Voci di Corridoio
settimanale fraccarotto
Anno III
Numero XXXIX
PAGINA CULTURA
SESSUOLOGO
CULTURA ?!
MARCE RISPONDE
Naza a pag.
Marce a pag. 8
6
CALCIO E BAGUETTES
E’ primavera, gli uccellini cominciano a rompere i coglioni al mattino e il sole comincia a
invadere le nostre camerette.
Adesso fa davvero caldo, ci si sveglia sudati nel proprio lettino. Questa settimana a
dire il vero un po’ meno. Una nevicata di un
paio di minuti apre la strada ad un acquazzone che complica le cose un pò a tutti. Il
Tonardi è costretto a chiudere la sua leggendaria finestra sempre aperta e la squadra di calcio incespica in un terreno ai limiti
della praticabilità e in un golgi preparatissimo. La squadra di volley si allena con più
frequenza e noi della redazione ci prepariamo allo sforzo dell’iniziativa editoriale 2006/2007, “Tonardi è costretsiamo sempre più esauri- to a chiudere la
ti. La settimana fraccarotsua leggendaria
ta alterna momenti di
grande euforia collettiva finestra sempre
(vedi il secondo gol di
aperta”
Tinelli) a nuovi esperimenti di intrattenimento che stanno prendendo forma e che per il momento comprendono solo una ristretta nicchia (nuovo
cinema Paradiso). Per il resto niente di nuovo, Tozz continua con le sue manie, Allavena continua ad alzarsi alle 14:00, Genova
non si è ancora accorto che siamo a Marzo,
Como è il solito stupido, Pampa spacca le
palle, Cesario taglia i capelli, Mason dice
che si può fare tutto, Naza fa tutti gli allenamenti possibili senza mai stancarsi, e Piccinno non viene agli allenamenti e mangia
sempre più baguettes.
ARRIVA L’ALBUM DI FIGURINE!!
22 marzo 2007
CONCORSI
RINOPLASTICA
Redazione a pag. 9
Tinellidipendenti
In vantaggio dopo 7’ ci facciamo
superare fino alla prodezza del n.10
Una partita contro il Golgi non è mai una
partita come le altre, soprattutto per chi
come me della old generation ci ha visto
perdere due finali consecutive. L’anno
scorso abbiamo evitato la nostra bestia
nera che puntualmente quest’anno ci siamo ritrovati in girone. Arrivavamo da un
quattro a zero secco contro il S.Agostino e
nelle intenzioni di mister Fatutti alla vigilia
dell’incontro, questa partita dovevamo
giocarla a viso aperto, con la massima
tranquillità e convinzione nei nostri mezzi.
Potevamo approfittare dell’occasione di
tastare il polso ad una delle favorite senza
il timore di un’eliminazione visto che questo match rappresentava solo il secondo
dei quattro incontri del girone. Ottima occasione per cominciare a capire e a far
capire a tutti coloro che contro il Golgi non
avevano mai giocato di che pasta sia fatta
una vera squadra. Formazione tipo con
l’aggiunta di Juin centrale e Napo a fare il
terzino, Mendi al centro e Messina sulla
sinistra. A metà campo Naza in copertura
con quattro incursionisti di cui due ali,
Brigante e Pasquale, e due trequartisti
ossia Tinelli e Dushaj; davanti solo Piccinno e in porta il nostro capitano Giuliano.
Comincia la partita e dopo sei minuti un lancio illuminato di Naza imbecca il numero 10 che
trafigge la difesa e infila il portiere in uscita. Uno a zero, tanto inaspettato quanto piacevole.
Si riparte e dopo pochi minuti altra tegola per i golgiani: Mancuso, centrocampista tecnicamente molto dotato, esce infortunato. Ma lentamente i nostri avversari prendono coraggio
grazie alla carica emotiva di alcune storiche colonne come Soufiane e il gemello e alla freschezza atletica delle due matricole impiegate, Pezzini a metàcampo e Fanciullo in attacco.
Noi al contrario perdiamo metri e nelle poche incursioni offensive soffriamola loro preparazione atletica frutto di allenamenti costanti e affollati (a differenza dei nostri…). In difesa corrono
come treni, niente di che coi piedi ma tutti in grado di stoppare, controllare e passare il pallone. I fraccarotti sono senza dubbio più dotati di tecnica e tattica ma forse il gol iniziale frena
un po’ la foga agonistica e ci limitiamo a controllare. Il nostro peggior nemico è il terreno:
quando è infangato si sa aiuta i più scarsini, soprattutto dal momento che a noi mancano gli
scarpini adatti. Comunque limitiamo i danni e a fine primo tempo Macchi è poco impegnato e
Segue a pag.2
andiamo a riposo sull’uno a zero per noi.
SPORT
VIAGGI
Vere pagelle Cumasch
Se siete tutti così è per questo che ci state sul
calzo!
Como a pag. 2
Il Fraccaro vince due volte
Jacopo Ortis a pag. 3
Casa Plinio
Yoda a pag. 4
Hi people. I’here to tell you a story.
Johnny a pag.11
APUNTES DE VIAJE - MANUALE DI SOPRAVVIVENZA IN TERRA IBERICA
Nicolaus (Yoghi) Plinio omnibusque suis
salutem dicit.
Yoghi a pag. 4
2
Sport
Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007
“VERE PAGELLE CÙMASCH”
Gugu Doll : voto 7.5
Quasi perfetto in tutto
quello che fa, ci salva il
culo in più occasioni
con sicurezza da capitano. Tutto questo senza
però tralasciare quello
che conta veramente :
IL LOOK. Sfoggia una
maglia gialla, abbinata
a una collana di perle
che gli sta d'incanto e soprattutto fa risaltare
la sua bellezza scandinava. Troppo trendy...
CULATINA
Juppo: voto 8
Concentrato da far schifo, fa vedere alle ennesime “nuove punte stra-forti” del golgi che
in questo torneo ci sono difensori che se
vogliono cagano in testa anche a Yoghi. Un
applauso..
REDIVIVO
Napo: voto 7
Si
meriterebbe
molto di più, soprattutto per la
semplicità con cui
annulla il suo assistito, ma la posizione non proprio
a lui consona, il
nervosismo ingiustificato e le scarpe rotte da piccola fiammiferaia con calzino fuori di mezzo metro, falsano la sua prestazione. Comunque ragazzi
i suoi livelli sono sempre altissimi..
+CHE FONDAMENTALE
Messina: voto 6
Non fa stronzate di quelle che fanno male,
ma i piedi sono quelli che sono. Si salva grazie al suo fisico da accalappiacani, che gli
permette di recuperare sugli errori. Da affinare come minimo...
GAMBA DI LEGNO (non me ne voglia gamba)
Mendy Ingherman: voto 6.5
Un po' svampito all'inizio recupera + o – bene. Resta in difficoltà però in fase di impostazione, per la precisione ci mette una
mezzoretta a coordinarsi per fare un passaggio. Comunque nell'uno contro uno apre
i culi...
PARRUCCHIERE
The Nazza: voto 8.5
Inizia facendo un lancio che
provoca uno sbrodolamento
generale e manda in in gol il
nano. Continua dominando il
campo letteralmente da solo e
conclude incredulo per un 2 a
2 forse insperato dopo il loro
secondo gol. Per far comprendere meglio il suo livello annunciamo che ILIE del golgi ha
annunciato il ritiro dicendo : “
già l'invidia per il suo chignon
TINELLIDIPENDENTI
da japponauta basterebbe a rendermi
inutile, ma dopo una prestazione cosi, è
meglio che smetta”...
ROBERTO BAGGIO
Sbrinante: voto 7
Corre tanto e di continuo, avesse la rabbia dell'anno scorso sarebbe devastante.
Purtroppo patisce un po' i giganti avversari ma ha buoni margini di miglioramento.
Peccato che l'unica cosa che ha in testa
sono i premi per la rino plastica...
GRILLO
Enver: voto 6
Sono buono e gli do la sufficienza, anche
se questa volta è proprio tiratissima. Non
ha il guizzo della prima partita e si muore
nelle ombre del campo col passare del
tempo. Sappiamo tutti però che l'infortunio che lui stenta ad ammettere lo condiziona molto. Tanta voglia..
IMMOLATO
Pascualito: voto 7.5
Un po' asettico, tatticamente parlando, si
riabilita dispensando namber da serie A a
chiunque gli passi vicino, compagni compresi. La solita testaccia gli fa rischiare
l'espulsione dopo un'ammonizione per
fallo inesistente. IL giudizio però è unanime:
MASSICCIO
Piccionno: voto 6Voto di protesta questo. Si meriterebbe
anche lui qualcosina in + ma non molto.
Si sbatte tantissimo e si vede che ci tiene
alla squadra, a
dispetto dei cori
un po' ingrati
che a volte lo
ingiuriano.
Il
problema è che
è solo l'ombra
del fenomeno
capace di dribblare anche lo
Spirito Santo in
persona. Spero
sia solo un ritardo di forma e nulla più,
perché se no la perdita non sarebbe grande solo per il collegio ma soprattutto per il
calcio...
INCOMPRESO (- SOVRAPPESO :)
Tranelli: voto 2
Ultimo nella lista non a caso; infatti si vanta di aver fatto 2 gol da
campione e una prestazione a dir
poco stratosferica, solo grazie a
se stesso e al suo impegno quotidiano quando sa benissimo da
dove deriva la sua fortuna...da un
bacio datogli in silenzio, con la
tenerezza di un sorriso, dal fantasma dell'ormai defunto Como.
BASTARDO CULTURISTA DI
MERDA ( scherzo ti voglio bene..
8.5 :)
Como
Segue dalla prima
Nello spogliatoio poche parole nell’aria,
solo la certezza che così facendo sia il risultato l’aspetto migliore. Anche quello
cambia dopo tre minuti dal fischio d’inizio
del secondo tempo quando su calcio d’angolo Gemma segna di testa da due passi. Il
Golgi esulta e tra i biancorossi comincia a
serpeggiare un po’ di timore. Il secondo
tempo viaggia sulla falsa riga del primo e
vede i Biancoverdi giocare prevalentemente nella nostra metàcampo: vanno anche al
tiro due volte nelle quali il nostro biondo
capitano si esalta deviando in corner in
entrambe le circostanze. Proprio sugli sviluppi del calcio d’angolo battuto verso il
centro dell’area Fanciullo svetta e colpisce
di testa infilando sul primo palo. Due a uno
e mancano sette minuti, fraccarotti distrutti,
nessuno ci crede più. La loro superiorità di
gambe e fiato sembra averci irrimediabilmente piegato. È proprio a questo punto
che l’indole del campione esce e si mostra
a tutti. Tinelli prende palla, la pone sul cerchio di centrocampo, se la fa passare e
dalla linea fa’ partire un tiro diretto alla porta. Nessuno si aspetta che entri anche perché non è proprio un bolide, il portiere non
è pressato e sembra solo il tentativo inutile
di un giocatore testardo, più per stizza che
per reale intenzione di segnare. Maratona
segnò così, il suo unico erede mondiale ci
prova. Il portiere sbadatamente lascia rimbalzare la palla nella propria area convinto
di arrivarci. Il pallone però lo scavalca e si
insacca. È delirio, in campo come sugli
spalti e in panchina. Un gol così dal vivo lo
vedi una volta nella vita. A Stefano auguro
di segnarlo mille altre volte ma a me basta.
Basta al Fraccaro per non uscire battuto da
quella che da oggi è giusto ritenere la bestia nera. Semmai dovremo ritrovarla nel
proseguo del torneo dovremo avere più
gamba e più testa. E non essere per una
volta Tinelli-dipendenti.
PampaNatale
3
Sport
Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007
VOLLEY: IL FRACCARO VINCE DUE VOLTE
Un Fraccaro rimaneggiato riesce nell’impresa
di vincere la prima partita del
torneo intercollegiale di volley. La
squadra
pluricampione è priva
delle bande titolari, Perellino e
Juanita,
e
di
Strippi palleggiatore con qualità
superiore ed esperienza in campo. La squadra
nonostante i pochi allenamenti è
fiduciosa e scende in campo per
ottenere il risultato. Di sicuro si poteva
arrivare con una preparazione più adeguata, visto che l’avversario era quel
Ghislieri finalista e semifinalista rispettivamente due anni fa e l’anno scorso.
L’ultimo allenamento guidato da coach
Riky serve per metterci in campo con
sicurezza e organizzare al meglio la difesa. E’ l’ora della partita. La squadra aspetta a bordo campo il termine della
prima gara della serata, Golgi – Maino. I
campioni di Pavia assistono ad una sonante ma mai così gustosa sconfitta del
Golgi, che gioca male e fa fatica a mettere una palla a terra contro un Maino
organizzato e molto migliorato rispetto
all’anno scorso. I bianco verdi fanno una
pessima figura e se ne tornano nella
“residenza” con
la coda tra le
gambe. E’ il nostro turno. Inizia
il riscaldamento
mentre sopraggiungono in palestra i primi supporters. Tutti i
componenti
si
riscaldano
nel
prepartita. Inizia
la gara. Il ghislieri sembra avere
la solita buona
squadra ma non
può minimamente impensierirci.
Il
Fraccaro
schiera
Oda
(capitano) in palleggio, Tony e Naza in banda, Geusa e
Franz i due centrali, Giuly libero, Verby
opposto. Nella prima parte del primo set
sprechiamo tutto quello che riusciamo a
costruire e regaliamo di fatto al Ghislieri
un buon vantaggio. In ricezione siamo
imprecisi e la concretezza in attacco è
un’altra cosa. Sul finire del primo set Il
coach effettua due cambi: Perellone in
palleggio sostituisce Yoda, Kapa in banda sostituisce Tony. Il set non è ancora
perso ma i nostri sono un po’ frastornati
e la prima frazione va al Ghislieri. Il
Mister in panchina è una furia: da la carica alla squadra, sistema la difesa, squote gli uomini importanti. Questi qui devono uscire dal campo piangendo. La seconda frazione di gioco parte bene per il
Fraccaro. C’è più sicurezza in ricezione
e l’attacco spreca molti palloni in meno.
Verby, Franz, Kapa e il solito DemoneNaza danno al Fraccaro un vantaggio
rassicurante. Giuly in difesa non fa cadere più un pallone e il nostro muro fa il
suo dovere contro lo sterile attaccante di
banda del Ghisllieri. C’è ancora qualche
errore di troppo. Concediamo dei punti
preziosi in battuta e arriviamo alla fine
del set con l’acqua alla gola. Per fortuna
Verby mette da parte la tensione iniziale
e spara delle bordate che ci portano sull’uno a uno. Il terzo ed ultimo set è un tie
break. Il mister conferma la formazione
del secondo set e ci da ancora qualche
indicazione su come e su chi indirizzare
il servizio. La squadra recepisce e conduce agilmente per tutta la durata del tie
break. Con orgoglio e abnegazione il
Fraccaro porta a casa questa vittoria
importantissima per proseguire il torneo
con maggiore tranquillità. Ora che siamo
nel bel mezzo della stagione gli allenamnti si sono fatti più assidui e c’è tanta
voglia di impegnarsi e migliorarsi. Per la
cronaca lunedì scorso c’è stata un’amichevole con il Cardano. I quattro set disputati sono serviti per rodare i meccanismi nelle varie fasi di gioco e per dare
un po’ di sicurezza in più ai giocatori in
campo. La squadra è già lanciata verso
il terzo titolo, ma tra i vari infortuni e
impegni di alcuni importanti componenti
e gli agguerritissimi avversari la conquista del terzo intercollegiale consecutivo
non è poi così scontata.
Jacopo Ortis
EST: Pavia-Miradolo-Pavia: NELLE LANDE DEL MAIOCCHI
Eccoci giunti al quarto e
ultimo appuntamento
con le amate due ruote.
Gli itinerari che ho proposto in precedenza
non prevedevano una
vera e propria meta, e il
loro fascino era disseminato lungo gran parte dei chilometri percorsi.
Questa volta è diverso: la bicicletta diventa un mezzo come un altro (solo più ecologico) per raggiungere Miradolo Terme
(25-30 km da Pv), un tranquillo paesino
della bassa. Lì avrete modo di trascorrere
momenti indimenticabili in compagnia di
un nativo del luogo, il nostro Gio Maioc-
chi; prevedete di arrivare in tarda mattinata, in una bella giornata di sole, lasciate che sia Gio a condurvi e ne sarete certamente soddisfatti della gita.
Dopo una breve visita al centro e alle
terme (un tempo rinomate, attualmente
in crisi ma ancora vi si tiene il congresso di Forza Nuova) si viene calorosamente accolti in casa Maiocchi, per un
lauto pranzo della domenica; i vicini si
uniscono per bere il caffè, poi tutto è
pronto per una passeggiata digestiva. I
luoghi sono quelli dell’infanzia e dell’adolescenza del nostro: la collina con la
vigna, il deposito di sabbia, la chiesa
dei pellegrini, la torre diroccata, un exseminario in rovina, tanti campi e infine
il Po. Ogni angolo e ogni persona che
si incontra trabocca di storie e aneddoti: chiedete e Gio non vi deluderà; a
Pavia siamo un po’ tutti immigrati: è
bello conoscersi nei luoghi d’origine.
Nel frattempo il pranzo è digerito e si
può passare a salutare i parenti, che
premurosi vi offriranno la merenda...ormai il pomeriggio è inoltrato,
giunta è l’ora dell’addio...
Pedalando sulla via del ritorno sentirete una certa pesantezza di stomaco,
ma insieme una grande serenità.
Un abbraccio a tutti e, mi raccomando, sempre in sella!
Pede
4
Sport
Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007
NULLA È CAMBIATO.
La seconda settimana dell’intercollegiale di calcio è agli sgoccioli e
ciò che si è visto non offre grandi sorprese, in attesa della partita di
oggi pomeriggio, che sancisce l’esordio del Cardano. Completata la
seconda giornata per il girone B, nonostante sia solo una la partita
che si possa definire giocata: Valla-Griziotti, terminata 3 a 2 per i
vececampioni, ancora orfani di Randisi. Ora il Griziotti avrà di che
lottare per guadagnarsi un posto per i quarti di finale, visto lo 0 in
classifica dopo 2 partite. Obbiettivo non impossibile data le prestazioni delle dirette concorrenti al quarto posto. Settimana di dormite,
infatti, per i collegi di merito; mentre il Sant’Agostino riposa e il Don
Bosco attende il Cardano per il girone A, sull’altro lato Borromeo e
Ghislieri offrono prestazioni oniriche dopo il derby ricco di emozioni
della scorsa settimana, vinto dai secondi per 4-2, con un’incredibile
rimonta nei 20 minuti finali sullo 0-2. I borromaici incassano un poker dai cairolotti (merde, nda) senza una minima resistenza mantenendo inviolata per la seconda giornata la porta giallo-nera. Sembrerebbero più agguerriti i ghislieriani che costringono uno Spallanzani brutto da vedere (per gli elementi e per il gioco) sul 2-2 a fine primo tempo. Il calo fisico nella seconda frazione però, regala, oltre ai 3 punti, altri 5 gol ai bianco-blu che portano così la loro differenza reti a +8, mantenendo la testa della classifica davanti ai nostri fetidi “cugini”. Una sola partita si è giocata per il girone A, ed è anche la maggiormente degna di nota: la sfida tra
teste di serie Fraccaro-Golgi. Mancata la scorsa stagione all’intercollegiale, in passato ci ha visti più volte protagonisti negativi,
ma questa volta si è conclusa con un pareggio. Un punto a testa che accontenta entrambi, per un match che ha visto in vantaggio le due squadre, per poi concludersi con un 2-2. Una X in schedina che evidenzia l’equivalenza dei due organici, nonostante
il fisico abbia vinto sul lato bianco-verde. Tra i nostri, infatti, hanno corso i soliti 5-6; puntalizzazione fatta a fine partita dai due
mister, sollecitando la presenza di tutti agli allenamenti, per migliorare laddove ancora manca qualcosa. Sugli spalti vince il tifo
fraccarotto; ai golgiani serve l’arrivo degli altri collegi per riuscire, a fine primo tempo, a cambiare il loro monotono coro. Appuantamento con i colori bianco-rossi Lunedì 26/03 alle 16:00 per la sfida contro il Don Bosco. Casa Plinio vi aspetta invece sul
prossimo numero di VdC, per continuare la galoppata lungo il torneo. IDEM VELLE.
Il maestro Yoda, economo cintura nera terzo dan.
DAL DIARIO DI SPONGY
21-3-07
Intrapresi così la strada che conduceva
alla gloria e alla ricchezza con l' unica
volontà di dominare sul
mio prossimo. Quando
mi parlarono del circolo
lo fecero in termini rilassati e disinteressati, con
la speranza di trascinarvi una vittima sacrificale. Mi mostrarono coppe
e calici di giada e porcellana, ricche spade
dai mille rubini incastonati, montagne di monete e piatti d' oro lucentissimo,
sculture
lignee intarsiate negli
ebani più preziosi: Il
miraggio di quella abbondanza,credevano,
mi avrebbe trascinato
alla loro tavola rotonda
di folle cupidigia. Inizialmente mi scrutarono
con benevolenza, mentre mi offrivano occasioni di banali vittorie, sorridendomi ipocriti per ammansirmi. Ma a causa della mia riluttanza ad
essere un povero sconfitto o al più un
umile socio in realtà servo del demagogo
di turno, scoprirono le loro carte e la loro
vera essenza malefica. Non mi restò che
chiamare forte, nella
speranza che qualcuno dall' ombra si
sottomettesse a me
e facendo il mio gioco in cambio di qualche guadagno favorisse la mia ascesa
al potere.
I più anziani ed esperti notando la mia
indomablie
indole
iniziarono ad odiarmi
e ad osteggiarmi in
ogni modo. Il più vecchio tra loro, forse
appagato dopo cento
anni di dominio si
limitava alla invettiva,
probabilmente perchè privo di forze
fisiche e mentali vista
la veneranda età. Il
più acceso mio nemico si dimostrò colui
il quale era stato dichiarato sommo maestro di quella società dopo una
“scriteriata” notte di sanguinose lotte in-
testine. Il più violento tra loro tentò di
intimidirmi col dolore fisico, ma poi abbandonò questa strada convinto che i
tempi fossero maturi perchè gli equilibri
di potere in quel circolo fossero ribaltati ,magari proprio a suo favore (illuso). L'
architetto misericordioso e l' ingegnere
fecero solo il loro interesse arraffando
quando potevano e strisciando alla corte
del più forte quando dovevano. L' esule
generale di mille battaglie vinte fu il primo ad alzare bandiera bianca, e lo fece
dopo essere stato bastonato e trafitto da
più e più spade, riempiendo col suo sangue la coppa alla quale attingo il mio potere.
Un nuovo ordine è ormai vicino,la fortezza nella quale si erano arroccati da tempo i vetusti signori di questa arcana associazione si è dimostrata essere un misero castello di carte che non mi resta
che soffiare via, il che sono certo non
richiederà più di poche settimane.
Ho ancora troppi assi nelle mie maniche
perchè la fortuna mi volti le spalle, e alla
peggio li calerò tutti assieme al grido di
“carichi!”.
Spongy
Viaggi e vecchiaia
Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007
VALE LA PENA DI EVADERE!
SERATISSIMA SIGNORI E SIGNORE. Giovedì
22 Marzo. Ore 22. Sala Comune. Insomma una
buona occasione per stare un po’ assieme... ok
la scusa è una riunione su due o tre cose standard, però non tiriamola per le lunghe: c’è da
festeggiare!!! Ebbene si, anche io invecchio,
anche se sta faccina senza un pelo non lo direbbe, ho un quarto secolo. Andiamo! Cmq mi raccomando non voglio che nessuno manchi.
FRACCARO assieme, e sarà una serata stupenda, di quelle che si ricordano. Ho un po’ di
idee, tutte a base di Alcool ovviamente. Si parla
di ballerine per tutti i gusti e i Centocelle per Allavena e Cesario(ovviamente disponibili a tutto),
come ospiti musicali ho pensato ad Rolling Stones, cui cantante è mio cugino (e questo è vero), poi celebrità varie. Corona ha l’eslusiva per
le foto, e la figlia di Berlusconi si è fatta la ceretta apposta per la serata. L’esperto di mondanità
Valeriano non dubita a definire ciò che si accinge ad avvenire “La serata del SECOLO”, l’opinionista Alf non dubbio a bollare l’evento con un
secco e illuminante “Uh?”, l’analista di femminame Idro senza sforzo esprime la sua approvazione con un inappellabile “E io non gioco
più!”. Ragazzi, non so in che altro modo dirvelo: dovete esserci!! E non prendete come una
minaccia il fatto che oggi due delle colonne
Fraccarotte come Marzio “Down there’s the
Legend”
Macchi
e
Generale
“Comescopoionessunomai” Turconi mi hanno
concesso il permesso di allagare le camere
delle matricole che non saranno presenti (mi
han detto che a Seattle fan dei gommoni bellissimi), e io non sono uno che se lo fa ripetere:
chiedete a Tosattissimo per la conferma... vuole solo esser una promessa! Quindi poche altre
parole: questa sera tutti presenti, non ci sono
scuse. Vi prometto che se il giorno dopo avete
lezioni/impegni, sarete a letto sufficemente
presto... e io non sono uno che fa promesse da
marinaio. PASSO! Quindi ragazzi, mi raccomando, vi voglio tutti presenti perchè... come
dice il titolo... VALE LA PENA DI EVADERE!!!!
APUNTES DE VIAJE - MANUALE DI SOPRAVVIVENZA IN TERRA IBERICA
Nicolaus (Yoghi) Plinio omnibusque
suis salutem
dicit.
Da dove cominciare, cari
fraccarotti, il
necessario
resoconto dei
mesi che ho
passato lontano dal collegio, a Salamanca? Non
è facile ripercorrere in forma sintetica, a beneficio
dei miei lettori, un periodo che ora mi
sembra interminabile, ripensando alla
montagna di cose che bisognerebbe
raccontare in occasioni come questa.
Per facilitarmi il compito, spero di non
annoiarvi passando subito agli elementi
caratterizzanti dell'esperienza: botellones y fiesta.
Spiegandomi meglio, dirò che io sono
arrivato in Spagna senza la minima
idea di dove stessi andando, e mi e-
sprimevo con largo uso della gestualità
più elementare; poi ho
deciso di migliorare perché mi hanno spiegato
che nessuna spagnola
si sarebbe lasciata intortare col linguaggio
dei segni. Tormentato
da questi pensieri, mi
sono applicato di buona
lena al fine di possedere la cultura indigena.
Nel corso del lungo apprendistato, grazie ai
tanti amici conosciuti
(vivevo in una residenza abitata quasi
esclusivamente da spagnoli) e
alla pazienza che tutti hanno dimostrato nel parlarmi a rallentatore per non lasciarmi solo in un
universo ispanohablante, sono
molto cambiato, come se un nuovo e iberico Yoghi avesse visto la
luce a poco a poco affiancandosi
all'originale. Ho conosciuto le
usanze di un paese finora noto
solo per la paella, los toros y la
movida madrileña. Ho vissuto a
lungo seguendo il medesimo fuso
orario di un mio amico bocconiano in
scambio in Texas. Per questo mi sento
di mettervi in guardia: se in una compagnia di spagnoli si lancia l'idea di fare un
giretto in città, non si rivedranno di sicuro prima delle 6 del mattino. Perchè il
giorno dopo devono andare a scuola,
“¡joder, que tengo clase practica!”. Io,
nonostante reiterati e profondi sforzi,
non ho mai superato il coprifuoco delle 8
del mattino (esclusi i casi di afterhour),
mentre alcuni miei mentori hanno tagliato il traguardo del ritorno alle 11, per poi
abbandonarsi al sonno dei giusti. L'unica
forma di uscita serale conosciuta laggiù
consiste nell'ubriacarsi preventivamente,
raggiungere il luogo del devasto, (un
quartiere che a salamanca probabilmente non superava il chilometro quadro, ma
signori, che movida!) e ribere ballare &
combinare un macello. Altra cosa contro
la quale è necessario che siate avvisati: i
bar/discopub che offrono chupitos in
strabilianti varietà contro un misero prezzo di €0.50/.70/.90 rappresentano una
possibilità molto allettante, ma anche un
serio rischio per
la salute
(o perlom e n o
stando
alla esperienza del
vostro
narratore).
A questo
punto mi devo interrompere e mi chiedo
se sia riuscito almeno un pochino a riportare a casa 5 mesi di vita spagnola.
Rileggo. Dico ma cazzo proprio non ci
siamo, non c'entra un benemerito con
quello che volevo dire. Vabbè, tanto è
solo la prima parte.
(va a ser continuado...)
5
6
Pagina MetaCulturale
Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007
CULTURA?!
La nozione di cultura appartiene alla storia occidentale. In sintesi, la cultura può essere vista come l'identità di un popolo
(comprendendo la lingua, i costumi, la religione, la moneta ecc.), tuttavia si possono anche distinguere due concezioni fondamentalmente diverse:
• Una concezione umanistica o classica presenta la cultura come la formazione individuale, un’attività che consente di
“coltivare” l’animo umano (deriva infatti dal verbo latino colere).
• Una concezione antropologica o moderna presenta la cultura come il variegato insieme dei costumi, delle credenze,
degli atteggiamenti, dei valori, degli ideali e delle abitudini delle diverse popolazioni o società del mondo. Concerne sia
l’individuo sia le collettività di cui egli fa parte.
Esistono quindi diversi significati del concetto di cultura:
• Secondo una concezione classica la cultura consiste nel processo di sviluppo e mobilitazione delle facoltà umane che
è facilitato dall’assimilazione del lavoro di autori e artisti importanti e legato al carattere di progresso dell’età moderna.
• Secondo una concezione antropologica la cultura - o meglio la civiltà - presa nel suo più ampio significato etnografico è
“quell'insieme complesso che include il sapere, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume, e ogni altra competenza e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società” secondo la nota definizione dell’antropologo inglese Edward Tylor (da Cultura primitiva, 1871).
La cultura in senso antropologico consiste in:
• Sistemi di norme e di credenze esplicite, elaborati in modi più o meno formalizzati.
• Costumi e abitudini acquisite da esseri umani per il semplice fatto di vivere in determinate comunità, comprese quindi
le azioni ordinarie della vita quotidiana.
• Artefatti delle attività umane, dalle opere d’arte vere e proprie agli oggetti di uso quotidiano e tutto quanto fa riferimento
alla cultura materiale, al sapere necessario per vivere.
Le caratteristiche che definiscono la cultura nella concezione descrittiva dell’antropologia sono principalmente tre:
• La cultura è appresa e non è riducibile alla dimensione biologica dell'uomo. Ad esempio il colore della pelle non è un
tratto culturale bensì una caratteristica genetica.
• La cultura rappresenta la totalità dell'ambiente sociale e fisico che è opera dell'uomo.
• La cultura è condivisa all'interno di un gruppo o di una società. Essa è distribuita in maniera omogenea all'interno di tali
gruppi o società.
Perché un'azione o un tratto possano essere definiti "culturali" occorre quindi che siano condivisi da un gruppo. Ciò però
non significa che un fenomeno "culturale" debba essere obbligatoriamente condiviso dalla totalità della popolazione: è necessario lasciare spazio per la normale variabilità individuale.
Anche per quanto riguarda le variazioni di comportamento tra individuo ed individuo all'interno di una società, però, è possibile individuarne dei limiti circoscritti proprio dalle norme sociali che regolano quel determinato gruppo.
Frequentemente gli individui appartenenti ad una determinata cultura non percepiscono la loro condotta regolata da tali
norme che impongono quale comportamento sia consentito e quale no.
In antropologia l'insieme di queste norme sociali (comunemente chiamate "ideali") vengono definite modelli culturali ideali.
Influenzata dagli studi dell’antropologia culturale, la sociologia si dedica con particolare attenzione allo studio della cultura.
Émile Durkheim, ponendosi il problema del perché la società mantenga un livello minimo di coesione, ritiene che ogni società si stabilisce e permane solo se si costituisce come comunità simbolica. Nel suo studio, e in quello dei suoi allievi,
hanno una grande importanza le rappresentazioni collettive, cioè insiemi di norme e credenze condivise da un gruppo sociale, sentite dagli individui come obbligatorie. Esse sono considerate da Durkheim vere e proprie istituzioni sociali che
costituiscono il cemento della società, consentendo la comunicazione tra i suoi membri e mutando con il cambiamento sociale.
Gli autori legati alla Scuola di Chicago sono interessati alla vita culturale nelle città americane e studiano i nuovi processi
di integrazione, di comunicazione e mobilità sociale delle realtà urbane. Il sociologo William Thomas studia gli immigrati
nelle società statunitensi e ritiene che le differenze di integrazione siano legate alla cultura e che la cultura abbia un carattere interattivo e processuale.
Dopo anni di scarso interesse da parte dei sociologi, Talcott Parsons riprende il tema della cultura e la considera come
uno dei sottosistemi del suo sistema generale dell'azione (lo schema AGIL). Parsons afferma che la cultura è costituita da
sistemi strutturali o ordinati di simboli (che sono gli oggetti dell'orientamento all'azione), da componenti interiorizzate della
personalità degli individui e da modelli istituzionalizzati dei sistemi sociali (Sistema sociale, 1951).
Parsons distingue quattro dimensioni idealtipiche principali della cultura:
• Coerenza/incoerenza. Le proposizioni culturali costituiscono un insieme in cui sono individuabili dei principi ordinatori e
non un agglomerato di elementi tra loro sconnessi. Il grado interno di coerenza è tuttavia variabile. Il conflitto (fra
gruppi, nel gruppo e/o nell'individuo) per esempio può non essere fattore di disgregazione, ma di ordine. Maggiore
è la complessità culturale, più difficile è mantenere conformità e coerenza.
• Pubblico/privato. La cultura è pubblica nel senso che le proposizioni da cui è costituita sono codificate entro simboli e
linguaggi collettivi all'interno di gruppi sociali e accessibili da tutti.
• Oggettività/soggettività. La cultura è un fatto oggettivo, nel senso che va al di là degli individui per occupare uno spazio
e una rilevanza sociale autonoma. Esiste infatti un lato soggettivo della cultura, costituito dalle interpretazioni che
di questa danno gli individui
•
Esplicito/implicito. La cultura può essere manifesta, esplicitata, più o meno elaborata teoricamente, o può essere
tacita, non tematizzata. In questo caso gli individui la condividono senza saperla necessariamente giustificare (il
WikiNaza
senso comune).
Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007
Valeriano Docet
7
Falstaff
di Giuseppe Verdi
Libretto: Arrigo Boito
Tratto da: la commedia The merry Wives of Windsor e il dramma The History of Henry the Fourth
di Shakespeare
Prima: Milano, Teatro alla Scala, 9 febbraio 1893
Nel frattempo nella casa di Ford le comari stanno organizzando la burla:
tutti si danno da fare, al di fuori di Nannetta, disperata per aver appreso che
il padre intende darla in sposa al dottor Cajus. La madre promette il suo
appoggio e subito dopo ecco avvicinarsi Falstaff. Presentatosi galantemente, John sta raccontando all'amata dei tempi in cui era magro (“Quand'ero
paggio del duca di Norfolk”), quand'ecco irrompere in scena Ford a capo di
un nutrito gruppo di uomini intenzionato a vendicare l'onore tradito. Appena
in tempo Falstaff si ritrae dietro un paravento, dopodiché Ford fa bloccare
ogni uscita e comincia un'accurata perquisizione della casa. Non appena gli
uomini si allontanano dalla stanza per perquisire le altre, le comari fanno
uscire Falstaff dal suo nascondiglio per infilarlo (peraltro con notevole fatica) in una cesta di panni sporchi di già controllata. Dietro al paravento vanno invece Nannetta e Fenton, pronti a cogliere ogni possibile momento
di felicità. Ford rientra e viene insospettito dai sospiri provenienti dal paravento...e proprio mentre
scopre la tresca dei due ragazzi, le comari rovesciano la cesta contenente Falstaff nel fossato
dietro la finestra. E' facile a questo punto il chiarimento fra uomini e donne, entrambi soddisfatti
del trattamento riservato al grasso approfittatore.
ANGOLO DEI LIBRI
...di Nazareno Fatutti
EUREKA STREET
Robert McLiam Wilson
Un ritratto graffiante e commovente della Belfast contemporanea. Genuino e
toccante. Memorabile
SENZA PERDERE LA
TENEREZZA
Paco Ignazio Taibo II
La vita di Ernesto ‘Che’
Guevara raccontata dallo
scrittore spagnolo con
intensità e poesia. Prima
di tutto, la storia di un
uomo straordinario.
DELITTO E CASTIGO
Fedor Dostoevskij
Un romanzo perfetto.
Una capacità introspettiva allucinante in un’indagine sull’animo dell’uomo, sulle sue istanze più
nobili contrapposte alla
miseria quotidiana.
DIARIO DI UN KILLER
SENTIMENTALE
Luis Sepulveda
Una piccola perla piena di
parolacce e afa. Delirante e
corrosivo. Esaltante.
Il terzo atto si apre su un Falstaff cupo e amareggiato dal salto nel fossato, intento a inveire contro
il mondo intero mentre sosta appena fuori dalla taverna (“Mondo ladro, mondo rubaldo”). Ma basta un bicchier di vino offerto dall'oste per risollevare l'umore. Gli fa ancora visita Quickly in veste
di ambasciatrice: Alice gli offre un nuovo appuntamento presso la quercia di Herne, imponendogli
la condizione di presentarsi travestito da cacciatore nero: è infatti tradizione che in quel luogo si
diano appuntamento le fate e gli spiriti del bosco. Ancora una volta il grasso cavaliere casca nel
tranello e tutto gongolante rientra nella taverna per prepararsi. Questa volta la burla è stata ordita
di comune accordo fra uomini e donne: tutti gli abitanti di Windsor si travestiranno da spiriti e folletti, mentre Nannetta interpreterà la regina delle fate. Ford e Cajus si mettono d'accordo: il dottore offrirà il suo braccio a Nannetta, rammentandone il travestimento, e il padre benedirà le nozze.
Ma Quickly ha origliato di nascosto: le comari di Windsor, capeggiate da Alice sapranno prendere
le dovute contromisure. Un cambio di scena ci introduce nel parco della cittadina. Per primo giungono Fenton e Nannetta, che inneggiano al loro amore (“Dal labbro il canto estasiato vola”;”Bocca
baciata non perde ventura”). Rrompe Alice che modifica i travestimenti ad hoc, per sventare i piani del marito. A mezzanotte in punto ecco arrivare Falstaff, vestito da cavaliere nero con due enormi corna in testa. Tenta ripetutamente di abbracciare Alice, poi l'arrivo di Meg dà inizio alla tregenda. Al suono del canto intonato dalla regina delle fate (“Sul fil d'un soffio etesio”), le fate cominciano una danza vorticosa e al nostro povero cavaliere non resta che gettarsi a terra e coprirsi il volto
con le mani: le leggende popolari dicono infatti che chi incrocia lo sguardo di uno spirito paga il fio
con la morte! Ridotto all'impotenza, Falstaff è costretto a subire le angherie dei compaesani: punture, bastonate, insulti, nonché ubna violente ingiunzione a pentirsi. Ma nella foga Bardolfo perde
il cappuccio, l'ex padrone lo riconosce e riprende un po' di coraggio, dopo aver confessato le proprie colpe. Frattanto le astute donne mettono il velo della regina a Bardolfo, che viene avvicinato
da Cajus, e congiungono Fenton e Nannetta: due coppie vengono quindi presentate a Ford, il
quale, ingenuo, le benedisce entrambe, sancendo con le proprie mani la sua sconfitta. L'apoteosi
finale è il trionfo delle donne e dell'amore, mentre è amaro per Falstaff, Ford e il dottor Cajus. A
mo' di licenza, un coro termina l'opera (“Tutto nel mondo è burla”).
Commenti:
“Falstaff” è l'opera testamento di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi operisti di tutti i tempi, nato
dal sodalizio con Arrigo Boito che già aveva dato alla luce “Otello”, pochi anni prima. L'operato di
Boito è stato decisivo per il successo dell'opera: è merito suo infatti se il maestro di Busseto ha
potuto lavorare su un libretto che si può considerare come un gioiello letterario vero e proprio,
fatto di preziosismi linguistici incastoni alla perfezione in una brillante sagoma drammatica. Per la
prima volta, Verdi non apportò modifica alcuna al testo originale del librettista, trovandosi perfettamente a suo agio nel trasporre in musica i versi del Boito (che, ricordiamolo, non era solo un letterato ma anche un musicista – vedi la sua opera più importante, “Mefistofele”).
Mancava a Verdi un grande successo nell'opera buffa (la genesi sfortunata de “Un giorno di regno” aveva condannato al fiasco il suo unico altro tentativo): con Falstaff, Verdi propone una partitura indiavolata sin dalle prime battute, volta a rendere la vitalità dell'azione buffa rappresentata. Il
declamato melodico di questo capolavoro, che incarna l'ideale della “parola musicale”, rappresenta la sola valida alternativa del melodramma italiano al dramma totale wagneriano.
Per concludere vorrei sottolineare come l'opera si chiuda con un brano, ”Tutto nel mondo è burla”,
inaspettato all'interno di un'opera, per di più buffa: si tratta infatti di una fuga, composta secondo i
canoni più severi del genere, per capirci lo stesso tipo di composizione che J.S.Bach aveva portato alla perfezione formale circa 150 anni prima: una fusione di tradizione e di innovazione che non
poteva che chiudere in bellezza la sfavillante carriera del maestro Giuseppe Verdi.
IL CAMMELLO SELVATICO
Philippe Jaeneda
Mille e una peripezia di uno
sfigato cronico. Squinternato e onirico. Da leggere (se
lo trovate!).
Con quest'opera si chiude il ciclo di articoli dedicati a Giuseppe Verdi. Dal prossimo numero mi dedicherò a un altro grande operista dell'Ottocento: Gioacchino Rossini
8
Sex&Chuck
Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007
RISPONDE IL SESSUOLOGO - a cura di Marce
Caro Sessuologo, penso di avere un problema. Avendo un cellulare che oltre alle
sue mille funzioni fa anche da torcia, ho
preso il vizio di controllare periodicamente con la pila accesa lo stato di integrità
del mio profilattico durante i rapporti. Fin
qui tutto bene, ma quando l’ho raccontato ai miei amici hanno riso come se non
ci fosse un domani. Perché mi prendono
in giro?
Violenza
Caro Andrea, tanta gente pratica il salto
della quaglia per il poco romanticismo
nell’atto di porre il profilattico. Tu sei il re
dei romantici che ogni 3 colpi controlli se
è integro. Fortunata la tua donna ma conoscendo i tuoi problemi di rottura, mi
chiedo se non hai della carta vetrata sul
pise.
Oh mio fantastico e bellissimo Sessuologo. Durante la mia esperienza Erasmus
in Finlandia ho scoperto che loro sono
campioni del mondo di Stone Face (ndr
vedi vecchie rubriche). Quindi non potendo esimermi dal portar alto l’onore italiano, ho battuto ogni record. Adesso però i
miei condili mandibolari sono lussati perennemente e quando sbadiglio devo
chiudermi la bocca con le mani. Se sba-
diglio di notte è un casino. Come posso
ovviare a questo mio problema?
Ale from Turku
Così preoccupato ho subito sottolineato
che “alla pecorina” non sono abituato.
Come mai questo lapsus?
Bovo
Cara Ale, complimenti e grazie per aver
tenuto alto l’onore italiano in quelle lande
desolate. Immagino che tu abbia conquistato il rispetto di quella popolazione ma
ricorda che non devi fare questi gioco
quando sei raffreddata, che se non respiri dal naso è
un casino in
quei momenti. Per quanto riguarda la
tua lussazione conosco
un pranoterapeuta con
la sola imposizione delle
mani come il
mago Oronzo può ridurti il tuo problema: JR Castagnoli 3487067400.
Una sera durante una cena tra amici
condita con un po’ di vino, un rossino ha
preparato un’ottimo minestrone. Alla mia
domanda su cosa ci fosse dentro, lui
rispose con un secco “Del pecorino”.
WE LOVE CHUCK NORRIS
Un giorno Chuck Norris è andato dal
dentista per l'estrazione di un dente.
Lo ha vinto, ora ne ha 33.
Chuck Norris ha uno yo-yo wireless.
Per ristabilire le giuste proporzioni,
Chuck Norris è stato costretto a farsi
le extensions ai peli pubici.
Chuck Norris ha interrotto una nota
"catena" di mail su internet. Ed è
morto. Sant'Antonio.
Alcune persone sostengono che
Chuck Norris abbia il potere di rendere la gente suscettibile e volgare. Ebbene, quei froci di merda se la possono anche andare a prendere nel culo.
Andrea Violetto
E’ passato più di un mese dalla consegna degli almanacchi. Purtroppo
questi, affollano ancora la camera dell’esimio direttore. Tutti coloro che
devono ancora ritirare questo fantastico gadget sono pregati di farsi vedere alla 13.
Se gli interessati non si faranno vivi entro venerdì 23 perderanno il loro
almanacco gratuito che sarà venduto ai numerosi ex collegiali che ne
stanno facendo richiesta.
Ma studi beni culturali o fai il pastone?
Lascia stare le pecore! Non le capisci.
Caro Sessuologo. Sono ancora la ragazza finlandese. Durante la mia esperienza
nordica, ho fatto una classica sauna con 5 miei amici: ovviamente completamente nudi, come la tradizione baltica impone ho
dovuto soddisfare almeno
due su cinque. Non ho
neanche tirato a caso,
sono andata a colpo sicuro. Il problema è che gli
altri tre adesso non mi
parlano.
Ale from Turku
Come posso capirli! Immagino che non
abbia soddisfatto tutti e cinque i ragazzoni per non essere –ONI in altre parti. E’ il
caso di conoscersi, ho diversi questioni
da porti.
Tutti pazzi per PapaRatzi!!! Domenica 22 Aprile il pontefice celebrerà la
santa messa all’interno del cortile Teresiano. Per chi volesse assistere all’evento l’ISU mette a disposizione tre3
pass gratuiti. Chi fosse interessato può
rivolgersi all’inquilino della cam n.13,
quel democristiano! La richiesta va
consegnata in forma scritta tra la ore
13.00 e le 14.00 di venerdì p.v. No
tipe, no truzzi, no perditempo
Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007
Perdono
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PERDONO MENDIETA
Eccoci giunti all’immancabile appuntamento settimanale con il perdono.
Quante persone avete perdonato questa
settimana? Vi siete fatti perdonare almeno una volta? Mendieta perdona quasi
sempre. Se siete attanagliati dal rimorso,
se siete nei guai e non trovate le parole
per uscirne, Mendieta può ispirarvi, può
infondere nel vostro cuore un po’ di quel
coraggio di cui avete bisogno, Mendieta
può perdonarvi…
Ciao Ivan, mi chiamo Jennifer, ho17 anni
e scrivo dalla provincia di Pescara. L’altro giorno mi hanno presentato quel gran
figo di Coletti della VB e me ne sono
subito innamorata. Ma è proprio figo, ke
figo, ke figo, ke figo, ke figo…insomma è
proprio un figo. Il punto è un altro. Il punto è ke la Vane, ke poi è la mia amica
del cuore vuole rubarmelo a tutti i costi,
e ci credo è proprio un figo..quindì ieri si
è chiusa con lui nello stanzino della palestra durante la conpresenza di ed. fisica. Cosa avranno mai fatto? Quella puttanella li vuole tutti per lei. Avrà usato
tutte le sue armi segrete per farselo. La
odio quando fa così, ma è pur sempre la
mia migliore amica. Insieme abbiamo
passato mille momenti bellissimi: il concerto di Gigi D’alessio e poi quella volta
ke ci siamo ubriacate in classe…Non so
proprio cosa fare. Vorrei ucciderla per
avere Coletti solo per me, ma vorrei anche mantenere la sua amicizia. Illuminami Mendy!
P.S. Anche tu sei un gran figo!!!
Di certo uccidere la tua amica non penso
sia la soluzione migliore, anche perché
poi non è che puoi costringere Coletti a
stare insieme a te. Magari non sei il suo
tipo. Comunque potresti agire d’astuzia,
ovvero quando sei da sola con la tua
amica cerca di parlare male e disprezzare il tipo così da farle passare la cotta.
Vedrai che ci riuscirai ed una volta che
Coletti rimarrà senza ragazza tu potrai
sfoderare tutte le tue armi per conquistare il suo cuore… Non ti amareggiare in
caso di esito negativo avrai con te sempre il mio Perdono a consolarti.
P.S. Se proprio sei disperata chiamami,
magari saprò consolarti meglio di persona.
Caro Mendy, mi chiamo Mariolino ho
sette anni e vivo in provincia di Pescara.
Frequento la scuola elementare G. Garibaldi e sono in seconda elementare. Ti
leggo sempre con estrema attenzione e
le tue risposte sono, spesso, argomento
di discussione durante la ricreazione. I
miei compagni, beoti del lieto fine e adulatori di
“reality”?
RINO P
LASTI
CA
show sono
sempre contenti ad
ogni tuo perdono. Io, invece sostengo che il perdono
incondizionato verso qualsiasi atto o
situazione, sia eticamente sbagliato, in
quanto diseducativo e fuorviante. Specie
alcuni casi particolari del rapporto amoroso. Tu cosa ne pensi? Perdoneresti la
tua ragazza che è scappata dicendo che
andava a comprare le sigarette e che
non si è fatta vedere per i seguenti sette
anni? Perdoneresti una donna che ha
concepito un figlio con te tenendotelo
nascosto per sette anni? Si Mendy hai
capito bene io sono tuo figlio!!!!
Nella vita per essere ed avere rapporti
tranquilli con tutti, bisogna saper perdonare…Così non ti creerai antipatie e vivrai in armonia con chiunque. Sempre
che sia io il padre, anche se non ricordo
di essere stato a Pescara, saprei perdonare la tua mamma e sarei felice di accoglierti tra le mie braccia. Anche perché
se non ricordo di essere stato con una
tipa di Pescara vorrà dire che io potrei
essere stato vittima dell’ alcol. Cosa molto probabile. Quindi anche io avrei avuto
le mie colpe. Comunque anche se non
avessi avuto colpe avrei perdonato tua
madre. Bisogna saper perdonare chiunque! Ricordatelo!
Siccome nessuno ha indovinato
questa settimana il premio rimane lo stesso!
Forza, non è difficile!!
L redazione
P.S. Non è quel bastardo traditore di Ronaldo!
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Politica
Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007
IL PUNTO POLITICO a cura di Cesario delle Donne
Gli stupefacenti risultati della Legge
49: il Tar boccia la Turco
La bocciatura da parte del Tar del Lazio
del decreto Turco ha riaperto il dibattito
parlamentare sull'uso di sostanze stupefacenti. Al di là delle polemiche sollevate,
la sentenza del tribunale regionale non
entra in realtà nel merito della scelta politica ma si limita a dichiarare l'impossibilità da parte del governo di modificare con
un semplice decreto i limiti massimi di
droga che possono essere detenuti senza incorrere in sanzioni penali. La discrezionalità riconosciuta dal testo unico sulle sostanze stupefacenti (dpr 309/90) al
decreto interministeriale consiste infatti
soltanto in una scelta tecnica, soprattutto
per quanto attiene alle competenze del
ministero della Salute, che non sono certo idonee ad intervenire in ambito penale.
Ed invece il provvedimento varato ad agosto dal
ministro Livia Turco non è
stato, secondo i giudici,
supportato da alcuna istruttoria tecnica in grado
di giustificare il raddoppio
della soglia massima detenibile, che è passata da
500 a 1000 milligrammi.
La bocciatura del decreto
riporta ovviamente la discussione sulla validità
della
legge
FiniGiovanardi, con gli ormai
triti allarmismi che rappresentano la legge varata dal centrodestra come repressiva e destinata a riempire di giovani
scapestrati carceri. Ma è veramente così?
I dati diffusi in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario dalla corte di
Cassazione in realtà dicono che tra luglio
2005 e giugno 2006 il numero complessivo di reati in materia di stupefacenti si
è ridotto di oltre 4 punti percentuali rispetto al precedente. Sommata agli effetti della legge sull'indulto la FiniGiovanardi ha finito quindi per produrre,
contrariamente a quanto si crede, una
diminuzione tra il 2005 e il 2006 della
popolazione carceraria condannata per
traffico di droga da 36 mila a 20.631 unità, equivalente, in termini di percentuale,
a un - 37,3%! Ma ad un'analisi più approfondita delle tante accuse mosse alla
Fini-Giovanardi quella della galera-facile
non è l'unica a cadere.
Il mese scorso un'inchiesta del Sole 24
Ore, condotta tra gli stessi operatori della
giustizia, ha riscontrato per esempio la
particolare efficacia della nuova normativa anche nell'agevolare le indagini a tutela sia della legalità che dell'indagato.
Se è vero infatti che la “parificazione” per
gli illeciti legati a tutti i tipi di droghe aggrava la sanzioni legate ad hashish e
marijuana, non va dimenticato che l'intento del legislatore è stato quello di punire non la mera detenzione ma la detenzione che risulta destinata allo spaccio.
L'aggravamento della pena, insomma,
non riguarda il ragazzo sorpreso a fumare uno spinello ma lo spacciatore. Lo
strumento per favorire quest'obiettivo è
stato individuato in una serie di parametri
indiziari che spostano sull'indagato l'onere di dimostrarne l'infondatezza. Quel
che però non va trascurato è che si tratta
pur sempre di parametri “indiziari” dai
quali pertanto non scaturisce il tanto incriminato automatismo. Al giudice spetta
comunque la valutazione finale di tutti gli
elementi prodotti da accusa e difesa per
emettere una sentenza di condanna che
vada oltre «ogni ragionevole dubbio».
Il maldestro decreto
d'agosto della Turco
nasce proprio da quest'equivoco, dall'ignorare cioè che con la
Fini-Giovanardi il superamento
della
“soglia” non è da solo
idoneo a produrre una
sentenza di condanna. Ed infatti anche a
fronte di un quantitativo inferiore alla soglia
altri elementi, quali la suddivisione in
dosi o le circostanze del sequestro, possono comunque portare ad accertare la
destinazione della droga per spaccio e
quindi ad una sentenza di condanna.
Il decremento dei detenuti per illeciti legati alla droga infine conferma anche la
bontà delle misure alternative volte al
recupero e alla riabilitazione che la legge
49 ha introdotto, consentendo al giudice
di evitare il carcere in molti casi. Innanzitutto con una serie di deroghe è stato
ridotto drasticamente il ricorso alla custodia cautelare rispetto a quanto era previsto nel testo unico del 1990. Ma la novità
di maggior rilievo ha riguardato la facoltà, riconosciuta al giudice che accerti «la
lieve entità» del fatto, di sostituire la pena detentiva o pecuniaria con l'assegnazione ai servizi di pubblica utilità.
Insomma, oltre la soglia dei 500 milligrammi, una ricognizione obiettiva sulla
Fini-Giovanardi
offre
dei
risultati
“stupefacenti” rispetto ai danni attribuitigli
dai suoi detrattori. Ma forse più stupefacenti sono le menzogne di chi si ostina a
rappresentare la nuova normativa come
repressiva ed inefficace. Da questa visione distorta della realtà prendono le mos-
se le iniziative legislative avanzate dalla
maggioranza e dal governo. Già da un
anno il deputato dei Verdi Marco Boato
ha presentato un testo che dovrebbe
demolire tutta la struttura sanzionatoria
impostata dal centrodestra. La proposta
però, pur sostenuta da moltissimi esponenti di maggioranza, sembra destinata
a restare ancora a lungo ferma nelle
commissioni Giustizia e Affari sociali. Il
tema, infatti, è un altro di quelli che scottano per la tenuta stessa dell'Unione; di
qui il tentativo di aggirare il passaggio
parlamentare puntando tutto sul provvedimento governativo ora annullato dal
Tar.
Ancora una volta l'azione di governo entra in conflitto con un programma preelettorale che anche sulla droga aveva
evitato di definire una linea precisa d'azione , limitandosi a farsi portavoce di
principi di alto valore morale, etico, ma
privi di una scelta politica concreta: educare, prevenire, curare, non carcerare.
Ed infatti è bastata la provocazione del
ministro dell'Interno, Giuliano Amato, sui
test antidroga nelle scuole per scatenare
i “profeti” della repressione zero, dal ministro Paolo Ferrero al sottosegretario
Paolo Cento, che ha addirittura rilanciato
la legalizzazione come alternativa migliore dell'antidoping. Così la stessa litigiosità della maggioranza potrebbe alla fine
diventare il migliore trampolino di lancio
della Fini-Giovanardi, modificabile come
tutte le norme ma tutt'altro che inefficace.
Cesario Delle Donne
Voci di Corridoio
Fondato nel 2005
Direttore responsabile:
Pellegrin Simone
Vicedirettori:
Ferrari Elia,
Ferrari Giovanni
Art Director:
Mason Giovanni
Pagina Culturale:
Fatutti Nazareno
Amanuense:
Delle Donne Cesario
Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007
11
Viaggi
SE SIETE TUTTI COSÌ.. È PER QUESTO CHE CI STATE SUL CALZO!!
Hi people. I’here
dietro il muto tell you a story.
ro
quando
I’ts a story of a
voltò la testa
man… a children
di
scatto,
from your land
min guardò,
wich has raped
di
nuovo
(stuprato) me.
sbraitando e
But let me the
nello sbriltime to tell you
luccichio
who I was: my
delle
sue
n a m e
i s
fauci viddi la
bekerovka, a very
mia anima..
funny distilled but
era morta,
not aged. I was
eppure
io
born in Czech Rec’ero ancopublick, in Prague
ra! Solo in
exactly and I was
seguito ne
died in Maragliavrein comano’s
stomach
preso il siway.
gnificato.
Is not an happy
Ora pensavo
end.. but not for me,.. for him. But a mia sorella, mai più rivista, né avuto
maybe you have understood nothing sue notizie.. pietà per il suo corpicino,
of my bad English.. so I try to speak almeno, dato che l’anima già se l’era
your language, the language of my succhiata.
Raper.. oh, so difficoult.
Ma la storia non finisce qui.
Tuto comincio un mercoledì quadno Avevo già dimenticato i fatstavo tranquilla insieme alle mie sorel- tacci della mattina (grazie ai
le a casa. Avevamo un potso al terzo miei Spiriti) e pregustavo i
scafallle di un nego zio in Feldrktzsim- raggi del tramonto che mi
steingrovkygz, una viuzza del centro avrebbero trapassato donanPrague.
domi color d’ambrosia. La
Sì mi ricordo era proprio un mercole- pace era ormai tornata a redì.. La mattina mentre la mia mamma gnare nella terra di bacco
(cinese tra l’altro) stava appollaiata tabacco cartoline e affini
sul bancone di cassa a sorvegliare quando quel presentimento
attentamente le mosse astute ed im- ormai vago si ripresentò di
prevedibili di un paio di italiani che nuovo forte e diventò certezerano irrotti irruentemente irsuti e irati za allo strider di certe voci
con urla belialiche e occhi di fuoco, un che pipù o meno mi ricord…
terzo italiano non meno animalo, s’av- cazzzzzzzooooo oh caaazvicinò a noi e mi afferrò violentemen- zzoo…… Belial Maragliano e i suoi
te. Con la bava alla bocca mi alzò al tananai..
cielo mostrandomi
[ maronna ggeai compari come
novàà.. cheddiun trofeo. Già stasci johohnny a
vo intuendo la mia
pigghiamo n’atra
fine.. povera me…
pe ‘sta sira?!!!!!!]
Ma ad un gesto
Pochi secondi:
dei piccoli aiutanti
dentro,
diretto
di Satanasso queverso di me,
sto mi ripose ed
m’afferrò al colafferò la mia solo, altre (160)
rellina. Capite la
pataccorone e
mia
sorellina..!!!
via.
Becky da 50 cc..
Qua la mia stoPorgendo a mia
ria diventa un
madre in cambio
po’ confusa perqualche pataccochèp son stata
rona se la mise
bendata, o forse
nel taschino e Ecco Maragliano che suona il proverbiale zufolo malefico, compagno di
diresse
verso numerose notti brave nella capitale del regno cecoslovacco, Praghislava.
l’uscio.
Stava Si narra che dallo strumento in legno escano melodie in grado di esumaper scomparire re mostri spaventosi come ad esempio gli alfo-alla (animaletti bicefali
con un volto di Alfonso Rocca e uno di Allavena).
inserita nella tasca interna.. cmq dopo
avermi fatto lo scalpo sono stataaspirata
con violenza e ho perso i sensi.
Al mio risveglio, ad occhio e croce mezz’ora dopo, mi trovai in una stanza: c’era il
mio rapitore che mi teneva per il collo (ero
oramai dissanguata completamente)
mentre un tananai, jhohhonnyie credo,
cercava di contrattare qualcosa con un
altro che però parlava la mia lingua. Faticai a dare un senso a ciò che accadeva
perché si muoveva tutto scompostamente.
Risate diaboliche uscivano dalla faccia
sudata di Belzebù..rideva piano.. poi con
uno scatto si avvicinò al bancone dove
c’era il tananai e il ceco., si piegò fino a
terra e mi ripose cercando intanto di districarsi da quelle cento e cento borse di plastica che gli legavano le mani. Mentre con
la destra afferrava un panino la sinistra
lasciava una borsa che si vuotò sul pavimento, poi la sinistra afferrò il cibo a terra
mentre dalla borsa destra, rivoltata da un
altro scatto spastico, rotolavano a terra
arance (probabilmente rubate nell’eden).
O r a
arance e
affett a t i
n o n
posssono
stare
a terr a …
no?!
Allora
e n trambe le mani lasciarono la presa sui
sacchetti per riafferrare il cibo, cos’ facendo tutto finì sulla moquette..
AAAAAAAAAAAgggggghhhhhhhhhhhhhh
hhhhhhhHHHHh
Resosi conto dell’operazione infelice che
stava compiendo (sempre durante la contrattazione dei presenti che osservavano
a tratti perplessi) cercò in un ultimo slancio di ilarità di afferrare la baguette che
ESPLOSE letteralmente su tutto il pavimento..
TERREMOTO E TRAGGEDIA
Tra singhiozzi e copiose lacrime sgorgavano gli insulti in siculo..
E cosa pensate, che fossero diretti al fato?
Alla stupidità? Ai presenti umani?...NOO erano per meeeeee.. ma io
dico: cosa ce ne potei io.. oramai in punto
di morte?????
Johnny
12
Allenamento!!
Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007
L’ OVERTRAINING
L’overtraining è una sindrome caratterizzata da un complessivo stato di esaurimento organico-funzionale. Questa descrive un peggioramento della prestazione come risultato di uno squilibrio tra
stimoli allenanti e recupero. L’overtrai-
ning coinvolge l’ipotalamo, il quale coordina e dirige i sistemi ormonale e nervoso: via ipotalamo.simpatico-midollare
surrenale
e
via
ipotalamo-ipofisicorticosurrene.
Questa patologia, però, spesso non è
causata solo da
inadeguata somAllenamento
ministrazione dei
carichi in allena- Carichi incremenmento, bensì an- tati troppo veloceche da: problemi mente
personali, esami Poco riposo
all’università, paura di fallire, caren- Intensità o volume
ze alimentari, fat- troppo elevati
tori
ambientali Tempi inadeguati
che
provocano di recupero dopo
malattie infettive, infortunio o malatreazione allergi- tia
che, ecc.
Per verificare o rilevare lo stato di overtraining si rapporta il livello di Testosterone/ Cortisolo ed è misurabile con gli esami del sangue.
I sintomi che interessano la via ipotalamo-simpatico-midollare (o overtraining
simpatico) sono essenzialmente: la Frequenza Cardiaca si riesce a recuperare
parzialmente, quindi la FC resta alta in
fase di riposo; una maggiore affaticabilità
e quindi scarse prestazioni fisiche. E poi
ancora: instabilità emotiva , perdita di
concentrazione, diminuzione dell’entusiasmo nell’allenamento, aumento dei
rischi di infortuni ecc.
L’overtraining parasimpatico, invece
comporta oltre ad una scarsa performance sportiva, depressione, bassa FC a
riposo, stanchezza bassa pressione sanguigna ed ipoglicemia.
Nel caso di overtraining cronico, infine, il
corpo smette di lottare perché comproGare
Stili di vita
messo dai livelli ormonali bassi, dal sistema simpatico ridotto, quindi propenso
ad infortuni; il soggetto non prova più
divertimento nella pratica sportiva.
Trattamento consigliato: significativa
riduzione dell’intensità di allenamento
oppure RIPOSO COMPLETO. Taluni
atleti sovrallenati necessitano di mesi per
recuperare. Ed inoltre: concedersi riposo “mentale”, attività ricreative, passeggiate all’aria aperta, alimentazione ricca
in vitamine, massaggi, bagni, sauna,
niente gare per qualche settimana.
Quando i sintomi sono spariti: ricominciare allenamenti prima aumentando volume poi intensità. Quando atleta torna
ad allenarsi alla giusta intensità può riprendere a gareggiare.
Italo Aurucci
Contesto sociale
Salute
Scarso
riposo/
sonno prima di un
evento
Vita irregolare
Tensioni in famiglia
Anemia, febbre,
diarrea, problemi
digestivi
Troppe gare
Sonno insufficiente
Lavoro/università
Malattie infettive
Paura di perdere
Infiammazioni croniche
Infezioni virali e
Mononucleosi
Qui sopra sono elencate le cause che portano ad overtraining
Tornano le figurine! VdC sta preparando per voi e solo per voi il fantastichevole album di figurine 2006/2007.
Abbiamo bisogno di voi e delle vostre belle faccione. Fatevi
belli, ingellatevi i capelli, spalmatevi di fondotinta e schiacciatevi tutti i brufoli.
Giovedì 22 ore 14 - 15, abbiamo bisogno di:
Allavena, Bordoni, Calderaro, De Benedetto, Fatutti, Gotta, Lanza, Macchi Marcello, Maiocchi, Pitzolu, Violetto.
Venerdì 23 ore 14 - 15, abbiamo bisogno di:
Bernieri, Cappio, Carrozzo, D’Antuono, Delle Donne, Grizzanti, Lupi, Maragliano, Paolo, Piralla, Rodari, Romano,
Sarcinelli, Tinelli, Trinca, Rizzi.
Le suddette persone sono tenute a presentarsi indipendemente dalle foto già fatte.
Ritrovo: sala comune
La corale del Fraccaro riapre i
battenti. Tutti i coristi sono avvisati e sono pregati di scaldare la
voce…
Stasera 22 marzo, durante la
riunione generale in biblioteca
D.Z., si affronterà il problema e
verranno rese note le date delle
prove.
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Numero 39 - Collegio Plinio Fraccaro