CENTRO STUDI
CSI VARESE
1° Turno 2014
Le Riflessioni dei ragazzi
sul momento formativo
“La Gabbianella e il Gatto”
In appendice: interventi dei genitori sull’esperienza dei figli
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Premessa
Un grande grazie ai genitori, allo staff e soprattutto a voi ragazzi per le riflessioni
che avete donato a tutti coloro che direttamente e indirettamente hanno partecipato a questa esperienza sportivo-formativa a Disentis. I vostri pensieri ci aiuteranno a rivivere i momenti importanti che abbiamo vissuto insieme e rafforzare i
propositi che abbiamo fatto, giorno dopo giorno , seguendo la storia appassionante di Zorba e dei generosi “Gatti del porto” e conoscendo personaggi che
hanno lasciato il segno, che sono andati controcorrente, che hanno saputo valorizzare al massimo la loro vita. Tutto è possibile non solo con l’aiuto delle persone che ci vogliono bene, ma anche con la forza, la determinazione, il coraggio e
la fiducia che dobbiamo tirar fuori da noi stessi.
Abbiamo ritenuto opportuno riunire in un unico libretto le nostre riflessioni perché unica è stata la nostra esperienza.
Vi consigliamo di scorrere queste pagine parallelamente ai libretti base “La
Gabbianella e il Gatto” e Uomini contro…corrente”, nei momenti di maggiore
tranquillità, da soli o in compagnia, senza fretta, con la curiosità di chi vuole scoprire la “saggezza” dei bambini e l’umiltà di chi sa accettare lezioni di vita da
qualunque parte ci vengono offerte.
In appendice abbiamo raccolto le riflessioni dei genitori.
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PRIMA SETTIMANA ( SC. ELEMENTARE): LA GABBIANELLA E IL GATTO
22 – 29 GIUGNO
PRIMO E SECONDO GIORNO:
- Il mare del Nord.
- Un gatto nero, grande e grosso di nome Zorba.
La storia della”Gabbianella e del Gatto” non la conosco molto bene, ma sono
sicuro che imparerò molte cose da questa storia.
A me piace tanto questa storia perché ci insegna ad uscire dalla nostra casa e
andare a conoscere il mondo. come ha fatto Zorba. La storia è bellissima.
Io questa storia la conosco già perché me l’ha raccontata la mia maestra, ma mi
è piaciuto risentirne oggi un pezzettino. Alla fine della settimana, quando avremo finito di leggere la “Gabbianella e il Gatto” vorrei riuscire a migliorare almeno
un pochino la mia vita e vedere meglio quello che mi circonda, quello che ha
creato Dio.
Questa è la mia prima vacanza a Disentis e vorrei fare come Zorba: esplorare il
mondo e conoscere nuovi amici.
In questa settimana vorrei raggiungere un po’ più di autonomia e fare come Zorba che si è staccato dalla madre; ma lo farei con meno fretta, perché la fortuna di Zorba, di essere salvato dal bambino
vivace e generoso, non capita tutti i
giorni.
Io non ho mai letto la “Gabbianella e
il Gatto”, però molti bambini mi hanno detto che è bella. Saprò se è bella
ora che posso giudicarla da solo e
quando l’avrò conosciuta tutta.
Io in questi giorni vorrei diventare un
bambino buono.
Il gatto Zorba mi ha fatto capire che nella vita non bisogna sempre farsi aiutare
e che bisogna imparare ad arrangiarsi.
Io non conosco ancora questa storia,
ma so che mi piacerà molto e so anche che alla fine di questo racconto capirò
molte cose.
Penso che questa storia sarà molto bella. L’ho già sentita, ma ora mi piacerà di
più perché sono in compagnia di tanti amici. Sono venuto a Disentis non solo
per fare sport e divertirmi, ma anche per sentire queste storie che ci fanno riflettere.
Io ho visto4 il film all’asilo e so che questa è una storia bellissima, ma non me la
ricordo più, cioè un po’ me la ricordo e un po’ no, però seguendo il libro che mi
avete dato non la scorderò più.
La storia della gabbianella e del gatto è molto istruttiva anche per i più piccoli. Io
vengo a Disentis da 3 anni e sono emozionata e contenta
come il primo anno. Spero che questa
vacanza mi aiuti ancora di più a crescere e ad aiutare gli altri. Vorrei tornare
a casa con il sorriso sulle labbra.
Questa storia mi incuriosisce tantissimo, soprattutto perché ne ho sentito parlare e perché tratta di amicizia
e di animali. Il bambino sveglio e
generoso dimostra di avere un
grandissimo cuore quando salva e
decide di prendersi cura di Zorba.
Kenga è stata molto coraggiosa a
reagire quando è rimasta sola in mezzo
al mare. Zorba ha un carattere molto bello; alla fine della
settimana sento che diventeremo suoi grandi amici e che tutti saremo migliori.
Noi facciamo fatica a capirci perché non siamo perfetti e non la pensiamo allo
stesso modo.
Questa storia mi piace, ma quando la povera gabbiana muore mi dispiace tanto.
Questi momenti formativi non li ho mai provati, ma iniziano a piacermi
Secondo me questo racconto prende spunto dall’insegnamento di Gesù che
dice di amare, aiutare e soccorrere gli altri come ha fatto Lui con noi. La vita
degli animali paragonata a quella degli umani è diversissima. Loro vivono in
gruppo e non si separano mai. Noi invece certe volte ci aiutiamo ed altre volte
no.
Oggi il gatto Zorba mi ha insegnato che non bisogna stare sempre attaccato alla
famiglia, ma esplorare quello che c’è intorno a noi, senza dimenticare di essere
prudenti. Tutte le persone che dicono che i gatti neri portano sfortuna non hanno
ragione, perché i gatti sono tutti uguali. Oggi voglio fare conoscenza con altri
bambini.
Se non ci allontaniamo dal nostro nido rischiamo di non crescere più avendo
sempre vicino qualcuno che risolve i nostri problemi. Se ci allontaniamo troppo
presto ci sarebbe però il problema inverso, quello di non essere in grado di affrontare le difficoltà che capitano.
Vorrei tanto raggiungere una maturità diversa da quella che ho adesso.
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Io non sono superstiziosa e ne sono felice. Le persone superstizione sono un
po’ testarde, vedono le cose che non esistono. Questa storia ci racconterà qual-
cosa di divertente e di utile. Intanto il bambino che ha salvato Zorba ha dimostrato di non essere superstizioso.
Bisogna imparare ad essere umili, avventurosi, coraggiosi e rispettosi come Zorba. Lui ha capito che Kenga aveva bisogno del suo aiuto e le ha dato una mano
subito, senza pensarci, proprio come dovremmo fare noi.
Zorba ha fatto bene a staccarsi dalla sua mamma, però doveva essere più prudente.
I gatti hanno un carattere vivace, movimentato e molto divertente, ma alcune
volte si arrabbiano per niente. Zorba è diverso: è vivace, gli piace l’avventura,
ma non è mai arrabbiato.
Le occasioni migliori per acquistare più autonomia sono quelle come Disentis. E’
il terzo anno che vivo questa esperienza fantastica e sento di essere maturata
moltissimo. Come un fiore ha bisogno dell’acqua e del nutrimento io ho bisogno
del ricordo di questi giorni avventurosi vissuti con le amiche che ho conosciuto
durante il camp. Secondo me non vivrò esperienze più belle di queste e non
devo dimenticare di essere una bambina fortunata. Grazie ai miei genitori ed
allo staff.
Gli animali sono molto importanti per l’uomo, soprattutto quando vivono in famiglia. Insegnano a vivere con semplicità e ad essere sempre felici.
Bisogna prepararsi ad intraprendere il nostro lungo viaggio per essere pronti ad
affrontare le difficoltà che prima o poi ci capiteranno. Dobbiamo convincerci che
non avremo sempre qualcuno che risolverà i nostri problemi.
Alla fine di questo camp vorrei imparare a conoscere tutti e vincere uno dei trofei che ho visto esposti. Per adesso
Disentis mi sta piacendo.
La prudenza è importante
quando si decide di allontanarsi da casa. Prima di venire a
Disentis non ero molto convinta, ma poi ho detto ai miei genitori che volevo fare questa
esperienza per conoscere
nuovi amici e diventare una
persona sportiva.
Bellissima per me l’immagine
di Zorba che si allontana
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dalla mamma e dalle comodità ad essa legate. Ha avuto il coraggio di rischiare e di seguire il suo destino. Tutti prima o poi dobbiamo allontanarci dal
nido per cercare di realizzare la nostra vita pur sapendo che i nostri genitori ci
sosterranno sempre e saranno sempre lì pronti a darci dei consigli. Noi voliamo,
ma il nostro cuore rimane con loro.
Primo giorno a Disentis. Dovevamo accogliere bambini e genitori. Ci dicevamo:
“Sarà dura!”, invece è stato subito bello. Ci siamo divertiti con il nostro primo
torneo, abbiamo imparato le regole di comportamento, poi cena, un po’ di balli e
a letto. Al mattino una grande gioia a ripartire con i nostri ragazzi. Vederli socializzare, dialogare, condividere le impressioni. Vorrei che tutti potessero ammirarli mentre, dopo la lettura delle prime pagine di questa bellissima favola, si dedicano a scrivere le loro riflessioni sparsi per il prato. Credetemi c’è da commuoversi. Grazie, ragazzi, per questi momenti. Ed è solo il primo giorno …
Perché uscire dal nido? Ci sono tanti tipi di nido: famiglia, amici, scuola, lavoro!
Il nido spesso è una condizione dove qualcuno si adagia, aspetta, non si muove, sta nel suo “cestino” insomma. A volte è anche molto bello, non lo nego. Riconoscere, fermarsi e gustarsi le cose che uno è riuscito a raggiungere. Ma non
basta! Non si può solo aspettare, bisogna anche andare a caccia di rapporti, di
crescita, di emozioni, di attività, di nuovo insomma. Se cerchi, trovi! Questa la
mia esperienza. Certo, a
volte, puoi anche fare fatica, ma se poi raggiungi
qualcosa, dentro ti senti
vibrare … Anche questo
primo momento di deserto
è un mettersi in moto con
la testa, con i pensieri, con
i desideri. Era ciò che aspettavo da tanto. Grazie
Disentis.
In questi ultimi giorni siamo
stati un po’ tutti sia come
Kenga, perché ci siamo
preparati per questa splendida vacanza a Disentis, sia come Zorba, quando ieri pomeriggio abbiamo salutato i genitori e fratelli. Certo, qui nel Centro sportivo siamo protetti, non ci sono i
pericoli del porto di Amburgo, però il passo che abbiamo fatto è stato comunque
grande ed importante e non importa se ieri sera, prima di dormire, è spuntata
qualche lacrima o qualcuno di voi ci ha messo un po’ a prendere sonno. E’ normale. Anche Zorba, secondo me, la prima notte ha sentito la mancanza della
sua mamma. L’augurio che faccio a tutti noi per questa settimana è di vivere al
meglio ogni gioco, ogni attività, ogni momento e di non essere “superstiziosi”,
cioè di non fermarci davanti alle apparenze, di provare a fare anche 7quello che
ci sembra un po’ più difficile e faticoso, di provare a conoscere tutti, anche chi, a
primo impatto, ci sembra meno simpatico. Buona vacanza!
TERZO GIORNO:
- Kenga aprì le ali per spiccare il volo, ma l’onda nera la sommerse.
Zorba pensò che la povera gabbiana stava delirando e che con un uccello in
uno stato così pietoso si poteva solo essere generosi.
Da piccola mi hanno chiesto se una cosa impossibile può essere possibile. Ed
io ho risposto di si. Secondo me, Zorba ce la farà.
Non so cosa significa natura, ma so che non è una casa da sfruttare. Penso che
non c’è giustificazione per i delitti contro la natura. Chi li commette deve vergognarsi veramente. Per ora non faccio niente per difendere la natura, ma mi piace starci a contatto.
Non so se il gatto riuscirà mai ad insegnare ad una gabbianella a volare. Oggi
ho capito che quando mi succede qualcosa devo chiedere aiuto, ma ho capito
anche che se dei miei amici o nemici sono in difficoltà, li devo aiutare. Mi piace
molto stare qui a Disentis ed anche la storia e mi sto divertendo un mondo.
Secondo me il gatto si è preso una grande responsabilità, ma ce la farà.
Io vorrei imparare ad aiutare le persone e gli animali, gli anziani e i giovani, fare
delle promesse e mantenerle come Zorba. Vorrei imparare tutte queste cose in
una settimana.
Devo ammettere che nel momento formativo di oggi sono successe tante cose
emozionanti e tristi. Mi ha fatto riflettere tanto sui danni che l’uomo ha fatto alla
natura, agli animali ed anche a noi stessi. Alla fine di questi sette giorni sarò
migliore perchè manterrò più pulito il nostro ambiente. Spero che tutti i bambini
abbiano imparato qualcosa oggi!!!
Quello che mi ha particolarmente colpito oggi è l’atteggiamento della gabbiana
Kengah: nel momento del bisogno è riuscita a chiedere aiuto senza farsi troppi
scrupoli e senza pensare affatto che Zorba fosse un gatto e quindi un suo
“nemico naturale”. Inoltre, ha speso le sue ultime forze non per cercare di salvarsi, ma per deporre un uovo, quindi è come se avesse donato la sua vita al
futuro pulcino. E questo non è per nulla
scontato, ma è davvero, importante perché ci fa
capire che Kengah non si è
arresa neppure davanti alla
morte perché, deponendo
l’uovo e affidandolo alle
cure di Zorba ha alimentato
una nuova vita.
Vorrei fare anche io come
la gabbiana che non ha
mollato fino all’ultimo secondo.
Questa storia mi ha insegnato ad aiutare gli altri
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come Zorba ha aiutato
la gabbiana. E’ come se
noi bambini siamo la gabbiana Kengah e lo staff è il gatto
grande nero e grosso, cioè
Zorba.
E’ veramente triste questa
storia ed è tutta colpa degli
uomini che inquinano il mare
per fare più soldi. Povera
Kenga e povera natura. Mi
dispiace. E’ stato generoso
Zorba a fare le tre promesse. Un vero gatto.
La natura è un bene prezioso che non va sprecato. Spesso noi uomini ignoriamo che è un
dono e la maltrattiamo. Facciamo questo per guadagnare sempre più soldi.
La natura non deve essere inquinata, appartiene a tutti gli esseri viventi.
Zorba pur essendo un gatto capisce che la gabbiana si fida di lui e accetta di
aiutarla promettendo ciò che sembra impossibile da mantenere. Questo dimostra che tutti possono aiutare tutti, basta volerlo.
Questa storia mi fa arrabbiare o meglio mi apre gli occhi. Non è giusto che gli
animali vengano considerati inferiori all’uomo. Vorrei far provare a chi butta i
rifiuti in giro cosa significa vivere tra i rifiuti che loro stessi hanno gettato.
Nella storia mi sorprende che una specie di animali “nemica” offre il suo aiuto. E’
un esempio bellissimo che dimostra come possiamo tutti essere amici.
Io con la natura ho un rapporto di gioia, la proteggo e la rispetto. Per esempio
non strappo mai i fiori così, crescono in pace e danno felicità alla gente.
Io vorrei diventare come Zorba, aiutare
tutti anche i meno simpatici. Gli umani che
inquinano non sono proprio intelligenti; la natura
va rispettata. Kenga ha
fatto molto bene a chiedere aiuto a Zorba e ci
ha dimostrato che nei
momenti difficili possiamo
aspettarci l’aiuto da tutti.
Trovo che la gabbiana sia
stata molto fortunata a
trovare un tale amico. I
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gatti di solito non aiutano gli uccelli. In Zorba però c’era qualcosa di diverso, di
speciale: è una creatura generosa.
E’ vero, i paesini di montagna come Disentis sono il migliore esempio di rispetto
della natura da parte dell’uomo. Io sono uno scout, vivo in mezzo alla natura e
la rispetto. Possibile che tanta gente non capisce che inquinando si fa il male di
tutti gli esseri viventi e primo fra tutti proprio dell’uomo stesso?
Per me è ingiusto che Kenga muoia per colpa dell’uomo. Per me chi inquina è
proprio un delinquente.
Secondo me Zorba è super gentile e manterrà la promessa di far volare il piccolino.
Oggi il momento formativo è stato bellissimo perché mi ha insegnato molte cose, tipo: non arrendersi mai, chiedere aiuto, aiutare chi è in difficoltà. Di solito i
gatti mangiano i gabbiani, non li aiutano. Zorba invece …
Oggi ho imparato che le promesse
vanno mantenute.
Bello il gesto di Zorba, ma che
grande determinazione ha avuto
Kenga! Avrebbe potuto non pensare all’uovo, tanto era giunta la
sua ora, il petrolio la stava uccidendo, per lei non sarebbe cambiato nulla, sarebbe morta comunque e invece no! Ho imparato una grande lezione oggi. Anche noi abbiamo l’istinto naturale di raggiungere qualcosa che
dia colore e senso
alla nostra esistenza,
ma spesso mettiamo davanti
troppi “però” e lasciamo perdere. Se noi vogliamo raggiungere un risultato siamo
disposti a dare tutto? Io faccio spesso fatica, ma grazie
a questo momento di deserto un piccolo passo avanti
mi riprometto di farlo.
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QUARTO GIORNO:
- Zorba fa scattare la macchina degli aiuti.
Alla fine di questa settimana
vorrei diventare come Zorba.
Lunedì e martedì ho fatto
fatica a stare qui senza la
mia famiglia però adesso ho
capito che bisogna divertirsi
e resistere fino alla fine
come ha fatto Kengah.
Questa storia mi ha insegnato a non avere paura di
chiedere aiuto agli adulti
ed anche agli amici. Mi ha
insegnato anche che le
cose impossibili, diventano possibili
solo se ci credi. L’ultima cosa che mi ha insegnato questa storia è di
portare dalla mia parte quelli che dicono parolacce, fanno gestacci ecc. e non
andare io dalla loro parte.
Oggi abbiamo conosciuto tre nuovi personaggi: Colonnello, Segretario e Diderot. Quello che mi ha interessato di più e’ stato Colonnello perché non si dava
arie, era modesto e sempre disponibile ad accogliere ed ascoltare tutti. Comunque per me bisogna aiutare le persone in difficoltà perché se un giorno dovesse
succedere a me, vorrei che mi aiutassero.
Questa storia rappresenta la vita. Bisogna saper chiedere aiuto specialmente se
hai dei grandi amici. Zorba si è dato subito da fare e così i suoi amici, perché
l’unione fa la forza. So, pur non avendo letto ancora tutta la storia, che ce la faranno. Mi è piaciuta molto la frase “in ogni uomo c’è una piccola forza che ci fa
volare”. Spero e sono convinto che Disentis mi aiuterà a crescere e a migliorare.
Sono iperfelice di stare qui.
Voglio imparare in questa settimana a chiedere aiuto nel momento del bisogno
senza vergognarmi. Aiutare gli altri, anche quelli che mi stanno un po’ antipatici
perché in fondo siamo tutti uguali e nessuno, a parte Dio e Gesù è perfetto. Qui
a Disentis ho conosciuto una persona che non mi stava per niente simpatica,
ma poi una bambina è riuscita “a trasformarla” ed io ho imparato che ogni persona è simpatica basta solo tirarle fuori il bello che ha dentro.
Non ho mai sentito di un gatto che stava sempre in mezzo ai libri.
Questo quarto giorno mi ha fatto riflettere sul fatto che non sempre si può fare
tutto da soli. Zorba infatti è andato a chiedere aiuto ai suoi amici che, pur essendo impegnati nel loro lavoro, si sono resi subito disponibili. Inoltre non si è fatto
distrarre dai gatti maleducati. Per ultimo vorrei far risaltare l’umiltà di Colonnello
che, pur sapendo di tutto e di più, si è reso conto che c’era bisogno11di uno più
esperto di lui nel problema che Zorba gli aveva chiesto di risolvere.
Durante questi quattro giorni passati insieme è capitato qualche volta che alcuni
bambini siano venuti a dirmi frasi del tipo: “ quei tre mi prendono in giro!” oppure
che alcuni litigano o perché sono passati dalle parole ai fatti con spintoni etc.
Ecco, io penso che in questi casi dovremmo comportarci come Zorba mostrando semplicemente gli artigli, ma senza usarli. In che modo? O cercando a parole
di far capire a chi sta sbagliando che il suo comportamento non è corretto, oppure, se proprio non ascolta, lasciandolo perdere, ignorandolo; a nessuno piace
parlare al vento! Così dimostriamo di essere più forti e maturi di chi fa lo spaccone.
Mi piacerebbe che alla fine di questo camp sportivo a Disentis possa imparare a
memoria questo libretto della Gabbianella e del Gatto perché mi interessa moltissimo.
Questa storia mi ha fatto capire che è bello aiutare i miei compagni e ho imparato molte altre cose. Grazie Disentis e grazie a chi ha scritto questa bellissima
storia. E’ importantissimo raccontare belle storie.
Vorrei essere come Colonnello: una bambina buona e generosa. Non dimenticherò mai questa vacanza.
Il momento formativo è il momento più bello della giornata. Mi sto divertendo un
mondo.
Oggi ho imparato che se crediamo in quello che facciamo e se cerchiamo l’aiuto
delle persone giuste nulla è impossibile.
Cavolo! Zorba non ha mangiato la gabbiana in difficoltà, ma ha cercato di aiutarla! Sono fiero di Zorba e dei suoi amici; dobbiamo prenderli ad esempio. Questa
storia è magica, entro domenica spero di imparare altre cose importanti.
Colonnello si rende subito disponibile ad aiutare un amico in difficoltà. Dovremmo farlo anche noi perché è un gesto di vera amicizia ed è una delle cose più
importanti per avere una vita serena. A Disentis abbiamo l’opportunità di aiutare
e di farci aiutare da tantissimi amici.
Dobbiamo essere felici
di tutto quello che stiamo vivendo, non solo
qua, ma ovunque.
Il camp sportivo a Disentis è bellissimo perché
c’è il momento formativo
dove si legge e si canta
insieme. 12
Ah, mi stavo
dimenticando, e si imparano tante cose. Grazie.
Questa storia mi piace sempre di più perché la cosa comune a tutti i personaggi
è quella di aiutare chi ha bisogno.
E’ la prima volta che sento questa
storia e mi sta emozionando. Voglio fare anch’io come Zorba. Non
vedo l’ora di conoscere la fine.
Segretario non è cattivo, però dovrebbe smettere di fare il perfettivo. Lui è più buono di quello che
sembra. Colonnello è molto pratico e generoso; non sta a farsi
tanti scrupoli, lui si butta e riesce
ad aiutare tutti.
Vorrei ringraziare i miei genitori che per il secondo anno mi hanno permesso di venire a Disentis e io sto imparando tante cose.
Zorba è un personaggio stupendo ed io vorrei diventare come lui. E’ molto bello
avere accanto amici che ci sostengono e ci aiutano nei momenti in difficoltà.
Nella vita bisogna sempre essere prudenti e non fare cose sbagliate solo perché
si è soli. Esiste sempre una soluzione, basta trovarla. Zorba ha superato ostacoli che sembravano impossibili pur di aiutare Kenga. Le promesse che ha fatto
sono bellissime, soprattutto quella di insegnare alla gabbianella a volare.
Questa storia mi ha impressionato molto perché Kenga sapendo di non avere
più forze decide di mettere al mondo una gabbianella. Mi commuove molto anche Zorba che fa un atto veramente da invidiare che è quello di promettere le
cose più strane. Poteva limitarsi a consolare la gabbiana negli ultimi momenti
della sua vita e invece si impegna a covare l’uovo e a prendersi cura della gabbianella che nascerà.
Questa storia non la conoscevo e mi colpisce ogni giorno di
più. Seguire il momento formativo mi emoziona perché c’è
sempre qualcosa da imparare.
Oggi mi sono convinta che è
bellissimo chiedere e ricevere
aiuto.
Io non ho mai aiutato nessuno,
ma c’è un motivo: non mi è ancora capitato. Se mi dovesse capitare adesso so come fare.
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Io ho chiesto tante volte aiuto, ma in tante occasioni mi sono vergognata e ho
fatto da me. Dopo questa settimana cercherò di migliorare anche se per me sarà molto difficile perché sono molto timida e riservata. Zorba è un gatto modello;
sembra quasi una persona ed ha un comportamento che merita di essere imitato. Lui non si vergogna di chiedere aiuto. Quando torno a casa mi farò chiamare
Zorba, tanto desidero imitarlo. Secondo me anche lo staff si dovrà chiamare
Zorba come secondo nome.
Il mio personaggio
preferito è Segretario
perché è uguale a
me nel modo di fare,
di parlare, ecc.
Dobbiamo imparare
molto da Colonnello
che non si dà arie
ed è disponibile
con tutti. Ha anche
ammesso di non
sapere come aiutare Zorba e che
c’era bisogno di
consultare uno più esperto di lui. Noi
non saremmo stati capaci di comportarci come lui per orgoglio o per vergogna.
Grazie Zorba di essere riuscito a coinvolgermi nella tua avventura.
In questi giorni ho imparato a cavarmela da solo e ad essere più indipendente.
Alla fine di questa settimana
vorrei diventare come Zorba.
Lunedì e martedì ho fatto
fatica a stare qui senza la
mia famiglia; adesso ho capito che bisogna resistere
fino alla fine come Kenga.
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QUINTO GIORNO
- Diderot, gatto enciclopedico.
Oggi la frase che mi ha
colpito di più è stata: gli
umani non erano degni di
unirsi a quel pianto.
Oggi noi siamo andati in
montagna e abbiamo imparato ad aiutare tutti come
hanno fatto gli amici di Zorba, infatti io oggi ho ospitato dei miei amici sul mio
asciugamano perché mi
avevano detto di averlo dimenticato.
Secondo me avere cultura è
importante, ma
attenzione: se si sa troppo si diventa noiosi; però se non si sa niente in pratica è come se non si sa niente.
Che peccato che la gabbiana sia morta! Però ha lasciato un dono speciale a
Zorba ed ai suoi amici.
Questa giornata mi ha fatto capire che gli amici sono una delle cose più belle
del mondo; Zorba infatti è stato sostenuto dai suoi amici. Ho imparato ad essere
felice e grata ad ogni piccola cosa.
L’idea di Zorba è di chiedere aiuto, ma serve la scienza per salvare la gabbiana.
Ci vuole Diderot e la sua enciclopedia. Quando tornano alla casa di Zorba, la
gabbiana è morta, trovano l’uovo, sotterrano la gabbiana e tutti gli animali piangono, ma gli umani non sono degni di quel pianto perché sono stati loro ad uccidere la gabbiana.
L’onestà è molto bella come sta facendo Zorba. Ha fatto 3 promesse: una a se
stesso, una alla gabbianella ed una al cuore.
Rispettare la natura è importante. Zorba, Segretario e Colonnello sono stati molto gentili ad avvolgere la gabbiana in un telo invece di buttarla via come se niente fosse. Questo vuol dire che ci tengono al rispetto degli altri.
Questa storia mi sta emozionando molto perchè Zorba ha avuto una grande
forza di volontà e, come dicono gli adulti dello staff, ha ascoltato il cuore piuttosto che il cervello, mentre Kengah ha avuto un gran coraggio a fare un uovo e
anche ad affidarlo ad un gatto.
Oggi siamo andati al lago per fare il bagno, abbiamo visto una piccola rana, io
l’ho guardata un attimo e poi sono andato via; invece certi bambini continuavano
a torturarla con dei rami. Adesso abbiamo letto un altro pezzo della storia; io
vorrei essere come Zorba, però non un gatto, ma un bambino fortunato e generoso come Zorba.
Oggi è il giorno più bello di questa settimana perché siamo andati 15
in gita e ho
conosciuto più gente e fatto ancora più amicizie. Passare da una esperienza di
ragazzo ad una da staff a Disentis, cioè fare altre cose , ma soprattutto guarda-
re i bambini che giocano e tu non puoi, mi fa rattristare perché vorrei tornare più
piccolo ed essere lì a giocare con loro e come loro.
Diderot è stato tentato dal diavolo come Segretario quando ha pensato di mangiarsi l’uovo, ma per fortuna non lo ha fatto. Sono sicuro che Zorba riuscirà a far
schiudere l’uovo e poi a far volare la gabbianella . Mancano solo due giorni alla
fine del libretto e non vedo l’ora di sapere come va a finire.
Per me la conoscenza di tante cose ti aiuta ad andare avanti nella vita. A scuola
ci insegnano a conoscere tante cose, a sapere cosa c’è nel mondo e questo è
l’importante. Ancora più importante è ragionare con la propria testa e non copiare gli altri.
Io ho capito che non si devono uccidere gli animali perché senza di loro è brutto
vivere.
L’istinto è una cosa molto utile, ma allo stesso tempo pericoloso come stava per
succedere a Segretario e Diderot.
Per me la cultura è molto importante non solo per imparare la storia e la geografia, ma anche per non combinare disastri. Per esempio se gli umani avessero un
po’ più cultura rispetterebbero di più la natura senza combinare tanti disastri.
Proprio ieri sera a tavola ho parlato con Mimmo di scuola e cultura. Dobbiamo
tenere a mente che il luogo dove passiamo più tempo e in cui cresciamo e ci
formiamo, relazionandoci con gli altri, è proprio la nostra classe. Non dobbiamo
studiare per essere promossi, per avere tutti dieci in pagella, per sentirci dire:
“Bravo!” dai maestri e professori. Dobbiamo andare a scuola per creare il nostro
bagaglio culturale che ci servirà per vivere al meglio, alla fine degli studi, la nostra vita. Infatti se il nostro bagaglio sarà pieno e conterrà tutto il necessario,
ognuno di noi avrà un pensiero diverso dall’altro e non avrà bisogno di imitare
nessun altro, non si farà condizionare dalla massa e potrà prendere le sue decisioni con tranquillità e fermezza. Inoltre dobbiamo imparare ad alimentare la
nostra cultura con la lettura dei quotidiani, parlando con gli adulti, uscendo da
quella posizione di comodo che spesso Silvano ci nomina, avendo il coraggio di
chiedere aiuto, perché solo così potremo diventare uomini e donne saggi e coerenti, come il nostro amico Colonnello.
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Per me sapere tante cose non
basta, è necessario
ragionare con la propria testa, essere prudenti nella propria vita,
mai scivolare in cose
inutili e stupide, aiutare
chi dimostra di aver rinunciato ad usare il cervello. Sono tante le vie
ed i modi per conoscere
quello che è necessario
per vivere bene.
Dopo questa storia anch’io voglio mantenere le promesse.
Non basta conoscere sempre cose nuove, ma è necessario imparare a ragionare con la propria testa.
Zorba ha fatto bene ad
aiutare Kenga, ma Kenga è stata veramente
grande quando ha deciso
di deporre l’uomo che
portava in grembo, prima
di morire. E’ stata generosa: invece di salvarsi ha
voluto dare vita alla sua
creatura. Il suo coraggio
ha spinto Zorba a fare le
tre promesse ed ad assumersi una responsabilità
quasi impossibile.
Vorrei avere più autocontrollo e riuscire a dare più ascolto alla mia anima e meno al mio istinto. Ringrazio il buon Dio che ogni anno mi dà l’occasione di crescere con questa esperienza a Disentis.
Secondo me il cervello va usato per le cose importanti come rispettare la natura
e aiutare gli altri.
Sentivo dentro che la gabbiana non sarebbe morta, invece è successo proprio il
contrario. Mi è dispiaciuto moltissimo, ma ho imparato da Zorba che promettendole aiuto è come se non fosse morta.
Oggi siamo andati in gita; è stato una camminata faticosa, ma ne valeva la pena. E’ successo però un fatto brutto: alcuni bambini hanno dato fastidio ed hanno fatto soffrire una rana che stava tranquilla nella sua tana vicino al laghetto.
Mimmo li ha rimproverati perché gli animali vanno rispettati. Poi tutto è andato
bene e ci siamo divertiti.
Noi bambini oggi siamo stati molto maleducati con gli animali, invece la storia
della gabbianella e del gatto ci hanno insegnato ad essere buoni e a rispettarli.
Non vedo l’ora di sapere come finiste la storia così quando ritorniamo a casa
saremo più rispettosi e sapremo mantenere le promesse.
Oggi il momento formativo lo abbiamo fatto al laghetto e mi è piaciuto moltissimo. Diderot e Segretario, vedendo la gabbiana morta e l’uovo sul17pavimento
hanno pensato istintivamente di mangiarsi l’uovo. Colonnello ci ha fatto capire
che bisogna seguire il cuore, non l’istinto.
Kenga è la dimostrazione di cosa fa l’uomo contro la natura e gli animali.
Zorba finora ha mantenuto due promesse: non mangiare l’uovo e curarlo fino
alla nascita del pulcino. Manca la terza promessa, quella più difficile: insegnargli
a volare. Non so come finirà la storia, ma sento che riuscirà a mantenere anche
questa terza promessa.
Il momento di deserto di oggi è molto bello perché siamo a contatto con la natura. Secondo me gli amici di Zorba ci tengono un sacco a salvare Kenga, soprattutto Diderot che ha messo a disposizione tutta la sua cultura. Spero che gli uomini cattivi smettano di fare del male alla natura perché è una cosa che il nostro
mondo non deve subire.
Zorba mi ha commosso; vorrei
essere come lui. Ce la metterò
tutta e grazie a Disentis sono
sicuro che ce la farò
E’ il mio terzo anno a Disentis
ed è sempre più bello con i
suoi giochi e gli scherzi. Nel
momento formativo ho capito
che danneggiare la natura può
essere molto pericoloso per
tutti gli esseri viventi.
Il pezzo della storia di oggi mi è piaciuto molto: Zorba ha iniziato a covare
l’uovo!
Non so quanto è importante la cultura, ma so che leggere è una cosa bellissima.
Si può dire che la conoscenza non serve a molto se non si è abbastanza umili e
e non si è disposti ad accettare i
consigli di qualcuno che ne sa
più di noi. Nella vita non si smette mai di imparare. La vita è bella perché ci insegna le cose più
varie. Tocca a noi metterci in
gioco per dimostrare quanto
valiamo. In questo caso il nostro
amico Zorba ha messo in gioco
tutto se stesso e questa è una
delle cose18più belle che un essere vivente possa fare.
SESTO GIORNO:
- La costanza di Zorba.
Io vorrei dire una cosa sull’insegnare a volare a un animale. L’animale
appena sa volare sente gioia, libertà, felicità e amore per chi glielo ha
insegnato.
Secondo me Sopravvento ha un carattere aperto verso tutti quelli che gli
stanno intorno; ha anche ragione
quando dice che gli uomini fanno dei
disastri
al nostro mondo. Gli uomini dovrebbero lasciare un po’ più di natura
invece di costruire solo edifici che inquinano. Prima di venire qui pensavo di non
riuscire a resistere per una settimana da sola. Invece ce l’ho fatta! Ora posso
non darmi più limiti.
Quest’oggi mi fermo particolarmente sulla “cova dell’uovo” perché secondo me
rappresenta il motivo per cui sono qui a Disentis: devo covare la mia anima fino
a farla schiudere.
Avrei dato anche io il nome di Fortunata alla gabbianella perché se non passava
di lì il gatto non sarebbe qui. In questa settimana ho imparato a provare e a dare
il massimo, perché se non provo non saprò mai se posso farcela oppure no.
Come oggi, il mio sesto giorno a Disentis, c’è la campestre che non volevo fare,
ma dopo il momento formativo ho capito che devo provarci, quindi gareggerò e
darò il massimo. Proverò a vincere.
Mi è piaciuto quando la gabbianella aveva chiamato mamma Zorba. Quella è
stata la cosa che mi ha colpito di più. Spero che l’anno prossimo i miei genitori
mi mandino ancora, perché questa per me è stata una prova. L’anno prossimo
per i miei genitori sì che diventa una vera e propria vacanza. Mi dispiace che
questo sia il penultimo giorno.
Il nostro Zorba si è preso delle responsabilità non tanto semplici perché lui è un
gatto, e per un gatto è quasi impossibile riuscire a fare una cosa del genere, ma
io so che niente è impossibile. Me lo ha insegnato è proprio questa storia. Per
adesso Zorba è riuscito a mantenere le prime due promesse, manca la terza, la
più difficile, ma per me Zorba ce la farà. Una volta mi è successo di curare un
uovo di gallina e quello che è nato è un bel gallo che ora ha 2 anni.
Di recente sono stata portata a riflettere e prestare attenzione sul fatto che nella
vita occorre imparare ed utilizzare contemporaneamente ed in modo equilibrato
tre linguaggi: quello della testa (ragione); quello del cuore (amore, sensibilità) e
quello delle mani. Solo l’equilibrio tra questi tre linguaggi permette di realizzare il
vero, il giusto ed il bello. La combinazione tra i tre crea la bellezza vera delle
cose. La combinazione dei personaggi della fiaba è proprio il raggiungimento di
questo obiettivo. Ciascuno ha in se i tre linguaggi ma solitamente un aspetto
tende a prevalere: mettendoli insieme si raggiunge l’equilibrio ed il19risultato è
strepitoso. Si impara a volare!!! Con l’aiuto degli altri imparo a riconoscere i miei
limiti e a trovare l’equilibrio. Quello che è vero, lo è se è anche giusto e bello.
Diderot lo studioso, usa la sua scienza per fare una cosa giusta (aiutare Zorba)
che è anche una cosa bella (una piccola gabbianella che vola). Quando testa,
cuore e mani vanno nella stessa direzione, il risultato è assicurato e spettacolare.
In questo momento formativo ho capito una volta ancora che noi nasciamo con
tantissimi doni e capacità, sta a noi rendere bella e gioiosa la nostra vita, dobbiamo solo credere nei talenti che Dio ci ha dato, coltivarli con impegno e trasformarli in realtà.
Oggi Zorba ha dato il massimo che poteva fare. E’ incredibile come un gatto
abbia potuto fare tutte queste cose. In questi giorni darò il massimo e quando
tornerò a casa sarò una persona diversa.
Sono contento quando uno staff mi chiama con il mio nome su 170 bambini.
Molte volte ci danno dei compiti piccoli e grandi e come Zorba dobbiamo portarli
a termine con gioia e passione anche se sembra impossibile.
La mia identità: chi sono? Dove voglio arrivare? Cosa sono disposto a fare? Sono domande che spesso mi faccio, mi rimbalzano in testa, mi spronano! In questi ultimi anni mi sto allenando ad aggiustare il tiro. La morale è di andare avanti
senza fermarsi mai, senza alzare lo sguardo. Quante cose mi perdo! Vorrei non
perdere mai il desiderio di cercare, di crescere, di volare! La vita è fatta per volare, per cercare oceani sempre più blu.
Io voglio diventare un leone non una mozzarella come ha detto Franci. Nei primi
giorni volevo andare a casa, ma guardandomi ora sono sicuro che stavo sbagliando. Darò il massimo in tutte le attività che farò.
Ogni giorno che ci troviamo tutti insieme a fare il momento formativo mi sembra
di vedere tante gabbianelle che hanno bisogno dello Staff. Ma anche lo Staff ha
bisogno delle gabbianelle e noi cerchiamo di aiutarlo comportandoci bene. Ieri è
stata una giornata bellissima e intensa mi sono divertito e spero di divertirmi fino
all’ultimo secondo di questo camp. Grazie di cuore a tutti per il sostegno.
Purtroppo noi umani non siamo come i gatti che trovano naturale aiutarsi e collaborare, noi vogliamo sempre stare sul podio.
L’idea che mi sono fatta di Sopravvento è molto positiva; lui è un gatto
che lavora quasi tutti i giorni per ripulire l’ambiente rovinato dagli umani. La cosa più speciale è che quando
torna a casa non va a rilassarsi, ma va a salutare e a stare
con i suoi amici del porto. Lui ha
una grande esperienza ed è
molto disponibile e infatti a lui si
rivolgono i nostri gatti per scoprire il sesso della gabbianella. Mi
20
piacerebbe assistere alla nascita
di un pulcino.
Oggi è un giorno molto speciale perché c’è la campestre e sono
molto ansiosa perché non ho mai partecipato.
Però devo farla, non mi voglio ritirare.
Anche se arrivo ultima non conta. Conta partecipare.
La storia di Zorba è una delle storie più
belle che io abbia conosciuto. E’ una
storia toccante e commovente, una storia
da prendere come esempio per il coraggio e la determinazione di Zorba; due pregi che ognuno di noi dovrebbe acquisire.
Da ricordare che nulla è impossibile.
Ho portato a termine il compito di partecipare ai giochi anche se non volevo; poi
ho saputo ascoltare di più anche se facevo fatica. Vorrei aiutare la mia famiglia,
ma non so in che cosa.
Fortunata è il nome giusto per la gabbianella perché è stata proprio fortunata a
trovare quel gruppo di amici. Delle mie amiche dicono che tanto la campestre la
vince lei, ma io non le ascolto e voglio provarci senza scoraggiarmi.
E’ importante avere un nome ed una personalità che ci distingua dagli altri.
Sono stata molto colpita dalla forza di volontà di Zorba. Covare un uovo fino alla
nascita della gabbianella non era per niente facile. Ho seguito con molta attenzione questa lettura e faccio meno fatica a scrivere le mie riflessioni.
Ognuno ha un nome che definisce le sue caratteristiche, il suo comportamento
e i suoi atteggiamenti. Avere un nome significa distinguersi dagli altri perché
ognuno è unico. Tutti noi abbiamo degli impegni come Zorba e come lui dobbiamo portarli a termine.
Per me il nome più adatto era Dolce, perché la gabbianella è dolcissima.
A scuola, in religione, abbiamo studiato i diritti dei bambini tra cui c’è quello di
avere un nome, perché avere un nome vuol dire essere qualcuno. Per Zorba
infatti la gabbianella non era un animale qualunque perciò ha fatto bene a volerle dare un suo nome: Fortunata.
Quando la maestra ci dettava le tabelline avevo paura di non riuscire mai ad
impararle, ma grazie all’aiuto della mamma ce l’ho fatta. Per me l’aiuto di mia
mamma è stato proprio come l’aiuto dei gatti del porto.
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Io mi ricorderò di questi giorni e
verrò anche l’anno prossimo
con molti altri miei amici per
farli provare questa esperienza
e so già che si divertiranno
tantissimo come me quest’anno.
Il nome che i gatti hanno deciso di dare alla gabbianella mi
fa riflettere su un obiettivo
che quest’anno mi sono dato
qui a Disentis: avere più cura di ogni singola persona, soprattutto verso coloro che non emergono per meriti sportivi o per un
carattere troppo esuberante. Durante la mattina del penultimo giorno posso ammettere di esserci riuscito e di aver aiutato i ragazzi in difficoltà a tirar fuori le
loro grandi potenzialità. E’ bastato un piccolo gesto, una parola, un’attenzione,
un “dai che cela fai …”
A me piace molto la canzone “so volare”. Continuo a meravigliarmi nel vedere
quante cose conoscono e sanno fare i gatti del porto.
E’ bello scoprire che gli altri ricordano il mio nome.
Oggi abbiamo fatto un momento formativo speciale e ho capito che in ogni cosa
che faccio devo impegnarmi al massimo. Fino ad ora questa vacanza è stata
stupenda. I primi giorni ho fatto fatica, ma adesso farò fatica ad andare via.
Dobbiamo imparare a prendere un impegno alla volta e portarlo a termine senza
mai arrenderci. Arriveremo a fare così grandi cose. Io sono figlia unica, ma la
mamma mi dice che ho il dono di farmi tante amiche. Mi basta chiedere il nome, perché il nome è molto importante, e facciamo amicizia.
Durante il momento di
deserto Francesco ci ha
fatto un discorso che ho
molto apprezzato. Il discorso era su come vivere la
nostra vita. Io vorrei viverla
come un leone sempre affamato di avventure e arrivare
alla sera e addormentarmi
dopo un secondo stravolto
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dalla stanchezza. Il mio obiettivo
di questa vacanza è metterci
grinta. Credo di esserci riuscito.
I gatti del porto si aiutano a vicenda; noi possiamo fare la
stessa identica cosa, basta ascoltare il nostro cuore e non
dare retta al nostro istinto che
ci suggerisce la strada più comoda e conveniente.
Vorrei essere amico di tutti, anzi essere un punto di
riferimento, un esempio. A me piace tantissimo stare a Disentis perché ho
imparato molte cose: essere come leoni, sorridere sempre, ecc.
Oggi è il penultimo giorno di questa splendida vacanza e già voglio ritornarci,
perché ho imparato tantissimo. Dopo il discorso di Francesco mi è venuto da
piangere. Questi ultimi due giorni e per il resto della mia vita, voglio vivere da
leone. Ho un grandissimo allenatore che non allena solo per il calcio, ma anche
per la vita. Voglio sorridere sempre perché la vita è splendida. Prometto che
sarò un leone, ma con un grande sorriso.
In questi giorni abbiamo visto come i gatti del porto (oggi poi si è aggiunto anche
Sopravvento) abbiano deciso di collaborare per riuscire a mantenere le promesse che Zorba aveva fatto alla povera Kenga. La parola “collaborare” deriva dal
latino e significa “fare fatica insieme”. Infatti il bello di far parte di un gruppo è
proprio il poter contare l’uno sull’altro, anche nei momenti di difficoltà. Se abbiamo qualche “sasso di troppo in tasca” e riusciamo a trovare un amico che ci aiuti
a sostenere il peso e magari anche ad eliminarlo, la nostra vita ne gioverà. Ma
anche noi, in prima persona, siamo chiamati a capire se qualcuno tra i nostri
amici è in difficoltà ed usare i nostri
talenti per aiutarlo.
Perché ciascuno di
noi ha delle qualità
che per essere sfruttate al massimo devono essere condivise
con gli altri.
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SETTIMO GIORNO:
- Fortunata prende il volo.
Non pensavo proprio che Zorba riusciva a far volare Fortunata; invece ce l’ha
fatta. Questa parte è stata per me la più bella. Mi ha insegnato ad essere gentile.
A Disentis ho imparato a cavarmela da sola perché non c’è sempre la mamma o
il papà che mi aiutano nelle cose in cui non sono capace. Devo fare come Zorba: essere capace di lasciare la mia “cesta” e avventurarmi nel porto di Amburgo.
Disentis è stata la più bella vacanza che abbia mai fatto prima d’ora. E questo lo
voglio scrivere.
Sono contenta di aver fatto tanto sport. Più di tutti mi è piaciuto judo; non mi aspettavo di arrivare prima nella gara. Ieri ho fatto anche la corsa campestre e mi
è piaciuto tanto correre.
Oggi Fortunata ha spiccato il volo dopo tante prove. Questa vacanza mi è piaciuta molto. Devo dire che tutti “gli Staff” ce l’hanno messa tutta per farci imparare qualcosa di nuovo che non sapevamo. Questo è stato il mio primo anno a
Disentis e ho fatto tanti sport come: mini golf, tennis, basket, arrampicata, calcio, ecc. Poi c’è stato il momento formativo ed è stato bellissimo perché abbiamo letto una storia che neanche conoscevo. Abbiamo scritto quello che abbiamo capito e imparato dalla storia, come sto facendo ora.
Ho imparato in questa settimana a spiccare il volo. Io voglio riuscire a volare
dentro il mio cuore. Da oggi in poi voglio riuscire a volare sempre più in alto,
dove c’è Gesù.
E’ il terzo anno che vengo a Disentis e come al solito mi sono divertito molto.
Quest’anno ho imparato a diventare più responsabile ed
obbediente. Ho fatto molte amicizie e spero di ritornare l’anno
prossimo.
24
Oggi Zorba ha mantenuto la
sua terza promessa con l’aiuto
del “Poeta”. Questa storia l’ho
letta a casa però mi è piaciuto
risentirla qui con i commenti di
Mimmo e di Silvano. E’ più bello
fare una vacanza sportiva con
un momento formativo.
Volare per me significa
sentire gioia, amore, libertà
e coraggio. Ho imparato ad
essere un’altra persona. A
Disentis sono diventata
più coraggiosa.
Per me volare significa
alleggerire il carico nostro
per prepararsi a spiccare
il volo. Le cose da scaricare sono le cose brutte
che abbiamo fatto nella
nostra vita. Ho imparato che nella
vita c’è sempre la forza di volare e che niente è impossibile se ci si
impegna al massimo. Mi è piaciuto tanto stare qui a Disentis piuttosto che a casa. A casa non avrei ascoltato questa bellissima storia. Ora so che invece di
avere nostalgia di casa avrò nostalgia di Disentis e di tutto lo Staff. Grazie di
tutto.
Oggi è l’ultimo giorno di questa vacanza sportiva e Zorba ha detto a Fortunata
che lui non è la sua vera mamma. Anche noi quando ci adottano prima o poi ci
devono dire chi è la nostra vera mamma. Zorba voleva tanto bene alla gabbianella e l’ha aiutata a superare la paura del volo.
Per me volare significa imparare qualcosa di bello e libero. Mi è piaciuto il discorso di Zorba per incoraggiare Fortunata a volare. In questa vacanza ho imparato a mettermi a disposizione degli altri, a chiedere aiuto, ad essere me stessa e soprattutto ad essere felice veramente. Mi è piaciuto anche conoscere tante persone simpatiche. Sono sicura che l’anno prossimo ritornerò.
La lettura di oggi mi ha particolarmente colpito perché ho sentito il volo di Fortunata come un sogno realizzato, come un qualcosa che ci aiuta a credere in noi
stessi e a provare a realizzare i nostri sogni. Per realizzare un proprio sogno
molto spesso non basta contare sulle proprie forze, ma è necessario avere vicino delle persone amiche e fidate.
Vorrei finire al meglio questo camp sportivo. Devo ringraziare i miei genitori che
mi hanno dato questa possibilità. Sono più maturo. Grazie papà e mamma. Non
vedo l’ora di riabbracciarvi domani perché vi voglio un sacco di bene.
Oggi abbiamo finito di leggere “La Gabbianella e il Gatto”. La gabbianella ha
spiccato il volo e anche noi dobbiamo farlo. In questa vacanza ci siamo divertiti,
ma io ho capito anche molte cose, mi sono liberata di un mio gesto25negativo e
ho preso un impegno. E’ stata una vacanza indimenticabile.
La vacanza a Disentis è ormai finita. La storia della gabbianella e il gatto mi ha
fatto imparare tante cose: aiutare gli altri, non arrendermi mai e tante altre cose.
Questa settimana è stata la più bella di tutta la mia vita. Sono sicuro che tornerò a casa molto più maturo.
Per me volare non significa solo spiegare le ali e prendere il volo, ma anche volare con la fantasia, con le parole, con la poesia. Volare significa riuscire a cavarsela da soli. E’ questo l’insegnamento che questa storia e soprattutto questo
camp vuole trasmetterci. La gabbianella era coccolatissima dai gatti e quando è
arrivato il momento di spiccare il volo ha avuto paura, ma alla fine è riuscita a
cavarsela da sola.
Io voglio continuare il momento formativo anche a casa. Vorrei ringraziare lo
Staff per questi sette giorni. A me però fanno volare i miei genitori. Grazie a tutti,
siete i migliori! Ora sono contento di tornare a casa, sentivo nostalgia. Cercherò
di migliorare sempre di più, avere più autostima in me stesso, essere sempre
contento, non essere negativo. Questo lo sono stato fino a mercoledì a causa
della nostalgia.
Oggi ho fatto la promessa di non fare sempre le stesse cose e di obbedire ai
genitori. Ringrazio lo Staff per avermi incoraggiato a restare qui.
In questi giorni ho imparato molte cose, tipo: come divertirmi, badare a me stesso, imparare altri sport, conoscere nuovi amici, ma ho scoperto anche delle emozioni nuove tipo la nostalgia. Quando tornerò a casa sarò più maturo e pronto a spiccare il volo nel senso di essere capace di badare a me stesso.
Grazie a Mimmo e a tutto lo Staff per la bellissima esperienza trascorsa in questa settimana. Per me questo è il secondo anno a Disentis; l’anno scorso neanche una lacrima ed è stato mio fratello ad incoraggiarmi a venire. Lui viene la
settimana prossima, cioè domani pomeriggio. Grazie a tutti.
Oggi il momento formativo è stato molto interessante, pieno di avventura e di coraggio. Avventura per Fortunata
che ha spiccato il volo e per
Zorba che ha chiesto aiuto
all’umano senza paura. Mi
dispiace andare via da Disentis, ma ho voglia di vedere i
miei genitori.
26
Questo momento e questo
camp rimarranno nella storia
della mia vita e nel mio cuore.
Grazie a tutti …
Vorrei anch’io domenica spiccare il mio
volo e mantenere la mia promessa grazie agli insegnamenti dello Staff. Domenica mi verrà il mal di cuore e verserò qualche lacrima. E’ un peccato
lasciare questo posto.
Prima di venire a Disentis ero un po’
agitato, ma quando sono arrivato ho
visto che tutte le cose belle che mi
avevano raccontato sono diventate realtà. In
questa settimana mi sono divertito veramente tanto. Lo sport
in cui ho avuto più agitazione è stato l’arrampicata, ma quando sono salito la
paura mi è scivolata addosso. Non voglio essere bugiardo, credo che il momento formativo non lo farò a casa, ma ogni mattina e prima di andare a letto la sera
mi metterò a riflettere e a capire se sono migliorato e se sono cresciuto, ma non
di statura, ma come nel racconto a livello culturale.
Oggi, ultimo giorno a Disentis, mi viene da piangere; è stata una settimana stupenda. Mi dispiace non poter addirittura vivere qui. In questo posto ci sono persone fantastiche. Inoltre ho pure trovato la mia migliore amica. Aveva ragione
mia sorella. Claudia, Francesco, ecc. tutti sono bravissimi. Mimmo dì a Rosario
che il suo discorso è stato toccante e ringrazialo. Al prossimo anno.
Per me è stata una vacanza interessante, istruttiva, sportiva e divertente. Ho
imparato molte cose e praticato sport che non conoscevo. Era la mia prima volta
e spero di rivedere tutte le persone che ho conosciuto. E’ stata un’esperienza
bellissima e mi dispiace per quelli che non l’hanno potuta fare.
Il sasso che abbiamo buttato oggi e soprattutto che ho buttato io dopo aver scelto la parola negativa mi ha fatto sentire più pulito dentro di me. La parola che ho
scelto è “bullismo” perché, come dice Claudia, è facile prendere in giro una persona che riflette quando si è in gruppo. Mettersi a riflettere da solo è più difficile.
E’ un po’ di anni che vengo a Disentis e non mi sono mai divertito così tanto,
probabilmente perché non vivevo la vacanza come un leone. Sono fiero di me
stesso perché mi sono liberato di un grande peso che avevo dentro. Adesso
imparerò che usando il cuore si arriva ovunque. La settimana prossima per tutti
noi inizierà un volo che durerà tutta la nostra vita e osserveremo la bellezza del
nostro mondo. Ringrazio infinitamente i miei genitori per avermi permesso questa esperienza perché senza questa vacanza non avrei capito che la vita va affrontata da vero uomo e da vero leone.
27
Per me volare significa raggiungere un obiettivo molto grande ed importante
per
la nostra vita. Questa è stata un’esperienza preziosa che mi ha fatto capire che
noi non finiremo mai di volare, proprio come Fortunata. La vita è un’occasione
imperdibile che non va sottovalutata. Ho imparato molte cose con il racconto,
ad esempio che gli amici sono un grande tesoro e ci aiutano nei momenti difficili
o se prendiamo una strada sbagliata. Lo Staff è come Zorba e noi siamo come
Fortunata. Ci hanno aiutato a spiccare il volo e di questo sono molto grata. Fanno dei sacrifici per noi proprio come una grande famiglia. Dobbiamo ricordarci
che per volare si fa fatica, ma poi veniamo ripagati con il frutto.
Il mio pensiero negativo è stato quello di “disprezzare” e quello positivo di
“apprezzare”. Dobbiamo essere grati per ogni piccola cosa che ci viene data e
non dobbiamo mai giudicare gli altri da fuori, ma da dentro.
Per me volare significa lasciare che il cuore ti porti ovunque.
Grazie a questa lettura ho imparato a non mollare, a spingermi sempre più in là,
a coinvolgere chi è da solo e soprattutto a mantenere le promesse.
Io sono già venuta a Disentis e ogni anno è stato sempre più bello. Devo veramente ringraziare lo Staff che è sempre stato disponibile e pronto ad aiutare chi
era in difficoltà. A me quello che stupisce di Disentis non sono solo tutti i vari
sport, ma anche gli amici ed il momento formativo che tutti gli anni è sempre più
bello e mi ha aiutato a crescere e a riflettere su cose a cui non avevo mai pensato.
Per me volare significa diventare autonomi. Alla fine di questa settimana la cosa
che desidero è non appesantirmi con dei “sassi” che mi impediscono di andare
avanti. Grazie per avermi insegnato a chiedere aiuto. Grazie per questa bellissima settimana piena di riflessioni e giochi. E’ stato tutto bellissimo.
Quando Zorba ha visto la gabbianella volare si è sentito libero e felice per il lavoro compiuto. A me questa vacanza è piaciuta un sacco è stato più bello che
stare davanti alla televisione. Ci vorrei venire anche l’anno prossimo.
Ho spiccato il volo come Fortunata e sto benissimo. Mi sento in forma per tornare anche l’anno prossimo.
28
Per me volare significa liberarsi da qualsiasi peso che ho
nel cuore. Io da questo racconto ho imparato che bisogna aiutare qualsiasi persona
in difficoltà, che non bisogna
mai prendere in giro una persona che ha qualche problema,
ma bisogna cercare di starle
vicino anche con un piccolo
gesto. Per me che non sono
stato mai via da casa da solo mi
ha fatto capire quanto è importante
la tua famiglia. Ho imparato molte
cose per crescere. Vi ringrazio per
questa bellissima idea che avete
avuto per farci capire dove sbagliamo. Da oggi in poi devo cercare di migliorare i miei atteggiamenti nelle cose positive. Grazie
Staff, vi voglio bene.
Per me volare significa immaginare. Questo libro mi ha fatto commuovere
ed ho capito che Zorba ha mantenuto le tre promesse. Ho imparato ad
essere responsabile, a promettere, ma soprattutto che le promesse si mantengono. Ringrazio di cuore i miei genitori per avermi fatto vivere questa esperienza magnifica. Ringrazio anche gli Staff. Non ero molto sicuro di venire a Disentis, ma adesso sono contentissimo.
Alcune particolari riflessioni dello Staff.
Oggi è l’ultimo giorno ed io piango. Piango di gioia e di dolore allo stesso tempo.
Sette giorni fa tante gabbianelle mi hanno consegnato il proprio uovo. Erano tutti
impauriti, indifesi e molto dubbiosi. Dopo la prima notte e con la luce del nuovo
giorno queste uova hanno cominciato, con timore, a schiudersi e man mano i
pulcini si avvicinavano a noi “Gatti neri”. Da quel momento per noi è incominciato il periodo più bello, ci siamo presi cura di loro facendoli ridere e divertire nonostante le loro piccole angosce e nostalgie. Abbiamo cominciato ad amarli e
difenderli dai pericoli. E questi indifesi pulcini si sono lasciati curare e coccolare.
Purtroppo il settimo giorno è arrivato ed io piango perché nell’insegnar loro a
volare so che andranno via e difficilmente li rivedrò. Non sentirò più le loro lamentele, le loro grida di aiuto e non vedrò più le loro facce tristi o sorridenti. Vi
voglio un mondo di bene. Spero che lontano da qui sappiate difendervi e sostenervi nei momenti difficili. Volare liberi nella vostra vita, cercando di scegliere
bene le vostre amicizie. Ricordatevi del vostro Gatto nero, grande e grosso. Il
gesto del lancio del sasso che abbiamo fatto oggi significa liberarci da ogni negatività per essere veramente liberi.
Volare … Volare per me significa sentirmi felice, stare con i miei amici. Dentro di
me sento una felicità quasi indescrivibile, una felicità che ho provato quasi in
ogni momento di questa fantastica vacanza. Quest’anno ho avuto l’occasione di
vivere una settimana diversa … Guidare i ragazzi è stata un’esperienza meravigliosa. Aiutarli sia nel momento di deserto, sia nella comprensione della morale
delle favole mi ha aiutato perché dovevo pensare al significato più profondo di
quello che veniva letto. Vorrei ringraziare tutti i ragazzi e lo Staff. Ai 29
ragazzi vorrei dare un consiglio con il cuore: trovate sempre un obiettivo da raggiungere
per poter volare e non allarmatevi se qualche volta non ci riuscirete. Credete
fino in fondo in ogni cosa che vi proponete di raggiungere. Riprenderete quota
proprio come Fortunata. Un grazie di cuore a tutti. Ci vediamo l’anno prossimo.
Cari ragazzi, siamo giunti quasi al termine della nostra splendida avventura insieme. Credo fermamente però che domani non sarà la fine di nulla, bensì l’inizio di tutto. Domenica scorsa infatti eravamo delle gabbianelle che, al momento
del saluto dei genitori, sono uscite dall’uovo con più o meno nostalgia, fatica,
sicurezza, ma quello che ha accomunato tutti è stato il coraggio. Domani sera,
quando torneremo nei nostri nidi, non dobbiamo richiuderci in un altro uovo perché non ci sarà più Mimmo, Silvano o qualcun altro pronto a spronarci. Dobbiamo recuperare il coraggio della settimana scorsa ed usarlo per spiccare un volo
ad ali spiegate ed incominciare una nuova fase della vita, arricchiti da tutte le
belle esperienze vissute durante questa vacanza. Naturalmente sarà faticoso
liberarsi del proprio “sasso” e mantenere i propositi presi, ma con l’impegno, la
determinazione, facendo un passo alla volta sono sicura che ognuno di noi riuscirà a migliorarsi. In fondo la vita è come la corsa campestre di ieri: tutti, se non
si arrendono, possono arrivare dignitosamente alla fine e tagliare il traguardo
con le braccia alzate. Ma è necessario trovare la giusta andatura e non mollare
davanti alla prima mancanza di fiato o al primo dolorino dei muscoli. Volare vuol
dire sentirsi realizzati perché si sa che ogni cosa che si sta facendo la si sta
compiendo al massimo, con gioia, con passione, non tanto per passare il tempo.
Volare significa osare, buttarsi ad ali spiegate verso nuove esperienze senza
temere il giudizio degli altri, ma mettendosi continuamente in discussione, accettando critiche e suggerimenti. Ecco questo è il mio impegno per l’anno che verrà. Grazie di cuore a tutti per le emozioni che mi avete regalato.
Il gesto del “sasso” mi ha commosso. Non mi vergogno a dirlo. Segna un cambiamento, un passaggio, una scelta. La nostra vita è fatta di scelte e dobbiamo
allenarci a fare queste scelte. Ho dentro di me una grande sensazione di speranza dove per speranza intendo fiducia nel cammino che farò da qui in avanti.
Se provi a volare la tua vita prenderà il volo. Se non ti lanci, la tua vita
sarà sempre senza speranza.
30
tura e a tanti
Volare può significare tante
cose. Volare è dimostrare a
chi non crede in te di potercela fare. Volare è raggiungere l’obiettivo tanto desiderato. Volare è aiutare gli altri.
Volare è credere in se stessi.
Volare è essere liberi. Volare è
sentirsi bene. Volare è fare
qualcosa per se stessi e per gli
altri che ci rende felici. Venire a
Disentis, stare in mezzo alla naamici è sempre un’esperienza
fantastica e spesso commovente.
una vacanza che ti lascia il segno
e che ti entra nel cuore.
E’
Cari amici, è finita una delle settimane più significative della
nostra vita. In questa settimana
è racchiusa, secondo me, la
“vita perfetta”. Ogni secondo è
stato speciale, interessante e
pieno di insegnamenti. L’obiettivo di Disentis è di farci
volare come la gabbianella. Vorrei piangere perché tutto questo mi mancherà. Tornando a casa
potrò trasmettere a chi incontro quello che ho imparato. Non ho parole a
causa della tristezza e ad altre emozioni che sento dentro. Dopodomani dovrò
volare senza Disentis. Grazie a tutti, Sono in debito con ciascuno di voi.
La storia è finita, una settimana è passata ed ora è il momento di tornare ognuno al proprio nido. Questa settimana, ragazzi, come la gabbianella avete preso il
volo ed avete avuto il coraggio di allontanarvi dalle comodità. Vi auguro di arrivare sempre più in alto e che un giorno possiate realizzare i vostri sogni. Come
ci ha insegnato Zorba: “Vola solo chi osa farlo”. E quindi osiamo, non fermiamoci alla prima difficoltà, non crediamo mai di non essere all’altezza di fare qualcosa prima di provare a farla. E quando prenderemo il volo, ricordiamoci che ci
sarà sempre qualcuno che volerà con noi, (non per noi), a cominciare dai vostri
genitori e dal vostro Staff.
Volare significa andare oltre i miei limiti senza presunzione, ma con fiducia e
speranza. Questa storia mi ha fatto riflettere sul significato di amare mia figlia.
Amare significa anche lasciarla andare alla ricerca della sua strada, sicuri che
l’amore che proviamo l’una per l’altra non cambierà, ma crescerà e si trasformerà. La vacanza sportiva è un’esperienza di vita, di amicizia, di collaborazione. La
vacanza sportiva è l’espressione più bella di cosa sono i bambini. Da genitore
ho la consapevolezza di aver scelto per mia figlia una cosa grande e bella. Grazie.
Sono bellissime le parole di Zorba; vengono dal profondo del cuore ed esprimono sincerità e amore per la gabbianella che è riuscita a volare. Quelle parole
hanno trasmesso a Fortunata il coraggio di dire “Sì, voglio vivere la mia vita tra
la terra ed il cielo, tra il cielo ed il mare. Toccare le nuvole al tramonto per farmi
cullare ed usare il sole per scaldarmi. Sfiorare l’acqua salata, sentire il vento tra
le piume, purificarmi con la pioggia, osservare i ghiacciai delle montagne più
31
alte, usare il mio canto come richiamo d’amore”.
APPENDICE: le riflessioni dei genitori.
PRIMA SETTIMANA
Oggi, rileggendo con voi le prime pagine di questa meravigliosa avventura, non
ho potuto fare a meno di mettermi nei panni di un personaggio (forse) poco importante ma che in questo momento è per me quello centrale: la mamma di Zorba. Arriva per tutti i cuccioli il momento di allontanarsi dal nido sicuro dove sono
nati. Per conciliare questo bisogno di libertà e indipendenza con le nostre paure
e preoccupazioni bisogna creare e sfruttare occasioni come quella che stanno
vivendo i ragazzi a Disentis, dando loro la possibilità di misurarsi con ambienti e
persone nuove e di prendersi cura di se stessi e delle proprie cose.
I nostri bambini sono forse più coraggiosi di noi, perché come Zorba sono curiosi, vivaci e imprudenti. Il nostro compito è quello di incoraggiarli a scoprire il
mondo che ci circonda, che è sì pieno di pericoli, ma anche di cose belle e di
persone speciali che rischieremmo di non incontrare se restassimo sempre in
casa, nel nostro giardino, nel nostro quartiere o oratorio, nella nostra classe o
scuola. In questa settimana i nostri bambini hanno una grande occasione: possono uscire dalla cesta e fare un giretto nel porto; potranno imbattersi in qualche
difficoltà (magari finire nel becco di un pellicano), ma sulla loro strada c'è di sicuro “un bambino vivace e generoso” pronto a tendere loro la mano. Buona avventura a tutti!
Non credo esista un'età anagrafica che sancisca il momento in cui sia giusto
che un bambino si allontani dal nido, penso però che la cosa importante sia fornire ai bambini gli strumenti per poter spiccare il volo ed affrontare le situazioni
che si presenteranno senza soluzioni preconfezionate, facendo capire loro che
dove sono o andranno potranno sempre guardarsi indietro e vedere che da dove sono partiti c'è sempre una luce accesa a cui guardare, dove trovare forza,
punti di riferimento e perché no talvolta ristoro.
Grazie per le foto!
Ciao a tutto lo splendido Staff.
Iniziando con i ringraziamenti e la stima che sentiamo nei vs.
confronti per il bel clima ed armonia che
abbiamo assaporato domenica
scorsa e che gustiamo da ormai
tre anni a questa parte.
Premesso che è veramente stimolante la lettura del libretto formativo
fornitoci domenica pomeriggio, parallelamente curioso è il fatto che ciò
che leggiamo noi giornalmente viene
letto anche dai nostri ragazzi creando
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una sorta di collegamento mentale tra
noi e loro a distanza di chilometri.
Difatti, pensiamo che i nostri bambini,
immersi in un paesaggio e contesto
che definiremmo quantomeno fantastico e stimolante per chiunque,
ma a maggior ragione per loro, crediamo che la lettura odierna e dei
prossimi giorni possa aiutarli a
comprendere la lezione che ci trasmette il testo della Gabbianella ed
il Gatto.
Ci viene da pensare, leggendo il
testo di oggi, al nostro gatto tanto
amato e coccolato da tutti noi. Lui è
il vero padrone di casa, miagola e
ci viene incontro quando torniamo
a casa, meglio di un cagnolino. Si accuccia ai piedi dei bambini quando stanno
per addormentarsi; diciamo che è sicuramente uno della famiglia.
Anche in questi giorni che Lorenzo e Giorgia si godono con voi queste belle
giornate di sport ed umanità, amicizia e calore umano, il nostro gatto sembra
che senta nostalgia dei bambini e sembra dica: “ma dove sono? Quando tornano a farmi le coccole?”.
Per quanto concerne l'essere troppo attaccati al nido familiare, ecc. crediamo
che iniziative come quella della vacanza sportiva che stanno vivendo, accresca
in loro la consapevolezza di sé stessi, della propria autonomia, di cavarsela da
sé, ma comunque potendo contare nei momenti di bisogno quotidiano (che sia
una necessità pratica, ma anche una coccola) su di voi.
Nello stesso momento staccandosi temporaneamente da noi, capiscono il nostro amore nei loro confronti e viceversa.
Non vogliamo più annoiarvi, tanto abbiamo tempo per farlo nelle prossime serate/riflessioni dei prossimi giorni.
Un simpatico saluto a Voi tutti e a presto!
Barbara e Luigi Piano (un bacione ai ns. Lorenzo e Giorgia).
La “Storia di una Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare”, come del
resto anche gli altri racconti di Luis Sepùlveda sono brevi ma intensi, lasciano al
lettore molti spunti di riflessione. Sono sì fiabe, ma hanno la forza di una
“parabola”.
Non c'è un'età specifica per leggerli, solitamente si fanno leggere ai bambini e
ragazzi, ma sono adatti a tutti, e soprattutto non basta leggerli un'unica volta.
Quand'è il momento o l'età giusta per allontanarci dal “nostro nido”? Per un genitore è difficile lasciare andare i propri figli. Gibran ci regala un pensiero profondo:
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E una donna che reggeva un bimbo al seno disse:
Parlaci dei Figli.
Ed egli disse: I vostri figli non sono figli vostri. Sono i figli e figlie dell'ardore che
la Vita ha per se stessa. Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi e, benché vivano con voi, non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri. Poiché essi hanno i loro
propri pensieri. Potete dare rifugio ai loro corpi, ma non alle loro anime, poiché
le loro anime dimorano nella casa del domani, che neppure in sogno vi è concesso di visitare. Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercate di rendere essi simili a voi. Poiché la vita non va mai indietro né indugia con il passato.
Voi siete gli archi da cui i vostri figli come frecce vive sono scoccate.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi piega e vi flette con la
sua forza perché le sue frecce vadano veloci e lontano.
Fate che sia gioioso e lieto questo vostro esser piegati dalla mano dell’Arciere;
poiché come ama la freccia che scaglia, così Egli ama anche l’arco che è saldo.
Eppur la vita continua...
Non bisogna arrendersi alle difficoltà, bisogna andare avanti e soprattutto cercare di dare il proprio meglio, anche seppur piccolo.
La leggenda del COLIBRI’:
Narra un’antica fiaba africana che, bruciando la foresta, tutti gli animali si misero
a fuggire, compreso il leone. Solo un colibrì volava intrepido verso l’incendio.
Così il leone, il re della foresta, si chiedeva perché il piccolo volatile si dirigesse
con tanta alacrità verso il luogo in cui tutto stava bruciando.
Il colibrì rispondeva che andava là proprio per questo, per spegnere l’incendio.
“Ma è impossibile domare fiamme così vaste con la goccia che porti nel tuo becco”, gli faceva notare il leone”.
Il colibrì rispose: “io faccio la mia parte”.
Con me vivono due meravigliosi cani Bianca e Fulmine e anche dei pesci stupendi. Mi danno tanto affetto ed è bellissimo vivere con loro, Loro sono semplici
ti fanno capire cosa desiderano e sono molto fedeli. Hanno occhi umani, fanno
parte della famiglia. Il momento più speciale è stato il parto di Bianca, vedere nascere sei stupende creature.
Aveva bisogno del mio
aiuto e l'ho aiutata a
tagliare due cordoni
ombelicali
perché
Bianca era in difficoltà.
A questo evento era
presente anche mio
figlio. Evento straordinario! "Il nostro nido ": molto importante, è un punto di riferimento dove tu
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ti senti sicuro protetto e
amato. L'allontanarsi o
essere indipendenti e
autonomi lo facciamo già quando
si esce dal grembo, nasce una
creatura che è tua, ma non del
tutto perché noi genitori siamo
una guida e dobbiamo aver fiducia e dare la possibilità di crescere, esplorare, fare anche
degli errori. Questo é lasciare
andare i propri figli e non soffocarli con ansie e paure. Per
me la libertà é importante.
Non c'è una ricetta perfetta
bisogna crescere insieme,
dare attenzioni, ascoltare, comunicare,
consigliare e sopratutto amare.
Non sono superstiziosa, amo i gatti neri perchè sono particolari. Ho però un
portafortuna, un cuore di legno con su scritto: “Mamma ti voglio bene”.
Buongiorno a tutti! Son la mamma di un bimbo che vive per la prima volta questa esperienza a Disentis. Non essendo mai andato via da solo per più' di un
giorno, io mamma avevo mille timori, dubbi, paure; avrei voluto aspettare l'anno
prossimo ed invece è stato proprio lui che mi ha aiutato a prendere la decisione
di farlo andare. Son appena trascorsi 2 giorni, eppure vedere tutti questi bambini
correre, saltare, giocare felici in questa cornice spettacolare che è la montagna,
mi rallegra e mi rasserena; mi conferma di aver preso la decisione giusta. Da
mamma "ansiosa" ora mi sento una mamma "fiduciosa" e serena. Son molto
contenta di vedere quanto lo Staff si impegna. Il momento formativo secondo
me è un momento molto bello sia per i bambini che per i genitori. Dovremmo
tutti fermarci un po' più spesso con i nostri figli e non e riflettere. Oggi si è sempre di corsa ed è sempre più difficile trovare un piccolo spazio per riflettere. Non
conosco la storia "La gabbianella e il gatto", la sto conoscendo giorno per giorno
con voi e devo dire che, per quel poco che ho letto, è sorprendente quanto gli
animali abbiano da insegnarci. Non servono le parole, le lingue, perché il loro
linguaggio è universale e i loro comportamenti ci lasciano a volte senza parole.
Noi umani? Troppo complicati! C'è solo da imparare da questi esseri; bisogna
solo osservarli. Un caro saluto a tutti i bambini e un augurio di buon lavoro a tutti
gli educatori. GRAZIE. Divertitevi!.
Solo la fantasia di un Fuoriclasse come Dio avrebbe potuto inventare la meraviglia della Natura e farcene dono!
Un abbraccio,
mamma Cristina
35 Nostra
Grandi. È sempre emozionante vedere come fate sorridere i bambini.
figlia è sempre attenta, impegnata e si mette in gioco con un mega sorriso
sempre sul volto! Salutatecela. Mamma papà e la sorellina Greta la guardano
sempre e siamo felici che
abbia scelto di vivervi.
Buongiorno a tutti,
È veramente emozionante
guardare le foto. Dai loro
volti trapela la gioia e la serenità.
Grazie per questa esperienza straordinaria.
Avere il coraggio di ammettere di aver bisogno di aiuto,
sapendo discernere a chi rivolgersi. Roba da Grandi.......!
Buona giornata, mamma mia che emozione! il sorriso di un bambino ti riempie la
giornata . Sono molto felice che mia figlia stia affrontando tutto questo con il sorriso e il viso rilassato di chi vive un'esperienza con naturalezza e senza alcuna
inibizione. Grazie, non avrei mai pensato di avere il coraggio di staccarmi da lei.
Questa esperienza serve anche a noi genitori che viviamo spesso con la paura
del pericolo.
Non bisogna aver paura di chiedere; riconoscere di non essere in grado di risolvere un problema non è umiliante. C'è sempre da imparare, anche se si è il migliore in un determinato campo, ci saranno sempre cose in cui non riusciamo.
Riconoscere i propri limiti non significa essere inferiori. Essere umile significa
riconoscere ed accettare i propri limiti e le proprie potenzialità e in funzione di
queste mettersi a disposizione degli altri, dare il meglio di sé. Se tutti fossimo un
po' più umili e meno presuntuosi di conoscere “la verità”, miglioreremmo la nostra vita e quella delle altre persone.
Simbolo di umiltà è Madre Teresa di Calcutta
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Ciao a tutti!
So che Anna è piccola
e capirà poco della storia ma sono convinta
che tutto ciò che vive
prima o poi riemergerà
abbiamo voluto questa
esperienza per lei perché anche lei possa
spiccare il volo come la
gabbianella del racconto.
Siamo in trepidazione nel
pensarla così lontana
senza tante notizie, ma
siamo sicuri che se la potrà cavare e imparare che la vita va vissuta anche senza un aiuto continuo. Anche se noi soffriamo da casa lo facciamo perché lei
possa crescere. Un abbraccio. Daniela mamma di Anna Canale
Ciao a tutto lo Staff e a tutti i ns. ragazzi!
"Vola solo chi osa farlo". Tempo fa avevo una maglietta con disegnati il gatto
e la gabbianella e questa scritta ben visibile. Ero orgogliosa di portarla. Mi affermavo come "me stessa". L'indipendenza parte dalla conoscenza di se stessi.
Per conoscersi però c'è bisogno di un aiuto esterno: tante piccole dolci spinte
verso la vita da parte di famiglia, amici, insegnanti, educatori che formano le
esperienze spronanti ad osare. Osare di volare. Grazie a tutti voi che state contribuendo con questo importante momento formativo a questa tappa di vita
dei nostri figli. Ormai siamo otre la metà settimana
e la mia bambina comincia a mancarmi molto, ma
quando la sento telefonicamente felice ed entusiasta e la vedo in foto
sorridente, capisco che la
scelta di farla volare è
stata la più giusta. Perché
"vola solo chi osa farlo". A
Domenica!
Con piacere ho letto “La Gabbianella e il Gatto”, giorno per giorno. Non conoscevo questa favola.. Volentieri cerco di condividere alcuni pensieri, ovviamente
mediati da diversi fattori: l'età e le esperienze già vissute, che danno chiavi di
lettura e riflessioni personali diverse da quelle dei ragazzi. Il mondo non è divisibile tra buoni (gli animali) e cattivi (uomini che inquinano). Per esempio il bimbo
(uomo) che salva Zorba dal pellicano (animale) o lo stormo dei gabbiani che
abbandona chi è ferito o in pericolo. Non tutto quindi è identificabile in schemi
predefiniti. Zorba non è nato buono e responsabile, non si è fatto da sé, la sua
bontà e onestà (mantiene la promessa a K.) gli viene da mamma gatta e papà
gatto che sicuramente l'hanno educato così, dall'esempio che ha sperimentato
fin dai primi giorni di vita. Affronta la vita e i fatti che accadono (l'incontro con K.
e la sua pietà per lei) con onestà e responsabilità. Dunque esiste un "prima",
una "storia" in cui si è cresciuti, magari inconsapevolmente. La saggezza ed
esperienza di Colonnello ha bisogno dell'ordine e della meticolosità di Segreta37 ma anrio, entrambi hanno bisogno delle competenze e conoscenze di Diderot,
che per Diderot l'aiuto di Colonnello e Segretario si rivela importante. La conoscenza da sola non basta, serve il metodo che a sua volta deve essere accom-
pagnato dalla saggezza e
dall'umiltà. Anche la saggezza e l'umiltà devono essere
accompagnate dalla conoscenza e dall'ordine per
essere risolutive e proficue.
Diderot infatti non avrebbe
trovato la risposta nelle
parole
"gabbiano"
e
"petrolio", l'esperienza di
Colonnello l'ha indirizzato
a cercare la soluzione
giusta. Quindi non è sufficiente essere degli esperti e sapere tutto: il segreto è avere la capacità di saper cercare e saper trovare quello che ci
serve. Kengah sbaglia (si distrae) e ne subisce le conseguenze, ma si sforza di
mettere in salvo il frutto della sua vita (compreso il suo errore), cioè l'uovo (una
nuova vita). Tutti i personaggi fino ad ora incontrati rappresentano diversi lati
del nostro essere Umanità: nessuno può stare da solo, abbiamo bisogno l'uno
dell'altro. Siccome il momento formativo è inserito in una settimana di camp
sportivo, cosa può voler dire la storia in relazione alla mia esperienza sportiva
(trascorsa, aihmé) ? Che nessuno è nato campione o sa già tutto dello sport,
occorre qualcuno (lo Staff) che lo educhi ad affrontare le prove e la fatica con
onestà e responsabilità, l'errore ci può stare (il proprio o quello di altri) e serve
ad imparare (fare esperienza), a migliorare. Per questo occorre unire le tre qualità di Colonnello, Segretario e Diderot: aumentare l'esperienza, fare tutto con
buona dosa di meticolosità, approfondire la conoscenza. Senza una delle tre
non si riesce a ottenere il risultato. L'esempio dell'Italia ai Mondiali (perdonatemi
la semplificazione) mi sembra calzi a pennello: Balotelli (tecnicamente validissimo) da solo non ha potuto salvare la squadra che senza l'apporto di uno, non è
riuscita a fare il risultato. Ma poi la settimana a Disentis finisce e torneremo al
solito tran-tran quotidiano. Possiamo allargare queste considerazioni anche alla
vita di tutti i giorni? Certamente. Nessuno nasce sapendo già cosa lo aspetta,
non sarà sempre tutto bello e protetto come in casa. Ma c'è qualcuno che ci educa (la famiglia, innanzitutto, poi i maestri e i professori, altri educatori), cioè ci
trasmette delle basi per poi camminare da soli. Occorre riconoscerle, ci serviranno, sempre. Poi pian piano incontriamo le difficoltà, le sorprese, le fatiche
(amicizie, studio, lavoro, malattie, avventure e disavventure, cose belle e meno
belle) e ci occorrono aiuti, in alcuni casi, o qualcuno con cui dividere le gioie, in
altri. Li possiamo trovare intorno a noi. Non possiamo vivere da soli. Non ci si
riesce. Importante è sapere come (metodo), con chi (esperienza) e con cosa
(competenza) trovare le soluzioni per affrontare la vita. Lo Sport (notare la maiuscola) ci aiuta a comprendere meglio come affrontare le sfide della vita, attraver38 degli istruttori e dei compagni. Solo insieme possiamo vincere la
so il supporto
partita. Se manca uno (quello - per esempio - che passa bene la palla, che
prende il rimbalzo, che si tuffa a recuperare la palla, che occupa gli spazi, che
difende) anche il più bravo attaccante non riuscirà mai a vincere da solo. La
"squadra", il gruppo, gli amici, i compagni sono importanti. Il taglio della proposta educativa/sportiva del CSI a Disentis mi è piaciuto da subito. Per questi motivi non ho sentito negativamente il distacco, seppure sia la prima volta che
Chiara si sia allontana dalla famiglia da sola, ma non vivo con apprensione questa settimana. Certamente sono curioso e aspetto le foto giornaliere. Ma so che
il distacco è il suo destino. L'adolescenza incombe. Sappiamo che è parte del
suo cammino personale per diventare una Donna adulta. Ed è il nostro destino
di mamme e papà che, fin dal suo primo vagito, sappiamo che siamo chiamati
ad accompagnare, non a governare prestabilire, il cammino di crescita di queste
nuove persone, che hanno un proprio "io" già definito e diverso, completamente
diverso, dal nostro. Percepisco che questa esperienza educativa e formativa è
importante per lei. E ringrazio lo Staff e gli organizzatori per la passione che traspare.
Ho pensato spesso, in questa settimana, a "VOI" a Disentis.Vi ho pensato come
gruppo e con "VOI" Agata mia figlia. Lo scorso anno Agata è rientrata a casa
molto provata e per lungo tempo ha fatto molta fatica a parlare e trasmettermi
quanto male fosse stata, ma allo stesso tempo sentivo che ce l'aveva fatta! Ogni
qual volta si pronunciava la parola Disentis non emergeva la voglia di tornare.
Delle sue amiche nessuno quest'anno ci ha voluto riprovare.
Poi improvvisamente e inaspettatamente a maggio mi ha chiesto di riprovarci.
Meravigliati e un po' attoniti con mio marito abbiamo deciso che poteva correre il
rischio di riprovarci.
Ho riletto la storia de "La gabbianella e il gatto" e penso che l'attesa e la cura
creano le condizioni per affrontare e attraversare nuove sfide, poter volare è
possibile se chi ti guarda accetta di poter rischiare con te.
Vedendo le fotografie e sentendola al telefono abbiamo la sensazione che ce
l'abbia fatta.
Carissimi tutti, da Silvano a Mimmo (splendido tema!) dal mitico Franci alle
"giovani leve" e a tutti i volontari cuochi compresi. Grazie, grazie GRAZIEEEEEE!!!
Siete semplicemente fantastici e non sappiamo come ringraziarvi per
la splendida settimana che
avete fatto vivere ai nostri
bambini. Il loro sorriso ci ha
riempito il cuore. Come la
mamma della gabbianella
anche noi avevamo la certezza di lasciare il nostro
piccolo "uovo" ( e "uomo") in
mani sicure. Un abbraccio
39
affettuoso a tutti voi!
Ho sempre ritenuto mio figlio
un "antisportivo" perché pur-
troppo non ha grandi doti fisiche e
non è nemmeno un bambino tenace. L'ho sempre mandato a Disentis con la speranza che si appassioni a qualche sport (oltre al fatto
che ci va la sorella), ma anche se
questo non è ancora successo è
il terzo anno che ci vuole venire.
Ciò mi fa veramente pensare che
Disentis non è solo sport, ma è
un'esperienza di amicizia, divertimento, indipendenza e crescita.
So che lo Staff ci tiene veramente all'educazione
dei bambini, e non solo a livello sportivo, ma anche personale. Fare una campestre arrivando fino in fondo e sapendo che si arriverà sicuramente tra
gli ultimi per mio figlio, che si è sempre rifiutato di partecipare a una gara, è un
grandissimo traguardo, e sono molto orgogliosa di lui. Con grandissima stima.
Cari amici dello Staff, anche quest'anno volevamo chiudere questa settimana
con un GRAZIE! Sappiamo che domani sarà difficile salutarvi tutti e ringraziarvi
personalmente. Siete davvero speciali: attenti, sensibili alle esigenze di ognuno,
gioiosi, affettuos e non solo verso i nostri bambini, ma lo siete stati anche verso noi genitori che in queste occasioni ci riscopriamo apprensivi e timorosi.
E' stato bello vedervi giocare ed è stato emozionante leggere con voi la storia
della gabbianella e del gatto.
Ogni anno ci stupiamo della profondità dei pensieri dei ragazzi e ci rendiamo
conto di come sia importante per loro e per noi fermarsi e ripensare a quei valori
che troppe volte diamo per scontati e che invece dovrebbero rispecchiare il nostro modo di essere quotidiano. Un abbraccio ad ognuno di voi!
Ciao a tutto lo Staff e a tutti i ragazzi. Siete fantastici!
Vedere i nostri figli sempre sorridenti, ci rende sereni e contenti della scelta fatta.
Grazie per questa magnifica opportunità offerta ai nostri ragazzi e a noi genitori,
che abbiamo potuto seguire e comprendere attraverso la "Storia di una Gabbianella
e del Gatto che le insegnò a volare" quello che si può ottenere "osando".
Sì, perché noi abbiano osato, ci siamo affidati a Voi. Voi che avete tradotto in
realtà il vostro sapere, l'avete messo a servizio degli altri, dei nostri figli. Voi che
con il vostro impegno avete trasmesso l'umiltà e la solidarietà. Voi che, attraverso i diversi sport, avete insegnato che la diversità accomuna. C'è chi riesce meglio in una cosa, chi in un'altra, ma alla fine non bisogna mai arrendersi, bisogna
mettersi in gioco.
Grazie ancora per tutto, non vediamo l'ora di abbracciare il nostro Cristian in
volo.... 40
In ogni essere vivente c'è una forza grande che fa volare. Bisogna mettere da
parte la paura di sbagliare o di non essere all'altezza e lanciarsi giù dal campanile, in mezzo al temporale e ricordarsi di quello che abbiamo dentro, di quello
che siamo, di quanto grande è la nostra Anima, parte di Anima infinita che ci ha
voluto nel mondo ricordando che non siamo soli, abbiamo gli amici, i genitori, gli
insegnanti, gli educatori e i Poeti; persone speciali che ascoltano con l'Anima il
mondo che parla. Tutti siamo Poeti, i bambini più di noi grandi senza ombra di
dubbio.
In questa settimana di "mamma da lontano" ho con piacere riletto e riflettuto su
questo racconto riscoprendo la Poesia che abbiamo dentro, quella che ci permette di cogliere la bellezza della natura e degli Altri, e credo (spero) che l'esperienza a Disentis possa essere stata per il nostro "gabbianello" un volo alla conquista del cielo blu...GRAZIE A TUTTI!
CONCLUSIONE
Ci piace salutarvi e augurarvi “buon volo” e Buon “andiamo contro … corrente” riportando due brevi brani dei nostri libretti che riassumono lo spirito e gli obiettivi di questa nostra vacanza sportivo-formativa.
“Mamma (lo chiamò per l’ultima volta proprio così) … Mamma ho paura!”.
E Zorba rispose:
“Ora volerai, Fortunata.
Respira.
Senti la pioggia.
E l’acqua.
Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice ed uno di questi si chiama
acqua. Un altro si chiama vento.
Un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia.
Senti la pioggia.
Apri le ali”.
E Fortunata spiegò le ali ...
Nel testamento lasciato
ai suoi ragazzi don Milani scrisse:
“Ho voluto più bene a voi
che a Dio, ma ho speranza
che Lui non stia attento a
queste sottigliezze e abbia
scritto tutto al suo conto”.
Il vostro Staff
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riflessioni ragazzi 2015 gabbianelle