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il Domani Sabato 23 Febbraio 2008 9
CALABRIA
Il presidente della Regione parla a reti unificate: «Scioglierò il Consiglio se mi rendo conto che restare è ancora peggio»
L’appello di Loiero ai calabresi
la candidatura
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E’ ancora oggi,
la sfida della
mia vita. Per
la Calabria ho
rinunciato al
Parlamento
i traguardi
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Credo di avere,
insieme
alla giunta,
avviato delle
cose importanti
l’omicidio fortugno
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Forse quel
delitto altro
non era che
un messaggio
rivolto a me
i giornali
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In questi 3 anni
siamo stati
nei titoli di testa
più degli ultimi
35 anni
«Scrivetemi. Se avrò il vostro sostegno troverò la forza per continuare a battermi»
Pubblichiamo di seguito il messaggio integrale a reti unificate del presidente della Regione, Agazio Loiero, dedicato all’attuale situazione
politico-istituzionale:
«Mi rivolgo a tutte le donne e a tutti gli
uomini calabresi. Mi rivolgo a voi in
una confessione senza freni, mischiando - e me ne scuso - elementi politici e personali. Mi rivolgo a voi perché voglio rendervi partecipi del mio
dilemma, sul quale è con voi che voglio confrontarmi in un momento così difficile per la nostra regione. Uso
un metodo nuovo e mai adoperato dai
miei predecessori perché mai era capitato a loro di arrivare ad un passo
dallo scioglimento del Consiglio, cosi come sta capitando a me. Voglio ricordare a tutti, a quelli che mi hanno
votato ed anche a quelli che non mi
hanno votato, che la scelta di candidarmi alla guida della mia regione è
stata una scelta pienamente cosciente e responsabile: ero cioè perfettamente consapevole dei rischi che mi
aspettavano, dei pericoli a cui sarei
andato incontro. Quei rischi e quei pericoli, li ho voluti correre perché mosso da un legame profondo con la terra
delle origini. Un legame che diventava tanto più forte quanto più, in occasioni particolari, in presenza di eclatanti fatti di mafia e di sangue, la Calabria appariva agli occhi degli italiani indifendibile. Mi sono voluto
candidare perché di questa mia terra,
dove, dopo una vita di stenti, riposano
i miei, conosco o, (forse, m’illudo di
conoscere) le potenzialità e le indolenze, le risorse, le energie recondite
ma anche i limiti, le negatività, i conflitti che sono il prodotto di una lunga
storia di solitudine. Ho voluto accennare ad un pezzo della mia vita per meglio spiegarvi l’entusiasmo infantile
con cui mi sono buttato in quella che
io considero, ancora oggi, la sfida della mia vita. Tanto più che nell’imbarcarmi in questa nuova avventura ho
detto no ad una posizione, tutto sommato, comoda: facevo il parlamentare, la politica nazionale mi aveva già
dato tanto, di sicuro oltre i miei meriti e forse ancora avrebbe potuto darmi
qualcosa. candidandomi ho rinunciato a tutto questo per calarmi nella
difficile trincea calabrese. Una scelta
nella quale mi ha accompagnato una
salda fiducia in me stesso, uno smisurato, caparbio orgoglio che affonda
le sue radici nel mio essere calabrese a
tutto tondo, ed una grande speranza di
apportare nel costume della regione
un metodo innovativo di regole e di
trasparenza. Non so se ci sono riuscito, se ci siamo riusciti. il cambiamento è duro nel nostro territorio. Credo
però di avere, insieme alla giunta, avviato delle cose importanti, dalla Cittadella a una più razionale programmazione dei fondi europei che in caso
di scioglimento non so quale fine farebbero, alla Stazione unica appaltante, al rilancio del porto di Gioia
Tauro, all’accorpamento delle Asl al
Piano sanitario, al trasferimento delle funzioni alle provincie e agli enti locali e tanta altre cose che non voglio
qui elencare. In questo almeno non
abbiamo fallito, ma non sarei onesto
fino in fondo se non vi confessassi ciò
che io stesso ho fatto fatica ad accettare fino all’ultimo: questi tre anni sono stati anche un inferno. Più che di
sviluppo siamo stati costretti a parlare di inchieste, arresti, omicidi. Appunto, omicidi, a cominciare da quello di Franco Fortugno, e qui, permettetemi di ricordarlo: il 16 ottobre del
2005 non è stato ucciso solo un uomo
politico del mio schieramento. La
’ndrangheta ha ammazzato un mio
amico. da quel momento in poi tutto
è cambiato. Quei 5 colpi di pistola a
Locri nel giorno delle primarie hanno
i processi
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Il presidente della Regione nel corso del messaggio ai calabresi
fatto da spartiacque. Ma non ho mai
usato quell’efferato fatto di sangue per
farmene scudo anche se più di un investigatore, a cominciare dal Procuratore antimafia Grasso, ha sostenuto che quel delitto altro non era che un
messaggio a me. Ma come non prendere atto che quel crimine ha fatto
esplodere, in un corpo già infetto, una
cellula cancerogena come tale capace di produrre una serie di effetti a catena. il primo, se non altro in ordine
cronologico, la conquista da parte
della Calabria delle prime pagine dei
giornali. Una conquista amara che
purtroppo abbiamo mantenuto a lungo. In questi 3 anni siamo stati nei titoli di testa più di quanto lo fossimo
stati nei precedenti 35 anni di regionalismo. E a questo danno di immagine non è stato più possibile porre riparo. Ma, può sembrare paradossale,
quell’evento tragico ha prodotto anche effetti positivi: la magistratura e le
forze dell’ordine hanno preso maggiore coraggio, hanno ricominciato
ad indagare a 360 gradi, hanno riportato alla luce fatti che dormivano da
anni, di cui si sussurrava nei bar e nelle piazze, ma che non trovavano mai
un riscontro giudiziario. Opera meritoria che una coscienza pulita non
può che apprezzare, incoraggiare. Anche se all’ombra di tante sacrosante
inchieste che hanno interessato il
Consiglio “più indagato d’Italia”, come è spesso definita con disprezzo la
nostra Assemblea legislativa, se ne sono registrate alcune altre meno credibili. Inchieste, voglio ricordarlo, la
cui attendibilità sarà stabilita dopo
tanto tempo quando ormai alcune vite appariranno travolte. Alcune di
queste inchieste hanno interessato
anche me. Mi sono sempre difeso nei
processi e non ho mai accusato chi mi
accusava. Non c’è alcun motivo per
cambiare oggi strategia. Voglio solo
comunicarvi la sofferenza di essere
stato inserito, da Presidente di una regione sia pure periferica, in un contesto criminale, in associazioni malavitose. e questo sì l’ho vissuto come un
fallimento perché le inchieste hanno
minato la mia credibilità di Presidente nei luoghi istituzionali in cui opero
ed in cui mi batto per questa difficile
regione. Il danno che è stato arrecato
è di incalcolabile portata, specie
quando sarà accertata la mia assoluta estraneità ai contesti in cui sono
stato associato. Un danno personale,
e un danno istituzionale francamente non risarcibile. in parte perché, se
sei calabrese, anche quando ti assolvono un po’ di alone, come ho spesso
ripetuto, ti resta sempre. In parte perché il danno in questi casi non è neanche calcolabile. Se viene intaccata la
tua onorabilità, la tua dignità, il valore stesso della rappresentanza, non
verrai mai ripagato. Il tempo rimargina le ferite, ma le cicatrici restano per
sempre. Indelebili sul tuo corpo e su
quello delle persone che ti stanno accanto. Ma veniamo al motivo per cui
mi trovo qui davanti a voi. In questi tre
anni di lavoro alla guida della giunta
regionale ho avuto momenti esaltanti e momenti brutti. Ma mai la sorte mi
ha imposto una scelta cosi drastica
come me la impone oggi. Se dovessi fidarmi del mio istinto e soprattutto dei
consigli di chi mi sta accanto la decisione di decretare lo scioglimento del
Consiglio l’avrei già presa. Ma come
uomo pubblico non mi posso permettere un atteggiamento privato e tutto
rivolto al mio stato d’animo, al mio
benessere interiore. Compirò questo
gesto estremo solo se mi renderò conto che restare significa danneggiare la
Calabria più di quanto non capiti se
vado via. E su questa stessa lunghezza d’onda invito il Consiglio già convocato dal presidente Bova a ragionare il prossimo 28 febbraio. Io però ho
bisogno di voi per potere avere la possibilità di continuare questa drammatica avventura. Scrivetemi. Se avrò
il vostro sostegno troverò la forza per
continuare a battermi, per continuare a batterci. La politica è una straordinaria risorsa della convivenza ma,
in certi particolari passaggi, è una bestia malefica perché ti costringere a
coinvolgere nel tuo destino altri destini, di spegnere speranze sedimentate
negli anni. Io invece vorrei tenerla accesa la speranza. Anche se flebile, malandata, vorrei tenerla viva e, con il vostro aiuto - qualunque cosa succeda sono sicuro che troveremo la forza per
farla germogliare».
Gli annunci d’asta sono presenti anche
sul sito internet: www.aste.eugenius.it
IL DISCORSO
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Mi sono sempre
difeso
e non ho
mai accusato
chi mi accusa
la politica
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È’ una bestia
malefica perché
ti costringere
a coinvolgere
nel tuo destino
altri destini
TRIBUNALE DI
VIBO VALENTIA
UFFICIO ESECUZIONE IMMOBILIARE
Procedura Esecutiva Immobiliare N. 38/96 promossa da INTESA
GESTIONE CREDITI
Il sottoscritto Cancelliere addetto all´Ufficio Esecuzione Immobiliare
dell´intestato Tribunale comunica che il G.E. ha disposto, il
30/10/07 di procedersi alla vendita con incanto dei beni pignorati
alle condizioni richieste dei seguenti beni così individuati:
LOTTO N. 1 Appartamento sito al piano terra e primo piano di un fabbricato composto da quattro piani F.T. destinati ad uso residenziale, di cui solo quello di appartenenza della signora omissis
ha ingresso dalla via San Francesco sito nel Comune di Pizzo
Calabro. Accatastato al NCEU del Comune di Pizzo Calabro alla
partita 245. Il piano terra risulta, dalla visura per partita, al foglio n. 6,
particella n. 33 sub 1; Categoria C/3.
Il primo piano al foglio n. 6, particella n. 33 sub. 2; Cat. A/5; classe
2.
La vendita avrà luogo all´incanto, in un solo lotto, il giorno 8/4/08 ore
di rito con seguito davanti al G.E. dell´intestata procedura in una sala
delle pubbliche udienze del Tribunale di Vibo Valentia.
I beni pignorati saranno sottoposti all´incanto in un solo lotto al prezzo
base di:
euro 34.560,00 così ridotto di 1/5;
Le offerte in aumento non potranno essere inferiori ad euro 100,00.
Ogni offerente per poter essere ammesso all´incanto, dovrà
depositare in Cancelleria, entro le ore 13 del giorno precedente
a quello fissato per l´incanto, il 10% a titolo del prezzo base
d´asta a titolo di cauzione, nonché altro 10% a titolo di spese,
salvo integrazione udienza stante, se detti depositi, nel corso
dell´incanto, dovessero risultare insufficienti per l´aumentato
prezzo d´acquisto.
Il deposito per la cauzione e per le spese dovrà essere effettuato mediante
assegno circolare non trasferibile, intestato al Cassiere Provinciale
delle Poste di Vibo Valentia con concorso del controllore
Entro 60 giorni dall´aggiudicazione definitiva l´aggiudicatario dovrà depositare presso la Banca di Roma il prezzo di aggiudicazione, dedotta la
prestata cauzione, in un libretto bancario intestato al debitore e vincolato all´ordine del Giudice dell´Esecuzione.
Maggiori informazioni potranno essere chieste presso la Cancelleria del
Tribunale, Ufficio Esecuzione Immobiliare di Vibo Valentia.
Vibo Valentia, li 2/11/07
Il Cancelliere C2
Dott.ssa Liliana Addesi
PROGETTO
MEDIATAG
Per informazioni 0961 996802
A CURA DELLA
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L`appello di Loiero ai calabresi «Scrivetemi. Se avrò il vostro