A
Accoglienza
Acqua
Aria
Anziani
Cosa hanno fatto
La struttura realizzata in via Isonzo e
destinata ad accogliere situazioni di
emergenza abitativa dovuta alle più
diverse cause e situazioni, resta di fatto
utilizzata solo per brevissimi periodi o in
caso di emergenza (nello scorso anno,
soltanto per far fronte alla domanda di
ricovero notturno invernale). Chi ci
amministra non intende prendere atto del
fatto che è da tempo diventata “norma”
quella che viene chiamata “emergenza”
sociale.
Cosa faremo noi
Noi apriremo e metteremo a frutto le risorse
pubbliche utilizzate per la struttura di via
Isonzo. È nostra intenzione promuovere e
sostenere progetti di interesse generale in
grado di dare un senso e una prospettiva
alla vita di coloro che, per le più diverse
ragioni, si sono rivolti alle istituzioni per
chiedere un sostegno nell’affrontare il dramma
che li vede protagonisti.
Cosa hanno fatto
La cultura politica di chi ci amministra
prevede che l’acqua sia un bene che può
essere affidato al mercato.
Cosa faremo noi
Noi crediamo che l’acqua sia un bene al cui
accesso ha diritto ogni essere vivente, per il
solo motivo di esistere. La gestione del ciclo
dell’acqua è uno degli obblighi che anche i
recente referendum hanno posto a chi si
propone per amministrare i beni di tutti. Noi
siamo tra coloro che credono che non si possa
e non sia lecito trarre alcun profitto dalla
gestione dell’acqua: per questo ci impegniamo
a mantenere pubblica la gestione del ciclo
dell’acqua.
Cosa hanno fatto
La misura della qualità è data dai
moltissimi giorni di superamento delle
sogli di sicurezza.
Cosa faremo noi
Soltanto sostenendo con tutti mezzi una
“riconversione” ambientalmente sostenibile
delle fonti energetiche sarà possibile parlare
di “aria buona” in città. Questo richiede scelte
ma anche esempi (nessun impianto a gasolio
nelle strutture pubbliche o nei mezzi in
circolazione per il trasporto pubblico, ad
esempio). Anche per quanto riguarda la
cosiddetta “gestione del calore” nelle strutture
pubbliche, il cui appalto è in scadenza, siamo
a chieder una proroga di 6 mesi per dare alla
nuova amministrazione la possibilità di
intervenire nel merito.
Cosa hanno fatto
Abbiamo sperimentato, con la vicenda di
Cà d’Industria, che il modello
economicista non solo è inadeguato per
garantire qualità, ma addirittura incapace
di produrre quegli effetti che ne avevano
motivato l’adozione. Il processo d
espulsione degli anziani non è stato in
nessun modo contrastato e ora molte
(troppe) sono le situazioni di sradicamento
e di fatica. Non c’è stata nessuna
valorizzazione di saperi e competenze e
sono pochissimi gli spazi a disposizione.
Cosa faremo noi
Abbiamo la ferma determinazione di garantire
il massimo della qualità della vita alle
persone, assicurando loro la possibilità di
rimanere per quanto possibile, nella loro
dimora. Per questo ci impegniamo ad
ascoltare, accompagnare e sostenere chi
opera servizi alla persona (sanitari, sociosanitari, psicologici e di supporto
organizzativo) e chi offre stimoli per attività non
ovvie (Università della terza età, circoli,
associazioni). Nell’ambito del settore Servizi
sociali intendiamo dare rilievo all’ascolto
attraverso il lavoro sistematico della consulta e
degli uffici.
B
Bus
Bambini
Cosa hanno fatto
Il servizio si regge su studenti e extracomunitari. Nessuna prospettiva di
sviluppo e costi a carico dei cittadini
sempre più elevati. Nessuno sviluppo
delle corsie preferenziali negli ultimi anni.
La sostituzione di mezzi con nuovi a
basso impatto ambientale non è adeguata
alle esigenze di abbattere decisamente
alcuni inquinanti (nessun bus a metano e
tantomeno elettrico).
Cosa faremo noi
Il piano del Trasporto pubblico scade nella
prossima primavera, Noi chiediamo che sia
prorogato per 6 mesi in modo che sia la
prossima amministrazione a decidere i
contenuti del nuovo affidamento del
servizio, integrato cin un ripensamento della
mobilità urbana (nuove linee).
Cosa hanno fatto
I servizi e gli spazi a loro destinati (nidi,
giardini, spazi di gioco) sono rimasti
sostanzialmente gli stessi.
Cosa faremo noi
Questa non è una città a misura di bambino:
ciò esige di pensare in modo diverso anche
la stessa mobilità. Le strade urbane non sono
di proprietà degli automobilisti. Il movimento
dei piccoli e gli spazi a loro destinati sono un
tema aperto. La piccola esperienza del
giardino di via Vittorio Emanuele è prova
evidente del bisogno di spazi accessibili,
protetti e gradevoli. Alcuni parchi sono
abbandonati a se stessi, divenuti luoghi di
stazionamento di persone con storie ferite.
C
Ca’d’industria
Cultura
Carcere
Cimiteri
Cosa hanno fatto
All’errore della privatizzazione (imposta
dalla legge regionale) si è sommata la
mancanza di indirizzi sui quali impegnare
gli amministratori designati. L’esperimento
della “casa albergo” di Via Volta è stato
demolito. La qualità percepita di alcuni
servizi da parte degli ospiti è precipitata, la
lista di attesa si è prosciugata. Una
secolare tradizione di lasciti si è
bruscamente interrotta. Tutti segni del
tradimento della missione originaria
dell’istituto.
Cosa faremo noi
Un Consiglio di amministrazione affidabile e
indirizzi chiari che ripristini la qualità del
servizio, l’efficienza e l’equilibrio di bilancio,
ritorno alla gestione interna della
ristorazione, rilancio del modello casa
albergo.
Cosa hanno fatto
La strategia delle grandi mostre produce
numeri (nemmeno troppo significativi) e
costi, con vantaggio di pochi. Di fatto
quasi tutto l’investimento in cultura è
incentrato sui questo evento annuale.
Cosa faremo noi
Noi ci impegniamo a promuovere con
coraggio, le peculiarità della città: se le cifre
spese per promuovere le mostre fossero state
spese per il Razionalismo, per valorizzare i
percorsi Voltiani, per sostenere le offerte
culturali dell’Università, del Teatro, del
Conservatorio, di Parolario e i molteplici
spunti di eccellenza che la città e il suo
territorio hanno dimostrato di possedere, oggi
la vocazione turistica di Como avrebbe
un’impronta chiara e non precaria.
Contestualmente l’azienda di promozione
turistica e gli albergatori, ma con loro tutte le
attività economiche, avrebbero compreso che
l’investimento in cultura è capace di
generare non solo benessere sociale e
futuro per i nostri figli, ma anche insperate
risorse economiche.
Cosa hanno fatto
Il luogo è stato (quasi) abbandonato:
lontano dalla città in tutti i sensi.
Cosa faremo noi
Magatti, espressione di Paco in Consiglio
comunale, ha sostenuto la fermata del Bus
davanti al Carcere, ora presente: ci
impegneremo per collegare questo luogo alla
città anche in tutti gli altri modi, favorendo
borse di lavoro per chi vi “abita”. Ci
impegneremo per le famiglie dei detenuti, per
favorire attività sportive e culturali per gli ospiti
del Bassone e perché finalmente venga
nominato un garante, un difensore civico
attento alle richieste e ai bisogni di queste
persone.
Cosa hanno fatto
E’ stato privatizzato il servizio pompe
funebri che garantiva costi calmierati ed
una dignitosa sepoltura a tutti, anche ai
più bisognosi. Molti cimiteri non sono stati
curati come si sarebbe dovuto fare.
Cosa faremo noi
Ci impegniamo ad un attenzione continua a
questi luoghi, alla pulizia e al decoro, per
l’eliminazione delle barriere architettoniche
purtroppo molto presenti e uno studio per
favorire l’accesso alle persone anziane.
D
Democrazia
Dormitorio
Depuratore
Cosa hanno fatto
Molti hanno subito le scelte di pochi sullo
stile del “decidi, comunica, difendi”: vedi
casi paratie, trasferimento ospedale,
Ticosa. Molti hanno capito troppo tardi che
delegare non significa disponibilità ad
accettare tutto ciò che il principe di turno
immagina e ad affidare la città e la sua
storia alle fantasie del sindaco di turno.
Cosa faremo noi
Questi sono tempi di nuova passione
partecipativa. La comunicazione è diventata
sempre più veloce, fitta e analitica. Ma questo
non basta, perché le narrazioni si
sovrappongono ai dati, chi vive di “sentito dire”
si confronta alla pari con chi è documentato e
competente.
Lavoreremo per ricostruire un clima
partecipativo aperto al confronto e al
dialogo, per coinvolgere responsabilmente
tutti nelle scelte strategiche, prima di
procedere, contendo la voglia di alcuni di
occupare tutti gli spazi.
Ri-costruiremo, insieme. partecipazione e
democrazie rivolgendoci a “tutti” i cittadini.
Saranno tempi di sperimentazione, forse
anche di errori, ma la direzione è chiara.
Cosa hanno fatto
Il problema è lasciato ad altri. Si sa che la
cultura “liberista” considera gli sconfitti
dalla storia un inevitabile “effetto
collaterale”. E poi: se sei senza lavoro,
non sei stato capace di “reggere” le sfide
o le vicende della tua vita, la “colpa” di chi
è? Se poi sei straniero e non hai tutto in
regola, nemmeno si tratta: la Lega
griderebbe ancora più forte.
Cosa faremo noi
Con il referendum cittadino che abbiamo
promosso si sono create le condizioni perché
un piccolo passo in avanti venisse fatto,
purtroppo del tutto inadeguato ai bisogni reali
che sono sotto gli occhi di tutti. Una minima
dignità restituita alla persona è premessa per
ogni tentativo dei recupero sociale (anche solo
parziale). Non basta sapere che ci sono gruppi
che si dedicano al disagio estremo, è
necessario che la città sia al loro fianco.
Cosa hanno fatto
Persi i finanziamenti europei, un
depuratore nuovo resta una chimera. Ma
intanto, dopo le nostre proposte, si è
almeno capito che si poteva intervenire in
viale Innocenzo con una copertura per
limitare gli sgradevoli odori.
Cosa faremo noi
L’orizzonte è la gestione pubblica
dell’intero ciclo dell’acqua, della quale la
depurazione è un elemento critico. I costi da
affrontare per portare al 100% la depurazione
della acque reflue e garantirne la gestione
sono ancora importanti: ma non permetteremo
che qualcuno possa addirittura lucrare.
E
Edilizia
residenziale
Pubblica
Cosa hanno fatto
Si son perse occasioni infinite. Abbiamo
sempre inutilmente richiesto che in
ciascuno dei tanti interventi immobiliari
che hanno trasformato in residenza le
aree industriali venisse reso disponibile
almeno un alloggio per edilizia
residenziale pubblica. Di più: si sta
provvedendo alla vendita degli alloggi di
proprietà comunale che sono inseriti in
condomini.
Cosa faremo noi
Non si risolvono i problemi costruendo case
nelle quali concentrare tutte le “povertà” (da
quelle economiche a quelle sociali), tutte le
culture e tutte le religioni del mondo. Pensiamo
a una presenza diffusa di alloggi per chi è
messo nell’angolo dal mercato, spesso drogato
e speculativo. Crediamo, infine, che occorra
combattere la rendita che riconosciamo come
tassa nascosta . Per questo occorre che
tornino sul mercato gli alloggi disponibili:
massimizzeremo l’ICI per quelli mantenuti
non occupati e combatteremo la
trasformazione dalla destinazione residenziale
nelle case del centro storico.
F
Fondi e risorse
Cosa hanno fatto
Gli anni in cui si poteva spendere senza
criterio in cose del tutto inutili (si pensi
solo per fare un esempio alle decine di
inutili dissuasori di sosta in ghisa, costati
“una cifra”). Oggi si crea allarme intorno ai
costi dei nidi, del trasporto locale, dei
servizi alle persone.
Cosa faremo noi
Se, come probabile, le risorse trasferite da
Regione e Stato subiranno una drastica
riduzione, si pone la necessità di condividere
scelte precise togliendo, se ci sono, piccoli
privilegi: nell’ambito sociale vale il criterio che
la giustizia si realizza soltanto nel dare in
relazione al bisogno effettivo.
G
Governo del
territorio
Giardini
Giovani
Cosa hanno fatto
Il Piano di Governo del Territorio e i sottoproblemi che dovrebbe affrontare (piano
dei servizi, della mobilità, dei parcheggi
ecc), malgrado i costi sostenuti, non è
venuto alla luce. Ha continuato a
dominare il processo di trasformazione
delle aree destinate al lavoro in residenza
coerentemente al modello di sviluppo
come “dormitorio” che questa città
affidatasi al centrodestra si è data da 18
anni.
Cosa faremo noi
Il territorio deve essere governato per essere
salvaguardato e per garantire il futuro anche
economico alla città. Siamo contrari a nuovo
consumo di territorio e alla continua
trasformazione di aree destinate al lavoro in
residenza (talvolta con evidenti obiettivi
speculativi). Anche l’area Ticosa, se il progetto
Multi dovesse definitivamente tramontare,
deve esser immaginata al servizio della città e
del suo sviluppo economico e produttivo, ben
sapendo i bisogni di questo nostro territorio e
la sua collocazione geografica.
Cosa hanno fatto
Da quindici anni sentiamo un annunciato
intervento di risistemazione dei giardini a
lago. In realtà la piccola manutenzione e
la gestione attenta del verdem, la pulizia e
il controllo sono stati più volte oggetto di
lamentela.
Cosa faremo noi
Lo scarso controllo e verifica degli appalti
affidati all’esterno riguarda in modo importante
questi settori. Renderemo i cittadini
protagonisti del controllo, renderemo
pubblici gli impegni assunti da coloro a cui
gli appalti sono affidati e daremo conto delle
segnalazioni.
Cosa hanno fatto
Quanto è stato fatto ha coinvolto solo una
piccola e selezionata parte del mondo
giovanile, catturato dalla “movida” ma con
pochi spazi reali di incontro.
Cosa faremo noi
È soprattutto l’università la vera opportunità
perché questa diventi una città nella quale i
giovani possono trovare spazi di crescita,
proposta, e di sano svago. Forse pochi sanno
che l’università accogli ogni anno alcune
centinaia di studenti provenienti da tutto il
mondo. Questa è, ancora, un tesoro nascosto:
ci impegnamo a valorizzarlo. L’iniziativa privata
saprà certamente raccogliere questo stimolo,
ma solo se il progetto sarà chiaro, guidato
dall’amministrazione e sostenuto nella logica
dei piccoli passi.
H
Hospital
Cosa hanno fatto
Abbiamo perso l’ospedale pubblico. Ci
siamo “incartati”,come sempre, in
un’operazione totalmente insensata. Ora
che i danni sono sotto gli occhi di tutti
(accessibilità, costi di gestione, magagne
e inefficienze varie) nessuno sembra
volere ammettere che un ospedale nuovo
doveva e poteva essere realizzato
nell’area del vecchio S. Anna, anche nella
prospettiva del risparmio del territorio. Non
parliamo, poi, della speculazione sul
parcheggio messa cinicamente in atto dal
sindaco di S. Fermo.
Cosa faremo noi
Ora che i buoi sono usciti dalla stalla, ciò che
si può e deve fare, è mantenere la
destinazione socio-sanitaria dell’area di via
Napoleona. La crisi immobiliare ci aiuta. Ma in
quell’area non si può e non si deve fare
speculazione immobiliare. E non ci dicano
che l’azienda sanitaria deve ripianare i debiti,
si rivolgano a chi li ha sostenuti e li ha aiutati a
costruire la cortina fumogena dentro la quale
hanno operato. Ci sono molte realtà pubbliche
e private, a partire dal mantenimento (o dal
ritorno) di ambulatori e attività ospedaliere, che
possono tornare a rendere viva quell’area
nello spirito della prima benefattrice, quella
Teresa Rimoldi che volle quell’area destinata
alle persone sofferenti della sua città.
I
Cosa hanno fatto
Impianti sportivi Il megaprogetto di Muggiò, che avrebbe
posto la città in ostaggio dell’ennesima
operazione destinata a pesare per molti
anni sulle tasche degli sportivi comaschi,
sembra sfumata. Dall’altra parte è
modestissima la cura dedicata alla
manutenzione degli impianti sportivi di
quartiere.
Cosa faremo noi
Noi crediamo che, a parte la manutenzione e
valorizzazione dell’esistente, lo spazio per
l’insediamento di strutture destinate ad
attività sportivo-ricreativa sia in prossimità
dell’università, nell’area del S. Martino (futuro
Campus), forse senza nemmeno bisogno di un
trasferimento di proprietà, ma con un progetto
che coinvolge Comune, Asl e Università, in
vista della “Salute” dei cittadini. Pensiamo a
strutture “leggere”, poco invasive, diffuse.
L
Lungolago e
paratoie
Cosa hanno fatto
Il progetto e il cantiere del lungolago e
delle paratie sono un disastro incredibile.
La macchina della propaganda ha spinto i
cittadini (E TANTI!) a votare per quegli
stessi che hanno fatto il disastro: se la
prendano i cittadini con chi li ha ingannati!
E se la prendano con chi non li a messi in
condizione di capire (e che da un paio do
anni grida con furore contro che ha
progettato i “muri”, denuncia costi enormi,
teme quelli che deriveranno dalla gestione
e si affanna a denunciare le infinite
magagne e ritardi di un’opera per molti
motivi insensata) e con chi si è fatto
eleggere senza neppure aver studiato il
progetto.
Cosa faremo noi
Dal 1996 abbiamo fatto di tutto per spiegare
alla cittadinanza di che cosa si trattasse: il
progetto è insensato interamente poiché la
città non ha bisogno di un opera di difesa dal
lago che non ha mai visto come nemico.
Siamo dell’idea di bloccare tutto per vedere
cosa si può aggiustare ma probabilmente è
troppo tardi perché si possa azzerare tutto: il
punto di non ritorno è già stato superato. Certo
se saremo eletti le paratie non verranno
alzate.
In ogni caso grazie a Bruno Magatti, che lo ha
proposto in Consiglio Comunale nel gennaio
2010 ottenendo il consenso generale, il
sistema “tutto o niente” previsto dalle paratie a
ventola non ci sarà più e il sistema (brutto e
probabilmente poco funzionale) che è stato
immaginato poi consente una gradualità che
restituisce al Comune di Como un potere di
trattativa: non sarà possibile la semplice
alternativa “su/giù”, ma il Consorzio
dell’Adda dovrà comunque “trattare” con
Como e la città potrà dire “no” alle paratie
alzate. Alla prossima amministrazione, resterà,
tecnicamente, la delicatissima questione di
Piazza Cavour e probabilmente, una coda
infinita di “grane”.
M
Mobilità
Cosa hanno fatto
La situazione è la stessa di tre lustri fa:
poco nulla è stato fatto. Nessun pensiero
sulla mobilità dolce, sulla mobilità pubblica
e sulla mobilità alternativa.
Cosa faremo noi
Cominciamo col chiedere che la gara per il
Trasporto Pubblico Locale, in scadenza, sia
prorogata di 6 mesi per permettere alla nuova
Amministrazione di operare scelte magari
diverse, evitando di porre in ostaggio di una
situazione predeterminata l’intero mandato.
Noi crediamo in una nuova e diversa
possibilità di collegamento interno alla
convalle, nella quale vogliamo una mobilità
più “morbida” che favorisca pedoni e biciclette,
per contenere inquinamento, rendere più
semplice il traffico commerciale. Crediamo
anche nella necessità di sperimentare nuovi
modelli nella gestione complessiva della
mobilità privata.
N
Nuovi cittadini
Cosa hanno fatto
Oggi sono semplicemente presenti tra noi,
senza alcuna “voce in capitolo”. In
qualche caso sono stati anche trattati
male da persone che non hanno una
cultura ostile o xenofoba perché, si sa: “se
non gridi più della Lega”, quella guadagna
consensi.
Cosa faremo noi
Oggi non sono più quei tempi. I cittadini extracomunitari che vivono nella nostra città hanno
imparato ad amarla, ma anche a subirne i
limiti, come tutti noi, e a immaginare come si
potrebbe “stare un po’ meglio tutti”.
Lavoreremo per forme partecipate di
ascolto, per aiutare giovani e adulti, donne e
uomini, ad essere a pieno titolo, e
“orgogliosamente”, cittadine e cittadini di
Como.
O
Organizzazione
Uffici
Cosa hanno fatto
L’esperienza personale mi porta a nutrire
grande considerazione e stima per i
dipendenti del Comune. Ciò non toglie che
talora si ha l’impressione che la mano
destra poco sappia di quello che fa la
mano sinistra. Tentativi di
riorganizzazione parziale ne sono stati
fatti, ma non basta.
Cosa faremo noi
Con lo strumento partecipativo, invitando
dirigenti e rappresentanze sindacali a farsi
parte attiva e collaborativa, metteremo in
campo un progetto di “revisione” del
sistema comunale, che richiederà tempo, ma
gli obiettivi sono importanti: la valorizzazione
delle competenze delle capacità individuali per
raggiungere risultati di efficienza e di risparmio,
nella prospettiva che lavorare per la collettività
rappresenta un “privilegio”, nel senso che pone
nella possibilità di essere protagonisti dello
“star bene di tutto”.
P
Cosa hanno fatto
Piano parcheggi L’autosilo del S.Anna e quello del Valduce
sono simboli di questi anni. Si è capito che
l’idea di ridurre l’accesso inutile in una
città troppo trafficata in convalle non fa
parte del “modello” dei nostri
amministratori. Anche il tema dei
parcheggi per residenti è stato in parte
aggiustato raccogliendo anche qualche
nostra indicazione, ma resta un tema
aperto.
Politeama
Cosa hanno fatto
Il Comune è diventato grazie ad un lascito
è proprietario della maggioranza delle
quote della società Politeama. La struttura
è in parte abbandonata e in parte affittata
ad un privato per un esercizio pubblico. La
possibilità di ottenere risorse dallo Stato
per un recupero dell’immobile ai fini
culturali è subordinata all’acquisizione
dell’intera proprietà. Questo tentativo è
risultato fallimentare e il Politeama
continua ad essere un monumento
imbarazzante.
Cosa faremo noi
Noi crediamo che, a questo punto, sia ancora
necessario tornare a contenere l’ossessione
della convalle, anche con strumenti urbanistici
(decentramento e trasporto pubblico) rendendo
davvero vantaggioso lasciare l’auto lontano
dal centro. Il recupero di un percorso ciclo
pedonale in Valmulini e l’abbattimento del
costo di parcheggio in quell’autosilo,
l’organizzazione i navette veloci da e ai
parcheggi, l’implementazione delle corsie
preferenziali e la garanzia di tempi e orari
del trasporto pubblico, sono elementi che
supporteranno un modello inserito nella
mobilità generale. Per i residenti il modello è
la possibilità di parcheggio in zone blu attigue
alla residenza, un modello simile, con costi
contenuti per i titolari di attività economiche.
Cosa faremo noi
Ove non fosse possibile acquisire l’intera
proprietà ed accedere a progetti finanziabili
con risorse pubbliche, è nostra intenzione, a
fine locazione, mettere in atto contratti per
trovare risorse necessarie per una
manutenzione straordinaria dell’immobile e
una riattivazione, parziale e progressiva di
alcuni segmenti della struttura, in vista di un
recupero futuro.
Q
Qualita’ della
vita
Cosa hanno fatto
Non possiamo dire che nella nostra città,
in questi anni, il “clima” complessivo sia
buono. Certamente ci sono conflitti,
sempre e ovunque, ma alle volte alcune
condizioni al contorno possono rendere
tutto un po’ meno aspro e pesante.
Pensiamo a chi ha bambini da gestire e
accompagnare, a chi si deve spostare
continuamente per lavoro, agli anziani e al
loro tempo, a chi studia, a chi vorrebbe
trovare spazi per un “tempo libero”
intelligente,
Cosa faremo noi
La qualità della vita è la risultante di una
somma complessa di elementi: sevizi che
funzionano, assenza di perdite di tempo
inutili, mobilità facile, parcheggi accessibili.
Ciò è possibile soltanto coordinando le diverse
azioni sulla città e monitorando gli effetti di
ogni azione intrapresa.
R
Raccolta rifiuti
Radiazioni e
antenne
Cosa hanno fatto
Pochi sanno che la raccolta differenziata
in essere è di livello molto modesto (di ciò
che va nel sacco viola solo una minima
parte, i contenitori di plastica e non la
carta, per esempio, vengono
effettivamente recuperata). La cultura di
chi ci governa e amministra considera il la
combustione una firma di “recupero”
(energetico!). Dobbiamo fare i conti con
un’azienda che fu municipalizzata e che
paghiamo perché bruci i nostri rifiuti per
produrre energia ma soprattutto utili (per
sé e per i soci privati) fornendo solo le
garanzie di legge per quanto riguarda le
emissioni (ciò che non si misura
semplicemente “non c’è”).
Cosa faremo noi
Su proposta di Bruno Magatti e di Paco il
Consiglio comunale ha approvato la svolta: si
deve andare ad una raccolta differenziata
“vera” e spinta. Due gare sono state
espletate, senza esito (la prima con un solo
partecipante che proponeva standard non
adeguati; la seconda con due partecipanti).
Occorre procedere, con determinazione e
coraggio, chiedendo agli uffici efficienza e
solerzia. E poi partire, coinvolgendo i cittadini
in una grande “impresa collettiva”, misurando
con rigore i risultati e riportando il beneficio di
questo “lavoro” partecipato dai 90 mila
residenti, non solo come maggiore qualità
collettiva ma anche in risparmi individuali e
per la collettività.
Cosa hanno fatto
Si fa presto a puntare il dito contro un
“ciclope”, molto più complesso è
governare un fenomeno nel quale siamo
immersi, da una parte come utenti-clienti
(radio, televisioni, telefonia e internet wifi.) e dall’altra come ansiosi protettori
dell’ambiente e dei nostri bambini.
L’amministrazione uscente, come altre,
non ha capito che le “antenne” sono arte
di un sistema economico e quindi,
legittimamente, l’amministrazione pubblica
può imporre vincoli (non posso costruire
un edificio su un terreno solo perché ne
sono proprietario!)
Cosa faremo noi
Su proposta di Bruno Magatti il Consiglio
comunale ha approvato analitici e rigorosi
vincoli all’installazione di antenne (per
impianti emittenti onde per trasmissioni radiotelevisive e telefonia).
La delibera è stata approvata a larghissima
maggioranza, salvo da qualcuno, che
considera illiberale una regolamentazione che
ha lo scopo di massimizzare le condizioni che
favoriscono il controllo e quindi la tutela di tutti i
cittadini).
Si tratta, ora, di dare seguito per poter fornire
risposte chiare ai cittadini e ai gestori.
Intendiamo, infine, mettere mano al tema degli
elettrodotti che tagliano alcune aree della città,
ponendo il tema in maniera forte al gestore
della rete.
S
Spazzatura
strade
Cosa hanno fatto
Chi passeggia per Como, cittadino
residente o turista, non può non vedere
quanto sia sporca e trasandata la città.
C’è una responsabilità collettiva, ma
certamente il capitolato dell’appalto in
essere non è in grado di far raggiungere
risultati migliori.
Cosa faremo noi
Ancora una volta occorre aspettare che la
svolta voluta da Bruno Magatti con la delibera
d’indirizzo condivisa e approvata da tutto il
Consiglio Comunale, divenga reale.
Aspettiamo che la nuova gara sia bandita, e
che si inizi un’epoca nuova. Anche in questo
caso diventerà essenziale il coinvolgimento
dei cittadini, attori del controllo, rendendo
pubblici gli impegni assunti da coloro cui
l’appalto verrà affidato e dando conto dell’esito
delle segnalazioni ricevute.
T
Ticosa
Territorio
Turismo
Cosa hanno fatto
Iniziò tutto con una grande campagna di
stampa che sbeffeggiava gli insuccessi di
chi aveva preceduto la giunta attuale, e a
conclusione di due mandati, lascia in
eredità un’area in abbandono, con
strascichi di polemiche ambientali
(ricordate l’amianto?) , una costosissima
bonifica a carico della collettività, un
progetto ambizioso ma estraneo, per
risorse e prospettive, alla storia della città,
acclamato, come sempre, dai menestrelli
del potere. Un progetto sostanzialmente di
tipo residenziale che si auto-certificava, in
nome della progettazione grandiosa e
degli enormi volumi immaginati. Oggi
resta un contenzioso aperto con la società
cui era stato affidato il compito di reinventare quell’area, al di fuori di un’dea
complessiva della città e dei suoi reali
bisogni. Tutto effimero, come i fuochi
d’artificio, che lasciano dietro di sé
quell’odore pesante (e tossico) di polvere
pirica , insieme al buio ritrovato ancora più
cupo.
Cosa faremo noi
Da tempo sosteniamo che quell’area, di
proprietà pubblica, deve trovare un proprio
senso in coerenza con ciò che la città vorrà
essere domani. Mancano strutture capaci di
proporre eventi culturali, congressuali o
spettacoli per un numero congruo di persone.
Mancano spazi per un parco tecnologico in
grado di accogliere e far crescere l’innovazione
che può scaturire dallo stimolo universitario.
Ciò che è stato possibile a Lomazzo, per
capirci.
Il Capoluogo si faccia parte attiva, impari a
dialogare, in modo competente e autorevole,
stimoli, promuova e sostenga un nuovo
sviluppo, portando la grande risorsa che è uno
spazio ancora tutto da inventare, insieme con
le energie migliori della città.
La Ticosa non sarà “tutto” il futuro della città,
ma certamente ne potrà essere una
componente essenziale.
Cosa hanno fatto
Basta passeggiare per una qualsiasi via
cittadina, attraversare un parco, un
giardino (centro o periferia, è lo stesso)
per vedere l’incuria, le buche, i
marciapiedi, la trasandatezza che sono
l’esito di mancata pianificazione della
manutenzione.
Cosa faremo noi
Ci vorranno anni per riportare alla decenza ma
è nelle “piccole cose” che sta la qualità della
vita. L’ultimo stradino del comune è andato in
pensione nell’anno 2000: per ogni piccolo
intervento ci si deve affidare a ditte esterne. E
poi il controllo della qualità degli interventi non
sempre è severo come dovrebbe. Ci
impegniamo a “cambiare registro”.
Cosa hanno fatto
La politica è stata quella di favorire solo il
cliente d’elite, da ospitare in strutture a 5
stelle.
Cosa faremo noi
C’è bisogno di promuovere anche un turismo
dolce, di tipo culturale e ambientale, che faccia
conoscere tutte le risorse che la città possiede.
Serve quindi una ricettività più diffusa,
accessibile: favoriremo la nascita di
bed&breakfast, interessanti specialmente per
giovani e famiglie.
U
Universita’
Cosa hanno fatto
In questi ultimi anni si è spesso temuto
che l’esperienza universitaria comasca
potesse essere al capolinea, tra
indifferenza, provincialismo e incultura.
Questa città, e la sua classe dirigente, non
ha voluto (né saputo) sostenere questo
che è l’unico vero investimento da molti
anni a questa parte.
Cosa faremo noi
Recentemente, in occasione della delibera che
rende disponibile a Univercomo l’exorfanotrofio di via Dante per la realizzazione di
un Collegio universitario, Bruno Magatti, per
conto di Paco, ha rilanciato il tema del
campus e gli investimenti, di ordine
culturale, sociale ed economico che tali
progetto è in grado di attivare nel nostro
territorio, ancora alla ricerca di una propria
vocazione per il futuro, Una piccola università
di alta qualità, in un territorio accogliente e con
grandi opportunità di relazione con il mondo
economico e imprenditoriale più avveduto e
coraggioso non può che essere una precisa
scelta strategica da portare a compimento
senza complessi di inferiorità e con grande
determinazione.
V
Villa erba
Cosa hanno fatto
Le diverse ricapitalizzazioni hanno
assorbito ingenti risorse pubbliche senza
mai risolvere la situazione debitoria
tutt’ora gravissima e inaffrontabile con
mezzi di bilancio. L’affitto d’impresa a
Fiera Milano si è rivelato per quello che
poteva essere: un pannicello caldo, la
febbre continua, come la fame di soldi.
Già anni fa invitammo il Presidente di Villa
Erba s.p.a. che ci chiedeva soldi
assicurando il rientro dal debito in un
numero ragionevole di anni, di rimanere al
timone, per dimostrare coi fatti, la
credibilità delle proprie parole. Non è
successo. Altri hanno preso il suo posto.
La banca, socio e finanziatore, non ha
partecipato delle diverse ricapitalizzazioni,
riducendo così la propria quota sociale e
trasferendo sempre più il proprio
baricentro dalla parte dei creditori. Una
brutta storia comasca, di cui nessuno più
“si vanta”
Cosa faremo noi
Abbiamo già dato. È forse il caso di dire che la
città non parteciperà a nessuna
ricapitalizzazione della s.p.a. Se le forze
economiche, Camera di commercio in testa,
vogliono proseguire nell’esperienza, sono
libere di proseguire. Risorse per ripianare
debiti fatti col portafoglio dei cittadini non ce ne
sono più.
Z
Zambrotta
Cosa hanno fatto
È diventato un simbolo per avere dato
evidenza sperimentale alla vulnerabilità e
alla pochezza di un’amministrazione
imbarcatasi in un viaggio senza ritorno
ma, soprattutto, senza idee e senza
strumenti adeguati.
Cosa faremo noi
L’esperienza si è chiusa in questi giorni dando
prova che l’accesso al lago rappresenta un
bene comune irrinunciabile per la città. Noi ci
impegniamo a restituire il lago alla città,
com’è sempre stato nella sua storia.
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Libretto “21 disastri da cancellare”