w
w
w
.
s
o
u
n
d
l
i
t
i
LUCIANO LIGABUE
.
DALLA - DE GREGORI
e
t
Poste Italiane spa - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 N.46) art.1 comma 1 Dr. Commerciale Business Pesaro
In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa di restituzione - Spedizione in a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 filiale di Pesaro. Contiene I.P
B I M E S T R A L E _ D E L L ’ I N T R A T T E N I M E N T O _ P R O F E S S I O N A L E
I PROMESSI SPOSI
STADI 2010
WORK IN PROGRESS 2010
SAN SIRO
SETTEMBRE/OTTOBRE 2010 - N˚85
lancer 2500 TOUr
Proiettore seguipersona
Lampada a scarica
MSR 2500W SE G38
IRIS MAX OPEN
8°
IL
O
V
O
NU
11
7
350 Lux
700 Lux
12°
ALPHA 1500
50
la forza istintiva
della luce
IRIS MIN. OPEN
1,7
1
350 Lux
700 Lux
1°
2°
8°
12°
1°
2°
50
IRIS MAX OPEN
11
7
350 Lux
700 Lux
50
IRIS MIN. OPEN
Wash LT
Wash
Costruzione: Corpo in acciaio e alluminio di colore nero e grigio. Alimentatore Separato
Distanza di utilizzo: Consigliato per applicazioni di lunga distanza: da 30 a 70 mt.
Alimentazione: 220/240V 50/60Hz – Assorbimento 15 Amp. (Alimentatore rifasato elettricamente)
Lampada: MSR 2500W - base G38 - 240000 lumen
Regolazione lampada: Dotato di sistema di regolazione della posizione della lampada
Gruppo ottico: Composto di una parabola, una lente condensatore temperata e 2 lenti, fornito con iride a diaframma
Zoom: 1°÷12°
Ventilazione: Forzata tramite due ventole assiali collegate all’alimentazione principale
Cambiacolori: Per cinque colori ad alta resistenza alle temperature + black out. Dotato di ventola a bassa tensione.
Dimmer: Attenuatore della luce meccanico “dimmer” con black out
Contaore: Per il controllo delle ore di lavoro (non ripristinabile)
Sicurezza: Termofusibile 90°C a ripristino manuale, due microinterruttori di sicurezza sotto il pannello per l’accesso alla
lampada, interruttore generale sull’alimentatore separato
Stand-by: L’interruttore per l’accensione della lampada è dotato di una posizione intermedia “di riposo” che riduce la
luminosità della lampada e la tiene pronta quando la massima luminosità è richiesta.
Accessori: Porta gobo, Studio Stand 4, Flight case per Lancer 2500, Flight case per Ballast 2500
Beam
50
Spot HPE
350 Lux
700 Lux
Profile
1,7
1
Alpha 1500, agile e potente, lascia alle sue spalle avversari annichiliti dalla sua superiorità. Guarda
sotto la pelle e scopri perché questa creatura è un capolavoro senza eguali. In Alpha 1500 troverai velocità, silenzio ed una precisione millimetrica ma soprattutto uno zoom incredibile con messa a fuoco
automatica, tanto duttile da passare da 7 a 60 gradi in una frazione di secondo.
Clay Paky. Dal 1976 alla ricerca della luce perfetta.
PROGRAMMI & SISTEMI LUCE • Via Chitarrara, 830 • 47854 Montecolombo (Rimini) • Italy • Tel. +39 0541 985745 • Fax +39 0541 985739
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news
48
News
cognome ....................................................................................................
Clark’s Corner
...........................................................
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Phototour
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numero di
INFORMATIVA PER IL
TRATTAMENTO DEI DATI
PERSONALI AI SENSI
DEL D.LGS. 196/2003
54
tel ..............................................................................................................
fax ..............................................................................................................
60
www ...........................................................................................................
la mia attività .............................................................................................
38
News Aziendali
40
Il personaggio: Massimo Ferranti
42
L’azienda: Studio Due Group
46
Musicultura
48
Heineken Jammin’ Festival 2010
52
Dalla - De Gregori
54
Luciano Ligabue - Stadi 2010
60
on stage
....................................................................................................................
I Promessi Sposi a San Siro
76
Nabucco a Masada
82
Chi c’è in Tour
90
tre aziende che mi conoscono...................................................................
&studi
produzione
ultime tre collaborazioni professionali......................................................
DATA ......................................................
FIRMA ....................................................
cosa manca o cosa cambierei in Sound&Lite............................................
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
settembre/ottobre 2010 - n.85
93
21
99
59
19, IV di cop.
109
12, 13
1
63
29
Drei
Elettronica Montarbo
ETC
Event Management
Exhibo
FBT
Grisby Music
Ianiro
Martin Professional
Midas Consoles Italy
pag.
37
pag.
87
pag.
24, 25
pag.
41
pag.
5
pag. 45, 97, III di cop.
pag.
81
pag.
26, 27
pag.
79
pag.
71
Peroni
pag.
75
PSL
pag.
II di cop.
RCF
pag.
17
Robe Multimedia
pag.
8, 9, 89
RSG
pag.
11
Sisme
pag.
57
Teclumen
pag.
51
Texim
pag.
23
Chi c’è in Studio
92
Black Mirror Studios
94
installazioni
....................................................................................................................
inserzionisti
2
Amarcord
live concert
cell .............................................................................................................
Compilando codesto modulo si autorizza il trattamento dei
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Sound&Co.
Strada della Romagna, 371
61100 - Colombarone (PU)
A&DT
AEB Industriale
All Areas TV
Audio Equipment
Audio Link
Black Mirror Studios
Carisch
Clay Paky
Coemar
DOC Servizi
36
&aziende
in quale categoria vuole essere posizionato su Showbook
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Alfio Morelli, Direttore responsabile
Spettacoli abusivi - 3 e ultima parte
uomini
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disposizione di legge danno facoltà
di accesso, alle pubbliche autorità
competenti e ad operatori del settore in questione. Lei ha possibilità
di accedere liberamente ai suoi
dati per aggiornarli, modificarli o
cancellarli scrivendo al responsabile dell’archivio della società:
34
a
provincia ....................................................................................................
e-mail ........................................................................................................
32
Il Pensatore
cap .............................................................................................................
città ............................................................................................................
30
rubriche
azienda (solo se titolare) ...........................................................................
...........................................................
6
www.soundlite.it
abbonamento
Il Tempio di Horus a Edfu
98
Le Gallerie Multimediali
100
76
prodotti
Per avere i pdf
degli articoli di questo
numero, vai sul sito
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e clicca sulla copertina
MAC 350 Entour
102
UltraLite - mk3 Hybrid MOTU
104
tecnologia
Lo studio moderno - 5a parte
106
Basta la Parola - 1a parte 110
82
www.soundlite.it
3
note editoriali
Direttore responsabile
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[email protected]
colophon
Direttore artistico
Pepi Morgia
Caporedattore
Giancarlo Messina:
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Consulenza tecnica
Michele Viola:
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Redazione
Douglas B. Cole:
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Grafica ed impaginazione
Liana Fabbri:
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In copertina:
Claudio Maioli
Hanno collaborato:
Livio Argentini, Carlo Carbone, Pino Chiodo, Mike Clark, Claudio Malavasi, Marco Martellini,
Giulia Morelli, Louise Stickland.
Amministrazione
Patrizia Verbeni:
[email protected]
Stampa
Pazzini Editore
Direzione, Redazione e Pubblicità:
Strada della Romagna, 371
61100 Colombarone – PU
Telefono 0721/209079
fax 0721/209081
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Aut. Trib. di Pesaro n. 402 del 20/07/95
Iscrizione nel ROC n.5450 del 01/07/98
9.000 copie in spedizione a:
agenzie di spettacolo, service audio - luci - video,
produzioni cinematografiche, produzioni video,
artisti, gruppi musicali, studi di registrazione
sonora, discoteche, locali notturni, negozi di
strumenti musicali, teatri, costruttori, fiere,
palasport...
Sound&Lite n. 85
settembre /ottobre 2010
La rivista Sound&Lite e il relativo supplemento,
Show Book, contengono materiale protetto da
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da parte della suddetta, l’applicazione di tutti i
provvedimenti previsti dalla normativa vigente.
Questo periodico è associato alla
Unione Stampa Periodica Italiana.
4
settembre/ottobre 2010 - n.85
di Giancarlo Messina
[email protected]
Cari lettori,
sarebbero diverse le cose di cui vorrei parlare con voi, ma
il pochissimo spazio dell’editoriale mi consente solo di
lanciare qualche argomento.
Il primo riguarda una sostituzione piuttosto clamorosa
dietro una console importante, cioè quella di Eros
Ramazzotti. Infatti il fonico Jon Lemon, personaggio di
caratura internazionale, ha ceduto il suo posto al nostro
Andrea Corsellini, già al timone dei concerti di Vasco
Rossi e Tiziano Ferro. Non sappiamo se Jon abbia deciso
di lasciare il tour per altri impegni o per arcani motivi, ma
certo la notizia di un italiano dietro l’audio di uno dei nostri
artisti più conosciuti all’estero ci ha fatto piacere. Non
abbiamo ancora sentito Andrea mixare questo concerto
– ci riferiscono di ottimi risultati – ma siamo certi che il
nuovo sound niente avrà da invidiare al precedente, anzi.
Crediamo certo che in un mercato così globalizzato sia
normale rivolgersi a professionisti stranieri, ma siamo
anche del tutto convinti che a volte la ricerca del grande
nome internazionale sia più funzionale alla bellezza dei
credits che non a quella del risultato. “Fu vera gloria?”
diceva il Manzoni... però anche lui non si sbilanciava e la
lapalissiana risposta la lasciava ai posteri.
Altro argomento il nuovo impianto K1 L‑Acoustics: mena
di brutto! Sono passati dieci anni dal V‑Dosc, che pure ha
segnato un’epoca, e lo step compiuto dall’azienda francese
è davvero una nuova sfida per i concorrenti.
Usate strutture in alluminio per i vostri concerti? Bene,
sappiate che siete fuorilegge e che alla prossima data la
commissione potrebbe non farvi fare lo spettacolo. Non è
uno scherzo. Provate a leggere cosa scrive a proposito il
nostro “Pensatore”.
E poi ci sarebbe da parlare degli eventi estivi, “I Promessi
sposi” a San Siro, il gran bel ritorno di Liga negli stadi, la
reunion Dalla-De Gregori, i cammelli porta flightcase nel
deserto del Mar Morto... ma siamo già alla fine.
Insomma, non avete altra scelta che leggervi la rivista.
news
Novità
dal mondo
Rosco Laboratories MyGobo 2.0
E:Cue Lighting Control Engine
MyGobo permette ad utenti iPhone,
iPad ed iPod Touch di visualizzare,
esaminare e scegliere dal catalogo
Rosco oltre 2300 gobo in acciaio o in
vetro. L’applicazione offre inoltre la
possibilità di raggruppare i prodotti
preferiti, di confrontare un prodotto
fianco a fianco con un altro, di
visualizzarli in rotazione e di mandare
liste di prodotti scelti direttamente
tramite e-mail.
E:Cue presenta il nuovo LCE Lighting Control Engine,
un server ad alte prestazioni con installata la suite
software E:Cue, progettato per gestire progetti di
illuminazione fino a 65.536 canali DMX. È progettato
per coordinare tutti gli apparecchi e i proiettori
in un unico progetto di illuminazione. Essendo in
grado di generare segnali in uscita in protocolli DMX
e RDM, e:net, ArtNet e KiNet e avendo la capacità
di integrare audio, video e triggering esterno,
LCE è una soluzione completa per progetti anche
molto complessi. Un monitor XGA touchscreen
incorporato permette controllo e monitoraggio con
varie interfacce personalizzabili, mentre un software
basato su browser web permette il controllo remoto
dello show o installazione tramite LAN. LCE incorpora
l’intera suite di software E:Cue, e si basa sul sistema
operativo Windows 7 Ultimate. Monta due dischi
rigidi RAID1 interni da 250 gigabyte e dispone di due
uscite DMX su XLR5, due RS232 su D‑Sub9, MIDI, DVI
ed audio. Offre ingressi video, DMX, RS232, MIDI e 16
contatti a chiusura.
info Rosco: www.rosco.com
DELL’INTRATTENIMENTO PROFESSIONALE
Electro-Voice EV-Innovation
Electro-Voice annuncia diversi nuovi modelli di diffusori
della serie EV‑Innovation.
Alla linea EVA vengono aggiunti due nuovi subwoofer:
EVA1151D, che incorpora un singolo trasduttore
DVX3159A da 15” con potenza applicabile di 500 W
continui e 2000 W di picco, ed il nuovo EVA2151D, che
monta due di questi woofer.
Nelle linea EVF arrivano EVF1122D e EVF1152D,
rispettivamente con woofer da 12” e da 15”. Montano
i nuovi woofer DVX da 500 W continui applicabili ed
il nuovo driver a compressione DH7N con magnete
al neodimio e diaframma da 3”. Questi modelli sono
disponibili con trombe rotabili con sette diversi schemi di
dispersione, da 40°x30° a 60°x120°.
Fanno parte sempre della linea EVF anche due nuovi
diffusori per basse frequenze: EVF2121S con due woofer
da 12”, pilotato da 800W continui e in grado di sviluppare
129 dB SPL, ed EVF2151D che monta due woofer da 15”,
capace di una risposta che si estende in basso fino a 43 Hz
ed in grado di sviluppare 131 dB quando pilotato da
1000 W continui.
Alla linea EVH si aggiunge invece il nuovo diffusore fullrange EVH1152D, con un woofer da 15”. Anche questo
incorpora il driver a compressione DH7N in configurazione
coassiale. Questa cassa è disponibile con sei diversi schemi
di dispersione, da 40°x30° a 90°x90° con controllo di
direttività fino a 500 Hz.
info Texim: tel 0362 923811; www.texim.it
info Audio Link: tel. 0521 648723; www.litelink.it
Martin MAC 2000 Beam
Martin annuncia la
disponibilità di un kit
opzionale per trasformare
qualsiasi MAC 2000 Wash o
MAC 2000 Wash XB in versione
Beam. Secondo il costruttore,
il kit si installa in meno di
cinque minuti ed è altrettanto
facile e rapida la ri-conversione
in uno standard wash. La
versione Beam mantiene le
caratteristiche della versione
wash per quanto riguarda la
miscelazione di colore, CTO
variabile, la ruota colori, i
gobo, dimming lineare, lo
strobo e lo zoom 1:3.
info Martin Professional:
tel. 035 3690911; www.martin.it
6
settembre/ottobre 2010 - n.85
Edirol MVS‑12
Roland Systems Group presenta il nuovo Edirol MVS‑12, un multi-viewer/switcher in grado di
raggruppare e visualizzare fino a 12 segnali video in SD su un unico monitor HD o RGB. Va
ad aggiungere un ulteriore tassello alla linea di mixer video SD Edirol, tra i quali i già noti
V‑440HD, LVS‑800 e V‑8. Il nuovo MVS‑12 si adatta ad applicazioni che
richiedono la visualizzazione immediata di più anteprime provenienti
da differenti sorgenti video, ad esempio multimonitoring in regie TV,
controllo di telecamere in sistemi di sicurezza, espansione di input SD
per il mixer V‑1600 o sistemi di multivisione per centri commerciali o
centri congressuali.
MVS‑12 assegna fino a 12 sorgenti video SD ad un unico display. Ha
anche uno switcher a matrice integrato che consente di indirizzare i 12
ingressi video a quattro differenti uscite, come stanze separate, schermi
differenti, o a sistemi di webstreaming per trasmissioni in diretta.
Dispone di 12 ingressi video composito (SD), uscite multiviewer HDMI ed RGB e quattro impostazioni di multiviewer (divisione dello schermo in 4, 9, 10 e 12). Si possono
controllare le impostazioni delle sorgenti attraverso un mouse
collegato; l’unità può essere controllata da remoto tramite
Ethernet, RS-232C o MIDI.
info Roland Systems Group Italy: tel. 011 19710332; www.rolandsystemsgroup.net
www.soundlite.it
7
news
Robe Light4ce
i-Pix BB 2x2
Master Audio serie Xcellence
Midas Digital Snakes
Robe propone la nuova serie Light4ce,
tre nuovi proiettori a LED progettati
per integrare o sostituire PAR
convenzionali in ogni applicazione.
Ognuno di questi proiettori è
disponibile in versioni RGB ed RGBW
e con quattro modalità operative:
attivazione tramite suono, controllo
Macro, operazione automatica o
controllo tramite 1, 2, 3 o 7 canali
DMX. I proiettori incorporano alimentatori di rete universali
e le sorgenti luminose vantano una vita media funzionale di
50.000 ore.
LEDForce 7 incorpora sette LED RGB da 3 W o sette LED
RGBW da 5 W e viene fornito con una lente da 10° o una
lente opzionale da 25°.
LEDForce 18 utilizza 18 LED RGB da 3 W o 18 LED RGBW da
5 W e monta di fabbrica una lente da 25°.
Un kit opzionale è disponibile per la conversione ad una
dispersione stretta da 10°.
LEDForce 18eXterior è una versione del LEDForce 18 costruita
con grado di protezione IP65 per l’utilizzo esterno.
BB 2x2 è l’ultimo modello
aggiunto alla linea di proiettori
a LED dell’inglese i-Pix.
Si tratta di un proiettore
composto da quattro celle
LED, ognuna con lenti
intercambiabili. Con una
corrente massima richiesta
di solo mezzo ampère,
BB 2x2 è una scelta
molto efficiente per la
sostituzione di proiettori al
tungsteno. Come BB2 e BB1,
BB 2x2 è predisposto per
l’alimentazione a batterie
e contiene sia il proprio
light engine sia le relative
interfacce DMX ed RDM. Le
lenti disponibili per BB 2x2
sono da 10°, 20°, 35° e 45°.
È disponibile il nuovo diffusore
autoamplificato X15LT della Master
Audio, serie Xcellence, abbinato al
subwoofer attivo X-18W.
X-15LT incorpora un woofer da 15” al
neodimio con bobina da 4” e doppio
spider, ed un driver a compressione con
diaframma in titanio e bobina da 3”,
abbinato ad una tromba a direttività
costante 60° x 50° ruotabile. Vanta
una risposta in frequenza da 42 Hz
a 19 kHz ed una pressione sonora
massima di 131 dB SPL. Incorpora
un’amplificazione da 1000 W continui
in classe D per la sezione bassi e 500 W
per la sezione alti.
Ha un DSP interno da 48 bit con
filtro a 28 bit. Include equalizzatori
parametrici, crossover, delay,
controllo del guadagno e limiter. Il
DSP può essere regolato utilizzando
lo schermo LCD ed i controlli
incorporati e/o tramite collegamento
con PC via Ethernet.
Il subwoofer abbinabile X-18W,
invece, monta un trasduttore da
18” al neodimio con
bobina da 4”, con
amplificazione in
classe D interna da
1500 W continui.
Ha una risposta
in frequenza da
30 Hz a 140 Hz e
può emettere fino a
128 dB SPL.
Seguendo il successo della tecnologia
di audio networking sviluppata per le
console digitali Midas XL8 e Pro6, Midas
ha creato una gamma completa di
trasporti digitali stand-alone e prodotti
per la distribuzione audio.
La gamma include modelli per qualsiasi
applicazione e dimensione, caratterizzati
da preamplificatori Midas a controllo
remoto, minima latenza e perfetto
sincronismo in fase della rete. I sistemi
variano da soluzioni con 16 ingressi ed 8
uscite fisse fino a 64 ingressi e 64 uscite,
con la possibilità di estendere il trasporto fino a 3 km su fibra ottica.
I quattro dispositivi diversi comprendono lo splitter a cinque vie analogico/
digitale DL431 che offre 24 ingressi con tre circuiti di preamplificazione
indipendenti e separati.
I moduli di ingresso e uscita DL351 a 64 canali e DL451 a 24 canali permettono
una configurazione flessibile grazie a cinque diverse opzioni di schede in/out,
tra cui ingressi microfonici, ingressi e uscite di linea su XLR, TRS o D‑Sub, e
connessioni digitali AES3 con sample rate converter e impostazioni di clock
indipendenti su ciascuna coppia.
I nuovi moduli DL251 e DL252 sono rispettivamente caratterizzati da una
configurazione fissa a 48 ingressi / 16 uscite e 48 uscite / 16 ingressi, ad un
prezzo conveniente. Ovviamente i sistemi si gestiscono da una console Midas
XL8 o PRO, mentre in uso stand-alone il controllo remoto dei preamplificatori è
reso possibile da un software dedicato per PC.
Tutti i sistemi sono connessi con cavi standard CAT5e, per tratte entro i 100 m,
che trasportano l’audio multicanale in formato AES50 e i dati di controllo.
Con l’aggiunta del nuovi network bridge Klark Teknik DN9650, i sistemi
si possono utilizzare con console digitali che usano altri protocolli audio,
rimanendo sempre nel dominio digitale.
info i-Pix: www.i-pix.uk.com
info Robe Multimedia: tel. 0541 833103; www.robemultimedia.it
Crown ComTech DriveCore
Crown presenta la nuova serie di amplificatori ComTech,
dedicati alle installazioni fisse. I quattro modelli Comtech
Drivecore dispongono di 4 o 8 canali, da 75 o 150 W
continui ciascuno, tutti alloggiati in chassis da una singola
unità rack e di peso inferiore ai 5 kg. Gli amplificatori
incorporano la tecnologia Crown
DriveCore che promette un’efficienza
superiore al 90% senza raffreddamento
forzato, circuiti di protezione e
antilarsen ed un rapporto segnale/
rumore di 110 dB.
info Vtf Audio
Professionale:
tel. 0863 441511;
www.master‑audio.it
J_Vista_right_DEF2.pdf
8-04-2009
info Audio Equipment: tel. 039 212221;
www.audioequipment.it
J_Vista_left_DEF2.pdf
8-04-2009
19:37:05
info Midas Consoles Italy: tel. 0362 923811; www.midasconsoles.it
19:38:15
C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
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8
settembre/ottobre 2010 - n.85
www.soundlite.it
9
news
Nuovo Mixer Potente e Compatto
TiMax Tracker e Carmen all’O2
Quando Raymond Gubbay ha portato l’opera lirica di
Bizet Carmen all’enorme arena O2 di Londra per la prima
volta, è stato impiegato il TiMax della Out Board per
gestire l’audio, come si usa già da dieci anni alla Royal
Albert Hall per le altre produzioni di Gubbay. Per una
performance di queste dimensioni, è stato considerato
particolarmente importante che il pubblico riuscisse a
localizzare gli interpreti individuali, così da poter capire il
libretto rigorosamente tradotto
in inglese.
Il sound design è stato
affidato a Bobby Aitken che
ha consultato Robin Whittaker
di Out Board su come si
potevano appropriatamente
scalare gli impianti solitamente
impiegati alla Royal Albert
Hall per il rinforzo sonoro.
Chris Ekers ha occupato il
ruolo di system engineer
e PA manager, mentre Jim
Douglas di Autograph ha
gestito l’installazione del
sistema. Il fonico FoH era Paul
Stannering.
È stato utilizzato TiMax Tracker
impiegando sei sensori TT Sensor montati sulle ringhiere
dei balconi sopra gli sky box. Il palco rialzato a forma di
“S” ed i prosceni abbassati erano divisi in 36 zone. Tracker
ha utilizzato la localizzazione degli interpreti in queste
zone per controllare i tempi di ritardo di una matrice di 48
canali in un processore TiMax SoundHub.
Dodici interpreti principali e due membri del coro
indossavano i TT Tag che trasmettono degli impulsi di
microonde a banda ultra larga. Questi permettono ai
sensori di localizzarli in tre dimensioni con un’accuratezza
di 15 cm a 100 m di distanza, utilizzando un’analisi ibrida
di angolo d’arrivo e di differenza temporale d’arrivo.
Il sistema di diffusione sonora comprendeva trenta
array di Meyer UPJ, disposti in coppie adiacenti su
supporti alti 1 m intorno al palco. Sono stati disposti in
coppie intersecantesi per coprire tutti i posti a sedere
nell’anello più basso, massimizzando così l’effetto della
localizzazione.
Gli anelli più alti sono stati coperti da dodici line array
indipendenti Meyer, disposti in modo radiale ed anch’essi
focalizzati costantemente dal sistema TiMax sulle zone di
localizzazione del palco.
Un sistema stereo separato è stato inoltre sospeso sopra
la Royal Philharmonic Orchestra, posizionata a 2/3 della
profondità del palco, per mantenere fedele la sincronia
musicale.
Questa produzione di Carmen è stata la prima ad
utilizzare il sistema Tracker su un’area così ampia, e sia i
TT Tag che i sensori si sono dimostrati perfettamente in
grado di gestire la situazione.
Una consolle innovativa che trova spazio ovunque
Facile da usare e dal sound Incredibile
Scheda MADI
per Sistemi Venue
Avid annuncia la disponibilità
di una nuova scheda MADI
per i sistemi Venue D‑Show,
Profile e Mix Rack. Permette
a questi sistemi di integrarsi
direttamente in reti MADI 56
o 64 canali, a 24 bit e 48 kHz,
tramite cavo o fibra ottica.
La nuova versione 2.8.5 del
software Venue D‑Show
supporta la scheda e dispone
di due modalità di utilizzo:
MADI input e MADI virtual
soundcheck, che permettono
all’utente di commutare tra gli
ingressi dal palco e gli ingressi
MADI per il virtual soundcheck
senza re-patch.
info Audio Sales: tel. 0521 690290;
www.audiosales.it
info Avid Italy: tel. 02 5778971;
www.avid.it
E:Cue VMC
Il Video Micro Converter è un
apparecchio compatto che
converte segnali video DVI
verso segnali DMX o e:pix
per il controllo di sistemi a
LED. Un singolo VMC gestisce
segnali video fino a 4096
pixel, ed unità multiple si
possono collegare in cascata
per la conversione di segnali
DVI in controllo di impianti
LED fino ad un milione di
pixel, con un sistema molto
flessibile di pixel mapping.
Esistono due versioni di
VMC, una che converte DVI
in protocollo DMX o ePix ed
una che esce solamente in
DMX512.
All-in-One
Elevata qualità
Espandibilità
engine e trasmissione audio di qualità superiore.
8 In/Out a bordo e 2 porte REAC consentono la connessione di
stage box remoti, personal monitors e recording system multitraccia.
info Audio Link:
tel. 0521 648723;
www.litelink.it
STAGE UNIT
REAC
MERGE UNIT
TiMax e TiMax Tracker sono distribuiti in Italia da Audio Link:
tel. 0521 648723; www.audiolink.it
REAC OPTICAL
CONVERTER
LIVE PERSONAL MIXER
8×8 I/O UNIT
10
NEW
32 canali, uscite L/C/R, 8 Aux, 4 Matrici, 4 DCA, 4 Mute groups,
FOH UNIT
40CH I/O MODULAR RACK
SPLITTER & POWER DISTRIBUTOR
NEW
REAC MADI BRIDGE
REAC CABLE (100M) WITH REEL
settembre/ottobre 2010 - n.85
www.rsgemea.com
news
Studer Vista 9
Robert Juliat Aledin
Tascam HS-P82
La nuova Vista 9, della svizzera Studer, è una
console digitale per applicazioni broadcast,
produzione, teatro ed installazioni fisse che
aggiunge nuove funzionalità ed estende
ancora più in alto la gamma Vista.
Vista 9 completa l’interfaccia di controllo
touch-screen Vistonics degli altri sistemi
Vista con nuovi pannelli TFT wide-screen per
il metering. La parte superiore degli schermi
mostra i canali (da segnali mono a surround
7.1), mentre sulla porzione inferiore è
possibile visualizzare l’assegnazione ai bus o
l’immagine della composizione surround. In
alternativa, una modalità “History” registra
eventi come saturazioni nel percorso di ogni
canale e li evidenzia in rosso nella visualizzazione della forma d’onda di ogni canale fino a
30 secondi dopo che si sono verificati.
Ogni schermo touch-sensitive TFT ad alta risoluzione mostra 10 channel strip, con codificatori
rotativi e selettori montati in modo ergonomico direttamente sotto lo schermo. Lo schermo
del Control Bay può essere configurato per mostrare
fino a 40 meter alla volta, con qualsiasi combinazione di
canali in ingresso e bus in uscita.
La funzionalità “Faderglow”, già vista nelle console
della Soundcraft, fornisce all’operatore una verifica
istantanea dello stato di ciascun fader, illuminandolo
con uno di otto colori per indicare la funzionalità
assegnatagli. La superficie di controllo è liberamente
configurabile con i canali d’ingresso o master in qualsiasi
punto, secondo le esigenze del singolo utente.
Vista 9 include una doppia unità di alimentazione, un
doppio sistema di controllo ed un sistema di rete con
ridondanza per assicurare la comunicazione con il DSP
centrale. La tecnologia di rete Relink permette inoltre
a Vista 9 di integrarsi con le altre console e router delle
serie Vista e OnAir.
Aledin si basa sul sagomatore
serie 600SX di Robert Juliat, di cui
mantiene le caratteristiche tipiche di
ottica e di prestazione. Utilizza una
sorgente LED da 85 W, con una vita
operativa nominale di 50.000 ore,
che consente di risparmiare sui costi
di manutenzione e allestire eventi in
tutti i luoghi con forniture elettriche
limitate, collegando fino a 30 Aledin
su un singolo circuito da 16 A. Due
temperature colore sono disponibili:
3500 K, a 3000 lm, e 5800 K a
4500 lm. L’alimentazione include un
cassetto di ventilazione silenzioso, il
dimmer è incorporato e si controlla
in modo manuale o tramite uno o
due canali DMX e la temperatura
colore rimane costante durante la
regolazione dell’intensità.
Aledin utilizza un sistema a doppio
condensatore ottico, include otto
coltelli di sagomatura con sistema di
bloccaggio ed incorpora una doppia
slitta portagobo (per vetro, metallo e
plastica) e iris. Tre diversi zoom sono
disponibili: 28°÷54°, 16°÷35° e 11°÷26°.
Il nuovo Tascam HS‑P82
permette di effettuare
registrazioni audio in
digitale di alta qualità
da otto sorgenti
microfoniche su memoria
a stato solido. Il suo
impiego è decisamente
rivolto a cinema, TV e
produzioni on location.
Gli ingressi microfonici su XLR offrono alimentazione phantom e
limitatore analogico, con minuscoli controlli trim sul frontale in
posizione retrocessa.
Oltre alle otto tracce individuali è possibile registrare anche un
mixdown in stereo per l’impiego istantaneo durante l’editing.
L’audio viene registrato in formato WAV a fino 192 kHz/24 bit su
una coppia di schede Compact Flash. HS‑P82 è in grado di registrare
su entrambe le schede simultaneamente per ulteriore sicurezza. I
file registrati in formato Broadcast WAV comprendono metadati
iXML per una velocissima importazione in quasi tutti i sistemi di
editing video o audio, tramite la porta USB 2.0 sul registratore
oppure mediante un normale lettore di schede.
L’alimentazione di HS‑P82 propone grande versatilità, visto che
prevede differenti opzioni come semplici batterie AA, oppure
batterie NP, oppure un alimentatore di rete, un ingresso esterno DC
oppure un adattatore V‑mount per batterie Endura.
Dispone inoltre di un microfono interno utile per denominare le
singole inquadrature.
Altre funzionalità utili sono un buffer pre-registrazione da
5 secondi, il blocco dei comandi impostabile dal frontale e un
segnale di allerta via cuffia.
Fornisce un set di ingressi AES/EBU che consente di collegare
preamplificatori e convertitori A/D esterni.
Sono previsti anche uscita e ingresso con timecode SMPTE per video
e word sync. Tutti i controlli sono azionabili dal frontale, grazie ad
una interfaccia touch-screen a colori.
info Molpass: 051 6874711;
www.molpass.it
info A&DT: tel. 039 216921; www.adtweb.it
info Exhibo: tel. 039 49841; www.exhibo.it
1 REVOLUTION, 4 SOLUTIONS
4Array rivoluziona l’approccio al Line Array.
Un solo modulo, compatto e leggero, 4 possibili utilizzi:
Array verticale, Stage Monitor, SideFill o Cluster.
Caratterizzato da un suono brillante e velocissimo,
con dinamica e risposta ai transienti mozzafiato, 4Array
non necessita di SubWoofers per le applicazioni vocali.
E’ la soluzione più moderna e versatile per le vostre esigenze
di amplificazione: un sistema da 4 moduli genera 136dB di
SPL massima e si installa in meno di 2 minuti!
12
settembre/ottobre 2010 - n.85
Dati riferiti ad un solo modulo
Risposta in 70Hz-20KHz
Dispersione 100x15°
frequenza (+/3db)
(HxV)
Potenza 240W prog
Impedenza 16 Ohm
480 peak
nominale
SPL 121db prog
Connessioni 2 x Speakon
124db peak
di ingresso
Sensibilità 97dB SPL
Finitura Vernice nera
(1W/1m)
antigraffio
Componenti 4x5” Custom
Dimensioni 220 mm
MidWoofer
(LxAxP) 500 mm
4x1” Driver a
250 mm
compressione
Peso netto 11kg
SWAN 12A MONITOR MULTIUSO ULTRALEGGERO
Woofer da 12” con bobina mobile da 2,5”
Driver a compressione coassiale da 1,44”
Amplificatore digitale da 300+50 watt RMS
Presets per Stage Monitor/FoH
MAX SPL 130 dB
PESO 16,50 kg
Carisch S.p.A. | Monsound Division
Via Canova, 55 | 20020 Lainate (Milano) | Italia
Tel: +39 02 939972500 | Fax +39 02 939972501
www.monsound.it | www.m1750.com
www.soundlite.it
FOUR BRANDS ONE GOAL
13
news
Klark Teknik DN9650 e DN9652
QSC Serie CMX
Lexicon PCM92
Klark Teknik annuncia due nuovi convertitori di formato
che finalmente rendono compatibile il protocollo AES50
con altri protocolli di trasporto di audio multicanale.
DN9650 network bridge permette infatti alle interfacce
AES50 dei sistemi di mixaggio digitale XL8 e PRO ed al
registratore DN9696 di collegarsi alle reti audio multicanale
di altri costruttori. I protocolli supportati sono MADI,
Audinate Dante, Aviom A‑net, Cirrus Logic Cobranet
e Digigram EtherSound, che utilizzano moduli di rete
prodotti da Lab X Technologies, Audinate e Cirrus Logic.
DN9652, invece, sostituisce l’interfaccia AES50 del DN9650
con uno slot per un secondo modulo di rete. Questo crea
un prodotto in grado di convertire tra diversi formati di
audio digitale, ad esempio da MADI a Dante o da Cobranet
a Ethersound.
Entrambi i modelli dispongono di 144 canali di conversione
con velocità di campionamento e sincronizzazione
indipendente per le due interfacce con Black Burst, Word
Clock ed AES3. La configurazione minima del sistema è
semplice da effettuare tramite un’interfaccia Ethernet
incorporata nell’unità ed un comune browser web.
La californiana QSC propone la serie
CMX, una nuova linea di amplificatori
progettati per rispondere alle
esigenze degli integratori di
sistemi. Tutti i modelli della serie
incorporano trasformatori toroidali
ad alta corrente e filtraggio capaci di
assicurare riserve d’energia generose,
così da garantire la capacità di
erogare transienti ad alto livello
anche su carichi da 2 ohm.
La serie comprende quattro modelli:
CMX 300V, CMX 500V e CMX 800V
alloggiati in chassis da 2 unità rack,
CMX 2000V alloggiato in chassis da
3 unità. Tutti i modelli sono dotati
anche di uscite a tensione costante
per sistemi di audio distribuito a
tensione costante 70 V o 100 V, solo
in modalità bridged mono per i due
modelli più piccoli ed in mono o
stereo per i modelli più potenti.
CMX 300V e CMX 500V impiegano
stadi d’uscita in classe AB. CMX 300V
è in grado di erogare 430 W (EIA
1 kHz, 1% THD) su 2 ohm per canale
in modalità bi-canale, 830 W su
4 ohm in modalità bridged, e 600 W
su una linea a 70 V. CMX 500V può
erogare 700 W su 2 ohm per canale
in modalità bi-canale, 1400 W su
4 ohm in modalità bridged, 1200 W
su una linea a 70 V e 600 W su una
linea a 100 V.
I modelli CMX 800V e CMX 2000V
utilizzano stadi finali in classe H,
rispettivamente con commutazione a
due passi e a tre passi. CMX 800V può
erogare 1200 W su 2 ohm o 400 W su
linee a 70 V per canale, in modalità
stereo, o 2400 W su 4 ohm, 2000 W
su linea a 70 V o 2300 W su linea a
100 V in bridged mono. CMX 2000V,
invece, è in grado di erogare 2500 W
su 2 ohm, 2500 W su linee a 70 V o
1000 W su linee a 100 V per canale in
modalità stereo, o 5000 W su 4 ohm
o su linea a 70 V, o 3600 W su linea a
100 V in modalità bridged.
Lexicon PCM92 è un processore di effetti stereo digitale.
Dispone di 28 algoritmi, nuovi e classici, di riverbero, delay ed effetti
di modulazione Lexicon. Fornisce oltre 700 preset, inclusi alcuni dei
classici della libreria di suoni Lexicon. PCM92 offre maggiori possibilità
rispetto ai riverberi tradizionali, grazie all’utilizzo dei filtri multimodo nel
percorso audio: questo consente una definizione del riverbero più esatta
ed accurata, pur mantenendo il suono Lexicon. Su tutti i riverberi si può
impostare il parametro “Infinite”, che permette al riverbero di continuare
la sua corsa all’infinito, per creare sonorità inusuali ed effetti particolari.
L’algoritmo Room di Lexicon offre una flessibilità maggiore rispetto
ai riverberi a convoluzione. Nello specifico, le riflessioni possono
essere facilmente selezionate, dimensionate ed equalizzate, tutto
contemporaneamente al passaggio dell’audio. Possono essere invertite
o combinate con un riverbero tradizionale per estendere il tempo di
decadimento oppure per aggiungere “liveness” spaziale.
PCM92 offre due ingressi e due uscite bilanciati su XLR o su jack da
6,3 mm o due canali AES/EBU in ingresso ed in uscita. Altre interfacce
includono MIDI in-out-thru, Ethernet, Word Clock e due connessioni per
controlli a pedale. È completamente configurabile e controllabile via PC
con HiQnet™ System Architect™. Offre conversione AD/DA a 24 bit fino
a 96 kHz, e l’elaborazione interna è a 32‑bit in virgola mobile.
Dispone di un display OLED ad alta risoluzione per una facile lettura in
qualsiasi condizione di illuminazione.
info Midas Consoles Italy: tel. 0362 923811;
www.midasconsoles.it
Void Audio Trinity X
subwoofer
Sviluppato come componente
sub-bass per il prossimo
sistema line array Trinity,
Trinity X ha un volume
nominale intorno ai 400 litri,
con i trasduttori caricati a
tromba. Incorpora cinque
diverse camere risonanti
all’interno: due collegano
la doppia tromba ed altre
tre comunicano tramite una
serie di condotti accordati
ed estendono in basso la
risposta in frequenza fino
ai 30 Hz. Trinity X ha una
potenza massima applicabile
di 1500 W continui ed è in
grado di sviluppare fino a
139 dB SPL di picco.
info MPI Electronic:
tel. 02 9361101;
www.djpoint.net
Verse X:SIDER
Verse Audio presenta il nuovo sistema completo di
diffusione audio X:Sider.
X:SIDER 15 è il satellite del sistema ed è stato
progettato per formare un array orizzontale appeso
o un array in appoggio, dove la copertura è definita
in modo preciso dal numero dei satelliti utilizzati.
X:SIDER 15 incorpora un woofer da 15” con bobina
da 4” e magnete al neodimio, ed un tweeter con
uscita da 1,5” con diaframma in titanio e
bobina da 3”. Il diffusore ha una banda passante da 57 Hz a 18 kHz, può sviluppare una
pressione sonora di 128 dB continui e 134 dB di picco, ed ha una dispersione nativa di
60° x 40°. È possibile assemblare due o tre satelliti per ottenere una copertura orizzontale
rispettivamente di 76° o 116°.
X:SUB 218 è l’elemento subwoofer del sistema. Monta due trasduttori da 18” con
magnete al neodimio e bobina da 4” in configurazione bass reflex. Ha una risposta
in frequenza che si estende in basso fino a 35 Hz ed è in grado di sviluppare 138 dB
continui e 144 dB di picco. Per agevolarne il trasporto è dotato di carrello sganciabile.
X:SIDER 15AMP è stato progettato espressamente per pilotare i satelliti X:SIDER 15.
È un amplificatore in classe D, con processore DSP incorporato, capace di erogare
2 x 1050 W su 8 ohm. È contenuto in un modulo rack di mezza larghezza.
X:SUB 218AMP, invece, è stato ovviamente progettato per pilotare l’X:SUB 218. Si
tratta di un amplificatore in classe D, con processore DSP, capace di erogare 3400 W su
8 ohm. Dotato di interfaccia RS485, il processore all’interno di questi amplificatori può essere
controllato da remoto dal software disponibile per tutta la linea di prodotti VERSE.
info Verse: tel. 0541 981700; www.verseaudio.com
14
settembre/ottobre 2010 - n.85
info Audio Link: tel. 0521 648723;
www.audiolink.it
info Audio Equipment: tel. 039 212221; www.audioequipment.it
EAW NTS250 subwoofer
NTS250 è un subwoofer autoamplificato progettato per l’utilizzo
combinato con il line array compatto NTL720, ma che si adatta all’uso
con qualsiasi sistema EAW o di altri costruttori. Compatto e leggero,
incorpora due trasduttori da 15” ad alta efficienza con magneti al
neodimio ed un modulo d’amplificazione da 2000 W in classe D, grazie
ai quali è in grado di sviluppare una pressione sonora di 135 dB di
picco (calcolato, in spazio intero). L’elettronica a bordo include un
sistema di ottimizzazione DSP basato su un processore Sharc da 32 bit
e 50 Mflops, con codifica a 48 kHz e 24 bit. Il processore a bordo, oltre
a mettere a disposizione dell’utente 190 bande di equalizzazione
parametrico, 1200 ms di delay e ±15 dB di controllo del livello, permette
l’impostazione di sistemi di due unità in configurazione cardioide o
ipercardioide premendo un singolo pulsante. NTS250 supporta segnale
analogico o AES/EBU in ingresso, ed è il primo subwoofer di EAW che
supporta il network che
offre l’accesso alle funzioni
di monitoraggio, controllo
e allineamento del sistema.
L’hardware fornito
permette di sospendere
NTS250 in array e, con
l’aggiunta di hardware
opzionale, anche la
sospensione sotto l’array.
info Exhibo: tel. 039 49841;
www.exhibo.it
www.soundlite.it
15
news
Martin Maxedia 4.2
Mackie SRM1801
Martin Professional annuncia il rilascio di Maxedia 4.2, un
balzo in avanti nello sviluppo dei media server Martin.
In questa nuova versione del software, sono incluse oltre
40 nuove funzioni: dal motore di ingresso video a
latenza ultra-bassa alla nuova interfaccia utente
con controlli avanzati.
È stata implementata una serie di controlli
potenziati per accelerare il flusso di lavoro e
creare una migliore esperienza in Maxedia, infatti
la nuova interfaccia utente comprende un nuovo
schema di colori per facilitare le lunghe ore di
programmazione al buio.
Maxedia 4.2 è ottimizzato per lavorare con la
nuova scheda di acquisizione Maxedia MCC ed
abbinato a Maxedia Compact RM consente 20 layer.
Tra gli aggiornamenti più importanti segnaliamo gli
ingressi HD. Con il rilascio della scheda di acquisizione
MCC, infatti, Maxedia 4.2 è ora dotato di un motore di
ingresso video potenziato. Grazie alla scelta tra le schede
di acquisizione Dual HD-SDI e Dual DVI/VGA, Maxedia si
adatta ad applicazioni di broadcast ad alta definizione.
La nuova versione è anche predisposta per la proiezione
sferica ed include un set completo di strumenti di facile
utilizzo con PufferFish o Puffersphere.
Maxedia 4.2 incorpora anche funzioni per il Warping 3D a
cui è dedicato uno strumento a schermo facile ed intuitivo.
La correzione di parallasse permette di controllare ogni
sezione in modo indipendente.
La sezione di programmazione è stata dotata di nuovi
controlli, tra cui quello della riproduzione video con una
barra di scrubbing che consente agli utenti di saltare a
qualsiasi punto del video, nonché inserire punti di avvio,
ingresso e uscita. Inoltre ogni layer è ora dotato di un
nuovo set di controlli del colore.
È inoltre possibile il framing su ciascun layer per un’ampia
gamma di opzioni di montaggio. Ora è anche consentito
l’accesso diretto ai parametri.
Infine, sono stati aggiunti ben 12 nuovi e utili effetti shader
che possono essere applicati a qualsiasi layer/plug-in.
A completamento della
recentemente aggiornata
cassa full-range SRM450v2,
Mackie presenta il nuovo
subwoofer autoamplificato
SRM1801 che incorpora un
singolo trasduttore da 18” a
lunga escursione.
Tra le principali caratteristiche
segnaliamo il finale in
classe D da 500 W continui
e 1000 W di picco con
tecnologia proprietaria
Fast Recovery, il crossover
elettronico di precisione con
taglio a 125 Hz, il cabinet in
legno con vernice antigraffio
e foro per stativo, ed il peso
di soli 33 kg.
TTL33-A
LINE ARRAY ATTIVO
Piccolo come un “mini”, meglio di un
“compatto”. Tecnologie avanzate,
competenza, esperienza, costante impegno e
dedizione progettuale ci hanno permesso di
ottenere un risultato unico: il TTL33-A. Un
modulo line array attivo, ultra compatto, con
ampia copertura che fissa un nuovo standard
nel settore dell’amplificazione per musica dal
vivo e nelle installazioni fisse nei teatri.
info Proel: tel. 0861 81241;
www.proelgroup.com
C
M
Y
PICCOLO COME UN "MINI", MEGLIO DI UN "COMPATTO"
CM
- Amplificatore switching da 750 Watt
- Ampio angolo di copertura, direttività
costante
- 6 Trasduttori al Neodimio di elevata potenza
- Pannello d'ingresso analogico di alta qualità
- DSP 96 khz, 32 bit
- Soft limiter e protezione RMS
- Il massimo della potenza disponibile sul
mercato in questa dimensione
MECCANICHE AFFIDABILI
MY
6 TRASDUTTORI AL NEODIMIO
CY
CMY
K
AMPLIFICATORE DIGITALE DA 750 W
info Martin Professional: tel. 035 3690911; www.martin.it
Midas XL8i
Midas annuncia la disponibilità
di una nuova configurazione del
sistema di mixaggio digitale XL8.
XL8i è progettato per rispondere
alle richieste del mercato delle
installazioni fisse e si differenzia
dalla versione Touring per il fatto
che viene fornito senza i mic splitter a cinque vie DL431. Questa versione
comprende infatti i quattro moduli d’ingresso/uscita DL451, ma preconfigurati
con tre schede DL444 che incorporano su connettori D‑Sub otto uscite a
livello di linea ed otto ingressi mic o line, sempre con preamplificatori Midas
controllabili da remoto. XL8i è comunque utilizzabile in situazioni touring
dove non siano richieste le caratteristiche degli splitter a cinque vie DL431.
info Midas Consoles Italy: tel. 0362 923811; www.midasconsoles.it
HEADQUARTERS:
RCF SpA Italy:
tel. +39 0522 274 411
e-mail: [email protected]
16
settembre/ottobre 2010 - n.85
RCF UK:
tel. 0844 745 1234
e-mail: [email protected]
RCF France:
tel. +33 1 49 01 02 31
e-mail: [email protected]
RCF Germany:
tel. +49 2203 925370
e-mail: [email protected]
www.rcfaudio.com
RCF Spain:
tel. +34 91 817 42 66
e-mail: [email protected]
RCF USA Inc.:
tel. +1 (603) 926-4604
e-mail: [email protected]
news
JBL PRX600
JBL annuncia la serie di diffusori attivi portatili PRX600. La
serie comprende quattro casse full-range e due subwoofer.
Tutti i modelli incorporano altoparlanti che utilizzano la
tecnologia JBL Differential Drive, limitatori dbx Type IV ed
amplificazione Crown in classe D. PRX612M e PRX615M
sono diffusori 2 vie che abbinano woofer con magneti al
neodimio da 12” e da 15” rispettivamente ad un driver
a compressione con magnete al neodimio e diaframma
anulare da 1,5” ed una sezione d’amplificazione da
2 x 500 W continui. Questi modelli sono progettati con
preset elettronici e con forma fisica adatta per l’utilizzo
in sala o come monitor. Sviluppano rispettivamente fino a
134 dB e fino a 135 dB SPL di picco in modalità full-range.
PRX625 è un diffusore 2 vie che aggiunge un ulteriore
woofer da 15” ed un ulteriore stadio d’amplificazione da
500 W continui all’equipaggiamento del PRX615M. Ha
una risposta in frequenza in modalità lineare da 55 Hz a
17,5 kHz (±3 dB), e può produrre una pressione sonora
massima di 139 dB di picco.
PRX635, invece, si basa sul modello PRX615M ed aggiunge
un trasduttore midrange da 6,5” ed un ulteriore canale
d’amplificazione da 500 W continui.
I due subwoofer, PRX618S e PRX618S‑XLF, utilizzano
entrambi trasduttori da 18”, e sono simili nelle loro
dimensioni compatte. PRX618S incorpora un amplificatore
da 600 W continui ed offre una risposta in frequenza che
si estende in basso fino a 50 Hz (‑3 dB) ed una pressione
sonora massima di 129 dB ad un metro. PRX618S‑XLF,
invece, utilizza un amplificatore da 1000 W continui,
scende in frequenza (‑3 dB) fino a 39 Hz ed è in grado di
produrre 133 dB SPL.
L’elettronica interna comprende ingressi per segnali
a livello microfonico o di linea, una sezione DSP con
equalizzazione di sistema selezionabile, ed un convertitore
A/D di alta qualità.
Tutti i modelli sono costruiti in legno multistrato da 18 mm
con griglie in acciaio da 1,5 mm e maniglie incorporate. I
modelli PRX612M e PRX615M hanno una flangia doppia
per stativo da 36 mm, PRX635 e PRX618S hanno una singola
flangia per stativo da 36 mm, e PRX618S‑XLF ha una flangia
M20 per il palo dedicato al sostegno del satellite.
info Audio Equipment: tel. 039 212221;
www.audioequipment.it
RCF a Maximal 2010
40 DJ di fama internazionale
suddivisi su cinque palchi
interamente amplificati
dalla serie TT+ di RCF hanno
intrattenuto migliaia di
persone all’Italian Electronic
Music Festival Maximal
tenutosi il 12 giugno a
Novegro, Milano.
Il nuovo sistema TT+ Large
Venues, composto dai
moduli line array TTL55‑A
e dai subwoofer TTS56‑A, è
stato utilizzato per il palco
principale mentre gli altri
palchi sono stati dotati di
sistemi composti da line array
TTL33‑A e TTS28‑A. I monitor
da palco coassiali TT25‑SMA
sono stati invece utilizzati per
tutte le postazioni dei DJ.
Nella creazione di questo
evento, la cura del suono e di
conseguenza la scelta degli
impianti audio ha assunto un
rilievo fondamentale.
Il suono per il Maximal 2010,
infatti, non doveva essere
solamente potente e in
grado di coprire una vasta
area, ma anche definito e
coinvolgente per trasportare
gli spettatori nei differenti
mondi creati dai DJ nei vari
stage. Fabio Pecis di Airone,
il service che ha curato
tutta la parte tecnica del
festival, spiega: “Con il nuovo
sistema Large Venues di RCF
siamo riusciti ad ottenere
una copertura perfetta di
tutta la vasta area del palco
principale. La definizione
audio che questi diffusori
sono in grado di mantenere
anche a livelli di pressione
sonora molto elevati come
quelli richiesti in un festival
di musica elettronica è
davvero notevole ed è stato
un fattore chiave per l’ottima
riuscita dello spettacolo”.
Il futuro è qui. Un mixer digitale compatto
senza compromessi, a prezzo eccezionale.
La nuova DiGiCo SD9 rivoluziona quello che ci si può aspettare da un mixer digitale compatto.
Insieme al D-Rack la SD9 vi mette a disposizione un sistema integrato completo, con superficie di mixaggio,
stage box digitale, ciabatta su CAT5E, la capacità di registrare 56 canali simultaneamente sul vostro software
multitracccia preferito o su DAW.
Il prezzo ne fa la soluzione perfetta per service, touring band, scuole, centri congressi, teatri e tutta una serie
di altre applicazioni che richiedono specifiche di alta classe, grande flessibilità e prestazioni straordinarie.
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settembre/ottobre 2010 - n.85
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Flexi Channels
news
Coemar illumina il Mardan Palace Hotel
Gli ambienti deputati agli incontri e alle feste del principesco
resort Mardan Palace di Antalya, in Turchia, risplendono grazie
ai migliori prodotti della Coemar.
Per una migliore armonizzazione con l’architettura
dell’albergo, Coemar, dov’era necessario, ha addirittura
personalizzato i suoi proiettori, colorandoli d’oro o di bianco a
seconda dell’utilizzo.
Il palco del jazz bar all’interno della struttura è interamente
illuminato da proiettori a LED. Trentasei PinLite LED forniscono
infatti l’illuminazione di base, mentre sei teste mobili
iWash Led offrono gli effetti luminosi in movimento. Per
l’illuminazione del fondale sono stati invece installati dieci
StripLite LED con sorgenti RGB.
Per rendere unica l’atmosfera della discoteca del resort, il
lighting designer ha scelto proiettori di grande potenza,
utilizzati normalmente nei grandi concerti in esterno, e li ha
fatti personalizzare tutti di bianco. Ha quindi fatto installare
16 iSpot 1200, otto iSpot 575 MB per ulteriori effetti in
controluce ed otto Infinity Wash XL. Sono inoltre impiegati
sei C4 Strobo. Tutto l’ambiente circostante è illuminato da 580
PCB 3 RGB, LED multicolor alimentati da 50 RegoBox, per dare
risalto ai sontuosi particolari delle nicchie e dei privè.
Proprio per la polivalenza della Grand Hall, i proiettori Coemar
non hanno un’installazione fissa, ma sono scelti a seconda
della tipologia di evento da illuminare e della sua dimensione.
Quaranta proiettori ParLite LED colorati d’oro e dodici
PinLite LED dorati completano l’illuminazione di base. Otto
Infinity Wash XL bianchi generano un’eccezionale potenza
luminosa, adatta a grandi serate.
Per gli effetti luminosi sono a disposizione inoltre dieci
ProSpot 250 LX ed otto iSpot eXtreme 6000 dipinti di bianco.
L’anfiteatro, interamente in pietra, si trova all’esterno del
palazzo. Per illuminare il suo ampio fondale, sono stati allestiti
a livello della pedana quattro Panorama Power.
Sull’americana sopra il palco, invece, sono installati 110
proiettori Risalto con lente PC e Fresnel per l’illuminazione
di base, controllati tramite unità di potenza DigiFactor. A
completare l’allestimento, degno di un palco di levatura
internazionale, otto teste mobili Infinity Wash XL, otto
iSpot 1200, otto iSpot 575 MB, dieci iWash 575 MB e dieci
ProSpot 250 LX, in grado di offrire una gran varietà di effetti
luminosi e di dare risalto alle performance degli artisti.
info Coemar: tel. 376 77521; www.coemar.com
Think vertical.
DVA. Il primo line array attivo con 3 amplificatori digitali, alimentazione switching full range,
PFC, processo audio controllato da DSP e preset di rapida utilizzazione.
Grazie alla tecnologia utilizzata, il box in polipropilene rinforzato, il flyware integrato, e l’utilizzo
di componenti acustici RCF Precision, abbiamo creato un nuovo standard di line array.
Il risultato di una progettazione mirata sono le dimensioni contenute e il peso di soli 13,2 kg.
DVA T4 - Modulo Line-Array Attivo
DVA S09 - Subwoofer Attivo
Modulo line array attivo a 3 vie con trasduttori
RCF al Neodimio, amplificatore digitale 420W/RMS.
Alimentazione switching con PFC.
Subwoofer attivo 15“ con trasduttore RCF
al Neodimio, amplificatore digitale Class-D
1000W/RMS Digipro®.
DVA S10 - Subwoofer Attivo
DVA S20 - Subwoofer Attivo
Subwoofer attivo 18“ con trasduttore RCF
al Neodimio, amplificatore digitale Class-D
1000W/RMS Digipro®.
Subwoofer attivo 2 x 18“ con trasduttori RCF
al Neodimio, amplificatore digitale Class-D
2000W/RMS Digipro®.
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settembre/ottobre 2010 - n.85
segui dBtechnologies su
news
Clay Paky Illumina Io Canto
“Io canto” è il talent show di Canale
5, andato in onda in diretta dallo
studio 20 di Cologno Monzese
nei primi mesi del 2010 in prima
serata, con la conduzione di Gerry
Scotti e la regia di Roberto Cenci. Il
programma, basato sulla ricerca di
nuovi talenti, ha ospitato bambini e
ragazzi dai 5 ai 16 anni dalle ottime
doti canore.
Per l’occasione, il direttore della
fotografia Franco Fratus ha utilizzato oltre 100
corpi mobili Clay Paky. La speciale conformazione
del palco e dello studio, l’alternanza fra materiali
trasparenti (la parte centrale del palco, le scale
d’accesso) e quelli ad alta riflettenza luminosa,
l’ampio LEDwall ricurvo sul fondo dello studio e
le due enormi colonne luminose, contribuivano
a ricreare un’atmosfera di grande magia, in cui i
“piccoli artisti” si muovevano con la professionalità
già tipiche del mondo adulto.
L’operatore luci Andrea Mantovani ci ha
dato l’esatta collocazione ed i puntamenti
dei proiettori: 45 Alpha Beam 300 lungo
l’intero perimetro superiore dello studio, 24
Alpha Spot HPE 700 sul cerchio e sul palco per
l’effettistica, 10 Alpha Wash 1200 sul pubblico,
10 Alpha Spot HPE 1200 frontali e controluce sul
pubblico e 20 Mini Scan HPE 300 sotto al LEDwall
per il controluce degli artisti.
info Clay Paky: tel. 035 654311; www.claypaky.it
Stark e Buroni riportano la quadriga sul Palazzo dei Congressi
Questa importante ed originale realizzazione si aggiunge al percorso artistico
di Paolo Buroni, tutto incentrato sul rapporto e l’interazione tra immagine ed
architettura, ed è certamente un nuovo ed innovativo esempio di
utilizzo dell’immagine al servizio di nuove forme di comunicazione
storico-architetturali.
Il progetto è nato da uno studio dell’architetto Massimo Paperini
che, dopo un approfondito ed attento studio architettonico
dell’edificio e degli elaborati originali, ha pensato alla ricostruzione
virtuale della quadriga. Infatti nei disegni originari di Libera, sopra
la mensola tuttora esistente, doveva essere costruita una quadriga
mai realizzata. Da questo studio dell’arch. Paperini e dagli elaborati
originali ha preso il via l’opera di Paolo Buroni.
L’artista li ha rielaborati graficamente per arrivare, attraverso
tecnologie sofisticate, ad una doppia proiezione
architetturale che avrà al contempo una funzione
sia storica sia decorativa. In questo caso si è scelto
di riportare la quadriga non sul basamento ma ai
lati dello stesso.
La proiezione quindi apparirà ai lati del
basamento originale, come un’onirica citazione
storico architetturale.
Tutte le sere la proiezione sarà visibile
dal tramonto del sole in poi grazie ai
proiettori dell’italiana Stark, sponsor tecnico
dell’installazione.
info Stark: tel. 0721 781467; www.stark1200.com
22
settembre/ottobre 2010 - n.85
news
Assolto Trotta
SGM saluta Aldo Visentin
Martin Professional Ether2DMX8
Il 2 luglio, il promoter Claudio Trotta, titolare della Barley Arts, è stato assolto dalle accuse
di disturbo della quiete pubblica e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Le accuse
riguardavano il concerto di Bruce Springsteen a San Siro del 25 giugno del 2008 che sforò di 22
minuti l’orario della fine prevista, e che superò anche il limite di decibel fissato.
Il PM aveva chiesto un mese di arresto per Trotta ma, per il giudice, il fatto non è
previsto dalla legge come reato. Il giudice della decima sezione penale di Milano
ha trasmesso gli atti di questi procedimenti all’ufficio Settore Politiche ambientali
del comune di Milano affinché valuti la sussistenza di un illecito amministrativo in
merito al possibile inquinamento acustico causato dai concerti.
In un altro processo, lo stesso giorno, lo stesso giudice ha assolto da simili accuse
anche Vittorio Quattrone, il promoter che organizzò i concerti di Lenny Kravitz e
dei Subsonica a luglio del 2008 all’Arena Civica di Milano.
“Sono contento, sicuramente, dell’esito del processo, anche perché arriva in
contemporanea all’assoluzione di Vittorio Quattrone per i concerti di Lenny
Kravitz e Subsonica all’Arena Civica e a breve distanza da una sentenza simile nei confronti
di Emanuele Patti dell’Arci di Milano che usava gli spazi della Cascina Monlué (storico sito
meneghino per eventi musicali estivi in prossimità di viale Forlanini), ma questo è solo l’inizio”.
La soddisfazione per l’esito positivo del processo non fa perdere di vista a Trotta i diritti della
musica per i quali da sempre si batte. “Il risultato ottenuto non cancella una ferita che resta
profonda. Durante le udienze sono state dette cose molto gravi: Springsteen, addirittura,
è stato accusato di farsi pagare a minuti per concedere bis. La parte civile, oltre alla mia
condanna, aveva chiesto anche un risarcimento pro-capite di 3000 euro con provvisionale.
Questa è una gravissima mancanza di rispetto non solo nei miei confronti e nei confronti di
Springsteen, ma anche – e soprattutto – nei confronti del pubblico che ormai – in una città come
Milano che ha velleità di polo culturale non solo italiano ma anche europeo e mondiale – viene
considerato solo in quanto elettore e consumatore. Mi piace pensare invece ad un insieme di
persone che possono gioire liberamente e godere della vita assistendo ad un bello spettacolo”.
È terminata, nel mese di luglio, la
collaborazione tra Aldo Visentin ed il
reparto Ricerca e Sviluppo di SGM.
Visentin ha commentato: “Le
conoscenze finora acquisite
dall’azienda contribuiranno al
proseguimento e raggiungimento
degli obiettivi del brand SGM”.
L’esperienza e conoscenza della luce
e delle tecnologie fanno di Aldo
Visentin uno dei migliori professionisti
del settore. È infatti anche lighting
designer di importanti eventi e di
artisti di caratura internazionale e
questa scelta gli fornirà la possibilità
di focalizzarsi maggiormente proprio
sull’attività di lighting designer per lo
spettacolo.
Tutto lo staff SGM augura a Visentin
i migliori successi
e lo ringrazia per
la professionalità e
l’esperienze dimostrate in questi anni.
Martin Professional presenta il nuovo
Ether2DMX8, un router
DMX che converte il
protocollo ArtNet in
universi DMX in e Out,
ma che può servire
diverse altre funzioni. Offre
conversione da ArtNet a DMX, da
DMX ad ArtNet, e può servire come un combinatore
DMX, splitter DMX, per lanciare playback o per
fornire monitoraggio visivo di una rete DMX, o
come commutatore failsafe tra controller principale
e backup. Dispone di 10 configurazioni preset di
fabbrica, 10 preset utente, 99 cue con fade time, hold
time e cue link. Incorpora otto connettori femmina
XLR da 5 pin configurabili come ingressi o uscite
DMX isolati con foto-accoppiatori. Otto connettori
per contatti a chiusura compatibile con ArtNet
sono utilizzabili per attivare preset o per avviare il
playback. Offre interfacce USB per la creazione di
backup, e connettori PS2 per il collegamento di una
tastiera e un mouse. Supporta anche il collegamento
ad un monitor VGA. L’apparecchio si può gestire in
remoto dalla rete, tramite un web browser, e tutte le
funzionalità si possono modificare, salvare o caricare
da altre unità nella stessa rete.
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24
settembre/ottobre 2010 - n.85
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25
news
nuovo dibattito organizzato
dall’associazione nazionale service
Incontro ANS
affrontati i temi legati alla sicurezza
S
i è svolto lo scorso 29 giugno
presso la sala conferenze
del Millen Hotel di Bologna
l’incontro-tavola rotonda
tra i soci di ANS ed i professionisti
e coordinatori della sicurezza.
La categoria di questi ultimi era
rappresentata da tre riconosciuti e stimati esperti del settore:
l’ing Marco Pochintesta, il geom.
Salvatore Allegra e il geom. Roberto Delfanti, mentre Massimo
Faggiotto ha dovuto dare forfait
all’ultimo momento per difficoltà
personali.
L’incontro è iniziato con il saluto del presidente di ASAL Paolo
Plotini, il quale ha ricordato la
responsabilità dell’allestitore in
materia di sicurezza ed ha sottolineato il fallimento del tentativo
di confronto sull’argomento con
le istituzioni.
È stata poi la volta di Willy Gubellini che, dopo i saluti ed i ringraziamenti ai partecipanti, ha
portato all’attenzione di tutti un
26
settembre/ottobre 2010 - n.85
elenco di argomentazioni sotto forma di domande sul tema
della sicurezza negli allestimenti, domande alle quali i professionisti presenti hanno cercato di rispondere secondo la
loro competenza ed esperienza.
Quelle che seguono sono alcune delle argomentazioni/risposte affrontate durante l’incontro:
•Circoscrizione dell’area di lavoro per impedire l’accesso a
tutti gli estranei. Sarebbe compito del cliente o, se contemplato nell’accordo, del fornitore responsabile dell’allestimento prima dell’inizio di ogni attività. Il problema sorge
quando il cliente non se ne occupa ed il fornitore, non incaricato, diventa di fatto l’unica presenza nel “cantiere”.
•La definizione di “cantiere” risulta restrittiva e non calzante per quasi tutti gli ambienti di lavoro tipici della nostra professione (stadi, piazze, teatri, palasport, padiglioni fieristici e spazi all’aperto in genere) ma nella maggior
parte dei casi è proprio il cantiere edile che viene preso
come termine di paragone del luogo dell’allestimento.
•Il responsabile della sicurezza del cosiddetto cantiere non
può essere pagato dai fornitori dell’allestimento, bensì dal
committente in quanto il conflitto di interessi risulterebbe
evidente.
•A smentire ciò, un associato ha portato come esempio un
capitolato per concorrere alla gara d’appalto indetta da
un comune del circondario milanese in cui era richiesto
espressamente che l’allestitore, tra i suoi incarichi, si occupasse di tutta la sicurezza del cantiere. Questo episodio ha
dimostrato che molte volte, soprattutto quando non è incaricato uno studio di produzione, il cliente non possiede
un’adeguata cultura in materia di sicurezza e non conosce
fino in fondo i suoi doveri, sia come committente sia come
persona responsabile del pagamento dell’allestimento.
•L’intervento di un socio ha confermato l’ambiguità del termine “cantiere”, e la sua urgenza di ridefinizione: a Rho,
uno stand 4 x 4 metri non è considerato cantiere mentre
a Bologna qualsiasi stand è considerato un “cantiere mobile”. La necessità di individuare le “differenze” tra il cantiere edile ed i nostri luoghi di lavoro è urgente: occorre
quindi ipotizzare e proporre possibilità di modifiche o di
adattamento per il futuro.
•Riguardo alla documentazione che sempre più deve essere prodotta in occasione di ogni allestimento (e che appesantisce non poco il lavoro del service), il POS (Piano
Operativo di Sicurezza) deve essere redatto e scambiato
tra service e personale tecnico (cooperative di spettacolo,
lavoratori autonomi, ditte individuali, ecc...) e, oltre alle
informazioni base, dovrà indicare nel modo migliore le
procedure di montaggio, smontaggio e gestione dei materiali impiegati, individuando i rischi connessi e le procedure per evitarli.
•La proposta del presidente Paolo Plotini è stata quella di
produrre, con la consulenza di 2 o 3 esperti del settore
insieme a 2 o 3 aziende, uno o più documenti in cui siano elencati (proposti e poi discussi) argomenti in materia
di sicurezza sul lavoro. L’elaborato, solo dopo esser stato verificato, discusso e approvato dai soci, sarà proposto ai committenti/clienti e alle associazioni di categoria
alle quali questi sono eventualmente iscritti (AssoMusica,
ANCI, ecc.). I documenti così prodotti dovranno servire anche ad informare e creare una cultura all’interno di ANS,
quale servizio ai soci, e dovranno in un prossimo futuro
diventare parte allegata ai contratti tra le parti.
La riunione si è conclusa con l’obiettivo di creare un comitato di lavoro sull’argomento e di confermare un nuovo incontro entro fine luglio.
Hanno Partecipato:
CSC Allestimenti
Federlegno Arredo
Staging System Europe SpA
Sound&Lite
Sts Communication srl
Nuovo Service srl
Sicurezza & Ambiente srl
Nuovo Service srl
Nuovo Service srl
Euphon Communication SpA
Federlegno Arredo/ASAL
Giochi Di Luce Servizi srl
Imola Audio Scene
Aias
Volume Plotini Allestimenti srl
Fiera Milano
Manaly Standeventi Soc. Coop.
Manaly Standeventi Soc. Coop.
Luca Perreca
Stefania Colombo
Amedeo Guizzi
Alfio Morelli
Roberto Clementi
Ferdinando Ferri
Marco Pochintesta
Massimo Cevolani
Willy Gubellini
Marco Salviati
Franco Battaglia
Stefano Duchi
Gabriele Monducci
Roberto Delfanti
Lorenzo Leddi
Paolo Plotini
Salvatore Allegra
Leonardo Barcaro
Maurizio Carta
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27
news
Best Show 2009
Consegnato ad Eros Ramazzotti
I
Il 19 luglio, in occasione del concerto presso
la Fiera di Bergamo, il
direttore della rivista
Sound&Lite, Alfio Morelli, ha consegnato ad Eros
Ramazzotti il premio
“Best Show 2009” per il
tour “Ali e Radici”.
Il riconoscimento assegnato dalla nostra rivista, alla sua seconda edizione,
premia ogni anno la produzione italiana che si è distinta per creatività nell’utilizzo delle tecnologie per
lo spettacolo.
“Sono molto felice di ricevere questo ‘pesante’ riconoscimento – ha affermato scherzosamente Eros sollevando il nostro mosaico – il mio augurio è che nel
futuro ce ne siano degli altri. Un ringraziamento va a
tutte le persone che hanno lavorato insieme a me per
creare questo show”.
Prodotto da Radiorama e Trident Management, con
la produzione esecutiva di Lemondandpepper, il
tour ha mietuto grandi successi in diversi continenti, dalla Russia alle Americhe, dall’Europa al Medio
Oriente, totalizzando oltre 80 concerti in poco meno
di un anno.
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settembre/ottobre 2010 - n.85
Parte del team di lavoro di “Ali e Radici”.
news
di
Mike Clark
Clark’s
Corner
È stata posticipata al 2011 la prima a Broadway del nuovo
musical di Andrew Lloyd Weber, Love Never Dies, il seguito
dello spettacolo Il Fantasma dell’Opera. Il compositore che
ha creato le musiche per spettacoli leggendari come Jesus
Christ Superstar, Evita e Cats ha dovuto eliminare viaggi
lunghi in aereo in seguito ad un intervento chirurgico per
un tumore della prostata, ma alcuni tabloid hanno specu‑
lato sul fatto che potesse dipendere dalle critiche espresse
sull’opera dopo il suo debutto londinese.
un occhio sulla stampa internazionale
Pro Sound News Europe
La prima console compatta SD9
della DiGiCo è stata acquistata dal
service danese Victory, ed è subito
partita in tour con Medina, vincito‑
re delle MTV Europe Music Awards
(oltre che di un doppio disco di
platino), nelle mani del fonico di
palco dell’artista, Nils Lybaek.
Il gruppo indie “rock” Sound Dri‑
ver è coinvolto in un’iniziativa
per attirare l’attenzione pubblica
mondiale sull’istituzione benefica
The Smile Train (Il Treno dei Sor‑
risi) a sostegno dei bambini po‑
veri affetti dal labbro leporino e
da problemi di palato. L’originale
tour del gruppo, intitolato “Cha‑
sing Rainbows”, si propone di
fare dei concerti in alcuni dei siti
più conosciuti al mondo: sul pon‑
te del porto di Sydney, sulla Gran‑
de Muraglia cinese, sulle cascate
del Niagara, all’hotel Burj Al Arab
a Dubai e sul Monte Kilimanjaro.
Nell’ultima di queste location, il
concerto svolto è candidato per
essere quello più in alto mai te‑
nuto con alimentazione elettri‑
ca. La Shure è uno degli sponsor
principali del tour e per i musicisti
ha fornito una serie di sistemi di
monitoraggio personale PSM 600
ed un sistema wireless della serie
UHF‑R per il vocalist.
Waves Audio, l’importante società
di sviluppo di plug-in, ha vinto una
causa per violazione di copyright
contro gli studi di registrazione
statunitensi Skyline Recording. In
30
settembre/ottobre 2010 - n.85
una seconda causa, contro Quad Recording Studios, l’impu‑
tato ha ammesso la violazione dei diritti di proprietà intel‑
lettuale e l’utilizzo illegale del software. Guy Weiss, dello
studio legale internazionale Adorno & Yoss, ha commenta‑
to dopo il verdetto: “I tribunali sono seriamente impegnati
nella protezione dei detentori dei diritti d’autore – siano
essi musicisti, cantanti o sviluppatori di software – che per‑
mettono all’industria di mixare e registrare le loro musiche.
La legge parla chiaro: gli studi di registrazione sono respon‑
sabili per eventuali violazioni di tali diritti anche da parte
dei loro dipendenti, clienti o fornitori indipendenti”.
David Cooper ha lasciato il suo posto di direttore vendi‑
te e marketing per Midas e Klark Teknik per fondare la
propria società di consulenza, la David Cooper Consulting,
che fornirà “servizi commerciali e di gestione di brand a
lungo termine per vari produttori di apparecchiature au‑
dio professionali”.
Anche se aveva deciso da diversi mesi di volere “essere re‑
sponsabile del proprio destino”, Cooper ha annunciato che
i primi clienti della sua neonata società saranno proprio Mi‑
das e Klark Teknik, per i quali curerà la rappresentanza sul
mercato asiatico.
Negli Stati Uniti, AKG è stata l’ultima società produttrice di
sistemi wireless ad annunciare una campagna di rimborsi
relativi ai cambiamenti nell’accesso allo spettro di frequen‑
ze da parte degli organizzatori di spettacoli e di eventi. In
pratica, i proprietari dei vecchi sistemi a 700 MHz possono
restituirli per ricevere un rimborso in contanti (fino a 500
dollari) al momento dell’acquisto di un nuovo sistema “non700 MHz”
Lighting & Sound International
Il Lighting Designer inglese Durham Marenghi – la mente
creativa dietro la progettazione dell’illuminazione di im‑
portanti manifestazioni anche in Italia, come le cerimonie
di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici Invernali di Torino
nel 2006 e i festeggiamenti a Cinecittà per il suo settantesi‑
mo “compleanno” – ha recentemente annunciato di essere
stato nominato progettista dell’illuminazione per I Giochi
del Commonwealth che si terranno a Delhi.
Installation Europe
Dopo avere vinto il primato come location della corsa ip‑
pica più ricca del mondo (Dubai World Cup), l’ippodromo
Maydan di Dubai (il più grande del mondo) ha installato, di
fianco al suo albero a cinque stelle ed i suoi 1,5 chilometri di
tribune in grado di ospitare sessantamila spettatori, uno dei
più grandi (e più larghi) sistemi video del mondo. The Sojitz
Corporation di Tokyo ha installato uno schermo Mitsubishi
Diamond Vision che misura ben 107,52 metri per 10,88 me‑
tri: una superficie totale di 1.169,8 m2, dotata di circa dodici
milioni di LED per garantire immagini spettacolari in alta
definizione. Lo schermo è attualmente in attesa di registra‑
zione nel Guinness dei Primati.
Total Production International
Dopo quaranta anni di tour nelle arene e negli stadi di tutto
il mondo, Francis Rossi, frontman e chitarrista degli Status
Quo (una band con sessanta “hits” al suo attivo ed uno dei
gruppi inglesi più longevi di tutti i tempi), ha recentemente
intrapreso un breve tour da solista in piccoli locali, come
la Manchester Academy 3 (da trecento posti). Per l’occasio‑
ne, Rossi ha deciso di utilizzare un PA fornito dalla Logic
Systems, un costruttore inglese di diffusori professionali.
La scelta è stata presa dopo che il direttore di produzione
del tour ha chiesto alla società di fornire alcuni suoi siste‑
mi come side-fill per le prove. Andy May, fonico FoH anche
per Status Quo, è abituato ad usare grandi PA (solitamente
Adamson) con i leggendari rockers, ma era già rimasto fa‑
vorevolmente impressionato quando aveva sentito i sistemi
della Logic Systems ancora in fase di sviluppo. Sia May che
Rossi hanno affermato che non avrebbero potuto scegliere
di meglio per la tipologia di locali in questione, e che era‑
no curiosi di sentire anche i sistemi più grandi della socie‑
tà. Chris Scott, fondatore della Logic Systems, ha aggiunto:
“Vorremmo tanto fare sentire ad Andy tutta la potenzialità
del nostro sistema più grande, Ethos LA/VA. Il VA è suffi‑
cientemente flessibile per l’impiego in ambienti più piccoli,
anche se è prevalentemente un line array a lunga gittata,
fino a sessanta metri. Con l’aggiunta dei moduli Ethos LA,
può arrivare anche a cento metri”.
L’estate rimane la stagione per eccellenza dei festival mu‑
sicali, ma stanno crescendo anche quelli invernali. Uno di
questi è il Little World Festival a Méribel, un resort invernale
francese che offre cinque giorni di sci, snowboard e musica
dal vivo ne “l’area sciistica più grande del mondo”. Un altro
– “Snowbombing” – si tiene a Mayrhofen, un famoso resort
sciistico austriaco. Fra gli artisti live e i DJ all’edizione del
2010 (l’undicesima), De La Soul e Fat Boy Slim.
Live Design
We Will Rock You e Mamma Mia sono due dei più recen‑
ti e più noti musical basati sui brani di successo di famosi
gruppi pop. Normalmente questo
tipo di spettacolo è dedicato ad
un gruppo (o ad un artista) mol‑
to mainstream, per attirare un
pubblico il più ampio possibile.
Una recente eccezione a questa
tendenza è stato American Idiot,
uno show arrivato di recente su
Broadway e dedicato al potente
suono punk-rock dei Green Day (il
titolo è del loro album del 2004,
arrivato al primo posto nelle clas‑
sifiche di ben diciannove nazioni,
vendendo oltre quattordici milio‑
ni di copie in tutto il mondo). Ad
altissimo impatto visivo, lo spetta‑
colo è dotato di una scenografia
ad un solo elemento che, oltre ad
ispirarsi ad un locale punk stile
CBGB&OMFUG (con le pareti tap‑
pezzate di poster ed adesivi), è
impiegato anche come superficie
per le proiezioni che lo trasforma‑
no in un deposito degli autobus,
un ufficio, un ospedale o un ap‑
partamento. I musicisti sono an‑
che sul palco: alcuni appollaiati su
dei pianerottoli ed un violoncelli‑
sta trasportato attraverso il palco
da una scalinata. I contenuti video
sono mandati in onda, tra l’altro,
tramite 43 monitor installati nelle
pareti del set. Sono impiegati un
totale di diciassette Green Hippo
Hippotizer, con dodici media ser‑
ver HD V3, tre dei quali per cre‑
are un’unica grande immagine
in HD che attraversa tutto il set,
proiettata da tre proiettori Barco
FLM R20+. Il sedicesimo e dicias‑
settesimo sono rispettivamente un
Hippotizer master con software
Zookeeper ed un HippoCrittur, che
gestisce un singolo proiettore Eiki
XT‑5 1Ok per una singola scena.
Errata corrige
Nell’articolo Wehdat Watan sullo spettacolo di apertu‑
ra del Festival della Tradizione e della Cultura saudita,
pubblicato nel n° 84 , l’autore (Mike Clark) ha involon‑
tariamente omesso una parte del testo relativo ad un
personaggio che ha avuto un ruolo fondamentale nella
produzione: lo scenografo, che ha anche gentilmente
fornito una delle sue bozze per la pubblicazione.
Il set dello spettacolo è stato infatti concepito e pro‑
gettato da Roberto Caruso, un production designer e
art director italiano con una notevole esperienza sia
in televisione sia nel cinema. Caruso ha coinvolto e
coordinato una serie di società italiane specializzate
nella costruzione ed automatizzazione dei vari ele‑
menti della sua scenografia nonché nella creazione
dei drammatici effetti speciali.
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Service audio e luci
C&S Audio
Lighting Designer Alan Muller
Donald Clark
Operatori luci
Darion Garisch
Jonathan Green
Henning de Villier
Materiale luci
1 Avolites Tiger Touch
1 Avolites Pearl Expert
20 Robe ColorSpot 700E AT
12 Robe ColorWash 700E AT
53 Robe LEDForce 18
PAR64
PAR56
World Cup
Closing Ceremony
Soweto, Johannesburg
FIFA World Cup Kick-Off
Orlando Stadium, Soweto, Johannesburg
Prod. esecutiva
Dir. tecnica
Service audio
Service luci
Strutture
Scenografia
Sound design
Lighting design
Il Pallone Kia
Il pallone di calcio più grande del mondo (secondo Guinness)
Johannesburg
Service Luci Event Pro Technical Service (S.A.)
Materiale Luci
4 Robe CitySkape Xtreme
32
settembre/ottobre 2010 - n.85
Control Room
Jim Baggott
Gearhouse Audio
Britannia Row
Gearhouse
StageCo
SDS
Dave Tudor
Patrick Woodroffe
Produzione
VWV Group
Service audio/
luci/generatori
Gearhouse
Proiezioni
E/T/C Paris
Lighting design
Hugh Turner
Tim Dunn
Resp. proiezioni
Ross Aston
Prod. videocontenuti VWV Group
Contenuti grafici
Ministry of Illusion
Impianto audio residente
80 E-V PX2122
48 E-V PX2152
22 E-V SX100+
4 E-V ZX1
24 Dynacord DL800/25T
Impianto audio Gearhouse
24 L-Acoustics dV-Dosc
8 L-Acoustics dV-Sub
16 Turbo Sub 21”
L-Acoustics LA8
XTA DP 224
XTA DP 226
2 Yamaha PM5D
Materiale luci
468 testamobili:
Vari*Lite VL3000
Vari*Lite VL3500
Vari*Lite VLX
Robe ColorSpot 2500E AT
Robe ColorWash 2500E AT
Robe REDWash 3•192
4 Strong Gladiator
4 Strong Super Trouper
4 GrandMA Full console
Proiezioni
18 Christie Roadster 18K
36 server E/T/C OnlyView
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pensatore
il
di
Alfio Morelli
Attenziò
Battagliò!
“ALLUMINIO FUORILEGGE”
R
ecentemente, leggendo un articolo di Cristian
Angeli sulla rivista P&S – di cui di seguito riporto
uno stralcio – ho avuto un sobbalzo. Riassumendo:
in Italia non si possono usare strutture temporanee
in alluminio, se non previa autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici. Cosa significa?
Ho iniziato un veloce giro di telefonate ai tecnici di settore,
ai costruttori e agli utilizzatori. Questi ultimi sono caduti
dalle nuvole, non ne sapevano assolutamente niente; i tecnici invece non ne volevano parlare, ma tra i denti mi dicevano che era vero, mentre i costruttori cercavano di deviare
il discorso per non far trapelare la notizia.
Parliamo di norme, come appare chiaro, fatte pensando ai
cantieri edili, ed il legislatore non sapeva o non si è accorto
che tali regole sono anche rivolte ed applicate agli spettacoli musicali.
È notizia di qualche giorno fa, letta su un quotidiano di
Lucca, che questa estate uno spettacolo di Fiorello è stato
spostato dallo Stadio a Piazza Napoleone, usando una struttura diversa, perché la commissione gli ha contestato l’uso
di strutture in alluminio, le stesse usate da anni in giro per
la Penisola.
E adesso cosa succede?
Teoricamente niente, perché si presume che il buon senso
di alcuni faccia soprassedere al pasticcio. Certo il problema
non è da poco, poiché si vive nell’incertezza: la commissione
darà o no l’autorizzazione? C’è anche il rischio che alcuni
spettacoli saltino o vengano spostati, e magari qualcuno ci
rimetterà anche dei soldi, ma pazienza... Il problema vero,
invece, si presenterà qualora qualcuno dovesse farsi male: in
quel caso il responsabile passerà dei guai molto molto seri.
Questa situazione resterà certamente in vigore fino a tutto il 2010, perché sembra, e dico “sembra”, che questa interpretazione venga cancellata dalla entrata in vigore il 1°
gennaio 2011 degli Eurocodici.
La situazione normativa (tratto da P&S)
Il 1 luglio 2009, in Italia, vi è stato un profondo cambiamento nell’ingegneria civile, essendo entrate ufficialmente in vigore le “Nuove norme tecniche per le costruzioni”, DM 14 gennaio 2008, che definiscono i princìpi per il
progetto, l’esecuzione ed il collaudo delle costruzioni, nei
34
settembre/ottobre 2010 - n.85
riguardi delle prestazioni loro richieste in termini di requisiti essenziali di resistenza meccanica e stabilità. Esse
forniscono, quindi, per tutti gli elementi strutturali, i criteri generali di sicurezza, definiscono le caratteristiche
dei materiali e dei prodotti e, più in generale, trattano
gli aspetti attinenti alla sicurezza strutturale delle opere.
Tali nuove norme sono state poi completate dalla Circolare del Ministero delle Infrastrutture 2 febbraio 2009 n° 617
recante le “Istruzioni per l’applicazione delle nuove Norme
Tecniche per le Costruzioni di cui al DM 14 gennaio 2008”.
Nell’introduzione al testo della Circolare è scritto che il nuovo Decreto “rappresenta la più avanzata espressione normativa a tutela della pubblica incolumità nel settore delle
costruzioni, secondo un’impostazione coerente con gli Eurocodici e con contenuti all’avanguardia […] impostazione
condivisa dal mondo accademico, professionale e produttivo-imprenditoriale”.
Alcune settimane fa, mentre studiavo con interesse queste
nuove norme tecniche, mi sono accorto che esse, dopo i capitoli che trattano approfonditamente delle costruzioni in
acciaio, in cemento armato, in legno e in muratura, riportano il seguente paragrafo:
4.6 COSTRUZIONI DI ALTRI MATERIALI
I materiali non tradizionali o non trattati nelle presenti norme tecniche potranno essere utilizzati per la realizzazione
di elementi strutturali od opere, previa autorizzazione del
Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore
dei Lavori Pubblici, autorizzazione che riguarderà l’utilizzo
del materiale nelle specifiche tipologie strutturali proposte
sulla base di procedure definite dal Servizio Tecnico Centrale.
Si intende qui riferirsi a materiali quali (…), leghe di alluminio, leghe di rame, (…), materiali polimerici fibrorinforzati, (…), materiali diversi dall’acciaio con funzione di
armatura da c.a.
Quindi tutto ciò che non appartiene alla categoria “tecniche e materiali costruttivi tradizionali” viene liquidato
dalle Nuove norme tecniche con questo succinto trafiletto,
tutt’altro che chiaro.
Un’interpretazione
Pare quindi che le strutture in leghe di alluminio possano
essere utilizzate, in Italia, solo previa autorizzazione del
Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore
dei Lavori Pubblici.
Dopo essermi confrontato con alcuni colleghi, ho inoltrato
un quesito al Servizio Tecnico Centrale che, in sintesi, non ha
ancora chiarito totalmente la situazione. Allo stato attuale, comunque, le norme tecniche vigenti dal 1 luglio 2009
pongono il divieto di utilizzare liberamente le strutture in
alluminio; per utilizzare elementi strutturali in alluminio è
necessario che i produttori/utilizzatori li abbiano sottoposti ad una procedura di validazione da parte del Servizio
Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici,
con rilascio di apposita autorizzazione all’uso. In assenza di
tale autorizzazione si potrebbe incorrere in possibili contestazioni in fase di utilizzo o, peggio, in caso di sinistri. Le
Commissioni di Vigilanza, inoltre, potrebbero non accettare
l’impiego di strutture realizzate in leghe di alluminio.
Personalmente, parlando con altri funzionari del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici, mi sono convinto che non era
nell’intenzione del Legislatore introdurre una prescrizione
così forte, tale da mettere in difficoltà un intero settore economico, ma questo è. Conoscendo
bene, per vari altri motivi, le tempistiche con le quali opera lo stesso Ministero che ha scritto il testo,
ci sarebbe da chiedersi se una tale
prescrizione non avrebbe dovuto
essere concertata preliminarmente con le associazioni di categoria,
anche perché la Circolare dichiara
che la norma è “…condivisa dal
mondo professionale e produttivo-imprenditoriale…”, circostanza sulla quale esprimo qualche
perplessità.
Quesiti aperti
I punti oscuri restano molti e dipendono
dall’interpretazione,
più o meno restrittiva, che si darà
alla norma stessa. Tra tutti, ne
pongo qui apertamente alcuni
che possono essere di interesse in
questa sede:
- L’Autorizzazione
Ministeriale
è necessaria per gli “elementi
strutturali”, per il “materiale”
o per “l’esecuzione dell’opera”?
In altre parole, qual è il settore
industriale che deve inoltrare
l’istanza di autorizzazione al
Ministero: il produttore/importatore della materia prima, il
trasformatore dell’alluminio in
elementi prefabbricati o l’impresa che li assembla?
- Posto che l’alluminio è un materiale utilizzabile senza problemi
negli altri paesi europei, cosa
succederà quando arriverà in
Italia un tour internazionale col
suo carico di strutture in alluminio pronte per essere installate
entro pochi giorni?
- Quali sono le reali “responsabilità” connesse ad una eventuale
violazione della prescrizione di
cui al p.to 4.6 del DM 14/01/2008,
considerato che il decreto non
prevede a tale proposito alcun
tipo di sanzione?
Risulta ad oggi che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, consapevole della situazione, abbia attivato un gruppo di lavoro al fine
di ovviare ai tanti quesiti.
Alla data di chiusura di questo
articolo non possediamo altri elementi per chiarire meglio la situazione. Abbiamo però richiesto un
incontro presso il Ministero, sul
quale vi aggiorneremo presto.
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Claudio Malavasi
Il controllo e la repressione degli
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Spettacoli Abusivi
Procedure autorizzatorie per lo svolgimento
di attività di Pubblico Spettacolo e interventi
di repressione degli illeciti
p a rt e
In questo numero accenneremo
alla parte del complesso normativo
in questione che riguarda i
locali e gli spazi utilizzati per
manifestazioni ed eventi.
Claudio Malavasi direttore generale dell’Unione Terre Verdiane,
laureato in economia, è Dottore Commercialista e Revisore Contabile.
36
settembre/ottobre 2010 - n.85
è quella prevista dall’art. 10 della
legge 447/95.
Le violazioni alle prescrizioni
Divieto di fumare
Le violazioni alle prescrizioni inserite in tale autorizzazione - licenza di trattenimento pubblico costituiscono illecito penale sanzionato dall’art. 17 comma 1 del Tulps, con la
previsione dell’arresto fino a tre mesi o dell’ammenda fino
a € 206,00. Ci riferiamo, ad esempio, agli orari o all’ingresso
di minori di anni 16 nei locali.
Altro ragionamento riguarda la violazione delle prescrizioni inserite in autorizzazione e riguardanti l’agibilità dei
locali e la sicurezza (in particolare la capienza); in tale contesto ogni violazione alle stesse è sanzionata penalmente
dall’art. 681 c.p.
Nei locali destinati al pubblico
spettacolo vige il divieto di vendita e di somministrazione ai minori
di anni 16 (art. 25 R.D. 24 dicembre 1934, n. 2316).
Nei locali è consentito fumare solo
se gli stessi sono dotati di sistemi
che garantiscono un riciclo di aria
tale da rispettare le norme previste dalla legge 575/84.
Nel caso di locali senza la deroga
del Sindaco occorre che vengano esposti i cartelli del divieto di
fumo ai sensi dell’art. 140 del reg.
d’esecuzione del Tulps.
Sulla G.U. 300/2003 è stato pubblicato il d.P.C.M. 23 dicembre 2003,
attuativo dell’art. 51 comma 2
della legge 3/2003, così come
modificata dalla legge 306/2003
che introduce il divieto di fumo
assoluto. Tale divieto è entrato in
vigore nel gennaio 2005 e vieta
il fumo anche in tutti i pubblici
esercizi.
Le prescrizioni in materia di requisiti acustici
L’agibilità dei locali
Nei numeri precedenti abbiamo
iniziato ad analizzare le attività di
controllo inerenti al settore del
pubblico spettacolo, caratterizzate
da un quadro normativo complesso
e non organico. Abbiamo scorso
le conseguenze dell’entrata in
vigore del D.lgs. 507/99, per
poi esaminare gli strumenti più
comuni per il controllo degli illeciti
e le implicazioni previste per
organizzatori e personale.
ta all’attività sportiva è consentita fino ad un massimo di 20
spettatori ogni 10 m2 di superficie all’uopo destinata.
Ai sensi dell’art. 80 del Tulps, si stabilisce il divieto di concedere licenza per l’apertura di un teatro o di un luogo di
pubblico spettacolo prima della verifica della Commissione
provinciale di vigilanza per i locali di pubblico spettacolo
e del rilascio del conseguente certificato di agibilità; tale
mancanza è sanzionata penalmente dall’art. 681 del c.p.
L’art. 4 del d.P.R. 311/2001 ridefinisce le procedure per il rilascio
dell’autorizzazione per l’agibilità dei locali, in particolare:
a)non è più necessario fare uscire la C.P.V.L.P.S. per i locali
con capienza inferiore a 200 persone; basterà una relazione tecnica di un professionista abilitato e la Commissione
si esprimerà con il proprio parere sulla base della relazione del tecnico;
b)è possibile istituire la Commissione comunale di vigilanza
con durata triennale;
c)è obbligatorio l’intervento della Commissione provinciale quando ci si riferisce ai locali cinematografici o teatrali, agli spettacoli viaggianti di capienza superiore a 1300
spettatori, agli altri locali o impianti con capienza superiore a 5000 spettatori, nonché ai parchi di divertimento
ed alle attrezzature di divertimento meccaniche o elettromeccaniche che comportano sollecitazioni fisiche degli
spettatori o del pubblico partecipante ai giochi superiori
ai livelli indicati con apposito decreto ministeriale.
Sulla G.U. del 19 marzo 2001, n. 65, è riportato il d.m. 6 marzo 2001 relativo alla modifica del d.m. 19 agosto 1996, n. 149
- Regola Tecnica di Prevenzione Incendi. L’articolo 2, nel prevedere le disposizioni sull’affollamento dei locali, modifica
sostanzialmente il d.m. precedente portando il coefficiente
di affollamento per i locali al chiuso da 0,70 persone al m2 a
1,2 persone al m2, equiparandolo così a quello già previsto
per i locali all’aperto. Il nuovo parametro consentirà ai locali
in possesso di tutti gli altri requisiti di aumentare la propria
capienza.
Tra le altre novità occorre segnalare che “nei locali non
provvisti di posti a sedere fissi è consentito l’impiego temporaneo di sedie purché collegate rigidamente tra loro in
file. Ciascuna fila può contenere al massimo 10 sedie in
gruppi di 10 file”.
Altro punto del decreto riguarda la sistemazione dei posti
in piedi in strutture sportive: in caso di utilizzo di impianti
sportivi per manifestazioni occasionali a carattere non sportivo, la sistemazione del pubblico in piedi nell’area destina-
Il d.P.C.M. 16 aprile 1999, n. 215, Regolamento recante norme per la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei pubblici esercizi, è entrato in vigore il
17 luglio 1999 e prevede che i luoghi di pubblico spettacolo,
i luoghi di intrattenimento danzante, i circoli privati, i pubblici esercizi che utilizzano impianti elettroacustici di amplificazione e di diffusione sonora devono rispettare i limiti di
rumore imposti da questo d.P.C.M. indipendentemente dal
fatto che l’attività si svolga al chiuso o all’aperto. Rimangono esclusi da questi vincoli le manifestazioni e gli spettacoli
temporanei o mobili. La sanzione in caso di inottemperanza
Articolo pubblicato sul n. 1
di Pubblico&Spettacolo
MADE IN ITALY
rubriche
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37
rubriche
di
Pino Chiodo
Mission Impossible
N
ell’arco dei miei oltre 35
anni di attività professionale, sono naturalmente
tanti i ricordi e le emozioni legate a questo lungo viaggio nella musica e per la musica,
un viaggio che mi ha portato a
girare tutta l’Italia e buona parte
del resto del mondo, nei più svariati contesti ambientali.
Dai mega-concerti nei grandi spazi aperti come gli stadi o le aree
monumentali, ai palasport o alle
tensostrutture, ai top club internazionali più esclusivi, ed infine ai
Teatri, là dove la musica trova la
sua dimensione più intima.
Ogni volta come se fosse la prima
volta: difficoltà nuove e diverse,
realtà e culture diverse, pubblico
diverso. L’esperienza ti aiuta, ma
l’emozione è sempre la stessa.
Dovendo pescare fra i ricordi mi
viene in mente uno degli episodi
più singolari che io abbia vissuto in
tutto questo tempo. Una vicenda
divertente ed insieme terrificante,
quasi surreale mi verrebbe da dire,
certamente indimenticabile.
Siamo all’inizio degli anni ’80, per
l’esattezza fra il 1982 e il 1983. Si
è da poco conclusa una manifestazione inedita realizzata in collaborazione con il Ministero della
38
settembre/ottobre 2010 - n.85
Difesa chiamata “Caserme Aperte” alla quale avevo lavorato
come responsabile tecnico.
Una scommessa nuova e molto semplice: portare la grande musica pop italiana all’interno delle Caserme di tutta
Italia, attraverso una serie di concerti live organizzati con
la partecipazione di alcuni fra i più prestigiosi cantautori e
interpreti del momento. Il successo di pubblico è grande,
così come l’eco positiva della stampa. Il Ministero si convince – parole loro – che sono io l’uomo giusto per portare
avanti sotto il profilo tecnico tutti i loro progetti di intrattenimento legati alla cultura musicale e alla comunicazione
audiovisiva in genere.
Succede così che nel dicembre dell’82 vengo chiamato per
progettare ed allestire un sistema audio e luci all’interno di
una struttura militare ubicata nel Libano, a pochi chilometri
dall’aeroporto di Beirut. La location è situata in prossimità di
un territorio di guerra dove le forze armate italiane, insieme
agli eserciti di altri paesi, sono impegnate come forze di pace.
Perchè installare un sofisticato sistema audio e di luci in
quello che, in definitiva, è da considerarsi semplicemente
un campo militare?
“Perché – spiegano al Ministero – al centro di questa area
è stata allestita una mega-tensostruttura nella quale intendiamo organizzare una serie di performance musicali e di
eventi per l’intrattenimento dei nostri soldati e di quelli
delle altre nazioni presenti nel campo, come noi e con noi
impegnate in missione di pace”.
Detto, fatto. Alla metà di dicembre, si parte. Il viaggio è
organizzato nei minimi dettagli. Gli incaricati del Ministero
mi vengono a prendere in macchina alle 3.00 di notte direttamente sotto casa mia a Roma. Si va a Pisa, dove ci aspetta
– mi dicono – un aereo speciale che ci porterà a destinazione. Di primo mattino arriviamo nello scalo toscano, mi viene
ritirato il passaporto e dopo un’attesa un po’ misteriosa di
circa due ore, si decolla con un Hercules C130, un vecchio
cargo militare per la verità assai poco confortevole.
Rumori assordanti del motore, vibrazioni terrificanti della fusoliera, freddo polare come se fossimo sulla vetta del
Cervino. Mi arrangio come posso, proteggendomi con una
coperta che gentilmente mi viene offerta e ricorrendo a due
batuffoli di cotone per proteggere i timpani.
Dopo un’ora di volo accade l’incredibile: l’aereo è già in fase
di atterraggio! Ma come è possibile – mi chiedo – che un
vecchio Hercules possa volare da Pisa a Beirut in una sola
ora neanche fosse un jet supersonico?
Ma l’interrogativo viene presto chiarito. Con mio grande stupore all’apertura del portellone si schiudono incredibilmente davanti ai miei occhi delle immagini a me molto familiari,
quelle del secondo aeroporto della mia città: Ciampino?!
Allora perché portarmi fino a Pisa con quattro ore di macchina, se poi dovevano fare scalo a Roma?
Misteri dell’organizzazione militare. Inutile porsi troppe
domande.
“Dovevamo imbarcare altro personale”, mi viene detto con
sorriso di circostanza da uno dei miei accompagnatori.
Dopo circa un’ora di attesa, appena saliti a bordo i nuovi
passeggeri, si parte finalmente per il Libano. All’interno del
velivolo, oltre al rumore di cui dicevo, si gela come in un
freezer con tanto di condensa diffusa su tutte le pareti. Del
resto, che sarebbe stata un’esperienza molto dura l’avevo
capito da un pezzo.
Dopo circa otto ore di volo, eccoci all’aeroporto di Beirut.
All’arrivo scene da film tipo Salvate il soldato Ryan e Apocalypse Now. Mancavano solo Tom Hanks e Marlon Brando.
Marines delle forze di pace che fanno irruzione all’interno
del velivolo appena atterrato, ci muniscono di elmetti per
proteggerci la testa, ci scortano armati fino all’esterno e ci
accompagnano con macchine, mezzi blindati e anche un elicottero che ci controlla dall’alto, fino al campo militare.
“È in corso un attacco di guerriglieri proprio all’aeroporto
di Beirut” ci spiegano per giustificare le eccezionali misure
di protezione e di sicurezza adottate.
Mentre procediamo lungo il breve tragitto per raggiungere
il campo, si sentono in lontananza i rumori laceranti e concitati delle raffiche di mitra insieme al cupo crepitio di colpi di
artiglieria. Si spara, si combatte, si muore, è la guerra. Mai
avrei pensato che il mio lavoro mi potesse far vivere una
situazione come questa.
Arrivato al campo, per motivi di maggiore sicurezza mi
consigliano di alloggiare nella tenda della Croce Rossa. È
in pratica un’infermeria, una sorta di piccolo ospedale da
campo. La notte è fredda, lo scenario non dei più gradevoli.
Intorno a me, solo malati e feriti. Una stufa da campo a kerosene resta perennemente accesa, fa troppo freddo. Provo
a dormire, sono troppo stanco, ma dopo qualche ora vengo
risvegliato da un forte bruciore alla gola: la fiamma della
stufa si è spenta, e l’ambiente si sta saturando di fumo. Corro fuori della tenda insieme ad altri che potevano muoversi,
e chiediamo aiuto.
Il giorno dopo, così come sarà per quelli a seguire, la situazione sembra più tranquilla e quindi con la collaborazione
di alcuni militari iniziamo sotto l’enorme tendone centrale
del campo il lavoro di allestimento degli impianti di audio e
luci, insieme a tutti gli accessori e le infrastrutture necessarie per l’intrattenimento dei militari.
È il 23 dicembre quando il lavoro viene ultimato. Piena
soddisfazione delle Autorità militari presenti nel campo,
ringraziamenti e saluti. Il giorno
dopo, vigilia di Natale, finalmente si torna a casa. Vengo accompagnato all’aeroporto di Beirut e
mi mettono a disposizione un jet
delle linee aeree libanesi. Stavolta
andiamo meglio – penso tra me e
me – ma mi devo subito ricredere.
La fusoliera dell’aereo è piena di
ammaccature e scheggiature da
proiettile, ma per fortuna è ancora abbastanza integra, comunque
in grado di mantenere la portanza del velivolo.
Così, senza grandi problemi, si
atterra a Ciampino nella notte di
Natale. Tiro un sospiro di sollievo.
È finita? Macchè. Qualche giorno
dopo il Ministero mi richiama e
mi dice che il primo gennaio sarei
dovuto tornare a Beirut, perché
il campo era stato bombardato,
i nostri impianti erano stati danneggiati e bisognava quindi effettuare un intervento di ripristino.
Letteralmente gelato dalla notizia, provo a declinare l’invito ma
non trovo grande disponibilità in
questo senso dall’altra parte. Alla
fine accetto, ma chiedo e ottengo
garanzie da parte del Ministero
affinché durante il viaggio e fino
al mio ritorno la mia famiglia venga costantemente informata e
rassicurata circa la mia incolumità
personale. Anche loro infatti, sapendomi impegnato in una zona
di guerra, avevano sofferto non
poco per la prolungata mancanza
di mie notizie.
Questa volta il viaggio è più confortevole e meno tormentato.
Arrivo a Beirut, vengo accompagnato al campo e vedo che metà
della tensostruttura non c’è più,
è stata distrutta. Al suo posto
c’è un cratere, segno evidente di
esplosioni devastanti.
In tre giorni riesco, sempre con
l’aiuto di alcuni militari sul posto,
a rimettere in piedi la struttura e
ripristinare gli impianti, e senza
altri colpi di scena riparto per l’Italia, questa volta di nuovo a bordo
del mitico Hercules C130. All’arrivo, a Roma, mi viene restituito il
passaporto sul quale era stato apposto un doppio visto: uno da parte del nostro Ministero della Difesa, l’altro da parte delle Autorità
Libanesi con la scritta “Mission”.
Certamente una mission che più
indimenticabile non si può.
www.soundlite.it
39
&aziende
uomini
Ares Line e Decima Italia
Ares Line, leader nella produzione di sedute per ufficio
e collettività, e Decima Italia, affermata azienda nella
progettazione e realizzazione di impianti scenotecnici,
arredamenti acustico decorativi, attrezzature e illuminazione
per palcoscenici, impianti audio e video, sfidano la
crisi del mercato internazionale scegliendo la strategia
dell’aggregazione. L’accordo commerciale prevede per le
due aziende la partecipazione congiunta a gare d’appalto
e trattative private per realizzare “chiavi in mano” teatri,
sale conferenze ed auditorium, sia in Italia che all’estero,
coinvolgendo entrambe le strutture commerciali. L’obiettivo
comune è di offrire alla propria clientela il valore aggiunto
di prodotti e servizi sempre più completi e integrati.
Event Management presenta
i suoi nuovi studi.
Andy Trott: il nuovo
presidente di AKG
A quasi 40 anni dalla fondazione, Outline rinnova il suo
stemma, senza stravolgerlo.
Dai primi anni ‘70 Outline ha sempre avuto il suo tratto
distintivo – un padiglione auricolare stilizzato – ma lo ha
sempre accostato al nome “Outline” scritto per esteso, sulla
destra. Dal secondo trimestre 2010, troveremo solamente il
padiglione auricolare senza alcuna altra scritta al seguito.
Per distinguere un oggetto griffato Outline basterà dunque
osservarne il frontale.
Il logo (in acciaio) sarà perfettamente incavato nella griglia
metallica anteriore dei diffusori – peraltro anch’essa di
nuova concezione. Questo processo di rinnovamento sarà
graduale e con il tempo interesserà buona parte della
gamma corrente e futura.
I marchi Soundcraft, Studer e
AKG sono ora sotto lo stesso
management.
Andy Trott, presidente
dell’azienda del gruppo
Harman dedicata ai mixer, la
Soundcraft Studer, con sedi nel
Regno Unito e in Svizzera, ha
ricevuto l’incarico dalla casa
madre di dirigere anche AKG.
Trott è considerato l’autore
della ‘digitalizzazione’ di
Soundcraft Studer da quando
entrò nei primi mesi del 2003.
Per quanto riguarda
l’organizzazione di AKG, i
cambiamenti saranno minimi,
secondo Trott: “Cercheremo
ovviamente di migliorare
l’efficienza – spiega il
presidente – e di effettuare
cambiamenti sensati, ma
AKG è già ben organizzata,
anche grazie al buon lavoro
svolto da Stefan (Gubi, expresidente, uscito da AKG
per tornare ad un incarico
in telecomunicazioni) negli
ultimi quattro anni. Nigel
Beaumont, il nostro Vice
Presidente delle Operazioni,
già si occupa dell’attività di
produzione di tutti e tre i
marchi da quasi un anno, e il
team di marketing, in linea
con tutti i marchi di Harman
Professional, lavora in gruppo
quotidianamente. In questo
modo le imprese lavoreranno
unite e in modo semplice”.
info Outline: tel. 030 3581341; www.outline.it
info AKG: www.akg.com
info Decima Italia: tel. 049 8701655; www.decimaitalia.com
info Ares Line: tel. 0445 314931; www.aresline.com
EKO distribuisce Behringer
EKO Music Group SpA annuncia che dal 10 giugno 2010
distribuisce in esclusiva per l’Italia i marchi Behringer e Bugera.
È un gradito ritorno, in quanto già nella seconda metà degli
anni Novanta il Gruppo Eko curò la distribuzione del marchio
Behringer. In quegli anni, il marchio ebbe un incredibile
successo in Italia e raggiunse livelli di fatturato insperati.
Il Product Manager per le linee Behringer e Bugera è il
Sig. Federico Filonzi.
info EKO: tel. 0733 2271; www.ekomusicgroup.com
Outline rinnova il logo
Midi Music distribuisce SPL
L’azienda torinese Midi Music è stata nominata nuovo distributore per l’Italia di SPL, il marchio
tedesco conosciuto per prodotti storici come Vitalizer e Transient Designer e per una gamma di
prodotti professionali come preamplificatori microfonici, simulatori di altoparlanti, sommatori,
amplificatori per cuffie e diversi prodotti software. Il nuovo accordo di distribuzione è già
operativo da giugno.
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settembre/ottobre 2010 - n.85
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Alfio Morelli
Massimo
Ferranti
In questi ultimi tempi stiamo
incontrando alcuni personaggi
che, in un modo o nell’altro,
hanno fatto la storia del
nostro settore. Questa volta
siamo andati fino a Roma ad
incontrare Massimo Ferranti,
figura chiave dell’azienda ABC.
I
l racconto ha inizio nell’anno
’77, quando, ci rivela Massimo Ferranti, “tutto cominciò
durante la scuola, con l’organizzazione di un evento estivo
denominato “Estate al Convento
Occupato”. In questo convento,
durante le vacanze scolastiche, si
organizzavano concerti, spettacoli teatrali ed altre manifestazioni
artistiche. Chi li ha vissuti ricorda
quegli anni, attraversati da un
grande fermento giovanile: tutti
volevano dire o fare qualcosa. Il
livello organizzativo era proprio
ai minimi termini: pochi soldi e
poca professionalità, compensati
però da tanto coinvolgimento e
tanto divertimento. A quell’epoca
bastava poco per riempire il giorno ed andare a letto soddisfatti,
anche se poi, alla fine dei conti,
non si era fatto gran che.
“Dopo questa prima esperienza fui
chiamato come tecnico dal mitico
gruppo “Il Rovescio della Medaglia”, con cui feci diversi concerti.
L’anno successivo mi proposero di
occuparmi del montaggio e dello
smontaggio della batteria (oggi
42
settembre/ottobre 2010 - n.85
si chiamano backliner) di Pierluigi Calderoni, batterista del
Banco del Mutuo Soccorso. “Feci carriera e fui promosso a
responsabile della tastiera e poi delle chitarre.
“Erano gli anni in cui Angelo Branduardi stava avendo molto successo anche all’estero – ricorda Massimo – e la sua produzione, sul finire degli anni Settanta, chiamò me e gli altri
del team per il tour europeo: venni assunto con il compito
di gestire il palco, mentre Willy, mio compagno di stanza,
era il fonico, ovviamente insieme a tanti altri tecnici. Facemmo oltre cento date, prevalentemente all’estero. Allora non c’erano delle mansioni ben precise: finito il
proprio lavoro bisognava occuparsi dell’organizzazione generale, ed io, assieme al mio
amico Watts avevo anche il compito di
far rimontare tutto il materiale sul bilico; ricordo che già ai primi pezzi dei
bis cominciavamo a movimentare il
materiale dal palco per immagazzinarlo sul camion, operazione per
cui impiegavamo al massimo 30
minuti”.
Quando ti sei messo in proprio?
“Dopo qualche tournée, questo
ruolo cominciò ad andarmi stretto, così insieme ad altri colleghi
fondammo una cooperativa denominata “Cooperativa Scossa”. Il
nome ricordava quello del service
“La Scossa” creato in quegli anni
dai fratelli Zard, Davide e Dori, per
gestire alcuni loro artisti. Come ovvio, anche noi lavoravamo prevalentemente per loro. Sempre in quel periodo, ci
venne in mente, insieme ad un signore di Modena, il signor
Rossi, di costruire un impianto audio denominato “HQ”, che
i più vecchi di questo mestiere ancora ricordano: altoparlanti Gauss, finali SAE e processori dbx. Con questo facemmo
tante belle tournée, da Branduardi a Pino Daniele, passando per Toni Esposito, Venditti e tanti altri. Come ho detto,
allora non avevamo una competenza ben definita: in un
tour facevi il backliner, nel successivo montavi l’impianto o
le luci, in quello dopo eri direttore di palco. Solo col tempo
ognuno acquisì una specializzazione propria e si delinearono sempre di più le professionalità.
Quale lato del lavoro ti piaceva maggiormente?
Un lavoro che sentivo sempre più mio era quello dell’organizzazione, prima come direttore di palco poi come direttore di produzione. Così arrivò la mia grande opportunità: il
primo concerto dei Pink Floyd in Italia, a cui ne seguirono
altri. In questo contesto conobbi due personaggi che si rivelarono fondamentali per la mia professione: Robby Williams
e Morris Lyda, due direttori di produzione dei Pink Floyd
da cui imparai le regole fondamentali di questo lavoro.
Dopo quell’esperienza mi venne proposto, ed io accettai, di produrre il tour europeo
Il Ladro di Branduardi. Mi occupai
della progettazione, della realizzazione e della vendita delle singole date, insomma un
servizio “chiavi in mano”,
e in un’avventura del genere il modo schematico
di ragionare, la disciplina quasi militare
e le tante ore
di lavoro imparate dagli
inglesi furono decisive.
Ricordo che con Ciccio De Lazzari,
altro mio compagno di viaggio,
per uno spettacolo in Toscana non
dormimmo per ben 72 ore, una
cosa oggi giustamente impensabile. A volte, ripensandoci, mi viene
da sorridere: cercavo di adottare
gli insegnamenti degli inglesi, che
erano certo sacrosanti, ma con la
piccola differenza che loro lavoravano con dei budget dieci o venti
volte superiori ai nostri e si tro-
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44
settembre/ottobre 2010 - n.85
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vavano a fare degli spettacoli in
venue adatte allo scopo, mentre
noi ci trovavamo ad organizzare
spettacoli nei posti più improbabili, dove mancava tutto e ci dovevamo inventare l’impossibile.
Sono passati da allora diversi
anni: cosa rimane oggi di quelle
esperienze?
Durante la mia carriera ho conosciuto tantissima gente che si è
avvicinata a questo lavoro, anche
se poi molti hanno mollato, preferendo un lavoro più “normale”.
Qualche tempo fa ho incontrato
per caso un amico che da ragazzo
aveva cominciato con me a fare il
tecnico; lo ricordavo con un portamento da vero rocker, capelli
lunghi, tatuaggi e piercing; l’ho
ritrovato come impiegato all’aeroporto di Firenze, logicamente
con un look appropriato e parecchio cambiato. Ma mi capita
anche di incontrare altri ragazzi,
dico ragazzi di allora, impegnati a
gestire produzioni di primo piano
a livello internazionale, dai Duran
Duran ai Genesis o David Bowie.
Mi viene in mente un aneddoto
che, visto col senno di poi, fa sorridere. Era il 1987, data dei Genesis
a San Siro, io ero impegnato come
direttore di produzione. Un mio
amico tecnico mi chiese un pass
che io gli procurai. Alla fine del
concerto venne da me il direttore di produzione dei Genesis
e mi disse che gli era sparito un
Vari*Lite. Tutti cademmo dalle
nuvole e io non riuscii a dare alcuna spiegazione, perché in realtà
non ne sapevo niente. Solo alcuni anni dopo venni a sapere che era stato il mio amico al quale avevo dato il pass il
responsabile del furto: consapevole del valore dell’oggetto
che aveva sottratto, lo aveva portato ad un’azienda italiana
di luci che, guarda caso, dopo due anni uscì con un prodotto
analogo!
Tornando alla mia storia, in quel periodo mi dedicavo sempre più alle produzioni, collaborando con Roberto De Luca
ai primi Heineken Jammin Festival a Imola, al 1° Maggio a
Roma, ecc. Da quelle esperienze mi venne voglia, insieme
ad alcuni colleghi, di iniziare una nuova avventura dando
vita ad una società denominata “Produzioni”. In quegli
anni si stava aprendo un nuovo mercato, quello delle convention, e le aziende cercavano altre aziende che potessero
offrire loro servizio e professionalità nell’organizzazione.
Cominciammo così con alcuni eventi secondari per poi arrivare ad organizzare spettacoli di primaria importanza, e
l’azienda si trasformò di nuovo, diventando ABC srl. Fra le
altre cose, nel 2002 fui incaricato di organizzare, alla fine
dei giochi olimpici di Salt Lake City, la presentazione delle
Olimpiadi di Torino, che si sarebbero tenute quattro anni
dopo. Fu una nuova sfida: per organizzare uno spettacolo di sei minuti il mio staff ed io lavorammo intensamente
per oltre tre mesi. In seguito a quel lavoro partecipai anche alle Olimpiadi di Torino con altri ruoli, per poi organizzare, qualche settimana dopo, la cerimonia di apertura
delle Paraolimpiadi. Un lavoro incredibile! Con un budget
decisamente povero riuscimmo a produrre uno spettacolo veramente coinvolgente e in quell’occasione arrivarono
anche i complimenti ufficiali dello IOC (Comitato Olimpico
Internazionale).
Hai un lavoro che ricordi con particolare orgoglio?
Sicuramente i Pink Floyd, il più importante, il lavoro che mi
diede il la, ma anche l’apertura delle Paraolimpiadi: tutto lo
spettacolo doveva partire con il segnale di un telecomando
da pochi euro; se non avesse funzionato si sarebbe rovinata
tutta la cerimonia di presentazione! Fortunatamente funzionò e tutto lo spettacolo partì. Fu veramente coinvolgente: non ricordo bene, ma per l’emozione e l’improvviso calo
di tensione, probabilmente mi misi a piangere.
Se Massimo Ferranti non avesse organizzato concerti,
cosa avrebbe fatto nella vita?
Difficile a dirsi; avevo iniziato l’università nella facoltà di
Giurisprudenza. Forse avrei fatto l’avvocato, però pensandoci bene l’avrei vista difficile... non me lo sento nel DNA.
Come vedi oggi il mercato degli eventi in Italia?
Senza per forza essere negativi, non lo vedo bene.
Ultimamente succede sempre più spesso che pur di abbassare i prezzi, si sopperisce con la tecnologia alla mancanza
di professionalità e di esperienza, cercando di mischiare le
carte in tavola. Questo è un modo per far crescere le nuove
aziende nel settore molto rapidamente, ma è un modo di
fare molto pericoloso, perché se queste aziende poi non si
organizzano in fretta c’è il pericolo che si trovino con i “piedi d’argilla”, affogate dai debiti di materiale acquistato e
con molti crediti da riscuotere, e a quel punto le strade sono
due: o si chiude o si viene assorbiti.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Ne avevo uno: quello di smettere di lavorare una volta finito il lavoro delle Olimpiadi; ma siamo ancora qua a parlarne dopo quattro anni... forse qualcosa non ha funzionato,
oppure dovrò aspettare le prossime Olimpiadi organizzate
in Italia!
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Il nostro girovagare ci porta
in questo numero in terra
veneta, precisamente a
Vidor, in provincia di Treviso,
dove ha sede Studio Due
Group. Incontriamo i due soci
fondatori, Edy Negro e “Ino”,
all’anagrafe Angelo Gerlini.
46
Alfio Morelli
settembre/ottobre 2010 - n.85
nche in questo caso tutto inizia a metà degli anni
ottanta, quando Ino decide di dare vita ad un service audio e luci. Erano gli albori per questo tipo di
lavoro, e ognuno si arrangiava con quello che aveva
e con quello che sapeva.
“Ci sono voluti alcuni anni e tanto sudore – ci racconta Ino
– prima di riuscire ad ottenere lavori un po’ più tranquilli e
redditizi nel mercato degli allestimenti per fiere. In quegli
anni cominciavano ad essere molto usate le strutture americane per fare gli stand e noi, grazie all’amicizia con Giuliano
Luvisotto, che al tempo muoveva i primi passi con la sua
ditta, la Litec, tentavamo di aprirci una strada nel mercato
con le strutture costruite in alluminio. Lui le progettava e
le costruiva, noi le usavamo, ed assieme concorrevamo allo
sviluppo del prodotto. Nel giro di pochi anni arrivammo ad
avere più di 1000 m di strutture d’alluminio in magazzino;
probabilmente l’azienda, al tempo come oggi, con più materiale a disposizione. Il mercato fieristico continuava a crescere, e noi eravamo, a Milano, sempre più impegnati su
questo fronte. Decidemmo così, tra il ’94 e il ’95, di ritirarci dal mercato dei service musicali, trasformando la nostra
azienda in un servizio di solo rental di strutture per altri
service. La nostra efficienza e produttività aumentavano col
passare del tempo, e arrivammo ad essere un punto di riferi-
mento per i nostri clienti che, oltre a noleggiarci sempre più
spesso il materiale, ci commissionavano progetti e soluzioni.
Nel 2001 abbiamo aperto la prima succursale a Milano per
renderci più competitivi, anche da un punto di vista logistico, nelle forniture di servizi su quella piazza. Dopo qualche
anno seguirono la filiale di Rimini, grazie alla quale eravamo in grado di controllare più da vicino anche il mercato di
Bologna, e quella di Roma. Una tale crescita è stata possibile grazie all’accorpamento delle diverse aziende con cui
abbiamo lavorato: SPI, Pro Rent e Multirent, confluite nel
tempo in Studio Due Group.
“Tornando ai nostri giorni, attualmente nelle varie sedi
possiamo contare 18 persone che lavorano internamente in
maniera continuativa, più un numero consistente di collaboratori esterni. Per quanto riguarda le varie sedi, a Treviso
disponiamo di una struttura di 2000 m2, a Milano di 700 m2,
a Rimini di 900 m2 e a Roma di 900 m2, tutte completamente
al coperto. Con buona probabilità siamo l’azienda che possiede più tralicci sul territorio italiano; nei nostri magazzini,
se dovesse rientrare tutto, ma speriamo che non succeda
mai, possiamo contare 20.000 metri di traliccio lineare, 1.400
metri di copertura Libera, più tanto materiale sfuso che fatichiamo a quantificare con precisione, oltre a 600 motori
completi di accessori e funi per qualsiasi esigenza. Per poter
dare un servizio migliore e più celere siamo equipaggiati,
nelle varie sedi, di tre motrici da 9,60 m e nove grossi furgoni. Ma il nostro fiore all’occhiello è l’efficienza del servizio
di revisione dei motori: vengono controllati uno per uno ad
ogni rientro, con particolare attenzione alle catene, pezzo
più critico del sistema. Per essere sempre aggiornati e dare
un servizio migliore mandiamo periodicamente alcuni dei
nostri tecnici a fare dei corsi di aggiornamento presso la
CM, la casa costruttrice dei motori. Nell’ambito della sicurezza ci possiamo vantare di aver ricevuto i complimenti dai
tecnici della casa madre per le soluzioni adottate. Abbiamo
costruito un’attrezzatura che serve a verificare l’efficienza
dei motori: noi la chiamiamo Ghigliottina per l’aspetto,
che ricorda molto lo strumento francese, ma l’analogia con
questo, ovviamente, finisce qui. Il funzionamento è il seguente: appendiamo il motore sull’attrezzo e poi, tramite
una serie di pesi, lo mettiamo sotto torchio simulando uno
stress lavorativo allo scopo di verificare la reale efficienza del prodotto. In questo modo siamo sempre sicuri che i
motori che distribuiamo a noleggio siano al massimo della
loro sicurezza.
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2: Un angolo del magazzino.
3: La “Ghigliottina” per la prova motori.
4: Edy Negro (seduto) e Angelo “Ino” Gerlini.
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47
Live concert
Francesca Cecarini
Musicultura
di
Ferreri, Mariangela Gualtieri, Kila,
Gad Lerner, Lixandru Ion, Mannarino, Paola Minaccioni, Elliott
Murphy, Negrita, Gino Paoli, Gli
Stadio e Lina Wertmüller.
Tra i 16 finalisti selezionati nel periodo invernale, che con i loro brani
inediti hanno l’opportunità di far
parte del disco di Musicultura, ne
sono stati scelti otto che sono approdati in Arena. Quest’anno i finalisti sono stati: Canemorto, Caraserena, Andrea Epifani, Alessandra
Falconieri, Serena Ganci, Humus,
Francesca Romana, Terrasonora.
Festival della Canzone popolare e d’Autore
Scelte artistiche/tecniche
La regia teatrale è da sempre firmata da Pepimorgia: “Seguo Musicultura da 21 anni; quest’anno
l’abbiamo traghettato verso la
piena maturità, in un percorso
che va dal piccolo cinema di Recanati all’Arena sferisterio di Macerata dal 2006, proseguito sempre
in compagnia del mio amico Piero Cesanelli e di Ezio Nannipieri.
Per me è un grande onore essere
il regista storico del Festival ed è
un impegno che annualmente ci
tengo a portare a termine; a prescindere da dove mi trovo, faccio
in modo di non mancare all’evento in cui ritrovo amici storici e ne
incontro di nuovi”.
In venti anni, Musicultura si
è affermata come una delle
rassegne musicali italiane
più dinamiche e innovative,
nonché come un contenitore
culturale credibile, apprezzato
da pubblico e critica.
P
arte del merito va al suo
ideatore e Direttore artistico Piero Cesanelli, che
riesce sempre ad avere
un cast importante grazie anche
al prestigio acquisito dalla manifestazione.
Era la fine degli anni ‘80, e la musica si stava trasformando sempre
più in un prodotto di consumo,
perdendo autenticità e credibilità.
L’Italia, dal canto suo, era popolata da concorsi canori in cui il vincitore era di frequente già dall’inizio facilmente individuabile e nei
quali era comunque tenuto in
scarsa considerazione l’aspetto
compositivo. Musicultura prende
vita anzitutto da questo, per una
necessità culturale e in qualche
modo etica.
48
settembre/ottobre 2010 - n.85
Nasce una manifestazione, nasce un festival. La prima edizione del concorso è targata 1990: un sogno che diviene
realtà, incoronato dalla fondazione del Comitato Artistico
di Garanzia (innovativo segno di rispetto e di tutela per i
concorrenti) i cui primi firmatari sono il grande poeta Giorgio Caproni e Fabrizio De Andrè.
Conosciuto per tanti anni come “Musicultura – Premio Recanati” il festival è ormai diventato maggiorenne e, anche se
nel frattempo ha cambiato location, approdando agli onori
dell’Arena Sferisterio di Macerata, non ha mai perso la sua
identità, mantenendosi un osservatorio vivo e pulito delle
nuove tendenze della canzone popolare e d’autore.
In venti anni di vita, il gotha della canzone e della poesia
italiana ha portato la propria testimonianza artistica sul
palco di Musicultura, contribuendo anche alla visibilità dei
giovani vincitori del concorso, tra i quali Simone Cristicchi,
Gian Maria Testa, Pacifico, Povia, Avion Travel, Giua, Amalia
Grè, Patrizia Laquidara, Momo, Mannarino…
Prestigiosi ospiti italiani ed esponenti di spicco della scena
musicale e letteraria internazionale hanno trovato nella
rassegna le condizioni ideali per offrire il meglio di sé, in
un’atmosfera attenta e distesa, spesso dando vita sul palco
a collaborazioni e testimonianze artistiche inedite, dal sapore dell’avvenimento unico.
Tra i tanti ospiti (oltre 500 artisti nell’arco di venti edizioni)
si possono ricordare, a titolo di esempio, Fabrizio De André,
Lucio Dalla, Franco Battiato, Gino Paoli, Claudio Baglioni,
Ligabue, Ivano Fossati, Antonello Venditti, Ornella Vanoni,
Nicola Piovani, Gianna Nannini e tanti altri.
Le serate finali del festival sono state riprese da Media
Group di Paolo Massoli e saranno messe in onda da RAI 1
(con uno special di 60 minuti), e da Sky sul canale Live!.
Le tre serate sono andate in onda in diretta su RAI Italia
Radio con Notturno Italiano e su RAI Radio Uno, che già
da prima delle dirette hanno iniziato a promuovere i brani
dei finalisti.
La XXI edizione si è svolta il 18, 19, 20 giugno all’Arena Sferisterio di Macerata e la sua conduzione è stata affidata a
Fabrizio Frizzi. Tra gli ospiti che sono stati presenti sul palco
della manifestazione possiamo ricordare, in ordine strettamente alfabetico, Gianni Bonagura, Ennio Cavalli, Filippo
Casaccia, Eugenio Finardi, Ginevra di Marco, I Dik Dik, Giusy
La direzione tecnica è affidata al
suo staff (la sottoscritta insieme ad
Alessandro Rabbi e Chiara Patriarca). La scelta del materiale scenografico ed illuminotecnico viene
sempre fatta rispettando il contesto storico-artistico in cui si svolge
il festival (e ovviamente anche nel
tentativo di attenerci alle risorse
economiche messe a disposizione
con sacrificio dall’organizzazione)
per cui lo spirito del nostro progetto è di essere il meno invasivi
possibile ma al contempo di dare
un effetto musicale importante e
versatile, vista la varia tipologia
del cast che si esibisce sul palco di
Musicultura.
Fatte queste considerazioni, abbiamo scelto di valorizzare architettonicamente il Teatro Arena
Sferisterio facendo risaltare il
colonnato con PAR 64 CP60 e il
mattonato del muro retrostante
con ACL da 600 W in radenza. La
sezione centrale è stata realizzata
con la colorazione in tricromia ot-
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49
Live concert
1
1: (da sx) Agnese e Benedetta
(stagiste master in light design,
ABAmc), B. Dinia, M. Farconieri,
F. Civelli, M. Messi (studente),
A. Angelini, A. Rabbi, M. Proia.
(in basso) Alice (stagista master),
F. Cecarini, C. Patriarca.
2: Toni Soddu, Pepimorgia e
Francesca Cecarini.
Personale
Regia teatrale
Project manager/
luci e scenografia
Progetto tecnico/
Operatore console luci
Direzione artistica/
Immagini schermo LED
Pepimorgia
Luci/audio/video
Capo squadra
Resp. palco
Resp. dimmer
Tecnici
Operatore Catalyst
Abc srl di Massimo Ferranti
Andrea Angelini
Massimiliano “Smoglio” Proia
Massimo Farcomeni
Fabrizio Civelli
Bruno Dinia
Cristiano Cenci
Davide Nistico
Juri Corso
Marta Serandrea
Martino Messi
Srdjan Simeunovic
Francesca Cecarini
Alessandro Rabbi
Chiara Patriarca
tenuta da diverse sorgenti luminose, in funzione anche dei
tre archi, quali Robe REDBlinder, Coemar Panorama, Anolis
ArcLine. Un effetto suggestivo è stato creato posizionando
cinque Nova Flower della Novalight in modo da lavorare a
360° nel volume del teatro in controluce e frontale, sia sul
pubblico che sul muro.
Per le apparecchiature finalizzate al palco è stata utilizzata una struttura di truss a vista volutamente asimmetrica,
come le inserzioni di vele-tendine (delle tripoline illuminate da barre Ayrton Moduled) alternate con degli schermi
LED (MiTrix e MiStrip della Barco), così facendo si è rispettata l’idea di leggerezza e trasparenza lasciando al centro
dell’attenzione la musica.
Per rendere più rock lo stage, oltre che con spot e wash,
l’abbiamo condito con nove ACL 250 W, blinder e super lucciole come parete di fondo al centro del palco, dietro la batteria, per dare ulteriore profondità alla ripresa televisiva.
Lo spazio in cui siamo andati ad operare è molto vasto: un
boccascena di 40 m davanti ad un muro storico lungo 90 m
e alto 20 m. Bisogna anche considerare che, essendo in un
teatro all’aperto a pianta semicircolare, le distanze oscillano
tra i 40 m e i 60 m (dalla balconata), per cui i prodotti posizionati frontalmente e in controluce devono avere il giusto
apporto potenza/qualità; da qui la scelta di utilizzare come
contro dall’alto del muro 30 Clay Paky Alpha Beam 300 e
serie di ACL 600 W. Anche come frontali abbiamo utilizzato prodotti con apertura del fascio analoga: Clay Paky Alpha Beam 1500 e serie di ACL da 600 W, con cinque seguipersona Robert Juliat Cyrano 2500 W HMI 3°/8°.
Il nostro indispensabile operatore al banco Alessandro Rabbi (con noi già dal 2007) ha scelto di utilizzare una console
GrandMA Full, sia per una sua scelta lavorativa sia perché in
questo spettacolo il tempo di fare delle prove vere e proprie
con gli artisti non lo abbiamo mai e, avendo molti quadri
2
da preparare, diventa quasi indispensabile poter anticipare una parte del lavoro di programmazione in
modalità off line; tenendo conto delle esigenze delle
telecamere, dobbiamo inoltre avere a portata di mano
tutta la situazione dei bianchi televisivi.
Per quanto riguarda le scelte per il video, oltre ai prodotti Barco già citati, abbiamo scelto di utilizzare come
media server il sistema Catalyst così da poter agire in
piena libertà nella scelta artistica. Evitando di essere
didascalici ma pur sempre figurativi, per ogni artista
abbiamo cercato di costruire immagini che esaltassero le trasparenze dei supporti in modo da non essere
troppo presenti nell’inquadratura televisiva evitando
così delle bruciature incomprensibili; questo compito
è stato affidato alla mia collega Chiara Patriarca.
Per la diffusione sonora è stato montato un impianto
della L‑Acoustics modello ARCS, un sistema line array
orizzontale che calza alla perfezione in questo tipo di
venue. L’Arena Sferisterio ha una forma semicircolare,
con il palco posizionato nella parte lunga (diametro).
L’impianto, che ha una diffusione orizzontale di 180°,
lavora quindi nel suo ambiente ideale. È formato da
due cluster di cinque diffusori per parte che coprono
perfettamente tutta la platea e la balconata senza alcuna aggiunta di diffusori per le prime file.
Le riprese televisive sono state affidate a Mediagroup
Comunication con la regia di Luca Alcini per RAI 1, e
Pepimorgia ha seguito la direzione della fotografia.
Mi permetto di aggiungere una piccola riflessione
personale: è un peccato che ad una reale gara canora
italiana non sia dato il giusto spazio televisivo, che
non venga cioè trasmessa in orari e date consone.
Come Project Manager di Musicultura mi sento di ringraziare la forza lavoro e in particolare gli sponsor
tecnici che ci hanno supportato: l’arch. Andrea Biti
che certifica le strutture portanti e scenografiche,
ABC srl, Sisme che cura l’amplificazione dell’Arena e
la Novalight srl, che ci ha fornito gentilmente cinque
Nova Flower.
Approfitto di questa vetrina per far presente che,
come docente dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, sezione Light design, ho avuto l’opportunità, grazie all’organizzazione, di far partecipare alla settimana d’allestimento i miei studenti del Master in Light
design e del corso statutario.
50
settembre/ottobre 2010 - n.85
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Giulia Morelli e Alfio Morelli
Heineken Jammin’
Festival 2010
Anche quest’anno abbiamo deciso di
raggiungere Venezia per ricevere la
nostra dose di scarica rock all’aria
aperta. Come ogni edizione, i nomi
in programma sono allettanti in ogni
giornata ed il cartellone ben farcito in
un climax che va dalle band emergenti,
vincitrici del fortunato contest on
line, alle band straniere di discreto
successo internazionale, fino ai nomi
più altisonanti del panorama musicale
che, per parlare di soldi, meriterebbero
da soli il prezzo del biglietto.
52
settembre/ottobre 2010 - n.85
L
a nostra scelta è ricaduta sulla prima giornata, in cui
il caldo e l’umidità devono aver costituito una prova
fisica non indifferente, ma credo di parlare a nome di
molti se dico che ne è valsa la pena.
La situazione non è migliorata al calar delle tenebre, quando un esercito di zanzare incredulo per la consistenza del
banchetto si è dato alla pazza gioia; neanche il repellente è
riuscito a salvarci completamente dal nostro destino di prede succulente, e a fine giornata è difficile immaginare se i
litri bevuti siano stati più quelli di birra o di sangue!
Ma lasciamo le lamentele sul caldo e gli insetti agli anziani, mentre noi ci dedichiamo al vero protagonista di questo
tour de force di quattro giorni: lo spirito del rock’n’roll, che
da Woodstock al 2010 è ancora in grado di unire in una stessa massa calorosa e sudaticcia migliaia di persone.
Intorno alle 25.000 in questo primo giorno, distribuite tra il
parterre erboso e la collinetta di fronte al palco dove, tutto
sommato, tutto quel caldo non si è sentito.
Da questa posizione gli artisti sul palco non erano più
grandi di una puntina per giradischi, ma siamo stati comunque in grado di goderci ogni smorfia dei cantanti
grazie ai tre maxischermi.
Noi di Sound&Lite abbiamo varcato la soglia del Parco San
Giuliano in tempo per farci trasportare dalla voce suadente
di Dolores O’Riordan, leader dei Cranberries, che ci è sembrata piuttosto pacata sul palco, ma sempre carismatica.
Un inizio ideale per entrare in sintonia con la serata e prepararci l’umore per quello che sarebbe venuto dopo: la
bomba sonora ad orologeria marcata Aerosmith. Non mi
soffermo a parlare dell’esibizione dei padrini del rock melodico; aggiungo solo che, dopo averli visti dal vivo, è facile
comprendere perché siano in giro da quarant’anni senza
che nessuno li abbia mai spodestati dal loro trono.
Ma il mio pensiero va oltre l’esibizione da palpitazioni di
sabato sera, e si dirige frettoloso verso il nubifragio del
secondo giorno di festival. Noi non c’eravamo ma, dando
un’occhiata qua e là alle recensioni sui forum, un’idea ce
la siamo fatta.
Tra lo scontento e il dispiacere per aver fatto tanti chilometri ed esser tornati a casa a mani vuote, anzi, magari con
un bel raffreddore se non un principio di congelamento,
leggiamo anche qualche commento critico nei confronti
dell’organizzazione che, secondo alcuni, non ha gestito la
comunicazione in maniera tempestiva, avendo fatto sapere
solo a tarda ora che l’esibizione dei Green Day era sospesa
e che il pubblico poteva tornare a casa. Ma le recensioni
non sono tutte incentrate sulle lamentele, troviamo anche
apprezzamenti sulla location che, in condizioni meteorologiche stabili, risulta alquanto suggestiva per merito dello
scorcio sulla laguna veneziana, con tanto di super nave da
crociera illuminata a giorno che si intravedeva da dietro il
palco. Insomma nel dibattito on-line tra la vecchia sede di
Imola e questa di Mestre, a quanto pare vittima di una maledizione, i veterani del rock si dividono.
A noi non resta che aspettare qualche anno per scoprire le
sorti di questo travagliato festival che, confrontato magari
con manifestazioni straniere dello stesso genere, può ancora aggiustare qualche cosuccia a livello organizzativo, ma di
certo non è inferiore ai concorrenti d’oltralpe per la qualità
degli artisti e per l’affluenza di spettatori.
La location del parco di San Giuliano di Venezia – in cui si è
svolta nei giorni successivi “Electro-Venice”, manifestazione
che propone i nomi di spicco della scena electro-house e
techno, organizzata sempre da Live Nation – è sicuramente
molto adatta a questo tipo di eventi, anzi, ci sarebbe ancora
spazio per poter incrementare le iniziative e le strutture ad
ulteriore supporto al festival.
L’unico problema logistico rilevante
ci pare quello dei parcheggi, piuttosto distanti e non supportati da
un adeguato servizio di navette.
Le aziende che hanno fornito i servizi sono quelle impiegate da anni
in questa manifestazione. Audiorent ha fornito l’impianto marcato Clair Brothers: i main erano
composti da 20 i-5 e 12 BT‑218 per
lato, mentre abbiamo visto in uso
per la prima volta delay composti
dei nuovi i‑DL, line array progettato dalla Clair specificatamente per
applicazioni in linee di ritardo. La
romana Limelite ha fornito le luci
ed Euphon è stato il fornitore per
quanto riguarda il video – tutte
aziende di alto livello che hanno
svolto con grande efficacia la loro
funzione.
Dobbiamo anche sottolineare
l’ottimo comportamento degli
organizzatori verso il pubblico in
occasione della sospensione del
concerto dei Green Day. Infatti
ai possessori del biglietto della
domenica è stato concesso di accedere con lo stesso ai concerti di
uno dei due giorni successivi o,
in alternativa, avere un rimborso
parziale di € 25.
Certamente, tempo permettendo,
le cose sarebbero potute andare
meglio, ma d’altra parte di fronte
a situazioni così estreme e sfortunate è impossibile evitare dei
disagi ad un pubblico così ampio.
È comunque andata meglio del
2007, visto che nessuna struttura
ha registrato crolli o seri danneggiamenti ed il giorno dopo il festival è potuto ripartire come da
programma.
Ma anche sulla Laguna c’è qualcuno che pratica il voodoo?
1 e 2: Gli array di delay composti dai
nuovi i‑DL, diffusori line array progettati
dalla Clair specificatamente per linee
di ritardo. Appesi (1), ed appoggiati sui
sub BT-218 (2).
1
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Live concert
di
Giancarlo Messina
Dalla - De Gregori
Work In Progress 2010
Chi ama ascoltare la musica leggera
italiana non può assolutamente perdersi
questo concerto che riporta sul palco due
dei nostri più grandi autori ed interpreti.
Una scaletta per il novanta per cento fatta
di grandi successi, che tutti abbiamo non
solo ascoltato ma anche cantato almeno
una volta.
M
a attenzione: non si
tratta di un amarcord,
dello scialbo revival di
due artisti che pescano
stancamente questo jolly per risalire sulla cresta dell’onda prima
della pensione, bensì di un concerto vero, arrangiato e suonato
benissimo da un’ottima band,
ricca di sfumature sonore affascinanti (e senza sequenze), e con i
protagonisti che comunicano una
gran voglia di suonare, di divertirsi e far divertire, che, insomma,
nonostante gli anni trascorsi hanno ancora parecchio da dire.
Non a caso il prestigioso antecedente di 31 anni prima, Banana
Republic, non viene mai citato, ed
anche la scaletta prevede pochissimi dei brani interpretati allora.
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settembre/ottobre 2010 - n.85
Anche perché, in questi 31 anni, Lucio e Francesco hanno
scritto tantissimi brani e molti grandi successi.
Ma soprattutto è cambiata la formula: non ci sono due set,
due band e qualche duetto, ma tutto lo spettacolo è condotto insieme, ed è bello vedere come i successi dell’uno assumano nuove sfumature quando sono interpretati dall’altro.
Abbiamo voluto scegliere una location importante, l’Arena
di Verona, per andare a gustarci il concerto di questo tour
estivo e capire come sia stata organizzata la produzione che
ha dovuto fondere i due entourage degli artisti.
Arriviamo nel pomeriggio: il perimetro dell’Arena è una visione alquanto surreale, con una immensa sfinge egizia che
guarda impassibile un tempio giapponese... No, non sono gli
effetti del caldo (africano, questo sì) sulla nostra debole psiche, ma le scenografie delle opere liriche momentaneamente sloggiate e posteggiate ovunque ci sia spazio sufficiente.
Forse anche a causa di questa complessa logistica, troviamo
le operazioni di montaggio piuttosto in ritardo. Così cerchiamo di non dare disturbo ai concitati tecnici e ci andiamo
ad idratare in un vicino bar.
Il management
Quando torniamo, cominciamo subito da un’interessante
intervista che i due manager degli artisti, Bruno Sconocchia
di Ph.D per Lucio Dalla e Ferdinando Salzano di F&P Group
per De Gregori, ci concedono con la consueta disponibilità
nei nostri confronti, per la quale certo li ringraziamo.
“È una vera co-produzione – ci spiega Bruno – in cui tutto
è condiviso; forse Ph.D si è occupata un po’ più della produzione e F&P di distribuzione e marketing, ma in effetti
abbiamo condiviso tutto fino in fondo”.
La domanda sulla promozione la rivolgiamo quindi a
Ferdinando: “Anche la promozione è stata stabilita di comune accordo – ci spiega – usando un metodo un po’ diverso dal
solito. Infatti, prima ancora di ogni comunicazione ufficiale,
abbiamo lanciato la notizia sul web, attraverso Ticketone,
di una data a sorpresa dei due artisti a Nonantola. Usando i nostri database e quello di Ticketone, abbiamo inviato
la notizia a 950.000 potenziali acquirenti, cioè persone che
avevano acquistato biglietti per concerti live in precedenza.
Abbiamo bruciato in due giorni 1.400 biglietti, un segnale
importante che ci ha confermato di trovarci non davanti
ad un’operazione nostalgica ma
ad un vero evento attuale ed importante”.
È Bruno a spiegarci che tipo di
concerto viene proposto in questa
reunion: “Fin dall’inizio gli artisti
hanno espresso la precisa volontà
di staccarsi totalmente da quello
che era stato fatto in passato. Ai
tempi di Banana Republic ognuno portava sulla scena il proprio
concerto, ed i duetti erano solo su
alcuni brani. Oggi invece la scaletta prevede in prevalenza grandi
successi scritti proprio in questi 31
anni, che quindi allora nemmeno
esistevano, ma, cosa più importante, tutto è condiviso, salvo due canzoni: La Donna Cannone e Caruso.
Ci spiegano che la produzione esecutiva è stata affidata ai
due responsabili delle rispettive
agenzie, cioè Orazio Caratozzolo
per F&P ed Enzo Milani per Ph.D
che hanno unito il loro lavoro
per trasferire sul palco le varie
esigenze artistiche.
Ma il concerto non è solo musica,
anche se in un concerto del genere nessuno si aspetta i fuochi d’artificio. La scelta, a nostro avviso
perfetta, è caduta su quella che
potremmo definire “una scenografia d’arte”. Infatti l’elemento
visivo principale è costituito da
alcune opere di Mimmo Paladino
– uno dei più noti artisti italiani le
cui opere sono esposte nei principali musei del mondo, compreso
il Metropolitan Museum di New
York – che ne ha elaborate alcune proprio a tema, pensate per la
nuova ed insolita superficie “pittorica”: i LED.
“Abbiamo colto un suggerimento degli artisti – ci spiega Bruno
– entrambi amanti della pittura e
dell’arte, nonché amici di Mimmo
Paladino. A lui hanno affidato la
scenografia nel blocco di concerti primaverili, ed in estate abbiamo trasferito la sua opera su un
fondale di LED. Mimmo è rimasto
affascinato da questa tecnologia
come strumento di espressione
artistica, per lui una novità”.
“Dopo queste anteprime attraverseremo tutta l’Italia – conclude
Ferdinando – e l’estivo si concluderà il 26 settembre a Padova. La
cosa bella è che poi ci sarà un seguito, con un nuovo prodotto discografico e probabilmente anco-
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Live concert
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1
SHURE PSM 900
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SISTEMA DI MONITORAGGIO PERSONALE IN-EAR
Audio Più Puro: la codifica digitale stereo migliorata e l’Audio
Reference Companding brevettato da Shure forniscono un
audio chiaro e dettagliato.
Precisi Filtri RF di Ingresso: rilevano ed eliminano potenziali
interferenze RF prima che possano raggiungere il ricevitore.
Eccezionale Linearità di Trasmissione: riduce drasticamente
le intermodulazioni dando la possibilità di utilizzare fino a 20
canali compatibili in una singola banda di frequenza.
Controllo di Guadagno RF Attivo: rileva ed immediatamente
riduce i sovraccarichi del segnale RF.
CueMode: al tocco di un pulsante permette di ascoltare fino
a 20 diversi mix dei ricevitori su un singolo bodypack.
Bodypack a basso profilo in metallo: il più sottile disponibile,
robusto e dotato di caratteristiche innovative.
Scan & Sync: identifica e seleziona il gruppo con il più alto
numero di frequenze libere e permette il setup dei
trasmettitori con un tocco.
ra del live: siamo davvero entusiasti, questa cosa ci riempie
di gioia e spero ci riempia... anche le tasche!”.
La produzione
4
1: Ferdinando Salzano (sx), di F&P
Group, e Bruno Sconocchia
di Ph.D.
2: Il responsabile del palco per
Ph.D, Luca Gnudi.
3: Il fonico FoH, Roberto Costa.
4: Guido Carlo Quattrocolo,
titolare di Alibi Music Service.
Quando si dice “Full Service”.
Quando abbiamo finito di ridere a questa battuta di Ferdinando, quanto mai ironico e diretto, ringraziamo i nostri amici ed andiamo a vedere a che punto è la situazione
sul palco.
Troviamo il datore luci ancora alle prese con i puntamenti
ed un Luca Gnudi, direttore di palco, davvero indaffaratissimo. Riesce, nonostante tutto, a dedicarci un po’ di tempo.
Ci spiega che il lavoro della produzione è stato diviso fra lui,
per Ph.D, e Giovanni Chinnici per la F&P Group che segue
soprattutto il coordinamento dei promoter locali. Luca invece si occupa prevalentemente del palco, della band e degli
annessi e connessi fino all’arrivo degli artisti.
Il monitoraggio sul palco è affidato ad Andrea Salvato mentre Roberto Costa, fonico e bassista di Lucio, cura la sala. La
band è stata creata prendendo alcuni elementi fra quella
di Lucio e quella di Francesco, mentre alcuni elementi sono
turnisti che hanno suonato con entrambi.
Il service al lavoro è Alibi Music Service che cura un po’ tutto, dal backline al LED al PA, con le luci di Filippo Rispoli.
Il palco prevede quattro americane, più una quinta per lo
schermo LED che fa da fondale ed abbellirà ulteriormente le
prestigiose location in cui terrà lo spettacolo, dall’Arena di
Verona al Teatro Greco di Taormina alla reggia di Venaria.
L’audio
A darci maggiori informazioni sull’aspetto audio è proprio
il fonico Roberto Costa, bassista e sound engineer di Lucio
Dalla da oltre 25 anni, sia in studio sia dal vivo.
“È un concerto molto complicato – ci spiega – perché ci sono
moltissimi microfoni e quindi molti rientri. Per mantenere
pulita la fonte, cosa di primaria importanza per il mixaggio,
abbiamo dovuto usare i plexiglass, che in effetti io odio,
ma stavolta erano indispensabili. Inoltre abbiamo scelto microfoni molto direzionali. Per la voce usiamo un Neumann
KM 105 per Lucio, mentre Francesco usa un Sennheiser
e945. Un microfono particolare è un fratello del famoso Silver Bullet, usato per l’armonica di Francesco che ha infatti
un suono eccezionale.
“Tutto il set-up è digitale – aggiunge Roberto – e questo,
abbinato al PA straordinario della d&b, serie J, crea un suono molto pulito e preciso, molto hi-fi”.
In effetti la situazione sul palco è piuttosto complessa: una
fisarmonica microfonata con due DPA in combinazione stereo, clarino, coristi, due tastieristi, una batteria con un tom
e due floor tom, un set di percussioni molto ricco, due chitarristi, ma anche slide guitar, mandolino, banjo, ciascuno
col proprio amplificatore sul palco. “Con una situazione del
THE SOUND OF CONFIDENCE
www.sisme.com
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www.shure.it
Live concert
Equilibrio perfetto
genere abbiamo dovuto lavorare
molto sulle scene del mixer digitale PM5 Yamaha – ci spiega Roberto – quasi indispensabile per
ottenere questa pulizia del suono,
anche se il mio cuore, per ragioni
anagrafiche, sarebbe analogico.
“Inoltre anche sul palco c’è la stessa console con la stessa channel
list – aggiunge – e questo rende
tutto molto molto più semplice”.
Roberto usa poco outboard esterno, soprattutto due D2 XTA stereo per le postazioni di Francesco,
Lucio e dei coristi, una macchina
che gli consente di comprimere in
maniera più chirurgica alcune frequenze particolarmente fastidiose. “D’altra parte i due protagonisti hanno già due voci pazzesche
– ci dice Roberto – Francesco ha
un Aphex naturale incorporato,
mentre la voce di Lucio la conosciamo tutti, ricca di armoniche e
già bellissima. Quindi le voci sono
le meno impegnative da trattare,
basta lasciarle al naturale”.
Cosa molto particolare è la totale assenza di sequenze e
perfino del click, perché molti brani, soprattutto le canzoni
di Francesco, sono guidati da lui, con la band che segue il
suo feeling.
Andrea Otto Salvato è il fonico di palco, coadiuvato da Wolfang May. Si tratta di un monitoraggio misto fra monitor tradizionali e IEM. Lucio infatti usa un solo IEM, a cui è abituato
da anni, mentre Francesco non li vuole nemmeno. Completano gli ascolti sul palco due sidefill piuttosto potenti, in modo
da ottenere un suono capace di coinvolgere i musicisti.
Roberto infine spende parole di elogio per il service: “Con
Alibi lavoro da moltissimo tempo e mi sono trovato benissimo come sempre: sono persone splendide e molto professionali, hanno materiale di prim’ordine e mi mettono nella
condizione di fare il meglio che posso. Anche la squadra dei
backliner è molto in gamba”.
Lo show
Il concerto ce lo gustiamo davvero. Musica splendidamente
arrangiata e ben suonata, perfettamente mixata e diffusa,
con un sound pulitissimo ma che dà una ruspante sensazione di genuinità. Le immagini di Paladino si sposano perfettamente con la musica e con i testi, forse con qualche
ripetizione di troppo, mentre le luci, del tutto teatrali, illuminano con discrezione ed intelligenza. Una serata vibrante e divertente, tutt’altro che un revival. Quindi obiettivo
raggiunto.
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Live concert
Luciano Ligabue
Stadi 2010
Liga 2.0
di
Ligabue si rinnova in
questo nuovo tour negli
stadi. Un successo già dalle
prevendite con doppie date
all’Olimpico e San Siro
e tripla a Torino.
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C
redo che uno degli aspetti più rischiosi per un ar‑
tista sia quello di rifare troppo a lungo se stesso,
proponendo la stessa musica e lo stesso concerto.
“Squadra che vince non si cambia” non è insomma,
in questo caso, un proverbio sempre adatto (a dire il vero
non era adatto nemmeno per la Nazionale di Lippi... ma
stendiamo un velo pietoso).
Certo cambiare è sempre rischioso e mai facile, per mille mo‑
tivi, non ultimo i rapporti personali che legano team molto
affiatati da anni. Eppure, come in una squadra di calcio, a
volte occorre cambiare giocatori per ottenere stili e stimoli
diversi. Almeno sulla parte creativa.
In questi anni Ligabue sta portando avanti un progressivo
cambiamento nel suo modo di proporre musica. Niente di
radicale, come è giusto che sia, ma, se ben pensiamo, ne‑
gli ultimi due anni ha cambiato produttore artistico, band,
lighting designer e regia degli show. Una volontà di rinno‑
vamento piuttosto esplicita. Ed anche coraggiosa.
Il risultato è un concerto se non del tutto nuovo certamente
molto diverso dai precedenti: insomma sempre Liga, ma in
versione 2.0.
La novità principale riguarda proprio l’aspetto visivo e sce‑
nografico del concerto, non solo per l’uso della gigantesca
superficie di videoLED, oltre 400 m2, ma per la tipologia di
utilizzo che ne è stata fatta, secondo un progetto che fonde
questa volta davvero in maniera unitaria le luci, le riprese
live ed i contributi video, questi ultimi elaborati da ragazzi
giovanissimi con un linguaggio estremamente fresco e mol‑
to innovativo. Tutto perfettamente pulsante ed allineato,
tramite timecode, con la musica, ovviamente vera protago‑
nista del concerto.
Anche sull’aspetto sonoro abbiamo potuto finalmente sen‑
tire in condizioni ideali il nuovo K1 della L‑Acoustics, che
davvero impressiona per dinamica e pulizia.
Aggiungiamo la customizzazione di buona parte della
scenografia – meccanizzata, costruita ad hoc e soprattutto
Giancarlo Messina
davvero efficace – ed otteniamo
tutti gli ingredienti per un grande
spettacolo.
Dimenticavo il pubblico: uno sta‑
dio pieno di ragazzi entusiasti è
sempre l’elemento scenografico
più bello.
Il management
Claudio Maioli
Il nostro primo pensiero, appre‑
standoci ad un nuovo concerto
di Liga, è: cosa si sarà inventato
questa volta Maio? Il suo sipariet‑
to è ormai irrinunciabile, ma dopo
aver fatto di tutto, dallo spazza‑
re il palco a dirigere l’Orchestra
dell’Arena di Verona, cosa gli re‑
www.soundlite.it
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Live concert
1
2
1: Claudio Maioli, manager
dell’artista e produttore esecutivo.
2: Franco Comanducci, direttore
di produzione, ideatore del
palcoscenico, nonché co-titolare
de La Diligenza.
62
stava da fare? Cantare. Sì, proprio
così, infatti il concerto si apre con
la sua interpretazione di un mo‑
tivetto che fa fare il coro ad un
pubblico caldissimo quanto diver‑
tito e disponibile al gioco.
Ma visto che quando non canta
Claudio si occupa del manage‑
ment di Ligabue, ci siamo fatti
spiegare qualcosa di questo tour.
Claudio, da dove siete partiti
progettando questo spettacolo?
Nell’ultimo tour negli stadi del
2008 – ci risponde durante una
chiacchierata nel suo ufficio –
avevamo un palco bello di giorno,
quando si entrava nello stadio,
ma che la sera, da acceso, forse
non manteneva tutte le promes‑
se. Per questo tour, al contrario,
abbiamo voluto un palco che di
giorno fosse quasi anonimo, ma
che esplodesse una volta acceso in
maniera straordinaria. Abbiamo
scelto di puntare sul video, per‑
ché in una situazione da stadio
è quello che maggiormente può
dare risalto alle idee, e anche per‑
ché ormai noi tutti viviamo im‑
mersi nel mondo delle immagini
in movimento. In effetti abbiamo
un po’ esagerato, piazzando oltre
400 m2 di video LED, distribuiti
in un trittico, dietro ed ai lati del
palco. La cosa particolare però è
che da qualsiasi parte dello sta‑
dio si guardi, non si ha soluzione
di continuità visiva dei tre scher‑
mi, che è come se ne formassero
uno unico e davvero gigantesco.
Inoltre Franco Comanducci, che mi
ha affiancato in questa produzio‑
ne, si è inventato questi “Giros”,
posti al centro del palco, un gio‑
chino molto costoso ma che dav‑
vero crea mille diverse possibilità
per non rendere mai monotona la
scena. Abbiamo una band a mio
avviso strepitosa, e tutto lo show
pulsa con lei all’unisono, grazie
all’uso di un unico timecode.
In questi anni avete fatto molti
cambiamenti, fino alla gestione delle immagini che da molti
anni era affidata a Paolo Gualdi... come mai?
Credo che a volte dei cambiamen‑
ti possano essere di giovamento.
Abbiamo scelto di provare uno
stile nuovo, mettendo in mano la
parte visiva a Jò Campana, affian‑
cato da ragazzi nuovi, giovani,
che addirittura a volte ci hanno
settembre/ottobre 2010 - n.85
spiazzato con le loro proposte, e forse era quello che cer‑
cavamo. Avevamo insomma il bisogno di sperimentare idee
nuove, uno stile diverso, ma ovviamente ciò non toglie la
bravura e la capacità di Paolo che ha lavorato con noi per
tanti anni.
Il concerto è prodotto dalla tua azienda, Riservarossa, e
distribuito da F&P Group, come accade da tempo. In base
a cosa si sceglie il partner con cui lavorare?
Si sceglie in base agli obiettivi raggiunti. Fin adesso con
Ferdinando Salzano di F&P abbiamo sempre raggiunto
quello che ci eravamo prefissi, e da parte loro ho sempre vi‑
sto un’attenzione molto professionale verso ogni sfumatura
di questo mestiere, a ciò si aggiunge un bel rapporto d’ami‑
cizia. È insomma un rapporto sano, anche se poi questo è
un lavoro in continuo dinamismo, in cui le scelte si fanno di
volta in volta.
Dieci concerti all’Arena lo scorso anno, adesso migliaia
di biglietti già in prevendita e stadi esauriti: come si fa a
mantenere livelli così alti?
Quando vendi dei biglietti per un concerto vendi la tua sto‑
ria, quello che hai scritto e fatto, le emozioni che tu, come
artista, hai saputo dare; ma fra quello che hai fatto c’è an‑
che il rispetto verso il pubblico. Liga ha un rapporto mol‑
to forte con i suoi fan ed un pubblico fantastico e molto
corretto. Credo che queste persone si siano accorte che noi
abbiamo sempre cercato di dare più di quello che si aspet‑
tavano: anche questa è una produzione molto costosa, su
cui non lesiniamo di certo, proprio per fare felice il pubbli‑
co. Ovviamente questo vale un 10%, perché prima di tutto
viene l’artista, ma quando la gente torna a casa contenta di
come ha speso i propri soldi è molto più probabile che ritor‑
ni la volta dopo. E devo dire che il primo a volere questo è
proprio Luciano.
La produzione
Dopo qualche chiacchiera a microfono spento, approfondia‑
mo gli aspetti legati alla produzione con Franco Comanducci,
braccio destro di Claudio nella produzione di questo tour.
Franco, mi sa che hai fatto un sacco di cose per questa
tournée...
In effetti sì, ho curato la produzione con Claudio Maioli,
sono direttore di produzione in tour, ho lavorato alla sceno‑
grafia, ho costruito lo special scenotecnico, questi “Giros”, e
sono uno dei titolari de La Diligenza, la compagnia di palchi
che ha fatto il progetto strutturale e realizzato il palco co‑
perto. Penso possa bastare...
Puoi spiegarci cosa sono questi “Giros”?
È un’idea che avevo in mente da tempo e che finalmente
sono riuscito a realizzare grazie alle risorse messe a disposi‑
zione da Luciano. In pratica lo schermo centrale non è un vero
schermo tradizionale, si tratta di colonne trifacciali rotanti,
che sui tre lati montano luci, schermo LED e scenografia.
Ovviamente, ruotando, cambiano in continuazione e radi‑
calmente l’aspetto della scena.
Chi l’ha costruita?
La parte strutturale è stata costruita da Teyco, mentre la
parte dell’automazione è stata curata da un paio di ditte
che si occupano di automazione industriale. Quest’anno ab‑
biamo puntato su un palco meno scenografico alla luce del
sole ma potentissimo una volta acceso.
Quali aziende hai scelto per le varie forniture?
Sono le stesse degli anni passati, con la differenza che la
fornitura dei LED è di STS; l’audio è di Nuovo Service, le luci
Live concert
3
4
3: “Questi Due”... Marzia Cravini e
Simone “Ciccio” Antoniucci.
4: Jò Campana, lighting designer,
co-regista dello spettacolo nonché
operatore luci.
5-6-7: I tre lati delle strutture “Giros”,
uno con i blinder, strobo e
testamobili a vista, uno con il
telo e uno con i pannelli LED
semitrasparenti MiTRIX.
sono di Agorà, i gruppi elettroge‑
ni della CME di Chiusi.
Di questa produzione potresti
parlare per una settimana. Dicci
due cose di cui vai particolarmente fiero.
Sono davvero fiero della squadra –
ci dice Franco dopo breve riflessio‑
ne – e soprattuto dell’emozione
del pubblico durante il concerto.
Per completare la squadra di
produzione, facciamo due chiac‑
chiere con “Questi Qui”, due
personaggi bravi quanto simpa‑
tici: Simone “Ciccio” Antoniucci e
Marzia Cravini, spesso nei team di
lavoro di Franco e non solo.
“Le cose da fare in un tour negli
stadi sono le stesse di un tour nor‑
male – ci spiega Simone – ma am‑
pliate all’ennesima potenza, vista
la quantità delle persone; inoltre
la peculiarità di questo spettaco‑
lo è l’alto contenuto tecnologico,
che lo rende ancora più comples‑
so da gestire”.
“Ci siamo divisi i compiti – prose‑
gue Marzia – io mi occupo della
logistica, della crew, trasferimenti,
5
auto, traghetti, alberghi. Il tour è una grossa macchina che
si deve trasportare da una città all’altra. Con annessi e con‑
nessi stiamo parlando di circa 150 persone in tour, anche se
un artista come Liga ha poi tutta una serie di situazioni che
lo seguono e per le quali noi siamo comunque un punto di
riferimento, dal merchandising al fans club ai vari gruppi”.
“Tecnicamente è la classica produzione da sei giorni – ci dice
Simone – uno di pre-allestimento area, tre di allestimento
palco, uno di produzione ed uno di smontaggio... e via ver‑
so nuovi orizzonti. E per tutto questo servono circa 200 tur‑
ni lavorativi. Per ovvie necessità di tempistiche lavoriamo
con due palchi, così riusciamo a fare anche date ravvicinate.
Abbiamo sei bilici di ferro, due generatori e 13 TIR di pro‑
duzione, oltre a 25 automobili. Insomma siamo tantissimi, e
vengono tutti qua... probabilmente a vedere Marzia!”.
“Vista la mole del lavoro – precisa Marzia – ci siamo almeno
sgravati dell’incombenza dei pass, di cui si occupa diretta‑
mente Valerio Capelli, il responsabile della sicurezza; una
scelta obbligata, perché i volumi sono enormi e soprattutto
è meglio farli rientrare nel lavoro del servizio d’ordine che
può gestire in maniera più organica questo aspetto, anche
se in grandi stadi come Roma o Milano anche loro si trovano
a dover coordinare centinaia di operatori.
“Il lavoro è tantissimo ed assorbe tutto l’impegno e l’ener‑
gie disponibili – conclude Marzia – ma lo spettacolo è dav‑
vero molto coinvolgente, ed è bellissimo vedere che tutta
l’energia che ci metti trova un perché quando comincia lo
show e cala la magia della musica. Ho sempre voglia di an‑
dare a vedere lo spettacolo”.
“Infatti a me tocca rimanere in produzione da solo! – Ri‑
batte Ciccio con scherzosa polemica –. Scherzi a parte, sia‑
mo arrivati alle prove di allestimento a Campovolo dopo
avere passato ore ed ore su Skype a pianificare tutto, dai
chilometri ai viaggi, dai dettagli su chi portava gli estintori
fino ai luoghi in cui dormire e quando e dove viaggiare... ol‑
tre 8 settimane di lavoro, anche perché d’estate tutto è più
complicato ed è più difficile prenotare alberghi, traghetti e
tutto il resto”.
La scenografia
Approfondiamo invece l’aspetto scenografico intervistando
alcuni dei creativi e dei tecnici al lavoro.
Cominciamo da Jò Campana. Entrato nel team di Liga già
lo scorso anno come lighting designer, durante i concerti
6
7
all’Arena, in questa occasione è stato incaricato di curare
non solo le luci, ma tutto l’aspetto visual del concerto, quin‑
di e soprattutto i contributi video, tanto che condivide con
Luciano la titolarità della regia dello show.
“Abbiamo di fronte un enorme quantitativo di LED MiTRIX
della Barco – ci spiega Jò – ed ovviamente le luci ne sono
molto condizionate, tanto che in questo caso è più corretto
parlare di illuminazione che non di un vero e proprio dise‑
gno luci. Una volta piazzato il video, infatti, non c’erano
molte alternative per i corpi illuminanti che ho disposto in
grandi quantità sul tetto e sul palco.
“Studiando l’aspetto visivo, mi sono ovviamente trovato
coinvolto anche nella pianificazione del video, così mi sono
contornato di validi collaboratori, capaci di mettere in atto
quelle che erano le mie indicazioni di massima. Stiamo par‑
lando di oltre 400 m2 di video, e questo costituisce un gros‑
so rischio, perché una cosa bella è bellissima, ma una brutta
è bruttissima! Il mio impegno è stato soprattutto quello di
trovare un equilibrio armonico fra lo schermo usato come
immagine di servizio, cioè per far vedere quello che accade
sul palco a chi è lontano, e le grafiche usate con creatività.
Tutto rispettando il mondo musicale di ogni brano, interpre‑
tato di volta in volta da un video differente studiato ad hoc.
“L’idea principale è stata quella di usare le immagini delle
riprese live non sempre in primo piano, cosa che uccide un
po’ tutto il resto, ma di incastonarle nella comunicazione
delle grafiche e dei colori delle luci. Questo ha richiesto ov‑
viamente un grande ed attento lavoro di pre-produzione,
basato proprio sulla musica, visto che poi tutto il video è in
sync con le canzoni”.
Quando gli chiediamo come usa le tante cartucce che un
palco del genere gli mette a disposizione, “la partenza è
soft e centrale – ci risponde – poi si sviluppa verso l’esterno. I
primi due brani sono di assaggio, poi, anche grazie all’arrivo
di una maggiore oscurità, prendono piede i video, anche se
l’idea è quella di non ammazzare lo show col video, ma di
mettere questo al servizio delle emozioni e della musica.
“Quasi tutto il parco luci è della Clay Paky, poi ho dei
MAC 2000 e diversi MiniBig della Zap Technology”.
A curare tutto l’aspetto legato alla gestione del timecode
delle macchine è “Made”, al secolo Marco De Nardi. “Insie‑
me a Luca Manzoni – ci spiega – abbiamo collegato il palco
al Pandora’s che gestisce i video, con la difficoltà principale
di gestire dei brani diversi col cambio di timecode. Grazie
al sistema adottato, è il tastierista che fa cominciare tutto,
con la particolarità che può far partire qualsiasi brano abbia
in scaletta, e noi ci agganciamo automaticamente a quello.
Questo è molto importante in caso di variazioni della sca‑
letta da un concerto all’altro. Sono perfino riuscito a fare
qualche intervento automatizzato anche sulla console di Jò,
di solito piuttosto restio, per la sua mentalità live. Tecnica‑
mente il percorso del timecode è questo: il tastierista parte
col click, ed una linea di timecode arriva in regia dove viene
splittata in sei linee: due per le GrandMA delle luci, due per
le GrandMA del video e due per i Pandora’s Box su cui sono
montati i video che partono direttamente; dalla GrandMA
partono invece tutti i live e gli effetti aggiunti in un secon‑
do momento”.
Mikkel Garro Martinsen è invece un giovane freelance che
ha elaborato insieme a Jò, Luciano e Maioli i contributi vi‑
deo del concerto: “Questi contributi sono diventati una par‑
64
settembre/ottobre 2010 - n.85
te molto importante dello show
– ci spiega sorridendo – vista la
grandezza degli schermi. Sono
composti da grafica, foto varie
d’archivio, riprese ed immagini
televisive. Ho usato After Effect per
le elaborazioni grafiche, ma an‑
che Cinema 4D per integrare alcuni
elementi tridimensionali, al fine di
dare maggior profondità alla sce‑
na. Inoltre grazie al MiTRIX, che
permette di illuminarlo da dietro,
si ottengono effetti molto interes‑
santi con diverse immagini”.
Ad occuparsi della parte più pretta‑
mente tecnica è invece Mauro Marri,
al comando di una squadra allarga‑
ta che si occupa di più settori, dalla
scenotecnica – soprattutto dei Gi‑
ros – al riggeraggio.
“Ci occupiamo dei Giros, che ri‑
chiedono molta cura – ci spiega –.
Sono molto imponenti ma anche
delicati ed è stato complesso farli
viaggiare con tutta la strumen‑
tazione montata a bordo, luci e
video. Si tratta di nove torri, com‑
poste da quattro pezzi ciascuno,
che vengono smontate in 36 mo‑
duli. Il trasporto avviene con tre
bilici: tutto rimane montato ed
attaccato alla struttura, ed usia‑
mo un cartone per proteggere i
MiTRIX. Sono stati progettati con
molta attenzione: c’è un buco
nella ralla in cui passano tutti i ca‑
blaggi, ed ogni modulo ha la pro‑
pria interruzione di cavi e viaggia
premontato e precablato. Miche‑
le Maglich segue il riggeraggio,
Claudio Alvare e Federico Borro‑
ni si occupano di scene e Giros,
mentre la movimentazione della
pedana e del set è un lavoro per
Giorgio Marongiu”.
8
9
10
11
La regia live
Nel team di lavoro è stato chiama‑
to anche Cristian Biondani, giova‑
ne regista dalla grandissima espe‑
rienza in ambito musicale, con
all’attivo decine e decine di DVD,
show e molti lavori per MTV.
“Siamo partiti con la precisa in‑
tenzione di provare a non tenere
divisi i settori – ci spiega con in‑
confondibile inflessione veneta –
cioè luci, contributi e riprese live
dovevano formare una cosa uni‑
ca. Ovviamente queste dimensio‑
ni enormi dei video hanno richie‑
sto molto impegno e molta cura,
8: Marco “Made” De Nardi,
programmatore GrandMA e
supervisione TimeCode.
9: Mikkel Garro Martinsen, ideazione
video e contributi grafici.
10: Mauro Marri, responsabile del rigging.
11: Cristian Biondani, regista del video
live.
www.soundlite.it
65
Live concert
SERVIZI DI CONTROLLO
Oltre a Luca Guerra, personal dell’artista, Antonio Guglielmo,
insieme a Valerio Capelli, si occupa della sicurezza in tour.
“Più che sicurezza facciamo controllo – ci spiega Antonio –
la sicurezza vera propria spetta alle forze dell’ordine. Noi ci
occupiamo dell’ingresso, di accogliere le persone in mondo che
non succeda niente. Una volta questo ruolo veniva visto come
un lavoro da “buttafuori”, ma negli anni si è evoluto, ci sono
dei corsi di formazione che fanno capire quale sia precisamente
il nostro compito, quando intervenire ed entro quali limiti.
“Io lavoro anche in altri settori, dallo stadio, alla
moda, durante le sfilate, e poi naturalmente i
concerti, e devo dire che il pubblico dei concerti
di Luciano presenta pochissime problematiche,
se non la ressa per il primo posto o lo stress
legato al caldo durante il pomeriggio, per il
resto è un pubblico fantastico, che vuole solo
divertirsi e non ci sono mai problemi seri.
“C’è un ingegnere della sicurezza che si
occupa delle uscite, della sicurezza del palco,
Antonio Guglielmo.
noi dobbiamo stare accorti agli ingressi,
incanalare bene le persone, non lasciare
anarchia, controllare che le barriere antipanico
siano messe in sicurezza, tutto con l’unico
obiettivo di garantire il pubblico: noi siamo al
suo servizio.
“Nelle varie città lavoriamo sempre con le
migliori società, le più professionali, contattate
da F&P Group, ma sempre in collaborazione.
Chi fornisce i servizi locali conosce già la
Valerio Capelli.
struttura, e questo facilita le cose. Poi viene
fatto un piano di servizio d’ordine in cui vengono assegnati i
ruoli, le posizioni, i numeri nei vari settori, ma lavorando con
professionisti è tutto molto più semplice.
“In caso di tafferuglio interveniamo soltanto per sedare
un’eventuale rissa, ma se non ci riusciamo chiamiamo subito le
forze dell’ordine, perché noi non abbiamo il compito di mettere
le mani addosso a nessuno, il nostro è un lavoro preventivo”.
Chiamiamo a dire la sua anche Valerio Capelli, veterano del
mestiere. Gli chiediamo come ha visto cambiare nel tempo
questa professione: “C’è stata una grande evoluzione – ci
risponde Valerio – ed adesso c’è una mentalità giusta. In
realtà noi miriamo a salvaguardare il vero protagonista dei
concerti, cioè il pubblico, che nel progetto di sicurezza deve
essere garantito al massimo. Una cosa che posso aggiungere,
dettata dalla mia esperienza, è che chiunque fa sicurezza deve
entrare prima o poi nel mondo della produzione per capirne
alcuni meccanismi, perché questo permette di risolvere meglio
e prima alcuni problemi che possono verificarsi”.
perché non potevamo e non vo‑
levamo usarli solo come schermi
di servizio. Così abbiamo cercato
di incrementare la parte tecnica,
usando camere e lenti in HD, sia
per le frontali che per quelle a
45°, abbiamo usato una polecam
sul palco per dare meno staticità
alle riprese, una camera a spalla,
diverse microcamere ed altre ca‑
mere che riprendono gli schermi...
66
settembre/ottobre 2010 - n.85
insomma tutto quanto necessario per rendere quanto mai
dinamico lo spettacolo.
“Durante lo show io poi mixo il tutto insieme ad Angelo
Poli: arriva in regia una quantità di roba pazzesca e ci vuole
molta concentrazione. A volte sembriamo giocare a twister,
quel gioco in cui ci si annodava! Io vengo dalla televisio‑
ne, potenzialmente con milioni di spettatori, ma devo dire
che il bello di uno spettacolo come questo è che tutto è
immediato, hai davanti 60.000 persone di cui senti subito
il feeling, hai un riscontro immediato a quello che mandi
sugli schermi.
“Abbiamo puntato su cromie, giochi, contributi non banali
ma profondi, insomma abbiamo scelto di seguire e cercare
un’emozionalità. La responsabilità è grossa: se fai una cosa
brutta è bruttissima, ma anche un dettaglio, visualizzato
così enorme, può diventare qualcosa di diverso, può dare
qualcosa in più.
“Luciano è uno che sa molto bene quello che vuole – con‑
clude Cristian – voleva un supporto in più anche nel live e
lavoriamo ai contributi da oltre quattro mesi: lui è un visio‑
nario, ha fatto il regista, ha lavorato con l’immagine, quindi
è bello lavorare con uno che mentre gli spieghi un’idea la
immagina, uno che parla la tua stessa lingua”.
V‑Dosc che pure fino a qualche mese fa usavamo con gran‑
de soddisfazione. Infatti i delay ed i side, realizzati con il
V‑Dosc, fanno quasi fatica a star dietro al fratello più giova‑
ne usato per il main.
“Sul palco – continua Alberto – Remo Scafati usa una DiGi‑
Co SD7; quindi il segnale entra dentro gli splitter Midas, da
lì arriva a me in fibra ottica, mentre un’altra mandata dallo
splitter va al sistema DiGiCo. In questo modo abbiamo due
situazioni del tutto separate, compresi i gain, con lo splitter
che dà le phantom per tutti.
“Il mio mix è ovviamente improntato molto alla ritmica del‑
le chitarre, con la voce sempre avanti, perché la richiesta
è di avere le parole sempre ben comprensibili. La voce di
Luciano parte da un microfono EV 510 radio e viene pre‑
amplificata con i pre della console Midas; in pratica non
ho outboard, uso solo il Waves sulla voce per tirarla un po’
avanti, per il resto praticamente non ho nessun rack! Come
sai tendo a semplificare.
Buon audio non Mente
“Com’è cambiato il mix con que‑
sto nuovo set-up? Sono riuscito
a comprimere poco o niente – ci
spiega Alberto – e questo era il
mio sogno. Questo impianto in‑
fatti è in grado di ridarmi la dina‑
mica vera della band: se loro spin‑
gono lui spinge, se alzi il master
spinge da morire, una specie di
macchina senza fine, in cui puoi
sempre accelerare... ovviamente
entro certi limiti.
“L’approccio col nuovo banco è
stato inizialmente un po’ diffi‑
cile, perché io sono abituato ad
aver molti fader sotto le dita. Ho
messo in una vasca fissa la voce
Luciano, chitarre, batteria e bas‑
so, mentre il resto lo faccio ruota‑
re, come le tastiere e le poche se‑
quenze. Le vasche qui scorrono in
maniera orizzontale, come su un
nastro trasportatore, quindi devi
preparare tutto bene all’inizio,
poi lavori davvero benissimo”.
E, dulcis in fundo, passiamo all’audio, davvero notevole. Al
timone troviamo Alberto “Mente” Butturini che, almeno
per questa volta, non può dirci che “è tutto come l’ultima
intervista”, poiché si trova a lavorare con un set-up del tutto
diverso dal solito.
“A parte il caldo – comincia a spiegarci nei pochi minuti che
precedono l’inizio dello show – le novità principali riguarda‑
no il banco ed il PA. Ho infatti scelto di usare un Midas XL8,
inizialmente per curiosità, quasi per nostalgia per i vecchi
tempi dell’XL4, ma sono rimasto davvero entusiasta del
sound. Inoltre ho per il momento abbandonato il tc electro‑
nic System 6000 per tornare al classico 960 della Lexicon.
Altra novità di grande rilievo è il PA K1 della L‑Acoustics,
davvero impressionante: praticamente suona il doppio del
E che si lavori benissimo ce ne sia‑
mo accorti subito, perché ascolta‑
to dalla regia il sound era davvero
di grande qualità: perfetto il ba‑
lance degli strumenti, con la voce
appena fuori, quel tanto che ba‑
sta per renderla sempre perfetta‑
mente intelligibile sulle chitarre.
La grandissima dinamica e la po‑
tenza del K1 sono impressionan‑
ti: se i concorrenti, in questi dieci
anni, avevano raggiunto il V‑Dosc
oggi hanno una nuova sfida. Il mix
12
12: Alberto “Mente” Butturini,
fonico FoH.
www.soundlite.it
67
Live concert
13
13: Uno degli array main, composti di 18 L-Acoustics K-1 ognuno.
è pulitissimo, sembra quasi di ascoltare un immenso hi-fi. A
nostro gusto, ma lo diciamo giusto per disquisire sul sesso
degli angeli, in uno stadio ci sarebbe piaciuto ascoltare, con
la pancia, dei bassi un po’ più “goduriosi” (non so se rendo
il concetto) ma siamo nel campo della pura soggettività. In
maniera oggettiva invece dobbiamo rilevare una diffusione
ad altissimi livelli.
Ma l’intero concerto è da considerasi nella sua totalità bel‑
lissimo. Davvero il video sembra nato con le luci che non
fanno mai uno spettacolo a se stante ma sempre in funzione
dello show. Grande e potente l’uso dei bianchi sul pubblico,
forse un po’ troppo, tanto che per fare lo spiritoso su un
brano mi sono anche messo gli occhiali da sole! Ma d’altra
parte lo stesso Luciano ci teneva a valorizzare la presenza di
un pubblico così fantastico.
Davvero splendido il lavoro sui video: i live, spesso ritoc‑
cati in tempo reale, si incorniciano dentro le grafiche preprodotte con uno stile molto dinamico ed effettato che
potremmo decisamente definire più televisivo che teatrale.
Anche la scelta delle immagini è molto bella, mai didasca‑
lica, con diverse citazioni dal mondo dell’arte, da Pollock a
Warhol. Le trasparenze dei MiTRIX, che come sapete scom‑
paiono quando sono “neri”, sono giocate al meglio non
solo sui controluce ma sulle stesse immagini, mentre i Giros
di Comanducci, con la loro rotazione sempre perfettamente
coordinata, creano mille possibilità per la scena, mai ripeti‑
tiva per tutto il concerto.
Ma soprattutto, e questa è la cosa più importante, tutto
questo riesce nel suo scopo principale, che è quello di am‑
plificare le emozioni della musica, di cui segue ogni palpito
all’unisono grazie all’aggancio delle macchine ad un unico
timecode.
Davvero un bel concerto, da inserire nella categoria “da
vedere”.
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68
settembre/ottobre 2010 - n.85
Live concert
Personale e Aziende
Management/prod. esecutiva
con la collaborazione di
Distribuito da
Ideato da
Prodotto da
Produttore musicale
Regia
Palco/progetto scenico
Scenografia
Contributi video/grafici
Regia live
Automazione scenotecnici
Prog. GrandMA e TimeCode
La produzione
Direttore di produzione
Produzione
Servizio di controllo
Lighting design
Sound engineering
Monitor engineering
Assistente supporter
Allestimento camerini
Allestimenti sponsor
Casa discografica
Ufficio stampa
Aziende fornitori
Palcoscenico
Allestimenti
Riservarossa/Claudio Maioli
Alberto Cusella
F&P Group/Ferdinando Salzano
Luciano Ligabue
Claudio Maioli
Claudio Maioli
Corrado Rustici
Luciano Ligabue
Luciano Ligabue
Jò Campana
Franco Comanducci
Paul Jeffery
Franco Comanducci
Claudio Maioli
Jò Campana
Cristian Biondani
Mikkel Garro Martinsen
Sara Caliumi
Francesco Previdi
Cristian Biondani
Angelo Poli
Roberto Paolucci
Marco “Made” De Nardi
Franco Comanducci
Simone Antoniucci
Marzia Cravini
Francesco Acciari
Fabio Colasanti
Valerio Capelli
Antonio Guglielmo
Jò Campana
Alberto “Mente” Butturini
Remo Scafati
Angelo Caselli
Laura Fabbri
Angela Galasso
Alessandra Picierno
Matteo Grijuela
Gianluca Vascelli
Warner Music Italia
Massimo Recine
Parole e Dintorni
Riccardo Vitanza
La Diligenza srl
La Dirigenza srl
Officine Itineranti
“Giros”
Scenotecnica
Costruzioni elettriche
Programmazione
Teyco srl
El.com snc
Codematica snc
Service luci
Service audio
Service video
Gruppi elettrogeni
Catering
Merchandising
Viaggi
Trasporti
Agorà srl
Nuovo Service srl
STS Communication srl
Cme srl
MaccaroniBros srl
2 Effe Eventi e Merchandising srl
Lino Fiocco
G.M. Gammund
Staff artista
Ass. all’artista
Assistenza legale
Ass. management/sponsor
Assistenti alla band
Ideazione grafica
Assistente management
Personale in tour
F&P Group
70
settembre/ottobre 2010 - n.85
Marco Ligabue
Luca Guerra
Patrizio Visco
Daniela Bellesia
Umberto Zini
Paolo Saladini
Paolo di Francesco
Maurizio Bresciani
Elisa Boltraffio
Cristian Biondi
Riccardo Brambilla
Massimo Iacoboni
Resp. luci
Squadra luci
System eng./resp audio
Squadra audio
Resp. backline
Backliner
Resp. video
Controllo camere
Operatore Pandora’s Box
Operatori camere
Tecnici LED
Resp. rigging
Rigging/scenografia
Resp. generatori
Tecnici generatori
Resp. catering
Squadra catering
Merchandising
Resp. strutture Palco 1
Allestimento strutture
Resp. strutture Palco 2
Allestimento strutture
Giuseppe Benzi
José Muscarello
Serafino Vaccino
Daniele Francescone
Andrea Basta
Simone Bugatti
Nicola Caccamo
Marco Carancini
Daniele De Santis
Stefano Franchini
Livio Lo Faro
Orlando Ghini
Emanuele Adriani
Nicola Marozzi
Silvio Visco
Filippo Zecchini
Salvatore Fauci
Alessandro Fabbri
Massimo Dalle Molle
Gherardo “Ghery” Tassi
Giovanni Vecchi
Marcello Cottone
Luca Manzoni
Federico Favaron
Giacomo Ferri
Fulvio Raimondi
Matteo Rizzetto
Daniele D’Onofrio
Mirko Lenaz
Massimo Negri
Stefano Ranalli
Antonio Grillo
Mauro Marri
Federico Borroni
Michele Maglich
Giorgio Marongiu
Claudio Alvarez
Massimo Mauriello
Alessandro Dal Vecchio
Patrizio Fattorini
Gianpiero Penna
Davide Repizzi
Lorenzo “Lollo” Santorsola
Alessandro Silvaggi
Valentina Crema
Grazia Riccò
Marco Bellei
Alice Faietti
Francesco Parente
Lorenzo Carnevali
Davide Borzacchini
Francesco “Francescone” Rompato
Gianluigi “Geggio” Capòzzoli
Marlon Balladares
Gabriele Banfi
William Bormetti
Gianmarco Criscioli
Roberto Croci
Simone Gambarin
Andrea Lascari
Alessandro Muntuori
Vincenzo Pecunia
Claudio Purchiaroni
Giulio Sancin
Michele “Metallo” Marini
David Giannoni
Alin Agapie
Marco Barracu
Luca Cervi
Nicholas Cianfrocca
Andrei Cumpanici
Gabriele Fantelli
Mikail Krasnozhenov
Massimo Tindiglia
Gionata Verdini
Andrea Vindigni
on stage
di
Alfio Morelli
I Promessi Sposi
a San Siro
Per la prima volta un’opera
musicale approda a San Siro:
una produzione imponente,
con tecnologia all’avanguardia,
per un pubblico accorso
numerosissimo che non poteva
pretendere di meglio.
Ma torniamo alla nostra sventurata coppia di sposi. Lo spet‑
tacolo è stato prodotto da Europa Europa, con la collabora‑
zione di Euro TV; la riduzione teatrale ed i testi, quindi la re‑
gia, sono di Michele Guardì. Si è trattata di una produzione
veramente imponente per gli standard italiani; le fonti, non
certe, parlano di cifre che vanno dai cinque agli otto milioni
di euro. Oltre a questa serata, è stata dichiarata l’intenzione
di replicare lo spettacolo ad Agrigento e al teatro Arcim‑
boldi a Milano, logicamente con una scenografia adattata
alla location teatrale. La Rai trasmetterà l’intero spettacolo
a settembre in prima serata su Rai Uno, mentre Rai Trade
ne produrrà e commercializzerà un CD ed un DVD. Ma la
notizia più singolare, che da un certo punto di vista ci fa più
piacere, è il fatto che Rai Sat, per merito di una sua troupe
che ha seguito tutto l’allestimento, produrrà una quindicina
di puntate sul backstage dell’evento. Ciò significa che con
All Areas TV abbiamo visto giusto!
Lo spettacolo si è svolto la sera del 18 giugno e noi, ov‑
viamente, siamo andati a dare un’occhiata. Appena entrati
nello stadio, nel pomeriggio, ci siamo trovati di fronte ad
un palco imponente. La struttura usata è quella che Vasco
ha portato in giro per l’ultimo tour, l’unica in Italia adatta
a questi numeri, posizionata in mezzo al campo da gioco
nel lato lungo, con il frontepalco rivolto verso la tribuna
centrale. Per posizionare il pubblico, è stato allestito un
parterre di qualche migliaio di poltroncine e sono stati uti‑
lizzati il primo ed il secondo anello di un lato dello stadio.
L’affluenza stimata è stata di oltre quindicimila persone che,
per un’opera classica, non è affatto male.
L’audio
S
aranno ormai abituati i personaggi del Romanzo
d’Italia a prendere vita su un palco, ma mai prima
d’ora s’erano trovati di fronte ad un pubblico di
15.000 persone.
Non a caso a Milano, patria del Manzoni e luogo in cui si
svolge buona parte della vicenda narrata nel romanzo.
Il Meazza, da sempre sede di appuntamenti sportivi o mu‑
sicali, si concede per una notte all’opera moderna. L’evento
è stato fortemente voluto dal Comune di Milano, “capitale
ideale della musica”, come la definisce il comunicato stam‑
pa, ancora una volta all’avanguardia grazie a questo evento
straordinario. A dire il vero, sulla frase “capitale ideale della
musica”, viste le denunce che ultimamente sono state fatte
verso gli organizzatori di eventi musicali, ci sarebbe parec‑
chio da ridire.
72
settembre/ottobre 2010 - n.85
Il nostro percorso tecnico inizia da Daniele Tramontani che
ci illustra l’allestimento audio, curato dal service Agorà.
“La richiesta per questo allestimento – racconta Daniele –
mi è giunta a gennaio; fortunatamente in questa location
ho un po’ d’esperienza, visti i concerti che ho seguito negli
anni, quindi questo spazio non ha più segreti per me. Ma
questo allestimento era qualcosa di leggermente diverso
rispetto ad un concerto rock: non servivano le pressioni tra‑
dizionali (anche causa di qualche lamentela e denuncia – ndr),
ma una buona ripresa delle voci ed un’eccellente diffusione
su tutto il pubblico.
“Inizialmente – continua Daniele – avevo previsto due clu‑
ster laterali, ad una distanza di circa cinquanta metri, dai
quali diffondere l’orchestra, ed un cluster centrale da dove
diffondere le voci, ma il progetto mi è stato subito scon‑
sigliato poiché il cluster centrale avrebbe “impallato” le
guglie del duomo di Milano della scenografia. Quindi ho
dovuto dividere il cluster centrale in due e posizionare i due
cluster sempre centralmente ma ad una distanza di 25 metri
l’uno dall’altro. Per servire bene i due anelli ho collocato
inoltre cinque cluster di delay appesi alla struttura. Ho pre‑
ferito dividere ogni cluster in due sezioni, Up e Down, per
poter gestire nel modo migliore la diffusione sul primo e sul
secondo anello, visto che si trovavano a distanze diverse.
Per tutto il resto ho seguito gli standard dei frontfill per la
platea. Per il palco ho usato una novità: un cluster di sidefill
in line array orizzontale, lungo oltre trenta metri, formato
da diffusori Kobra della K‑Array, piccolissimi ma molto effi‑
cienti, che hanno sostituito i monitor tradizionali e coperto
uniformemente lo stage.
“Inoltre, per non farci mancare niente e volendoci complicare
maggiormente la vita – aggiunge sorridendo Daniele – abbia‑
mo inserito un’innovazione mol‑
to interessante, lo “Stagetracker”
(vedi box alla fine del presente articolo – ndr), un sistema che localizza
acusticamente l’artista sul palco”.
Dal PA passiamo rapidamente alla
regia di palco dove incontriamo
Andrea Tesini, fonico di palco per
l’appunto, il quale ci illustra il suo
lavoro.
“In questa produzione – ci spiega
– lavoro con una regia posiziona‑
ta a fianco del palco con un mi‑
xer D1 della DiGiCo. Controllo la
diffusione su tutto il palco e nel
backstage, ma soprattutto mi
occupo della gestione dei 16 mi‑
crofoni degli artisti, microfonati
con degli archetti con capsule
DPA 4066 collegati a trasmettitori
UR1 con ricevitori di ultima ge‑
nerazione Shure UR4D. I sistemi
in-ear monitor sono invece della
Sennheiser”.
Come mai non avete usato le
capsule camuffate sulla fronte o
sui capelli, come spesso avviene
nella lirica?
Da un confronto con il regista
Guardì, abbiamo sdoganato que‑
sta soluzione: l’archetto dà più
l’idea che l’artista canti dal vivo,
e si lega ad un tipo d’immagine a
cui anche il pubblico, guardando
spesso la TV, è abituato. Da delle
prove effettuate, abbiamo inoltre
avuto un risultato tecnicamente
migliore, sia come presenza di
voce che come soglia di larsen.
Facciamo
qualche
domanda
anche a Giuseppe Porcelli e
Fabio Gaiotta, i due microfonisti.
“Noi gestiamo tutte le apparec‑
chiature radio – ci spiegano – sia i
radio microfoni e gli IEM sia i Tag
del sistema di localizzazione degli
artisti. Per svolgere bene questo
compito dobbiamo affrontare e
risolvere due problemi principali.
Il primo è quello delle frequenze,
che qui a San Siro è veramente
impegnativo, perché non è detto
che una volta fatti la scansione e
il coordinamento delle frequen‑
ze il lavoro sia terminato: da un
momento all’altro può uscire fuo‑
ri dal nulla una nuova frequenza
che va ad interferire con le nostre.
È capitato alcuni giorni fa durante
una prova: un cantante si è avvici‑
nato alla regia facendomi sentire
1
2
3
1: Signore e Signori... al pianoforte,
Daniele Tramontani!!!
2: Andrea Tesini, fonico di palco.
2: Giuseppe Porcelli e Fabio Gaiotta,
i due microfonisti.
www.soundlite.it
73
on stage
4: Alessio Comuzzi, fonico FoH.
5: Franco Angelo Ferrari, direttore
della fotografia, per quanto
riguarda le riprese, e lighting
designer per lo spettacolo.
4
5
74
cosa gli entrava negli IEM: era un
programma televisivo! Abbiamo
dovuto cambiare frequenza al
volo e tutto è stato risolto. Proprio
per questo problema abbiamo
previsto un monitoraggio sul pal‑
co molto omogeneo, per coprire
le eventuali anomalie che potreb‑
bero verificarsi durante lo spet‑
tacolo. La seconda sfida è quella
del cambio dei trasmettitori e dei
ricevitori sugli artisti, che deve av‑
venire ad ogni cambio di costume,
lavoro che ricorda molto da vici‑
no quello dei gommisti ai pit-stop
delle gare di Formula 1.
Da regia a regia, passiamo a quel‑
la di Alessio Comuzzi, fonico FoH.
Non è passato tanto tempo da
quando ti abbiamo fatto l’ultima intervista; puoi parlarci
delle caratteristiche di questa
produzione?
In effetti appena finite le date di
We Will Rock You mi sono messo
subito al lavoro per questa pro‑
duzione. Una parte del lavoro è
stata abbastanza semplice, perché
abbiamo utilizzato in buona parte
lo stesso set up di We Will Rock You
per quanto riguarda mixer, multi‑
traccia, radiomicrofoni ecc. Ho in‑
vece dovuto dedicare più tempo
settembre/ottobre 2010 - n.85
al nuovo “Stagetracker”, un sistema molto interessante ma
che, come tutte le cose nuove, necessita di maggior atten‑
zione per capirne il funzionamento.
Hai avuto problemi nel gestire l’orchestra registrata insieme alle voci dal vivo?
Assolutamente no! Ho gestito l’orchestra come se fosse dal
vivo, avendo sempre tutti i canali sotto controllo, quelli
dell’orchestra e quelli delle voci, così da poter intervenire in
qualsiasi momento su ogni regolazione. Ho adottato questa
soluzione perché l’orchestra registrata a Roma, in un gran‑
de studio, non può certo avere lo stesso suono che avrebbe
a San Siro, quindi su certi particolari ho ritenuto di dover
intervenire.
Mentre per la registrazione del CD e del DVD che cosa hai
dovuto fare?
Personalmente niente, se non essere sincronizzato con le
riprese video. Invece ho registrato in prova le 16 tracce dei
cantanti, in modo da essere in grado d’intervenire con il
play back di qualsiasi voce in caso di possibili malfunziona‑
menti.
Luci e proiezioni
Dopo averlo inseguito per un po’ di tempo, riusciamo ad
ottenere l’attenzione di Franco Angelo Ferrari, storico diret‑
tore della fotografia del nostro panorama televisivo.
Signor Ferrari, che ruolo ha avuto in questa produzione?
Ho avuto un doppio ruolo: direttore della fotografia, per
quanto riguarda le riprese Rai e il DVD, e lighting designer
per lo spettacolo, avendo curato anche tutto il progetto
luci. Facendo il progetto, ho dovuto mettere assieme le tre
diverse esigenze: teatrale per il pubblico presente, televisiva
per le riprese, e video per le riprese destinate al DVD.
Prediligo il disegno in cui le sorgenti di luce non siano visibi‑
li, perché la luce deve creare magia. Non a caso sul graticcio
on stage
6
8
7
9
10
11
del palco ho usato pochissimo i proiettori, nascondendone
diversi all’interno della scenografia per poi creare tre grandi
punti dove ho posizionato gran parte delle luci: due torri
ai lati del palco con una ventina di proiettori ognuna, ed
una postazione con una quarantina di testamobili ed una
cinquantina di PAR montati su una struttura posizionata
fronte palco e fissata sulla balconata del secondo anello. A
completamento della scenografia abbiamo usato sette vi‑
deoproiettori gestiti con il Catalyst: quattro frontepalco da
30.000 lumen e tre all’interno della scenografia da 10.000 lu‑
men. Con questi abbiamo proiettato delle immagini su delle
superfici trasparenti della scenografia, che hanno fatto da
schermo, ma anche su tutta la scenografia stessa, per poter
accentuare ancora di più certi passaggi della storia.
dal cinema e ultimamente anche dalla televisione. L’azienda
ha deciso di inviare direttamente del suo personale specia‑
lizzato, perché si tratta di un sistema molto sofisticato e per
farlo funzionare alla perfezione bisogna averne una cono‑
scenza approfondita. Inoltre, per farlo funzionare al meglio,
occorre saperlo montare correttamente: proprio per questo
motivo a montare e gestire il sistema siamo solo in tre.
gere sia agli scenografi sia a Fran‑
co Ferrari per l’utilizzo delle luci.
Stessa cosa dobbiamo dire per la
parte acustica: seppur registrata,
l’orchestra era acusticamente ben
presente e ben amalgamata con le
voci dal vivo. Per quanto riguarda
il sistema di localizzazione, devo
essere sincero: non ho potuto av‑
vertirne l’effetto poiché ho visto
lo show dai due anelli, mentre il
sistema era stato tarato solo per
il parterre.
Concludendo, non so se com‑
mercialmente un’operazione del
genere abbia senso al di fuori di
una produzione RAI: il costo tra i
cinque e gli otto milioni di euro
è certo un obiettivo ambizioso in
termini di incassi se si considera
che parliamo di un’opera lirica
ma, se mi dovessi sbagliare, sarei
ben felice di vederne altre.
9: Uno dei cilindri motorizzati
posizionati negli angoli dello stadio
per controllare i movimenti della
Spidercam.
La Spidercam
6: Il truss con 40 testamobili Clay Paky da
1200 W e 45 PAR 64 per i frontali, appeso
sopra la tribuna.
7: Uno dei truss luci laterali, con 11 Clay
Paky Alpha Profile 1200 ed 11 Martin
MAC 2000 Profile.
8: L’array lineare orizzontale dei K-Array Kobra,
usati per il monitoraggio sul palco.
76
settembre/ottobre 2010 - n.85
Damian O’Connell è il responsabile della Spidercam, una
tecnologia di ripresa video davvero all’avanguardia.
Cos’è la Spidercam?
La Spidercam è quella telecamera che avrete sicuramente vi‑
sto galleggiare in aria durante le riprese delle partite di cal‑
cio. È una telecamera HD montata su una struttura in grado
di fare dei movimenti pan e tilt. I comandi di questa tele‑
camera sono di due tipi: il primo riguarda la ripresa, quindi
tutti i comandi della telecamera, il soggetto da riprendere,
il fuoco, lo zoom eccetera, operazioni eseguite da un ope‑
ratore specializzato in ripresa; il secondo tipo di comandi è
invece eseguito da un secondo operatore e riguarda il mo‑
vimento in 3D della telecamera, movimento che viene fatto
tramite un joystick che comanda una serie di apparecchiatu‑
re elettroniche e meccaniche.
Meccanicamente come funziona?
La struttura su cui è montata la telecamera viene aggan‑
ciata a quattro piccole funi di acciaio, ciascuna delle quali
viene convogliata in un cilindro a terra tramite quattro pu‑
legge. Il movimento di questi quattro cilindri, posizionati
sui quattro angoli, determina la traslazione sui tre assi della
telecamera.
Chi è il service?
È la ditta stessa che ha sviluppato l’apparecchiatura, la
Spidercam GMBH. Ha base in Austria e ha aperto otto diver‑
si uffici: cinque in Europa, due in America e uno a Tokyo. Da
questi uffici gestiamo direttamente tutte le richieste che ci
vengono fatte. Attualmente abbiamo otto sistemi completi
con otto squadre, precisamente quattro montati in quattro
campi di calcio in Sud Africa per i Mondiali di calcio, un quin‑
to qui a Milano e altri tre in giro per il mondo. Le richieste
arrivano prevalentemente dagli eventi sportivi, ma anche
Lo show
Non siamo molto abituati a rappresentazioni di questo
genere, con produzioni di questo calibro. Per esperienza,
quando si mettono assieme diverse scuole non sempre il ri‑
sultato è buono, ma in questo caso, dal mio punto di vista,
è stato ottimo, e penso che la stessa cosa abbia pensato il
pubblico intervenuto, tra le 15 e le 20 mila persone, magari
abituato a rappresentazioni più dimesse in luoghi conside‑
rati più tradizionali e sicuramente più ridotti. La scenogra‑
fia era montata su tre anelli concentrici e, combinando la
rotazione delle varie parti, si creavano molte ambientazioni
diverse, dal monastero della Monaca di Monza alla Piazza
del Duomo di Milano, passando per l’interno di castelli o
abitazioni, fino al Lago di Como, tutto completato da video
proiezioni ad hoc. Un grosso plauso è sicuramente da rivol‑
10: Spidercam, Spidercam; does
whatever a spider can...
11: Damian O’Connell, il responsabile
della Spidercam.
www.soundlite.it
77
on stage
PLASA2010
12
V I S I T
U S
A T
S T A N D :
1 - F 4 4
TTA Stagetracker
In questo spettacolo abbiamo avuto modo di vedere in azione, o meglio
sentire, il nuovo Stagetracker, sistema di localizzazione che ci siamo fatti
illustrare da Luca Geroli, responsabile del supporto tecnico.
12: Luca Geroli con uno dei
trasmettitori per il sistema di
localizzazione Stagetracker.
13: Una schermata del software
di controllo Tracking Engine.
13
Da quando nei teatri sono stati introdotti sistemi di amplificazione, il problema
principale è stato quello di ricreare un effetto naturale delle voci recitanti o
cantanti, come se l’amplificazione non ci fosse. Quando sul palco sono presenti
più attori/cantanti contemporaneamente, non è semplice distinguere da chi
e da quale direzione arriva la voce, poiché il suono proviene staticamente
da pochi diffusori (Left, Center, Right) con un effetto uniformante. L’effetto
è quindi molto diverso rispetto all’impatto naturale che si avrebbe se
l’amplificazione non ci fosse, con la netta percezione della provenienza del suono dai singoli protagonisti,
soprattutto quando questi sono in movimento. Il sistema Stagetracker FX permette di ricreare la sensazione
naturale di spazialità e provenienza del suono anche con l’utilizzo di sistemi di amplificazione. Come? Per
mezzo di un sistema di tracciamento dei vari attori/cantanti: i vari microfoni si “muovono”
nello spazio bidimensionale (da destra a sinistra, dal fronte a fondo palco agendo su pan,
delay ed attenuazione, in tempo reale ed in maniera automatica) e si indirizzano ai vari
diffusori ricreando un impatto sonoro assolutamente realistico.
Il cuore del sistema è il software Tracking Engine che permette il settaggio di tutti i parametri
di tracciamento, della strategia di diffusione audio ed il monitoraggio delle operazioni
durante lo spettacolo.
Semplice ed intuitiva, l’interfaccia grafica permette la definizione delle regole di indirizzamento
ai vari diffusori per i diversi punti definiti all’interno del palcoscenico.
Quando un attore si trova in un determinato luogo, il software calcola in tempo reale
l’indirizzamento ai vari diffusori quale risultante delle regole di tutti i punti definiti in base
alla distanza dell’attore da ciascuno di essi, ricreando una diffusione del tutto realistica.
L’hardware che permette il tracciamento è costituito da un occhio elettronico (possibilmente
posto in alto al centro del palco) e da piccole “tags” (trasmettitori grandi quanto una scatola
di cerini) indossate dai vari artisti. Le informazioni di localizzazione sono quindi trasmesse
dall’occhio al computer che esegue il Tracking Engine per mezzo di una connessione Ethernet
standard, e il computer, sempre via Ethernet, impartisce gli ordini alla matrice audio che
riceve i segnali dei vari radiomicrofoni dalla console (tipicamente direct out post fader) e
invia i vari mix a tutti i diffusori in sala.
www.martin.it
78
settembre/ottobre 2010 - n.85
on stage
Personale
Con il Patrocinio di
Prodotto da
con la collaborazione di
Scenografia
Strutture
Costumi
Calzature
Gioielli realizzati da
Service luci
Comune di Milano
Europa Europa di Rita Calabrò
Euro TV Produzione
Mekane
Italstage Company
Sartoria Teatrale Tirelli
Il Costume
Pompei
Gerardo Sacco
Di and Di
Lighting and Truck
Service audio
Registrazioni orchestra
sinfonica e coro polifonico
Coordinamento corpo di ballo
Pubblicità
Grafica
Sito e realizzazione
del book teatrale
Ufficio Stampa
Agorà
Aziende coinvolte
I Promessi Sposi
80
Music Village Forum
AGR Associati
di Antonio Gnecchi
Kinetic
di A. Mombelloni
Redcell
Art Attack Adv
Goigest
Dal romanzo di
Musica, arrangiamenti
e armonizzazione corali
Scene
Costumi
Gioielli
Coreografie
Luci
Direzione musicale e
collaborazione agli arrangiamenti
Coro polifonico
Orchestra sinfonica
Pianoforte, editing
missaggio e consulenza musicale
Coordinamento artistico
Editing del testo
Coordinamento organizzativo
e collaborazione alla regia teatrale
Orchestrazioni e direzione d’orchestra
Regia e riduzione teatrale testo
Foto di scena e ritratti
Alessandro Manzoni
Aiuto scenografo
Aiuto regista
Aiuto coreografo
Aiuto costumista
Arredatore
Grazia Polito
Emanuele Gamba
Feliciano Lo Mele
Alessandra Chirulli
Piero Risani
Ezio Di Monte
Per Europa Europa
Organizzatore artistica
per Europroduzione
Direttore di produzione
Coordinamento
Stadio Meazza
Produzione
Amministrazione
Pressbook
Assistente ai costumi
Gabriella Pavone
Francesco Lucia
Barbara Bernacchia
settembre/ottobre 2010 - n.85
Pippo Flora
Luciano Ricceri
Alessandro Lai
Gerardo Sacco
Mauro Astolfi
Franco A. Ferrari
Gianluca Cucchiara
Maria Grazia Fontana
Nova Amadeus
Sergio Cammariere
Giovanna Flora
Alessandra Salas
Marco Aprea
Renato Serio
Michele Guardì
Tommaso Le Pera
Nada Pahor
Giuseppe Quinzi
David Torrisi
Francesca Rubino
Cesare Cerulli
Valerio Crescentini
Gabriele De Vidi
Alessandro Semprini
Giulia Vacatello
Massimo Pietrosanto
Onofrio De Cicco
Federico Balestri
Piero Risani
Trucco / parrucchieri /
addette ai costumi
Truccatori
Parrucchieri
Addette ai costumi
Agenzia Broadway di Giancarlo Turri
Vasco Stolzi
Antonella Amadei
Emanuela Formichella
Claudia Spina
Gianfranco Cori
Ettore Tarquini
Vanessa Turri
Carlos Alfonzo
Nicola Griguoli
Evelina Bucchi
Alessio Cannetto
Orietta Mancini
Angela Manduzio
Antonella Mozzetta
Paola Olini
Paula Preda
Massimiliano Rezza
Luka Turri
Operatori al mixer luci
Operatore Catalyst
Capo elettricista
Caposquadra elettricisti
Tecnico luci
Operatori seguipersona
Elettricisti
Fabio D’Angelo
Marco Gattella
Andrea Delli Fiori
Roberto Piersanti
Roberto Mascitti
Francesco Angeloni
Maurizio Fontana
Laura Tudini
Massimiliano Diamanti
Roberto Feola
Stefano Ferrari
Marco Paternò
Sound designer
Fonico di sala
Fonico di palco
Microfonista
Daniele Tramontani
Alessio Camuzzi
Andrea Tesis
Giuseppe Porcelli
Per Music Village Forum
Ingegneri suono registrazioni
Mixaggi registrazioni
Ass. di studio
Franco Finetti
Davide Palmiotto
Simone Mammucari
Gabriele Conti
Per KINETIC
Per ART ATTACK ADV
Per REDCELL
Federica Fattorusso
Claudio Ciatti
Flavia Miccio
Pasquale Borrielli
Andrea Ciulu
Daniele Bufalini
Personale luci
Personale audio
Per l’Orchestra Sinfonica Nova Amadeus
Direttore artistico
Stefano Sovrani
Franco Lazzaro ha realizzato la prima trascrizione musicale
on stage
di
per le luci, azienda consigliata a
Lavee da diversi contatti, compreso l’ex-socio Ofer Lapid, attualmente direttore generale del service Gearhouse in Sud Africa.
Lavee commenta: “HSL e Britannia
Row sono stati dei collaboratori
fantastici; dall’organizzazione e
consegna fino alle crew sul posto,
che sono state altamente professionali e con cui è stato molto
divertente lavorare. Tutti erano
molto stressati per via delle condizioni ambientali poco confortevoli, ciononostante hanno prodotto
risultati spettacolari”.
Quando il progetto ha ricevuto
il nulla-osta, alla fine del 2009,
Lavee ha chiesto ad Elad Mainz
di entrare nel progetto come codirettore tecnico, per farne il suo
braccio destro nonché per sfruttare la sua capacità di realizzare
i programmi.
Louise Stickland
Nabucco a Masada
Per quanto riguarda le produzioni site-specific,
poche sono più speciali di questa: questa
località sul Mar Morto dichiarata patrimonio
dell’umanità dall’UNESCO è il punto più basso
della terra ferma, a 400 metri sotto il livello
del mare, ai piedi del maestoso ed imponente
monte Masada, conosciuto per il suicidio di
massa dei ribelli Sicari nel 73 d.C. durante la
prima guerra giudaico-romana.
C
ircondato da distese sconfinate di arido deserto e
da un litorale sfuggente, il monte Masada incisivamente inscrive il paesaggio roccioso su questo sfondo, che è zona abitata esclusivamente da serpenti,
lucertole e scorpioni e incontaminata dall’uomo ormai da
diversi secoli.
Produrre l’influente “opera ebrea” di Giuseppe Verdi a Masada è stato a lungo un sogno per Hanna Munitz, la tenace
direttrice dell’Israeli Opera. Dopo due anni di discussioni
infinite e di estenuanti negoziazioni politiche e l’avvicendamento di quattro registi, e a seguito di un’immensa operazione logistica, quel sogno è diventato realtà.
Questa produzione ambiziosa, innovativa e veramente unica è stata il primo evento culturale ad attirare un sostanzio-
82
settembre/ottobre 2010 - n.85
L’allestimento
so pubblico internazionale, ed è stata la prima nel paese ad
unire i talenti migliori e le risorse locali ed internazionali...
nel mezzo del deserto.
Oltre al fatto che questa è la prima volta che il sito di Masada
viene utilizzato in questo modo, è anche la prima volta che
una singola azienda israeliana, Stage Design, con sede a Tel
Aviv e a Gerusalemme, ha fornito tutte le specifiche di una
produzione tecnica, compresa la costruzione e l’allestimento
del sito. Stage Design è capitanata dal carismatico Eyal Lavee, sicuramente un “uomo con un programma”, ma con in
più un sorriso birichino ed una determinazione infaticabile.
“Planning” – pianificare – era la parola mantra quando, dal
nulla, nel bel mezzo del deserto, si è iniziato a costruire un
sito di 90.000 m2 che doveva diventare una venue per la lirica internazionale dagli standard altissimi. Certo, un’impresa
non da poco.
Stage Design lavora da diverso tempo con Munitz, e ha vinto il contratto per fornire l’infrastruttura del sito, dopo aver
fornito il materiale per un evento all’aperto allestito per
l’Opera l’anno scorso.
Lavee si è reso conto dall’inizio che l’enorme impresa logistica di produrre uno spettacolo di quel calibro e con quel
profilo, in quelle condizioni, avrebbe richiesto l’interessamento di partner tecnici esterni per svariati aspetti; così ha
cercato fornitori per audio e luci a livello internazionale.
Era essenziale che i fornitori scelti avessero la giusta attitudine per lavorare nelle condizioni più avverse e non ortodosse insieme alla stessa passione per il progetto... per non
parlare del materiale corretto.
“Avevo bisogno – spiega Lavee – di persone con esperienza,
di giocatori con spirito di squadra che riuscissero a continuare a sorridere nel corso di un allestimento ‘un po’ difficile’.
Questi non crescono sugli alberi”!
Questi sono arrivati dal service inglese Britannia Row per
l’audio, con cui Lavee aveva già lavorato, e dall’inglese HSL
A parte l’audio e l’illuminazione,
tutto il resto è stato procurato
da fornitori israeliani. Stage Design ha fatto tutto il lavoro della costruzione, compreso il palco
largo 60 m con una scenografia
progettata da Nitzan Rafaeli, dotata di un elevatore idraulico, un
labirinto di ingressi ed uscite, tunnel, quick-change ed un’enorme
sezione di backstage e camerini.
Stage Design ha fornito ed installato anche le tribune, capaci
di contenere 6500 persone,
di colore adatto ad integrarsi con il paesaggio.
Sono stati costruiti anche
gli enormi portali – alti
19 m e larghi 24 m – ai
fianchi del palco, ed un
altro portale alto 19 m
in posizione FoH.
Non si poteva trascurare il monte Masada
come fondale per lo
spettacolo, così le imponenti dimensioni
dei portali laterali
hanno permesso di
non
nascondere
la vista del monte. Ovviamente è
stato necessario
tenere conto dei
calcoli
relativi
alla tenuta al vento, per cui ognuno dei
www.soundlite.it
83
on stage
1
2
3
4
1: La squadra luci di HSL.
2: Il capo squadra di Britannia Row,
Josh Lloyd.
3: Elad Mainz, site & technical
director.
4: Saffril “Saffi” Dagan, responsabile
locale della squadra luci.
84
portali aveva una zavorra di blocchi di cemento ancorati a terra e
tre gambe d’alluminio costruite
su misura da Total Fabrication in
Inghilterra.
Stage Design ha costruito tutta
la scenografia e ha fornito l’illuminazione per la vasta zona di
ricevimento, la sontuosa zona
VIP progettata da Giyora Porter,
e tutto il resto della costruzione
da adibire ad area pubblica e cioè
tutti i servizi e le strutture che ci si
aspetta di trovare in un elegante
teatro lirico: guardaroba, accesso
per i disabili, toilette stravaganti,
bar, ristoranti e merchandising.
Il design del foyer di Porter ha
preso come punto di partenza il
colore e la sensazione data dal
paesaggio e lo stile dell’architettura originale costruita sopra la
montagna su ordine di Re Erode
il Grande tra il 37 e il 31 a.C. Porter ha creato un’estetica di grande impatto per questa zona di
passaggio che saliva piano piano
dall’ingresso verso la venue. Tutti
i mobili, le piante e gli accessori
sono stati forniti da Faza Productions di Tel Aviv.
Lavee ha anche installato uno
schermo d’acqua largo 30 m, installato su 100 m2 di decking che
riciclava 180.000 litri d’acqua. Su
questo schermo, in due momenti strategici dell’opera, venivano
proiettati prima un effetto di fuoco, e poi effetti d’acqua.
La costruzione per il Nabucco è
iniziata con cinque mesi di anticipo, utilizzando tre diversi laboratori, e l’allestimento è iniziato sei
settimane prima della prima.
La produzione è stata soggetta a
regolamenti molto rigidi quanto a
quel che si poteva e quel che non
settembre/ottobre 2010 - n.85
si poteva fare al sito, imposti dalle autorità dei parchi nazionali a tutela della natura. Anche se era necessario eseguire
un gran numero di scavi, l’obbiettivo era comunque quello
di minimizzare l’impatto ambientale su tutti i 90.000 m2.
È stato un progetto molto faticoso per le persone e per le
apparecchiature coinvolte. La temperatura diurna si fissava
intorno ai 47°, con alte percentuali di umidità, vento, polvere e frequenti tempeste di sabbia... e non era finita lì!
Tra le difficoltà incontrate si deve includere il posizionamento delle 60 luci allo Xeno da 5 kW e da 7 kW che il lighting designer Avi “Bambi” Yona Bueno voleva utilizzare per
riempire lo spazio lungo i 1700 m tra il palco e la base della
montagna retrostante, alta 400 m. Questa zona è un paesaggio terrificante di massi e di sassi, inaccessibile a qualsiasi
veicolo ma anche a qualsiasi uomo caricato di peso.
Con tutta la tecnologia disponibile sul pianeta, quella più
antica si è dimostrata quella più efficace... solo i cammelli
avevano la forza e la stabilità necessarie per quest’impresa.
Averlo saputo in anticipo è stato il fattore dominante nella scelta dei searchlight allo xeno Panther, scoperti in Cina
durante una missione di ricerca insieme a Tim Dunn della
Gearhouse, che ha investito negli stessi proiettori per la cerimonia di chiusura del campionato del mondo di calcio.
Un cammello medio è in grado di portare un totale di circa
250 kg, e le unità che Stage Design ha acquistato pesano
170 kg nel flight case.
Elad Mainz era il prescelto ad occuparsi della logistica, e
questo compito comprendeva anche i cammelli. Tramite
passaparola, ha saputo di una tribù di beduini che alleva
una razza di cammello in grado di portare 400 kg. Mainz
ha contrattato per avere proprio queste bestie in modo da
spostare carichi bilanciati di due proiettori allo xeno per
viaggio. Purtroppo, questi cammelli sono anche famosi per il
loro comportamento irascibile. Dice Mainz “È difficile lavorare con questi cammelli, non ci si può fidare sempre di loro”.
È stata un’impresa non indifferente ma, lavorando secondo
i loro tempi e i loro ritmi, i super cammelli sono riusciti a
sistemare i proiettori allo xeno nelle posizioni ottimali.
La corrente elettrica necessaria alla produzione è stata fornita da oltre 50 generatori, compresi i backup per tutte le
zone principali e sei ai piedi della montagna per alimentare
i proiettori allo xeno da 5 kW che la dovevano illuminare.
In Israele (come in Italia – ndt) è spesso necessario “conoscere
qualcuno” per ottenere risultati, e l’Israeli National Electricity Company per caso ha una linea ad alta tensione a due
chilometri ad est del sito della produzione. Sono stati così
cortesi da costruire una nuova substation, rendendo disponibile una fornitura di 1000 ampère trifase al sito, usata
per alimentare la struttura al FoH e le luci per il lato destro
del palco.
Le luci
Mike Oats, di HSL, dice del progetto: “È stata dall’inizio una
sfida incredibile sotto ogni aspetto – non solo riguardo alla logistica – ma questo è stimolante ed è quello che ci piace fare”.
Il costruttore ceco Robe ha partecipato in modo molto attivo.
Bambi è stato coinvolto nel progetto poco dopo la sua
concezione. Lavora come lighting designer da oltre 30
anni, in varie discipline del lighting design (architetturale, live show, ...) in tutto il mondo, ed è senza dubbio il lighting designer israeliano più conosciuto. Mentre si avvicinava la prima data e le sue visioni creative si evolvevano, ha
concentrato le sue richieste per l’illuminazione in una serie
5
6
7
di specifiche che, purtroppo, non erano tutte presenti in un
singolo prodotto disponibile sul mercato.
Esigeva testemobili potenti perché le distanze sul palco erano notevoli, ma i fasci di luce da questi dovevano rimanere
contenuti e concentrati. Bambi aveva incontrato il direttore
di Robe Josef Valchar alla fiera di Francoforte per parlare di
questa esigenza, ed il risultato di quest’incontro è stato la
produzione di gobo “shutter” customizzati per il ColorSpot
2500E AT che permettono l’isolamento di aree ben definite. Per mantenere l’intensità dei proiettori sono stati progettati e costruiti dei riflettori dedicati, installati in 84 dei
ColorSpot 2500E AT di HSL. Così sono riusciti ad ottenere
esattamente i risultati richiesti da Bambi.
“Il fatto che Robe era preparato ad arrivare a questo punto
per accontentarmi – dice Bambi – mi ha veramente impressionato in positivo”.
Naturalmente, il fatto che HSL ha il più grande inventario
di proiettori Robe nel Regno Unito ha avuto un po’ di peso
nella situazione, ma il triumvirato “luminoso” in questa situazione ha dimostrato la propria flessibilità ed è riuscito a
produrre un risultato unico.
HSL ha mandato a Masada una delle proprie squadre di serie “A”: Charlotte Stevens, Gabriel Cross, Ian Stevens e Rob
“Starkers” Starksfield. Hanno lavorato a stretto contatto
con il crew chief locale, il sorridente Saffril “Saffi” Dagan,
che Stevens ha descritto come “strabilante”. Prima della
spedizione del parco luci in quattro container dall’Inghilterra, Saffi è andato alla sede di HSL per dare il suo contributo
alla preparazione.
Oltre agli 84 ColorSpot 2500E AT posizionati dappertutto
sui portali laterali e al FoH, i primi 24 esemplari dalla linea
10
di produzione del nuovo ColorBeam 2500E AT sono andati direttamente a Masada.
Questi ultimi sono stati posizionati sotto il palco, a proiettare
fasci stretti e potenti attraverso le
griglie inserite nel palco e dirette
verso il cielo.
Il resto del parco luci era composto di 24 Robe REDWash 3•192
montati su staffe intorno al bordo del palco, 300 PAR ed oltre 200
ETC Source Four – con lenti da 10°,
36° e 50° – disposte dappertutto
nei portali. Dodici Martin MAC III
Spot erano posizionati ad ogni
lato del palco, per animazione e
per la copertura del palco.
In termini di creatività, era una sfida particolare illuminare l’enorme
palco del Nabucco quando l’unica
luce dietro era quella proiettata
sulla montagna e quella proveniente dai proiettori allo xeno dispersi sui due chilometri di deserto dietro il palco, che comunque si
dovevano utilizzare con parsimonia. Bambi faceva i suoi wash di
base con i PAR, usava i ColorSpot
per i frontali stretti e per gli effetti, e i Source Four per i frontali
secondari, per gli special e come
sagomatori generali. I REDWash
li usava per spalmare coperture
intense di colore saturo sul palco,
poiché le loro sorgenti LED fornivano una luce di qualità molto
contrastante con quella delle sorgenti MSR dei ColorSpot.
HSL ha fornito sei seguipersona
Robert Juliat Cyrano, completi di
gabbie di sospensione appositamente fabbricate per appenderli
il più in alto possibile al portale in
FoH, come espressamente richiesto da Bambi per avere l’angolo
più ripido possibile, al fine di mi-
8
9
5: da sx: Avi Yona Bueno “Bambi”,
lighting designer, ed Eyal Lavee, site &
technical director per Stage Design.
6: Nitzan Rafaeli, stage set designer.
7: I programmatori luci Alon Cohen (a sx)
– che ha anche gestito le luci durante
lo spettacolo – e David “Vinni”
Vinnick (a dx).
8: Richard Sharrett, FoH sound engineer.
9: Giyora Porter, site & foyer designer.
10: La squadra audio di Britannia Row.
www.soundlite.it
85
on stage
nimizzare qualsiasi fuoriuscita di
luce dietro il palco.
Tre strobo Hungaroflash T‑Light
Pro erano montati upstage sul
portale a stage-right per fornire
il fulmine che stordisce Nabucco e
lo rende privo di sensi alla fine del
secondo atto, quando si dichiara
Dio. Essere colpito da Dio non è
un effetto da compromettere,
così queste bestie (da 80.000 W
l’uno) erano alimentate da un generatore dedicato.
C’erano anche 24 strobo Martin
Atomic Colour 3000 per momenti
di strobo meno drammatici.
La corrente veniva distribuita tramite degli “hot rack” HSL, quattro 72‑vie e due 24‑vie, un Avolites 48‑vie e due dimmer Avolites
ART 2000 da 24 vie. Un sistema
DMX wireless di City Theatrical era
impiegato per mandare i dati verso i fari allo xeno da 5 kW e 7 kW
nel deserto e alla base della montagna, tutti gli altri collegamenti
per i dati erano tramite cavo.
Bambi ha coinvolto due programmatori assolutamente al top: Alon
Cohen e David “Vinni” Vinnick,
che hanno usato due console Compulite Vector Red Cross, program-
mando i corpi mobili su una e le luci generiche sull’altra, integrando poi entrambi gli show in una console per controllare lo spettacolo e tenendo la seconda come backup.
Alon e Vinni hanno fatto una settimana di pre-programmazione sulla suite WYSIWYG dell’Opera a Tel Aviv, per creare
delle basi, perché il tempo di programmazione sul posto era
molto ristretto.
L’Audio
La squadra di Britannia Row era capitanata da Josh Lloyd,
mentre lo spettacolo è stato mixato da Richard Sharratt,
che ha anche specificato l’impianto. L’obiettivo di Sharratt
era di riprodurre perfettamente il suono non-amplificato in
tutta la venue. Gli appassionati di opera lirica sono manifestamente ostili a qualsiasi evidenza di rinforzo sonoro, così
è stato importantissimo stabilire un’immagine naturale in
ogni posto del pubblico, nonostante le condizioni meteorologiche poco collaborative.
L’impianto, composto da diffusori L‑Acoustics Kudo, è stato
progettato da Lloyd dopo una visita al sito in febbraio ed
un’altra visita precedente di Bryan Grant, anche lui di Britannia Row. Utilizzando i disegni CAD del posto di Stage
Design ed il software Sound Vision di L‑Acoustics, Lloyd è
arrivato alla soluzione effettivamente utilizzata.
Gli array principali erano formati da 13 Kudo per lato, con
sette elementi per lato di outfill, questi ultimi per la parte
alta delle tribune a 50 metri dal palco. Gli array di outfill
erano appesi con l’elemento in basso a pari altezza di quello
degli array principali, anziché essere allineati in alto. La caratteristica del Kudo, che consente di regolare la copertura
in orizzontale tramite i K‑Louver, è stata molto importante,
e tutti gli elementi utilizzati per Nabucco sono stati imposta-
Il sistema Palcoplus comprende ora
anche RA18, un ‘arrayable bass
cabinet’ (1700 W / 4 ohm) che aumenta
ulteriormente la flessibilità di utilizzo
e la ricchezza timbrica del sistema.
RA18 (qui a lato in demo presso il
Concert Sound Arena - Prolight+Sound
2010) permette infatti di incrementare
in modo deciso la pressione sonora,
generata dal sistema sospeso, nelle
ottave più basse, aumentando così la
già considerevole dinamica dell'array.
È disponibile anche una versione
a 8 ohm, 3400 W, con altoparlante
in fibra di carbonio.
Palcoplus è un prodotto modulare e scalabile che si distingue
per una voce inconfondibilmente naturale.
Un array di 4 diffusori, ognuno dei quali grande quanto un rack 6u, pesa solo 80 kg, compreso
l’hardware per la sospensione e vanta una potenza applicabile di 4000 W.
Ogni singolo elemento sviluppa fino a 130 dB SPL, perciò è possibile utilizzare sistemi di
dimensioni molto ridotte per la sonorizzazione di spazi relativamente grandi.
Grazie ad una dispersione orizzontale di 120°, PalcoPlus fornisce una copertura perfetta anche
quando gli array sono sospesi ad altezza ridotta o sono appoggiati a terra.
L’unità sub-bass dedicata, RAB1815, utilizza una configurazione a doppio trasduttore che genera
una caratteristica polare cardioide. 2 unità bassi vantano una potenza applicabile di 6400 Watt.
La gestione del sistema avviene mediante il processore amplificato PLM6800 o mediante il
processore LM24 (per chi già possiede gli amplificatori) ed un software proprietario (RACon ).
TM
Scopri tutte le caratteristiche del sistema collegandoti al sito:
www.palcoplus.com
oppure contattaci a:
86
settembre/ottobre 2010 - n.85
[email protected] - 051 766437
on stage
11: Vista di uno degli enormi
“portali” costruiti ai lati del palco
per ospitare il parco luci.
12: Vista da sopra dell’enorme
zona di ricevimento allestita con
scenografia ed illuminazione in
tema con la produzione.
ti con dispersione asimmetrica ad
80°, verso il centro del pubblico.
Le prime file sono state coperte
da quattro array appoggiati di
dV‑Dosc, due interni di quattro
elementi ognuno e due esterni
da tre elementi ognuno. Questi
avevano anche la funzione di rifocalizzare l’immagine sonora del
palco per i posti non coperti dalla
linea di ritardo, che comprendeva
otto L‑Acoustics 108 montati su pali
individuali a metà della tribuna.
Ogni array di dV‑Dosc era appoggiato sopra un dV‑Sub, mentre
sotto gli array principali c’erano
16 SB218 per lato. Lloyd, Jerry
Wing e Kieran Walsh hanno progettato un preset cardioide appositamente per quest’applicazione
degli SB218.
Il sistema era pilotato da finali
LA8, equalizzato ed allineato da
processori Dolby Lake, che a loro
volta sono stati gestiti dai tablet
remote utilizzando il protocollo
audio di rete Dante.
Il banco FoH era un Midas XL8, un
mixer con cui Lloyd ha lavorato
molto e che considera un ottimo
apparecchio a livello di suono e di
utilizzo. Ha enfatizzato l’importanza di una console completamente trasparente per l’amplificazione di un’orchestra.
La regia di palco – dominio di
Graham Blake con il suo PM1D – è
stata nascosta sotto lo stage, tra i
camerini. Il coro da 80 voci aveva
disponibili degli IEM, ma erano
presenti anche 10 monitor Tur11
88
settembre/ottobre 2010 - n.85
boSound 420 per chi non li avesse graditi. L’obiettivo nel
monitoraggio era di mantenere una transizione liscia per il
coro e per gli interpreti, e permetter loro di ascoltare correttamente l’orchestra dal fronte palco fino al fondo del palco,
una distanza di circa 25 metri.
Gli otto interpreti principali erano microfonati con dei
DPA 4066 omnidirezionali nascosti nei capelli, con trasmissione radio fornita dai minuscoli bodypack Sennheiser 5215.
Degli 80 membri del coro, otto delle voci maschili ed otto
delle femminili erano riprese con i DPA perché Sharratt
voleva un secondo strato di coro più malleabile. C’erano
inoltre diversi microfoni panoramici – una combinazione di
microfoni a zona di pressione della Shure e di AKG e dei
microfoni a fucile Sennheiser 416 ed 816 – per un totale di
20 canali di coro.
Il lavoro non indifferente di seguire i radiomicrofoni è stato
svolto dal responsabile della parte RF, Pawel Zakrzewski e
dalla microfonista Alison Dale. Inoltre, durante lo spettacolo, Dale aveva il compito di leggere la partitura per dare i
cue a Sharratt.
La crew di Britannia Row ha dovuto affrontare le stesse sfide fisiche di quella di HSL in termini di spostamenti di attrezzatura, che era possibile esclusivamente con veicoli sul
sito, e ha dovuto implementare un regime di manutenzione
quotidiana molto serio, per combattere polvere e sabbia. È
stato stabilito un rapporto di scambio molto sano tra le diverse crew: l’aspirapolvere industriale dei fonici per il compressore dei “luciari”.
Per quanto riguarda le condizioni atmosferiche, l’umidità è
stata il problema più temibile ma, fortunatamente, la natura
ha dato la sua benedizione allo spettacolo, fornendo una serie
di tranquille brezze serali e cielo limpido per gli spettacoli.
Masada Magic
Mentre la sera dello spettacolo in anteprima per la stampa
Hanna Munitz tratteneva il fiato quando l’orchestra suonava i primi accordi, l’incredibile atmosfera del posto e della
scenografia sul palco e nelle zone pubbliche veniva intensificata dalla luna piena e da un cielo punteggiato di stelle. È
stato un momento d’emozione intensa assistere finalmente
alla realizzazione della sua “pazza” idea, quell’idea che in
quel momento diventava un evento tangibile in grado di
incantare una nazione. Lo spettacolo ha generato così tanto
interesse che un run di due serate è stato prolungato fino a
sei serate già mesi prima dell’apertura.
La capacità della Munitz di rischiare sulla creatività, combinata con l’esperienza tecnica, la perspicacia e la determinazione di una squadra di produzione eccezionale – pronta a
pensare lateralmente e ad affrontare sfide molteplici con
soluzioni molteplici – hanno reso il Nabucco a Masada un
evento di classe mondiale.
12
chi c’è in tour
Artista
Agenzia
Service Audio Fon.FoH
Fon.Mon.
P.A.
Monitor
Mix.FoH
Mix.Mon
Serv. Luci
Light Des.
Imp. luci
Mix Luci
Africa Unite
Estragon Mescal
Big Talu Music
Service
Simone Squillario
Pol Lagorio
Martin / Lab.gruppen
Martin LE 12 J
AMEK SR 6000
Digidesign SC48
Big Talu MS
Lorenzo Pasquali
Robe 700 / Coemar 575 /
Par, ACL
Avolites Pearl 2008
Alessandra Amoroso
International Music
& Arts
Lombardi srl
Giammario
Lussana
Massimo
Casagrande
Adamson Y10+Axis 218 /
Lab.gruppen
FP6400;FP3400
IEM Sennheiser
ew300G3
Yamaha PM5D-RH
Yamaha
PM5D-RH
Lombardi srl
Alpha Spot e Beam 700 /
Massimo Tomasino CP
Coemar Infinity XL wash
GrandMA Light
Maurizio Battista
AB Management
Idea Music
Service
Alessandro
Catrucci
Axiom 3210 / PowerSoft
Proel Edge 15 CXP
Yamaha 01 V
Idea Music Service
Paolo De Asmundis Coemar
Compulite Spark 4D
Baustelle
Talu Music
Big Fish Casasonica Big
Service
Marco Tagliola
Martin W8 LC /
Lab.gruppen
Martin W8 / IEM
Venue Profile
Mix Rack 48
Big Talu Music
Service
Giorgia Lovato
Robe 700 /
Coemar 575 Par ACL
Avolites Expert Titan3
Arturo Brachetti
Live Nation /
Murciano Iniziative
Imput Studio
Nicola Pugliese
d&b Q1 / d&b D12
d&b Max / Aviom
Venue Profile
Imput Studio
Steve Gray
Martin MAC 700
Avolites Pearl
Carmen Consoli
On The Road
Blackout
Gianluca Vaccaro
Butterfly Hi-pack/Subtech Outline H.A.R.D.
218 SP/Mantas Downfill 212 NET SP e 115 SP
Coemar iWash /
SGM Giotto Spot
Jands Vista
Simone Bonetto
Venue Profile
Mix Rack 48
Venue Profile
Venue SC48
Blackout
Luigi Lombardi
Venue Profile
Yamaha PM1D
Lombardi srl
Alpha Beam e Spot 700 /
Massimiliano Fusco CP
Coemar Infinty XL
Service video
Idea Music Service
Gigi D’Alessio
Live Nation
Lombardi srl
Roberto Rosu
Marco Dellatorre
Adamson Y10 / Axis 218 / Sennheiser G3 /
Lab.gruppen FP6400
K-array
FP3400
Cristiano De Andrè
Ph.D
Milano Music
Service
Giancarlo Pierozzi
Vincenzo “Cina”
Cinone
EV XLC / EV P3000
SPX / Sennheiser IEM
Yamaha PM5D
Yamaha PM5D
Milano Music
Service
Pepi Morgia
Coemar iSpot/iWash 575,
PARLED / DWE
Compulite Sparktop 4D
Elio e Le Storie Tese
International Music
/ Hukapan
Sonique srl
Rodolfo “Foffo”
Bianchi
Gianluca Cavalini
JBL Vertec 4888 /
Sub Edge 21
Edge
Midas XL3
Yamaha PM5D
RH
Sonique srl
Luca Casadei
Vari*Lite / Martin / Coemar
SGM Regia 2048
Elisa “Heart Tour”
F&P Group
Nuovo Service srl Marco Monforte
Erick Anderson
L-Acoustics V-DOSC / LA8
IEM Sennheiser
DiGiCo D5
DiGiCo SD8
Nuovo Service srl
Mamo Pozzoli
Martin / Clay Paky /
Chromlech
GrandMA
Loredana Errore
Live Nation
Idea Musica
Service
Congedi Vincenzo
Luongo Emanuele
Martin W8 LM / Powersoft
Martin LE1200
Yamaha M7CL
Yamaha M7CL
Idea Musica Service Domenico Ragosta
Dreamlight 575/1200
Compulite Spark
Dennis Fantina
Lorenzo Paolucci
Fashion Eventi
Andrea Aiello
Gianfranco
Pappalardo
Proel
HK Audio
Yamaha LS9
Yamaha LS9
Fashion Eventi
Stefano
Centrangolo
Martin
SGM Scan Control
TCA
Fiorello
Live Tour
Agorà
Pierfrancesco
“Hugo” Tempesta
Massimo Manunza
L-Acoustics V-Dosc / LA8
Clair
DiGiCo SD7
DiGiCo D5
Musical Box Rent
Marcello Jazzetti
Vari*Lite / Coemar
GrandMA
STS Communications
Max Giusti
AB Management
Idea Musica
Service
Alessandro
Catrucci
Paolo Zanier
Axiom / Powersoft
Edge 15CXP
DiGiCo SD8
DiGiCo SD8
Idea Musica Service Doriano
Dreamlight 575/1200
Compulite Spark 4D
Idea Musica Service
Irene Grandi
Live Nation
Imput Studio
Marco Monforte
Luca Morson
d&b J / d&b D12
Sennheiser ew 300G2
DiGiCo D5
DiGiCo D7
Imput Studio
Adriano Sanson
Coemar Infinity XL Spot e
Wash / Martin MAC 700
Avolites Pearl Expert
Titan
Event Management
Festersound
Cristian Porcu
Stefano Calabrese
X-Treme
JBL512M
Soundcraft Si3
Soundcraft si2
Festersound
Davide Fadda
DTS XR300 Beam
Avolites Pearl 2004
Axiom AX3201P /
Edge 21 /
d&b Max / RCF TT
DiGiCo D5
Sonique srl
Andrea Arlotti
Vari*Lite / Martin / Coemar
Avolites Pearl 2008
Giochi di Luce srl
DFM SErvice Cefalù
Istentales
Euphon
Communication
GrandMA
Proiezioni di STS
J-AX
Barley Arts / Best
Sound
Sonique srl
Alessandro Arturi
Kalamu
Scirokku
DFM Service
Cefalù
Francesco De
Marco
Musotto Antonio
RCF TTS28 / Bose
RCF TT25SMA
Soundcraft MH2
Allen&Heath
GL4000
DFM Service Cefalù
Musotto Antonio II
Prolights / PSL / Coemar
SGM
Fausto Leali
Mithos Agency
Rental
Company
Enrico Landi
Franco Polichetti
JBL Vertec 4887ADP /
4880ADP / Crown
JBL SRX 712
Soundcraft Si3
Soundcraft Si3
Professional
Service
Gerardo Liguori
SGM / Griven
SGM Regia 2048 Live
Luciano Ligabue
Riserva Rossa
Nuovo Service
Alberto Butturini
Remo Scafati
L-Acoustics K-1 / LA8
Sennheiser ew300 G3
Midas XL8
DiGiCo SD7
Agorà
Jò Campana
Clay Paky / Zap / Martin /
Coemar
GrandMA Full
Lillo & Greg
AB Management
Idea Music
Service
Fabio Caratelli
Martin W8LM / Powersoft
Proel Edge 15CXP
Yamaha LS9
Idea Music Serivce
Fabio Persia
Dream Light 250/575/1200
Compulite Spark
Marco Masini
Mamadue
Magic Service
Ugo Prato
Sesto Luciani / Lucio RCF TT33A / b&o
Capotosto
Shure PSM 600 /
Sennheiser ew300
Allen&Heath iLive
T112
Allen&Heath iLive Magic Service
T112
Massimo Tomasino Coemar extreme / Prolights
/ Alex Di Gennaro
Beam
Compulite Spark 4D
Silvia Mezzanotte
Colorsound
Power Sound
Carmine Pagano
Andrea Aiello
Adamson Y10 /
Lab.gruppen
JBL PRX 512/
Sennheiser IEM
Soundcraft Si3
Yamaha LS9-32
Francesco De Rosa
Martin MAC 550
Compulite Spark 4D
Modena City Ramblers
Estragon Mescal
Big Talu Music
Service
Guido “Talu”
Costamagna
Graziano “Uazza”
Cernoia
Martin W8 / Lab.gruppen
Martin LE 12 J
Soundcraft 8000
40ch “Super
Vintage”
Soundcraft 8000 Big Talu MS
40 – 16 Monitor
Davide Conti
Robe 700 / Coemar 575 /
Par, ACL
Avolites Tiger
Fabrizio Moro
Trident
Management
Lombardi Service Massimo Barbieri
Albino D'Amato
Adamson / Lab.gruppen
Meyer
Yamaha PM5D
Yamaha PM5D
Termoli Live
Salvo Piscione
Martin, CS4, ModuLED,PAR,
ETC
Compulite Spark 4D
Noemi
Progetti Italiani
Lombardi Srl
Willi Antico
Adamson Spektrix+
Axis T21 / Lab.gruppen
FP6400; FP3400
Adamson /
Sennheiser IEM
Yamaha PM5D‑RH
Yamaha
PM5D‑RH
Omega Service
Massimo Tomasino/ Robe Spot 700 / Coemar
Francesco Loria
Wash 575
Grand MA 2 Ultra Light
Francesco Renga
F&P Group
Mister X Service Maurizio Maggi
Nicolò Antonietti
Martin W8 LC /
Lab.gruppen
Sennheiser IEM
Venue
D-Show Profile
Venue
D-Show Profile
Mister X Service
Marco Elia
Martin MAC 700
Avolites Pearl Expert
Donatella Rettore
Studio Live
Movement Art
Roberto Martino
Marco Della Monica
Meyer MSL4-DS4-650PUPA
Meyer
Allen&Heath
ML4000
Allen&Heath
GL4000
Movement Art
Cosimo D’Avico
Coemar/Robe/ETC
SGM 2048
Valerio Scanu
Live Nation
DG Systems
Simone
Saccomandi
Francesco Di Leo
Montarbo PalcoPlus
Montarbo Spot 2500T
Yamaha PM5D
Midas Siena
DG Systems
Roberto Giansante
SGM Spot 400; Wash 1200
Avolites Pearl 2008
Davide Van de Sfroos
Groove Company
New Sound
Service
Federico Bianchi
Cristiano Sanzeri
Martin W8 /
Lab.gruppem PLM10000
Martin
DiGiCo SD8
DiGiCo SD8
New Sound Service
Marco Rossetti
Robe / Clay Paky
GrandMA
Le Vibrazioni
Barley Arts / Nuove Sonique srl
Frequenze
Federico Navazio
Daniele Falletta
d&b audiotechnik C4 /
Infra B2
d&b Audiotechnik
Max / Shure PSM 900
Midas H2000
Yamaha M7CL
Sonique srl
Andrea Carlotto
SGM / Martin / Coemar
Avolites Pearl 2008
Manuela Villa
Vie Musicali
Sesto Luciani
Cesare
Meyer Sound
RCF Four Pro 412
Tascam DM4800
Allen&Heath
GL2800 M
Magic Service
Alex Di Gennaro
Prolights 200 / Martin MAC
600
SGM Pilot 3000
Magic Service
Emanuele Cano
Power Sound
STS
Power Sound
Inviateci le schede dei vostri tour per vederle pubblicate in questa pagina
90
settembre/ottobre 2010 - n.85
www.soundlite.it
91
chi c’è in studio
Studio
Artista
Studio Maia
Astrolabio (tras. radio)
Yastaradio
Verdiano Vera
Verdiano Vera
Verosounds Studio
Banda Elastica Pellizza
Daniele Lucca
Fabio Barovero
Artesuono Recording
Stefano Battaglia Trio
ECM Records
Manfred Eicher
Stefano Amerio
Naïve Recording
B.O.ther
Naïve
Francesco De Benedittis
Edoardo Michelori
Imputlevel Studio
Buena Vista Social Club
Massimo Scattolin
Claudio Zambenedetti
XLandStudio
The Casuals
XLand
Franchin
Franchin
Artesuono Recording
Felice Clemente 5tet
Crocevia di Suoni
Felice Clemente
Stefano Amerio
Officine Meccaniche
Lu Colombo
M.L.C.
Sergio Secondiano Sacchi Giuseppe Salvadori
Metropolis DIgital
Michele Cortese
Lucio Fabbri
Alessandro Marcantoni
Studio Maia
Covo di Nord Est–vari
Maia Records
Verdiano Vera
Marco Consigliere
Artesuono Recording
Sam Crockatt
Loop Records
Sam Crockatt
Stefano Amerio
XLandStudio
Dolcetti
Esseciemme
Franchin; Rojatti
Franchin; Rojatti
Officine Meccaniche
Ego Kid
A.C.
Ego Kid
Taketo Gohara
Mulino Recording
Emma
Universal
Fabrizio Barbacci
Paolo Alerta
Artesuono Recording
Laura Furci
indipendente
Laura Furci
Stefano Amerio
Studio Maia
Goad
Black Widow
Pino Pintabona
Giorgio Massaro
Artesuono Recording
Jakarè
indie
Jakarè
Stefano Amerio
Studio Maia
Liguria Selection (prog TV)
Maia Records
Verdiano Vera
Giorgio Massaro
Naïve Recording
Roberto Livraghi
Egea
Roberto Livraghi
Edoardo Michelori
XLandStudio
Lucignolo
Franchin
Franchin
Mastering.it/VBG
Malamente
indie
Donato Ruggiero
Marco Maffei
Officine Meccaniche
MGCD
Cramps
Tommaso Colliva
Artesuono Recording
Sandy Muller
indipendente
Claudio Pezzotta
Stefano Amerio
Naïve Recording
Frida Neri
Naïve
Francesco De Benedittis
Edoardo Michelori
Studio Maia
Nuova Idea
Black Widow
Pino Pintabona
Verdiano Vera
Artesuono Recording
Mauro Ottolini Sousaphonix Cam Jazz
Ermanno Basso
Stefano Amerio
Artesuono Recording
Raffaello Pareti 4tet
Suono Records
Paolo Corciulo
Stefano Amerio
Artesuono Recording
Gennaro Cosmo Parlato
Carosello Records
3eSessanta
Stefano Amerio
Studio Maia
Walter Pradel
Maia Records
Verdiano Vera
Giorgio Massaro
Studio Maia
Red Phoenix Blues
Maia Records
Verdiano Vera
Giorgio Massaro
Mastering.it/VBG
Ritchie Plays to the Moon
RPTTM
Riccardo Croce
Marco Maffei
Studio Maia
Casa Discografica Produttore
Rumori di Fondo (tras. radio) Yastaradio
Verdiano Vera
Fonico
Verdiano Vera
Artesuono Recording
Dino Saluzzi & Friends
ECM Records
Manfred Eicher
Stefano Amerio
Officine Meccaniche
El Santo
Movimenti Prod.
Pasquale De Fina
Antonioi Cupertino
Metropolis Digital
SensoXTe
CMP
Luca Venturi
Alessandro Marcantoni
XLandStudio
Seventh Sense
Franchin
Franchin
Metropolis Digital
Laura Trent
Eros Cristiani
Alessandro Marcantoni
Metropolis Digital
Pia Tuccitto
NAR Int.
Lucio Fabbri
Alessandro Marcantoni
Artesuono Recording
Marcin Wasilewski Trio
ECM Records
Manfred Eicher
Stefano Amerio
Invitiamo tutti gli studi professionali ad inviarci le schede con i loro lavori così da rendere questa rubrica più completa ed interessante
92
settembre/ottobre 2010 - n.85
opticalCON
sistemi di connessione a fibra ottica
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Rack
Sound
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Video
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DMX
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Point-to-Point connection
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opticalCON QUAD 3 RU Panel
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Sound system
Video
InterCom; Data
DMX
«I connettori dimostrano di essere davvero affidabili
rispetto a quelli utilizzati in passato. Infatti hanno
resistito perfettamente ad un tornado durante
un evento all'aperto tenutosi in Italia».
«Questo sistema è fantastico.
Non ha mai avuto problemi».
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&studi
produzione
Black Mirror
Studios
di
Alfio Morelli
Uno studio full digital a Udine
A
Incuriositi dalle voci che davano
per imminente l’apertura di uno
studio di registrazione a Udine, con
un investimento importante ed una
tecnologia totalmente in dominio
digitale ai massimi livelli, abbiamo
chiesto di poter dare una sbirciata.
94
settembre/ottobre 2010 - n.85
d attenderci troviamo Filippo Travani, titolare della
struttura. Entrati nella reception, veniamo accolti
da un ambiente molto moderno, essenziale e curatissimo: nulla è lasciato al caso, caratteristica a dire
il vero di tutta la struttura.
Filippo ci accompagna nel suo luminosissimo ufficio dove
comincia la nostra intervista.
Perché ti è venuta la voglia di aprire uno studio proprio
ad Udine, fuori dai mercati tradizionali della musica?
Credo occorra una piccola premessa: sono un forte appassionato di musica e già da tempo mi diletto a strimpellare
qualche strumento. Per questo ho voluto cimentarmi in un
lavoro che mi coinvolgesse emotivamente. Come succede
abbastanza spesso, il lavoro dei miei genitori forse non mi
gratificava come la musica, quindi ho voluto realizzare il
mio sogno. Abbiamo iniziato a prendere in considerazione
la possibilità di fare un piccolo studiolo sotto casa, ma poi,
per un insieme di circostanze e di buon senso, si è deciso di
dare un’occhiata al di fuori. Abbiamo individuato un primo
spazio di cento metri quadri ma, poiché la trattativa non è
andata a buon fine, abbiamo optato per un secondo spazio di trecento metri quadri; fallita anche questa seconda
trattativa, si è consolidata la terza possibilità: uno spazio di
seicento metri quadri... e qui, finalmente, ci siamo fermati!
Perché proprio a Udine? Perché io abito qui e non mi voglio
spostare dalla mia città. Inoltre una ricerca di mercato ha
valutato che tutto sommato siamo abbastanza centrali, considerando anche i paesi confinanti con l’Italia, quindi possiamo pensare di lavorare su un mercato internazionale.
I primi sette mesi di lavoro dello studio come sono andati? Coerentemente con le tue aspettative?
I primi risultati sono stati anche più lusinghieri. All’inizio
dell’anno siamo partiti alla grande con Howie B – il produttore scozzese degli U2 che ha lavorato anche con Bjork,
Tricky, Elisa – è giunto a Udine assieme a Ben Thackeray,
sound engineer di Radiohead e Coldplay, per registrare
ai BlackMirror il nuovo album dei NYLO, la band partita
dal Friuli Venezia Giulia e approdata in Inghilterra l’anno
scorso. A giugno Cristiano Godano, cantante dei Marlene
Kuntz, ha eseguito da noi la sessione di registrazione
delle voci del nuovo album, una decina di brani in uscita
all’inizio del 2011. Accanto a lui c’era ancora Howie B che
per la seconda volta in 5 mesi ha scelto i nostri studi per
il proprio lavoro. Howie B, oltre a seguire la registrazione
della voce dei Marlene Kuntz, ha eseguito i mixaggi dei
brani, lavorando al fianco di Francesco Donadello, fonico
residente. Nel mezzo abbiamo fatto dei lavori di doppiaggio e degli spot con voci note di questo settore ed anche
qualche registrazione nell’ambito della musica classica.
Ora sto cercando di sviluppare i contatti con l’estero, soprattutto Francia ed Inghilterra.
Ci puoi spiegare la tipologia di questo studio?
Possiamo dividere lo studio in tre parti, ognuna separata dalle altre; per entrare in ognuna serve un badge personalizzato
che dà accesso solo a quella specifica zona. Dalla reception
si può accedere a tutti gli uffici dello studio, mentre dall’ingresso si può accedere ad una zona relax che comprende
una zona entertainment ed una zona cucina. Sempre dalla
sala reception si entra in un secondo spazio che comprende
due sale: una sala prove polivalente – che si può trasformare
in una sala prove per balletti o in una sala da ripresa – ed
una sala di posa, in cui trovano posto delle attrezzature fotografiche e da ripresa video; quest’ultima ha l’obiettivo di
offrire ad una produzione interessata un servizio completo
per le foto del disco o delle riprese video.
Procedendo, si arriva nella terza zona: gli studi. Qui troviamo due regie, la sala grande da ripresa e tre piccole salette
o booth. All’interno della sala grande c’è anche a disposizione un gran piano Fazioli, oltre ad una grande quantità
di strumenti, amplificatori ed accessori.
Ma con una struttura del genere, qual è il vostro mercato
di riferimento?
Siamo partiti solo da alcuni mesi e per il momento stiamo
iniziando a lavorare con il mercato italiano, anche se, come
detto, sono già stati fatti un paio di lavori con artisti internazionali. È però già pronto uno studio di comunicazione e
marketing rivolto al mercato internazionale. Parte importante della nostra mission, inoltre, è quella di lavorare con la musica emergente e magari di produrre qualche artista valido.
1
1: Il titolare Filippo Travani.
regia principale, alla quale si affacciano la seconda regia e tre salette per la ripresa degli strumenti
o della voce. A questa struttura
principale, tramite una patchbay,
sono collegate anche le due sale
di prova e di posa che, per qualsiasi evenienza, sono utilizzabili per
le riprese audio. Il tutto gira intorno al mixer, un Euphonix System 5
con 56 fader, top di gamma del
marchio californiano. Il main monitoring è realizzato con delle
PCM BB5 XBD, mentre come near
fill e surround monitoring abbiamo le PCM AML1. Utilizziamo
Pro Tools|HD, ma abbiamo anche
soluzioni per coloro che amano
il nastro.
Completa il tutto una lista di outboard di altissimo livello.
Finita la gradevole chiacchierata, Filippo ci accompagna in
regia; qui facciamo conoscenza con Francesco Donadello,
fonico residente dello studio con il quale approfondiamo
l’aspetto tecnico, anche alla luce delle competenze specifiche che Donadello ha potuto apprendere grazie ad un trainer tecnico con Richard Morson della Euphonix
Puoi spiegarci tecnicamente com’è sviluppato lo studio?
È molto ampio, più della metà dello spazio totale a disposizione. La parte più significativa è la sala di ripresa con la
www.soundlite.it
95
&studi
produzione
Scheda Tecnica
2 La regia STUDIO A.
Quindi si può dire che è uno studio completamente digitale?
Esattamente, proprio come progetto iniziale ci siamo posti questo
obiettivo, qualsiasi operazione di
acquisizione di trattamento e trasporto del segnale doveva essere
fatta in dominio digitale. Poi, se
qualcuno desidera, ci sono anche
molte apparecchiature o outboard
in dominio analogico o addirittura
vintage. Nella sala macchine, per
registrare o immagazzinare i dati,
abbiamo un sistema della Studio
Network Solution che noi chiamiamo per semplicità Evo: è un sistema in cui vengono registrate tutte
le tracce audio, ha una capacità
di 9 TB e all’interno ci sono cinque dischi uguali che registrano in
raid qualsiasi cosa gli mandiamo,
è quasi impossibile che con questo
sistema si perdano delle informazioni. Gli stessi sistemi vengono
usati dalle banche, e questo ci dà
una discreta tranquillità.
Trovo molto curato e confortevole anche l’ambiente.
La vivibilità dello studio è molto curata, l’illuminazione poi in
modo quasi maniacale, in special modo nella regia. Come luce
d’ambiente è stata utilizzata un’illuminazione a LED multicolor che
ogni venticinque minuti, con una
dissolvenza impercettibile, varia
il colore di base, per non creare
quella monotonia di un ambiente
dove si è costretti a passare molte ore della giornata. Un secondo
tipo di illuminazione si è ottenuto creando due finti lucernai con
all’interno delle luci fluorescenti
particolari che, collegate ad un
programma dedicato, simulano la
2
Studio A
Console
Euphonix System 5
56 faders
168 input channels
16 Mix/Bus group busses
24 auxiliary busses
6 assignable bus processors
Registrazione
Pro Tools|HD4 128 in/out
Main monitoring
PMC BB5-XBD with Bryston amplifiers
Surround Monitoring 5.1
PMC AML1 and SB100 with Bluesky Bass
Management
Synchronizer
Colin Broad RM-6 HD
Outboard
1
1
2
2
2
1
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
Manley Massive Passive EQ
Manley Vox Box
Empirical Labs Distressor EL-8M
Empirical Labs LiL FreQ
Chandler LTD1
Chandler Zener Limiter
Universal Audio LA2A Teletronix
Tube-Tech CL-2 Dual Comp.
Tube-Tech PE-1C Prog. Eq
Millenia Media HV-3D
SSL Xlogic Delta Link MADI HD
Mutec Iclock
Mutec ID
Audioscope 2813E
Effects Lexicon 960LD
Eventide H8000FW
T.C. Electronic System 6000
Studio B
Control Surface
Euphonix System 5MC 24 faders
Recorder
Pro Tools|HD3 24 in/out
Main Monitoring
Dynaudio AIR 25
Surround Monitoring 5.1
PMC AML1 and SB100 with Bluesky Bass
Management
Outboard
2
1
2
1
1
1
1
1
1
2
1
1
1
1
Empirical Labs Distressor EL-8M
Empirical Labs Fatso
Chandler LTD1
Chandler - TG Channel
Universal Audio LA2A Teletronix
API 3124 4ch Mic Pre
Manley - Vox Box
Manley Dual Mono Mic Pre
Manley Massive Passive Eq
Daking Mic Pre 4
Lucid 88192 Converters
Mutec Iclock
Mutec ID
Audioscope 2813E
Microphones
96
settembre/ottobre 2010 - n.85
2 Neumann U87
8 Neumann KM184
1 Neumann M149
2 AKG C414
2 AKG D112
3 AKG C451B
2 Royer Labs R122
2 Studio Project C3
7 Senneheiser MD421II
12Shure SM57
2 Shure Beta 52A
2 Elation KM202
1
1
2
1
Elation KM502
Violet Design Pearl
Violet Design Junior
Blue Blueberry
Others
Universal Audio Solo 110 D/I
Daking Mic Pre One D/I
Little Labs PCP Distro
Digitech 2112
Digitech GSP 1101
Digitech Whammy
Line 6 Pod XT PRO
Rocktron xpression
ADA MB1
Jim Dunlop Cry Baby
Boss MT-2
Boss CE-5
Boss RV-5
Boss DD-6
Tascam DVRA 1000
Fatar VMK 188 Plus
Alesis ADAT
Aviom Personal mixers
Grado SR325is
AKG K141MK II
Sony MDR 7506
NTI AL1 Acousticlize
Equation RP22X r
Plug-in/software
Antares Autotune
Pro Tools Structure
Pro Tools Classic Bundle Compressor
Pro Tools Pultec Bundle
Pro Tools TL Every Phase
Pro Tools TL Space
Pro Tools Ampfarm
Pro Tools d2/d3
Pro Tools Neyrinck Sound Code for Dolby
Digital
Sony Oxford Elite Bundle
Waves L3
Waves Renaissance Max Bundle
Celemony Melodyne
East West Symphonic Orchestra Complete
Access Indingo
Apple Logic 8
DTS encoders
3
luce del sole, dal crepuscolo all’imbrunire. Questo tipo di illuminazione può avere due funzioni: per gli artisti nostrani
non fa perdere la percezione del tempo che passa, o addirittura, per gli artisti di oltre oceano, si può programmare
l’illuminazione con il loro fuso orario!
Molta cura è stata data all’areazione dei vari ambienti: sono
stati usati sette impianti singoli per poter gestire separatamente la climatizzazione in ogni ambiente; nella sala
centrale, ad esempio, l’impianto rimane sempre acceso, per
mantenere temperatura ed umidità costanti, necessari al
gran piano della Fazioli.
Altra chicca è un trasformatore/inverter in grado di modificare la nostra alimentazione da 220 V/50 Hz in 110 V a
60 Hz, cosa che dà la possibilità a qualche artista di usare
le sue attrezzature anche se queste dovessero avere un’alimentazione diversa dalla nostra.
4
Uscendo dallo studio, sicuramente ci rimane l’impressione
di una struttura ai massimi livelli, sia per l’attrezzatura sia
per la vivibilità. Certo Udine è un po’ inconsueta rispetto ai
tradizionali circuiti della musica, ma qui è facile trovare delle strutture ricettive accoglienti, ottimi alberghi con centri
benessere, una cucina tipica curata e il gusto dell’accoglienza. La logistica è premiata da un’autostrada ben collegata con il resto d’Italia e anche con gli altri paesi europei.
Giusto: da aggiungere anche due aeroporti internazionali,
quello di Trieste a mezz’ora di strada e quello di Venezia, a
meno di un’ora.
Insomma i numeri ci sono tutti. Buon lavoro!
3 I rack degli outboard.
4: La sala macchine.
Photo/Video/Storage
Canon EOS-1Ds Mark III
Canon EF 24 mm f/1.4L II USM
Canon EF 50 mm f 1.2L USM
Canon EF 85 mm f/1.2L USM
Canon EF 200 mm f/2 L IS USM
Sony HVR-V1P
Sony J-30 Digi Beta player
Sony PVW2800P Betacam editor
Avid Mojo
Adobe Photoshop
Adobe Illustrator
Apple Final Cut
Storage/Backup/Sharing
Studio Network Solutions Evo 9 TB storage
Digidelivery ServLT
A disposizione ci sono 45 chitarre e bassi
(Gibson, Fender, Jackson, B.C. Rich, Gretsch,
Dean, ESP, PRS, Parker, Martin, Ovation,
Adamas e Warwick), una ventina di
amplificatori (Mesa, Marshall, Fender, Vox,
EVH, Bogner, Trace Elliot e Ampeg) e tastiere/
synth Korg, Alesis e Roland.
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97
installazioni
LA TV CHE PRIMA NON C’ERA
Il Tempio di
Horus a Edfu
richiamato in vita da proiettori Christie
Q
uando nel 2002 l’azienda Horizon for Trading
& Contracting organizzò
per la prima volta uno
spettacolo di suoni e luci per turisti nell’area delle piramidi di Giza,
il responsabile tecnico Wael Gouda non immaginava che a questa
prima manifestazione sarebbero
seguiti altri cinque spettacoli di
questo tipo in prossimità di importanti templi dislocati lungo il
corso del Nilo.
98
settembre/ottobre 2010 - n.85
Dopo lo spettacolo delle piramidi, Horizon mise in atto altre produzioni simili, soprattutto nel tratto tra Luxor e Assuan, come quelle presso i templi di Philae vicino ad Assuan,
nell’area del tempio di Karnak a Luxor, ad Abu Simbel.
Giugno 2010 ha visto l’avvio dell’evento più ambizioso tra
quelli fino ad ora realizzati: lo spettacolo presso il tempio di
Horus ad Edfu per il quale sono previste fra l’altro proiezioni di grande formato realizzate con l’aiuto di quattro Christie Roadster S+20K. La proiezione è indirizzata sulla porta
principale del tempio, da una distanza di 70 m. Questo spettacolo rappresenta l’evento culminante di un’attrazione per
turisti in tre tappe.
Rispetto ai precedenti spettacoli di suoni e luci, l’evento di
Edfu segna un grosso passo avanti. La performance viene
presentata tre volte ogni sera.
Horizon dovette prima concorrere con aziende francesi e
spagnole per aggiudicarsi l’ordine della Misr Company for
Sound and Light (un’azienda di proprietà del governo egiziano). Una volta ottenuto l’ordine, si trattava di prendere
in esame degli apparecchi che fossero in grado di fornire il
tipo e la qualità di proiezione richiesti.
Phil Lord, consulente commerciale di Christie per l’Africa, fu
presto sul posto dove effettuò le presentazioni e dimostrazioni del sistema per Horizon e la Misr Company nonché per
Casa Magica, i direttori artistici dello spettacolo. Gli S+20K
fecero registrare dei risultati così buoni da far desistere Horizon dall’idea di affidarsi ad ancora più potenti proiettori
da 30.000 lumen.
Spiega Lord: “I direttori artistici furono molto soddisfatti del fatto che le caratteristiche dei proiettori Christie risultassero molto adatte a questo tipo di
applicazione e a noi bastò addirittura impiegare due
20K montati l’uno sull’altro, mentre alle lampade fu
sufficiente appena il 60% della loro piena prestazione. Una situazione del genere permette non solo di risparmiare elettricità ma anche di garantire una piena
ridondanza in caso di guasti o disturbi”.
I 20K sono montati su piloni ad un’altezza di circa
21 m e alloggiati in casse termoregolate di 2 x 2 metri. Grazie a queste casse isolate e climatizzate in cui
sono alloggiati i proiettori, è stato possibile ovviare
al rischio di penetrazione di sabbia, polvere e calore.
In riferimento a quest’ultimo fattore, si pensi che in
queste zone le temperature durante il girono (cioè
proprio quando i proiettori vengono riposti) possono
arrivare anche a 45° C.
Lo spettacolo stesso offre un’esperienza forte, nella
quale il patrimonio culturale e storico presente sulla
scena originale viene interpretato in forma artistica integrando architettura, immagini, luce, musica e
parlato sotto la guida dell’equipe di creativi. Sorgenti
di immagini di alta qualità vengono mischiate l’una
nell’altra e sugli schermi vengono visualizzate delle
speciali fotografie. Lo show dura in tutto 37 minuti
(di cui gli ultimi 16 sono dedicati ad una gigantesca
proiezione sull’attico del tempio di circa 12 m x 12 m).
Lo spettacolo audiovisivo ripropone l’edificazione del
tempio e riproduce una giornata tipica della vita di un
abitante del tempio, dall’alba al tramonto. Viene poi
ripercorsa la mitologia di Iside, Osiride, Horus e Seth.
Il materiale è registrato con strumenti digitali – il parlato e la musica vengono regolarmente aggiornati –
e viene mandato ai proiettori tramite fibra ottica da
un media player AV Stumpfl con software Wings Platinum 4. Il sistema di controllo elettronico dello show
invia inoltre segnali DMX all’impianto luci, che utilizza
apparecchi Martin Professional e Griven. La colonna
sonora è invece diffusa da un impianto sonoro Meyer.
A questo straordinario spettacolo notturno potranno assistere oltre 1000 persone che avranno anche la possibilità di usufruire per via auricolare, con apposite cuffie, di
un servizio multilingue, decisamente una nuova dimensione rispetto alle visite guidate durante il giorno.
Il TG NEWS
ogni settimana pubblica
in video le notizie del mercato
dello show business.
Inoltre su www.allareas.tv
puoi vedere le interviste tecniche
ed i video dei migliori
concerti italiani.
AllAreasTV s.r.l.
Via Comandini 5/A - 47841 Cattolica (RN)
[email protected]
installazioni
di
Mike Clark
Le Gallerie
Multimediali
Per il secondo anno consecutivo,
la Fondazione Museo storico del
Trentino ha allestito “Storicamente
ABC”, una mostra che si terrà per un
anno in un luogo a dir poco insolito:
la doppia galleria stradale in disuso
a Piazza Piedicastello (Trento).
L
a galleria “bianca” è dedicata alla didattica, alla formazione, all’approfondimento, con documentazione stampata ed in formato digitale disponibile per la consultazione
da parte dei visitatori, mentre la
galleria “nera” adiacente ospita un’installazione audiovisiva
estremamente originale, suddivisa in due sezioni. La prima offre
un viaggio attraverso le lettere
dell’alfabeto, ognuna della quali
100 settembre/ottobre 2010 - n.85
rappresenta un evento importante nella storia del territorio: dalla “A” della dichiarazione dell’area come Regione
Autonoma fino alla “Z”, per il disastro di Zambana e la ricostruzione della città.
Il gruppo di lavoro dietro questo originale progetto comprendeva la società coordinatrice, la FilmWork, casa di produzione indipendente trentina fondata nel 1988 e socio
fondatore dell’Associazione Italiana Documentaristi. Le sue
produzioni si trovano al Paul Getty Trust di Los Angeles, al
Museo Metropolitano di New York e all’Università di Toronto e di recente ha iniziato a lavorare sullo sviluppo di progetti Web TV.
Il curatore della galleria nera, Jeffrey T. Schnapp, è stato
direttore del Stanford Humanities Lab dalla sua fondazione nel 2000 (co-direttore dal 2005) ed è docente di Letteratura Comparativa Francese e Italiana e di Studi Tedeschi
all’Università di Stanford. Gli altri membri del gruppo sono
l’architetto Elisabetta Terragni e Gruppe Gut di Bolzano, responsabile per la parte grafica. Il progetto multimediale è
stato creato ed installato da FilmWork, le apparecchiature
per l’illuminazione fornite da Evolight di Mantova ed il materiale AV è stato fornito ed installato da Videoerre.
FilmWork, che ha lanciato l’idea delle gallerie per l’edizione del 2008, ha deciso con Schnapp di dare un ruolo
importante all’illuminazione, per distinguere l’edizione
2009/2010 da quella precedente, nella quale protagonista
era stato il video, e perciò ha coinvolto il lighting designer
Mariano DeTassis. Lo stesso Mariano ci spiega: “La Fondazione voleva una mostra che parlasse del Trentino attraverso oggetti, video e testimonianze, usando dei lemmi
catalogati in ordine alfabetico, ognuno rappresentato da
un’enorme lettera, da un totem con la spiegazione letteraria e da due storie: una versione ‘macro’, proiettata sul
pavimento da un proiettore Sanyo da 3000 ANSI lumen, ed
una ‘micro’, visualizzata su due monitor sulla parete della
galleria – uno ad altezza normale e l’altro per i visitatori
in sedie a rotelle e per i bambini. Il mio compito era di
illuminare in modo omogeneo ogni singola zona, facendo
convivere la luce, il video e l’atmosfera della galleria buia.
Ho incontrato molteplici difficoltà, poiché la luce doveva
illuminare ma senza riflettere, doveva sagomare le enormi
lettere (3,5 m x l,7 m), ricche di particolari e disegni, e doveva dare un senso di marcia, stabilendo un confine tra le
zone e creando una suggestione cromatica visiva. Un altro
problema da tenere in considerazione era la durata della
mostra: un anno”.
DeTassis ha subito scartato l’idea di un’illuminazione museale tradizionale, soprattutto per l’inquinamento luminoso,
che avrebbe sporcato con le riflessioni delle enormi lettere
bianche l’atmosfera della galleria, creando un enorme stanzone con tanta luce, e non un tunnel magico come voleva
il committente.
Dopo un’attenta analisi del luogo e molteplici sopralluoghi
assieme ai grafici e ai curatori, ha optato per avere le lettere stampate su carta lucida ed i totem costruiti in policarbonato trasparente opaco. “Per avere la migliore resa dalle
luci – spiega Mariano – avevo pensato a lampade Wood
per le lettere e Strip LED RGB per i totem, per ovviare a
tutti i problemi riscontrati. I Wood illuminavano le lettere
senza sporcare l’ambiente circostante, agendo sul principio
di catturare la luce dal bianco, di dare forma all’oggetto
senza fare capire la provenienza della luce, svelando ogni
piccolo particolare; ma soprattutto l’atmosfera rimaneva
buia, sognante”.
DeTassis è riuscito a convincere i suoi clienti che questa tipologia di lampada non fosse adatta solamente a creare effetti nei locali notturni, ma che rappresentava anche l’elemento primario del teatro nero di Praga e dei primi light
show dei futuristi come Enrico Prampolini. Le Strip LED RGB
permettevano di illuminare dall’interno i totem, dando una
pennellata di colore a tutta la superficie e creando dei banchi cromatici che disegnavano lo spazio. Il LED dava anche
sicurezza sulla durata e sul risparmio, sia energetico che sulla manutenzione.
Il lighting designer ha creato le
scene luminose con una console
GrandMA (Light), passandole poi
su una DMX Pen Live, per avere
una gestione semplice e sicura.
Conclude: “Ho scelto Evolight di
Mantova per i prodotti LED e UV
e la DMX Pen, perché l’ho sempre
considerata un’ottima realtà italiana con prodotti belli e funzionali. Le lampade Wood sono state
installate sulla volta della galleria
a gruppi di tre per ogni lettera, ed
i LED sono stati inseriti in una serie
di lampade da tavolo, acquistate
per illuminare gli oggetti sull’altro lato della galleria, dove una
serie di monitor proiettava altri
video prodotti dalla FilmWork”.
A differenza della prima zona,
quest’area è anche dotata di un
impianto di diffusione audio, e la
VideoErre ha fatto una scelta interessante per riprodurre le colonne
sonore dei video messe in onda
dai trenta monitor. Spiega in fondatore Roberto Rizzato: “Il suono
si propaga sulle pareti, aumentato
dalla volta del soffitto in maniera
continua e riverberante, quindi le
casse dovevano essere estremamente direttive, anche perché si
doveva evitare di creare disturbi
fra le varie postazioni. Progettati
precisamente per questo tipo di
impiego, grazie alla loro grande
direttività, i diffusori attivi Sound
Shower SSH-60X20 della Panphonics erano ideali”.
Tre strati di tripolina, appesi all’entrata della galleria, assicurano che
la luce naturale rimanga tutta
all’esterno, mantenendo intatta
l’atmosfera magica delle gallerie.
L’installazione ha vinto un premio
della Columbia University di NY,
come “perfetto riutilizzo creativo
di un area in disuso”.
prodotto
di
Douglas Cole
MAC 350
Entour
Spot Motorizzato a LED
Ci troviamo di nuovo a parlare
di un testamobile a LED che si
propone come una vera alternativa
ai proiettori che utilizzano le
sorgenti tradizionali a scarica o ad
incandescenza. Martin Professional
segue una strada completamente
diversa da quelle che abbiamo visto
intraprendere ad altri costruttori
per adattare una sorgente LED agli
utilizzi più comuni dei testamobili.
I
l mercato negli ultimi cinque
anni si è praticamente satura‑
to con cambiacolori a LED fissi
o motorizzati di ogni forma e
dimensione, ma una tipologia di
prodotto molto utilizzata in una
varietà di applicazioni, ovvero il
sagomatore, non ha ancora trova‑
to un degno sostituto a tecnolo‑
gia LED.
La problematica di base nell’im‑
piegare i LED in un proiettore ol‑
tre una certa potenza è dovuta al
fatto che le sorgenti LED disponi‑
bili sul mercato non sono state in
grado, fino ad ora, di compattare
una grande luminosità (in con‑
fronto ad una lampada HID) in
una singola sorgente puntiforme.
Per quanto riguarda quello che è
generalmente considerato il pun‑
to forte dei LED – cioè la sintesi
additiva dei colori e la conseguen‑
te elevata efficienza durante la
generazione di colori saturi – la
dispersione delle sorgenti è IL
problema da superare, visto che
è causa dello sgradevole fenome‑
102 settembre/ottobre 2010 - n.85
I sette LED sono assemblati in un array inclinato, ed il fascio
luminoso viene poi focalizzato attraverso sette lenti TIR (To‑
tal Internal Reflection). Il sistema ottico del MAC 350 Entour
comprende quattro brevetti in corso.
All’uscita del proiettore è installata una lente semplice (sen‑
za funzione di zoom) che fornisce una dispersione fissa di
25° (cutoff). Una caratteristica interessante della diffusione
luminosa di questo proiettore è che la parte centrale del
fascio che mantiene oltre il 50% dell’illuminamento massi‑
mo nominale si avvicina ai due terzi del diametro del fascio
intero. In pratica la combinazione di sorgenti ed ottica for‑
nisce una distribuzione della luce all’interno del fascio con
un “hot-spot” relativamente grande ed un decadimento ra‑
pido verso l’esterno.
Effetti e colore
no delle ombre con l’alone colorato. Grandi passi sono stati
fatti nell’ultimo paio d’anni per eliminare questo difetto: i
proiettori che utilizzano i LED più comuni a bassa potenza
cominciano a montare LED RGB o RGBW dietro la stessa len‑
te anziché in vari moduli separati per i colori primari, men‑
tre nei proiettori più avanzati sistemi ancora più complessi
ed efficaci forniscono una miscelazione omogenea (sacrifi‑
cando un po’ d’efficienza) prima dell’uscita dal proiettore.
Così, il mondo sta vedendo i primi proiettori wash a LED
veramente in grado di offrire caratteristiche simili in termini
di potenza ed apparenza a quelle delle luci a scarica, con i
vantaggi nell’efficienza (con luce colorata) e nella durata
della sorgente.
Quello che deve offrire un sagomatore, invece, è molto di‑
verso. La sintesi del colore ha in questi proiettori una priori‑
tà più bassa, basti pensare che, nella categoria di spot mo‑
torizzati da 300, i prodotti più popolari hanno più o meno
la stessa capacità di colore di un seguipersona: una ruota
colori con sei, sette od otto filtri. La priorità dello spot mo‑
torizzato è invece la capacità di generare un fascio poten‑
te, uniforme e definito con il massimo controllo di forma
e larghezza, oltre alla capacità di gestire i gobo. Il primo
costruttore internazionale a tentare il matrimonio dei LED
con lo spot motorizzato è Martin Professional.
La sorgente
Il nuovo MAC 350 Entour è uno spot nella classe dei 300 W
che utilizza come sorgente sette moduli LED Phlatlight
CBT‑90‑W della Luminus Devices. Ognuno di questi moduli
ospita su un PCB con cuore di rame un singolo LED bianco
da 3 mm x 3 mm con termoresistenza di controllo, ed è in
grado di produrre fino a 1100 lm di luce bianca con tempe‑
ratura colore di 6500 K ed un CRI di 70.
Per l’utilizzo in televisione, i driver delle sorgenti hanno una
frequenza di modulazione dei dimmer abbastanza elevata
per evitare il flicker.
Ci siamo abituati, fin ora, a vedere proiettori con sorgenti
a LED RGB utilizzati principalmente come cambiacolori per
wash, cyc o flood. È quindi una novità parlare di un testa‑
mobile a LED con una ruota colori. MAC 350 Entour è fino in
fondo un sagomatore, progettato per essere potente e defi‑
nito, mentre l’aspetto del colore è in questo caso secondario.
Il proiettore incorpora comunque una ruota colori con otto
filtri dicroici intercambiabili più l’open. È anche in grado di
proiettare un fascio di diversi colori separati, e di cambiare
colori con continuità, random o seguendo la musica.
Per il controllo del fascio, MAC 350 Entour incorpora un iris
motorizzato ed una ruota con sei gobo rotanti più l’open.
L’iris è predisposto anche per la generazione d’effetti pul‑
santi. I gobo sono indicizzati e capaci, tra l’altro, di rotazio‑
ne continua, scrolling e shake. Il dimming di questo faro,
come praticamente per tutti i proiettori a LED, è una fun‑
zione completamente elettronica da 0% a 100%, con quat‑
tro diverse curve di progressione. È capace di generare un
effetto stroboscopico (sempre, ovviamente, elettronico) con
impulso regolare, casuale e burst.
Controllo
MAC 350 Entour può operare in modalità stand-alone, come
master o slave in gruppi sincronizzati, o con controllo DMX.
Per l’uso in modalità stand-alone ha una memoria di 100
scene e si possono utilizzare dieci diversi programmi di pan/
tilt e dieci programmi d’effetti, tutti con la modalità chase
(con l’inizio scaglionato). I programmi si possono anche, ov‑
viamente, triggerare tramite DMX. Per il controllo tramite
DMX, MAC 350 Entour occupa 12 o 15 canali (dipende dalla
modalità), con pan e tilt controllabili in modalità tracking
o vector. Pan, tilt e l’indicizzazione dei gobo rotanti sono
controllati a 16 bit. La rotazione massima è di 540° in pan e
di 257° in tilt.
Caratteristiche fisiche ed elettriche
Per la categoria di potenza, MAC 350 Entour è un proiettore
abbastanza compatto – è alto solo 471 mm con la testa in
posizione verticale – e pesa solo 16 chilogrammi. La costru‑
zione è in linea con il resto della linea Martin: uno chassis
in lega d’alluminio, con “carrozzeria” in materiale composi‑
to rinforzato in fibra. Assorbe una potenza di 430 W totali
(massimi) ed ha un’efficienza elettro-luminosa del 55%, ov‑
vero può erogare un flusso luminoso di 18,6 lm/W. In condi‑
zione standby, richiede solo 18 W. L’alimentatore a commu‑
tazione è autoranging e può operare con condizioni di rete
di 100-130/200-240 V AC a 50 o 60 Hz.
Il modulo Phlatlight CBT‑90 della
Luminus Devices. MAC 350 Entour
utilizza sette di questi moduli.
Conclusione
MAC 350 Entour segnala l’inizio
di una nuova fase nella tendenza
del mercato verso l’utilizzo del‑
le sorgenti a LED. Con l’avvento
delle nuove sorgenti (in partico‑
lare queste della Luminus Devices,
che sembrano anticipare un po’ il
mercato), i LED stanno arrivando
rapidamente ad essere più con‑
venienti sotto ogni punto di vista
rispetto alle lampade tradizionali.
Anche le ultime controindicazioni
stanno crollando, grazie ai pro‑
gressi fatti nei vari settori dell’il‑
luminazione. Questo proiettore
non sfrutta tutti i vantaggi della
tecnologia LED: nella generazio‑
ne dei colori utilizza filtri dicroici,
che ne diminuiscono l’efficienza
proprio come qualsiasi altro pro‑
iettore con lampada a scarica.
Dov’è il vantaggio principale, al‑
lora? A parte avere una tempera‑
tura colore nativa meno “fredda”
delle lampade a scarica – che tra
l’altro non varia con l’età della
sorgente – il principale punto di
forza del MAC 350 Entour è nel‑
la manutenzione. Le lampade a
scarica da 300 W di comune im‑
piego in questo tipo di proietto‑
re hanno una vita operativa tipi‑
ca di 750 ore, mentre le sorgenti
utilizzate da questo proiettore
hanno una vita operativa (fino al
decadimento al 70% della lumi‑
nosità nominale) di 60.000 ore.
Inoltre, al contrario della lampa‑
da a scarica, con il dimmer chiuso
la sorgente a LED è effettivamen‑
te spenta, evitando di riversare
calore sui componenti interni, di
conseguenza prolungandone la
vita operativa. MAC 350 Entour
presenta diverse doti attraenti,
ma sicuramente questa caratteri‑
stica centra una delle priorità del
mercato, in particolare nel casi di
allestimenti permanenti o a lungo
termine come in teatri, studi tele‑
visivi, discoteche, ecc.
Martin Professional Italy
Via Delle Canovine, 46
24126 Bergamo BG
tel. 035 3690911 – fax 035 362093
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103
prodotto
di
Michele Viola
UltraLite-mk3 Hybrid
MOTU
U
ltralite‑mk3 Hybrid è la
più compatta e versatile
interfaccia audio per com‑
puter attualmente nel ca‑
talogo MOTU. Permette il collega‑
mento FireWire o USB, ha a bordo
un mixer ed un motore effetti e
vanta appieno il suono e l’affida‑
bilità caratteristici del marchio.
Il termine “Hybrid” nel nome del
prodotto si riferisce proprio alla
possibilità di collegamento Fi‑
reWire o USB2. Permette di gesti‑
re fino ad otto ingressi analogici
(di cui due con pre microfonico),
dieci uscite analogiche, ingresso
e uscita stereo digitali SPDIF ed
un’uscita stereo per le cuffie, con
conversione AD e DA a 24 bit e
sample rate fino a 192 kHz (96 kHz
sui connettori digitali SPDIF).
Ultralite-mk3 può anche funziona‑
re in modalità stand-alone, ovvero
senza computer, come interfaccia/
mixer tra i suoi 10 ingressi e le sue
14 uscite tutti indipendenti, oltre
all’ingresso ed all’uscita MIDI.
Gli ingressi e le uscite sono con‑
nessi ai 14 bus (7 stereo) del mixer
interno. Monitoraggio, routing
ed elaborazione del segnale sono
comunque gestiti dal DSP interno
(32 bit a virgola mobile), senza
gravare sul processore del compu‑
ter connesso.
Tra le opzioni di processo del se‑
gnale, oltre all’effetto di rever‑
bero fino a 60 s, c’è l’equalizza‑
zione parametrica a sette bande
e due forme di compressione,
convenzionale e Leveler, un’accu‑
104 settembre/ottobre 2010 - n.85
rata simulazione del rinomato compressore ottico LA‑2A di
Universal Audio.
I segnali in ingresso al computer possono essere registrati
wet (cioè con gli effetti applicati), dry (ovvero senza effetti),
o anche dry ma con l’ascolto wet nei monitor (per i musicisti
durante una registrazione, ad esempio).
Dopo aver programmato via software il mixer on-board, come
già accennato, è possibile scollegare l’interfaccia Ultralite‑mk3
dal computer ed utilizzarla come mixer stand-alone. Tutti i
parametri, compresi gli eventuali effetti, sono comunque re‑
golabili utilizzando il pannello LCD frontale retroilluminato.
Lo stesso pannello LCD offre anche la possibilità di monitorare
tutti i livelli di ingresso e di uscita contemporaneamente.
La scheda e il software di gestione sono progettati per fun‑
zionare sia con PC Windows sia con Mac, ed è possibile uti‑
lizzare con essa il software audio preferito dall’utente, via
driver WDM / ASIO / Core Audio. È comunque incluso anche
il software workstation AudioDesk per Macintosh che offre
la possibilità di registrazione ed editing a 24 bit con mixing,
processing e mastering a 32 bit.
Hybrid FireWire/USB2
L’interfaccia audio UltraLite‑mk3 Hybrid è equipaggiata con
un connettore FireWire A (400 Mbit/s) e con un connettore
USB2 ad alta velocità (480 Mbit/s), ed è possibile utilizzare
una qualunque delle due porte per interfacciare il dispositi‑
vo al computer. Ciò permette la massima flessibilità di utiliz‑
zo: se disponete di un computer senza interfaccia FireWire
potete connettere comunque UltraLite‑mk3 attraverso la
sua porta USB2. Se invece il vostro computer dispone sia di
FireWire sia di USB2, allora la scelta può dipendere dal nu‑
mero e dal tipo di altre periferiche connesse, o dalla dispo‑
nibilità di alimentazione sul bus. UltraLite‑mk3 Hybrid, in‑
fatti, può essere alimentata direttamente dal bus FireWire;
utilizzando USB2, invece, sarà necessario utilizzare l’alimen‑
tatore incluso, dato che lo standard USB2 non prevede suffi‑
ciente potenza sul bus per l’alimentazione della scheda.
Il plug per l’alimentazione esterna accetta tensioni da 8 V a
18 V DC (12 W) adattandosi automaticamente alla polarità
(tip + o –). Un alimentatore da rete adatto, in ogni caso, è
incluso nella confezione.
Come tutte le interfacce audio FireWire di MOTU, anche
questa è pienamente compatibile con FireWire 800 (pur
continuando a funzionare, ovviamente, a 400 Mb/s); tutto
quello che serve per connettere UltraLite‑mk3 Hybrid ad un
nuovo Mac dotato di FireWire 800 è un cavetto 400‑800.
DSP meter all’interno del softwa‑
re di gestione mostra graficamen‑
te la quantità di risorse occupate
in ogni momento.
Connessioni audio
Il software CueMix FX, fornito
in versioni per sistema operativo
Mac e Windows, permette di ac‑
cedere a tutti i parametri e le im‑
postazioni della scheda.
L’interfaccia grafica del software
comprende tre “tab” che offrono
l’accesso rispettivamente a ingres‑
si, mix bus e uscite. Un pulsan‑
te “Focus” su ogni canale o bus
permette di accedere all’editing
grafico di equalizzazione parame‑
trica, compressione e altri effetti.
Ciascuna strip di canale mostra
un’anteprima grafica di curve di
equalizzazione, impostazioni del
compressore ed altri parametri
specifici del canale. C’è anche una
sezione per il talkback.
Tra gli strumenti di analisi avanza‑
ta del segnale, il software mette
a disposizione un display FFT real
time a schermo intero, spettro‑
gramma, oscilloscopio, grafico
X‑Y e analisi di fase in coordina‑
te rettangolari o polari. Questi
strumenti permettono di vedere,
oltre ad ascoltare, l’effetto delle
regolazioni sul canale. È anche
possibile combinare lo spettro‑
gramma con il display FFT e la cur‑
va di equalizzazione nella stessa
schermata.
CueMix FX può operare contem‑
poraneamente al software audio
preferito per la registrazione e
l’editing, e può essere control‑
lato, ad esempio, da una super‑
ficie di controllo esterna come
Mackie Control, Mackie HUI o
Baby HUI.
UltraLite‑mk3 Hybrid comprende due connettori Mic/Instr di
tipo Combo XLR/TRS, equipaggiati con preamplificatori di qua‑
lità elevata. Ciascuno dei due ingressi XLR, uno sul pannello
frontale ed un altro sul retro, permette l’alimentazione phan‑
tom a 48 V ed un attenuatore PAD a tre posizioni (OFF / ‑18 dB /
‑36 dB), entrambi individuali ed attivabili digitalmente.
I preamplificatori offrono fino a 60 dB di guadagno analo‑
gico, con controllo digitale, in un range di 24 dB per passi
di 1 dB tramite due encoder rotativi sul frontale. Muovendo
l’encoder, il guadagno sarà visibile sul quadrante LCD in for‑
ma numerica e anche in forma di barra grafica.
Come già notato in altri dispositivi dotati di pre analogici
con controllo digitale, il movimento dell’encoder con il vo‑
lume alzato risulta piuttosto rumoroso; quindi è meglio non
modificare i guadagni durante una registrazione.
Anche tutti gli altri ingressi analogici, sei jack da 1/4” TRS
sul pannello posteriore, utilizzano lo stesso concetto per la
regolazione del guadagno analogico con controllo digitale.
Grazie a quest’ultimo tutti i guadagni sono memorizzabili
sul computer insieme al resto della configurazione.
Il pomello del volume sul pannello frontale controlla sia il
livello dell’uscita cuffie sia, premendolo come un pulsante,
il volume master in uscita dai connettori Main sul retro. Lo
stesso controllo può essere programmato per controllare
qualunque combinazione di uscite, analogiche e/o digitali;
ad esempio, può controllare il livello di uscita master per un
intero mix surround 5.1 o 7.1.
UltraLite-mk3 permette di configurare fino a sette mix ste‑
reo indipendenti, ciascuno assegnato ad una qualunque
coppia di uscite analogiche o digitali. È possibile, ad esem‑
pio, impostare mix differenti per il main e per l’uscita cuffie,
mentre altri due bus possono essere dedicati ad altrettanti
loop send/return verso unità di reverbero esterne o altri di‑
spositivi outboard. Ciascun mix può contenere combinazio‑
ni differenti di tutti gli ingressi, analogici e digitali.
L’architettura DSP permette di applicare EQ e compressione
ad ogni ingresso e uscita (fino a 58 canali), con sufficienti
risorse per almeno una banda di EQ parametrico e compres‑
sione su ogni canale, a 48 kHz. In ogni caso, le risorse DSP
disponibili sono allocate dinamicamente ed un appropriato
CueMix FX software
BACKLINE
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MOTU Ultralite-mk3 Hybrid
è distribuito da:
Backline srl
Via dell’Aprica, 16 - 20158 Milano
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105
tecnologia
di
Livio Argentini
1
2
grado di avere contemporaneamente sotto controllo il livello di tutti i canali. Il movimento di rotazione della testa
è comunque sempre da evitare perchè falsa completamente
l’immagine sonora.
È doveroso notare che questo fenomeno di affaticamento
si è ridotto, anche se non eliminato, quando si è deciso di
abbandonare gli storici VU Meter a lancetta a favore dei
display luminosi a LED.
Come prima caratteristica questi display sono sviluppati in
altezza per cui, essendo più stretti, permettono di ridurre
la lunghezza della torretta e quindi l’angolo di visuale e le
relative rotazioni della testa.
La seconda, molto più importante, riguarda il colore e la
luminosità. I classici VU a lancetta ci danno un’indicazione
solo se guardati direttamente. Se stiamo osservando i VU
dei primi canali (a sinistra) e nel frattempo quelli degli ultimi canali (a destra) sono a fondo scala non abbiamo alcun
modo di vederlo. Al contrario i VU a LED, essendo luminosi
e cambiando di colore, sono in grado di fornirci una indicazione, o quantomeno un segnale di allarme, anche se non
osservati in modo diretto. Come detto prima, è vero che
l’angolo di visuale utile è meno di 45°, ma il nostro occhio è
in grado di percepire variazioni di movimento e specialmente di colore con un angolo di circa 120°. Un discorso a parte
va fatto per i display a gas, molto in voga anni addietro.
Questi, pur avendo un aspetto molto serio, riposante e professionale, oltre ad essere molto costosi, praticamente non
forniscono alcun vantaggio perché, pur essendo precisi, sono
abbastanza ingombranti e non possono fornire quel brusco
cambio di colore classico e molto utile dei display a LED.
Ci sono altri due parametri, interconnessi tra di loro, da
prendere in esame: dinamica e precisione.
I meter a lancetta (sia VU che Peak) sono in grado di fornire
un’elevatissima precisione nelle misure di livello ma, essendo meccanici, sono assolutamente non affidabili dal punto
di vista della dinamica. I VU di alta classe (molto pochi e
sempre più rari) dispongono di una dinamica controllata in
modo meccanico, ma sono molto costosi ed è risaputo che
i costi della meccanica di precisione, al contrario di quella
elettronica, sono destinati ad una crescita esponenziale.
Al contrario dei VU, i Peak Meter non possono avere una
risposta dinamica sufficientemente rapida, tanto è vero che
spesso sono integrati da speciali amplificatori di controllo, e
comunque non sono molto affidabili.
I display a LED/gas non avendo parti meccaniche in movimento, dispongono di controllo puramente elettronico che può
3
LEFT
SPEAKER
RIGHT
SPEAKER
280 cm
110°
te
ar
Lo Studio
Moderno
p
5
120 cm
ar
p
45°
te
Realizzazione dello studio di registrazione
Dopo aver installato,
spero nel modo migliore,
gli altoparlanti pensiamo
finalmente al cuore del
nostro studio, il mixer.
106 settembre/ottobre 2010 - n.85
C
ominceremo studiando il nostro mixer dal punto di
vista ergonomico.
Come scritto negli articoli precedenti, in uno studio
moderno è importante avere un mixer molto compatto, un po’ per ragioni di spazio ma ancora di più per
facilità di manipolazione.
La parte più ingombrante – e che dal punto di vista dell’acustica ci crea i maggiori problemi – è sempre stata la torretta
VU Meter.
Con i classici mixer analogici ci eravamo abituati a vedere
delle enormi torrette piene di VU Meter, classici a lancetta
oppure a LED o a gas.
Ma queste enormi torrette, se vogliamo molto coreografiche e belle da vedere, sono anche pratiche nel normale utilizzo quotidiano? Diciamo decisamente “no”.
In figura 1 vediamo la vista in pianta di un mixer classico.
Prendiamo come esempio un mixer a 48 canali che avrà una
misura indicativa media di 120 x 280 cm. Considerando che
la torretta avrà una profondità media di 20 o 25 cm, la distanza tra gli strumenti e gli occhi del fonico sarà di circa
100 cm. Sempre in figura 1 vediamo che l’angolo visivo necessario per vedere tutti gli strumenti è di circa 100°. Poiché
il campo visibile utile dei nostri occhi non raggiunge i 45°,
per controllare tutti gli strumenti dovremo effettuare una
rotazione (tra occhi e testa) di circa 65°. Questa è un’operazione decisamente faticosa ed inoltre non saremo mai in
100 cm
MIXER
SOUND
ENGINEER
venire gestito a piacimento ma,
come contropartita, lavorando a
step, non forniscono molta precisione riguardo ai livelli.
Alcuni mixer, specialmente quelli
con display a LED di scarsa precisione, hanno adottato una soluzione molto semplice ed utile:
hanno inserito nel mixer un valido
VU meter a lancetta collegandolo in patchbay. Questa soluzione
permette di avere uno strumento
di riferimento per le calibrazioni
e consente al fonico di controllare
(tramite la patchbay) il livello in
qualunque punto del mixer.
Per quanto riguarda la precisione
è necessario avere chiaro un concetto: la precisione ci serve quando si fa un allineamento delle varie macchine, ma quando si lavora
(registrazione, editing, mixaggio
ecc) si deve controllare un segnale modulato ed in questo caso la
precisione è un fatto completamente aleatorio e superfluo.
La visualizzazione di una modulazione deve essere considerata
solamente un aiuto; sarà compito
del fonico saper integrare la percezione acustica con quella visiva
e da qui trarre una giusta media.
www.soundlite.it
107
tecnologia
4
5
LCD
MONITOR
15°
LEFT
SPEAKER
250 cm
RIGHT
SPEAKER
280
13°
120
110 cm
100
MONITOR
MIXER
75 cm
MIXER
SOUND
ENGINEER
6
Fino a qui, abbiamo analizzato
vantaggi e svantaggi dei vari sistemi di controllo della modulazione, ma quale utilizzeremo sul
nostro mixer? Nessuno di questi.
Non è che vogliamo essere anticonformisti a tutti i costi, ma ci
siamo posti come obiettivo sia di
eliminare la torretta, per i motivi
già spiegati, sia di progettare un
sistema moderno, valido e soprattutto ergonomico.
Un sistema di questo tipo lo avevo già installato sui miei mixer
negli anni ‘70 con ottimi risultati,
si chiamava “VU Scan”. Questo sistema era composto da una elettronica (a quei tempi analogica) e
da due monitor video. Sul primo
monitor erano visualizzati sotto
forma di barre verticali i livelli relativi ai canali e sul secondo i livelli dei master, monitor, aux, PFL
ecc. (figura 2).
Logicamente i tempi e la tecnologia sono cambiati. Oggi si può fare
uso di un’elettronica digitale molto più versatile e precisa e di un
monitor flat di grandi dimensioni
(figura 3 – cortesia Chromatec).
108 settembre/ottobre 2010 - n.85
Quali sono i vantaggi? cominciamo dal lato tecnologico.
Un’elettronica digitale, essendo un vero e proprio computer, può venire configurata via software in modo elementare e questo ci permette di utilizzare una stessa elettronica per qualsiasi numero di canali, master, aux ecc. Questo
contribuisce ad abbattere i costi. È possibile configurare i
colori, la scala, la dinamica, la memoria di picco ecc. Inoltre
la precisione è molto elevata, anche dell’ordine del decimo
di dB. Dal punto di vista ergonomico, possiamo utilizzare un
monitor anche da 50 pollici o maggiore (oggi a costi molto accessibili) e posizionarlo sulla parete di fronte al mixer,
dove non crea problemi di acustica. Come possiamo vedere
nelle figure 4 e 5 l’angolo di visualizzazione sarà molto ridotto, dell’ordine di 10/15 gradi, in modo da non affaticare
con rotazioni della testa, inoltre avendo a disposizione un
enorme numero di canali, potremo tenere sotto controllo
tutto il nostro studio (figura 6 – cortesia Chromatec).
Un’altra possibilità di questo sistema, certamente da non
sottovaluare, consiste nel poter commutare il nostro monitor come analizzatore di spettro e come monitor di controllo per il programma di registrazione digitale, eliminando
dalla sala di regia molte parti ingombranti e spesso dannose
all’acustica.
tecnologia
di
Carlo Carbone
p
È, infatti, notorio che gli uffici dell’ambiente siano “ricettori” dove dormono o comunque vivono persone, specie in
orari notturni dalle 22:00 in poi.
te
ar
p
Basta la Parola
ar
te
Per chi guardava con sufficienza e anche
un po’ di critica coloro che si attardavano
nei meandri di semantica, linguistica
e semiologia, è arrivato il momento di
cospargere la testa di cenere e pentirsi di
tutte le nefandezze pensate.
I
n questo fine luglio si è completata la parabola, tutta milanese, dei fatti curiosi che cambiano la parola.
Tre i fatti: delibera della Giunta
comunale a regolamentazione dei
concerti; processo a ClaudioTrotta
e Vittorio Quattrone; la religione,
se messa in scena con un impianto
di 13 cluster di diffusori tali che i
Depeche Mode direbbero “chissà
se mai potremo permetterceli?”,
davanti a 40.000 persone, non è
spettacolo.
E tutto in una stagione!
Prologo
L’inizio è stato subito forte: l’approvazione del regolamento comunale di Milano in cui, per brevità, si riportano solo i fatti più
divertenti omettendo quelli gravi
perché oggetto di un futuro (speriamo) tavolo tra Assomusica e
l’Amministrazione. Tra questi primeggia l’art. 6 comma 2:
6 Rilascio delle autorizzazioni in
deroga per le manifestazioni
di pubblico spettacolo
(concerti e spettacoli)
...
b) Nel provvedimento
di autorizzazione,
l’Amministrazione
Comunale può prescrivere,
anche su proposta di ARPA
Lombardia, l’adozione
110 settembre/ottobre 2010 - n.85
In realtà il provvedimento, nato per semplificare, ha invece
ingarbugliato una situazione semplice.
Sospetto che la realtà sia altrettanto semplice. Nell’amministrazione affaristica di Milano i concerti sono di interesse
solo di una persona, l’assessore Giovanni Terzi, che fa una
fatica immane a trasferire in giunta cose ovvie: 1 concerto = 70.000 persone, prego moltiplicare per il numero di
concerti.
Ma dove dormiranno e dove mangeranno e quale prestigio
porta tutto questo alla città sono domande oscure, remote
nella coscienza dell’amministratore medio quanto politicamente evanescenti o meglio trasparenti. Come dire: sono
giochi da ragazzi, vuoi mettere edilizia e expo che, se non
possono essere definite con aggettivi come trasparenti, sicuramente sono di grande peso per il terreno e per le tasche
di pochi!
Secondo round
di specifici accorgimenti atti a ridurre l’impatto
acustico sugli ambienti di vita circostante (quali:
la localizzazione del palco, l’orientamento delle
sorgenti sonore, la tipologia degli strumenti
musicali, ecc).
Questo è interpretabile solo come desiderio di partecipare
ad ogni costo da parte dei nostri amministratori, desiderio
tale da trascinarli in qualche eccesso semantico.
Ma non scherza neppure, in fatto di divertimento, l’individuazione del recettore maggiormente esposto dove fare
le verifiche di inquinamento durante le manifestazioni in
Piazza del Duomo:
12 Ricettori
a) Per i siti sottoelencati vengono individuati i seguenti
ricettori:
Stadio “G. Meazza”
Stabile di Via Dessiè 15/A (5° piano)
Civica ARENA
Viale Elvezia 10-10/a, 12-18 e Via Legnano 18-20-22
Piazza Duomo
Piazza Duomo 21 (Uffici al 4° piano
dell’Amministrazione affaccianti Piazza Duomo)
Cascina Monluè
Via Monluè civici 76-77
Piazza del Cannone
Viale Gadio, primi civici e Piazza Castello civico 16
Via Beltrami
tutti i civici con finestre su Largo Beltrami
Velodromo “VIGORELLI”
Stabili di Via Savonarola e Via Giovanni da Procida
Arco della Pace
Piazza Sempione civici 2-3-4-5-6-8
Ottagono interno Galleria
“Vittorio Emanuele”
Balcone su galleria dell’Hotel
Piazza Duca d’Aosta
Piazza Duca d’Aosta 10-12 (Hotel Gallia, Mini Hotel Aosta)
e Via Vittor Pisani civici 12 e 13
Area circostante MM1
“Lampugnano”
Via Carlo Osma 5
Fabbrica del Vapore
Via Messina civico 20 e Via Procaccini civico 3
Piazza Santo Stefano
Tutti i civici con finestre sulla piazza
Piazza Sant’Eustorgio
Tutti i civici con finestre sulla piazza
Piazza Leonardo Da Vinci
Tutti i civici con finestre sulla piazza
Cassina ANNA
Tutti i civici posti in prossimità dell’area
Sull’assoluzione di Claudio Trotta e Vittorio Quattrone dai
processi che li hanno visti protagonisti per lo sforamento
degli orari di termine della manifestazione dei concerti di
Springsteen per Trotta e Kravitz e Subsonica per Quattrone, a
cui si aggiungevano, nell’ipotesi del PM, aggravanti quali: “inquinamento acustico”, “guadagni illeciti conseguenti allo sforamento” ed altri che francamente non ricordo a memoria.
Non è stata ancora pubblicata la motivazione, per cui si discute solo del fatto. L’accusa voleva una condanna esemplare e il giudice ha assolto con la motivazione semanticamente più ineccepibile: “reato non previsto nel codice penale”.
Perché allora il processo?
Altro quesito di remota e oscura risposta. Paginate di relazioni colte, rilievi di dubbia liceità effettuati da ARPA con macchinette automatiche, un accanimento che fa dubitare delle
proprie idee e vacillare la fede nella giustizia... per cosa?
Niente.
Non proprio. Di seguito riporto un estratto dalla mia relazione, redatta in merito all’uso delle centraline di registrazione del suono quando utilizzate per i concerti. Ciò per far
sì che in casi analoghi si possano utilizzare le stesse ragioni
apprezzate in questa sede di giudizio.
Invalidità delle misure in assenza di personale a
presidio misure dal 14 al 18 luglio 2008 e misura del
26 luglio 2008
La misura del rumore ambientale deve essere effettuata, secondo la regola tecnica, alla presenza del tecnico rilevatore che ne
attesta le condizioni generali e quelle effettive di funzionamento dell’apparecchiatura. In tal senso il D.M.A. 16 marzo 1998
“Tecniche di rilevamento e misurazione dell’inquinamento
acustico” fornisce alcune indicazioni essenziali per la regolarità
della misura.
Art. 2: Strumentazione di misura
3 La strumentazione e/o la catena di misura, prima e dopo
ogni ciclo di misura, deve essere controllata con un
calibratore di classe 1, secondo la norma IEC 942/1988. Le
misure fonometriche eseguite sono valide se le calibrazioni
effettuate prima e dopo ogni ciclo di misura, differiscono al
massimo di 0,5 dB…
Ciò significa che misure effettuate con apparecchiature lasciate in
funzione giorno dopo giorno, in
continuo, non hanno possibilità
di essere controllate prima e dopo
il fenomeno indagato specie se a
carattere occasionale come effettivamente è uno spettacolo dal
vivo, comportando quindi la forte
probabilità di acquisizione di dati
non realistici.
Durante le sessioni di misura la catena deve essere calibrata prima e
dopo la rilevazione del fenomeno
poiché si potrebbero verificare, ad
esempio, sbalzi di corrente o altre
anomalie elettriche che andrebbero a modificare gli equilibri su cui
si basa la traduzione della pressione in segnale elettrico. Umidità,
polveri e altri eventi occasionali,
anche della durata di poche ore,
possono comportare una modifica spesso rilevante del numero
misurato. È per questa variabilità,
scientificamente conosciuta, della
catena di misura che la norma impone la calibrazione prima e dopo
la misura del fenomeno indagato,
nonché la presenza del tecnico.
Allegato A: Definizioni
...
3 Sorgente specifica: sorgente
sonora selettivamente
identificabile che costituisce
la causa del potenziale
inquinamento acustico
Ovvero: la mancanza di registrazioni o del valore testimoniale dell’operatore tecnico
impedisce di ricondurre in maniera indiscutibile quello che il
grafico suggerisce come livello
di rumore alla sorgente effettivamente oggetto di studio.
In particolare si fa notare che
in molte manifestazioni, nei
pressi dell’area si posizionano
venditori ambulanti di generi
alimentari che utilizzano impianti di amplificazione a livelli
spesso localmente superiori alla
stessa sorgente del concerto.
Da tenere in debita considerazione debbono altresì essere i
rumori provenienti dall’abitato:
televisioni o apparecchi sonori,
apparecchiature in funzione
discontinua che non possono
esser criterizzati in assenza di
personale capace di distinguere
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111
tecnologia
e quindi di applicare le correzioni del caso alla misura
o quantomeno segnalarne l’esistenza.
Non è un caso che lo stesso decreto rafforzi l’importanza
di valutare correttamente il fenomeno fornendo un’ulteriore specifica sui tempi di valutazione:
1 Tempo di riferimento (TR ): rappresenta il periodo della
giornata all’interno del quale si eseguono le misure. La
durata della giornata è articolata in due tempi di riferimento:
quello diurno compreso tra le h 6:00 e le h 22:00 e quello
notturno compreso tra le h 22:00 e le h 6:00.
2 Tempo di osservazione (TO): è un periodo di tempo
compreso in TR nel quale si verificano le condizioni di
rumorosità che si intendono valutare.
3 Tempo di misura (TM ): all’interno di ciascun tempo di
osservazione, si individuano uno o più tempi di misura
(TM ) di durata pari o minore del tempo di osservazione,
in funzione delle caratteristiche di variabilità del rumore
ed in modo tale che la misura sia rappresentativa del
fenomeno.
f) conclusioni;
g) modello, tipo, dinamica e risposta in frequenza nel caso di
utilizzo di un sistema di registrazione o riproduzione;
h) elenco nominativo degli osservatori che hanno presenziato
alla misurazione;
i) identificativo e firma leggibile del tecnico competente che
ha eseguito le misure.
Nella relazione di misura il legislatore impone che
l’esecutore/i delle misure siano nominalmente presenti nel report, assumendone così la completa identità.
Nel nostro caso questo passo è palesemente disatteso
ed anzi, per stessa ammissione tratta dal report inviato,
la misura era eseguita in assenza di personale.
Il valore e l’importanza che il presidio assume nella verifica
dei livelli è espressamente indicata dallo stesso Dott. Piuri nella sua testimonianza dell’11 febbraio, riportata nella
figura a fianco, che conferma la puntualità di una misura
presidiata rispetto a quella priva di verifica dei fenomeni.
Allegato B: Norme tecniche per l’esecuzione delle misure
1 Generalità
Prima dell’inizio delle misure è indispensabile acquisire
tutte le informazioni che possono condizionare la scelta
del metodo, dei tempi e delle variazioni sia dell’emissione
sonora delle sorgenti che della loro propagazione. Devono
essere rilevati tutti i dati che conducono ad una descrizione
delle sorgenti che influiscono sul rumore ambientale nelle
zone interessate dall’indagine. Se individuabili, occorre
indicare le maggiori sorgenti, la variabilità della loro
emissione sonora, la presenza di componenti tonali e/o
impulsive e/o di bassa frequenza.
Si richiama quanto anzidetto. Qua l’attenzione del legislatore è evidente: impedire attribuzioni indebite e/o valutazioni affrettate e non complete.
4 Il microfono da campo libero deve essere orientato verso
la sorgente di rumore; nel caso in cui la sorgente non sia
localizzabile o siano presenti più sorgenti deve essere
usato un microfono per incidenza casuale. Il microfono
deve essere montato su apposito sostegno e collegato al
fonometro con cavo di lunghezza tale da consentire agli
operatori di porsi alla distanza non inferiore a 3 m dal
microfono stesso.
La presenza di personale nell’ipotesi suddetta è data per
certa e la norma deve garantire che la presenza non disturbi i risultati della misura.
Allegato D: Presentazione dei risultati
I risultati dei rilevamenti devono essere trascritti in un rapporto
che contenga almeno i seguenti dati:
a) data, luogo, ora del rilevamento e descrizione delle
condizioni meteorologiche, velocità e direzione del vento;
b) tempo di riferimento, di osservazione e di misura;
c) catena di misura completa, precisando la strumentazione
impiegata e relativo grado di precisione, e del certificato di
verifica della taratura;
d) livelli di rumore rilevati;
e) classe di destinazione d’uso alla quale appartiene il luogo
di misura;
112 settembre/ottobre 2010 - n.85
Si evidenzia, pertanto, l’inconsistenza di valore delle misure sopradette, in conseguenza alla mancanza del requisito
essenziale della presenza del personale così come dichiarato nei report di misura redatti dai tecnici ARPA ivi compreso quello del 26 luglio 2008 (pag 4 del documento prot.
n. 111354 del 4 agosto 2008).
In merito alla stessa manifestazione, concerto dei REM, si
richiamano le dichiarazioni conclusive sul livello del rumore
durante le prove:
…
• Le prove della manifestazione hanno prodotto il
superamento del livello equivalente d’immissione previsto,
pari a 68 dB(A), valutato secondo le indicazioni contenute
nell’autorizzazione in deroga, sia per la sessione di venerdì
25 luglio (18:00 - 20:00), sia per la sessione di sabato 26
luglio (15:00 - 17:00). Si osserva tuttavia che per la sessione
di venerdì 25 luglio, nel tracciato grafico sopra riportato non
si ha evidenza di attività musicale nell’intervallo considerato.
D’altra parte, il clima acustico della zona è compatibile con
livelli acustici residui compresi tra 68 e 70 dB(A).
Per motivi di spazio, siamo purtroppo costretti ad interrompere bruscamente qui il discorso per riprenderlo nel prossimo numero.
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