che cosa sappiamo di un fenomeno
che sempre pi ci tocca
da vicino?
Assalto a Lampedusa, sbarchi continui
Sale a 7 il numero degli sbarchi
registrati nelle ultime 12 ore
(edizione del 25/08/06)
Caritas: immigrati continuano a crescere,
superata quota 3 milioni
Ogni 10 stranieri, cinque sono europei, due africani,
due asiatici e uno americano: trent'anni fa erano
euroamericani nove su 10.
(edizione del 25/10/06)
10
d i a l o g o
BRA.
LíItalia conta ormai un milione di minori
extracomunitari. Questo traguardo, che
era previsto si raggiungesse solo nel 2011,
Ë gi‡ una realt‡ con quattro anni di anticipo.
Il dato Ë stato diffuso dalla Fondazione
Agnelli di Torino che ha anche evidenziato
come la crescita media annua sia di 100
mila unit‡, con uníaccelerazione del
fenomeno provocata dallíarrivo massiccio
di nuove famiglie provenienti dallíEst
europeo.
E la maggioranza di questi minori frequenta
le varie scuole del territorio. Che possono
essere le materne, le elementari, le medie
inferiori e le superiori (ma statisticamente
si dimostra che gli extracomunitari si
iscrivono, con maggior frequenza, ai centri
di formazione professionale). L
a casa salesiana di Bra ñ che ospita al suo
interno un Cfp ñ non fa eccezione. Dei circa
200 studenti che stanno frequentando i
vari corsi dellíanno formativo 2007/08 quasi
il 20% Ë di origine extracomunitaria e di
altra religione.
E questo ci interroga: come ci dobbiamo
comportare nei loro riguardi? Come viviamo
la nostra vocazione di ìsalesiani
cooperatoriî del Centro braidese, quando
ci Ë concretamente chiesto di ìaccogliere
il fratelloî che ha una pelle diversa dalla
nostra, che crede in Allah e legge (non
sempre, purtroppo) il Corano in luogo della
Sacra Bibbia.
La risposta Ë molto semplice: mettendo in
pratica, non solo a parole, la legge
dellíamore, quella legge che ha sempre
guidato i passi e le opere del nostro grande
Santo Giovani Bosco. Un formatore, che
sta giocando una parttitella di calcio, dopo
due ore di officina, commenta: ìSono ormai
numerose le famiglie extracomunitarie che
iscrivono i figli nelle nostre scuole.
Solitamente, la loro integrazione Ë molto
positiva e non crea grossi problemi. Eí
chiaro che ogni giovane porta con sÈ le
proprie tradizioni, la cultura che respira in
seno alla famiglia díorigine ma Ë pur vero
che allíet‡ della scuola si Ë ancora
abbastanza duttili da imparare in fretta la
civile convivenza con gli altri allieviî.
Se si scorrono gli elenchi delle classi si nota
come la maggioranza degli allievi sia di
etnia marocchina, primato che viene
comunque conteso dagli albanesi; seguono
i romeni e i senegalesi; ma ci sono anche
dei cinesi, dei kossovari, degli argentini e
dei russi. E il cooperatore della ìterza et‡î
che spesso si trova nei cortili per la sua
preziosa collaborazione allíopera, dopo
aver preso atto delle dimensione del
fenomeno, puÚ rimboccarsi le maniche.
Proprio come hanno generosamente fatto
Cesare e Gino per preparare la grande
ìcastagnataî di inizio díottobre.
Schiavi al Caat
con il trucco
del tesserino
Assunti in regola e subito
licenziati, rientrano in nero
con il vecchio badge
(edizione del 11/11/07)
d i a l o g o
11
Il centro
Ed
ragazzi,italiani
italianie enon,
non,
Ed era
era bello vedere ii ragazzi,
mettersi
in fila,
fila,arrivare
arrivaredalla
dallagrande
grande
mettersi in
padella e ricevere
ricevere un
un bicchiere
bicchierecolmo
colmodidi
caldarroste
ancora fumante.
fumante.Conclude
Concludeun
un
caldarroste ancora
altro
docente, che
che da
da molti
moltianni
annimilita
milita
altro docente,
nelle
filadei
deicooperatori:
cooperatori:
ìPurtroppo,
anche
nelle fila
ìPurtroppo,
anche
se
che si
si vengono
vengono a
se sono
sono pochi
pochi ii problemi che
creare in
in classe
classe (perchÈ i giovani,
giovani,
normalmente
non hanno
hanno pregiudizi
pregiudizi ee non
non
normalmente non
guardano il colore
colore della
della pelle
pelledel
delloro
loro
compagno
compagno di
di banco) ne dobbiamo invece
registrare
alcuni con
con le
le famiglie,
famiglie,
registrare alcuni
specialmente quelle
quelledi
direligione
religionemusulmana:
musulmana:
spesso
figlialla
allascuola
scuolaeeloro
loro
spessoaffidano
affidano ii loro figli
non partecipano
mai ai
ai nostri
nostriincontri
incontrio o
partecipano mai
alle
nostre attivit‡î.
attivit‡î.
alle nostre
E
cooperatoriî,oltre
oltre
fare,
E ai
ai ìsalesiani
ìsalesiani cooperatoriî,
al al
fare,
si puÚ
ricordare ññ nella
nella loro
loro
puÚ chiedere
chiedere di ricordare
preghiera -- tutti
tuttii igiovani
giovanidellíopera,
dellíopera,
al al
nostro santo della
della giovent
giovent˘,
SanGiovanni
Giovanni
, San
Bosco.
Bosco.
Dal quale discende anche
che d‡
d‡
anche lo spirito
spirito che
senso
senso alla
alla nostra
nostra stessa
stessa vocazione.
vocazione.
Valter
Manzone ññ Centro
Valter Manzone
Centro Cooperatori
Cooperatori
Salesiani
Salesiani Bra
Bra
Rapinavano
gli immigrati,
in manette quattro
poliziotti
Saccheggiavano le case
degli stranieri durante
le perquisizioni.
In manette quattro agenti.
Edizione del 10/03/2007
12
d i a l o g o
ìMadre Angela Vespa"
di TORINO si racconta...
Era líottobre del 1987 quando nacqui tra le
mura di Casa Madre A.Vespa di V. Cumiana 14.
Fui la realizzazione di un sogno lungamente
accarezzato da una zelante FMA, Sr. Angela
Zappino, che seppe entusiasmare un gruppo di
genitori di alunne a far parte dellí Associazione
dei Cooperatori Salesiani.
Líidea di essere effettivamente membri della
grande Famiglia Salesiana fu la molla che fece
scattare il ìSIî di adesione. Il campo di lavoro
proposto era attraente: aiuto in Oratorio, in
Parrocchia, al Banco missionario, al Laboratorio
ìMamma Margheritaî, testimonianza di vita
cristiana e serena tra i giovaniÖ
Líattrattiva maggiore fu quella di una formazione
spirituale mensile, che ebbe gi‡ inizio nella
Chiesa di S.Francesco di Assisi lí 8 dicembre
1987 con la promessa dei primi 23 Cooperatori.
In quella occasione furono molto significative
le parole che D.Sergio Cuevas Leon disse al
termine dellíomelia: ìIl Cooperatore prende
sul serio il suo BattesimoÖcon uno slancio
apostolico tutto speciale.î
Qualche giorno dopo, fu eletto il primo Consiglio
ed io cominciai a camminare. Nella ricorrenza
di questo ventennio desidero ringraziare quanti
hanno dato del loro tempo per aiutare e
formare: Don Emilio Zeni, Don Bruno Corrado,
Don Michele Molinar, Suor Enedina Felisio, Sr.
Maria Vanda Penna e le Delegate che si sono
succedute, dando il meglio di loro stesse.
Purtroppo, in questi anni sono un poí diminuitoÖ
alcuni membri sono passati al Centro della
Parrocchia, con pi possibilit‡ di lavoro e di
testimonianza, altri gi‡ hanno raggiunto la
Citt‡ definitiva e di l‡ mi proteggono.
Continuo comunque a lavorare con fedelt‡ ed
amore, cercando di assimilare sempre meglio
lo spirito del nostro amato DON BOSCO, cosÏ
come ho accolto il 31 gennaio 2006 due nuove
Cooperatrici e ora preparo due nuove aspiranti.
Saluto tutti con amicizia!
Il Centro ìM.A.Vespaî
L'anno sociale, per alcuni Centri della
nostra zona, Ë iniziato davvero alla
grande con una Giornata di
Spiritualit‡ al Santuario Madonna dei
Laghi ad Avigliana il 18 Novembre
scorso. Ad animarci Ë stato il nostro
Delegato Mondiale, don Stiepan
Bolkovac, al quale i Centri della
nostra zona -sempre numerosi- hanno
riservato uníaccoglienza molto
gioiosa.
Iniziare con Maria sul lago
Avigliana, Giaveno, ChieriÖ e dintorni
Dopo la preghiera delle Lodi don
Stiepan ha presentato la Strenna
2007 ñ 2008 del Rettor Maggiore, poi
i cooperatori si sono divisi in gruppi
per elaborare domande, osservazioni
e suggerimenti per l'incontro
pomeridiano. Nella mattina Ë stato
lasciato molto tempo per
l'Adorazione, e questo momento Ë
stato molto apprezzato; cosÏ come
l'intervento di don Stiepan che alcuni
non conoscevano ed Ë stato bello
sentire parecchi di noi dire: ìPeccato
per chi non Ë riuscito a partecipare...
si Ë perso veramente qualcosa di
bello...î.
Abbiamo anche avuto il piacere della
visita del Coordinatore Provinciale,
Mauro Comin, venuto ad Avigliana
per incontrare tutti i partecipanti e
salutare don Stiepan.
Il pomeriggio Ë culminato con la
Celebrazione Eucaristica: ci siamo
salutati e, nel tornare ognuno alle
proprie case, certamente nel cuore
avevamo qualcosa di pi da portare
ai nostri ragazzi e a tutti quelli che
incontriamo nel nostro cammino
quotidiano.
Giorgio ed io ringraziamo tutti coloro
che partecipano con assiduit‡ a
queste giornate, grazie per
l'entusiasmo e per il sacrificio che
molti devono fare nello spostarsi da
casa.
Una cordiale stretta di mano a tutti
e Grazie!
Annamaria Goitre
d i a l o g o
13
La famiglia salesiana ricorda
nella preghiera alcuni amici e
amiche che ci hanno lasciato in
questi mesi, sicuri che ora
intercederanno per noi con
Maria Ausiliatrice presso il
Signore, per il bene dei
Cooperatori e dei Giovani....
Biancotti Gianni, Centro ToSan Paolo
Arrobbio Don Renzo,
Borgomanero
Anche in questo numero
la Redazione Vi suggerisce
alcuni interessanti
volumetti utili per la
propria riflessione,per la
propria preghiera,
o per la semplice lettura....
e visto il periodo, perchË no?
per un regalino simpatico
e diverso dal solito...
Persico Suor Maria Rosa, Chieri
Santa Teresa
Barzero Sapino Vercelli Centro, 365 Fioretti di Don Bosco
"Margherita
Autore: Michele Molineris
N.ro pagine: 400
Occhiena"Giuseppina
Destinatari: giovani, adulti, famiglia salesiana
Castelli Lina Vercelli, Centro
"Margherita Occhiena"
Orsini Canepari Salve, Vercelli
Centro "Margherita Occhiena"
Barberis Grolla Giovanna,
Vercelli Centro "Margherita
Occhiena"
Brondolo Livia, Nizza
Monferrato
Don Guido Ab‡ (delegato del
centro di Lanzo Torinese)
14
d i a l o g o
Descrizione: Un raccolta di fatti documentati
e rari tratti principalmente dalla Memorie
biografiche. Questi racconti, uno al giorno, sono
suddivisi secondo i mesi dellíanno.
Prezzo di copertina: Ä 18,00.
L'angolo della
"buona stampa"
Francesco Besucco
Il pastorello di Don Bosco
Messalino Junior
Autore: Claudio Russo
Collana Testimoni, pagg. 48,
Ä 1,40
´Vidi un ragazzo vestito da montanaro, di
mediocre corporatura, di aspetto rozzo e con
il volto pieno di lentiggini. Stava con gli occhi
spalancati ad osservare i suoi compagni a
divertirsiª. CosÏ Don Bosco descrive Francesco
Besucco appena entrato nellíOratorio di
Valdocco.
Questo libretto racconta la storia di un ragazzo
di nome Francesco, nato nel 1850 in montagna,
ad Argentera, da una famiglia povera ma molto
cristiana. Un giorno gli vengono regalate le
biografie di Domenico Savio e di Michele Magone.
Francesco le legge e ne rimane entusiasta. Va
a Torino da Don Bosco: ´Vorrei farmi buono
come Domenico e Michele. Mi aiutiª. E Don
Bosco lo accoglie e lo educa secondo la formula
della santit‡: ´Allegria, Studio, Piet‡ª.
Il testo ripropone con linguaggio moderno ma
fedele allíoriginale la biografia di Besucco scritta
da San Giovanni Bosco.
Autori: Autori vari, Gobbin Marino (a cura di)
N.ro pagine: 96
Coeditori: Elledici, Messaggero Sant'Antonio;
I s t i t u t o
S a n
G a e t a n o
Destinatari:
Ragazzi,
Bambini
Descrizione: Secondo numero di uno strumento
nuovo, un compagno di vita di bambini e ragazzi,
un aiuto a partecipare, comprendere, vivere la
Messa. Contiene i testi del lezionario festivo,
spiegazioni, domande per l'interiorizzazione,
suggerimenti per la preghiera... Il fascicolo,
illustrato, copre i mesi di gennaio e febbraio
2
0
0
8
.
Prezzo
di
copertina:
Ä
3.50
Abbonamento annuale: 2008: Ä 18,00.
Zeffirino Namuncur‡
Autore: Teresio Bosco
Destinatari: ragazzi, famiglia salesiana
Descrizione: Profilo biografico del giovane indio
missionario che scelse come modello Domenico
Savio. MorÏ a 19 anni e dichiarato ´Beatoª nel
2007.
N.ro pagine: 32
Prezzo di copertina: Ä 1,40.
d i a l o g o
15
Appuntamenti
17 ñ 20 Gennaio 2008
Giornate di Spiritualit‡ della Famiglia Salesiana (Roma, Pisana)
20 Gennaio 2008
Preghiera presso le Camerette per gli Aspiranti che faranno
la Promessa nel 2008 (Torino, Valdocco)
3 febbraio 2008
Presentazione Strenna 2008 (Torino, Basilica ore 15,30)
1 ñ 2 Marzo 2008
Esercizi Spirituali proposti per tutta la Provincia
29 Marzo 2008
Giornata di formazione responsabili Centri Locali
6 Aprile 2008
Rinnovo Promessa, per tutti i SC díItalia
11 ñ 13 Aprile 2008
Workshop Famiglie
13 ñ 15 Giugno 2008
Workshop Giovani (Colle don Bosco)
31 Luglio ñ 3 Agosto
Esercizi Spirituali per Laici (Annecy, Francia)
A tutti voi,
l'augurio di un felice
Natale di Ges˘ e di un
lieto 2008... La Redazione
Scarica

Dialogo_33 - Salesiani Cooperatori ICP