ISOLA
NOSTRA
«... e là fantasticando coi miei pensieri, ai miei occhi s’apria,
la giacente città, e l’alpi e il mare e la seminascosta, Isola mia»
Pasquale Besenghi
PERIODICO DELLA COMUNITÀ
DEGLI ISOLANI
ANNO XLVIII
N. 393
TRIESTE, 15 giugno 2013
Poste Italiane S.p.A.-Sped. in Abb. Post . D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 n° 46) art. 1, comma 2, DCB
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Attenzione! In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Trieste C.P.O. detentore
del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.
ISOLA NOSTRA -­ Via XXX Ottobre, 4 -­ 34122 TRIESTE -­ ITALIA - Tel. 040.638.236
E-­mail: [email protected] I titoli
Habemus Papam
La leggenda del Rex riapproda a Genova
Testimoni che scompaiono: Mafalda Codan
Simone Cristicchi, un cantante per il Giorno del Ricordo
Maria Pasquinelli: un compleanno centenario
1913 - 2013: i 100 anni di suor Biancalaura
Domenica 21 luglio 2013
Santuario di Monte Grisa
MADONNA DEL CARMINE
Alle ore 17.30 - direttamente nella chiesa superiore - Santa Messa in onore della Madonna del Carmine.
Domenica 11 agosto 2013
Chiesa di San Giacomo
FESTA DI SAN DONATO
Alle ore 12.00, nella chiesa di San Giacomo, Santa Messa
solenne in onore del compatrono di Isola San Donato.
Domenica 8 settembre 2013
Isola d’Istria
MADONNA DI LORETO
Alle ore 15.30, nella chiesetta campestre di Loreto
presso Isola, celebrazione della Santa Messa nella
ricorrenza della Natività di Maria.
C
hi l'avrebbe mai detto, qualche mese fa?
Siamo ancora qui, da queste pagine a raccontare, a ricordare, a gioire degli avvenimenti
che riguardano la nostra Comunità...
... e don Attilio continua a vegliare su di noi.
Isola Nostra continua le pubblicazioni,
mantenendo lo spirito del suo fondatore, e nei
prossimi mesi - per chi può, di viaggi e vacanze
(vista la crisi) - mantenete nell'animo la consapevolezza che una storia tragica ha disperso
tantissimi isolani nei cinque continenti. La fede
e la ferrea volontà di un piccolo, grande uomo
ha dato a tutti un punto di riferimento per non
dimenticare la nostra amata Isola... del ricordo.
Chi l'ha vissuta la tramandi ai figli, ai nipoti, ai pronipoti... La conoscenza delle tragedie
che uomini possono arrecare ad altri uomini sia
di monito a non ripetere gli errori del passato...
Vi ricordiamo anche che un nuovo crocevia
per “quatro ciacole in compagnia’’ è aperto ormai da tempo su Facebook e troverete all'interno di questo numero una panoramica di quanto
può essere immediato e confortante “chattare’’
da una parte all'altra del mondo con quelli che
un tempo erano i vicini di casa e ora, anche se
dall'altra parte del mondo, sono gli amici del
computer accanto.
Buone vacanze a tutti
sempre con Isola nel cuore!
La Redazione
CHIUSURA DI AGOSTO
ASSOCIAZIONE ISOLA NOSTRA
Augurando una serena estate a tutti i nostri lettori, ricordiamo che la sede di Isola Nostra rimarrà chiusa per
tutto il mese di agosto.
La riapertura è prevista per il giorno
Conto Corrente Postale n. 11256344
Martedì 3 settembre 2013
VIA XXX OTTOBRE, 4 – 34122 TRIESTE
TELEFONO 040-­638236
Coordinate bancarie (IBAN):
Naz. Check Cin Cod. ABI
IT
86
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ORARIO UFFICIO:
martedì-­giovedì ore 10 -­ 12
venerdi 16 -­ 18
E-­mail: [email protected]
AI LETTORI
L’uscita del prossimo numero di Isola
Nostra è prevista per la metà del mese
di SETTEMBRE 2013. Per evitare spiacevoli
disguidi è necessario che tutto il materiale
destinato alla pubblicazione (articoli,
ricordi, necrologi, ecc.) pervenga in
redazione entro il giorno
31 LUGLIO 2013
Grazie per la Vostra collaborazione
ISOLA NOSTRA SU INTERNET
Grazie all’amico Bruno Dagri e a suo
genero Paolo Gabriele Babbini, sono
reperibili sul sito
www.isolanostra.it
i numeri di “Isola Nostra” dal numero
357 (giugno 2004) ad oggi.
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
ISOLA NOSTRA
Periodico trimestrale della Comunità degli esuli d’Isola d’Istria fondato da
Don Attilio Delise nel 1965
Direttore responsabile
Franco Stener
Assistenti di redazione
Anita Vascotto
Attilio Delise
Umberto Parma
Hanno collaborato
a questo numero:
Marisa Berani
Alfredo Bussani
Elvio Chelleri
Lucio Degrassi
Mario Depase
Licinio Dudine
PieroDudine
Emilio Felluga
Donatella Felluga
Nicola Gentile
Mario Lorenzutti
Walter Pohlen
Romano Silva
Franco Stener
Roberto Zonta
Don Pietro Zovatto
Gianni Zvitanovich
Direzione, Redazione,
Amministrazione
Via XXX Ottobre, 4
34122 TRIESTE
Editrice: Associazione
“ISOLA NOSTRA’’
Autorizzazione del Trib. di Trieste n. 843 del 4.5.1992
Conto corrente postale
n. 11256344
1
Maria: Madre della Chiesa
C
on l’estate che avan-­
za – dopo un inverno e una primavera rigidi quanto capricciosi – abbiamo passato anche il mese di mag-­
gio, periodo dedicato parti-­
colarmente alla venerazione della Vergine Maria, Madre di Gesù Cristo.
Antichissima è la devozio-­
ne alla Madre di Dio, risale JLjDOOD¿QHGHO,,VHFRORGRSR
Cristo e continua inalterata, arricchendosi lungo il corso dei secoli con gli apporti di Sant’Agostino, di Sant’Am-­
brogio e in modo speciale di San Cromazio, per il quale SRVVHGHUH OD IHGH VLJQL¿FD
³FUHGHUH QHO 9HUER ,QFDUQD-­
to nato dalla Vergine Maria”. Anche Beda il Venerabile ai tempi di Carlo Magno e quindi San Bernardo, quando vivo era il fervore delle Crociate, can-­
tano i privilegi di Maria, eletta da Dio.
Attualmente il devozionale popolare si nutre – a livello di-­ Alla Vergine muta
vulgativo – delle apparizioni, in particolare quella di Lou-­
La devozione che con rdes, ove la Vergine conferma la calda preghiera mi
ad una fanciulla ignorantella stringe a te, più della mia verde
GL HVVHUH O¶´,PPDFRODWD &RQ-­
speranza spacca le radici FH]LRQH´FRQIHUPDQGRODGH¿-­
del cuore. E’ assidua
nizione di qualche anno prima insistenza sempre in attesa.
SURFODPDWDGD3LR,;
E tu sei muta come
Maggio ci ha proposto il la rosa che adorna
mistero cristiano concentran-­
il tuo vestito di seta
do l’attenzione sulla Madre di bianco dorato. Già
Dio, sulla Madre della Chie-­
la mia giovinezza
sa, titolo quest’ultimo che ha piegata non si rassegna
voluto attribuirLe il Concilio all’urlo degli anni
VDWLFDQR ,, (¶ VWDWR 3DROR
e sospinge il rosso sangue
9, D YROHUOD YHQHUDWD GD WXW-­
a tacite ribellioni.
ti -­ pastori e fedeli -­ con quel Anch’io sono muto
WLWROR(OODUDSSUHVHQWDOD¿JX-­
spezzato in due ti grido
ra della Chiesa, come insegna la mia pena alle tue
Sant’Ambrogio: PDQLDI¿GDWD
-­ nella Fede: comanda al La mia preghiera ruggisce
Figlio di compiere il miracolo, issata sulla rotta
il primo, per superare l’imba-­
del cielo rabbuiato.
razzo di una coppia alle nozze Pietro Zovatto
di Cana. -­ nella Carità: accompa-­
gnando e restando ai piedi della Croce suo Figlio, agnello immolato.
-­ nell’ Unione mi-­
stica con Cristo, alla cui opera redentiva partecipa con il silen-­
zio operoso e la pre-­
ghiera incessante.
Nella sua vita spi-­
rituale Ella è sempre disponibili al proget-­
to del Padre: “Ecco l’ancella del Signore” per riabilitare l’uma-­
nità intera agli occhi di Dio. Anche la Ma-­
donna coopera all’in-­
tegrazione dell’uomo, a renderlo “nuova creatura”, uomo inte-­
grale sospeso tra cielo e terra.
Don Pietro Zovatto
2UDULRGHJOLXI¿FL
Martedì dalle 10 alle 12
Giovedì dalle 10 alle 12
Venerdì dalle 16 alle 18
Telefono 040/63.82.36
Stampa:
MODIANO SpA (Trieste)
La Madonna e il Bam-­
bin Gesù in dialogo con S. Filippo Neri (Scuola del Guercino)
2
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
HABEMUS PAPAM
S
ono le 19,06 del 13 marzo. Dopo sole 25 ore
di consultazioni, nella Cappella Sistina una fu-­
mata grigiastra si trasforma in un fumo bianco:
qVWDWRHOHWWRLOQXRYR3RQWHÀFH*UDQGHqO·DWWHVDGL
conoscerne il nome in una Piazza San Pietro che, pur
sotto la pioggia, si riempie completamente.
Il successore di papa Ratzinger è un uomo – come
dirà poco dopo dalla loggia per le benedizioni – ve-­
nuto da lontano: “YHQJR GDOOD ÀQH GHO PRQGR”. E’
l’argentino Jorge Mario Bergoglio, che nel conclave
del 2005 era già un candidato designato, ma che per
sua stessa ammissione non si sentiva ancora pronto
all’elezione.
-RUJH0DULR%HUJRJOLRFKH²SULPRSRQWHÀFHQHO-­
la storia – assume il nome di Francesco, è anche il
primo non europeo, pur essendo la sua famiglia di
origini italiane. Figlio di emigranti piemontesi, nasce
a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, si diploma come
perito chimico ma poi sceglie il sacerdozio e entra in
6HPLQDULRVLODXUHDLQÀORVRÀDHWHRORJLDDXWRUHGL
molti libri, è presidente della Conferenza Episcopale
Argentina dal 2005 al 2011. Il suo percorso è stato
graduale, il passaggio dallo stato laicale a quello sa-­
cerdotale una scelta ponderata e approfondita.
Ha scelto per la sua alta missione il nome di Fran-­
cesco, il fondatore dell’ordine dei Francescani, che
nel 1202 rinuncia a tutti i suoi beni ed in estrema
povertà si dedica alla predicazione del Vangelo. L’Or-­
Il primo incontro a Castel Gandolfo -­ pochi giorni dopo l’elezio-­
ne -­ del nuovo papa Francesco con il papa emerito Benedetto XVI dine si basa sull’imitazione di Cristo ed è rivoluzio-­
naria per l’epoca, ma Francesco riesce ad avere molti
seguaci e due anni dopo la morte, nel 1228, viene
proclamato Santo da papa Gregorio IX.
La scelta del nome del nuovo Papa – San France-­
sco è con Santa Caterina da Siena Patrono d’Italia –
indica la sua volontà di essere vicino alla gente e alla
sua prima apparizione ha invitato la numerosissima
folla che lo applaudiva a pregare per lui, conscio del
compito gravoso che si è assunto traghettando la
barca della Chiesa in acque meno agitate, verso una
meta comune a credenti e laici.
R.S.
Un umile servo nella vigna del Signore
M
ons. Roberto Rosa FKH QRQ ¿QLUHPR
mai di ringraziare per la sua costante presenza alle nostre celebrazioni – ha avuto più volte occasione di LQFRQWUDUH %HQHGHWWR ;9,
Questa foto è stata scattata il 9 dicembre 2009, durante un pellegrinaggio a Roma con i parrocchiani di San *LDFRPR,QTXHOO¶RFFDVLRQH
il Papa aveva benedetto una statua della Madonna, risa-­
lente agli anni Trenta e appe-­
na restaurata. Così lo ha ricordato don Roberto alla notizia delle sue dimissioni: “Ritengo sia stata una decisione coraggio-­
sa. Fin dalla sua elezione il Papa ha affermato di sentirsi un umile servo nella vigna del Signore e questa umiltà – unita ad uno sguardo in-­
tenso – si vedeva dentro di lui quando gli stavi accanto. Adesso si è reso conto del-­
OD VXD GHEROH]]D ¿VLFD H KD
desiderato fare il bene della Chiesa lasciando. Una deci-­
sione meditata, perché ritie-­
ne di non poter più servirla. A me pare un gesto di fede molto forte, anche se così di punto in bianco nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Lascia un segno fortissimo di umiltà e credo che i cristiani devono guardare a questo con gli oc-­
chi della fede.”
%HQHGHWWR ;9, QRQ DYH-­
va mai visitato Trieste da SRQWH¿FH PD QHO ±
quando era ancora cardina-­
le – aveva partecipato ad un convegno nella nostra città, concelebrando l’eucaristia nella chiesa della Madonna del Rosario insieme a mons. Pietro Zovatto e al compian-­
to mons. Antonio Dessanti. 15 giugno 2013
ISOLA NOSTRA
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La rielezione del Presidente della Repubblica
Nave senza nocchiero
in gran tempesta …
B
en si adattano i versi di Dante a questa situa-­
zione politica italiana, che dopo le recenti elezioni non è riuscita né a esprimere un governo né a indicare una ¿JXUD FKH SRWHVVH VXFFHGH-­
re al Presidente in carica. Gli italiani al voto si sono divisi proporzionalmente, creando tre schieramenti che, evitando volutamente il dialogo tra loro, hanno prodotto una situazione di stallo politico ad un Paese in grave sofferenza industriale ed economica e hanno costretto il rappresentante dell’esigua e LQHI¿FDFH PDJJLRUDQ]D DG LQ-­
vocare la proroga del mandato a Giorgio Napolitano, presi-­
dente uscente. /D GLI¿FLOH FRQJLXQWXUD
che il Paese sta vivendo ha in-­
dotto quest’uomo -­ ormai de-­
FLVRDODVFLDUHODFDULFDD¿QH
mandato -­ con il senso di alta responsabilità che lo ha sem-­
pre contraddistinto ad accet-­
tare la proposta, incaricando poi un esponente politico di sondare la possibilità di dar vita ad un esecutivo che possa almeno dar riposta alle richie-­
ste più pressanti che giungono dalla Società civile.
Giorgio Napoletano è elet-­
to il 10 maggio 2006, undice-­
simo Presidente della Repub-­
EOLFD ,WDOLDQD SHQVDUH FKH LQ
età giovanile esordisce come attore teatrale, con lo pseudo-­
nimo di Tommaso Pignatelli, ed è anche autore di sonetti in dialetto napoletano. Nato a Napoli il 29 giugno 1925, inizia l’attività politica nel 1942 fondando un gruppo di resistenza antifascista e dopo il conseguimento della laurea inizia un percorso politico con l’elezione a deputato nel 1953, esponente della corrente PRGHUDWD GHO 3&, D VHQDWRUH
a vita nel 2005 e a Presidente della Repubblica nel 2006. Dà l’avvio ai festeggia-­
menti, fortemente da Lui vo-­
luti, per il 150° anniversario GHOO¶8QLWjG¶,WDOLDUHFDQGRVLD
Reggio Emilia ad omaggiare il Tricolore che in quella città nel 1797 era diventato il vessillo GL XQ¶,WDOLD LQ GLYHQLUH 'X-­
rante il suo settennato ha con-­
seguito due prestigiose lauree honoris causa per i suoi studi VXOOH 3ROLWLFKH ,VWLWX]LRQDOL HG
Europee e, secondo presidente italiano dopo Pertini, può assi-­
stere a Berlino il 1° luglio 2006 al trionfo italiano nel Campio-­
nato del Mondo di calcio.
Alle 17 dello scorso 20 apri-­
le pronuncia davanti a Camera e Senato riuniti un breve ma se-­
vero discorso di insediamento per il suo secondo mandato, ri-­
FKLDPDQGRLSDUWLWLDOOHVSHFL¿-­
che responsabilità e invitandoli a trovare una forma d’intesa che possa giovare al Paese. Non ha mancato anche di indicare una strada da seguire, facendo chia-­
ramente intendere che il suo VDFUL¿FLR D SHUPDQHUH QHOO¶LQ-­
carico potrà essere limitato nel tempo se le sue speranze doves-­
sero essere disilluse e avrebbe quindi la facoltà di sciogliere il Parlamento e rimandare gli ita-­
liani al voto.
/¶,WDOLD KD SHU LO PRPHQWR
il suo Presidente: è da sperare che abbia anche un governo solido e costruttivo in modo FKHLOVDFUL¿FLRGLXQ8RPRGL
87 anni non sia stato inutile.
Romano Silva L’Europa riconosca il valore degli esuli
Lettera aperta di Stelio Spadaro al Presidente della Repubblica in occasione del Giorno del Ricordo
O
ggi, 10 febbraio, Gior-­
no del Ricordo, desi-­
dero ringraziarLa per tutto l’impegno civile, persona-­
le e politico che ha profuso per includere nella memoria della 1D]LRQHOHYLFHQGHGHOFRQ¿QH
RULHQWDOHHGHLJLXOLDQL¿XPDQL
e dalmati di lingua italiana che sono stati coinvolti in tragedie che hanno sconvolto la vita dei singoli e delle comunità.
E’ stato necessario e giusto ricordare agli italiani l’esodo a cui tanti nostri connazionali furono costretti dal totalita-­
rismo comunista e dal nazio-­
nalismo sloveno e croato. A lungo su queste vicende, come /HL VD q VFHVR O¶REOLR GHOO¶,-­
talia repubblicana;; un oblio e una sottovalutazione della por-­
tata di una vicenda che, con la dissoluzione della Venezia Giulia, ha segnato la dispersio-­
QHGHJOLLVWULDQL¿XPDQLHGDO-­
mati di lingua italiana. E’ una SDJLQDRULJLQDOHHVLJQL¿FDWLYD
della nostra storia nazionale. Ora è tempo che la legge del Giorno del Ricordo diventi RFFDVLRQHSHUXQDULÀHVVLRQHGL
ancor più largo respiro sui trat-­
ti complessivi di quella civiltà del mare, dell’ulivo e della vite, originale espressione ed elabo-­
razione del patrimonio nazio-­
nale ed europeo. Mi riferisco ad una lunga e diffusa esperienza umana, di generazioni, che con il lavoro, con la tecnologia, con l’ingegno ha segnato in pro-­
fondità le contrade adriatiche nei secoli, prima dell’avvento del fascismo con il suo cuneo di violenze e di oppressione. E’ un’occasione imperdibile per DOODUJDUHODULÀHVVLRQHVXOO¶LQWH-­
ra storia del Novecento adriati-­
co. Un’occasione, signor Presi-­
dente, per ragionare sul futuro.
Parlare della storia e dei tratti degli italiani dell’Adria-­
WLFR RULHQWDOH RJJL VLJQL¿FD
avere la consapevolezza che si può contare sul loro contributo nella costruzione di quell’Euro-­
pa adriatica che era il sogno di tanti uomini di cultura nazionale – primo fra tutti Mazzini, tanto familiare alle genti istriane – ed era nella speranza di tanti giulia-­
ni: persone e pagine colpevol-­
mente dimenticati, ma che ora più che mai possono dare un ap-­
SRUWRGLWUDGL]LRQLGLULÀHVVLRQL
e di sensibilità alla costruzione di quell’Europa adriatica che, ¿QDOPHQWH SUHQGHQGR FRQJHGR
dai disastri del secolo scorso, colga i segnali che ci possono aiutare ad avviare un’integra-­
zione che serve a tutti.
Eugenio Colorni più volte ebbe modo di ricordare che aveva imparato ad amare l’Eu-­
ropa discutendo con Umberto Saba. E’ un’antica tradizione giuliana, questa: l’europei-­
smo era di casa qui, come era di casa il mondo per i tanti FDSLWDQL GHOO¶,VWLWXWR 1DXWLFR
di Lussinpiccolo, saldamente ancorato alla lingua e alla cul-­
tura italiana, che per mentalità e professionalità diffondevano l’attitudine a guardare oltre, ad ampi orizzonti, e a rappor-­
tarsi con popoli ed esperienze diverse. Una civiltà, dunque, che oggi può essere più che mai utile.
Come può essere utile, caro Presidente, ricordare che, an-­
che nei momenti più bui dell’e-­
sodo e dei campi profughi, gli LVWULDQL ¿XPDQL H GDOPDWL GL
lingua italiana hanno dato al paese un contributo di lavoro, di intelligenza, di atteggiamen-­
to civico che, sempre più, tutti riconoscono loro: un segnale GL¿GXFLDQHOIXWXUR&LIXXQD
lunga indifferenza della Patria 4
nei loro confronti e la loro re-­
D]LRQHDWDOHUL¿XWRIXWDOYROWD
scambiata per estremismo, ma era invece di esasperazione per il mancato rispetto delle loro vicende e della loro storia da parte della Madrepatria.
Si pensi che a distanza di tanti decenni non è stata anco-­
UDGDWDVROX]LRQHGH¿QLWLYDDOOD
vicenda dei beni abbandonati sottratti agli istriani dal regime comunista jugoslavo. E’ una questione di giustizia ma anche un doveroso, tardivo riconosci-­
mento: si pensi che la legge del Giorno del Ricordo è appena del 2004. Ricordare, in questo 10 febbraio, le vicende degli italiani dell’Adriatico orienta-­
OH VLJQL¿FD LQIDWWL ULFRUGDUH
i tratti di una lunga tradizione civile che oggi può far bene D XQ¶(XURSD FKH ¿QDOPHQWH
consenta a tutti di esprimersi liberamente e che permetterà di XQL¿FDUH FRQWUDGH FKH WURSSR
a lungo, nel Novecento, sono state divise e contrapposte, se-­
gnate da etno-­nazionalismi, to-­
talitarismi, scontri e guerre che GDOO¶LQL]LR H ¿QR DOOD ¿QH GH
Novecento hanno insanguinato anche queste terre. Per storia e cultura, alla costruzione del-­
l’”Europa Adriatica”, i giulia-­
ni possono dare, oggi più che mai, un apporto fecondo, e ciò nell’interesse di tutti i popoli.
Stelio Spadaro
Stelio Spadaro, nato a Isola d’I-­
stria nel 1934, è stato insegnan-­
WHGLVWRULDH¿ORVR¿DQHL/LFHLH
assessore alle Attività Culturali per la provincia di Trieste dal 1977 al 1980. Segretario della federazione provinciale dei De-­
mocratici di Sinistra dal 1993 al 2001, ha guidato a Trieste la fase di transizione del PCI al PDS e poi agli stessi Democratici di Sinistra, contribuendo a rinno-­
vare profondamente la cultura politica della sinistra giuliana. ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
Trieste: dall’emporio al futuro
In mostra a Zagabria
L
’Università Popolare di Trieste nello scorso mese di febbra-­
LR KD DOOHVWLWR QHOOH SUHVWLJLRVH VDOH GHOO¶,VWLWXWR ,WDOLDQR GL
Cultura di Zagabria una mostra di stampe di proprietà della col-­
lezione Stelio e Titti Davia, corredata dagli “scatti” di Marino Sterle, riguardanti l’evoluzione storico-­architettonica della città di Trieste. “Questa mostra fa vedere l’anima di Trieste” -­ ha dichiarato il presidente dell’Università Popolare Silvio Delbello. Quando l’antiquario triestino Stelio Davia iniziava questa sua importante collezione di stampe – alla sua scomparsa è su-­
bentrata la moglie a completare la raccolta – non immaginava certo che l’interesse avrebbe superato l’ambito cittadino e regio-­
nale per diventare internazionale: la collezione infatti è stata pre-­
sentata a Vienna, Maribor ed ora appunto nella capitale croata. L’esposizione, grazie al sapiente allestimento di Fabrizio Somma, appassionato cultore del genere, evidenzia la varietà degli aspetti che questa nostra città sa offrire e la loro variazione nel trascorrere del tempo. Particolari che sfuggono al visitato-­
UHIUHWWRORVRVRQRHYLGHQ]LDWLQHOORURVSHFL¿FRLQWHUHVVHHQHOOD
loro mutabilità.
La mostra è stata accolta da un pubblico particolarmente in-­
teressato e alla presenza del Console italiano a Zagabria, dagli ambasciatori di Francia, Gran Bretagna e Svizzera e da personalità della vita pubblica e culturale croata.
(¶TXHVWDODSULPDPDQLIHVWD]LRQHFKHO¶,WDOLDGHGLFDDOOD&URD]LDQHOO¶DQQRGHOVXRLQJUHVVR
QHOO¶8QLRQH(XURSHDHGqVLJQL¿FDWLYRDYHUORIDWWR±VRQRSDUROHGHOODQRVWUD$PEDVFLDWULFH±³FRQ
Trieste, città europea, mediterranea, meravigliosa, che unisce culture differenti…”
L’esodo: materia di studio e di insegnamento
D
al 14 al 16 marzo l’Au-­
ditorium del Museo Re-­
voltella di Trieste ha ospitato il quarto Seminario Naziona-­
le per docenti sul tema “La VWRULD GHO &RQ¿QH 2ULHQWDOH
nell’insegnamento scolasti-­
co – attualità e prospettive future”. A dar vita a questo importante evento è stato l’Uf-­
¿FLR 6FRODVWLFR 5HJLRQDOH
coadiuvato dalle Associazioni degli esuli e con il patrocinio della Prefettura e del Comune. Vi hanno aderito duecento insegnanti provenienti da tutte le regioni, che nelle giornate di studio si sono frazionati in gruppi di lavoro ai quali sono stati illustrati i temi trattati dai più noti esperti cittadini del settore come Roberto Spaz-­
zali, Giorgio Federico Siboni, Maria Bellario e Bruno Cre-­
YDWR 6HOYDJJL ,O GRFHQWH ¿X-­
mano Giovanni Stelli ha aper-­
to i lavori con una relazione sull’argomento.
,O SUHVWLJLRVR 0XVHR 5H-­
voltella è stato la sede per le relazioni e i dibattiti, ma i par-­
tecipanti sono stati chiamati anche a visite in loco nei po-­
sti che più testimoniano ancor oggi i drammi oggetto di stu-­
dio e dibattito: il monumento di Basovizza, a ricordo delle vite tragicamente spezzate, e il Campo Profughi di Padricia-­
no, testimonianza residua di un percorso di sofferenza che ha potuto essere accentuato con la visita al Magazzino 18 del Porto Vecchio, dove an-­
cora sparse masserizie stanno a ricordare la dissoluzione di tante entità familiari.
E’ questa la giusta ma-­
niera di affrontare un tema che la Giornata del Ricordo ha sollevato: era opportuno che quanto accaduto nell’im-­
mediato dopoguerra in questa regione non fosse ristretto alle celebrazioni che si esaurivano in un solo giorno ma che si tendesse ad illustrare ai giova-­
ni i fatti accaduti. A tale com-­
pito bisognava – e questa ini-­
ziativa va nel segno – formare sull’argomento i “formatori”.
Alla manifestazione è stata invitata anche l’Associa-­
zione degli Editori con l’inten-­
zione di stendere una prima stesura delle più importanti nozioni scolastiche sull’argo-­
mento, da poter diffondere in un prossimo futuro.
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
5
La leggenda del Rex approda a Genova
L
a storia del più grande transatlantico italiano dell’epoca, varato a Ge-­
nova nel 1931 e affondato tra ,VRODH&DSRGLVWULDO¶VHWWHP-­
bre 1944, era l’argomento di una mostra di cimeli e foto che qualche anno fa un gruppo di amatori, cultori e appassionati della marineria aveva allestito nei locali della “Stazione Ro-­
ger” sulle Rive triestine. L’in-­
tento dei promotori era propo-­
sitivo: interessare la Regione a patrocinare a Trieste un evento che avesse appunto per tema la storia di quella nave anco-­
ra presente nel ricordo di tanti italiani. Purtroppo la proposta non è stata recepita e oggi Ge-­
nova si appresta ad allestire un’esposizione che illustra la costruzione, la vita e la morte di questo gigante del mare che nelle nostre acque ha trovato LQJORULRVD ¿QH IRUQHQGR SRL
per anni dal relitto sommerso materiale prezioso all’indu-­
stria jugoslava e mantenendo tuttora sul fondo sabbioso di Semedella una delle sue po-­
tenti eliche.
Dalla “Stazione Roger” al prestigioso palazzo di San Giorgio a Genova l’idea del-­
la mostra si è sviluppata e la storia dell’unico transatlan-­
tico italiano che è riuscito a conquistare il mitico “Nastro Azzurro” – record nell’estate 1933, impiegando 4 giorni e 13 ore nella traversata Gibil-­
terra -­ New York – rivive un momento magico destinato poi, sull’onda di un successo organizzativo annunciato, ad espatriare con il trasferimento della mostra in terra america-­
na. Un’altra occasione persa per la nostra Regione ma so-­
prattutto per la nostra città, considerando che una parte dell’esposizione è stata trasfe-­
rita appunto da Trieste alla cit-­
tà ligure, compreso il modello originale della nave in scala 1:100.
Trieste ha curato inoltre il montaggio e la sonorizzazione GHO¿OPDWRFKHDFFRPSDJQHUj
il visitatore nel percorso della mostra, integrandolo con ri-­
SUHVH FLQHPDWRJUD¿FKH RULJL-­
nali dell’epoca e con interviste a testimoni del bombardamen-­
to che portò all’affondamento della nave. Saranno ricompo-­
ste le tre lettere bronzee del suo nome – Rex – che un mari-­
naio dalmata aveva rinvenuto all’epoca, preservandole così dalla probabile fusione.
Si potrà vedere anche il prestigioso trofeo in argento e oro consegnato il 20 agosto 1935 al comandante France-­
VFR 7DUDERWWR DUWH¿FH GHOOD
traversata record. La coppa, di oltre 20 kg, reca sulla base as-­
sieme al nome del Rex, quelli delle altre navi che succes-­
sivamente abbassarono il re-­
cord: il francese Normandie e il possente statunitense United States, record assoluto con il tempo di 3 giorni e 12 ore nel 1952.
,O PLWR GHO 5H[ QRQ VL q
esaurito nel tempo: è un ricor-­
do che sopravvive tenacemen-­
te nel nome di un’industria navale che ha saputo espri-­
mere in ogni epoca soluzioni d’avanguardia nella progetta-­
zione di navi che da sempre si sono imposte, anche per l’ele-­
JDQ]D GHL ORUR SUR¿OL DOO¶DP-­
mirazione del mondo, coman-­
date da uomini consapevoli dei loro importanti ruoli. Non “inchini” ma serietà e senso del dovere.
Romano Silva
Un pronipote di Nicoletto “talpa”
agli onori della saggistica internazionale
L
o scorso dicembre la Datanews ha pubblicato a cura di Matteo Bressan un saggio sulle vi-­
cende medio-­orientali intitolato “Hezbollah – tra integrazione politica e lotta armata”. Matteo Bressan è il nipote di Guido Bressan (talpa), i cui genitori erano Maria matalona e Nicolò talpa, gestori del famoso ristorante “Da Bressan” posto di fronte al Mandracchio di ,VROD0DWWHR¿JOLRGL1LFRqQDWRD5RPDQHOPDqWHUQDQRDWXWWLJOLHIIHWWL/DXUHDWRVL
a Roma in storia contemporanea, è responsabile della segreteria del gruppo consiliare PDL della Regione Umbra.
E proprio con la precisione di uno storico Matteo ha raccontato le vicende del Libano -­ più noto come il paese dei cedri -­ partendo dal periodo pre-­colonialista nella seconda metà del ‘500, divenuto poi principato autonomo e dopo alterne vicende e l’invasione egiziana del 1832 passato a protettorato francese dal 1920. Sorse e si sviluppò in quegli anni l’idea del Grande Libano, che provocò una grande mutamento nella composizione etnica del paese.
Nel 1982 nasce Hezbollah, o Partito di Dio, e da qui Matteo cerca di entrare nell’animo del FRQÀLWWRDUDERLVUDHOLDQRFKHGDGHFHQQLHWUDDOWHUQH
vicende si trova al centro della politica mondiale. Due culture, due storie, due religioni, due mondi, quello DUDERHTXHOORLVUDHOLDQRWURYDQRGLI¿FROWjDFDSLUVLH
l’aspetto politico e quello militare spesso si confondo-­
no con il fenomeno terroristico.
Per gli appassionati di storia di quell’area geogra-­
¿FDTXHVWRVDJJLRULFFRGLQRPLHGLGDWHVLULYHODXQ
prezioso documento che il Bressan ha potuto traslare grazie all’ esperienza maturata presso il Centro Alti Studi per la Difesa e all’attività formativa nel campo della cooperazione internazionale in Bosnia e in Li-­
bano.
Complimenti vivissimi.
E.F.
“Hezbollah” di Matteo Bressan – Un interessante saggio sulle vicende del Medio-­Oriente
6
Testimoni che
scompaiono:
Mafalda Codan
N
el “Giorno del Ricordo”, il 12 febbraio 2013, è scomparsa all’età di 87 anni un’altra testimone delle vio-­
OHQ]H FKH JOL LVWULDQL ¿XPDQL
e dalmati hanno vissuto sulla loro pelle, una testimone d’ec-­
cellenza del dramma istriano: Mafalda Codan.
Nel 1945 nella foiba di Vines perde il padre, lo zio paterno Michele, gli zii ma-­
terni Giorgio e Beniamino e il cugino materno Antonio. Fug-­
JH GDOO¶,VWULD H VL WUDVIHULVFH D
Trieste con la madre e il fra-­
tello Arnaldo, ma catturata dai titini il 7 maggio 1945, durante i 40 giorni dell’occupazio-­
ne jugoslava, viene riportata DVVLHPH DO IUDWHOOR LQ ,VWULD H
rinchiusa nel carcere di Pisino, dove viene sottoposta a torture e umiliazioni di ogni genere. Le urla del fratello, sevizia-­
to nella cella vicino alla sua e successivamente ucciso, ri-­
suoneranno nella sua testa per tutta la vita: Non voleva morire mai, anche dopo morto il suo corpo ha continuato a salta-­
re…, queste le parole espresse d un aguzzino per comunicarle OD PRUWH GHO IUDWHOOR ,O OLEUR
che scrive, “Diario”, raccolta il calvario vissuto da questa gio-­
vane donna.
Finalmente nel 1949, dopo quattro anni di indicibile sof-­
ferenza, viene liberata a fronte di uno scambio di prigionieri tra la Croce Rossa italiana e quella jugoslava. Va a stabilirsi a Bibione, in provincia di Ve-­
nezia, dove esercita la profes-­
sione di maestra, insegnando a molte generazioni, tra le quali non mancano quelle degli esuli istriani.
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
Dalle memorie di Mafalda Codan
Questi brani sono tratti dal diario di Mafalda Codan, arrestata a Trieste ai primi di maggio del 1945, durante i giorni dell’occupazione slava. Anche il padre e gli zii della giovane donna, com-­
mercianti e possidenti, erano stati arrestati e infoibati in Istria nell’autunno del 1943.
,O PDJJLR SUHQGR
un libro e vado in giardino. Appena uscita mi trovo da-­
vanti tre partigiani comandati da Nino Stoinich con il mitra spianato. Prima di tutto si ral-­
legrano dell’orribile morte dei miei cari e poi mi intima-­
no di seguirli. Vestita come sono, senza poter entrare in casa e salutare la mamma, GHYR VHJXLUOL &RQ XQ ¿OR GL
ferro mi legano le mani dietro alla schiena e mi fanno salire su una macchina …
Il castello Montecuccoli di Pisino. Adibito a carcere dopo l’occu-­
Prima sosta, Visinada. Mi pazione jugoslava, fu una delle tappe del calvario di Mafalda Codan.
portano sulla piazza gremita al pestaggio. Con tutta la sua di gente, partigiani, donne cade a terra svenuta …
Siamo arrivati davanti a forza comincia a percuotermi casa mia. Si raduna subito con una cinghia. Mi colpisce una folla scalmanata e ur-­ così forte sugli occhi che non lante: il tribunale del popolo. riesco più ad aprirli. Mi spia-­
Stoinich tira fuori un foglio e ce perché ho sempre avuto il comincia a leggere le accuse: FRUDJJLRGL¿VVDUHQHJOLRFFKL
infondate, non vere, testimo-­ chi mi picchiava. nianze false, imposte. Vedo i Le sevizie continuano, miei coloni e molte persone le donne mi colpiscono con aiutate e mantenute gratis da grossi bastoni, con delle tena-­
mio padre. Non posso credere glie cercano di levarmi le un-­
ai miei occhi, sono gli stessi ghie ma non ci riescono per-­
scalmanate, urlano, gestico-­ che prima “veneravano” la ché sono troppo corte. Una lano, imprecano. S. mi pre-­ mia famiglia e si conside-­ scalmanata con un cucchiaio senta come italiana, nemica ravano amici, ora sono qui PL JUDWWD OH SDOSHEUH JRQ¿H
GHOSRSRORVODYR¿JOLDGLXQR per condannarmi e gridare “a ferite e chiuse: Apri gli occhi sfruttatore dei poveri, tutti morte!”. Sono diventati tutti che te li levo, mi grida …
cominciano ad insultarmi, a un gregge di pecore, fanno Più tardi mi fanno fare il sputacchiarmi, a picchiarmi ciò che è stato loro imposto di giro del paese legata ad una con lunghi bastoni e a grida-­ fare, ora seguono chi coman-­ catena come un orso, mi se-­
re: a morte!, a morte! …
da, chi promette loro la spar-­ gue un codazzo di bambini A Santa Domenica mi tizione delle terre dei padro-­ divertiti… Arriva un carro, portano davanti alla casa di ni. Non posso stare zitta, urlo mi fanno salire, fanno corre-­
Norma Cossetto, infoibata nel anch’io, non posso puntare il re il cavallo e io devo stare in settembre del 1943, chiama-­ dito contro quelle bestie mo-­ piedi. Le continue scosse mi no sua madre, vogliono farla struose solamente perché ho fanno cadere, ogni volta un assistere alle mie torture per le mani legate, li chiamo al-­ FROSR GL PLWUD PL ULDO]D ,Q
ricordarle il martirio della sua lora per nome, li accuso della quelle condizioni giro diversi Norma. La signora, nonostan-­ morte dei miei cari, dei furti paesi …
te le severe intimidazioni, si commessi, dei soprusi, dei A Parenzo mi portano nel UL¿XWDGLXVFLUHODWUDVFLQDQR debiti mai pagati… e da ac-­ piazzale del Castello, ora ca-­
Ai familiari Isola Nostra por-­ a forza sulla porta e, appena cusata divento accusatrice … serma, dove sono radunati gli ge le più sentite condoglianze. mi vede in quelle condizioni, Nell’ex-­Dopolavoro mi uomini… Quello che si sca-­
attendono tre donne. Mi lega-­ glia furibondo su di me è Ziri, no ad una colonna in mezzo un mio ex-­colono che ha avu-­
Mafalda Codan, scomparsa il 12 febbraio 2013 a Bibio-­
alla sala, a sinistra e a destra to tanto bene da mio padre. ne. Nata a Parenzo nel 1926, ha raccolto in un diario le mi mettono due bandiere sla-­ Dice di essere felicissimo di indicibili sofferenze patite nei quattro anni di detenzio-­
ve con la stella rossa e sopra vedermi in quelle condizioni ne nelle carceri titine. il ritratto di Tito. E’ un druze e spera che tutta la famiglia grande e grosso che dà il via sia distrutta, per essere lui il 15 giugno 2013
padrone dei nostri campi. …
Nel castello di Pisino, tut-­
te le notti un partigiano dalla faccia cupa e torva entra nel-­
le celle ed esce con qualcuno che non tornerà più. Quando al lume delle torce cerca sul foglio i nomi, gli occhi di tutti sono attaccati alla sua bocca e un brivido improvviso ci attraversa il corpo. Le urla di dolore di Arnaldo (il fratello diciassettenne, detenuto e tor-­
turato nel medesimo carcere) e degli altri suoi compagni di pena mi risuonano doloro-­
samente nella testa giorno e notte …
Una notte la porta si apre e subito mi assale il terrore, questa volta sul foglio c’è DQFKHLOPLRQRPH«,RYHQ-­
go legata braccio a braccio con una giovane incinta. Ci conducono sullo spiazzo del Castello dove ci attendono due camion già pieni di pri-­
gionieri, con i motori acce-­
si. Ci caricano sul secondo, chiudono le sponde e viene GDWR O¶RUGLQH GL SDUWLUH ,Q
quell’istante arriva di corsa XQ XI¿FLDOH FRQ XQ IRJOLR LQ
mano e grida: “Alt! Mafalda Codan giù!”. Mi sento man-­
care, tremo tutta...
,O FDSR PL SUHQGH SHU XQ
braccio, mi accompagna in una casetta di fronte al carce-­
re, mi getta in una stanza buia e mi chiude dentro… Al mat-­
tino gli aguzzini tornano feli-­
ci di aver ucciso tanti nemici del popolo. Li hanno mas-­
sacrati tutti. Uno entra nella mia nuova “residenza” e mi chiede: “Quanti anni aveva tuo fratello? Non voleva mo-­
rire, sai, anche dopo morto il suo corpo ha continuato a saltare…”.
Una mattina un druze mi accompagna al Comando. (QWURLQXQXI¿FLRGLHWURDG
una scrivania siedono due uomini dall’apparenza civi-­
le, sono due giudici, uno in-­
dossa l’uniforme, l’altro è in borghese. “Hai visite “, mi dicono, aprono una porta ed entrano quattro donne scal-­
manate. “Come? E’ ancora viva? -­ chiedono arrabbiate -­ “Perché non è “partita” con gli altri?” Urlano, gridano, ISOLA NOSTRA
YRJOLRQR SLFFKLDUPL , GXH
capi glielo proibiscono. Mi accusano di cose inaudite e allora urlo anch’io e, anche questa volta, da accusata di-­
vento accusatrice, di cose vere però.
Da una frase detta dalle forsennate, capisco che, du-­
rante le perquisizioni e i furti perpetrati a casa mia, hanno WURYDWR LO PLR GLDULR ,Q XQ
quadernone ho scritto infatti il calvario della mia famiglia, iniziato con l’occupazione slavo-­comunista del settem-­
bre 1943. Ho annotato tutto nei minimi particolari, ore, giorno, mese, avvenimenti, parole dette, tutto completato FRQ IRWRJUD¿H GRFXPHQWL H
pezzi di giornale.
Sono testimonianze che scottano, verità che non si possono negare, che fanno paura, è per questo che vo-­
gliono la mia morte. Ora rac-­
conto ai giudici tutto quello che è stato fatto alla mia fa-­
miglia, cosa ho vissuto, fac-­
cio nomi, non riesco a tacere perché ho la coscienza a po-­
sto, so di essere innocente, non ho paura di nessuno …
Da quell’istante la mia YLWD FDPELD , GXH FDSL KDQ-­
no capito che non ho fatto niente di male … Riacquisto subito la semi-­libertà, giro da sola senza la scorta di guar-­
die armate e divento la don-­
na di servizio della moglie di Milenko, uno dei capi. E’ un giovane dalmata, laurea-­
to in legge, parla abbastanza bene l’italiano e il francese ed è molto umano … Mangio con loro, e alla sera ritorno in prigione. Mi trattano umana-­
mente, ma tra noi rimane pur sempre un rapporto schiavo-­
padrone… Potrei scappare ogni gior-­
no, ma i miei principi e la parola d’onore data, mi impe-­
discono di farlo. Per nessuna FRVD DO PRQGR WUDGLVFL OD ¿-­
ducia delle persone che han-­
no creduto in me. E intanto, piano piano, il grigio scon-­
forto che mi aveva colmato il cuore e la mente negli ultimi mesi comincia a dissiparsi… Mafalda Codan
7
Simone Cristicchi, un cantante per il Giorno del Ricordo
S
imone Cristicchi, giovane cantautore già famoso nel campo musicale italiano – ricorderemo la sua canzone “Ti regalerò una rosa”, vincente al festival di Sanremo 2007 – rivela nelle sue composizioni una sensibilità d’animo particolare. Obietto-­
re di coscienza, è volontario in un centro di igiene mentale, e quell’ambiente lo colpisce e lo porta ad approfondire le temati-­
che delle malattie mentali e della vita nei manicomi.
Partecipa emotivamente ai fatti quotidiani e da essi trae spun-­
to per le sue composizioni;; dai fatti di Genova nasce “Genova brucia”, che riceve il Premio Amnesty 2011. E’ scrittore, cantau-­
tore e attore, interprete degli stessi monologhi che scrive.
$7ULHVWHKDYROXWRYLVLWDUHLO0XVHRGHOOD&XOWXUD,VWULDQD
Fiumana e Dalmata e successivamente, guidato dal Direttore del Museo, ha modo di vedere le masserizie appartenenti agli esuli e giacenti nei magazzini del Porto Vecchio. E’ uno spettacolo che FROSLVFHODVXDVHQVLELOLWjHVX,QWHUQHWKDYROXWRULODVFLDUHXQD
testimonianza della sua sgomenta meraviglia -­ che riportiamo LQWHJUDOPHQWHD¿DQFRULSURPHWWHQGRVLLQXQSURVVLPRIXWXURGL
debuttare al Teatro Rossetti di Trieste con un testo e delle canzo-­
ni che, ispirandosi a quanto visto, riporteranno nel titolo proprio l’ubicazione di quelle masserizie: il Magazzino 18.
“Porto Vecchio, magazzino 18”
,
n occasione del Giorno del Ricordo vorrei parlarvi di un luogo che si chiama “Magazzino 18”. E’ un antico deposito di merci nel Porto Vecchio di Trieste.
8QDQQRIDLO'LUHWWRUHGHOO¶,5&,3LHUR'HO%HOORPLKDDSHUWR
le sue porte e ho scoperto una storia che non conoscevo: quella GHOO¶HVRGRGHJOLLVWULDQL¿XPDQLHGDOPDWL,QPH]]RDGXHPLOD
metri cubi di masserizie abbandonate, letti, sedie, cassapanche, libri, ritratti, foto… ho quasi percepito le grida silenziate di mi-­
gliaia di italiani dimenticati. Una storia che chiedeva di essere raccontata dopo sessant’anni di oblio. Non centrano fascismo e comunismo. Come in ogni mio lavoro, io pongo al centro l’uomo e gli uragani che stravolgono la sua esistenza. Chi mi segue conosce bene questa mia attitudine, che è poi diventata una passione.
,QVLHPHDOJLRUQDOLVWD-DQ%HUQDVDXWRUHGHOOLEUR³&LFKLD-­
mavano fascisti, eravamo italiani”) ho deciso di raccontare que-­
sta storia in uno spettacolo teatrale. Quella dell’esodo è una sto-­
ria che non ti insegnano a scuola, devi andartela a cercare tu! E 8
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
Una canzone dedicata agli esuli, nata dalla triste visione di tut-­
te quelle modeste masserizie ancora accatastate da decenni in XQPDJD]]LQRGHO3RUWR9HFFKLRTXDQWRULPDQHGHOSDVVDWRGL
un popolo disperso ai quattro angoli del globo.
Siamo partiti in un giorno di pioggia,
cacciati via dalla nostra terra, FKHXQWHPSRVLFKLDPDYD,WDOLD
HXVFuVFRQ¿WWDGDOODJXHUUD
Hanno scambiato le nostre radici
con un futuro di scarpe strette
e -­ mi ricordo -­ faceva freddo
l’inverno del ’47.
E mi ricordo di un uomo gigante,
della sua immensa tenerezza,
capace di sbriciolare le montagne:
a lui bastava una carezza.
Ma la sua forza, la forza di un padre
giorno per giorno si consumava,
IHUPRGDYDQWLDOOD¿QHVWUD
¿VVDYDXQSXQWRQHOYXRWRHGLFHYD
Ah!, come si fa
a morire di malinconia
per una terra che non è più mia.
Ah!, che male fa
aver lasciato il mio cuore
dall’altra parte del mare.
Sono venuto a cercare mio padre
in una specie di cimitero
tra masserizie abbandonate
e mille facce in bianco e nero.
Tracce di gente spazzata via
da un uragano del destino:
quel che rimane di un esodo
ora riposa in questo magazzino.
E siamo scesi dalla nave bianca,
i bambini, le donne e gli anziani:
ci chiamavano fascisti,
eravamo solo italiani.
,WDOLDQLGLPHQWLFDWL
in qualche angolo della memoria
come una pagina strappata
dal grande libro della storia.
Ah!, come si fa
a morire di malinconia
per una vita che non è più mia.
Ah!, che male fa
se ancora cerco il mio cuore
dall’altra parte del mare.
Quando domani in viaggio
arriverai sul mio paese,
carezzami, ti prego, il campanile,
la chiesa, la mia casetta.
Fermati un momentino,
soltanto un momento
sopra le tombe del vecchio cimitero
e digli ai morti, digli ti prego,
che non ti dimenticheremo.
Magazzino 18
così ho fatto: appassionato sempre più della vicenda, ho letto OLEULLQFRQWUDWRWHVWLPRQLHSDUODWRFRQ¿JOLGHJOLHVXOLVFRSUHQ-­
do un groviglio di storie che si intrecciano l’una con l’altra: Goli Otok, “i monfalconesi”, i campi profughi, il silenzio del Partito &RPXQLVWD,WDOLDQR0DVRSUDWWXWWRKRVFRSHUWRFKHFLVRQREHQ
altri tipi di “foibe” di cui nessuno parla mai. Quelle delle donne, degli uomini, degli anziani senza più radici, morti di malinconia nei Campi profughi, perché non potevano più rivedere la loro terra.
'DFLUFDXQDQQRFRQ-DQ%HUQDVVWRODYRUDQGRDOWHVWRHDOOH
canzoni di “Magazzino 18” per il debutto previsto per il pros-­
simo 22 ottobre al “Rossetti” di Trieste, che sarà prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per la regia di Antonio Calenda.
“Magazzino 18” è la prima canzone che ho scritto per lo spettacolo: potete ascoltarla nel CD “Album di famiglia”. Come qVFULWWRQHOOLEUHWWRqGHGLFDWDDJOLHVXOLVSDUVLSHUO¶,WDOLDHLO
mondo…
Simone Cristicchi
E per le strade un canto di morte
come di mille martelli impazziti,
le nostre vite imballate alla meglio,
i nostri cuori ammutoliti.
Siamo saliti sulla nave bianca
come l’inizio di un’avventura,
con una goccia di speranza
dicevi “non aver paura”.
Simone Cristicchi
15 giugno 2013
ISOLA NOSTRA
9
UN GESTO DA NON DIMENTICARE
Maria Pasquinelli: un compleanno centenario
6 marzo 1913 – 6 marzo 2013: ha compiuto cento anni Maria Pasquinelli, XQD ¿JXUD LQGLVVROXELOPHQWH
legata alla storia travagliata di queste terre.
,OIHEEUDLRORVWHV-­
VRJLRUQRLQFXLD3DULJLO¶,WDOLD
qFRVWUHWWDD¿UPDUHLO7UDWWDWR
di Pace che la priverà di gran SDUWHGHOO¶,VWULDFRPSUHVDO¶en-­
clave di Pola cui sembrava in un primo momento essere ri-­
servata altra sorte -­ in una mat-­
tinata di sole una grande folla assiste nella città dell’Arena ad una parata militare britannica. Ad un tratto ne esce una esile giovane donna che estrae dalla borsetta una pistola e spara sen-­
za esitazione tre colpi, ferendo a morte il generale inglese Ro-­
bin W. De Winton, comandante alleato della piazza e massima autorità militare. Dopo un attimo di sbigot-­
timento un soldato si avvicina alla Pasquinelli, rimasta immo-­
bile, e la arresta. “Riconfermo l’indissolubilità del vincolo che lega la Madre Patria alle italia-­
nissime terre di Zara, Fiume e della Venezia Giulia” sono alcune delle parole di rivendi-­
cazione del gesto trovate in un volantino che porta addosso, mentre l’esodo di Pola si pre-­
annuncia in tutta la sua tragicità e dimensione, contravvenendo al principio di autodetermina-­
zione dei popoli. Questa fragile PDHVWUD ¿RUHQWLQD ± HPXODQGR
in qualche modo il gesto di 2EHUGDQ±qSURQWDDVDFUL¿FDUH
la sua vita per un ideale. Processata e condannata a morte, si vedrà la condanna trasformata in ergastolo, forse più che per ragioni umanita-­
rie per il timore di reazioni sfavorevoli che l’esecuzione di una donna potessero solle-­
vare nell’opinione pubblica internazionale. Questa donna sconterà 17 anni di carcere – oggi i brigatisti rei confessi di crimini più efferati hanno avu-­
to trattamenti ben diversi – ri-­
¿XWDQGR VHPSUH GL SUHVHQWDUH
domanda di grazia all’Autorità  Maria Pasquinelli – Fiorentina di nascita, il 6 marzo a Bergamo, dove risiede, ha compiuto 100 anni. alleata prima e a quella italiana poi. Solo il 28 maggio 1964 si decide ad inoltrare al Presiden-­
A seguito dell’articolo che ho
scritto sui nostri concittadini scomparsi a Isola dal 1943
in poi, sento il dovere di far
pubblicare questa lettera –
inviatami dagli Stati Uniti
da Mirella Dudine, figlia di
Dino “ragno” - non per attribuirmi alcun merito, ma
per far comprendere il senso
di solitudine, di abbandono
e dimenticanza che hanno
provato in tutti questi anni i
familiari delle vittime.
Cara Vittorina, colgo l’occasione della Pasqua non solo per
inviare a te e alla tua famiglia i
più cari auguri, ma soprattutto
per ringraziarti infinitamente
di aver ricordato mio papà e
tutti gli altri poveri isolani che
persero la vita solo per aver
avuto un’idea politica a cui
credevano. Del male, credimi,
non avevano fatto a nessuno;
era tutto invidia e rancori che
sono esplosi dopo finita la
guerra. L’anno scorso scrissi
una lettera a Isola Nostra dove
menzionavo il fatto che nessuno ha mai ricordato – neppure
sul libro “Isola, dalle origini
all’esilio” – il triste episodio
delle famiglie rimaste senza i
propri familiari, solo perché
erano fascisti (ma non criminali). Nadia, figlia di “furia”
(soprannome), scrisse le sante
te della Repubblica la richiesta di libertà, a coronamento forse di un travaglio interiore facil-­
mente comprensibile che deve averla accompagnata nei lun-­
ghi anni di detenzione.
,OVXRQRQHUDVWDWRXQJH-­
sto dettato da odio o rancore verso colui che in quel mo-­
mento e in quel luogo rappre-­
sentava il massimo esponente di uno stato che imponeva ad XQD,WDOLDSURVWUDWDXQDPXWL-­
lazione dolorosissima, ma era la estrema forma di protesta contro una inaccettabile condi-­
zione di pace. Maria Pasquinelli è entra-­
ta nella storia giuliana in un modo vistoso, ma ha voluto uscirne nel più ristretto riserbo vivendo in forma riservatis-­
sima, coltivando forse – e ciò la nobilita nel suo animo – un senso di colpa verso un mili-­
tare incolpevole. Nel “Giorno del Ricordo” è doveroso citare il suo nome e ricordarla. Recentemente la scrittri-­
ce Carla Carloni Mocavero ha dato alle stampe il libro “La donna che uccise il generale”, ricostruendo minuziosamente il fatto e il processo con accura-­
te ricerche negli archivi segreti britannici. Ma se anche taluni aspetti risultano ad oggi ancora poco chiari, emerge che la Pa-­
squinelli ha agito da sola, senza DOFXQD FRQQHVVLRQH HVWHUQD ,O
volume, presentato dallo sto-­
rico Salimbeni, ha il merito di divulgare un tragico episodio, interrompendo il lungo silenzio che lo ha accompagnato.
R.S.
Lettere in
Redazione
parole: “Non menzionandoli li avete uccisi due volte!”.
Di questa lettera non ho mai
avuto risposta. Perciò ti voglio
ringraziare di tutto cuore perché sei la sola persona che ha
avuto il coraggio di ricordar-
li. Se fosse qui mia mamma
ti avrebbe tanto ringraziato.
Purtroppo non ha avuto la
soddisfazione di vedere ciò
che tu hai scritto. Bacioni, Mirella.
Vittorina Drioli, Trieste
Isola Nostra sin dalla nascita ha cercato e curato il dialogo con i
lettori, e quindi ci scusiamo se la lettera di Mirella dell’anno scorso
sia rimasta senza la risposta che lei attendeva. Noi abbiamo interpretato il suo scritto come un’esortazione a trattare l’argomento che
le è caro, e non come una domanda che attendeva risposta. Ce ne
scusiamo.
Cari amici della redazione,
qui, in Australia, siamo contenti che Isola Nostra continui le
pubblicazioni, con le varie notizie vecchie e nuove sulla storia
di questa bella cittadina istriana. Nei mie ricordi da bambino,
viaggiando sui vaporetti da Trieste a Umago, il mio paese,
ho sempre in mente la fermata a Isola, specialmente d’estate. Nelle acque del porto, con l’acqua trasparente, c’erano i
ragazzi isolani che, nuotando come pesci, afferravano con le
mani (ma tanti anche con la bocca) le monetine lanciate in
mare dai viaggiatori…
Era anche uno spettacolo per me osservare i marinai isolani
e quelli a bordo, che all’attracco e alla partenza attendevano
con perizia a tutte le manovre. A me piaceva essere a poppa
e osservare la grande spuma sollevata dalle eliche… Quante
memorie e avventure di un mondo ormai scomparso…
Un caro saluto a tutti voi da
Mino Favretto, Australia
10
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
Vi invio una foto scattata nella scuola che si
trovava sulla strada che portava alla fabbrica Arrigoni, di fronte al cinema. Dovrebbe
essere l’autunno del 1953, l’ultimo anno di
scuola prima della partenza della mia famiglia il 26 dicembre dello stesso anno. Purtroppo non ricordo nessun nome: forse non
tutti sono della stessa classe, visto che alcuni
sembrano più grandicelli di me.
Io sono in prima fila, il primo a destra seduto per terra. Mi piacerebbe avere qualche
notizia da chi può individuarsi nella foto. Il
mio indirizzo e-mail è chiccoliv@optusnet.
com.au.
Un caloroso saluto e tanti auguri di buon
proseguimento per il vostro meritevole lavoro da
Livio Chicco, Australia
In maggio ho avuto una bella sorpresa: la visita delle famiglie
di Gabriele Delise e di Aldo Vascotto, conosciute con i soranomi “gobo” e “ciciola”. L’arrivo di queste persone mi rende
sempre felice, perché in poco tempo vengo a conoscere nuove
6XRU6HUD¿QDQHJOLDQQLGHOODVXDPLVVLRQHLQ%ROLYLD
notizie e particolari della loro vita e il mio cuore prova una
grande gioia.
Non avevo mai sentito certi fatti, anche perché ero bambina quando ho lasciato Isola per poter continuare gli studi,
accolta gratuitamente all’Istituto Benati, dove prendevano
le bambine povere per dar loro la possibilità di studiare. Io
vivevo in una famiglia che non aveva i mezzi per mettermi in
un collegio a pagamento: mia mamma era rimasta vedova e
in casa il denaro scarseggiava… All’istituto Benati di Udine
viveva una sorella della zia, suor Serafina, e così ho potuto
studiare e diventare maestra. Finiti gli studi mi hanno mandato in una casa di Roma dove accoglievano bambine povere
per farle studiare.
A voi, miei cari isolani, porgo i miei più fervidi auguri: che
Cristo Risorto sia la nostra gioia e vi doni pace, serenità e
ogni bene fisico e spirituale. Nelle mie preghiere siete accano
a me come le persone più care che non posso dimenticare.
Salutandovi tutti con particolare affetto, vi abbraccio. Vostra
aff.ma sorella isolana
Suor Serafina Degrassi, Udine
Oggi, con la moderna tecnologia, è tanto più facile essere vicini a tantissimi nostri paesani
che – via computer – si ritrovano su Facebook. Su “Isola d’Istria… sempre nostra” abbiamo la
possibilità di ritrovarsi anche con i parenti più lontani e di farsi nuovi amici e amiche. Però
è sempre per noi un vero piacere ricevere e leggere “Isola Nostra”, e speriamo quindi che la
pubblicazione continui, e anche per lungo tempo.
Un sincero augurio a tutti, con un saluto particolare al mio amico di contrada Ferruccio
Delise tremami.
Gianna Moratto Clai, Stati Uniti
E’ tanta la gioia che provo alla notizia che Isola Nostra continua la sua vita. Purtroppo tanti
sono quelli che ci hanno lasciato, ma guardando quelle foto mi sembra di tornare per un breve momento al nostro paese. Grazie a Dio, ricordo tante care persone.
Ho il piacere, con la vostra gentilezza, di inviare un caloroso saluto alla mia amica Lucia Barbo
Degrassi, che mi ha regalato un bel centrino: cara Lucia, tante e tante grazie. Ti ricordo sempre.
Mille grazie anche a tutti i collaboratori e un saluto di tutto cuore da
Romilda Costanzo, Australia
Vi ringrazio per il bel lavoro che state facendo per mantenere ancora vive le nostre abitudini e
memorie. Ogni volta che ricevo Isola Nostra mi si apre il cuore, leggendo anche tante cose
che ignoravo, perché quando ho lasciato la nostra bella e ridente cittadina avevo solo 13 anni
e poi a 18 sono emigrato in Canada.
Tanti cari saluti da
Elvio Chelleri, Canada
Ho ricevuto Isola Nostra
gli ultimi giorni di febbraio e così tempo per scrivere
qualcosa non mi è rimasto.
Grazie a Dio e con l’aiuto di tante brave persone
continuate a pubblicare
il nostro caro giornale. In
questo periodo un po’ di
depressione mi rende difficile prendere la penna in
mano e spremere la mente in cerca di nuove idee.
Purtroppo è l’età che avanza…
Ora una piccola parentesi:
dal 1946 al ’50 sono stato
nel collegio “Niccolò Tommaseo” di Brindisi. Eravamo tutti profughi istriani,
fiumani, zaratini, e lì pubblicammo un giornaletto
per punzecchiare un po’
tutti: si chiamava “La
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
zanzara”. Ora, dopo più di
50 anni, i rimasti ancora in
vita hanno rifondato “La
Zanzara”, cercando di riunirci nel ricordo di quegli
anni. Un po’ come Isola
Nostra con noi isolani…
Aggiungo anche – per sollevare un po’ lo spirito –
un piccolo scritto satirico,
i nanèti de Trieste, fonte tergestina di Carla Stuparich
con qualche aggiunta.
Un caro saluto a tutti voi
da
Licinio Dudine, Stati Uniti
El nanèto…
.. che ‘riva adesso: ècolo
.. simpatico: còcolo
.. stupidìn: gnàmpolo
.. ancora più stupidìn: mòmolo
.. più picio: stròpolo
.. pastrociòn: sbrodolo
.. più sporco: òntolo
.. ancora più sporco: làvalo
SLV¿Jjpègolo
.. dela polvere: zùfolo
.. scovazìn: scòvolo
.. prete: nònzolo
.. mitilicultore: mùssolo
.. aiutante de mùssolo: dòndolo
.. pescadòr: zievolo
.. calighèr: sàndalo
.. gelataio: pìpolo
.. macellaio: òmbolo
.. fruttivendolo: àmolo
.. birraio: lùppolo
.. geometra: règolo
.. ragionier: càlcolo
.. pasticèr: strùcolo
.. aiutante de strucolo: cròstolo
.. giornalista: pìcolo
.. ladro: guàntilo
PD¿RVRcùtolo
.. più schifoso: bàcolo
.. rafredà: mòcolo
.. butterà: brùfolo
.. strazà: sbrìndolo
.. inutile: frònzolo
.. più pigro: pìndolo
.. più svelto: rèfolo
.. ancora più svelto: ciàpilo
.. più sprofumazà: nàsilo
.. più fora: pèrgolo
.. moribondo: ràntolo
.. morto: zìmolo
.. attore: cròccolo
.. cornuto: bùfalo
.. cicciòn: bòmbolo
.. macchinista: ciùfolo
11
Nino Russignan: la scultura nel sangue
Nino Russignan – Lo scorso novembre la Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola – ne abbiamo dato notizia nel numero di marzo – ha voluto assegnargli il premio “Isola d’Istria 2012” per il suo importante contributo su aspetti particolari della storia del nostro paese.
B
arba di giusta misura e curata, capelli liscia-­
WL DOO¶LQGLHWUR ¿VLFR
asciutto, occhio attento e viva-­
ce, ragionamento pronto. D’in-­
verno, il berretto di panno blu, classico degli uomini di mare, tradisce la sua antica vocazio-­
QH'DOOD¿QHVWUDGHOVRJJLRUQR
può vedere a piacimento la sua ,VRODG¶,VWULDHULWRUQDUHDOODVXD
gioventù, in particolare di sera, quando le forme si dilatano e si scompongono, lasciando ampi spazi alla fantasia. Lì, proteso verso il mare aperto, riconosci dalla luce el garofolìn de Ponta de Galo … Sono da lui dome-­
QLFDDSULOH1DWRD,VROD
G¶,VWULD QHO VSRVDWR FRQ
la concittadina Maria Stradi, risiede a Muggia, in località Darsella di S. Bartolomeo dalla ¿QHGHO
“Alle scuole elementari, D ,VROD LQL]LDL D PRGHOODUH OD
creta, presa lungo la strada costiera verso Capodistria, ai rivassi, un poco prima d’arri-­
vare al giro carosse, da dove si vedono contemporaneamen-­
WH,VRODH&DSRGLVWULDVXOODWR
a monte della strada passava l’acquedotto e dietro, dopo le piogge, si formavano delle pozzanghere. Quando l’acqua evaporava rimaneva un’argil-­
OD ¿QLVVLPD OD crèda), ottima per essere lavorata. Si andava a prenderla per modellarla, generalmente a scuola o al do-­
poscuola;; qualcuno si confe-­
zionava da solo le statuine per il presepio. Tutti lo sapevano! ,QL]LDLDODYRUDUHGD0DULR
Dudine (detto aquavita) nella VXD RI¿FLQD GL IDEEUR 3RL DQ-­
dai a navigare imparando un po’ d’inglese da autodidatta, perché volevo recarmi in Ame-­
ULFD ,O PLOLWDUH OR IHFL QHOO¶H-­
sercito, per tutta una serie di FLUFRVWDQ]H,SULPLVHLPHVLOL
trascorsi a Piacenza. Trasferito in Africa settentrionale, ven-­
ni catturato dagli inglesi l’ 11 maggio 1943 a Gambalia (Tu-­
nisia), dove eravamo diretti per ritirare delle munizioni. Loro avevano occupato la zona in nottata e noi non lo sapevamo;; io guidavo, c’era un altro com-­
SDJQRDOPLR¿DQFRHDOWULGXH
VXL SDUDIDQJKL ,QFURFLDPPR
due tedeschi in motocicletta, che venivano in senso contrario e che ci facevano dei segni, ma non capimmo, era il mattino presto. Poi vedemmo uno sbar-­
ramento, rallentai, i due com-­
pagni sui parafanghi alzarono le mani e non feci in tempo a capire cosa stesse succedendo, che una mano pesante mi tra-­
scinò fuori dal furgoncino. Venimmo trasferiti a Casa-­
blanca con vari mezzi, anche in treno, e da qui in America;; fum-­
mo gli unici del mio gruppo ad avere questo trattamento. Gli DOWUL ULPDVWL DO FDPSR ¿QLUR-­
no con gli inglesi. Con la nave Princess Scotland arrivammo in pochi giorni in America;; ci sbarcarono vicino a New York e poi nel tempo ci trasferirono in vari luoghi: nel Nuovo Mes-­
sico, nello Utah, in California. ,QRFFDVLRQHGLXQDPRVWUD
dei lavori eseguiti dai prigio-­
nieri, preparai una composizio-­
ne-­scultura in legno e plastica GLFLUFDFP[UDI¿JX-­
rante un troncone di nave inse-­
ULWR LQ XQ HGL¿FLR FKH SRWHYD
essere la Stazione Marittima, e il tutto sormontato da una V¿QJH ,O FDSLWDQR DPHULFDQR
del campo, un italo-­americano, volle a tutti i costi prendersela e TXHVWRODYRURFKHEHQ¿JXUDYD
al centro della sala espositiva DOOHVWLWD QHO FDPSR DOOD ¿QH
DQGzD¿QLUHD6DQ)UDQFLVFR
,OIHEEUDLRHURQXR-­
YDPHQWHD,VRODG¶,VWULD¿QLWDOD
prigionia, ero sbarcato a Napoli FLUFDTXDWWURJLRUQLSULPD,O
marzo iniziai a lavorare per gli inglesi come autista e delle vol-­
te anche come interprete. Ogni giorno mi recavo a Trieste con i bragozzi per andare a lavorare. Dopo sei mesi che era stata introdotta nella Zona B la “ju-­
golira” -­ per cui per ogni 10.000 lire guadagnate ti davano 5.000 “jugolire” (eri obbligato a cam-­
biarle e con il cambio compera-­
vi la metà rispetto al solito…) – i nuovi occupatori mi dissero: o paghi o vai! Così nel dicembre del 1948 presi le poche cose che mi era consentito portare con me e venni a Muggia. Dopo un paio di mesi tro-­
vai alloggio in Cul de nave,Q
seguito mi costruii la casa in Via di S. Barbara nella zona di Taglada, di fronte al cimitero e dietro al laboratorio dello scal-­
pellino Angelo Lottini. Qual-­
che anno dopo (nel 1960, mese più o mese meno), si costruì la sua Williano Bossi (Villibossi) assieme al padre;; così entram-­
PRLQDPLFL]LD,OFRQWDWWRFRQ
questo giovane, che stava ini-­
ziando la sua strada nel campo della scultura, riaccese i miei interessi per l’arte, facendomi ricordare le mie esperienze scolastiche giovanili.
Gli commissionai due bas-­
VRULOLHYL LQ SLHWUD UDI¿JXUDQWL
delle lotte tra tori, credo ancor 12
oggi incastonati nella casa, che in seguito vendetti per trasfe-­
rirmi in Darsella, e una statua LQ EURQ]R XQD ¿JXUD IHPPL-­
QLOH ÀHVVD LQ DYDQWL FRQ XQD
gamba piegata all’indietro e l’altra leggermente distesa, che SRWUHPPR GH¿QLUH XQD ³ED-­
ISOLA NOSTRA
gnante”, alta circa cm 30 per cm 60 di lunghezza;; ora essa è sistemata all’inizio della scala, che porta all’entrata dell’attua-­
le abitazione. Assieme a Villibossi anda-­
vamo alle presentazioni delle mostre e continuai ad appas-­
Un mandolèr in Calelarga
Primavera del 1937. La banda è al completo. Si trama. Qualcuno dice che si potrebbe tentare… che la vittima non è poi tanto di-­
stante… sì, vale proprio la pena di tentare il colpo. Scende la sera. Si decide: si và.
,FLQTXHVLLQFDPPLQDQRDSDVVLVYHOWLYHUVRODSHULIHULD3RLHFFR
ODFDPSDJQDVLSUHVHQWD¿WWDLQWULFDWDLQVLGLRVD,Q¿ODLQGLDQDL
cinque si immergono nell’oscurità. L’atmosfera è tesa… le incognite non sono poche. Chissà? E si incamminano…
Un cane abbaia lontano (meno male…). Rumori indistinti, sospet-­
ti, si odono qua e là. Ogni ombra pare nasconda un agguato. Ma la SDXUDqLQIHULRUHDOODEUDPD(FFROR¿QDOPHQWH
,OSUR¿ORGHOO¶DPSLDFKLRPDVLVWDJOLDQHOWHQXHFKLDURUHGHOOHVWHO-­
le. Un attimo di esitazione poi… via alla rapina!
,Omandolèr, rassegnato, subisce in silenzio. Mandorle vellutate, a metà della loro maturazione, di quelle che scroccano in bocca e che ti stimolano con quel sapore agro le ghiandole salivari. Le mani, che sembrano tentacoli, staccano e staccano e riempiono le WDVFKHSRLDQFKHODFDPLFLD,Omandolèr soffre sotto l’assalto, ma tace: non può parlare.
)LQDOPHQWHLOPLVIDWWRqFRPSLXWR,FLQTXHVRGGLVIDWWLHSLHQLGL
boria, prendono la via del ritorno, ricalcando le orme precedenti. Quale coraggio!
***
3ULPDYHUDGHO$GXQDIHUPDWDGHO¿OREXVXQVLJQRUHGDOOD
faccia intelligente e buona, aspetta. Qualcuno si affaccia e…
-­ Toni, el vòl un passaggio?
-­ Magari!
-­ Come che passa el tempo, Toni mio!
-­ Dime a mi che ormai son vecio!
-­ El se ricorda che bei anni?
-­ Altroché!
-­ Che bele campagne ch’el gaveva!
-­ Che bele, ah!
0HULFRUGRDQFKHFK¶HOJDYHYDXQPDJQL¿FRPDQGROqULQ&D-­
lelarga…
-­ Ah! Te se ricordi anca quel? Te sa che te parli de un trenta anni fa… quanti te podevi averghene ti? Un quindise, sedise… Te sa FKHQRSDVVDYDVWDJLRQVHQVDFKHL¿RLPHORQHWL"
A questo punto del dialogo segue un momento de silenzio, troppo silenzio: forse un pensiero passa per la mente di entrambi. Poi riprende.
-­ 0HIDVVHYDDQFKHUjELDVDPD¿QLYRVHPSUHSHUSHUGRQDUJKH«
$UULYDQR 8QD SUROXQJDWD VWUHWWD GL PDQR PHWWH ¿QH DO ORUR LQ-­
FRQWUR,OVLJQRUHGDOODIDFFLDLQWHOOLJHQWHHEXRQDVHQHYDXQSR¶
curvo, verso il portone di casa. Ancora un gesto e un sorriso, poi VSDULVFH4XDQWDQRELOWjLQTXHOOD¿JXUD«
Nino Russignan
VLRQDUPL ,QL]LDL D SUHVHQWDUH
alcune mie realizzazioni alle collettive, che vennero sempre accettate con interesse (appa-­
re il nome di Nino anche in XQWUD¿OHWWRGHOTXRWLGLDQR³,O
Piccolo” di Trieste dal titolo: La “Regionale” 1971 al Pa-­
lazzo Costanzi).
Qualcuno disse che facevo queste cose astratte, perché QRQ VDSHYR IDUH LO ¿JXUDWLYR
Guarda questa faccia model-­
ODWD LQ SODVWLOLQD VH QRQ q ¿-­
gurativa!”-­ La foto, che mi sottopone, parla da sé -­
“Ne feci due copie in gesso, una la spezzai e una la regalai al vicino. Le prime tre fusioni di cose mie le feci fare a Vene-­
zia, accompagnato da Villibos-­
si, presso la Fonderia Bianchi a Santa Croce;; l’anziano artigia-­
no poi smise e continuammo con il suo allievo Stefan Side-­
lio a Treviso, che però non era accurato come il maestro.
Ma nell’ambiente capta-­
vo delle invidie … l’intervento dei sindacati … poi un giorno mi si presenta un critico, che mi propone una recensione be-­
nevola per 250.000 lire! Se mi domanda tanto, vuol dire, che non valgo niente…! Per cui ho rinunciato.” Ma Nino Russignan non molla, abbandona l’ambiente, che non è quello che immagina-­
va, e si crea uno spazio suo dove poter continuare a sognare, dove poter continuare a produrre per un proprio bisogno interiore. Le ultime realizzazioni sono in ac-­
ciaio inossidabile con saldatura elettrica … volumi lineari, ver-­
ticali e decorativi. “… Se no te vèndi, te va in passivo e le fusioni costa! – con-­
tinua Nino -­ Pensai allora di at-­
trezzarmi per creare un labora-­
torio per le fusioni artistiche, in modo da realizzare le mie cose HDQFKHTXHOOHGLDOWULDUWLVWL,QL-­
]LDLPRGL¿FDQGRXQEUXFLDWRUHD
nafta, ma la moglie si oppose a questo tentativo di trasformare OD FDVD LQ XQ¶RI¿FLQD H QRQ VH
ne fece niente. Continuai allo-­
ra a realizzare opere in acciaio saldato o creando delle compo-­
sizioni artistiche, assemblando metalli di recupero con marmi riutilizzati, il tutto per la sempli-­
ce soddisfazione di arricchire la casa e il giardino. Solo piccoli e occasionali i lavori in pietra utilizzando lo scalpello e il tra-­
pano.” Qualche anno fa ha regalato una di queste sue fusioni alla Bi-­
15 giugno 2013
blioteca Comunale “E. Guglia” di Muggia subito dopo alla sua inaugurazione, essendo lui an-­
che membro della commissione per la biblioteca;; una l’ha dona-­
ta recentemente alla parrocchia di Muggia e una alla Comunità DXWRJHVWLWDGHJOL,WDOLDQLGL,VR-­
OD G¶,VWULD FRPH VHJQDODWR VXO
bollettino La voce del mandrac-­
chio n. 36 del 31 marzo 2009: L’abbraccio di G. Russignan alla nostra Comunità (R.S.). La scultura, montata su piedistallo in marmo, porta la sigla R3. ( FRVu SHU ¿QLUH ODVFLR DL
critici alcune mie considera-­
zioni, quale proposta di lavoro. Avendo i contemporanei Ma-­
scherini con Negrisin e Carà XQD SUHSDUD]LRQH VSHFL¿FD H
la possibilità di consultare una cospicua quantità di materia-­
OH LFRQRJUD¿FR LQ YDUL FDPSL
dell’arte scultorea in particola-­
re, come quella romana ed etru-­
VFD ¿QR D TXHOOD DIULFDQD HVVL
possono trarre da ciò motivo per delle personali interpreta-­
zioni, arricchite da una decisa ricerca di verticalità, lasciando intravvedere una velata trasver-­
salità di luoghi comuni. ,O 5XVVLJQDQ WURYD LQYHFH
con genuina spontaneità, del-­
le linee pure ed essenziali di bilanciata tridimensionalità, che lo inseriscono, in un an-­
ticipo di grande modernità, in quell’avanguardia internazio-­
nale che Trieste non era ancora pronta a far sua, ma che forse possiamo scorgere o semplice-­
mente supporre, ad esempio, in Nino Perizzi.
Pur non volendosi con-­
frontare -­ tranne qualche rara presenza in collettive come la “Mostra degli Artisti Mugge-­
sani” proposta annualmente dalla Fameia Muiesana (2008, trentesima edizione) -­ egli ha sempre continuato a esprimer-­
si ad alto livello, dimostrando il suo talento.
Cambiando completamen-­
te tema, non posso dimentica-­
re ancora una volta, perché fa intimamente parte della sua personalità, l’attaccamento del Russignan alla sua cittadina natale. Questo si evidenzia con l’appassionata ricerca storica QHOFDPSRVSHFL¿FRFKHWURYD
VSD]LR QHOOD ULYLVWD ³,VROD 1R-­
stra” pubblicata a Trieste, come pure in alcuni volumetti, da lui editi, frutto di personali e dotte ricerche.
Franco Stener (da “Borgolauro” 56, Muggia 2009)
15 giugno 2013
ISOLA NOSTRA
13
L’asilo infantile San Luigi di Isola
,
VROD G¶,VWULD TXHVWD QRVWUD
terra che ha la sua vita in-­
tessuta di tanta bella storia, brilla per la sua tenacia, per il suo valore e per la fede del-­
la sua gente che la onora e la tiene intimamente unita, man-­
tenendo vivo lo spirito comu-­
nale e nazionale. Nel solco di questo suo luminoso passato è doveroso ricordare tra le tante sue istituzioni l’asilo infantile San Luigi. Siccome gran parte delle donne isolane erano occupate nelle fabbriche e gli uomini al lavoro dei campi o alla pesca, all’infanzia isolana mancava una guida e un ritrovo dove, fuori dai pericoli, poter ricre-­
arsi e temprare lo spirito;; un VROLGR HGL¿FLR GL SUHSDUD]LR-­
ne morale della loro gioventù, l’istituzione di una scola pi-­
cia che curasse con il massi-­
mo impegno l’educazione dei bambini. A ciò pensò quell’a-­
nima grande di sacerdote che fu il parroco mons. Francesco Muiesan.
Egli infatti, con il pieno appoggio delle autorità civili, il 7 agosto 1907 apriva alla cit-­
tadinanza l’asilo infantile San Luigi. La sua apertura però non fu affatto facile perché venne osteggiato da molti cit-­
tadini, specie da esponenti del partito socialista, che consi-­
deravano la nuova istituzione FRPH TXDOFRVD GL VXSHUÀXR H
di poco utile. Ma questi dovet-­
tero ricredersi, perché l’istitu-­
zione ebbe molto successo. Lavoravano con i bambini entro quelle mura le Piccole Suore della Sacra Famiglia, la cui casa madre si trova tuttora a Castelletto di Brenzone, sul lago di Garda.
Se all’inizio l’asilo decollò con 60 bambini, poco dopo il numero dei piccoli aumentò ¿QRDWRFFDUHODVRJOLDGHL
piccoli scolari. Fu così che il parroco offrì alle suore alcune stanze dell’oratorio maschile per continuare la loro opera in uno spazio maggiore. Fino al 1914, alle soglie della prima guerra mondia-­
OHWXWWR¿OzOLVFLRFRQJUDQGH
soddisfazione della cittadinan-­
za ma poco dopo, con la di-­
chiarazione di guerra, le cose presero un’altra piega: su ordi-­
ne del Ministero della Guerra le suore, come”suddite italia-­
ne”, furono costrette a lasciare il loro incarico e internate per alcuni giorni a Leibnitz, in Au-­
stria. Da qui, in treno via Sviz-­
zera, poterono far ritorno alla &DVD0DGUHLQ,WDOLD
Terminata la guerra e an-­
QHVVDO¶,VWULDDOO¶,WDOLDOHVXRUH
SRWHURQR ULWRUQDUH DG ,VROD H
riprendere la cura dei bambini. La loro attività non si limitò all’asilo, ma curarono anche una scuola di cucito e ricamo, le recite e l’attività teatrale e pure assistendo la gioventù femminile nel ricreatorio. Finita la seconda guerra mondiale, il vento “rinnovato-­
re” dei nuovi arrivati non rispar-­
miò la benemerita istituzione e un triste pomeriggio del maggio 1949 fu imposta alle suore la chiusura dell’asilo, col forzato DEEDQGRQR GHOOD ORUR FDVD ¿QR
a quando – e non attesero mol-­
to – furono costrette a lasciare ,VROD SHU VHPSUH 4XHO SRPH-­
riggio, quando fu loro imposta la chiusura, le madri dei bambi-­
ni protestarono in maniera civile HSDFL¿FDPDTXHVWRFRVWzFR-­
munque ad alcune giovani qual-­
che giorno di arresto da parte della polizia politica, l’OZNA. Si chiudeva così forzata-­
mente un asilo nel quale dal 1907 al 1949 – con la parente-­
si della Grande Guerra – quasi tutti i bambini isolani ebbero una buona formazione edu-­
cativa, che in loro certamen-­
te ha lasciato dei cari ricordi. E’ doveroso ricordare, fra le tante che operarono in questi quarant’anni, le suore che per ultime, e non per scelta, hanno ODVFLDWR ,VROD QHO VXRU
Angioletta e suor Biancalaura che -­ come riportato in altra parte del giornale – ha da poco festeggiato i suoi 100 anni e i 77 anni di vita consacrata. Certamente molti isolani – oggi nonni e bisnonni – si ULFRUGHUDQQRDQFRUDGHOOD¿OD-­
strocca, cantata dai bambini e tramandata di generazione in generazione, che così recitava:
Addio mamma, vado all’asilo,
vado all’asilo per tutto il dì.
Grembiule rosa, colletto bianco,
FHVWLQRDO¿DQFR
gioia nel cuor.
 Novembre 1942 – La sezione “mezzani” (5 anni) con suor Biancalaura. La compostezza di questi bambini (ormai oltre i 75 anni…) e l’ambiente ordinato e pieno di luce ci parlano del bene che le suore della Sacra Famiglia hanno fatto nella nostra cittadina con al cura della nostra “mularia”. 14
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
1913 -­ 2013 : I 100 anni di suor Biancalaura
Non dimenticati i 13 anni dedicati ai bambini dell’asilo di Isola
,
l 1° aprile 2013 sarà ri-­
cordata a Monte Roma-­
no, in provincia di Vi-­
terbo, come la data in cui ricorre il centesimo com-­
pleanno di suor Biancalau-­
ra delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, al secolo Maria Vincenzi. Sono or-­
mai più di quarant’anni che opera in quella località, visto che quando è arrivata era già sessantenne, un’età in cui normalmente si va in pensio-­
ne. Ed è sempre stata allegra e spiritosa, e ancora adesso ha sempre la battuta pronta, con il suo accento veronese che attira la simpatia di tutti.
Maria -­ nata a San Zeno di Minerbe nella bassa ve-­
ronese il 1° aprile 1913 e cresciuta in una famiglia ricca di fede e di amore -­ il 4 marzo 1937 è entrata nel-­
le Piccole Suore della Sacra Famiglia con il nome di suor Biancalaura, pronta a seguire per tutta la vita lo spirito del fondatore della Congrega-­
zione: pregare -­ lavorare – patire. Non le mancarono le prove dolorose per la perdita di due giovani nipoti, morti annegati nello stesso 1963: *LXOLRDDQQLDOO¶,GURVFD-­
lo di Milano e la consorella suor Lucina, perita a 29 anni nella sciagura del Vajont. E’ consuetudine delle suore che, per obbedienza, accettino di essere trasferite nelle varie comunità dove c’è più bisogno di loro. E così suor Biancalaura si è trovata per 13 anni in terra G¶,VWULD D ,VROD VRSUDWWXWWR
durante gli anni della guer-­
ra e il tragico periodo delle persecuzioni che portarono /D UHGD]LRQH GL ,VROD 1RVWUD FHUWD GL LQWHUSUHWDUH LO VHQWL-­
mento dei tanti isolani che nella loro fanciullezza avevano frequentato l’asilo San Luigi, augurano a suor Biancalaura i più sinceri auguri per la felice ricorrenza, non dimenticando il bene che Lei e le sue consorelle hanno elargito nel nostro SDHVH SHU OD FXUD GHL EDPELQL QHJOL DQQL SL GLI¿FLOL GHOOD
nostra storia. Siamo certi che si ricorderà nelle sue preghiere DQFKHGL,VRODHGHLVXRLDELWDQWL
Un pensiero di riconoscenza anche per tutte le Piccole Suore della Sacra Famiglia che per quarant’anni hanno operato nel nostro paese e che hanno raggiunto la Casa del Padre. la popolazione istriana all’e-­
VRGR $ ,VROD SUHVWz OD VXD
opera – benemerita e non dimenticata -­ all’asilo infan-­
tile “San Luigi” sino al 1949, quando questo venne chiu-­
so dal nuovo regime e suor Biancalaura, assieme alle consorelle suor Rosalbina e suor Angioletta, costretta ad abbandonare il nostro pae-­
se per sempre. Sicuramente i tanti isolani, ormai nonni, che in quegli anni hanno fre-­
quentato l’asilo la ricorde-­
ranno con affetto e simpatia.
Nei suoi 67 anni di vita consacrata, sorretta sempre GD EXRQD VDOXWH GRSR ,VR-­
la ha speso la sua vita per il bene dei bambini e delle fa-­
miglie prima per 19 anni a Lavezzola (Ravenna) e poi per ben quaranta a Monte Romano, che ha voluto fe-­
steggiarla per il suo cente-­
simo compleanno con una Santa Messa solenne conce-­
lebrata dal vescovo e da altri sacerdoti. La festa per lei è poi proseguita con la proie-­
]LRQHGLXQEUHYH¿OPDWRFRQ
foto storiche della sua vita e una grande festa nella casa delle suore con musica e tor-­
ta di compleanno. Presente anche il sindaco di Monte Romano, che nel discorso augurale ha voluto ribadire quanto importanti per il pa-­
ese siano le Piccole Suore della Sacra Famiglia. Sull’esempio di suor Biancalaura, ringraziamo il Signore perché la Chiesa -­ famiglia di Dio – continui a JHQHUDUH ¿JOL H ¿JOLH FKH LQ
ogni terra acclamino e testi-­
monino l’amore e la miseri-­
cordia di Dio Padre. Cara suor Biancalaura,
VRQR%LDQFDODXUD'HJUDVVLOD¿JOLDGL2PHUD&RORFFLFKH
tanti anni fa -­ ad Isola d'Istria -­ l'ha voluta ricordare con affetto dandomi il Suo nome. Oggi mamma -­ che l'ha sem-­
pre portata nel suo cuore -­ non c'è più...
In questa giornata, così importante per Lei e la sua Co-­
munità, voglio ringraziarla per il nome che porto con gio-­
ia e l'abbraccio caramente felicitandomi per l'importante WUDJXDUGR UDJJLXQWR L FHQWR DQQL GL YLWD IRUWL¿FDWL GDOOD
grande Fede in Nostro Signore..
Biancalaura Degrassi, Trieste
15 giugno 2013
ISOLA NOSTRA
15
Suor Biancalaura durante la Messa solenne in suo onore alla presenza del vescovo di Civitavecchia mons. Marrucci e del sindaco di Monte Romano (VT). Tutta la cittadinanza si è unita a Lei e alle consorelle della Sacra Famiglia in un abbraccio affettuoso di riconoscenza. (foto di Nicola Gentile)
16
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
INTERNET: fascino e misteri dei tempi moderni
Ma chi l’avrebbe mai detto?
M
i capita talvolta di sedermi davanti al computer e sentirmi un personaggio disneyano catapultato in un mondo ignoto, pieno di fascino ma anche di mistero. Su una tastiera piena di simboli, su cui fatico ad individuare i caratteri che la mia maestra mi aveva insegnato alle elementari, batto – par-­
don, clicco… VXXQRHPLDSSDUHXQD¿JXUD
a volte un globo che gira e si sposta dove mi pare, a volte una serie di simboli che si chia-­
mano “icone” (ma le icone non sono quelle del SRSH"HFOLFFRSXUHVXTXHVWHHDOWUH¿JXUH
sovrastano le precedenti…
Mi fermo, e naturalmente mi accorgo di vi-­
vere la rivoluzione elettronica, un’evoluzione come se l’avessi sempre avuta e usarla è solo una questione di pratica. Così, stando seduto davanti al video, posso conoscere le notizie del mondo, quelle della cultura, dello sport, visio-­
QDUH¿OPDWLFRQWDWWDUHSDUHQWLHDPLFLFRPHVH
IRVVHURGLULPSHWWRDOODPLD¿QHVWUDROLYHGHVVL
dal balcone vicino. E’ affascinante, ma anche – diciamolo noi con i capelli bianchi – tanto misterioso. Ed es-­
VHQGRGLI¿FLOHVSLHJDUHFRPHGDXQVHJQDOHODQ-­
ciato da uno strumento simile al mio da un amico dal Canada, o da una persona che forse non mi conosce, attraverso un satellite questo segnale arrivi a me, resto nel mistero... Forse Leonardo aveva capito qualcosa di simile, o Verne lo im-­
maginava in tempi diversi, o Marconi lo aveva intuito. Un fatto è certo: è ormai uno strumento del quale saremo sempre più dipendenti, e guai a FKLQRQORVDSUjXVDUH(DOORUD¿QFKpSRVVLDPR
godiamoci la sua parte più bella.
Da quando Paolo Coppo, Piero Degrassi e 'RQDWHOOD)HOOXJDKDQQRGDWRYLWDDOSUR¿OR)D-­
cebook “Isola d’Istria sempre nostra”, sono ormai quasi 250 le persone – isolani e non – che si sono inserite, si scambiano messaggi, si con-­
frontano con vecchie foto ingiallite dal tempo, ma che arrivano impreziosite dal computer e fanno ritornare con la memoria ai tempi anda-­
ti. Credo che il sito contenga oltre 300 foto di ,VROD YHFFKLD H QXRYD DO ODWR XQD GL TXHVWH
alcune trovate tanto tempo fa proprio sui nu-­
PHULGL,VROD1RVWUDDQFRUDGLGRQ$WWLOLRDOWUH
riscoperte in vecchi bauli.
Dimenticavo di dirvi che l’amico Bruno Dagri ha inserito in questo sito tutti i numeri di ,VROD1RVWUDGDOLQSRLHSHULOHWWRULFKH
SRVVLHGRQRTXHVWRFROOHJDPHQWR,QWHUQHW±FRVu
si chiama il “mostro” – potranno leggerlo ancor prima che gli arrivi per posta.
Sperando di farvi cosa gradita pubblichia-­
PR TXDOFKH IRWR FRQ L UHODWLYL FRPPHQWL ,Q-­
glese, italiano e isolàn si confondono, come la PHPRULD0HULWDJXDUGDUOHHULÀHWWHUH«
Un abbraccio a tutti
Emilio
15 giugno 2013
ISOLA NOSTRA
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18
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
Strugnano 2012: un pellegrinaggio
che sembrava impossibile
0DDYROWHELVRJQDDYHUH¿GXFLD«
D
opo le piogge torren-­
ziali della Settimana 6DQWD HUD GLI¿FL-­
le pensare ad una Pasquetta VROHJJLDWD ,QIDWWL OXQHGu ƒ
aprile si presentava con una mattinata simile alle prece-­
denti. Riandando con il pen-­
VLHURDOOHUHFHQWLGLI¿FROWjFKH
– anche se superate – davano ,VROD 1RVWUD LQ YLD GL FKLX-­
sura, ai problemi di salute di Mario Depase, infaticabile organizzatore dei nostri in-­
contri, e che Nerina bonassa GLI¿FLOPHQWH DYUHEEH WURYDWR
l’entusiasmo degli anni scor-­
si, pensavo veramente che questo nostro pellegrinaggio annuale al santuario di Stru-­
gnano o sarebbe saltato o ci saremmo trovati in pochi in-­
WLPL,QYHFH«
,QYHFH D PHWj PDWWLQD LO
sole ha aperto qualche squar-­
cio di speranza e si è mante-­
nuto per tutto l’arco ella gior-­
nata. Così quando, assieme ai miei familiari, sono arrivato a Strugnano, ho trovato la chiesa già ben predisposta e alcune persone sul sagrato: il miglioramento del tempo stava stimolando l’arrivo dei “coraggiosi”. E così ancora una volta ci siamo ritrovati numerosi davanti alla grande Croce da dove si può ammira-­
re lo splendido panorama del golfo di Trieste, parzialmente nascosto dal colle di Punta *URVVDODQRVWUD,VRODFKHGD
lassù sembra volersi staccare da terra, spinta verso il mare, a ovest il complesso massic-­
cio del duomo di Pirano e, sotto di noi, i rivassi di Punta Ronco.
Don Roberto – pardon, mons. Roberto Rosa – vestiti i paramenti sacri, ci ha rag-­
giunti accompagnato da Gior-­
gio Ruzzier, quando nel frat-­
tempo era arrivato già un bel numero di persone, tra le quali diverse giunte con il pulmino della Pullino. Assisteva alla 15 giugno 2013
ISOLA NOSTRA
Grazie Nerina...
Foto di
Marisa Berani e
Donatella Felluga
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cerimonia anche un gruppo di giovani sloveni accompagna-­
ti da una suora. E’ poi partita la processione, aperta dalla croce portata da Giorgio, che con la recita del Rosario si è diretta al santuario per la cele-­
brazione della S.Messa. Dopo le letture, effettua-­
te dall’amico Loris Fabris -­ monfalconese sposato con un’isolana, come ha tenuto a sottolineare – don Rober-­
to nell’omelia ha ricordato il passo del Vangelo dove Gesù appare ai discepoli in Gali-­
lea e li saluta con tre volte la parola “Pace”. Pace, come ha sottolineato il celebrante riprendendo un pensiero di papa Wojtila, intesa non come mancanza di guerra ma come serenità intima nei cuori.
$OOD ¿QH GHOOD 0HVVD KR
ritenuto doveroso ringraziare i presenti e l’amico Edio To-­
gnon, che ha trovato in Gior-­
gio Ruzzier un valido sostitu-­
to di Mario Depase. Ho voluto anche portare i saluti dei tanti FRPSDHVDQL LQ ,WDOLD H DOO¶H-­
VWHURFKHDWWUDYHUVRLOSUR¿OR
Facebook ³,VROD G¶,VWULD«
sempre nostra”, mi hanno in-­
vitato a considerarli presenti LQ VSLULWR ,O SHQVLHUR q VWDWR
accolto con un caloroso ap-­
plauso che ho trasmesso loro con lo stesso mezzo.
Usciti dalla chiesa, l’ulti-­
ma insperata sorpresa: panini, una splendida insalata russa, melanzane, uova, pinze, dolci, tutto preparato da Nerina Pu-­
JOLHVH FRDGLXYDWD GDOOD ¿JOLD
Nelita, dall’amico Valdi, dal-­
la nipote Marica Pugliese, da Mariapia Felluga e dal nipote Arduino Copettari, che ogni anno per l’occasione arriva da 9HURQD ,O WXWWR DFFRPSDJQD-­
to da un bicchiere di vino e altre bevande che, nel cortile interno del vecchio conven-­
to, hanno allietato i numerosi presenti, che si sono dilungati nei ricordi e negli apprezza-­
menti verso la nostra splendi-­
da Bonassa, salutata anche da un caloroso applauso. Parafrasando il titolo di XQ QRWR ¿OP KR SHQVDWR«
che lassù qualcuno ancora ci ama…
Emilio Felluga
AVVENIMENTI LIETI
20
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
Il 12 aprile 2013 QUINTILIO
RUSSIGNAN ha raggiunto il bel
traguardo dei 90 anni, festeggiato
dalla moglie Nada, dai figli Gianni e Paolo, dalla nuora Gabriella
e dalla nipote Francesca. Assenti
per motivi di lavoro all’estero i nipoti Luca, Stefano e Caterina.
Tantissimi auguri da tutti i familiari a MA-­
RIO POLETTI, che negli Stati Uniti ha festeggiato felicemente il traguardo dei 90 anni. Nella foto, seduti Mario e la moglie Ne-­
via con in braccio i nipotini Zachary e Tyler. ,Q SLHGL GD VLQLVWUD OD QLSRWH$QJHOD FRQ LO
marito Stuart Dorris, i nipoti Stephen e Da-­
QLHOHOD¿JOLD0DULVD*URG]LFNLQDWDD,VROD
Il 10 marzo 2013 nonna ANTONIETTA DANDRI
ved. GOINA ha festeggiato i suoi 99 anni. Tanti affettuosi auguri dalle figlie, dai generi, dai sette nipoti
e dai nove pronipoti.
Buon compleanno, Elia! Lo scorso 25 febbraio
ELIA MOSCOLIN ha festeggiato il suo primo
compleanno! Tanti auguri da papà Lorenzo Moscolin, dalla mamma Francesca, dai nonni Fabio
Moscolin e Mariuccia Degrassi e da tutti i parenti!
15 giugno 2013
ISOLA NOSTRA
Estate 2010, una giornata irrepetibile: un gruppetto di bambini e adulti, tutti parenti, nipoti, figli, nuora, cognato,
mogli a seguito, ascoltando aneddoti e storie da bambini e ragazzi e – per breve tempo – da adulti a causa dell’esodo. Camminavamo per le vie di Isola vivendo nel passato raccontato da mio marito Mario Chicco (loca) e da mio
cognato Bruno Russignan (barsula), suo amico d’infanzia e ora residente in Svizzera; con loro a far da ciceroni
rivivevamo quei momenti indimenticabili, con i loro volti sereni e gli occhi illuminati da quella mattina piena di
sole, riflessi nell’azzurro del mare e nel verde delle campagne, mai dimenticate con le arrampicate sugli alberi da
frutto e poi le fughe…
Questa è la foto di quella splendida giornata, che per Mario ha rappresentato la sua ultima visita ad Isola. Ora è
lassù in cielo, intento a lavorare la campagna e a tuffarsi nel suo mare: è così che, tra le tante cose, ci piace ricordarlo…
Adriana
Con il massimo dei voti
LUCA BOLOGNA si è
laureato all’Università Cattolica di Milano e il fratello
CHRISTIAN BOLOGNA
presso l’Università la Bicocca sempre di Milano. Ai
neo-dottori, con l’augurio
di uno splendido futuro, le
congratulazioni della nonna
Giuseppina Lugnani ved.
Bologna, dei genitori Luigi
con Anna e Giuliano con
Susy, delle sorelle Monica e
Irene e dai familiari tutti.
Nelle foto Luca e Christian
con i rispettivi genitori, la
nonna Giuseppina Lugnani
e la prozia Maria.
AVVENIMENTI LIETI
Una giornata irrepetibile a Isola
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AVVENIMENTI LIETI
22
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
Lo scorso 13 febbraio presso il Conservatorio Tartini di Trieste si è diplomata
in pianoforte CATERINA RUSSIGNAN. Alla neo-professoressa dai nonni
Quintilio Russignan e Nada Degrassi le più vive congratulazioni e un grandissimo augurio di futuri successi.
20 aprile 2013 – 20° incontro conviviale degli (ex) sessantenni
D
opo 19 anni di incontri conviviali sul Carso triestino, quest’anno gli ex-­sessantenni sono convenuti a Muggia. Non che l’aria dell’Altipiano sia diventata insalubre, ma bisognava cambiare “aria” vista l’esperienza deludente dell’anno precedente, attinen-­
te l’arte culinaria del nuovo gestore del ristorante abitualmente frequentato.
La scelta su Muggia è stata indovinata: il ristorante accogliente e comodo, il desinare ottimo. Sì, perché – anche se si dice che O¶LPSRUWDQWHqULWURYDUVLHYROHUVLEHQH±XQEXRQSUDQ]HWWRLQQDI¿DWRGDGHOYLQRVTXLVLWRQRQJXDVWDLQTXDQWRVWLPRODODPHPRULD
la loquacità e l’allegria. Succede anche che qualcuno sia latore di notizie non allegre, come la scomparsa recentissima di Vinicio Ulcigrai benèto, ma è ovvio che la tendenza del gruppo è quella del “bando alla tristezza”…
Passano le ore, ma certamente la chiacchierata non può dirsi conclusa: si sa che continuerà il prossimo aprile 2014, auspicando la presenza di tutti gli attuali partecipanti, probabilmente ancora a Muggia. ,QFKLXVXUDqGRYHURVRULFRUGDUHFRORURFKHQRQFLVRQRSLHXQSHQVLHURDTXHOOLFKHSHUYDULPRWLYLQRQVRQRVWDWLSUHVHQWL
sperando ci siano il prossimo anno.
Ed ora eccoci qui:
Edilio Benvenuto cica±$O¿R%HQYHQXWLsisoti – Alfredo Bussani – Bruno Carboni leon – Nerio Chicco calfa – Luigi Carboni snai – Elpidio Delise pipeta – Bruno Degrassi pansalonga – Bruno Derossi balego – Mario Degrassi mussina – Salvatore Degrassi sucherio – Gilberto Delise taia-­
suche – Dario Degrassi fritola – Mario Drioli tocio – Mario Giovannini – Livio Marchesan uci – Bruno Russignan taca±0DULRH,WDOR7URLDQmandolìn – Gino e Berto Ulcigrai torso – Fabio Vascotto nadal – Silvano Maraspin piranese – Ricciotti Degrasi rece – Carlo Bacci placa – Nerio Delise sensacuor – Stefano Vascotto volpe – Carlo Zuliani – Pini Zaro volpe – Salvatore Zugna.
*UD]LHD3LQL=DURSHUOHIRWRJUD]LHD,VROD1RVWUDFKHGDVHPSUHFLRVSLWDHXQ
JUD]LHSDUWLFRODUHDTXHOOHSRFKHSHUVRQHFKHFRQDEQHJD]LRQHHIUDLQ¿QLWHGLI¿FROWj
riescono a tenere in vita il nostro giornale.
Per il prossimo anno l’appuntamento è come sempre l’ultimo venerdì di aprile. Le prenotazioni al solito numero di Alfredo: 040-­280084.
Alfredo Bussani
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
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LA FORZA DEL DESTINO
Lucio Degrassi paradiso, un isolan in America
Q
uando penso che sono venuto in America senza conoscere un mestiere, senza parlare l’in-­
glese e con soli 25 dollari per mantenere me e mia moglie Emilia, non posso fare a meno di credere che il destino con-­
trolla la nostra breve esistenza su questa terra, procurandoci i necessari strumenti per supe-­
rare ogni ostacolo.
Se non fosse stato per la seconda guerra mondiale… O¶,WDOLDFRQXQDJRYHUQRIDYR-­
revole a Tito… l’occupazione slavo-­comunista… l’esodo… la mensa dei Salesiani dove ebbi l’occasione di conosce-­
re un sergente inglese che mi fece conoscere il vice-­console americano che in seguito mi procurò il “visto” per gli Stati Uniti… NON sarei mai venuto in America.
Nel 1951 frequentavo O¶,VWLWXWR 1DXWLFR GL 7ULHVWH
giocavo a calcio con il “Pon-­
ziana”, ero anche il portiere della squadra della scuola. Come esule, mangiavo alla mensa dei Salesiani dove co-­
nobbi una ragazza, Olivetta, con i capelli rossi e piena di lentiggini, alla quale un gior-­
no prestai i pattini… Destino voleva che andassi a vederla ai Campi Elisi, dove pattinava assieme a sua cugina Emilia. Un momento di sbilancio per Emilia… corsi a sostenerla per evitarle la caduta e fu… ORYHDW¿UVWVLWH«Quattro anni dopo, 8 aprile 1956, Emilia diventava mia moglie e il 13 luglio di quello stesso anno eravamo sull’aereo diretto all’aeroporto di New York, ora ³-).HQQHG\´« and the rest is histrory…
Senza alcuna esperienza di lavoro ma con tanta volontà, incominciai a lavorare come pittore, poi ebbi esperienze con il legno… il cemento… il ferro. Ho lavorato sette anni in un magazzino del negozio “Lord & Taylor” dove si re-­
stauravano mobili antichi e poi per trent’anni in proprio  Lucio Degrassi con i figli David, Richard e Deborah. Ma, davanti, non poteva mancare Meggy…
Nella foto di al-­
cuni anni fa, Lu-­
cio con la moglie Emilia insieme a Luciano Pavarotti dopo una rappre-­
sentazione al Me-­
tropolitan Opera di New York
come home improvement con-­
tractor…
Superati tutti gli ostacoli che il lavoro presenta anche DJOLVWHVVLQDWLYLRUDKRWUH¿-­
gli ben sistemati, possiedo una casa di due famiglie e dietro D TXHVWD VFRUUH XQ ¿XPH FKH
porta all’oceano, dove tengo una barca di sette metri.
Nati con la musica nel sangue e la passione per l’o-­
pera, grazie a Mariucci Rus-­
signan (moglie di Pino Co-­
deglia, parente per parte di mamma), grande amica del mezzosoprano Bianca Beri-­
ni, si sono aperte per noi le porte del Metropolitan Ope-­
ra di New York, dandoci così l’occasione di conoscere di persona Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Carreras, Placi-­
do Domingo e tanti altri. Ab-­
biamo avuto l’opportunità di conversare con queste grandi personalità della musica e di aver avuto anche come ospiti a casa mia il famoso baritono Leo Nucci e sua moglie. Ora, all’imbrunire della nostra vita, ci troviamo con un calendario pieno di note… appuntamenti (alcuni anche con il dottore)… anniversa-­
ri… birthday party… bocce alla domenica… breakfast al mercoledì con i membri del “Caboto Lodge”… martedì e giovedì mattina la passeggiata FRQLFDQLGL'DYLGLOPLR¿-­
glio maggiore… Emilia lunch con le amiche… riunioni con i membri dei Sons of Italy… weekend dinner con Richard, PLR ¿JOLR SL JLRYDQH OD
PRJOLH 0HOLVVD PLD ¿JOLD
Deborah e mia nipote Shane. Sicuramente per noi non è il momento per rimpiangere il passato o pensare al futuro… perché siamo veramente occu-­
pati con il presente.
Siamo veramente felici di HVVHUH YLFLQL DL ¿JOL HG DJOL
amici isolani Livia e Argeo Derossi, che abitano a cinque minuti da casa nostra, che ab-­
biamo conosciuto 55 anni fa, appena arrivati in America, con i quali ci incontriamo”da Riccardo” in Astoria parecchie volte all’anno per dinner & dance.
Non posso fare a meno di ringraziare il destino e pensare che il futuro sarà quel che sarà, mentre godiamo il presente.
Un caro saluto a tutti gli isolani
Lucio Degrassi (paradiso)
Stati Uniti 24
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
Storie de pugni WALTER POHLEN
1HOLHUDFDSLWjD,VRODXQSDORPEDURFKHGHFRJQRPH
fasèva Zorzenon, specialista de recuperi sottomarini. Assieme a altri palombari a iera stà ciamà dai titini per ocuparse de recupe-­
rar el material del Rex (la storia la conossè…). Tra un’imersion e l’altra, Zorzenon -­ che el iera un atleta robusto, dò spale larghe come un manzo, cavei neri, un peso medio natural e un bon dile-­
tante sensa trope ilusiòn -­ al gaveva pensà de verser ‘na palestra de boxe… (mi alora gavevo dodise anni cone Nino Benvenuti, nati tuti e dò in april del 1938… come dir qualche giorno fa…).
Forsi el palombaro gaveva savù che noi, isolani patochi e sensa buligo, ierimo portai par duti i sport e fasevimo sempre ODQRVWUDEHOD¿JXUD)DWRVWDFKHDVHQWRPHWULGHGRYHVWDYD
Nino, ghe iera un vecio magasìn de roba magnativa. El iera svodo e lù, Zorzenon, al gà pensà de utilisarlo come “palestra”. ,³GUXVL´(de sicuro l’unica roba bona che i gà fato), ‘scoltà sto omo, i ghe gà dà qualche dinaro per far ‘na specie de ring. Quei dinari Zorzenon li gà spesi par comprar do sachi de corame, dò punching-­ball e un per de guantoni de meso chilo l’un… Dunque, a se ga inventà quasi una “vera sala da ginnastica per far a pugni”.
( FRVVD GH PHLR SHU QRL ¿RL GH ,VROD VHPSUH SURQWL D
scassotarse par far veder chi che iera primo -­ de ‘na palestra FKHVSXVVDYDGHGLVLQIHWDQWH",QTXHLJLRUQLVWDSDOHVWUDODLHUD
frequentada da mularia coi mòcoli, braghete curte e con un per de calse impinide de strasse che doveva sostituir i guantoni ma sempre arnesi utili par no spacarse le nose dei diti, i denti o el naso, a piasèr. Finidi i alenamenti se tornava a casa de corsa e noi, che quela volta ierimo duti pele e ossi, quando magnavimo – dopo fato l’alenamento ghe iera un apetito de un reggimento… – i disèva che ierimo come possi sensa fondo: mi gavevo el co-­
ràgio de magnarme do piati e minestra fasendo tocio con ‘na strussa de pan…
De quel che me resta in tala memoria xe el primo incon-­
tro de Nino in Passa Granda, col ring tirà su de fronte ala trattoria de Bressan: anno 1951. E oggi, se tornassimo a quei tempi, i manifesti o la television podessi publicisar l’incon-­
tro in ‘sto modo:
1,12%(09(187,sissoti
contro
*,*,9,(==2/,pìrola
Dopo tre riprese Nino iera diventà el primo campion del Mandracchio isolàn. Questo xe stà el primo trionfo del grande Nino sissoti;; par lù, da quel momento, se versèva la strada che lo gavaria portà a Roma per le Olimpiadi del 1960 ciapando la medaia de oro, e al Madison Square Garden per vinzer el titolo mondial dei pesi medi contro el grandissimo *ULI¿WK
Dopo qualche settimana gavevo ancà mi calcà par la pri-­
ma volta el “ring” (e come sioriddio gà volesto… anca par O¶XOWLPD«IDVHQGROD¿JXUDGHPRQD«: tre riprese, dò oci neri, un per de mutande a picolòn per colpa de ‘n’astico, un paregio tirà per le rèce… E subito ‘na decision irevocabile: la cariera de pugile no la fasèva per mi e vedevo ciara la stra-­
da del ripensamento: ma chi me lo gaveva fato far a ‘ndar a ciapàr tanti pugni par niente?
1940 -­ Nella foto inviata da Nadia Benvenuti, bambine isolane nella colonia estiva di Erpelle Cosina, sul Carso triestino (ora Slovenia).
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
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IL CALCIO A ISOLA NEL DOPOGUERRA
Sulle orme della gloriosa “Ampelea”
/D JXHUUD q RUPDL ¿QLWD H OD
squadra isolana dall’Ampelea, allenata dal triestino Federico Malosti, partecipa ancora al &DPSLRQDWR,WDOLDQRGLVHULH&
FODVVL¿FDQGR DO WHU]R SRVWR LQ
un girone composto da squadre di Trieste e del Friuli Venezia Giulia. La formazione tipo era composta quasi tutta da isolani. Da sinistra: Antonio Gordini (Grado) – Albino Giorda – Nel-­
lo Vascotto – Ederino Degrassi – Adilio Pugliese – Pietro Cor-­
batto (Grado) – Giordano Ulci-­
grai – Giacinto Menis – Gior-­
dano Milloch – Silvano Paoli – Duilio Chelleri. Titolari nella squadra erano anche France-­
sco Pugliese, Stelio Costanzo, Livio Benvenuti, Enrico Schi-­
nardi (da Cagliari) e Eugenio Lanzi (da Reggio Emilia). Al campionato UCEF 1948-­49 orga-­
nizzato nel Territorio Libero di Trieste partecipano, oltre alle squadre triestine, anche Capodistria, Umago e Pirano. La squadra, diventata nel frattempo “Ar-­
rigoni” e composta tutta da calciatori LVRODQLVLFODVVL¿FDDOWHU]RSRVWRGLHWUR
l’Aurora di Capodistria e la Servolana. La formazione: da sinistra, Evelino Pu-­
gliese – Emilio Ulcigrai – Bruno Peren-­
tin – Osvaldo Depase – Bruno Loren-­
zutti – Anteo Bologna – Mario Dudine. Accosciati: Ferruccio Moscolin – Silva-­
no Colomban – Valerio Benvenuto – Li-­
bero Giani – Nello Vascotto. La squadra era ancora allenata da Federico Malosti.
Siamo nel 1955 e l’esodo è ormai vici-­
QR ,Q XQD SDUWLWD SUREDELOPHQWH DPL-­
FKHYROH OD VTXDGUD GL ,VROD YLQFH con Monte di Capodistria, con reti di Mario Lorenzutti, Eliseo Vascotto e Ne-­
YLR'HJUDVVL,QSLHGLGDVLQLVWUD/LEHUR
Giorgesi (ricorvo) – Edi Tognon – Berto Vittori (presa) – Eliseo Vascotto – Ma-­
rio Lorenzutti (grilo) -­ Nevio Degrassi (nadalin). Accosciati: Lucio Marchesan – Uccio Vittori (presa) – Vinicio Gruber (rube) – Nevio Dudine (lica) e un “fore-­
sto” di Gorizia. 26
S
e podessimo tornar ai giorni dela nostra infansia (alme-­
no par quei che, come noi, nò gà più vinti anni, dimostrabili sula carta de identità…) basta-­
ria pensàr al “spargher” o, per TXHLQDWLSULPD³HOIRJROqU´,Q-­
fati el spargher iera el simbolo de l’unità familiare, el cardine dela fameia, el cuor dela casa, el machinario per far de magnar e regalarne el calor nei giorni de inverno. Ma gavèmo qual-­
che volta pensà ai amici più importanti del spargher stesso? No? Alora ve lo digo mì: iera el caldaròn, la pignata, i pignatini, la tecia, la farsòra, la còguma e… i tochi de legno, ecco cossa iera! Naturalmente se gaveva bisogno anca dei fulminanti… altrimenti el spargher a saria stà un sopramobile inutile.
Voi savè, come lo so anca mi, che el spargher iera n’atres-­
so indispensabile no solo par far de magnar… ma anca per scal-­
dar el leto e quei, ancora più veci de noi (se xe possibile…), i se ricordarà della “mòniga” o del “frate”… che no iera religiosi… ma’na specie de padelle de fero che se impiniva cole bronze e le µQGDYD¿FjGHVRWRDLQLQVLRLSDU
scaldar el talamo. Certo, qual-­
che volta ‘sto talamo a podeva ciapar anca fogo (… ma no son sicuro se iera colpa de stè pade-­
le o dei calori dei sposi…) però, almeno el caldusso iera sicurà.
Come podemo veder, el spargher iera el simbolo dela casa (ogi gavemo la televi-­
sion…), iera l’atresso par pron-­
tar e far de magnar (ogi xe i supermercati e le gastronomie che pensa a duto…), iera el tepòr assicurà (desso ghe xe i termosifoni cussì i ninsioi no se brusa più, ma i pol fulmi-­
narte con diavolerie conossude coi nomi de coverte elettriche, scaldapie, cussini riscaldai… che ne ga fato dismentegar “monighe” e “frati” ma te fa rissàr i cavei…) : ecco cosa a ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
I giorni del spargher
iera stò atresso miracoloso.
Ma se el spargher a iera el cardine, el cuor, el calòr inta-­
le longhe sere de inverno… le nostre ciacolade iera le bar-­
tuele, l’anima… el fresco che se ciapava intale sere de istà, sentai sui scagneti o sui scalini de pièra fora la porta de casa. Ve li ricordè i scalini de pie-­
UD",LHUDDQFDVXODSRUWDGHOOD
farmacia in piassa dele Por-­
te… e, in quele sere iluminade dale stelle, oltre ale ciacole, capitava de scoltàr, ‘na volta ogni tanto, discorsi “profon-­
di”, pieni de “sentimento” che, in qualche modo, inteneriva el cuor sasiandone l’anima. Sto-­
rie forsi inventade o forsi anca YHUH PD VHPSUH LQ¿RULGH FR
un pissigo de nostalgia. Me par de sentir le nostre vecie, in quele longhe sere de istà, che de ‘na parte le ciacola-­
va impirando ogni tanto le rèce par sentir cossa disèva i omini, indafarai come sempre a rodo-­
larse ‘na presa de tabaco drento µQDVWULFDGHJLRUQDOHQRL¿RL
VWUDFKLGHVFDPELDUVH¿JXULQHH
corerse drio, se indormensavi-­
(OFDQRQGH¿JKHUD
Dei piranesi, pel ben che ghe voio,
mi ‘sta sera ve devo cantar:
mi li metessi in farsora co l’oio
e poi distiradi al sol a sugar.
Quel che ve conto, credemelo puti,
xe storie de antico, del tempo passà;;
iera Venesia nel cor de duti,
iera Venesia col sò podestà.
No ghe mancava de zerto le beghe
fra le sorelle vizine cità:
per via de babe, de tera, de leghe
in tele calle se ‘ndava a zigar.
Cussì xe nato: in t’un osteria
do mati imbriaghi fazeva bacani.
)RUWHL]LJDYD³¿QLPRODYLD
femo la guera contro i isolani”.
Eco, se mola ‘na vecia batana,
duta imberlada, rolando la va,
ma ‘pena fora de Porta Cavala,
HOFDQzQGH¿JKHUDOLIDED]LOj
‘Pena rivadi in valòn de Ronco
el fero a fondi i gà presto molà.
Mi no ve conto, ve conta un de lori,
‘na bala de piera i gà carigà.
E paron Cencio, tirandose indrio:
“Fogo ala micia -­ el gà tosto ordinà -­
per San Giorgio e la Madre de Dio,
fogo e tempesta su questa zità”.
Braghe sbregade… per aria,
la stiva in doghe, el timon dispicà,
a bordo tre morti, la sorte no vorìa,
[HGXWRXQIXPRD,VRODVHVD
Quando Dio vol, co l’aiuto dei santi
questa batàna ritorno la fa,
bianchi, istrimidi xe duti quanti
con braghe piene…de quel che se sa.
Una gran fola se fraca sul brazo
per veder presto i eroi arivar:
eco, la barca se costa al Mandrazo,
el gran pavese sul penòn sta.
,SLUDQHVLFRVHQWLVWDQRYD
in Porta Domo i se gà radunà.
Oh… che maselo xe stà là fora:
mo sule traverse dele none. ,QWDQWROjUHQWHLQWjOPDQ-­
dracchio, le onde caressava la riva vardando le stele picade tal ciel… e nel fratempo la luna cucàva in zima dai copi de quele case, tacade una intal’al-­
tra…. Come se le volessi farse coraggio o sostegnirse per no cascar zò. Quante generasion gà visto pasàr quele stradète, quanto xe stà el ciacolar sora quei scagneti fora dela porta…
Le ciacole… eterno sus-­
surro del dialetto antico che, come musica, caressa i nostri sogni intala note e lungo la strada del’esilio.
Walter Pohlen
vendeta ciama e vendeta sarà.
Eco i se porta de note nei orti -­
i pescadori xe ‘ndai a pescar -­
in su del Domo iera el cantier
che al’Ave Maria xe stà bandonà.
Se costruiva -­ tacà la ciesa -­
el campanil che ognun lo sa;;
‘veva lassado lassù i muradori
le so iachete per ‘ndar a desinar.
,SLUDQHVLQRSHQVDGRYROWH
la porta nova i gà scardinà,
fato man bassa de dute le robe,
quei panni veci i ghe gà rubà.
Po i ciapa un toco de piera
e in puro dialetto isolan
i gà murado come a Piran sula porta
“Sto campanil xe sta fato qua!”.
Ma gnanca paghi ancora de questo
nele cantine i va a rovistar,
i tira fora quatro musseti
e per la coda i li gà presto ligà.
,HUDXQFRQFHUWR"&HUWRQRTXHOR
un putiferio se gà scadenà,
le babe in cotole, col candeloto:
“L’apocalisse se vedi girar”.
'XWR¿QuLQDOHJULD
el bon refosco gà fato el pacèr.
,VHDEUD]DYDRJQXQRSHUYLD
iera la gioia, el canto, el piazer.
Cussì viveva felici e contenti
i nostri barba dei tempi passà,
iera Venesia nel cor de duti
iera Venesia col sò podestà.
/DVWRULHOODGHO³FDQzQGH¿JKHUD´QRQq
di ieri come non è una novità per nessu-­
no, sia esso isolano o piranese. Per molti invece può essere una novità questa poe-­
sia che Salvatore Perentin aveva inviato a Isola Nostra per poter ammirare l’ar-­
guzia di questo nostro paesano ignoto, il quale – descritta l’epica lotta campani-­
listica tra le due cittadine – termina con l’inneggiare all’armonia tra le due popo-­
lazioni rivali ma sempre amiche.
15 giugno 2013
ISOLA NOSTRA
27
Un gruppo di giovani isolani – probabilmente adibiti al lavoro coat-­
to sotto l’occupazione tedesca – ripresi nel lu-­
glio del 1944 a Umago durante un momento di pausa. Sono riconosci-­
bili Mario Ugo, Libero Delise, Silvio Perini, Carlo Zaro, Elvio ? e ,WDOR &DUERQL (rate). La foto è stata inviata dall’Australia da Romil-­
da Costanzo.
/HJJHQGR ,VROD 1RVWUD Qƒ GHOOR VFRUVR PDU]R $QWRQLR
9DVFRWWRQHOVFULYHYD³/HYDULHYLFLVVLWXGLQLGL,VRODGDO
Medioevo al 1955’’. Mi dispiace che già allora avesse perso la memoria, ma vedo che anche voi che ripubblicate l'articolo ne avete poca.
$YHWHWUDVFXUDWRODFDUQH¿FLQDFKHIHFHURLFRPXQLVWLLVRODQLH
VODYLQHOLQIRLEDQGRRXRPLQLGL,VRODWUDLTXDOL
mio padre Attilio Benvenuti, Dino Dudine, Metani, Valentini, Gerin, un violinista che suonava in fabbrica, il ciabattino Barut, Del Gos e altri di cui non conosco i nomi. Non vederli menzio-­
QDUHVLJQL¿FDLQIRLEDUOLXQDVHFRQGDYROWD'LPHQWLFDWLGD9RL
infoibati per la terza volta. Nella foto che desidero sia pubbli-­
cata si possono vedere primo Bressan (talpa) poi le due vittime Attilio Benvenuti e Dino Dudine, poi i due fratelli “tuboli’’. Credo che la foto sia eloquente.
Nadia Benvenuti Ragusin, Trieste
Isola, primi anni ’50 – I ragazzi che hanno ricevuto la cresima davanti la porta granda del Duomo. Con loro il maestro Lu-­
ciano Colomban e il catechista don Antonio Dubaz. (foto di Almira Degrassi)
28
C
iao Marino…, sì, hai ragio-­
ne, sono tantissime le cose EHOOH FKH DYHYDPR LQ ,VWULD LO
clima, l’aria, il sole, il nostro mare, per non parlare dei pro-­
fumi che si sentivano nell’aria, FRPHO¶ROHDQGURLOSLQRL¿RUL
d’acacia, le rose, le ginestre, le viole dei nostri ruscelli… per non parlare del canto degli uccellini, che mi te li digo in dialeto perché semplicemente i sona più ben e li sento più no-­
stri… che sarìa i gardèi, lùghe-­
ri, pacagnosi, usignoi, sfrisoni, PHUOLEHFD¿JKLHWDQWLDOWUL
Ma nissùn nò bati i nostri gali che ala matina bonora, col suo cantar, i sveiava duti e i ne dava el bongiorno disendone che xe ora de alsarse e de an-­
dar… E le sigàle, tacade sule canne dei nostri campi, che le friniva nele giornade calde de estate. E noi, mularia, sem-­
pre pronti a corerghe drio per ciaparle… Pensavo anche ala campana mattutina che coi sui rintocchi dava inisio al novo giorno, fatto di lavoro onesto e laborioso, sui campi e sul mar. E ‘l canto dei grili nele calde sere de estate… sembrava un concerto da godere veramente. Per no parlar dele nostre FRQWUDGH«D,VRODFRPHLQGXWL
i altri posti, iera consuetudine ala sera de sentarse fora dela ISOLA NOSTRA
Lettera ad un nostro amico passato a miglior vita …
porta de casa: chi cola sedia, chi col scagneto, chi cola sdraia, chi sul scalìn… ognidùn con-­
tava qualche storia o i fati del giorno… mentre la mularia iera ocupada nei propri zòghi, che iera tanti: corerse drio, guardie e ladri, i quatro cantoni, la ca-­
vallina in genere per i mas’ceti, mentre le ragazze (fìe o mamole come le volèmo ciamàr) zogàva ala corda, ala scala, am salam… o anche a oue-­sensa oue con una man, sensa una man, fa-­
sendo rimbalsàr la bala sui muri dele case. Zoghi ‘sai semplici, ma che ci rendevano felici. Per duti noi, grandi e pici, el nostro paese iera ‘na grande famiglia, fatta di gente onesta e laboriosa, dove se se conosèva duti, dove se savèva vita e miracoli dele fa-­
mee… Quando mai in quei tem-­
pi se gavessi pensà che un gior-­
QROHFRVHOHVDULD¿QLGHFXVVu«
Presto xe el 29 de giugno, San Piero… Me ricordo quante preparazioni per le contrade per podèr ingrumàr tochi de legno, fassedei, carte e duto quel che se podeva brusàr con i foghi che per tradisiòn se fasèva in onor de questo Santo. Se portava duto sule colline, nei punti più alti e là, de sera, se impizàva ‘sti foghi per la gioia de grandi e piccini: ‘sti falò infàti se podeva vederli da duto el paese. Ma prima de impizàr i foghi se usava ‘ndar ala funsiòn sera-­
le nela cesèta de San Piero, che iera situada sul scoio sora la fa-­
brica Ampelea, ora demolida dai novi arivai. Là se basàva el San-­
tissimo e dopo se comprava i bussolai sule bancarele dela no-­
VWUD5HVLROjGHOD&DPSDQqUD,
più fortunai, con qualche lira in più, podeva comprarse anche la baleta co’ l’astico, piena de se-­
gatura, che la durava da Nadal a Santo Stefano perché se rompe-­
va subito l’astico…
Ma anche l’odor del mar iera duto nostro a quei tempi, odor de pescadisso se usava dir… Quasi duti gaveva la to-­
gna in scarsèla e tanti gaveva anca la gramparela a portata de man. La fossena invese iera usada per ciapar qualche sèpa, per no parlar dele nasse… e SL GH TXDOFKHGXQ D ,VROD FR-­
nosèva duti i busi dei gransi… robe che se tramandava de SDUHLQ¿RSHUJHQHUDVLRQL
Nele sere d’estate, quando faseva tanto caldo, se ‘ndava GXWL LQ FRPSDJQLD QRL ¿RL GH
contrada, a su scoio a farse un Con questa foto Nicolò Mario Bressan (primo da sinistra) insieme ai familiari tutti vuole ricordare i suoi cinque fratelli purtroppo scomparsi: sempre da sinistra Regina, Bruno, Anita Enrico e Luigi, ¿JOLGL1LFROz%UHVVDQ(talpa) e Giuditta Stocovaz.
15 giugno 2013
tuffo in mar -­ o a cavario come se diseva in dialeto -­ per rinfre-­
scarse e poder dormir meio. Se sa, in quei tempi no gavevimo el turismo de massa e quindi el mar iera veramente nostro… quei che xe nati là se ricorda de sicuro la Linia, el Primo Ponte, San Piero, Buso scaiole, Su sco-­
io, Porto Apòlo, San Simòn e FXVVuµYDQWL¿QVRWR6WUXJQDQ«
questi iera i nostri bagni, che no ne costava gnente ma dove che se divertivimo un mondo.
Qua, caro Marino, te gò portà un’altra volta a far un giro SHU ,VROD GHL PLL WHPSL R GHL
nostri tempi se te preferissi, vi-­
sto che anca per ti ‘sti loghi xe LPSRUWDQWL«,QRJQLFDVRTXHO
che ne resta xe almeno le gine-­
stre de casa nostra, che spere-­
mo le se gàbi propagà e che le ne ricordarà el nostro paese, se le rivarà a emanar el profumo originale… vedàremo…
Te saludo intanto, e te dirò che el profumo del tuo strùco-­
OR[HULYj¿QTXD«VWjPHEqQ
ciao…
Mario e Franca
Sotto il sole di Isola
(GHFFRODOuO¶,VRODOXPLQRVD
che si estende a punta
sullo sfolgorante mare
inondato dal sole estivo.
Appare radiosa, questa bella cittadina,
con i suoi vicoli stetti
e i gabbiani che volano
spensierati sopra i tetti.
Ed essa, con la sua darsena
colma di ricche imbarcazioni,
fa dire al viandante: Ma è stupenda!
Ora, in questa meravigliosa luce estiva
e con le piccole onde che
s’infrangono sugli scogli rocciosi,
,VRODVHPEUDGLUFLJDLDHDWWLYD
sono qui, sempre felice di accogliere
coloro che mi vogliono
e mi hanno voluto bene!
E proprio per questo bene,
allontaniamo cattive rimembranze,
ma catturiamo solo dolci fragranze
HGHPR]LRQLGLXQ¶,VROD
che lascerà, dentro di noi,
un’immensa empatia
e una forte, tenera e grande nostalgia!
,VRODJUD]LHGLHVLVWHUH
ed io, viandante,
da qui non vorrei andarmene più via.
Laura Damiani Pozzetto
15 giugno 2013
L
o scorso febbraio l’amico Dante di Ragogna ha pub-­
blicato per i tipi della Luglio Editore il volume dal titolo “Un pallone volato in cielo”, un lavoro che gli appassiona-­
ti di sport, del calcio e ancor più della “Triestina” leggono WXWWR G¶XQ ¿DWR 5LFRUGDQGR
attraverso eventi ed immagi-­
ni provenienti dalla passione e dall’amore che l’Autore ha sempre avuto per questo soda-­
lizio, il volume attrae e affasci-­
na il lettore.
Sfogliando queste pagine ab-­
biamo scoperto un capitolo dedicato al nostro Fabio. Per ragioni di spazio ne pubbli-­
chiamo una parte in occasione del 17° anniversario dalla Sua scomparsa.
Grazie, Dante!
Mariapia, Emilio e Donatella
Domenica 28 marzo 1993 ci trovammo in cinque entro una vettura che aveva per de-­
stinazione Ravenna, dove la Triestina doveva affrontare la squadra di Francesco Guido-­
lin, allenatore che si stava met-­
tendo prepotentemente in luce. Nella vettura di Antonello Boccia (non brillantissima per la verità, e lo constateremo più WDUGLFLVRQROH¿JOLHGL0DULR
Suban, Giovanna e Federica, e Fabio Felluga, un ragazzo PRGHOOR ¿JOLR GHO SUHVLGHQWH
UHJLRQDOH GHO &21, (PLOLR
Antonello Boccia è impegnato con una radio locale, racconta ogni domenica le partite della Triestina, in casa e in trasferta. Così ci siamo trovati in cinque nella sua auto;; partiti al mat-­
tino presto, siamo arrivati per tempo a Ravenna. Con due esperte della cuci-­
na come le sorelle Suban, non potevamo sbagliare le pietanze a tavola, ma quello non fu il solo aspetto positivo della tra-­
sferta, risultato a parte, perché la compagnia era stata piace-­
vole e poi il tifo per l’alabarda unisce tutti con molta facilità. La partita non andò bene per la 7ULHVWLQDVFRQ¿WWDSHUXQDUHWH
realizzata da un giocatore di nome Scapolo, non destinato a lasciare tracce della sua carrie-­
ra. Ma aveva colpito la Triesti-­
ISOLA NOSTRA
29
1993: a Ravenna con Fabio Felluga
na affondandola, nonostante la buona prova dei vari Milanese, Terracciano e Mezzini. Uno Scapolo d’oro per il Ravenna, ma chissà se poi avrà trovato l’anima gemella…
Siamo sulla via del ritorno, è già buio, la vettura mostra sofferenza, anzi palesa sete di carburante, improvvisamen-­
te apparsa sul cruscotto. E’ allarme rosso, in tutti i sensi, come la lucina che si accende sul quadrante. Quanto ci vor-­
rà per trovare una stazione di servizio? Antonello sfrutta l’i-­
nerzia per guadagnare metri, ma è manovra rischiosa, con quei tre disperati che spingo-­
no la vettura mentre alla loro sinistra sfrecciano pericolo-­
samente auto che non hanno SLHWjSHULQRVWULVIRU]L,QXWL-­
le precisare che le due ragaz-­
ze sono rimaste a bordo del-­
la vettura, l’una addetta alla guida, l’altra preoccupata al VXR ¿DQFR 4XDQGR OD QRVWUD
gara di spinta ebbe termine e fu possibile fare un pieno risa-­
natore alla stazione di servizio ¿QDOPHQWH UDJJLXQWD WXWWH OH
angosce sparirono di colpo e si pensò solamente a proseguire il cammino, ridendo su quan-­
to ci era capitato. Deviammo il nostro percorso in direzione di Padova, dove era destinato Fabio che, studente in quella Università aveva il domicilio nella stessa città, sede dell’A-­
teneo frequentato. Fabio si laureò nel mese di febbraio 1996 e il destino lo colpì tragicamente pochi mesi dopo: il 27 maggio, mentre si stava trasferendo a Padova dopo aver salutato il padre in piazza della Borsa, l’auto che guidava venne investita frontal-­
mente da un autocarro nei pres-­
si del “bivio ad H” sulla statele 202. Fabio in un attimo venne tolto tragicamente all’affetto dei familiari e all’amicizia dei suoi tanti compagni di studio e di gioco (era anche un calciato-­
re appassionato). ,O VXR ULFRUGR q OHJDWR DQ-­
che a quella trasferta, così al-­
OHJUD QRQRVWDQWH OD VFRQ¿WWD
della Triestina, nonostante i brividi procurati dalla luce ros-­
sa che segnalava la sete di ben-­
zina del veicolo. Una trasferta indimenticabile, con il ricordo legato ad un giovane amico di grande spessore: il destino alle volte è davvero crudele con chi avrebbe più titoli per gode-­
re la vita serenamente.
Sempre Isola nel cuore
3HQVDQGRDO,VROD
mi è venuta la voglia
di scrivere un’altra poesia…
Quanto tempo è passato
da quando ti ho lasciato,
eppure sei ancora nel mio cuore,
come se fossero trascorse poche ore. Che cosa triste è la nostalgia,
lo sento al telefono quando mi chiama qualche amica mia
che si trova in America o in Canada
e darebbe tutto quello che ha
per tornare nella propria terra,
e riprendersi la vita
che ha lasciato tanti anni fa.
Sentir parlare il proprio dialetto,
lasciare ville e piscine
e tornare indietro,
anche se avevi una piccola casetta
eri a casa tua, e per te era benedetta.
Adesso, dopo aver tanto lavorato,
hai la villa con la piscina,
ma non hai dimenticato il tuo dialetto,
e quando mi telefoni
lo parli in modo perfetto.
Non mi dici “all”, mi dici “duto”:
vuol dire che lo ricordi ancora tutto.
Alessandra
30
ISOLA NOSTRA
In ricordo
della cara sorella Armida Chelleri
15 giugno 2013
,OQRYHPEUHqYRODWRSUHPDWX-­
ramente in cielo il nostro caro
FRANCO DUDINE
L
o scorso 27 febbraio,
dopo aver lottato con
tenacia contro un male
incurabile, si è spenta
per sempre la mia cara
sorella Armida. Si sente
tanto dolore in questi tri-­
sti momenti, e il ricordo
va al passato e ai tanti
bei momenti trascorsi
assieme quando eravamo
più giovani.
Il ricordo va a Isola,
quando mio fratello Sil-­
vio molto presto si era Ricordo dei momenti felici: Armida Chelleri Vascotto con trasferito a Trieste: io il fratello Elvio
avevo preso il suo posto,
dormivo nella stessa stanza con lei, perché in WHPSL HUDQR GLIÀFLOL FRQ
quei tempi – almeno a casa nostra – lo spazio il consenso dei nostri
era limitato. Lei aveva otto anni più di me, e genitori, avevano voluto
mi raccontavano che quando ero bambino mi che andassi con loro. Io
teneva in braccio e giocava con me e quando, ero molto giovane, avevo
più grandicello, andavo a scuola, mi faceva solo 17 anni, e lei mi fa-­
tutto bello, persino l’onda sui capelli come si ceva quasi da mamma.
Poi, come si sa, le cose
usava una volta.
cambiano,
ci si divide e
Arrivati poi con l’esodo a Trieste nel Cam-­
ognuno
prende
la pro-­
po Profughi di Barcola nel 1955, lei l’anno
pria
strada,
però
restano
dopo si sposò con Nerio Vascotto canèla nella
sempre
i
ricordi
che
nes-­
chiesa di San Giacomo e andò ad abitare ad
suno
potrà
mai
cancella-­
Opicina. Ricordo che molto spesso andavo a
trovarla a piedi da Barcola, e siccome amava re.
Ciao Armida, ti ricor-­
cucinare, mi preparava gli gnocchi e mi face-­
derò
sempre con tanto
vo delle gran belle mangiate. L’aiutavo anche
amore.
con il suo primo bambino, che era molto vi-­
vace.
tuo fratello Elvio,
Poi, nel 1960, avevano deciso di lasciare
Canada
Trieste per emigrare in Canada, e siccome i
Elide Ulcigrai Degrassi Ezio Degrassi
n. 10.7.1917
m. 26.1.2009
n. 24.5.1910
m. 13.4.2012
Nel primo anniversario della Tua scomparsa, caro nonno Ezio, Ti ricordia-­
mo sempre con tanto affetto.
Ora ti sei ritrovato con la Tua cara moglie Elide, che tanto hai cercato in questi ultimi anni...
I familiari
Era nato il 25 dicembre 1961. Con grande dolore e tristezza lo annuncia-­
no la mamma Bianca, il papà Piero, la PRJOLH/DXUDOD¿JOLD(OLVDHLOIUDWHOOR
Stefano.
Caro Franco, aiutaci ad andare avan-­
ti…Ci manchi tanto, tanto…
mamma e papà
A Franco
Caro Franco, questo non è un addio ma un arrivederci, come hai scritto tu nelle quattro pagine del diario che hai lasciato.
Ogni giorno non faccio altro che leg-­
gerle e rileggerle, e non mi dò pace al pensare che non suoni più alla nostra porta di casa per vedere come stiamo io e la tua mamma.
Caro Franco, ringrazio Dio per aver-­
PLGRQDWRXQ¿JOLRFRPH7HHFKHSR-­
chi genitori possono vantare di aver DYXWR 6HL VWDWR XQ JUDQGH ¿JOLR XQ
adorato marito, un padre meraviglioso per la tua principessa Elisa e un uomo stimato da tutti.
La vita però è stata crudele con Te. Nel momento in cui potevi stare un po’ più tranquillo, dopo tanto lavoro e WDQWLVDFUL¿FLLO6LJQRUHWLKDSRUWDWR
via troppo presto: forse a Lui serviva un angelo buono come Te, e non ha pensato al grande vuoto e al dolore immenso che ha creato intorno a noi, dal quale non potrò mai e poi mai ras-­
segnarmi.
Di una cosa però sono certo: che da lassù stai guardando mamma e papà, tua moglie Laura, la tua principessa Elisa e tuo fratello Stefano, e che quel-­
la stella che brilla di più sei Tu.
Ciao, Franco, con tutto il mio amore
Tuo papà Piero
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
31
QUELLI CHE CI HANNO LASCIATO
Il 27 marzo 2013, all'età di 94
anni ci halasciato
Nessuno muore nella terra
finché vive nei cuori di chi resta
Il 2 gennaio 2013 ci ha lasciato
la nostra adorata mamma
Giovanni
(Nino)
Troian
(batistin)
Dopo 64 anni trascorsi assieme
lo annuncia con dolore a quanti
lo conobbero la moglie Dorina
Delise insieme alla figlia Nucci, al genero Paolo e al nipote
Adriano.
Un affettuoso ricordo del caro
Nino dalle famiglie Delise e
Troian.
Il 1° dicembre 2012, all'età di
85 anni, ci ha lasciato
la nostra cara
Palmira
Degrassi
ved. Bologna
n. 20.10.1907
La ricorderemo sempre con
rimpianto .
Le figlie Bruna e Licia
Ti ricordiamo e non ti dimenticheremo mai, cara nonna.
Resterai sempre nei nostri
cuori e manterremo inalterato
il tuo ricordo e la tua amorevole presenza nei pensieri di
tutti i tuoi discendenti.
Maria
Pecchiar
Albino
Bologna
n. 3.7.1909
m. 8.9.1968
Con immenso affetto e rimpianto la ricordano il marito
Evelino Pugliese, il figlio Marino con la nuora Rossella e il
nipote Gabriele, i cognati Romana e Piero e i familiari tutti.
Un grave lutto ha colpito
la famiglia di Sandra Drioli.
Il 15 maggio a Udine
è deceduto il marito
Piero Adami
A Sandra, figlia di Luigi Drioli, e alle sorelle Vittorina ed Itti,
ai figli Valentina e Giovanni
la redazione di Isola Nostra
si stringe in un affettuoso abbraccio.
Gianna
Drioli
Ridulfo
m. 25.6.2005
A otto anni dalla sua scomparsa i figli, i nipoti, le sorelle
e i parenti tutti la ricordano
con l'affetto e il rimpianto di
sempre.
Vittorio
Degrassi
n. 25.8.1905
m. 20.4.1974
Maria
Degrassi
n. Russignan
n. 15.5.1879
m. 24.7.1969
Nicolò
Degrassi
n. 7.4.1876
m. 3.7.1959
Sono caramente ricordati dai
nipoti Bruna, Licia e Bruno,
dai pronipoti e parenti tutti.
Duilia
Degrassi
in Bernuzzi
Grimaldi
n. 12.10.1910
m. 28.6.2000
Nella triste circostanza della
scomparsa della mamma, un
affettuoso pensiero per il papà
dalle figlie Bruna e Licia unitamente ai nipoti e ai parenti
tutti.
È ricordata dal figlio Bruno,
dalle nipoti Bruna, Licia e
Alessandra e dai parenti tutti.
Capitano
di Vascello
Claudio
Delise
n. 26.4.1932
m. 12.12.2006
a Venezia
Giustina
Troian
ved. Bettoso
(mandolina)
n. 14.9.1919
m. 10.5.2008
È ricordato con tanto amore
dalla moglie Bruna, dai figli
Barbara e Maurizio, dai nipoti
e dai parenti tutti.
Maria
Stolfa
n. 1910
m. 15.11.1993
È ricordata con tanto affetto
da Bruna, Licia e Bruno e dai
parenti tutti.
Ermenegildo
Bettoso
n. 25.5.1907
m. 17.1.1991
Un affettuoso ricordo dei cari
genitori dai figli Stelio e Rodolfo unitamente alle nuore
Maria Rosa e Rossana e ai
nipoti Adriana, Nicola, Sabrina
e Sandro.
Il 22 aprile 2013 è mancato
all'affetto dei suoi cari
Vinicio
Ulcigrai
n. 31.5.1937
Lo ricordano con amore la moglie Frida, i figli Paolo e Fabio
e i nipoti Noemi, Margherita,
Alex e Emil.
Mario
Ulcigrai
n. 28.2.1910
m. 12.11.1999
Norma
Degrassi
n. 19.9.1913
m. 10.12.1976
Un affettuoso ricordo dei cari
nonni dai nipoti Paolo e Fabio
insieme ai familiari tutti.
Neri
Drioli
n. 29.3.1930
m. 22.7.2012
Nel primo anniversario della
scomparsa lo ricordanocon immenso affetto la moglie Rina, le
figlie Annamaria con Claudio,
Franca con Valter, Lucia con
Stefano e i nipoti Marta, Massimiliano, Simone e Francesco.
Salvatore
Perentin
n. 10.7.1915
m. 5.5.1987
Sei sempre nei nostri cuori. La
moglie Lida, le figlie Donatella
e Giuliana con i loro famigliari.
32
ISOLA NOSTRA
Mario
Chicco
(loca)
n. 25.9.1935
m. 2.7.2012
Nel Primo anniversario della
sua scomparsa un affettuoso
ricordo dalla moglie Adriana
Ruzzier, dai figli Elena, Davide
con Francesca e Warner con
Federica e dai nipoti Fabio,
Andrea e Daniele unitamente
ai familiari tutti.
Mario
Bologna
n. 22.10.1911
m. 24.1.1990
A tanti anni dalla sua scomparsa un affettuoso ricordo
dalla moglie Giuseppina Lugnani, dai figli Silvio, Luigi e
Giuliano, dai nipoti Monica,
Christian, Luca e Irene e dai
pronipoti Riccardo e Luca insieme ai familiari tutti.
Lucio
Troian
n. 16.9.1927
m. 28.5.2010
A tre anni dalla sua scomparsa
lo ricordano con affetto e rimpianto la moglie Licia e il figlio
Fabrizio con Marisa e il nipote
Sebastiano.
Giovanna
Parma
ved. Viezzoli
n. 29.9.1921
m. 31.7.2007
Sei sempre nel mio cuore. Con
amore la figlia Adriana.
Un affettuoso ricordo anche per
la sorella
Mariella Viezzoli
Lucia
Minozzo
ved. Paoli
n. 12.2.1984
m. 11.3.1973
Nel 40° anniversario della
scomparsa è ricordata caramente dai figli Severina ed
Elvio unitamente ai nipoti e ai
parenti tutti.
Giuseppe
Li Pira
n. 26.6.1922
m. 10.7.1989
Un affettuoso ricordo dalla
moglie Severina e dalle figlie
Bianca, Bruna, Nucci e Rosy
insieme ai nipoti e familiari
tutti.
Irene
Paoli
ved. Dagri
n. 14.10.1925
m. 18.7.2005
in Australia
Guido
Dagri
n. 3.10.1924
m. 27.8.1987
in Australia
Un caro ricordo dai fratelli
e cognati Severina ed Elvio
con le rispettive famiglie e dai
parenti tutti.
Bortola
(Lina)
Giassi
ved. Ruzzier
n. 14.9.1913
m. 15.2.2010
A tre anni dalla scomparsa
la ricordano con affetto e
rimpianto i figli Nevio e
Claudio insieme alle nuore
e ai nipoti con le rispettive
famiglie.
Bortolo
Degrassi
(Nino viola)
n. 14.3.1921
m. 21.3.2006
Nel settimo anniversario della
sua dipartita la moglie Lida lo
ricorda sempre con rimpianto
e dolore.
Ettore
Cocian
n. 21.4.1899
m. 15.8.1976
Maria
De Jurco
in Cocian
n. 7.9.1901
m. 21.9.1968
Li ricordano sempre con tanto
affetto i figli Lida e Mario insieme alla nipote Mary con il
marito e la pronipote Allison.
Lucia
Delise
ved. Degrassi
(viola)
n. 9.4.1892
m. 9.5.1973
Antonio Degrassi
n. 23.9.1887 m. 21.6.1949
Sono sempre ricordati con
affetto e rimpianto dal figlio
Luciano insieme alle nuore e
ai nipoti.
Bruno
Degrassi
n. 22.9.1919
m. 30.7.2004
È sempre ricordato con affetto
dal fratello Lucio.
15 giugno 2013
Romeo
Degrassi
(viola)
n. 2.2.1917
m. 4.3.2003
a Sydney
Con dolore e rimpianto lo ricordano sempre la moglie Mira,
i figli Lucio e Romeo, le nuore
e i nipoti, i fratelli e la sorella.
Nicolò
Bressan
n. 5.4.1890
m. 14.5.1972
Giuditta
Stocovaz
in Bressan
n. 12.4.1895
m. 20.1.1972
Un affettuoso ricordo dal figlio
Nicolò Mario unitamente ai
parenti tutti.
Giovanni
Depase
n. 7.4.1920
m. 11.5.1998
Nel 15° anniversario della
scomparsa lo ricordiamo con
affetto e rimpianto.
La moglie Ucci, le figlie Patrizia e Gianfranca, i generi e
i nipoti unitamente alla sorella
Anita e alla cognata Alda.
Piero
Ulcigrai
n. 10.3.1939
m. 17.10.2002
A undici anni dalla scomparsa
ricordiamo il caro Piero che
dal cielo ci guarda e ci sostiene.
La moglie Alda, il figlio Marco con Diana, le sorelle Ucci e
Carmela e il cognato Angelo.
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
Gabriele
Delise
n. 15.7.1912
m. 29.7.1994
Pietro
Bacci
n. 1892
n. 8.12.1949
Lidia
Vascotto
n. 10.6.1920
m. 21.3.2008
Antonia
Bacci
ved. Degrassi
n. 1899
m. 17.4.1981
Il tempo passa ma il Vostro
caro ricordo rimane immutato.
I familiari
Sono ricordati caramente dalle
figlie Nella e Mirella unitamente ai familiari tutti.
Mario
Knez
n. 3.4.1947
m. 14.7.2000
a Isola
Antonio
Vascotto
n. 22.12.1892
m. 14.10.1973
Paola
Lorenzutti
Vascotto
n. 17.2.1897
m. 24.11.1967
Gisella
Russignan
Delise
n. 11.1.1891
m. 1.9.1978
Giovanni
Delise
n. 2.6.1887
morto in
guerra
1915-1918
“... ti domando una grazia, prima
che termini di leggere questa lettera
avvicinati ai nostri amatissimi
figli e stringili e baciali in vece
mia...’’ (lettera dal fronte)
In memoria e con un caro ricordo dei nonni.
Gianna Delise e famiglia
Un caro ricordo dei genitori
Virginia Benvenuti
n.1894 m.25.12.1946
Virgilio Russignan
n.2.5.1895 m.15.5.1978
dalle figlie Silvia e Gigliola
con le rispettive famiglie.
A 13 anni dalla sua scomparsa
lo ricordano con immenso affetto le sorelle Maria e Fiorella,
il fratello Dino, gli zii Olivo e
Vittoria, il cognato Sergio e i
cugini Flavia e Boris.
Francesco
Vascotto
(saco)
n. 1907
m. 3.4.1997
Lo ricordano con tanto affetto
i suoi vicini Olivo e Vittoria e
la famiglia Di Flavia.
Chelleri
Giusto
(manestra)
n. 29.7.1908
m. 28.5.1990
a Trieste
Chelleri
Giuseppina
n. 17.3.1905
m. 9.10.1996
a Toronto
Dal Canada un affettuoso ricordo dei cari genitori dal figlio
Elvio insieme ai familiari tutti.
Lucia
Vascotto
ved.
Dudine
n. 1.10.1909
m. 18.1.2008
negli USA
Loriana e Corrado insieme ai
figli Mirella, Licinio e Fabrizio, ricordano con affetto la
cara zia Lucia a cinque anni
dalla scomparsa.
33
Salve
Carboni
in Pantarrotas
n. 15.8.1937
m. 21.2.2005
Nell'ottavo anniversario della
scomparsa un ricordo affettuoso dal marito Evi, dal figlio
Thanassy e dalla sorella Laura.
Guerrino
Dudine
n. 28.1.1912
m. 11.2.1977
Salvatore
Carboni
n. 17.12.1894
m. 21.3.1959
Anna
Lorenzutti
ved. Dudine
n. 15.10.1919
m. 8.6.1997
Adele
Derossi
ved. Carboni
n. 15.4.1906
m. 31.1.1987
Antonia
Degrassi
ved.
Lorenzutti
n. 1885
m. 11.5.1969
Loriana e Corrado con tanto
affetto e rimpianto ricordano a
parenti ed amici i cari genitori
Guerrino e Anita e la nonna
Antonia.
Un caro ricordo per i nonni
e la zia
Francesca Vascotto Dudine
m. 25.1.1953
Antonio Dudine (ragno)
m. 13.3.1949
A tanti anni dalla loro scomparsa li ricorda sempre la figlia
Laura insieme al genero e al
nipote.
Giovanni
Stancich
n. 24.12.1903
m. 29.6.1969
Emilia
Stancich
n. Poropat
n. 17.5.1904
m. 10.6.1959
Amalia Dudine
m. 27.3.1950
Libero
Parma
n. 10.12.1932
m. 14.1.2004
Nel nono anniversario della
scomparsa è ricordato sempre
con tanto affetto dalla moglie
Lucia, dal figlio Alberto con
Elena e la nipote Chiara, dalle
sorelle e dai parenti tutti.
Giovanni
(Bruno)
Stancich
n. 4.11.1933
m. 16.11.1997
A tanti anni dalla loro scomparsa un affettuoso ricordo
dei cari genitori e del fratello
Giovanni (Bruno).
34
Irma
Gregorich
in Millovich
n. 15.7.1922
m. 7.10.1998
Marcello
(bomba)
Millovich
n.17.3.1911
m. 27.2.2001
Mario
Gregorich
n. 20.8.1919
m. 30.1.2001
Con tanto affetto e rimpianto
li ricordano sempre il figlio
Fabio con Marisa, il nipote e
parenti tutti.
Emilio
Costanzo
(pacagnoso)
n. 28.4.1923
m. 10.2.2000
a Brisbane
Anna
Gregorich
Costanzo
n. 20.5.1926
m. 17.6.2010
a Brisbane
I cari genitori sono sempre ricordati con affetto e rimpianto
dal figlio Sergio con Kathy,
Simon e Adam unitamente ai
familiari tutti.
Giuseppe
Slatich
n.21.3.1922
m. 12.9.2012
a Torino
Lo ricorda con tanto affetto
il figlio Germano insieme ai
parenti tutti.
ISOLA NOSTRA
Morena
Morsut
Marina
Parma
Morsut
Claudio
Morsut
Antonio
Penso
n. 12.10.1906
m. 16.6.1986
Aurelia
Rusconi
ved. Penso
n. 1.1.1909
m. 21.11.2005
Sono affettuosamente ricordati dai figli Albino e Marino
insieme alla nuora Silvana e al
nipote Christian.
Alma
Rusconi
n. 6.6.1921
m. 6.6.1988
A tanti anni dal tragico incidente che aveva stroncato le
loro vite, un affettuoso ricordo
dai fratelli, zii e cognati Umberto e Marisa Parma con le
loro famiglie.
Giuseppe
Parma
n. 16.3.1906
m. 17.4.1991
Lucia
Parma
in Parma
n. 6.9.1908
m. 10.10.1975
Sono ricordati dai figli Umberto e Marisa con le rispettive
famiglie.
Un caro ricordo dai nipoti
Albino e Marino unitamente
ai familiari tutti.
Maria
Minca
Delise
n. 20.5.1915
m. 23.5.1994
Giovanni
Delise
(tremami)
n. 19.1.1916
m. 6.5.1997
Giovanni Delise (tremami)
n. 7.3.1884
m. 4.12.1959
Lucia Depase Delise
n. 2.12.1886
m. 7.6.1982
Domenica Delise
n. 18.9.1891
m. 28.2.1950
Mario
Bessi
n. 14.8.1931
m. 28.6.2011
Sono sempre ricordati con affetto dal figlio e nipote Ferruccio assieme a tutti i familiari.
Mario Delise
n. 4.4.1922 m. 14.4.2011
Sergio Delise
A due anni dalla tua scomparsa
ti ricordiamo con tanto rimpianto. Tua moglie Ucci e le figlie Mirella e Giuliana assieme
ai parenti tutti.
Maria Globas Delise
Sono sempre ricordati con affetto dal figlio, nipote e cugino
Ferruccio assieme a tutti i
familiari.
15 giugno 2013
Egidia
Russignan
ved. Drioli
n. 20.12.1923
m. 1.6.2012
Armando
Drioli
n. 3.10.1913
m. 26.5.2006
Nel primo anniversario della
scomparsa della mamma, i cari
genitori sono ricordati con affetto dal figlio Ennio e da tutti
i familiari.
Maria
Zaro
ved. Menis
n. 31.12.1919
m. 6.5.2006
Salvatore
Menis
n. 25.12.1912
m. 18.6.2001
Vi ricordiamo con immenso
affetto.
I figli Bruno e Valerio, le nuore
Caterina e Daniela, la nipote
Raffaella e i parenti tutti.
Mario
Moratto
(lisalonga)
n. 18.5.1913
m. 29.10.1897
negli
Stati Uniti
Dalma
Chelleri
(manestra)
n. 9.11.1914
m. 17.12.1992
negli
Stati Uniti
A tanti anni dalla loro scomparsa, un affettuoso ricordo
dei cari genitori dalle figlie
Gianna Clai e Flavia Diviacchi
unitamente ai mariti Felice e
Claudio e ai nipoti.
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
Libero
Costanzo
(dela zala)
n. 19.5.1925
m. 10.1.1996
in Australia
Marino
Costanzo
n. 19.9.1959
m. 18.7.1977
a Trieste
Con tanto amore, li ricorda
dall'Australia la moglie e
mamma Romilda Degrassi.
Romano
Degrassi
n. 9.6.1892
m. 4.5.1947
Maria
Sau
ved. Degrassi
n. 8.10.1897
m. 14.1.1987
A tanti anni dalla scomparsa,
un affettuoso pensiero per
i cari genitori dalla figlia
Romilda.
Romualdo
Beltrame
n. 21.9.1926
m. 28.7.1994
Lo ricordano con affetto i figli
Francesco, Daniele, Riccardo e
Verdiano, la sorella Lucia (da
Roma) e i parenti tutti.
Silvana
Degrassi
ved. Beltrame
n. 19.2.1922
m. 19.4.1998
È ricordata con affetto dai
figli Francesco, Daniele, Riccardo e Verdiano, dalla sorella
Romilda (in Australia) e dai
parenti tutti.
Giovanna
Bacci
ved. Beltrame
n. 20.3.1899
m. 5.3.1967
Francesco
Beltrame
n. 5.4.1893
m. 6.12.1961
Da Roma, la figlia Lucia con la
nipote Francesca e i familiari
ricorda sempre i cari genitori.
Maria
Bacci
Costanzo
n. 7.9.1987
m. 19.8.1965
Giuseppe Costanzo
Albino
Degrassi
(lugro)
n. 10.5.1913
m. 27.12.2009
in Australia
Lo ricorda con immutato affetto la moglie Nives Zaro
unitamente ai nipoti e familiari
tutti.
Giovanni
(Bruno)
Fragiacomo
n. 6.9.1915
m. 10.5.1974
Almerigo
Fragiacomo
m. 4.1.1975
Caterina
Fragiacomo
m. 30.12.1980
Iolanda
Degrassi
Davanzo
n. 28.5.1924
m. 11.10.1994
Severino
Fragiacomo
m. 9.9.1944
Lo ricordano la moglie Zora
insieme ai figli Dario e Ariella,
ai nipoti David e Stuart e ai
familiari tutti.
Nel quarto anniversario dalla
scomparsa ricordiamo caramente Aristea. Sempre nel
nostro cuore, il marito Bruno,
i figli Gian Luigi e Bruna con
le rispettive famiglie.
Luigi
Felluga
n. 11.6.1896
m. 19.9.1956
Elena
Beltrame
Felluga
n. 19.4.1895
m. 1.12.1974
A tanti anni dalla loro scomparsa un affettuoso ricordo dal
figlio Emilio unitamente alla
nuora Pia e ai nipoti Donatella
e Alex.
Bruno
Davanzo
n. 1.8.1919
m. 26.3.1991
Giovanni
Dudine
(sechin)
n. 23.1.1921
m. 24.8.2002
in Australia
Aristea
Costanzo
in Vascotto
n. 9.1.1923
m. 16.12.2008
negli
Stati Uniti
Lo ricorda sempre la moglie
Ada con i figli Lucio e Severino
e le loro famiglie.
Da Romilda Costanzo un caro
ricordo ai suoceri Maria e
Giuseppe.
Con affetto li ricorda la sorella
e cognata Romilda Costanzo.
35
Antonio
Degrassi
n. 9.3.1929
m. 28.6.1999
Lo ricorda con immutato affetto la sorella Pia unitamente
al cognato Emilio e ai nipoti
Donatella e Alex.
Li ricordano con tanto affetto
la cognata e zia Ada.
Nino
Giorgesi
n. 11.11.1927
m. 16.4.1998
Lo ricordano sempre con
amore la moglie Dina, le figlie
Raffaella e Cristina, i nipoti
Giulia e Andrea ed il fratello
Libero.
Dino
Palci
n. 26.12.1924
m. 21.2.2011
Nel secondo anniversario della
sua scomparsa, con immutato
affetto e rimpianto lo ricordano
la moglie Bruna, il figlio Sandro con Lidia e il nipote Marco
con Katia.
36
ISOLA NOSTRA
15 giugno 2013
‡ Luisa Balbinot (Monfalco-­
Anteo
Bologna
n. 2.12.1926
m. 8.6.1985
Olivo
Degrassi
n. 27.8.1923
m. 9.5.2006
È ricordato con tanto affetto
e rimpianto dalla moglie Etta,
dalle figlie Loriana e Antonella,
dai generi, nipoti e parenti
tutti.
Giovanni
Chicco
n. 28.8.1888
m. 3.1.1987
Nel settimo anniversario della
tua dipartita, con amore e con
immenso dolore Ti ricordiamo
sempre.
Tua moglie Lucia, i tuoi figli
Franco e Manuela, la nuora Giusy e il genero Luciano insieme
agli adorati nipoti e ai parenti
tutti.
Antonio
Degrassi
n. 8.3.1891
m. 16.7.1964
Maria
Chicco
n. Antonaz
n. 19.8.1899
m. 26.3.1975
Sono ricordati con tanto affetto
dalle figlie Etta e Libera e dai
nipoti.
Palmira
Degrassi
ved.
Chiaselotti
n. 18.6.1913
m. 3.9.1996
Giuseppina
Degrassi
n. Bacci
n. 25.3.1895
m. 7.3.1985
Vi ricordiamo con tanto rimpianto: la nuora Lucia e i nipoti
Franco e Manuela insieme ai
familiari tutti.
La ricordano sempre con affetto e rimpianto il figlio Lucio,
i nipoti Rossella e Sergio e il
pronipote Daniele.
Loredana
Chiaselotti
n. 29.9.1935
m. 16.6.1973
liturgia
Cesira
Colomban
ved.Michelich
n. 19.5.1913
m. 11.6.1993
Sono trascorsi vent'anni dalla
Tua scomparsa, ma sei sempre
nei nostri cuori. Ti ricordano
con tanto amore i figli Oscar e
Liliana con le rispettive famiglie e i parenti tutti.
Albino
Colomban
(ciune)
n. 21.1.1945
m. 8.3.2010
Sempre presente nei nostri
cuori. I familiari.
Un sentito grazie a...
DALL’ITALIA
Come l’erba
i nostri giorni
passano:
tu, Signore,
sei per sempre.
Lo ricordano sempre con tanto
affetto la moglie Livia, le figlie
Mirella e Claudia, i nipoti, la
sorella, i generi e la cognata.
ne) 20 ricordando con affet-­
to i nonni Virginia e Virgilio Russignan e Paola e Antonio Vascotto
‡ Albino Penso (Ronchi/GO) 40 ricordando i genitori An-­
tonio e Aurelia e la zia Alma Rusconi
‡Silvia Depase (Grado) 50 ‡ Giuseppina e Maria Lu-­
gnani (Lodi) 100 in ricordo dei familiari defunti
‡ Mariucci Ulcigrai (cica) (Monfalcone) 50 in ricordo del marito Giovanni Depase, dei genitori e del fratello Piero ‡ &DUPHOD &KLFFR FRQ L ¿JOL
Marisa e Roberto e i familia-­
ri tutti (Monfalcone) 30 in ri-­
cordo del marito e papà Mario Drioli
‡ Nicolò Mario Bressan (S.Giorgio di Nogaro /UD) 25 in memoria dei genitori Ni-­
colò e Giuditta Stocovaz e dei fratelli Enrico, Regina, Anita, Bruno e Luigi
‡ Severina Lipira (Gorgon-­
zola/MI) 50 in memoria di tut-­
ti i cari defunti
‡ La famiglia (Capriva/UD) 50 in ricordo di Neri Drioli nel primo anniversario della scomparsa
‡Silvia Depase (Grado) 50
‡ Giuseppina e Maria Lu-­
gnani (Lodi) 100 in ricordo dei familiari defunti
DA TRIESTE
PRO ISOLA NOSTRA
Un affettuoso pensiero anche
per la sorella Loredana. Ci
manca da troppi anni ma è
sempre presente nei nostri
cuori. Il fratello Lucio insieme
ai familiari.
Attilio
Pugliese
n. 6.7.1910
m. 26.6.1985
‡ Maria Grazia Musa (Igle-­
sias) 100 in ricordo del marito Silvano Vascotto
‡Eliana Dellore (Roma) 20 in memoria dei cari defunti
‡Fabio Ricasoli (Genzano di Roma) 50
‡ Italo Dagri (Arcisate/VA) 30
‡ Mirella Bacci (Milano) 30 in ricordo dei genitori Pietro e Antonia Degrassi
‡ (YHOLQR 3XJOLHVH FRQ LO ¿-­
glio Marino (Monfalcone) 50 ricordando con tanto amore la cara moglie e mamma Maria Pecchiar, recentemente scom-­
parsa
‡ Romana e Piero Corsi 50 ricordando con tanto affetto la cara cognata Maria Pecchiar
‡ Franca Menis (Monza) 50 in ricordo dei nostri cari de-­
funti
I familiari (Monfalcone) 100 ricordando Lidia, Gabriele, Antonio, Paola, Gisella e Gio-­
vanni delle famiglie Delise e Vascotto
‡ Silvia e Gigliola con i fa-­
miliari (Pieris) 80 in ricordo dei genitori Virginia e Virgilio Russignan
‡Gli amici della Pullino 80 in occasione del pellegrinaggio di Pasqua a Strugnano
‡ Quintilio Russignan 50 in occasione del suo 90° comple-­
anno
‡ Nivia e Giorgio 20 in occa-­
sione del 55° anniversario di matrimonio della sorella Anita Vascotto e di Lino Brigadini
‡ Fabio Moscolin 30 in occa-­
sione del primo compleanno dei nipotini Sebastiano ed Elia
‡Luciano Carlin (San Dorli-­
go) 50
PRO PULLINO
‡ Bruno Derossi (balego) € 50
‡ Gli (ex) sessantenni € 50 in occasione del loro annua-­
le incontro conviviale
‡Gli ex-­sessantenni 50 in oc-­
casione del loro incontro an-­
nuale
‡ I familiari, nipoti e proni-­
poti 50 per festeggiare i 99 anni di nonna Antonietta Dan-­
dri ved. Goina
‡ Mariucci Goina Zuanelli 20 in ricordo del genero Lillo Miduri
‡Antonio Russignan € 200
‡ Corinno Carboni con i fa-­
miliari (Duino) 30 in ricordo dei cari genitori Mariano e Anna Pozzetto
‡ Edilio, Pino, Edilia, Bruno e Attilio con i familiari 250 in memoria del caro Nino Troian (batistìn)
‡ Graziella Ulcigrai (Mug-­
gia) 20 in memoria dei defunti Giovanni e Maria
‡Lorenzo Vatta 25
‡Piero Benussi 10
‡ Quintilio e Nada 50 ricor-­
dando i rispettivi genitori For-­
tunato e Caterina Russignan e Giovanni e Vittoria Degrassi
‡Nerina Bologna 50 in ricor-­
do dei defunti delle famiglie Bologna e Ramani
‡ Licerio Lippi 100 ricordan-­
GR LO ¿JOLR$OIUHGR L JHQLWRUL
Arturo ed Elena, la suocera Francesca Fischer e tutti i fa-­
miliari defunti
‡Laura Carboni 70 in ricordo dei genitori Salvatore ed Adele e della sorella Salve
‡N/N 50 in ricordo di Mario
‡ Bianca e Piero Dudine 50 LQ ULFRUGR GHOO¶DGRUDWR ¿JOLR
Franco
‡ Luciano Stancich 50 in ri-­
cordo dei genitori Giovanni ed Emilia e del fratello Giovanni (Bruno)
‡ Francesco Beltrame 40 in memoria dei genitori e di tutti i cari defunti
‡Lucia Degrassi 20 in memo-­
ria del marito Libero Parma
‡ Antonio Dudine (Isola) 30 in ricordo dei cari genitori Francesco e Fausta
‡ Claudio e Liliana Degrassi 50 ricordando tutti i cari fami-­
liari defunti
‡ Liliana Degrassi 10 ricor-­
dando il caro cugino Nevio Degrassi
‡Liliana Degrassi 10 in ricor-­
do della cara amica Lucia De-­
grassi ved. Bulgarelli ‡Alida Giovannini 20 in me-­
moria dei cari defunti
‡ Nadia Derossi 20 in memo-­
ria dei familiari defunti
DALL’ESTERO ‡Lucio Degrassi (paradiso) (USA) $ 50
‡Mario e Maria Russignan (USA) € 30
‡Luciano e Annemarie Degrassi (Germania) € 50 in ricor-­
GRGHOFDUR¿JOLR)UDQFR$QWRQLR
‡ %UXQR9DVFRWWRFRQL¿JOL*LDQ/XLJLH%UXQDin ricordo della cara moglie e mamma Aristea Costanzo
‡Romilda Costanzo (Australia) $ 50 ricordando con amore LO¿JOLR0DULQRHLOPDULWR/LEHUR
‡Romilda Costanzo $ 30 ricordando i cari genitori Romano Degrassi e Maria Sau
‡Romilda Costanzo $ 40 ULFRUGDQGROHVRUHOOH6LOYDQDH,ROH
e i cognati Bruno Davanzo e Romualdo Beltrame
‡ Romilda Costanzo $ 30 con un caro ricordo dell’amico Tullio Bordato
‡ Zora Dudine (Australia) $ 50 in ricordo del caro marito Giovanni Dudine , dei suoceri Pina e Giovanni e dei cognati Maria e Pepi
‡ Nives Zaro $ 100 (Australia) ricordando caramente l’a-­
mato marito Albino Degrassi e tutti i familiari delle famiglie Zaro e Degrassi
‡Gianna Fradel (Australia) $ 50 in memoria dei cari defunti
‡Luigia Zaro (Australia) $ 50 ricordando il marito Luciano Mitteregger
‡Antonia e Livio Chicco (Australia) $ 100 in memoria del marito e papà Albino e di tutti i nonni e zii defunti
‡Francesco Degrassi e famiglia (USA) $ 100
‡3LQD*LDQLFRQOD¿JOLD/XFLDQD$XVWUDOLDin me-­
PRULD GHO PDULWR H SDSj /XFLDQR .RQREHOM H GHL JHQLWRUL H
nonni Antonio e Santa Giani
‡ Sergio Costanzo (Australia) € 30 in ricordo dei genitori Emilio ed Anna
‡Gianna Moratto Clai (USA) $ 80
‡ Elvio Chelleri (manestra) (Canada) $ 50 in ricordo dei genitori Giusto e Giuseppina e della sorella Armida
‡ Claudio e Gianpaolo Va-­
scotto 30 in ricordo dei geni-­
tori Dina e Raffaele
‡ Olivo Knez (Isola) 50 in ricordo del nipote Mario e dell’amico Francesco Vascotto (saco)
‡ Libero Giorgesi 20 ricor-­
dando il fratello Nino
‡Bruno e Valerio Menis 30 in memoria dei genitori Salvato-­
re e Maria Zaro
‡ Rosita e Gino Vascotto 50 in ricordo di Armida Vascotto Chelleri, recentemente scom-­
parsa a Toronto
‡ Rosita e Gino Vascotto 50 in ricordo della cara Marisa Bologna
‡Annamaria Menis 20 ricor-­
dando il marito, il papà e i fa-­
miliari tutti
‡ Ucci Colomban 50 in me-­
moria del marito Mario Bessi, dei genitori Lucia e Giovanni e dei suoceri Emilia e Augusto Bessi
‡N.T. -­ € 20
‡ Ferruccio Delise 30 in ri-­
cordo dei genitori Maria e Giovanni e di tutti i familiari defunti
‡ Fabio Millovich 30 ricor-­
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cello e lo zio Mario
‡ Ennio Drioli 100 in ricordo GHL JHQLWRUL $UPDQGR H ,UPD
Russignan
‡Adriana con Marco e Luca 50 ricordando con immutato affetto il marito e papà Nino Vascotto (+ 15 giugno 2005)
‡ Oscar e Liliana Michelich 25 in memoria della mamma Cesira Colomban
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50 in ricordo del marito e papà Giovanni (Bruno) e di tutti i cari defunti
‡ Nadia Zaro 20 in memoria dei cari defunti
‡ Adalberto Goina 20 in me-­
moria dei cari defunti
‡ Famiglia Colomban 20 ri-­
cordando il caro Albino
‡ Maria Goina 20 in ricordo del marito Giovanni Felluga
‡ Licia Bologna 60 in ricordo della cara mamma Palmira De-­
grassi ved. Bologna
‡ Lida Goina Perentin 40 in memoria dei cari defunti
‡ Bruno e Lucia Degrassi 50 ricordando tutti i cari defunti
‡ I genitori Emilio e Maria-­
pia, la sorella Donatella e il nipote Alessandro 30 ricor-­
dando con struggente amore il caro Fabio Felluga a 17 anni dalla sua scomparsa
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pia e la nipote Donatella 20 ricordando con tanto affetto i genitori Luigi ed Elena Fellu-­
ga
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lio e la nipote Donatella 20 ricordando con tanto affetto i genitori Antonio e Giorgina Degrassi
‡ La sorella Mariapia con Emilio, Donatella e Alessan-­
dro 20 ricordando con affetto il fratello Antonio Degrassi
‡ I cugini Mariapia, Emilio e Donatella Felluga 10 ri-­
cordando caramente il cugino Giordano Zucca
‡ Lucio Chiaselotti 50 ricor-­
dando la mamma Palmira De-­
grassi e la sorella Loredana
‡Bruna Giani con Sandro 30 in memoria del marito e papà Dino Palci
‡ Bruna Giani 20 in memo-­
ria della sorella Bianca e della suocera Giuseppina Degrassi
‡ Marino, Claudio e Gianna Bettoso con i familiari 50 ri-­
cordando i cari genitori Mario e Caterina Felluga
‡Livia Degrassi 30 in ricordo del marito Attilio Pugliese
‡ Antonia Chicco 25 in ricor-­
do del marito Anteo Bologna e dei genitori Giuseppe e Maria
‡Lucia Degrassi 50 in ricordo del marito Olivo e dei suoceri Antonio e Giuseppina
‡ Maria Degrassi con il fra-­
tello Giuliano e familiari 30 in ricordo dei genitori Libero e Novella
‡Antonietto Dandri 40 ricor-­
dando la moglie Anita e tutti i cari defunti
‡ Lida Cocian 50 in memoria del marito Bortolo Degrassi, dei genitori e dei suoceri
‡Paolo Ulcigrai 50 in ricordo del papà Vinicio e dei nonni Mario e Norma
‡ Adriana Viezzoli 20 in ri-­
cordo della mamma Giovanna Parma e della sorella Mariella
‡Licia Milloch 25 ricordando il marito Lucio Troian
‡Nevio Ruzzier 20 in ricordo della mamma Lina Giassi
‡Italo Delise 50 ‡ Rodolfo e Stelio Bettoso 50 in ricordo dei genitori Giustina e Gildo
‡Livio Degrassi 30 in memo-­
ria dei familiari defunti
Il nostro grazie a tutti gli isolani che con la loro ge-­
nerosità permette – speria-­
mo ancora per molto tem-­
po – la pubblicazione di Isola Nostra e il manteni-­
mento in vita della nostra Comunità. Ancora grazie.
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6XRUHGHOOD6DFUD)DPLJOLD$GHVWUDWUDGXHFRQVRUHOOHVXRU%LDQFDODXUDFKHQHOGRYUjDEEDQGRQDUH,VRODSHUXOWLPDDVVLHPHDVXRU$QJLROHWWD(foto di Almira Degrassi)
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