Parte generale
Il D. Lgs. 626/94, in attuazione delle Direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE,
89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE, rappresenta
l'intervento legislativo che ha avuto la maggiore portata innovativa. Tale decreto
ha mirato non solo alla protezione dei lavoratori da una serie di specifici agenti
fisici, chimici o biologici potenzialmente dannosi per la salute, ma ha anche posto
un particolare occhio di riguardo alla partecipazione, consultazione, informazione
e formazione dei lavoratori in materia di sicurezza, introducendo il principio
dell'autotutela del lavoratore.
SEGNALANDO I RISCHI
SUGGERENDO LE SOLUZIONI
CODIFICA IL PRINCIPIO
DELL’AUTOTUTELA DEL LAVORATORE
D. LGS. 626/94
OBIETTIVO
MIGLIORAMENTO DELLE
CONDIZIONI DI LAVORO
Il datore di lavoro è il principale responsabile della sicurezza e come tale
deve valutare i rischi presenti sul posto di lavoro e quelli connessi alle attrezzature
ed ai materiali utilizzati. E' responsabile dell'organizzazione del servizio di
prevenzione e protezione ed è tenuto ad elaborare un piano di sicurezza.
A tal fine il Datore di Lavoro deve:
!
!
!
!
!
!
!
Predisporre il Piano di Sicurezza, che contiene una relazione sulla
Valutazione dei Rischi in azienda, individuare le Misure di Prevenzione e
Protezione ed il relativo Programma di Attuazione.
Consentire ai dipendenti, tramite il loro rappresentante, di portare il loro
contributo alla valutazione del rischio e verificare l'applicazione delle misure
di prevenzione e protezione.
Informare e formare i propri dipendenti circa i rischi e le misure individuali e
collettive di prevenzione e protezione adottate.
Affidare i compiti ai lavoratori tenendo conto delle loro capacità e condizioni
di salute.
Vigilare ed esigere l'osservanza, da parte dei singoli
lavoratori, delle norme e delle
disposizioni aziendali in materia di
sicurezza.
Aggiornare le misure di prevenzione e
di protezione in relazione ai
mutamenti organizzativi e produttivi
aziendali, ed in base all'evoluzione
della tecnica.
Applicare le procedure di
prevenzione incendi, di primo
soccorso e di evacuazione dei
lavoratori in situazioni di emergenza
(D.lgs. n. 626/94, artt. 12 e seguenti).
Parte generale
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
Parte generale
Effettuare l'adeguamento dei luoghi di lavoro,
degli impianti e delle attrezzature alle norme
di legge e di buona tecnica (artt. 31, 32, 33, 34
e seguenti).
!
Dotare ed addestrare al corretto uso i
lavoratori, laddove necessario, di dispositivi di
protezione individuale conformi alla norma e
verificarne periodicamente la loro efficienza
(artt. 40 e seguenti).
!
Nominare il Medico Competente, al quale
affidare i compiti della sorveglianza sanitaria,
se nell'azienda ne esiste l'obbligo, e
rispettarne le prescrizioni (artt. 16 e 17).
Adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di
emergenza e per l'abbandono dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave
ed immediato.
!
!
SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (ART. 8-9 D. LGS. 626/94)
Il servizio di prevenzione e protezione è un organo composto da esperti in
materia di sicurezza sul lavoro, coordinati da un responsabile. Il D.Lgs 626/94,
all'art. 2 lettera c), definisce tale struttura come "…l'insieme delle persone, sistemi
e mezzi esterni o interni all'azienda finalizzati all'attività di prevenzione e
protezione dai rischi professionali nell'azienda, ovvero unità produttiva".
Il Servizio di prevenzione e protezione dei rischi può essere:
!
interno, nel caso in cui sia affidato a lavoratori dipendenti dell'azienda;
!
esterno, se affidato a persone
non dipendenti dell'azienda.
Tale servizio ha il compito di
collaborare con il datore di lavoro per
migliorare Il livello di sicurezza e salute
in azienda, attraverso le attività di
prevenzione, controllo ed
informazione.
Il datore di lavoro designa il Responsabile del Servizio di Prevenzione e
Protezione (R.S.P.P.) che deve essere un tecnico in possesso di attitudini e
capacità adeguate ai compiti assegnati .
In particolare l' R.S.P.P. deve:
I
COMPITI DI UN
!
!
!
!
!
!
!
R.S.P.P.
Individua e valuta i fattori di
rischio;
Individua misure per la
sicurezza;
Propone il programma di
prevenzione;
Propone le procedure di
sicurezza per i vari reparti;
Propone programmi di
formazione ed informazione ai
lavoratori;
Informa su procedure di
pronto soccorso e antincendio.
!
!
!
!
!
fornire ai lavoratori le informazioni sui rischi
azienda.
individuare e valutare i
fattori di rischio, i rischi
e le misure per la
sicurezza e salubrità
degli ambienti di lavoro;
elaborare le misure
preventive e protettive;
le procedure di
sicurezza per le varie
attività aziendali;
proporre programmi di
informazione e
formazione dei
lavoratori;
partecipare alle riunioni
periodiche;
riguardanti la loro attività in
Il datore di lavoro in alcuni casi può svolgere direttamente i compiti del
RSPP
Parte generale
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
Parte generale
IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
Lgs. 626/94)
(ART.18, 19 D. Lgs.
All'interno di ogni azienda, indipendentemente dalle dimensioni e dalla
tipologia, i lavoratori possono eleggere il proprio rappresentante dei lavoratori per
la sicurezza (R.L.S.). Si tratta di una figura, introdotta dalla "626", avente lo scopo di
consentire ai lavoratori di svolgere un ruolo attivo in tema di sicurezza creando
un'interfaccia tra i lavoratori e la direzione aziendale.
Il rappresentante dei lavoratori viene designato secondo le seguenti
modalità:
I COMPITI DI UN R.L.S.
!
!
!
!
!
!
è un “animatore di sicurezza”;
elabora misure di prevenzione;
viene consultato sul piano di
prevenzione e di formazione;
conosce la documentazione
aziendale su tutti i rischi per la
sicurezza;
gestisce le informazioni dei
servizi di vigilanza;
ricorre alle autorità.
!
!
nelle aziende che
occupano fino a 15
dipendenti può essere
eletto direttamente dai
lavoratori al loro interno;
nelle aziende o unità
produttive che occupano
più di 15 dipendenti,
designato dai lavoratori
nell'ambito delle
rappresentanze sindacali
aziendali.
Il numero minimo di
rappresentanti previsto dalla legge è di 1 nelle aziende o unità produttive fino a 200
addetti, di 3 nelle aziende o unità produttive che occupano da 201 a 1000 addetti,
di 6 rappresentanti in tutte le altre aziende o unità produttive.
Fornisce pareri preventivi, obbligatori ma non vincolanti, su:
!
!
!
!
!
!
!
Valutazione dei rischi.
Programmazione della prevenzione.
Designazione addetti al servizio di Prevenzione e Protezione.
Nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione.
Scelta di consulenti esterni da coinvolgere nel servizio di Prevenzione e
Protezione.
Designazione addetti alle squadre antincendio, primo soccorso,
evacuazione.
Organizzazione attività di formazione per i lavoratori.
Ha acceso alla documentazione aziendale relativa a:
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
Valutazione dei rischi.
Misure di protezione.
Sostanze e preparati pericolosi.
Macchine.
Impianti.
Organizzazione.
Ambienti di lavoro.
Infortuni.
Malattie professionali.
Documentazione proveniente dai servizi di vigilanza.
Documento di valutazione dei rischi.
Registro infortuni.
Parte generale
FUNZIONI DEL RLS
Parte generale
Ha la facoltà di:
!
!
!
!
!
!
!
Presenziare alle verifiche effettuate dalle autorità competenti e, di
conseguenza, formulare osservazioni.
Fare proposte sulle attività di prevenzione.
Accedere a tutti i luoghi di lavoro.
Sollecitare l'individuazione e l'attuazione delle misure di prevenzione
idonee a tutelare la salute e l'integrità fisica dei lavoratori.
Partecipare alla Riunione Periodica.
Comunicare al responsabile aziendale gli eventuali rischi individuati durante
lo svolgimento delle sue attività.
Ricorrere alle autorità
competenti se ritiene che
le misure di prevenzione
e protezione adottate in
azienda non siano
adeguate a tutelare la
salute e la sicurezza dei
lavoratori
Ha diritto a:
Ricevere, a spese del
datore di lavoro, un'adeguata
formazione per lo svolgimento
dei propri compiti.
Il Medico Competente è il responsabile degli aspetti sanitari della sicurezza
sul posto di lavoro.
Le funzioni del medico competente sono le seguenti:
!
collabora con il datore di lavoro ed il Responsabile del Servizio di
prevenzione e protezione, all'elaborazione del documento di valutazione
dei rischi;
!
effettua accertamenti sanitari preventivi e periodici, mirati a valutare
l'idoneità di ciascun lavoratore, in relazione alle mansioni effettivamente
svolte e comunica per iscritto, al datore di lavoro e al lavoratore, l'eventuale
inidoneità emersa dopo un controllo periodico;
!
istruisce ed aggiorna per ciascun lavoratore la cartella sanitaria e di rischio
tutelata da segreto professionale, che alla chiusura del rapporto di lavoro
verrà consegnata al lavoratore;
!
effettua le visite mediche su richiesta del lavoratore qualora sia correlata ai
rischi professionali;
!
informa ogni lavoratore interessato, sugli esiti degli accertamenti effettuati;
comunica e fornisce indicazioni in merito ai risultati anonimi collettivi degli
accertamenti effettuati, durante la riunione periodica;
!
congiuntamente al Responsabile
del Servizio di prevenzione, visita
gli ambienti di lavoro;
!
collabora con il datore di lavoro
per la predisposizione del
servizio di primo soccorso;
!
collabora all'attività di
Consulenza
Sorveglianza
formazione e informazione dei
! misure per la
! visite periodiche
lavoratori.
tutela della salute
agli ambienti di
Il Medico Competente può chiedere
e della integrita’
lavoro;
la
collaborazione
di medici specialisti e
fisica;
! cartelle sanitarie
! predisposizione del
la sua presenza all'interno di un'azienda
e di rischio;
servizio di primo
è obbligatoria solo se richiesto in modo
soccorso;
specifico dalla legislazione.
Parte generale
IL MEDICO COMPETENTE (ART. 17 D. LGS. 626/94)
Parte generale
DIRITTI ED OBBLIGHI DEI LAVORATORI
Il decreto "626" cambia la figura del lavoratore e lo trasforma in protagonista
della sicurezza propria e dei propri colleghi.
Il lavoratore, infatti, oltre ad agire in prima persona, collabora con i colleghi, i
superiori e con lo stesso datore di lavoro, per far si che ciascuna postazione di
lavoro diventi sempre più sicura e sempre più a misura d'uomo.
Ciascun lavoratore ha diritto di esigere che la propria salute e sicurezza siano
tutelate dal datore di lavoro al meglio e con i mezzi più idonei ed efficaci; di essere
informato sui rischi che corre nello svolgimento della propria attività professionale;
di ricevere dal datore di lavoro una formazione adeguata al momento
dell'assunzione, del trasferimento, del cambiamento di mansioni o
dell'introduzione in azienda di nuove attrezzature o nuove sostanze pericolose.
E', però, tenuto a rispettare ed eseguire le indicazioni che gli vengono
impartite al fine di migliorare le condizioni d'igiene e sicurezza del luogo di lavoro.
Ogni lavoratore deve:
!
prendersi cura della
propria sicurezza e
salute e di quella di
IRITTI DEI LAVORATORI
altre persone
presenti sul luogo di
DIRITTO:
lavoro;
!
osservare le
! alla formazione
disposizioni e le
! alla informazione
istruzioni impartite
! alla verifica delle misure di prevenzione
dal datore di lavoro,
e protezione
dai dirigenti e dai
! ai dispositivi di protezione individuale
preposti;
! alla sorveglianza sanitaria
!
u t i l i z z a r e
! alla sicurezza in caso di emergenza
correttamente le
! al rappresentante per la sicurezza
apparecchiature, le
sostanze e i
preparati pericolosi,
i mezzi di trasporto e
D
D
!
!
!
!
Parte generale
le attrezzature di lavoro,
nonché i dispositivi di
OVERI DEI LAVORATORI
sicurezza individuali
messi a disposizione
DOVERE:
dall'azienda;
!
di osservare le norme
s e g n a l a r e
!
di utilizzare correttamente i
immediatamente al
dispositivi di sicurezza
datore di lavoro, al
!
di agire solo in base alle proprie
dirigente o al preposto le
competenze
deficienze dei mezzi,
!
di segnalare difetti ed inefficienze
degli impianti e
!
di essere informati, formati ed
dispositivi nonché le
addestrati
altre eventuali
!
di sottoporsi ai controlli sanitari
condizioni di pericolo di
!
di rispettare divieti e prescrizioni
cui viene a conoscenza;
non rimuovere o
modificare senza
autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione di pericolo;
non compiere di sua iniziativa operazioni o manovre di non competenza,
che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;
sottoporsi ai controlli sanitari previsti.
Parte generale
IL PIANO DI SICUREZZA AZIENDALE
Il datore di lavoro ha l'obbligo di redigere il “Piano di Sicurezza” Aziendale,
che deve contenere :
!
la valutazione dei rischi ed i criteri adottati per effettuarla;
!
le misure di prevenzione e protezione individuate di conseguenza;
!
il programma di attuazione delle misure necessarie per garantire il
miglioramento dei livelli di sicurezza.
Il piano è redatto in collaborazione fra il Datore di lavoro, il RSPP, il Medico
competente, previa consultazione del RLS e deve essere aggiornato nel caso di
mutamenti delle condizioni di rischio in Azienda, che incidano in modo
significativo sulla sicurezza e salute dei lavoratori. Il documento deve essere
conservato
nell'Azienda o
nella Unità
produttiva di
riferimento.
L'emergenza è un evento o un pericolo che si verifica all'improvviso. La
reazione che istintivamente ciascuno è portato a mettere in atto, spesso è la fuga
immediata, disordinata ed individualista. Le emergenze richiedono sempre un
intervento rapido, perché possono evolvere, aggravarsi e degenerare in tempi
brevi. Ecco perché è necessario gestire ordinatamente l'emergenza, attraverso la
previsione di procedure precise in base ad un evento e attraverso un piano di
emergenza particolareggiato, in grado di stabilire a priori cosa fare e cosa evitare.
Tale incombenza spetta al datore di lavoro, responsabile della sicurezza, che deve
anche designare i lavoratori incaricati di attuare le misure di primo soccorso,
salvataggio, prevenzione incendi, gestione dell'emergenza e provvedere ad
informare tutti i lavoratori circa le misure predisposte ed i comportamenti da
adottare in caso di pericolo.
Il Piano d'emergenza è un documento, facente parte integrante del “Piano
di Sicurezza”, contenente le azioni necessarie a proteggere le persone che si
trovano in azienda nel momento in cui si verifica l'emergenza.
Esso viene elaborato dopo un attenta analisi dei
luoghi e dei materiali, della presenza di macchine ed
impianti pericolosi, della presenza di persone
particolarmente a rischio (disabili, soggetti con deficit della
vista o dell'udito), impossibilitati a percepire per tempo i
segnali di allarme o a mettersi autonomamente al riparo.
Una volta eseguite le valutazioni dei rischi, il datore di
lavoro dovrà anche verificare:
!
!
l'eventuale presenza in azienda di dispositivi - tipo
sirene, telefoni o altri dispositivi specifici di allarme
idonei a segnalare rapidamente le situazioni
d'emergenza;
la possibilità che i mezzi di soccorso, come
l'ambulanza o l'autobotte dei pompieri, possano
raggiungere rapidamente ed agevolmente l'azienda e
verificare quindi che le vie d'accesso non siano
dissestate o troppo strette, o che non ci siano
Parte generale
IL PIANO D'EMERGENZA
Parte generale
!
!
sbarramenti tipo cancelli, che possano impedire l'accesso;
la presenza di sufficienti uscite di sicurezza, luoghi sicuri, ecc.;
l'eventuale presenza, all'interno dell'azienda,
attrezzature di soccorso.
di
Oltre al documento “scritto”, in possesso del Datore di
L a v o r o , esiste anche un “documento disegnato”,costituito da una planimetria
dei luoghi di lavoro contenente:
!
!
!
!
!
Il punto preciso dove si è in quel
momento;
i percorsi più brevi e/o sicuri per
raggiungere luoghi sicuri;
posizione dei mezzi di estinzione;
le persone da allertare in caso di
pericolo;
i numeri di telefono da comporre
(VV.FF, C.C., P.S.).
Come per le istruzioni per l'uso degli
estintori è il caso di leggere questi piani
“in momenti di pace e non di guerra”.
Infatti, per vincere la guerra contro il
fuoco basta a volte poco se fatto in anticipo: è meglio prevenire con calma che
spegnere con foga.
Le fasi principali dell'emergenza sono simili in tutti i casi e sono:
!
dare l'allarme alle persone presenti nei locali;
!
richiedere immediatamente l'intervento dei servizi pubblici d'emergenza
(pronto soccorso, vigili del fuoco, protezione civile);
!
procedere all'evacuazione dei locali;
!
attivare gli interventi previsti per limitare il più possibile i danni;
!
portare i primi soccorsi ai feriti;
!
se richiesto espressamente, collaborare con i servizi pubblici d'emergenza.
La sorveglianza sanitaria viene effettuata dal medico competente. La norma
prevede che ogni lavoratore venga valutato se idoneo alla mansione specifica,
attraverso accertamenti sanitari preventivi e periodici.
La sorveglianza sanitaria viene effettuata se i lavoratori sono sottoposti:
!
!
!
!
!
all'azione di sostanze tossiche,
infettanti o comunque nocive;
al rischio di esposizione al piombo,
amianto e rumore;
al rischio connesso con la
movimentazione manuale di
carichi;
al rischio connesso all'uso dei
videoterminali;
al rischio connesso all'esposizione
ad agenti cancerogeni e biologici.
Parte generale
LA SORVEGLIANZA SANITARIA
Parte generale
LA PREVENZIONE INCENDI
Ovunque, anche nelle strutture meglio organizzate, ci sono situazioni di
potenziale pericolo che possono favorire l'avvio di un incendio. Tale evento
rappresenta una grave situazione di pericolo per la salute, poiché produce notevoli
quantità di calore, gas tossici, fumo e fiamme, che possono provocare danni
nell'uomo. Solitamente i danni più gravi non sono causati dall'effetto diretto delle
fiamme ma dall'inalazione di fumi o di gas tossici.
Se l'incendio interessa una struttura adibita a ricovero (ospedale alberghi,
case di riposo), il pericolo per l'incolumità delle persone può aumentare in
relazione al fatto che vi si trovino soggetti che non sono in grado di muoversi
autonomamente.
Sarà dunque opportuno prevedere alcune regole di base, di seguito elencate, che
siano in grado di limitare più possibile i rischi collegati ad un incendio:
!
se un lavoratore scopre che si sta sviluppando un incendio deve:
abbandonare immediatamente il
luogo in cui si trova, chiudere
tutte le porte alle spalle per creare
un ostacolo alle fiamme e limitare
così la propagazione
dell'incendio, azionare il pulsante
dell'allarme più vicino o, in
mancanza, avvisare qualcuno
che possa azionarlo;
!
se un lavoratore sente suonare
l'allarme antincendio deve:
abbandonare immediatamente
l'edificio e seguire il percorso di
esodo più vicino, secondo i piani
d'emergenza e d'evacuazione
definiti. Quando abbandona
All'interno di ciascun luogo di lavoro devono essere presenti mezzi ed
impianti idonei per spegnere gli incendi ed è comunque sempre necessario
sapere bene dove si trovano e conoscere bene il loro funzionamento.
In caso d'emergenza l'applicazione delle procedure di primo intervento
sono affidate al personale adeguatamente formato, in grado di utilizzare i mezzi
antincendio disponibili, di attivare il
sistema di allarme e di chiamata di
soccorso.
TRE LE REGOLE FONDAMENTALI A CUI SI DEVE
ATTENERE:
1) DARE L’ALLARME
Telefonare ai numeri indicati nel piano
d'emergenza;
2) SALVARE
Iniziare il salvataggio delle persone in
attesa dell'arrivo di soccorsi qualificati;
3) SPEGNERE
Azionare estintori e/o idranti;
Allarme, salvataggio e spegnimento sono azioni che devono svolgersi
rigorosamente in questo ordine , in quanto il più delle volte, la prima emergenza
viene affrontata da persone che non dispongono di specifica preparazione tale da
consentire loro di modificare l'ordine degli eventi.
Parte generale
l'edificio non deve correre né utilizzare l'ascensore, né perdere tempo per
recuperare oggetti e cose. Non deve aprire porte dietro alle quali si sospetta
che ci sia il fuoco, sia a tutela della propria integrità fisica, sia perché la
porta aperta rappresenterebbe un'agevole canale di diffusione per
l'incendio.
Parte generale
IL MATERIALE INFIAMMABILE.
All'interno di ogni luogo di lavoro (uffici, cucine, lavanderie,depositi, etc..) il
materiale in grado di bruciare, è presente in grande quantità.
Cosa fare?
Prevenire, innanzi tutto, ponendo un'attenzione costante rispetto al pericolo
di incendio in ogni momento della giornata, consapevoli del fatto che ciò che non è
mai accaduto può, e che basta veramente poco per evitarlo.
La conoscenza di base dei fenomeni che possono costituire causa di
innesco di un incendio aiuterà a prevenirli ma anche, nella malaugurata ipotesi che
nonostante tutto si verifichi, a combatterlo efficacemente.
Ricordare in proposito le seguenti precauzioni:
!
!
il divieto di fumare, che vale per tutti gli ambienti di lavoro in particolare
negli ambienti chiusi, diventa ancora più obbligatorio in prossimità di
materiali infiammabili;
porre particolare attenzione in prossimità di bombole di ossigeno e gas.
Il più grande pericolo per la salute dei lavoratori scaturisce, spesso, da un
atteggiamento poco orientato alla prevenzione quando prevalgono atteggiamenti
quali:
!
!
!
!
!
!
!
!
scarsa attenzione rispetto ai compiti da svolgere: “ho cose più importanti di
cui occuparmi”;
fatalismo: “era destino che accadesse ”;
mancanza di informazione: “ non sapevo fosse pericoloso ”;
troppa sicurezza: “ l'ho sempre fatto non è mai successo niente ”;
noncuranza: “ ma come faccio con tante cose che ho da fare ”;
scarso senso di responsabilità : ” non rientra nei miei compiti ”;
dimenticanza: “ avevo dimenticato che fosse pericoloso ”;
frettolosità incauta: “ così faccio prima ”.
Prevenire gli infortuni dipende essenzialmente da due fattori:
1°
Un adeguato impegno dell'azienda nel realizzare ambienti rispondenti ai
necessari requisiti di igiene e sicurezza.
2°
Un comportamento corretto e responsabile da parte dei dipendenti sul
luogo di lavoro.
Parte seconda
I RISCHI IN AZIENDA
Parte seconda
PRECAUZIONI GENERALI:
NON PASSARE SUI PAVIMENTI BAGNATI DURANTE LA
PULIZIA
NON TRASPORTARE OGGETTI IN MODO CHE COPRANO LA
VISUALE
NON SCENDERE LE SCALE DI CORSA
CORRIMANO
ED
USARE
IL
NON LASCIARE FILI O CAVI DI
STRUMENTI SUL PAVIMENTO
QUANDO SI MOVIMENTA UN CARRELLO O UNA LETTIGA,
CONTROLLARE SEMPRE, PRIMA, CHE IL PERCORSO SIA
LIBERO.
Per microclima si intende il rapporto che intercorre in un luogo tra la
temperatura, l'umidità relativa, l'irraggiamento di calore, la ventilazione e la
quantità di vapore acqueo presente nell'aria.
Il grado di umidità ottimale è tra 40% e 60%. Se in un ambiente c'è troppa
umidità, l'organismo non riesce a sudare a sufficienza per poter abbassare
adeguatamente la temperatura corporea. Se il tipo di lavorazione richiede un alto
tasso di umidità, questa deve essere convogliata all'esterno con delle cappe
aspiranti.
La temperatura ideale
dovrebbe essere compresa tra i 19° ed
i 24°: è importante che il calore sia
mantenuto in tutto il corpo entro
questi limiti, mentre i piedi devono
essere ad una temperatura più elevata.
L'individuo si trova in una situazione di
benessere termico quando non è
necessario che l'organismo attivi alcun
meccanismo di termoregolazione e
quando non ci sono sensazioni di
caldo o di freddo. C'è invece stress
termico quando le condizioni
microclimatiche fanno scattare i
meccanismi di termoregolazione
necessari per mantenere l'equilibrio termico del corpo. Quando si è in presenza di
variazioni microclimatiche graduali, il corpo umano raggiunge senza troppe
difficoltà uno stato di equilibrio con le condizioni esterne, con un consumo
minimo di energia. Più difficile è invece riuscire ad adeguare l'organismo in
presenza di forti e repentine escursioni termiche. In caso di caldo o di freddo,
poiché lo scambio di calore tra il corpo umano e l'esterno avviene attraverso la
circolazione sanguigna, il sistema di termoregolazione riduce o aumenta il
numero e le dimensioni dei vasi sanguigni funzionanti, con conseguente
Parte seconda
Microclima
Parte seconda
variazione del flusso sanguigno dalla parte centrale del corpo verso la periferia. In
questo modo l'organismo riesce a mantenere l'equilibrio termico del corpo fino a
temperature esterne non superiori ai 27° - 29° C. A temperature superiori, il corpo
non riesce a smaltire tutto il calore ed il sistema di termoregolazione attiva le
ghiandole sudoripare, tentando di smaltire il calore attraverso l'evaporazione del
sudore. La temperatura nei luoghi di lavoro varia secondo il tipo di lavoro svolto e
la presenza di macchine (esempio: un forno che, restando acceso per buona parte
della giornata, modifica la temperatura dell'ambiente). L'eccessiva presenza di
calore provoca sensazioni di malessere che in alcuni casi sono mal tollerate
dall'organismo.
Il ricambio dell'aria è molto importante, in quanto nell'aria si accumulano
polveri, gas, fumi, microrganismi, sostanze organiche volatili, odori sgradevoli,
residui organici (forfora, peli),che rappresentano delle vere e proprie tossine
biologiche e veleni chimici. Poiché ciascuno individuo consuma circa 250 - 300
millilitri di ossigeno all'ora per ogni chilogrammo di peso, ed elimina altrettanto
volume di anidride carbonica,(oltre a 30 - 40 grammi di vapore acqueo), i locali di
lavoro dovrebbero disporre di almeno 10 mc di aria respirabile e rinnovata.
I ricambi d'aria dovrebbero avvenire almeno 1 volta ogni ora e con maggior
frequenza in base ai tipi di lavorazione.
L'esposizione prolungata a temperature elevate può inoltre portare al colpo
di calore, caratterizzato da un improvviso innalzamento della temperatura
corporea, da confusione mentale, fino al delirio, convulsioni e perdita di coscienza.
Conseguenze meno gravi dell'esposizione prolungata ad alte temperature sono la
sincope, il collasso, i crampi da calore o la semplice fatica da calore che dà
spossatezza, irritabilità, facile affaticamento.
La prevenzione dei danni da calore richiede un'accurata progettazione dei
locali da lavoro e la messa a punto di sistemi in grado di limitare, o comunque di
tenere sotto controllo, la propagazione del calore dalle sorgenti.
I condizionatori d'aria o meglio ancora i climatizzatori rappresentano una
risorsa importante per la qualità dell'aria, perché riescono ad ottimizzare tutti gli
elementi microclimatici che sono temperatura, umidità, movimento e purezza
dell'aria, a condizione che ne vengano mantenuti puliti i relativi filtri.
Lo stress lavorativo si determina quando le capacità di una persona non
sono adeguate al tipo e al livello delle richieste lavorative.
Il tipo di reazione ad una data situazione dipende anche dalla personalità
del soggetto: lo stesso tipo di lavoro può risultare, monotono o complesso in
personalità diverse.
I disturbi che si possono manifestare sono di tipo psicologico e
psicosomatico:
!
mal di testa
!
tensione nervosa
!
irritabilità
!
stanchezza, insonnia
!
digestione difficile
!
ansia
!
depressione
La sindrome del Burnout è una sindrome
caratterizzata dalla caduta emozionale
nell'esercizio della professione, che indica una
modalità di risposta allo stress lavorativo basata
su difese psicologiche, piuttosto che su metodi
che portino alla soluzione attiva del problema.
La sindrome di Burnout si manifesta soprattutto in professioni in cui i
lavoratori sono chiamati ad aiutare ed a prendersi cura di altri individui, come ad
esempio nelle professioni sanitarie.
Parte seconda
LO STRESS
Parte seconda
RISCHI NEL POSTO DI LAVORO IN UFFICIO
RISCHIO DA VIDEOTERMINALE
Quando si parla di videoterminale (VDT) si fa riferimento alle
apparecchiature dotate di schermo alfanumerico (con istruzioni operative, cioè
che seguono una progressione geometrica) o grafico, costituite
da personal computer, sistemi di videoscrittura, di
elaborazione dati, di testi o di immagini.
I soggetti di riferimento sono i videoterminalisti, cioè quei
lavoratori che utilizzano l'attrezzatura munita di
videoterminale per almeno venti ore settimanali al terminale,
dedotte le pause previste per legge (15 min. ogni 2 ore di
applicazioni continuative al VDT), anche in modo discontinuo.
I principali problemi legati all'uso del VDT possono
essere la fatica visiva , i disturbi muscolo scheletrici, lo stress.
Questi disturbi non sono l'inevitabile conseguenza del lavoro con VDT, ma
derivano da una inadeguata progettazione dei posti di lavoro e dalle modalità di
lavoro. Tali disturbi possono essere prevenuti con l'applicazione dei principi
ergonomici e con adeguati comportamenti da parte degli utilizzatori.
Le principali patologie correlate all'uso dei videoterminali sono riconducibili
essenzialmente ai seguenti tipi di disturbi:
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Disturbi della vista: bruciore, lacrimazione,
arrossamento oculare, difficoltà di messa a
fuoco, stanchezza oculare, cefalea. Questi
disturbi possono presentarsi ove
l'illuminazione dell'ambiente di lavoro sia
inadeguata e quando si utilizzano schermi non
idonei alla vista per la luminosità, il contrasto,
le dimensioni dei caratteri, lo sfarfallamento,
ecc.;
Disturbi posturali: posture incongrue con
I principali interventi di prevenzione riguardano le caratteristiche tecniche
dell'attrezzatura di lavoro e l'ambiente in cui essa è collocata.
Vediamo in dettaglio le norme consigliate per ogni singolo elemento:
VIDEOTERMINALE:
Schermo
L'immagine sullo schermo deve essere stabile, esente da sfarfallamento o
da altre forme di instabilità. I caratteri sullo schermo devono avere una buona
definizione e una forma chiara, la grandezza deve essere
sufficiente e deve esserci uno spazio adeguato tra i
caratteri e le linee. La brillanza e/o il contrasto tra i
caratteri e lo sfondo dello schermo devono essere
facilmente regolabili da parte dell'utilizzatore del
videoterminale e facilmente adattabili alle condizioni
ambientali. Lo schermo deve essere orientabile e
inclinabile liberamente e facilmente per adeguarsi alle
Parte seconda
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fenomeni secondari di contrattura muscolare ed
affaticamento soprattutto della colonna
cervicale, del cingolo scapolare e degli arti
superiori. Si tratta di disturbi determinati dalla
posizione assunta dall'operatore e provocate
soprattutto dall'altezza e dalle caratteristiche del
sedile, dalle dimensioni del tavolo da lavoro,
dall'esistenza o meno di poggia piedi o di
superfici di appoggio per gli avambracci,
dall'altezza e dall'angolazione dello schermo,
dalla conformazione della tastiera, dalla
posizione del porta pagine;
Disturbi psicologici: ansia, nervosismo, irritabilità, depressione ed
alterazione dell'umore. Questi disturbi sono difficilmente classificabili in
quanto causati normalmente dall'organizzazione del lavoro e dal contenuto
intellettuale dell'attività svolta.
Parte seconda
esigenze dell'utilizzatore. E' possibile utilizzare un
sostegno separato per lo schermo o un piano regolabile.
Gli schermi delle unità VDT devono essere
realizzati in modo da evitare riflessi anche mediante
l'impiego di filtri addizionali ottici; questi ultimi, oltre al
potere antiriflesso, aumentano il contrasto, la
risoluzione dell'immagine e limitano l'accumulo di
cariche elettrostatiche.
Tastiera
La tastiera deve essere inclinabile e dissociata dallo schermo per consentire
al lavoratore di assumere una posizione confortevole e tale da non provocare
l'affaticamento delle braccia o delle mani; lo spazio davanti alla tastiera deve
essere sufficiente, onde consentire un appoggio per le mani e le braccia
dell'utilizzatore; la tastiera deve avere una superficie opaca per evitare i riflessi. La
disposizione della tastiera e le caratteristiche dei tasti devono tendere ad agevolare
l'uso della tastiera stessa. I simboli dei tasti devono presentare sufficiente
contrasto ed essere leggibili dalla normale posizione di lavoro.
Piano di Lavoro
Il piano di lavoro deve avere una superficie poco riflettente, dimensioni
sufficienti a consentire una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei
documenti e del materiale accessorio. Il supporto per i documenti deve essere
stabile e regolabile e deve essere collocato in modo tale da ridurre al massimo i
movimenti fastidiosi della testa e degli occhi.
Sedile di lavoro
Il sedile di lavoro deve essere stabile,
consentire all'utilizzatore una certa libertà di
movimento ed una posizione comoda. L'altezza deve
essere regolabile ed anche lo schienale deve essere
regolabile in altezza ed in inclinazione. Un poggia
piedi dovrebbe essere a disposizione di coloro che lo
desiderino.
Spazio
Il posto di lavoro deve essere ben dimensionato e allestito in modo che vi
sia uno spazio sufficiente per permettere cambiamenti di posizione e di
movimenti operativi.
Illuminazione
L'illuminazione generale e/o
l'illuminazione specifica (lampade di lavoro)
devono garantire una luce sufficiente ed un
contrasto appropriato tra lo schermo e
l'ambiente, tenuto conto delle caratteristiche
del lavoro e delle esigenze visive
dell'utilizzatore. Fastidiosi abbagliamenti e
riflessi sullo schermo o su altre attrezzature
devono essere evitati, strutturando
l'arredamento del locale e del posto di lavoro in
funzione dell'ubicazione delle fonti di luce
artificiale e delle loro caratteristiche tecniche.
Riflessi e Abbagliamenti
I posti di lavoro devono essere sistemati in modo che le fonti luminose,
quali le finestre e le altre aperture che consentono l'ingresso della luce, le pareti
trasparenti o traslucide, nonché le attrezzature e le pareti di colore chiaro, non
producano riflessi fastidiosi sullo schermo. Le finestre devono essere munite di
opportuni dispositivi di copertura regolabili, tipo tende o serrande, per attenuare
la luce diurna che illumina il posto di lavoro.
Rumore
Il rumore emesso dalle attrezzature presenti nel posto di lavoro deve essere
preso in considerazione al fine di non turbare l'attenzione e la comunicazione
verbale.
Parte seconda
AMBIENTE
Parte seconda
Calore
Le attrezzature presenti sul posto di lavoro non devono produrre eccessive
quantità di calore che potrebbero disturbare i lavoratori.
Radiazioni
Tutte le radiazioni, eccezion fatta per la parte visibile dello spettro
elettromagnetico, cioè dell'insieme delle onde elettromagnetiche emesse da una
sorgente distribuite secondo la loro frequenza, devono essere ridotte a livelli
trascurabili dal punto di vista della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori.
Umidità
Si deve fare in modo di ottenere e mantenere un livello soddisfacente di umidità.
Interfaccia elaboratore/uomo
Il datore di lavoro che attribuisce ad un lavoratore lo svolgimento di mansioni al
videoterminale, nella scelta e nell'acquisto del software, o in caso di modifica del
software, deve tenere conto dei seguenti fattori:
a)
il software deve essere adeguato alla mansione da svolgere;
b)
deve essere di facile uso e, se possibile, adattabile al livello di conoscenze e
di esperienza dell'utilizzatore;
c)
nessun dispositivo di controllo quantitativo o qualitativo può essere
utilizzato all'insaputa dei lavoratori;
d)
i sistemi debbono fornire ai lavoratori delle indicazioni sul loro svolgimento;
e)
i sistemi devono fornire l'informazione in un formato e ad un ritmo adeguato
agli operatori.
Organizzazione del lavoro
Nel caso di impiego dei videoterminali da parte di più operatori è consigliabile
adottare un'organizzazione del lavoro che tenga conto in modo specifico di questa
situazione; infatti la monotonia di cui spesso risentono gli operatori, sparisce quasi
sempre quando l'operatore può intervallare la sua funzione principale con compiti che
non esigono l'impiego dello schermo, ad esempio lavori di archivio, preparazione di
dossier, ecc.
Grande attenzione va posta agli impianti, ai cavi, alle spine e alle
apparecchiature elettriche che devono essere dotate di opportuno marchio di
qualità (IMQ o affini).
Alcuni infortuni possono avvenire per contatto accidentale con apparecchi
e cavi elettrici. Anche se rari,tali incidenti sono di estrema gravità.
A tal
proposito bisogna ricordare le
seguenti precauzioni:
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controllare che non ci siano cavi
elettrici rotti o con rivestimento
usurato;
non toccare dispositivi elettrici o
attrezzature alimentate da corrente
se si è a contatto con acqua o
superfici umide;
non toccare pannelli elettrici o
dispositivi di cui non si conosce il
funzionamento;
non porre ostacoli davanti ad armadi e quadri elettrici per consentirne
l'apertura.
tutti gli armadi o quadri elettrici devono essere dotati di sportelli chiusi a
chiave
Parte seconda
RISCHIO ELETTRICO
Nel caso in cui dovesse verificarsi un infortunio nei luoghi di lavoro,
nonostante tutte le misure di prevenzione previste e predisposte, è necessario
attivare le misure di primo soccorso.
In caso d'infortunio grave, in cui non sia sufficiente un semplice intervento
di medicazione, occorre avvertire immediatamente i servizi esterni di soccorso,
chiamando il 118, o trasportare subito l'infortunato in ospedale. Per tale motivo,
l'indirizzo ed il numero di telefono del pronto soccorso più vicino devono essere
tenuti sempre in evidenza, per consentirne l'immediata visione ed utilizzo. In
questi casi, le misure d'intervento sull'infortunato devono essere ridotte al
minimo e devono in ogni caso limitarsi a quanto necessario per salvargli la vita.
L'infortunato deve essere spostato solo se la causa dell'infortunio può aggravarne
la situazione.
L'intervento dei primi soccorritori non deve avere lo scopo di curare
l'infortunato, ma di tamponare la situazione per evitare di causare danni più gravi.
Se non si è in grado di intervenire è bene evitare qualsiasi attività.
Il soccorritore deve:
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osservare il colorito cutaneo;
parlare al ferito per verificarne lo stato di coscienza;
accertarsi del battito cardiaco ( polso) e della respirazione;
verificare se ci sono perdite di sangue;
osservare lo stato delle pupille (per i
più esperti);
essere in grado di riferire esattamente
al medico che interviene, come è
avvenuto l'infortunio, cosa è successo
dopo e soprattutto la situazione
dell'infortunato, l'andamento e le
reazioni dal momento dell'infortunio
all'arrivo dei soccorsi.
Parte seconda
NORME UTILI DI PRIMO SOCCORSO
Parte seconda
MANOVRE DI BASE DI RIANIMAZIONE
Respirazione artificiale
Il soccorritore deve accertarsi della presenza del polso e deve osservare se
l'addome ed il torace dell'infortunato si alzano e si abbassano e, nel caso in cui il
traumatizzato non respiri spontaneamente, deve procedere alla respirazione
artificiale, che può compiersi
in due modi:
1) per compressione del
torace (ad esempio: in caso
di avvelenamento da
sostanze chimiche), il
soccorritore si pone in
ginocchio dal lato della testa
dell'infortunato e ne afferra
i polsi ( A ); dopo aver
e s e r c i t a t o u n a
compressione a braccia
rigide ( B ), si protende
all'indietro allargando le
braccia (C) con una
frequenza di 12-15
movimenti al minuto, fino
alla ripresa della
respirazione spontanea o,
durante il trasporto, fino al
centro di rianimazione (vedi
figure seguenti).
Respirazione artificiale per compressione del torace
Respirazione bocca a bocca
Parte seconda
2)
Bocca a bocca; il soccorritore, dopo essersi accertato della non occlusione
delle prime vie respiratorie, iperestende il capo dell'infortunato ponendogli una
mano sotto il collo o in corrispondenza del mento, chiude le narici dell'infortunato
con l'altra mano, realizzando un
sistema a tenuta, e copre la bocca con
la propria. Dopo aver riempito d'aria i
propri polmoni espira con forza nella
bocca dell'infortunato controllando
l'espansione del suo torace (vedi figura
a lato)
Parte seconda
MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO
Quando il soccorritore evidenzia l'assenza di polso deve procedere senza
indugio al massaggio cardiaco esterno ed alla respirazione artificiale
(possibilmente con l'aiuto di altri soccorritori). Egli si inginocchia al fianco del
traumatizzato e pone, a gomiti estesi, le due mani una sull'altra al terzo inferiore
dello sterno alla giunzione tra terzo medio e terzo inferiore. Esercita quindi una
compressione dall'alto verso
il basso con una escursione di
5 centimetri e una frequenza
di 60-80 movimenti al
minuto, effettuando 5
compressioni sternali ogni
insufflazione e controllando
la pulsazione della carotide.
L'effetto sarà ottimale se le
manovre vengono effettuate
con regolarità.
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manuale di sintesi