PROVINCIA
DI PIACENZA
ASSESSORATO SISTEMA SCOLASTICO E FORMATIVO,
LAVORO, INIZIATIVE ISTITUZIONALI PER LA PACE
LA RESPONSABILITÀ
SOCIALE D’IMPRESA:
cenni introduttivi
PROVINCIA DI PIACENZA
ASSESSORATO SISTEMA SCOLASTICO E FORMATIVO,
LAVORO, INIZIATIVE ISTITUZIONALI PER LA PACE
Progetto realizzato a seguito del “Protocollo d’intesa interistituzionale per la promozione
della sicurezza, regolarità e qualità del lavoro “ sottoscritto il 16 maggio 2005 da Provincia,
Prefettura , Direzione Prov. Lavoro, INAIL, INPS, ASL, C.C.I.A.A.
PROVINCIA
DI PIACENZA
ASSESSORATO SISTEMA SCOLASTICO E FORMATIVO,
LAVORO, INIZIATIVE ISTITUZIONALI PER LA PACE
LA RESPONSABILITÀ
SOCIALE D’IMPRESA:
cenni introduttivi
PROVINCIA DI PIACENZA
ASSESSORATO SISTEMA SCOLASTICO E FORMATIVO,
LAVORO, INIZIATIVE ISTITUZIONALI PER LA PACE
Progetto realizzato a seguito del “Protocollo d’intesa interistituzionale per la promozione
della sicurezza, regolarità e qualità del lavoro “ sottoscritto il 16 maggio 2005 da Provincia,
Prefettura , Direzione Prov. Lavoro, INAIL, INPS, ASL, C.C.I.A.A.
PREMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
pag.
1. Che cos’è la Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI)?
.....................................................
pag. 5
2. La RSI : un po’ di storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
pag. 7
3. L’elemento innovativo della RSI: l’approccio per stakeholder
........................................
pag. 9
...................................................................................................
pag. 11
Glossario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
pag. 22
Siti internet da consultare
.............................................................................................
pag. 23
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
pag. 24
4. Strumenti per la RSI
3
INDICE
1
Vogliamo parlare di Responsabilità Sociale delle Imprese. E’ un impegno che l’Amministrazione si è assunta con l’adozione del “Piano provinciale per la regolarità, sicurezza e qualità del lavoro” e che ha trovato vasta condivisione da parte degli Enti che hanno sottoscritto il relativo
protocollo d’intesa interistituzionale1 e delle Organizzazioni che siedono in Commissione di
Concertazione.
PREMESSA
In questo contesto vengono alla luce due semplici strumenti informativi, uno pensato per la
diffusione di basilari nozioni sul tema della R.S.I. ed un secondo2, indirizzato alla valorizzazione
delle buone prassi di alcune imprese piacentine.
La Legge Regionale sul lavoro dedica alla Responsabilità Sociale delle imprese ampio risalto.
La norma persegue l’obiettivo primario di promuovere una migliore qualità del lavoro, la sua
regolarità e la sua sicurezza, anche attraverso l’incentivazione a favore delle imprese che investono per la qualità del lavoro .
Non casualmente la norma riprende in modo puntuale i canonici riferimenti europei: il Libro
Verde del 2001, “Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese” e
la Comunicazione della Commissione del 2002, “Responsabilità Sociale: un contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile”
Chiaro appare il ruolo delle Province, che sono chiamate ad integrare i principi della responsabilità sociale delle imprese nei programmi e negli indirizzi per l’occupazione e ad offrire sostegno ad iniziative promosse dagli enti bilaterali, dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e
dei datori di lavoro, da imprese e da altri attori territoriali.
Una doverosa riflessione sul ruolo della Provincia come portatore di interessi e come partner
delle imprese nell’implementazione di un sistema di responsabilità sociale . Uno dei principali
contributi della R.S.I. è senza dubbio quello di aver identificato l’importanza strategica dei diversi portatori d’interesse interni ed esterni all’impresa. La Provincia si ritiene portatore di interessi, ma vuole soprattutto “leggersi” come partner nello studio e nell’attuazione di azioni classicamente individuate come “azioni di responsabilità sociale delle imprese”.
Quello che segue è un sintetico elenco di possibili ambiti di collaborazione.
COLLOCAMENTO MIRATO DISABILI: la Legge Regionale, negli articoli dedicati alla R.S.I., cita specificatamente gli interventi per la piena integrazione lavorativa delle persone con disabilità.
OBBLIGO FORMATIVO: la Legge Regionale individua tra le azioni di R.S.I. il contrasto al lavoro minorile, anche attraverso interventi per l’adempimento dell’obbligo formativo.
1 - “Protocollo d’intesa interistituzionale per la regolarità , sicurezza e qualità del lavoro”, sottoscritto a maggio 2005 da Provincia, Prefettura , D.P.L. , INPS, INAIL,
ASL, Camera di Commercio.
2 - Provincia di Piacenza ,“LA RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA: le buone prassi”, 2006
3
FORME DI PRIMO INSERIMENTO PER I GIOVANI: classico il riferimento ad apprendistato e tirocini
formativi.
FORMAZIONE CONTINUA: la formazione continua dei dipendenti è una rilevante azione di R.S.I.
PROCEDURE DI MOBILITA’: il tema delle c.d.“ ristrutturazioni responsabili”, attraverso il compiuto utilizzo delle specifiche procedure e dell’ausilio della formazione mirata, si configura come
strumento di R.S.I.
PARI OPPORTUNITA’ DI GENERE E TEMATICHE DI CONCILIAZIONE : in stretta collaborazione con
le Consigliere di Parità, istituzionalmente investite di tale ruolo.
SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO : grazie alla disponibilità dichiarata dal Servizio
Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’A.S.L. di Piacenza alla collaborazione con le imprese che intendano investire in azioni responsabilità sociale sul tema di riferimento.
Come ultimo ma non secondario aspetto l’Assessorato al Lavoro può garantire, attraverso la
Commissione di Concertazione, un tavolo ampio e qualificato cui indirizzare informazioni su
azioni di responsabilità sociale adottate dalle imprese piacentine.
L’auspicio è quello di poter assistere ad un sempre maggior interesse per un tema sì nuovo, ma
che è anche “contenitore” di argomenti e materie tradizionalmente poste all’attenzione degli
attori che si muovono nel mercato del lavoro locale.
L’ASSESSORE
Fernando Tribi
4
1. RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA: IL CONTESTO*
Il termine responsabilità, richiama la volontà o necessità di rispondere a soggetti che avanzano
pretese o attese.
Essere socialmente responsabili significa gestire un determinato business in modo da controllare e possibilmente migliorare gli effetti sociali ed ambientali dell’attività di impresa.
La Commissione Europea, nella Comunicazione “Responsabilità Sociale: un contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile”, definisce la RSI come “integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese in tutte le operazioni commerciali, nei processi
decisionali e nei rapporti tra l’azienda e i propri interlocutori2”.
Agire in senso socialmente responsabile per un’impresa significa superare i vincoli legislativi cui
è tenuta per investire volontariamente nella strutturazione di relazioni corrette con tutti gli interlocutori (interni ed esterni all’azienda), nel capitale umano, nel progresso sociale, contribuendo a migliorare la società e a rendere minimo l’impatto ambientale.
Il processo di globalizzazione ha infatti portato in primo piano diversi fenomeni3, tanto da determinare una crescente attenzione da parte dell’opinione pubblica verso i comportamenti attuati
dalle singole aziende nonché sulle ricadute sul territorio e sul mercato.
L’impresa che si impegna in senso socialmente responsabile crea importanti effetti diretti ed indiretti sia al proprio interno sia nei confronti della collettività.
Tra gli effetti diretti si può annoverare, ad esempio, un netto miglioramento delle condizioni lavorative; ciò consente anche di gestire in modo positivo le risorse umane, influendo positivamente sulla produttività d’impresa, rendendo l’azienda profittevole e competitiva.Negli effetti indiretti si valorizza la dimensione della reputazione aziendale, valore che ha impatto significativo
sull’immagine dell’impresa stessa.
La responsabilità sociale nasce, pertanto, da una vera e propria cultura d’impresa orientata verso
la trasparenza e fondata sulla necessità di far interagire al meglio gli interessi economici delle singole imprese con quelli socio-ambientali del contesto di riferimento4.
Possiamo identificare alcuni elementi costitutivi della RSI5:
Superamentodei vincoli normativi
Le imprese scelgono volontariamente di adottare un comportamento socialmente responsabile,
al di là degli obblighi ed adempimenti legislativi cui sono tenute.
Valorizzazione della Sostenibilità
Il concetto di sviluppo sostenibile è fortemente connesso al tema della responsabilità sociale; le
Che cos’è la
Responsabilità
Sociale
d’Impresa (RSI1)?
* Per un maggiore approfondimento si veda la pubblicazione
“Responsabilità Sociale d’Impresa: cenni introduttivi” a cura della Provincia di Piacenza
1 - Il concetto di Responsabilità
Sociale viene spesso presentato
con l’acronimo inglese CSR (Corporate Social Responsability).
2 - Ovvero gli stakeholders: soggetti (individui, gruppi, organizzazioni) che instaurano relazioni
significative con l’impresa e i cui
interessi sono coinvolti nelle attività aziendali stesse.
3 - Basti pensare, ad esempio,
ai diritti lavorativi e allo sfruttamento dell’ambiente…
4- www.sportellocsr-sc.roma.it
5 - A.Beda – R.Bodo,La responsabilità sociale d’impresa, Il Sole 24
ORE, 2004.
5
imprese devono, infatti, considerare non solo il profitto ma, anche, le ricadute sociali, economiche,
ambientali delle loro azioni (triple bottom line). Sostenibilità significa quindi attenzione allo sviluppo presente senza compromettere, però, quello delle future generazioni.
Volontarietà
Valorizzare la libertà di scelta delle organizzazioni. La RSI si delinea, infatti, quale componente essenziale delle scelte strategiche di un’impresa ed agisce in chiave di sussidiarietà, cercando di
strutturare interventi il più possibile vicini ai bisogni. Può dunque essere raffigurata come una
bussola che orienta la “navigazione” dell’impresa nel suo percorso: ai quattro punti cardinali troviamo ambiente, mercato, lavoro e comunità.
UN’ IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE IN SINTESI:
• Effettua scelte strategiche e operative in sintonia con i valori etici di fondo,
rispettando le persone, la comunità, l’ambiente ed osservando la legge.
• È particolarmente attenta al benessere e alla sicurezza dei propri dipendenti.
• Si impegna per la tutela e protezione dell’ambiente.
• Riconosce e rispetta i diritti umani contrastando qualunque forma
discriminatoria.
6
2. LA RSI: UN PO’ DI STORIA...
Il contesto internazionale
Numerose iniziative di portata internazionale evidenziano il ruolo strategico assunto dalla RSI soprattutto a partire dagli anni novanta.Tra queste ricordiamo:
■ le linee guida sulla governance6 dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico) e la convenzione contro il fenomeno della corruzione;
■ la Tripartite Declaration of principles concerning Multinational Enterprises and Social
Policy dell’ILO (Organizzazione internazionale del lavoro) emanata nel 1999 e, l’anno successivo, le linee guida dell’OCSE rivolte alle attività delle multinazionali nei paesi in via di sviluppo;
■ il Dow Jones Sustainability Index elaborato nel 1999, che riflette le componenti fondamentali del concetto di sostenibilità: economica, ambientale, sociale;
■ il Global Compact: un codice di condotta rivolto alle grandi imprese,emanato nel 2002 dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan.
■ la Global Reporting Iniziative (GRI), nata nel 1997 dalla Coalition for Environmentally Responsible Economies (CERES) in collaborazione con il Programma Ambientale delle Nazioni
Unite. Nel 2002 la GRI è diventata un network indipendente che collabora, tra l’altro, con il Global Compact.Obiettivo della GRI è sviluppare linee guida applicabili a livello globale per la rendicontazione della triple bottom line,ossia delle performance economiche,ambientali e sociali
di imprese multinazionali e società private, organizzazioni commerciali governative e non governative. Nel 1999 la GRI pubblica per la prima volta le Sustainibility Reporting Guidelines,
linee guida in tema di sostenibilità, finalizzate a creare, in un contesto caratterizzato da volontarietà delle iniziative, condizioni di uniformità e chiarezza.
Il contesto europeo
Il tema della Responsabilità Sociale d’Impresa entra ufficialmente a far parte dell’Agenda europea
nel 1995, data di pubblicazione del “Manifesto delle imprese contro l’esclusione sociale”.
Questo documento rappresenta una svolta nel dibattito sulla RSI: la solidarietà, la lotta all’esclusione sociale ed il rispetto dei diritti umani si delineano, infatti, quali valori fondamentali e principi chiave della cittadinanza d’impresa.
La sottoscrizione del Manifesto segna una svolta significativa nel dibattito sulla Responsabilità Sociale: in Inghilterra comincia ad operare Business in the Community, in Francia l’Istituto per il Me-
6 - I principi OCSE, una delle fonti maggiormente autorevoli in
materia, identificano due componenti fondamentali della governance: 1) l’insieme delle relazioni tra amministratori, azionisti, dirigenti e altri stakeholder
dell’impresa; 2) la determinazione di una struttura che consenta
di formulare gli obiettivi aziendali ed identificare gli strumenti
per la loro realizzazione e monitoraggio (Beda, Bodo, 2004).
7
cenatismo d’impresa, a Bruxelles nasce CSR Europe, un network composto da 60 imprese multinazionali e 18 organizzazioni nazionali partner, impegnati in iniziative di Responsabilità Sociale.
Nel 2000 durante il Summit di Lisbona, i Capi di Stato e di Governo europeo si impegnano a rendere l’Europa “l’area economica knowledge based più competitiva del mondo, capace di una crescita economica sostenibile con maggiori opportunità di lavoro e più forte coesione sociale”, appellandosi al senso di responsabilità sociale delle imprese, affinché collaborino sinergicamente al
conseguimento di questo obiettivo.
Il 2001 è l’anno di pubblicazione del Libro Verde “Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese”7 cui segue, l’anno successivo, la Comunicazione “Responsabilità Sociale: un contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile” nel quale si evidenzia
la stretta correlazione esistente tra RSI e sostenibilità e si istituisce il Multistakeholder Forum , finalizzato a valorizzare trasparenza e convergenza di prassi e strumenti socialmente responsabili.
7 - Si valorizza la necessità di rendere la responsabilità sociale
elemento basilare della cultura
imprenditoriale, presente in
ogni ambito della gestione d’impresa.
8 - Ad esempio l’esperienza di
Crespi D’Adda dei primi del ‘900,
primo esempio di villaggio operaio italiano progettato in prossimità dell’azienda.
9 - Adriano Olivetti, ad esempio,
dedicò grande attenzione agli
effetti sociali della propria attività aziendale valorizzando gli
aspetti sociali oltre che economici della produzione; un altro
noto imprenditore, Gaetano
Marzotto Jr sottolineò, invece, la
necessità di un’integrazione tra
impresa e società, quale strumento efficace per combattere
la conflittualità intraziendale.
8
Il contesto italiano
Nel contesto italiano si trovano storicamente numerosi esempi di aziende impegnate in senso socialmente responsabile già agli albori della industrializzazione8.
L’articolo 41 della Costituzione italiana rappresenta un significativo riferimento alla RSI:“l’iniziativa privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno
alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
Numerose iniziative in ambito aziendale hanno evidenziato il ruolo sociale dell’impresa, anche
grazie ad un’accresciuta partecipazione statale oltre che all’atteggiamento socialmente responsabile di alcune importanti figure imprenditoriali e manageriali9.
Alla fine degli anni novanta il dibattito sulla RSI si connette all’Agenda europea divenendo così più
sistematico e strutturato.
Anche in Italia infatti, sulla scorta dell’esperienza europea, nasce un’interessante dibattito sulla dimensione etica dei processi economici che coinvolge, oltre agli studiosi, anche il mondo imprenditoriale.
Dimensioni quali la reciprocità,l’altruismo,il senso di equità acquistano nuovo valore; nel 1995 nasce Sodalitas, Associazione per lo sviluppo dell’imprenditoria nel sociale che, tra l’altro, diviene
promotrice della tappa italiana della Maratona europea, conclusasi nel 2003 a Milano, con il
convegno nazionale “Responsabilità sociale & Impresa per il futuro”.
Proprio nel 2003 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali fornisce un contributo in tema
di responsabilità sociale, avviando il “Progetto CSR-SC” che si pone come presupposto principale la volontà di adesione delle imprese ai principi di responsabilità sociale, invitandole ad oltrepassare i vincoli legislativi correlando alla gestione d’impresa i concetti di sostenibilità e integrazione territoriale.
3. L’ELEMENTO INNOVATIVO DELLA RSI:
L’APPROCCIO PER STAKEHOLDER
Uno dei principali contributi della RSI è senza dubbio quello di aver identificato l’importanza
strategica dei diversi portatori d’interesse (stakeholder) interni ed esterni all’impresa.
Si parla, a tal proposito, di “teoria degli stakeholder”, proprio per valorizzare i doveri fiduciari
che l’imprenditore - ossia colui che esercita il potere di controllo sull’impresa stessa - deve sviluppare nei confronti dei numerosi stakeholder presenti nel sistema organizzativo.
“L’azienda deve costruire la propria politica insieme agli stakeholder, capire cosa vogliono, cosa
chiedono e cosa si aspettano; dovrebbe poi individuare le priorità e agire di conseguenza”(Cittadinanzattiva, 2001).
Mappa degli stakeholder d’impresa10
* Unione europea
* Organismi sovranazionali
* Amministrazioni locali
* Enti locali
* Università
* Centri di ricerca
* Dipendenti
* Sindacati
ISTITUZIONI
RISORSE UMANE
COLLETTIVITÀ
PARTNER
ECONOMICI
* Comunità locale
* Ambiente
* Cittadini individuali o organizzati in associazioni
* Clienti/ Utenti
* Fornitori
* Concorrenti
* Azionisti
* Finanziatori
10 - “Guida alla responsabilità
sociale d’impresa”, Cittadinanzattiva
9
L’azienda promuove, dunque, una visione multistakeholder, aprendosi alla pluralità degli attori in
gioco, al fine di bilanciare correttamente le aspettative di ciascun portatore d’interesse.
Sono numerosi,infatti,gli stakeholder con cui l’impresa può interagire.Tra i principali ricordiamo11:
• La comunità locale, costituita da tutte le persone residenti nell’area in cui l’impresa svolge la
propria attività. Aree di interesse vanno dalla tutela dell’ambiente allo sviluppo economico e
culturale.
• Le Istituzioni, interlocutori presenti a diversi livelli. A livello locale quale rappresentante della
comunità volto a tutelarne gli interessi e autorità pubblica con compiti di controllo/regolamentazione di alcuni aspetti dell’attività dell’impresa. A livello nazionale/comunitario con un
ruolo di regolatore, titolare di leggi, regolamenti ma anche politiche ed incentivi. A livello internazionale organizzazioni quali l’ONU e l’OCSE sono, ad esempio, punto di riferimento per
standard e linee guida e possono coinvolgere le imprese stesse in diverse iniziative (basti pensare al Global Compact promosso dall’ONU).
• Le risorse umane, ovvero il capitale umano impegnato nell’impresa. I soggetti portatori di risorse umane manifestano numerose esigenze: rispetto delle norme di sicurezza, promozione
della crescita professionale, investimento nella formazione, valorizzazione dei diritti umani… .
• I partner economici, ossia la rete economica in cui l’impresa è inserita (clienti, fornitori, azionisti, istituzioni finanziarie…). Creazione di fiducia e reputazione positiva nel rapporto con i partner economici sono elementi di fondamentale importanza per il successo dell’impresa stessa.
11 - Associazione Ambiente e
Lavoro,“Responsabilità sociale e
certificazione sociale delle imprese. Sistemi di gestione, bilanci sociali e di sostenibilità”,
M.Frey, N.Gorla, F.Iraldo, M.Melis
(a cura di), 2004.
12 - M.Friedman,“The Social Responsibility of Business is to increase its profits”, New York
Times Magazines, 13 September
1970, reprinted in Donaldson T. E
Werhane P.,Ethical Issues in Business: A Philosophical Approach,
2nd edition, Prentice Hall Englewood Cliffs, NJ, 1983.
10
• I consumatori, stakeholder capaci di esercitare una pressione significativa nei confronti dell’impresa; hanno grande attenzione alla qualità dei processi produttivi, alla sicurezza, ai prezzi
dei prodotti, nonché alla tutela ambientale e al rispetto dei diritti umani.
L’attenzione riconosciuta a questa variegata platea di stakeholder valorizza il cambiamento che la
prospettiva di responsabilità sociale ha determinato: se infatti, agli inizi degli anni settanta un noto economista, Milton Friedman, sosteneva che “…la sola ed unica responsabilità del business è usare le risorse ed impegnarsi in attività per aumentare il più possibile i profitti,nel rispetto delle regole del
gioco che sono, bisogna sottolinearlo, quelle dell’aperta competizione…”12; oggi la massimizzazione
del profitto continua ad essere un obiettivo importante per l’impresa ma non più esaustivo.Si parla, infatti, di massimizzazione del valore, intendendo con questo termine la necessità di integrazione tra obiettivi economici e dinamiche socio-ambientali; si tratta di un “valore allargato”, a disposizione dell’impresa ma, anche, di tutti i portatori di interesse che gravitano intorno ad essa.
4. STRUMENTI PER LA RSI
Gli strumenti di gestione e rendicontazione sociale
Gli strumenti a disposizione delle imprese orientate in senso socialmente responsabile sono numerosi ed eterogenei: strumenti di rendicontazione (i bilanci); gestionali (SA8000); di verifica dei
processi di accountability (AA1000); per la formalizzazione di regole interne (codice etico).
Secondo quanto identificato dal Libro Verde - Commissione Europea, vi sono due dimensioni
principali connesse a strumenti e strategie aziendali: interna ed esterna.
La prima comprende elementi che vanno dalle risorse umane alla salute e sicurezza sul luogo di
lavoro, passando per l’adattamento alle trasformazioni e la gestione degli effetti sull’ambiente
aziendale e delle risorse naturali; della seconda fanno parte, invece, le comunità locali, le partnership commerciali, i consumatori, la tutela dei diritti umani.
Dimensione interna
In un contesto aziendale le azioni socialmente responsabili ricadono in primis sulle risorse umane, basti pensare ai numerosi investimenti in capitale umano, sicurezza e salute dell’ambiente di
lavoro, formazione permanente.
La dimensione interna riconosce importanza strategica alla salute e sicurezza dei lavoratori, cercando di promuovere e diffondere tra gli stessi una vera e propria cultura in tema di sicurezza.
Un altro aspetto di significativa importanza è rappresentato dalle ristrutturazioni aziendali, “…ristrutturare in un’ottica socialmente responsabile significa equilibrare e prendere in considerazione gli
interessi e le preoccupazioni di tutte le parti interessate…”13.
Le imprese hanno, infatti, il compito di promuovere un efficace coinvolgimento di tutti i dipendenti nelle attività aziendali, nonché di garantire il reinserimento professionale degli stessi in caso di necessità.
Anche l’attenzione all’ambiente aziendale e alle risorse naturali sono elementi importanti che
rientrano nella dimensione interna.
Particolare importanza viene riconosciuta alle ricadute dirette: strategie di riduzione del consumo di sostanze inquinanti, politica integrata dei prodotti caratterizzata da una analisi del loro impatto lungo l’intero ciclo produttivo.
Dimensione esterna
L’impresa non agisce solo al proprio interno ma crea importanti connessioni con l’ambiente
esterno, dai partner commerciali, alle istituzioni pubbliche, consumatori, fornitori ecc… .
13 - A.Beda – R.Bodo
11
Tra le aziende e la comunità locale si crea una forte sinergia d’azione: le imprese forniscono opportunità di lavoro, salari, entrate fiscali ma dipendono in un certo senso dalla prosperità delle
comunità che le accolgono.
Anche le partnership commerciali che si realizzano tra l’impresa e attori del territorio (clienti,
fornitori, concorrenti…) hanno un’importanza strategica.
Altro elemento che appartiene alla dimensione esterna è legato alle conseguenze ambientali
delle attività aziendali.
DIMENSIONE INTERNA
Possibili misure di RSI
Ambito di applicazione
•
Gestione delle risorse umane
•
•
Salute e sicurezza nel lavoro
•
•
Adattamento alle trasformazioni
•
•
Gestione delle risorse naturali e degli effetti sull’ambiente
•
Formazione continua, livelli retributivi, orario di lavoro, pratiche
non discriminatorie, prospettive di inserimento professionale
Adozione di misure volontarie di tutela della salute e della sicurezza nel lavoro
Attenzione alle partecipazione e coinvolgimento delle parti interessate, adozione di politiche di riconversione professionale, partnership a favore dell’occupazione locale e dell’inserimento sociale
Riduzione del consumo di risorse, di emissioni inquinanti e di rifiuti, adozioni di sistemi di gestione ambientale
Fonte: La Responsabilità sociale nelle piccole e medie imprese, a cura della Camera di Commercio e di Formaper, Il Sole 24 ORE, Milano, 2004
DIMENSIONE ESTERNA
Possibili misure di RSI
Ambito di applicazione
•
Comunità locali
•
•
Partnership commerciali, fornitori e consumatori
•
•
Difesa dei diritti umani
•
•
Problematiche ambientali a livello planetario
•
Sviluppo di relazioni e creazione di partnership locali, creazione di
strutture per la custodia dei figli dei dipendenti (asili nido ecc.), sostegno ad associazioni attive nella tutela ambientale, inserimento
lavorativo di disabili, sponsorizzazioni culturali, sportive, donazioni,
ecc.
Selezione fornitori e persuasione all’applicazione dei principi della
RSI, cura e controllo di tutta la catena produttiva, promozione dell’imprenditorialità nella regione ospitante, soddisfazione clienti attraverso qualità, sicurezza, affidabilità e rispetto di criteri etici
Rispetto criteri etici nelle catene di produzione a livello globale, lotta contro la corruzione, adozione codici di condotta e verifica applicazione
Miglioramento delle prestazioni ambientali lungo tutta la catena
produttiva, impegno allo sviluppo sostenibile
Fonte: La Responsabilità sociale nelle piccole e medie imprese, a cura della Camera di Commercio e di Formaper, Il Sole 24 ORE, Milano, 2004
12
Il Bilancio sociale
E’ un documento che sintetizza i diversi effetti sociali connessi alle scelte dell’azienda; attraverso il bilancio sociale, infatti, l’impresa si impegna volontariamente a gestire e comunicare la
propria responsabilità sociale nei confronti degli stakeholder.
Comprende diversi elementi: identità aziendale, valori e mission dell’impresa, identificazione
dei principali portatori d’interesse, definizione delle strategie operative e misurazione dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi prefissati, indicazioni future legate a possibili ambiti di
miglioramento.
La redazione di un bilancio sociale determina numerosi benefici per l’impresa, non solo sul piano dell’immagine e reputazione aziendale ma, anche, in merito al coinvolgimento attivo di tutti i portatori d’interesse; attraverso il bilancio sociale, inoltre, l’impresa ha la possibilità di realizzare una sorta di reporting complessivo, in grado di valorizzare la performance complessiva dell’azienda, non limitandosi soltanto agli aspetti economico-finanziari della sua attività.
Il lavoro proposto dal Gruppo di Studio per la statuizione dei principi di redazione del Bilancio Sociale (GBS) ha consentito di riconoscere l’Italia come il primo paese europeo dotatosi di principi di redazione del bilancio sociale.
Il Bilancio di sostenibilità
E’ un documento di sintesi ed integrazione del bilancio sociale ed ambientale14, finalizzato a valorizzare tre dimensioni fondamentali:
➣ Sostenibilità ambientale: capacità di mantenere la qualità e riproducibilità delle risorse
naturali;
➣ Sostenibilità sociale: garantire e promuovere condizioni di benessere e opportunità di crescita nel rispetto dei diritti umani;
➣ Sostenibilità economica: creare reddito, profitti, occupazione.
Si tratta, dunque, di uno strumento di rendicontazione volto ad evidenziare l’insieme delle
prassi economiche, ambientali e sociali attuate da un’impresa.
14 - Il bilancio ambientale è uno
strumento di rendicontazione
volto a evidenziare le interazioni dirette tra impresa e ambiente naturale, attraverso la rappresentazione dei dati quantitativi
e qualitativi circa l’impatto ambientale delle attività produttive nonché dell’impegno economico-finanziario sostenuto
dall’impresa per la protezione
ambientale.
13
■
L’evoluzione delle forme di rendicontazione15
Dimensione economica
Dimensione sociale
BILANCIO SOCIALE
Dimensione ambientale
BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ
Le Linee Guida della Global Reporting Iniziative (GRI) rappresentano uno dei modelli di riferimento maggiormente autorevoli in tema di rendicontazione della sostenibilità.
Esse sono costituite da quattro parti essenziali:
• Introduction and General Guidance, introduzione generale relativa a struttura, applicabilità e
caratteristiche fondamentali delle linee guida;
• Reporting Principles and Practices, identificazione dei principi e pratiche fondamentali per valorizzare dimensioni quali chiarezza, completezza e comparabilità dei report;
• Report Content, relativa alla struttura del report e agli indicatori di performance economica,
sociale ed ambientale; circa un centinaio di indicatori;
• Annexes, selezione di iniziative a supporto della rendicontazione.
15 - Associazione Ambiente e
Lavoro,“Responsabilità sociale e
certificazione sociale delle imprese. Sistemi di gestione, bilanci sociali e di sostenibilità”,
M.Frey, N.Gorla, F.Iraldo, M.Melis
(a cura di), 2004.
14
Il Bilancio degli Intagibles
Il bilancio del capitale intellettuale (intellettual capital report) è un altro strumento di rendicontazione innovativo.
Si tratta di uno strumento di reporting nato negli anni novanta per rispondere alla crescente
importanza assunta dagli asset intangibili nella gestione d’impresa.
Il bilancio del capitale intellettuale presenta alcune analogie con il bilancio sociale ma anche elementi di differenziazione.
Sul piano delle analogie, entrambi gli strumenti si presentano sia come strumenti di comunicazione nei confronti degli stakeholder (valenza esterna), sia quali elementi con una valenza interna allo stesso sistema organizzativo: non hanno semplicemente un ruolo informativo ma possono concorrere ad accrescere la competitività aziendale16.
Entrambi i modelli contengono informazioni circa le persone che agiscono all’interno dell’azienda ma presentano chiavi interpretative differenti: nel bilancio sociale le risorse umane, in qualità
di membri della collettività, vengono considerate quali destinatari delle attività aziendali nel bilancio di capitale intellettuale, invece, le persone sono i principali generatori di valore aziendale.
Tra gli elementi distintivi si annoverano, ad esempio, le finalità di redazione dei Bilanci: quello sociale contiene dati ed informazioni relativi alle modalità d’azione dell’azienda, con l’obiettivo di
rendicontare il comportamento della stessa sul piano della sostenibilità.
Finalità primaria del Bilancio di capitale intellettuale è, invece, evidenziare il ruolo degli asset intangibili dell’azienda “…nelle dinamiche di generazione di valore, mirando in tal senso a visualizzare le fonti capaci di garantire continuità e coerenza a tale processo, con un orientamento prevalentemente orientato al futuro” (Dossier Ambiente).
Anche gli interlocutori cui entrambi i bilanci si rivolgono sono differenti: quello sociale si rivolge
alla collettività intesa in senso lato, mentre il bilancio di capitale intellettuale ad un pubblico maggiormente ristretto e selezionato (in particolare: azionisti, potenziali investitori, analisti finanziari).
Il Codice Etico
Un altro strumento che può accompagnare il Bilancio Sociale è il Codice Etico , la “carta dei diritti e doveri morali” dell’impresa, volta a identificare la responsabilità etico-sociale di ciascun attore dell’organizzazione aziendale.
17
Definendo in modo chiaro le responsabilità etiche e sociali di tutti i portatori d’interesse che agiscono nel contesto aziendale (dirigenti, quadri, dipendenti…), il codice consente di prevenire
eventuali comportamenti illeciti o irresponsabili.
“Quale strumento di implementazione dell’etica all’interno dell’azienda, la sua funzione primaria è quella di garantire la gestione equa ed efficace delle transazioni e delle relazioni umane,
in modo da sostenere la reputazione dell’impresa e creare fiducia verso l’esterno18”.
16 - “…attraverso un corretto
utilizzo da parte del management delle informazioni riguardanti gli asset intangibili o l’impatto socio-ambientale dell’azienda” (Dossier Ambiente , Responsabilità Sociale e Certificazione Sociale delle Imprese).
17 - A differenza del Bilancio Sociale rivolto, prevalentemente, al
controllo delle politiche aziendali,il Codice Etico è centrato,soprattutto, sui comportamenti individuali.
18 - Associazione Ambiente e
Lavoro,“Responsabilità sociale e
certificazione sociale delle imprese. Sistemi di gestione, bilanci sociali e di sostenibilità”,
M.Frey, N.Gorla, F.Iraldo, M.Melis
(a cura di), 2004.
15
Dal punto di vista strutturale ciascun codice prevede:
19 - Interessante notare che “l’Italia figura al primo posto nel
mondo per numero di certificazioni (52 su un totale di 258 ovvero il 18.25% all’ottobre 2003),
seguita da Cina con 45, Brasile
39,India 29,Vietnam 23,Pakistan
20 - Il CEPAA - emanazione del
CEP (Council of Economic Priorities), istituto di ricerca fondato
nel 1969 allo scopo di fornire a
tutti gli investitori e consumatori strumenti informativi in grado
di analizzare le performance sociali delle aziende - , è un’organizzazione no-profit istituita nel
1997, con sede negli Stati Uniti.
Nel 2000 si è trasformato in SAI
(Social Accountability International).
Dal punto di vista organizzativo
il SAI risulta composto da un organismo direttivo formato da tre
persone (Board of Directors) e
un comitato consultivo (Advisory Board) impegnato direttamente nella stesura di SA8000.
SAI ha il compito di elaborare,
aggiornare, diffondere la norma
SA8000; accreditare gli organismi di certificazione e formazione su SA8000; realizzare corsi
formativi rivolti ai valutatori di sistemi SA8000.
16
• definizione dei principi etici generali, recanti la mission aziendale e le modalità per una sua corretta attuazione;
• le norme etiche per la strutturazione di adeguate relazioni tra impresa e stakeholder;
• gli standard etici di comportamento (principi di legittimità morale, equità, tutela della persona,
trasparenza…);
• le sanzioni interne previste in caso di violazione delle norme del Codice;
• gli strumenti attuativi dello stesso.
Ad un Comitato Etico spetta il compito di attuare i principi contenuti nel Codice, oltre che
diffondere la conoscenza e comprensione dello stesso all’interno della realtà aziendale.
Standard SA 8000
Il Social Accountability 8000 (SA8000) è il primo standard diffuso a livello internazionale in tema di responsabilità sociale aziendale19.
Concerne il rispetto dei diritti umani e, in particolare, dei lavoratori; la tutela contro lo sfruttamento minorile; le garanzie di sicurezza e salubrità dei contesti lavorativi.
Lo standard SA8000 nasce nel 1997, su iniziativa del CEPAA20 (Council of Economical Priorities
Accreditation Agency); nel 2001 viene aggiornato dal SAI.
Si tratta di una normativa certificabile da Organismi Terzi, in grado di assicurare il rispetto dei
diritti umani fondamentali nella realizzazione delle attività produttive.
Una delle caratteristiche fondamentali della SA8000 è la sua flessibilità: tale standard, infatti,
può essere applicato sia nei Paesi in via di sviluppo, sia in quelli industrializzati; all’interno di
aziende di ogni dimensione (piccole, medie, grandi imprese); da Enti del settore privato e pubblico e in qualsiasi settore merceologico, ad eccezione di quello delle industrie estrattive.
La struttura di SA8000 prevede il rispetto di otto requisiti sociali specifici:
• lavoro minorile: inteso come impegno delle aziende a non ricorrere al lavoro infantile, realizzazione di una comunicazione efficace rivolta al personale interno e alle parti sociali interessate, circa la politica e le eventuali procedure di rimedio per i minori trovati a lavorare in condizioni contrarie alle prescrizioni legislative in materia nonché determinazione di un adeguato supporto
per consentire ai bambini la frequenza continua della scuola fino al raggiungimento dell’età lavorativa
• lavoro forzato: divieto di ricorrere a qualunque forma di lavoro obbligato o forzato
• salute e sicurezza dei lavoratori: garanzia di un luogo di lavoro sicuro, anche attraverso la realizzazione di misure adeguate per prevenire incidenti e danni fisici
• libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva: non ostacolare i lavoratori che abbiano intenzione di aderire ad un’associazione sindacale e non realizzare azioni discriminatorie nei
confronti dei rappresentanti sindacali; proporre un orario di lavoro conforme alle leggi vigenti
• discriminazione: divieto di attuare qualsiasi forma discriminatoria in relazione a razza, ceto sociale, sesso, origine nazionale, religione, età, appartenenza sindacale o affiliazione politica
• procedure disciplinari: l’azienda non deve utilizzare né favorire punizioni corporali, coercizione
mentale o fisica, violenza verbale; va al contrario valorizzato un atteggiamento di rispetto nei
confronti dell’integrità mentale, emotiva e fisica di ciascun lavoratore
• orario di lavoro: necessità di conformarsi all’orario lavorativo previsto dalle leggi vigenti del Paese di riferimento e dagli standard dell’industria; in generale non è possibile impiegare un lavoratore per più di 48 ore settimanali
• livello salariale minimo: garantire il rispetto dei minimi retributivi previsti, seguendo il principio
per cui il salario deve soddisfare i bisogni essenziali e rendere disponibile una parte di reddito aggiuntiva.
Accanto a questi requisiti sociali c’è un ulteriore criterio definito “sistema di gestione” che prevede l’adozione di un sistema di gestione della responsabilità sociale orientato al miglioramento
continuo (politica, esame periodico della direzione, nomina di un rappresentante aziendale di alto livello, pianificazione dell’applicazione, controllo dei fornitori, azioni correttive, comunicazione
esterna, accesso per verifica, documentazione).
Elemento importante dello standard è l’interesse al costante miglioramento e alla prevenzione:
• miglioramento delle condizioni generali di lavoro
• miglioramento delle condizioni retributive
• promozione della scolarità infantile
• rimozione di qualunque forma discriminatoria sul luogo di lavoro nonché abusi fisici e altre
forme di pressione
• promozione della libertà associativa
• incremento della sicurezza dei lavoratori
La certificazione SA8000 funziona secondo il seguente schema21:
• attività di preparazione alla certificazione: l’impresa deve nominare un manager responsabile dell’implementazione di SA8000 (solitamente un esperto dei sistemi di auditing)
21 - A.M. Chiesi, A. Martinelli, M.
Pellegatta, Il Bilancio Sociale, Il
Sole 24Ore, Milano, 2000.
17
• implementazione: fase che include attività quali la formazione dello staff e l’elaborazione scritta
di procedure aziendali per ottenere la conformità allo standard
• pre audit: prima di iniziare l’audit vero e proprio, che può essere svolto unicamente da enti esterni accreditati dal CEPAA, è bene che l’impresa svolga al proprio interno una simulazione per comprendere se è in grado di ottenere la certificazione ed eventualmente mettere in atto azioni correttive
• audit: un team dell’ente certificatore esterno verifica l’osservanza dei requisiti SA8000 e richiede
eventuali azioni correttive al fine del rilascio della certificazione
• sorveglianza e monitoraggio: una volta ottenuta la certificazione l’impresa è tenuta a mantenere
un sistema manageriale di gestione di SA8000 finalizzato al miglioramento continuo
• miglioramento continuo: gli enti certificatori intraprendono azioni di controllo periodico per assicurare che i requisiti dello standard siano sempre rispettati
Esistono tipi diversi di verifica:
• Verifica di prima parte: caso in cui un’Organizzazione verifica il proprio sistema di responsabilità sociale; è il caso in cui un’azienda decide di realizzare un’audit interno per verificare la propria
conformità a SA8000 prima che si realizzi una verifica dell’Organismo di Certificazione;
• Verifica di seconda parte: situazione in cui una Organizzazione verifica i propri fornitori e subappaltatori; ad esempio quando un’azienda che commercia prodotti a proprio marchio effettua
una verifica di conformità sugli standard SA8000 rivolta all’azienda manifatturiera o a quella di
assemblaggio;
• Verifica di terza parte: quando un’Organizzazione richiede volontariamente di essere sottoposta a certificazione da parte di un Organismo esterno ed indipendente accreditato22 dal SAI, che
sia competente per lo svolgimento di verifiche ed il rilascio di certificazione SA8000.
22 - L’Accreditamento è quel
processo che consente il riconoscimento da parte di SAI della competenza degli enti di certificazione
23 - CISE, Guida alla Responsabilità Sociale. La norma
SA8000:2001, Forlì, 2003
18
Sul piano legislativo, la norma SA8000 richiama una serie di documenti internazionali che devono essere rispettati dall’Organizzazione che intende certificarsi23:
• Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU.
• Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia dell’ONU.
• Convenzione delle Nazioni Unite per eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne.
• Convenzioni e raccomandazioni dell’ILO (International Labour Organization) sul lavoro obbligato e vincolato, libertà associativa, diritto alla contrattazione collettiva, parità di retribuzione per
lavoratori e lavoratrici a parità di valore del lavoro, riabilitazione professionale e impiego delle
persone disabili, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, lavoro obbligato e vincolato, convenzione
dei rappresentanti dei lavoratori, età minima e raccomandazioni, sicurezza e salute sul lavoro, riabilitazione professionale e impiego delle persone disabili, lavoro a domicilio, forme peggiori di lavoro minorile.
• Leggi vigenti del paese di riferimento.
• Eventuali requisiti sottoscritti dall’azienda e pertanto vincolanti.
Nel dicembre 2001 la normativa SA8000 è stata sottoposta ad un processo di revisione.
Si sono realizzate alcune modifiche di natura strutturale e contenutistica e si sono rafforzati i
principi ispiratori del documento.
Tra le principali innovazioni si possono annoverare:
• L’introduzione di due nuove Convenzioni Internazionali in materia di Diritti del Fanciullo e Discriminazione delle Donne.
• L’estensione dell’area di applicazione della norma stessa, attraverso l’inserimento, tra i possibili
beneficiari dell’applicazione dello standard, dei lavoratori a domicilio, precedentemente esclusi.
• La realizzazione di una definizione chiara di lavoro obbligatorio e l’inserimento, quale parametro
indicativo di possibili azioni discriminatorie, dell’età di un soggetto, inizialmente non citata.
• La riformulazione di alcune definizioni della sezione orario di lavoro, finalizzata a chiarire dubbi
interpretativi sorti durante l’applicazione, legati soprattutto al lavoro straordinario.
• L’accento sull’importanza dei controlli che l’organizzazione deve realizzare sulla catena dei fornitori nonché la loro estensione anche ai subfornitori.
Standard AA – Accountability1000
Si tratta di uno standard di processo per la rendicontazione sociale, emanato nel 1999 dall’ISEA
(Institute for social and ethical accountability).
Lo standard AA 1000 può essere utilizzato dalle organizzazioni o per implementare ex novo un
sistema di gestione etico-sociale oppure per misurare la qualità del proprio metodo di rendicontazione24.
Tale percorso prevede diverse fasi:
• planning: definizione dei valori e obiettivi etico-sociali dell’organizzazione nonché identificazione degli stakeholder
24 - A.Beda, R.Bodo La responsabilità Sociale d’Impresa. Strumenti e strategie per uno sviluppo sostenibile dell’economia, Il
Sole 24 ORE, Milano, 2004
19
• accounting: determinazione di un accurato sistema di raccolta delle informazioni significative per
la misurazione della performance etico-sociale dell’organizzazione
• reporting: redazione di un documento che consenta all’impresa di comunicare la propria performance etico-sociale all’intera platea degli stakeholder
• auditing: momento di verifica da parte di un soggetto terzo del processo di raccolta delle informazioni nonché dell’accuratezza e completezza di quanto pubblicato nel rapporto sociale.
Elemento fondamentale è il coinvolgimento attivo di tutti i portatori di interesse (si parla al
proposito di stakeholder engagement) capace di creare valore aggiunto all’intero processo di
rendicontazione etico-sociale.Tale condizione consente all’organizzazione di realizzare dimensioni di consenso, fiducia, nonché migliorare i processi decisionali, anticipare e prevenire eventuali conflitti.
Per raggiungere tali risultati è necessario adottare un criterio di massima trasparenza nella
strutturazione dei rapporti e delle relazioni, evitando unidirezionalità di informazione, ma promuovendo, al contrario, la libera espressione dei numerosi portatori d’interesse senza rischi di
sanzione o restrizioni.
Il modello AA1000 si è evoluto nel tempo fino a trasformarsi in AA1000S (Accountability 1000
Series) che ne completa e rafforza le linee guida.
Standard OHSAS 18000
Lo standard OHSAS (occupational health and safety management systems), è stato introdotto
nel 1999.
Si tratta di una norma riconosciuta a livello internazionale, relativa alla tutela della sicurezza
e salubrità dell’ambiente di lavoro. Obiettivo principale è, infatti, chiarire quali requisiti un’azienda debba possedere per dotarsi di un ottimo sistema circa la gestione della sicurezza sul
lavoro.
L’organizzazione valorizza un comportamento orientato alla sicurezza ed integrato all’interno
dei processi aziendali, basato su un’iniziativa autonoma e sull’autoresponsabilità, per il raggiungimento di risultati significativi.
20
Iso25 26000
Si tratta di una norma internazionale in tema di responsabilità sociale la cui pubblicazione è
prevista per il 2008. Dal 7 all’11 marzo scorso a Salvador de Bahia (Brasile) si è svolta una riunione cui hanno partecipato più di 300 delegati provenienti da 43 paesi membri ISO (di cui
buona parte paesi in via di sviluppo), oltre a numerosi osservatori della comunità internazionale, al fine di garantire la più ampia partecipazione possibile alla futura norma da parte di coloro che sono interessati alle tematiche di responsabilità sociale.
Quadro di riferimento complessivo degli standard sulla RSI
Codici e principi
(ONU – OCSE)
Governance
(OCSE)
Sistemi di
Gestione
(ISO – EMAS)
Standard di
Performance
(SA8000)
Standard di
Reporting
(GRI, AA1000; GBS)
Standard di verifica esterna
(AA1000S)
Fonte: Global Reporting Initiative
25 - ISO (International Organization for Standardization).
21
Glossario
Accountability
GRI
Responsabilità, attendibilità; indica l’utilizzo di strumenti adeguati per la rendicontazione, attraverso i quali l’impresa ha la possibilità di far conoscere ai propri interlocutori i valori e le attività da cui
origina ed in cui si esplicita la propria strategia di responsabilità
sociale
Strumento finalizzato a monitorare, rendicontare e comunicare la
gestione socialmente responsabile delle imprese.
E’ rivolto a tutti gli stakeholder (portatori di interesse) con i quali
va condiviso anche al fine di determinare verifiche ed elaborare
nuovi obiettivi.
La Global Reporting Initiative, nasce nel 1997 su azione congiunta
tra la CERES (Coalition for Enviromentally Responsible Economies
– Coalizione per le economie ambientalmente responsabili) ed il
Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, allo scopo di migliorare qualità, rigore, utilità dei report di sostenibilità.
Su iniziativa della GRI vengono pubblicate le Linee Guida sul Reporting di Sostenibilità (Sustainibility Reporting Guidelines), destinate all’uso volontario da parte di imprese che intendano
diffondere dati circa le dimensioni economiche, ambientali, sociali delle loro attività, prodotti e servizi; obiettivo delle Linee Guida è
assistere le organizzazioni e gli stakeholder nella definizione del
loro contributo allo sviluppo sostenibile.
Capitale umano
ILO (International Labour Organisation)
La conoscenza, le abilità, le competenze, gli attributi che gli individui possiedono, in grado di promuovere la creazione di benessere personale, sociale ed economico.
Ha un ruolo chiave nel successo economico di individui e nazioni.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro, con sede a Ginevra, è
un’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite che persegue la promozione della giustizia sociale ed il riconoscimento universale dei
diritti umani nel lavoro.
L’ILO elabora, sotto forma di Raccomandazioni e Convenzioni, le
norme internazionali in materia di lavoro.
Bilancio sociale
Corporate governance
Governo d’impresa; il Libro Verde lo definisce come “l’insieme delle relazioni tra dirigenti, amministratori, azionisti e altri stakeholder dell’impresa”.
CSR Forum
Ispirato al modello dell’European Multistakeholder Forum ha come compiti principali il presidio dei processi di raccolta, valutazione, validazione, verifica e monitoraggio del social statement, nonché l’individuazione di progetti specifici che possono essere finanziati dal Fondo SC.
CSR – SC
Progetto del Ministero del Welfare, promosso al fine di diffondere
una cultura della responsabilità all’interno del sistema imprenditoriale.
Attori principali di tale progetto sono le imprese, il Ministero e il
CSR Forum.
Fondo SC
Costituito nell’ambito del Bilancio dello Stato per supportare progetti definiti quali priorità secondo il Piano di Azione Nazionale,
ovvero quelle politiche di governo che consentono di implementare le Linee Guida decise a livello europeo in una determinata
area di intervento
GBS
Gruppo di Studio per la statuizione dei principi di redazione del
bilancio sociale nato nel 1998 ed impegnato attivamente nella
stesura dei “Principi di redazione del bilancio sociale”, documento
finalizzato a fornire informazioni sugli effetti sociali connessi alle
scelte delle aziende oltre che ad evidenziare le caratteristiche del
bilancio sociale, strumento di rendicontazione che consente alle
singole aziende di realizzare una strategia comunicativa trasparente.
22
Intangibile asset
Insieme di elementi, connessi al concetto di responsabilità sociale, di difficile misurazione; sono aspetti fondamentali per la determinazione di benefici qualitativi in una prospettiva di lungo termine. Tra essi possiamo, ad esempio, annoverare la crescita delle
motivazioni del personale di un’azienda, la commercializzazione
dei prodotti e servizi di elevato valore socio-ambientale, la riduzione della conflittualità con gli stakeholder ecc. .
Tutti questi elementi possono avere ricadute significative sull’immagine e reputazione aziendale.
Q- Res
Progetto sulla qualità della responsabilità sociale d’impresa avviato nel 1999 e promosso dal Centre of Ethics, Law and Economics –
Università C. Cattaneo di Castellanza.
Il progetto è finalizzato alla determinazione di uno standard di
qualità della responsabilità etico/sociale d’impresa.
SA 8000
Standard internazionale di certificazione che concerne: il rispetto
dei diritti umani e dei lavoratori, la tutela contro qualunque forma
di sfruttamento minorile e la determinazione di luoghi di lavoro
salubri e sicuri.
Tale normativa nasce nel 1997 su iniziativa del CEPAA (Council of
Economical Priorities Accreditation Agency), organizzazione che
si propone di rendere le imprese socialmente responsabili.
La SA8000 prevede il rispetto di alcuni requisiti specifici: lavoro infantile, lavoro obbligato, salute e sicurezza, libertà associativa e di
contrattazione, discriminazione, procedure disciplinari, orario di
lavoro, remunerazione, sistemi di gestione.
Sistemi di gestione ambientale
Si riferiscono al complesso delle ISO 14000 e allo standard EMAS
(European Eco- management and Audit Scheme).
Le norme ISO 14000 sono finalizzate a migliorare la gestione della variabile ambientale all’interno dell’impresa.
Per ottenere la certificazione EMAS è, invece, necessario: effettuare l’analisi ambientale iniziale, formulare una propria politica ambientale, definire un programma ambientale, attuare il sistema di
gestione ambientale, effettuare la verifica e redigere una dichiarazione ambientale rivolta al pubblico.
Social Statement
Strumento volontario di autovalutazione e rendicontazione dei
comportamenti sociali ed ambientali delle imprese; è diretto ad
accrescere la consapevolezza delle imprese in tema di RSI e a definire un modello di rendicontazione chiaro per misurare le
performance sociali ed ambientali di tutti gli stakeholder.
Sostenibilità
Linea di riferimento significativa per la Responsabilità Sociale; è finalizzata a “garantire uno sviluppo che valorizzi le necessità del
presente senza però compromettere quelle delle generazioni future” (World Commission of Environment & Development).
Stakeholder
Individui, comunità, organizzazioni, interni e/o esterni all’impresa,
che influenzano o sono influenzati dalle scelte strategiche dell’organizzazione.
Si considerano stakeholder tutti coloro che hanno un interesse
legittimo nei confronti dell’impresa stessa.
Un’azienda socialmente responsabile promuove il coinvolgimento attivo dei portatori di interesse nella assunzione delle decisioni nonché condivisione di obiettivi e risultati raggiunti.
Triple Bottom Line
“Triplice approccio”: indica la necessità di misurare le performance aziendali valorizzando, in un’ottica integrata, tre dimensioni
fondamentali: economica, sociale ed ambientale.
www.csreurope.org
www.orsadata.it
Siti internet da
consultare
www.sodalitas.it
www.unglobalcompact.org
www.welfare.gov.it
www.fabricaethica.it
www.lavoroetico.org
www.mariomazzoleni.com
www.uni.com
www.bilanciosociale.it
www.gruppobilanciosociale.org
www.sa-intl.org
23
Bibliografia
A. Beda, R. Bodo, La responsabilità Sociale d’Impresa. Strumenti e strategie per uno sviluppo sostenibile dell’economia, Il Sole
24 ORE, Milano, 2004
M. Molteni, Responsabilità sociale e performance d’impresa, per una sintesi socio-competitiva, Vita e Pensiero, Milano, 2004
M. Magatti, M. Monaci, L’impresa responsabile, Bollati Boringhieri Editore, 1999
A.M. Chiesi, A. Martinelli, M. Pellegatta, Il Bilancio Sociale. Stakeholders e Responsabilità Sociale d’Impresa, Il Sole 24Ore, Milano,
2000
CISE, Guida alla Responsabilità Sociale. La norma SA8000:2001, Forlì, 2003
L. Sacconi, Economia, etica, organizzazione. Il contratto sociale dell’impresa, Edizioni Laterza, Bari, 1997
L. Sacconi (a cura di), Guida critica alla responsabilità sociale e al governo d’impresa, Bancaria Editrice, Roma, 2005
A.A.V.V., Lavoro e Diritto – La responsabilità Sociale d’Impresa 1/2006, Il Mulino, Bologna
M. Frey, N. Gorla, F Iraldo, M.Melis (a cura di), Responsabilità sociale e certificazione sociale delle imprese , Dossier Ambiente
,Associazione ambiente e lavoro
Atti del seminario “La responsabilità sociale dell’impresa: fattore di sviluppo e coesione sociale”, a cura della Provincia di
Piacenza
Commissione delle Comunità Europee, Libro Verde – Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle
imprese, luglio 2001
Commissione delle Comunità Europee, Responsabilità sociale delle imprese: un contributo delle imprese allo sviluppo
sostenibile, luglio 2002
Gruppo di Studio per il bilancio sociale, Principi di redazione del Bilancio Sociale, ADNKronos, Milano, 2001
L. Gallino, L’impresa irresponsabile, Einaudi, Torino, 2005
G. Manzone, La responsabilità dell’impresa. Business Ethics e Dottrina sociale della Chiesa in dialogo, Queriniana, Brescia, 2002
Pubblicazione curata dal
Servizio Mercato del Lavoro e Formazione
Realizzazione: Giulia Botti
Per informazioni :
Servizio Mercato del Lavoro e Formazione
Paola Baldini
Borgo Faxhall – Piazzale Marconi
29100 PIACENZA
Tel. 0523 795770
e mail: [email protected]
24
PROVINCIA
DI PIACENZA
ASSESSORATO SISTEMA SCOLASTICO E FORMATIVO,
LAVORO, INIZIATIVE ISTITUZIONALI PER LA PACE
LA RESPONSABILITÀ
SOCIALE D’IMPRESA:
cenni introduttivi
PROVINCIA DI PIACENZA
ASSESSORATO SISTEMA SCOLASTICO E FORMATIVO,
LAVORO, INIZIATIVE ISTITUZIONALI PER LA PACE
Progetto realizzato a seguito del “Protocollo d’intesa interistituzionale per la promozione
della sicurezza, regolarità e qualità del lavoro “ sottoscritto il 16 maggio 2005 da Provincia,
Prefettura , Direzione Prov. Lavoro, INAIL, INPS, ASL, C.C.I.A.A.
PROVINCIA
DI PIACENZA
ASSESSORATO SISTEMA SCOLASTICO E FORMATIVO,
LAVORO, INIZIATIVE ISTITUZIONALI PER LA PACE
LA RESPONSABILITÀ
SOCIALE D’IMPRESA:
cenni introduttivi
PROVINCIA DI PIACENZA
ASSESSORATO SISTEMA SCOLASTICO E FORMATIVO,
LAVORO, INIZIATIVE ISTITUZIONALI PER LA PACE
Progetto realizzato a seguito del “Protocollo d’intesa interistituzionale per la promozione
della sicurezza, regolarità e qualità del lavoro “ sottoscritto il 16 maggio 2005 da Provincia,
Prefettura , Direzione Prov. Lavoro, INAIL, INPS, ASL, C.C.I.A.A.
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libretto cenni - Provincia di Piacenza