LA RELAZIONE E LA
COMUNICAZIONE NELLA CLASSE
AIMC TOLENTINO
23 GENNAIO 2014
RELAZIONE



Non esiste la classe senza insegnante
Non esiste insegnante se non in relazione a una o più
classi
Non esiste relazione di insegnamento/apprendimento
senza i saperi (oggetti culturali)
LA CLASSE COME CAMPO PEDAGOGICO
Spazio strutturato in funzione del sapere, dove si mette in scena il desiderio
di apprendere
S
IS
AL
INS
classe
OC
E. Damiano – La mediazione didattica
UNA RELAZIONE FISICA
Il corpo dell’insegnante struttura lo spazio dell’aula:
 Posizione
 Distanza
 Visibilità
 Movimento
 Tono di voce
 Gesti
 Abbigliamento
 Sessualità
LA SEDUZIONE
nella RELAZIONE EDUCATIVA

È una competenza professionale (!) che implica


Azioni



sensibilità, empatia, considerazione delle emozioni, passione per
l’insegnamento e per la disciplina (il maestro liberatore)
decorare l’aula, scambio di doni, lezioni coinvolgenti, giochi,
simulazioni, rendere attraente l’ambiente di apprendimento
Creare un clima positivo, animare la vita di classe, contagiare gli
alunni con il piacere del sapere e dello stare insieme
Bisogna gestirla correttamente


ai fini educativi, con le « giuste » distanze, con lealtà, rispetto
dei ruoli, entro certi vincoli, evitare la manipolazione
orientarla ai saperi (OC)
Il TRANSFERT PEDAGOGICO
Asimmetria della relazione educativa
Insegnante attore, sceneggiatore, regista…
Da relazione personale a relazione « oggettuale »
Insegnare, o meglio essere educatore per professione, significa
essere fortemente implicati giorno dopo giorno nel proprio
mestiere;
significa sentirsi coinvolti al di là di quello che accade per tante
altre professioni;
significa sentire che il lavoro è l’estensione, la manifestazione
stessa della persona che lo svolge;
si è consapevoli che l’essere educatori e l’essere persona sono la
stessa cosa.
(Paolo Borin, IN-CON-TRA)
LA COMUNICAZIONE NELLA CLASSE


quando un alunno ha un problema
nelle situazioni di conflitto
La questione è porre le domande « giuste »
Il problema di Ivano
I ragazzi stanno formando dei gruppi per elaborare una
monografia storica.
Ciascun alunno ha preparato un breve elaborato sull’argomento
scelto e insieme, sintetizzando i vari “pezzi”, ne ricaveranno
uno unico.
I lavori di tutti i gruppi verranno riuniti in un cartellone e
arricchiti con disegni.

Ivano mi si avvicina piangendo dicendo che Simona
non lo vuole nel suo gruppo perché non ha preparato
alcun lavoro.
L’ASCOLTO ATTIVO
Quando...
 abbiamo capito che l’altro ha un problema
 il problema dell’altro non ci infastidisce
 sentiamo di poterlo accettare
 desideriamo aiutarlo a risolvere il problema
Le 12 barriere della comunicazione
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Dare ordini, comandare, dirigere.
Minacciare, avvisare, mettere in guardia.
Fare la predica, rimproverare
Offrire soluzioni, consigli, avvertimenti
Argomentare, persuadere con la logica
Giudicare, criticare, biasimare
Le 12 barriere della comunicazione
7.
8.
9.
10.
11.
12.
Ridicolizzare, etichettare, usare frasi fatte
Interpretare, analizzare, diagnosticare
Fare apprezzamenti, manifestare
compiacimenti
Rassicurare, consolare
Contestare, indagare, mettere in dubbio
Cambiare argomento, minimizzare, ironizzare
Le fasi dell’ascolto attivo
Ascolto passivo: silenzio accettante
Messaggi di accoglimento:
1.
2.
•
•
non verbali: contatto visivo, annuire, sorridere...
movimenti del corpo che indicano ascolto
verbali: ogni tanto parole e suoni (“Oh!, Mmm,
Capisco, Ti ascolto...”
Incoraggiamenti (non giudicano):
3.
•
•
E’ interessante, Che ne diresti di parlarne?
Vorresti dirmi qualcosa in più?...
Le fasi dell’ascolto attivo
Ascolto attivo:
•
•
•
•
riflettere il pensiero dell’altro senza emettere messaggi
personali
l’altro sente di essere accettato e di poter trovare una
soluzione al problema
feed-back sulla corretta comprensione del problema
rispecchiamento dei sentimenti: non ripetere a pappagallo il
messaggio ma rifletterne l’essenza.
Le parole dell’ascolto
Se pensiamo di aver capito:








Ti senti... Dal tuo punto di vista...
Secondo te...
Pensi...
Nelle tue condizioni...
A te sembra...
Credi... Mi stai dicendo...
Sei... (arrabbiato, triste, elettrizzato, incerto)
Mi pare di capire che tu...
Vuoi dire che...
Stai proprio dicendo che...
Le parole dell’ascolto
Se la situazione non ci appare chiara:






Potrebbe essere che...
Mi chiedo se...
Non so se ho capito, ma... E’ possibile che...
Correggimi se sbaglio...
Sembra che tu..
Mi sembra che tu stia dicendo...
Forse ti senti...
Non è che magari...
Vediamo se ho capito: tu...
Ordinare
Basta con le lacrime. Piuttosto la volta
prossima studia!
Avvertire, minacciare
Se seguiterai a non studiare, dirò ai
tuoi compagni di non volerti in alcun
gruppo.
Esortare, moraleggiare
Cerca di studiare. Tu sai qual è il tuo
dovere. Se seguiterai così darai un
dolore ai tuoi genitori.
Consigliare, offrire soluzioni
Prendi l’enciclopedia.
Prepara un breve lavoro. Metterai il
tuo elaborato sul cartellone da solo.
Persuadere con argomentazioni logiche
Tu hai avuto torto a non preparare
alcun elaborato.
Dal momento che non dai un
contributo, non ti vogliono.
Giudicare, criticare, biasimare
Sei un fannullone, sei pigro e svogliato,
e non riesci a combinare nulla.
Ridicolizzare, umiliare
Sei buffissimo, piangere alla tua età!
A furia di lacrime allagherai l’aula.
Interpretare, analizzare
Tu piangi per commuovere Simona e
costringerla ad accettarti.
Fare apprezzamenti, approvare
Sei tanto simpatico e sei bravo.
Troverai altri gruppi che ti vorranno
Rassicurare, consolare
Forza, non è poi così grave che Simona
non ti voglia nel suo gruppo
Informarsi, indagare, interrogare
Come mai non hai preparato il tuo
lavoro?
Ti sei sentito male?
Hai guardato la tv tutto il pomeriggio?
Cambiare argomento, minimizzare
Non è questo il momento per
piangere.
Io devo seguire il lavoro dei tuoi
compagni.
Cercati un altro gruppo.
Senza barriere...
Ascolto passivo
Ivano si avvicina piangendo. La maestra in silenzio aspetta
che parli.
Gli sorride per incoraggiarlo (messaggio d’accoglimento).
Ivano: “Maestra, Simona non mi vuole nel suo gruppo.” (si
interrompe e seguita a piangere)
Ascolto attivo




Insegnante: “Ti ascolto. Vuoi dirmi altro?” (invito
caloroso)
Ivano: “Simona mi ha detto che non mi vuole perché tutti
hanno preparato un lavoro e io no.”
Insegnante: “Ti dispiace?”
Ivano: “Sì, molto.” (smette di piangere)
Ascolto attivo



Insegnante: “Che cosa pensi di fare?”
Ivano (pensa un poco, poi dice): “Potrei chiedere a Simona
se posso occuparmi del disegno che illustrerà il cartellone. La
prossima volta preparerò il mio lavoro come tutti gli altri.”
Insegnante: “Benissimo. Hai trovato un’ottima
soluzione.”
Conclusione


L’alunno non è stato mortificato dall’insegnante come
sarebbe invece avvenuto se, anziché ascoltare, ella avesse
parlato incorrendo in una barriera della comunicazione.
Ivano ha trovato da solo una soluzione a sua misura senza
trovarla offerta dall’insegnante.
SITUAZIONI CONFLITTUALI
VIOLENZA
Volontà di danneggiare l’altro.
CONFLITTO
Contrasto, divergenza
opposizione, critica
senza comportamenti che
provochino danni irreversibili
Volontà di risolvere il problema Intenzione di mantenere il
(conflitto) attraverso
rapporto
l’eliminazione
Soluzione semplificatoria:
« eliminare » la relazione
Sviluppo della relazione
possibile, anche se faticosa e
problematica
IL TAMPONAMENTO
Ad una rotonda una macchina ne tampona un’altra. I due conducenti
scendono. L’automobilista tamponato si rivolge all’altro dicendo: « Ma non
mi ha visto? Dove aveva la testa? »
Il tamponatore: « Accidenti, mi sono distratto, non ho fatto apposta, ma non è
successo niente ».
Il danneggiato: No guardi, ci saranno 500 euro di danni. Poteva star più attento,
accidenti »
L’altro si giustifica: « Mi dispiace non volevo proprio, è stata una
disattenzione »
« Va beh, ormai è successo, spero la sua assicurazione sia a posto… »
« Sì, tutto a posto »
« Allora facciamo la constatazione amichevole »
« Prendo i documenti »
CASO 2
Ad una rotonda un automobilista vede dietro di sé una macchina
un po’ troppo appiccicata e impaziente … non sopporta
questa vicinanza eccessiva, pensa « Cosa vuole questo
qua? Vorrei proprio farlo sparire! Adesso gliela faccio vedere
io, gli do una lezione, così impara a starmi troppo addosso».
La sua rabbia cresce, non conosce automobilista che lo segue ma
non riesce a tollerarlo, non lo sopporta.
Reagisce frenando improvvisamente e provoca un
tamponamento. La botta è molto forte e l’autista dietro picchia
la testa e si fa male. Arriva l’ambulanza e interviene la polizia
Gestione dei conflitti
Approccio maieutico al conflitto come occasione di
apprendimento (con le domande giuste)
1. Stare sul problema ed evitare ogni forma di attacco alla
persona (no al senso di colpa)
2. Saper aspettare (decantazione emotiva): so-stare
3. Cogliere le ragioni altrui (i diversi punti di vista)
4. Evitare barriere comunicative: preferire le domande
all’attacco
5. Ricerca di interessi comuni

Riferimenti

D. Novara (2011), La grammatica dei conflitti

www.cccp.it
E. Damiano (2013), La mediazione didattica
 T. Gordon (1993), Insegnanti efficaci
 D. Pennac (2007), Diario di scuola
 G. Zavalloni , La pedagogia della lumaca
 http://www.pedagogiadellalumaca.org/
 M. Orsi (2013), La comunita' che fa crescere la scuola
 D. Pampaloni (2008) Senza Zaino, una scelta pedagogica
innovativa
http://www.senzazaino.it/

Scarica

AIMC_Comunicazione