ANZIANE
ASSISTENZA ALLE PERSONE
ANZIANE
OBIETTIVO GENERALE
 Sviluppare la capacità di attuare, sia in collaborazione che
su delega, idonee modalità in risposta ai bisogni
dell’anziano in ospedale, nelle strutture protette e a
domicilio, al fine di assicurarne il BENESSERE e
promuoverne L’AUTONOMIA.

OBIETTIVI SPECIFICI
-Conoscere gli elementi generali che caratterizzano il processo di
invecchiamento,
- Conoscere i bisogni delle persone anziane,
-Conoscere le principali patologie dell’anziano.
GERONTOLOGIA :
scienza che studia i problemi biologici dell’invecchiamento
dell’individuo
 GERIATRIA: specialità della medicina che si occupa
dell’applicazione pratica delle conoscenze derivate dalla
gerontologia.
Suo obiettivo è quello di prevenire , guarire, riabilitare le
affezioni morbose caratteristiche della vecchiaia.
 Nostro obiettivo è quello di acquisire una preparazione
gerontologica orientata su:
-il difficile rapporto psicologico,
- i vari aspetti dell’assistenza, prevenzione e riabilitazione,
per poter operare in modo altamente qualificato in ogni
contesto sanitario e sociale.
ANZIANI E SOCIETA’ INDUSTRIALE
 SOCIETA’ PATRIARCALE: il vecchio perno della famiglia,portatore di saggezza
e riferimento per ogni decisione familiare.
 SOCIETA’ INDUSTRIALE: si basa sul PROFITTO e il valore di un uomo è
misurato con il metro della retribuzione economica e dove il pensionamento
è uguale ad inattività e quindi visto come un PESO per la società.
Nostro scopo è quello di recuperare il principio per cui ogni essere umano è
un bene prezioso e recuperare il valore che ha in sé come uomo e come
persona .
Spesso, lo scarso successo terapeutico è fonte di frustrazione da
parte del personale di assistenza ed è bene ricordare che l’anziano è molto
sensibile alla disposizione psicologica di chi lo assiste.
L’INVECCHIAMENTO
 E’ caratterizzato dall’indebolimento dei meccanismi di difesa dell’organismo di
fronte alle normali variazioni ambientali e da una progressiva perdita delle
capacità di riserva.
 E’ un processo che inizia alla nascita e prosegue inesorabilmente per tutto
l’arco della vita, è legato in parte ai fattori genetici e in parte a fattori
ambientali.
LA VECCHIAIA NON E’ UGUALE MALATTIA
La morte è sempre dovuta ad un evento morboso.
L’ETA MEDIA è aumentata negli ultimi anni ( più nelle donne che negli
uomini: 83 anni / 77) , è legata alla diminuita mortalità neonatale, alla cura
delle malattie, ecc. Mentre L’INVECCHIAMENTO della popolazione è legato
alla riduzione della natalità.
Un altro nostro obiettivo deve essere quello di rendere più sereni gli ultimi
anni di vita ( dare più vita agli anni!).
CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELL’UOMO CHE INVECCHIA
 Una somma di fattori porta alla decadenza lenta e progressiva dell’organismo.
 Sono elementi determinanti per le capacità di difesa e la resistenza
dell’organismo:
 - l’alimentazione,
 -le abitudini di vita,
 - il tipo di lavoro,
 - l’igiene e le misure preventive.
 Ma anche molti fattori psicologici ed emotivi hanno importanza nel
condizionare l’invecchiamento. Entrano in gioco fattori correlati a malattie
precedenti, ad elementi nocivi ambientali, ad abitudini errate ( tabagismo,
alcolismo,ecc), malattie ereditarie ( un figlio di diabetici avrà maggiori
probabilità di essere diabetico).
Nell’uomo, le caratteristiche corporee visibili che maggiormente si manifestano durante
l’invecchiamento, sono:
-APPARATO CARDIOVASCOLARE : aumento P.A., tachiaritmie, valvulopatie.
- APPARATO RESPIRATORIO: insufficienza respiratoria più o meno grave,
- APPARATO UROGENITALE: insufficienza renale più o meno grave,
- APPARATO DIGERENTE: stitichezza, ecc,
- APPARATO EMOPOIETICO: sideremia bassa, diminuzione G.R.,
-APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO :osteoporosi, cifosi dorsale,
-APPARATO NERVOSO: diminuzione attività riflessa e memoria,demenza,
- APPARATO ENDOCRINO: ipertrofia prostatica, atrofia ovarica,
-SISTEMA IMMUNITARIO: aumentata risposta allergica ai farmaci,
-ORGANI DI SENSO: presbiopia, ipoacusia, ecc.
MODIFICAZIONI PSICOLOGICHE
 Le resistenze ai cambiamenti sono dovuti di solito ad alterazioni degli organi
di senso piuttosto che a cambiamento di personalità.
 Efficienza e capacità di lavoro intellettuale possono rimanere inalterati nel
tempo.
 Nell’età senile fattori psicologici individuali, ambientali e sociali possono
scatenare una “REAZIONE DI ABBANDONO” in cui l’anziano si lascia andare
fino a ridurre i contatti con il prossimo e ad isolarsi (SOLITUDINE) , la perdita
del ruolo si identifica con la perdita del lavoro che era anche fonte di relazioni
sociali. Il problema non si risolve con L’ISTITUZIONALIZZAZIONE che invece
aggrava il suo deterioramento mentale.
 Al contrario, l’anziano trova più giovamento a rimanere nel proprio ambiente
naturale con un costo economico molto inferiore.
RAPPORTI INTERPERSONALI CON L’ANZIANO CHE VIVE A CASA
O RICOVERATO IN OSPEDALE
L’aspetto psicologico del rapporto con l’anziano merita un’attenzione particolare
che consiste nel rimuovere la mentalità segregativa nei loro confronti da parte
del personale di assistenza ad ogni livello.
Il contatto umano, lo stimolo e il sostegno psicologico sono tanto importanti
quanto le tecniche di riabilitazione e/o rieducazione.
Un’assistenza più umana richiede un rapporto basato su:
 - particolare sensibilità,
 -senso dell’umorismo,
 -spirito di osservazione
 - fermezza e una buona dose di calma e pazienza,
 - superamento di gelosie, diffidenze, antipatie, preferenze.
RAPPORTI CON L’ANZIANO CHE NECESSITA
di un trattamento riabilitativo
 Diversa la finalità dei metodi di rieducazione funzionale nell’adulto e
nell’anziano, nel primo caso lo scopo è la ripresa al più presto dell’attività
lavorativa, nell’anziano è il ripristino dell’ AUTONOMIA indispensabile
perché non diventi dipendente da altri anche per i piccoli bisogni quotidiani.

Pertanto: NON lasciarlo mai abbandonato a sè stesso suggerendo valide
motivazioni , cercare di impegnarlo anche se i risultati sono scarsi, infondere
fiducia per accrescere l’AUTOSTIMA.
 Ricordare sempre che il successo di un trattamento riabilitativo è il risultato
della collaborazione di tutti i componenti dell’ EQUIPE assistenziale.
L’OSSERVAZIONE DI UN ANZIANO AMMALATO


Il concetto di salute soprattutto in una persona anziana poggia su una
triplice serie di motivazioni : sanitarie, psicologiche e socio-economiche.
Pertanto le esigenze assistenziali devono fronteggiare tutti e tre gli aspetti.
La VECCHIAIA non è mai una malattia in sé ma è facile riscontrare una
concomitanza di malattie e/o menomazioni più o meno gravi di tipo
funzionale ( es. cardiopatie, arteriosclerosi, diabete, demenze senili, ecc.)
talora riscontrate al momento del ricovero.

Importante valutare il grado di autonomia: se collabora ,se è agitato oppure
totalmente assente e il comportamento del personale di assistenza deve
essere mirato ad affrontare i vari aspetti del carattere dell’anziano ( se segue le
prescrizioni, se mangia di nascosto,ecc.)

A causa della complessità dei bisogni e del sovrapporsi dei problemi sanitari
e/o riabilitativi, psicologici e sociali, l’anziano richiede un intervento
multidisciplinare e di vari operatori abituati allo scambio di informazioni.
RICOVERO IN OSPEDALE
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I motivi di un ricovero possono essere:
Malattia acuta che necessita di un trattamento urgente,
Trattamento riabilitativo,
Accertamenti e cure specialistiche,
Motivi sociali ( man mano che l’età aumenta, i motivi sociali prevalgono su quelli
sanitari, es. una grave involuzione psichica che richiede una sorveglianza continua
da parte dei parenti in assenza di strutture alternative e/o problemi economici.
Per questi ultimi motivi è sbagliato aumentare i posti letto.
L’alternativa sono i servizi sociali decentrati nel territorio:
DAY-HOSPITAL che offre la possibilità all’anziano di non rimanere anche la notte
in ospedale dove dorme male e poco e ripresentarsi al mattino per le cure
A.D.I . Risolve il rifiuto dei parenti a riaccogliere in casa un anziano per il gravoso
peso assistenziale che dovrebbero affrontare da soli.
RISCHI DI UNA PROLUNGATA DEGENZA A LETTO
 Il malato, soprattutto se anziano, dopo una prolungata degenza a letto, va
incontro a quel quadro morboso denominato:
SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE
Trattasi di numerose complicanze che possono compromettere
irreversibilmente la possibilità di recupero.

Mentre il giovane malato chiede di alzarsi subito, la persona anziana si
adagia passivamente e tanto più la degenza a letto è prolungata tanto più si
sente frustrato, inutile e perde l’autostima.

Alle gravi conseguenze dell’immobilizzazione protratta si associano danni e
disturbi a carico di tutti gli APPARATI:
DANNI E DISTURBI A CARICO DI TUTTI GLI APPARATI
 Apparato :
 -OSTEO-ARTICOLARE (osteoporosi, atrofia muscolare),
 -CIRCOLATORIO ( tromboflebiti, asma cardiaca),
 - RESPIRATORIO ( bronco-polmoniti da stasi),
 -DIGERENTE (stitichezza, vedi oltre),
 -Alterazioni del METABOLISMO ,
 - Patologie CUTANEE (PIAGHE DA DECUBITO).
L’assistenza in questi casi deve sempre essere mirata alla prevenzione dei
danni da immobilità :
-limitata permanenza a letto ,
- posizione semiseduta quando è possibile,
- movimento degli art, ecc
INCONTINENZA URINARIA
 Dovuta a fenomeni infiammatori, stati confusionali transitori, prostatectomia,
cause psicologiche, ecc.
 Trattasi di un meccanismo complesso: allorchè la vescica si riempie, partono
impulsi riflessi motori che fanno contrarre il muscolo detrusore della vescica e
rilasciare lo sfintere uretrale.
Precauzioni: minzioni ravvicinate e servizi igienici in prossimità delle stanze di
degenza.
L’anziano si vergogna del fastidioso problema dell’incontinenza e tende a
nasconderlo. Dopo un’attenta osservazione da parte del personale di assistenza,
se è possibile, intervenire sulle cause altrimenti ricorrere all’uso dei pannoloni.
RITENZIONE ACUTA DI URINA: probabile conseguenza di malattie( ipertrofia
prostatica, prolasso uterino , ecc.) o alterazioni del riflesso nervoso della
minzione. Attenzione ai segni premonitori: bruciori, dolori difficoltà ad
urinare, in ogni caso necessaria la cateterizzazione giusto il tempo necessario
per rimuovere la causa che l’ha provocata.
INCONTINENZA FECALE
 Spesso accompagnata a quella urinaria , è una delle conseguenze dalla
demenza senile e/o uso eccessivo di purganti, mal funzione dello sfintere
anale.
 Il trattamento assistenziale consiste nell’accompagnare l’anziano al bagno
appena si presenta lo stimolo ,rispettando la sua privacy affinchè possa
espletare con riservatezza i suoi bisogni fisiologici.

STITICHEZZA:
 è frequente dopo una permanenza protratta a letto e/ o alimentazione carente
di fibre vegetali e liquidi . Da non sottovalutare , perché spesso nell’anziano è
motivo di spunti ossessivi o stati depressivi.
DISIDRATAZIONE E SQUILIBRI ELETTROLITICI:
conseguente alla scarsa assunzione di liquidi (fabbisogno giornaliero = 1, 8 litri
e oltre ad dì). Se invece è conseguente ad eccessivo uso di diuretici, ricordare
che insieme ai liquidi vengono espulsi anche sali di sodio, potassio e cloro tanto
utili per il funzionamento di muscoli, cuore, reni e sistema nervoso.
ASSISTENZA AL MALATO AFFETTO DA
CARDIOPATIE:
E’ raccomandata una permanenza a letto limitata al tempo strettamente necessario
prescritto dal medico.
MOBILIZZAZIONE, prima passiva, poi semi-passiva, poi attiva prima a letto e
successivamente in palestra.
Lo scompenso cardiaco può essere seriamente compromesso da uno stato febbrile,
una crisi ipertensiva o uno sforzo eccessivo; va trattato con terapia medica (digitale,
diuretici) , posizione semi-seduta, ossigeno-terapia, dieta leggera- iposodica,
riduzione dell’attività fisica. Tuttavia un arresto cardiaco può verificarsi in qualsiasi
momento e il personale di assistenza deve sapere come affrontarlo, talvolta può
essere necessaria l’applicazione di un PACE-MAKER per regolarizzare i battiti
cardiaci.
POSTURE del cardiopatico: abbiamo detto che si avvantaggia della posizione semiseduta, attenzione quindi al modo come vengono posti i cuscini dietro le spalle,
che, se posizionati in malo modo , possono accentuare la cifosi dorsale e quindi
aggravare la difficoltà respiratoria. Anche il decubito sul fianco sn. o ds. può essere
preso in considerazione se altre patologie concomitanti non lo sconsigliano.
ASSISTENZA AL MALATO AFFETTO DA
MALATTIE POLMONARI
Per gli anziani ospedalizzati, le broncopolmoniti e le bronco-pneumopatie
sono le complicazioni più temibili con conseguenze talvolta anche fatali.
Oltre alla sorveglianza , l’addetto all’assistenza deve mettere in atto una serie di
precauzioni nei confronti di un malato anziano;
 decubito ortopnoico , favorisce la respirazione e l’eliminazione spontanea
dell’escreato;
 prima possibile sederlo in poltrona e stimolarlo alla deambulazione senza
affaticarlo e facendo molta attenzione alle correnti d’aria e quindi al contatto
con altri germi che attecchiscono facilmente in un malato convalescente a
causa dell’abbassamento delle difese immunitarie :
Possibilità di riacutizzazioni bronchitiche,( in malati affetti da BCO e BPCO )
i sintomi più evidenti:
 Tosse, abbondante escreato , dispnea , insufficienza respiratoria più o meno
grave, quindi trattamento con O2 terapia, antibiotici, cortisonici e/o
aerosolterapia , broncodilatatori, fluidificanti ( spry, diskus, turbo-haler)
ASSISTENZA AL MALATO AFFETTO DA ICTUS CEREBRALE
 L’etiologia è quasi sempre di natura vascolare.
 Diagnosi precoce. Nella fase acuta , urgente intervento assistenziale più
programma riabilitativo, quanto più sono immediati tanto più è completo il
recupero.
 Urgente la correzione tempestiva delle posture viziate già nei primi giorni di
degenza. Il programma deve essere il più possibile personalizzato in relazione
ai problemi e le patologie che accompagnano l’ictus.
 POSTURE a letto già dalle prime ore e quindi nella fase acuta
(FLACCIDA),quando la posizione corretta risulta facilitata; al contrario, nella
fase sub-acuta (SPASTICA) il corretto posizionamento è ostacolato dalla
rigidità degli arti interessati dalla patologia in atto.
 Utili i presidi quali: cuscini, archetti, sacchetti di sabbia e quant’altro possa
aiutarci a far mantenere le posture corrette.
 Favoriscono la spasticità: sforzo, affaticamento, agitazione, freddo.
 Attenuano la spasticità : caldo ripetizione lenta movimenti.
PROBLEMI LEGATI AL MOVIMENTO
 LE CADUTE: è vero che col passare degli anni , si riduce la rapidità e l’efficacia
dei riflessi, ma generalmente la caduta a terra è dovuta ad un malessere , una
breve perdita di coscienza aggravati da uno stato confusionale. Il rischio
maggiore per una persona anziana è il grave pericolo di fratture ( soprattutto
di femore ) a causa dell’osteoporosi con esiti spesso infausti per via delle
complicanze. Le fratture di femore oggi con i progressi della medicina
((anestesia) possono essere trattate chirurgicamente ( ARTROPROTESI )
evitando così la prolungata degenza a letto con le inevitabili complicanze.
 La prevenzione consiste nella cura delle affezioni morbose, nella rimozione
degli ostacoli alla deambulazione ( corrimani nei corridoi, illuminazione
sufficiente, segnalazione ostacoli, calzature adatte, eliminazione di tappeti,
ecc).
 La mobilizzazione consente all’anziano di diventare più padrone dei suoi
movimenti anche in assenza di patologie .
ALIMENTAZIONE NELL’ANZIANO
 In età senile, il fabbisogno calorico è inferiore a quello necessario in età
giovanile poiché minore è il dispendio di energie, è però difficile quantificarlo
in modo preciso. Certamente ogni dieta deve contenere tutti i principi
alimentari ( proteine, zuccheri, grassi, sali minerali e vitamine) nel rispetto
delle patologie per cui è necessaria una dieta specifica. Nelle persone anziane
si riscontra spesso un’alimentazione povera di frutta e verdure fresche (scorie)
anche per problemi legati alla masticazione.
 MALNUTRIZIONE nella persona anziana è favorita da abitudini sbagliate,
difficoltà a nutrirsi, scarso desiderio di cucinare. Di fronte a questi problemi ,
accompagnati alla mancanza di appetito , astenia, calo ponderale, l’ipotrofia
muscolare, occorre molto spirito di osservazione: bisogna controllare lo stato
dentario oltre a corregger e al più presto l’alimentazione . Lo stato di
malnutrizione si riflette direttamente sul decorso delle malattie.
 OBESITA’ : al contrario, una dieta ipercalorica come surrogato di altre
soddisfazioni, in età senile può portare a complicanza ben più gravi e risulta
difficile convincere l’anziano dei rischi che corre ( diabete, ipertensione, gotta)
TERAPIA OCCUPAZIONALE
 Per rendere la permanenza di una persona anziana stimolante e serena in
istituto, occorre favorire la sua partecipazione alla terapia occupazionale; si
intende un’insieme di varie attività ricreative, lavorative e di animazione
tendenti al recupero di funzioni fisiche e psichiche. E’ importante per gli
anziani non restare isolati lasciando sempre l’iniziativa nell’occupare il tempo
libero , l’attività di gruppo come l’ergo-terapia e la ludo-terapia, poiché portano
alla realizzazione di un prodotto finale, sono meno noiosi della ginnastica. Il
desiderio di vedere completato il gioco o il lavoro costringono all’impegno e
alla perseveranza.
 Occorre una preparazione specifica da parte del personale addetto
(ERGOTERAPISTA) di tipo psicologico e chinesiologico allo scopo di
mantenere l’anziano attivo e ben inserito nel gruppo.
STRUTTURE SOCIO- SANITARIE
 STRUTTURE NON RESIDENZIALI :
 Assistenza domiciliare integrata ( ADI) una unità operativa in grado di rispondere a
domicilio alle esigenze di soggetti parzialmente o totalmente dipendenti al fine di
consentirne la permanenza al proprio domicilio, attraverso un sistema articolato di
prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali.
 OSPEDALIZZAZIONE A DOMICILIO (poco attuata ) serve anche a ridurre il tasso
di ospedalizzazione e reinserire precocemente l’anziano nel contesto familiare.
 POLIAMBULATORIO GERIATRICO dove esiste, specifico per le persone
anziane,orientato a fornire prestazioni di tipo diagnostico.
 STRUTTURE SEMI RESIDENZIALI
 DAY-HOSPITAL (D H) consente di limitare il ricovero ai casi strettamente
necessari .
 CENTRI DIURNI: promuovono l’integrazione sociale della persona anziana,
facilitano la realizzazione di attività culturali e sociali in relazione ai bisogni.
STRUTTURE SOCIO-SANITARIE
STRUTTURE RESIDENZIALI
 CASE DI RIPOSO: nate come istituzioni di tipo privato, oggi adeguandosi a
standard regionali, servono per rispondere ad esigenze assistenziali, sanitarie sociali e riabilitative a persone totalmente o parzialmente dipendenti.
 RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI: ciò che li caratterizza dalle
precedenti è il contenuto altamente sanitario delle prestazioni erogate.
 DIVISIONI DI GERIATRIA. Vere e proprie unità operative che accolgono gli
anziani oltre i 65 anni per fronteggiare una patologia acuta:
 LUNGODEGENZE: sono strutture sempre per anziani con oltre 65 anni
finalizzate al superamento della fase di convalescenza e al recupero funzionale.
 CASE ALBERGO.: piccoli appartamenti o piccole case messe a disposizione di
persone anziane autosufficienti.
LA DEMENZA IN ETA’ SENILE
 Occorre distinguere lo STATO CONFUSIONALE TRANSITORIO (TIA) per la
temporaneità e la reversibilità dalla demenza vera nella quale il
deterioramento mentale è progressivo, stabile e irreversibile. Il TIA può
comparire nella persona soprattutto anziana durante numerose affezioni quali:
immobilizzazione prolungata a letto, iperpiressia , ictus cerebrale, scompenso
cardiaco, grave insufficienza respiratoria, terapia con sedativi qualunque
evento traumatizzante psichico- fisico, ecc.
 Comportano un deterioramento mentale con alterazioni della sfera
intellettuale, affettiva e del comportamento con disorientamento spazio-
temporale, perdita della memoria soprattutto recente, alterazioni del
linguaggio, ecc. Anche il carattere cambia e profondi sono i mutamenti del
comportamento che diviene spesso bizzarro.
MORBO DI PARKINSON
Malattia cronico-degenerativa dovuta ad una degenerazione progressiva del
sistema nervoso centrale. E una delle più frequenti malattie neurologiche ,
deve il suo nome allo scopritore che nel 1817 ne fece la prima dettagliata
descrizione ( James Parkinson).
E’ una malattia caratterizzata da:
- tremori, è il sintomo più precoce della malattia che spesso aumenta quando si
sollecita il mantenimento di una postura (tremore da postura),
- rigidità, presente in un’alta percentuale di casi,
- bradicinesia, è il sintomo che maggiormente interferisce con l’autonomia della
persona in cui si rileva un ritardo nell’inizio del movimento, lentezza, fatica (
deambulazione caratteristica) e incapacità a compiere due movimenti
contemporaneamente.
- Altri segni caratteristici sono: perdita della mimica facciale, modificazioni della
scrittura ( molto piccola) e della voce (bassa e priva di tono), alterazioni
dell’umore.
 TERAPIA : solo un farmaco (precursore della dopamina )sembra attenuare i
sintomi, specie tremore e rigidità, questa azione però è temporanea perché,
dopo un periodo variabile da soggetto a soggetto, l’effetto farmacologico si
riduce presumibilmente per una specie di assuefazione. Al momento, la ricerca
si sta orientando sul trapianto embrionale.
 INTERVENTI ASSISTENZIALI: l’obiettivo principale deve essere quello del
miglioramento della qualità della vita da tener presente nella pianificazione e
valutazione dell’assistenza individuale oltre all’informazione, educazione ed
addestramento dei caregiver .
 I problemi da prevenire, gestire e valutare sono: movimento, ipotensione
ortostatica, disfagia ( problemi di deglutizione con rischio di “ab ingestis”,
dieta ( rischio di malnutrizione e disidratazione , evitare pasti abbondanti e
l’assunzione di alcoolici) ,stipsi, disturbi affettivi,cognitivi e comportamentali,
disturbi del sonno, dolore. A questi si devono aggiungere: la prevenzione delle
cadute riducendo i rischi ambientali di cui abbiamo già parlato.
MORBO DI ALZHEIMER
 Trattasi di una sindrome clinica caratterizzata da una riduzione delle funzioni
cognitive di entità tali da interferire in modo significativo con le attività
lavorative ,trasforma la persona ,cancella le sue caratteristiche, la sua
intelligenza e le sue abitudini. Una malattia lunghissima e senza speranza
perché senza cura e senza possibilità di guarigione. Rappresenta il 60% dei casi
di demenza e colpisce per lo più le persone anziane , di queste, la maggior
parte vive nei paesi in via di sviluppo.
 La vita di chi ne è colpito diventa difficile perché costretta a diventare del tutto
dipendenti dai suoi famigliari che si ritrovano a fare i conti con un carico
pesantissimo di assistenza il più delle volte insopportabile .
 L a demenza degenerativa (AD) è stata descritta originariamente da Alzheimer
nel 1907 , l’aspetto più caratteristico è un processo degenerativo costituito dalla
perdita dei neuroni e la presenza di placche neuritiche in specifiche aree
cerebrali.
Morbo di Alzheimer
 ETIOLOGIA. Non è stata tutt’ora chiarita , grande interesse riscuote l’ipotesi
genetica ( fattori ambientali?) Numerosi possono essere i fattori di rischio
(traumi cranici, agenti virali) ma il loro ruolo nell’insorgenza dell’Alzheimer
non è tutt’ora chiarito.
 LA PROGRESSIONE DEGLI STADI CLINICI : la malattia può essere suddivisa
in stadi clinici anche se esiste una grande variabilità .
 Nelle fasi iniziali, la perdita di memoria interessa solo l’apprendimento di
nuove informazioni, poi progredisce gradualmente fino a perdersi in ambienti
nuovi, la persona dimentica gli impegni e può essere disorientata nel tempo.
Con l’avanzare della malattia si perde anche la memoria degli eventi lontani e
il paziente è incapace di riconoscere perfino i famigliari.
 PERCORSO DIAGNOSTICO: la diagnosi resta tutt’oggi di esclusione, quando
cioè sono state escluse altre forme di demenza.
 TERAPIA :la terapia farmacologica ha come obiettivo il trattamento dei
sintomi.
UNITA’ VALUTATIVA GERIATRICA
 L’U.V.G. Ha il compito di valutare l’anziano nel suo contesto socio-famigliare,
di elaborare un piano terapeutico-assistenziale completo nel rispetto dei
bisogni espressi e rilevati nelle diverse aree esaminate.
E’ una équipe di professionisti che attua la valutazione
multidimensionale,pianifica gli interventi socio-sanitari , individua e attiva le
risorse umane e i servizi più appropriati.
L’équipe si compone di un nucleo centrale formato :
-dal geriatra,
- dall’infermiere,
-dall’assistente sociale
a cui si possono aggiungere come consulenti altri specialisti a seconda del caso.
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