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Calendario
12 ottobre - Valdocco
Inizio Corso per Aspiranti Salesiani Cooperatori
Rivista di collegamento e formazione
dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori
della Provincia Piemonte - Valle d’Aosta.
26 ottobre - Valdocco
Giornata di studio sulla Famiglia Salesiana
22 novembre - Valdocco
Incontro formativo Responsabili Centri Locali
8 dicembre - Immacolata - Cerchio Mariano
S. Messa Chiesa di S. Francesco d’Assisi
22-25 gennaio 2009 - Roma
Giornate di spiritualità della Famiglia Salesiana.
31 gennaio - Festa di S. Giovanni Bosco
S. Messa della Famiglia Salesiana.
8 febbraio - Valdocco
Presentazione della Strenna del Rettor Maggiore
7-8 marzo Villa Lascaris - Pianezza (TO)
Esercizi spirituali organizzati dalla Provincia ICP
18-19 aprile - Altavilla
Esercizi spirituali per famiglie
Statuto - Art. 14. Corresponsabili nella missione
§1. Il Salesiano Cooperatore si sente responsabile della missione comune e la svolge secondo le proprie competenze e possibilità. Ciascuno è tenuto a partecipare con spirito di iniziativa alle riunioni di
programmazione, realizzazione e verifica delle varie attività, alla scelta dei responsabili, e, se chiamato a ricoprire incarichi di responsabilità, s'impegna a svolgerli con fedeltà e spirito di servizio.
Regolamento - Art. 7. Corresponsabili nell'azione
Perché la corresponsabilità nella missione si traduca in corresponsabilità nell'azione:
§1. nell'ambito dell'Associazione gli incarichi, a qualsiasi livello, sono esercitati in spirito di servizio
secondo i principi di comunione, di corresponsabilità e di cooperazione;
§2. nella diversità delle situazioni e degli impegni, i Salesiani Cooperatori portano all'Associazione il
proprio valido contributo. Tutti sono chiamati a partecipare, in vari modi, alla vita dell'Associazione.
16
Non basta sapere le cose,
bisogna praticarle.
Don Bosco (MB XVII, 630)
1
Anno XII
Numero 35
L’angolo della Buona Stampa
Mauro Comin
Coord. Prov. ICP
È
ormai passato un anno di
attività del Consiglio Provinciale e facendo un piccolo
resoconto delle diverse attività
ci rendiamo conto che di lavoro ne è stato fatto molto.
I Centri Locali visitati dal Consiglio Provinciale sono stati 18.
I momenti associativi organizzati sono stati: un turno di Esercizi Spirituali a Muzzano, due
incontri formativi per i Consigli
Locali, gli incontri di formazione sul PVA, la giornata del rinnovo della Promessa. E si aggiungono anche attività svolte
in collaborazione con altre
Province come il Workshop
delle Famiglie, il Workshop
Giovani ed il Pellegrinaggio
nei luoghi di don Bosco dei
Consigli della Provincia INE.
Inoltre sono terminati i corsi di
preparazione per Aspiranti con
un totale di una settantina di
nuove Promesse.
Come potete vedere il paniere
è ricco ma…
Ma si potrebbe fare molto di più!
In quest’anno, a fronte di tante
belle attività svolte, si è, però,
sentita una forte mancanza di
“attaccamento” all’Associazione. E’ difficile fare il cambio di
mentalità da “attori passivi” a
“protagonisti attivi”; è però
quello che ci viene chiesto dal
Teresio Bosco
PVA ed in modo particolare dal Rettor
Maggiore.
Con le sue parole, qui sotto riportate, dette durante un incontro della Consulta della Famiglia
Salesiana svoltosi a Valdocco, si può capire ciò
che ci chiede lui stesso.
Più si ripensa a, quella che è stata l’origine, in
questi cortili dove voi state, che cosa è nato qui,
più si capisce che Don Bosco voleva mettere su
un Movimento di persone al servizio dei giovani,
convinto che per fare qualcosa a favore loro ci
voleva, veramente, una grande sinergia. Perciò
dobbiamo irrobustire il senso di famiglia ma, dobbiamo nel contempo sempre maturare di più l’idea di operare come Movimento. […] E questo
significa una conversione, significa cambiare il
nostro registro, significa cambiare la nostra maniera di pensare. Allora, io vi invito, veramente, a
capire e sempre meglio quello che Don Bosco
voleva… non è che il Rettor Maggiore si stia inventando… La prima convinzione di don Bosco
è che c’è una missione universale della Chiesa e
che noi operiamo all’interno di essa a favore sempre, nel caso nostro specifico, dei giovani poveri
non evangelizzati. La convinzione di Don Bosco
era che operare il bene è importante unirsi spiritualmente perciò Don Bosco non è nell’idea del
franco tiratore, cioè quello che per conto proprio
fa del bene, per Don Bosco è l’Associazione.
Voi sapete che una delle condizioni per diventare membro della Famiglia Salesiana è l’appartenere a un gruppo, cioè, si può essere amico di
Don Bosco da singolo, non si può essere membro della Famiglia Salesiana da solo, devo iscrivermi ad un gruppo. E questo, in quanto per don
Bosco era importante il fatto dell’unione spirituale e del lavoro operativo di un' Associazione al
servizio, concretamente, della Missione. Sono
2
Paolo, il primo missionario
Un bel libretto illustrato che fa rivivere
passo dopo passo, col caratteristico stile
narrativo e giornalistico dell'autore, la
vicenda dell'apostolo Paolo, dalla sua
appartenenza a una delle tribù d'Israele
alla persecuzione dei cristiani, dalla
conversione ai viaggi missionari. Per
una prima, essenziale conoscenza dell'Apostolo delle genti.
Editrice Elledici
Giuseppe Buccellato
Appunti per una «Storia spirituale» del
Sacerdote Giò Bosco
Questi Appunti non sono una biografia
del santo piemontese. Rappresentano
piuttosto un contributo per una migliore
conoscenza del vissuto spirituale di Don
Bosco nel quadro complessivo della sua
vita, della sua produzione letteraria, della sua esperienza apostolica, del progetto di vita cristiana e religiosa proposto
alla sua "famiglia". Partendo dagli anni
della fanciullezza per giungere alla maturità del santo, il racconto lascia emergere l'importanza data alla preghiera e
alla "ritiratezza", le ansie e i sentimenti,
i progetti e le realizzazioni, l'amore donato e ricevuto, l'eredità spirituale lasciata ai "suoi".
Editrice Elledici
15
Notizie flash...
non solo belle,
dal Centro
di Cumiana
C
ominciamo da quelle dolorose. In meno di un mese abbiamo perso 4 Salesiane
Cooperatrici e la mamma della
nostra cara Fely! La carissima
Maddalena (85 anni), che due
anni fa aveva fatto la Promessa e
ci ha lasciato un grande esempio di laboriosità, impegno e
amicizia. Il Padre l'ha chiamata
a sé improvvisamente due settimane dopo il suo compleanno.
Poco tempo dopo si è aggravata
la cara Elsa (95 anni) Salesiana
Cooperatrice da 27 anni: riservata e serena, da alcuni mesi
stanca e inappetente; ricordiamo il suo sorriso buono e fiducioso nelle ultime visite, quando
la morsa del male aveva già abbondantemente lasciato il segno. Nel mese di giugno è mancata l'inconfondibile Bil, dall'inizio dell'anno molto sofferente.
Amabile (93enne), di nome e di
fatto, dal 1991 Salesiana Cooperatrice (anche se nel suo “dna”
c'erano già tracce dello spirito
salesiano) ci ha rallegrate con le
sue barzellette, cioccolate con
le torte, insegnato la passione
per la vita e la giovinezza dello
spirito, trasmesso l'amore per
l'Africa. Tutte e tre carissime mamme, nonne, Salesiane Cooperatrici indimenticabili e preziose nella
loro familiarità; grande in loro l'amore per Dio, la
famiglia, il prossimo.
Sempre in questo periodo è mancata all'ospedale
di Pinerolo Carmen, una delle prime Cooperatrici
di Torino-Sassi (97 anni) che abbiamo conosciuto
alla Casa di Riposo di Cumiana; anche lei un esempio luminoso di laica cristiana pienamente
abbandonata alla volontà di Dio come Maddalena, Elsa e Bil.
Ed ora due notizie “belle”, due messaggi di vita! Il
24 maggio scorso, Carla, responsabile degli affari
economici, nonché del Laboratorio del Centro, si
è recata ad Adua in Etiopia su invito di Suor Laura
Girotto per l'inaugurazione della scuola della Missione Salesiana in collegamento con l'Associazione Amici di Adua (con sede a Centro - FE ) che da
dieci anni si occupa di adozioni e aiuto alla popolazione etiope. Il bene vero è silenzioso, concreto,
e produce molti frutti; l'ha constatato Carla, insieme a Stefania, uniche piemontesi presenti. Ad
Adua si riutilizza tutto ciò che noi buttiamo via!
Tanti ancora gli interventi da affrontare! Le serre e
le stalle necessitano di tetti di lastre di fibra di vetro per filtrare meglio la luce. Visitano anche l'ospedale, un ambiente che mette a dura prova la
sensibilità del visitatore. Alla inaugurazione con
tutte le autorità il Sindaco parla della costruzione
di una nuova clinica: Suor Laura ha già il progetto
per la maternità. Nel nostro Centro abbiamo realizzato 7 adozioni a distanza (5 comunitarie e 2
individuali); Carla ha avuto la gioia di abbracciarne e fotografarne 5 a nome di tutti noi e di poterci
raccontare tutto attraverso numerose diapositive.
Ed ancora una bella notizia: la nostra carissima
delegata Suor Paolina ha compiuto 60 anni di vita
consacrata proprio nel suo 80° anno di età! L'abbiamo festeggiata al meglio, pur considerando la
pausa vacanze, ben consapevoli della sua materna e preziosa presenza in mezzo a noi.
Grazie a tutte le carissime sorelle che - dal cielo e
dalla terra - ci rappresentano assai bene!.
Adriana Rattazzi
Centro Cumiana FMA
14
convinzioni di Don Bosco quelle che sto dicendo, se no, non si capisce perché il Rettor Maggiore da sei anni sta insistendo che dobbiamo,
sempre, crescere come Famiglia Salesiana e operare sempre di più come Movimento.
E’ un chiaro invito a lavorare ASSIEME per la
Missione della Chiesa; questo perché è lo Spirito
di Don Bosco che ce lo chiede!
Tornando alla nostra realtà associativa, ci aspetta
un nuovo anno importante ed impegnativo, dobbiamo affrontarlo con lo “spirito di appartenenza
e corresponsabilità” che iI Rettor Maggiore ci ha
ricordato. Tutti apparteniamo all’Associazione e
tutti dobbiamo essere presenze attive in essa.
Un importante momento per la nostra Provincia
sarà il periodo da gennaio a marzo 2009, nel
quale tutti i Centri Locali saranno chiamati a
rinnovare i propri Consigli Locali.
Su tale argomento il nostro PVA mette in evidenzia alcuni concetti fondamentali.
All’art. 14 dello Statuto ed all’art. 17 del Regolamento c’è un forte richiamo a partecipare attivamente alla vita dell’Associazione con FEDELTA’
e SPIRITO DI SERVIZIO; gli stessi articoli proseguono poi con il sottolineare che a tutti i Salesiani Cooperatori può essere richiesto di offrire, per
un tempo determinato, le proprie energie e capacità per un servizio di animazione e di responsabilità.
Con questo spirito il Consiglio Provinciale vi
chiede di affrontare il prossimo rinnovo dei consigli locali; ognuno si senta responsabile del proprio Centro e, si renda
disponibile a svolgere un
servizio.
Chi invece ha svolto un
incarico per lungo tempo,
lasci ad altri la possibilità
di vivere le stesse esperienze, offrendo però il
necessario sostegno a chi
inizierà questo nuovo
servizio.
Vi lascio con questa piccola storiella.
3
“C’erano una volta quattro personaggi: Ognuno, Qualcuno,
Ciascuno, Nessuno.
C’era un lavoro importante da
fare, Ognuno era sicuro che
Qualcuno l’avrebbe fatto,
Ciascuno l’avrebbe voluto fare
ma Nessuno lo fece.
Qualcuno si arrabbiò molto,
perché era un lavoro di Ognuno; Ognuno pensò che Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno capì che Ognuno non l’avrebbe fatto.
Finché Ognuno incolpò Qualcuno perchè Nessuno fece ciò
che Ciascuno avrebbe potuto fare.
A questo punto della storia entrò
un quinto personaggio Tutti.
Ognuno, Qualcuno, Ciascuno scoprirono che ignorando
Nessuno ed insieme con Tutti
avrebbero potuto fare il lavoro
bene ed anche con un po’ di
piacere!!!!”
Proviamoci dunque!!!
Auguro a tutti buon inizio d’anno Associativo.
Þ
Suggestiva cerimonia per la Promessa di dodici Cooperatori
Don Sergio Pellini
Delegato SDB
C
arissimi Salesiani Cooperatori e Cooperatrici,
colgo l’occasione di questa
vostra rivista e del vostro sito
per farvi giungere il mio cordiale saluto dopo che mi è stato ufficializzato l’incarico come nuovo delegato della Famiglia Salesiana in questa nostra
Ispettoria.
Innanzitutto credo che la vostra e la mia gratitudine debba
essere manifestata a don Mariano per l’impegno e i sacrifici
compiuti in questi anni nell’animazione di questa bella realtà ecclesiale fatta di persone,
animate da uno stesso spirito e
carisma e che si prodigano,
ognuno secondo la propria
chiamata e le opportunità che
la vita offre loro, a portare i
giovani al Signore, sotto la protezione di Maria Ausiliatrice.
Grazie don Mariano per la tua
costante presenza e assistenza
spirituale nonostante le difficoltà di salute che non sempre
hanno reso facile il tuo incarico. Grazie perché hai tenuta
viva la fiamma della carità e
dell’impegno apostolico e ti sei
fatto carico di un coordinamento ampio e complesso.
Grazie per il passaggio del testimone e per la costante preghie-
ra che accompagnerà tutti i cooperatori che hai
conosciuto e amato. Un lieto augurio per la tua
nuova missione nella comunità della Crocetta.
A me ora il compito di conoscervi di più, d’imparare molto da tutti voi e di starvi vicini per servire
l’Associazione con il carisma che ci accomuna.
Cammineremo insieme in questo anno particolarmente significativo perché esprimeremo la nostra
gratitudine al Signore per i primi 150 anni di servizio della Congregazione salesiana e perché dal
nostro comune superiore, il Rettor Maggiore don
Pascual Chavez, scaturisce l’invito a “ fare della
Famiglia Salesiana un vasto movimento di persone per la salvezza dei giovani.”
4
F
esta grande per la parrocchia di san Martino
Vescovo in Tromello (PV): domenica 8 giugno,
durante la Santa Messa delle ore 11, dodici Aspiranti
hanno fatto la loro Promessa, diventando Salesiani
Cooperatori. A presiedere la solenne celebrazione è
stato il Parroco, Don Piero Rossi Borghesano, affiancato per l’occasione dal salesiano don Piermario Majnetti, direttore dell’Istituto san Lorenzo di Novara,
alla presenza della comunità parrocchiale e di numerosi membri delle realtà salesiane della Diocesi.
La giornata è stata la tappa finale di un cammino durato più di due anni ed iniziato col desiderio di un
gruppo di giovani laici, già impegnati nella catechesi
e nell'animazione dell'oratorio, e di alcune mamme
di approfondire e vivere in modo più pieno lo stile
educativo e cristiano di Don Bosco, prezioso retaggio
della secolare presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice tenuto vivo dal locale gruppo di Ex-allieve. L’entusiasmo di questi primi “pionieri” ha coinvolto anche
quattro studenti del Seminario diocesano, che si sono
uniti alla nuova avventura.
Agli undici Aspiranti locali si è poi aggiunta Margaret,
giovane del novarese, che ha condiviso con loro un
breve tratto di cammino e passerà in seguito al Centro
di Novara.
Il contatto costante col Centro “Immacolata” di Novara
(cui il gruppo tromellese continua a far riferimento) e la
preziosa disponibilità di Riccardo e di Don Mario Granata , seminarista e Salesiano Cooperatore, hanno reso possibile un intenso percorso formativo con la collaborazione
anche del Parroco, che ha messo a disposizione le sue profonde conoscenze
in campo liturgico, di don Paolo Bernuzzi, Padre Spirituale del Seminario e
di Rita Sartirana, Presidente del gruppo
Ex-allieve di Ottobiano.
Il Coordinatore Provinciale, Mauro
Comin, nel raccogliere le Promesse, ha
sottolineato la bellezza del cammino
percorso e spronato i nuovi Cooperato-
13
ri a non smettere di cercare sempre
nuove vie per portare tutti a quel
Cristo al quale hanno consacrato la
loro vita.
E la sfida sembra essere stata accolta
in pieno, in quanto già alcuni interessanti progetti sono in cantiere per
quello che sarà il primo anno associativo, tra i quali già si stanno realizzando un blog, un forum e una
chat che possano costituire un punto d’incontro e di dialogo per i giovani navigatori della rete.
Ad essi va aggiunto il “sogno” di
poter ricostituire il Centro Cooperatori di Tromello, chiuso da ormai cinquant’anni, ma che potrebbe ora contare su tredici nuovi
germogli, se si contano altri due
Salesiani Cooperatori che, da Ottobiano, si sono aggiunti al gruppo degli undici “tromellesi”.
Su tutte queste aspirazioni è scesa,
a sorpresa, la benedizione speciale
del Rettor Maggiore dei Salesiani,
portata dai Consiglieri Ispettoriali
di Torino.
Carlo Cattaneo
Il punto di vista di un Amministratore...
Animazione alla solidarietà
La solidarietà, l'animazione
economica, è un aspetto importante e non sempre facile
da condividere; così come non
lo è sempre l'offrire il proprio
servizio al Centro Locale in
modo efficace.
... Nel nostro centro non si
chiede una sorta di quota di
tesseramento come si potrebbe
più rapidamente essere spinti a
fare; questo perché non si vuole limitare l’essere cooperatori
ad un fatto economico. Si
punta sulla sensibilità personale e sulla consapevolezza individuale. Tutti sanno quali sono
le necessità di sostegno
del Centro che possono essere
costi quotidiani di fotocopie e
telefonate, ai più costosi spostamenti per incontri e riunioni, per sostenere iniziative solidali o progetti di aiuto per chi
è meno fortunato.
Siamo convinti, e ci siamo edu-
cati a ciò, che ogni centro possa trovare situazioni
“creative” per sensibilizzare al dono, proponendo
per esempio ad ogni incontro di lasciare una piccola quota (magari detratta da qualcosa di superfluo: sigarette, caffè, una volta in meno al bar….)
oppure “inventando” raccolte di fondi con iniziative sempre nuove e coinvolgenti.
Nel corso di una gestione l’Amministratore di un
centro si trova spesso nella necessità di ideare e
stimolare i membri del Centro Locale a nuove
iniziative per poter rimpinguare la cassa comune. Alle pareti della sede del nostro centro abbiamo per esempio appeso dei quadretti graziosi in
cui si ricorda quanto scritto nel nostro Progetto di
Vita Apostolica, che all’art.14 dello Statuto ci
dice: “…CIASCUNO è tenuto a partecipare con
spirito di iniziativa…
“Con responsabilità e senso di appartenenza,
ogni Salesiano Cooperatore sostiene l’autonomia economica dell’Associazione perché possa
svolgere la sua missione”.
Essendo al termine del mio mandato voglio concludere nel modo peggiore, pretendendo scherzosamente- da tutti un più cospicuo aumento della somma che solitamente veniva versata. In questo modo il mio successore potrà iniziare il triennio con una base economica di partenza più solida di quella mia!
Sull’esempio di Don Bosco pensiamo a quanto è stato attivo e
creativo, pensiamo a quanto spirito di inventiva e iniziativa ha
tirato fuori nel cercare i fondi
necessari a realizzare il suo sogno e… diamoci una mossa!
Giovanni Bergo
Amministratore
Centro Locale SDB Vercelli
12
Sarà una nuova opportunità che la Provvidenza
ci offre per sentirci tutti strumenti nelle mani di
Dio per un’impresa non facile e che troverà successo nella misura in cui ci convinceremo che
chi fa è Lui e non noi! Voglio semplicemente
dire che se non ci formeremo sempre più a livello spirituale con motivazioni vere e forti sarà facile soccombere e cedere ai compromessi o accettare le “mezze misure”. In un tempo qual era
quello di don Bosco, non facile e pieno di insidie, il nostro Padre e Maestro aveva avuto una
brillante intuizione: il “salesiano esterno”, colui
che opera dall’interno del mondo con una fede
forte e coinvolgente, da più direzioni, con l’autorevolezza della coerenza e dei fatti ispirati ad un
progetto evangelico e riconosciuto dalla Chiesa.
E’ per questo che occorre riaffermare l’affidamento a Maria, l’amore e il sostegno al Santo
Padre, la predilezione per i giovani più bisognosi, una fervente vita sacramentale ed una coraggiosa ed audace serie di iniziative atte a mantenere viva la fede e difenderla da attacchi insidiosi, con pazienza, carità e giustizia.
Nell’avventura di questo secondo millennio a
noi l’impegno per riuscire nei nostri propositi
lavorando INSIEME, non dimenticando che
“l’unione, con Dio e tra noi, fa la forza per migliorare il mondo e le realtà dove ci troviamo ad
operare!”
Spero di incontrarvi presto nelle varie sedi, di
poter contare sulla vostra collaborazione, la vostra passione educativa e il vostro generoso aiuto
per la nostra Ispettoria e per la Chiesa.
Ringrazio, infine, il nuovo Ispettore, don Stefano
Martoglio per avermi accordato la sua fiducia in
questa nuova impresa. Arrivederci a presto.
Þ
“Oltre al pregare, che non deve
mancare mai, bisogna operare, intensamente operare, se no si corre
alla rovina.”
Don Bosco (MB XIV,541)
5
Carissimo don Mariano,
Ti scrivo a nome del Consiglio
Provinciale e di tutte le Cooperatrici e Cooperatori della Provincia ICP.
Queste righe sono poche per
esprimere il GRAZIE del tuo
lavoro svolto nell’Associazione
dei Salesiani Cooperatori.
Il periodo di lavoro con questo
Consiglio è stato breve, ma di
certo hai seminato a piene mani lo “stile” accogliente tipico
della Famiglia Salesiana.
Grazie per la disponibilità all’ascolto dei singoli.
Grazie per la disponibilità a
gestire le “cose” di Consiglio
condividendo le decisioni con tutti.
Grazie per la disponibilità a
fare chilometri per andare ad
incontrare i centri locali.
Grazie per la disponibilità ad
incontrarci nei ritagli di tempo
più strani pur di risolvere le
questioni.
Grazie per la disponibilità a fare
anche i lavori manuali che a volte
noi laici non riuscivamo a fare.
Di certo nessuno di noi ti dimenticherà.
Come salesiani cooperatori ti
assicuriamo la nostra preghiera
che ti accompagnerà nel nuovo incarico a cui sei chiamato.
Ciao don Mariano!!
Mauro Comin
Coord. Prov. ICP ASC
Il punto di vista di una responsabile della Formazione...
Basta mettere in comune quel poco che si ha e ce n’è da saziarsi
e da avanzarne ceste e ceste…
Ma occorre che Gesù dia la sua benedizione”
S
uor Fabiola, missionaria
in Tunisia, un giorno mi
aveva folgorata con la sua interpretazione del brano evangelico della moltiplicazione
dei pani e dei pesci (vedi per
es. Gv 6, 1-15): “Certo che fu
un miracolo! Far sì che il ragazzo mettesse in comune i
suoi piccoli pani e i pesciolini,
anziché tenerseli ben nascosti
è un miracolo! E meritava che
lo sapessero gli apostoli e lo
facessero sapere a tutti: basta
mettere in comune quel poco
che si ha e ce n’è da saziarsi e
da avanzarne ceste e ceste…
Ma occorre che Gesù dia la
sua benedizione”. Fin qui
sr.Fabiola.
Ma quel ragazzino, dico io, era
certamente un salesiano cooperatore che conosceva bene il
Progetto di Vita Apostolica!
Suor Laura Gorlato
Delegata FMA
Partecipare, offrirsi, mettere in comune, vivere
“con” è nel DNA del Salesiano COOP (anche Gesù ha preferito vivere non da solo, ma “con” gli
apostoli).
Art. 8 - …i Salesiani COOP seguono Gesù Cristo,
Uomo perfetto, inviato dal Padre a servire gli uomini nel mondo.
Si fanno seguaci di Gesù, ascoltano le sue parole
che li spingono ad andare nel loro piccolo pezzo
di mondo per servire gli uomini (offrendo magari
qualche pane e qualche pesce…)
Art.13 – … vivono la comunione fraterna … par-
tecipano con gioia alla “vita di famiglia” dell’Associazione.
Per poter servire, come Gesù ha fatto, occorre vivere insieme e sapere di che cosa c’è bisogno. Tanto
più se mi sento in “famiglia” nellAssociazione!
Art.14 – Il Salesiano COOP si sente responsabile
… partecipare con spirito di iniziativa …
Il ragazzino dei pani e dei pesci era o non era un
Proviamo a sfogliare insieme e
a leggere qua e là il nostro libretto e mi darete ragione.
Art.2 - …assumendo un modo
specifico di vivere il Vangelo e
di partecipare alla missione
della Chiesa.
Vivere il Vangelo vuol dire seguire Gesù che è la Buona Notizia!
6
Il ruolo del Responsabile della Formazione è una
novità, è stato creato con il nuovo Progetto di Vita
Apostolica certamente per dare maggior rilievo
alla centralità della formazione nel cammino di
crescita di ogni Centro Locale, favorendo poi la
responsabilità diretta dei Cooperatori nel definire
il calendario di formazione.
Ognuno di noi è certo dell’importanza della formazione come base per poter essere “luce e lievito nel
mondo”. La responsabilità della formazione non
deve perciò ricadere solo sulla figura del Responsabile della Formazione o sul Coordinatore del Centro,
ma deve coinvolgere tutto il Consiglio Locale, anzi vorrei sottolineare - tutti i cooperatori del centro in
quanto ognuno deve avere a cuore la propria formazione e promuovere quella del suo Centro. Compito
del Responsabile della Formazione sarà allora il
coinvolgimento di tutti i cooperatori nel preparare il
programma di formazione annuale aiutando ciascuno a sentirsi protagonista e responsabile della vita
del centro locale. Dalla mia esperienza come Responsabile della Formazione nel centro del Reba
parrocchia posso dire che, nel definire il calendario
degli incontri mensili e dei temi di formazione, abbiamo avuto come riferimento sia il tema suggerito
dalla Associazione nazionale, sia il tema annuale
proposto dai salesiani, in particolare la Strenna, a
questi temi uniamo sempre un incontro di preghiera,
una Celebrazione Eucaristica prima di Natale e un
Ritiro durante la Quaresima; quest’anno abbiamo
accolto la proposta degli esercizi spirituali offerti
dalla Provincia.
I cooperatori del centro a turno preparano il momento di preghiera e la parte iniziale della formazione come occasione di approfondimento e
spunto per il momento di confronto comunitario.
Dando uno sguardo al Progetto di Vita Apostolica
abbiamo anche un aiuto... La seconda parte dell’art. 7 del Regolamento afferma che tutti sono chiamati a partecipare alla vita dell’associazione ciascuno secondo le proprie caratteristiche, apportando il proprio valido contributo; penso allora che
11
nessuno sia così “povero” da
non avere niente da dare e nessuno così “ricco” da non poter
ricevere nulla. L’art. 28 dello
Statuto definisce il valore dell’appartenenza come una privilegiata
esperienza di fede e di comunione ecclesiale nonché un elemento vitale per il sostegno della propria vocazione apostolica:
non siamo dunque soli nel cammino di crescita spirituale, ma
inseriti in una famiglia che è
l’Associazione. Questa appartenenza, conclude l’articolo 28,
necessita di segni concreti di
presenza e partecipazione attiva
alla vita associativa che si concretizza nell’essere presenti agli
incontri formativi del proprio
centro locale ma anche ad assumersi in prima persona degli
incarichi sia a livello locale sia a
livello provinciale.
La prima parte dell’art. 7 del
Regolamento ci specifica il modo di esercitare questi incarichi
“in spirito di servizio secondo i
principi di comunione, di corresponsabilità e di cooperazione”. Come diceva don Bosco
nel redigere il primo Regolamento una cordicella facilmente si spezza ma tante insieme è
più difficile; allora sentiamoci
“cordicella” ma fortemente unita alle altre.
Buon cammino a tutti in don
Bosco!
Tiziana Sarto
Responsabile Formazione
Centro Rebaudengo Parrocchia
Il punto di vista di una Segretaria...
Parliamo del Segretario/a del
centro locale.
L’art. 21.3 del regolamento indica i compiti relativi a questo
incarico:
- redigere il verbale delle riunioni;
- curare l’aggiornamento e la
tenuta della documentazione
d’archivio del Consiglio;
- comunicare periodicamente
l’aggiornamento dei dati al
Consiglio provinciale;
- collaborare con il Coordinatore nella gestione degli atti
giuridici con la Chiesa e con la
società civile e nelle comunicazioni interne all’Associazione.
Oltre ai compiti assegnati dal
PVA, secondo me ne esistono
altri non meno importanti, dettati dal cuore.
Il segretario/a ideale ha un forte senso di appartenenza all’Associazione ed alla Famiglia
Salesiana.
Per questo ha
molta cura di
far pervenire o di portare con sollecitudine ogni notizia del Centro
e della Provincia a tutti i cooperatori del
centro locale,
in particolare
ai cooperatori
anziani
e/o
malati che tanto hanno da
insegnare e che ora vivono l’Associazione tramite noi, sentendoci vicini ed offrendoci il dono
della PREGHIERA.
Senso di appartenenza vuol dire anche aver
buona cura dell’archivio del Centro locale. Sicuramente ai nostri giovani farà piacere sfogliare i
dossier in cui sono racchiusi veri spaccati di vita
salesiana vissuta dal centro, con gli avvenimenti
lieti e tristi, con i programmi, le foto dei ricordi,
le preghiere che alcuni cooperatori hanno dedicato alla nostra Chiesa ed ai Delegati/e che ci
hanno accompagnato, la cui presenza aleggia
ancore nei nostri cortili.
Senso di appartenenza infine significa anche
rispondere con gioia alle “chiamate per servizio”
che la Provincia può chiedere a ciascuno di noi,
senza porci troppi problemi, perché non è un
problema lavorare nella “propria casa” a fianco
di don Bosco; magari è proprio lui che vuole farci guadagnare quel pezzetto di Paradiso che aggiusta tutto.
Costanza Eandi
Centro locale San paolo
ottimo COOP?
Prima ancora che
glieli
chiedessero
(quindi con grande
senso di responsabilità), aveva già detto
che lui poteva mettere a disposizione
quel poco, per cominciare…
L’articolo continua:
… se chiamato a
ricoprire incarichi
di
responsabilità,
s’impegna a svolgerli con fedeltà e
spirito di servizio.
Sì, perché il miracolo si compie tramite Filippo, Andrea e gli altri che erano “gli apostoli”. Gesù proprio
a loro “ordinò di raccogliere i pezzi avanzati”… Che
strano concetto ha Gesù delle “cariche” (erano apostoli), delle posizioni prestigiose.
Se così loro, certamente anche i COOP!
Altra considerazione che mi urge in testa: le cariche non ce le attribuiamo, ci vengono assegnate
perché siamo chiamati: Gesù aveva chiamato gli
apostoli uno per uno. Così avviene nell’Associazione: ci viene richiesto di offrire servizio di autorità (perché di servizio si tratta).
Non facciamo gli umili: non so, non l’ho mai
fatto (…una volta bisogna cominciare!), non ho
le doti… Guardiamo ancora una volta a coloro
che sono stati chiamati personalmente da Gesù:
da Pietro, che rinnega, a Tommaso, che dubita;
dai fratelli Giacomo e Giovanni (quello buono…), che tramano per essere i primi, a Giuda…
Non credo proprio che possiamo campar ragioni
per esimerci da dovere del servizio!
In ogni associazione, come in quella degli apostoli, è necessario che qualcuno si metta a servizio di tutti. Pietro, Giacomo e Giovanni funzionavano un po’ da gruppo dirigente: sarà come il
Consiglio Locale?
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Continua tu, caro COOP, a rileggere gli articoli del PVA sotto
l’impulso di sr. Fabiola; scoprirai
cose vere, vive, di famiglia …
Mi pare che la suora missionaria abbia innescato un’interconnessione strana tra i miei neuroni. Sono sicura che Gesù sa com’è fatto il cuore dell’uomo, e
quindi anche quello di un COOP, che vive a servizio dei giovani, come sognavano don Bosco e Madre Mazzarello.
Per questo tu, COOP, di qualsiasi centro, di qualunque età
(vanno bene tutte) saprai assumere le responsabilità che la
tua Associazione ti chiederà
per il bene di tutti (non escluso
il tuo!).
Una caro saluto
Þ
“Per essere vero operaio
evangelico, bisogna non perder tempo ma lavorare.”
Don Bosco (MB XII, 630)
Il punto di vista di una Coordinatrice...
Mi è capitato più volte nella
mia vita, nell’ambito lavorativo e non, che alcune persone
mi abbiano proposto incarichi
o affidato compiti; il primo
pensiero è stato: “Ecco un altro
impegno!”; poi però mi sono
accorta che quelle persone vedevano oltre il mio piccolo
mondo e mi dimostravano stima, e allora mi sono fidata!
Soprattutto quelle proposte erano un grande dono che mi veniva fatto; in quel momento
Qualcuno mi offriva la possibilità di rispondere con coraggio
ad una chiamata.
Accettare un impegno è sì una
responsabilità, ma nell’adempiere al servizio si impara, ci si
misura con se stessi e in rela-
zione agli altri e si cresce.
Preparare un incontro di preghiera è per me un
momento di preghiera!
Preparare una riflessione è per me un momento di
meditazione!
Nella vita di ogni giorno le occupazioni sono
tante, le difficoltà si sommano alla stanchezza e
a volte all’indifferenza di chi ti sta intorno, ma
poi c’è qualcosa che ti spinge ad andare avanti,
a continuare a credere che ciò che sto facendo
serve a qualcuno ma soprattutto a me!
Certamente capita a tutti, almeno qualche volta,
di giungere a sera con la mente confusa e il cuore affannato. Forse quel giorno abbiamo corso
dietro a tante occupazioni; probabilmente abbiamo anche incontrato tanta gente, che ci ha confidato i suoi crucci; o magari abbiamo dedicato la
giornata alla nostra famiglia.
Eppure un bel giorno quell'uomo trovò un tesoro, e la sua vita cambiò. Aveva scoperto qualcosa di unico e di essenziale, qualcosa di grande e
di meraviglioso, invisibile agli occhi.
Allo stesso modo – e soltanto in questo modo –
anche noi potremo gustare la pienezza della
gioia, perché non saranno le nostre tante occupazioni a renderci felici e neppure l'incontro
con gli altri ci realizzerà appieno, come neanche la nostra famiglia risponderà del tutto alle
nostre attese. Soltanto se sapremo scoprire anche noi qualcosa di unico e di essenziale, qualcosa di grande e di meraviglioso.
"Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto
in un campo: un uomo lo trova e lo nasconde di
nuovo, poi va, pieno di gioia,
vende tutti i suoi averi e compra
il campo".
"Pieno di gioia" è l'uomo della
parabola; a differenza di noi,
che siamo invece pieni di occupazioni e di preoccupazioni.
Ma, in realtà, anche quell'uomo
– prima – era così: anche quell'uomo aveva la mente confusa
e il cuore affannato, proprio come accade ad ogni uomo e ad
ogni donna di questo mondo.
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Così fece il giovane re Salomone, che non chiese a Dio salute, ricchezza o potenza, ma
domandò un cuore docile, e
imparò così a governare il suo
popolo. Così fece soprattutto
Gesù, che non chiese al Padre
tranquillità, onore e gloria, ma
si affidò alla sua volontà, e riuscì in tal modo a vincere addirittura la morte. Così possiamo
fare noi, se consegniamo la
nostra vita al Vangelo di Gesù.
Allora anche noi troveremo il
tesoro nascosto: e pure le nostre tante occupazioni, il nostro incontro con gli altri, la
nostra stessa famiglia assumeranno un volto nuovo, inatteso, carico di promesse.
E finalmente accadrà anche a
noi di gustare la pienezza della
gioia.
GraziaTardio
Centro Locale
Rebaudengo Parrocchia
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