PERIODICO DI SATIRA E BUONUMORE - Anno XIV - n. 34 - dicEMBRE 2011 - Direttore Responsabile: Antonio Galuzzi - Aut. Trib. MN n. 5/97 del 23/05/1997 - COPIA OMAGGIO
IL NOTTURNO
un risultato che rischia di farci uscire dagli europei. discutibili le decisioni del tecnico
l’italia insegue il pareggio
ma il rigore non basta
Francia e Germania ci condannano a giocarci la qualificazione con la Grecia. La manovra difensiva
non favorisce la crescita del collettivo costringendo giocatori anziani a rimanere in campo oltre i tempi
regolamentari. Scarse le ripartenze sulle fasce più deboli. Il Presidente, per ora, rinnova la fiducia al mister.
I tifosi chiedono alla società di tornare sul mercato per essere più competitivi e vincenti in Europa
L’
Le lacrime del centravanti Fornero in sala stampa al termine del match perso contro la Germania di Merkel
Le pagelle
1 - Dino Piero Giarda: Una parata che vale un gol. L’intervento d’istinto con le orecchie, come tiene lo stesso a rilevare
subito dopo il triplice fischio, sulla botta della Merkel, fa
gridare al miracolo. Nulla ha potuto sulle due staffilate precedenti. Irreprensibile. 6
2 - Piero Gnudi: Nel primo tempo non indovina un cross e in
difesa arranca. Altra storia nella ripresa. Sfortunato nell’ultimo
DDL finale. Rivedibile. 5,5
3 - Fabrizio Barca: Pronti via e sembra un tedesco, poi si
spegne. I fischi ingenerosi dei tifosi padani condizionano la
sua prova. Sostituito nei minuti finali da un intenso Profumo.
Emozionabile. 5
4 - Giampaolo Di Paola: Molto fumo e poco arrosto nei
costanti ripiegamenti difensivi su temi che non incontrano
più il gusto della tifoseria, un tempo amica. Sostituito nel
secondo tempo dal più vivace ancorché sterile Patroni Griffi.
Inguardabile. 4
5 - Andrea Riccardi: Il solito enigma irrisolto dell’autunno
italiano. Capace di prestazioni mostruose ed esibizioni sgangherate. Neanche ben bilanciate. Fin qui, infatti, sono più le
cadute che le risalite. Nell’ultima mezz’ora sostituito – fin
troppo tardi - da Balduzzi. Irricevibile. 4
6 - Giulio Terzi di Sant’Agata: Indirizza la manovra con un
errore clamoroso commesso dopo tre sole sedute di CdM.
Severino lo inganna non scalando appropriatamente, però i
suoi riflessi sono rallentati. Il peggiore in campo insieme a Di
Paolo: capita anche ai migliori. Indifendibile. 4
7 - Anna Maria Cancellieri: Comincia fortissimo, quando
si porta sugli esterni fa ammattire la retroguardia avversaria.
Cala col passare dei minuti. Sfiatata. 5
8 - Paola Severino: È ancora da disciplinare, sbaglia spesso
l’ultimo intervento e alcune volte nemmeno prova a farlo, nel
senso che s’intestardisce con azioni personali. Appellabile. 6
9 - Elsa Fornero: L’esordiente centravanti, superata l’emozione del debutto, s’incunea con facilità nelle strette maglie
della difesa avversaria anche con manovre non proprio stili-
sticamente d’accademia, procurandosi nel quarto d’ora finale
un discutibile calcio dal dischetto. Commovente. 6,5
10 - Corrado Passera: Dal nuovo acquisto di Banca Intesa
ci si aspettava di più. Presentato come un fenomeno dell’area
piccola, butta al vento una facile respinta nella rete avversaria,
su un fortunoso assist procurato da un lungo rinvio di Giarda.
Dimenticabile. 4
11 - Lorenzo Ornaghi: I risultati continuano a non arrivare
ma la prestazione è lodevole. Nel primo tempo si fa in quattro,
guadagnandosi due punizioni da ottima posizione. Prova anche
la conclusione, la mira non va ancora. Generoso. 5,5
12 - Corrado Clini: Portiere di riserva. Fa spogliatoio.
13 - Francesco Profumo: Entra al posto dell’arenato Barca,
quando la partita ormai ha preso una brutta china, procurandosi qualche punizione al limite dell’area, sprecata poi dai
compagni. Non giudicabile N. G.
14 - Filippo Patroni Griffi: Invocato a gran voce dai tifosi,
sostituisce lo spento Di Paola nel secondo tempo. L’iniziale
vivacità si spegne con l’andare dei minuti, fino al crollo generale di tutto il reparto centrale. Apprezzabile. 5,5
15 - Renato Balduzzi: Entra nell’ultima mezz’ora al posto del
disastroso Riccardi. La fortuna non lo aiuta perché s’infortuna
nei minuti finali quando serviva la spinta propulsiva verso
il pareggio, ma erano già state operate tutte le sostituzioni
possibili. Ammirevole. 6
16 - Enzo Moavero Milanesi: in panchina
17 - Mario Catania: in tribuna.
C. T. Mario Monti: Con questa squadra poteva fare e doveva
dare di più dopo le belle promesse della vigilia di un rinnovamento della classe calcistica italiana e i continui rinnovati
attestati di fiducia del presidente. Discutibili alcune scelte nella
ripresa, dopo un primo tempo giocato in modo sparagnino più
per non prenderle, ottenendo un risultato comunque negativo
che non è stato possibile ribaltare in seguito. Dovrà imboccarsi
le maniche nello scontro finale, che non si può perdere pena
la retrocessione.
Italia capitata nel girone di ferro con Francia, Germania e Grecia,
dovrà giocarsi il tutto per tutto, per non retrocedere ai prossimi
campionati nel girone nordafricano, nel match di ritorno con gli
ellenici fra le loro mura, dopo la bella ma sfortunata prova persa con
la Germania, giocatasi a Bruxelles, in campo neutro dopo la squalifica
comminata dalla BCE per invasione di campo nella precedente partita,
anch’essa persa con la Francia.
È destino che la sorte degli italiani resti appesa al filo sottile dell’ultima
sfida con i nostri rivali di sempre, almeno quando si tratta di non retrocedere. All’andata, lo stentato pareggio ottenuto sul terreno amico del campo
di Arcore, costò il posto al precedente C.T.. Dopo le due cocenti sconfitte
con la Francia e quelle contro i panzer teutonici, il rotondo successo della
Francia sulla Grecia ci costringe appunto a fare bottino pieno ad Atene,
per non finire il girone con un solo punto di spread all’attivo.
La partita contro i tedeschi è stata bella e vivace. Dopo una fase di studio
iniziale, le pesanti folate sulle fasce più deboli del nostro schieramento delle
agili ali avversarie hanno messo in difficoltà la nostra tenuta difensiva e a
nulla è valso il tentativo disperato di opporsi al tiro micidiale dei cecchini
teutonici che nel giro di dieci minuti hanno colpito i nostri titoli con uno
- due di inusitata intensità.
Nel secondo tempo il C.T. ha provato a mischiare le carte, cercando di
rallentare la manovra offensiva tedesca, ma l’incertezza di alcune misure
restrittive e la debolezza nella fase di sviluppo del nostro attacco hanno
portato l’esordiente centravanti Fornero, incuneatasi abilmente fra le
maglie sindacali della pur attenta difesa alemanna a procurarsi solo un
discutibile penalty, peraltro messo a segno con smaliziata equità.
Il rigore però non basta e dopo uno sterile fraseggio nella trequarti
avversaria, stanchezza e prevedibilità dei nostri anziani giocatori sono
dovute soccombere all’altrui freschezza e inventiva fino al fischio finale.
IL RATTO D’EUROPA
2
cronache
il fondo del barile
di Teo Guadalupi
full
monti
Allora è ufficiale, siamo in
crisi. Finalmente! Dopo mesi
e mesi di incertezze e di
smentite, di ristoranti pieni,
ma di negozi vuoti, finalmente anche l’italia è entrata in
recessione.
Finalmente non abbiamo
più complessi di inferiorità
nei confronti del resto dell’europa, che la crisi l’aveva già
ammessa da più di un anno.
C’è da dire che adesso
anche il terzo mondo non
ha più complessi di inferiorità nei nostri confronti, ma
questo è un altro discorso.
E quindi in un momento di
grande difficoltà, per tirarci
fuori dai guai, chiamiamo un
governo tecnico.
Un po’ come dire: finche le
cose vanno bene possiamo
farci governare da un cretino
qualunque, ma quando vanno male è meglio chiamare
gente che ne capisce.
Ma non siamo un popolo
meraviglioso? Siamo il popolo che dona a mani aperte
per TELETHON, ma che se
gli chiedi di pagare le tasse
scende in piazza. Tanto che
avrei un suggerimenti per
il professor Monti: invece
delle tasse, un gigantesco
TELETHON per risanare il
debito? Una partita del cuore con incasso devoluto alle
pensioni? Uno spogliarello
a fin di bene per risanare la
scuola?
Ci pensi professore. Si affidi alla fantasia. Quella per
fortuna non va mai in crisi.
La redazione
[email protected]
Antonio Galuzzi
Antonio Voceri
Enrico Alberini
HANNO COLLABORATO
Cristiano Armati - Fabrizio Bolivar
- Fabrizio Canciani - Francesco
De Collibus - Guido Giacomo
Gattai - Corrado Giamboni - Teo
Guadalupi - Ilaria Jahier - Nicola
Martinelli - Alfredo Minutoli
- Alberto Patrucco - I Papu
(Andrea Appi e Ramiro Besa) Fabrizio Pescara
in collaborazione con Sagoma
Comedy (www.sagoma.com)
Stampato in 2.000 copie da Fda
Eurostampa di Borgosatollo (BS).
Distribuito in omaggio
L’omino degli elettrodomestici
Q
uesto Natale voglio regalarmi la macchina del gelato. Ci
ho pensato bene, acquistarla
d’inverno è più conveniente, ci sono
anche le offerte natalizie.
La sera sdraiato sul divano, dopo
aver inforcato l’occhialetto da lettura tattico, passo al setaccio tutti i
dépliant trovati nella cassetta delle
lettere, la comparazione delle offerte,
nell’intento di trovare una gelatiera è
diventata una scommessa.
Trovata! Eccola, terza pagina del
volantino, la foto non è un granché,
mi pare sgranata, anche l’estetica
lascia un pochino a desiderare,
onestamente non è proprio l’elettrodomestico dei miei sogni, la marca
è sconosciuta, si sa, ormai le fanno
tutte all’estero, cambia la forma, ma
dentro sono tutte uguali e poi per
29,90 euro non si può pretendere
la luna.
Ho deciso, sabato andrò per negozi
e sarà mia!
Il grande giorno è giunto, sono
alla cassa del centro commerciale,
sotto il braccio ho la macchina per
fare il gelato, mentre digito il PIN
del bancomat, con la mente sono
già proiettato alla sperimentazione
culinaria, mezz’ora d’auto e finalmente casa.
Con una mano mi tolgo guanti e
cappello e con l’altra apro la scatola
del magico elettrodomestico, è bellissima!
Iceberg, si chiama gelatiera iceberg, effettivamente quelli del marketing non hanno avuto molta fantasia, ma chi se ne frega, anche
se l’avessero chiamata modello
Pinuccia, l’importante è che faccia
bene il gelato.
Tirata fuori dalla scatola, l’ho
subito collegata, non avevo tempo
da perdere con i soliti ed inutili libretti d’istruzione: è una gelatiera,
servirà mica Margherita Hack per
farla andare...
Deciso a testarla bene, piazzata
sul tavolo della cucina, l’ho accesa
impostando il termostato al massimo,
velocità 28, gelato iceberg.
Mentre il gioiello tecnologico
iniziava ad entrare in temperatura,
sono andato nel negozio sotto casa, a
prendere gli ingredienti per il gelato
di base, latte, panna, zucchero.
Sarò stato via da casa, otto, dieci
minuti, come sono rientrato ed ho
aperto la porta di casa... fffsss nevicava!
Sul pavimento c’erano già due
metri di neve, in salotto le renne
di Babbo Natale mi mangiavano il
Ficus, due orsi giocavano a palle di
neve e altri due spalavano e buttavano il sale.
Mentre cercavo di raggiungere il
filo elettrico della gelatiera per staccare la spina, sono stato travolto da
una tormenta di neve, nel bel mezzo
mezzo, ho incontrato un mammuth e
un pinguino col cappotto e la sciarpa
che mi guardavano, come per dire,
“non ci sono più le mezze stagioni”.
A me era venuto qualche dubbio,
quando nella scatola assieme al
libretto d’istruzione, avevo trovato
uno sky pass, la cartina delle Groellandia e una foto di Messner.
Mi sono ritrovato all’ospedale per
un principio di assideramento, in
camera come vicino di letto, avevo
uno tutto fasciato che urlava come un
pazzo giorno e notte... altissimaaaa,
purissimaaaa...
Uscito dall’ospedale, ho recuperato la gelatiera o quello che ne restava,
con un unico obbiettivo, recarmi in

un centro d’assistenza.
Ho scoperto che il più vicino a casa
mia, si trova a Minsk in Bielorussia!
2250 km, per una gelatiera da 29,90?
Effettivamente il gioco non vale
la candela... ma dato che il week
end non avevo un cacchio da fare...
perché non organizzare una gita in
Bielorussia?
Quasi 2500 km, entro nel centro
d’assistenza e con mia sorpresa trovo
un commesso italiano.
Questo commesso come mi vede
entrare con la gelatiera in mano mi
guarda da capo a piedi e mi dice...
«È venuto qui per la gelatiera?».
«Che intuito, lei chi è, il figlio della
Signora Fletcher? Certo che sono qui
per la gelatiera... È rotta!».
«Strano... non e mai venuto nessuno a lamentarsi...».
«Per forza... gli altri, sono ancora
tutti sepolti sotto 2 metri di neve!
Volevo fare un gelato fior di latte e
la gelatiera mi ha coperto casa con 2
metri di manto bianco...».
«Se faceva il cioccolato sarebbe
stato peggio...».
«Ma lei prende delle pillole oppure
è cosi di suo? Questa gelatiera mi ha
distrutto casa!»
«Lei mi sembra esagerato...».
«Esagerato? Dalla cucina al salotto
adesso ho una seggiovia e divido il
letto con un gatto delle nevi!».
«Cosa mangia?».
«Chi? Il gatto delle nevi? Tutta
roba surgelata!»
«Va bé, lei è fortunato che ha trovato me...».
«In effetti ero indeciso se venire
qui a Minsk o andare a farmela riparare da Archimede...».
«Perché lei conosce Archimede
detto il Pitagorico?».
«Scherza? Conosco anche Nonna
Papera, Qui, Quo, Qua, Paperino...
se viene con me glielo presento,
proprio stasera serve un volontario
per fare un esperimento, dobbiamo
verificare se un corpo immerso in
acqua, che riceve una spinta dall’alto
verso il basso e rimane sotto tanto,
tanto, tanto tempo, la finisce di dire
cazzate!».
Alfredo Minutoli
Lettera ai fratelli tedeschi...
A
mici tedeschi. Anzi, FRATELLI tedeschi,
mai come in un periodo tanto difficile i nostri popoli sono così uniti. Il nostro destino
è il Vostro destino. E mai come in questi momenti
sentiamo il dovere di rafforzare la nostra millenaria alleanza. Ci è difficile comprendere oggi le ragioni della Vostra reticenza nel sostenere la nostra
economia. Non sarà forse perché in questi ultimi
decenni i Vostri sacrifici sono serviti a finanziare i nostri sollazzi? Non sarà, per caso, perché ai
Vostri lavoratori occorre già attendere lunghi anni
per andare in pensione, mentre i nostri parlamentari ci vanno all’età dei loro figli. Non sarà mica
perché ogni anno, quando raggiungete le nostre
mete turistiche, l’euro assume per voi il valore
della sterlina?
La Nostra storia comune ha radici lontane, fratelli germanici. Radici forti come il legame che da
sempre ci unisce. E poco importa se in un’epoca
ormai dimenticata vi definimmo “barbari”, perché
si trattò dell’arroganza di una civiltà al tramonto, rammollita dai baccanali e dalle orge, che fu
miope nel non comprendere il reale valore germanico. E poco conta se, alcuni secoli dopo, furono
organizzate leghe contro i Vostri imperatori: fu
soltanto un pugno di esaltati di cui ancora oggi
se ne sente l’eco. E che dire dei Vostri valorosi
soldati, i lanzichenecchi, additati come diffusori
di peste quando invece erano portatori di pace e
democrazia: non fu che l’improvvida calunnia di
un fantasioso romanziere lombardo, peraltro mo-
desto – non come il Vostro grande Goethe.
Anche per tutto il secolo scorso, il più terribile
della Storia, l’alleanza tra i nostri popoli fu più che
mai salda. Fatta eccezione per quel piccolo voltafaccia durante la Prima Guerra Mondiale, che attuammo soltanto per darvi la possibilità di dimostrare tutta la Vostra forza – purtroppo le cose non
andarono secondo i nostri progetti. E anche nel
secondo più terribile conflitto, a un certo punto, Vi
voltammo le spalle, ma… No! Di quello andiamo
ancora fieri, non ci sono giustificazioni!
Ma dagli anni Cinquanta in poi l’idillio tra i nostri popoli si rafforzò: il Piano Marshall, la spinta
verso l’Europa unita, la nascita dell’euro. Quella
tra le nostre due nazioni fu una splendida storia
d’amore. Non vi sarete mica offesi per quell’insignificante 4-3 ai Mondiali di calcio in Messico?
Ma su, lo hanno riconosciuto tutti che la nostra
fu solo sfacciata fortuna! Così come buona sorte
fu quella che, qualche anno dopo, ci baciò nella
finale in Spagna. D’accordo, forse il presidente
Pertini poteva evitare di agitarsi in tribuna come
una cheerleader, ma suvvia… era pur sempre una
partita di calcio! Più compassata, invece, fu la reazione dell’accoppiata Napolitano-Prodi quando
trionfammo in terra Vostra, contando esclusivamente sul reparto difensivo. Ma che volete… se
usassimo il catenaccio nei conti pubblici come
nelle partite di calcio non ci troveremmo sull’orlo
del fallimento!
Alla luce di questa consolidata amicizia, il Vo-
stro tentennamento ci risulta davvero inspiegabile
– abbiamo anche eletto sindaco della nostra capitale un Alemanno! Non vi avranno mica offeso le
esternazioni del nostro ex-premier, qualche anno
fa, quando diede del “kapò nazista” a un Vostro
eurodeputato? O forse quando in tempi più recenti ha definito la Vostra esimia cancelliera “culona
inchiavabile”? Ma andiamo… Non fu che la battuta di un vecchietto goliardico, tanto è vero che
abbiamo immediatamente posto rimedio: l’attuale
premier ha già dimostrato che quando si tratta di
inchiappettare non bada certo alle dimensioni dei
posteriori.
Insomma, cari tedeschi, in nome di questa antica e inestinguibile fratellanza Vi chiediamo di
pagare i nostri debiti e di dire sì all’Eurobond. Primo, per unificare così i nostri Btp spazzatura ai
Vostri granitici Bund; secondo, per non sentire più
parlare ogni santo giorno di spread! Così facendo salverete l’Europa e, quindi, anche il Vostro
Paese. Perché ricordate che oggi più come mai,
in un mondo globalizzato, siamo tutti nella stessa
barca. E alte risuonano le parole di un presidente
americano, peraltro modesto – non come il Vostro
grande Helmut Kohl – che un giorno disse: “Siamo tutti berlinesi!”.
Con sempre eterna ammirazione,
i Vostri FRATELLI d’Italia
Fabrizio Pescara
A
distanza di poco più di un
mese, sembra già trascorso un secolo.
Eppure, soltanto poche settimane fa Lui era ancora lì.
Le ultime ore del ventennio bis,
va detto, sono state davvero
curiose.
Poco prima del tracollo sul rendiconto, tutti a dirgli di fare un
passo indietro, e Lui niente…
Allora Bossi gli ha chiesto di fare
un passo di lato, e Lui niente…
E dire che avrebbe potuto farli
entrambi: un passo indietro
ondeggiando, un passo a lato
bailando…
L’impero
tracolla ancora
Tra l’altro, ora si spalancano scenari inquietanti…
Anche perché Angelino Alfano
è palesemente l’avatar di Berlusconi.
Se provano a mettere lui, non
E
ra il 14 novembre, ero un
po’ annoiato e sulla mia bacheca facebook ho scritto
“Ieri Monti è venuto e mi ha riverniciato casa. Così, perchè lui è buono”.
Il mio amico Giuseppe Torri mi dice
“Bella idea! Potrebbe diventare un nuovo tormentone stile Moratti”, ed io ho
risposto “Proviamoci, hashtag twitter
#montifacts.
In breve tempo, sfruttando il clima di
attesa spasmodica sul governo di Mario
Monti si è generato un tormentone web
che ha visto migliaia di contributi su
facebook, twitter e sui forum. Sicuramente ci sono stati altri tormentoni web
molto più diffusi e fulminanti, ma ben
pochi possono tracciare la loro origine
in maniera così imprecisa, e sono stati
monitorati dall’inizio come lo sono
stati i #montifacts.
Ecco qui una selezione dei migliori.
Francesco De Collibus
Monti vuole arrivare al 2013 entro
dicembre (Harold Smith)
Monti può costruire una moschea su
Calderoli (giuseps)
Viaggiando in treno, Monti ha disinfettato la carrozza dove stava viaggiando
Borghezio (giuseps)
Prima dell’avvento di Facebook, era
Monti a ricordare ai tuoi amici la data
del tuo compleanno (giuseps)
Il Parlamento chiede la fiducia a Monti.
(filipio)
Keynes aveva la foto di Monti sulla
scrivania (mercà)
Quando Monti fa da sé, fa per Tremonti. (roberto manunta)
Monti si consegnerà alla Boccassini
solo per farci provare l’emozione.
(Sisivabbe)
Monti è così buono che lo abbiamo
assunto a stomaco vuoto. (Joe Wine)
Con Monti anche il primo tempo è la
ripresa. (batduccio)
Monti è così buono che ha dato una
laurea a Sara Tommasi (Mancuerda)
Monti guida il carro del vincitore
(Fps76)
Gabriella Carlucci ha lasciato
Berlusconi.
Nel dimettersi, al suo segretario
ha dettato una lettera.
“Il resto, vocali e consonanti – ha
detto –, mettile tu!”.
Tra l’altro, il giorno dopo il clamoroso tradimento, la Carlucci
era tra i banchi dell’UDC.
Be’, già buona che non fosse
sotto.
Non mollava, sembra incredibile,
ma proprio non mollava.
“Voglio vedere in faccia i traditori!”. Chi può averlo detto? Clint
Eastwood ne “Il buono il brutto e
il cattivo”, Rambo, Chuck Norris
o… il nostro ex presidente del
consiglio?
Notte tesissima, quella prima
del tracollo.
La soubrette Pascale, velina di
Telecafone e ora consigliere a
Napoli, ha passato la notte a
palazzo Grazioli prima della votazione sul rendiconto. Si vede
che c’era bisogno di una “trombatina” prima di farsi fottere.
Più che una spallata, un colpo
d’anca!
Quando si diceva che il governo
era appeso a un filo, si sbagliavano… Non era un filo.
Il deputato Malgieri trafelatissimo, quasi affranto, non ha
votato… Noooo...
A scodelle lavate… Prende il microfono e urla: “Scusate il ritardo,
ero in bagno, ma avrei votato sì”.
Povero Malgieri… Stipsi Dixit…
Comunque non se la prenda…
Tanto, in bagno a svuotarsi o in
aula a votare sì, sempre di stronzata si trattava.
Malgieri era in bagno e non ha
votato il rendiconto: ma, dico!, ti
rendiconto!
Va be’…
di ALBERTO PATRUCCO
cambia una mazza.
Scenari inquietanti…
Il centrosinistra è così fiappo
che la spallata finale al governo
gliel’ha data Gabriella Carlucci.
Incredibile, a far cadere il governo è stata una soubrette…

Sabato 12 novembre 2011, Berlusconi si è dimesso.
Va al Quirinale, dà le dimissioni e,
per eludere gli italiani in festa…
esce da dietro.
In poche parole, è uscito da
dove… “ci” è entrato!
#MONTIFACTS
Monti da piccolo si divertiva mettendo a posto i giocattoli (atriiide Ilare
Esosità)
Quando c’era Monti gli orari arrivavano in treno. (batduccio duccio
battistrada)
Quando di uno dici che è montato, vuol
dire che si crede di essere Mario Monti.
(fdecollibus)
Monti quando gioca a Monopoli costruisce le case popolari a Parco della
Vittoria. (umb80 Umberto Romano)
Monti abbasserà l’età pensionabile
fino a quando non dici stop. (Virgilio
Natola)
Monti è l’autore della teoria dei derivati
dei continenti. (duccio battistrada)
Prima di Monti la Borsa era una pochette. (luciano pannilunghi)
Monti può dare un colpo al cerchio,
uno alla botte, e uno pure alla moglie
ubriaca (fdecollibus)
Monti ha già conquistato l’Europa. Oltre a Sud America e un terzo continente
a scelta. (Angelo Gencarelli)
Il cellulare di Monti non ha credito.
Ha direttamente prestigio. (JerryCanà)
Alle Termopili Monti se la sarebbe cavata anche con 200. (Donato Viglione)
Quando Monti prende le distanze, poi
le restituisce sempre. (Naima Vela)
Quando incontra Monti, il rating abbassa lo sguardo. (davidecamera64)
Monti è sostenuto da una percentuale
così schiacciante che adesso governa
anche la Bulgaria (fdecollibus)
Monti non beve mai caffè per non
lasciare in giro fondi neri (antonio
galuzzi)
Monti ha battuto Ferrara a
birre&salsicce. (marbelus marco)
Monti è talmente istituzionale che
quando è nato si è congratulato con la
madre. (fdecollibus)
di Jambo
Sono gli autobus ad aspettare Monti
alla fermata. (Giuseppe Miccolis)
Monti i calcoli della Finanziaria li fa a
mente. (Antoni Conteddu)
Da quando c’è Monti la Svizzera ha
chiesto l’annessione all’Italia. (Carlo
Cosolo)
Se Monti cade e non c’è nessuno a
sentirlo fa comunque rumore. (Gaspare
Bitetto)
Monti fa i conti all’oste. (Naima Vela)
Monti prende 2 mezzi pubblici e li
trasforma in un intero privato. (Francesco Contini)
Monti vi aspetta a pagina 46. (Gaspare
Bitetto)
Monti non ha cambiato la foto del
profilo quando è morto Steve Jobs.
(Fabio Sacerdoti)
Steve McQueen voleva una vita come
Mario Monti. (Fabio Sacerdoti)
Monti a detta dei vicini era un tipo
tranquillo che salutava tutti. Nessuno
se lo sarebbe mai aspettato. (Fabio
Sacerdoti)
Monti ha dato a Letta un incarico esterno. Adesso è fuori da Palazzo Chigi col
cane di Monti. (Opportrup Purtroppo)
La luce al Governo ombra la fa Monti.
(Elisio Marinelli)
Monti, dal dottore, dice la radice quadrata di 33. (Antonio Voceri)
Monti può andare ad art attack e usare
forbici senza punta arrotondata. (Gaspare Bitetto)
Per risparmiare sulla bolletta della luce,
Monti la notte gira per casa con gli
occhiali ad infrarossi. (Virgilio Natola)
Non è tutto oro quello che luccica. È
Monti. (Giuseppe Miccolis)
La ministra Severino aveva dato un
dito a Monti. (antonio galuzzi e fdecollibus)
3
cronache
io la vedo
così
di Francesco De Collibus
• È morto Kim Jong-Il. I nordcoreani lo ricordano con una
vita di silenzio.
• Il Papa a Rebibbia. Poi ha
ottenuto i domiciliari.
• Dopo 9 anni finisce la missione in americana in Iraq.
Di cui otto solo per scendere
dalla portaerei.
• C’è così tanta crisi che
questo capodanno a Napoli
ognuno resterà con le sue
dita.
• L’ex ministro Romano: “Meglio indagato per mafia che
cornuto”. Ma sua moglie la
pensa diversamente.
• Presentato il treno di Montezemolo. Promette grandi
cose, ma non si sa se parte.
• Mike Bongiorno sarà cremato: è la sua risposta definitiva.
• Il procuratore Guariniello
indaga sulla Crescina: «Non fa
ricrescere i capelli». Ed aspettate che gli arrivino quegli
occhiali a raggi-x.
• Monti: «A Natale comprate
italiano». Direttamente dal
curatore fallimentare.
• La manovra finanziaria ha
fatto incazzare la Lega e Di
Pietro e non piace al PDL. Ma
presenta anche degli aspetti
negativi.
• Secondo la Fox, i Muppets
sono tutti comunisti. Nonostante la svolta della Bolognina.
• Oggi la borsa vola. Come
sempre dopo uno scippo.
• La Fornero in lacrime. Il
sangue arriva domani.
• Maria de Filippi compie 50
anni. Ma io glielo avrei sconsigliato.
• Cartello a Roma: «Solo il
Papa può salvare l’Italia». Ok,
sacrificatelo.
• Uomo tenta di sabotare il
CERN: «Vengo dal futuro». Ma
è impossibile, significherebbe
che ne abbiamo uno.
• Esce il nuovo libro di Barbara d’Urso, dove la conduttrice
si mostra a cuore aperto. Lo
compro, se non è una metafora.
• Alfano presenta il suo libro
“La mafia uccide d’estate”.
Gli altri mesi ha impegni di
governo.
• Giappone: sempre più giovani non hanno mai fatto sesso. Non con un altro essere
umano.
• Putin finisce fischiato per la
prima volta nella carriera: il
cecchino s’era distratto.
• Violenta per 10 anni una
bambina che poi scopre essere sua figlia. Peccato, fino
a quel momento era stato un
uomo irreprensibile.
4
annuario
Umanita’ ad alta definizione
Le esecuzioni dei dittatori
sono eventi mediatici di massa,
ma si può fare di meglio.
Con un occhio allo share
«W
Tutti in forma
sotto l’albero
di Ilaria Jahier
Grazie alla manovra gli italiani avranno finalmente una linea invidiabile per
le feste natalizie ed oltre. Ma come
rimanere in forma per tutte le feste?
Menù Natalizio 2011
CENA DELLA VIGILIA
Antipasto di pesce
Lasciate perdere il salmone, meglio
il surimi. Più economico, di colore
bianco e rosso, s’intona meglio con
l’essere al verde per celebrare il
tricolore.
Tortelli di zucca
Uno su tre, gli altri siano maltagliati,
ancor meglio se la sfoglia è fatta
senza uova. Magari usando zucche
vuote che il vostro portafoglio più
facilmente si può permettere.
Luccio in salsa
Un bel trancio di siluro farà sicuramente ingelosire i commensali maschi
fra le risatine divertite delle signore.
Contorno
Noccioli di olive snocciolate con caraffa da litro di salamoia a temperatura
ambiente.
Dolce
Sorbettino di acqua e limone shakerato e freezerato in open air sul davanzale. Attenzione agli orsi bianchi, da
sempre golosi non di sorbetto ma dei
legittimi proprietari.
PRANZO DI NATALE
Antipasto veloce
Rincorrere un pollo per trasformarlo
in Cappone alla Stefani.
Sorbir d’agnoli wanton
Ordinate una bella quantità di wanton
surgelati al cinese sotto casa, non
chiedetevi che carne sia o quanto
tempo fa li abbiano fatti, l’importante
è che siano buoni e costino un quinto
degli altri. Se poi ci mettete un goccio
di tavernello rosso e fate un sorbir in
vin... il successo è assicurato. Nottata
al pronto soccorso semi-assicurata,
secondo quantità.
Cotechino
Anche uno intero a persona, purché si
abbia l’accortezza di togliere la cotica,
di solito un po’ pesante. A Natale è
un must collassare in poltrona fino a
Capodanno.
Contorno
Purè in polvere arricchito da scagliette
di grana gratuggiato in busta Lidl. Se
avanza, usatelo pure come stucco per
pareti e legno.
Dolce
L’Anello di Monaco in tempo di crisi
non va proprio, casomai un braccialettino di Mentone.
Amaro
Come piovesse, visto il periodo. Su
tutti: Amaro Montinegro.
ow!»
E’ il commento a corpo caldo di Hillary Clinton.
L’oggi ex premier Silvio Berlusconi si limita a una vaccata in
latino; qualcosa che ha a che vedere con i treni in transito. Queste
due reazioni ci dimostrano che,
prima di correre a fare il pieno di
benzina, l’Occidente, dinnanzi
alle orribili riprese del linciaggio
di Muammar Gheddafi, rimane
interdetto, sconvolto, sgomento.
Immagini del genere non si possono proprio tollerare, denuncia il
Segretario Generale delle Nazioni
Unite Ban Ki-moon: «Troppo
mosse, manca una regia esperta,
non c’è profondità di campo; la
qualità complessiva è modesta e
il video risulta sgranato». Il presidente del Consiglio Nazionale di
Transizione libico, Mustafa Abdel
Jalil, replica sdegnato: «Spiace
che l’Onu non abbia apprezzato la
scelta della camera a spalla, magistralmente sdoganata da Steven
Spielberg in Salvate il Soldato
Ryan. E spiace che non sia stata
colta la chicca della pistola d’oro,
riferimento letterario al proiettile
d’argento necessario a uccidere
i vampiri».
A mediare tra le due posizioni,
giunge opportuna una voce terza,
quella del grande regista Mel Gibson: «Ravviso anch’io – commenta al riguardo – un abuso di camera a spalla e un montaggio sin
troppo sincopato. Nondimeno, c’è
qualche comparsa più del necessario e nella sceneggiatura colgo
un eccesso di enfasi. Al contrario
– conclude il regista –, apprezzo il
contrasto cromatico tra la camicia
cachi del Raìs e l’acceso rosso
arterioso del sangue sul volto. Mi
ha ricordato un’opera del maestro Burri». Insomma, anche per
Hollywood la faccenda è chiara.
Le riprese vanno fatte come Dio
comanda: campo, foro d’entrata;
controcampo, foro d’uscita!
Sulla rete, frattanto, impazza
l’ipotesi del fake, ossia del documento video-tarocco. A dire il
vero, questa complottistica ipotesi
appare assai improbabile. Resta
tuttavia il dubbio, proprio perché
le uccisioni di questi tiranni non
sono mai del tutto nitide. A partire
dalla fucilazione di Nicolae Ce-
ausescu e della moglie, testimoniata da una tremolante ripresa
che mostra qualche sbuffo di
intonaco sul muro e due sagome
scure, indistinte, coricate a terra;
oppure la concitata impiccagione
di Saddam Hussein; per non dire
del fantomatico lancio in pasto ai
pesci – così, sulla fiducia – della
salma di Osama bin Muhammad
bin ‘Awad bin Laden: in arte
Bin… boom, bam!
Ormai la misura è colma: a 2011
concluso, non si può rimanere
ancorati al medioevo. Occorre uno
scatto di qualità. La tecnologia digitale, in proposito, offre un livello
di definizione e di gestione rapida
dei download dal quale non si può,
e non si deve, più retrocedere.
Ecco allora che per l’uccisione
dei prossimi tiranni, a partire dal
siriano Bashar al Assad, la Nato
suggerisce di utilizzare le migliori
apparecchiature video e di allestire un’adeguata messa in scena,
affidandosi a professionisti della
comunicazione. Una rivisitazione
in chiave moderna di Rugantino,
si legge in una circolare del Consiglio di Sicurezza, potrebbe andare
benissimo.
Nella circolare, tra l’altro, sono
trascritti anche gustosi dettagli: il
boia col cappuccio D&G; il condannato con un’ampia camicia
bianca scollata, di Versace; le
ultime parole concordate con gli
autori di C’è Posta per te; i parenti
fatti accomodare in prima fila, sui
quali poi indugiare con struggenti
primi piani, e Super Tata che ci
mostra come gestire i bambini
durante l’esecuzione dei propri
genitori; un tappetino di pianoforte
e archi; la ghigliottina Beghelli a
sensori di peso e così via.
Quindi il gran finale, coi liberatori
che brindano allegramente, sulle
note di una marcia di Ravel, spinando il sangue arterioso del dittatore che zampilla dal collo reciso,
in un tripudio di flûte sanguinolente
alzate al cielo. Tutto questo per un
futuro degno della nostra civiltà.
In quanto a ciò che è stato,
restano le polemiche. Il dopo
Gheddafi, infatti, divide e scatena
reazioni di sconcerto. Specie dopo
l’indegna esposizione dei corpi
del Colonnello e del figlio Mutassim in un supermercato rionale
di Misurata. Il fatto, non poteva
passare inosservato. L’Europa,
di Nicola Martinelli
furiosa, denuncia la mancanza
dell’etichetta e un packaging non
adatto, mentre il WTO attacca
senza mezze misure con un comunicato ufficiale: “Le normative
sono chiare: i corpi non andavano
esposti nella cella frigo, ma nel
settore fresco e latticini”.
Naturalmente, è tutto inventato.
Ma sembra tremendamente vicino
alla realtà. C’era un ragazzo italiano che diceva: «Restiamo umani!»
Fortuna che non ha fatto proseliti.
Avrebbe rovinato la festa.
Antonio Voceri
6
buoni propositi
di Jambo
una modesta
proposta
In quest’epoca di recessione
e di crisi che manca il lavoro e
calano i consumi e alcuni rischiano addirittura la fame, mi viene
in mente una cosa sola: Swif.
L’inventore di Gulliver diceva
che l’unica in queste situazioni
è mangiare i bambini. Certo che
gli scrittori ne sanno una più del
diavolo. Ma solo i bambini degli
irlandesi, diceva, non quelli degli
inglesi, che valgono di più. Alla
faccia della modesta proposta.
Come se oggi qualcuno proponesse come misura salva-Italia
di mangiare i bambini, però solo
quelli degli irlandesi. Chi sono gli
irlandesi di oggi? Bella domanda.
Di sicuro non tutti i bambini sono
uguali, visto che non lo sono i loro
genitori.
Certo che come proposta avrebbe anche i suoi vantaggi. Il problema delle troppe bocche da
sfamare nelle famiglie numerose
si trasformerebbe in una soluzione: gli affamati diventerebbero sfamanti. Sarebbe l’uovo di
Colombo che permetterebbe di
alleggerire interi gruppi familiari
“irlandesi” in difficoltà e nel contempo aiutarli economicamente,
nonché sfoltire le scuole sempre
così sovrafollate e alleggerire il
sistema sanitario.
“Penso che tutti i partiti siano
d’accordo sul fatto che questi
bambini, in quantità enorme, che
si vedono in braccio o sulla schiena o alle calcagna della madre
e spesso del padre, costituiscono
un serio motivo di lamentela, in
aggiunta a tanti altri, nelle attuali
deplorevoli condizioni di questo
Regno; e, quindi, chiunque sapesse
trovare un metodo onesto, facile e
poco costoso, atto a rendere questi
bambini parte sana e utile della
comunità, acquisterebbe tali meriti presso l’intera società, che gli
verrebbe innalzato un monumento
come salvatore del paese”.
Io personalmente non mi aspetto un monumento, però è fuori
discussione che mai nessuno prima di Swift e di me aveva neancora fatto una tal proposta con una
lucidità degna di un gran statista.
Per cuocere questo tipo di carne
adattissimo alle feste e alle ricorrenze basterebbe convertire le ricette di maiale alla bisogna umana, con le opportune variazioni
soprattutto per quanto riguarda i
tempi di cottura. Che comunque
sarebbero minime, dato che le
due specie risultano molto affini.
Il modello è quello del porceddu sardo, poiché si tratterebbe
di bambini dell’età massima di
uno-due anni, dalla carne molto
tenera. Si potrebbero usare anche
le ricette dei comunisti, se ancora
ne esistessero. Oppure anche le
ricette dei cinesi o degli indiani, a
base soprattutto di bambine, altrimenti non si spiega perché mai in
Cina manchino più di 44 milioni
di femmine rispetto ai maschi e
in India più di 33 milioni.
Certo che prendersela con gli
irlandesi di oggi può suonare un
po’ razzista. Ma allora si potrebbe
estendere la modesta proposta a
tutti quelli che, italiani compresi,
hanno più di due figli, che sinceramente nella nostra società
mi sembra il numero massimo
accettabile. Si è mai vista una pubblicità della famiglia felice dove vi
sia qualcosa di più di padre, madre, e due figli, di cui il secondo
rigorosamente femmina? Ci sarà
pure un motivo.
Infine, last but not least, c’è da
dire che questo tipo di carne non
costerà poco, ovviamente. Da cui
due conseguenze. La prima è che
le famiglie produttrici ne saranno economicamente agevolate.
La seconda è che se la potranno
permettere soltanto quelli che di
soldi ne hanno già molti. Ma questo costituirà un efficace fattore di
redistribuzione della ricchezza. E
del resto si è mai visto un evasore
totale o uno scudato o un colluso
o un mafioso o un manager d’assalto che non possano permettersi
carne umana? Anche Swift l’aveva
detto: “Ammetto che questo cibo
verrà a costare un po’ caro, e sarà
quindi adattissimo ai proprietari
terrieri, i quali sembra possano
vantare il maggior diritto sui
bambini, dal momento che hanno
già divorato la maggior parte dei
genitori”.
di Jambo
Le Strenne
COSE CHE GLI ASPIRANTI SCRITTORI
FAREBBERO MEGLIO A NON FARE:
INVIARE MANOSCRITTI TRAMITE
RACCOMANDATA * CONFONDERE
IL PUBBLICO CON IL PRIVATO *
ACCUSARE IMPLICITAMENTE DI
FURTO IL PROPRIO INTERLOCUTORE * CONVINCERSI CHE CEDERE A
UN RICATTO SESSUALE SIA L’UNICO
MODO PER PUBBLICARE UN LIBRO *
CONVINCERSI CHE FARE PARTE DELLA MASSONERIA O DELLA MAFIA SIA
L’UNICO MODO PER PUBBLICARE
UN LIBRO * NON SAPER SCRIVERE...
e tante altre cose che gli aspiranti
autori farebbero meglio a non fare…
MA CHE INVECE FANNO!
“Vacca boia che idea” è una
raccolta di racconti. Ventisei per
l’esattezza. I molti personaggi che
li animano, spesso vittime o promotori delle loro insicurezze, delle
loro stranezze, dei loro amori,
sogni o delusioni, rispecchiano i
comportamenti della società. Durante la lettura si ride, si sorride,
si riflette. A volte ci si stupisce. Ma
soprattutto, ci si riconosce. Ogni
racconto è un episodio, una storia a sé, con un inizio e una fine.
Tuttavia le storie vanno lette così
come ce le propone l’autore, poiché l’ordine non è affatto casuale.
La scrittura è fresca e tagliente,
molto vicina al parlato.
Cinque giovinastri, amici da
sempre, decidono di lasciarsi alle
spalle per il week end il loro quartiere, il loro bar e le loro abitudini.
Basta davvero poco per rendere
indimenticabile il viaggio: qualche
lira, uno zaino, un sacco a pelo,
molte birre e molte sigarette, un
camper sgangherato e una vivacità da vendere.
Il romanzo è allegro e spensierato, ricco di episodi divertenti
e personaggi fuori dal comune.
Per tutta la durata del racconto
si respira un clima scherzoso e
goliardico. Non mancano però
spunti di riflessione e accenni ad
argomenti più seri.
Fabrizio Bolivar • Vive e
lavora a Mantova. Ha pubblicato
per FARA EDITRICE la raccolta di
racconti “MALEDETTA VITA” e
per la COMPAGNIA DEI LIBRAI
DI GENOVA la raccolta di racconti
brevi “480 CARATTERI SPAZI
INCLUSI”, con la prefazione di
Gianluca Morozzi.
I 2 libri, TI LASCIO LE PENTOLE
e VACCA BOIA CHE IDEA, si possono acquistare in tutte le librerie
FELTRINELLI (su prenotazione,
arrivano in pochi giorni), oppure
sui siti www.lafeltrinelli.it e www.
ilmiolibro.it
“SPORCHI DI LUCE”
di Fabrizio Canciani
foto di Carmine Pepe
Todaro Editore
Collana Fiori Neri
reperibile solo in internet al sito
http://www.todaroeditore.com
Ci sono libri che parlano d’amore. Altri che offrono al lettore la possibilità
di risolvere un oscuro mistero. Altri
ancora che consentono a chi legge di
«vedere» luoghi mai visitati di persona… Cose che gli aspiranti scrittori
farebbero meglio a non fare ma che
invece fanno affronta tutti questi temi.
L’amore di cui si parla, naturalmente,
è quello per i libri, l’oscuro mistero
offerto sotto forma di giallo coincide
con il meccanismo che consente a
un manoscritto di arrivare alla pubblicazione mentre, i luoghi affrontati
dalla narrazione, sono gli ambienti
di una casa editrice: le scrivanie dei
redattori, i telefoni degli uffici stampa,
i carrelli dei magazzinieri e, in modo
particolare, i modi di agire e di pensare di tutti coloro che, giorno dopo
giorno, affollano la stanza di un editor
(per mezzo di mail, telefonate, plichi
raccomandati, messaggi su facebook
e visite personali) per perorare la
causa della stampa di un libro. Scritto
pensando a tutti coloro che sognano
di scalare le classifiche dei best seller
o che, più semplicemente, desiderano
scoprire cosa si nasconde dietro le
quinte del lavoro di un editore, Cose
che gli aspiranti scrittori farebbero
meglio a non fare ma che invece
fanno distilla sotto forma di consigli
l’esperienza di una vita vissuta tra la
carta e l’inchiostro, il frastuono delle
macchine tipografiche e gli spietati
rendiconti dei librai. Il risultato è un
manuale indispensabile per chi desidera rapportarsi in modo corretto con
una casa editrice, ma anche una satira
impietosa che affronta i meccanismi
dell’industria editoriale per prendere
di mira i vizi e i malcostumi che si
annidano in ogni settore della vita
quotidiana.
Cristiano Armati • È nato nel
1974 a Roma, città dove vive e dove
scrive. Tra le sue pubblicazioni, il
romanzo Rospi acidi e baci con la
lingua (2007), le raccolte di racconti La mattina dopo (2004) e Roma
noir (2009) e i saggi Roma criminale (2005), Italia criminale (2006)
e Cuori rossi (2008). Impegnato
nell’industria editoriale dal 1999, ha
lavorato per Coniglio Editore, Newton Compton e Castelvecchi.
SPOR C H I
DI
LUCE
un romanzo breve di Fabrizio
C a n c i a n i e 2 7 f o t o g ra f i e i n
bianco e nero di Carmine Pepe.
Un racconto ispirato da una storia
vera, raccontata all’autore da
ARTEMIO NICOLINI, partigiano
milanese.
Con un finale romanzato, tutt’altro
che inverosimile, che racconta come
sarebbero potute andare le cose.
Questo a sottolineare la stupidità
delle guerre, la fragilità della vita, le
conseguenze imprevedibili, e anche
un po’ assurde, delle proprie scelte.
Le fotografie di Carmine Pepe, scattate nel presente, hanno il compito
di riportarci alle atmosfere di Milano
negli anni della guerra,
di mostrarci, oggi, i luoghi che hanno
avuto un ruolo nel periodo bellico,
i “segni” lasciati, spesso inconsapevolmente, intatti, a futura memoria.
Perché non ci si dimentichi come
sono andate realmente le cose.
NATALE IN TANGENZIALE
di Fabrizio Canciani
Bloccato in questo ingorgo micidiale
intorno al grande centro commerciale,
ascolto l’autoradio che consiglia
il meglio del menù per la vigilia.
Rileggo la mia lista dei regali
è ora già di accendere i fanali,
mi girano veloci le lancette
e sono ormai passate già le sette.
Certo che non è tanto normale
la notte di natale in Tangenziale
bloccati in mezzo a un fiume di lamiere
con i clacson che ti fanno il miserere.
E c’è chi un panettone taglia a fette
mi offre una porzione senza uvette.
Un tappo di spumante ha fatto un botto
lampeggia l’alberello sul cruscotto.
La neve copre cofani e portiere
i clacson hanno smesso di suonare
qui va a finire che su ‘sta corsia
ci passo Capodanno ed Epifania.
Certo che non è tanto normale
la notte di Natale in tangenziale
ma guarda ci son pure le comete
ma va’! Sono gli aerei di Linate.
Ma in questa situazione apocalittica
si fonde la marmitta catalitica
vorrei gridare a tutti buon Natale
facciamo noi il presepe in tangenziale.
Anton
Oggi sono un po’ giù. Capita.
Invece ieri avevo una gran voglia
Di tagliarmi le vene…
Vabbé, mi tornerà…
Vorrei avere i tuoi occhi, azzurri
Ma per averli dovrò aspettare
Che tu li chiuda per sempre
Ho un motorino
Che qualche volta parte
E qualche volta no
Oggi è partito
Ha detto che poi
Mi manda una cartolina
Sono così inutile
Che nessuno mi chiama
Qualche volta
Mi chiamerei da solo
Ma non mi viene in mente
Il mio nome
La mia bicicletta nuova
È ancora dove l’ho lasciata
Attaccata al palo…
Qualcuno me l’ha saldata.
I miei amici tengono molto a me,
Prima di picchiarmi in faccia
Mi tolgono sempre gli occhiali
Sono un tipo sensibile
A volte mi aprirei agli altri
Per far vedere come sono dentro
Ma ho paura di non riuscire poi
A rimettere tutte le viscere
Al loro posto
Noi Emo abbiamo
Dei ciuffi così folti
Che sono stato sei mesi
Con una ragazza
E fino a che non mi sono
Spostato alla sua destra
Lei pensava di essere fidanzata
Con un altro
Mi hanno rubato il motorino
Ma non sono triste
Perché poco prima mi avevano
Investito con un camion
Ho spappolato un piccione
In mezzo alla strada
All’inizio pensavo
Fosse una colomba
Ma nelle frattaglie non ho visto
Uvetta o canditi...
La mia ragazza dice che mi ama
Da morire
Anch’io credo di amarla
Da morire
Quindi il primo che muore
Ha detto la verità
Il cielo è nuvoloso
Piove acqua su di me
Ragazzi potete smetterla
Di sputarmi addosso
Tanto, fra poco, pioverà
In realtà non penso
Sempre alla morte.
Qualche volta penso
Anche alla fine del mondo.
I miei amici mi dicono tutti i giorni
che non valgo niente.
Come farei senza di loro?
Ho scoperto che la mia ragazza
Mi tradisce: per fortuna!
Non sapevo più cosa inventarmi
Per stare male un po’...
Ieri ho chiesto alla mia ragazza
Se mi voleva sposare,
Poi lei ha scoperto
Che non so nuotare e allora
Siamo andati in piscina...
Il Censimento
7
i Papu
• Buongiorno, son venuto per
compilare il censimento.
• Buongiorno. ma l’ho fatto già,
già anche consegnato…
• Lei ha figli?
• Sì.
• Allora chi ha figli deve anche
fare la restituzione.
• Le ho detto che l’ho già restituito
in comune…
• No, è un tipo di censimento che
si chiama restituzione; è un
censimento degli affetti relativi
al passaggio di testimone alla
generazione dei figli. le rubo
solo pochi minuti… allora i dati
anagrafici li ho… cominciamo:
lei e sua moglie siete italiani,
no?
• Sì, a volte sembra che parliamo
lingue diverse ma siamo italiani.
• Suo figlio nato in italia
• Sì, qua al policlinico.
• L’avete concepito in italia o
all’estero?
• Sì, sì, sempre qua al policlinico,
in urologia. sa com’è… mi si è
presentata lì un’infermierina…
• Lei ha saputo che sarebbe diventato padre in italia o all’estero?
• In italia, sempre al policlinico…
ero tornato lì per un controllo e
l’infermierina…
• Appena l’ha saputo ha pensato:
1-che bello 2-questa non mi
lascia più 3-mi aveva detto che
prendeva la pillola 4-altro
• Altro. ho pensato: e adesso chi
lo dice a mia moglie?
• Ha assistito al parto? sì no
• No
• Non voleva lei o la sua compagna?
• Mia moglie, che adesso è ex
moglie, non ha voluto.
• Ricorda le prime parole che
ha pronunciato di fronte a suo
figlio? se sì quali?
• Sì: come si fa a farlo smettere
di piangere?
• Il vostro menage notturno è
cambiato dopo la nascita di
vostro figlio? sì no.
• Boh, non so, io dormivo prima e
dormivo anche dopo.
• Il bambino non piangeva mai
di notte?
• Ah non lo so, le dico che io la
notte dormo.
• Quanto anni ha suo figlio adesso?
• Sedici.
• Normalmente fate partecipare
vostro figlio alle discussioni
familiari?
• Sì.
• In che modo?
• Di solito gli dico di non rompere
i coglioni e di andare nell’altra
stanza.
• Il 9 ottobre scorso ha parlato con
suo figlio?
• Penso di sì.
• Cosa gli ha detto?
• Basta ricariche a quel telefonino.
• La settimana precedente il 9
ottobre ha parlato con suo figlio?
• Penso di sì.
• Ricorda gli argomenti principali
di discussione?
• Ricariche e cellulari.
• Solo quelli?
• Ha chiesto i principali.
dialoghi
di Antonio Galuzzi
• Gli altri quali sono?
• Schede telefoniche, offerte delle
compagnie, promozioni…
• Si sente “tramite” di qualche
cosa rispetto a suo figlio? se sì
dica in che senso.
• Sì. tramite me lui ricarica il
cellulare.
• Nel senso se ha trasmesso
qualcosa a suo figlio.
• Per trasmettere qualcosa a mio
figlio dovrei essere una televisione.
• Il 9 ottobre pensa di aver insegnato qualcosa a suo figlio?
• Sì, gli ho insegnato il rispetto
degli altri…
• Finalmente un concetto valoriale!
• Degli altri operatori telefonici: di
solito manda a cagare i concorrenti. Invecde bisogna ascoltarli;
ci sono promozioni e offerte di
cui bisogna tener conto.
• C’è qualcosa che suo padre ha
trasmesso a suo figlio attraverso
di lei?
• Mio padre?
• Sì…
• Sempre il 9 ottobre?
• No, in generale, ricorda qualche valore passato da nonno
a nipote?
• Sì, tanti valori
• Quali?
• Boh, adesso ha 16 anni, ogni
compleanno, ogni natale 50
euro al colpo adesso saranno…
quattro-cinquecento euro, anche più forse…
È morto
Kim Jong Il:
milioni
di nordcoreani
in lacrime...
• Le riformulo la domanda: gli
ha mai insegnato valori di tipo
morale? 1-rispetto 2-impegno
3-onestà 4-tolleranza 5-tradizioni 6-altro
• I soldi sono altro? metta altro
allora…
• Suo figlio ha senso della storia?
• Ha senso della storia, nel senso
che non gli piace. Ma neanche
della geografia. ha senso di tutte
le materie a dir il vero, ma della
storia in particolare…
• Lei pensa di riconoscere il suo
limite rispetto a suo figlio?
• Cioè?
• Lei sa quando fermarsi o sovrainveste affettivamente?
• No, io non ho mai investito
nessuno… neanche in banca
non ho mai investito nessuno,
che meriterebbero un investimento…
• Nell’ultima settimana ha mai
detto a suo figlio parole affettuose?
• Sì.
• Quali?
• Gli ho detto: bravo, hai visto
che se vuoi ti sai far la ricarica
da solo?
• Ultimissima, scusi: cosa ha
imparato da lei suo figlio? e
lei da suo padre? e suo figlio
da suo padre? se sono cose
diverse andiamo all’8.1, se son
la stessa cosa mi dica quale e
abbiamo finito.
• Son la stessa cosa: ho imparato
a non rompere i coglioni al prossimo. arrivederci.
...ma già
da prima!
deco
Il cavalletto sfinito, lasciando cadere
la moto: «Non ti reggo più!».
***
Al ristorante, l’iperteso ebbe una crisi
cardiaca: il conto era troppo salato.
***
Il pittore diede l’ultimo tocco scatarrando sulla tela. Era il suo ritratto
sputato.
***
Un gigolò di due metri cantava all’opera. Alto tenore di vita.
***
La barista comprava solo detersivo
alla spina.
***
L’unghia alla collega triste e sbadata:
«Hai perso lo smalto».
***
Aveva scritto caffe, senz’accento. La
maestra glielo segnò errore. Ora aveva
un caffè corretto.
***
Il gruppo dei musicisti? Nel complesso, suonano bene.
***
Il creativo era fermo da un po’, piegato
a terra. Stava raccogliendo le idee.
***
Aveva voluto a casa la banda larga e
ora quei ciccioni non smettevano più
di suonare.
Visioni
Pietro stava raccontando il sogno
della notte precedente. C’era una
mega festa, disse. E tra gli invitati
ho visto la Canalis! Era mezza nuda.
Diceva di voler trovare l’anima gemella per farsi una famiglia. Poi è
arrivato l’uomo più alto del mondo.
Per passare sotto le porte doveva
abbassarsi fin qui. Improvvisamente è comparso un cagnolino, aveva
appena salvato il suo padrone da
un incendio. Non hai fatto nessun
sogno, gli disse Enrico. Hai semplicemente visto Studio Aperto.
Scarpe
Aveva un armadio a 6 ante pieno
zeppo di scarpe. A tavola informò
il marito che l’indomani sarebbe
andata a cercarne un altro paio. Lui
stavolta sbottò. Ma se ne hai un armadio strapieno! le disse. Da mezza
stagione, color cammello, con tacco
6, il laccino in cuoio e 15 luccichini
in punta non ne ho neanche un
paio, fece lei. Lui si alzò di scatto e
uscì dalla stanza. Poco dopo tornò
con 2 scarpe in mano. E queste cosa
sono? urlò. Quelle ne hanno 13, di
luccichini, disse lei.
Beata ingenuità
Che bel disegno, Mattia. Cos’è?
chiese la madre. Questo che ride
sono io, rispose il bimbo. E questa
cosa rossa che hai in mano? Un coltello pieno di sangue. Ah, e questi
qui in terra? Sono 2 morti, una sei
tu, e l’altr… Mattia, gridò la madre.
Fila in camera tua! Quando rientrò il
marito, lei gli mostrò disegno. Guarda, nostro figlio ci odia! Il padre
andò subito a chiedere spiegazioni,
poi tornò dalla moglie. Tutto ok, le
disse. I cadaveri sono il tuo e quello
di tua madre.
Via Grazioli 12
Mantova
Corso Vittorio Emanuele II, 57
MANTOVA - Tel. 338 798 50 25
Caro Diario,
oggi siamo andate con la Cicci, la Carly
e la Titti a farci mettere apposto i capelli da quel tipo nuovo che ha aperto in
Piazza della Signoria, ci ha preso solo 80
euro per il taglio ma quando sono tornata casa il papi mi ha detto che spendo
troppo e che almeno mi dovrei trovare un
lavoro. Io gli ho detto che un lavoro ce
l’ho già, faccio la commessa di intimo da
Figaccissimo, gli ho detto, ma lui mi ha
urlato che allora mi dovrei far bastare lo
stipendio, e che invece lui trova sempre
un sacco di soldi in meno da quel calzino in cui tiene i liquidi nella cassapanca.
Mah. Secondo me il papi mi sta diventando paranoico con l’invecchiaggio. Ma
vabbè, è la vita.
Comunque, ti stavo dicendo, siamo andate da questo Pepi che ha aperto il negozio nuovo in Piazza della Signoria e che
fa dei tagli, ti giuro… ultrafighi!
Poi siamo andate tutte a fare shopping
di Guido Giacomo Gattai
per le librerie del centro. Siamo ragazze colte, sai? Siamo entrate da Edison e
la Titti ha comprato tre pennine con gli
animaletti buffi per un totale di ventisei
euro, io un segnalibro fluorescente con
scritta una citazione di un tizio tedesco
(per un totlale di 89 euro), la Carly un
libro di tre centimetri di costola perché
ha un tavolo che traballa (per un totale
di 3 euro e 50) e la Cicci l’enciclopedia
in otto volumi “Cosa fare quando mi si
rompe un unghia del dito mignolo destro
mentre sto baciando un Principe Spagnolo venuto apposta per me proprio quella sera con un calesse dorato tirato da
quattro cavalli bianchi. Molto bianchi.”.
Per un totale di 820 euro più 94 euro per
il facchino che è andato a consegnargliela a casa con il camion.
E poi il mio papi dice che spendiamo
troppo! Voglio dire, non puoi mica portateli a casa da sola otto volumi di mille
pagine l’uno rilegati in oro massiccio. Ma
io lo sopporto. I vecchi vanno sopportati, o no?
Corte dei Sogliari, 4
Mantova
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