le differenze di genere al
lavoro
Oriana Rossi
Livorno 30 maggio 2010
Perché lavoro e salute al femminile?
i rischi lavorativi determinano effetti
diversi a seconda del genere
non solo per la salute riproduttiva
non solo durante la gravidanza e il
puerperio
Decreto Legislativo 81/08
art.1: finalità
Riforma le norme in materia di tutela della salute e della sicurezza
delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro (…) garantendo
l’uniformità della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul territorio
nazionale attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni
concernenti i diritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze
di genere, di età e alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori
immigrati.
Il decreto legislativo 626/94 aveva interpretato la parità di trattamento
mediante un generico riferimento ai lavoratori ovvero parità
raggiunta tramite l’eliminazione delle differenze).
Il decreto 81/08 pone l’accento su una concezione di protezione della
“salute e della sicurezza” non più neutra ma realizzata attraverso
interventi che garantiscano l’uniformità della tutela delle
lavoratrici e dei lavoratori tenendo conto delle differenze di genere
I principali soggetti della
prevenzione in Azienda
Datore di lavoro
Figure tecniche
specialistiche
SPP
Dirigenti - Preposti
Lavoratori/lavoratrici
Med. comp.
RLS
Con quale strumento il decreto 81 attua
l’uniformità della tutela delle lavoratrici e dei
lavoratori ?
Attraverso la valutazione dei rischi lavorativi e le conseguenti
misure di riduzione o eliminazione dei rischi.
Il Datore di Lavoro ha infatti l’obbligo (art. 17) di effettuare la
valutazione di tutti i rischi presenti in azienda.
Deve essere una valutazione globale e documentata di tutti i rischi
per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito
dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività,
finalizzata:
ad individuare adeguate e specifiche misure di prevenzione e di
protezione;
ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il
miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza.”
Valutazione dei rischi
La valutazione dei rischi è la base
dell’approccio europeo alla prevenzione degli
infortuni sul lavoro e delle malattie
professionali.
se il processo di valutazione dei rischi viene
condotto in maniera inadeguata o se tale processo,
che costituisce il punto di partenza dell’approccio
alla gestione della salute e della sicurezza, non
viene realizzato affatto, è poco probabile che
possano essere individuate o messe in atto misure
preventive appropriate
Che cos’è la valutazione dei rischi
Consiste in un esame sistematico di tutti
gli aspetti dell’attività lavorativa, volto a
stabilire i rischi: R= PXD
1. cosa può provocare lesioni o danni
2. se è possibile eliminare i pericoli
3. nel caso in cui ciò non sia possibile quali
siano le misure di prevenzione o di
protezione da mettere in atto per
controllare i rischi
L’articolo 28 del decreto 81 innova in
maniera radicale l’approccio alla valutazione
dei rischi legati alle differenze di genere
La valutazione deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e
la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli collegati allo stress
lavoro-correlato (…), e quelli riguardanti:
1) le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto
previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151;
Nonché quelli connessi:
2) alle differenze di genere;
2) all’età;
3) alla provenienza da altri Paesi;
4) alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene
resa la prestazione da lavoro.
Perché valutare età, etnia, contratto,
disabilità….?
I lavoratori minorenni sono soggetti ad una
normativa specifica (lavori vietati, necessità
di tutor, formazione particolare…..)
Le caratteristiche fisiche del corpo umano si
modificano con l’età (es. diversa tolleranza
al carico fisico)
I disabili devono essere adibiti a mansioni
confacenti (L. 68/99 collocamento mirato)
Provenienza da altri paesi
Lingua: difficoltà per informazione e
formazione
Cultura, abitudini, stili di vita determinano
diversità nella percezione dei rischi (quando
manca la casa, la priorità è quella!!) e anche
diversa sensibilità rispetto al valore della vita
e della salute
L’etnia comporta diversa suscettibilità e/o
resistenza alle malattie e in generale agli
Tipologie contrattuali
I contratti atipici (più frequenti tra le lavoratrici)
determinano in generale un minore livello di tutela
Frequenti cambiamenti di lavoro generano una
condizione di debolezza rispetto alle esigenze di
informazione e formazione
Il senso di precarietà fa si che la priorità sia il
mantenimento del posto di lavoro rispetto alla
percezione del rischio
Le differenze di genere
Uomini e donne sono persone caratterizzate da
specificità fisiche e psichiche che determinano
reazioni differenti per esposizioni ai medesimi rischi.
I TLV e i VL sono asessuati: si dice che tutelano la
maggioranza dei lavoratori sani, ma, considerando il
genere, il numero di lavoratrici tutelate è inferiore a
quello dei lavoratori tutelati
La ricerca scientifica è asessuata, gli studi non
tengono quasi mai conto del genere, per cui sappiamo
ancora molto poco dei danni prodotti dalle
esposizioni professionali sulla salute delle donne
I dati della sorveglianza sanitaria devono essere
obbligatoriamente differenziati per genere.
Il genere
Uomini e donne sono persone caratterizzate da specificità
fisiche e psichiche che determinano reazioni differenti per
esposizioni ai medesimi rischi.
La strutturazione dell’apparato muscolo-scheletrico
determina una diversa resistenza al carico fisico
(movimentazione manuale dei carichi, posture,
movimenti ripetitivi….)
Le sostanze chimiche vengono assorbite, metabolizzate ed
escrete e le conseguenze dannose sono anche in relazione
alle caratteristiche della cute, dell’apparato endocrino e
immunitario alla superficie e al peso corporeo
A quali rischi sono più suscettibili le donne?
Movimentazione carichi
Movimenti ripetitivi
Posture incongrue
Vibrazioni
Agenti chimici tossici e allergogeni
Agenti cancerogeni chimici e fisici
Agenti teratogeni
Rischi biologici infettivi
Stress
Turnazioni (notturne in particolare)
Lavori con alto coinvolgimento emotivo
Patologie correlate con il lavoro frequenti
tra le lavoratrici
Malattie muscolo-scheletriche degli arti superiori catena
di montaggio, pulizie, tessile, manifatturiero
Malattie della colonna vertebrale pulizie, servizi e
assistenza alle persone, commercio
Sindromi da Stress lavori poco qualificati o con elevato peso
emotivo, molestie sessuali, discriminazione, orari di lavoro
inadeguati poco coerenti con il lavoro domestico
Neoplasie professionali sanità, farmaceutica, chimica
Asma e allergie respiratorie sanità, pulizie, metalmeccanica
Dermatiti parrucchiere, addette alle pulizie, all’assistenza
alla persona, industria metal-meccanica
Malattie infettive assistenza sanitaria, scuola
Patologie della salute riproduttiva sanità, metalmeccanica
Cosa deve fare il datore di
lavoro?
Valutare e verificare le misure di
prevenzione tenendo conto delle
differenze di genere
Fase 1: Individuazione dei pericoli
Fase 2: Valutazione dei rischi
Fase 3: Programmazione e attuazione delle
preventive
Fase 4 : Controllo e riesame del processo
misure
Fase 1: Individuazione dei pericoli
Considerare tutti i pericoli per la salute e per la
sicurezza chiedendo con attenzione ad ogni
lavoratore, donna e uomo, quali problemi incontra
nel suo lavoro,
Considerare tutti i lavoratori e le lavoratrici,
compreso il personale addetto alle pulizie e ad altri
servizi, quello ad orario ridotto, temporaneo o
interinale
Incoraggiare le donne a segnalare i problemi
che, secondo loro, possono influire sulla loro
sicurezza e salute sul lavoro
Fase 2: Valutazione dei rischi.
Analizzare tutti i lavori che vengono svolti realmente e
l’ambiente;
Evitare i pregiudizi legati al genere nell’attribuire una priorità
alta, media o bassa ai rischi
Fare partecipare le donne alla valutazione dei rischi
Formare adeguatamente sulle problematiche legate al genere
tutti gli addetti alla valutazione
Fare attenzione alle problematiche legate al genere quando si
esaminano gli eventuali cambiamenti sul luogo di lavoro.
In particolare, per la salute riproduttiva:
valutare i rischi per la riproduzione sia per gli uomini che per le
donne;
considerare tutti i rischi per la salute riproduttiva (non solo
gravidanza!)
Fase 3: programmazione e attuazione
delle azioni preventive
cercare di eliminare i rischi alla fonte
comprendendo anche i rischi per la salute
riproduttiva
adeguare il lavoro e le misure preventive ai
lavoratori e alle lavoratrici (non solo al “lavoratore
medio”)
far partecipare le donne al processo decisionale
e all’attuazione delle soluzioni
assicurarsi che i lavoratori e le lavoratrici ricevano
informazioni e formazione sulla sicurezza e
salute sul lavoro relative al genere
Fase 4 : Controllo e riesame del processo
■ verificare e controllare che le misure
decise siano regolarmente applicate
■controllare l’avvenuta registrazione
dei problemi di salute e di sicurezza
distinti per genere
La maternità.
La maternità costituisce un aspetto fondamentale
della società attiva, partendo dal riconoscimento
del valore della differenza.
Le politiche di pari opportunità non devono
ignorare la differenza di genere: la
discriminazione si verifica, infatti, non solo
quando soggetti uguali vengono trattati in modo
diverso, ma anche quando soggetti diversi
vengono trattati in modo uguale.
Le lavoratrici madri
La gravidanza e l’allattamento rappresentano un
periodo in cui la salute della lavoratrice è
intimamente legata a quella del suo bambino
Il concetto di rischio accettabile quindi non può
essere lo stesso che nel resto della vita lavorativa
In questo periodo ci sono particolari divieti legati
a rischi da valutare in maniera specifica
(vibrazioni, scale, postura etc)
La tutela normativa può arrivare fino al 7° mese
dopo il parto (per il lavoro notturno fino a 3 anni)
ma l’allattamento può continuare anche oltre…
Art. 6.Tutela della sicurezza e della salute.
Comma 1. Il presente capo prescrive misure per la tutela della sicurezza e della salute
delle lavoratrici durante il periodo di gravidanza e fino a sette mesi di età del figlio,
che hanno informato il datore di lavoro del proprio stato, conformemente alle
disposizioni vigenti, fatto salvo quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 8.
Art. 8. Esposizione a radiazioni ionizzanti.
Comma 2. È fatto obbligo alle lavoratrici di comunicare al datore di lavoro il proprio
stato di gravidanza, non appena accertato.
Le lavoratrici madri
Lo spirito della norma dovrebbe essere quello di
modificare le condizioni di lavoro per renderle
adeguate alle lavoratrici madri
Quando questo non è possibile la lavoratrice deve
essere allontanata dal lavoro fin dall’accertamento
della gravidanza
È obbligatoria l’informazione sui rischi specifici e
sulle misure di prevenzione alle lavoratrici e ai loro
rappresentanti
l’informazione
è lo strumento principale attraverso il quale la lavoratrice in gravidanza
può esercitare i propri diritti, quali ad esempio richiedere il cambio di
mansione o l’interdizione.
L’art. 11 del D. Lgs 151/01 al co. 2, prevede che le lavoratrici ed i loro
rappresentati per la sicurezza siano informati (secondo quanto previsto
dall’art. 36 D. Lgs 81/08) sui risultati della valutazione e sulle
conseguenti misure di protezione e di prevenzione adottate,
relativamente ai rischi specifici per la gestante ed il nascituro.
Il contenuto della informazione deve essere
facilmente comprensibile per i lavoratori e
deve consentire loro di acquisire le relative
Il datore di lavoro provvede affinché
conoscenze. Ove la informazione riguardi
ciascun lavoratore riceva una
lavoratori immigrati, essa avviene previa
adeguata informazione. (Arresto da
verifica della comprensione della lingua
due a quattro mesi o ammenda da
utilizzata nel percorso informativo (Arresto
1.200 a 5.200 euro).
da due a quattro mesi o ammenda da 1.200
a 5.200 euro).
Le lavoratrici in gravidanza, puerperio,
allattamento (Testo Unico n. 151/2001):
I divieti:
Lavori che comportano
postura eretta per più di metà
dell’orario di lavoro o che
obbligano a posizioni faticose
Lavori su scale e impalcature
mobili o fisse
Lavori di manovalanza
pesante
Lavori con macchine scuotenti
o con utensili vibranti
Lavori a bordo di navi, aerei,
treni, pullman
I rischi da valutare:
colpi,vibrazioni,
movimenti
sollecitazioni
termiche
posizioni di lavoro
fatica mentale e fisica
rischi chimici e fisici
Processo logico a carico del
datore di lavoro
1. Valutazione dei rischi
2. Eliminazione/riduzione dei rischi
modificando la postazione, l’orario,
l’ organizzazione del lavoro……
3. Verifica della possibilità di cambio
mansione
4. Se impossibile, interdizione dal
lavoro
Le procedure per le lavoratrici madri
Cambiamenti organizzativi: decide e si attiva
autonomamente il datore di lavoro
Cambio mansione: il datore di lavoro si attiva e
comunica alla Direzione Provinciale del Lavoro
l’eventuale cambiamento (se implica modifiche
contrattuali o di orario)
Allontanamento dal lavoro: il Datore di lavoro
o la lavoratrice fa domanda alla D.P.L.,
richiesta di parere al PISLL, autorizzazione
È sempre importante ricordare che:
La gravidanza non è una malattia ma
un momento della nostra vita di
lavoratrici in cui le stesse condizioni
di lavoro normalmente considerate
accettabili, possono non esserlo più
Dove sono le lavoratrici?
Sanità
Scuola
Amministrativo
Servizi/Pulizie
Agricoltura
Produzione alimentare
Catering e ristorazione
Tessile e abbigliamento
Artigianato (ceramista etc)
Manifatturiero/metalmeccanico
Call center
Parrucchiere
Lavanderia
Commercio
Portuale/marittimo
.Informatica
..................................
Carriere ?
Nel mondo dell’industria donne dirigenti : 7,8%
Donne nei CDA: 4,5%. contando anche mogli e figlie (Ligresti,
Marcegaglia, Berlusconi, ..). Senza questi incarichi ereditari: 1,6
%.
Le donne con posizioni elevate più numerose nel settore pelle e
cuoio:38,7%
Nel terziario donne dirigenti : 6,9%
Il comparto delle pulizie (86% di addette donne) – povero di
figure apicali per come è strutturato – non ha donne dirigenti
L’elevata percentuale di lavoratrici coinvolte nei licenziamenti
collettivi (44,8%), nelle cessazioni di lavoro causate da una
scadenza di contratto (62,1%) e nei licenziamenti individuali
(61%), conferma che le donne sono le prime vittime di crisi
aziendali.
Il 25% delle donne dipendenti lascia il proprio posto di lavoro
alla nascita del 1° figlio
Mansioni più frequenti in Toscana
più impiegate (49,8%) che operaie (30%)
Pulizie (86%)
Confezioni (91,5%),
pelle e cuoio (38,6%)
calzature (61,9%)
Terziario sanità pubblica (67,1%).
Qualche dato su Livorno
Quante lavoratrici in gravidanza?
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
2003 *
2004
2005
2006 *
lavoratrici
704
1016
1205
856
non occupate
247
420
552
327
Distribuzione lavoratrici
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
2003 *
2004
2005
2006 *
Di pendent i
564
827
999
693
I n pr opr i o
136
179
206
163
2000
1800
1600
1400
1200
non occupat e
1000
I n pr opr i o
Di pendent i
800
600
400
200
0
2003 *
2004
2005
2006 *
Distribuzione delle lavoratrici
per comparto
450
400
350
300
2003
250
2004
2005
200
2006
150
100
50
0
A mmi ni st r at i vo
Commer ci o
Sani t à
P ul i zi e
Scuol a
I ndust r i a
P ar r . / est .
Cuci na
Distribuzione delle lavoratrici
per comparto
Amministrativo
Commercio
Sanità
Pulizie
Scuola
Industria
Parr./Estetiste
Cucina
1276
644
381
248
179
132
83
70
34%
17%
10%
6%
4%
3%
2%
2%
Cuci na
P ar r . / est .
I ndust r i a
Scuol a
P ul i zi e
A mmi ni st r at i vo
Sani t à
Commer ci o
Infortuni zona di Livorno
Anno
2000
2001
2002
2003
2004
Totali
3874
3845
3828
3254
3086
Donne
929
943
1042
1075
1113
(24%)
(24.5%)
(27.2%)
(33%)
(36%)
(1 mortale)
Comparti maggiormente interessati
Cooperative sociali di servizi: di cui 3 sono
tra le dieci aziende livornesi a più alto
numero di infortuni
Grande distribuzione
Scuola e Pubblica amministrazione
Analisi dei casi
Modalità: caduta in piano, trauma da
sforzo, colpito da, per strada
Lesioni: lussazione, distorsione
Agente: attrezzature, persone, materiali
solidi e liquidi
Sede: colonna, cranio, ginocchia, piedi,
polsi
Malattie professionali a Livorno
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
si si b c titi
tie g ite sia a re sie osi ltro
o
o e
a
a
r
t
l
a
c
a
u es
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b
m de p a e l
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s
i
g
e
e
a
te
st
i
an
o
g
in
r
fa
donne
Distribuzione della
malattie professionali
pervenute al Pisll di
Livorno dal 1992 al
2006
uomini
Quota femminile
sembra poco
significativa
considerando la più
breve e discontinua
anzianità di lavoro nei
comparti con rischi
“tradizionali”:
rumore, amianto,
silice etc
Donne e malattie professionali
60
50
40
30
20
10
an
gio
ne
u
as ros
i
be
sto
as
m si
ae
de b c
rm
a
fa
e
p a titi
rin
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ol
ne a re
op
las
ie
sil
ic o
si
alt
ro
0
uomini
donne
Distribuzione percentuale
delle malattie professionali
nei due sessi (dati PISLL
1992/2006)
Incremento di casi di
patologie professionali tra
le donne in presenza di
“nuovi” rischi lavorativi:
movimentazione carichi,
movimenti ripetitivi, agenti
allergenici etc
Una particolare suscettibilità di genere
Lavoratrice con contratto di
lavoro atipico
Contratti atipici secondo
classificazione ISTAT
1. A contratto dipendente (part-time, lavoro
a tempo determinato, contratti di formazione,
lavoro interinale)
2. Forme di lavoro atipico più vicine al lavoro
autonomo (parasubordinato continuativo
coordinato o a Progetto)
3. Forme di lavoro atipico cosiddette "a
causa mista" (l'aspetto lavorativo prevale su
quello strettamente formativo: borse di lavoro,
tirocinii, borse di studio etc)
Perché la donna è più suscettibile?
• Tutti i lavoratori “atipici” presentano situazioni lavorative
più a rischio (riduzioni di tutele, isolamento, stress)
rispetto ai “tipici”.
• Tuttavia la discriminazione uomo/donna nel mercato del
lavoro diviene in questo contesto ancora più evidente.
• Sono le donne le maggiori fruitrici (70%) dei contratti
atipici (libera scelta o direzione obbligata?)
• A Livorno il 50% delle donne lavorano per meno di 500
euro al mese
• La famiglia per la donna lavoratrice non è una risorsa
come per gli uomini, bensì spesso un vincolo organizzativo
• Possono essere cancellati alcuni dei diritti delle
lavoratrici “tipiche”, quali i permessi per maternità e
malattia
Alcuni aspetti critici:
1. Discontinuità del rapporto di lavoro con turni
concentrati
2. Scarsa integrazione nel sistema di sicurezza az.
3. Sporadiche e ridotte esperienze lavorative
4.
Minore opportunità di formazione
5.
Scarsa sindacalizzazione
6. Emarginazione rispetto alla organizzazione del
lavoro (discriminazione, demotivazione, scarsa
consapevolezza del ruolo…)
Condizioni lavorative
determinanti stress
Scarsa
comunicazione e
rappresentatività
Carico
lavoro
Difficoltà
carriera
Scarsa
autonomia
Precarietà
Bassa
Scarsa
remunerazione
remunerazione
Emarginazione
Basso
contenuto
tecnico
Indagine IRES 2005
Contratti “atipici”
Indagine IRES 2005
• 32,8% di donne ritengono elevata l’influenza della
atipicità del rapporto di lavoro sulla possibilità di
fare un figlio (a fronte di un dato maschile del
27%)
• al contrario solo il 28,8% di donne affermano che
il fatto di essere un lavoratore atipico condiziona la
possibilità di sposarsi (contro il 34,1% degli
uomini)
Preoccupazioni per
la carenza di tutele
IRES 2005
in che misura il diritto alla maternità è garantito?
70
60
uomini
donne
50
40
30
20
10
0
p
nt e
e
i
n
er
o
poc
ab
tan
s
a
b
za
to
mo l
sa
n
o
n
L’approccio neutrale rispetto al genere sul lavoro
ha contribuito al mantenimento di lacune sul piano
delle conoscenze con il perdurare di livelli
di prevenzione meno efficaci:
 Le differenze tra uomini e donne vengono ignorate;
 Minore attenzione viene dedicata ai temi della ricerca che
riguardano più da vicino le donne;
 Il livello dei rischi a carico delle donne viene sottovalutato;
 Si riduce la partecipazione delle donne ai processi decisionali
legati alla salute e alla sicurezza sul lavoro;
 Mancata adozione delle soluzioni preventive più idonee;
 Nella maggior parte dei casi in cui si è tenuto conto della
problematica delle differenze tra uomini e donne, l’attenzione è
stata focalizzata sulle donne in gravidanza e sono stati trascurati
gli altri elementi di rischio
La mancata introduzione della dimensione
di genere nelle politiche attive dirette alla
tutela della salute e della sicurezza dei
lavoratori, secondo l’Agenzia Europea per
la salute sul Lavoro, ha determinato un
ritardo nell’elaborazione degli strumenti
di eliminazione e mitigazione dei rischi
non soltanto per le donne, ma anche per
gli uomini.
Strategie future
Favorire la partecipazione delle lavoratrici, in particolare delle
“atipiche”, alle decisioni e ai momenti di confronto sui rischi
lavorativi
Promuovere corrette valutazioni del rischio che tengano conto delle
differenze di genere e di tutti i lavoratori/lavoratrici
Migliorare l’attenzione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la
Sicurezza spesso maschi alle problematiche di genere anche nel
caso di lavoratrici non dipendenti
Aumentare il livello di conoscenza di tutti i soggetti della
Prevenzione compresi i Medici Competenti sulle problematiche di
salute specifiche delle donne al lavoro
Attivare forme di controllo e verifica sulla corretta applicazione
dei D.Lgs 626/94 e 151/2001
Promuovere sistemi di registrazione e analisi delle problematiche
di genere sul lavoro (Osservatorio?)
…….. quanto più
riusciremo a realizzare
ambienti di lavoro a misura
di lavoratrice, tanto più alto
sarà stato il nostro
contributo in termini di
prevenzione per tutti.
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O. Rossi ottica di genere sul lavoro 30.05.11