I PROCESSI E L’USO DELLA
CENTRALE MAREOMOTRICE
La marea è il ritmico alzarsi (flusso) ed abbassarsi
(riflusso) del livello del mare provocato dall'azione
gravitazionale della Luna e del Sole. Si tratta di un fenomeno
a carattere universale, persistente e periodico, le cui cause
sono prevalentemente astronomiche. La massima elevazione
dell'acqua è detta alta marea mentre bassa marea è lo stato
di estremo abbassamento. Il dislivello tra un'alta e una bassa
marea consecutive è l'ampiezza o escursione della marea.
Nell'arco di un giorno avvengono due cicli di alta e bassa
marea. Già prima di Newton, e fin dal tempo dei Greci, si
conoscevano le dipendenze dei ritmi delle maree dalle
posizioni della Luna e dei Sole, ma si ignoravano le cause di
tali relazioni. La vera natura delle forze generatrici delle
maree apparve chiara solo dopo che fu scoperta la legge di
gravitazione universale.
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Già nell’antichità si cercò
di sfruttare questo tipo di
energia, mediante la
costruzione di "mulini a
marea". L’acqua veniva
raccolta, durante il flusso,
in un piccolo bacino, che
veniva in seguito chiuso
con una paratia. Al momento
del deflusso l’acqua veniva
convogliata attraverso un
canale verso una ruota che
muoveva una macina.
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Oggi esistono diversi progetti di sfruttamento delle maree, che
comportano metodi diversi di sfruttamento dell’energia:
sollevamento di un peso in contrapposizione alla forza di gravità;
compressione dell’aria in opportuni cassoni e movimentazione di
turbine in seguito alla sua espansione;
movimento di ruote a pale;
riempimento di bacini e successivo svuotamento con passaggio in
turbine.
Quest’ultimo sembra dare i migliori risultati, nell'effettivo impiego. Il
problema più importante allo sviluppo di tale tecnologia resta comunque
lo sfasamento tra massima ampiezza di marea disponibile (la cui cadenza
è prevedibile sulla base delle fasi lunari e solari) e domanda di energia
nelle ore di punta. Infatti nei giorni di insufficienza nell'afflusso d’acqua la
produzione di elettricità cesserebbe.
Le turbine per lo sfruttamento delle
correnti marine possono essere
(come per le tecnologie eoliche) ad
asse orizzontale o ad asse verticale.
Le turbine ad asse orizzontale sono
più adatte alle correnti marine
costanti, come quelle presenti nel
Mediterraneo, le turbine ad asse
verticale sono più adatte alle correnti
di marea per il fatto che queste
cambiano direzione di circa 180° più
volte nell'arco della giornata.
La descrizione tecnica di una
particolare turbina, ovvero quella
nella foto, per lo sfruttamento delle
correnti di marea, può essere adattata
anche come turbina eolica dove ha
migliori rendimenti a basse velocità
del vento: turbina Chirale.
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in Francia, dal 1966, è
attiva la prima centrale
mareomotrice al mondo
che sfrutta proprio il
dislivello dell’acqua
che si forma tra l’alta
e bassa marea. E’ la
Rance Tidal Power
Station, che si trova
sulla Manica, alla foce
del fiume Rance ed
ha una potenza di 240 MW.
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La marea svuota e riempie l’estuario del fiume Rance due
volte al giorno. La diga di Saint Malo che fa da sbarramento
tra l’estuario del Rance e l’Oceano, ha una chiusa collocata
sull’argine sinistro, che permette alle barche di passare, 6
valvole per il rapido svuotamento e riempimento
dell’estuario e 24 turbine a bulbo.
Le cisterne, progettate ad hoc per la centrale mareomotrice,
sono costituite da turbine e un alternatore da 10000 KW che
produce elettricità.
Il funzionamento è garantito sia con la bassa che con l’alta
marea.
La centrale produce quasi 600 milioni di kWh all’anno che
corrisponde al fabbisogno energetico di una città di 300.000
abitanti e copre annualmente il 3% del fabbisogno elettrico
della Bretagna.
 Fonti:
 http://www.finergia.it
 http://italia.eco-energy.info
 http://it.wikipedia.org
 http://energiealternative.soswiki.com
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CENTRALE MAREOMOTRICE