Nuovo ospedale unico a Vicenza
Inaugurato a Santorso (Vicenza) il nuovo Ospedale Unico
dell'Ulss 4 Alto Vicentino, struttura con 465 posti letto che sostituisce i due piccoli ospedali di
Schio e Thiene, riconvertiti in
distretti territoriali. L'opera è stata realizzata con un investimento di 147 milioni e un project
financìng di 54 milioni. Il resto
è finanziamento pubblico.
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SARCEDO
CORSO DI CUCINA SANA
PROPOSTO DALL'ULLS
Oggi, alle 20.30, nella sala
polifunzionale della scuola
elementare, alcuni cooking
leader formati dall'Ulss 4
presentano tutti gli ingredenti per un corso di cucina
sana.
S.D.M.
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IL RACCONTO. Trentenne stordita con la "droga dello stupro" durante una festa per il compleanno di un uomo conosciuto chattando su internet
«Sono stata drogata e violentata»
«Un amico mi ha offerto una
birra e accompagnata a casa. Di
quella notte non ricordo più nulla
ma avevo il suo odore addosso»
Silvia Dal Maso
Doveva essere una serata di divertimento, nata per festeggiare il compleanno di un nuovo
amico, e invece per Anna (nome di fantasia per garantirne
la riservatezza) la festa alla
quale ha partecipato si è trasformata in un incubo. La trentenne non ricorda quasi nulla
di quella sera, ma dai frammenti che è riuscita aricostruire è sicura di aver subito una
violenza carnale. Tutta colpa
della tristemente nota "droga
dello stupro", che cancella
ogni traccia nella memoria.
Anna ha conosciuto il suo
carnefice chattando su internet.
«Sembrava simpatico, un ragazzo alla mano - spiega - Una
sera mi ha invitato ad una festa di compleanno. Ho accettato, sapendo che avevamo alcune conoscenze in comune. Durante la festa Andrea (anche
in questo caso un nome di fantasia) mi ha offerto una birra.
Abbiamo ballato, bevuto qualcosa in compagnia, riso e
scherzato. Tutto stava andando per il meglio, quando all'improvviso ho iniziato a non sen-
tirmi bene : la testa mi girava e
faticavo a stare in piedi. Ho
detto che volevo andare a casa
e Andrea si è offerto di accompagnarmi. Arrivati davanti al
condominio, mi ha chiesto se
poteva entrare cinque minuti
e io ho accettato».
E, proprio come succede alla
maggior parte delle vittime
della "droga da stupro" (sostanza liquida inodore e insapore spesso messanelle bevande), Anna ha ricordi molto vaghi su tutto ciò che è successo
da quel momento in poi.
«All'alba mi sono svegliata
sul divano - ricorda confusamente - Ho sentito il bisogno
di fare una doccia. Poi sono tornata in camera e ho chiuso la
porta a chiave. Il senso di insicurezza mi opprimeva. Poi ho
vomitato, dando la colpa all'alcol bevuto alla festa. Per qualche giorno ho vissuto come in
un limbo: continuavo a chiedermi cosa fosse successo
quella maledetta notte. E man
mano che mi sforzavo di ricordare vedevo le mani di quel
giovane sul mio corpo. Sentivo
il suo odore e avevo un bisogno opprimente di lavarmi».
Dopo un mese Anna tormentata da quei mezzi ricordi e da
uno strano senso di colpa, si è
rivolta all'associazione "La Laterna di Kay" di Chiuppano
che si occupa proprio di "droga dello stupro". La presidente
Maria Luisa Valentini le ha
consigliato di prendere informazioni più dettagliate sul ragazzo. Le notizie non erano
rassicuranti: era conosciuto
dalle forze dell'ordine per aver
fornito sostanze ad alcune ragazze. Su consiglio delle volontarie dell'associazione, Anna
si è rivolta all'ospedale per sottoporsi al pap-test, all'esame
dell'Hiv e a quello dell'epatite
C. Le è stato anche consigliato
di cambiare la serratura della
porta di casa e anche la password del computer e naturalmente di non frequentare più
la compagnia di Andrea. «Purtroppo contro di lui non ho potuto fare nulla perché, quella
maledetta mattina, facendomi la doccia ho cancellato
ogni traccia». Da allora Anna
è seguita e assistita dalle volontarie dell'Associazione "La Laterna di Kay" che la stanno aiutando a ricordare, ma soprattutto ad affrontare ciò che le è
accaduto in quella terribile
esperienza.»
Parla la presidente della Lanterna di Kay
«Com'è difficile provare
l'aggressione subita»
«Quella di Anna è una delle
tante storie di violenza
sessuale in cui la vittima non
può denunciare il suo
carnefice». A parlare è Maria
Luisa Valentini, presidente
dell'Associazione "La Lanterna
diKay"chehasedea
Chiuppano in via Colere, l'unica
associazione registrata in Italia
che si occupa di "droga dello
stupro"patrocinata dalla
prefettura. L'associazione è
nata un anno fa dalla
collaborazione fra Valentini,
Eva Suppa e Manuela Dal
Monego. Oggi conta una
trentina di volontari, 10 dei
quali seguono lo sportello di
ascolto e assistenza alla
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vittima da "droga da stupro"
aperto nel marzo di quest'anno
e attivo il sabato, dalle 15 alle
18. «Da quando è stato
inaugurato - spiega Valentini abbiamo raccolto una ventina
di segnalazioni da tutta Italia,
da donne e uomini
indifferentemente, e sette casi
li abbiamo presi in carico. Il
nostro compito è quello di non
lasciare mai le vittime da sole,
aiutandole a ritrovare un
equilibrio, fiducia in sé stesse,
naturalmente con l'aiuto di
psicologi e psicoterapeuti».
La "droga dello stupro" è una
sostanza inodore, insapore,
incolore che può essere diluita in
qualsiasi bevanda creando un
effetto disinibente ed euforico. I
primi sintomi, che impediscono di
reagire lucidamente, sono la
mancanza d'aria, vertigini,
pressione allo stomaco, debolezza
agli arti inferiori. Inoltre si tende
ad allontanarsi con chi ha offerto il
drink e proprio l'azione di
accompagnare la vittima in un
luogo più isolato può aumentare il
pericolo dell'abuso. Il giorno dopo
si hanno vuoti di memoria, anche
se si ha la sensazione di aver
vissuto qualcosa di strano. «Di
sostanze ce ne sono più di 200 continua Valentini - Le più comuni
sono le benzodiazipine, la gamma
degli antidepressivi e ansiolitici, il
Ghb, il Gbl e la chetamina. Le
benzodiazipine rimangono nel
sangue 72 ore. Però se la vittima
arriva in ospedale agitata e non sa
spiegare cose le è accaduto, è
facile che le vengano
somministrato un tranquillante e
questo annulla la prova forense. Il
Ghb rimane nel sangue solo 4 ore,
nelle urine 12 ore. Ecco perché
nella maggior parte dei casi lo
stupratore se se la cava». •
Drammatico il racconto della giovane vittima di uno stupro, ARCHIVIO
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MONTECCHIO R Progetto di welfare comunitario che coinvolge enti locali, Ulss, cooperative, associazioni e fondazioni
Un tetto sicuro per 50 disabili
Con il progetto "Le chiavi di casa"
costato 6 milioni viene garantita
assistenza con appartamenti
in cui poter vivere in autonomia
Balzi -1 nostri "ospiti", in base
alla disabilità, possono stare
in una struttura gestita diretIl progetto "Le chiavi di casa" tamente da noi o arrivare anin cinque anni ha aperto mol- che a vivere da soli in casa e apte porte ai disabili dell'Alto Vi- poggiarsi a quei servizi che
centino. L'iniziativa, infatti, quotidianamente forniamo. I
garantisce la possibilità a per- fondi che abbiamo raccolto
sone con deficit fisici, motori e nel corso degli anni, infatti, sopsichici, di poter condurre la no serviti sia a costruire abitavita in una propria casa e a va- zioni che a gestire il progetri livelli di autonomia. L'inve- to». In particolare "Le chiavi
stimento complessivo fino ad di casa" ha portato alla realizoggi è stato di 6,1 milioni di eu- zazione di quattro appartaro, grazie ad un modello di wel- menti recentemente costruiti
fare comunitario che ha coin- a Villaverla, Santorso, Malo e
volto enti locali, Ulss 4, coope- Breganze dove 16 persone con
rative, associazioni e fondazio- disabilità vivono assieme coni. È quanto presentato ieri se- me se fossero in famiglia. È
ra durante un incontro in villa poi sorta una casa alloggio a
Nievo Bonin Longare, appun- Magre di Schio dove risiedono
tamento che ha avuto un valo- 13 disabili più gravi, oltre ad
re sia consuntivo che previsio- un progetto di "housing socianale per l'iter de "Le chiavi di le" a Piovene Rocchette: qui
casa". «Dalla nascita dell'ini- gli ospiti vivono nelle abitazioziativa ad oggi ci sono stati 48 ni messe a disposizione dal Copartecipanti, con una decina mune, aiutati ogni giorno dadi strutture utilizzate, molte gli operatori. A Breganze, invedelle quali costruite partendo ce, si è pensato anche ai giovada zero - ha spiegato il coordi- ni, con un'iniziativa che connatore del progetto Franco sente ai ragazzi disabili di pasMarco Billo
sare dei weekend lontani da casa. Infine, è stato creato uno
sportello dove le famiglie possono incontrare notai, avvocati e commercialisti che gratuitamente danno informazioni
e cercano soluzioni per tutelare il futuro dei propri famigliari con disabilità. «Che domani
ci sarà per i figli disabili? Noi
cerchiamo di dare una risposta concreta ai genitori», ha
aggiunto il presidente della
fondazione di Comunità Vicentina, Valerio Lanaro. All'incontro, intervenuti anche Luca Fazi, docente universitario
di sociologia a Trento, e Alberto Leoni direttore dei servizi
sociali dell'Ulss 4.«
Il coordinatore
Balzi: «Gli ospiti
possono stare
da soli. Utilizzate
nell'iniziativa
dieci strutture»
Il presidente
«Progettare
insieme per
mantenere
i servizi»
«Con questo progetto siamo
passati dalla semplice richiesta
di servizi, alla co-progettazione
degli stessi - ha dichiarato il
presidente della conferenza
dei sindaci Alto Vicentino
Alberto Toldo -. Le voci di
bilancio della Regione e dello
Stato sono sempre a rischio,
noi abbiamo deciso di
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mantenere alto II livello di guardia
e, quando necessario, di
intervenire assieme. La sfida per il
futuro sarà consolidare il progetto
perché possa proseguire in
autonomia». «Mettere assieme
soggetti diversi, come l'Ulss che
ha la responsabilità pubblica, la
cooperazione sociale che ha
competenza, entusiasmo e
generosità,gli enti pubblici
territoriali con i propri ruoli sul
territorio e la fondazione
Cariverona con le sue risorse, ha
consentito al progetto di
ottimizzare i rapporti e di
Il pubblico in Villa Nievo Bonin Longare. FOTOSERVIZIO STUDIO STELLA
realizzare economie di scala
importanti», ha poi concluso
Silvano Spiller, vicepresidente
della Fondazione Cariverona che
ha partecipato finanziando
l'iniziativa. M.B.
Toldo al tavolo dei relatori
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MONTECCHIO/1. Tavola rotonda dei sindacati sul piano sanità Ulss 5
«Sì all'unificazione degli ospedali
e rilancio dei consultori familiari»
L'unificazione degli ospedali
di Arzignano e Montecchio è
per i sindacati una priorità. Lo
ha affermato l'altro pomeriggio, in sala civica ad Alte Cercato, il segretario generale Uil Vicenza, Grazia Chisin, durante
l'iniziativa organizzata dalla
triplice su "Indirizzi e proposte per garantire qualità nei
servizi socio-sanitari". Scopo
della tavola rotonda era spiegare il nuovo progetto regionale sulla sanità, una riorganizzazione da attuarsi dal 2013 al
2015, osservando da vicino i
cambiamenti che interesse-
ranno l'Ulss5 e le proposte delle parti sociali. «Alla iper specializzazione degli ospedali deve corrispondere un potenziamento delle strutture territoriali - ha detto Chisin -. I posti
letto per ospedale di comunità
devono essere collocati in
strutture pubbliche. L'unificazione degli ospedali di Montecchio ed Arzignano è una priorità prevedendo adeguati finanziamenti pubblici, e va rilanciatal'attività dei consultori familiari». All'incontro era presente Chiara Francesca Marangon, direttore del distretto
sanitario Ulss 5 che ha osservato: «Il piano regionale prevede che all'interno delle Ulss
vengano effettuate le aggregazioni in distretti. La nostra
Ulss ha già un distretto solo, è
sempre stata all'avanguardia,
i servizi sul territorio sono presenti ed è forte la collaborazione con i medici di base».
Sul piano di Venezia è intervenuta Milena Cecchetto, presidente della Conferenza dei
sindaci Ulss5: " La Regione ha
trascurato il ruolo dei sindaci
mentre il loro coinvolgimento
è molto importante». • A.F.
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VALLE DELL'AGNO Soddisfatti i cinque sindaci della Valle: «Ringraziamo Zaia e l'assessore Finozzi»
Schede ospedaliere regionali,
nessun servizio in meno
#
Giorgio Zordan
VALLE DELL'AGNO
Soddisfazione da parte dei sindaci Santo Montagna (Brogliano), Lorenzo Dal Toso (Castelgomberto), Martino Montagna
(Comedo), Giovanni Ceola (Recoaro) e Claudio Rancan (Trissino) per l'approvazione delle
schede ospedaliere regionali.
«Ringraziamo - hanno dichiarato i primi cittadini - il presidente Luca Zaia e la Giunta
Regionale, in particolare l'assessore Marino Finozzi, che hanno
accolto quasi completamente le
richieste inerenti l'ospedale San
Lorenzo di Valdagno. La scheda
approvata garantisce il livello
dei servizi attuali nei vari settori con i seguenti miglioramenti:
auto medicalizzata 24 ore su 24,
due posti di terapia intensiva,
#
un aumento a 20 posti dell'ostetricia e ginecologia con la conferma del primario e l'istituzione di un nuovo reparto di 20
posti letto di riabilitazione. Confermati, in attesa del nuovo
ospedale a Montecchio Maggiore, chirurgia generale con le
modalità operative attuali (primario apicale e funzioni in continuità 7 gg. su 7); l'attività di
otorinolaringoiatria con 10 posti letto e l'apicalità che rimane
ubicata presso l'ospedale di Valdagno; ortopedia e traumatologia con le modalità operative
attuali (in continuità 7 gg. su 7)
in U.S.D. (unità semplice dipartimentale). Nel caso di possibili
ulteriori interventi sulle schede
ospedaliere chiederemo alla
Giunta - sottolineano i sindaci di mantenere l'attuale apicalità
in ortopedia e traumatologia
fino alla realizzazione del nuovo
ospedale di Montecchio Maggiore». «Il risultato - concludono i
5 sindaci - è frutto dell'impegno,
seppur con diversi approcci, di
tutti i sindaci della Valle
dell'Agno. Con questa scheda
nessun cittadino della Valle
dell'Agno potrà dire di avere un
solo servizio in meno rispetto
alla precedente e, anzi, si registra un miglioramento in vari
settori». © riproduzione riservata
«Anzi, si registra
un miglioramento
in vari settori. Bene
per il S. Lorenzo»
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Screening oncologici
conferenza Ulss 3
BASSANO - Più di duecento tra medici, infermieri, assistenti sanitari, tecnici sanitari di
laboratorio biomedico,
tecnici sanitari di radiologia, psicologi, ostetriche e fisioterapisti hanno partecipato alla conferenza aziendale sugli
screening oncologici tenutasi al "San Bassiano". All'evento formativo-informativo finalizzato anche a fare acquisire conoscenze attraverso la descrizione dei percorsi organizzativi oncologici multidisciplinari
presenti nell'Azienda sanitaria n. 3. Durante la
conferenza è stato analizzato l'attuale stato
dell'arte e proposta una
visione prospettica in
materia di prevenzione.
L'evento è stato seguito in videoconferenza
anche dall'ospedale di
Asiago.
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CRONACA A.ULSS VICENTINE
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ROSA. L'importo servirà a finanziare numerosi progetti formativi
Registro elettronico e disabilità
Il Comune dà alle scuole 70 mila€
Il Comune di Rosa si è impegnato a versare all'istituto
comprensivo "Roncalli", che
raggruppa gli alunni della
scuola media e quelli delle elementari del capoluogo e delle
frazioni, la somma di 70 mila
euro.
L'importo, che sarà erogato
in due fasi - entro gennaio
prossimo con il saldo a giugno
-, servirà a garantire diversi
servizi. Settemila e 576 euro
serviranno per il funzionamento della mensa scolastica
nei vari plessi della scuola elementare. Sedicimila e 200 eu-
ro saranno poi utilizzati per
l'acquisto e la gestione di materiali e attrezzature per la pulizia dei locali e l'acquisto di materiali igienici. L'importo più
consistente, pari 46 mila e 224
euro, servirà per il funzionamento e l'acquisto di attrezzature e per finanziare diversi
progetti. Fra questi, la lotta alla dispersione scolastica, didattica per gruppi di livello,
olimpiadi di matematica, progetti ambientali e di prevenzione delle dipendenze.
Sarà inoltre garantito il servizio di preaccoglienza sorve-
gliata degli alunni dalle 7,30 alle 8 del mattino e il Comune si
farà carico anche dell'assistenza specialistica ai disabili mediante del personale qualificato. In programma anche attività di teatro, progetti di musica
e inglese per la scuola d'infanzia, attività sportive e l'attivazione del registro elettronico.
Infine, spazio anche al progetto di individuazione precoce
della dislessia per le classi prime e seconde, in collaborazione con l'Ulss 3 di Bassano. «M.B.
© RI PRODUZIONE RI SERVATA
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NOVENTA. Successo di "Quattro salti in corsia"
L'Ulssósulpalco
tra ironia e canzoni
Un momento dello spettacolo in scena al teatro Modernissimo, F.B.
Per due ore e mezza medici, infermieri, tecnici, laboratoristi
e operatori dell'Ulss 6 si sono
trasformati venerdì scorso al
Modernissimo di Noventa in
cantanti, attori, comici, ballerini e cabarettisti nel "Festival
del S.Bortolo", che ha proposto lo spettacolo "4 salti in corsia". Giunto alla 16A edizione,
l'appuntamento itinerante ha
una finalità sociale: il ricavato
va a favore dell'ospedale noventano "Milani", come ha
spiegato l'ideatrice Ivana Gechelin, dipendente dell'ospedale di Vicenza, trovando il
plauso del vicesindaco Carlo
Alberto Formaggio. Calorosi
applausi del pubblico hanno
salutato a più riprese l'incalzante succedersi di gag che
hanno ironizzato sul mondo
della sanità, canzoni e balli
con l'esibizione dei Babata, di
José Borgo, del gruppo di cabaret "Seven Gnoms" e dei bambini della trasmissione Rai "Ti
lascio una canzone" e di Canale 5 "Io canto" Gioele Albertella, Diletta Busin, Nicole Stella
e Beatrice Pozzato.«F.B.
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CRONACA A.ULSS VICENTINE
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GAMBELLARA
Il progetto
di Olivieri:
un ospedale
in Burundi
Raccogliere fondi per la co- data da Diego Olivieri, l'arzistruzione di un ospedale in Bu- gnanese detenuto ingiustarundi. È questo l'obiettivo del- mente, secondo l'ultimo rela serata in programma stase- sponso della magistratura,
ra, alle 19.30, a Gambellara, al- per oltre un anno con le accula Casa Vinicola Zonin, dove se di narcotraffico e riciclagsono attesi 150 ospiti dal Vi- gio. Nellafondazione dell'assocentino e Veneto. Un appunta- ciazione, Olivieri, 65 anni, che
mento all'insegna della solida- ha scritto anche un libro sulla
rietà verso i bambini che vivo- sua drammatica esperienza
no nel paese africano, ai quali del carcere, ha dichiarato di
è rivolto il progetto di "Futuro aver trovato il senso della proper tutti". La onlus è stata fon- pria sofferenza. Sarà lo stesso
arzignanese, stasera, a presen-
tare l'iniziativa e a fare il punto della situazione al riguardo,
nel corso di un appuntamento
che vedrà anche la presenza
del console del Burundi. All'incontro parteciperanno diversi
professionisti e il prof. Francesco Autieri, i quali illustreranno la difficile realtà della regione africana. Seguirà un'estrazione a premi il cui ricavato, assieme ai fondi raccolti in serata sarà devoluto al progetto
umanitario, «MAXA.
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CRONACA A.ULSS VICENTINE
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SANITÀ. I dati raccolti dall'I!Iss 6 sono stati presentati in occasione della campagna per la prevenzione della cecità
Ciechi da diabete, in 30 anni il doppio
«Nel Vicentino non sanno
ancora di essere a rischio
circa settemila persone
Fondamentali i controlli»
«Il diabete è la prima causa di
cecità negli adulti, ma il 50 per
cento dei pazienti diabetici,
ancora oggi, non si sottopone
a visita oculistica». Aparlare è
Veronica Maritan, operatrice
del reparto di oculistica del S.
Bortolo, in occasione della
campagna "La prevenzione
guarda lontano", promossa
dal comitato provinciale dell'Agenzia internazionale per
la prevenzione della cecità
(Iapb). L'iniziativa è stata presentata ieri nella sede dell'Unione italiana ciechi, dal presidente provinciale Nicola Ferrando e da Marco Strazzabosco, primario del reparto En-
docrinologia, malattie metaboliche e diabetologia del S.
Bortolo.
Strazzabosco ha illustrato i
numeri vicentini. «Nella nostra Ulss - spiega - il numero
dei malati di diabete è raddoppiato in 30 anni. Su 320mila
persone, 16mila sanno di esserlo, ma altri 7mila no. Tutti coloro che hanno più di 45 anni dovrebbero fare la glicemia, in
particolare chi è sovrappeso,
ha familiarità col diabete, è
iperteso o ha valori alti di colesterolo e trigliceridi».
Dal diabete si può arrivare alla retinopatia, i cui sintomi sono avvertibili solo quando è
già in stato avanzato. Primo rischio di complicanza è infatti
la durata della malattia. Dopo
20 anni, infatti, la retinopatia
viene sviluppata dal 70 per
cento dei diabetici. «Tutti i pazienti - spiega Maritan - do-
vrebbero sottoporsi allo screening, perché la retinopatia diabetica è responsabile del 13
per cento di nuove invalidità e
cecità legali ogni anno. Inoltre
chi è affetto da retinopatia ha
più possibilità di sviluppare
patologie cardiovascolari e nefropatia diabetica». Il volantino realizzato per la campagna
sarà distribuito negli incontri
organizzati dalla associazione, tra cui la cena di beneficenza organizzata giovedì 5 dicembre alle 20 a Palazzo Barbarano e la festa di S. Lucia di
domenica 15 dicembre alla
scuola media Carta. Infine un
appello: «I pazienti diabetici
con danni alla vista non riescono a usare i normali strumenti
che servono per la terapia.
Con alcuni accorgimenti, però, si potrebbe venire incontro
a queste esigenze». «M.E.B.
Una visita oculistica per la prevenzione della retinopatia
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CRONACA A.ULSS VICENTINE
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LA STORIA. Tredicenne affetto da distrofia muscolare va in Thailandia
Il viaggio di Nikola
«Via dall'Italia
per le staminali»
Figlio di bosniaci, è alunno della scuola "Da Porto"
Raccolti 22 mila euro tra i compagni e gli amici
«Non sappiamo se la cura servirà, ma tentiamo»
Chiara Roverotto
«In Italia non c'è più alcuna
speranza per Nikola. Il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin ha proibito le cure con
il metodo Stamina. E mio figlio, malato di distrofia muscolare, sta sempre peggio. Vogliamo tentare, ci sono stati ragazzi che hanno avuto miglioramenti, che hanno ripreso a
camminare. Non si può negare a due genitori la voglia di vedere un figlio che cammini
con le proprie gambe». Nikola
Jovanovic è figlio di Ielena e
Ivan, entrambi bosniaci, che
sono in Italia da 19 anni e hanno altri due ragazzi.
«Da giugno Nikola, 13 anni,
non cammina più, vive su una
sedia a rotelle, ed ora comincia ad avere problemi anche alle braccia: le muove con fatica.
Non ce la facciamo a vederlo
in queste condizioni. Si sta spegnendo giorno dopo giorno».
Così «in questi anni è stato
curato a Milano, ma non siamo mai venuti a capo di nulla.
Di speranze ce ne sono poche
a detta dei medici, ecco perché
abbiamo deciso che Ivan porterà Nikola in Thailandia, precisamente a Bangkok allo
Shenzhen Beike Biotechnologies, la compagnia leader in Cina con una filiale anche in
Thailandia nel settore della ricerca sulle cellule staminali,
nonché nel loro impiego clinico».
La madre oramai è decisa:
«Per noi è l'ultima àncora di
salvezza, uno scoglio dove aggrapparci per sperare che nostro figlio possa riprendersi.
Non possono toglierci anche
questo».
Di Nikola ci siamo già occupati sulle pagine di questo
Giornale, come alunno della
scuola "Da Porto" di piazza
Marconi. La madre, infatti,
aveva chiesto che venisse posizionata una pedana all'ingresso dell'istituto per evitare che
suo figlio, per affrontare tre
scalini, nonfosse costretto tutte le mattine ad essere trasportato a braccio dalle bidelle o
da altri genitori con la sedia a
retelle.
Sembrava una richiesta semplice. Eppure, malgrado le rassicurazioni degli uffici comunali, non ha ancora ricevuto risposta.
Nel frattempo i genitori del
piccolo si sono concentrati sul
viaggio che dovrà affrontare.
CRONACA A.ULSS VICENTINE
«Nikola, malgrado tutto - racconta la madre - non ha perso
il sorriso e la voglia di vivere. E
per questo i suoi compagni di
classe si sono mostrati sensibili e sempre presenti attraverso
giochi e letture che gli permettessero di non sentirsi escluso
dal gruppo».
Però Nikola, che è un bambino vivace e molto affettuoso,
ha un sogno: «È quello di tornare a camminare. Ha ottenuto la possibilità di partecipare
a un programma di sperimentazione basato sull'utilizzo di
cellule staminali in Thailandia. Non sappiamo se funzionerà, ma vorremmo dargli
un'opportunità, una chance, e
abbiamo bisogno dell'aiuto di
tutti».
Un appello lanciato, un tam
tam che ha toccato il cuore di
molti e finora sono stati raccolti 22 mila euro. «Dobbiamo
ringraziare i compagni di scuola, i genitori, i nostri amici, i parenti».
«I soldi - prosegue la madre serviranno per il volo. A noi basta questo. È il nostro ultimo
sogno. Lo dobbiamo a nostro
figlio. Non sappiamo se sia giusto o sbagliato, ma vogliamo
tentare. Vederlo peggiorare è
terribile». •
Pag. 14
W Dopo che il
metodo Stamina
è stato vietato
dal ministero
qui non abbiamo
più speranza
Presidio a Roma
La protesta
dei malati
"assedia"
Montecitorio
Continueranno la loro protesta
davanti a Montecitorio sotto la
tenda verde diventata la loro
sede. Sono i malati che da mesi
in presidio chiedono la
possibilità di accedere al
metodo Stamina. E che ieri si
sono resi protagonisti di un
gesto shock: due di loro in
carrozzella hanno utilizzato
flebo e siringhe per estrarsi del
sangue gettandolo sulle foto di
Giorgio Napolitano, Enrico
La protesta davanti Montecitorio
Letta e Beatrice Lorenzin.
Gruppi di malati nel pomeriggio
hanno bloccato il traffico per le vie
di Roma mentre altri hanno
tentato di entrare a Montecitorio
scontrandosi con le forze
dell'ordine.*
© R1PRODUZIONERISERVATA
Un laboratorio di analisi che si occupa di ricerca con l'uso di cellule staminali
CRONACA A.ULSS VICENTINE
Pag. 15
IL BILANCIO. I dati della Fidas provinciale
Donazioni sangue
a quota 28 mila
con le prenotazioni
L'assemblea provinciale
ha presentato le nuove
iniziative e la possibilità
di telefonare ai centri
È trascorso un anno e mezzo
dall'elezione del presidente
provinciale di Fidas Vicenza,
Mariano Morbin, ed il bilancio associativo è decisamente
positivo.
Il numero di donazioni è sostanzialmente stabile, segnando un modesto calo nel 2013
rispetto all'anno precedente
ed i progetti di solidarietà che
vedono impegnata l'associazione sono molteplici. «Trasparenza, coinvolgimento e responsabilità di tutti i dirigenti
associativi - spiega il presidente Mariano Morbin - rappresentano le priorità per questa
presidenza».
Tra i progetti intrapresi, ricordiamo che Fidas Vicenza è
capofila delle associazioni del
dono del "programma delle
prenotazioni chiamate dei donatori", che consentirà ai donatori di prenotare direttamente da casa, attraverso un
portale dedicato, la propria donazione di sangue, riducendo
così spostamenti e costi inutili, con un sensibile risparmio
di tempo.
Nei primi mesi del 2014 il
nuovo sistema di prenotazione (giorno ed ora) dovrebbe essere operativo per tutti i Cen-
Mariano Morbin in assemblea
tri trasfusionali della provincia. Recentemente è stato costituito l'83° Gruppo di Fidas
Vicenza, con nome "Fidas Bassano del Grappa".
Un evento significativo, in
quanto la zona era scoperta.
Da subito il nuovo presidente
del Gruppo, Lino Dal Maso, si
è adoperato per ricercare sul
territorio nuovi Donatori, instaurando proficue relazioni
con i vertici dell'Ulss 3 e confrontandosi costruttivamente
con le altre Associazioni del
Dono del territorio.
Progetto Scuole. Importante
è l'attività di formazione nelle
scuole superiori di Vicenza, in
sinergia con le Associazioni
del dono. «F.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Treni, maxiritardi per i furti di rame '^Z.
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AIDS
ALLARME DALL'OMS:
ADOLESCENTI A RISCHIO,
CONTAGIATI IN 2 MILIONI
Gli sforzi per debellare l'epidemia mondiale di Hiv, che
secondo molti esperti stanno dando buoni frutti, non
riescono però a toccare uno
dei gruppi più vulnerabili
alla malattia: sono infatti oltre due milioni, afferma
l'Organizzazione mondiale
della Sanità alla vigilia della giornata contro l'Aids dell'I dicembre, gli adolescenti
sieropositivi nel mondo, e
spesso hanno meno possibilità degli adulti di accedere
alle terapie e alle informazioni. Il fallimento delle politiche adottate fin qui, spiega l'agenzia, ha fatto sì che
all'interno del gruppo degli
adolescenti la mortalità sia
cresciuta del 50%.
SANITÀ VENETO
CRONACA A.ULSS VICENTINE
Pag. 17
A Venezia
Mosca nel
formaggio,
proteste
a scuola
VENEZIA —Una
mosca nell'impasto
del formaggio. A
trovarla, lunedì,
mentre Io tagliava in
due parti per metterlo
nel panino, una
bambina di quinta
elementare della
scuola Canal di
Venezia. È accaduto in
mensa e l'alunna,
inorridita, l'ha portata
alla maestra. II pezzo
di formaggio è stato
messo nel frigorifero
della scuola in attesa
delle analisi necessarie
da parte dell'Usi.
Intanto però le
famiglie sono entrate
in agitazione. «Mia
figlia fortunatamente
non era in mensa
quando è successo spiegava ieri mattina
Matteo Matteuzzi, un
papà della Canal - ma
avrebbe dovuto
mangiarvi il giorno
successivo. Le
abbiamo dato un
panino, non ci
fidiamo più di farla
mangiare lì». E come
lui hanno fatto tanti
altri genitori. Nella
giornata di ieri, il
dipartimento di
prevenzione dell'Usi
12 ha fatto i dovuti
sopralluoghi nel
centro di cottura. Ma
non ha rilevato
nessuna anomalia.
ADE.
SANITÀ VENETO
CRONACA A.ULSS VICENTINE
Pag. 18
SANITÀ II professor Giovanni Zaninotto al Saint Mary di Londra: «A Padova porte chiuse»
II super chirurgo arruolato
dall'ospedale dei Principii
Federica Cappellaio
Padova ingrata. E lui vola a
Londra. Lunedì prenderà servizio all'ospedale Saint Mary, dove in estate è nato il "royal
baby", figlio del principe William e Kate Middleton. «Ho
lasciato l'Università di Padova racconta il noto chirurgo Giovanni Zaninotto, 62 anni, - sono
andato in pensione anzitempo
dal Bo e mi hanno arruolato
all'Imperiai College of Science
technology and medicine, prestigiosa università britannica,
una delle migliori del mondo.
Deluso? A volte se si chiude una
porta si apre un portone...».
«È una triste storia di gelosie,
figlia di un clima invelenosito.
Non è la prima volta che chi
promette non mantiene, e temo
non sarà l'ultima»: si toglie
qualche sassolino dalla scarpa
il professor Ermanno Ancona,
da un anno in pensione
dall'Azienda ospedaliera universitaria, ex vicesindaco. Si
sfoga alla vigilia dell'illustre
entrata in servizio londinese
del suo delfino, uno dei più
stretti collaboratori, successore in pectore: il professor Zaninotto, esperto in malattie
dell'esofago, oncologia chirurgica, chirurgia del tratto digestivo superiore.
Un'eredità non raccolta. «Il
Dipartimento di Scienze oncologiche e chirurgiche dell'Ateneo
l'aveva già chiamato, il cda
dell'Università l'aveva confermato: l'operazione - ricorda Ancona - avrebbe dovuto rientra-
POLEMICA APERTA
Il suo collaboratore:
«Persa una leadership»
re nel progetto di riorganizzazione dell'area chirurgica.
L'Unità dipartimentale di chirurgia dell'esofago doveva andare appunto a Zaninotto, c'era in
questo senso un accordo tra
Azienda ospedaliera e Università. Nel luglio 2012 ci siamo
trovati io, il magnifico rettore
Giuseppe Zaccaria, l'allora dg
Adriano Cestrone, il sovrintendente operativo Antonio Tiengo
e il professor Donato Nitti nello
studio dello stesso Zaccaria. Mi
sono fidato della loro stretta di
mano. Non solo il consiglio di
Dipartimento aveva dato l'ok
ma anche il cda dell'Ateneo
aveva ratificato la scelta, prevedendo pure un budget. Ma il
primo ottobre, quando sono andato in pensione, qualcuno deve aver cambiato idea. E quello
che era un esito logico, è stato
accantonato. Padova perde così
una tradizione di leadership».
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Studenti e Comune, "tavolo" apeno
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A LONDRA Giovanni Zaninotto
ULSS 15 E SANITA' LOCALE
PIANO E SERV. SANIT REG.VEN.
Pag. 19
Troppi ritardi: medico sospeso
Una specialista dell'Usi 7 èfinitain commissione disciplinare: diffidata e allontanata dal serviz
Giampiero Maset
CONEGLIANO
Non rispettava gli orari di
servizio a cui era tenuta, creando disagi sia agli utenti che
agli altri operatori. È stata
sanzionata con un diffida e la
sospensione della possibilità
di avvalersi dell'assegnazione
di quattro turni, previsti
dall'accordo per la specialistica convenzionata. È la punizione a cui è stata sottoposta una
dottoressa, specialista ambulatoriale, con un incarico a tempo indeterminato. Come si legge nel provvedimento del direttore generale dell'Usi 7 Gian
Antonio Dei Tos, era risultato
che «nel corso dei primi cinque mesi di quest'anno abbia
più volte disatteso il rispetto
dell'orario di attività indicato
nella lettera di incarico, in
particolare per quanto riguar-
da il suo inizio, con ritardi che
andavano dalla mezz'ora ai 45
minuti o superiori all'ora». Si
era preso atto «delle numerose
e frequenti proteste formulate
sia dall'utenza che dagli operatori per gli evidenti disagi
collegati ai ritardi nell'inizio
dell'attività ambulatoriale mesi in atto». All'interessata era
stata fatta «una dettagliata analisi dello svolgimento della sua
attività, evidenziando i numerosi e pesanti ritardi rispetto al
normale inizio dell'attività
dell'ambulatorio, richiamandola alla sua osservanza». Ma,
per il ripetersi di tale comportamento, il 28 agosto scorso le
è stata contestata con nota
ufficiale l'infrazione ai suoi
obblighi e doveri, dandole 20
giorni di tempo per presentare
le sue contro deduzioni che
scritte, che non sono però arrivate. Il 20 settembre è stata
deferita alla commissione di-
sciplinare per i provvedimenti
del caso. E stata convocata il
15 ottobre, avvisando l'interessata della possibilità di essere
sentita su richiesta. Il 30 ottobre la commissione ha comunicato al direttore generale la
sua decisione, da lui ora recepita, di diffidare l'interessata e
sospenderla dalla possibilità
di avvalersi dell'assegnazione
di quattro turni. La decisione è
stata notificata all'interessata
e trasmessa all'ordine professionale di competenza. La stessa dottoressa aveva operato in
passato nell'Usi 8 di Asolo e
aveva subito la sanzione disciplinare della sospensione
dall'incarico di specialista ambulatoriale per un anno, dal 18
ottobre 2010 al 17 ottobre
2011. Alla scadenza non aveva
più ripreso servizio, comunicando la sua decisione di rinunciare all'incarico.
LE PROTESTE
Continue
segnalazioni
da operatori
e utenti
UN MEDICO specialista è stato diffidato dalla commissione disicplinare
I!
IN AMBULATORIO
Si presentava
dopo un'ora
m'
Comuni ifapondoDB picche
alle fìuioni conerò eli titrcdii
SANITÀ VENETO
PIANO E SERV. SANIT REG.VEN.
Pag. 20
SANITÀ L'Usi mette in cantiere una rivoluzione con consorzi di camici bianchi
Reperibili il giorno e la notte
f
1
i medici di base fanno 'rete '
Priorità: ridurre gli accessi in ospedale e dare risposte al territorio
MONTEBELLUNA - (l.bon)
Il territorio si mette in rete.
In nome della salute. Anche
in connessione con l'approvazione delle nuove schede relative alle varie Usi, l'azienda
del montebellunese programma il proprio futuro. Non solo
sul fronte dei servizi ospedalieri, per i quali è prevista
l'attivazione di vari primariati, ma anche di quelli territoriali. Al riguardo, fra le novità in cantiere spicca quella
dell'attivazione di una centrale operativa territoriale 24
ore.
«Si tratta -spiega il direttore generale Bortolo Simonidi una centrale telefonica che
consente un collegamento
per i servizi del territorio.
Praticamente, si tratterà di
un punto di riferimento per
gli addetti ai lavori, i medici
di base ma non solo loro, che
avranno finalmente un unico
cooordinamento». È questo
uno dei veicoli attraverso cui
si punta a fare «rete». Importante, al riguardo, l'operazione che prevede la disponibilità dei medici 24 ore su 24
grazie alla creazione di gruppi di professionisti. «Si tratta
di un progetto cui stiamo
lavorando ma che non è ancora arrivato in porto». Ovviamente, tale tipo di aggregazione permetterebbe, in particolare, di ridurre gli accessi al
Pronto soccorso da parte dei
Codici bianchi sia perché ci
sarebbe un riferimento costante sia perché, quando si
arriverà alla realizzazione di
Unità territoriali di assistenza primaria (due nell'Usi 8 ci
sono già, ma nella Castellana) qui potranno essere effettuate anche alcune visite ed
esami senza ricorrere alle
strutture centrali.
Un'importante scommessa
da vincere sarà poi costituita
dagli ospedali di comunità,
posti letto non per acuti che
verranno assegnati a varie
strutture di territorio, case di
riposo in particolare. «Ciò
che posso assicurare -spiega
il direttore generale- è che ad
ogni dismissione, sia per
quanto riguarda gli ospedali
che il territorio, corrisponderà un'attivazione, in relazione
ai posti letto ma non solo».
OSPEDALE - Si sta completando l'attivazione della nuova hall dell'ospedale; tutti i
lavori dovrebbero essere ultimati per il 15 dicembre.
LA NOVITÀ
riguarda
il territorio
e i medici
di base
che
saranno
reperibilii
24 ore su 24
SANITÀ VENETO
PIANO E SERV. SANIT REG.VEN.
Pag. 21
IL NUOVO OSPEDALE
«Bene i fondi della Bei
ma il project non sfuma»
Rossi accoglie con cauto ottimismo la notizia del prestito di 350 milioni
«Speriamo di poter accordare gli interventi con la seconda linea del tram»
di Simonetta Zanetti
Cauto ottimismo. È la reazione
con cui il sindaco reggente Ivo
Rossi accoglie la notizia che la
Regione si è mossa per ottenere 350 milioni dalla Bei (la Banca europea per gli investimenti) per realizzare il nuovo ospedale di Padova. Una base consistente (su una spesa complessiva di 650 milioni) da restituire
in 25 anni a un tasso fisso di interesse del 2%. «Se sarà confermata dai fatti si tratta davvero
di una bella notizia e non posso che esserne felice» sostiene
Rossi «del resto anche noi abbiamo appena ottenuto, sempre dalla Bei, 62 milioni per l'efficientamento degli impianti
energetici nelle scuole e negli
edifici pubblici. Quello della
Banca europea è un canale importantissimo di questi tempi
e si basa sulla solidità delle istituzioni che richiedono il prestito». Un primo, quanto necessario passo per avviare l'opera,
che può ridurre le dimensioni
del finanziamento in project
ma che, difficilmente, lo cancellerà: «Quello della Bei potrebbe essere un piccolo tesoretto, una base importante su
cui calibrare il finanziamento
privato da cui purtroppo, però,
temo non si potrà prescindere» prosegue Rossi. Diversamente, data l'impossibilità di
fare affidamento certo sulle risorse statali e la precarietà del
Governo, il polo di Padova
ovest non avrebbe la certezza
di decollare in tempi brevi.
L'ultimo contatto tra Rossi e
il presidente della Regione Zaia è stato giusto qualche settimana fa, proprio per programmare interventi su due fronti
«sia direttamente con il ministero, che attraverso la Legge
di stabilità, per poter incrementare i fondi a disposizione
dell'edilizia ospedaliera» rivela
il sindaco.
«La Bei è un'ottima alternati-
va, visto che concede prestiti a
tasso vantaggioso e permette
di continuare a fare investimenti di grande valore - conclude il sindaco - e questo è importante non solo perché significa che hanno fiducia nelle nostre capacità, ma anche perché
chi investe in un periodo di crisi dimostra comunque di avere
una marcia in più. Adesso speriamo solo che i tempi siano rapidi: in questo modo, alla conferma dei 35 milioni per la seconda linea del tram che intercetta tutte le strutture ospedaliere della città, saremo in grado di progettare le infrastrutture al meglio».
Intanto anche lunedì si è tenuto un incontro tra Claudio
Dario, direttore dell'Azienda
ospedaliera (stazione appaltante dell'opera) nonché responsabile del procedimento e
i tecnici del Comune per accelerare al massimo pratiche,
procedure e burocrazia.
L'area di Padova ovest in cui sorgerà il nuovo polo ospedaliero
ULSS 15 E SANITA' LOCALE
PIANO E SERV. SANIT REG.VEN.
Pag. 22
Pipitene (Idv): «La Banca europea finanzi l'intero importo»
Anche l'Italia dei Valori plaude
all'ipotesi di vedere finanziata
parte del polo ospedaliero di
Padova ovest dalla Bei: «Se è
vera, è un'ottima notizia la
disponibilità della Bei a
prestare 350 milioni per la
realizzazione del nuovo
ospedale. Ma perché non
chiedere l'intera somma
necessaria all'Europa o allo
Stato? Perché continuare con
l'errore del project
financing?». Di fronte alla
disponibilità
della Banca
europea per
gli
investimenti
di erogare
alla Regione
350 milioni
per costruire
l'ospedale, il capogruppo
veneto dell'ldv Antonino
Pipitone (nella foto) rilancia:
«Oltre al problemadella
sicurezza idraulica dell'area
àM^ÉEsfà.
prescelta - osserva Pipitone quello del finanziamento
rimane lo scoglio principale da
superare. Lo ripetiamo da
anni: il nuovo ospedale deve
essere fatto solo con i soldi
pubblici. Solo così saremo
favorevoli, a patto che ci sia
unaseria verifica dell'impatto
dell'operazione sul tessuto
economico della città,
soprattutto in centro storico»
conclude il consigliere
regionale.
ULSS 15 E SANITA' LOCALE
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SCENA
Idea nata a pranzo
da un suggerimento
di Malvestio a Zaia
di Renzo Mazzaro
È nata a tavola, durante un
pranzo di lavoro tra Luca Zaia e
il suo consulente Massimo Malvestio, l'idea di ricorrere alla
Bei per finanziare il nuovo
ospedale di Padova. Da una domanda cretina fatta dall'avvocato trevigiano al presidente
della Regione: «Perché non
chiedi i soldi alla Bei come fanno tutti in Europa?» è sbottato
più o meno. «Li danno a interessi bassissimi. A noi per un finanziamento di 50 milioni ad
Ascopiave praticano l'I,5-2%.
Altro che gli interessi che pagate voi con i project financing».
Da lì è partita la procedura che
dovrebbe portare all'annunciato prestito di 350 milioni della
Banca europea d'investimenti
alla Regione. Brutta faccenda
per Zaia se adesso Malvestio si
trasferisce a Malta per 6 mesi
all'anno: chi gli darà più le dritte, visto che i 2.700 dipendenti
della Regione si occupano d'altro?
Il pranzo di lavoro Zaia-Malvestio si colloca all'inizio
dell'estate, particolare che desumiamo dal fatto che il finanziamento Bei-Ascopiave è stato firmato a giugno: lo conferma il direttore generale dell'azienda Roberto Gumi-
rato. Ascopiave
distribuisce gas
metano in più di
200 comuni, di
cui 150 in Veneto,
il resto disseminato in Lombardia,
Piemonte, Emilia"
e Liguria. Ha una rete che supera gli 8000 chilometri e un piano di sviluppo ulteriore nei
prossimi 5 anni, motivo per il
quale le servono 75 milioni di
euro. Niente paura, c'è la Bei
pronta a sganciare i primi 35
senza bisogno di garanzie, basta solo che il prestito non superi il 20% del patrimonio netto dell'azienda. Per gli altri 35
milioni occorre la garanzia di
un'istituzione italiana: Ascopiave se l'è fatta dare dalla Cassa
Depositi e Prestiti ma utilizza
solo 10 milioni a 12 anni, per il
momento non le serve di più.
La pratica è stata seguita dallo
studio Barel-Malvestio, pubblicità gratuita (tanto non ne hanno bisogno).
Trasferire la procedura
dall'energia alla sanità non è
automatico. Prima di tutto la
Bei non finanzia direttamente
le aziende sanitarie ma la Regione: questo non semplifica
ma complica. In ogni caso bisognerà fare i conti con il bilancio
di palazzo Balbi. Il secondo
ostacolo viene dall'esnerienza
dell'ospedale all'Angelo di Mestre: tra i finanziatori del
project, udite udite, c'era anche la Bei che ha sudato sette
camicie per regolarizzare le
procedure. Tanto per cominciare, la concessione era stata
stipulata solo con il promotore
senza gli istituti
di credito e c'è voluta la pazienza
di Giobbe per capire dove andavano collocati i rischi. A cascata sono stati adattati i
capitolati tecnici
e i contratti tra la
"società di progetto, le società di servizi e i fornitori, con l'impegno per il futuro
di chiudere tutte queste partite
molto tempo prima dell'avvio
della gestione. C'erano da coprire i tempi morti e i costi di
trasferimento dal vecchio ospedale al nuovo. Bisognava stabilizzare il flusso di cassa, per assicurare l'equilibrio finanziario
della gestione nel tempo, prevedendo anche ipotesi di revoca della concessione. Tutte cose rese pubbliche dalla Bei in
un convegno ad Ancona il 6
marzo dal titolo «La lezione del
progetto ospedale di Mestre».
Pare di capire che l'esperienza
veneta non sia stata esaltante
per la banca europea.
GLI OSTACOLI
Il finanziamento
dell'Angelo si è rivelato
particolarmente
complicato
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Pag. 24
Massimo Malvestio
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Pag. 25
<I> IL GUSTO DELLA RICERCA
Raccolti oltre 100 mila euro per i bambini
• • Il Gusto per la Ricerca festeggia i 10 anni di attività destinando 105.350 euro alla ricerca, rispettivamente 70.000 euro alla Fondazione Città della Speranza, rappresentata dal presidente, Stefania Fochesato e 35.350 euro all'Hospice pediatrico dell'Azienda ospedaliera, rappresentata dalla dottoressa
Franca Benini. In dieci anni è stato superato il milione e mezzo di euro (1.535.455 euro), interamente
donato alla ricerca scientifica pediatrica e a opere di sussistenza destinate all'infanzia.
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Pag. 26
Contro Fomofobia
debutta a Treviso
il primo gruppo lesbo
L'avvocato Michela Nieri è l'anima del movimento
Sabato sotto la Teresona un'iniziativa contro l'Aids
«Non voglio!!!, «Vietato!!!», «Togliamo di mezzo efebi, culattoni, bianchi, neri, grigi!!!». Ricordate? Era l'anatema dell'allora
sindaco-sceriffo Gentilini. Ora
in città è sorto il Coordinamento
lesibiche, gay, bisessuali e transgender che debutterà in città
sabato. «Quanti esclamativi,
quanti divieti ed esclusioni c'erano allora»,ricordal'avvocato Michela Nieri che del Coordinamento è l'anima, «Spero che
questa volta la città svolti davvero. Si è fatta viva anche l'Asl. La
nostra prima manifestazione,
quella di sabato, coincide con la
giornata contio l'Aids, la seconda, il 27 maggio, sarà dedicata alla lotta all'omofobia. Speriamo
davvero che Treviso riapra le
porte a un senso del'accoglienza
e della tolleranza che le appartiene per tradizione. La città è invitata prima sotto la Teresona per
la manifestazione di sensibilizzazione contro l'Aids: distribuiremo materiale informativo rea-
lizzato con la collaborazione
dell'Associazione Italiana Donne Medico e di tte strepitosi artisti Uevigiani. Insieme a noi ci saranno i volontari della Croce
Rossa e le amiche di ArciLesbica. Poi di sera ci vedremo al Sestin per un aperitivo che sarà il
debutto in società del Coordinamento Lgbt di Treviso. Sì, usiamo proprio questo termine,
"debutto in società", perché finora si è fatto finta che nulla di
tutto ciò che rappresentiamo
esistesse». Michela Neri è chiara. Anzi chiarissima. Il debutto
in società del Cooordinamento
lesbiche, gay, bisessuali e tangender è, in fondo, solo un passo
formale. Le identità sessuali che
si raggruppano sotto l'ombrello
del coordinamento c'erano già,
naturalmente, in città. Qualcuno ha provato a negarle contro
ogni evidenza, tutto qui. E invece eccole, pronte a rappresentare alla luce del sole due battaglie
importanti: quella della prevenzione contro l'Aids e quella contro l'omofobia. La prima uscita
sarà sabato in Piazza Indipendenza, con i banchetti "anti Aids" che distribuiranno le cartoline realizzate con il contributo
grafico di tre artisti trevigiani importantissimi. Ma il Coordinamento crede molto anche sul
tam-tam dell'aperitivo serale al
Sestin. «Ci crediamo», dice Michela Nieri, «soprattutto in considerazione del fatto che hanno
dato la loro adesione al coordinamento non solo gay, ttans, lesbiche e bisessuali, ma soprattutto tantissimi eterosessuali,
dando una segnale importantissimo per una città, la nostra, che
ha vissuto anche di recente giorni di oscurantismo medioevale.
È il lato gioioso di tutto questo
che conta, il debutto in società,
appunto, come quello, un tempo, delle diciottenni alballo».
(a.f.)
Michela Miei
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La locandina del Coordinamento in programma sabato a Treviso
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Pag. 28
Il caso II provvedimento in vigore al massimo per un anno. Ma il noto penalista potrebbe fare ricorso
L'Ordine sospende l'avvocato Fadalti
Dopo la condanna per tentata truffa, la sanzione del Consiglio
TREVISO — Dopo la condanna in primo grado per tentata
truffa aggravata, arriva la sospensione cautelare dalla professione forense per l'avvocato Luigi Fadalti. Un provvedimento
che era nelle prerogative del
Consiglio dell'Ordine degli Avvocati che, sulla vicenda giudiziaria che vede coinvolto il noto
penalista trevigiano, aveva già
aperto un procedimento disciplinare, n 18 novembre scorso
la decisione del consiglio, in vigore a partire dal 25 novembre.
L'avvocato, uno dei più conosciuti non solo in città, che ha
seguito processi importanti dalla truffa all'Usi 9 al caso Moreira, dovrà temporaneamente
astenersi dal praticare la sua
professione e non porrà quindi
assistere i suoi clienti e seguirne i procedimenti in corso. Per
opporsi alla sanzione cautelare,
che va da non meno di 2 mesi
ad un periodo non superiore ad
1 anno, il legale può fare ricorso
al Consiglio Nazionale Forense.
Non proprio un atto dovuto,
quello del Consiglio dell'Ordine
degli Avvocati che ha il potere,
discrezionale, di disporre in via
cautelare la sospensione dall'attività forense sulla base di una
valutazione d'incompatibilità
dell'addebito con l'esercizio della professione. Nel caso del penalista, l'addebito consiste nella
sentenza di condanna per tentata truffa ai danni di una cliente,
emessa dal tribunale di Treviso
nell'ottobre scorso. Fadalti, processato con rito abbreviato, era
stato infatti condannato a una
pena di 10 mesi (scontata di un
terzo per il rito), a 300 euro di
multa con sospensione condizionale subordinata al pagamento dei 20 mila euro di provvisionale da versare alla parte offesa.
Il noto penalista, era finito del
mirino della procura dopo che
la 35enne lo aveva denunciato
perché, nel corso di un colloquio, Fadalti, che la stava assistendo nella separazione dal marito, l'avrebbe sollecitata a sottoscrivere un documento sulla privacy con alcune parti in bianco,
rassicurandola che «le avrebbe
compilate la segretaria con i dati personali della cliente». In realtà si sarebbe trattato di una
«convenzione» ossia un contratto nel quale venivano pattuiti
un compenso preventivo e un
compenso «parametrato al raggiungimento degli obiettivi», indicato nel 10 per cento della
somma percepita dalla cliente al-
l'esito della separazione. Secondo l'accusa, l'avvocato l'avrebbe
così indotta in errore, inducendola a firmare la convenzione e
integrandola, dopo la firma,
con la precisazione che il compenso parametrato andava riferito «ai valori di proprietà della
cliente trattenuti dall'ex marito,
consistiti in 7 chilogrammi
d'oro in lingotti». Pochi giorni
dopo, alla 35enne sarebbe arrivato un preavviso di fattura con
richiesta di pagamento di oltre
45 mila euro. In sede di sentenza, il giudice Leonardo Bianco
aveva anche dichiarato la falsità
della scrittura ordinandone la
confisca. Fadalti assistito dall'avvocato Renzo Fogliata, ha sempre respinto le accuse ed ha annunciato che ricorrerà in appello.
Milvana Citter
I mesi di condanna
decretati con rito abbreviato
dal giudice per un caso di
tentata truffa aggravata
commessa ai danni di una
cliente dello studio
In tribunale L'avvocato Luigi Fadalti al termine di un'udienza
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Pag. 29
Venezia
Sottovalutò
il malore
infermiere
patteggia
VENEZIA — Per evitare
il processo ha preferito
chiudere i conti con la
giustizia con un
patteggiamento di 8
mesi. Secondo il pm
Angela Masiello, che ne
aveva chiesto il
giudizio dopo che il
gip Alberto Scaramuzza
aveva rigettato una
prima richiesta di
archiviazione, se
l'infermiere Fabio
Pellizzon, centralinista
del triage dell'Usi 13 di
Mirano, avesse infatti
capito che Federico
Amato era stato colpito
da un infarto letale e
gli avesse subito
attribuito il codice
rosso, forse il 3oenne
ingegnere di Oriago si
sarebbe salvato.
C'erano il 65 per cento
di possibilità, ha detto
la perizia del gip.
Invece Pellizzon quel
20 agosto del 2009
attribuì inizialmente
un codice verde e
l'ambulanza arrivò ben
due ore dopo la prima
telefonata al 118. A
insistere per la
riapertura del caso,
dopo una prima
consulenza medico
legale che lo
scagionava, erano stati
i famigliari con
l'avvocato Luigino
Maria Martellato.
(a.zo.)
SANITÀ VENETO
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Pag. 30
Sale nel pannolone dell'anziano
Un infermiere sotto processo
Adria, episodio in Casa di riposo. Paziente morto un mese dopo
ADRIA — Sfregò del sale
grosso sul sedere di un paziente 78enne con una malattia incurabile, provocandogli delle
lesioni. Per questo motivo ieri
mattina l'infermiere dell'ospedale di Adria Ubaldo Caligaro, adriese ancora in servizio
al nosocomio, è stato rinviato
a giudizio.
n processo a suo carico inizia il 20 maggio del prossimo
anno e, nello stesso mese, partirà anche la causa civile di risarcimento danni da 50.000
euro intentata dai due figli del
pensionato contro l'infermiere e l'Usi 19. La vittima non potrà esserci, dato che è morta
nel luglio dello scorso anno.
La sgradevole vicenda risale alla sera del 15 giugno 2012. Ovvero a quando Callegaro va
nella stanza dov'è ricoverato
G. C, un anziano ormai con
pochissimo da vivere, per il
cambio del pannolone.
Per motivi ancora non del
tutto chiariti, l'infermiere al
termine dell'operazione strofina del sale grosso sul deretano del paziente provocando
delle ferite al malcapitato anziano. La mattina dopo il personale ospedaliero trova il sale grosso nelle lenzuola. G. C,
umiliato, tace per due giorni.
Ovvero fino a quando incontra il figlio al quale racconta
l'incidente patito.
Immediata parte la denuncia ai carabinieri della Compagnia di Adria, che risalgono all'autore del «trattamento» così poco professionale. «Pensavo fosse borotalco, non volevo far del male a nessuno» affermerà poi Callegaro che,
quindi, conferma indirettamente come l'episodio sia accaduto veramente.
Una versione controbattuta
con vigore da Alessandro Micucci, l'avvocato che assiste i
due figli del pensionato. «Non
risulta alcun ordinativo di borotalco da parte dell'Usi 19 e
quindi la giustificazione addotta dall'infermiere è risibile
- spiega il legale - Poi venne
rinvenuto del sale grosso, che
francamente è impossibile da
confondere con altra sostanza».
Ma il legale ne ha anche per
l'Usi 19. «E vero che l'azienda
socio-sanitaria ha avviato un
procedimento disciplinare nei
confronti dell'imputato, arrivando a sospenderlo dal lavoro per alcuni giorni, ma poi
riammettendolo in servizio. A
nostro avviso - continua Micucci - si tratta di una misura
del tutto insufficiente di fronte alla gravità di un fatto la cui
veridicità, peraltro, non è mai
stata negata dal diretto interessato».
Antonio Andreotti
Ancora al lavoro II sanitario è in servizio dopo una sospensione
ULSS 15 E SANITA' LOCALE
PIANO E SERV. SANIT REG.VEN.
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NURSIND / Il sindacato chiede che vengariconosciutala nuova professionalità della categoria
Da record la carenza di infermieri
Le stime Ocse parlano di 60mila operatori in menorispetto alla media europea
urSind nasce nel 1998 alta, tuttavia, è ancora molto
con lo scopo di riunire distante dalla legge, e in cortutti i sindacati infermieri- sia l'autonomia professionale
stici presenti sul territorio è ancora tutta da conquistare.
nazionale. Composto esclu- Nonostante siano state introsivamente da infermieri, si dotte figure ausiliarie, come
occupa con competenza e gli Ota (Operatori tecnici
dedizione alle questioni in- assistenziali) o gli Oss (Opefermieristiche e, dal 2012, ha ratori socio sanitari), negli
raggiunto la rappresentativi- ospedali è spesso impossibile
tà ai tavoli della contrattazio- distinguere gli infermieri da
ne nazionale, con la possibili- queste professioni di supportà di intervenire negli aspetti to che, in molte situazioni socontrattuali, organizzativi ed no addirittura assenti: il vececonomici del lavoro degli chio concetto di infermiere
infermieri italiani affinché sia "factotum" è purtroppo anpossibile quel salto di qualità cora molto in voga in Italia e
che la categoria merita.
il demansionamento è all'orLa "questione infermieristi- dine del giorno nonostante
ca" è ancora oggi all'ordine la normativa. In aggiunta, gli
del giorno e tocca temi di infermieri sono pagati poco
fondamentale
importanza e male.
per la categoria quali la riva- "La rivalutazione stipendiale
lutazione stipendiale, le dota- è di fondamentale imporzioni organiche, 1 autonomia tanza per il riconoscimenprofessionale, la disoccu- to sociale del nostro valore
pazione giovanile e la pos- professionale, adeguato alla
sibilità per gli infermieri di responsabilità, al percorso
anticipare l'età pensionabile universitario, ai rischi proa fronte di una permanenza fessionali, al disagio dei turni
a part-time degli ultimi anni che assicurano l'assistenza 24
di lavoro.
ore su 24 ogni giorno dell'anPer legge, dal 1999 l'infermie- no - afferma Nicola Fortunare non è più "ausiliario" del to, segretario provinciale del
medico ma un collaboratore. sindacato -. Nonostante ciò,
È in possesso di una laurea i nostri stipendi continuano
universitaria e dell'iscrizione a essere pari o addirittura a
all'albo professionale, non è volte inferiori a quelli di lavoun esecutore di azioni ordi- ratori non qualificati. Voglianate da altri ma un operatore mo che la politica si accorga
in grado di prendersi carico di questa disequità e stanzi i
della persona assistita. La re- finanziamenti necessari per
N
SEGRETERIA GEN & PERSONALE
aumentarli conformandoli a
quelli dei colleghi europei".
Se è vero che gli infermieri
sono il cuore del Ssn sia per
il ruolo che ricoprono sia per
il numero (39% di tutto il
personale), l'80% della spesa per gli stipendi è tuttavia
destinata alle altre figure del
comparto.
In questo senso, NurSind
persegue un contratto nazionale specifico per le professioni sanitarie, chiedendo un
settore autonomo di contrattazione all'interno del comparto sanità.
Su un altro fronte, si assiste
oggi a una grave carenza infermieristica nelle dotazioni
organiche, mentre una platea
di giovani infermieri disoccupati chiede giustamente di
lavorare.
È la piaga degli ospedali
nell'ultimo decennio. La carenza infermieristica ha assunto proporzioni da record.
Le stime Ocse parlano di 60
mila infermieri in meno rispetto alla media europea.
"Oggi le aziende non possono più nascondersi dietro la
difficoltà di reperire infermieri, ai concorsi pubblici
per poche decine di posti si
presentano a migliaia - afferma Fortunato -. Piuttosto è la
politica del risparmio sulla
qualità assistenziale che dobbiamo combattere".
Il paradosso della spendig
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rewiev che prevede tagli a
fronte di un'invarianza dei
servizi inizia essere chiaro
anche ai cittadini: non è per
nulla evidente l'automatismo
del "fare lo stesso con meno"
e sempre più ci si accorge che
il taglio delle risorse (strumentali e umane) sta producendo una proporzionale
riduzione della capacità del
sistema di soddisfare i biso-
Nicola
Fortunato,
segretario
provinciale
del sindacato
gni di salute.
Per far fronte al preoccupante problema della disoccupazione giovanile, NurSind
ha proposto al governo una
"staffetta generazionale" che,
nel caso della categoria, porterebbe a un avvicendamento
tra infermieri senior e junior,
per dare lavoro e occupazione ai giovani e consentire
un'uscita graduale dal lavoro
agli infermieri prossimi alla
pensione.
Per questi ultimi, in virtù del
fatto che il lavoro dell'infermiere è considerato usurante, si dovrebbe prevedere la
possibilità di passare al pari
Urne negli ultimi tre anni di
lavoro, mantenendo il 100%
dei contributi previdenziali e
quindi senza perdere il valore
della pensione.
\jM
Un evento del sindacato infermieri a Salerno
SEGRETERIA GEN & PERSONALE
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Poste italiane landa la nuova piattaforma sulla salute in convenzione con le Re
n ticket? Ora si paga on line
Versamento dei ticket, ritiro dei referti e gestione dei dati in un clic
Uno spazio
anche per lo shop
Flavia Landolfi
T
icket e referti in un clic. È il
nuovo servizio offerto da Poste
italiane che ha inaugurato un
nuovo portale, Poste salute, dedicato
al mondo della sanità online (www.postesalute.poste.it).
Le funzioni sono attive già da qualche mese ma ancora limitate ad alcune
Regioni. L'obiettivo però è ambizioso
e punta a coprire l'intero territorio
nazionale (si veda intervista all'ad di
Postecom pubblicata a fianco). Il progetto nasce sulla falsariga di Sportello
amico, il canale fisico dedicato alla
sanità già attivato in più di 5.000 uffici postali sul territorio nazionale.
Le aziende convenzionate. Per ora
sono 17 le aziende sanitarie (Basilicata e Sardegna per intero) convenzionate con Poste alle quali si può versare il
ticket utilizzando il sito Poste salute.
Si tratta di Aor San Carlo, Asl di
Matera, Asl di Potenza, Irccs Crob per
la Basilicata; Ao San Giovanni di Dio
e Ruggi d'Aragona per la Campania;
Azienda sanitaria di Sassari, Azienda
sanitaria di Olbia, Azienda sanitaria di
Nuoro, Azienda sanitaria di Lanusei,
Azienda sanitaria di Oristano, Azien-
da sanitaria di Sanluri, Azienda sanitaria di Carbonia, Azienda sanitaria di
Cagliari, Azienda Ospedaliera "G.
Brotzu", Azienda ospedaliero-unìversitaria di
Sassari, Azienda ospedaliero-unìversitaria di
Cagliari per la Sardegna; e infine Azienda
sanitaria di Firenze per
la Toscana (in questo
ultimo caso è attivo però solamente il servizio di ritiro del
referto).
Costi e servizi. Per il pagamento
del ticket il costo della transazione è
di 1,3 euro, mentre per quanto riguarda i referti, per il loro ritiro online si
pagherà 1 euro a procedura.
Il servizio funziona on demand con
la richiesta da parte del cittadino in
fase dì prenotazione presso l'azienda
sanitaria convenzionata. Non appena
disponìbile il referto, la struttura invierà a Poste il documento che a sua
volta invierà un sms di notifica al
cliente.
Il libretto sanitario. Il portale offre poi il libretto sanitario personale:
si tratta di una funzione - che sarà attivata
entro la fine dell'anno
- per l'archiviazione
delle informazioni sanitarie.
La sezione diario of-
Postesalute
Cf« u Librati* linovia M' t* • La IVI rvnif m
fre la possibilità di annotare e salvare le informazioni sanitarie come appuntamenti, posologie e calendari di assunzione dei farmaci e delle vaccinazioni.
La sezione spese, invece, permette
di conservare tutti ì movimenti, come
gli scontrini, le ricevute del pagamento dei ticket (in via automatica a ogni
versamento). Infine, nella sezione documenti sarà possibile archiviare e
quindi gestire tutta la documentazione
sanitaria. Il libretto è gratuito fino a
uno spazio di memoria dì 100 Mb,
mentre tra i 2 e i 10 Gb sì pagherà dai
16,13 ai 20,17 euro l'anno.
Lo shop. Il portale contiene poi
anche un'area shop per lo sviluppo
dell'e-commerce di prodotti di igiene
e bellezza «in attesa che anche l'Italia
- spiega Poste italiane - recepisca la
direttiva che regolamenti la vendita
online dì farmaci senza prescrizione».
La piattaforma è "work in progress" e
al momento transita un traffico di
1.000-1.500 utenti unici.
Ma l'obiettivo di Postecom è di
intercettare i 7-8 milioni di visitatori
che ogni mese entrano nel portale Poste.it. Una volta "catturati" e accese
nuove convenzioni con le aziende sanitarie e le Regioni, il portale si arricchirà di nuovi servizi. Tra questi anche la
funzione per la prenotazione dì vìsite
ed esami clinici.
&
Cimar* in tutu ueuram ìu ritlnuuttIna*
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LEGISLAZ.& POLITICA SANITARIA
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L'AD DI POSTECOM
«Più aziende in convenzione
più vantaggi per il cittadino»
L
9 obiettivo è ambizioso: traghettare gli 8 milioni di utenti unici
mensili dal portale generale di Poste.it al nuovo canale Poste
salute. «Al momento abbiamo attivato solo alcune convenzioni con
Regioni e aziende sanitarie - spiega l'ad di Postecom Vincenzo
Pompa -. Ma è evidente che quante più aziende sanitarie convenzioneremo tanto maggiore sarà il beneficio per il cittadino».
Com'è nato questo portale?
Postesalute va inquadrato come uno dei canali che Poste italiane
organizza e gestisce per il mondo della salute dei cittadini. Già da
tempo infatti Poste si è posizionata su questo settore con un canale
fisico per l'erogazione di alcuni servizi: sto parlando di Sportello
Amico con 5.740 sportelli dislocati su tutto il territorio nazionale
presso i quali è possibile usufruire di servizi sanitari nei confronti di
Regioni e delle Asl che hanno sottoscritto una convenzione.
À che punto siete?
Lo abbiamo acceso a ridosso dell'estate ma solo adesso lo
diffonderemo. La piattaforma è divisa in un'area pubblica e un'area
privata: oltre alla parte informativa, c'è il pagamento dei ticket e dei
referti, hi più ci sono il libretto sanitario personale e l'e-shop.
Visto che le funzionalità del portale sono operative quanti
utenti avete oggi?
Sono gli utenti che si servono dello Sportello amico. E cioè ogni
mese 1.000-1.500 utenti unici. Non sono tanti, ma tenga conto che
siamo appena partiti e che il nostro potenziale è enorme sull'online
visto che gestiamo il portale Poste.it dove ogni mese transitano tra i
7 e gli 8 milioni di utenti unici. Quindi il nostro interesse è quello di
intercettare quegli utenti che già gestiamo sull'online, ovviamente
con un corretto livello di messa in sicurezza perché qui siamo di
fronte a informazioni sensibili del cittadino.
Quali aziende hanno aderito?
Purtroppo abbiamo ancora una copertura a macchia di leopardo.
Ma un servizio di questo tipo acquisisce senso e utilità quanto più
raggiunge capillarmente tutto il territorio nazionale. Anche perché
con una copertura considerevole i benefìci per il cittadino sono
importanti. Basti pensare alla possibilità di pagare non solo sul
canalefisicodegli sportelli negli uffici postali, ma anche sull'online
il ticket di qualunque azienda sanitaria ovunque ci si trovi in Italia.
E quindi non sarà più necessario andare alla Asl di Reggio Calabria
per pagare il ticket, lo posso pagare all'ufficio postale di Bolzano o
comodamente a casa dall'online.
Quali altri servizi, in futuro, implementerete su questa piattaforma per la salute?
Abbiamo in programma di inserire anche la funzione per le
prenotazioni di visite ed esami.
F.La.
LEGISLAZ.& POLITICA SANITARIA
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il nuovo Ospedale Unico dell`Ulss 4 Alto Vicentino, strut