CONTA T ORI
GAS
Tipologie, caratteristiche, determinazione del massimo prelievo,
dimensionamento ed installazione
INDICE
1.
1.1
1.2
1.3
1.4
1.5
1.6
1.7
1.8
1.9
1.10
1.11
1.12
1.13
1.14
1.15
2.
2.1
2.2
2.3
2.4
3.
4.
Contatori per gas combustibile
Tipologie
Campo di portata
Marcatura
Conformità alle Direttive Europee
Contatore a membrana
Contatore a rotoidi
Contatore a turbina
Contatore ad ultrasuoni
Generatore di impulsi
Telelettura dei contatori
Correzione dei volumi
Determinazione del massimo prelievo, individuazione
del calibro e della tipologia del contatore
Equivalenza m³/h ßà becchi / fiamme
La precisione nel tempo
Perdite di carico ed errori di misura
Criteri di installazione dei contatori
Contatori
Contatori
Contatori
Contatori
a membrana
ad ultrasuoni
a rotoidi
a turbina
Esame delle disposizioni legislative vigenti
Principale normativa di riferimento
Revisione 01 del 10.10.2009
Contatori per gas combustibile
1.1
Tipologie
I modelli di contatori per gas combustibile, attualmente disponibili ed utilizzabili, sono
sostanzialmente riconducibili a quattro principali famiglie:
1.
 a membrana

ad ultrasuoni

a rotoidi
a turbina

Fondamentalmente potremo anche suddividerli in funzione della loro destinazione d’uso: il
contatore a membrana (o pareti deformabili) e quello ad ultrasuoni sono destinati alla
misurazione di portate piccole e medie, con andamento variabile nel tempo, mentre
l’utilizzo degli altri due modelli è volto a misure di portate medie e grandi, caratterizzate da
andamenti più costanti nel tempo. Questi ultimi normalmente sono indicati per utilizzi
industriali o impianti di riscaldamento centralizzati dove i bruciatori hanno consumi
abbastanza costanti.
I misuratori ad ultrasuoni sono quelli di più recente approvazione, hanno il grande
vantaggio di possedere ingombri ridotti ed una parte elettronica integrata che consente la
gestione dei dati; sono utilizzabili esclusivamente negli impieghi domestici (portata
massima fino a 10 m3/h).
Ricordiamo inoltre che i contatori a membrana ed i contatori a rotoidi sono misuratori di
tipo volumetrico, in quanto effettuano la misura isolando fisicamente un volume costante e
noto di gas ad ogni rotazione (volume ciclico), mentre, come facilmente intuibile, il
contatore ad ultrasuoni e quello a turbina sono contatori di tipo non volumetrico.
Le quattro famiglie di misuratori di gas sopra indicate risultano regolamentate da
specifiche norme tecniche, di armonizzazione europea, le quali definiscono i requisiti ed i
metodi di prova per la costruzione, le prestazioni richieste e gli aspetti relativi alla
sicurezza. Le norme in oggetto sono:
§
§
§
§
UNI EN 1359
UNI EN 14236
UNI EN 12480
UNI EN 12261
Revisione 01 del 10.10.2009
Misuratori di gas a membrana
Misuratori di gas domestici ad ultrasuoni
Misuratori di gas a rotoidi
Misuratori di gas a turbina
1.2
Campo di portata
Il campo di portata di un contatore gas rappresenta l’intervallo entro il quale lo stesso deve
poter funzionare, in regime continuo, nel completo rispetto delle prescrizioni metrologiche
vigenti e senza che intervengano modifiche qualitative della misura stessa tali da superare
i limiti stabiliti; tale campo di portata viene delimitato, in basso, dalla portata minima Q min
ed, in alto, dalla portata massima Q max.
Campo di portata
0
Q min
Qt
Zona
inferiore
Qr
∞
Zona superiore
La portata transitoria Q t indica la portata alla quale il campo si divide in due zone, la “zona
superiore” e la “zona inferiore”; ciascuna zona ha un suo errore massimo ammissibile
caratteristico. La portata transitoria Q t è stata posta uguale ad un decimo della portata
massima Q max. Abbiamo infine la cosidetta portata di sovraccarico Q r (un valore di portata
superiore alla portata massima Q max) alla quale il contatore deve poter funzioneare per un
breve periodo di tempo senza deteriorarsi. La portata di sovraccarico Q r è stata posta
uguale a 1,2 volte la portata massima Q max.
Per cercare di comprendere le corrette relazioni fra questi parametri, nella tabella 1
seguente, ripresa dalla norma tecnica di riferimento per i misuratori a membrana UNI EN
1359, possiamo vedere la gamma dei campi di portata normalizzati in riferimento alla
portata massima del contatore (sino al valore di 160 m3/h); come possiamo vedere, ad
ogni valore della portata massima corrispondono determinati valori del limite superiore
della portata minima, della portata transitoria e della portata di sovraccarico.
Q max
Tab. 1 - Campi di portata
Revisione 01 del 10.10.2009
1.3
Marcatura
Il costruttore deve dichiarare il valore della pressione massima di esercizio del misuratore
(normalmente 0,5 bar) e del campo minimo della temperatura ambiente di funzionamento
(almeno da – 10 a + 40° C); tali valori devono essere marcati sulla targa del misuratore.
Secondo le disposizioni vigenti, ciascun contatore deve essere marcato almeno con le
seguenti informazioni, sul quadrante o su una targa dati separata:
a) il numero e il marchio di approvazione (se applicabile);
b) il marchio di identificazione o il nome del costruttore;
c) il numero di serie del misuratore e l'anno di costruzione;
d) la portata massima, Qmax (m3/h);
e) la portata minima, Qmin (m3/h);
f) la massima pressione di esercizio, pmax (bar);
g) il valore nominale del volume ciclico, V (dm3);
h) il numero e la data della norma europea di riferimento (UNI EN 1359)
i) il campo di temperature ambiente, se maggiore di quello compreso tra -10 °C e +40 °C,
per esempio tm = -25 °C ... 40 °C;
j) il campo di temperature del gas, se differente dal campo di temperature ambiente, per
esempio tg = -5 °C ... 35 °C;
k) la classe di precisione del misuratore, per esempio Classe 1,5;
l) eventuali marcature aggiuntive richieste dalla legislazione per esempio il numero dei
certificati dell’esame di tipo o dell’esame del progetto e le marcature che dimostrano la
conformità alla legislazione.
Se il misuratore resiste ad alte temperature ambiente, esso deve riportare in più una "T".
La marcatura deve essere in posizione chiaramente visibile e deve essere durevole nelle
normali condizioni del misuratore.
Se il misuratore è dichiarato idoneo per l’uso in un ambiente aperto, esso deve essere
marcato ulteriormente con "H3".
Esempio di corretta marcatura
Revisione 01 del 10.10.2009
I misuratori devono essere montati con un dispositivo indicatore (quadrante) controllato
metrologicamente. Il quadrante deve essere facilmente leggibile senza l’uso di strumenti.
Il quadrante deve funzionare in modo soddisfacente durante la normale vita del misuratore
nelle normali condizioni di utilizzo.
Il quadrante deve essere un dispositivo meccanico a tamburelle non riazzerabile e
permanente e deve avere un numero sufficiente di cifre per garantire almeno che il volume
passato durante 8˙000 ore alla portata Qmax non faccia tornare tutte le cifre nella loro
posizione originale.
Le cifre devono indicare metri cubi o multipli decimali o sottomultipli di metri cubi. Il
simbolo m3 deve essere riportato sul quadrante/totalizzatore vicino alle rotelle numeriche
del quadrante. Le cifre che indicano i sottomultipli di metri cubi, se previste, devono essere
chiaramente distinguibili dalle altre cifre e devono essere separate dalle altre cifre da un
segno che indichi chiaramente i decimali.
Nei casi in cui l'ultima cifra indica multipli decimali di metri cubi, il quadrante deve riportare
come marcatura:
- uno o più zeri fissi, secondo il caso, dopo l'ultima cifra; oppure
- l'indicazione x 10, x 100, ecc., in modo che la lettura sia sempre in metri cubi.
L'altezza minima delle cifre deve essere 4 mm e la loro larghezza minima deve essere 2,4
mm.
I quadranti devono essere progettati in modo tale che le prove sui misuratori possano
essere effettuate con sufficiente precisione in un tempo ragionevole e la risoluzione del
quadrante deve essere conforme al prospetto seguente.
Per un quadrante meccanico, una rotazione completa di una tamburella deve provocare,
durante l'ultimo decimo del suo percorso, cioè da 9 a 0, l'avanzamento di una unità della
tamburella superiore.
Per un quadrante elettronico, quando qualsiasi cifra passa da 9 a 0, la cifra superiore
(verso sinistra vista frontalmente) deve aumentare di 1.
Deve essere possibile leggere il quadrante chiaramente e correttamente, entro un angolo
di 15° rispetto alla normale del visore, entro un campo di temperature ambiente tra -10 °C
e 40 °C, o più ampio se dichiarato dal costruttore.
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1.4
Conformità alle Direttive Europee
Le norme europee di riferimento sui misuratori del gas, successivamente recepite per
l’Italia dall’UNI, sono state elaborate nell'ambito di un mandato conferito al CEN/CENELEC
dalla Commissione Europea e dall'Associazione Europea di Libero Scambio per fornire un
mezzo per soddisfare i requisiti essenziali della Direttiva del Nuovo Approccio 2004/22,
strumenti di misura.
Una volta che una norma è stata citata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea come
rientrante in quella Direttiva e che è stata adottata come norma nazionale in almeno uno
Stato membro, la conformità alle clausole normative citate conferisce, entro i limiti dello
scopo e campo di applicazione della singola norma, una presunzione di conformità con i
corrispondenti requisiti essenziali di quella Direttiva e dei regolamenti EFTA associati.
Altri requisiti e altre Direttive UE possono essere applicabili al/i prodotto/i che
rientra/rientrano nello scopo e campo di applicazione della norma.
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1.5
Contatore a membrana (pareti deformabili)
Il principio fisico che regola il funzionamento dei contatori a pareti deformabili consiste
nell’isolare, durante ogni singola misurazione, un volume noto di gas (volume di misura) in
due appositi contenitori, la cui definizione tecnica è camera di misura.
Le dimensioni di ciascuno di questi contenitori coincidono con il volume di misura e sono
pari esattamente ad un quarto del volume ciclico; ad esempio un contatore con portata
massima Qmax di 6 m3/h, avente volume ciclico pari al minimo consentito (2 dm³) ha il
volume di ciascuna camera di misura uguale a 0,5 dm³.
La misurazione consiste sia nella ripetizione continua delle operazioni di riempimento e
svuotamento del gas dalle camere, sia nel tenere conto del numero di volte in cui questa
operazione ciclica viene eseguita.
Nella figura sottostante sono schematizzate le quattro fasi del contatore a pareti
deformabili.
Revisione 01 del 10.10.2009
A causa delle tolleranze implicite nel processo di produzione industriale dei contatori a
pareti deformabili, le camere di misura realizzano un volume che non corrisponde
esattamente a quello previsto in sede di progetto. In tale evenienza viene misurato un
volume di gas diverso da quello previsto e deve pertanto essere eseguita una correzione;
questa prende il nome di taratura e consiste nell’inserire, al termine del montaggio,
opportuni accoppiamenti di ingranaggi tra manovella ed elemento indicatore allo scopo di
ottenere il corretto rapporto di trasmissione.
Si ricorda che, pur con alcune differenze determinate dai diversi costruttori, fino agli anni
1991/92, le membrane componenti le camere di misura dei contatori erano costruite con
pelle animale, solitamente agnello nei piccoli calibri e cuoio più resistente nei calibri
medio-grandi. Anche per tale motivo risulta particolarmente importante umidificare il gas
naturale immesso nelle reti di distribuzione allo scopo di minimizzare l’evaporazione
dell’olio con cui venivano impregnate tali pelli animali durante il processo di produzione,
diversamente queste tendono a seccare nel corso degli anni, modificando le proprie
caratteristiche fisiche e geometriche e, nei casi più gravi, arrivando anche alla rottura.
Successivamente all’anno 1992 si è passati definitivamente alle membrane di tipo
sintetico, principalmente costituite da tessuto di cotone o nylon, vulcanizzato con gomme
resistenti (gomma nitrilica, neoprene, viton, ecc.). Le membrane sintetiche tuttavia non
sono prive di inconvenienti caratteristici, tra i principali ricordiamo che sono chimicamente
aggredibilii dagli idrocarburi, non possiedono la stessa flessibilità ed capacità di piegatura
della pelle animale ed a temperature inferiori a – 5° C la loro resistenza meccanica
diminuisce molto rapidamente e pertanto si possono facilmente produrre delle lacerazioni.
I limiti entro cui l’errore di misura iniziale del contatore a membrana (nuovo) può essere
compreso sono prescritti dalla norma UNI EN 1359 e risultano i seguenti:
 ± 3% quando la portata è compresa tra la portata minima e la portata di transizione;
 ± 1,5% quando la portata è compresa tra la portata di transizione e la portata
massima.
Per la moderna tecnologia elettronica di correzione dei volumi misurati (volume alle
condizioni standard), il contatore è normalmente fornito di emettitori d'impulsi (calibri
medio-grandi) o di opportuna predisposizione (piccoli calibri), in bassa ed alta frequenza,
utilizzabili da correttori di volumi locali a sicurezza intrinseca (che possono anche risultare
integrati nel misuratore stesso) o da calcolatori di volume, che in base ai valori di
pressione e temperatura, convertono il volume misurato alle condizioni di linea in volume
alle condizioni standard secondo la nota formula:
VC = VL · (P/ Pb) · (Tb/T) · (Zb/Z)
(sm3/h)
dove :
VC = Volume alle condizioni standard (Pb e Tb)
VL = Volume alle condizioni di linea (P e T)
Pb, Tb = Pressione e Temperatura standard contrattuale [normalmente Pb = 1,01325 bar
e T = (273,15 + 15°) K]
P, T = Pressione e Temperatura di linea
Zb, Z = fattore di compressibilità del gas alle condizioni rispettivamente standard e di linea
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1.6
Contatore a rotoidi
Il contatore a pistoni rotanti o rotoidi è uno strumento di misura che funziona trasformando
una differenza di pressione in lavoro meccanico; questa differenza di pressione infatti
provoca il movimento di due pistoni (rotoidi), perfettamente accoppiati grazie ad un idoneo
profilo ad evolvente di cerchio, che isolano un volume noto di gas ad ogni rotazione.
Il volume ciclico è costituito dalla somma dei singoli volumi che restano isolati tra la cassa
ed i pistoni, nel corso dele quattro fasi di ogni singolo ciclo.
CICLO DI MISURAZIONE
FASE 1
FASE 2
FASE 3
FASE 4
La coppia motrice di trascinamento, M, è funzione del salto di pressione presente tra
ingresso ed uscita del contatore ed agisce sempre su almeno uno dei pistoni, che trascina
l’altro; le velocità angolari raggiungibili sono dell’ordine dei 200 giri al minuto.
Revisione 01 del 10.10.2009
Il profilo squadrato di due diversi tipi di rotoidi
L’impiego di questo modello di contatore è giustificato solo quando si opera con portate
medio-grandi, infatti l’accoppiamento tra i due pistoni, anche se ottimo, non può essere
mai perfetto ed è pertanto sempre presente un gioco dell’ordine dei centesimi di millimetro,
il quale determina piccole dispersioni interne di gas che risulterà non misurato. La qualità
della misurazione risulterà buona solo se queste ultime sono trascurabili rispetto al volume
complessivamente misurato, conseguentemente se la portata misurata è importante.
Per questo tipo di misuratori risulta particolarmente importante evitare che eventuali
impurità presenti nel flusso gassoso entrino in contatto diretto con gli organi di misura e
pertanto dovranno essere installati opportuni sistemi di filtraggio in ingresso, con
gradazione di filtraggio di almeno 250 µm. La misurazione potrà risultare esatta soltanto se
la corrente gassosa è convogliata senza turbolenze in ingresso ed uscita, questo si ottiene
effettuando l’installazione del misuratote tra un tratto di entrata ed uno di uscita rettilinei e
coassiali al contatore e della lunghezza minima indicata dal produttore; inoltre, all’inizio del
tratto rettilineo in entrata, può risultare necessario installare uno stabilizzatore di flusso,
normalmente di lunghezza pari almeno al doppio del diametro della condotta.
Nel passato si caratterizzavano per dimensioni e pesi non trascurabili ed anche per una
complessità costruttiva che, in alcuni casi, li rese poco affidabili; molte versioni
necessitavano inoltre di frequente manutenzione ordinaria (es. periodico controllo e
rabbocco dell’olio di lubrificazione). I contatori di questo modello, commercializzati nel
corso degli anni, hanno assunto le seguenti principali denominazioni: Aerzener,
Cornerville, Delta e Roots.
Un crescente interesse delle aziende di distribuzione del gas verso questa tipologia di
contatori ha determinato uno sviluppo industriale del prodotto da parte dei fabbricanti; gli
attuali modelli di contatori a pistoni rotanti hanno dimensioni e pesi decisamente ridotti,
risultano estremamente affidabili ed anche molto interessanti dal punto di vista economico.
I limiti entro cui l’errore di misura iniziale del contatore a pistoni rotanti (nuovo) può essere
compreso sono prescritti dalla norma UNI EN 12480 e risultano i seguenti:
 ± 2% quando la portata è compresa tra la portata minima e la portata di transizione;
 ± 1% quando la portata è compresa tra la portata di transizione e la portata
massima.
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1.7
Contatore a turbina
Il contatore a turbina è costituito da un involucro tubolare,
generalmente in acciaio, al cui interno è collocato un
corpo aerodinamico ogivale. Questo corpo è diviso in due
parti da uno stretto interstizio, perpendicolare alla
direzione del flusso del gas, all’interno del quale è
incerneriata ed è libera di ruotare una girante a palette
elicoidali (turbina), che costituisce l’organo captatore di
questro strumento di misura. La riduzione dell’area di
passaggio causa un’accelerazione del flusso gassoso,
che conseguentemente imprime alla girante una rotazione
di velocità angolare direttamente proporzionale alla portata. La girante è collegata ad un
sistema di ingranaggi, montati su supporti a bassissimo coefficiente di attrito, che
comandano il dispositivo indicatore; nei modelli più recenti gli ingranaggi sono stati
eliminati e la misurazione avviene tramite un interruttore elettronico di prossimità, collocato
in corrispondenza della girante all’altezza del diametro interno, che conta i successivi
passaggi delle singole palette e regola l’avanzamento del numeratore.
Come abbiamo visto, quando una girante di questo tipo è sottoposta all’azione assiale di
un flusso di gas, ruota con una velocità proporzionale a quella della corrente gassosa (ed
alla portata), almeno entro un certo campo di valori. Al di sotto di un determinato limite,
che è funzione della geometria della palettatura e che di solito è pari a circa il 30% del
valore massimo della portata prevista, la proporzionalità viene meno per difetto, con una
variazione tanto maggiore quanto minore è la velocità del gas. Il compito principale del
costruttore consiste nel realizzare questa proporzionalità tra le due velocità, fino ad
ottenere un limite accettabile.
Revisione 01 del 10.10.2009
Allo scopo di mantenere minimo l’assorbimento di pressione, devono essere rispettati i
seguenti criteri costruttivi:
 la velocità massima della corrente deve essere la minima indispensabile per
ottenere la coppia motrice necessaria al moto della turbina;
 a valle della sezione della turbina (sezione di massima velocità) deve essere
ottenuto il maggior recupero di pressione possibile;
 i sostegni meccanici, indispensabili per l’inserimento ed il centraggio del corpo,
devono essere quanto più sottili possibile ed in nimero ridotto; inoltre devono
influenzare il meno possibile la corrente gassosa;
 le sezioni di flusso all’interno del corpo devono essere correttamente dimensionate
al fine di ridurre quanto più possibile le forze assiali che agiscono sulle palette della
turbina.
La coppia motrice M che agisce sulla girante è dovuta all’energia cinetica delle singole
molecole del gas che colpiscono direttamente le palette; la coppia motrice M deve vincere
la coppia resistente C, dovuta all’attrito meccanico dei supporti e degli ingranaggi della
girante ed anche all’attrito del fluido sulle palette. Quest’ultimo è causato principalmente
da quelle molecole del gas che, rimbalzando in direzione tangenziale dopo aver urtato una
paletta, colpiscono la successiva frenandola.
Anche per questo tipo di misuratori risulta particolarmente importante evitare che eventuali
impurità presenti nel flusso gassoso entrino in contatto diretto con l’organo di misura e
pertanto dovranno essere installati opportuni sistemi di filtraggio in ingresso del gruppo di
misura. La misurazione potrà risultare esatta soltanto se la corrente gassosa è convogliata
senza turbolenze in ingresso e questo si ottiene effettuando l’installazione del misuratote
dopo un tratto di entrata rettilineo e coassiale al contatore e della lunghezza minima
indicata dal produttore; in alternativa potrà essere montato un raddrizzatore di flusso,
avente le caratteristiche meccaniche e geometriche indicate dal produttore stesso.
Quando i contatori a turbina devono misurare portate di gas pulsanti (ad esempio in
presenza di compressori alternativi), possono compiere eccessivi errori di misura positivi;
questo a causa della forma geometrica delle palette della girante, che porta il misuratore a
rispondere rapidamente agli aumenti di portata e più lentamente alle diminuzioni (spin
effect). Ricordiamo che i limiti entro cui l’errore di misura del contatore a turbina deve
essere compreso, sia da nuovo sia già posto in opera presso il cliente finale, sono
esattamente identici a quelli indicati per i contatori a pistoni rotanti, di cui al precedente
punto.
I contatori a turbina sono regolamentati dalla norma UNI EN 12261 e devono essere
omologati da un ufficio metrologico riconosciuto nel paese d'impiego. Un elemento
importante che ne ha favorito l'applicazione per misure di tipo fiscali, è il fatto che ogni
contatore, prima di essere immesso sul mercato, viene sottoposto ad un processo di
calibrazione in sala prova certificata, che garantisce che la curva d'errore rientri nei limiti
stabiliti dalla norma. La precisione di misura non è quindi solo teorica (es. misura
venturimetrica), ma è comprovata dal certificato che accompagna ogni contatore.
Nelle applicazioni comuni, questo tipo di contatori ha visto un importante incremento, in
virtù delle buone prestazioni, dell’ingombro e del peso estremamente ridotti ed anche del
costo contenuto. All’atto di nuovi collochi è pertanto da valutarne l’installazione, od anche
in caso di sostituzioni programmate o per avarie; ricordiamo tuttavia che l’assorbimento di
pressione rimane comunque più elevato rispetto alle altre tipologie di misuratori.
Revisione 01 del 10.10.2009
I limiti entro cui l’errore di misura iniziale del contatore a turbina (nuovo) può essere
compreso sono prescritti dalla norma UNI EN 12261 e risultano i seguenti:
 ± 2% quando la portata è compresa tra la portata minima e la portata di transizione;
 ± 1% quando la portata è compresa tra la portata di transizione e la portata
massima.
1.8
Contatore ad ultrasuoni
I contatori gas a ultrasuoni sono apparecchi di misura
elettronici senza parte meccaniche in movimento.
Hanno la caratteristica di dare un’immediata risposta ai
cambi di portata e presentano perdite di carico
estremamente ridotte. Il principio di misura di portata ad
ultrasuoni è noto da molti anni ed é stato utilizzato
primariamente nel settore dei liquidi e solo negli ultimi anni
ha trovato la sua applicazione anche per la misura del gas.
Tale principio di misura si basa sulla misura del tempo di
transito (transit time) di un impulso ultrasonico che attraversa il flusso di gas nella
tubazione.
Due trasduttori piezoelettrici, A e B, installati sulla tubazione, emettono e ricevono un
impulso nello stesso istante (da A ad B e da B ad A). Se nella tubazione il gas è fermo,
risulterà che i due tempi di transito sono uguali.
t
dove:
L = lunghezza del percorso
C = velocità del suono nel mezzo
AB
=t
BA
=L/C
Se invece, esiste un flusso di gas, la componente vettoriale delle velocità del gas,
aumenta la velocità dell'impulso da A ad B, mentre riduce la velocità dell'impulso da B ad
A. Ne risulta quindi:
t
AB
= L / (C + V · cos φ)
Revisione 01 del 10.10.2009
e
t
BA
= L / (C - V · cos φ)
Eliminando C risulta:
V = L / Z · cos φ · (1 / t
–1/t
BA)
(m/s)
V non è però la velocità media nel piano dei due trasduttori, e deve quindi, essere corretta
in base ad un fattore K, che tiene conto del profilo delle velocità nella sezione di misura,
fattore che é funzione del numero di Reynolds.
Considerando infine, l'area di passaggio nella sezione di misura (A) risulta:
Q = (L / 2 cos φ) · K · A · (1 / t
AB
–1/t
BA)
(sm3/h)
Tutte queste operazioni sono eseguite dal sistema elettronico di controllo (SPU = Signal
Processing Unit) montato sul corpo del contatore, in cassetta antideflagrante.
Il segnale in uscita, proporzionale alla portata di gas alle condizioni di linea, deve essere
poi, se necessario, corretto (vedi formula di conversione al punto 1.2).
Va detto inoltre che il contatore ultrasonico, essendo in pratica un semplice tubo, è
sostanzialmente insensibile alla presenza di umidità, sporcizia, scorie, ecc. e può subire
sovraccarichi di qualsiasi entità senza subire danni.
I limiti entro cui l’errore di misura iniziale del contatore ad ultrasuoni (nuovo) può essere
compreso sono prescritti dalla norma UNI EN 14236 e risultano i seguenti:
 ± 3% quando la portata è compresa tra la portata minima e la portata di transizione;
 ± 1,5% quando la portata è compresa tra la portata di transizione e la portata
massima.
1.9
Generatore di impulsi
I moderni contatori di gas sono spesso muniti del dispositivo addizionale denominato
generatore di impulsi allo scopo di consentire l’acquisizione e la trasmissione dei dati
mediante sistemi elettronici dedicati; sui dati di targa del contatore deve essere
chiaramente indicato il valore in volume corrispondente ad un impulso, in una delle forme
seguenti:
1 imp = ….. m3 (o dm3)
1 m3 = ….. imp
AB
Questo dispositivo addizionale è considerato parte integrante del contatore e deve quindi
essere collegato al contatore al momento della verifica prima. Non vengono fissate
condizioni speciali in ordine alla loro influenza sulle caratteristiche metrologiche del
contatore.
Attualmente, praticamente tutti i contatori in commercio privi di tale dispositivo in origine,
hanno, mediante la presenza di un connettore multipolare protetto da un tappo, la
predisposizione per il collegamento al sensore elettronico di interfacciamento (reed), allo
scopo di consentire la gestione dei dati localmente acquisiti. Elemento essenziale al fine di
poter ottemperare alle recenti disposizioni dell’AEEG in materia di correzione dei volumi e
telelettura dei contatori (vedi punti immediatamente successivi).
Revisione 01 del 10.10.2009
1.10
Telelettura dei contatori
La telelettura dei contatori consente la rilevazione multioraria del consumo utente, così
come indicato dalle recenti disposizioni emesse in materia dall’Autorità per l’Energia
Elettrica ed il Gas (AEEG).
Nelle configurazioni tecnologiche maggiormente applicate, il modulo elettronico, in grado
di contare gli impulsi in arrivo dal contatore e/o dal correttore, ha il compito di inviare un
SMS, con frequenza giornaliera o anche maggiore, alla centrale operativa, al fine di
monitorare il consumo e trasmettere ogni mese il riepilogo delle letture .
Il dispositivo normalmente non necessita di alcuna fonte di alimentazione esterna, ed è
alimentato da batterie, opportunamente dimensionate, per garantire una durata minima di
4 - 5 anni.
Il contenuto informativo dell’SMS giornaliero riguarda i soli dati relativi al giorno gas
precedente ed i valori assoluti del contatore e/o correttore; questi verranno salvati di volta
in volta in una memoria tampone. Il dispositivo può inoltre memorizzare altri dati (es.
portata massima, ora, minuti), con un intervallo di memorizzazione programmabile. E’
generalmente prevista inoltre un’interfaccia palmare per il riallineamento e l’avviamento
d’impianto.
La centrale operativa, attiva 24 ore su 24, tramite specifici software residenti fisicamente
nei server della società esercente il servizio, ha il compito di creare un link con gli
acquisitori, interrogarli periodicamente con le modalità sopra indicate, scaricare attraverso
il vettore GSM i dati memorizzati, elaborarli secondo le specifiche del service e scaricarli
automaticamente, attraverso un collegamento permanente, su di un database internet per
essere a disposizione degli utenti 24 ore al giorno, 365 giorni anno ovunque si trovino.
Inoltre, la centrale operativa attraverso l’utilizzo di opportune tecnologie si occupa anche
del check control continuo dei dati, della loro sicurezza e fornisce le informazione relative
al servizio offerto.
Vediamo anche, in estrema sintesi, lo schema di funzionamento tipico di un sistema di
telelettura di contatori del gas per una comune utenza domestica ubicata in un
condominio: i sensori prelevano la lettura dai contatori, i moduli client collegati ai sensori
inviano la lettura al modulo host, il modulo host verrà collegato e interfacciato ad un
concentratore, collegato al modem GSM, per poter scambiare i dati con l’esterno e che,
quindi, provvederà ad inviare ciclicamente i dati ricevuti verso la centrale operativa.
1.11
Correzione dei volumi
E’ evidente che assume un valore estremamente significativo la pressione alla quale il gas
viene consegnato al cliente finale in quanto a parità di volumi misurati a diverse pressioni
varia la quantità di energia vettoriata.
In passato quando la pressione di fornitura era costante la correzione dei volumi poteva
anche essere fatta senza l’uso di apparecchi di calcolo (manotermocorrettori), infatti era
sufficiente moltiplicare i volumi misurati dal contatore per un coefficiente di correzione
calcolato conoscendo la pressione e normalmente trascurando le variazioni di
temperatura.
Attualmente possono e/o devono essere installati dei manotermocorrettori, ovvero
strumenti ingrado di eseguire la correzione dei volumi secondo i valori di pressione e
temperatura reali ai quali viene consegnato il gas, secondo le nuove disposizioni vigenti.
Al fine di soddisfare le recenti prescrizioni dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, le
aziende di distribuzione del gas devono installare un correttore di volumi su tutti i
misuratori, rispettando una specificata programmazione temporale di adeguamento: per i
contatori aventi portata massima uguale o superiore a 16 m3/h la correzione dei volumi a
valori standard deve considerare i parametri fisici di pressione e temperatura di fornitura
del gas; per i contatori aventi portata massima inferiore a 16 m3/h la correzione dei volumi
a valori standard deve considerare solo il parametro fisico della temperatura di fornitura
del gas.
Il correttore di volume è un apparecchio costituito da tre componenti principali, un
trasduttore che rileva la pressione (pressostato), un trasduttore che rileva la temperatura
(termometro) ed un calcolatore elettronico che opportunamente programmato, tenendo
conto dei dati rilevati dai due trasduttori, dei dati caratteristici dei fluidi da elaborare (legge
dei gas perfetti) opportunamente memorizzati, elabora gli impulsi corrispondenti ai volumi
misurati dal contatore e li converte in volumi standard (riferiti cioè a 15° C ed alla
pressione atmosferica media a livello del mare). L’insieme di questi apparecchi ed il
relativo contatore sono bollati secondo quanto prescritto dalle leggi metriche.
In relazione a quanto disposto dalla legislazione vigente, i più recenti apparecchi di
correzione dei volumi sono in grado di fornire, oltre alla correzione dei volumi transitati con
le relative memorizzazioni, anche curve dei consumi e altri dati significativi per la
determinazione dei volumi vettoriati o venduti, pertanto sono in grado di fornire la lettura
oraria.
1.12 Determinazione del massimo prelievo, individuazione del calibro e della
tipologia del contatore
Per individuare la potenzialità massima necessaria al funzionamento di tutti gli apparecchi
e passare ad individuare il modello ed il calibro ideale di contatore, si deve essere a
conoscenza della tipologia di utenza e del tipo di apparecchi installati.
La potenzialità necessaria deve essere fornita dal cliente finale ma può anche, se
necessario essere dedotta dalle targhe degli apparecchi; in mancanza di queste condizioni
è possibile approssimare la potenzialità installata utilizzando la seguente tabella 2.
Apparecchio utilizzatore
Fornello 4 fuochi
Cucina con forno
Scaldabagno istantaneo
Scaldacqua istantaneo
Scaldabagno ad accumulo
Lavabiancheria
Stufa
Portata Termica
(kW)
5,2
11,6
20
11,6
5,8
9,3
8,1
Caldaia per riscaldamento e produzione acqua calda
monofamiliare
Caldaia per riscaldamento
monofamiliare
Portata termica
(kcal/h)
4˙500
10˙000
17˙200
10˙000
5˙000
8˙000
7˙000
24 ÷ 28
11,6 ÷ 18
20˙650 ÷ 24˙100
10˙000 ÷ 15˙500
Tabella 2 (gas naturale)
Per quanto riguarda la scelta del contatore idoneo per l’uso richiesto, ricordiamo che i
contatori sono normalizzati e suddivisi in classi ben precise, riconducibili alla portata
massima misurabile (Qmax), al fine di poter prevedere un modello di contatore per ogni
singola esigenza.
I misuratori sono identificabilii da un numero normale che ne identifica, come detto, la
portata massima (Qmax), sulla base di cui risulterà possibile procedere ad individuare il
contatore correttamente dimensionato.
Nella valutazione non vanno trascurati i bassi consumi ed il valore di sensibilità dei
contatori alle basse portate; ad esempio un contatore a membrana con portata massima di
6˙000 litri/h (6 m3/h), può non essere conforme alle norme metrologiche e perdere ogni
caratteristica di misurazione efficace al di sotto del limite superiore della portata minima,
definita Qmin, che equivale per questa classe di misuratore a 40 litri/h.
Considerando che una fiamma pilota permanentemente accesa consuma circa 25 ÷ 40
litri/h, determinando un consumo annuale, non trascurabile, di circa 350 m3, occorre
valutare la necessità di installare:
a) un contatore della classe sopra indicata che tuttavia presenti, come contemplato
dalla norma di riferimento, caratteristiche metrologiche più “spinte” in basso, con
una portata minima, garantita dal fabbricante, inferiore a 40 litri/h (es. 25 litri/h);
b) un contatore del calibro direttamente inferiore.
Va infatti considerato che in un ambiente domestico difficilmente tutti gli apparecchi
installati funzioneranno al massimo regime contemporaneamente, e pertanto si rimane
normalmente al di sotto della portata volumetrica massima di 6˙000 litri/h. Vale la pena di
ricordare che gli impianti domestici, per essere definiti tali, non possono avere apparecchi
utilizzatori di singola portata termica nominale massima maggiore di 35 kW.
La quasi totalità delle società di distribuzione ha normalizzato il contatore avente portata
massima di 6 m3/h (ex calibro G4) per le installazioni domestiche in quanto adeguato a
questo uso, mentre le valutazioni precedenti assumono enorme importanza quando si
devono installare contatori su derivazioni di utenza allacciate a reti di distribuzione
canalizzata di GPL; in questo caso normalmente per usi domestici si utilizzano contatori
aventi portata massima di 4 m3/h (ex calibro G2,5).
In base alla tipologia di utenza e pertanto al tipo di utilizzo del gas, agli apparecchi
installabili o installati ed a quanto dichiarato dal cliente finale, riferendosi, se possibile, ai
dati di targa degli apparecchi utilizzatori, si può individuare la potenzialità massima
necessaria al funzionamento di tutti gli apparecchi e conseguentemente ad individuare il
calibro ideale di contatore da installare (vedi tabella 3).
In linea di principio, occorre fornire sempre al singolo cliente finale la possibilità di fruire
contemporaneamente di tutte le apparecchiature installate e, pertanto, la sommatoria delle
singole potenzialità dovrà risultare inferiore od la massimo uguale alla portata termica
nominale della classe del contatore installato, ciò anche in previsione di possibili ulteriori
installazioni future. In ogni caso, da un punto di vista più pratico, dovremo fare le seguenti
considerazioni:
1. laddove risultino installati apparecchi (o gruppi di apparecchi) a gas che
probabilmente non funzioneranno mai contemporaneamente, quali ad esempio una
caldaia per il riscaldamento autonomo ed un condizionatore per il raffrescamento
estivo, la scelta di considerare, ai fini del dimensionamento del contatore, soltanto
quello di maggior potenzialità risulta indubbiamente sensata;
2.
la sommatoria delle singole potenzialità degli apparecchi che invece potranno
funzionare simultaneamente dovrà risultare inferiore od uguale alla portata termica
massima della classe del contatore installato.
CONTATORE
Q max (m³/h)
Portata termica max.
(kW) *
Portata termica max.
(kcal/h) *
4
37,8
32˙510
6
56,7
48˙760
10
94,5
81˙270
16
151,2
130˙030
25
236,3
203˙220
40
378
325˙080
65
614,3
528˙300
100
945
812˙700
160
1˙512
1˙300˙320
250
2˙362,5
2˙031˙750
400
3˙780
3˙250˙800
650
6˙142,5
5˙282˙550
1˙000
9˙450
8˙127˙000
1˙600
15˙120
13˙003˙200
Tab. 3 (dimensionamento contatori – gas naturale)
(*) calcolata considerando un potere calorifico inferiore (Hi) del metano uguale a 34,02 MJ/sm³
(8128 Kcal/sm³), come indicato nella norma UNI EN 437
1.13
Equivalenza m³/h ßà becchi / fiamme
Nei tempi remoti, non esistendo ancora un apparecchio adatto alla misurazione, è stato
predisposto un metodo empirico, calcolando con precisione il consumo orario di un
apparato illuminante campione, detto BECCO, costituito da un foro calibrato di sezione
prestabilita e rapportando questo consumo specifico (becco/ora) al numero prefissato di
ore di utilizzo del gas.
1 becco = 1 fiamma  150 litri/h = 0,15 m³/h
1.14
La precisione nel tempo
Nella maggioranza dei casi, nei contatori a membrana (pareti
deformabili), con il trascorrere del tempo si verifica la tendenza ad
un lieve aumento negativo dell’errore; le ragioni di questo
fenomeno sono da ricercarsi pressoché esclusivamente
nell’incremento del valore delle dispersioni interne e nella
deformazione della membrana, la quale tende a sfibrarsi.
I motivi per cui le dispersioni interne possono diventare più rilevanti
sono due: maggiore porosità della membrana ed accumulo di
sporcizia sulle griglie delle valvole.
In particolare quando un contatore è costruito con membrane in pelle e misura un gas non
umidificato oppure contenete alcuni composti che reagiscono chimicamente con le fibre
dermatiche o con l’olio di impregnazione, può verificarsi l’evaporazione di quest’ultimo e la
membrana diventa parzialmente porosa. Nelle membrane sintetiche la porosità può essere
ingenerata da microfessurazioni dovute ai fenomeni di stress del materiale insiti nel
funzionamento. La tenuta delle valvole a scorrimento può ridursi quando si opera con gas
non sufficientemente depurato o quando sulle griglie si deposita il grasso di impregnazione
precedentemente evaporato dalle membrane in pelle. Particelle di pulviscolo e/o impurità
si depositano sulle griglie, favorite in questo dalla eventuale presenza di un sottile strato di
grasso, e si possono pertanto formare delle incrostazioni che, riducendo la precisione di
contato con le valvole, favoriscono le dispersioni interne di trafilamento ed, aumentando la
resistenza allo scorrimento, provocano un incremento dell’assorbimento di pressione
complessivo del contatore.
Le dispersioni dovute ad usura o a deformazioni dei materiali non sono pressoché
rilevabili. Quando un contatore ha le membrane in pelle, può capitare che il contatto con il
gas combustibile riduca il loro naturale livello di umidità, causando un lieve restringimento
della loro superficie e conseguentemente del volume di misura. E’ questa l’unica possibile
causa che può verosimilmente portare ad un aumento positivo dell’errore; l’analisi
statistica di contatori che hanno funzionato per lunghi periodi di tempo dimostra che è di
gran lunga predominante un incremento di segno negativo dell’errore di misura.
In Italia è stata recentemente emanata la Legge n. 99 del 23 luglio 2009, la quale
stabilisce che la validità temporale dei bolli metrici e della marcatura “CE” apposti sui
misuratori di gas con portata massima fino a 10 m3/h è di quindici anni, decorrenti
dall’anno della loro apposizione in sede di verificazione o accertamento della conformità
prima della loro immissione in commercio. La stessa Legge prescrive che per particolari
tipologie di misuratori di gas che assicurino maggiore efficienza e garanzie per i
consumatori, rispetto a quelli attualmente installati in prevalenza, può essere stabilita una
maggiore validità temporale, comunque non superiore a venti anni.
ll Decreto Lgs. n. 22/2007 prevede che la valutazione della conformità di uno strumento di
misura ai requisiti essenziali ad esso applicabili venga effettuata da organismi nazionali
notificati per ciascuno dei moduli di valutazione della conformità specificati negli allegati.
L'art. 9 del medesimo decreto individua nel Ministero dello Sviluppo Economico (MSE)
l'amministrazione competente per il riconoscimento di tali organismi e per la notifica agli
altri Stati membri ed alla Commissione europea, da attuarsi con le modalità di cui
all'Allegato II dello stesso decreto. Il MSE, con la Circolare n. 3222 del 22 ottobre 2007 ha
emanato le istruzioni operative per la designazione degli organismi notificati; nella
Circolare viene elencata tutta la documentazione da allegare all'istanza di riconoscimento.
1.15
Perdite di carico ed errori di misura
Un contatore del gas installato su un ramo di una rete di distribuzione rappresenta sempre
un ostacolo per il flusso del fluido, sia perchè costituisce una particolare strozzatura del
condotto, sia perché deve in genere prelevare direttamente dal moto del gas l’energia
necessaria al proprio funzionamento. Ogni contatore pertanto è caratterizzato da un certo
assorbimento di pressione (perdita di carico) e conseguentemente, durante le fasi di
misurazione del gas, la pressione in ingresso è sempre maggiore di quella in uscita.
L’assorbimento di pressione totale del misuratore è determinato dalla sommatoria
dell’assorbimento fluidodinamico e di quello meccanico; il primo è dovuto alle turbolenze
insite nel passaggio di un fluido aeriforme attraverso uno strumento fluidodinamicamente
inefficiente, mentre il secondo è dovuto agli attriti ed alle inerzie degli organi meccanici in
movimento. L’assorbimento di pressione ha valori minimi alle piccole portate, dove è
presente quasi esclusivamente quello meccanico, ed aumenta, con una pendenza sempre
maggiore, mano a mano che cresce la portata e quindi l’influenza della resistenza
fluidodinamica.
Le indicazioni fornite da un qualsiasi contatore del gas sono sempre affette da un certo
errore di misura, che non risulta costante nel campo di lavoro dello strumento, ma è
funzione della portata. Per bassi valori di portata è normalmente presente una accentuata
pendenza verso il campo positivo, in seguito la curva manifesta un andamento
caratterizzato da una leggera pendenza negativa. La forte pendenza nel primo tratto è
dovuta all’esistenza di piccole dispersioni interne, che sono sempre presenti e che
determinano il passaggio di una certa quantità di gas non rilevabile dall’apparato di
misurazione. Questo fenomeno ed il suo valore quantitativo sono noti, rispettivamente, con
il nome di TRAFILAMENTO e di PORTATA DI TRAFILAMENTO.
Con l’aumentare della portata diminuisce l’influenza del trafilamento ed anche il suo valore
quantitativo; questo perché, quando i meccanismi sono in movimento, è presente l’attrito
dinamico, minore di quello statico, ed i componenti si muovono più agevolmente,
riducendo le possibilità di dispersioni interne dovute a principi di inceppamento del moto.
Come conseguenza diminuisce anche l’errore percentuale di misura e la curva
caratteristica sale molto velocemente verso il valore zero. Incrementando ancora la portata
si arriva ad un punto in cui la curva di errore oltrepassa il limite del – 3 % (membrana ed
ultrasuoni) oppure - 2 % (rotoidi e turbina) ed a partire da questo valore di portata, che
prende il nome di PORTATA MINIMA, il contatore rispetta le prescrizioni delle leggi
metriche ed è abilitato ad eseguire le operazioni di misura. Nella pratica, però, con la
definizione di portata minima si intende un valore convenzionale costante, leggermente più
elevato di quello rilevato su un numero sufficientemente significativo di campioni, al di
sotto del quale è lecito attendersi che il contatore non sia conforme alle norme. Questo
perché ogni contatore è un pezzo a sé, con caratteristiche proprie, ed è più semplice per i
produttori garantire che oltre un certo valore di portata tutti i contatori di una determinata
classe sono in grado di funzionare secondo le prescrizioni legali, piuttosto che determinare
l’esatto valore della portata minima per ciascuno di essi.
La tendenza leggermente negativa, caratteristica della seconda parte della curva di errore,
è dovuta a deformazioni delle componenti meccaniche, sempre più sollecitate con
l’aumentare della portata; in particolare, per i misuratori a membrana, le stesse si
deformano elasticamente, allargandosi lievemente ed il volume ciclico si incrementa di
conseguenza. Ad ogni ciclo, nel contatore passa una quantità di gas superiore, anche se
di poco, a quella corrispondente al volume ciclico teorico.
1.15.1 Contatori a membrana
Indicativamente si può considerare che la curva di errore caratteristica dei contatori a
pareti deformabili segua un andamento abbastanza simile, indipendentemente dal
costruttore e dal calibro.
Diagramma errore di misura tipico (%)
Qmax 4 m3/h
Qmax 6 m3/h
L’assorbimento totale di pressione, verificato con flusso di aria alla portata massima della
classe del contatore in esame ed a pressione atmosferica, non può essere maggiore dei
valori riportati nella seguente tabella 4:
CONTATORE
Q max (m3/h)
Assorbimento di pressione totale medio
massimo ammissibile
INIZIALE
DOPO DURATA
(mbar)
(mbar)
da 2,5 a 16 compreso
2
2,2
da 25 a 65 compreso
3
3,3
100 e 160
4
4,4
Tab. 4 – massima perdita di carico per misuratori a membrana
1.15.2 Contatori a pistoni rotanti
Nel diagramma seguente risulta evidenziata la maschera entro la quale deve risultare
contenuto l’errore massimo ammissibile per i contatori a pistoni rotanti (nuova fornitura) e
la relativa curva caratteristica di errore, la quale, come prescritto dalla norma di riferimento
UNI EN 12480, deve essere dichiarata dal fabbricante.
3
E
r
2 1
o
r -1
e
% -2
-3
Qmin
CURVA CARATTERISTICA
Qt Qmax
Portata m3/h
Attualmente, la buona qualità dei materiali impiegati e l’elevato livello di precisione
realizzabile negli accoppiamenti meccanici, garantiscono una precisione di misura molto
elevata per tali apparati; questa risulta ben evidenziata dalla curva tipica di errore,
ripetitiva e caratteristica, con scostamenti dallo zero estremamente ridotti. Nel diagramma
che segue vediamo rappresentato graficamente il risultato di prove di laboratorio condotte
su nove contatori a pistoni rotanti classe G100, di una primaria ditta produttrice, dopo
alcuni anni di permanenza in servizio; valori che risultano di gran lunga contenuti entro le
tolleranze massime ammissibili.
Curva di calibrazione contatori classe G100 (esempio)
L’assorbimento totale di pressione, verificato con flusso di aria alla portata massima della
classe del contatore in esame ed a pressione atmosferica, deve essere sempre dichiarato
dal fabbricante.
Per i contatori attualmente disponibili in commercio, i valori dichiarati dell’assorbimento di
pressione risultano contenuti ed assolutamente comparabili con quelli caratteristici dei
contatori a membrana di calibro corrispondente. Questo aspetto risulta particolarmente
importante per le aziende di distribuzione nel caso di installazione diretta nel punto
terminale di derivazioni di utenza esercite in bassa pressione, laddove un assorbimento
troppo elevato da parte del contatore potrebbe determinare un valore di
pressione
disponibile al cliente finale inadeguato per il corretto funzionamento degli apparecchi
utilizzatori.
1.15.3 Contatori a turbina
Come già riportato precedentemente, l’errore massimo ammissibile risulta uguale a quanto
indicato per i contatori a pistoni rotanti; la curva di errore caratteristica dei contatori a
turbina presenta un andamento leggermente diverso, in funzione delle considerazioni di
carattere tecnico precedentemente esposte.
Qt
Portata m3/h
L’assorbimento di pressione di questi contatori, in virtù delle loro caratteristiche
geometriche e fisiche, risulta generalmente più elevato rispetto alle altre tipologie di
contatori e deve essere dichiarato dal fabbricante. In ogni caso, l’assorbimento totale di
pressione, verificato con flusso di aria alla portata massima della classe del contatore in
esame ed a pressione atmosferica, deve risultare contenuto entro i valori massimi indicati
nella seguente tabella 5.
Diametri nominali
(DN)
According to C – low speed version
According to B – normal speed version
(preferred)
According to A – high speed version
Perdita di carico massima
(Pa)
1000
1500
2500
Tab. 5 – massima perdita di carico per misuratori a turbina
2.
Criteri di installazione dei contatori
Tutti i contatori per gas combustibile sono strumenti di misura di precisione e pertanto
vanno movimentati con le dovute cautele, sia durante le fasi del trasporto sia durante le
fasi dell’installazione.
2.1
Misuratori a membrana
La norma UNI 9036, relativa al colloco di contatori a pareti deformabili con pressioni fino a
40 mbar, prevede l’installazione dei contatori in varie posizioni e con diverse tipologie
d'installazione:
SINGOLA:
Il gruppo di misura è installato in corrispondenza dell’utenza da alimentare e si divide in
singola esterna e singola interna.
SINGOLA ESTERNA:
è la soluzione preferibile, ove ne esista l’opportunità. Nel caso in cui il gruppo di misura sia
accessibile ad estranei, onde evitare il verificarsi di manovre errate si deve fare in modo,
che la possibilità di manovra del rubinetto d'intercettazione sia limitata unicamente
all’utente interessato, norma UNI 9036 al punto 4.3.1.1. (rubinetto contatore con chiave
anche nel caso di singola installazione).
L’installazione del rubinetto con chiave rappresenta una maggiore garanzia per il cliente
finale e per l’azienda anche nelle installazioni interne al fabbricato, ed è pertanto
preferibile installarlo pur dovendo sostenere maggiori oneri.
Nel caso di edifici muniti di recinzione è ammesso installare il gruppo di misura in
corrispondenza della recinzione stessa, in questa installazione la tubazione costituente
l’impianto interno deve essere corredata da organo di intercettazione posto all’interno del
locale da servire e immediatamente a ridosso del muro perimetrale attraversato dalla
condotta di alimentazione. Il gruppo di misura deve essere protetto mediante installazione
di nicchia od armadietto corredati di sportello munito di luci di aerazione.
2.1.1
Posizionamento all’esterno in nicchia di protezione
La nicchia può essere posizionata, ad esempio, su un blocco in muratura con funzione di
basamento.
Apertura di aerazione ed
entrata tubazione gas
portello
basamento
Foro di entrata tubazione
gas laterale (alternativa)
2.1.2
Posizionamento all’esterno, addossata a parete
Vista frontale
Vista laterale
2.1.3
Posizionamento all’esterno, incassata in parete
La nicchia può essere più o meno incassata in parete, nel caso in cui fosse già presente il
tubo di entrata del gas considerare la mezzeria della nicchia come riferimento dell’asse di
entrata nel contatore
Totalmente
incassato
Parzialmente
incassato
A
S
S
E
60
A
S
S
E
40
25
Vista frontale
Viste laterali
SINGOLA INTERNA:
questa soluzione deve essere utilizzata solamente quando non e’ possibile individuare una
collocazione all’esterno (norma UNI 9036 p. 4.3.1.2.)
In tal caso è buona regola installare il gruppo di misura immediatamente a ridosso del
muro perimetrale attraversato dalla condotta di alimentazione.
2.1.4
Disposizioni e divieti
E’ VIETATA L’INSTALLAZIONE DI GRUPPI DI MISURA:
1.
2.
3.
4.
5.
nei locali in cui non sia possibile realizzare una ventilazione naturale (*)
nei locali adibiti a camere da letto (*)
nei locali destinati a servizi igienici (*)
al di sotto di lavabi e lavandini
al di sopra di apparecchi di utilizzazione a fiamma libera
(*) E’ consentita l’installazione all’interno dei locali di cui ai punti 1, 2 e 3, di contatori di
classe non superiore a G4 (Qmax 6 m3/h) a condizione che il gruppo di misura sia installato
in nicchia corredata di sportello metallico a tenuta di gas
e nella parte di fondo della
nicchia siano ricavate, in alto e in basso, due luci di aerazione permanente verso l’esterno
con sezione totale non minore di 100 cm2.
Un foro può essere utilizzato come guaina di entrata della diramazione di utenza purché la
sezione utile (corona circolare) di aerazione risponda a quanto richiesto.
Addossato
Parzialmente
incassato
Totalmente
incassato
Foro ≥ 60 mm
per entrata
tubo gas
60 2 fori di
aerazione di
sezione totale
non minore di
2
100 cm
40
25
Vista frontale
Viste laterali
Nel caso di murature in mattoni forati ed in presenza di camere d’aria o intercapedini deve
essere prestata molta attenzione alla buona realizzazione dell’intonaco interno che deve
essere a tenuta di gas e privo di fessurazioni.
E’ inoltre vietata l’installazione di gruppi di misura:
 negli ambienti in cui possono formarsi atmosfere con potenziale capacità di
provocare corrosioni
 nelle autorimesse
 nei depositi di combustibili o materiali infiammabili
L’azienda, nel caso di comprovata difficoltà ad installare i contatori all’esterno,
nell’installazione interna richiede, a titolo di maggior garanzia di sicurezza, la collocazione
in nicchia ermetica con sportello metallico a tenuta di gas, quale forma più cautelativa di
installazione, da concordare con il cliente finale in quanto non strettamente obbligatoria
secondo la normativa vigente e precisamente:
 installazione direttamente in corrispondenza del muro perimetrale dove è collocata
la colonna montante, in nicchia ermetica realizzata con malta cementizia a tenuta di
gas e con portello ermetico.
 foro di aerazione permanente realizzato nella parte alta della nicchia, protetto da
rete metallica, comunicante con l’ esterno, della dimensione minima di 100 cm2. Nel
caso di impianto alimentato da rete canalizzata di G.P.L. tale foro verrà collocato
nella parte bassa della nicchia. Tale aerazione non deve essere confusa con
quella prevista dalla norma UNI 9036, ad esempio per camere da letto o bagni,
in quanto per questa installazione sono previsti due fori di aerazione.
PERTANTO, OVE NON SIA POSSIBILE LA COLLOCAZIONE ALL’ESTERNO, il
posizionamento all’interno puo’ essere effettuato esclusivamente in nicchia
ermetica.
Addossato
Parzialmente
incassato
Foro ≥ 60 mm
per entrata
tubo gas
60
2
cm per
aerazione
40
25
Vista frontale
Viste laterali
Totalmente
incassato
Tale scelta tecnico-impiantistica non deve essere valutata dal cliente finale come una
mera imposizione arbitraria di una applicazione più severa e/o errata delle norme tecniche
attualmente vigenti, ma bensì inquadrata entro un’ottica del raggiungimento dell’obiettivo
comune di maggior sicurezza relativamente al servizio erogato, volto peraltro a cogliere le
continue raccomandazioni delle Autorità competenti in materia e precorrendo le prevedibili
evoluzioni normative del caso; nel caso specifico, obiettivo pienamente colto a fronte di un
aggravio realizzativo decisamente modesto.
L’allaccio all’impianto interno dovrà essere realizzato mediante raccordo flessibile in
acciaio o con giunti elastici atti ad assorbire le sollecitazioni trasmesse dall’impianto
interno, è tassativamente escluso l’uso del piombo.
Raccordo
flessibile
filettato
Raccordo
flessibile
flangiato
Le disposizioni di cui sopra sono relative ai nuovi impianti, dovranno essere applicate
indipendentemente dalla destinazione d’uso dei locali, salvo disposizioni diverse
nell’eventualità che gli stessi siano adibiti ad attività soggette a norme antincendio (da
trattarsi individualmente secondo le prescrizioni dell’Ispettorato Antincendio dei VV.F.).
2.1.5
Installazioni in batteria
Questa sistemazione e’ da ritenersi la preferibile da proporsi in tutti i casi di costruzioni o
manutenzioni straordinarie dei fabbricati, in quanto oltre a ridurre notevolmente la parte
impiantistica di competenza aziendale, e quindi anche i successivi costi di gestione,
agevola sia la lettura dei contatori che eventuali interventi di manutenzione o di morosità.
Nel caso di installazioni di gruppi di misura in batteria devono essere osservate le seguenti
prescrizioni:
 la tubazione di alimentazione deve essere corredata di rubinetto di intercettazione
generale
 i contatori devono essere facilmente e sicuramente individuabili, la possibilità di
manovra deve essere limitata unicamente al cliente interessato al fine di evitare
manovre errate (rubinetti con chiave)
 le tubazioni costituenti l’impianto interno devono essere corredate di organo di
intercettazione posto immediatamente all’interno del locale da servire
BATTERIA ESTERNA: in tal caso i gruppi di misura devono essere protetti da apposito
alloggiamento costituito da armadio o nicchia, singoli o in gruppi.
BATTERIA INTERNA: i gruppi di misura devono essere installati in un apposito locale
destinato unicamente a tale scopo e obbligatoriamente dotato di aerazione naturale
permanente. Le tubazioni di alimentazione devono essere intercettabili dall’esterno del
locale interessato.
DIMENSIONI DEI MODULI CONTATORE PER ALLOGGIAMENTO IN BATTERIA
X
Modulo
contatore
in batteria
X
Z
Y
X
Z
Y
Dimensioni minime
Y
Altezza
X
50 cm
Larghezza
Y
Fino a 3 moduli affiancati
30 cm
Larghezza
Y
Oltre i 3 moduli affiancati
25 cm
Profondità
Z
25 cm
N.B. La maggiore dimensione dei moduli al di sotto dei tre affiancati dipende anche
dall'esigenza di suddividere lo spazio occupato dalla tubazione di adduzione proveniente
dalla condotta.
2.1.6
Il vano tecnico deve:
 essere destinato unicamente alla installazione dei gruppi di misura ed avere
dimensioni adeguate a contenerli unitamente alla colonna montante ed alle
diramazioni di utenza
 avere pareti che impediscano le infiltrazioni di gas
 essere munito di porta cieca in corrispondenza di ogni piano
 essere corredato di sistema di ventilazione con sfiato a camino
 le prese d’aria devono essere provviste di rete tagliafiamma.
L’alloggiamento del gruppo di misura può essere costituito da una nicchia o da un armadio
di dimensioni interne tali da agevolare le operazioni e gli interventi che si effettuano sul
gruppo stesso.
2.1.7
Installazioni in vano tecnico
Dimensioni delle nicchie dei contatori
Dimensioni degli alloggiamenti per le classi di contatori riportate secondo UNI 9036:
Classe contatore
Dimensioni interne minime di alloggiamento (cm)
altezza
larghezza
profondità
G 1,6 a G 4 (110 mm)
45*
30
20
G 1,6 a G 6 (250 mm)
70
40
25
G 10 a G 25
100
70
60
G 40 a G 65
130
100
60
G 100
160
140
80
Tabella 6
* su specifica disposizione Aziendale, richiedere, quando tecnicamente realizzabile, una altezza
della nicchia minima di cm. 60
Queste misure, che ricordiamo sono le minime, possono tuttavia essere maggiorate, in
particolare quando dovranno contenere gruppi di regolazione o vi può essere la previsione
futura di installarli, opportunità da non precludersi mai.
Il gruppo di misura deve essere facilmente accessibile al fine di agevolare:




le operazioni di installazione e di rimozione
la manovra dell’organo di intercettazione
la lettura del totalizzatore numerico
gli interventi di manutenzione
Deve essere collocato in ambiente asciutto, sufficientemente lontano da sorgenti di calore
o fiamme libere, deve essere protetto dall’azione diretta degli agenti atmosferici e da
possibili danneggiamenti di origine meccanica.
Nel caso di impianti che distribuiscono gas con densità riferita all’aria maggiore di 0,8 è
vietato il posizionamento di gruppi di misura in locali con pavimento ad una quota inferiore
al piano di campagna.
Il gruppo di misura deve essere installato in modo che il contatore si trovi:




con il dispositivo indicatore in posizione orizzontale
non a contatto con il muro
la distanza dai componenti elettrici deve essere di almeno 20 cm
devono essere evitate sollecitazioni meccaniche sugli attacchi di entrata ed uscita
del contatore derivanti dalla diramazione di utenza o dall’impianto interno.
 sollevato rispetto al pavimento
2.2
Misuratori ad ultrasuoni
In mancanza di una norma specifica di installazione, possiamo ragionevolmente ritenere
valide le stesse prescrizioni di installazione esposte per i misuratori a membrana. Per gli
impieghi domestici, il misuratore ad ultrasuoni, rappresenta il risultato della normale
evoluzione tecnologica di prodotto e sarà probabilmente destinato a sostituire il misuratore
a membrana nel corso dei prossimi anni.
La durata della batteria di alimentazione era sinora ritenuta il punto debole del prodotto,
tuttavia, grazie alle più moderne tecnologie di produzione, il tempo di vita minimo garantito
dal fabbricante, già ora si avvicina al tempo di vita “fiscale” del misuratore.
2.3
Misuratori a rotoidi (pistoni rotanti)
Per il sollevamento ed il trasporto dei grossi calibri imbragare con corde o cinghie il corpo
dello stesso in corrispondenza delle flange, evitando di agganciarsi al totalizzatore, ai
carter olio od altri elementi danneggiabili.
La direzione del fusso del gas deve corrispondere a quella indicata dalla freccia posta sul
corpo del misuratore e, grazie alla possibilità di ruotare l’indicatore, può normalmente
essere installato su tubazioni sia orizzontali sia verticali, con la possibilità di invertire il
senso del flusso. Tale operazione generalmente è eseguibile sul posto, seguendo le
prescrizioni del produttore, senza manomettere i sigilli ufficiali.
Prima della messa in opera è sempre consigliabile controllare il livello dell’olio di
lubrificazione e, se necessario, procedere ad un efficace spurgo della tubazione.
In ingresso al misuratore è opportuno installare un idoneo elemento filtrante che trattenga
eventuali impurità presenti nel gas aventi dimensioni superiori od uguali a 250 µm e,
qualora indicato sul libretto di installazione, prevedere un tratto di entrata ed uno di uscita
rettilinei e coassiali al contatore della lunghezza minima indicata dal produttore. Si
raccomanda, all’atto della messa in servizio, di procedere all’apertura delle valvole molto
lentamente.
A seconda delle condizioni di esercizio ed a quanto indicato dal fabbricante, il misuratore
dovrebbe essere controllato per sicurezza secondo un programma periodico.
Schema tipo di installazione
IN
F
V1
V3
m
V5
V4
V2
Legenda
V1:
V2:
V3:
V4:
V5:
F:
M:
M
valvola di intercettazione di monte
valvola del by-pass
valvola di intercettazione di valle
valvola ausiliaria
valvola ausuliaria di scarico
filtro
misuratore a pistoni rotanti
3
OUT
2.4
Misuratori a turbina
Uno strumento funzionante con meccanismi così delicati dovrebbe misurare
esclusivamente gas combustibile ben depurato da eventuali impurità e pertanto risulta di
fondamentale importanza l’inserimento di un elemento filtrante in ingresso al contatore,
che dovrà essere manutenzionato ad intervalli regolari. In ogni caso, supportati da
sperimentazioni pratiche, è stato possibile determinare che il pulviscolo normalmente
sospeso nel flusso gassoso non causa gravi disfunzioni al regolare funzionamento e che
non risultano evidenti errori rilevabili anche depositando del sudiciume sulle superfici della
palette o sull’organo dio strozzamento. Questo non significa, ovviamente, che sia
ammissibile trascurare la filtrazione del gas in ingresso al misuratore; viene tipicamente
raccomandata l’installazione di un filtro con un grado di filtraggio di almeno 5 µm.
Normalmente può essere installato sia in posizione orizzontale sia verticale, senza alcuna
predisposizione aggiuntiva. Una misurazione esatta può essere realizzata solo se la
corrente del gas è convogliata senza turbolenze in entrata ed in uscita, infatti curve e
variazioni di diametro della tubazione originano perturbazioni diverse da quelle presenti
all’atto della taratura. Il gas deve raggiungere il contatore senza componenti rotatorie o
trasversali di moto e questo si ottiene installando il contatore tra un tratto di entrata ed uno
di uscita rettilinei e coassiali allo stesso, della lunghezza minima indicata dal produttore
(normalmente 2 ÷ 3 diametri).
Apparecchi che possono creare disturbi al flusso, quali regolatori, filtri, valvole, riduzioni,
ecc., devono essere installati oltre tale distanza a monte del contatore; analogo discorso
per il tratto di valle. Le valvole devono essere a passaggio totale pari al diametro della
tubazione (valvole a sfera). Eventuali espansioni o riduzioni presenti dovranno avere un
angolo di riduzione/espansione non eccedente i 30°.
Le flange del contatore devono essere accuratamente centrate. Nessun oggetto, come ad
esempio guarnizioni, deve sporgere all’entrata o all’uscita del contatore.
Inoltre, per alcuni modelli meno recenti, può essere richiesta l’installazione di uno
stabilizzatore/raddrizzatore di flusso esterno al corpo contatore, avente le caratteristiche
geometriche e fisiche indicate dal produttore del contatore stesso.
Ricordiamo che quando un contatore a turbina deve misurare una portata frequentemente
variabile (portata pulsante) può compiere eccessivo errore positivo; questo a causa della
forma geometrica delle palette, che lo induce a rispondere prontamente agli aumenti di
portata e più lentamente alle diminuzioni. Nel caso di rilevanti oscillazioni del valore della
portata erogata (ad esempio a causa di un consumo molto ridotto durante le ore notturne)
potrebbe risultare necessario installare, in un circuito parallelo, anche un contatore
ausiliario a membrane, in cui, al di sotto di un determinato valore minimo di portata, un
dispositivo di commutazione automatica convoglia il flusso del gas. Quando il consumo
torna al di sopra del valore di soglia impostato, lo stesso dispositivo deve reimmettere il
gas nel condotto principale, su cui è installato il contatore a turbina.
Il contatore deve essere messo in servizio aprendo lentamente le valvole per
pressurizzare la linea con una portata che permetta una graduale accelerazione della
turbina. Una repentina pressurizzazione della linea può danneggiare il rotore turbina.
Quando il contatore deve essere rimosso dalla tubazione è necessario depressurizzare la
linea molto lentamente in modo da evitare danneggiamenti al rotore turbina.
A seconda delle condizioni di esercizio ed a quanto indicato dal fabbricante, il misuratore
dovrebbe essere controllato per sicurezza secondo un programma periodico. Come per le
altre tipologie di misuratori, una eventuale operazione di revisione, comprensiva o meno
dell’eventuale ribollatura, può essere svolta esclusivamente presso un laboratorio
accreditato oppure presso la fabbrica del produttore.
Schema tipo di installazione
IN
F
V1
V3
m
V5
V4
V2
Legenda
V1:
V2:
V3:
V4:
V5:
F:
M:
M
valvola di intercettazione di monte
valvola del by-pass
valvola di intercettazione di valle
valvola ausiliaria
valvola ausuliaria di scarico
filtro
misuratore a turbina
3
OUT
3.
Esame delle disposizioni legislative vigenti
Legge 6 dicembre 1971, n. 1083
Norme per la sicurezza dell'impiego del gas combustibile
La Legge 1083/1971 è stata la prima legge emanata dall’allora Ministero dell’Industria, per
regolamentare la sicurezza dell’utilizzo di gas combustibili, negli impianti domestici e
similari. E’ tuttora la legge fondamentale.
La legge, oltre ad introdurre l’obbligo, per le società distributrici o produttrici, di "odorizzare
il gas distribuito, (laddove lo stesso non possieda di per sé odore caratteristico e
sufficiente), affinché possa esserne rilevata la presenza in ambiente, prima che possano
essere raggiunte concentrazioni pericolose, (art. 2), stabilisce, all’articolo 1, che i materiali,
gli apparecchi, le installazioni e gli impianti,devono essere realizzati secondo le regole di
buona tecnica per la salvaguardia della sicurezza.
La stessa Legge, inoltre, sancisce il principio generale per cui un impianto è considerato “a
regola d’arte” quando è realizzato nel rispetto delle norme (nel testo “tabelle” ndr) UNI-CIG
(art. 3).
Sono previste sanzioni penali quali l’ammenda o l’arresto fino a due anni, per i
trasgressori.
La suddetta legge è considerata, ancor oggi, la pietra miliare in riferimento alla sicurezza
per l’impiego del gas combustibile in tutte le attività del settore.
D.M. 16 aprile 2008
Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza
delle opere e dei sistemi di distribuzione e di linee dirette del gas naturale con
densità non superiore a 0,8
La progettazione, la costruzione, il collaudo, l’esercizio e la sorveglianza degli impianti di
distribuzione del gas naturale sono regolamentati da questo decreto ministeriale, entrato in
vigore centottanta giorni dopo la sua data di pubblicazione (16 aprile 2008).
Questo decreto, che sostituisce ed abroga il DM 24.11.1984, rimanda, per ciascun
argomento trattato, direttamente alle specifiche norme tecniche emesse dall’UNI, le quali
assumono chiaramente la valenza di norme cogenti; risultano pertanto trattati,
direttamente o indirettamente, tutti gli argomenti citati, quali la classificazione delle
condotte in riferimento alla pressione di esercizio, i materiali ammessi per tale
realizzazione, le tecniche di giunzione, le metodologie di posa (sovrapassi, sottopassi,
attraversamenti, distanza dai fabbricati), le apparecchiature di sicurezza necessarie, i
relativi collaudi, l’esercizio e la sorveglianza delle opere e dei sistemi di distribuzione.
La coesistenza di servizi importanti, come quelli delle reti gas e delle linee ferroviarie sono
regolamentati da un decreto legge ad-hoc, il D.M. 23 febbraio 1971 e sue successive
modificazioni.
4.
Principale normativa di riferimento
Sono di seguito elencate le principali norme che regolamentano tutto il settore gas,
aggiornate a cura del CIG all’ Aprile 2009.
Con il simbolo ・ sono indicate le norme approvate dal Ministero dello Sviluppo
Economico ai sensi della Legge 1083/71 e pubblicate in Gazzetta Ufficiale.
・ UNI CIG 7128
Impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione. Termini e definizioni (novembre 1990) [ Pubbl. su S.O. n. 11 alla G.U. n. 16 del 27/12/1991]
・ UNI CIG 7129
Impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione -­‐ Progettazione, installazione e manutenzione N.B.: include anche le correzioni relative all’ex FA3 alla Norma UNI -­‐ CIG 7129:1992 [Pubbl.
su S.O. n.97 alla G.U. n. 89 del 15/4/2006] Testo coordinato della Norma (Terza edizione
Dicembre 2001)
UNI CIG 7129 1
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione – Progettazione e installazione – Parte 1: Impianto interno (Ottobre 2008) UNI CIG 7129 2
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione – Progettazione e installazione – Parte 2: Installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione e aerazione dei locali di installazione (Ottobre 2008) UNI CIG 7129 3
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione – Progettazione e installazione – Parte 3: Sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione (Ottobre 2008) UNI CIG 7129 4
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione – Progettazione e installazione – Parte 4: Messa in servizio degli impianti/apparecchi (Ottobre 2008) ・ UNI CIG 7131
Impianti a GPL per uso domestico non alimentati da rete di distribuzione. Progettazione, installazione, esercizio e manutenzione (gennaio 1999)[Seconda edizione] errata corrige alla Norma UNI-­‐CIG 7131 (ottobre 2000)[Pubbl. su S.O. n. 1 alla G.U. n. 4 del 5/1/2001]
・ UNI CIG 7132
Odorizzazione di gas per uso domestico ed usi similari. Termini e definizioni (aprile 1995) [Pubbl. su S.O. n
1 alla G.U. n. 4 del 5/1/2001]
・ UNI CIG 7133
Odorizzazione del gas per uso domestico ed usi similari. Procedure, caratteristiche, prove (dicembre 1994) (Pubbl. su S.O. n. 1 alla G.U. n. 4 del 5/1/2001]
・ UNI CIG 7133 FA–1
Odorizzazione del gas per uso domestico ed usi similari. Procedure, caratteristiche, prove (dicembre 1998) [ Pubbl. su S.O. n. 1 alla G.U. n. 4 del 5/1/2001]
・ UNI CIG 7140
Apparecchi a gas per uso domestico. Tubi flessibili non metallici per allacciamento (novembre 1993) [Pubbl. su G.U. n. 220 del 8/8/1995]
・ UNI CIG 7140 FA
1
Apparecchi a gas per uso domestico. Tubi flessibili non metallici per allacciamento (aprile 1995) [Pubbl. su
G.U. n 220 del 8/8/1995]
・ UNI CIG 7141
Apparecchi a gas per uso domestico. Portagomma e fascette (gennaio 1991) [Pubbl. su S.O. n. 11 alla
G.U.n. 16 del 27/12/1991]
・ UNI CIG 7988
Contatori di gas. Prescrizioni di sicurezza e metrologiche (marzo 1986) [Pubbl. su S.O. n. 78 alla G.U. n. 202 del 1/9/1986] ・ UNI CIG 7988 FA
1
Contatori di gas. Prescrizioni di sicurezza e metrologiche (novembre 1990) [Pubbl. su S.O. n. 11 alla G.U.
n. 16 del 27/12/1991]
・ UNI CIG 8723
Impianti a gas per apparecchi utilizzati in cucine professionali e di comunità. Prescrizioni di sicurezza (febbraio 1986) [Pubbl. su S.O. n. 78 alla G.U. n. 202 del 1/9/1986]
・ UNI
CIG 8723 FA–207
Talloncino di aggiornamento n.1 alla Norma UNI-­‐CIG 8723 Impianti a gas per apparecchi utilizzati in cucine professionali e di comunità. Prescrizioni di sicurezza (dicembre 1987) [Pubbl. su S.O. n. 105 alla G.U. n. 278 del 26/11/1988]
UNI CIG 8827
Impianti di riduzione finale della pressione del gas funzionanti con pressione a monte compresa fra 0,04 e 5 bar. Progettazione, costruzione e collaudo (ottobre 1985) UNI CIG 8827 FA–1
Impianti di riduzione finale della pressione del gas funzionanti con pressione a monte compresa fra 0,04 e 5 bar. Progettazione, costruzione e collaudo (febbraio 1991) UNI CIG 9034
Condotte di distribuzione del gas con pressione massima di esercizio ≤ 0,5 MPA (5 BAR) – Materiali e sistemi di giunzione (maggio 2004) -­‐ Terza Edizione
・ UNI CIG 9036
Gruppi di misura con contatori volumetrici a pareti deformabili -­‐ Prescrizioni di installazione N.B.: include anche le correzioni relative all’ex FA1 alla Norma UNI -­‐ CIG 9036: 1986 (Progetto CIG E01.07.904.0) [Pubbl.
su S.O. n. 77 alla G.U. n. 99 del 28/04/2004] Testo coordinato della Norma (Seconda
Edizione Dicembre 2001)
・ UNI CIG 9165
Reti di distribuzione del gas – Condotte con pressione massima di esercizio minore o uguale di 5 bar -­‐ Progettazione, costruzione, collaudo, conduzione, manutenzione e risanamento (Aprile 2004) [Pubbl. su
S.O. n. 97 alla G.U. n. 89 del 15/4/2006] Seconda Edizione
UNI CIG 9167
Impianti di ricezione e prima riduzione del gas naturale. Progettazione, costruzione, collaudo (aprile 1988) UNI CIG 9245
Dispositivi di intercettazione per reti di distribuzione e/o trasporto del gas. Valvole a farfalla (aprile 1988) UNI CIG 9245 FA–1
Dispositivi di intercettazione per reti di distribuzione e/o trasporto del gas -­‐ Valvole a farfalla (ottobre 1999) UNI CIG 9463 Parte: 1
2
3
Impianti di odorizzazione e depositi di odorizzanti per gas combustibili impiegati in usi domestici o similari. Parte 1a -­‐ Impianti di odorizzazione. Progettazione, costruzione ed esercizio. Parte 2 a -­‐ Depositi di odorizzanti. Progettazione, costruzione ed esercizio. Parte 3 a -­‐ Modalità di fornitura di odorizzanti (dicembre 1998) -­‐ Seconda Edizione
UNI DIT CIG CTI 9511 1
Disegni tecnici. Rappresentazione delle installazioni. Segni grafici per impianti di condizionamento dell'aria, riscaldamento, ventilazione, idrosanitari, gas per uso domestico (dicembre 1989) UNI CIG 9571
Impianti di ricezione e prima riduzione del gas naturale. Conduzione e manutenzione (maggio 1990) UNI CIG 9734
Dispositivi di intercettazione per condotte di gas. Valvole di acciaio con otturatore a sfera (gennaio 1991) UNI CIG 9860
Impianti di derivazione di utenza. Progettazione, costruzione e collaudo (settembre 1998) [Pubbl. su S.O.
n. 1 alla G.U. n. 4 del 5/1/2001] Seconda Edizione
UNI CIG 9860
Impianti di derivazione di utenza del gas – Progettazione, costruzione, collaudo, conduzione, manutenzione e risanamento (Febbraio 2006) -­‐ Terza Edizione
・ UNI CIG 9886
Macchine per caffè espresso di tipo commerciale. Apparecchi con alimentazione a gas. Prescrizioni di sicurezza (dicembre 1991) ・ UNI CIG 9891
Tubi flessibili di acciaio inossidabile a parete continua per allacciamento di apparecchi a gas per uso domestico e similare (ottobre 1998) [ Pubbl. su S.O. n. 1 alla G.U. n. 4 del 5/1/2001] Seconda
Edizione SOSTITUITA DALLA UNI EN 14800: Ottobre 2007
・ UNI CIG 9892
Connessioni ad innesto rapido per accoppiamento con valvole per bidoni di GPL. Prescrizioni di sicurezza (dicembre 1991) [ Pubbl. su S.O. n. 43 alla G.U. n. 101 del 3/5/1993]
UNI CIG 10284
Giunti isolanti monoblocco 10 DN 80 PN 10 (dicembre 1993) UNI CIG 10285
Giunti isolanti monoblocco 80 DN 600. PN 16 (dicembre 1993) UNI CIG 10298
Sistemi di condizionamento del gas (gennaio 1994) UNI CIG 10298 FA–1
Sistemi di condizionamento del gas (marzo 1995) UNI CIG CTI 10389
Generatori di calore. Misurazione in opera del rendimento di combustione (giugno 1994) UNI CIG 10390
Impianti di riduzione finale della pressione del gas naturale funzionanti con pressione a monte compresa fra 5 e 12 bar. Progettazione, costruzione e collaudo (ottobre 1994) UNI CIG 10435
Impianti di combustione alimentati a gas con bruciatori ad aria soffiata di portata termica nominale maggiore di 35 kW. Controllo e manutenzione (giugno 1995) UNI CIG 10436
Caldaie a gas di portata termica nominale non maggiore di 35 kW. Controllo e manutenzione (giugno 1996) UNI CIG 10576
Protezione delle tubazioni gas durante i lavori nel sottosuolo (aprile 1996) errata corrige alla Norma
UNICIG 10576 (marzo 2004) [ Pubbl. su S.O. n. 77 alla G.U. n. 99 del 28/04/2004]
・ UNI CIG GOMMA 10582
Prodotti di gomma -­‐ Guarnizioni di tenuta di gomma vulcanizzata per tubi flessibili di allacciamento di apparecchi a gas per uso domestico -­‐ Requisiti (dicembre 1996) [ Pubbl. su S.O. n. 97 alla G.U. n. 89 del
15/4/2006]
UNI CIG 10619
Impianti di riduzione della pressione del gas naturale funzionanti con pressione a monte massima di 12 bar per utilizzo: industriale e assimilabile e per utilizzo civile con pressione a valle compresa tra 0,04 e 0,5 bar -­‐ Progettazione, costruzione, installazione e collaudo (luglio 1997) UNI CIG 10640
Canne fumarie collettive ramificate per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale -­‐ Progettazione e verifica (giungo 1997) Errata Corrige alla Norma UNI CIG 10640-­‐Marzo 2004 [Pubbl. su S.O. n. 77 alla G.U. n. 99 del 28/4/2004] UNI CIG CTI 10641
Canne fumarie collettive e camini a tiraggio naturale per apparecchi a gas di tipo C con ventilatore nel circuito di combustione -­‐ Progettazione e verifica (giugno 1997) [ Pubbl. su S.O. n. 77 alla G.U. n. 99 del
28/04/2004]
UNI CIG 10642
Apparecchi a gas-­‐Classificazione in funzione del metodo di prelievo dell’aria comburente e di evacuazione dei prodotti della combustione. (febbraio 2005) ・ UNI CIG 10682
Piccole centrali di GPL per reti di distribuzione . Installazione, progettazione, costruzione, collaudo ed esercizio (ottobre 1997) errata corrige alla Norma UNI CIG 10682 (ottobre 2000) [ Pubbl. su S.O. n.
1 alla G.U. n. 4 del 5/1/2001]
UNI CIG 10702
Impianti di riduzione della pressione del gas funzionanti con pressione a monte compresa fra 0,04 e 12 bar. Conduzione e manutenzione (giugno 1998) errata corrige alla Norma UNICIG 10702 (settembre 1999)
・ UNI CIG 10738
Impianti alimentati a gas combustibile per uso domestico preesistenti alla data del 13 marzo 1990 -­‐ Linee guida per la verifica delle caratteristiche funzionali (maggio 1998) errata corrige alla Norma UNI CIG
10738 (luglio 1998) [ Pubbl. su G.U. n. 302 del 29/12/1998]
UNI CIG 10784
Caldaie ad acqua alimentate a gas con bruciatore atmosferico. Prese per la misurazione in opera del rendimento di combustione (gennaio 1999) UNI CIG 10845
Impianti a gas per uso domestico. Sistemi per l’evacuazione dei prodotti della combustione asserviti ad apparecchi alimentati a gas -­‐ Criteri di verifica, risanamento, intubamento (febbraio 2000) [ Pubbl. su S.O.
n. 77 alla G.U. n. 99 del 28/04/2004]
・ UNI CIG 11003
Verifica del gruppo di misura per utenti con pressioni di misura non maggiore di 0,07 bar (agosto 2002) [
Pubbl. su S.O. n. 97 alla G.U. n. 89 del 15/4/2006]
・ UNI CIG 11071
Impianti a gas per uso domestico asserviti ad apparecchi a condensazione e affini – Criteri per la progettazione, l’installazione, la messa in servizio e la manutenzione (luglio 2003) [ Pubbl. su S.O. n. 97
alla G.U. n. 89 del 15/4/2006]
UNI CIG 11105
Trasporto di gas – Giunti isolanti monoblocco PN 100 per il trasporto di fluidi combustibili – Condizioni tecniche di fornitura (giugno 2004) ・ UNI 11137 1
Impianti a gas per uso domestico e similari. Linee guida per la verifica e per il ripristino della tenuta di impianti interni in esercizio Parte 1: Prescrizioni generali e requisiti per i gas della I e II famiglia (ottobre 2004) [ Pubbl. su S.O. n. 97 alla G.U. n. 89 del 15/4/2006]
UNI TR 11145: 2005
Sistemi di misurazione del gas su base oraria (gennaio 2005)
11291 1 (luglio 2008)
SOSTITUITA DALLA UNI/TS
UNI TS 11147: 2008
Impianti a gas per uso domestico – Impianti di adduzione gas per usi domestici e similari alimentati da rete di distribuzione, da bombole e serbatoi fissi di GPL, realizzati con sistemi di giunzione a raccordi a pressare per tubi metallici – Progettazione, installazione e manutenzione (La presente Specifica Tecnica è la revisione della UNI/TS 11147: 2005) -­‐ (Maggio 2008) UNI TR 11228
Opere di protezione per tubazioni gas interrate per interferenze con ferrovie, tranvie, strade, altri servizi interrati e fabbricati (febbraio 2007) UNI TS 11278
Camini/canali da fumo/condotti/canne fumarie metallici – Scelta e corretto utilizzo in funzione del tipo di applicazione e relativa designazione del prodotto (Maggio 2008) (CIG-­‐CTI) UNI/TS 11291 1
Sistemi di misurazione del gas -­‐ Dispositivi di misurazione del gas su base oraria -­‐ Parte 1: Caratteristiche generali (luglio 2008) UNI/TS 11291 2
Dispositivi di misura del gas su base oraria – Parte 2: Protocollo CTE (Settembre 2008) UNI/TS 11291 3
Dispositivi di misura del gas su base oraria – Parte 3: Protocollo CTR (Settembre 2008) UNI TS 11297
Metodologia di valutazione rischi di dispersione gas (novembre 2008) UNI TS 11323
Pressione di fornitura del gas distribuito a mezzo rete, nel caso di fornitura in 7a specie -­‐ Modalità di verifica (marzo 2009) UNI CIG CEI 70028
Rivelatori di gas naturale e rivelatori di GPL per uso domestico e similare (dicembre 1994) [Pubbl. su G.U. n. 124 del 30/5/1995 Sezione comunicati] nota: la norma è stata sostituita dalla
uni cei en 50194 – per effetto di una deviazione nazionale di tipo “a”, rimane in vigore l’art. 4 “
Concetti di affidabilita’” (Sperimentale)
UNI CIG CEI 70029
Strutture sotterranee polifunzionali per la coesistenza di servizi a rete diversi -­‐ Progettazione, costruzione, gestione e utilizzo -­‐ Criteri generali e di sicurezza (settembre 1998) (Sperimentale) 
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Manuale installazione contatori Gas