Relazione Tecnica relativa al Progetto di ricerca finalizzato all’abbattimento del particolato nei motori diesel – II PARTE – Delibera CIPE n.17/03
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4. SVILUPPO DI APPLICAZIONI DI NATURA DIVERSA DAL TRASPORTO MA
SEMPRE VOLTE AL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA NEI CENTRI
URBANI
4.1 Installazione del filtro sugli impianti di riscaldamento a gasolio
Tra i possibili sviluppi di applicazioni del sistema filtrante si è individuata, anche sulla base
di suggerimenti scaturiti dal Comitato Tecnico Scientifico, la sperimentazione del sistema
filtrante sugli scarichi dei riscaldamenti effettuati da caldaie a gasolio.
Il primo step ha riguardato la disamina degli impianti pubblici esistenti in zona al fine di
individuare possibili siti di applicazione. E’ emerso che il riscaldamento pubblico nel
comune di Ferrara è al 99% metanizzato, in tutta la città di Ferrara ci sono solo 10 edifici
riscaldati a gasolio, precisamente biodiesel, ed alcuni stanno per essere trasformati a gas.
In ogni caso si sono presi contatti con i competenti servizi della Provincia e del Comune, i
quali hanno accordato il permesso di fare alcuni sopralluoghi per verificare gli edifici che
facessero al caso nostro.
In ottobre 2008 è stato effettuato un primo sopralluogo presso la palestra dell’ITIP di via
Pontegradella a Ferrara per visionare la centrale termica alimentata a biodiesel: è l’unica
caldaia di proprietà della Provincia ancora alimentata a gasolio.
Durante il sopralluogo è stato acquisito copia del libretto di centrale che conteneva sia le
specifiche tecniche (potenza 277,7 KW) della centrale stessa, sia i risultati delle analisi dei
fumi (temperatura 260,1°C) ed è stata formulata una prima ipotesi in merito alla possibile
collocazione del sistema filtrante, precisamente sul tetto terrazzato (che nessuno usa)
dislocato a metà della canna fumaria che agevolerebbe tutte le operazioni di verifica e di
manodopera.
Si è pensato che si sarebbe potuto lavorare all’altezza del tetto terrazzato facendo un foro
sulla parte in mattoni della canna fumaria e mettendo una curva sulla canna per farla
uscire sul terrazzo in cui si poteva posizionare il sistema filtrante. Inoltre, si sarebbe potuto
mettere una sicurezza dopo lo scambiatore di calore e prima del filtro in maniera tale che
se vi fossero problemi nel filtro il fumo potesse uscire lo stesso comunque a temperature
minori rispetto al sistema attuale.
Ulteriore ipotesi quella di valutare l’adozione di uno scambiatore di calore aria-acqua e
così riutilizzare come acqua calda la stessa acqua che è servita a raffrescare i fumi.
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Gli edifici del Comune di Ferrara che sono stati oggetto di sopralluoghi sono stati:
•
scuola elementare e media di Pontelagoscuro: presenti due caldaie identiche
posizionate in parallelo da 400 kW circa, equipaggiate di due canne fumarie in
acciaio che corrono in parallelo, percorrendo un lungo tratto in orizzontale
attraverso la scuola ed arrivando alla canna fumaria in muratura dove, ad altezza
uomo, ci sono le due botole di ispezione, e da lì salendo in verticale fin sopra il
tetto. Non è sembrato possibile realizzare il sistema filtrante sopra il tetto in quanto
decisamente troppo lontano dal generatore e quindi la temperatura dei fumi si
abbasserebbe troppo (la temperatura dei fumi in ingresso al filtro deve essere
mantenuta tra 120-180°C e probabilmente sopra il tetto si è già al di sotto dei 100°).
In compenso, però, dove ci sono le botole di ispezione c’è un ampio spazio, anche
facilmente accessibile, dove si potrebbe posizionare il sistema filtrante;
•
pista di pattinaggio in via Porta Catena a Ferrara: in realtà qui non c’è una
centrale termica vera e propria ma un generatore di calore (in pratica serve solo per
riscaldamento ambiente e non per produzione centralizzata di acqua calda
sanitaria). Comunque, la canna fumaria è lunga circa 3 m e sbuca su un tetto in
piano che non è accessibile se non con appositi mezzi. Si è pensato che si
potrebbe posizionare il sistema filtrante sopra il tetto, comodo in quanto in piano e
non essendo accessibile liberamente evita volontarie manomissioni. In aggiunta, il
sistema filtrante sarebbe posizionato abbastanza lontano dal bruciatore per non
avere temperature dei fumi in ingresso elevatissime anche se pare comunque
necessario l’installazione dello scambiatore di calore;
•
scuola media Dante Alighieri in Via camposabbionario a Ferrara: la potenza
termica installata è di circa 580 kW, la canna fumaria ha un diametro di 250 mm,
entra nel muro ed il resto del camino è in laterizio a sezione quadra di circa
500X500 mm, per un’altezza di circa 9 m. L’istallazione del filtro potrebbe avvenire
nel locale caldaia, si potrebbe installare la canna all’interno del camino e forse non
dovrebbe servire nemmeno l’aspiratore.
•
Centro Mathema in via Copparo a Ferrara: la potenza termica installata è di 515
kW, la canna fumaria ha un diametro di 200 mm e sbuca sul tetto ad un’altezza di
circa 6 m. L’installazione del filtro sembra essere più complicata per motivi di spazio
all’interno del locale caldaie.
Nello stesso periodo anche il Comune di Portomaggiore ha fatto richiesta di poter
instaurare una collaborazione con particolare riferimento a ciò che concerne la
sperimentazione del sistema filtrante sulla centrale termica alimentata a gasolio del centro
sportivo comunale.
E’ stato progettato un primo sistema filtrante prototipale su caldaia, di cui segue lo
schema:
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Dopo gli esiti dei sopralluoghi, e’ parso opportuno mettere in campo una preventiva e
propedeutica sperimentazione in laboratorio : a tale scopo si è reperita una caldaia a
gasolio che si è localizzata presso la TIEMME MECCANICA presso cui si sono eseguite le
prove di cui sopra.
Si è proceduto nel seguente modo:
1) Si è verificato innanzitutto il funzionamento di un sistema filtrante simile allo schema
di cui sopra colllegandolo ad un muletto;
2) Si è messa in moto la caldaia senza collegarvi il filtro per verificare la combustione
della stessa. Ne usciva un fumo decisamente nero;
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3) Si è collegato il filtro con aspiratore (staccato dal muletto dove era stato
precedentemente testato) alla caldaia alimentata a gasolio.
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Da subito si è potuto osservare che il sistema di prova aspirava tutto il fumo nero
della caldaia e che all’uscita a valle del filtro usciva fumo incolore. La caldaia con il
sistema di prova montato è rimasta accesa per circa tre ore e anche alla fine del
test il fumo in uscita dal ventilatore era “pulito”.
Le condizioni della sperimentazione erano:
- temperatura esterna: 12°C, elevata umidità (giornata di nebbia fitta)
- bruciatore della Riello: potenza da 1,8 a 8 kW/h
- temperatura fumi uscita caldaia: 29,4°C
- temperatura fumi uscita aspiratore: 17,3°C
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Vi sono comunque elementi progettuali che vanno valutati quali:
1. Valutazione ottimale del numero di cartucce filtranti da posizionare nel sistema in
modo da avere un buon compromesso tra efficacia e durata;
2. Dimensioni scambiatore;
3. Protezione da effetti di incendio indotti dalla deposizione della fuliggine, che si
accumula nella canna fumaria;
4. Aspirazione proporzionale e continua, non più, come negli autobus, ON/OFF;
5. Gestione dell’emergenza in caso di problemi di funzionamento.
Nel dicembre 2008 si sono effettuate nuove prove in laboratorio: la caldaia è rimasta
accesa molte ore di seguito, sempre sotto stretto controllo, per vedere l’effetto che aveva
sul filtro, sono stati monitorati i vari dati come le temperature a monte e a valle del fitro,
sono stati fatti dei test con l’opacimetro sia a monte sia a valle del filtro, infine il filtro è
stato pesato tutto le sere una volta che la caldaia veniva spenta per vedere quanto pesava
ciò che si accumulava sulla superficie del filtro (vedere tabella seguente).
DATI CALDAIA
COSTRUTTORE:
TIPO:
ANNO:
POTENZA ELETTRICA:
POTENZA TERMICA AL FOCOLARE:
POTENZA TERMICA CONVENZIONALE:
PORTATA ARIA:
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Mistral Therm
MR 100
1989
KW 1.5
Kcal/h 99500
Kcal/h 85000
mc/h 8200
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In un secondo momento, sulla caldaia di cui sopra sono state fatte delle prove interne per
verificare la granulometria delle polveri emesse. Si conosce, infatti, dalle prove condotte
presso il VERT, l’efficienza del sistema filtrante e la dimensione delle polveri sottili
trattenute; sappiamo, inoltre, dalle prove opacimetriche condotte, che il sistema filtrante è
efficace sulla caldaie.
Sono stati presi 4 campioni con tempi di prelevamento differenti: 10 minuti, 1 minuto, 30
secondi, 15 secondi.
I campioni sono stati mandati all’ARPA Sezione Provinciale di Reggio Emilia, le membrane
sono state esaminate al microscopio elettronico a scansione (SEM).
La caratterizzazione è stata effettuata tramite microanalisi con sonda EDX in dotazione al
microscopio elettronico.
Le condizioni operative di lettura sono quelle abituali a 5000 X ed osservando
casualmente una superficie fissa di filtro previamente metallizzato. Il campo è stato
suddiviso con una griglia al fine di effettuare un conteggio delle particelle presenti e la loro
dimensione.
Risultati:
• Campione 1 ( 15 secondi campionati)
Le particelle osservate sono tutte di dimensioni inferiori a 500 nanometri e sono
costituite da particelle presumibilmente di carbonio ,visto che alla microanalisi il
carbonio è l’unico elemento presente. Sono presenti anche agglomerati di queste
nano particele che opportunamente ingranditi (20000X) appaiono come strutture a
grappolo con visualizzazione parziale della porosità del filtro di prelievo sottostante.
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Una stima delle particelle presenti ha dato un valore di 240000 particelle per mmq di
filtro esaminato. Vedi foto allegate.
Filtro a 15 secondi di campionamento
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Filtro a 15 secondi di campionamento con agglomerato ingrandito
• Campione 2 ( 30 secondi )
Si è osservata sostanzialmente la stessa tipologia di particelle del campione 1. Le
dimensioni sono le stesse del campione 1 anche se aumenta la numerosità degli
agglomerati. La densità di particelle osservate è di circa 600000 particelle mm2.
Vedi foto allegata
Filtro a 30 secondi di campionamento
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• Campione 3 (60 secondi campionati)
Si è osservata sostanzialmente la stessa tipologia di particelle del campione 1,. Le
dimensioni sono le stesse del campione 1 anche se aumenta la numerosità degli
agglomerati e delle particelle presenti. La densità di particelle osservate è tale da non
permettere una conta di massima ,Vedi foto allegata
Filtro a 60 secondi di campionamento
• Campione 4 (10 minuti campionati)
Si è osservata sostanzialmente la stessa tipologia di particelle del campione 1,. Le
dimensioni sono le stesse del campione 1 anche se aumenta la numerosità degli
agglomerati e delle particelle presenti tale da rendere il filtro illeggibile. La densità di
particelle osservate non permette una conta di alcun tipo,Vedi foto allegata
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Tra giugno e luglio 2009 è stato installato un sistema filtrante allo scarico della centrale
termica del centro sportivo di Portomaggiore.
I dati della centrale termica sono i seguenti:
Impianto Temico con P ≥35 kW
Campo sportivo I.D. 6317
Via Prafigaro
44015 Portomaggiore (FE)
Data installazione generatore calore
Destinazione
Combustibile
1998
riscaldamento & acqua calda sanitaria
gas naturale
GENERATORE DI CALORE
Costruttore
Modello
Tipologia
Potenza termica nominale focolare
Potenza termica utile nominale
Fluido termovettore
Riello
4 RCT 7
pressurizzata
133.7 kW
121 kW
acqua calda
BRUCIATORE ABBINATO
Costruttore
Modello
Tipologia
Campo di funzionamento
R. B.L.
Gulliver RG3
pressurizzata
83 - 178 kW
Come secondo step dell’iter sperimentale si sono prelevati i dati relativi ai controlli dei fumi
della canna fumaria, i valori sono riportati nelle tabelle a seguire in funzione delle date dei
controlli, nella prima quelli del 2005 e 2006, nella seconda quelli dal 2007 all’ultimo:
07/04/05 20/10/05 16/01/06 22/04/06 02/11/06
VALORI MISURATI
Temp. Fumi
289.2
232.9
263
261.6
232.7
[°C]
Temp.
16.4
16.4
16.4
14
14
Amb.[°C]
CO2 [%]
11.6
11.4
10.4
10
10.9
Indice di
1
1
2
2
1
Bacharach
CO in fumi
18
39
19
20
17
secchi [ppm]
VALORI CALCOLATI
Indice d’aria n
1.30
1.33
1.39
1.42
1.39
O2 [%]
4.9
5.2
5.9
6.2
5.9
CO in fumi
14
29
14
14
12
secchi [ppm]
Qs = perdite
13.4
10.8
12.8
13.1
11.4
per calore
sensibile [%]
Rendimento di
86.6
89.2
87.2
86.9
88.6
combustione
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18/01/07 06/04/07 22/10/07 09/01/08 08/04/09
VALORI MISURATI
Temp. Fumi
268.5
245.7
236.7
238.7
240.6
[°C]
Temp.
14
21.3
19
17.1
23.8
Amb.[°C]
CO2 [%]
11.2
11.2
11
10.8
10.5
Indice di
1
2
2
1
1
Bacharach
CO in fumi
23
23
30
28
20
secchi [ppm]
VALORI CALCOLATI
Indice d’aria n
1.35
1.35
1.37
1.4
1.44
O2 [%]
5.4
5.4
5.7
6
6.4
CO in fumi
17
17
22
20
14
secchi [ppm]
Qs = perdite
12.9
11.4
11.2
11.6
11.6
per calore
sensibile [%]
Rendimento di
87.1
88.6
88.8
88.4
88.4
combustione
Una volta presi tali dati e le dimensioni utili di canali e caldaia, si è proceduto al montaggio
del sistema filtrante:
- si è sostituito lo sportellino del punto di prelievo dei fumi emissivi, per la verifica dei
parametri emissivi, con un box a cui si potesse attaccare il corrugato:
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si è collegato il corrugato alla cassa contenente n° 2 cartucce filtranti. Il collegamento
corrugato–cassa è stato fatto in maniera tale che, alla bisogna, si potesse prelevare
aria esterna, che viene considerata fresca, e miscelarla con i fumi emessi dalla caldaia
per abbassare la temperatura di questi ultimi. Bisogna, infatti, ricordare che il range di
temperature a cui lavorano le cartucce filtranti è di 120 – 160 °C, quindi le temperature
di ingresso cassa devono appartenere a tale range. Bisogna, inoltre, ricordare che in
questo impianto non è stato previsto lo scambiatore di calore in quanto la lunghezza
della canna fumaria implica delle perdite di calore sensibile che, necessariamente,
fanno sì che le temperature riscontrate all’uscita della caldaia non siano le stesse di
ingresso cassa e tali temperature, di ingresso cassa, erano così basse da non
necessitare di uno scambiatore.
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-
l’uscita della cassa è stata collegata ad un aspiratore. In questo modo si ottiene un
filtraggio totalmente disconnesso dallo scarico dei fumi, ciò deriva dalla opportunità
di evitare ogni influenza del filtro sulle caratteristiche di funzionamento dell’impianto.
L’aspiratore ha anche lo scopo di convogliare i fumi emessi verso il filtro in modo
tale che non seguano il loro percorso naturale che sarebbe il resto del camino (che
è rimasto intatto) per sfociare all’aria aperta senza essere filtrati.
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-
sono stati presi i dati relativi alla temperatura: ambiente, in ingresso alla cassa, in
uscita dalla cassa, in uscita dall’aspiratore, segue la tabella
Temp.
Amb. [°C]
T.in
cassa [°C]
38.5
39
39.5
40
40.5
41
121
123
131
124
125
133
T.out
cassa [°C]
67
70
82
105
106
116
T.out
fumi [°C]
60
60
66
93
93
99
TEMPERATURE MASSIME RAGGIUNTE
T.in cassa [°C]
133
-
T.out cassa [°C]
116
T.out fumi [°C]
99
sono state fatte, infine, le prove del bianco sia dei fumi in ingresso cassa, sia d
quelli in uscita dopo l’aspiratore. Questa prova, a differenza di tutti gli altri casi, non
ha dato risultati visibili così eclatanti pur tuttavia dando evidenza dell’efficienza della
filtrazione, in quanto la caldaie è relativamente moderna e controllata
periodicamente.
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Questa applicazione ha mostrato che vi sono potenzialità di utilizzo senza prevedere
grosse modifiche di impianto e va collocata nell’ottica di ridurre il contributo alle emissioni
di una eventuale categoria di edifici storici per i quali non è possibile prevedere la
metanizzazione.
La tematica delle emissioni di particolato dalle combustioni domestiche/civili non è un
tema risolto ma la contrario studi recenti hanno evidenziato l’importanza del contributo ad
esempio di caminetti o stufe a legna o pellets.
Il processo di combustione della legna produce diverse sostanze che vengono rilasciate
nell'ambiente attraverso i fumi emessi dai camini.
A livello globale l'utilizzo della legna contribuisce ad ottenere risultati positivi in termini di
riduzione delle emissioni di gas serra in quanto l'anidride carbonica liberata durante le
combustione corrisponde alla quantità di anidride carbonica assorbita dagli alberi nel corso
della loro crescita, per cui l'impatto risulta nullo.
A livello locale le sostanze contenute nei fiumi emessi dagli impianti a legna
contribuiscono, invece, al peggioramento della qualità dell'aria. In particolare vengono
prodotte quantità significative di polveri sottili (PM10) le quali, in presenza di particolari
condizioni metereologiche che si verificano soprattutto d'inverno, tendono a ristagnare nei
bassi strati dell'atmosfera, creando, insieme ad altri inquinanti, una cappa di smog sopra ai
centri abitati.
Al fine di valorizzare la biomassa legnosa come fonte energetica rinnovabile, contenendo
gli impatti negativi, ad esempio dalla provincia di Trento sono stati promossi:
• l'utilizzo di tecnologie per il trattamento dei fumi al fine di ridurre le emissioni di
PM10: i filtri per camini;
• l'adozione di comportamenti finalizzati a limitare la produzione di sostanze
inquinanti: le regole per una corretta combustione.
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Si intendono compresi tra gli impianti termici civili anche i forni a biomassa legnosa degli
esercizi di ristorazione.
4.2 Progettazione filtro per imbarcazioni
Un ulteriore campo di applicazione del sistema filtrante particolarmente interessante in
termini di stima delle emissioni di particolato è rappresentato dal trasporto merci e persone
su acqua : ad esempio il progetto Europeo CREATING (Concetti per ridurre l’impatto
ambientale e ottenere ottimi risultati nel trasporto fluviale) del Sesto programma quadro
(6PQ) è volto a migliorare sia la logistica che le prestazioni ambientali della navigazione
interna. La realizzazione di quest’ultimo obiettivo prevede l’impiego di carburante a basso
contenuto di zolfo, il controllo della velocità, la riduzione catalitica selettiva e l’utilizzo di
filtri per particolato. Negli ultimi anni molti lavori scientifici hanno sottolineato una
crescente responsabilità del trasporto marittimo nell’inquinamento atmosferico da
particolato secondario che, insieme al particolato direttamente emesso nella combustione,
è corresponsabile di effetti sanitari polmonari e cardiovascolari su vasta scala. Il
particolato secondario è prodotto indirettamente per diffusione dalle emissioni solforose e
azotate delle navi anche a lunga distanza dalle rotte navali; esso è infatti riscontrabile non
solo nelle città portuali e nelle aree costiere, ma anche nelle aree continentali. Quindi dal
mare si inquina l’aria delle città.
L’IMO (International Maritime Organisation, l’agenzia dell’Onu responsabile per
l’incremento della sicurezza marittima e della prevenzione dell’inquinamento dalle navi),
ha recentemente deciso di rendere più stringenti i limiti riguardanti il tenore di zolfo dei
combustibili marini e le emissioni di ossidi di azoto dei motori navali.
La decisione è stata presa alla 58a riunione del MEPC (Comitato marittimo per la
protezione ambientale) dell’IMO, e prevede una profonda riforma della Convenzione
Marpol sul controllo dell’inquinamento atmosferico delle navi. Il programma messo a punto
prevede riduzioni sostanziali nell’arco dei prossimi dodici anni per le emissioni solforose, di
particolato e di ossidi di azoto delle navi, che consentirà di trarre benefici notevoli in
termini di miglioramento della qualità dell’aria a livello globale e, vantaggi ancora maggiori,
nelle aree speciali di controllo delle emissioni, dove entreranno in vigore limiti più restrittivi.
La possibilità di adattamento del sistema filtrante messo a punto nella ricerca è stato
valutato positivamente in ambito di Comitato Tecnico Scientifico di Progetto, soprattutto in
virtù di poter applicare il sistema in ambito locale per imbarcazioni trasporto passeggeri nel
Delta del Po e tenendo presente che l’omologazione su imbarcazioni non è soggetta alle
criticità dei mezzi su strada.
E’ possibile dividere le imbarcazioni in due grandi categorie in base al tipo di scarico che
presentano:
-
con scarico in acqua;
con scarico in aria.
La prima categoria di imbarcazioni, quella che presenta lo scarico in acqua, è la più
numerosa: in essa si trovano la maggior parte delle imbarcazioni nuove e vecchie.
La peculiarità di tali natanti è che i fumi dello scarico del motore si miscelano con l’acqua
stessa su cui galleggia il mezzo. Tale peculiarità avrebbe potuto sembrare, in un primo
momento, un problema ma è stato risolto pensando di utilizzare un “filtro aspirato”, basato
sui principi di cui paragrafo 2.3, che venisse raffreddato ad acqua invece che ad aria.
Le prove condotte, per il momento solo in laboratorio, hanno dato risultati positivi, ma si
dovrà provarlo in campo reale. Tali prove hanno evidenziato che:
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Velocità
[km/h]
variabile: 0 - 70
costante: 45
Media T in/out
scambiatore acqua
[°C]
137.7
78.2
Media T in/out
scambiatore aria
[°C]
47.3
14.2
E’ stato progettato lo scambiatore di calore raffreddato ad acqua, il cui schema è di
seguito riportato:
Per quanto concerne la seconda categoria di natanti, quelli con lo scarico in aria, essi non
miscelano aria con acqua, per cui potrebbero essere considerati come degli autobus che
navigano invece che muoversi su terra, infatti la maggior parte di questa tipologia di
imbarcazioni sono vaporetti o traghetti.
E’ stato progettato il sistema prototipale, di seguito sono mostrati i disegni costruttivi del
sistema filtrante adattati all’ipotesi dei vaporetti :
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Relazione Tecnica relativa al Progetto di ricerca finalizzato all’abbattimento del particolato nei motori diesel – II PARTE – Delibera CIPE n.17/03
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4.3 Installazione su muletto
Alla luce di preliminari risultanze positive rilevate nella prima fase della ricerca, si sono
condotto ulteriori prove su un muletto per movimentazioni merci alimentato a gasolio.
I dati del muletto sono:
Ditta Costruttrice
Anno immatricolazione
Motore
Tipo
Cavalli
Giri/minuto
Portata max
BERZOINI
1973
VM 103 SU
B. W. S. 25
52.5 CV
2500 rpm
2500 kg
Il sistema filtrante è stato posizionato sul tettuccio del mezzo e, causa le esigue
temperature allo scarico, non è stato necessario installare lo scambiatore di calore. Si può
notare, infatti, nella foto che segue, come il box contenente la cartuccia filtrante (in questo
caso all’interno della cassa vi è un’unica cartuccia filtrante) abbia un collegamento diretto
con l’uscita dei fumi, ed anche in questo caso è stata mantenuta la possibilità di avere due
differenti tipi di uscite dei fumi, filtrati e non filtrati.
Sono state condotte delle prove opacimetriche allo scarico del mezzo con e senza filtro,
anche in questo si può vedere già ad occhio nudo efficienza del sistema filtrante.
Le prove opacimetriche sono state condotte con uno strumento utilizzato, in genere, per le
prove dei fumi dei gas di scarico abilitato a tale mansione da ARPA con autorizzazione n°
RBB0131.
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Nella tabella seguente sono riportati i risultati delle prove opacimetriche condotte sul
muletto.
Le prove sono state effettuate in regime minimo e in accelerazione, con filtro e senza filtro.
CONDIZIONI MULETTO
AL
MINIMO
ACCELERATO
SENZA
FILTRO
CON
FILTRO
SENZA
FILTRO
CON
FILTRO
OPACITA' MEDIA
PICCO DI
OPACITA'
[1/m]
%
[1/m]
%
0.09
3.31
0.1
3.65
0.01
0.25
0.01
0.25
5.96
88.59
5.96
88.59
0.01
0.51
0.01
0.51
Come desumibile dai dati sopra riportati, il sistema facilmente in termini costruttivi si
applica al muletto e ancora una volta con efficienze di abbattimento in termini di opacità
media di oltre il 90%, sia in condizioni di minimo che di accelerazione.
Un sistema filtrante di questo tipo potrebbe risolvere la problematica spesso sollevata
dalla Medicina del Lavoro di divieto di uso di muletti alimentati a gasolio in ambienti chiusi
o scarsamente ventilati.
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Capitolo 4 - Arpae Emilia