Evoluzione
storica della
scuola italiana
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1.Un cammino
lento e faticoso
Prima tappa:
L. Casati del 1859:
il primo progetto globale di sistema di
educazione e di formazione italiano.
Due (+ 1) categorie sistemiche:
1)l’obbligo scolastico
(2 anni di sc. elem. in tutti i Comuni e 4 in
quelli con più di 4000 abitanti  concrete
difficoltà di attuazione)
2) dicotomia della sc. sec. tra
a) scuole umanistiche, con cultura classica e
aperte all’università, per la formazione
della classe dirigente,
b) b) scuole tecnico-professionali senza
sbocchi o con sbocchi ristretti,
preparazione piccola borghesia x impieghi
di concetto e tecnico-agricoli o mansioni
esecutive specializzate.
Seconda tappa:
la riforma Gentile (1923)
Giovanni Gentile
Impostazione “idealistica” della
“paideia scolastica” con tensioni tra
attivismo e uniformismo, tra cultura “
storico- filosofica e cultura scientificotecnica, tra intellettualità e professionalità
pratica
nelle elementari vennero introdotti i
metodi attivi
-nella secondaria fu potenziata la
dimensione storico-letteraria (religiosa)
artistica e filosofica rispetto agli indirizzi
scientifici e tecnici.
Giuseppe Lombardo Radice
 scuole complementari, poi trasformate
in avviamento professionale (1928)
Terza tappa
la politica scolastica del secondo
dopoguerra:
la ricerca di una scuola nella linea della
“Costituzione repubblicana” democratica
Negli anni ’50-’70 è prevalso
un modello lineare e semplice
di educazione fondato su
presupposti di quantità,
unicità, centralizzazione.
Durante gli anni ’80 si prende ad andare
verso un modello complesso, ispirato ai
principi della qualità, della differenziazione e
personalizzazione dei servizi, della
molteplicità delle risorse formative, del
decentramento.
(progetto di riforma
Gonella 1946-1951)
Alcune attuazioni
[ programmi sc. elementari
(1956), scuola media unica
(1962), scuola materna (1968),
decreti delegati (integrazione h.,
organi coll., la scheda…) (19731974), formazione professionale
regionalizzata(1978), nuovi
programmi delle medie (1979) e
delle elementari (1985), nuovo
ordinamento delle elementari: il
“modulo” insegn.(1990), nuovi
orientamenti della scuola
materna statale (1991)
….le sperimentazioni della
secondaria ],
…la carta dei servizi (1995)
Quarta tappa
La recente stagione delle riforme ( ’97 …)
-> ridisegnare l’architettura complessiva del
sistema, conferendogli una nuova organicità e
unitarietà
modello poliarchico: da un modello
esclusivamente “Statale”, ad uno che fa
interagire Stato, Regioni/enti territoriali e
istituzioni scolastiche autonome
->
 “allargamento dell’offerta formativa”: scuola
statale e scuola paritaria 62/2000
 la madre di tutte le riforme: l’autonomia
scolastica (Bassanini 1997; Regol. 1999; Titolo
V, a.117, del 3/01)
= L. di riforma, la 30/00 (Berlinguer) e la L.
delega 53/03 (Moratti): e relativi decreti attuativi
i principi
► sistema “EDUCATIVO” di istr./form.
prof.(sc./ed.perm.)
► L. «Moratti» le scelte educative della
famiglia
► … “andranno favorite la formazione
spirituale e morale”
► centralità del soggetto/persona che
apprende
► con il ripristino della durata ottennale primo
ciclo specificità delle età evolutive della
fanciullezza e della preadolescenza
► un percorso graduale e continuo di
formazione professionale parallelo a quello
scolastico e universitario dai 14 ai 21 anni [in
risposta ad esigenze lavorative o ad esigenze
di formazione degli adolescenti e dei giovani
che hanno l’ “intelligenza nelle mani”?]
► il principio della personale responsabilità
educativa delle famiglie e degli alunni
(mediante l’introduzione dei piani di studio
personalizzati e del “patto educativo”).
L’attuazione
della riforma
I decreti attuativi, fino a quelli riguardanti la
scuola secondaria superiore (ripristino degli
istituti tecnici e degli istituti professionali),
indicazioni nazionali disciplinari …………….
- L’attenzione alla gestione
quotidiana del sistema
(“cacciavite” e oltre )
- La valutazione
dell’apprendimento e del sistema
- La razionalizzazione del
sistema  e la condizione e
funzione docente --> concorsi,
precariato, tagli…
La formazione, il reclutamento
e la qualità della pratica docente
2. La scuola italiana
nell’orizzonte delle grandi tendenze
dell’istruzione /formazione
contemporanea
 …e delle sue ambivalenze
[1]. Le
prospettive
►DIRITTO di TUTTI e ciascuno ad
APPRENDERE (Unesco 2000) per
tutta la vita (evolutività
perdurante in tutte le età della vita)
► EDUCAZIONE PERMANENTE
(Lifelong e., Lifewide e. on going e.)
►SOCIETA’ EDUCANTE/educativa:
“educational society”
► POLICENTRISMO E INTEGRAZIONE
DEL SISTEMA FORMATIVO (e.
formale, non formale, informale)
Ma
■ necessità di passare da una cultura dei bisogni
ad una cultura dei diritti/doveri del cittadino …
e del bene comune sociale (Cost. art. 4)
[nell’attuale enfasi dei diritti soggettivi]
■ necessità di una “alleanza educativa sociale”, a
cominciare: tra scuola, famiglia, territorio,
sistema della comunicazone sociale
[2]. Le
strategie
► tra competenza, efficienza
(MODELLO FUNZIONALE-TECNOLOGICO)
e
realizzazione personale, equa e solidale
(MODELLO UMANISTICO-SOLIDARISTICO)
► tra società della conoscenza (Cresson),umanesimo
planetario e sviluppo sostenibile (Delors)
► tra SCUOLA COMUNITA’ <-> e/o SCUOLA IMPRESA?
► AUTONOMIA SCOLASTICA e SUSSIDIARIETA’
orizzontale e verticale
► GESTIONE PLURALISTICA: tra pubblico ( -> statale/non
statale), privato e privato sociale (terzo settore)
► INTERNAZIONALIZZAZIONE DELL’E a tutti i livelli
[3]. La
didattica
►CENTRALITA’ DEL SOGGETTO CHE APPRENDE
(differenziazione, personalizzazione)  centralità
dell’APPRENDIMENTO non dell’insegnamento
► ricerca del’INTEGRAZIONE TEORIA-PRASSI
► L'EDUCAZIONE DEGLI ADULTI: tra alfabetizzazione,
prevenzione e recupero,
► EDUCAZIONE AL NUOVO, ALL’IMPREVISTO, ALLA
IDENTITÀ TERRESTRE (E. Morin)
3.Alcune
riflessioni conclusive
… molto personali
1. I legami profondi
1) la scuola è e rimane una istituzione
sociale di formazione
Geneticamente
SOCIALE (e quindi collegata con
lo sviluppo sociale)  l’uomo/umano =>
CITTADINO/cittadinanza
2) la sc. moderna = scuola
di massa nata sotto la spinta
dell’illuminismo (e del
neo-illuminismo)  sviluppo e
formazione: tutta affidata alla forza della
conoscenza, l’istruzione, della
razionalità scientificotecnologica
 difficoltà pensare e volervi
l’educazione in
senso integrale [
> solo un ethos scientifico e uno spirito
critico?]
 ma
“Stat.Studentesse/studenti” (1998):
“comunità scolastica” e dialogo
3) la scuola
“apparato
ideologico dello
stato” ?(L. Althuser):
la l. casati e l’ideologia liberal
borghese;
la legge gentile e il nazionalfascismo;
la scuola del dopoguerra = sc.
repubblicana democratico-sociale;
la scuola attuale e
l’internazionalismo/ cosmopolitismo
politico-economico?
4)La scuola
“instrumentum
regni”?
- la l. casati (formazione della classe dirigente,
e preparazione della piccola borghesia
- la riforma gentile: socializzazione politica delle
masse giovanili a servizio del regime fascista
- la scuola repubblicana per la formazione del
cittadino democratico persona e lavoratore
- la riforma recente per il cittadino globalizzato
della società della complessità e della
conoscenza
5)la scuola
“funzionale”
al mercato
del lavoro  e
alla formazione della “risorsa
uomo” e del cittadino“cliente” dell’imprenditoria
internazionalizzata e del
mercato mondializzato?
 Chi governa la scuola? Chi/cosa
viene messo al centro delle
preoccupazioni?
È anche la scuola veramente finalizzata al pieno sviluppo
della persona umana e DElla
partecipazione (Cost. 3)?
L’enfasi sulle competenze fino a che punto pone in secondo
piano l’essere-persona? Quanto corrisponde alla “soddisfazione del cliente”studente-famiglie?
2. conclusione
1) “schierarsi” e lottare
per una scuola
della/per la persona,
2) per una cultura dei
“diritti e dei doveri”;
= una cultura della
responsabilità “sociale”
educativa
3) oltre
l’individualismo, la
comunitarietà, il bene
comune, uno sviluppo
integralmente umano
2010
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