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CARO BABBO NATALE
il nuovo libro sullo
zuccherificio di legnago
di M. De Carli
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Francesco Occhi nasce a Verona nel 1961. Laureato in Giurisprudenza e studioso di storia locale, Giornalista Pubblicista dal 1990, collabora con varie testate giornalistiche sia
locali che nazionali ed è direttore responsabile di alcune di
esse. Dopo una lunga esperienza in Cariverona e presso la
Fondazione Cariverona, dal 2008 lavora presso CereaBanca
1897. È socio del Rotary Club di Legnago dal 1998, e vice
presidente dell’associazione “Il Basso Adige” e membro direttivo del Consorzio Pro Loco Basso Veronese. Esperto di storia locale, ha pubblicato
da solo o con altri autori, circa 50 tra libri e saggi sul territorio ricevendo anche
attestati e riconoscimenti come il premio giornalistico “Elzeviro d’Oro” (1995);
un’attestazione al premio “Aurelio Piva”, (Associazione vicentina della stampa)
(1997); un riconoscimento al concorso dedicato alla promozione del territorio a
Sidney (Australia) nel 2001 con la cartina turistica “Tra l’Adige e il Tartaro”; il
primo premio assoluto nel Concorso internazionale “Atheste 2003” con il libro “A
pelo d’acqua” e il secondo premio assoluto nel 2004 sempre alla stessa manifestazione con il libro “Badia Polesine, Antiche memorie”; il “Premio Carpanea” nel
2005 e, sempre in quell’anno, il premio “Torrione d’Oro”. Ha inoltre ricevuto un
premio internazionale quale miglior libro artistico nel concorso Atheste 2006 con il
libro “I segreti di ville, palazzi e case a corte nel legnaghese” e, nel 2009, il “Premio
regionale Pro Loco 2008”.
È stato ed è ancora oggi membro di varie commissioni letterarie e di poesia tra
le quali: Concorso letterario internazionale “Mario Donadoni”; premio “Elzeviro
d’Oro”; “Premio Giulietta”; “Premio Maria Callas”; Premio Angiolo Poli”, “Premio
Olga Visentini”, “Premio Scala d’Oro”, “Premio Tradizione veneta”, “Premio Giovani Talenti”, “Concorso Teatro in famiglia”, “Premio Il Basso Adige”.
È presidente del Concorso letterario Internazionale in lingua Veneta “Mario Donadoni” a Bovolone (Vr) e del Concorso “Teatro in famiglia” a Villa Bartolomea (Vr).
Tra le pubblicazioni di rilievo, una collana di 9 volumi sul territorio scritta con
Augusto Garau e presentata in due edizioni di “Librar Verona”, la collaborazione
con il Touring Club d’Italia, e con l’Ente Regionale Ville Venete, varie pubblicazioni
commissionate dall’Amministrazione Provinciale di Verona ed altre da Enti locali.
Le ultime sue fatiche editoriali sono state i libri: “I nostri Paesi a Volo d’Angelo”,
“Padre Orfeo Mantovani, ringraziando ti benedice”, “L’Ospedale Mater Salutis di
Legnago” e “Tracce di Paesaggio” quest’ultimo il nono volume di una collana che
racconta la storia del territorio veneto e lombardo (Verona, Rovigo, Padova e Mantova le province coinvolte) realizzati con il patrocinio della Regione del Veneto e
della Provincia di Verona. Dal 1976 Francesco Occhi vive a Castagnaro in provincia
di Verona con la moglie Patrizia ed i figli Marco e Laura.
di A. Costantini
Pag. 3
di G. Galetto
Si chiama “Lo zuccherificio a Legnago, una storia da
non dimenticare” il bel libro
che sarà presentato giovedì
19 dicembre nella nuova sala
convegni della Fondazione
Fioroni di Legnago. Un’opera
bella, ricca di immagini ma
anche di ricordi che vuole non
Lo zuccherificio
a Legnago
far dimenticare, come appunto
una storia da non dimenticare
dice il titolo del volume, questa grande ed innovativa realtà che per 70 anni è stata
il motore trainante di tutta l’economia del territorio.
Un lavoro curato e coordinato dallo storio e studioso
Francesco Occhi che è stato coinvolto in questa appassionante ricerca da Claudio Bariani, Cesare Leoni, Gino
Grigolato e Odorico Faccenda, tutti ex dipendenti dello
stabilimento legnaghese i quali con i loro ricordi, le loro
testimonianze, la loro volontà hanno voluto dare alle
stampe un lavoro che ricordasse la presenza di questo
complesso a Legnago affinché la memoria di un grande
e moderno stabilimento andasse perduta, consegnandola così ai posteri.
Il libro, stampato in un formato elegante e ricco di
immagini, sia della Legnago di un tempo, ma, soprattutto dello stabilimento legnaghese, una rarità recuperata
dall’archivio storico e concesso per l’occasione a Bariani, Grigolato, Leoni e Faccenda.
“è stato piacevole e costruttivo partecipare a questo
gruppo di lavoro che ha avviato una (continua a pag. 4)
Con il contributo di
Lo zuccherificio a Legnago, una storia da non dimenticare
La situazione attuale in Italia è drammatica e preoccupante: disoccupazione elevata, servizi inesistenti, criminalità in aumento, tassazione insostenibile ecc. ecc. E anche la natura, aiutata da ciò che
l’uomo fa o non fa, sembra essersi ribellata. E allora
che fare? Dibattiti, talk show, pagine di giornali, fiumi di parole che non servono a nulla. Tutti pronti
con la soluzione in tasca e a portata di mano: siamo
stanchi di parole servono fatti (e non tasse!).
Le riforme ed i provvedimenti necessari per una
effettiva ripresa economica non sono stati adottati.
La legge elettorale non è stata cambiata. I costi della
politica non sono diminuiti. Ci sono tantissimi enti
statali e parastatali, commissioni di esperti che non
servono a nulla se non ad assicurare un posto agli
esclusi dalle elezioni o ad amici e parenti. Molti dirigenti pubblici hanno stipendi stratosferici (ben oltre
il tetto virtuale dei 300.000 euro) e godono di moltissimi privilegi e servizi per sè e per i propri familiari.
In effetti si è fatto solo un grande tam tam mediatico
con processi, liti tra avversari di partiti diversi ma
anche tra membri dello stesso partito: un teatrino, ad
arte , per mascherare la realtà.
La parte produttiva del Paese è stata bloccata mentre quella improduttiva continua a vivere da parassita. I sacrifici chiesti agli italiani non sono distribuiti
in egual misura e soprattutto non sono risolutivi ma
servono a tamponare l’emergenza e ad impoverire
ulteriormente la gente comune.
I giovani fuggono all’estero per trovare un lavoro
e gli anziani per poter sopravvivere con una pensione minima. (continua a pag. 3)
LA SCELTA DI
NELSON MANDELA
“SALIERI DANZA”
UNA ECCELLENZA
DI LEGNAGO
di G. Galetto
Pag. 4
UN PAESE
CAPOVOLTO
Francesco occhi
associazione culturale
di A. Panziera
Pag. 6
CAPOVERDE
CORNER
di F. Galetto
Pag. 7
INCONTRI CON
L’AUTORE
AL CASTELLO
di C. R.
Pag. 11
Nuovo inno
per il legnago
di A. N.
Pag. 19
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Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
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LA SCELTA DI NELSON MANDELA
Non è mia intenzione fare il bastiancontrario a tutti i costi, il Pierino
che nel generale cordoglio e nella comune celebrazione di un eroe va
a cercare sempre il pelo nell’uovo, tutt’altro. A mio parere però, nelle
numerose e talora stucchevoli commemorazioni di Nelson Mandela, è
mancato un elemento fondamentale.
Premessa. Che sia stato un personaggio dotato di un fortissimo carisma
è indubbio, ma se è per questo, non sono mancate nella storia figure di
leader capaci di conquistarsi largo consenso e diffusa popolarità, che però
al lato pratico hanno combinato disastri o commesso crimini.
Sul fatto che sia stato importante il suo contributo alla pacificazione
dopo la fine dell’apartheid siamo tutti d’accordo, anche se, per giustizia,
bisogna ricordare che altrettanto realismo si ebbe dall’altra parte.
Che poi il nuovo Sudafrica sia diventato veramente la Nazione
Arcobaleno, il regno dell’uguaglianza e della fraternità, non lo so, per
mancanza di conoscenza diretta, ma a quello che ne sento dire, tenderei
a escluderlo.
Infine, se Mandela non si discute come persona, qualche riserva sui
suoi eredi, nel senso stretto di parentela, ma anche inteso come militanza
politica, credo si possa avanzare. E la caratteristica del vero Capo, come
aveva notato Machiavelli nei suoi Discorsi sopra la prima Deca di Livio,
dovrebbe essere quella di saper lasciare dopo di sé un organismo vitale,
che non necessiti più di una guida eccezionale.
Il problema storico che propongo, però, prescinde da queste
considerazioni. In parole povere, mi chiedo: quali alternative si
prospettavano a Mandela, una volta giunto alla conclusione che il potere
dei bianchi si stava ormai disgregando? Quando infatti un politico è
chiamato a prendere una decisione che, col senno di poi, sarà considerata
dai posteri saggia e magnanima, ovvero folle e scellerata, lo storico si
deve chiedere per prima cosa quali fossero le altre opzioni in campo,
del tipo: il Giappone poteva scegliere di non attaccare gli Stati Uniti nel
1941? Poteva l’Austria-Ungheria, nel 1914, evitare di dichiarare guerra
alla Serbia? Potevano le Colonie Americane rimandare la dichiarazione
d’Indipendenza del 1776?
Sappiamo che i fatti sono andati in un certo modo, e pertanto la
controprova di quello che sarebbe successo se avessero intrapreso una
strada differente non l’avremo mai, ma sul piano morale e su quello
del giudizio storico è importante distinguere l’operato di un politico
costretto a prendere una certa decisione da quello di chi invece era libero
di valutare e scegliere percorsi alternativi che fossero realisticamente
praticabili.
Davanti a Mandela – comprendendo ovviamente l’intera leadership
anti-apartheid che a lui faceva capo - le possibilità erano sostanzialmente
quattro.
La prima era quella di scegliere una lotta non-violenta di tipo gandhiano,
trattare a oltranza con il Governo su ogni punto presentando richieste
ragionevoli, soddisfatte le quali se ne sarebbero avanzate di ulteriori,
e intanto sollecitare una pressione internazionale sul Sudafrica tale da
indurlo a sempre nuove trattative. Era ovviamente un programma a lunga
scadenza, che però avrebbe dato il tempo alla maggioranza nera di darsi
dei leader credibili, crearsi una élite intellettuale sfruttando il sistema
universitario esistente, ma anche tecnici, uomini d’affari, amministratori,
pronti ad affiancare o eventualmente addirittura sostituire i bianchi
quando fosse accaduto l’inevitabile, ossia il crollo dell’apartheid. Questo
percorso avrebbe forse portato buoni risultati, ma aveva il difetto di essere
inaccettabile all’interno del suo partito, e forse nemmeno la maggioranza
dei neri sudafricani l’avrebbe seguito su questa linea. E un leader tutto
può fare, tranne giocarsi il suo seguito.
La seconda opzione sul tavolo era la spartizione pura e semplice del
Sudafrica su base etnica, una scelta traumatica che avrebbe innescato
conflitti a non finire, anche perché le razze sono troppo mescolate sul
territorio per realizzare una separazione pacifica e consensuale, per
intenderci, di tipo ceco-slovacco.
La terza alternativa era quella di una guerra razziale per realizzare
il dominio della maggioranza nera e cacciare i bianchi o comunque la
maggioranza di loro dal Sudafrica. Al di là della considerazione storica
che gli afrikaner, i discendenti degli antichissimi coloni olandesi e
ugonotti, sono arrivati nel XVII secolo, prima ancora delle grandi
migrazioni dei neri bantu, che sarebbe come se gli immigrati italiani ed
ebrei si accordassero con i pellerossa per espellere dagli Stati Uniti gli
abitanti di origine inglese, c’era l’esempio di diversi stati africani che
avevano messo alla porta i cittadini di origine britannica o indiana, salvo
accorgersi che, senza di loro, l’economia andava a pezzi, vedi Uganda
o Zimbabwe. E si può immaginare che tutto volesse Mandela, tranne
diventare un nuovo Idi Amin o Mugabe.
Ma anche fosse stata questa l’intenzione, e in effetti, va ricordato che
non pochi leader del suo Partito, l’ANC, continuano ancor oggi a invocare
la “cacciata” dei bianchi dal Sudafrica, i rapporti di forza avrebbero reso
una simile scelta poco meno che suicida. Il Sudafrica bianco negli anni
’80 e ’90 aveva armi, soldati e poliziotti perfettamente addestrati, oltre
tutto gente che conosceva il territorio come e meglio dei neri, per cui
una guerriglia o peggio una sollevazione sarebbe stata schiacciata. Ed
anzi, probabilmente molti estremisti bianchi non aspettavano altro.
Non solo, ma di fronte alla prospettiva di una presa del potere violenta
dell’ANC, gli afrikaner avrebbero trovato a loro fianco non solo tutti gli
altri bianchi, anche quelli contrari alla segregazione razziale, ma pure i
coloured, ossia le persone di sangue misto, i numerosi asiatici e forse
persino i bellicosi zulu, contrari all’apartheid, ma altrettanto contrari a
una egemonia dell’ANC.
In altre parole, quella di una transizione pacifica fu per Mandela una
scelta quasi obbligata; il che, ripeto, nulla toglie al merito di aver usato il
suo indiscusso prestigio e la sua abilità politica per favorirla, smussando i
contrasti e stabilendo relazioni anche personali cordiali con gli ex-nemici.
Una domanda però resta senza risposta: se i rapporti di forza fra neri e
bianchi dovessero cambiare nei prossimi anni, e l’opzione di una cacciata
generale di tutti i sudafricani di origine europea si facesse percorribile, la
politica della riconciliazione e della collaborazione di Mandela sarebbe
ancora la prima scelta?
Alberto Costantini
(segue da pag. 1)
Inutile dare la colpa ad una o poche persone:
tutto il sistema politico e burocratico è da
cambiare. Purtroppo, invece, una cosa è lapalissiana: alla maggior parte dei governanti (ed
aspiranti tali) non sta a cuore il bene del Paese
ma la stabilità delle loro poltrone.
Non mi dilungo ulteriormente per non scadere nella retorica e per
sdrammatizzare vi invito a leggere la mia lettera a Babbo Natale.
Caro Babbo Natale,
ti scrivo una letterina
pur non essendo più una bambina.
Anche quest’anno il 25 dicembre arriverà
e chissà cosa porterà.
Siamo stanchi e sfiduciati
e un po’ amareggiati
per questa brutta situazione
di cui non s’intravede la soluzione.
Non ti chiediamo grandi doni
ma nemmeno vuoti scatoloni.
Per quelli ci pensa già lo Stato
che ormai tutto ci ha rubato.
Chiediamo solo un po’ di dignità
che ci è stata tolta con malvagità.
Rivogliamo anche un po’ di decoro
per poter ritornare all’antico lavoro.
Desideriamo pure qualche soldino
per sfamare il nostro bambino.
Non ti chiediamo tanta felicità
ma almeno un po’ di serenità.
Non pretendiamo assolute certezze
ma un po’ più di sicurezze.
Vogliamo ancora poter sperare
e non essere costretti a scappare.
Se non ci riesci neanche tu
chiedi aiuto al buon Gesù.
Lui che di miracoli è un esperto
forse potrà rendere il nostro futuro meno incerto.
A noi poveri umani è rimasta solo la speranza
di poter ritrovare l’antica baldanza.
Buone Feste a tutti!
Se volete esprimere il vostro parere su questo o altri argomenti
trattati in precedenza mandatemi una mail a:
[email protected]
Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
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(segue da pag. 1)
approfondita ricerca sulla storia del grande e
moderno stabilimento saccarifero ci ha confidato il coordinatore Occhi - e questo lavoro di
squadra ci ha permesso di ricomporre le tessere di un mosaico scritto da tanta gente che,
dalla sua inaugurazione nel lontano 1897 alla
sua chiusura avvenuta nel 1976, dentro questo
grandi luoghi vi ha lavorato ed ha vissuto
giorno dopo giorno le vicende di una realtà
economica che ha giocato un ruolo fondamentale per lo sviluppo sociale, economico e produttivo di Legnago e di tanti paesi limitrofi”.
Il libro, edito da Grafiche Stella, è la storia
della barbabietole da zucchero e degli zuccherifici nel nostro territorio ed è interessante
comprendere lo stretto legame che collegava
questa erbacea e la sua coltivazione che prese
avvio verso la fine del 1800 quando molti
campi vennero destinati a tale coltura. Per
registrare una vera e propria svolta comunque,
si dovette attendere l’arrivo dell’imprenditore
Emilio Maraini il quale, nel 1887, ristrutturò
un vecchio stabilimento di Rieti e avviò la
costruzione di quello legnaghese. Fu un vero
e proprio successo l’estrazione dello zucchero
dalla barbabietola tanto che nei primissimi
anni del Secondo dopoguerra gli zuccherifici
in Italia erano 57.
Per avere le dimensioni di questo importante fenomeno, ecco alcune indicazioni sugli
stabilimenti in funzione nel nostro territorio.
Legnago fu il primo, costruito nel 1897, ebbe
la prima campagna nel 1898 e fu chiuso nel
1976, poi Lendinara, prima campagna nel
1900 e chiusura nel 1983, Cologna Veneta,
prima campagna nel 1900 e chiusura nel 1958,
Ostiglia, prima campagna nel 1901 e chiusura
nel 1976, Ficarolo, prima campagna nel 1901
e chiusura nel 1983, Sermide, prima campagna nel 1919 e chiusura nel 1983, Villanova
di San Bonifacio, non ci sono dati per la prima
campagna ma lo zuccherificio venne chiuso
nel 1968, Montagnana, prima campagna nel
1924 e chiusura nel 1969, Este, prima campagna nel 1924 e chiusura nel 1971, Badia
Polesine, prima campagna nel 1924 e chiusura
nel 1972, Sanguinetto, prima campagna nel
1928 e distrutto durante i bombardamenti del
Secondo conflitto mondiale.
Ma perché proprio da noi sorsero tanti
stabilimenti e, in particolare a Legnago, San-
periodico indipendente
guinetto, Ostiglia, Badia Polesine. Di solito
si sceglievano cittadine a ridosso di un fiume
(Legnago aveva l’Adige, Ostiglia il Po), inoltre gli stabilimenti sorgevano nei pressi di
linee ferroviarie. Dal 1869 e nel giro di 10
anni, entrarono in servizio due linee indispensabili per i collegamenti locali (nel 1876
la linea Legnago - Rovigo e l’anno seguente
quella con Verona; nel 1886).
Con l’andare del tempo si comprese però
che non conveniva più dezuccherare i melassi
a causa del procedimento integrativo dell’utilizzo delle resine, per gli alti costi della lavorazione e per le evidenti difficoltà ad estrarre
zuccheri su melassi così poveri. Nei primi
anni ‘70 del secolo scorso, la baritazione non
fu più praticata né a Legnago né altrove. La
gloriosa epopea di molti stabilimenti andò
viva via scomparendo ed oggi quasi tutti sono
stati chiusi e riconvertiti in altre strutture
economico-commerciali.
Il libro sarà accompagnato da letture di
Brunetta De Gaspari e dalla musica di Filippo
Turetta e Laura Occhi. L’ingresso è libero e
l’inizio è previsto per le ore 19 di giovedì 19
dicembre.
“SALIERI DANZA” DIVENTA UNA DELLE ECCELLENZE DI LEGNAGO
CONCORSO INTERNAZIONALE DI DANZA E GALA AL TEATRO SALIERI DI LEGNAGO
Nelle foto da sinistra:
Edoardo Caporaletti
e Marianna Suriano;
Arianne Lafita Gonzalvez
e Vittorio Galloro;
Giuseppe Picone; Gli
organizzatori e la giuria.
Domenica 8 dicembre ha preso il via a Legnago
il 1° Concorso Internazionale “Salieri Danza”,
su idea del coreografo Eriberto Verardi, direttore
della Scuola “Il Balletto di Verona”, e del dottor
Claudio Munari. Lo scopo principale - hanno
dichiarato gli organizzatori - è stato quello di diffondere, per mezzo della danza, cultura e studio
nei giovani, e promuovere il territorio salieriano.
A chiusura del Concorso, alla sera, è stato realizzato un Gala a cui hanno partecipato i finalisti del
Concorso e numerose étoiles ospiti.
Il Concorso era articolato in due sezioni: danza
contemporanea/modern/jazz e danza classica e
contemporanea. Ogni sezione era divisa per fasce
d’età: allievi, junior e senior. Ogni categoria ha
presentato un numero da solista, passo a due,
gruppo. Hanno partecipato al Concorso quasi
50 scuole di tutta Italia con oltre 400 allievi, un
record assoluto considerandola una prima edizione.
La commissione giudicatrice era composta
da Frederic Olivieri (direttore scuola di ballo
dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano);
Irene Pasaric (direttrice della compagnia di danza
del Teatro Nazionale Croato di Zagabria); M.
Grazia Garofoli (già direttrice della Compagnia
di Balletto della Fondazione Arena di Verona);
Gloria Grigolato (docente Elmhurst School di Birmingham); Giorgia Maddamma (docente presso
Folkwang Universitat der Kunst - Essen).
Al Gala erano presenti grandissimi ballerini che
hanno alternato le loro esibizioni con i finalisti del
Concorso. Ha cominciato la coppia composta da
Marianna Suriano ed Edoardo Caporaletti, rispettivamente del Teatro dell’Opera di Roma e del
Teatro alla Scala, che si sono esibiti in “Bayadere”, coreografia di Petipa. Poi Arianne Lafita Gonzalvez e Vittorio Galloro del Balletto Nazionale
di Cuba hanno presentato “La fille mal gardèe” di
Herold, coreografia di Alicia Alonso. E’ stata la
volta di una delle étoile più attese e care a Legnago, Giuseppe Picone che ha proposto “Lacrimosa”
di W.A. Mozart, coreografia di Chiara Tanesini e
Giuseppe Picone. Marianna Suriano ed Edoardo
Caporaletti si sono cimentati di nuovo nella “Bella
Addormentata” di Cajkovskij, coreografata da
Petipa. Ha replicato Giuseppe Picone nei “Carmina Burana” di Orff, coreografia di Picone. Straordinaria conclusione sul “Don Quixote” di Minkus,
coreografie di Petipa, sulle punte ancora Arianne
Lafita Gonzalvez e Vittorio Galloro.
Vincitore assoluto del Concorso il giovanissimo Francesco Fasano, tredici anni, del Centro
Arte Danza di Brindisi. Ha conseguito il premio
Paradoxe del valore di 1.000 euro, una borsa di
studio per uno stage a Birminghan, e la medaglia
dell’Associazione “il Basso Adige”, in ottone
dorato con l’effigie di Salieri sul dritto e del Teatro Salieri sul rovescio.
Gli altri vincitori delle borse di studio: Chiara
Uderzo, stage offerto da Accademia alla Scala di
Milano; Martina Braga, offerta da Accademia
Nazionale di danza Roma; Klint Mihail, offerta
da Folkwang Universitat der Kunst, Essen.
Sicuramente determinante a realizzare questa
giornata la fiducia del Comune di Legnago, rap-
presentata dal Sindaco, Roberto Rettondini, esprimendosi subito a favore del progetto e assertendo
“che la cultura è di tutti, è una valorizzazione del
lavoro e del territorio. Con questa idea la città di
Legnago dimostra sensibilità e gentilezza”.
Gianni Galetto
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FONDATO NEL 1979
Direttore responsabile:ROBERTO TIRAPELLE
Direttore editoriale:
GIANNI GALETTO
Autor. 462 del 25.05.1979 Tribunale di Verona.
Sede in Legnago (VR) - Corso della Vittoria, 36
Pubblicità tel. 349 3157148.
Foto di Paolo Pravadelli.
Grafica, impaginazione e stampa:
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“Il Basso Adige” è portavoce dell’Associazione
Culturale “Il Basso Adige”, fondata con atto
notarile 6812 del 18.09.1984, reg. a Legnago il
20.09.1984 il cui Consiglio Direttivo è così composto:
Presidente:
Presidente Onorario:
Vice Presidente:
Segretario:
Consiglieri:
Gianni Galetto
Alessandro Belluzzo
Francesco Occhi
Giuseppe Mutti
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Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
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LE SCUOLE DI TERRAZZO TORNANO ALL’ANTICO SPLENDORE
E’ stata una festa molto partecipata quella che
ha visto domenica 1 dicembre le ex scuole elementari di Terrazzo ritornare ad ospitare studenti
ed adulti in occasione della cerimonia di inaugurazione del nuovo edificio
dopo i lavori di ristrutturazione e di restauro. Un intervento che ha coinvolto l’intero
complesso ormai chiuso da
anni e che fino al 2000 ospitava i ragazzi delle elementari
prima del loro trasferimento nel nuovo polo scolastico
che oggi ospita elementari e
medie. La cerimonia di domenica voleva solennizzare il
ritorno del piano superiore
all’uso per la collettività con
la presentazione della nuova
sala consigliare, sala convegni ed auditorium mentre il
sindaco, Sabrina Chinaglia,
ha informato i tanti presenti,
che il pian terreno sarà oggetto di un prossimo
intervento grazie anche ad un finanziamento del
GAL.
I lavori che hanno visto tornare all’antico
splendore l’imponente edificio del 1930, sono
stati resi possibili grazie ad un contributo regionale e a fondi messi a disposizione dall’amministrazione. Alla cerimonia erano presenti
il presidente del consiglio provinciale Antonio
Pastorello ed il vice presidente Fabio Venturi, il
Dirigente Scolastico Anna Ruggin e molte altre
autorità, sindaci ed amministratori del territorio
oltre al presidente del GAL Valentino Girlanda.
La cerimonia, alla quale ha partecipato molta
gente, tanto che la grande sala non è riuscita
a contenere tutti gli intervenuti, ha visto il
taglio del nastro e la benedizione del parroco davanti alla
porta d’ingresso della scuola e, mentre i tanti presenti
salivano le scale, i bambini
delle elementari intonavano,
assisiti dai propri insegnanti,
vari canti e l’inno di Mameli.
Il sindaco Sabrina Chinaglia
ha portato i saluti agli intervenuti, ha evidenziato le varie
fasi dei lavori e l’importanza
di aver ancora a disposizione
questo importante edificio nel
polmone verde del paese e a
pochi passi dalla sede municipale. Dopo aver messo in
evidenza quanto realizzato ed
aver ringraziato le tante persone che, in questo periodo hanno lavorato per
portare all’antico splendore l’edificio, il sindaco
ha dato la parola al direttore dei lavori l’architetto Loris Bisighin il quale ha illustrato il lavoro
fatto coadiuvato anche da alcune immagini. Il
primo cittadino ha poi dato la parola a Francesco
Occhi autore di un libro dedicato alla scuola dal
titolo “Terrazzo e la sua Scuola” un lavoro che ha
visto l’autore effettuare una ricerca che, dal 1800
è giunta fino ai nostri giorni raccontando delle
varie peripezie per avviare i lavori nel 1927 per
realizzare le nuove scuole, la cerimonia di inau-
gurazione del 1930 e poi via via fino alla chiusura definitiva nel 2000 ed il loro trasferimento nel
nuovo Polo Scolastico.
Spazio poi ai giovani alunni delle scuole elementari di Terrazzo che, sapientemente diretti
dalle loro insegnanti, hanno dato vita a canti e
a scenette che richiamavano la vita di un tempo,
molto apprezzate ed applaudite. “E’ stata una
bella cerimonia che ha permesso di veder tornare all’antico splendore un edificio fortemente
voluto dalla comunità ed inserito nel cuore del
paese a due passi dal Municipio ed incorniciato
dal parco comunale, uno dei più belli e invidiati dalle Municipalità dei territori vicini -ha
concluso il sindaco Sabrina Chinaglia- questa
scuola nel corso dei suoi tanti anni di vita, ha
visto e sentito tutto e non dimentica, le sue mura
conoscono la storia di ogni persona che ha varcato quella soglia e rappresentano la vita della
nostra Comunità. Ecco cosa l’Amministrazione
Comunale con questa ristrutturazione ha voluto
restituire ai cittadini di Terrazzo oltre al valore
patrimoniale: la loro vita, i loro ricordi, le loro
esperienze, i loro successi e le loro emozioni.
Questa nuova Sala Civica sarà la nostra Agorà, il
punto d’incontro della nostra Comunità, il luogo
di espressione culturale, sociale artistica, teatrale, musicale per i nostri ragazzi che finalmente
avranno uno spazio adeguato, idoneo per esprimersi. All’interno troverà sistemazione anche
la Biblioteca Comunale che necessita ormai di
spazi più ampi e potrà offrire varie attività collegate di animazione alla lettura o altri laboratori
per ragazzi e adulti”.
Gianni Galetto
PARAFARMACIA
Dott.ssa Caterina Girardello
Piazza Garibaldi - Angolo Via G. Matteotti - Legnago - Tel. 0442 601770
ERBORISTERIA • OMEOPATIA • SANITARIA • DERMOCOSMESI
NEGLI INFUSI UNO STILE DI VITA CHE CONQUISTA
I più antichi alleati del benessere vivono oggi una nuova, trionfante stagione.
Sono sempre di più,e sempre più giovani, gli italiani che sorseggiano infusi. Non è solo un trend del gusto, è anche la scelta di un modo
diverso di vivere:attento al benessere del proprio corpo, premuroso verso l’ambiente,curioso verso le infinite risorse che la natura ci
offre,desideroso di un equilibrio tra organismo,mente e cuore,che diventi anche equilibrio tra noi stessi e il mondo.
Qualcosa di cui abbiamo bisogno e che gli infusi possono darci,il loro scopo è favorire uno stile di vita naturale e armonico nel quale il
consumo di tè e tisane diventi un momento piacevole e atteso di ogni giornata, un rito delizioso capace di riscaldare il corpo e l’anima.
Dai corposi tè neri ai profumati infusi di frutta,dalle benefiche tisane ai freschi tè verdi:un ventaglio di sapori,aromi e proprietà attive,per
ogni momento della giornata. In più l’assenza del processo ossidativo mantiene inalterate le proprietà naturali dei tè e infusi.
Tesori di salute ma anche di piacere e gioia di vivere.
Benessere,energia e serenità: che cosa si può regalare di meglio? Certo
non basta solo una tisana per assicurare tutto questo , regalare un infuso
significa comunque un’attenzione speciale un omaggio originale ed elegante ma soprattutto partecipe e beneaugurante.
Una promessa e un invito al benessere: non è forse un regalo che tutti
vorremo ricevere?
Presso la Parafarmacia Girardello puoi trovare una linea di confezioni,tazze
termiche, tisaniere di varie misure, accessori e oggetti in grado di fare un
dono che diventa una gioia per gli occhi e per il palato... non c’è che l’imbarazzo della scelta...
Le Dott.sse della Parafarmacia vi aspettano per augurarvi Buone feste e
per offrirvi un gradito omaggio con l’acquisto dei regali di Natale.
Da sinistra: Dott.ssa Tedesco Chiara, Dott.ssa Girardello Caterina, Dott.ssa Ferrante Marzia.
Per qualsiasi chiarimento il personale della Parafarmacia Girardello è a completa disposizione della clientela.
Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
6
….avanti nella vita a testa in giù… Così
cantava qualche decennio fa Giorgio Gaber
ne “La Nave”, una delle sue canzoni più
dissacranti. Non mi ritengo particolarmente
legato a certi paradigmi etico - morali
del passato, presi a prestito anche dalla
giurisprudenza, che oggi solo a nominarli
fanno un po’ sorridere. Chi parla più ormai
di “comune senso del pudore” o di “diligenza
del buon padre di famiglia”? Nessuno o
quasi, ma un conto è mandare in soffitta
qualche principio un po’ vecchiotto anche nel
linguaggio, oltre che nei contenuti, un altro è
pensionare senza motivo e soprattutto senza
alternative quella regola aurea di condotta
e di giudizio che si chiama Buon Senso. A
volte, purtroppo negli ultimi tempi sempre
più spesso, provo la sensazione che questo
nostro Paese abbia smarrito nell’uso delle
parole e nei comportamenti quotidiani quel
filtro alla sciocchezza individuale o collettiva
che è garantito dalla pratica del Buon Senso
e che abbia preso l’abitudine di vedere e
condividere una realtà rovesciata, di non saper
più individuare nella loro corretta sequenza
temporale le cause e gli effetti dei problemi.
Di esempi se ne trovano in abbondanza, sia
nella valutazione delle vicende politiche e
dell’economia, sia nell’esercizio dei diritti.
Dopo la sentenza della Suprema Corte che ha
sancito l’incostituzionalità di parti importanti
del “Porcellum” si è scatenata una corsa un
po’ comica e paradossale ad invocare nuove
elezioni a breve termine, con in testa coloro i
quali quella nefanda legge elettorale l’hanno
voluta e difesa fino in fondo, opponendosi a
qualsiasi sua modifica. Peccato che senza una
nuova legge non si possa andare a votare e
pensare ad un accordo fra le forze politiche
per scrivere assieme un testo condiviso va
al di là di ogni immaginabile utopia. Buon
senso vorrebbe che coloro i quali sono
stati autori e sostenitori di questo mostro
legislativo truffaldino che per ben tre elezioni
non ha consentito ai cittadini di scegliere i
loro rappresentanti e non ha garantito alcuna
stabilità di governo tacessero o venissero
sbertucciati sulla pubblica piazza, ma così
non è. Senza tema del ridicolo e con il plauso
incondizionato di una parte non trascurabile
della popolazione, propongono la decadenza
forzosa di quei deputati degli altri partiti
arrivati in Parlamento grazie al premio di
UN PAESE CAPOVOLTO
maggioranza previsto dal Porcellum: ma
come, prima era la miglior legge elettorale
possibile, assolutamente intoccabile, ma se
vincono gli altri va abrogata senza proporre
un’alternativa che consenta la governabilità ?
Con una sospetta contiguità temporale da
qualche settimana è ripresa una forsennata
campagna che ha come obiettivo finale
l’uscita dell’Italia dall’euro. Non si capisce
bene cosa debba venire dopo, se il ritorno alla
vecchia liretta o qualche strana moneta locale
dal nome improbabile, oppure una nuova
valuta a sorpresa. L’unica certezza, che solo
la malafede o l’ignoranza può ignorare, sono
le conseguenze di un nostro abbandono della
moneta unica europea: fallimento del sistema
bancario, rovina di centinaia di migliaia di
risparmiatori, inflazione alle stelle, blocco del
credito alle imprese. Chi ha in mente i vantaggi
di una svalutazione competitiva per il nostro
sistema produttivo trascura il fatto che la
responsabilità dello scardinamento dell’euro
da parte nostra non lascerebbe indifferenti
i nostri attuali partner europei, che non ci
consentirebbero di approfittare di questa nuova
situazione favorevole senza mettere in campo
tutto l’armamentario economico e giuridico
di cui dispongono per ristabilire condizioni di
uguaglianza delle ragioni di scambio. La realtà
è che dall’introduzione dell’euro abbiamo
avuto 13 anni di stabilità dei prezzi e di bassi
tassi di interesse per fare le riforme necessarie
per rendere più competitivo il nostro sistema
economico e per ridurre il debito pubblico.
Chi ha governato nel frattempo ha fatto poco
o nulla in questa direzione, aggravando una
situazione già precaria ed esponendoci più
degli altri Paesi agli effetti della crisi globale.
Qualcuno suggerisce di fare come qualche
sperduto Stato sudamericano. Il debito?
Basta non pagarlo e così abbiamo risolto
il problema in un sol colpo; mi sembra un
buon viatico per un rapido abbrivio verso
la bancarotta e l’emarginazione da tutti i
consessi internazionali. Non mi sentirei di
escludere che quel qualcuno i suoi soldi
li abbia già messi al sicuro nei forzieri di
qualche banca domiciliata in uno dei tanti
paradisi fiscali. Una settimana fa abbiamo
assistito a due differenti modi di intendere
e vivere l’idea di libertà. Sempre citando
Gaber, la libertà è partecipazione. Sabato 7 e
domenica 8 prima una decina di migliaia e poi
periodico indipendente
tre milioni di cittadini hanno potuto scegliere
chi rappresenterà le loro idee e la loro voglia
di cambiamento. Il giorno successivo la libertà
è diventata prevaricazione. Chi soffre per le
conseguenze della crisi, chi si ritiene (o è)
vessato, chi vuole cambiare classe dirigente
perché ritenuta l’unica responsabile dei
problemi della Nazione, ha tutto il diritto di
manifestare il suo disagio ed esternare il suo
malcontento. Ma questo diritto va esercitato
nelle forme e con le modalità previste da uno
Stato democratico quale l’Italia, nonostante
tutto, continua ad essere. Se la protesta
legittima si trasforma in qualcosa di diverso,
se le forme di lotta anche dure travalicano
nella violenza e nel sopruso, se si coltivano
tentazioni di tipo cileno, non ha più senso
parlare di libertà ma del suo pallido simulacro
capovolto.
Andrea Panziera
CANZONI D’ ITALIA
Mercoledì 18 dicembre 2013 prende il
via la breve rassegna, dedicata alle “Canzoni d’Italia” del Teatro Salieri di Legnago, con un omaggio al grande “Domenico Modugno” interpretato da Giuseppe
Fiorello che presta volto e voce al Mimmo Nazionale con lo spettacolo “Penso
che un sogno così..” accompagnato da 5
musicisti.
L’altro appuntamento del 25 gennaio
2014 di Rosanna Casale in “Il Signor
G e l’amore”, tributo a Giorgio Gaber
e ancora lo spettacolo del 15 febbraio
2014 di Bruno Conte in “ Lucio & Lucio
“- Battisti incontra Dalla, costituiscono i
tre appuntamenti della stagione teatrale
2013/2014 del Teatro Salieri dedicati ad
importanti associazioni di volontariato
che svolgono la loro attività nel territorio legnaghese. Il sostegno alla cultura e
al mondo del sociale è anche l’impegno
di “CREDIVENETO” che ha voluto, per
questa edizione, ma che si ripeterà, ha
garantito il Presidente dr. Belluzzo, condividere l’iniziativa del Teatro Salieri nel
rafforzare l’impegno a sostenere la cultura della solidarietà unita allo spettacolo.
Gianni Galetto
www.grafichestella.it
LEGNAGO - Via Matteotti, 94 - Tel. e Fax 0442 601749
T. 0442 601730
periodico indipendente
Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
Capo Verde
Corner
CONSOLATO DI CAPO VERDE
A VERONA
“Verona è città ricca di storia e molto ospitale oltreché strategica per il nord Italia da cui parte il maggior numero di turisti
per il nostro paese”. Con questa premessa l’Ambasciatore
di Capo Verde in Italia Dr. Manuel Amante Da Rosa ha recentemente inaugurato, al Circolo Ufficiali di Castelvecchio,
il nuovo Consolato della repubblica capoverdiana, situato
in un prestigioso palazzo del centro città, Via Frattini, 3. Ha
inoltre comunicato il gradimento del Governo di Capo Verde
e del Ministero degli Esteri Italiano nell’indicare nuovo Console il Dr. Pasquale Adilardi che vanta una lunga esperienza
maturata in Capo Verde, dove ha prestato servizio in qualità
di medico chirurgo, con fondata conoscenza delle problematiche riguardanti la comunità italiana a Capo Verde, impegnata prevalentemente nei settori turistico e immobiliare e
degli oltre duemila capoverdiani residenti nel veronese. Il Dr.
Pasquale Adilardi, facente parte della Cooperazione internazionale per la sanità pubblica e relatore di un accordo tra
Italia e Capo Verde per il riconoscimento delle professioni
sanitarie, ha già dato il via a negoziati al fine di rafforzare
i vincoli di amicizia tra i due paesi e di sviluppare i rapporti
economici soprattutto nel settore turistico in forte espansione
nelle principali isole (Sal e Boavista). A completare il cordiale
avvenimento con musica coinvolgente è intervenuta Karin
Mensah, affermata cantante capoverdiana residente da anni
in Verona.
Gianni Galetto
7
KARIN MENSAH
Orizzonti - Capo Verde e dintorni
Karin Mensah è una cantante africana di musica soul e jazz, che dal 1990 ha
scelto di vivere in Italia, esattamente nel centro di Verona.
Con il suo quintetto etno-jazz sperimenta e rielabora da tempo le varie sfumature
della musica di Capo Verde, terra dei suoi genitori. Il suo percorso artistico dedicato
a queste musiche sfocia nel 2000 in un primo lavoro discografico con “Azzurra
Music”: il cd “Morna de Cabo Verde”, che viene ristampato due anni dopo. Nel
progetto live “Cape Verde in Jazz”, Karin propone una riscoperta della tradizione
musicale capoverdiana in chiave jazz e soul, senza per questo compromettere la
sua originale intensità.
Dopo numerose collaborazioni e progetti internazionali in varie lingue, ora
Karin presenta il progetto “Orizzonti”
(etichetta Incipit, distribuzione Egea
Music): una raccolta di canzoni capoverdiane in lingua italiana, che comprende alcuni classici della morna con
arrangiamenti in chiave etno-jazz. L’album contiene vari duetti con alcuni tra
i più importanti cantanti capoverdiani:
Tito Paris, Dany Silva e Teofilo Chantre
(l’autore preferito di Cesaria Evora),
collaborazioni di pianisti jazz come Enrico Pieranunzi e Paolo Birro e altri ospiti italiani, tra cui Fiordaliso.
Gli arrangiamenti sono di Roberto Cetoli, mentre gli adattamenti in lingua italiana
sono di Alberto Zeppieri, il produttore del progetto “Capo Verde Terra d’Amore” per
il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), nel quale anche Karin
Mensah ha preso parte.
Negli ultimi anni Karin ha partecipato a varie trasmissioni televisive ed ha collaborato come background e turnista con vari artisti, tra cui Mariah Carey, Anggun,
Miguel Bosé, Giorgio Panariello, Paola & Chiara, Paolo Belli, Anna Oxa, Fiordaliso,
Bobby Solo, Bruno Lauzi, Jerry Calà e Ivan Cattaneo. Oltre alla sua attività artistica,
svolge da molto tempo un’intensa attività didattica, dove mette in pratica un personale abbinamento fra tecnica e canto moderno. È inoltre autrice del manuale “L’arte
di cantare” (ed. Demetra, 2001 - ed Volonte & Co, 2009).
Nel 2009 per Canale 5 ha collaborato con la giuria di Amici di Maria de Filippi
per la selezione dei nuovi cantanti. È direttrice dell’Accademia Superiore di Canto
di Verona. Karin Mensah ha inciso dischi per varie etichette discografiche in Italia e
all’estero. Per “Orizzonti” Karin ha scelto Egea Music.
BIBLIO FILIA - ALLA SCOPERTA DEI LIBRI di Sergio Bissoli - Parte 32 bis
I GRANDI SCRITTORI ITALIANI DIMENTICATI
RUGGI LORENZO (Bologna, 1883 - 1972)
LA MADONNA DEL GATTO NERO
Editrice Sonzogno 1938.
Michelina, emigrata in città, dopo tanti anni
ritorna nella sua casetta natale che ha ereditato dalla madre.
Tratto da LA MADONNA DEL GATTO
NERO
(segue dal numero precedente) Dalla bisaccia
dove c’erano le sue poche robe, Michelina
levò una bottiglietta di grappa rubata alla sua
ex padrona (che diamine, qualcosa doveva
pur rubarle). Ne asperse il fazzoletto rosso e
montata sulla seggiola, lo soffregò sul tratto
di muro dove una volta c’era la sua madonna
dipinta a olio. Ispirazione divina. Man mano
che il fazzoletto detergeva, il dipinto riappariva nitido e chiaro, più di quando lo aveva
visto da bambina. Ecco: il viso della Madonna
sorrideva, ecco il bambino che sorrideva egli
pure. Tornava a splendere la corona, tornava
azzurro il manto, rosea e paffuta la guancia
della Madre e del Figlio. Erano brutti tutti e
due, ma tanto cari. Finalmente in quella stanzaccia buia aveva qualcuno col quale parlare.
Anche se non era vivo, importava poco; era
qualcuno, era un’immagine,
era un ricordo, era tante cose
insieme, era una Madonna,
infine, una Madonna.
Pregarla? Esitò. Non ci credeva più da tanti anni nè alla Madonna nè al
figlio suo. Aveva ormai ricacciato in fondo
alla sua anima tutte le credenze, era scivolata
nell’ateismo, nel disprezzo di tutti i culti. Ma
adesso no. Tutto a un tratto si risvegliava in
lei un bisogno istintivo di credere, di pregare,
un qualche cosa che le veniva imposto, non
sapeva essa stessa da chi.
Si inginocchiò, giunse le mani, volse gli
occhi verso l’immagine e incominciò a balbettare. Chiedeva di essere liberata in qualsiasi modo dalla solitudine. Dopo, fra qualche
giorno forse, sarebbe stato urgente per lei
anche il problema del pane. Ora, immediato,
ossessionante, c’era uno sconforto spaventoso
anche più della fame. Così chiedeva, quando la candela si spense. Piombò nel buio la
stanza.
Allora fu presa dal tremito. Non vedeva più
nulla, soltanto il riquadro della finestra aperta
con le sbarre dell’inferriata che spezzettavano
il cielo. Finchè vide un’altra immagine, molto
più vicina, molto più reale, tangibile; quella
di un gatto, di un gatto nero balzato su d’improvviso sul davanzale della finestra. Di un
gatto nero, scarno, che miagolava, miagolava,
forse per fame. Aveva gli occhi gialli, fosforescenti. Guardava dentro la stanza. Forse lui
ci vedeva.
Un gatto! Ma un gatto era già qualcosa di
vivente. Era la compagnia invocata, era il
sopravvenire di un aiuto per chi provava nella
solitudine il terrore angoscioso degli spettri.
Chiamò quel micio, lo accarezzò, lo sentì
caldo. Era forse l’unico, l’ultimo amico di sua
madre. Già le stava vicino senza diffidenza nè
ostilità. Michelina tolse dalla bisaccia un po’
di pane e lo nutrì rincuorata. Era lei, l’ultima
delle mendicanti, a fare la carità a qualcuno.
Era lei la benefattrice di qualcuno! Adesso
c’era lì qualcuno che aveva bisogno di lei!
Tutto ciò sapeva di miracoloso. Sembrava
la prova immediata che la Madonna avvolta
nelle tenebre, onnipotente e onniveggente,
non respingeva la sua preghiera, la aveva
ascoltata subito, dimostrava di averla gradita.
Timida, col silenzioso passo di un gatto,
rientrava nel suo cuore, se non la Fede, una
fede.
Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
8
periodico indipendente
UN INVERNO DI COMMEDIE BRILLANTI E
DIALETTALI AL TEATRO SAN LORENZO DI MINERBE
Il 2014 si apre con “L’Avaro” presentato dal gruppo Quarta Parete di Piacenza,
sabato 11 gennaio. Il capovaloro di Molière narra le ridicole vicende di vecchio tirchio,
derubato della sua ragione dal troppo amore per il denaro. Per lui ogni cosa, ogni
persona può essere trasformata in profitto: i figli, la moglie, gli amici ed anche lui
stesso. Una commedia divertente ed impietosa, attuale e sarcastica ad avvertimento
di quanto poco possano contare le relazioni e i sentimenti tra le persone.
In febbraio invece l’appuntamento è per la Giornata del Ricordo, con lo spettacolo
del Teatro Impiria “Giulia” di Michela Pezzani, regia di Andrea Castelletti, in scena
sabato 2 febbraio. E’ la storia di Giulia, una bimba è in vacanza l’estate scorsa con
la sua mamma ed il suo papà in Croazia. Scoprirà presto che non è una vacanza
qualunque. Anche sua mamma, infatti, trent’anni prima aveva fatto lo stesso identico
viaggio, nell’allora Jugoslavia. E’ il viaggio nella terra delle loro origini. Per non dimenticare. Così la bambina scoprirà cosa è successo ai suoi bisnonni, Delmo e Giulia, di
cui lei porta il nome.
Sabato 22 febbraio torna a grande richiesta il Teatro dei Pazzi di Venezia con un
delle più divertenti commedie di Carlo Goldoni, “Le done de casa soa”. La commedia
si snoda tra equivoci e gag della miglior Commedia dell’Arte dove a farla da padrone
sono le protagoniste femminili che tanto si adoperano per trovar sposo a Checca,
priva di dote. Al centro delle vicende, Tonino, timido innamorato che non sa fronteggiare l’opposizione dello zio Isidoro.
Infine marzo offre due appuntamenti. Sabato 15 marzo ore 21.15 i Tipi da Teatro
(Venezia) portano il loro esilarante “I primi veneti sulla luna”, una comicissima commedia ambientata nel futuro che vede la classica contrapposizione fra due famiglie
che da sempre si contendono il mercato della polenta, che sarà un giorno esportato
anche sulla luna. Non manca poi la classica storia d’amore contrastata, che dai tempi
di Goldoni caratterizza le pieces teatrali venete e ci fa supporre che così sarà anche
in futuro.
Chiude la rassegna il 29 marzo il Teatro Impiria con il suo ultimo spettacolo fresco
di debutto, “Molto Piacere” (nella foto uno dei protagonisti), tratto
dal film di Roman Polanski per l’adattamento e regia di Andrea
Castelletti. La pièce vede protagonisti i genitori di due bambini
che si sono picchiati al parco che si incontrano per un accordo
ed una riappacificazione. Ma gli iniziali buoni proponimenti si trasformano presto in velenosi battibecchi, innescando un’esilarante
carneficina dialettica. E così quattro adulti arrivano a comportarsi come bambini, degenerando in comportamenti e situazioni
assurdi e ridicoli. Una commedia tragica e comica, graffiante e
divertente.
Informazioni: Ufficio Cultura Comune di Minerbe 0442633423 o Teatro Impiria
3405926978, www.teatroimpiria.net.
SABATO 1 GENNAIO 2014
l’archibugio nel classico
shakespeariano “la bisbetica domata”
La rassegna di prosa al teatro Mignon di Porto-Legnago, con la recita della
famosa commedia di W. Shakespeare “La Bisbetica Domata” da parte
della compagnia L’Archibugio di Lonigo sabato 11 gennaio 2014 alle 21.00,
supera il giro di boa con uno spettacolo dinamico, sanguigno e spumeggiante nei dialoghi e nell’azione che avvincerà il pubblico intrattenendolo piacevolmente. L’ambientazione ”nostrana”, in una Padova dell’ultima decade del XVI secolo,
vede l’azione dipanarsi in casa del
mercante Battista
Minola, assediata dai pretendenti della sua dolce
figlia Bianca. Ma
casa Minola ha le
sue regole: Bianca,
figlia minore, non potrà sposarsi prima della sorella maggiore Caterina,
la quale, bisbetica com’è, difficilmente potrebbe trovare marito. Eppure
Petruccio, un giovane avventuriero appena giunto da Verona con molti
denari e pochi scrupoli, si dice pronto ad accettare la sfida di domare e
impalmare la ribelle, impostando un corteggiamento tra i più pazzi mai
visti in città, mentre i pretendenti di Bianca si intrufolano in casa Minola
mascherati da improbabili e goffi precettori. Con la “Bisbetica domata”
L’Archibugio, specializzato in rappresentazioni storiche, analizza il nostro
passato con spirito ironico e leggero, coniugando la Padova immaginifica
di Shakespeare con spaccati di un Veneto reale al contempo elegante e
rude. Il costo del singolo biglietto per lo spettacolo è di 8 euro per adulti
e 6 per ragazzi. Il tutto acquistabile in pre-vendita presso il bar del Circolo
NOI Salutis di Porto, mediante prenotazione telefonica (3283688610), tramite e-mail - [email protected] - o al botteghino prima di ogni recita.
Alla fine della messa in scena, mutuo scambio di opinioni sulla pièce e la
vita teatrale in generale tra spettatori ed artisti durante uno snack insieme.
Carla Faccio
Tranquilli, protetti, sicuri.
TEATRO PARROCCHIALE “SAN MARTINO”
VIGO DI LEGNAGO
RASSEGNA TEATRALE DIALETTALE 2013 -2014
Progettiamo soluzioni per la sicurezza.
Sabato 11 Gennaio 2014 - ore 20,45
Compagnia “TEATROINSIEME” di Zugliano (VI)
"CHE 48 IN CASA CIABOTTO”
Sabato 25 Gennaio 2014 - ore 20,45
Compagnia “MODUS VIVENDI” di Verona
"MEIO DA MORTO?"
Sabato 8 Febbraio 2014 - ore 20,45
Compagnia “BRUTTI MA BUONI” di Arre (PD)
"XE RIVà EA FORTUNA!!”
Sabato 01 Marzo 2014 - ore 20,45
“Compagnia “I SALVADEGHI Malmaùri” di Vigo di Legnago (VR)
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garantiamo ad aziende e privati concrete soluzioni per la sicurezza con
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Domenica 2 Marzo 2014 ore 17,00
Sabato 8 Marzo 2014 ore 21,00
“Compagnia “I SALVADEGHI Malmaùri” di Vigo di Legnago (VR)
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Per informazioni telefonare:
0442 23130 / 333.2453028
349.8626286 / 340.1447333
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Anno
AnnoXXXI
XXXV- -n.n.9 12
- Settembre
- Dicembre
2009
2013
Il magico appuntamento di fine anno
al Castello Bevilacqua
9
Anche quest’ anno siamo in prossimità delle festività natalizie e pronti a fare programmi
per trascorrere le ultime serate dell’anno in spensieratezza e bella compagnia.
Un suggerimento per l’ultimo? Un Castello del Trecento è pronto ad accogliervi al meglio
e a condividere con voi, i vostri amici e familiari la notte più lunga dell’anno con indimenticabili momenti di festa e spensieratezza.
Trascorrere la Festa di Capodanno al Relais Castello Bevilacqua è come navigare sospesi
tra passato e presente assaporando la suggestione che le eleganti ed antiche sale sanno
sprigionare.
Per finire in bellezza un anno che si augura sia passato in serenità e gioia il Gran
Capodanno Medievale al Castello Bevilacqua è tutto dedicato ai miti, alla fantasia e alle
leggende. Potrete gustare un’indimenticabile cenone in compagnia di musici e ballerine,
con giochi e sollazzi medievali. Le anguane, gli elfi e gli orchi della tradizione celtica, i
cavalieri della Tavola Rotonda, i pirati in duello e gli affascinanti nobili veneziani allieteranno la cena, intrattenendo gli ospiti nelle incantevoli sale nobili del Castello.
Dopo il brindisi di mezzanotte, la magia dello spettacolo del fuoco e poi musica e ballo
fino alle prime luci dell’alba.
GRAN CAPODANNO MEDIEVALE
Martedì 31 dicembre 2013, ore 20.30
Antipasto
Tiepido di zucca all’arancia con gamberone all’aceto balsamico e lamelle di carciofo
Storione affumicato con cocktail di filetti di mango
e ventaglio di frutti di capasanta
Primo piatto
Riso carnaroli con ragout ai funghi invernali
e castagne rosa della Lessinia
mantecato con Castelmagno
Secondo piatto
Filetto di scottona all’amarone e mirtilli neri con patata viola e punti di topinambur
Dessert
Millefoglie in bella vista con crema chantilly,
schegge di cioccolato e marron glassè
Caffè, acqua gasata e naturale, vino in bottiglia
Costo a persona € 129,00
Bambini: da 4 a 6 anni € 90,00 - da 0 a 3 anni € 50,00
Compresi acqua e vino
(su prenotazione)
Corsi di cucina 2014
Lunedì 3 febbraio 2014: Il mare in tavola - Sabato 8 febbraio 2014: Divertimento in cucina con i bimbi
Lunedì 10 febbraio 2014: Zuppe, creme e vellutate - Lunedì 17 febbraio 2014: Degustazioni da sommelier
DOC Lunedì 3 marzo 2014: Gnocchi che passione! - Lunedì 10 marzo 2014: Cucine del mondo
Lunedì 17 marzo 2014: Cocktail e long drink - Lunedì 7 aprile 2014: La Pasqua in tavola
Il Relais Castello Bevilacqua è la vostra
nuova destinazione nel cuore della storia.
Regalatevi un soggiorno in una delle 7
splendide junior suite, e scoprite i nostri
pacchetti Classic, Romance, Wellness e
Gourmet.
Il ristorante “All’Antica Ala” vi aspetta tutti
i giorni dal lunedì sera alla domenica, per
un viaggio nel gusto attraverso i sapori e le
tipicità della tradizione locale, in un’ottica
di valorizzazione dei prodotti del territorio.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0442 93655 - [email protected] - www.castellobevilacqua.com
Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
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Prosa
Prosa
Musica
che festa a teatro!
che festa a teatro!
periodico indipendente
Danza
che festa a teatro!
Sabato 28 dicembre 2013, ore
20.45 19
- fuori abbonamento
sabato 2 novembre 2013 ore 20,45
sabato
ottobre 2013 ore 20,45
Musica
DanzaMartedì 31 dicembre 2013, ore 21.45 - fuori abbonamento
Käfig Brasil
Omaggio ad Angelo Ephrikian
Casanova Multimedia
Centre Chorégraphique National de Créteil
- I Sonatori de la Gioiosa Marca
Il discorso del Re
of Moscow - TheGiuliano
Crown ofCarmignola
Russia
sabato
2
novembre
2013
ore
20,45
sabato 19 ottobreRoyal
2013Ballet
ore 20,45
mercoledì 20 novembre 2013 ore 20,45
Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
et du Val-de-Marne - Compagnie Käfig
musiche di Corelli e Vivaldi
di David Seidler - con Luca Barbareschi
Käfig Brasil
Omaggio ad Angelo Ephrikian
Casanova Multimedia
Centre Chorégraphique National de Créteil
Giuliano Carmignola - I Sonatori de la Gioiosa Marca
Il discorso del Re
giovedì 14 novembre 2013 ore 20,45
martedì 14 gennaio 2014 ore 20,45
et du Val-de-Marne - Compagnie Käfigsabato 23 novembre 2013 ore 20,45
musiche di Corelli
e Vivaldi
di David Seidler - con
Luca Barbareschi
Concerto-spettacolo
dedicato ai Beatles. Le canzoni più famose, ma
Balletto
in due atti ispirato ad un racconto di E.T.A. Hoffman
Musiche di Wagner, Verdi, von Suppè
Lirico Incanto
Gli Incamminati
- Diablogues
Contemporary Tango
anche i brani mai suonatiTeatro
dal vivode
eseguiti
da un’orchestra
consiˇ
Musica di Pëtr Il’icˇ Cajkovskij
derata tra le migliori in Italia
nell’interpretazione
musica del
e ballabili della famiglia Strauss
Max De Aloe Quartet
L’uomo,
la bestia e della
la virtù
Balletto di Roma
giovedì
2013 ore 20,45
martedì 14 gennaio 2014leggendario
ore 20,45quartetto di Liverpool, unica compagine che esegue
sabato
23
novembre
2013
ore
20,45
dal 14 novembre
Coreografia Lev Ivanov e MariusIlPetipa
jazz incontra Verdi e Wagner
di Luigi
Pirandello
con Kledy Kadiu
vivo i brani
più complessi dei
Fab Four.
Lirico Incanto
Teatro de Gli Incamminati
- Diablogues
Stefano
Romani,
direttore
Contemporary
Tango
adattamento Anatoly Emelyanov
Cambi d’abito, parrucche e mimica da musical band arricchiscono
Quartet
L’uomo, la bestia elola
virtù e rendono, con spirito ironico e affettuoso, il clima de-Max De AloeLibretto
Balletto
di
Roma
spettacolo
Marius Petipa - adattamento
Emelyanov
martedì Anatoly
10 dicembre
2013 ore 20,45
lunedì 27 gennaio 2014 ore 20,45
venerdì 31 gennaio 2014 ore 20,45
Verdi e Wagner
di Luigi Pirandello gli anni dei Beatles, quando le loro canzoni rivoluzionarono il popIl jazz incontraScene
Aspettare
a teatro
la mezzanotte più suggestiva, chiudere in grande
con Kledy
Kadiu
Teatro
Stabile
Veneto
Teatro Stabile di Torinoe costumi Valentin FedorovGidon Kremer, Giedre Dirvanauskaite,
Ballet
aprendolo alle contaminazioni
più varie:
rock,del
soul,
musica-classica,
stileKhatia
l’anno Buniatishvili
che finisce ed entrare nel nuovo anno aStuttgart
tempo di valzer.
avanguardia colta e tradizione
indiana.
Per la prima volta arriva anche al Salieri la tournée
di Capodanno
musiche di Liszt e Schubert
Società
per Attori con la partecipazione produttiva di Lugano InScena
Gala
con i primi ballerini
martedì 10 dicembre
2013
ore
20,45
lunedì 27 gennaio 2014 ore 20,45
venerdì
31
gennaio
2014
ore
20,45
dell’Orchestra
Regionale
Filarmonia
Veneta,
da
molti
anni
protagoÈ il balletto di Natale per eccellenza, in scena durante le feste nei
RIII - Riccardo Terzo
nista
delle Feste
di fine anno nei teatri di tutto il Veneto e non solo,
Gidon Kremer,più
Giedre
Dirvanauskaite,
Khatia Buniatishvili
Teatro Stabile del Veneto - Teatro Stabile di Torino
importanti
teatri del mondo.
Stuttgart
Ballet
paginecon
tratte
dal grande repertorio sinfonico e con gli intramondi William Shakespeare - con Alessandro Gassmann
sabato caratterizzazioni
11 gennaio 2014
20,45 - in con
Viaggio
Salieri
I vivaci
balli di bimbi, le deliziose
delleore
bambole
musiche di Liszt
e Schubert
Società per Attori con la partecipazione produttiva di Lugano InScena
GalaSalieri,
con i della
primifamiglia
ballerini
tabili
ballabili
Strauss.
sabato 29 marzo 2014 ore 20,45
meccaniche, la battaglia per giocattoli
tra i topialla
e i soldati
il lieUn viaggio
Corteedi
Vienna con
Al
termine
del
concerto,
irrinunciabile festa in teatro per brindare
RIII - Riccardo Terzo
to fine, reso sublime dalla grazia e dal virtuosismo del grand pas
Workwithinwork
- Absolutely Free
martedì 11 febbraio 2014 ore 20,45
Eybler
e Mozart
insieme ai propositi e alle speranze di un nuovo anno
che comincia.
deux,ore
saranno
interpretati
dalla
compagnia
di William Shakespeare - con Alessandro Gassmann
sabato 11 gennaiode2014
20,45
- in Viaggio
con Salierifondata e diretta da
Società per attori
Aterballetto
Anatoly Emelyanov, che annovera tra le sue fila ballerini provenienti sabato 29 marzo 2014 ore 20,45
Un viaggio alla
Corte
di
Vienna
con
Salieri,
dai migliori teatri russi.
La Locandiera
Workwithinwork - Absolutely Free
martedì 11 febbraio 2014 ore 20,45
Eybler e Mozart
martedì 25 febbraio 2014 ore 20,45
di Carlo Goldoni - con Nancy Brilli
Società per attori
Aterballetto
perpianoearchi
Che Festa a Teatro!
La Locandiera
Enrico Pieranunzi - Orchestra di Padova e del Veneto
mercoledì 5 marzo 2014 ore 20,45
martedì
25
febbraio
2014
ore
20,45
di Carlo Goldoni - con Nancy Brilli
musiche di Morricone, Trovajoli, Pieranunzi e Silvestri
venerdì 20 dicembre 2013 ore 20,45
Compagnia Mauri Sturno
perpianoearchi
Che Festa a Teatro!
fuori abbonamento
Una pura formalità
Enrico Pieranunzi - Orchestra di Padova e del Veneto
mercoledì 5 marzo 2014 ore 20,45
dal film di Giuseppe Tornatore musiche di Morricone, Trovajoli, Pieranunzi
Magical Mistery Orchestra
e
Silvestri
venerdì
20
dicembre
2013
ore
20,45
lunedì
10
marzo
2014
ore
20,45
in
Viaggio
con
Salieri
Compagnia Mauri Sturno
con Glauco Mauri e Roberto Sturno
concerto-spettacolo dedicato ai Beatles
Buffi si nasce
fuori abbonamento
Una pura formalità
Bruno Praticò e Marco Bussi, bassiMagical
- I Fiati Associati
dal film di Giuseppe Tornatore
Mistery
Orchestra
lunedì
10
marzo
2014
ore
20,45
in
Viaggio
con
Salieri
venerdì 21 marzo 2014 ore 20,45
musiche di Mozart, Salieri, Cimarosa,
Rossini, Donizettidedicato ai Beatles
con Glauco Mauri e Roberto Sturno
concerto-spettacolo
si nasce
Teatro Stabile del Veneto - Teatri eBuffi
Umanesimo
Latino Spa
sabato 28 dicembre 2013 ore 20,45
Bruno Praticò e Marco Bussi, bassi - I Fiati Associati
Sior Tita paron
fuori abbonamento
venerdì 21 marzo 2014 ore 20,45
musiche di Mozart, Salieri, Cimarosa, Rossini, Donizetti
di Gino Rocca
Lo Schiaccianoci
Teatro Stabile del Veneto - Teatri e Umanesimo Latino Spa
sabato 28 dicembre 2013 ore 20,45
Canzoni d’Italia
Royal Ballet of Moscow - The Crown of Russia
Sior Tita paron
fuori abbonamento
di Gino Rocca
Teatro Brillante
Lo Schiaccianoci
mercoledì 18 dicembre 2013 ore 20,45
Canzoni d’Italia
Royal Ballet of Moscow - The Crown
of Russia
martedì
31 dicembre 2013 ore 21,45
mercoledì 27 novembre 2013 ore 20,45
Penso che un sogno così...
Teatro Brillante
fuori abbonamento
La Pirandelliana
Giuseppe Fiorello
mercoledì 18 dicembre 2013 ore 20,45
Quando la moglie è in vacanza Esec_Salieri_2013-2014.indd
Concerto di San
Silvestro
Esec_Salieri_2013-2014.indd 63
07/08/13 12:03
64
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07/08/13 12:04
07/08/13
12:04
martedì
3165dicembre 2013 ore 21,45
novembre 2013 ore 20,45
Penso
che un sogno
così...
musicamercoledì 27
prosa
di George Axelrod - con Massimo Ghini ed Elena Santarelli
Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
fuori abbonamento
Sabato 11 gennaio
2014, ore 20.45
14 2014
gennaio
2014,
ore 20.45
La Pirandelliana
Giuseppe Fiorello
sabato 25Martedì
gennaio
ore
20,45
Ore 20.00, al Ridotto
del Teatro:
Ore 20.00,
Ridotto del Teatro:
direttore Stefano Romani
Quando
la moglie è in vacanza
Il Signor
G eall’amore
Concerto di San Silvestro
Conversazioni sullo spettacolo con storie, aneddoti e curiosità. sabato 14 dicembre 2013 ore 20,45
Conversazioni sullo spettacolo con storie, aneddoti e curiosità.
di George Axelrod - con Massimo Ghini ed Elena Santarelli Programma
Rossana Casale
Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Teatro Musica Novecento sabato 25 gennaio 2014 ore 20,45
tributo a Giorgio Gaber
Antonio Salieri
Concerto per fortepiano e orchestra
direttore Stefano Romani
La vedova allegra
Una commedia amara, una feroce satira contro l’umanità e i suoi
Teatro de Gli Incamminati - Diablogues
Il Signor
G e l’amore
sabato 14 dicembre 2013 ore 20,45
Evento
- 1825)
in Do minore
valoriSpeciale
astratti di volta in volta esibiti e smascherati.
Operetta in tre atti(1750
di Leon
e SteinRossana
Casale
Teatro Musica Novecento
La storia è quella di una tresca, al centro della quale vi è una donna
tributo
a
Giorgio
Gaber
che si ammanta
della maschera
virtù mentre tradisce suo maJoseph L. Eybler
Concerto per clarinetto e orchestra HV 160 sabato 15 febbraio 2014 ore 20,45
La vedova allegra
domenica
3 novembre
2013 della
ore 18,00
rito con un professore mascherato da uomo morigerato e d’onore.
sabato 15 marzo 2014(1765
ore- 20,45
Evento Speciale
1846)
Lucio & Lucio
Operetta in tre atti di Leon e Stein
L’unico
che non ha paura di rivelarsi per ciò che è, è proprio il marito
fuori
abbonamento
Lo studio Martini
“Battisti incontra Dalla
della donna, “la bestia”, il quale non nasconde il disprezzo per la
sabato 15
febbraio
2014 eore
20,45KV 622
Wolfgang A. Mozart
Concerto
per clarinetto
orchestra
Serata
Telethon
Quelli del cabaret
domenica 3 novembre 2013 ore 18,00 moglie
e di avere
un’altra famiglia lontano da casa.
Luigi
Storiadi di
unaPirandello
tournée mai nata”
sabato 15 marzo 2014 ore 20,45
(1756 - 1791)
Ma un
quando
la donna
rimane incinta
il professore
decide di
somminiLucio & Lucio
di e con Cochi e Renato
grande
Concerto
a favore
di un grande
Progetto
abbonamento
BrunoconConte
Enzo Vetrano, Ester Cucinotti,fuori
Giovanni
Moschella, Stefano Randisi,
Lo studio Martini
strare al lupo di mare un afrodisiaco per far scattare una vera e pro“Battisti incontra Dalla
pria trappola sessuale, capace di salvare la virtù, evitare lo scandalo
Antonio Lo Presti, Margherita Smedile, Giuliano
Luca Fiorino.
Per passare alla storia non gli è bastato essere discepolo di Haydn,
SerataBrunazzi,
Telethon
Quelli
del
cabaret
Oficina Musicum Venetiae su strumenti originali
di una tournée
maidiventare
nata” il suce far trionfare la morale.
godere dell’amiciziaStoria
e dell’ammirazione
di Mozart,
costumi di Ursula Patzak
Gliunspettacoli
saranno
preceduti,
alle oreequivoci,
20:00 aggressioni esiladi e clarinetto
con Cochi
e Renato
un grande Concerto a favore di
grande
Progetto
Una commedia
fatta
di scosse sobbalzi,
cessore di Antonio Salieri
Corte di Vienna. La musica di Joseph
Luca Lucchetta,
di bassetto
Brunoalla
Conte
luci di Maurizio Viani
in un universo
in cui l’uomo,alla Ridotto
bestia e ladel
virtù
trionfano tutte
Eybler, che per meriti artistici fu anche fu elevato al rango di nobile
da una ranti,
conversazione
introduttiva
Teatro.
Venerdì 20 dicembremercoledì
2013, ore 20.45
- fuori abbonamento
20 novembre
2013 ore 20,45
Magical Mistery Orchestra
Lo Schiaccianoci
L’uomo, la bestia
e la virtù
Un viaggio
alla Corte di Vienna
con Salieri, Eybler e Mozart
Riccardo Favero, fortepiano e direzione
Concerto di San Silvestro
(e conosciuto come von Eybler), è stata pressoché dimenticata. Così
è un privilegio raro poter ascoltare il suo concerto per clarinetto,
insieme, appoggiandosi, sostenendosi, e quasi integrandosi tra loro
regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi
Gli spettacoli saranno preceduti, alle ore 20:00 in perfetto equilibrio.
da una conversazione introduttiva al Ridotto del Teatro.
Biglietteria: Rinnovo Abbonamenti Diamante sabato 14 e lunedì 16 settembre - Prosa, Danza, Musica martedì 17, mercoledì 18 e giovedì 19 settembre. Nuovi Abbonamenti Diamante da martedì 24 settembre. Prosa, Danza, Musica da mercoledì 25 settembre. Formula Libero da martedì 1 ottobre - Biglietti Singoli per tutta la Stagione da martedì 8 ottobre.
traformule
un concerto
di singoli,
Salieriè possibile
e uno acquistare
di Mozart,
Orari: Il primo giorno di apertura delle vendite deiincastonato
nuovi abbonamenti,
libero e biglietti
solo di“Grandi”
persona, alladei
biglietteria del Teatro, dalle 15.30 alle 18.00. Dal martedì al venerdì la mattina solo al telefono, con carta di credito dalle 10.30 alle 12.30 e di persona dalle 15.30 alle 18.00. Il sabato, di persona, dalle 10.30 alle 12.30.
quali,
al tempo,
ritenuto
erede.
Nei giorni di spettacolo al telefono con carta di credito
dalle 10.30
alle 12.30 e fu
di persona
dalle 17.00
fino ad inizio della rappresentazione, esclusivamente per la vendita e il ritiro dei biglietti per la serata. I nuovi abbonamenti e i singoli biglietti anche online su www.teatrosalieri.it
Tel. 0442 25477 - Fax 0442 625584 - www.teatrosalieri.it
Raro- [email protected]
è anche il “clarinetto di bassetto” che il solista Luca Lucchetta
L’attività del Teatro Salieri è organizzata da Fondazione Culturale Antonio Salieri
in collaborazione con
Soci Costituenti e Fondatori
e la partecipazione di
“Io sottoscritto attesto
che il signor Joseph Eybler
è un degno allievo di Albrechtsberger,
un ottimo compositore,
ugualmente preparato
nella musica da camera
quanto in quella sacra, competente
nell’arte della canzone nonché
un abile suonatore di organo
e clavicembalo; in poche parole
un giovane musicista di cui,
purtroppo, raramente si trovano eguali.”
manifesto_generale_2013-14.indd 1
foto Marco Caselli Nirmal
Biglietteria: Rinnovo Abbonamenti Diamante sabato 14 e lunedì 16 settembre - Prosa, Danza, Musica martedì 17, mercoledì 18 esuonerà
giovedì 19 settembre.
Nuovi Abbonamenti
Diamante
Danza,
Musica da mercoledì 25 settembre. Formula Libero da martedì 1 ottobre - Biglietti Singoli per tutta la Stagione da martedì 8 ottobre.
per restituire
un suono
piùda martedì
vicino24 asettembre.
quelloProsa,
degli
strumenti
Orari: Il primo giorno di apertura delle vendite dei nuovi abbonamenti, formule
libero
e biglietti
singoli, èdapossibile
solo
di persona,
biglietteria del
Teatro,
dalleda
15.30poco),
alle 18.00.
Dal martedì
alcosì
venerdìun
la mattina
solo al telefono, con carta di credito dalle 10.30 alle 12.30 e di persona dalle 15.30 alle 18.00. Il sabato, di persona, dalle 10.30 alleSoci
12.30.
L’attività
del Teatro
Salieri è organizzata
Fondazioneacquistare
Culturale Antonio
Salieri
Soci Costituenti
e Fondatori
Partecipanti
dell’epoca
(ilalla
clarinetto
era
nato
dandoci
nuovo
Nei giorni di spettacolo al telefono con carta di credito dalle 10.30 alle 12.30 e di persona dalle 17.00 fino ad inizio della rappresentazione, esclusivamente per la vendita e il ritiro dei biglietti per la serata. I nuovi abbonamenti e i singoli biglietti anche online su www.teatrosalieri.it
spaccato del clima artistico della Vienna al tempo di Salieri.
Tel. 0442 25477 - Fax 0442 625584 - www.teatrosalieri.it - [email protected]
in collaborazione con
e la partecipazione di
Soci Partecipanti
Comuni di Angiari, Bevilacqua, Boschi Sant’Anna, Castagnaro, Cerea, Gazzo Veronese, Roverchiara, Terrazzo, Villa Bartolomea
Comuni di Angiari, Bevilacqua, Boschi Sant’Anna, Castagnaro, Cerea, Gazzo Veronese, Roverchiara, Terrazzo, Villa Bartolomea
02/09/13 11:43
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02/09/13 11:43
“Il grottesco si esaspera in momenti di forte comicità o si stempera
nella poesia, si addentra nel dramma e poi se ne libera con slittamenti
surreali, consentendoci di utilizzare registri recitativi a noi congeniali”.
Wolfgang Amadeus Mozart, 1790
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Enzo Vetrano e Stefano Randisi
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50
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14
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periodico indipendente
Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
11
consuntivo positivo per gli incontri con l’autore al castello di bevilacqua
Si è chiusa con un incoraggiante ed un più
che positivo risultato l’iniziativa che nel mese
di novembre ha visto per quattro domeniche
successive alternarsi nelle mura del castello
cinque autori voluti dal Consorzio Pro Loco
Basso Veronese, dall’associazione “Il Basso
Adige” e dal Castello di Bevilacqua che hanno
presentato le ultime loro opere editoriali in una
domenica pomeriggio che prendeva il nome di
“Incontri con l’autore al Castello di Bevilacqua”. Ed in effetti anche in questa seconda
edizione la cultura è stata la vera protagonista
di questa serie di appuntamenti iniziati il 10
novembre e conclusi il 1 dicembre. Un risultato molto positivo tracciato dai presidenti dei
due sodalizi già pronti per rinnovare anche per
il prossimo anno l’iniziativa.
“Non possiamo che essere soddisfatti dell’iniziativa –ci dice soddisfatto il presidente de
“Il Basso Adige” Gianni Galetto- una media
di cinquanta persone che la domenica pomeriggio hanno deciso di trascorrere con noi un
paio d’ore per nutrirsi di cultura con autori
affermati è segno di vitalità e di interesse per
un’iniziativa che è senz’altro da rifare”. Analoga la soddisfazione di Teresa Meggiolaro,
presidente del Consorzio Pro Loco Basso
Veronese. “Anche noi siamo molto soddisfatti
e, accanto ad autori locali essere riusciti a far
venire Marco Buticchi uno degli scrittori italiani più affermati, è indice di come l’evento
dia senz’altro di altissimo livello.
Il nostro grazie va anche al Consorzio delle Pro
Loco della Valpolicella e al suo presidente Giorgio
Zamboni che è riuscito a farlo venire essendo stato
il vincitore del premio Salgari. Aspettiamo ora il
prossimo anno per altri appuntamenti ed il nostro
grazie va anche a Roberto Iseppi e Miresi Cerato,
i proprietari del Castello sempre disponibili a mettere a disposizione la propria nobile dimora per
questi eventi”.
Ed in effetti di alta qualità sono stati gli autori
presenti. Gli incontri hanno avuto inizio il 10
novembre con Alberto Costantini con il romanzo
storico dal titolo “Il principe delle Locuste” coadiuvato dalle lettrici Paola Moro e Renata Nalin,
poi, domenica 17, Marco Buticchi, autore genovese ai primi posti delle classifiche dei libri più venduti in Italia con il volume “La Voce del Destino”
romanzo vincitore del Premio Salgari coadiuvato
da Angelo Galloppo allo strumento Hang e dalla
lettrice Brunetta De Gaspari; domenica 24 novembre con Francesco Occhi e Augusto Garau ed il
loro volume “Tracce di Paesaggio” con Brunetta
De Gapsari lettrice ed infine Giorgio Soffiantini
domenica 1 dicembre con “Il 25 aprile 1945 a
casa mia”, racconto di Stellio Spiazzi e letture di
Andrea Bagno.
Alberto Costantini
Alberto Costantini ed il suo
“Principe delle Locuste” ha
aperto con grande maestria gli
incontri. Un romanzo storico
molto preciso e puntuale su
quelli che sono stati gli avvenimenti narrati dove
le locuste sbattono con foga le loro ali sul ventre
corazzato e salgono a iosa dal pozzo dell’Abisso
oscurando la luce del Sole: il «rombo dei carri»
che accompagna la loro avanzata non può che
accentuare l’aspetto terribile di esseri con “capelli
di donne” e “denti da leoni”, come ha ricordato
nella sua recensione Camilla Bottin. E’ con questa
immagine tratta dall’Apocalisse di Giovanni che
si apre il nuovo romanzo che racconta dell’invasione degli Unni nella città di Padova al tramonto
dell’Impero Romano. Un libro di grande spessore
dove i protagonisti come Rustico, consumato dux
romano che ha speso la sua vita in missioni segrete
torna a casa dalla nobile moglie Felicita molto più
giovane di lui o quello che accade nella corte barbarica tra mille nemici dove troviamo il malvagio
Grod, traditore impunito, e Felicita che non può
che sospirare e pensare alle scelte fatte nel corso
della sua esistenza, dal giorno in cui ha deciso
di non salvarsi sulla laguna con i nobili patavini.
Costantini ci conduce per mano in un itinerario
che si snoda all’interno di un glorioso Impero che
ormai è allo sfascio: un’accozzaglia di genti che
va e viene, delitti e stragi, ma che ha anche al suo
interno qualcosa di buono come Michele, cugino
di Felicita e Lidia. Un libro da leggere tutto d’un
fiato per assaporare gli avvenimenti di un periodo
storico poco studiato ed approfondito.
Marco Buticchi
Vincitore Premio Emilio Salgari 2012 e Finalista Premio Bancarella 2012, era invece Marco
Buticchi, che con il suo carisma
ha saputo raccontare grazie ad
un romanzo storico, un periodo di grande intensità
emotiva. A ruota libera Buticchi ha raccontato la
trama de “La voce del destino” condendo l’intricata vicenda, con aneddoti e vicende storiche poco
conosciute. Il libro racconta infatti di un’anziana
clochard costretta a vivere per le strade di Parigi,
ma il suo passato le ha regalato fama e successo.
Qualcuno la vuole morta, ed è solo l’intervento
di Oswald Breil e Sara Terracini a salvare la
vita di Luce de Bartolo. Ma qual è il segreto che
custodisce, così potente da sconvolgere l’ordine
mondiale? Chi è davvero quella donna? La sua
storia inizia nell’Argentina fra le due guerre e
racconta un’amicizia straordinaria, quella fra Luce
e una tra le donne più ammirate di tutti i tempi:
Eva Duarte. Mentre Luce diventa il soprano più
famoso al mondo, Eva sposa il colonnello Juan
Domingo Perón: nasce così il mito intramontabile
di Evita. Le due amiche vivono la propria storia
che si intreccia con un incubo che si teme possa
tornare: il nazismo. Un’ideologia che trova la sua
forza simbolica in un oggetto dal potere immenso:
la leggendaria lancia di Longino, la cui punta trafisse il costato di Cristo. Il Reich sopravvive alla
sconfitta, ed è proprio in Argentina che il male
nazista intreccia le proprie trame oscure per rinascere anche toccando le più alte sfere del Vaticano
e della finanza più spregiudicata.
Buticchi ha poi parlato del suo ultimo libro ‘La
Stella di pietra’, ambientato nel 1985 quando l’Italia è da tempo sull’orlo della destabilizzazione. La
tensione è provocata da un semplice simbolo: una
stella a cinque punte e qui la storia si intreccia con
un’opera classica, il “Laocoonte”, per giungere
fino a Michelangelo Buonarroti. Un altro romanzo
carico di “suspance” che da più parti ha fatto definire Buticchi il Ken Follet italiano.
Francesco Occhi
ed Augusto Garau
Il libro, dal titolo
“Tracce di paesaggio”, è un ulteriore
approfondimento
alla scoperta del nostro territorio raccontato in
oltre 200 pagine e con circa 200 fotografie. I
paesi coinvolti sono: Cerea, Bovolone, Concamarise, Salizzole, Sanguinetto, Casaleone.Nogara,
GazzoVeronese, Ostiglia, Melara, Bergantino,
Castelnovo Bariano.Legnago, Villa Bartolomea,
Castagnaro, Terrazzo, Boschi Sant’Anna, Bevilacqua. Angiari, Minerbe, Belfiore, Ronco all’Adige, Bonavigo, Roverchiara, Isola Rizza, San
Pietro di Morubio.Buttapietra, Isola della Scala,
Oppeano, San Giovanni Lupatoto, Verona, Castel
d’Azzano. Bussolengo, Sona, Castelnuovo del
Garda, Valeggio sul Mincio Sommacampagna,
Villafranca PoveglianoVeronese, Vigasio, Nogarole Rocca, Mozzecane, Roverbella, Castelbelforte, Trevenzuolo, Erbè, Sorgà, Castel d’Ario,
Roncoferraro, Villimpenta, Serravalle a Po. Gli
argomenti riguardano le peculiarità Della nostra
terra ed in particolare l’ architettura rurale che
fa da sfondo a quella che è l’economia agricola
prevalente nella pianura veronese. Partendo da
quelli che posso essere le strade legate all’economia di un tempo (come il riso e le risaie, la
canapa ed il baco da seta, l’acqua e dei fiumi,
della bonifica delle Valli, o i lavori specifici che
richiedevano una realtà rurale ed edilizia particolare come quelli legati alla pastorizia o al lavoro
delle fornaci o alle “molonare ed anguriare” che
prevedeva periodi di allontanamento da casa.
Interessante è poi il percorso dello zucchero con
ben 12 zuccherifici sparsi nel nostro territorio e
quello della fede con le pievi, molte delle quali
bellissime e sparse nella pianura o dei cimiteri
luoghi di meditazione e di preghiera ma anche di
arte e di storia. I paesi coinvolti in questi percorsi
sono quasi 30 tutti collegati con elementi di riferimento simili quale l’architettura industriale, la
realtà economica, quella produttiva ed insediativa
con alcuni elementi caratterizzanti per ciascun
paese. Il progetto è diviso per itinerari e percorsi
che vanno ad abbracciare quasi tutti i paesi della
pianura veronese con una leggera uscita dalla
provincia di Verona per entrare in quella di Mantova (Ostiglia, Roverbella) per seguire i corso dei
fiumi (Adige e Po, Fratta, Guà, Tione, Menago,
Terrazzo, Canal Bianco ecc.).
Giorgio Soffiantini
Il libro “Il 25 aprile 1945 a
casa mia”, racconto di Stellio
Spiazzi a cura di Giorgio Soffiantini e con letture di Andrea
Bagno e della vedova del professor Stellio, è stato un tuffo nella storia di un
paese di provincia come Marega dove il grande
professore, prima di traferirsi a Badia Polesine,
ha vissuto ed ha partecipato in prima persona in
quelli che sono stati i dolori della guerra che ha
colpito un po’ tutte le famiglie. Un libro intenso
dove fatti realmente accaduti ed eventi completato dalla fantasia poetica di un grande scrittore
come Spiazzi, sono stati messi ottimamente in
luce dal curatore Giorgio Soffiantini. Grazie ad
una perfetta alternanza tra le immagini proiettate,
la descrizione introduttiva di alcune delle fasi
salienti del libro fatta da Soffiantini e la sapiente
lettura di Andrea Bagno, è stato possibile rivivere
quei tragici momenti vissuti in occasione del
Secondo conflitto mondiale. La ritirata tedesca,
le azioni violente di chi cercava riparo e rifugio
durante una precipitosa ritirata e di chi tentava
inutilmente di nascondere quel poco che aveva
per sopravvivere, dalle razzie nemiche.
Comitato di redazione
Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
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periodico indipendente
TANTA COMMOZIONE ALLA PRESENTAZIONE
DEL LIBRO DEL MAESTRO DEI FRANCOBOLLI
Alla presentazione del libro “Il maestro dei
francobolli in una scuola così”, la commozione era
palpabile. Era da anni che i ragazzini di un tempo,
più o meno discoli alunni e alunne di Gastone
Rizzo, ora divenuti adulti maturi (qualcuno con
capelli imbiancati),
non di incontravano.
Il libro autobiografico del loro amato
maestro, prossimo a
festeggiare i novantadue anni, che a partire
dagli Anni Quaranta
insegnò alle scuole
elementari di Sustinenza,
Aselogna,
Maccacari e Cerea,
nel veronese, è riuscito a riunirli, alla Fondazione
Fioroni di Legnago.
“Invece del sillabario si studieranno i francobolli”, titolava nel 1951 “Il Messaggero”, mentre
“Oggi” di quello stesso anno sinteticamente
titolava: “Fa scuola con i francobolli”. Nativo
di Marega, il maestro Rizzo aveva difatti creato
un nuovo metodo didattico, appassionando i suoi
scolari alla filatelia, usando i francobolli e la loro
raccolta, a scuola, “come centro di interesse in
ogni materia di insegnamento, dalla prima alla
quinta classe elementare”.
La singolare e per certi aspetti unica avventura
del maestro Rizzo prese le mosse nel 1940 quando, assunto come insegnante supplente in scuole
elementari del veronese, incominciò ad usare i
francobolli da collezione come mezzo di interesse didattico. “Però, fu nel 1948 – ricorda – che,
dopo aver vinto il concorso magistrale ed essere
entrato in ruolo in una quinta elementare ad Aselogna, iniziai ad applicare con metodo e logica,
la filatelia nelle singole materie d’insegnamento,
facendo dapprima diventare i miei scolari dei
piccoli collezionisti di francobolli con la propria
raccoltina e la realizzazione di altri quaderni
dedicati alle varie materie spiegate ed illustrate
da francobolli, dati poi in premio agli scolari che
si comportavano bene”.
All’epoca non mancò chi lesse nell’iniziativa
del maestro Rizzo una nuova versione, rivista e
aggiornata, del ben più famoso e diffuso metodo
Montessori. Una cosa, comunque, resta incontrovertibile, e cioè che
grazie ai francobolli,
il maestro di Marega, trapiantato nella
Bassa Veronese, “guariva la poltronaggine”
(titolo di un periodi
francese) degli alunni.
Impossibile, d’altra parte, non essere
coinvolti nelle attività dell’appassionato
maestro che come premio ai più meritevoli alunni
donava francobolli destinati sì alle collezioncine
personali, ma usati anche per abbellire ricerche e
approfondimenti.
In questa sua innovativa e inedita attività
didattica Gastone Rizzo non mancò di metterci
del suo. Come le varie lettere dell’alfabeto trascritte, con grafica diversa, su delle tabelle dove
non mancava mai un appropriato francobollo
chiamato a far da guida. Prendiamo, per esempio,
la “C” di cavallo illustrata, è il caso di dirlo, con
un francobollo del Reich tedesco e un suo rifacimento, ad opera del maestro Rizzo, che occupa
l’intero pannello sul quale, è collocata la lettera
“C”, appunto, e, in basso, la scritta “Cavallo” in
minuscolo e in stampatello”.
Altre tavole servivano a prendere per mano gli
alunni aiutandoli a muovere i primi passi nel complesso mondo dei numeri. Ecco allora il “5” che si
materializza attraverso un francobollo d’Austria,
s’intende ridisegnato dal maestro Rizzo, sul quale
fanno bella mostra cinque ciclamini.
Con i colori si cimentarono anche i giovani
scolari, chiamati a ridisegnare nei loro quaderni
a quadretti – i famosi “Pigna con copertina rigorosamente nera e dorso rosso - francobolli vari,
completati da piccoli commenti. Come la “Rondi-
il Gruppo folkloristico
Ciclisti d’altri Tempi
Creato per il Carnevale veronese, è oggi museo vivente, con tanto di storia e di
cultura. In Piazza Bra, Verona si presenta, un po’ alla volta, in tutti i suoi aspetti.
Questa volta, tuttavia e per fortuna, la città è stata onorata, senza microfoni e senza
rumori, da un’ottima rassegna di biciclette e tale da apparire come un fornitissimo
museo, dal grande valore didattico. Museo del mezzo di autotrasporto più semplice
e non inquinante, di cui l’uomo disponga. Una ventina di gentlemen, alcuni con
farfallina, altri con cravatta e paglietta, uno in ’uniforme’ da panettiere, tutti muniti
di biciletta, ha attirato l’attenzione dei cittadini a passeggio, in Bra… Parliamo dei
“Ciclisti d’altri Tempi”, con sede presso “La Capanna” di via 28 marzo, Verona,
che, guidati dal presidente Claudio Zuppini, www.ciclistidaltritempi.it, gruppo
fondato nel 1952, sono spesso chiamati a partecipare ad inaugurazioni sportive o
all’allestimento di mostre di altissimo spessore. Il gruppo dispone di un ottimo parco-bici, composto da pezzi originali e da fedeli riproduzioni, come draisine, bicicli,
velocipedi, un triciclo del 1865, una ‘bersagliere’ del 1918, velocini e altre biciclette non d’uso comune. Non mancano alcuni pezzi in legno - le prime bici - che,
senza pedali, procedevano e procedono solo con l’aiuto dei piedi, toccanti la terra.
Un’ottima, inaspettata apparizione, quella dei “Ciclisti” veronesi, che ha fatto
conoscere a giovani e ad anziani, come si andava in bici un tempo, magari accompagnati da un ausiliario, per il caso di cadute impreviste, data l’enorme altezza
dal suolo del ciclista conduttore… Complimenti! C’è da sperare che tale storica
apparizione contribuisca a fare capire incisivamente l’importanza della bicicletta,
agli effetti di un traffico ecologicamente rispettoso dell’ambiente, specialmente nei
centri cittadini, dove la prepotenza del motore non deve prevalere sulle due ruote,
caratteristiche per loro silenziosità e il loro accertato apporto di salute.
Pierantonio Braggio
ne” mostrata su un francobollo italiano di quegli
anni, ridisegnata e così descritta: ”In primavera la
rondine ritorna da noi a ritrovare il nido di terra”.
E poi ci sono i quaderni di grammatica, oppure
quelli di religione con la narrazione, in questo
caso, della vita di Cristo.
L’età avanzata non ha permesso al pur lucidissimo e sempre attivo maestro, di essere presente a
Legnago. L’involontaria assenza è stata in buona
misura colmata da in video, registrato qualche
giorno prima a Parma, città nella quale da tempo
risiede, che ha permesso a molti suoi ex alunni di
“rivedere” e tornare a “riascoltare” il loro maestro. Mentre sullo schermo scorrevano le immagini e gli altoparlanti diffondevano la voce ancora
cristallina di Gastone Rizzo su molti visi sono
scese lacrime di sincera commozione e nostalgia.
D’improvviso quelle immagini hanno riportato a
galla ricordi, in verità mai del tutto dimenticati, di
cinquanta e passa anni fa.
Di questi ricordi e con essi della gratitudine nei
confronti del maestro Risso si è fatto interprete
Albertino Pesante. “Quando, qualche tempo fa,
ho riavuto dal maestro un mio quaderno – come
quelli esposti nella mostra allestita al Museo Fioroni -, dapprima mi sono seduto, perché tremavo
tutto, poi ha cominciato a sfogliarlo e sono tornato con la memoria alla mi giovinezza”. “Ancora
adesso – assicura Daniela Salaorni – faccio di
conto senza far ricorso alla calcolatrice. E questo
per merito del maestro Rizzo”.
Clara Scapin, vicepresidente della Provincia
non ha mancato a sottolineare il rapporto di
amicizia e di affetto che ancora adesso lega gli
alunni al maestro Rizzo al quale va riconosciuto
il merito di aver “seminato molto”, mentre il maestro Alberto Bologna non ha esitato a giudicare
“straordinaria” l’esperienza didattica del maestro
Gastone Rizzo elogiata pure da Luciana Baratella, presidente della Fondazione Fioroni che con
l’Unione stampa filatelia italiana ed il Circolo
filatelico e numismatico “Sergio Rettondini” ha
promosso la presentazione del libro.
Danilo Bogoni
Sul Garda, Riso vialone nano
di Sustinenza
Risòtto anche all’Amarone, presso il ristorante Melograno di Desenzano,
preparato da Giorgio Sbizzera.
Al Melograno, sfilata eccezionale di prodotti dell’agricoltura veronese, nel
piatto e nel bicchiere. In un ambiente addobbato di uova, di farina, di tagliatelle, di tortellini, di riso vialone, di rami di corbezzolo, talvolta con rossa bacca,
nonché di bottiglie di Amarone, di Ripasso e di Valpolicella classico, si è
tenuto un convivio culturale, organizzato dalla veronese Azienda Agricola Poltretti. La quale produce i vini citati, sulle colline di Verona, dette “Torricelle”,
a qualche chilometro dal centro-città. Questa volta, nel locale di Vanni Grossi
è stata la volta del ‘riso vialone nano’ della veronese Sustinenza, magistralmente preparato da Giorgio Sbizzera, produttore diretto del riso e, al tempo,
suo cuoco d’eccezione, peraltro apprezzato in Italia e all’estero. Accanto a
buoni bicchieri di Amarone e di Ripasso, Giorgio ha sorpreso i presenti con
ben quattro tipi di risòtto: al tartufo; al Radicchio rosso di Verona, prodotto a
Casaleone; al ‘tastasàl’, caratteristico del Veronese e, non ultimo, per una felice
conclusione dell’incontro, all’Amarone delle Torricelle.
La riunione ha avuto anche un particolare risvolto culturale, perché la stessa,
oltre a promuovere cibi e vini della tradizione veronese, ha creato un proficuo
scambio di esperienze agricole, nonché permesso di trasmettere importanti
dettagli sul Riso e sull’Amarone, di tanto in tanto proposto dal sommelier
Gianfranco Mucchetti. Dettagli, che, esposti con competenza da Carlo Poltretti, Paolo Ugo Braggio e dal dotto enologo Fabio Melotto, sono tornati molto
graditi ai presenti, perché non si gusta solo mangiando o bevendo, ma anche
‘sapendo’ da cosa un prodotto agricolo deriva e come lo stesso va gustato.
Pierantonio Braggio
periodico indipendente
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ANTONELLO DA MESSINA al mart
Il progetto espositivo, a cura di Ferdinando Bologna e Federico De Melis (con
la collaborazione di Maria Calì e Simone Facchinetti), propone un’indagine
articolata e uno sguardo originale sulla
figura del grande pittore del Quattrocento
e sul suo tempo, attraverso lo studio degli
intrecci storico-artistici e delle controversie ancora aperte, presentati in questa
sede come punti di forza attraverso i quali
approfondire nuovi
percorsi di interpretazione critica. Questa
rilettura di Antonello
da Messina non offre
solo la ricerca della
collocazione cronologica delle opere,
l’analisi dei rapporti
con i maestri a lui
contemporanei, delle
similitudini e delle
differenze, ma è concentrata anche su una profonda analisi
dell’intelligenza poetica di un artista che ha
saputo cogliere le sfumature psicologiche e
le caratteristiche più intime dell’esistere.
La mostra è stata resa possibile grazie a
preziose collaborazioni con alcune tra le
più importanti istituzioni culturali come i
musei della Regione Sicilia, la Galleria
Borghese di Roma, i Musei Civici di
Venezia, la Fundación Colección Thyssen Bornemisza di Madrid, il Philadelphia Museum of Art e il Metropolitan
Museum di New York. La National Gallery di Washington, ad esempio, si priverà
per tutto il periodo della mostra roveretana
di due opere appartenenti alla collezione
permanente. Saranno inoltre esposte alcune
opere non presenti nella recente retrospettiva dedicata a Antonello da Messina come
il “Ritratto d’uomo” appena restaurato,
proveniente dal Philadelphia Museum of
Art, il “Salvator Mundi” della National
Gallery di Londra, la “Madonna Benson” custodita nella National Gallery di
Washington. Il percorso espositivo ha
inteso ricostruire l’ampia scena storica e
geografica dalla quale emerge l’eccezionale individualità di Antonello: un pittore
che, a metà del Quattrocento, si fa interprete di un fermento creativo mediterraneo
ed europeo incentrato
sull’incontro-scontro
tra la civiltà fiamminga e quella italiana.
An initio, la formazione di Antonello,
avvenuta nella Napoli di Alfonso d’Aragona tra esperienze
provenzali-borgognone e fiamminghe, e
si sviluppa con l’acquisizione progressiva della sintassi ‘italiana’, e l’aprirsi a
una dimensione mediterranea europea, fino
all’esito veneziano e post-veneziano che
indica l’inizio di una nuova civiltà figurativa. La mostra riesamina anche il dibattito
relativo al rapporto di Antonello con la
Milano sforzesca, quasi in parallelo con le
nuove ricerche di tipo spaziale lì condotte
dal giovane Bramante, come indicano, tra
le opere in mostra, il “Cristo alla colonna” e il disegno “Gruppo di donne su
una piazza, con alti casamenti” entrambe
provenienti dal Louvre. Da autentico figlio
di una civiltà mediterranea da sempre aperta
alle “contaminazioni”, Antonello da Messina
fu una spugna che assorbì, rendendo proprie,
esperienze e influenze diverse, nel corso della
sua vita lo ritroviamo da Napoli alla Spagna,
dalla Provenza alle Fiandre, da Urbino a Venezia e dopo tanto girovagare il ritorno in Sicilia
dove trascorrerà gli ultimi anni della sua vita.
Un pittore che si fa interprete, al massimo
grado, di un fermento creativo incentrato
sull’incontro-scontro tra la civiltà fiamminga
e quella italiana
Antonello dunque non ha limiti geografici
ed è in questo senso che la mostra aggancia
confronti con altri protagonisti della scena
artistica del momento, da Colantonio a Van
Eyck, fino a comprimari meno conosciuti,
ma insigni come Antonio da Fabriano e il
Maestro di San Giovanni da Capestrano,
identificato con Giovanni di Bartolomeo
dall’Aquila attivo a Napoli dal 1449. Dalla
presentazione: “Così, si vuole rileggere, su
basi storicamente fondate, lo specialissimo
carattere di un’opera che dipende direttamente dalla grande lezione prospettico-luminosa
di Piero della Francesca, come già suggerito
nel 1914 dal giovane Roberto Longhi. La
novità, in questo senso, è che i curatori individuano l’influenza di Piero non solo nella
fase matura, ma lungo l’intero arco della vita
artistica di Antonello, secondo modalità ogni
volta diverse, funzionali alle urgenze espressive del momento”.
Una rassegna complementare è “L’Altro
Ritratto” dedicata al ritratto contemporaneo e curata dal filosofo francese Jean-Luc
Nancy. Autore di un importante saggio uscito
nel 2000 “Il Ritratto e il suo sguardo” Nancy
continua la riflessione con una mostra che
idealmente va a completare quella dedicata
al grande ritrattista rinascimentale. Qui però
sono esposte opere di maestri del Novecento
come Acconci, Paolini, Giacometti, Richter,
Freud, Douglas Gordon, Fiona Tan, Jeff
Wall. Federica Tirapelle
Rovereto. Mart. Antonello da Messina.
Fino al 12 Gennaio 2014.
Catalogo: Electa
NASCE IL FESTIVAL SCALIGERO INTERNAZIONALE MARIA CALLAS
Lo scorso 2 dicembre 2013 Maria Callas
avrebbe compiuto 90 anni, essendo nata a
New York nel 1923 da una famiglia di origine greca. E’ morta a Parigi nel 1977. E proprio il 2 dicembre in Sala Maffeiana a Verona
ha preso il via il Festival a lei dedicato.
Presidente onorario il M° Franco Zeffirelli,
madrina il soprano veronese Cecilia Gasdia.
Caratteristica del Festival è quella di iniziare e terminare con due date importanti:
2 dicembre (data di
nascita) e 2 agosto
(il 2 agosto 1947
Maria Callas debuttava in Italia all’Arena di Verona nel
ruolo di Gioconda).
All’interno del
Festival
saranno
previsti incontri,
convegni, audizioni e/o segnalazioni
di giovani cantanti
e la nuova edizione
del concorso internazionale scaligero
“Maria Callas-Verona”.
Il 2 agosto 2014 ci sarà l’assegnazione del
primo Premio Internazionale alla carriera
“Maria Callas Verona” ad una star della lirica internazionale. Il Festival è patrocinato
dal Comune di Verona, dalla Fondazione
Arena di Verona, dall’Accademia Filarmonica di Verona, dalla Fondazione Giorgio
Zanotto e dall’Associazione Verona Lirica.
Tra le iniziative del Festival Scaligero
anche la mostra a cura del “Progetto Archivio”
Nocera-Pollini-Zanoli che raccoglierà immagini
e momenti più significativi della vita artistica di
Maria Callas.
Ivano Zanoli
DA SMART ENERGY EXPO
UN NUOVO SCHEMA FISCALE
CHE PREMIA IMPRESE
E VENDITORI
Dal Comitato Scientifico di Smart Energy
Expo, la fiera internazionale sull’efficienza
energetica e sulla white-green economy in
programma a Veronafiere per il secondo anno
dall’8 al 10 ottobre 2014, arriva una proposta
di un nuovo sistema che premia le piccole e
medie imprese che fanno efficienza energetica. Ettore Riello, Presidente di Veronafiere,
e i principali attori della policy energetica
nazionale, ne hanno discusso questa mattina a
Roma con i principali stakeholder del mondo
italiano dell’energia.
Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
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periodico indipendente
POLLOCK E GLI IRASCIBILI, LA SCUOLA DI NEW YORK A MILANO
Nel 1950 il Metropolitan Museum di New
York organizza un’imponente mostra dedicata
all’arte contemporanea americana. Gli esponenti dell’Espressionismo Astratto,
attivi dalla metà
degli ’30, vengono esclusi dalla
lista degli artisti
invitati a partecipare e da questo
episodio scaturisce la risposta
“ribelle” di una
serie di pittori che
inviano al New
York Times una lettera di dissenso indirizzata al
Presidente del museo, Ronald L. Redmond. Tra
i firmatari compaiono Jackson Pollock, Willem
de Kooning, Mark Rothko, Robert Motherwell e
Barnett Newman, etichettati dall’Herald Tribune come il “gruppo degli Irascibili”.
Milano presenta una grande mostra su Pollock e l’arte americana dagli ultimi anni
Trenta agli anni Sessanta, periodo in cui l’arte
si rivoluziona e scopre nuovi mezzi espressivi
mai sondati prima, spostando l’asse culturale
mondiale dall’Europa all’America. L’esposizione di Pollock a Palazzo Reale propone la straordinaria stagione dell’Espressionismo astratto,
arte con cui il Nuovo Continente si apre al
mondo creando la prima arte tipicamente statunitense, in cui troneggiano i nomi di grandi artisti
come Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem
de Kooning, Franz Kline, Barnett Newman, i
cui capolavori provengono dal famoso Whitney
Museum di New York. In una Big Apple poliedrica e fertile, nella quale il New Deal roosveltiano cercava di risollevare le sorti economiche
del paese ancora ferito dalla Grande Depressione, convivono suggestioni artistiche differenti
ed originalissime, destinate a modificare il
volto dell’arte mondiale: l’action painting di
Pollock, intrisa di sperimentalismo e di sofferenza, si trova a
fianco delle donne
di Willem de Kooning, nelle quali
si sente ancora
forte l’eco europeo di Van Gogh,
di James Ensor e
di Pablo Picasso e che da lontano si specchiano nell’astrattismo brillante
ed essenziale di Mark Rothko. E’ un’arte di
sfogo, un’arte di protesta, un’arte di affermazione, un’arte necessaria che attinge e sviluppa
sensazioni dall’arte europea: dalla Scuola di
Parigi, all’Espressionismo tedesco, dal Surrealismo, a Kandinsky, per rielaborare in chiave
moderna uno stile che sarà a sua volta fondamentale per la nascita del Minimalismo e della Pop
Art, il cui maggior esponente è Andy Wahrol.
Curata da Carter Foster con la collaborazione
di Luca Beatrice e promossa dall’Assessorato
alla Cultura del Comune di Milano, l’importante
rassegna presenta il lavoro di 18 artisti attraverso
49 opere provenienti dal Whitney Museum ed ha
aperto le celebrazioni dell’“Autunno Americano” a Milano, seguita dalla grande monografica
dedicata ad Andy Warhol. Protagonista indiscussa è l’opera Number 27 di Pollock, uno dei
quadri più noti dell’artista che eccezionalmente
- data la delicatezza e la fragilità di questo olio,
oltre alle sue dimensioni straordinarie - è stato
dato in prestito dal Whitney Museum. Le altre
opere esposte coprono un arco storico che va
dalla fine degli anni Trenta alla metà degli anni
Sessanta, tra cui spiccano: Mahoning di Franz
Kline (1956), Door to the River di Willem de
Kooning (1960) e Untitled (Blue, Yellow, Green
on Red) (1954) di Mark Rothko, accanto a opere
di artisti meno noti, come William Baziotes e
Bradley Walker Tomlin, che consentono una
narrazione completa, complessa e diversificata
del movimento.
Una menzione a parte merita il celebre scatto
realizzato da Nina Leen che ritrae i diciotto
“Irascibles” vestiti da banchieri, pubblicato nel
gennaio del 1951 dalla rivista Life, esposto in
una sala del Palazzo Reale. Vi si possono distinguere le figure di Pollock, de Kooning, Rothko,
Newman e Motherwell, Adolph Gottlieb, William Baziotes, James Brooks, Hans Hofmann,
Bradley Walker Tomlin, Jimmy Ernst, Weldon
Kees, Ad Reinhardt, Richard Pousette-Dart, Fritz
Bultman, Theodoros Stamos, Clyfford Still e
Hedda Sterne, unica donna del gruppo.
“Nell’album fotografico della storia dell’arte”,
scrive Luca Beatrice nel suo saggio, “quello
degli Irascibili è tra gli scatti più famosi, almeno
quanto i Futuristi in abito da gran sera, i Dada
immortalati da Alfred Stieglitz, i Surrealisti
vestiti alla moda, fino ai cinque della Transavanguardia in smoking all’inizio degli anni Ottanta.
Gli Irascibili, nonostante l’aspetto tutto sommato
bonario, sono “tecnicamente” arrabbiati per il
fatto accaduto, ma in generale questa condizione di protesta, sintetizzata peraltro nella lettera
inviata il 20 maggio 1950 al presidente del Met e
che contiene le loro rimostranze, li mette in una
condizione piuttosto tipica ai tempi dell’avanguardia: fare fronte comune, lavorare insieme,
condividere successi ed eventuali difficoltà in
maniera compatta”.
Caterina Berardi
Milano, Palazzo Reale. “Pollock e gli Irascibili - La scuola di New York”.
Fino al 16 Febbraio 2014.
CONCERTO DI INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO
DELL’ORCHESTRA SINFONICA DEGLI STUDENTI DI CASTELFRANCO VENETO
Scrivere sulla musica per chi, come il sottoscritto,
non ha compiuto importanti studi in materia, rischia di
far scivolare i commenti in cacofonici errori e obbrobriosi delitti d’incompetenza e d’insensatezza. Certo,
presentare un concerto, specie da neofita, è di per sè
cosa impegnativa, ma lo è ancor di più quando esso
sigla l’inaugurazione di un Anno Accademico. Tuttavia,
se è vero che, come afferma Riccardo Muti, ”la musica
è una necessità del nostro spirito”, mi sento più sciolto nello scrivere, poiché, essendo dotato di spirito, riesco pure io, con tutti i miei limiti e lacune, a percepire quei
concetti e stati d’animo che il linguaggio musicale trasmette.
Venerdì 22 Novembre, all’interno del settecentesco Teatro Accademico di Castelfranco Veneto, è cominciata la nuova stagione del Conservatorio “A. Steffani”, da
trentacinque anni polo di riferimento (500 alunni iscritti, un corpo docente altamente qualificato, una media di un centinaio di uscite concertistiche annue) di un territorio che, eroicamente, continua a proporre prodotti culturali di indiscussa portata.
L’Orchestra Sinfonica degli studenti dello Steffani, diretti dall’energica bacchetta
del Maestro Roberto Zarpellon, ha proposto un programma davvero coinvolgente:
il Concerto per pianoforte n.2 in fa maggiore op. 102 di D. Šostakovič e la Sinfonia
n. 4 in mi minore op. 98 di J. Brahms. E per un paio d’ore il numeroso pubblico,
che ha riempito ogni angolo dell’elegante ambiente (ricordiamo che il soffitto del
teatro fu dipinto dal Canaletto), ha pattinato sulle note immortali che solo il linguaggio immediato e genuino della musica riesce a sussurrare alle nostre più celate
emozioni. Ad aprire l’evento, dunque, il capolavoro del russo Šostakovič, scandito
in tre movimenti: Allegro, Andante e ancora Allegro. Autentica protagonista della
scena, la giovane pianista Eleonora Centa, che, diplomatasi al Conservatorio di
Castelfranco con il massimo dei voti e la lode, da anni si esibisce regolarmente in
qualità di solista e in formazioni cameristiche, sia vocali che strumentali, in Italia
e all’estero. In quegli 88 tasti bianchi e neri, Centa ha trasfuso il suo mondo, fatto
di passione, tecnica ma soprattutto lavoro, duro lavoro.
Un mondo racchiuso in una tastiera di pianoforte, dove
da pochi centimetri d’avorio si sprigionano tutti i nostri
stati d’animo: dalla tristezza, alla gioia, alla rabbia.
Basta il primo tocco delle dita sullo strumento e l’artista
entra d’impeto in rapporto con noi; un dialogo teologico, durante il quale l’anima si confessa e si presenta
senza i fronzoli del mascherato e preimpostato linguaggio d’uso comune. Il principe degli strumenti, il pianoforte, con il suo linguaggio
che non ammette compromessi, fissa il suo sguardo sulla nostra essenza e la veicola
all’incontro con melodie centenarie imprigionate tra i suoi tasti consumati e che
solo abili mani sanno liberare alte e sublimi sulle ali del suono. Con la sinfonia
di Brahms, invece, si entra in una rinnovata dimensione, dove l’Ensemble degli
strumenti (dai fiati, agli archi) ti prende garbatamente per mano e ti accompagna in
una danza interiore, ora dolce, ora appassionata, ora malinconica. Il romanticismo
di Brahms spalanca le porte all’onirico, all’ineffabilità dei sogni. Ecco allora molti
tra il pubblico scorgere quel mare in tempesta descritto da Melville, travolti da un
oceano di archi, unica bussola per l’ascoltatore che sta smarrendo la percezione con
la realtà per essere travolto dall’onda anomala dell’incanto della musica.
A dominare il tutto un grande Direttore d’Orchestra il Maestro Roberto Zarpellon, che con la sua magistrale bacchetta ha guidato ogni movimento con assoluta padronanza e sensibilità artistica. Queste le sensazioni che il Conservatorio,
sapientemente diretto dal Maestro e compositore Paolo Troncon (eletto di recente
anche Presidente della Conferenza nazionale dei Direttori), ha lasciato in eredità al
pubblico. Vincenti si sono rivelati i Suoi ragazzi: essi hanno insegnato, in un tempo
cinico e arrogante come l’odierno, che è solo con il sudore della fronte, l’impegno,
la costanza e l’umiltà che si possono raggiungere ambiziosi traguardi. Più che una
lezione di musica la loro è stata una lezione di vita.
Paolo Cecco
periodico indipendente
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MIGLIAIA DI AGRICOLTORI AL BRENNERO, FERMATI TIR CON PROSCIUTTI TEDESCHI,
CAGLIATE INDUSTRIALI BELGHE E PATATE TEDESCHE DIRETTE A VERONA
Verona, 5 dicembre 2013 - Ci sono circa 200 imprenditori agricoli veronesi accompagnati dal loro presidente Claudio Valente e dal direttore Pietro Piccioni tra le migliaia
di agricoltori e allevatori che dalle prime ore della mattina, sfidando il freddo intenso,
anche oggi hanno invaso la frontiera del Brennero tra Italia e Austria per la mobilitazione “La battaglia di Natale: scegli l’Italia” promossa dalla Coldiretti per difendere
l’economia e il lavoro delle campagne dalle importazioni di
bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate
come italiane. Nel piazzale scelto come campo base all’area di
parcheggio “Brennero” al km 1 dell’autostrada del Brennero
– direzione sud (Austria-Italia) ci sono trattori e decine di pullman che hanno già portato al valico gli imprenditori agricoli
provenienti da tutta Italia. Gli allevatori si sono schierati attorno al tracciato stradale e hanno iniziato a fermare i camion per
sapere cosa arriva e dove va a finire.
Mozzarelle provenienti dalla Germania e destinate alla
Sicilia, latte proveniente dalla Polonia e destinato a Brescia,
cagliate industriali per fare il formaggio provenienti dal
Belgio e destinate a Verona, così come patate provenienti dalla Germania e dirette a
Verona, prosciutti provenienti dalla Germania e destinati a Modena. Sono solo alcuni
degli “inganni” smascherati al valico del Brennero dalle migliaia di agricoltori della
Coldiretti. Tra i tanti prodotti trasportati dai Tir che entravano nel nostro Paese - sottolinea la Coldiretti di Verona - i carabinieri dei Nas hanno prelevato dei campioni di
prosciutti non timbrati sui quali fare delle analisi. L’inventario del “falso Made in Italy”
stilato al presidio dalla Coldiretti per difendere l’economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che dopo aver oltrepassato le nostre frontiere vengono spacciate per
italiane, conta anche piante olandesi dirette a Latina, fiori prodotti in Equador, transitati in Olanda e diretti in Veneto e in Toscana, patate tedesche destinate a un mercato
ortofrutticolo della Sicilia.
“L’obiettivo – precisa Claudio Valente - è smascherare il “falso Made in Italy alimentare, aiutare i consumatori a fare scelte di acquisto consapevoli in vista del Natale
e sollecitare le Istituzioni a rendere operativo l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli e alimentari. Solo nell’ultimo anno a livello nazionale sono
scomparse 32500 stalle e aziende agricole e persi 36mila occupati nelle campagne, con
impatti devastanti sulla sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini. La chiusura di
un’azienda agricola significa infatti maggiori rischi sulla qualità degli alimenti che si
portano a tavola e minor presidio del territorio, lasciato all’incuria e alla cementificazione. Sono questi i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali è sottoposta
giornalmente l’agricoltura: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo
come italiano; dall’altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i prodotti
agricoli senza alcun beneficio per i consumatori per colpa di una filiera inefficiente”.
“Stiamo svendendo un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa
economica sostenibile e duratura che fa bene all’economia
all’ambiente e alla salute - afferma il presidente Valente - nel
denunciare che “l’invasione di materie prime estere spinge
prima alla svendita agli stranieri dei nostri marchi più prestigiosi e poi alla delocalizzazione delle attività produttive”.
“Oggi anche a causa delle importazioni di minor qualità
l’Italia - sottolinea Pietro Piccioni - produce appena il 70 per
cento dei prodotti alimentari che consuma ed importa il 40 per
cento del latte e carne, il 50 per cento del grano tenero destinato al pane, il 40 per cento del grano duro destinato alla pasta,
il 20 del mais e l’80 della soia mentre siamo autosufficienti
solo per ortofrutta, vino, pollame. La colpa è di un modello
di sviluppo industriale sbagliato che ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto
perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno
viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288
ettari) con il risultato che è aumentata la dipendenza degli italiani all’estero per l’approvvigionamento alimentare. Dall’inizio della crisi ad oggi, infatti, le importazioni di
prodotti agroalimentari dall’estero sono aumentate in valore del 22 per cento”. “In un
momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato – conclude il direttore
- il valore aggiunto della trasparenza e dare completa attuazione alle leggi nazionale e
comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti.
Ma è necessario che sia anche resa trasparente l’indicazione dei flussi commerciali con
l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero, venga bloccato
ogni finanziamento pubblico alle aziende che non valorizzano il vero Made in Italy dal
campo alla tavola e diventi operativa la legge che vieta pratiche di commercio sleale,
tali da permettere di pagare agli allevatori e agli agricoltori meno di quanto essi spendono per produrre”. Mercoledì si è svolta nella Piazza di Reggio Emilia una manifestazione parallela al presidio di Coldiretti al Brennero. Una delegazione del Veneto, cui
hanno partecipato numerosi imprenditori agricoli veronesi con il presidente Claudio
Valente, era presente a Reggio Emilia dove hanno sfilato per la difesa del Made in Italy
proprio nella terra della produzione del prosciutto per antonomasia.
Ada Sinigalia
Ristorante - Pizzeria
Pranzo di Natale 2013
Tortino di carne salata con funghi e scaglie di grana
Crostino di polenta con radicchio e gorgonzola
Bigné salato con stracchino e pancetta
Petto d'oca affumicato con caprino
Lasagne al forno
Risotto salsiccia e funghi
Arista al forno
Filetto in sfoglia
Patate al forno
Fondo di carciofo gratinato
Ananas con gelato e frutti rossi
Dessert natalizio
Caffé corretto
Vini: Rabosello / Prosecco / Spumante
Costo del pranzo di Natale: 35,00 euro a persona
Per la conferma si deve versare un acconto di caparra
Inizio pranzo alle ore 12.30
Per prenotazioni telefonare ai numeri 0442 601299 o 392 9402052
iacere
di servirvi
Cenone di San Silvestro 2013
Tortino di carne salata con funghi e scaglie di grana
Rotolino di pesce spada affumicato
Insalata di mare
Mousse di baccalà con crostone di polenta
Bigné salato con stracchino e pancetta
Maccheroncini all'astice
Risotto alla veneta
Braciola di vitello
Patate al forno
Carciofi in padella
Cotechino con lenticchie
Arance al Grand Marnier con gelato al cioccolato
Dessert di capodanno
Caffé corretto
Vini: Rabosello / Prosecco / Spumante
Costo del cenone di San Silvestro: 60,00 euro a persona
Per la conferma si deve versare un acconto di caparra
La serata continuerà all'insegna del divertimento con Paolo e Mery Via Rovigo, 50 - Vigo di Legnago - www.zonaroristorante.it
Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
16
periodico indipendente
ARENA DI VERONA
STAGIONE INVERNALE DI OPERA E BALLETTO
Come è noto le stagioni di spettacolo lirico
e balletto della Fondazione Arena di Verona
si svolgono in estate nell’Arena ed al Teatro
Romano, ed in inverno al Teatro Filarmonico
ed al Teatro Ristori.
In Arena la stagione estiva 2014 sarà la
92ma, a 101 anni (100+1 come appare sulla
pubblicità areniana) dalla famosa Aida del
1913. Nel 2014 ricorrerà anche il centenario
della prima Carmen, che sarà in programma
dal 21 giugno 2014 con scene e regia del M°
Franco Zeffirelli.
Al Teatro Filarmonico la stagione lirica
invernale 2013-2014 inizierà il giorno di Santa
Lucia, il 13 dicembre, con il Don Pasquale di
Gaetano Donizetti, con repliche il 15, 17, 19
e 22 dicembre. Direttore il maestro israeliano
Omer Meir Wellber (quest’anno ha diretto
l’Aida del Centenario) con la regia di Antonio
Albanese. Interpreti del primo cast Simone
Alaimo, Mario Cassi, Francesco Demuro e
Irina Lungu. Proseguirà nel mese di febbraio, dal giorno 2, con repliche il 4, 6 e 9, con
L’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini
con regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi.
Il maestro Pizzi è molto noto ed apprezzato
a Verona, basti pensare che nel 1954 creò
i costumi per Romeo e Giulietta al Teatro
Romano per il sesto festival del Teatro Drammatico, divenuto poi Festival Shakespeariano.
A noi legnaghesi è noto per essere stato sce-
nografo e costumista di Europa Riconosciuta
di Antonio Salieri, quando il 7 dicembre 2004
è stata inaugurata la stagione lirica del Teatro
alla Scala di Milano.
La Vedova Allegra di Franz Lehar andrà
in scena dal 2 marzo 2014 con repliche il 4,
6 e 9.
In aprile Maria Stuarda di Gaetano Donizetti con la prima il 6 e repliche l’8, 10 e
13. Cast stellare con Mariella Devia, Sonia
Ganassi e Marco Vinco. La serata dell’8 aprile avrà come interpreti i vincitori del Concorso Internazionale di canto “Istituto Internazionale per l’Opera e la Poesia – Fondazione
Arena di Verona”. Concluderà la stagione
2013-2014 La Bohème di Giacomo Puccini,
la cui prima sarà il 9 novembre con repliche
l’11, 13 e 16.
Il cartellone del Filarmonico si completa
con due balletti: Barocco Remix su musiche
barocche il 15, 16, 18 e 19 marzo e Il Lago
dei Cigni il 15, 16, 17 e 18 maggio.
Al Teatro Ristori il 20 e 21 dicembre 2013
Schiaccianoci à la carte, Gala di danza con
musica di Tchaikovsky e coreografia di Renato Zanella.
Al Teatro Filarmonico il 31 dicembre alle
21,30 Concerto di gala diretto da Omer Meir
Wellber col violinista Stefan Milenkovich ,
orchestra e coro dell’Arena di Verona.
Ivano Zanoli
BUS EXPRESS
da gennaio 2014 a legnago
trasporto pubblico veloce
con verona
Il Presidente dell’Azienda Trasporti Verona
(ATV), Massimo Bettarello, ha presentato al
Sindaco di Legnago, Roberto Rettondini, il
nuovo sistema veloce di trasporto passeggeri, alternativo all’auto, che collega direttamente Legnago con la città di Verona, in
aggiunta al servizio ordinario.
Le caratteristiche principali del servizio
denominato BUSEXPRESS.
sono: la velocità del collegamento, che
consente un risparmio fino a 30’rispetto
agli autobus di linea; la puntualità e il confort degli autobus, dotati di sistema Wi-fi
e presa USB per PC e tablet; la prenotazione obbligatoria che da diritto al posto
riservato e consente di viaggiare sempre
comodamente seduti su un bus gran turismo infine, ma non ultimo, l’economicità
del servizio rispetto all’auto.
Sono previste 4 corse in andata (da autostazione 6.35 -6.45-7.25-7.45) e tre di
rientro (da Piazza Brà 17.15-17.40-18.15).
Formatori americani per l’inizo dell’attività
del centro di formazione emergenza 21
Il Centro di formazione EMERGENZA 21
dell’Azienda Ulss 21 di Legnago ha iniziato la
sua attività con l’attivazione dei Corsi di BLS
HCP, che hanno lo scopo di formare gli istruttori
per la Rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione e ACLS per la formazione di istruttori per
il supporto avanzato
cardiologico delle
funzioni vitali.
“È con soddisfazione che iniziamo
l’attività del neoistituito Centro di Formazione Emergenza
21. Per questo debutto abbiamo affidato
la formazione degli
operatori ad esperti della American Heart Association (AHA) - nota Massimo Piccoli, Direttore
Generale dell’Azienda Ulss 21 di Legnago - una
organizzazione statunitense che opera in 3.600
Centri dislocati in settanta Paesi del mondo che,
nel solo 2012, hanno formato circa 14 milioni e
mezzo di operatori specializzati nell’emergenza
sanitaria. Sono i primi Corsi di questo genere
che vengono svolti nel Veneto e partecipano
24 operatori e istruttori AISACE (Associazione
Infermieri Specializzati Area Critica Emergenza)
provenienti da diverse Regioni d’Italia, dei quali
cinque dall’Azienda Ulss 21 di Legnago”.
Gli esperti americani presenti al Mater Salutis
di Legnago sono Deborah Haile, Dirigente infermieristico responsabile del Centro di Formazione Nazionale dell’American Heart Association
(AHA), Robert Wales, Dirigente internazionale
per lo sviluppo della formazione dell’AHA all’estero e Glenn M. Vanden Houten, Direttore del
territorio Europa e Sud Africa dell’AHA.
Al Corso BLS HCP partecipano 12 istruttori
(due dell’Ulss 21) che a loro volta saranno abilitati a formare nuovi
istruttori sia sanitari
che laici, mentre al
Corso ACLS i 12 partecipanti (tre dell’Ulss
21) vengono formati
istruttori appartenenti
all’area sanitaria che
operano in area critica.
“Il Centro di Formazione EMERGENZA 21 dell’Azienda Ulss 21
di Legnago – conclude Massimo Piccoli – organizza Corsi BLS-D emergenza, PBLS emergenza
Pediatrica e di Primo Soccorso a richiesta dei
Centri Servizi (Case di Riposo), Aziende private
e Associazioni di Volontariato e di Categoria
mettendo a disposizione istruttori qualificati e
certificati IRC (Italian Resuscitation Council),
AISACE (Associazione Infermieri Specializzati
Area Critica Emergenza ) e SIMEUP (Società
Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza
Pediatrica)”.
Il Direttore del Corso è il Dott. Alfredo Sacchetto, dirigente medico del Pronto Soccorso
dell’Aulss 21, mentre il Coordinatore del Centro
di Formazione è il Sig. Luca Faccini, autista soccorritore dell’Unità Operativa di Pronto Soccorso
dell’Aulls 21.
Il Corso si svolge nella sede del Centro di formazione al 4° piano, blocco nord, dell’Ospedale
Mater Salutis.
Per informazioni: Luca Faccini, tel. 3357310688;
E-mail: [email protected].
Massimo Piccoli
Nella foto da sx: Glenn Vanden Houten (American
Heart Association - AHA), Luciano Clarizia (Presidente AISACE), Katia Trambaiolli (ULSS 21), Alfredo
Sacchetto (AULSS 21), Massimo Piccoli (Direttore
Generale AULSS 21), Luca Faccini (AULSS 21),
Deborah Haile (AHA), Robert Wales (AHA) e Straccia
Marida (Coord. Inf. – Casa di Cura Villa Anna - San
Benedetto del Tronto).
Autoservizi - Pullman
di Tavellin Angelo
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Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
17
Castello Bevilacqua approda in Brasile
per promuovere l’ospitalità veneta
Il Castello Bevilacqua affronta la crisi
con la partecipazione a numerose fiere
all’estero con l’obiettivo di internazionalizzarsi su mercati emergenti come la Russia e
lo stesso Brasile. Di recente la missione in
Brasile con la Regione Veneto al Festival
del Turismo di Gramado, ha visto partecipe
il Direttore del Castello Bevilacqua Roberto
Iseppi, nonché vicepresidente del Consorzio
Turistico di Verona
TuttIntorno, che è stato
entusiasta dell’evento, e che ha dichiarato:
«Abbiamo registrato
una grande partecipazione e un forte interesse da parte di tutti gli
operatori turistici dei
vari stati del Sud del
Brasile, in occasione
di questa fiera giunta
alla sua 25° edizione».
L’idea dell’Assessore
Regionale del Turismo
Marino Finozzi di promuovere la destinazione veneta in Brasile è confermata dalle
numerose richieste e anche dal grande interesse dei Brasiliani di terza generazione di
origine italiana di venire a scoprire le terre
delle loro origini, le tradizioni e l’acquisizione della cittadinanza italiana. Infatti, il
Sud del Brasile è popolato prevalentemente
da figli di coloni emigrati soprattutto dal
Veneto durante la Grande Emigrazione di
fine Ottocento. E’ stata eletta la cittadina
di Gramado quale punto nevralgico del
Festival del Turismo poiché risulta essere
una “piccola Cortina”, un paese dei balocchi che già dall’1 novembre si riempie di
addobbi natalizi e vetrine luminose, esempio questo di insediamento della cultura
svizzera, tedesca e veneta e di perfetta integrazione: una piccola città europea nel bel
mezzo delle praterie e colline meridionali
del Brasile. Questo paese evidenzia uno
stupendo contrasto paesaggistico, tra vegetazione tropicale e alpina, che accoglie e
riesce a far convivere culture molto diverse
Alla Pizzeria La Dolce Vita il cenone di Capodanno sarà scaldato dalla magica atmosfera degli anni ‘60, tra un quadro di Marylin ed uno dei Beatles, ma anche dalle
grandi star del cinema italiano e internazionale. Gli anni della musica rock e della
Beat generation vi accompagneranno durante tutta la serata.
IL CENONE DI CAPODANNO
Martedì 31 dicembre ore 20.30
Antipasto
Zuppetta di lenticchie sfumata al rosmarino con cotechino e mostarda di miele
Primo piatto
Tortelli di brasato spadellati con olio al tartufo e gocce di Amarone
Secondo piatto
Filetto di maiale alle mandorle, puntine cotte a bassa temperatura,
mosaico di verdure grigliate e verze brasate
Dessert
Sformatino tiepido di panettone con cioccolato bianco,
salsa inglese e gelato alla vaniglia
Costo a persona e 35,00
Ristorante - Pizzeria “La Dolce Vita”
Via Roma, 63 - Bevilacqua (Verona) - Tel. 0442 640545
www.pizzerialadolcevita.it - [email protected]
Chiuso il lunedì (tutto il giorno)
fra loro: negozi brasiliani che si alternano
a botteghe tipiche della tradizione veneta;
cioccolaterie svizzere e negozi di cultura tedesca convivono perfettamente; una
degustazione di fonduta tipica della Svizzera si mescola al galetto e baccalà, radicetto
coe cicche e polenta fritta, tipici di un ristorante
vicentino, per finire con
i ristoranti tipicamente
brasiliani, le churraskerie,
dove si può apprezzare la
favolosa carne picaña tipica dei bovini delle praterie
del Sud del Brasile o assaporare la tipica bevanda
dell’america latina preparata con la yerba mate. La
partecipazione alla fiera di
Gramado fa parte di un
progetto, ormai arrivato al
terzo anno, che si impegna nella promozione e
commercializzazione del
Veneto in Brasile attraverso la partecipazione alle
fiere non solo dei Consorzi Turistici del Veneto ma anche degli operatori privati. Gli appuntamenti annuali con
la Regione Veneto comprendono la WTM
di San Paolo in Brasile, la BUY VENETO BRAZIL EDUCATION in Veneto, il
FESTIVAL DEL TURISMO DI GRAMADO nel Sud del Brasile ed altre interessanti
attività di workshop.
Elisa Pavanello
Costruita nel XVI secolo, Villa Bevilacqua fu una delle tenute della famiglia
Bevilacqua di Santa Anastasia. La sua funzione era quella di casa di villeggiatura.
Villa Bevilacqua apre le porte ai suoi ospiti per banchetti, ricevimenti e cerimonie.
Ampi spazi, sale luminose ed un parco che circonda tutta la struttura, la rendono
una piccola oasi di tranquillità ed armonia nel centro della cittadina omonima.
Nella splendida atmosfera di Villa Bevilacqua gli sposi hanno la possibilità di
coronare il loro sogno d’amore, non dimenticandosi che ci sono numerosi sconti
pensati appositamente per loro. Per tutte le coppie di futuri sposi che scelgono di
festeggiare le nozze lontano dai calori estivi, avranno uno sconto del 5% sui menù
del banchetto nuziale fino al 30 aprile 2014; per i matrimoni che vengono celebrati
durante la settimana ci sarà uno sconto del 10%.
Infine se si sceglie la domenica per convolare a nozze lo staff di villa Bevilacqua
renderà quella giornata ancora più speciale regalando uno sconto del 5% sui menù
del banchetto di nozze.
Informazioni e prenotazioni:
Villa Bevilacqua
Via Roma, 63 - 37040 Bevilacqua (VR) - T. 044293324 - F. 0442642192
[email protected] - www.villabevilacqua.com
Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
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DIANA
Eccoci giunti alla dodicesima puntata della rubri-
ca di AstroMitologia del Basso Adige che questo
mese compie 1 anno. Auguri!! Dopo aver parlato di
tutti gli dèi che diedero il loro nome ai pianeti, ora
cominceremo a descrivere gli altri dèi greco/romani
legati a ulteriori corpi celesti. Oggi descriveremo
la dea Diana. Diana, che nella mitologia greca corrisponde ad Artemide, era la dea della caccia, dei
boschi, del tiro con l’arco, della Luna,
protettrice degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti, protettrice
delle donne (in modo particolare delle
partorienti). Era figlia di Giove e sorella
gemella di Apollo, il dio del sole e delle
arti. I suoi simboli sono il cervo, il cipresso, l’arco, e la falce di luna crescente.
Secondo la leggenda la dea: era amante
della solitudine, si aggirava in luoghi
isolati (più che altro boschi), era irascibile e vendicatrice. Nel mondo romano, il
principale luogo di culto di Diana si trovava presso
il piccolo lago laziale di Nemi, sui colli Albani ma
in seguito venne eretto per volere di Servio Tullio
il nuovo tempio sull’Aventino. Invece nel mondo
greco Diana era adorata e celebrata allo stesso
modo pressoché ovunque, infatti i più importanti
luoghi di culto a lei dedicati si trovavano a Delo,
a Sparta ed a Efeso (nell’attuale Turchia) dove era
considerata la “Signora di Efeso” e in suo nome era
stato eretto Il Tempio di Artemide (una delle sette
meraviglie del mondo antico). Inoltre la dea è stata
oggetto di culto della stregoneria italiana durante
l’epoca medioevale. Tra gli episodi mitologici più
famosi della dea cacciatrice possiamo citare la sua
nascita, la sua infanzia, il mito di Callisto e la sua
partecipazione nella guerra di Troia. Diana nacque,
come Apollo, dall’unione extraconiugale di Giove
con Latona. Quando Giunone, la moglie di Giove,
seppe di questa relazione, per vendetta proibì a
Latona di partorire su qualsiasi terra, fosse essa
continente o isola. Disperata, la donna vagò fino
a giungere sull’isola di Delo che, secondo il mito,
galleggiava ancora sulle onde del mare. Essendo
perciò Delo non ancora una vera isola, Latona poté
così darvi alla luce Diana ed Apollo. A tre anni
la dea chiese al padre Giove di rimanere sempre
vergine e di avere molti nomi, di avere
un arco ricurvo forgiato dai Ciclopi, di
donarle sessanta Oceanine (ninfe dell’oceano) di nove anni come ancelle perché
si curino dei suoi calzari e dei suoi cani,
di darle tutti i monti e quante città vorrà
lui dedicarle (in quanto la dea abiterà
sui monti). Giove accontentò la figlia ed
inoltre le donò tre città devote soltanto a
lei e la nominò custode delle strade e dei
porti. Il mito di Callisto racconta che una
ninfa della dea, la stessa Callisto, perse la
verginità con Giove, che andò da lei sotto le spoglie
di Diana; infuriata, la dea della caccia la trasformò
in un’orsa. Un giorno, durante una battuta di caccia,
periodico indipendente
il figlio di Callisto, Arcade, rischiò di uccidere la
madre. Tuttavia fu fermato dal padre Giove che li
collocò entrambi in cielo come costellazioni. Da
quel giorno si formarono la costellazione dell’Orsa
maggiore e dell’Orsa Minore. Durante la guerra di
Troia, Diana si schierò dalla parte dei troiani contro
i greci e, quando le divinità si scontrarono, la dea
cacciatrice si scontrò con Giunone che la colpì,
facendola fuggire in lacrime da Giove. Per finire,
nell’arte la dea è rappresentata come una cacciatrice dallo sguardo fiero ma con grazie femminili, con
i capelli raccolti dietro il capo, vestiti semplici, arco
e frecce. Nel prossimo numero della rubrica parleremo del dio del fuoco Vulcano/Efesto. Arrivederci
al primo mitologico numero del 2014!! Auguro a
tutti i lettori un buon Natale e un felice anno nuovo.
Gianluigi Viviani
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ROMANIA
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periodico indipendente
Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013
MARIO FURLAN,
UN DIRIGENTE CON LE IDEE CHIARE
Ha le idee chiare Mario Furlan il nuovo dirigente residente a Cerea, nominato responsabile della
Rappresentativa regionale juniores (i ragazzi nati
nel 1995 e nel 1996) che, assieme al coordinatore
regionale Argentino Pavanati e al responsabile
dello staff tecnico Maurizio Marchesini, lavorerà
per far splendere il nutrito gruppo di giovani atleti
del Veneto. Un dirigente che porta con sé una
notevole esperienza nel settore e che vede nell’impegno, nella professionalità e nel lavoro, le armi
necessarie per ottenere validi risultati.
“E’ quanto andiamo dicendo da sempre – esordisce Furlan con un sorriso- se non ci si impegna è inutile cominciare. Gli impegni sono tanti, e gli
appuntamenti tutti di alto livello; tra poco infatti, prenderà il via il Torneo
delle Regioni, che si svolgerà nell’aprile 2014 in Friuli, un ottimo trampolino di lancio per i giovani atleti e di certo non possiamo sbagliare”.
Ed il vostro lavoro su cosa si concentra. “Sui ragazzi naturalmente e
su come si esprimono in campo – riprende Mario - da ottobre abbiamo
visionato 140 ragazzi nelle tre selezioni di Vittorio Veneto, Bassanello e
di San Martino Buon Albergo ed abbiamo effettuato una nuova scrematura dopo la quale avremo le idee più chiare. Vorremmo infatti avere una
rosa formata da elementi bravi e con spirito di sacrificio. Il Torneo delle
Regioni è una manifestazione importante e dobbiamo arrivare all’appuntamento all’altezza e comportarci bene”.
Tra le varie novità è da segnalare poi quella di avere un osservatore ad
hoc in ogni Provincia del Veneto che seguirà da vicino i ragazzi, segnalando quelli più meritevoli, e stringeremo una stretta collaborazione con
la Rappresentativa Regionale allievi. Lo staff tecnico della Rappresentativa juniores ha subito alcuni cambiamenti, come l’arrivo di nuovo selezionatore in panchina: Andrea Basso ha infatti preso il posto di Fabrizio
Toniutto. Un’eredità pesante, visto che quest’ultimo ha messo in bacheca
il Torneo delle Regioni ed è reduce dalla conquista della UEFA Region’s
Cup. Curiosità: Basso è stato un calciatore, ha militato in serie C e nel
Genoa in serie B nella stagione 2002/03 con Mario Cvitanovié, Adrian
Mihalcea (entrambi ex giocatori dell’Hellas Verona), Sergio Floccari e
Giuseppe Mascara. Non solo: l’attuale tecnico della Rappresentativa ha
vinto la URFA Region’s Cup con la maglia del Veneto nel 1999.
Nello staff degli juniores veneti vi è poi anche Massimiliano Ferroni,
medico veronese e componente della Delegazione FIGC scaligera.
Ed i rapporti con la Federcalcio di Verona come sono. “Abbiamo un
ottimo rapporto - rassicura Furlan - siamo sempre una Regione all’avanguardia: la recente conquista della UEFA Region’s Cup lo dimostra. Ora
però dobbiamo cercare di migliorare per poter essere sempre in prima
linea nelle tante iniziative proposte e portate avanti in questo settore”.
Francesco Occhi
NUOVO INNO PER IL LEGNAGO
Il Legnago Salus che milita in serie D
ha un nuovo inno. S’intitola «Legnago
Salus» ed è stato composto da un giovane calciatore che milita nel Legnago
da sette anni e gioca come mezzapunta
con la formazione nazionale juniores.
L’autore della nuova canzone è Marco
Scipolo, nato a Isola della Scala il 13
luglio 1996, residente a Sanguinetto e
studente iscritto nel liceo scientifico di
Cerea che ha composto in un sol giorno
l’inno poi musicato, cantato, suonato
e registrato. Le imprese del Legnago
ispirarono in passato il maestro legnaghese Danilo Errico, direttore della
banda fino alla fine degli anni ottanta, e scomparso nell’aprile di tre anni
fa che scrisse nel 1977 un inno denominato «Bianco-azzurro» cantato da
Giuseppe Boarati. La canzone Bianco-azzurro» fu suonata fino a qualche
anno fa allo stadio Sandrini, con l’emozione dei più anziani tifosi che ora
dovranno convertirsi ai nuovi tempi musicali.
A. N.
Nella foto: Marco Scipolo.
19
I Ghost Hunter Padova
confermano la presenza di fantasmi
al Castello Bevilacqua
Lo scorso sabato 30 novembre, sono stati presentati i tanto attesi
risultati delle indagini svolte il 26 ottobre 2013 tra le sale del Castello
Bevilacqua dal gruppo Ghost Hunter Padova. Durante la serata sono
state raccontate le leggende che da molto tempo caratterizzano il Castello Bevilacqua. A quanto pare però queste leggende non rimangono
solo fantasia, concretizzandosi in vere e proprie presenze: eccone qui
spiegate alcune. Molte le strumentazioni utilizzate durante le indagini, a
cominciare dal registratore digitale EVP che ha catturato una “voce” che
si è “intromessa” durante la conversazione dei ricercatori. Le voci non
sono certo state l’unico elemento rilevato, poiché anche respiri e battiti
inconsueti provenienti da stanze vicine non occupate hanno sorpreso i
ricercatori. Oltretutto i Ghost Hunter hanno rilevato anche la risposta con
un canto mormorato alla loro richiesta di suonare uno strumento presente
nella stanza.
Altre analisi, come la metafonia con la radio sulle onde corte, hanno
captato varie risposte a delle domande poste direttamente dai ricercatori.
La prima domanda era inerente alla possibile presenza di Alessandro
Bevilacqua all’interno del Castello Bevilacqua, e la voce ha replicato
dicendo che è possibile continuare la ricerca della sua anima l’importante
che si portasse rispetto alla sua nobile figura. La seconda domanda non
poteva che riguardare la volontà di scoprire dove è stata seppellita la carrozza piena d’oro e gioielli che la contessa Felicita Bevilacqua ha nascosto sotto le mura del castello; ma i ricercatori non si aspettavano certo
una risposta dettagliata, ma dalle brevi frasi forse qualcosa si può intuire.
La serata si è conclusa facendo ascoltare agli ospiti le parole d’amore che
la contessa ha riservato a suo marito Giuseppe La Masa, descrivendolo
«bello, bello», informandoci che ora loro passeggiano insieme tra le mura
del Castello Bevilacqua, e ricordandoci che se vogliamo «via vi diran
risposta».
Le indagini non finiscono certo qui, infatti un nuovo appuntamento con
i fantasmi ci attende a marzo, per scoprire nuovi dettagli sulle presenze
al Castello Bevilacqua.
Elisa Pavanello
IL FRUTTO PROIBITO DI FIORELLO
Fiorello Stopazzolo, ingegnere, 64 anni conosciutissimo a Legnago per
la sua passione per il musicista Antonio Salieri e per la telecamera sempre
sulla mano destra per ritrarre eventi è stato ricoverato al «Mater salutis»
il 20 novembre per una caduta nei pressi di Albaredo. Era
entrato in una corte abbandonata per raccogliere cachi, nel
primo pomeriggio era salito
su una scala di una ventina di
gradini, poi cadeva a terra per
aver perso l’equilibrio da circa sei metri d’altezza. Fiorello
sviene, forse si addormenta,
ma verso le ore 19 si sveglia,
raggiunge trascinandosi a terra
la sua auto e rintraccia con un cellulare l’amico Giuseppe Vicentini che
assieme alla moglie lo raggiunge. L’auto dell’amico però si impantana.
L’amico raggiunge Fiorello e rimessa in carreggiata la sua auto con l’aiuto
di un contadino porta Fiorello al pronto soccorso. Fiorello ha riportato
una triplice frattura al polso destro, ha le costole dolenti. Fiorello resta in
ospedale con una sospetta pleurite.
Ha avuto una voglia matta di un piatto di tortellini e sul suo letto è
apparso un libretto scritto dall’artista Antonio Riso che s’intitola «Il frutto proibito» tratto dalla disavventura di Fiorello. Scrive Riso di Tricase
(Lecce) : «La scala scricchiolante, la civetta in calore, la nebbia... erano
segni premonitori...» Fiorello (detto Nico nel volumetto) era lo sconfitto?
Chi ha vinto è l’amore per il prossimo. Nico non ha perso, ha ringraziato il
cielo per avere al suo fianco un angelo custode...» Fiorello è fatto ritrarre
con due cachi e scherza: «Ho un’assicurazione sul mio braccio destro che
mi è indispensabile per la mia passione, filmare eventi...
A. N.
Nella foto Navarro: Fiorello in ospedale.
40
1973
2013
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