il contemporaneo – supplemento AURORA n. 12 – novembre 2009
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Rivoluzione cinese:
60 anni fa
Il passaggio dell’esercito popolare
di liberazione all’offensiva strategica
Il programma politico ed economico del Partito
Comunista Cinese
da Accademia delle Scienze dell’URSS, Storia universale
vol. XI, Teti Editore, Milano, 1975. A sessanta anni dalla
fondazione della Repubblica Popolare Cinese (01/10/1949) –
trascrizione a cura del Centro di Cultura e Documentazione
Popolare, dal sito www.resistenze.org
I
l passaggio dell’esercito popolare di
liberazione all’offensiva generale, che
ebbe luogo nel giugno 1947, incominciò
con un possente attacco delle truppe comandate da Liu Po-cheng. Attraversato
il Fiume Giallo esse sostennero una serie
di vittoriosi combattimenti con il nemico e occuparono estesi territori a sud del
fiume. Le avanguardie di questo esercito
si spinsero fino alle rive dello Yangtze.
A questo successo contribuirono le
azioni militari delle truppe della Cina
orientale, che avevano respinto gli attacchi dell’esercito di Chiang Kai-shek
e aperto la strada alle regioni della
27 settembre 1949. Mao annuncia alla
radio la costituzione della Repubblica
popolare cinese.
pianura centrale. Nell’agosto 1947 il
gruppo di armate di Chen Keng forzava
il Fiume Giallo, tagliava la strada ferrata
di Lunghai e, battendo le truppe del
Kuomintang, si spingeva nell’Honan
occidentale. Grazie a questa marcia le
regioni liberate dello Shansi, Shantung,
Honan e Anchoi venivano a costituire
un tutto unico, ciò che creava condizioni
favorevoli per l’estensione delle operazioni militari. Una grande importanza
ha avuto l’offensiva del gruppo di armate
di Chen Yi, incominciata nel settembre
1947 e coronata da un successo che
consentì alle unità dell’esercito popolare
l’esercito popolare durante la lungamarcia che ha portato al potere
il popolo cinese.
di liberazione di liberare immensi territori nelle province dell’Honan, Anchoi
e Shensi. Grazie a queste operazioni
tre gruppi di armate si riunivano e nel
dicembre 1947 le regioni liberate, prima
isolate, si fondevano in un unico massiccio: il territorio libero della Pianura
centrale. Parecchie città e villaggi erano
rimasti nelle mani del Kuomintang ma,
essendo bloccati, non costituivano una
seria minaccia militare. I contrattacchi
delle truppe del Kuomintang venivano
respinti con successo. Nell’agosto e settembre 1947 passarono all’offensiva le truppe dei gruppi
di armate nord-occidentali al comando
di Pen Teh-huai e unità dell’esercito
popolare di liberazione dei gruppi
dello Shantung e nord-orientale, al
comando di Lin Piao. Nel dicembre
1947 il gruppo di truppe nord-orientale
passò all’offensiva e nell’aprile 1948,
sconfitte le divisioni del Kuomintang,
liberò quasi tutta la Cina nord-orientale,
isolando le città di Shenyang (Mukden)
e Changchun. Nell’inverno 1947 e
nella primavera 1948 l’esercito popolare di liberazione passò a vittoriose
azioni offensive anche su altri fronti,
eliminando il Kuomintang non solo
dalle zone rurali, ma anche da grandi
città. L’offensiva vittoriosa dell’esercito
popolare di liberazione allarmò i circoli
dirigenti degli USA. Già nel luglio 1947
era stata inviata in Cina una missione
speciale guidata dal generale Wedemeyer
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che aveva il compito di studiare le misure
atte a salvare il regime del Kuomintang.
Dopo un mese di lavoro la missione
giunse a conclusioni poco rassicuranti.
Gli esperti americani riconobbero che il
Kuomintang non era in grado di vincere
i comunisti con la forza militare, che il
governo del Kuomintang era incompetente e corrotto, che era necessario
risanarlo e rafforzarlo con provvedimenti
d’urgenza. La missione affermò anche
di ritenere che senza l’attuazione di
riforme politiche e economiche, tra cui
la riforma agraria, non c’era neanche
da pensare al rafforzamento del regime
del Kuomintang ormai imputridito.
Nello stesso tempo, però, Wedemeyer
riteneva che Chiang Kai-shek fosse una
figura insostituibile e che non ci fossero
in Cina altri capi capaci di far fronte ai
comunisti. Nonostante le critiche rivolte
all’attività del Kuomintang, Wedemeyer raccomandò l’aumento degli aiuti
militari ed economici a Chiang Kai-shek.
Tenendo conto che il suo governo non
era in grado di utilizzare da solo in modo
efficace l’aiuto americano, egli suggeriva
altresì l’accrescimento del controllo dei
rappresentanti statunitensi sull’attività
dell’apparato militare e amministrativo di Chiang Kai-shek. Il governo
statunitense respinse formalmente le
proposte di Wedemeyer, temendo che
un suo intervento diretto e aperto nelle
vicende interne della Cina potesse condurre a un pericoloso confronto con
l’Unione Sovietica in Asia. Ma gli USA
continuarono ad aiutare il regime di
Chiang Kai-shek, anche se il loro aiuto
non poteva più esercitare un’influenza
sull’esito della guerra civile. Nell’ottobre
1947 il governo del Kuomintang dichiarò
fuori legge la Lega democratica e ne
vietò l’attività. Questo passo veniva a
dimostrare una volta di più agli strati
oscillanti degli intellettuali e della piccola
borghesia che il Kuomintang non intendeva affatto rinunciare alla sua politica
reazionaria. Alla Lega democratica e agli
altri gruppi intermedi non rimaneva altra
via che quella di schierarsi con il partito
comunista, accettando le sue proposte
di fronte unico. Nell’autunno 1947,
basandosi sulle vittorie conseguite sui
campi di battaglia, il partito comunista
Mao Tze Tung
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incita l’esercito popolare alla lotta.
iniziò un’attiva offensiva politica. Nella
nuova situazione di generale ascesa rivoluzionaria e di disfacimento del regime
del Kuomintang, il Comitato centrale
del partito comunista pose l’obiettivo di
completare la rivoluzione democraticopopolare. Il programma politico ed
economico del partito nella fase finale
della rivoluzione fu formulato nella dichiarazione dell’esercito popolare di
liberazione della Cina, pubblicata il 10
ottobre 1947. Nella dichiarazione venivano indicati obiettivi generali nazionali e
democratici. Nel campo politico era prevista l’eliminazione del regime dittatoriale marcio di Chiang Kai-shek con mezzi
militari e l’instaurazione di un regime
popolare democratico nel quale sarebbe
garantita al popolo la libertà di stampa, di
parola, di riunione e di organizzazione, la
fine delle concussioni e delle malversazioni, e la creazione di un’amministrazione
onesta e disinteressata; il riconoscimento
del diritto all’autonomia di tutte le
minoranze nazionali; l’annullamento
di tutti i contratti e degli accordi capestro conclusi dal governo di Chiang
Kai-shek e l’avvio di una politica estera
indipendente. Nel campo economico
era prevista la confisca di tutto il grande
capitale monopolistico di Stato (“burocratico”); lo sviluppo dell’industria e del
commercio nazionali; il miglioramento
delle condizioni di vita degli operai e
degli impiegati; assistenza ai colpiti dalle
calamità e a tutti i bisognosi; liquidazione
del sistema agricolo feudale e passaggio
della terra in proprietà dei contadini. La
dichiarazione faceva appello all’unione
di tutte le classi e gli strati oppressi della
popolazione - operai, contadini, soldati,
intellettuali, piccoli commercianti in un
unico fronte nazionale il cui programma
generale sarebbe consistito nelle rivendicazioni avanzate dalla dichiarazione
stessa. Questo programma, per il suo
contenuto economico e sociale, non
usciva dal quadro di una rivoluzione
democratico-borghese e quindi era accettabile anche per la borghesia nazionale. Il
pilastro sociale fondamentale dell’esercito
e la sua base di massa continuavano a
essere rappresentati dai contadini, perciò l’attuazione di una radicale riforma
agraria antifeudale era considerata dalla
direzione del partito comunista come
“la premessa più fondamentale per una
lunga lotta e il conseguimento della vittoria in tutto il paese”. Perciò il Comitato
centrale del partito, contemporaneamente alla dichiarazione dell’esercito
popolare di liberazione, rese di pubblica
ragione i lineamenti generali di una legge
fondiaria per la Cina, elaborati dalla
conferenza agraria pancinese del partito
comunista, che aveva avuto luogo nel
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settembre 1947. In questo documento
si prevedeva la completa liquidazione
delle proprietà degli agrari con la distribuzione egualitaria della terra, in base
al numero dei componenti la famiglia,
soprattutto ai contadini più poveri. Risultato inevitabile di questa ripartizione era
l’esproprio dei contadini ricchi. Grande
importanza politica rivestiva 1’articolo
10 dei lineamenti generali, che prevedeva
la distribuzione delle terre delle famiglie
dei soldati e degli ufficiali dell’esercito
Chou En Lai,
primo Primo ministro
del governo della Repubblica Popolare cinese, numero due del Paese
e grande diplomatico.
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del Kuomintang, dei funzionari del
governo del Kuomintang, dei membri
del Kuomintang e di quanti altri si erano
schierati con il nemico. Con questa
politica il partito comunista attrasse
dalla sua parte una grande quantità di
uomini che erano stati avvelenati dalla
propaganda del Kuomintang, contribuì
a provocare divisioni nell’esercito del
Kuomintang e indebolì il fronte nemico.
Inoltre i traditori e i criminali di guerra,
i responsabili dello scatenamento della
guerra, venivano privati del diritto alla
terra. I lineamenti generali riconoscevano
il diritto allo sfruttamento della terra,
alla sua compravendita e, in determinate
circostanze, anche il diritto di affittarla.
Le proprietà e le imprese degli industriali
e dei commercianti che avevano gestito
le loro aziende con i metodi capitalistici
non erano soggette a confisca, ed erano
tutelate dalla legge. Questa politica era
appoggiata dalla borghesia nazionale, i
cui interessi erano stati lesi dal regime
del Kuomintang. Nel corso delle trasformazioni agrarie nelle campagne si
erano create le unioni dei contadini
poveri che, congiungendo i loro sforzi a
quelli dei contadini medi, avevano fatto
crollare il regime dei grandi proprietari
fondiari. Dal febbraio al maggio 1948 il
Comitato centrale del partito comunista
limitò la distribuzione delle terre alle
sole zone liberate prima dell’offensiva
Mao Tze Tung al Congresso de Partito Comunista Cinese del 1927.
generale dell’esercito popolare di liberazione. Nelle zone di nuova liberazione la
riforma agraria fu rinviata alla fine della
guerra. Contemporaneamente furono
prese decisioni intese a salvaguardare
gli interessi della borghesia nazionale e a
conservare nelle mani degli agrari le loro
imprese industriali e commerciali. Sullo
sviluppo della rivoluzione antifeudale e
antimperialistica, i lineamenti generali,
con le modifiche apportatevi nel 1948,
hanno avuto una grande funzione per
la mobilitazione delle masse contadine
per abbattere il regime del Kuomintang
e instaurare il potere democraticopopolare.
Il Libretto rosso di Mao
viene pubblicato a Pechino
Citazioni dalle Opere del presidente Mao Zedong (毛主席
语录 Pinyin: Máo Zhǔxí Yǔlù), meglio noto come Libretto
Rosso o Il libro delle Guardie Rosse, fu pubblicato la prima
volta nel 1966. Si compone di una antologia di citazioni tratte
dagli scritti e dai discorsi di Mao Zedong. Il titolo “Libretto
Rosso” gli fu dato in occidente a causa del colore della
copertina e dal formato, adatto ad essere infilato in una tasca
superiore della giacca cinese allora maggiormente in uso: la
zhongshanzhuang, cosiddetta “giacca maoista”. In Cina però
questo titolo alternativo non fu mai impiegato.
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