Sperimenta la pace
“Occorre educare il mondo ad amare la pace,
a costruirla, a difenderla”.
(Paolo VI, 1 gennaio 1978)
Il messaggio che ci lascia Paolo VI è
estremamente indicativo di quello che è il fine
del Mese e della Festa della Pace, soprattutto
per quest’anno: la pace occorre costruirla,
comunicarla, “assemblarla”.
La pace è vita, perché porta la vita. Nel 2015,
anno ancora segnato da guerre e distruzioni, c’è
ancora più bisogno di lavorare con i ragazzi
dell’ACR per far crescere in loro quel sentimento
di carità che li aiuti a crescere e a essere
responsabili del mondo in cui viviamo.
In particolare, in questa seconda fase del
cammino, i ragazzi riflettono sul metodo per
assemblare la pace e sono invitati a riconoscere
le situazioni di pace e di non-pace che ci sono in
tutto il mondo, ma anche nella loro quotidianità,
e cercare di agire in concreto, mettendoci
ognuno un po’ del suo.
Come possono fare questo? I possono imparare
un metodo attraverso Mese della Pace che è
articolato in tre punti: studio (conoscenza della
realtà),
animazione
(testimonianza
e
sensibilizzazione della comunità), servizio (agire
concreto, spendersi con le proprie forze e idee).
Siamo così invitati come gruppo/associazione a
conoscere una situazione, da cui partire per
agire e che può coinvolgere altri soggetti del
territorio, così da attivare un servizio che metta
in gioco le capacità stesse dei ragazzi.
L’ACR di Parma ha un’occasione in più per
costruire la Pace; oltre all’appoggio che
vogliamo dare al Burkina Faso, da cui parte
l’iniziativa nazionale per la Festa della Pace,
vorremmo che i ragazzi conoscano il nostro
territorio, colpito dall’alluvione, e che attivino
quel sentimento di solidarietà e carità anche
qui: della pace ce n’è bisogno anche a pochi
passi da noi, senza dover viaggiare per mari e
continenti.
Materiali e aggiornamenti:
Per i gruppi di IC:
La Festa della Pace ha una caratteristica che la
rende “in uscita” come dice il nostro Papa
Francesco: è aperta a tutti e ci apre al mondo.
Allarga il panorama dei gruppi ACR e dei gruppi di
iniziazione cristiana presenti nelle parrocchie,
facendoli sentire parte di quella grande famiglia che
è la Chiesa Diocesana e manifesta la sua apertura
al mondo.
L’ACR, come l’iniziazione cristiana, fa parte della
comunità e cresce in essa; è quindi necessaria una
collaborazione tra i gruppi per essere tutti più
consapevoli che più persone si chiamano più
abbiamo la possibilità di costruire le fondamenta
della casa della pace.
Il Mese della Pace è una tappa del cammino ACR,
ma è anche un’occasione in cui altri gruppi della
catechesi di iniziazione cristiana si attivano e
riconoscono che la pace è di tutti e che tutti
possono costruirla. Da tanti anni molti gruppi del
catechismo inserendo nel loro cammino il Mese
della Pace hanno l’occasione di conoscere realtà
nuove e portare alla Festa esperienze significative
del loro cammino.
E’ opportuno quindi, secondo noi, che questa
proposta sia allargata a tutti.
E’ opportuno che ogni bambino, ragazzo veda e
conosca questa festa e l’impegno che viene dal
dire: “Ci impegniamo per gli altri!”.
E’ opportuno che la pace sia una festa, in cui i
ragazzi danno vita a sentimenti di carità, di
solidarietà e di missione.
“Mai un’Azione Cattolica ferma per favore!”, ci ha
detto Papa Francesco all’assemblea nazionale lo
scorso maggio. Un monito che deve essere esteso
a tutti i ragazzi di ACR ma anche a tutti i gruppi che
vedono nella pace uno strumento per rendere più
bello il mondo in cui viviamo.
A cura dell’Equipe Diocesana Acr
Parma, 23 Dicembre 2014
Info: Marco 348.1717260; [email protected]
Emanuela 338.7585877; [email protected]
www.montagnadipace.altervista.org
1
Festa della Pace
La Pace,
Pace, che invenzione!
Costruttori di Pace
8 febbraio 2015
Istituto “La Salle” v. A. Berzioli 22
Appunti per la Festa della Pace
Occorrente per la Festa:
•
I ragazzi nelle parrocchie dovranno pensare a un progetto di una “macchina della pace”,
che serva a rendere migliore l’ambiente in cui viviamo e a costruire la pace. Il progetto dovrà
essere rappresentato su un cartellone che i ragazzi porteranno alla Festa.
Se si ha tempo si può anche creare qualcosa di più: costruire concretamente la propria
macchina della pace utilizzando i materiali che si preferiscono.
Note:
- è importante per l’equipe diocesana che organizza la Festa ricevere in anticipo adesioni/bisogni/
richieste/collaborazioni da parte delle parrocchie e dei gruppi.
- il materiale prodotto dovrebbe essere a impatto ecologico basso, con materiale riciclato o povero, per
educare a un rispetto concreto delle risorse a disposizione.
- sabato 7 febbraio allestiremo la Festa: ci sarà di grande aiuto la vostra disponibilità a darci una mano
(o più!).
Programma di massima della Festa
Accoglienza registrazione gruppi: ore 9-9,30
Momento di preghiera e animazione
Pranzo al sacco
Cammino nel quartiere Montanara
(portiamo con noi i progetti)
S. Messa alla parrocchia delle Stimmate
Conclusione: ore 16,30
Per la fase di accoglienza
Gli educatori che accompagnano i ragazzi
sono invitati all’arrivo a fornire in segreteria
il numero preciso dei ragazzi loro affidati,
divisi elementari e medie, e a raccogliere
prima (e non sul momento) la quota di
partecipazione da versare, in modo da
agevolare l’ingresso dei ragazzi alla Festa e
la successiva divisione in gruppi.
Canta la festa
L’Acr è fatta anche di bans e inni che vengono scritti ogni anno.
Vi scriviamo già da ora quali sono quelli che abbiamo scelto per la Festa della Pace 2015 così che
possiate impararli con i ragazzi fin da ora:
Tutto da scoprire, Non c’è gioco senza te, La festa entrerà (bans); In cerca d’autore, Tutti in scena
(bans), Punta in alto, Superstrada con te, Siamo in onda, C’è di più, Ceddippiù (bans), Insieme c’è più
festa
(di tutti questi, ed di altri, trovi sul sito www.acr.azionecattolica.it i testi, le musiche e i video con gesti
Inoltre ci sono quelle classiche: Eo Ti Eo, Una tavola più grande, il Ciccia Ciccia, La Polka degli infestati…
2
Proposte per il cammino
DA SAPERE:
L’obiettivo è divenire costruttori di pace: è la fase dell’assemblaggio nel cammino dell’anno.
I ragazzi allargano lo sguardo al mondo circostante per interrogarsi sul modo in cui l’intelligenza e la
tecnica vengono messe a servizio della pace. Superando la tentazione della resa di fronte alle difficoltà ci
apriamo a una logica costruttiva che cerca di mettere i “pezzi” al posto giusto.
I ragazzi sanno bene che le cose montate in maniera sbagliata non funzionano: che cosa manca? qual è
il posto giusto per ciascun elemento? cosa posso fare?
Il percorso prevede il classico schema IN 3 FASI:
- Studio: osservare la realtà e saper distinguere quando la tecnologia viene utilizzata per la “non
pace” facendo scoprire e trovare ai ragazzi il “metodo per assemblare la Pace” che non è facile da
realizzare (consigliamo incontro “Che invenzione è?” dei 9-11)
- Animazione: i ragazzi si fanno ricercatori e scienziati che non abbandonano il proprio
laboratorio alle prime difficoltà, ma perseverano nel loro lavoro affinché ogni pezzo trovi il giusto
posto per il suo utilizzo
- Servizio: i ragazzi comprendono che per accendere il motore della carità è essenziale il loro
impegno in prima linea (colletta per gli alluvionati e iniziativa nazionale).
Nella programmazione è importante tenere presente cosa occorre per la Festa, in modo da
poter gestire al meglio i tempi e riuscire a preparare i materiali necessari per la buona
riuscita della Festa.
Le 3 fasi non necessariamente devono essere tutte fatte a gennaio, anzi è bene che il progetto prosegua
nei mesi successivi.
Iniziativa di carità diocesana:
Quest’anno oltre all’iniziativa di carità nazionale (vedi sotto), vorremmo porre un’attenzione al nostro
territorio cercando di impegnarci in un segno di pace rivolto alle parrocchie colpite dall’alluvione di
Ottobre (Famiglia di Nazareth, Stimmate, San Pellegrino) e alle strutture delle “Piccole Figlie”.
La S. Messa celebrata nel pomeriggio nella Parrocchia delle Stimmate sarà l’occasione per portare il
nostro segno di pace e di solidarietà a queste realtà.
Diamo alcune idee per prepararci a questo momento e che possono integrarsi col cammino del Mese.
1)
Nella fase di studio si può incontrare/intervistare un “angelo del fango”, magari un giovane o un
adulto della vostra parrocchia che ha vissuto l’esperienza dell’alluvione da volontario. Si può
adattare per l’incontro la proposta “Tecnico per consulenza” a pag. 10.
In occasione dell’alluvione si è attivata una vera e propria “macchina di pace”… si può anche
riflettere come accanto alla tecnologia è necessario l’impegno personale e comunitario.
2)
Si può attivare in parrocchia un’iniziativa diretta alla raccolta fondi da destinare alle realtà colpite
dall’alluvione. Il ricavato lo si può portare alla Festa oppure versare sul conto corrente intestato a:
“Sos Alluvione Parma”, con codice iban IT88G 06230 12700 000037249796.
Iniziativa di carità nazionale:
Dai vita alla pace
Per il mese della pace 2015, l’Azione Cattolica ha scelto di sostenere il lavoro, che da oltre 40 anni, i
“Fratelli della Sacra Famiglia” svolgono nelle loro missioni in Burkina Faso.
Questo ordine religioso ha attivato nel 1982 la campagna “Acqua per il Sahel”, con la quale si sono
realizzate perforazioni di pozzi e installazioni di pompe, tra cui la “Pompa Volanta”.
3
Il simbolo di questo Mese della Pace è la matita sprout (gadget per la vendita e la raccolta fondi): una
matita dalla cui estremità inferiore possono nascere rigogliose piantine aromatiche, fiori e piccoli ortaggi.
La scelta del gadget per il Mese della Pace, deriva direttamente dall’immagine della vita. L’idea che da
qualcosa che normalmente buttiamo via una volta finita, rinasca qualcos’altro, sotto forma di piantina,
che da una seconda vita e una seconda utilità a un oggetto.
Il costo sarà di 4 euro.
Per approfondire l’iniziativa di pace vai sul sito dell’Acr nazionale e sfoglia il sussidio per il mese della
Pace 2015 “Dai vita alla PACE”: www.acr.azionecattolica.it
PER I GRUPPI DI IC
Incontro “zero”
Obiettivo: introdurre i ragazzi nel linguaggio ACR attraverso la presentazione dell’ambientazione
dell’anno (il laboratorio dell’inventore) e la conoscenza dell’inno “Tutto da scoprire” per non trovarsi
“disorientati” alla Festa.
Attività
Presenta la locandina dell’anno (chiedila in sede oppure scaricala da internet inserendo in google:
locandina acr 2014-2015): fai parlare l’immagine e i simboli contenuti in essa (può esserti utile leggere le
slide 27-31 della presentazione dell’anno che trovi sempre sul sito nazionale ACR nel link “Tutto da
scoprire”) per far emergere il valore interpretativo della nostra vita contenuto nel valore della scoperta.
Consegna il testo dell’inno dell’anno, ascoltandone la musica o vedendone il video (li trovi sempre sul
sito nazionale), e interpretane con i ragazzi il senso.
Se c’è tempo si possono imparare gli altri inni e bans dell’ACR.
6-8
STUDIO
I bambini guardano alle invenzioni (famiglia, gruppo di amici, sport, parrocchia, Acr) che
fanno parte della loro vita e cercano il segreto del loro assemblaggio.
HO TROVATO!
Si propone ai bambini di improvvisarsi come inventori-riparatori a cui spetta il compito di sistemare
alcune invenzioni montate male.
Divisi in più squadre di gioco, devono riuscire a individuare il problema delle invenzioni presentate. Per
guadagnare il diritto di dare la risposta, le squadre possono superare un percorso a ostacoli o
semplicemente “prenotare” nel più breve tempo possibile la possibilità di giocare.
A ogni manche si presenta ai bambini un’invenzione (o un’immagine) che loro usano quotidianamente.
Può trattarsi di giocattoli (bicicletta, bambola, pallone), strumenti tecnologici (cellulare, tv, tablet),
oggetti scolastici (libri, penne, righelli).
Dopo averli riconosciuti e descritto l’uso che ne fanno, i bambini sono invitati a dare un’occhiata più
attenta, per verificare che gli oggetti siano stati montati per bene. Si accorgono quindi che c’è qualcosa
che non va: la bicicletta è senza freni, la tv ha lo schermo al rovescio, i righelli sono ondulati e così via.
Infine, sempre all’interno del gioco, si mostrano delle immagini che ritraggono alcune scene in cui manca
la pace: un litigio in famiglia, due amici che fanno a botte, un bambino che è escluso dal gioco, una
persona che ha bisogno di cure ecc.
Così come hanno fatto per le invenzioni precedenti, i bambini sono invitati a fare una diagnosi della
situazione e a dire cosa serve per mettere le cose a posto.
Infine i bambini sono invitati a comprendere qual è il nesso fra il primo gruppo di oggetti e le ultime
immagini mostrate. Anche la famiglia, la scuola e gli amici sono come delle invenzioni che talvolta sono
“assemblate male”: un gruppo che esclude qualcuno è incompleto perché manca un pezzo; una
comunità in cui qualcuno ha bisogno, è montata male perché ci sono pezzi più affaticati di altri.
4
ANIMAZIONE
I bambini cercano con la comunità i modi e le istruzioni per assemblare insieme tutti i pezzi
della società e costruire così la pace.
RECLAMA LA PACE
Il gruppo che ha ormai iniziato la sua attività di messa a punto delle “invenzioni’; decide di aprire uno
sportello dei reclami per raccogliere i problemi e le denunce di cattivo funzionamento che la comunità ha
da presentare. Per raggiungere, quante più persone possibili, allestiscono un vero e proprio servizio
telefonico, con un “numero verde” che l’educatore ha fornito in .precedenza ai diversi membri della
comunità, cercando di raggiungere le realtà più disparate (accompagnatori delle famiglie, operatori
Caritas ecc.). Ai bambini vengono fornite delle Schede di segnalazione strutturate indicativamente nel
seguente modo:
- ambito del problema: famiglia, amici, parrocchia, scuola ecc. (rappresentati da un’icona);
- persone coinvolte: mamma, papà, amici, colleghi ecc.(rappresentati da immagini);
- tipo di problema:espressioni facciali che indicano le emozioni o simboli che descrivono la situazione.
AI momento opportuno iniziano ad arrivare le chiamate (il gruppo avrà affisso sulla porta della stanza un
cartello con gli orari per eventuali visite) e chi risponde, da vero professionista, saluta con la formula:
«Ufficio Reclami di Pace, buon pomeriggio. Come possiamo aiutarla ?».
È importante che non manchi, nelle telefonate, chi presenta i problemi della società più ampia arrivando
a lamentare anche quelli del mondo. Per questo motivo non dovrà mancare la telefonata che giunge
(virtualmente) dal Paese che l’Acr vuole aiutare con l’iniziativa di solidarietà del Mese della Pace 2015.
Al termine dell’attività i bambini raccolgono tutte le schede e iniziano a fare una prima sintesi della loro
indagine, individuando alcuni ambiti di intervento che rappresentano le sezioni che costituiscono il
manuale di Istruzioni di pace che verrà concluso nell’incontro successivo.
Sul sito nazionale www.acr.azionecattolica.it. nella sezione /I cammino dell’anno trovi un esempio della
scheda da compilare.
SERVIZIO
I bambini annunciano che lo stile di Gesù è il segreto della pace.
ISTRUZIONI DI PACE
Dopo aver compreso quali sono i segreti di un buon assemblaggio per le invenzioni della nostra società, i
bambini si cimentano nella preparazione della versione definitiva del loro manuale di Istruzioni di pace.
Sulla base di quanto hanno raccolto, si confrontano con la Parola per cercare le soluzioni che in essa
sono suggerite. Per ognuno degli ambiti individuati e dei relativi problemi di funzionamento, guardano le
pagine 147-150 del cIC/1 o pagina 76 del cIC/2 e riprendono alcune frasi significative che sembrano
un’adeguata soluzione. Riportano la frase in calce a ognuna delle situazioni annotate sul manuale,
aggiungendo a piaci mento un commento che integri o spieghi meglio quella proposta.
Il manuale di Istruzioni di pace viene consegnato ai membri della comunità, in particolare a quelli
coinvolti nell’attività di animazione.
Con l’aiuto dell’educatore, dei genitori e delle persone che hanno incontrato e accolto l’invito, i bambini
tornano nel luogo che - possiamo dire - hanno “adottato”.
I più grandi, muniti di grembiuli,guanti, scope e di tutto il materiale necessario, si occupano di pulire,
riparare e mettere a nuovo; i più piccoli sistemano in giro i cartelli con le regole condivise. Indispensabili,
per la realizzazione di questo incontro, sono l’informazione e la collaborazione degli organi competenti.
9-11
STUDIO
I ragazzi approfondiscono la conoscenza di alcune importanti invenzioni dell’uomo e si
rendono conto che, nate dall’intuizione buona dei loro inventori, possono divenire armi
contro l’uomo stesso, se non sono sostenute dalla logica dell’amore.
5
CHE INVENZIONE È?
La stanza dell’incontro viene preparata predisponendo su un tavolo o in uno spazio preciso (scaffale,
angolo ecc.) alcune invenzioni tecnologiche che hanno segnato il progresso. Possono essere oggetti
reali, fotografie, prototipi o riproduzioni di strumenti che l’uomo ha progettato nel corso della storia e
che oggi sono di uso comune o molto noti (es. il pc, il telefono cellulare, l’automobile, la radio, la
lavatrice, la lampadina, strumenti elettrici o piccoli elettrodomestici ecc.).
I ragazzi divisi in due o più squadre sono invitati ad associare correttamente alcune caratteristiche
proposte dall’educatore,alle invenzioni che comunemente utilizzano o osservano nella vita quotidiana.
Chi guida l’incontro deve avere cura di preparare per ogni invenzione un cartellone con gli indizi, riportati
verticalmente in sequenza, dal più generico al più specifico, e coprirli con una striscia di carta. Gli indizi
sono rivelati uno per volta, come in una “reazione a catena”: si inizia dall’alto, con l’informazione più
generica e si attende che una delle squadre riesca a individuare l’oggetto. In caso negativo, si passa
all’indizio successivo. Ogni squadra si confronta, cerca di individuare lo strumento tecnologico e si
prenota per la risposta, riproducendo un suono particolare (ad esempio: lo squillo del telefono, il rumore
di un’automobile ecc.). Grazie alle notizie poco note, simpatiche o stravaganti, che gli educatori riescono
a trovare, il gioco suscita la curiosità dei ragazzi verso alcune invenzioni e oggetti diventati di uso
comune e che, spesso, consideriamo scontati nella nostra quotidianità ma che, invece, hanno segnato il
percorso della civiltà (ved. allegato disponibile sul sito www.acr.azionecattolica.it nella sezione Il
cammino dell’anno).
Dopo questo momento introduttivo che si propone di incuriosire i ragazzi, si analizza l’uso distorto che le
invenzioni hanno subito a causa di un cattivo assemblaggio di strumenti, dettato da finalità non orientate
al bene comune.
Riuniti attorno a un tavolo sul quale è posto un mazzo di carte realizzato dagli educatori, con le immagini
di alcune invenzioni, i ragazzi sono invitati, a turno, a prendere una carta e indicare un aspetto positivo e
negativo dell’invenzione. Gli altri provano a riconoscerla attraverso le sue diverse applicazioni.
Si possono utilizzare le stesse invenzioni utilizzate per la prima attività.
Alcune proposte possono essere:
•
treno: positivo mezzo di locomozione e trasporto; negativo mezzo utilizzato per il trasporto degli
ebrei durante la seconda guerra mondiale;
•
televisione: positivo mezzo di comunicazione e divulgazione; negativo mezzo a volte usato come
una baby-sitter;
•
cellulare: positivo mezzo di comunicazione rapido e istantaneo, per raggiungere persone anche
lontane; negativo mezzo che allontana persone riunite nella stessa stanza.
Riconosciute le possibili distorsioni degli strumenti nell’utilizzo, attraverso domande provocatorie,
sequenze scelte di film o eventi di cronaca tratti dalla vita quotidiana, si aiutano i ragazzi a individuare le
situazioni in cui loro stessi usano queste invenzioni in modo utilitaristico, non corretto.
ANIMAZIONE
Nei diversi ambiti della loro quotidianità, i ragazzi sono portavoce di “un’etica funzionale” di
alcuni strumenti tecnologici che maggiormente condizionano la vita delle persone che vivono
accanto a loro.
CORRECT TECHNOLOGY
Guidati dalle sollecitazioni e riflessioni emerse nel corso della fase di studio, i ragazzi realizzano un breve
questionario per comprendere quali oggetti tecnologici influenzano maggiormente la quotidianità delle
persone (ved. allegato 4 disponibile sul sito www.acr.azionecattolica.it nella sezione” cammino
dell’anno).
Al termine della celebrazione domenicale e durante la settimana, somministrano il test in altri ambiti di
vita:a scuola, in famiglia,dove fanno sport. È consiglia bile fornire fogli di colore diverso per poter
differenziare i contesti. Ad esempio: fogli gialli/comunità parrocchiale; azzurri/famiglia, verdi/scuola.
Emerge così che a seconda degli ambiti e dei destinatari a cui si pongono le domande, le risposte si
differenziano.
Per analizzare il tipo di utilizzo, sperimentano un secondo canale d’indagine: l’intervista diretta. Come
ricercatori sul campo, muniti di penne, videocamera o macchina fotografica per registrare le risposte
6
particolarmente significative, i ragazzi si mettono in moto nel territorio parrocchiale,divisi in coppie o in
piccoli gruppi guidati da un educatore o da un adulto.
Raccolti i dati attraverso i questionari e le interviste, i ragazzi si dividono in quattro gruppi (parrocchia,
scuola, famiglia, tempo libero) e suddividono le risposte in base ad alcune categorie, al fine di stilare una
statistica:
- Quale strumento tecnologico è stato maggiormente nominato?
- Per quanto tempo in media viene usato durante il giorno?
- Quale motivazione spinge la gente a usare questo
strumento? (segnare le tre risposte più frequenti).
Facendosi aiutare da una persona competente, i ragazzi fanno uno studio statistico inserendo i dati nel
pc e scelgono la modalità di rappresentazione: grafici a barre, a torta, ideogrammi, tabelle. Al termine,
ogni gruppo condivide l’analisi dei propri dati con gli amici del gruppo.
SERVIZIO
Il gruppo si impegna a condividere con la comunità quanto emerso dalla ricerca e,alla luce
della Parola, propone un modo etico e responsabile di utilizzo di alcuni strumenti tecnologici.
MANUALE DELLA PACE: ISTRUZIONI PER L’USO!
I ragazzi riprendono le valutazioni emerse negli incontri precedenti e, partendo da una riflessione sulla
bontà che guida le azioni degli uomini, rileggono i dati emersi dalla ricerca per impegnarsi a scrivere un
Manuale delle istruzioni di pace, in cui propongono, alla luce della Parola, alcune proposte concrete per
un uso responsabile degli strumenti tecnologici.
Predispongono una griglia in cui riportano: le invenzioni, le motivazioni che spingono la gente a usarlo
per il bene, o ad abusarne anche contro il prossimo e la natura, e cercano nella Parola le regole che
“rivoluzionino” e portino pace, attraverso un uso etico. Ad esempio, se per i ragazzi il cellulare è lo
strumento fondamentale per divertirsi e comunicare con gli amici, dal gruppo può emergere che è bene
usarlo solo quando si è a distanza, così da favorire incontri reali in cui il telefonino occupa un ruolo
secondario e silenzioso. Se per gli adulti il computer è fondamentale per lavorare, si ricorda che anche il
Signore si è riposato dopo la creazione: «Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva
fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo
consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando» (Gen 2,2-3).
Per aiutare i ragazzi a confrontarsi con la Parola o con i testi del Magistero, è importante che l’educatore
prepari alcune frasi, brevi testi, citazioni da cui il gruppo può partire per la realizzazione del manuale
(vedi l’esempio).
ISTRUZIONI DI PACE: riportare il versetto, il brano o il testo del Magistero
Immagine dell’invenzione
Ciò che i ragazzi
Ciò che i ragazzi propongono come uso
analizzata
hanno rilevato
alternativo ed etico dell’invenzione
Esempio:
«I media possono costituire un valido aiuto per far crescere la comunione della famiglia umana e l’ethos
delle società, quando diventano strumenti di promozione dell’universale partecipazione nella comune
ricerca di ciò che è giusto». (Papa Benedetto, Caritas in Veritate, 73)
I bambini guardano spesso la - Mamma e papà scelgono insieme ai
Tv da soli
bambini cosa guardare.
- La sera guardano insieme
commentando, riflettendo e ridono
delle situazioni proposte in Tv.
Identificati 4 o 5 strumenti e preparato lo schema, i ragazzi creano il Manuale che consegnano alla
comunità al termine della celebrazione eucaristica domenicale. Allestiscono una mostra dei risultati, le
tendenze tecnologiche della società, mostrando i cartelloni preparati con le analisi statistiche emerse dai
diversi ambiti di vita.
7
12-14 PISTA A
Sperimentarsi significa mettere alla prova la propria vita, e non sempre i risultati sono quelli attesi:
imprevisti e ostacoli fanno temere di non farcela, scoraggiano e rallentano il cammino. Il Signore ci
accompagna, invitandoci a sfruttare ogni occasione per mettere un altro piccolo mattoncino di quella vita
bella e piena alla quale siamo chiamati. Nel Mese della pace, partendo dalla propria storia e dai propri
ambienti di vita, i ragazzi scoprono che per costruire un buon progetto occorre fare delle scelte, con
coraggio e fiducia.
SULLE TRACCE DEI RAGAZZI
I ragazzi si interrogano sui piccoli successi e fallimenti di ogni giorno, osservandosi nei propri
ambienti di vita. In che misura questi esiti quotidiani definiscono ciò che sono e ciò che
potrebbero essere?
SILENZIO, GENIO AL LAVORO!
Quanti sono i piccoli successi e i fallimenti che riempiono il nostro quotidiano! Troppe volte ne siamo
avvolti non dando il giusto tempo per analizzare le caratteristiche di queste situazioni, ma è proprio
prendendo spunto dalla propria storia che è finalmente possibile chiamare per nome quegli elementi
indispensabili per la buona riuscita del nostro progetto.
Ai ragazzi si propone di rimanere un po’ in silenzio, per imparare a parlare con se stessi e scoprire quali
sono le fatiche che incontrano nel tentativo di “riuscire”in ciò che fanno. Spesso il successo, nelle grandi
come nelle piccole cose, viene misurato sulla base di una percezione soggettiva condizionata dalla
propria età,dalle circostanze, dalle persone che si hanno intorno. Per questo la domanda «Ci riesco?»
non è scontata o astratta, ma estremamente concreta perché legata alle aspettative, alla soddisfazione,
alla delusione di ciascuno. I ragazzi sono invitati a riflettere su questa domanda in modo più analitico,
provando a calare l’espressione di uso comune nella quotidianità, alla ricerca del significato che può
avere per la propria vita.
•
È possibile “riuscire” in qualcosa?
Che caratteristiche dobbiamo possedere e quali circostanze si devono presentare perché una cosa si
possa dire riuscita?
•
Quali sono le caratteristiche di una vita “riuscita”, bella e piena?
La possibilità di rispondere alle domande, per conto proprio e in silenzio, è un elemento fondamentale. È
consigliabile suggerire ai ragazzi di scrivere i loro pensieri, per conservare la concentrazione, vivendo
questo piccolo tempo di silenzio con se stessi.
Come un inventore traccia sulla propria lavagna i risultati dei propri calcoli ed esperimenti, così i ragazzi
sono invitati a tracciare sulla loro lavagna personale - rappresentata da un foglio piuttosto grande quattro equazioni, abbinate ad altrettanti ambiti della vita: la scuola, la famiglia, gli amici, il rapporto con
il Signore.
Per farlo ogni ragazzo compila una tabella. In un primo momento scrivono senza pensarci troppo un
elenco di situazioni, circostanze, condizioni in ciascuna delle otto caselle (due per ogni ambito).
Nel passaggio successivo, nella colonna celeste, i ragazzi indicano il segno”+”o”-”a seconda
che”riescano”o”non riescano” nell’attività. Accanto al segno di operazione, nella colonna arancione, i
ragazzi attribuiscono un valore numerico all’attività in base a quanto la ritengono importante. Nell’ultima
colonna riportano i totali.
Una volta completate le equazioni vengono condivise con gli altri membri del gruppo,confrontandosi sul
“valore matematico” assegnato dagli altri alle medesime circostanze e sul risultato numerico.
Potrebbe essere interessante concentrarsi su alcuni aspetti, in base ai quali stimolare anche un piccolo
dibattito:
il valore assegnato dai ragazzi alle medesime circostanze probabilmente non è lo stesso per tutti. Quali
sono le ragioni di queste disparità?
•
Sono stati più numerosi i risultati positivi o quelli negativi? Quali potrebbero essere le motivazioni
di questo esito? .
•
Qualcuno,rendendosi conto”in corso d’opera”di un inesorabile esito negativo della propria
equazione, ha provato a eseguire il calcolo sopravvalutando o sottovalutando certi aspetti? Perché? Cosa
spaventa del fatto di “non riuscire”?
8
IN ASCOLTO DELLA PAROLA
Tanto il successo quanto il fallimento costituiscono importanti opportunità di discernimento e di crescita.
Ripercorrendo la storia di Pietro, i ragazzi comprendono che ciò che conta non è riuscire, ma continuare
a camminare con la consapevolezza che il Signore è sempre alloro fianco.
UN AMICO A RAGGI X
I ragazzi, muniti di un Vangelo o di una Bibbia, sono chiamati a fare una piccola analisi di laboratorio
sulla storia di Pietro. Grazie all’aiuto di alcuni brani, scoprono che il tempo che Pietro ha trascorso
accanto a Gesù è stato caratterizzato da molte incomprensioni: Pietro ha sempre desiderato fare una
“buona impressione” con il Maestro, prendendo però, pur con grande entusiasmo, posizioni che non
sempre seguono la logica di Gesù.
Ai ragazzi si consegnano i riferimenti di tre brani evangelici, invitandoli a evidenziare in ciascuno di essi
l’elemento che denota l’entusiasmo e le buone intenzioni di Pietro da un lato, e le sue relative debolezze
e fragilità dall’altro. Di seguito i passi che vengono proposti ai ragazzi, con alcuni suggerimenti circa gli
aspetti da evidenziare. Si propone una riflessione in tre passaggi successivi, che rispondono a tre
domande importanti: chi è Dio? Quale rapporto abbiamo con lui? In che modo testimoniamo la nostra
scelta di seguirlo? Queste sono domande che valgono tanto per Pietro quanto per ciascun cristiano.
Riprendendo la lavagna dell’attività precedente, i ragazzi sono invitati a ripetere l’esercizio appena fatto
utilizzando come addendi dell’equazione gli aspetti appena individuati all’interno del brano, assegnando il
segno “+”alle dimostrazioni di entusiasmo e il segno “-” alle fragilità. Ai fini del calcolo cosa pesa di più?
Qual è il risultato finale?
Pietro è uno dei personaggi più celebri della Bibbia, la pietra con cui Gesù ha voluto iniziare la
costruzione della Chiesa, eppure ha mostrato molte fragilità nel proprio percorso alla sequela del
Maestro! Non si è tuttavia lasciato scoraggiare, continuando a camminare su quella che aveva capito
essere la via migliore per la propria vita. I ragazzi comprendono come il cammino del discepolo alla sequela del Maestro non possa
essere valutato con un semplice calcolo matematico. L’equazione non considera un fattore
fondamentale: l’amore di Gesù che, nonostante le nostre difficoltà a capire veramente chi egli sia, non si
stanca di lasciarsi incontrare e conoscere. Come con Pietro, il Signore aiuta ciascuno a trasformare le
fatiche e gli ostacoli incontrati in opportunità preziose di discernimento e crescita personale. Sta a noi
scegliere di intraprendere con convinzione questo cammino di relazione profonda, personale e autentica.
RIFERIMENTO
BIBLICO
ENTUSIASMO/BUONE
INTENZIONI
DEBOLEZZE/FRAGILITÀ
E IO? COSA DICO?
L’IMMAGINE DI DIO
Mc 8,27-33
«Tu sei il Cristo»
«Va’ dietro a me, Satana! Chi è Gesù per noi? Come
Perché tu non pensi lo immaginiamo, come
secondo Dio, ma secondo vorremmo che fosse?
gli uomini»
IL RAPPORTO CON DIO
Mc 9,2-8
«Facciamo tre capanne, «Non sapeva infatti che Vogliamo Dio soltanto per
una per te, una per Mosè cosa dire, perché erano noi?
Desideriamo
e una per Elia»
spaventati»
“custodirlo” per invocarlo
all’occorrenza?
IL RAPPORTO CON GLI ALTRI
Mc 14,26-31
«Anche
se
tutti
si «Proprio tu, oggi, questa
scandalizzeranno, io no»
notte, prima che due
volte il gallo canti, tre
volte mi rinnegherai»
In
che
modo
testimoniamo il nostro
essere
cristiani?
La
sequela per noi è un
cammino
quotidiano
o”straordinario”?
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PER DIVENTARE ESPERIENZA E IMPEGNO
I ragazzi, alla luce di una testimonianza di vita, sono chiamati a guardare oltre le proprie
difficoltà per mettersi a servizio di quelli che sembrano aver smarrito la strada ed essersi
arresi di fronte agli ostacoli.
“TECNICO” PER CONSULENZA!
Il gruppo incontra una realtà che si occupa di supporto a persone che hanno vissuto o vivono momenti
di difficoltà e che hanno reagito”arrendendosi”a esse (centri di ascolto, di recupero dalle dipendenze, ex
detenuti ecc.).
Il testimone può essere una persona impegnata nel servizio ma anche di qualcuno che è stato aiutato
attraverso la realtà scelta.
Il racconto dell’esperienza può partire da alcune domande:
• Quali tipi di problemi hanno in comune le persone che si rivolgono alla realtà?
• Davanti a questi problemi, come reagiscono?
• Perché sono convinti di “non riuscire”?
• Chi si mette loro accanto, con quali mezzi riesce a fargli capire che “possono riuscire”?
• Nel mettersi al servizio degli altri in situazioni difficili, arrivano mai momenti di sconforto in cui si
crede di non farcela?
• Qual è il “valore aggiunto” che questa esperienza dà alla propria vita?
Per rendere più dinamico il momento della testimonianza,gli ospiti svelano man mano delle immagini
precedentemente realizzate su un cartellone. In base al tipo di testimonianza le immagini possono
essere mostrate in ordine diverso da quello riportato.
• Lente: caratterizza l’ambito della scoperta, il momento della vita in cui il testimone ha scoperto
che «il vero potere è il servizio» (FRANCESCO, Meditazioni nelle messe quotidiane celebrate nella
cappella della Domus Sanctae Marthae, 21 maggio 2013).
• Foglio con dei progetti disegnati: caratterizza la storia che ha da raccontare, l’esperienza di aiuto
che il testimone è riuscito concretamente ad attuare.
• Segnale di alert con una persona disegnata: permette al testimone di indicare lo stile che i
ragazzi possono attuare di fronte alle loro difficoltà della vita alla luce della sua personale
esperienza.
• Segnale di alert con più persone disegnate: permette al testimone di indicare lo stile che i ragazzi
possono mettere in pratica di fronte alle difficoltà incontrate dai propri amici alla luce della sua
personale esperienza.
•
Segue un breve momento di confronto tra i ragazzi in quattro piccoli gruppi, a ciascuno dei quali viene
affidata la riflessione su uno degli aspetti citati. Ciascun gruppo è incaricato di pensare alcune domande
che verranno poste al testimone, in forma di intervista, da un portavoce per ogni gruppo.
12-14 PISTA B
Il Mese della Pace vede tutti impegnati in prima fila come veri costruttori di pace! Questo è il momento
nel quale ognuno cerca di sperimentare quello che è, valuta i propri tentativi ed entra in contatto con chi
è un vero testimone di pace. Sperimentare il proprio progetto di vita permette di confrontarsi con gli altri
e questa è lo giusta strada per crescere come testimoni di speranza.
SULLE TRACCE DEI RAGAZZI
I grandi scienziati si sono sempre distinti per aver perseguito con convinzione obiettivi grandi
e ambiziosi. I ragazzi sono chiamati a riflettere sul proprio desiderio di farcela, di riuscire a
fare qualcosa di importante. Cosa li spinge e in che direzione li conduce?
ELEMENTI BASICI DA MESCOLARE
Viene chiesto ai ragazzi di concentrarsi su quello che considerano un obiettivo importante per la propria
vita e lo riportano nella parte alta di un foglio a quadretti.
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Su un altro foglio, diviso in due colonne, sono invitati a riportare gli “acceleratori” e i “freni” di cui
dispongono per raggiungere il loro obiettivo, come descritto nella tabella che segue.
Per ogni voce elencata, assegnano un punteggio da uno a dieci che rappresenti il peso di quella risorsa o
di quell’ostacolo:valore dato dall’impegno che comporta o dal danno che provoca, dalla spinta che offre
o dalla demotivazione che procura ecc.
I ragazzi fanno poi un bilancio delle due colonne, assegnando un punteggio con segno positivo a ogni
azione costruttiva annotata, e negativo per ogni ostacolo. Il numero risultante sarà il numero di
“mattoni” che potranno rappresentare sul primo foglio (a ogni mattone viene assegnata una dimensione
grafica in quadretti) e che,sovrapposti potranno permettere di raggiungere la propria meta in cima al
foglio (vedi immagine a pagina successiva).
È probabile che il numero di mattoni ottenuti non consenta nemmeno di avvicinarsi all’obiettivo fissato,
generando quello che, in termini puramente matematici, si definirebbe un fallimento. Le scelte a questo
punto sono due:
punti
ACCELERATORI
punti
Le
azioni
che
stanno
compiendo e gli impegni che si
stanno
prendendo
per
perseguire il proprio obiettivo
FRENI
Le situazioni che frenano il
raggiungimento di questo
obiettivo, ridimensionando la
portata dei gesti scritti nella
prima colonna
1.
abbassare il livello dell’obiettivo, portarlo più in basso scegliendo una meta diversa o
ridimensionando le proprie aspettative;
2.
alzare la torre di mattoni costruita per raggiungerlo, facendo pendere il bilancio del secondo
foglio dalla parte del segno positivo a discapito del segno negativo.
I ragazzi sono invitati a riflettere su quale sarebbe la strada che sceglierebbero di percorrere, ma non in
generale, in astratto, guardando invece con attenzione e valutando seriamente ciò che hanno scritto su
entrambi i fogli.
Questo esercizio di verifica potrebbe essere condotto lungo quattro direttrici in particolare:
− è determinante per il risultato del nostro gioco quanto valore diamo a ciò che
possiamo fare;
− non sempre le difficoltà che incontriamo sono semplici ostacoli da saltare o schivare,
ma anche opportunità da cogliere e occasioni di verifica da sfruttare in modo
costruttivo;
− attenzione all’illusione ottica che ci fa pensare alle nostre mete come a punti unici e
fissi, troppo in alto sulla nostra testa, che si possono dire semplicemente raggiunti o
mancati. Non è così, anzi. Si tratta di traguardi che vengono perseguiti nel tempo con
un grande numero di scelte, molto più di quante potremo mai scriverne;
− nel nostro schema non abbiamo considerato le altre persone. Non possiamo pensare di
formulare obiettivi, elaborare motivazioni, costruire “torri” indipendentemente dalla
nostra relazione con loro, con le loro ragioni, le loro scelte, i loro comportamenti.
IN ASCOLTO DELLA PAROLA
Mettersi alla sequela di Gesù significa seguire il vero Maestro, che con il suo stile e i suoi insegnamenti ci
indica la strada da percorrere, segnando il cammino. Seguire le leggi dell’amore è l’invito che viene fatto
a tutti ed è la strada giusta per provare il nostro progetto.
ELEMENTI NUOVI, PER UNA FORMULA NUOVA
È dal quarto punto dell’analisi appena fatta con i ragazzi che nasce lo spunto per una riflessione più ricca
e approfondita, illuminata dalla Parola. I ragazzi vengono aiutati nella riflessione dal brano del Vangelo di
Luca che ha per protagonista il buon samaritano (Lc 10,25-37), un personaggio che:
- Non ha ambizioni di successo. Compie un gesto spontaneo senza alcuna ambizione o finalità
ulteriore. Sceglie di fare ciò che altri non hanno fatto.
- Non fa bilanci. Agisce soltanto per il bene di un altro, lasciando da parte ogni altra
considerazione.
11
-
Si assicura che il proprio gesto non sia vano. Avere fatto qualcosa di importante richiama la
responsabilità di fare in modo che non si tratti di un semplice gesto fine a se stesso, ma vada
oltre, assicurando il bene del fratello.
Quello che Gesù ci chiama a maturare, sull’esempio del samaritano, è uno stile di vita che rende
superflua la schematizzazione vista nell’attività precedente: non possiamo prevedere con esattezza nulla
di ciò che sarà, né in quale misura, in quale modo e in quanto tempo le nostre aspettative saranno
soddisfatte. Ciò che siamo chiamati a fare è vivere in pienezza ogni momento, scoprendo nei fratelli,
nelle loro ricchezze e nei loro bisogni - che sono anche i nostri - i mattoni che possono costruire un
edificio solido.
Come si legge a pagina 98 del cIC/4 «Misericordia, umiltà, pazienza, perdono:sono atteggiamenti propri
di persone forti nello Spirito. Richiedono un esercizio tenace nelle piccole occasioni di ogni giorno».
Riprendendo la costruzione dell’attività precedente, viene mostrato ai ragazzi come quei mattoni di
dimensione fissa che hanno appena utilizzato possano in realtà essere”estendibili”:ogni impegno preso,
ogni scelta costruttiva compiuta, può contare sulla forza dello Spirito che consente a quel piccolo
“mattone” di raddoppiare o triplicare la propria altezza. lnsieme all’educatore i ragazzi traggono spunto
dalla verifica dell’attività precedente per riflettere insieme sui casi in cui i mattoni disegnati valgono
molto più di quanto loro stessi avessero immaginato. Su un nuovo foglio i ragazzi sono guidati a
costruire un’altra torre con i nuovi mattoni che hanno scoperto.
PER DIVENTARE ESPERIENZA E IMPEGNO
“il Non bisogna aver paura dei fallimenti dei propri esperimenti, ma trovare la forza di alzarsi
e dedicare tempo per cercare di andare incontro a chi si sente solo e intrappolato nei
fallimenti. I ragazzi incontrano chi, sull’esempio di Gesù, ha cercato di fare questo,
sporcandosi le mani e continuando a sperimentare.
L’ESPERIMENTO PIÙ BELLO? FARSI DONO
Le tappe vissute hanno aiutato i ragazzi a capire che sono la presenza di Dio e la sua Parola a rendere
nuova la nostra vita, la nostra fede, e la nostra presenza nel mondo. Ancora, è lo Spirito Santo che ci dà
la forza e ci spinge all’annuncio, alla missione e alla testimonianza, insieme: solo così si possono
superare i fallimenti e il progetto potrà funzionare ed essere utile.
I ragazzi guardano il documentario Questo non è un film di Stefano Maria Palombi, Lux Video 2012
(visibile anche sul sito www.questononeunfilm.it) che può dare un esempio di quante realtà ci siano
intorno a loro, situazioni che attendono di essere prese in considerazione, attendono mani e cuori
generosi, attendono idee e proposte.
È un modo per indicare ai ragazzi che non basta fare del bene una volta ogni tanto ma occorre
impostare uno stile di amore che ci faccia agire nella carità con continuità, nonostante gli errori.
Si può pensare a una raccolta di fondi per un gesto di carità. Per raccogliere il segno dei sacrifici dei
ragazzi. Si possono invitare e impegnare i ragazzi a raccogliere due monete al giorno (non importa di
che valore), invitandoli a conservarle. A fine settimana i ragazzi le portano al gruppo per devolvere il
ricavato a una realtà della propria comunità (casa famiglia, mensa della Caritas, centri di accoglienza,
dormitori ecc.).
L’impegno dei ragazzi, nel caso in cui si presentasse la possibilità, potrebbe essere più concreto:
trascorrere un pomeriggio di servizio presso la realtà scelta, ascoltando la testimonianza dei volontari e
le storie, le speranze e i desideri delle persone che lì vivono. L’impegno può essere pensato in modo più
assiduo e costante nel tempo, più quotidiano, anche organizzando i ragazzi a piccoli gruppi.
Troverai aggiornamenti su:
www.montagnadipace.altervista.org.
Tra cui
Il cinema che costruisce la pace
con la recensione dei film: - Robots (Durata: 91’); Giudizio ACEC: Raccomandabile/poetico**
- Si alza il vento (Durata: 126’); Giudizio ACEC: Consigliabile/poetico *
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