DONIZETTI, G.: Lucrezia Borgia [Opera]
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8.660257-58
LUCREZIA BORGIA
Dramma tragico in un prologo e due atti
Libretto di Felice Romani, dalla tragedia omonima di Victor Hugo
Donna Lucrezia Borgia, Duchessa di Ferrara (soprano)
Maffio Orsini, giovane nobile e amico di Gennaro (mezzosoprano)
Gennaro, giovane soldato di nascita oscura (tenore)
Don Alfonso, Duca di Ferrara (basso)
Rustighello, seguace e confidente del Duca Alfonso (tenore)
Astolfo, agente segreto della Duchessa Lucrezia (basso)
Gubetta, agente segreto della Duchessa Lucrezia (basso)
Jeppo Liverotto, amico di Gennaro (tenore)
Don Apostolo Gazella, amico di Gennaro (basso)
Ascanio Petrucci, amico di Gennaro (basso)
Oloferno Vitellozzo, amico di Gennaro (tenore)
Un uscere (tenore)
Un coppiere (tenore)
Cavalieri, Scudieri, Scherani del Duca, Dame, Paggi, Maschere, Cortigiani Alabardieri e Gondolieri
CD 1
[1] Main Title - Cast - Prelude
PROLOGUE
Terrazzo nel palazzo Grimani in Venezia.
(Festa di notte. Alcune maschere attraversano di tratto in
tratto il teatro. Dai due lati del terrazzo si vede il palazzo
splendidamente illuminato: in fondo il canale della
Giudecca, sul quale si vedono a passare ad intervalli nelle
tenebre alcune gondole; in lontano Venezia al chiarore
della luna.)
[2] GAZELLA
Bella Venezia!
PETRUCCI
Amabile!
GAZELLA E PETRUCCI
D'ogni piacer soggiorno!
ORSINI
Men di sue notti è limpido
D'ogn' altro cielo il giorno.
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Bella Venezia! amabile!
D'ogni piacer soggiorno!
Men di sue notti è limpido
D'ogn' altro cielo il giorno.
(corron d'ogni parte a veder le dame e le maschere che
passeggiano.)
E l'orator Grimani
Noi seguirem domani:
Tali avrem mai
Tali delizie in riva al Po?
GUBETTA (inoltrandosi)
Le avrem.
D'Alfonso è splendida, lieta la Corte assai...
Lucrezia Borgia...
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA E CORO DI MASCEHERE
Acquietati...non la nomar giammai.
VITELLOZZO
Nome esecrato è questo.
LIVEROTTO
La Borgia...io la detesto...
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TUTTI E CORO DI MASCHERE
Chi le sue colpe intendere,
E non odiarla può?
ORSINI
Io più di tutti. Uditemi...
(tutti si accostano.)
Un veglio...un indovino...
GENNARO
Novellator perpetuo
Esser vuoi dunque Orsino?
LIVEROTTO, VITELLOZZO, GUBETTA, PETRUCCI E
GAZELLA
Taci.
GENNARO
Lascia la Borgia in pace:
Udir di lei mi spiace...
LIVEROTTO, VITELLOZZO, GUBETTA, PETRUCCI E
GAZELLA
Taci, non l'interrompere;
Breve il suo dir sarà.
GENNARO
Io dormirò...destatemi
Quando finito avrà.
(Gennaro si adagia, e a poco a poco si addormentata.)
ORSINI
Uditemi.
[3 ] Nella fatal di Rimini e memorabil guerra,
Ferito e quasi esanime io mio giaceva a terra...
Gennaro a me soccorse,
Il suo destin mi porse,
E in solitario bosco mi trasse e mi salvò.
LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
La sua virtù conosco, la sua pietade io so.
ORSINI
Là nella notte tacita, lena pigliando e speme,
Giurammo insiem di vivere e di morire insieme.
"E insiem morrete"
Voce gridò sonora:
E un veglio in veste nera gigante a noi s'offrì.
LIVEROTTO, VITELLOZZO, GUBETTA, PETRUCCI E
GAZELLA E CORO DI MASCHERE
Cielo!
ORSINI
"Fuggite i Borgia, o giovani,"
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Ei proseguì più forte ...
LIVEROTTO, VITELLOZZO, GUBETTA, PETRUCCI E
GAZELLA E CORO DI MASCHERE
Qual mago egl'era...
ORSINI
"Odio alla rea Lucrezia...dov'è Lucrezia è morte" ...
GLI ALTRI E CORO DI MASCHERE
...per profetar così?
ORSINI
Sparve ciò detto: e il vento
In suono di lamento
Quel nome ch'io detesto
Tre volte replicò!
LIVEROTTO, VITELLOZZO, GUBETTA, PETRUCCI E
GAZELLA E CORO DI MASCHERE
Rio vaticinio è questo.
Ma fede puoi dargli?
No, no, no, no!
(s'ode la musica d'una banda dall'interno del palazzo.)
CORO DI MASCHERE
[4 ] Senti. La danza invitaci.
Bando a sì triste immagini ...
Passiam la notte in gioia.
Assai quell'empia femmina
Ne diè tormento e noia.
LIVEROTTO, VITELLOZZO, GUBETTA, PETRUCCI E
GAZELLA E CORO DI MASCHERE
Finché il Leon temuto
Ne porge asilo e aiuto,
Il Leon temuto,
L'arti e il furor de' Borgia
Non ci potran colpir, no, no.
Vieni, la danza invitaci...
Lasciam costui dormir.
ORSINI
Fede a fallaci oroscopi l'anima mia non presta.
Non presta fe', no.
Ma pur, mio malgrado,
Un palpito sovvenir mi desta.
Spesso dovunque movo,
Quel vegliardo trovo,
Dovunque movo,
Quella minaccia orribile parmi la notte udir.
Te, mio Gennaro, invidio, che puoi così dormir.
(partono tutti, traendo Orsini.)
(approda una gondola: ne esce una dama mascherata. È
Lucrezia: s'inoltra guardinga. Vede Gennaro
addormentato e s'appressa a lui contemplandolo con
piacere e rispetto. Gubetta le va incontro.)
LUCREZIA
[5] Tranquillo ei posa . . .
Oh sian così tranquille
Le sue notti sempre!
E mai provar non debba
Qual delle notti mie,
Quant'è il tormento!
(a Gubetta)
Sei tu?
GUBETTA
Son io. Pavento che alcun vi scopra:
Ai giorni vostri, è vero, scudo è Venezia;
Ma vietar non puote che conosciuta non v'insulti alcuno.
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LUCREZIA
E insultata sarei!
M'abborre ognuno!
Pur, per sì trista sorte nata io non era...
Oh! potess'io far tanto che il passato non fosse,
E in un cor solo destare un senso di pietade e amore
Che invano al mondo in mia grandezza io chiedo!
Quel giovin vedi?
GUBETTA
Il vedo, e da più dì lo seguo,
E indarno tento scoprir l'arcano che per lui vi tragge
Da Ferrara a Venezia in tanta ambascia...
LUCREZIA
Tu scoprirlo! Nol puoi!
Seco mia lascia.
(Gubetta parte. Mentre Lucrezia si avvicina a Gennaro
non si accorge di due uomini mascherati che passano dal
fondo, e si fermano in disparte. Poi guarda con affetto
Gennaro)
[6] Com'è bello! Quale incanto
In quel volto onesto e altero!
No, giammai leggiadro tanto
Non sel pinse il mio pensiero.
L'alma mia di gioia è piena,
Or che alfin lo può mirar...
Ma risparmia, o ciel, la pena
Ch'ei debba un dì sprezzar.
Se il destassi? ...No: non oso,
Né scoprire il mio sembiante:
Pure il ciglio lagrimoso
Terger debbo un solo istante.
(Lucrezia si toglie la maschera e si asciuga le lagrime.)
DUCA (indietro mascherato)
(Vedi? è dessa.)
RUSTIGHELLO
(È dessa ... è vero.)
DUCA
(Chi è l'amante?)
RUSTIGHELLO
(Un venturiero.)
DUCA
(Non ha patria?)
RUSTIGHELLO
(Né parenti; ma è guerrier fra i più valenti.)
DUCA
(Di condurlo adopra ogn'arte a Ferrara il mio poter.)
RUSTIGHELLO
(Con Grimani all'alba ei parte,
Ei previene il tuo pensier.)
LUCREZIA
[7] Mentre geme il cor sommesso,
Mentre piango a te d'appresso,
Dormi e sogna, o dolce ogetto,
Sol di gioia e di diletto,
Ed un angiol tutelare
Non ti desti che al piacer!
Ah! triste notti e veglie amare
Debbo sola sostener
Gioie sogna, ed un angiol
Non ti desti che al piacer!
(i due mascherati partono. Lucrezia si avvicina a baciare
la mano a Gennaro. Gennaro si desta e affetta Lucrezia
per la braccia.)
[8] Ciel!
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GENNARO
Che vegg'io?
LUCREZIA
Ed ella?
LUCREZIA
Lasciatemi.
GENNARO
Ah! compiangetemi:
Io non la vidi mai.
GENNARO
No, no, gentil signora.
LUCREZIA
Lasciatemi.
GENNARO (trattenendola)
No, per mia fede.
LUCREZIA
Ah! lasciatemi.
GENNARO
No, per mia fede!
Ch'io vi contempli ancora!
Leggiadra, amabil siete;
Né paventar dovete
Che ingrato ed insensibile
Per voi si trovi un cor.
LUCREZIA
Gennaro! e fia possibile
Che a me tu porti amor?
LUCREZIA
Ma, come? ...
GENNARO
È funesta istoria, che sempre altrui celai:
Ma son da ignoto istinto
A dirla a voi sospinto;
Alma cortese e bella...
LUCREZIA (fra sé)
(Tenero cor!)
GENNARO
...nel vostro volto appar.
LUCREZIA
Ah! favella, favella...
Tutto mi puoi narrar.
LUCREZIA
Ah! dimmelo.
GENNARO
[9] Di pescatore ignobile
Esser figliuol credei,
E seco oscuri in Napoli
Vissi i prim'anni miei.
Quando un guerriero incognito
Venne d'inganno e trarmi;
Mi diè cavallo ed armi,
E un foglio a me lasciò.
GENNARO
S'io posso amarvi? E v'amo!
LUCREZIA
Ebben?
LUCREZIA (fra sé)
(Oh gioia! ...)
GENNARO
Era mia madre, ahi misera!
Mia madre che scrivea...
Di rio possente vittima
Per sé, per me temea;
Di non parlar, né chiedere
Il nome suo qual era
Calda mi fe' preghiera,
Ed obbedita io l'ho.
GENNARO
Qual dubbio è il vostro?
GENNARO (incerto)
Io v'a...
(deciso)
Eppure, uditemi...esser verace io bramo,
Sì, io bramo.
Avvi un più caro oggetto,
Cui nutro immenso affetto.
LUCREZIA
E ti è di me più caro?
GENNARO
Sì.
LUCREZIA
Chi è mai?
GENNARO
Mia madre ell'è.
LUCREZIA
Tua madre! ...
GENNARO
Sì.
LUCREZIA
Tua madre! ...
Oh mio Gennaro! tu l'ami?
GENNARO
Al par di me.
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LUCREZIA (si asciuga le lagrime)
E il foglio suo?
GENNARO
Miratelo: mai dal mio cor si parte.
LUCREZIA
Oh! quante amare lagrime
Forse in vergarlo ha sparte!
GENNARO
Ed io, signora, oh quanto
Su quelle cifre ho pianto!
Ma che? voi pur piangete?
LUCREZIA
Ah sì.
GENNARO
Piangete?
LUCREZIA
Per lei...per te...
GENNARO
Piangete per me? ...
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LUCREZIA
Per te.
GENNARO
Chi siete? ...
GENNARO
Piangete per me?
Alma gentil voi siete, amor più cara a me.
LUCREZIA
...E sua vita è l'amarti.
LUCREZIA
[10] Ama tua madre, e tenero
Sempre per lei ti serba...
Prega che l'ira placasi
Della sua sorte acerba...
Prega che un giorno stringere
Ella ti possa al cor.
GENNARO
L'amo, sì, l'amo, e sembrami
Vederla in ogni oggetto...
Una soave immagine
Me n'ho formato in petto;
Seco, dormente o vigile,
Seco favello ognor.
LUCREZIA (fra sé)
(Tenero cor!)
GENNARO
Alma gentil voi siete, più cara a me.
LUCREZIA
Ah! Ama tua madre, e tenero...
GENNARO
L'amo...
LUCREZIA
...Sempre per lei ti serba...
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GENNARO
Chi siete?
ORSINI (avanzandosi)
Io dirollo...
LUCREZIA (si copre con la maschera il volto e vuole
allontanarsi)
Gran Dio!
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA (opponendosi)
Non partite.
(riconducendola)
Forza è udirne.
LUCREZIA
Gennaro! ...
GENNARO
Che ardite?
S'avvi alcun d'insultarla è capace,
Di Gennaro più amico non è.
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Chi siam noi sol chiarirla ne piace, ...
LUCREZIA (fra sé)
(Oh cimento!)
GENNARO
...Sempre...
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
...E poi fugga da te.
LUCREZIA
...Prega che l'ira placaisi della sua sorte acerba.
LUCREZIA (fra sé)
(Oh cimento!)
GENNARO
Sì.
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Forza è udirne.
LUCREZIA
Prega che un giorno stringere ella ti possa al cor, ecc.
GENNARO
Una soave immagine, ecc.
(si avvicinano da varie parti le maschere: escono paggi
con torce, che accompagnano dami e cavalieri.)
LUCREZIA
[11] Gente appressa...io ti lascio.
GENNARO (trattendola)
Ah! fermate, fermate.
ORSINI (riconosce Lucrezia, l'addita ai compagni)
Che mai veggo?
LUCREZIA
M'è forza lasciarti.
GENNARO
Deh! chi siete almen dirmi degnate.
LUCREZIA
Tal che t'ama, ...
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GENNARO
Favellate.
ORSINI
[12] Maffio Orsini, signora, son io,
Cui svenaste il dormente fratello.
VITELLOZZO
Io Vitelli, cui feste lo zio
Trucidar nel rapito castello.
LIVEROTTO
Io nipote d'Appiano tradito,
Da voi spento in infame convito.
GENNARO (fra sé)
(Ciel! che ascolto!)
PETRUCCI
Io Petrucci del Conte cugino...
LUCREZIA (fra sé)
(Oh! malvagia mia sorte!)
PETRUCCI
...Cui toglieste di Siena il domino.
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CORO DI MASCHERE
Qual rea donna!
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ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Com'è odiata è temuta del paro, ...
GAZELLA
Io congiunto d'oppresso consorte,
Che faceste nel Tebro perir.
GENNARO
Questa donna?
LUCREZIA (fra sé)
(Ciel! ove fuggo? che fare, che dir?
Malvagia mia sorte!)
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Chè possente il destino la fè.
GENNARO (fra sé)
(Oh ciel! ohimè! ah! che ascolto, giusto ciel!
Oh ciel! che far, che far?)
GENNARO
Ah! ma chi è mai?
ORSINI
Maffio Orsini, signora, so io, sì, son io.
LUCREZIA (in ginocchio)
Non udirli, Gennaro!
VITELLOZZO
Io Vitelli, signora, son io, sì, son io Vitelli.
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Chi? Vuoi saperlo?
PETRUCCI E GAZELLA
Sì, siam noi, siamo noi.
GENNARO
Sì, chi è mai? ...
LIVEROTTO
Io nipote d'Appiano, sì son io.
LUCREZIA
Per pietà, non udirli!
CORO DI MASCHERE
Ah! Cielo! Qual rea donna!
GENNARO
Ah! lo dite.
GENNARO (fra sé)
(Oh ciel! che ascolto!)
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Com'è odiata è temuta del paro, ecc.
LUCREZIA (fra sé)
(Malvagia mia sorte!)
(piange)
GENNARO
Ma chi è? dite, dite, ecc.
CORO DI MASCHERE
Va, rea donna, va, va, va!
LUCREZIA
No, no, ah! grazia! non udirli, ecc.
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Or che a lei l'esser nostro è palese, odi il suo.
GENNARO
Ma chi è mai?
GENNARO E CORO DI MASCHERE
Dite, dite.
LUCREZIA
Ah! pietade! ah! pietade! ...
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Odi il suo...
LUCREZIA
No. Ah!
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Ella è donna che infame si rese,
Che l'orrore sarà d'ogni etade...
LUCREZIA
Grazia! grazia!
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI,
GAZELLA E CORO DI MASCHERE
(strappando la maschera di Lucrezia)
È la Borgia ...
GENNARO
Dio! ...
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI,
GAZELLA E CORO DI MASCHERE
Ravvisala.
GENNARO
Va, va, va.
LUCREZIA
Ah!
(segue Gennaro, tenendolo per le ginocchia. Tutti
fuggono.)
ACT 1
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Ella è donna venefica, impura,
Vilipese, oltraggiò la natura.
LUCREZIA
Ah! Gennaro! ...
Scene 1
Una piazza di Ferrara. Da un lato palazzo con verone,
sotto al quale uno stemma di marmo, dove è scritto con
caratteri visibili: BORGIA. Dall'altro piccola casa coll'uscio
sulla strada, le cui finestre sono illuminate di dentro. Notte.
DUCA
[13] Del veneto corteggio lo ravvisasti?
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RUSTIGHELLO
E me gli posi al fianco,
E lo seguii come se l'ombra
Io fossi del corpo suo.
(addita la casa di Gennaro.)
Quello è il suo tetto.
DUCA
Quello?
Appo il ducale ostello ...
Lucrezia il volle!
RUSTIGHELLO
E in esso ancora il vuole,
Se non m'inganna di quel vil Gubetta
L'ira e il redir, e lo spiar furtivo.
DUCA
Entrarvi ei puote, non ne uscir mai vivo.
(Si odono voci e suoni della casa di Gennaro.)
Odi?
RUSTIGHELLO
Gli amici in festa...
GLI AMICI DI GENNARO
Viva! Evviva!
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DUCA
E l'ultima sarà.
RUSTIGHELLO
L'ultimo addio sarà.
DUCA
Sì. Qualunque sia l'evento, ecc.
(escono tutti lieti dalla casa di Gennaro. Egli solo è
pensoso. Gubetta si fa vedere in disparte.)
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZZELLA
[16] Addio, Gennaro.
GENNARO (con serietà)
Addio, nobili amici.
ORSINI
Ma che? ...deggio sì mesto mirarti ognor? ...
GENNARO
Mesto non già.
(Potessi, se non vederti, almen giovarti, o madre!)
RUSTIGHELLO
...Tutta la notte accoglieva
In quelle porte il giovin folle.
ORSINI
Mille beltà leggiadre saran stasera al genial festino,
Cui la gentil m'invita principessa Negroni.
Ove qualcuno obliato avess'ella.
A me lo dica: di riparar l'errore è pensier mio.
GLI AMICI DI GENNARO
Viva! viva!
LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZZELLA
Tutti fummo invitati.
RUSTIGHELLO
Separarsi all'alba han per costume.
GUBETTA (avanzandosi)
E il sono anch'io.
DUCA
E l'ultim' alba è questa
Che al temerar io splende;
L'ultimo addio che dagli amici ei prende.
LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZZELLA
Oh! il signor Beverana!
GLI AMICI DI GENNARO
Viva! evviva!
GENNARO (a Orsini)
Da per tutto è costui!
Già da gran tempo m'è sospetto...
DUCA
[14] Vieni: la mia vendetta
È meditata e pronta;
Ei l'assicura e affretta
Col cieco suo fidar.
RUSTIGHELLO
Ma se l'altier Grimani
Là si recasse ad onto?
DUCA
Mai per codesti insani
Me non vorrà sfidar,
No, no!
[15 ] Qualunque sia l'evento
Che può recar fortuna,
Nemico non pavento
L'altero ambasciator.
Non sempre chiusa ai popoli
Fu la fatal Laguna,
Non sempre fu la fatal Laguna, no:
Ad oltraggiato principe
Aprir si puote ancor.
(i suoni della casa di Gennaro si fan più vicini, si
spengono i lumi.)
RUSTIGHELLO
Tutta la notte in festa.
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(tutti gli vanno incontro, tranne Gennaro e Orsini.)
ORSINI
Oh, non temer: uom lieto, e qual siam tutti,
Una sventato è desso.
VITELLOZZO
Or via! così dimesso
Io non ti vo', Gennaro.
LIVEROTTO
Ammaliato t'avria forse la Borgia? ...
GENNARO
E ognor di lei
V'udrò parlarmi? Giuro al cielo, signori,
Scherzi non voglio. Uomo non v'ha
Che aborra al par di me costei.
PETRUCCI
Tacete. È quello il suo palagio.
GENNARO
E il sia. Stampare in fronte vorrei l'infamia,
Che a stampar son pronto su quelle mura
Dov'è scritto "Borgia”.
(sale un gradino, e colla punta del pugnale fa saltar via il
"B" del "Borgia".)
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LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZZELLA
Che fai?
GENNARO
Leggete adesso.
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZZELLA
Oh diaman! “ORGIA”!
GUBETTA
Una facezia è questa,
Che può costar domani ben cara a molti.
GENNARO
Ove del reo si chieda,
Me stesso a palesar pronto son io.
(si vedono indietro due uomini vestiti di nero.)
ORSINI
Qualcun ci osserva...Separiamoci.
TUTTI
Addio.
(Gennaro rientra in casa. Gli altri si disperdono.)
RUSTIGHELLO
[17] Qui che fai?
ASTOLFO
Che tu te'n vada fermo aspetto.
E tu che fai?
RUSTIGHELLO
Che tu sgombri la contrada fermo attendo.
ASTOLFO
Con chi l'hai?
RUSTIGHELLO
Con quel giovine straniero c'ha qui stanza;
E tu con chi?
ASTOLFO
Con quel giovine straniero ...
RUSTIGHELLO
Con quel?
ASTOLFO
Che pur esso, che pur esso alberga qui.
RUSTIGHELLO
Dove il guidi?
ASTOLFO
Alla Duchessa. E tu dove?
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ASTOLFO E RUSTIGHELLO
Delle due qual s'aprirà?
Del più destro del più forte
Dal voler dipenderà.
(Rustighello fa un segno dal cantone della strada: entra un
drappello di scherani, i quali circondo Astolfo.)
RUSTIGHELLO E CORO DI SCHERANI
[18] Non far motto: parti, sgombra:
Il più forte appien lo vedi.
Guai per te se appena un'ombra
Di sospetto a lui tu porgi!
Sai che un solo qui tutto regge:
Somma legge è il suo voler.
ASTOLFO
Lo so,
Ma il furor della Duchessa?
RUSTIGHELLO E CORO DI SCHERANI
Taci, e d'essa, no, non temer.
Al suo nome, alla sua fama
Fè l'audace estrema offesa.
ASTOLFO
Fè l'audace estrema offesa.
RUSTIGHELLO E CORO DI SCHERANI
Vendicarsi il Duca brama:
Impedirlo è stolta impresa.
ASTOLFO
Certo, certo, è stolta impresa.
RUSTIGHELLO E CORO DI SCHERANI
Se da saggio oprar tu vuoi,
Dêi piegare, partir, tacer.
ASTOLFO
Parto, sì, che avvenga poi...
Vostro sia, non mio pensier.
RUSTIGHELLO E CORO DI SCHERANI
Parti...
ASTOLFO
Parto, sì...
RUSTIGHELLO E CORO DI SCHERANI
...parti...
ASTOLFO
...parto, sì...
RUSTIGHELLO E CORO DI SCHERANI
Se da saggio oprar tu vuoi, ecc.
ASTOLFO
Vostro sia, non mio pensier, ecc.
RUSTIGHELLO
Al Duca appresso.
CD 2
ASTOLFO
Oh! la via...non è l'istessa.
Scene 2
Sala nel palazzo ducale.
RUSTIGHELLO
Nè conduce a un fine istesso.
(Gran porta in fondo. A dritta un uscio chiuso da una
vetrata. A sinistra un altro uscio segreto. Tavolino nel
mezzo coperto di velluto.)
ASTOLFO
L'una a festa...
RUSTIGHELLO
L'altra a morte...
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DUCA
[1] Tutti eseguisti? ...
RUSTIGHELLO
Tutto.
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Il prigioniero qui presso attende.
DUCA
Or bada. A quella in fondo segreta sala,
Della statua a piedi dell'avol mio,
Disposti armadi schiude quest'aure a chiave.
Ivi d'appresso un vaso, e un d'or vedrai:
Nella propinqua stanza ambo gli reca ...
Nè desio ti tenti dell'aureo vaso ...
Vin di Borgia è desso.
(Rustighello fa per partire.)
Attendi. All'uscio appresso
Tienti di spada armato.
Ov'io ti chiami
I vasi apporta; ov'altro cenno intendi...col ferro accorri.
USCIERE (dalla porta)
La Duchessa.
DUCA
Affretta.
(Rustighello parte. Entra Lucrezia)
[2] Così turbata?
LUCREZIA
A voi mi trae vendetta.
Colpa inaudita, infame
A denunziarvi io vengo.
Avvi in Ferrara
Chi della vostra sposa
A pien meriggio oltraggia il nome,
E mutilarlo ardisce.
DUCA
M'è noto.
LUCREZIA
E nol punisce? e il soffre Alfonso in vita?
DUCA
A noi dinanzi tosto fia tratto.
LUCREZIA
Qual ei sia, pretendo che morte egl'abbia,
E al mio cospetto; e sacra ducal parola
Al vostro amor ne chiedo.
DUCA
E sacra io dolla.
(all'Usciere)
Il prigionier.
(L'Usciere parte. Si presenta Gennaro disarmato fra le
guardie.)
LUCREZIA (turbata al vederlo)
(Chi vedo!)
DUCA
Un temerario osava testè,
Di giorno, dal ducal palagio con man profana
Cancellar l'augusto nome di Borgia
Il reo si cerca.
LUCREZIA
Il reo non è costui...
DUCA
D'onde il sapete?
LUCREZIA (subito)
Egli era stamane altrove...
Alcun de' suoi compagni commise il fallo.
GENNARO
Non è ver.
DUCA
L'udite? ...Siate sincero,
E dite se il reo voi siete...
GENNARO
Uso a mentir non sono;
Ché dalla vita istessa più caro ho l'onor mio.
Duca Alfonso, il confesso...il reo son io.
LUCREZIA
(Misera me! ...)
DUCA (piano a Lucrezia)
Vi diedi la mia ducal parola...
LUCREZIA
Alcuni istanti favellarvi in segreto,
Alfonso, io bramo.
(a un cenno di Alfonso, Gennaro è condotto via.)
(Deh! secondami o Ciel!)
DUCA
[3] Soli noi siamo.
Che chiedete? ...
LUCREZIA
Vi chiedo, o signore,
Di quel giovane illesa la vita.
DUCA
Come? dianzi cotanto rigore?
L'ira vostra è sì tosto sparita?
LUCREZIA (con vezzo)
Fu capriccio ... A che giova ch'ei mora?
Giovin tanto! ...Perdono gli do.
DUCA (con un sorriso)
Noto vi è desso?
DUCA
La mia fede vi diedi, o signora,
Nè a mia fede giammai fallirò.
LUCREZIA (fra sé)
(O ciel! Gennaro! Ahi qual fatalità!)
LUCREZIA
Ma, Duca...
GENNARO
La vostra Altezza, o Duca, toglier mi fece
Dal mio tetto a forza da gente armata.
Chieder posso, io spero, d'ond'io mertai
Questo rigore estremo?
DUCA
Mai.
DUCA
Capitano, appressate...
DUCA
Mai.
LUCREZIA
(Io gelo...io tremo.)
LUCREZIA (frenandosi)
Don Alfonso ... favore ben lieve
Voi negate a sovrana ... a consorte!
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LUCREZIA
Ascoltate ...
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DUCA
Chi v'offese irne impune non deve ...
Voi chiedeste, io giurai la sua morte.
LUCREZIA
Perdoniam: siam clementi del paro ...
DUCA
No.
LUCREZIA
La clemenza è regale virtù
DUCA
Lo giurai.
LUCREZIA
Ah perdoniam, siam clementi del paro, ecc.
DUCA
No mai!
Io giurai...no! no! la giurai...
No, no, no! giurai, cadrà!
No, non posso.
LUCREZIA
E si avverso a Gennaro
Chi vi fè, caro Alfonso?
DUCA (prorompendo)
Chi? ...Tu.
LUCREZIA
Io? che dite?
DUCA
Tu l'ami, sì, tu l'ami...
LUCREZIA
(Che ascolto! ...)
DUCA
In Venezia il seguisti.
LUCREZIA
(Ah! giusto cielo!)
DUCA
Sì, tu l'ami, e il seguisti.
LUCREZIA
Io?
DUCA
Anche adesso nel volto
Si leggea l'empio ardor che nutristi.
LUCREZIA
Don Alfonso!
DUCA
T'acquieta.
LUCREZIA
Vi giuro, vi giuro...
DUCA
Non macchiarti di nuovo spergiuro.
LUCREZIA
No.
DUCA
Tu l'ami e in Venezia il seguisti.
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LUCREZIA
Don Alfonso!
DUCA
E omai tempo ch'io prenda
De' miei torti vendetta tremenda;
E tremenda da questo momento
Sul tuo complice infame cadrà.
LUCREZIA
Grazia, ah grazia, Alfonso, pietà!
DUCA
L'indegno vo' spento.
LUCREZIA
Per pietà!
DUCA
Più non odo pietà.
LUCREZIA
Non odi pietà? no?
DUCA
No.
LUCREZIA
No?
(sorgendo)
[4 ] Oh! a te bada, a te stesso pon mente,
Don Alfonso, mio quarto marito!
Omai troppo m'hai vista piangente,
Omai troppo il mio core è ferito.
Al dolor sottentra la rabbia ...
Ti potria far la Borgia pentir,
Bada, bada, Alfonso, bada,
Ti potria far la Borgia pentir.
DUCA (con ironia)
Mi sei nota: nè porre in oblio
Chi sei tu, se il volessi, potrei;
Ma tu pensa che il Duca son io,
Che in Ferrara, e in mia mano tu sei ...
Io ti lascio la scelta s'ei debba
Di veleno o di spada morir,
Pensa, pensa s'egli debba di spada morir.
Scegli.
LUCREZIA (fuor di sè)
Oh Dio!
DUCA
Scegli.
LUCREZIA
Dio possente!
Oh! a te bada, a te stesso pon mente, ecc.
DUCA
Mi sei nota, mi sei nota ecc.
(per uscire)
[5 ] Trafitto tosto ei sia.
LUCREZIA
Deh! t'arresta...
DUCA
Ch'ei cada...
LUCREZIA
Non commetter sì nero delitto.
DUCA
Scegli, scegli...
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LUCREZIA
Ah! non muoia di spada! ...
DUCA
Sii prudente: d'appresso ti sono...
Nulla speme ti è dato nutrir.
(fa cenno che venga Gennaro.)
E sacro è un giuro.
DUCA (guardando Lucrezia)
Il so...
LUCREZIA
(Dio!)
LUCREZIA
L'infelice al suo fato abbandono...
Uom crudele! ...mi sento morir...
(cade sopra una sedia. Viene introdotto Gennaro.)
DUCA
Il so.
(presentandogli una borsa)
Questo oro almen... deh! ...
DUCA (a Gennaro)
Della Duchessa ai preghi,
Che il vostro fallo oblia
È forza pur ch'io pieghi,
E libertà vi dia.
GENNARO
Assai da' miei signori io n'ho.
LUCREZIA (tra sè)
(Oh! come ei finge!)
DUCA
E poi ... tanto è valore in voi,
Che d'Adria il mar privarne,
E Italia insiem, no vo!
DUCA
Almen, siccome antico
Stile è fra noi degli avi,
Libare a nappo amico
Spero che a voi non gravi ...
GENNARO
Sommo per me favore
Questo sarà, signore ...
GENNARO
Quai so darne...
DUCA
Gentil la mia consorte
Coppiera a noi sarà.
LUCREZIA tra sè)
(Perfido!)
LUCREZIA (si alza per fuggire)
(Stato peggior di morte!)
GENNARO
...grazie, signor, ve'n do.
Pur poichè dirlo è dato
Senza temer viltade...
In uom che l'ha mertato,
In beneficio cade.
DUCA (prenendola la mano)
Meco, o Duchessa!
(fa cenno a Rustighello.)
Olà!
(a Lucrezia in disparte)
[6 ] (Guai se ti sfugge un moto,
Se ti tradisce un detto!
Uscir dal mio cospetto
Vivo quest'uom non dè.
DUCA
Come?
GENNARO
Di vostra Altezza il padre
Cinto d'avverse squadre
Peria, se scudo e aita
Non gli era un venturier.
LUCREZIA
(Oh! se sapessi a quale ...
DUCA
E quel voi siete? ...
LUCREZIA
...Opra m'astringi atroce ...
LUCREZIA (sorgendo)
E vita voi gli serbaste?
DUCA
...Taci...
GENNARO
È ver.
LUCREZIA
...Per quanto sii feroce,
Ne avresti orror con me.)
LUCREZIA
(Duca! ...)
DUCA
(L'indegna spera.)
LUCREZIA
(S'ei si mutasse!)
DUCA
(È vano.)
(a Gennaro)
Seguir la mia bandiera vorreste, o Capitano? ...
GENNARO
Al Veneto Governo
Nodo mi stringe eterno...
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DUCA
(Taci...
DUCA
...Versa il liquor, t'è noto...
Strano è il ribrezzo in te.)
Guai se ti sfugge un moto, ecc.
LUCREZIA
(Oh! se sapessi a quale... ecc.
Ah per pietà!
Va! non v'è mostro egual...
Colpo maggior non v'ha.)
GENNARO
(Meco benigni tanto
Mai non credea costoro...
Trovar perdono in loro
Sogno pur sembra a me.
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Madre! esser dee soltanto
Del tuo pregar mercè.)
DUCA
[7] Or via: mesciamo.
(Lucrezia versa dal vaso d'argento.)
GENNARO
Attonito per tanto onor son io.
DUCA
A voi, Duchessa...
LUCREZIA
(Il barbaro!)
DUCA (a Lucrezia)
(Il vaso d'ôr.)
LUCREZIA
(Gran Dio!)
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GENNARO
Che mai sento! ...E null'altro che morte
Aspettarmi io doveva in tua Corte!
Un rio genio mi pose la benda,
M'inspirò sì fatal securtà.
LUCREZIA
No, Gennaro...bevi e fuggi!
GENNARO
Forse, forse una morte più orrenda
La tua destra, o malvagia, mi dà.
LUCREZIA
Deh! t'affretta...
Ah! t'accompagni del ciel la pietà.
In me fida.
GENNARO
In te?
LUCREZIA
Sì, parti...
(Lucrezia versa dal vaso d'oro.)
DUCA
V'assista il ciel, Gennaro.
GENNARO
Fausto vi sia del paro.
GENNARO
Cruda!
LUCREZIA
Morto in te vuole il Duca un rivale.
(bevono.)
GENNARO
O cimento!
LUCREZIA
(Vanne: non ha natura
Mostro peggior di te.)
LUCREZIA
Ei ritorna a svenarti.
Bevi e fuggi.
GENNARO
(Madre, è la mia ventura
Del tuo pregar mercè.)
GENNARO
Oh dubbiezza fatale!
DUCA
(Trema per te, spergiura!
Vittima prima egli è.)
(a Lucrezia)
Or, Duchessa a vostr' aggio potete
Trattenerlo oppur dargli commiato.
(Parte.)
LUCREZIA (pensando)
(Oh! qual raggio!)
GENNARO (inchinandosi)
Signora...accogliete
I saluti d'un cor non ingrato.
LUCREZIA (si assicura della partenza del Duca, poi corre
sul davanti della scena, prende Gennaro e dice:)
Infelice! il veleno bevesti! ...
GENNARO
Ah!
LUCREZIA
Non far motto, trafitto cadresti.
GENNARO
Come?
LUCREZIA (gli dà un'ampoletta)
Prendi e parti: una goccia, una sola,
Di quel farmaco vita ti dà...
Lo nascondi, t'affretta, t'invola...
T'accompagni del ciel la pietà.
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LUCREZIA
Bevi e fuggi...te'n prego, o Gennaro,
Per ta madre, per quant'hai più caro,
Bevi e parti,
Una goccia, una sola,
Di quel farmaco vita ti dà.
Lo nascondi, va, t'affretta,
Va, t'accompagni del ciel la pietà.
GENNARO
Che mai sento! e null'altro che morte
Aspettarmi doveva in tua Corte!
Un rio genio mi pose la benda,
M'inspirò sì fatal securtà.
Forse, ah! forse una morte più orrenda
La tua destra, malvagia, mi dà.
(Gennaro beve il controveleno.)
LUCREZIA
Tu sei salvo!
Oh supremo contento! ...
Quindi involati...affrettati ...va,
Deh! fuggi, fuggi, va Gennaro, fuggi, va.
GENNARO
Ti punisca, s'è in te tradimento,
Chi più speri che t'abbia pietà!
(Lucrezia fa fuggire Gennaro per la porte segreta. Si
presenta dal fondo Rustighello col Duca. Ella cade sovra
una sedia.)
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ACT 2
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A me lo addita.
Chi è costui?
Scene 1
Piccola cortile che mette alla casa di Gennaro. Una
finestra della casa è illuminata. È notte.
GENNARO
Parla sommesso.
(arriva Rustichello accompagnato dagli Scherani.)
(Gennaro parla all'orecchio d'Orsini, e questo ride.)
RUSTIGHELLO E CORO DI SCHERANI
[8] Rischiarata è la finestra.
In Ferrara egli è tuttora.
La fortuna al Duca è destra:
Del rival vendetta avrà.
Inoltriam: propizia è l'ora...
Buio è il cielo...alcun non v'ha...
Nessun non v'ha.
(si avvicinano alla casa di Gennaro, odono rumore, e si
arrestano.)
Ma...silenzio...un mormorio...
Un bisbiglio s'è levato...
È di gente un calpestio
Più distinto udir si fa.
Là in disparte, là in agguato
Chi è s'esplori, e dove va.
(s'allontanano.)
RUSTIGHELLO E GLI SCHERANI
Ci par tempo...
No: s'aspetti.
L'importuno partirà.
(giunge Orsini e bussa alla porta di Gennaro. Egli apre ed
esce.)
ORSINI
Ah! Gennaro, quale in te credulità!
GENNARO
[9] Sei tu?
GENNARO
Taci, taci.
ORSINI
Son io.
Venir non vuoi, Gennaro, dalla Negroni?
Ogni piacer m'è scemo se nol dividi tu.
ORSINI
Non sospetti?
GENNARO
Grave cagione a te mi toglie.
Per Venezia io parto fra pochi istanti.
ORSINI
E me qui lasci? ...
E uniti fino alla morte
Non giurammo entrambi
Essere in ogni evento?
GENNARO
È ver.
ORSINI
Mi tieni così tua fede, com'io la tengo?
GENNARO
E tu vien meco.
ORSINI
All'alba attendi, e vengo.
Al geniale invito mancar non posso.
GENNARO
Oh! questa tua Negroni m'è di sinistro auspicio ...
ORSINI
E a me piuttosto il tuo partir
Così notturno e solo...così pensoso e mesto.
Resta, resta, Gennaro.
GENNARO
Odi ... e se il chiedi, io resto.
Minacciata è la mia vita ...
Alla morte io son qui presso.
ORSINI
Che s'insidia?
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ORSINI (ride)
Ah! ah!
GENNARO
Taci, taci, incauto!
ORSINI
Né d'inganni tu sospetti?
Quale in te credulità!
GENNARO
Taci incauto!
GENNARO
Incauto!
ORSINI
Sconsigliato!
Quale incredulità!
Non sai tu di donna l'arti?
[10] Onde a lei ti mostri grato
Ella ha finto di salvarti.
Di veleni che ragioni?
Dove fondi il tuo timor?
Gentil donna è la Negroni;
Uom è il Duca d'alto cor.
GENNARO
Tu conosci, appien tu sai
Se codardo io fui giammai,
Se un istante in faccia a morte
Mai fu scemo il mio valor.
ORSINI
Gentil dama è la Negroni;
Uomo è il Duca d'alto cor.
GENNARO
Pure adesso in questa Corte
M'è di guai presago il cor.
ORSINI
Va, se vuoi: tentar mi è caro,
Afferrar la mia ventura.
GENNARO
Addio dunque...
ORSINI
Addio, Gennaro.
GENNARO
Veglia a te.
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ORSINI
Ti rassicura.
(si abbracciano e si dividono, poi tornano ad abbracciarsi.)
GENNARO
Ah! non posso abbandonarti!
ORSINI
Ah! non io lasciar ti vo!
GENNARO
No, no.
ORSINI
No, no.
GENNARO
Al festin vo' seguirarti.
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[12] Stolti! Ei corre alla Negroni.
CORO DI SCHERANI
Basta allora, basta allora.
RUSTIGHELLO
Stolti! al laccio ei corre.
CORO DI SCHERANI
Non v'ha dubbio: al ver t'apponi.
RUSTIGHELLO E CORO DI SCHERANI
È tenace, è certo l'amo,
Che gettato al cieco è là
In si lasci: ritorniamo:
Di ferir mestier non fa.
(partono.)
ORSINI
Teco all'alba partirò.
(si tengono la mano.)
Scene 2
Sala nel palazzo Negroni illuminata e addobbata per
festivo banchetto.
GENNARO E ORSINI
[11] Sia qual vuolsi il tuo destino,
Esso è mio: lo giuro ancora.
LIVEROTTO
[13] Viva il Madera! Viva! Viva!
ORSINI
Mio Gennaro!
GENNARO
Caro Orsino!
ORSINI E GENNARO
Teco sempre ... o viva, o mora.
Qual due fiori a un solo stello,
Qual due fronde a un ramo sol,
VITELLOZZO
Evviva il Reno che scalda e avviva!
GAZELLA
Dei vini il Cipro è re.
PETRUCCI
I vini, per mia fè, son tutti buoni.
LIVEROTTO
Viva il Madera!
ORSINI
Noi vedremo sereno il cielo.
PETRUCCI E GAZELLA
Viva, viva!
GENNARO
O saremo curvati al suol.
(si abbracciano.)
VITELLOZZO
Viva il Reno!
ORSINI
Ah! mio Gennaro! sempre insieme,
O sarem curvati al suol.
Mio Gennaro! sempre insieme, o viva, o mora.
GENNARO
Caro Orsino! sempre insieme,
O sarem curvati al suol.
Caro Orsino! sempre insieme, o viva, o mora.
Al festino.
ORSINI
Sì, e parti no.
Oh mio Gennaro! ah! ah!
Sia qual vuolsi il tuo destino, ecc.
GENNARO
Oh caro Orsino! ah! ah!
Sia qual vuolsi il tuo destino, ecc.
(partono. Ritornano gli Scherani, Rustighello li trattiene.)
RUSTIGHELLO
Nol seguite.
CORO DI SCHERANI
A noi s'invola.
RUSTIGHELLO
Nol seguite.
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GAZELLA
Il Cipro.
LIVEROTTO, VITELLOZZO, ORSINI, PETRUCCI E
GAZELLA
Tutti son buoni...viva! viva!
ORSINI
Io stimo quel che brilla,
Siccome la scintilla,
Che desta il dio d'amor
Nell'occhio seduttor
Della Negroni.
LIVEROTTO E VITELLOZZO
Viva la Negroni!
ORSINI, PETRUCCI E GAZELLA
Viva!
LIVEROTTO E VITELLOZZO
Viva il Madera!
LIVEROTTO, VITELLOZZO, ORSINI, PETRUCCI E
GAZELLA
Viva, viva!
Benedetto, a lei si tocchi!
Si beva a' suoi begl' occhi!
Amore la formò,
Ciprigna il lei versò
Tutti i suoi doni.
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Viva la Negroni!
Viva, viva!
(bevono.)
PETRUCCI E GAZELLA
Si tocchi!
LIVEROTTO E VITELLOZZO
Si tocchi!
LIVEROTTO, VITELLOZZO, ORSINI, PETRUCCI E
GAZELLA
Viva, viva, viva, viva!
GUBETTA (s'alza)
[14] (Ebbri son già: convien tentar che resti in soli.)
GENNARO (si allontana)
(Noiato io sono.)
ORSINI
Ebbene? Gennaro, a toi t'involi?
Odi il novello brindisi da me composto un giorno.
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GUBETTA
Trasteverino!
LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
T'acqueta.
ORSINI E GUBETTA
Io ti darò, balordo,
Un tal di me ricordo,
Che temperante e sobrio
Per sempre ti farà.
GENNARO, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Finitela, cospetto!
All'ospirte rispetto ... Olà!
O tutta quanta accorrere
Farete la città.
LIVEROTTO
[15] Pace, pace per ora...
GUBETTA (ridendo)
Ah! ah!
VITELLOZZO
Avrete il tempo di battervi
Doman da cavalieri,
Non col pugnal come assassin di strada.
ORSINI
Chi ride?
ORSINI, GENNARO E GUBETTA
È ver.
GUBETTA
Ridono quanti ci sono intorno.
GENNARO
Ma delle nostre spade che femmo noi?
ORSINI
Come?
ORSINI
Le abbiam disposte fuori.
GUBETTA (beffeggiandolo)
Ah! ah! ah! l'esimio lirico!
GENNARO, PETRUCCI, GUBETTA E GAZELLA
Non ci pensi più.
ORSINI
M'insulteresti tu?
GUBETTA
Beviam, signori.
GUBETTA
S'egli è insultarti il ridere,
Far nol poss'io di più,
(ride)
Ah, ah, ah!
GAZELLA
Ma intanto sbigottite ci han lasciate le dame.
ORSINI
M'insulti?
UN COPPIERE (vestito di nero, che porta in giro una
bottiglia)
Via di Siracusa.
GUBETTA
Ah, ah, ah!
ORSINI (alzandosi)
Marrano di Castiglia!
GUBETTA
Scheran Trasteverino!
GUBETTA
Torneranno: ed ultimamente chiederemo scusa.
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI,
GAZELLA E GUBETTA
Ottimo per mia fè!
(versano e bevono tutti. Gubetta versa il bicchiere dietro le
spalle.)
(Orsini afferra un coltello.)
GENNARO
Maffio, vedesti? lo Spagnuolo non beve.
CORO DI DAME
Cielo! costui si battono!
ORSINI
Che importa? È naturale: ebbro esser deve.
LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
(trattenendo Orsini)
Che far? t'acqueta, Orsino.
GUBETTA (barcollando)
Or, se gli piace, amici, può schiccherar Orsin
Versi a sua posta, perché poeta ognun faria tal vino.
CORO DI DAME
Fuggiam, fuggiam di qua.
(le dame fuggono.)
ORSINI
Sì: a tuo dispetto.
ORSINI
Marrano!
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LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Una ballata, Orsino.
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ORSINI
[16] Il segreto per esser felici
So per prova e l'insegno agli amici
Sia sereno, sia nubilo il cielo,
Ogni tempo, sia caldo, sia gelo,
Scherzo e bevo, e derido gl'insani
Che si dan del futuro pensier.
Non curiamo l'incerto domani,
Se quest'oggi n'è dato a goder.
LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Sì, non curiamo l'incerto domani,
Se quest'oggi n'è dato a goder.
UNA VOCE (di dentro)
La gioia de' profani è un fumo passeggier.
LUCREZIA
Presso Lucrezia Borgia.
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA (con orrore)
Ah! siam perduti!
LUCREZIA
Sì, son la Borgia.
Un ballo, un tristo ballo voi mi deste in Venezia:
Io rendo a voi una cena in Ferrara.
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Oh, noi traditi!
GENNARO
Quai voci!
LUCREZIA
Qui salvi ed impuniti credeste invano:
Dell'ingiuria mia piena vendetta ho già:
Cinque son pronti strati funebri
Per coprirvi estinti, poiché il veleno
A voi temprato è presto.
ORSINI
Alcun si prende gioco di noi.
GENNARO (avanzandosi)
Non bastan cinque: avvi mestier del sesto.
LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Chi mai sarà?
LUCREZIA (sbigottita)
Gennaro! ...o ciel! ...
ORSINI
Scommetto che delle dame
Una malizia è questa.
GENNARO
Perire io saprò cogli amici.
UN CORO (di dentro)
La gioia de' profani è un fumo passeggier.
LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI, GAZELLA E
GUBETTA
Un'altra strofa, Orsino.
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LUCREZIA (ai soldati)
Ite: chiudete tutte le sbarre,
E per rumor che ascolti,
Nessuno in questa sala entrar s'attenti.
ORSINI
La strofa è presta.
Profittiamo degli'anni fiorenti,
Il piacer li fa correr più lenti;
Se vecchiezza con livida faccia
Stammi a tergo e mia vita minaccia,
Scherzo e bevo, e derido gl'insani,
Che si dan del futuro pensier.
Non curiamo, ecc.
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Gennaro! ...
LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Sì, non curiamo, ecc
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Oh, noi dolenti!
UN CORO (di dentro)
[17] La gioia de' profani è un fumo passeggier.
(si spengono le faci.)
ORSINI
Gennaro! ...
GENNARO
Maffio! Vedi?
Si spengono le faci.
ORSINI
A farsi grave incomincia lo scherzo.
ORSINI, GENNARO, LIVEROTTO, VITELLOZZO,
PETRUCCI E GAZELLA
Usciam!
ORSINI, LIVEROTTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E
GAZELLA
Son chiuse tutte le porte!
Ove siam noi venuti?
GENNARO
Amici! amici!
LUCREZIA
Uscite.
(sono trascinati via.)
LUCREZIA
[18] Tu pur qui? non sei fuggito?
Qual ti tenne avverso fato?
GENNARO
Tutto, tutto ho presentito.
LUCREZIA
Sei di nuovo avvelenato.
GENNARO (cava l'ampolla del controveleno)
Ne ho il rimedio ...
LUCREZIA
Ah! mel rammento, ah! grazie al ciel ne do.
GENNARO
Cogli amici io sarò spento,
O con loro il partirò!
(s'apre la porta del fondo, e si presenta Lucrezia vestita
tutta in nero, con gente armata.)
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LUCREZIA (osservando l'ampolla)
Ah! per te fia poco ancora,
Ah! non basta per gli amici ...
GENNARO
Non basta? ...
LUCREZIA
No...
GENNARO
Allor, signora, morrem tutti.
LUCREZIA
Ah! che mai dici?
GENNARO
Voi primiera di mia mano
Preparatevi a morir.
LUCREZIA
Io? ...Gennaro!
GENNARO
Sì.
LUCREZIA
Ascolta, insano ...
GENNARO (prende un coltello sulla tavola)
Fermo io sono.
LUCREZIA (sbigottita)
(Che far? che dir?)
GENNARO
Preparatevi.
LUCREZIA
Spietato!
Me ferir? svenar potresti?
GENNARO
Sì, lo posso: son disperato:
Tutto, tutto, mi togliesti.
Non più indugi.
LUCREZIA
Ah! ferma, ferma.
LUCREZIA
Ah! di più non domandar.
[19] M'odi, ah m'odi...io non t'imploro
Per serbarmi in vita!
Mille volte al giorno io moro,
Mille volte in cor ferita...
Per te prego...ah! teco almeno
Ah! non voler incrudelir.
Bevi...bevi...il rio veleno
Ah! t'affretta, deh! t'affretta a prevenir.
GENNARO
Sono un Borgia!
LUCREZIA
Il tempo vola.
Deh! cedi, cedi,
Deh! t'affretta il veleno a prevenir...
GENNARO
Giusto cielo!
LUCREZIA
Deh! cedi, il tempo vola.
Ah! t'affretta il veleno a prevenir...
Bevi, sì, Gennaro, bevi...
Deh! t'affretta il veleno a prevenir...
GENNARO (come ascoltando)
Maffio muore.
LUCREZIA
Cedi...per tua madre!
GENNARO
Va: tu sola sei cagion del suo dolore.
LUCREZIA
No, no: Gennaro...
GENNARO
L'opprimesti...
LUCREZIA
Nol pensare.
GENNARO
Di lei che festi?
GENNARO
Preparati.
LUCREZIA
Vive...ah vive...e a te favella
Col mio duol, col mio terror.
LUCREZIA
Gennaro! ...
GENNARO
Ciel! tu forse!
GENNARO (risoluto)
Preparati.
LUCREZIA
Ah! sì, son quella.
LUCREZIA
Ferma...Ah! ...
Un Borgia sei...
GENNARO
Tu! ...gran Dio! ...mi manca il cor...
(cade sopra una sedia.)
GENNARO (gli cale il coltello)
Io?
LUCREZIA
Figlio! ...figlio! ...
Olà! qualcuno! ...accorrete! ...
Aita! ...aita! ...
Niun m'ascolta...è lunge ognuno.
Dio pietoso, il serba in vita...
LUCREZIA
Fur tuoi padri i padri miei...
Ti risparmia un fallo orrendo...
Il tuo sangue non versar.
GENNARO
Sono un Borgia!
(piangendo)
Oh ciel! che intendo! ...
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GENNARO
Cessa ... è tardi ...
Io manco, io gelo ...
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LUCREZIA
Me infelice!
LUCREZIA
Ah! era desso il figlio mio, ecc
GENNARO
Ho agl'occhi un velo ...
CORO DI CORTIGIANI
Si soccorra...ella muor.
LUCREZIA
Mio Gennaro, un solo accento...
(Lucrezia sviene in braccio alle damigelle.)
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FINE
GENNARO
[20] Ah!...Madre, se ognor lontano
Visi al materno seno,
Che a te pietoso Iddio
M'unisca in morte almeno.
Madre, l'estremo anelito
Ch'io spiri sul tuo cor.
LUCREZIA
Figlio mio! figlio mio!
GENNARO
Sì, pietoso Iddio
m'unisca in morte almeno.
LUCREZIA
Figlio mio! figlio mio!
GENNARO
L'estremo anelito
Ch'io spiri sul tuo cor, ecc.
LUCREZIA
Aita! ... aita!
LUCREZIA
Mio Gennaro, un solo accento...
Uno sguardo per pietà...
GENNARO
Madre, io moro...ah! io moro!
(spira.)
LUCREZIA (con orrore)
È spento! È spento!
Ah! Figlio! Aiuto!
Soccorso! ....Aiuto...Il figlio!...
(si sente rumore e calpestio. S'aprono le porte: entra il
Duca e il suo seguito.)
DUCA
Dov'è desso? dov'è?
LUCREZIA
Desso!
(additando Gennaro estinto.)
Miralo.
DUCA E CORO I CORTIGIANI
Ah!
LUCREZIA
[21] Era desso il figlio mio,
La mia speme, il mio conforto,
Ei potea placarmi Iddio,
Mi parea far pura ancor.
Ogni luce in lui m'è spenta,
Il mio cuore con esso è morto.
Sul mio capo il cielo avventa
Il suo strale punitor.
CORO DI CORTIGIANI
Rio mistero! orribil caso! ah!
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