ESAME ORALE: UN
GIOCO DI RUOLO TRA
STUDENTI E
PROFESSORI
Cristian Milone “esame orale: un gioco di ruolo tra studenti e professori” - Proprietà letteraria riservata
certificata
gennaio 2010 – Permessa la diffusione senza alcuna modifica
Approfondimenti ed aggiornamenti http://www.studentiuniversita.com/
Questo ebook ha esclusivamente scopo formativo e rappresenta la libera opinione dell'autore. Non è una guida di
automedicazione e non sostituisce alcun tipo di trattamento medico o psicologico.
"ESAME ORALE: UN GIOCO DI RUOLO TRA STUDENTI E PROFESSORI"
Cristian Milone
Proprietà letteraria riservata certificata copyright gennaio 2010.
Questo ebook può essere liberamente diffuso a mezzo email
purchè non a scopo di lucro e fintanto che se ne lasci inalterata ed integra
ogni sua parte, paternità, formato, impaginazione e link inclusi.
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-----------------------------------------------------------I edizione 2010
ISBN n.: 978-1-4467-6112-0
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INTRODUZIONE
Perché un ebook che parla di studenti e professori?
La maggior parte degli studenti ha o ha avuto dei problemi nel passare
velocemente, facilmente e con una votazione soddisfacente gli esami.
Sarà capitato anche a te di parlare con ragazzi che hanno dovuto
sostenere più di una volta lo stesso esame.
Questo, talvolta, non dipende dal poco studio ma da un'incomprensione
tra preparazione ed aspettative del professore. Forse sarà capitato anche
a te di non passare l'esame perché non avevi capito le domande o più in
generale come il prof voleva che studiassi.
Quanto tempo, energie e sofferenze avresti risparmiato sapendo prima
cosa si aspetta il prof da te? Quante cose avresti potuto fare in quel
tempo guadagnato?
Magari, sull'onda dell'entusiasmo, avresti preparato un altro esame, o
invece ti saresti premiato con una minivacanza o magari entrambi!
Io per primo ho passato un periodo in cui pur studiando non riuscivo a
passare 1 esame. Avevo appena ripreso i contatti con l'università dopo
anni di solo lavoro, e questo non risultato, oltre a rallentarmi, diminuiva
l'autostima e la voglia di continuare. Quel periodo mi è servito per capire
come rapportarmi meglio al "mondo università", come usare in modo più
efficace energie e tempo.
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Questo ebook ha proprio lo scopo di darti dei suggerimenti per capire se
c'è qualcosa che puoi migliorare nell'approccio all'esame orale e come
farlo. Prendilo come una "bussola" che ti indica il nord. Non troverai
infatti strategie complesse e generiche che comunque dovrebbero essere
adattate visto che ognuno di noi è diverso.
Certamente fisserò dei punti, mi serve per dare un ordine, per seguire una
struttura di ragionamento e di osservazione, schematizzare dei concetti e
mettere dei paletti, ma sarà pur sempre , il mio "nord". Ma è proprio
questa l'indicazione iniziale, visto che ci sono già passato.
Ho già speso troppo tempo a capire come funzionavano alcune cose e
voglio darti qualche consiglio su come evitare di fare i miei stessi errori;
allo stesso tempo, una volta seguita la strada iniziale, fai le tue
considerazioni, apporta le tue modifiche, sperimenta e valuta, se il tuo
upgrade è su misura per te ti invito a seguirlo, altrimenti torna alla base e
magari cerca un altro upgrade, oppure semplicemente adotta i miei
suggerimenti.
In altre parole sei liberissimo di andare a sud, ovest ed est ma per farlo è
meglio sapere dove si trova il nord prima. E se ti perdi? Niente paura,
estrai la bussola, torna indietro fin dove conosci, correggi la rotta e vai
avanti.
Ti autorizzo a leggere anche più di una volta questo ebook se ne senti la
necessità :)
Bene, potresti pensare: "mi hai spiegato perché hai scritto su questo
tema, ma perché dovrei passare la prossima ora a leggere un ebook su
questo argomento? Tra l'altro perché proprio questo?"
Oggi il materiale che puoi trovare sulla formazione, tra libri, ebook, file
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audio, è veramente enorme, in tutto questo mare di conoscenza ci si può
perdere, soprattutto se non si ha ben chiaro cosa si vuole. Un ebook di
questo tipo ha il vantaggio di essere molto specifico, rapido e concreto,
infatti il titolo è esemplificativo del contenuto.
Indicherò nel dettaglio quali sono le dinamiche che si instaurano tra
studenti e professori quando giocano il “loro ruolo”.
Inoltre la maggior parte del materiale di crescita personale dedicato al
settore studio, si concentra principalmente su tutta la preparazione
all'esame, ma se poi il giorno dell'esame mi faccio prendere da crampi allo
stomaco e sto male per il colloquio?
Tutti gli studenti sanno che 1, 5, 10, 30... giorni di studio costante e
diligente si giocano in 10/15 minuti di colloquio, quindi può valere la pena
concentrarsi anche su come presentarsi davanti al professore oltre che
sapersi preparare per quel momento.
Come già detto, inoltre, non spenderò molte parole sulle leggi generali
della motivazione, comunicazione piuttosto che strategie di approccio allo
studio, anzi se vuoi approfondire questi temi, oltre a postare sul blog
http://www.studentiuniversita.com/ puoi cercare su internet materiale
sullo sviluppo della memoria ed atteggiamento allo studio, ma piuttosto
mi concentrerò sulla praticità, facendoti osservare ed immergere
mentalmente in una giornata d'esame standard e facendoti divertire a
cambiare prospettiva. Spesso basta poco per capire tanto! ;)
Rispondendo alla domanda: perché proprio questo, ti dico che,
ovviamente, non hai bisogno di me per laurearti, te la puoi cavare anche
da solo. Io so di aver speso tempo, energie ed anni in università prima di
trovare il mio metodo, non di studio, ma di relazione col mondo
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universitario, e con questo intendo: relazionarmi con i compagni di corso,
con i docenti, saper sfruttare le strutture, gli strumenti che ci danno
(email dei prof, ricevimenti, aule...).
Se tu hai già trovato la tua dimensione in tutto questo, stai andando
avanti bene, con soddisfazione ed in tempi accettabili, potrai trovare
ugualmente degli spunti interessanti che ti arricchiranno, del resto non si
può sapere già tutto.
Se invece navighi in acque minacciose questo ebook può darti delle grosse
dritte, evitare alcuni errori tipici, ampliare la visuale.
A chi si rivolge questo ebook?
Se pensi che un tema del genere si rivolge solo agli studenti... in buona
parte hai ragione, già dal titolo si capisce il taglio che ho voluto dare
all'argomento, cioè relazioni tra due ruoli opposti nell'ambito
universitario, ma si rivolge anche, perché no, a chi è curioso di
sperimentare o già solo di calarsi in una visione diversa nel gioco dei ruoli
tra esaminatore ed esaminato (del gioco dei ruoli ne parleremo a lungo
nell'ebook) al di là dell'ambito accademico.
Quindi se, come dice qualcuno, la vita è un esame continuo, i concetti in
questo ebook ti serviranno per quei momenti particolari che possono fare
la differenza nella tua vita, come: un nuovo colloquio di lavoro, esami di
stato per l'accesso alla professione, master, ma anche relazionarti con gli
altri a seconda del contesto ecc...
Parlando invece di studenti universitari, questo ebook può interessare: chi
ha difficoltà a passare gli esami, o non è contento del risultato, inteso sia
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come punteggio che come rapporto tra i tempi di studio e voto sul
libretto, chi ha difficoltà a gestire le emozioni nel giorno del colloquio,
per esempio chi si fa prendere da ansia, paura, tristezza, stress,
nervosismo, malumore, mal di pancia, morsa allo stomaco, ulcera, ecc...,
ma anche chi è semplicemente interessato a migliorarsi.
Chi sono io?
Dopo tutto questo parlare di utilità e servizio, è rimasto da sapere chi
sono io e che referenze ho per parlare non solo di esami ed università ma
di rapporto studente professore.
Quindi bando alle ciance mi presento.
Mi chiamo Cristian Milone, ho 29 anni sempre che tu legga questo ebook
entro febbraio 2011, e mi interesso da oltre 10 anni di crescita personale,
intesa come sviluppo dei 3 piani dell'esistenza umana quali: fisico,
mentale e spirituale.
Le mie esperienze si sono sviluppate soprattutto sul piano mentale, nel
campo dell'apprendimento, con: tecniche di memoria, motivazione,
pianificazione del tempo e degli obiettivi, tecniche di rilassamento e
comunicazione, anticipazioni, visualizzazioni, domande interne,
credenze... Ho sfruttato gli insegnamenti derivanti da corsi di sfida
personale, comunicazione, vendita, motivazione e da libri di autori molto
conosciuti nel settore come: Roy Martina, Anthony Robbins, Roberto Re,
Livio Sgarbi, Mario Furlan... La formazione è continua, ad oggi sto
approfondendo degli studi sulla PNL (Programmazione Neuro Linguistica),
alimentazione e nutrizione cellulare, sviluppo della mentalità finanziaria e
tecniche di connessione con l'energia e sviluppo dell'abbondanza.
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Ma tutto questo non basta secondo me. Puoi aver ascoltato centinaia di
corsi, letto migliaia di libri, ma quello che conta è come ti sei mosso dopo.
Le pagine che seguiranno infatti non sono un riassunto di quanto ho
capito finora ma la fusione di quello che ho imparato concettualmente
con esperienze di vita personali, anzi a dirla tutta quanto ho scritto non
l'ho letto da nessuna parte, ma è come se lo avessi sempre saputo,
almeno questa è l'impressione che ho oggi dopo anni di miglioramento,
visto che quando ho iniziato a scrivere sembrava quasi che le dita si
muovessero da sole. Infatti l'idea iniziale era quella di parlare di
atteggiamento, di empatia, di creazione di una griglia mentale prima
dell'esame ecc..., tutte cose che in parte ho trattato, ma il lavoro che è
uscito ha preso una direzione più personale, più originale, anche più
sperimentabile velocemente. Sono contento che sia stato naturalmente in
grado di dare del mio fin da subito.
Come usare questo ebook?
Ora che ho fugato i dubbi principali su questo prodotto e su di me,
possiamo procedere. Sappi intanto che questo ebook è pieno di
domande.
La maggior parte di esse le metto in punti cruciali del discorso o quando
voglio farti arrivare alla soluzione prima di leggerla.
Se arrivato a quel punto fermi la lettura e pensi alla risposta ne troverai
giovamento sia che le parole che seguono siano una conferma sia che
trovi un nuovo punto di vista. In entrambi i casi getti dei semi nella mente
che se coltivati ti porteranno grandi frutti.
Chiaramente più ti fermi a coltivare questi semi meglio cresceranno le
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piante. Cioè se le risposte che ti dai non sono per te soddisfacenti, puoi
scegliere di prenderti qualche minuto in più ed andare anche più in
profondità. Per dare un'idea una domanda potrebbe essere: secondo te,
quale o quali sono gli elementi essenziali affinché questo ebook funzioni?
Se hai capito il meccanismo, prima di leggere queste parole, hai distolto lo
sguardo, ti sei posto mentalmente la stessa domanda ed ottenuta una
risposta soddisfacente sei andato avanti...ma non ti preoccupare, se non
l'hai ancora fatto hai ancora questa possibilità! .... (prenditi il tempo che ti
serve) :)
...Bene, se sei andato oltre lo stile giocoso ed hai preso sul serio questa
prima domanda, sicuramente ti saranno venute alla mente risposte
interessanti.
Tutto quello che hai pensato ha un suo perché, e se fra tutto c'è anche la
parola che sto per dirti hai già capito come sfruttare questo ebook.
L'elemento più importante che farà la differenza tra l'ottenere ed il non
ottenere risultati è: l'azione!
Puoi stare mesi a rileggere questo ebook come decine di altri libri
sull'argomento, ma se poi non metti in pratica rimane tutto in testa, solo
teoria che si aggiunge ad altra teoria. Il rischio diventa quello di fare un
minestrone di idee senza averne ancora assimilata una!
Questo stato si chiama procrastinazione, un parolone per dire rimandare.
Bene o male ne siamo un po' tutti affetti, dal dover andare dal dentista al
voler fare quella telefonata, risentire quella persona, riallacciare un
rapporto o leggere un libro. La frase tipica di questo stato è: “poi lo farò!”
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che equivale a dire ora non ho voglia di muovermi.
Tutto quello che deciderai di fare con questo ebook è una tua scelta, io mi
propongo di dare degli strumenti, sta a te decidere se usarli, quando e
quanto. Un’ultima cosa prima di iniziare. Se il quando è importante, il
quanto può esserlo ancora di più. Quindi se l'azione è fondamentale,
sapere quanta azione fare deciderà le tempistiche di raggiungimento dei
tuoi obiettivi. Possiamo dire, in altre parole, che l'azione (il quando) è il
punto di partenza, mentre quanta azione fare ogni giorno (il quanto)
allontana o avvicina il tuo arrivo! Un po' come giocare a monopoli, più 12
fai più in fretta passi dal via e più volte ritiri i 20 euro! ;)
buccia o gemma?
Un errore che voglio evitare tu commetta è di credere che questo ebook
da solo possa darti tutte le risposte e tutte le soluzioni che stavi cercando
circa il come fare a passare gli esami.
L'unico segreto per passare gli esami è studiare! Non esiste libro, ebook,
ebook, videocorso, training che possa sostituirsi al tuo impegno nello
studio.
Quindi se stavi cercando un modo per passare gli esami aggirando lo
studio o mettendolo in secondo piano ti consiglio subito di fermare qui la
lettura!!
Bene, ora so che se stai continuando a leggere, fai parte di quel pubblico
attento e consapevole del fatto che superare un esame vuol dire,
innanzitutto, avere attitudine, concentrazione, dedizione, e continuità in
tre parole: volontà di studiare.
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Studiare, studiare, studiare è una regola d'oro e se fosse tutto qui non
avrebbe senso perdere tempo a leggere ma prima ancora scrivere un
ebook. Infatti non è tutto qui! Quante volte ti è capitato o hai sentito frasi
come: sapevo tutto ma non mi ha fatto passare, non capivo cosa volesse il
professore da me, avevo le risposte in testa ma mi sono bloccato ecc...
Perché succede questo?
Studiare è la parte succosa del discorso ma altrettanto interessante è la
cornice, un po' come la buccia di un arancio, utile, indispensabile,
integrata, quella parte che permette al frutto di non sporcarsi, spappolarsi
o seccarsi, ma senza polpa è solo una buccia, forse con un profumo che
può piacere, ma comunque sempre una buccia. Indovina ora cosa è la
polpa? :) La polpa sei tu, anzi il tuo studio, e se vogliamo essere più
precisi, il tuo atteggiamento verso lo studio e la capacità di saperlo
condizionare.
Se vuoi puoi anche pensare che questo ebook sia la tua buccia d'arancio
ma solo se accetti il ruolo di polpa, anzi diciamo anche di "gemma".
Questo vuol dire che sfruttare quanto troverai in queste pagine mettendo
in secondo piano il succo ti farà avere un risultato da buccia invece che da
arancio. Tu che ruolo vuoi avere verso i tuoi esami? Guardati negli occhi e
datti la risposta.
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GIORNO 1: COME CAPIRE IL GIOCO DEI RUOLI
Bene il mio compito era quello di farti riflettere per un istante sul tuo
ruolo verso lo studio. Questo, forse te ne sei già accorto, introduce subito
un concetto molto importante che si può estendere ben oltre il campo
universitario: "il gioco dei ruoli".
Chi non ha giocato o sentito parlare di Dungeon and Dragon (D & D per gli
amici)?! E' uno dei giochi di ruolo più famosi che esistano. Crei un
personaggio in un mondo fantastico e combatti contro mostri e demoni, e
più avventure vinci più esperienza acquisisci e diventando più forte
affronti nemici più forti. Io ne ero completamente assorbito, passavo le
ore a giocare con il mio gruppo e quando si iniziava arrivava velocemente
sera senza che ce ne accorgessimo.
La struttura scolastica, accademica, universitaria e tante altre, richiama
molto D & D, non tanto perché ci siano mostri da sconfiggere, tranne
quelli che ci creiamo noi, quanto perché "lo studente" in realtà non è una
professione, una vocazione o un contratto, ma è un ruolo!
Essere studente vuol dire essere nel ruolo di colui che studia, vuol dire
arrivare davanti al professore quando è il momento ed personificare un
ruolo, quello di colui che ha studiato.
Questo non vuol dire che sia tutto una finzione, il fatto di avere un ruolo o
essere in un ruolo non interrompe automaticamente uno stato di fatto,
ma lo circoscrive, lo definisce, e lo delimita, insomma gli da una
dimensione, come se fosse un cassetto.
Questo inoltre non vuol neanche dire che essendo un ruolo tu lo possa
trattare in modo superficiale, anzi quando sei nel ruolo ci stai fino in
fondo, in quel momento tu sei ciò che definisci di essere.
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L'importanza del ruolo invece ti fa capire come tu possa fare lo studente
e poi fare il lavoratore e poi fare l'uomo o la donna...ma essere la
somma di tutto questo e qualcosa in più!
Da qui la grande differenza tra dire: "sono uno studente" oppure dire
"sono nel ruolo di studente", che però suona male, meglio magari "faccio
lo studente!" seppur meno usato fa più effetto, ci chiarisce meglio le idee.
Un po' come dire che la cassettiera di casa tua ha tre cassetti, uno con
dentro solo camice, l'altro con solo pantaloni e l'ultimo con calze, sciarpe
e cappelli.
Tu non sei un cassetto o un calzino, ma sei la cassettiera!
Forse ti starai chiedendo come mai tutto questo bisogno di definire il
concetto di ruolo, alla fine si tratta comunque di parole.
E' proprio questo il punto, tutto si basa sulle parole e sul concetto che
queste rievocano.
Ogni rapporto umano che creiamo è basato su come sappiamo
comunicare, ogni interazione con gli altri o meglio col mondo esterno è
influenzata da parole ed azioni, ed ogni suono che emettiamo entra in
risonanza con chi ci sta attorno e prima di tutto con noi stessi visto che è
venuto dal nostro cervello.
Ma definire il concetto di ruolo ha anche un'altra efficacia.
Invece di spiegarla, però, questa volta te la faccio “vivere” e tra un attimo
capirai cosa intendo. Le righe che seguono raccontano un momento che ti
sarà già capitato di vivere, oppure ti capiterà, cioè il giorno dell'orale. L'ho
diviso in quattro “atti” ognuno dei quali riprende la stessa situazione ma
la guarda da prospettive diverse.
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Questa fase iniziale dell'ebook è molto importante, qui si mettono le
premesse per tutto quello che viene dopo, quindi lascia andare la fantasia
seguendo le descrizioni. Più ti calerai nella parte meglio verrà l'esercizio.
Arriva il giorno dell'orale e...
1° atto: ...pur essendo presto la grande aula è già piena di gente. Appena
entri vieni investito dalla tipica aria calda e pesante. Trovi i tuoi amici li
raggiungi e ti siedi con loro. Subito ti accorgi che sono tutti indaffarati a
ripassare, c'è chi gira nervosamente le pagine del libro di testo, appunti e
bigini, chi borbotta a bassa voce ondulando con la schiena curva, chi
ripete a raffica i concetti. Neanche stupefatto ti siedi e giochi il tuo ruolo
tirando fuori il libro e ripassando come tutti e a tratti ponendo domande
ed ascoltando quelle degli altri.
2° atto: ...l'aula di medie dimensioni è ancora mezza vuota ma i prof sono
già li. Percepisci bene una certa pesantezza nella stanza ma l'aria è ancora
respirabile. Non conosci nessuno dei presenti quindi lasci lo zaino sulla
sedia, porgi il libretto al prof ed esci dall'aula andando a prendere un
caffè, ben sapendo che prima di due ore non toccherà a te.
Ora riprendi in esame entrambe le scene partendo dalla prima, però con
una differenza: cambia prospettiva! Esci cioè dalla soggettiva (vale a dire
non guardare con i tuoi occhi) e fai invece una panoramica dall'alto
sull'aula e se prima eri già in panoramica, sali ancora più in alto, come se
ti dissociassi dalla scena. Infatti non sei più tu a dover dare l'esame ma
diventi l'osservatore che guarda i comportamenti degli studenti in aula.
3° atto: ...cosa noti come osservatore rivedendo la prima scena? Riesci a
sentire l'aria pesante, vedi l'aula in penombra, percepisci tutta questa
ansia che sale dagli studenti? Guarda meglio, c'è un gruppo di amici che
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sta ripassando, uno dondola con la schiena ricurva come se stesse
pregando, un altro fa domande a raffica ad un compagno come se fossero
a lascia o raddoppia!! :D E cosa provi tu osservatore?... Riprendi ora la
seconda scena, l'aula è più piccola ma illuminata dalla luce del giorno, le
energie più distese, vedi gente entrare ed uscire dall'aula con bicchierini
di caffè in mano. E' cambiato qualcosa da prima? (prendi il tempo che ti
serve per rivedere e risentire il tutto prima di procedere)
4° atto: ...stai aggiustando la lampadina con una scala sopra la testa di
una persona che sta osservando qualcosa! ;) Sei il tecnico dell'università
e ti stanno facendo lavorare proprio quel giorno. Guardando in basso ti
accorgi sia dell'osservatore nel suo ruolo che degli studenti. Tu - tecnico
che sei alle prese con la tua lampadina mentre butti un occhio al tizio
sotto di te ed all'aula, come te la vivi? Cosa vedi da dietro l'osservatore?
Ok, probabilmente avrai percepito 4 sensazioni diverse, ogni atto infatti
ne aveva una propria.
Cosa è successo? Come mai diverse percezioni pur essendo lo stesso
giorno d'esame?
Ti ho fatto vedere la stessa scena da due prospettive diverse, da una terza
che comprende le prime due ed una quarta che racchiude tutto, e se vuoi
divertirti puoi andare ancora avanti con un quinto, sesto, settimo atto...!
Come hai notato da solo, situazioni diverse = ruoli diversi e ruoli diversi =
atteggiamenti diversi
Se ricordi ti ho fatto vivere tutto questo per spiegarti l'importanza di
definire il ruolo. Il primo elemento abbiamo detto essere l'input interno
ed esterno, il primo inteso come segnale che diamo alla nostra mente per
aver scelto proprio quella parola, l'altro inteso come relazione sociale,
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comunicazione verso gli altri.
Il secondo elemento chiave che da utilità alla definizione di ruolo è
proprio quello di viversi emozioni diverse date dalla consapevolezza di
interpretare una parte in un contesto. In una frase: a ruoli diversi
corrispondono emozioni diverse.
Questo succede anche se non ne sei consapevole, ma in questo caso non
puoi scegliere quali emozioni viverti nel ruolo!
Spiegato questo, voglio farti tornare nuovamente all'esempio per dare
una spiegazione a quella parte di noi più razionale che ha bisogno di
analizzare. Vediamo quindi perché e cosa è cambiato già tra i primi due
atti ed il terzo.
Nel momento in cui sei in soggettiva o comunque hai una visuale vicina ai
personaggi, sei la situazione! quando vai in panoramica, cioè ti estranei
per avere una visuale più allargata ti rendi ben conto dei ruoli che ognuno
interpreta a modo suo. C'era chi ripassava “pregando”, chi faceva quiz, e
chi si prendeva un caffè.
Se ti stai chiedendo quale di questi ruoli sia il migliore lascia che ti dica:
nessuno...ma anche tutti! Voglio dire che non esiste il ruolo migliore, non
è la notte degli oscar, è utile invece capire qual è il tuo ruolo migliore.
Cioè, qual è quel personaggio che meglio ti identifica quando fai lo
studente? Quali sono le sue caratteristiche? Questi elementi sono fissi o
possono cambiare nel tempo o a seconda dell'esame? Soprattutto le
caratteristiche del ruolo che interpreti ti stanno bene o vorresti cambiarne
qualcuna?
Se ti sei preso del tempo per scrivere le risposte a queste domande, hai
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già fatto metà del lavoro, e se non lo hai ancora fatto questo è il
momento. Ogni tanto riguarda quel foglio e quando ti verranno in mente
modifiche segnale. Se invece le risposte non sono ancora arrivate o non
sono soddisfacenti per te ora, datti tempo, la cosa importante è che il
seme sia stato piantato, e che ogni tanto lo curi. :)
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GIORNO 2: COME CAPIRE IL TIPI DI RUOLO
Bene, se sei arrivato fin qui seguendo passo passo le mie indicazioni ti dò
una buona notizia: il lavoro di creazione delle fondamenta è compiuto, la
fase più delicata si è conclusa.
Quello che segue ha un carattere più intuitivo se vogliamo ma ben
preciso, infatti da qui in avanti ci occupiamo delle caratteristiche dei ruoli
e verso la fine troverai anche uno strumento che penso ti piacerà per
interagire con i professori. ;) , non a caso il titolo di questo ebook è:
“esame orale: un gioco di ruolo tra studenti e professori".
Se dico bene ti avevo lasciato nel capitolo precedente con una frase che
ho promesso di riprendere e cioè:
situazioni diverse = ruoli diversi e ruoli diversi = atteggiamenti diversi!
Questa frase in parte l'ho già spiegata nelle righe precedenti, quando ti
parlavo della consapevolezza del ruolo e forse già sai quali sono le
caratteristiche che ti contraddistinguono.
Continuiamo ora ad analizzare la frase facendo un passo in più.
Quali altri ruoli usi durante il giorno?
Già sai che quando studi, per esempio, il tuo ruolo è lo studente, ma
magari proprio mentre sei concentrato, ricevi una telefonata da un amico,
ed entri nel ruolo di amico, confidente, ascoltatore, oratore ecc... Hai
conoscenze di lavoro, relazioni sentimentali, hobbies ecc..? ecco spuntare
altri ruoli.
Quanto ho detto può essere ovvio, almeno fintanto che si tratta di noi.
Prova invece ad estendere questo concetto al di fuori di te.
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Questo ebook ha esclusivamente scopo formativo e rappresenta la libera opinione dell'autore. Non è una guida di
automedicazione e non sostituisce alcun tipo di trattamento medico o psicologico.
Ti è capitato di pensare che come te anche gli altri interpretano dei ruoli?
E tra tutti “gli altri” qual è la figura con cui interagiamo di più, parlando di
esami? (dopo lo studente chi c'è?) ...bravo, il professore!!
Il concetto ovvio si può fare interessante a questo punto.
Hai mai pensato, per esempio, a quanti e quali ruoli potrebbe avere un
prof oltre a quello di insegnante?
Sicuramente è collega, ma anche marito/moglie, datore di lavoro magari,
figlio e nipote...
Già il fatto di soffermarti a pensare questo, seppur non sia nulla di
sconvolgente, ti da una dimensione più vera di chi è un professore, e nel
prossimo capitolo approfondiremo il concetto.
A cosa serve pensarci? Te lo spiego subito, e per farlo ti faccio tornare alla
visualizzazione iniziale.
Richiama alla mente il terzo atto, quello dell'osservatore che osserva.
Torna alla panoramica dell'aula e sposta l'attenzione dagli studenti al
professore. Anzi diventa lui, guarda con i suoi occhi! Che sensazioni ha?
Che cosa sta facendo? Magari ha davanti uno studente, gli sta facendo
delle domande? Guarda bene, non sei tu ma magari è qualcuno che
conosci. Come lo vedi con gli occhi di quel professore? Ha spalle in avanti
e schiena ricurva? Oppure espressione del volto seria e concentrata? O
magari è sereno? Tu professore cosa pensi dello studente che hai davanti?
Ma soprattutto lo stai ascoltando o stai pensando che per cena vuoi pasta
al sugo? :) ...L'interrogazione è finita come è andata? In che percentuale
l'impressione su come lo studente si è presentato ha influenzato il voto
finale? Ora alza lo sguardo e osserva l'aula. Che sensazioni provi?
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Tenendo a mente queste sensazioni, procedi con le interrogazioni. Il
prossimo a presentarsi è...(il tuo nome e cognome)
..fai questo esercizio: tu sei il professore che ti sta interrogando. Ripercorri
tutte le domande che ho fatto poco fa, (cosa stai facendo, cosa pensi, che
domande fai allo studente davanti che in questo caso sei tu, che risposte
ottieni, come valuti l'atteggiamento dello studente che hai di fronte, come
ti sembra, che voto gli dai mixando risposte ad impressione). Osserva
come ti comporti e cosa pensi tu-professore, rispetto alle reazioni, alla
postura, al tono di voce al viso disteso o preoccupato che lo studente
davanti a te ha. Quanto gli daresti come voto a pelle?
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GIORNO 3: COME SFRUTTARE I PRIMI 3 SECONDI
I miei complimenti! In pochi minuti ti sei vissuto un ruolo nel quale molti
studenti non si concederanno mai di entrare, neanche mentalmente, anzi
hai fatto di più, ti sei giudicato come se fossi tu il professore e questo lo fa
un numero ancora più ristretto di studenti che rasenta lo 0 (io
personalmente non ne conosco).
Bello vero? Ma a che ti serve tutto questo?
Ampliare la prospettiva e cambiare visuale, è un ottimo modo per
considerare sempre più punti da cui misurare la realtà.
Mi spiego, se hai l'idea di un progetto e la vuoi proporre al capo, oppure
vuoi andare a ballare in un nuovo posto e ti occorre l'approvazione del tuo
gruppo, mettendoti prima nei panni del superiore o degli amici, riesci ad
avere una visione più completa di come la vedono gli altri e soprattutto
riuscirai ad anticipare le eventuali domande principali, se conosci bene le
persone in questione.
Questo vuol dire giocare d'anticipo!
Quindi tutto questo serve a rendere flessibile il proprio punto di vista
accogliendo quello altrui.
Pensa per esempio a come ti sentiresti a vivere normalmente il fatto di
sapere già come gli altri ti risponderanno.
Bellissimo, sembra quasi un trattato filosofico...ma a livello pratico come
mi aiuterà tutto questo all'esame? ...Certo che sei, anzi scusa, fai il
puntiglioso! :D
Bene, andiamo sul pratico quindi.
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Il presupposto è questo: se i prof avessero delle caratteristiche conosciute
e riconoscibili, il principio di mettersi nei panni altrui ci darebbe un buon
anticipo, non tanto nel capire che domande ci farà, ma sugli
atteggiamenti che può avere nei nostri confronti.
Detto in altre parole sapere in anticipo come un professore può reagire a
delle sollecitazioni, degli input che tu, studente, gli puoi lanciare.
Questo mi rendo conto, stravolge un po' la concezione di potere tra
studenti e professori, che spesso si pensa sia totalmente a favore di questi
ultimi. Ma procediamo per gradi.
Intanto occorre capire se è vero che anche questa categoria ha delle
caratteristiche che li accomuna visto che sembrano tutti così diversi, e se
si quali sono.
Beh se così non fosse l'ebook finirebbe qui...invece non siamo neanche a
metà! ;)
Come avrai intuito io procedo un passo alla volta, prima di arrivare alla
conclusione guardiamo l'inizio, quindi prima di trovare le caratteristiche
capiamo se ci sono, ma prima ancora vediamo chi è il professore.
Nel capitolo precedente mi sono soffermato sul concetto di multiruolo del
professore e poi ti ho fatto immaginare la scena dell'esame a ruoli
invertiti.
Può essere che l'idea che hai avuto di te nei panni di un docente sia
diversa, magari più severa, rispetto alla realtà, visto che magari i prof che
hanno anni di esperienza tra lezioni ed interrogazioni riesce ad essere più
oggettivo e non mixare idea sulla persona con conoscenza della materia.
E qui torna la domanda: chi è il professore? Forse ti sto per sconvolgere
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con questa affermazione ma il professore prima di tutto è: un essere
umano! :o
Già proprio così, nulla di più vero, è come me e te una persona con 2
gambe e 2 braccia che cammina e respira, e se è li ad insegnare o
interrogare è perché sta svolgendo un ruolo.
Inoltre pensa questo, lui è lì per due motivi: primo è stato assunto da
qualcuno, secondo tu lo hai accettato in quella veste e gli hai conferito la
carica di professore anche nella tua mente.
Non sottovalutare questo aspetto, tra poco lo approfondirò. Il fatto che si
trovi dall'altra parte della cattedra è dato dal fatto che ha solo più
esperienza di te! Tutto questo potresti pensare che gli conferisca un certo
potere su di te.
Pensa invece se lo avessi visto anche solo 1 volta, 3 anni prima, nel ruolo
di addetto alle pulizie, quanta credibilità avrebbe ora ai tuoi occhi come
professore?
E se entrasse in aula il giorno dell'esame con una divisa da inserviente,
tutta sporca, svuotasse il cestino, uscisse dalla porta per poi rientrare in
giacca e cravatta ed interrogare, che immagine avresti di lui a quel punto?
Cosa penseresti? Quale sarebbe il tuo stato d'animo? Ancora nervoso? O
piuttosto ti faresti una risata per la confusione di ruoli?
Ma torniamo al concetto di essere umano che può sembrare ovvia ma è
una definizione che torna a nostro vantaggio.
Infatti, come essere umano, è consapevolmente o inconsapevolmente
soggetto a certe leggi, come per esempio alla forza di gravità!
Ma c'è un'altra legge universale a cui volente o nolente sottostanno, per
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certi versi ancora più forte della forza di gravità: la forza del giudizio!
Questo è bello, quello non mi piace, lui è un amico, lei è un'amica, di te mi
posso fidare, sei un chiacchierone, sei intelligente, ti amo...sono tutte
forme di giudizio, e noi giudichiamo da quando siamo nati! Sull'utilità o
meno di giudicare si sono spese molte parole, non entro nell'argomento
anche se sarebbe interessante e ci sarebbe da parlarne, ma se vuoi
approfondire ti consiglio la web conferenza ed ebook: il nudo giudizio di
Leonardo di Paola e Viviana Taccione
http://www.ifeelgood.it/giudizio.htm?a_aid=cristianmilone
Quello su cui voglio soffermarmi ora è che se ci pensi, da che hai
memoria, non c'è giorno nel quale non hai espresso almeno 1 giudizio.
In aggiunta a questo pensa che la nostra mente impiega circa 3 secondi a
formulare una nuova valutazione su qualcosa di sconosciuto fino a quel
momento. In un certo senso i prof vengono pagati anche per giudicare il
tuo ruolo di studente.
Ti giudicano per vedere se sei preparato e quanto lo sei, e pensa un po' 3
secondi è un tempo sufficiente per accorgersi di te, darti un occhiata
generale, vedere come cammini, come ti siedi come li guardi e dici
buongiorno! Interessante! 3 secondi ed hanno già un quadro di te.
Magari ti sei preparato 2 settimane per questo esame o 3 mesi ma in 3
secondi hai già giocato la tua prima carta, quella di impatto.
Ciò vuol dire che benché tu non abbia parlato già ti sei giocato il voto? In
un contesto di relazioni sociali, soprattutto tra sessi opposti, quale per
esempio l'approccio in un locale, potrebbe anche essere.
Ad un livello più formale dove invece dell'individuo si valuta il ruolo, le
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cose cambiano.
Tuttavia, in quei 3 secondi, hai già dato un'impressione al prof che ti sta
per interrogare e l'impressione serve per attrarre (buona impressione) o
allontanare (cattiva impressione) una persona da sé.
Se per es. hai messo un deodorante o profumo che non piace a chi hai
davanti crei un primo distacco, se poi hai dei vestiti inguardabili,
ovviamente dal suo punto di vista, e l'alito cattivo aumenti la distanza.
Pensa invece di arrivare con vestiti di tonalità neutra o rilassante (bianco,
azzurro, verde chiaro...), senza particolari odori, pulito ma naturale, e con
un alito fresco e magari ti avvicini alla cattedra con passo deciso ed un
sorriso. In che stato sarà il professore? Probabilmente tra il neutro ed il
rilassato. Nel caso precedente invece? Se ti va bene neutro ma potrebbe
andarti anche male, lì va a fortuna.
Tu in quale situazione preferisci stare?
Sia ben chiaro, il modo di vestirsi e profumarsi, oltre ad essere libero,
spesso esprime l'individuo, e non è compito di questo ebook dare consigli
in merito, solo far riflettere su come può reagire chi ti sta per esaminare
anche da quel punto di vista.
Certo non potendo leggere il pensiero non puoi sapere in anticipo cosa va
più a genio ad uno o all'altro prof.
Quello che puoi intuire invece è il carattere del prof nel suo ruolo e di
insegnante e di esaminatore. Se segui le lezioni riesci a capire, se ti fai le
domande giuste, che caratteristiche ha il ruolo che quel signore/signora,
che cammina in aula con un microfono in mano assume.
Come si fa ad intuirne il carattere se invece non l'ho mai visto?
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Questa è una domanda interessante. In realtà in un contesto rilassato,
come può essere una festa, viene facile inquadrare le persone anche in
pochi secondi, i soliti 3 secondi, ma il giorno dell'esame, se non sei
sufficientemente rilassato ci sono altri fattori in gioco che ti distolgono da
questa analisi.
Non è un caso, tuttavia, se fin dall'inizio di questo ebook ti sto facendo
fare tutti questi esercizi di visualizzazione!
Considerali come una ginnastica mentale, un contributo di flessibilità che
dai alla tua mente a dispetto di quelli che ti vogliono dentro degli schemi.
Considerali anche come un utile esercizio ad anticipare le emozioni che
qualcuno può provare se dici o ti comporti in un certo modo. Infine
considerali come un modo per oltrepassare quelli che ti dicono: se sei uno
studente non puoi pensare di essere anche il professore! Cioè stai nel tuo
ruolo.
Invece con la mente puoi andare dove vuoi ed entrare nei panni di
chiunque. Puoi pensare di essere il rettore, il presidente degli Stati Uniti,
la regina Elisabetta, il gatto con gli stivali, topo gigio o la zebra di
Madagascar se vuoi! :)
Certo questo aiuta ma non risponde alla domanda, come faccio a capire
un prof se non l'ho mai visto?
Questa è una bella domanda, la risposta è: non ti chiedo di farlo!
Proprio perché ognuno è fatto a modo suo non puoi pensare di studiare il
prof in una situazione delicata come quella dell'esame, a meno che tu non
sia sufficientemente distaccato e fuori dal gioco di ansia, paura,
incoerenza (come pensare o dire non so niente...che ci stai a fare allora
li?!).
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Nel caso invece queste siano in parte o in toto le tue caratteristiche allora
è difficile che tu abbia sufficiente neutralità per uscire dal tuo ruolo,
guardarti dall'alto e osservare (guarda cap 2, i 4 atti), e quindi valutare
qualcun altro.
In questo caso però sapere prima da altri che hanno già dato l'esame che
tipo è chi ti sta per esaminare, è sicuramente un punto che gioca a tuo
favore. Per esempio, le volte che sono andato alle sessioni precedenti di
un esame, l'ho fatto sia per prendere le domande sia per sapere dagli altri
come vedevano il prof. I commenti a caldo sono sempre interessanti.
Anche andare almeno 1 volta a ricevimento o a lezione ti può aiutare.
Attento però a non basarti solo su questo. I prof possono essere mutevoli
da sessione a sessione e soprattutto può benissimo interrogarti un
assistente. Proprio per questo tra poco ti parlerò di una differenza
fondamentale cioè tra professori nel ruolo e fuori dal ruolo.
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GIORNO 4: COME CAPIRE I CANALI COMUNICATIVI
Se ci pensi sono partito dicendo che si basa tutto sullo studio e che questo
ebook è una cornice che può agevolare ma non sostituire la tua
preparazione. Pur confermando questo concetto in generale, è arrivato il
momento di dare qualche deroga.
Tornando infatti al concetto di prima impressione. Dalla mia esperienza
posso dirti che questa ha un peso che oscilla dal 10% al 70% del voto
finale. Capire chi tende al 10 e chi al 70 non è immediato, o ti affidi al caso
o anche qui trovi il modo di capirlo prima e giocare d'anticipo.
Se ti affidi al caso può andarti bene come no. Puoi trovare prof che si
atteggiano in un modo a lezione ed in un altro all'esame, oppure in due
modi diversi durante lo stesso giorno di esami a seconda della materia ed
ancora in modi diversi nello stesso giorno, per lo stesso esame ma con
due persone diverse e dirai...quel prof è strano!
Difficile a dirsi da dove venga tutta questa diversità nell'atteggiamento,
può essersi svegliato male al mattino o essere arrivato in università
nervoso, o avere dei sistemi di bocciatura/promozione programmati,
oppure essere stanco quanto voi dopo ore di interrogazione e pur di
andarsene presto fa passare tutti con interrogazioni veloci, o ancora
dividere prima chi ha frequentato da chi non ha frequentato, chi ha un
viso familiare da chi non ha mai visto, chi ha la barba da chi non ha
neanche un capello...insomma capire cosa frulla nella testa di un estraneo
non è per niente facile, specialmente se si hanno poche informazioni su
come è veramente la persona, e non solo su come si comporta nel suo
ruolo.
Se vuoi giocare d'anticipo invece occorre seguire dei punti che non si
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limitino al: sembra simpatico, sembra antipatico, sembra buono, sembra
pignolo. Per questo però occorre che tu usi almeno uno degli strumenti
messi a disposizione dai professori per conoscerlo prima del colloquio.
Quindi o vai a ricevimento o a lezione. Chiederti di osservare tutto questo
il giorno stesso dell'esame è quasi impossibile.
Quindi su cosa ci concentreremo quando lo vedremo? In questa fase non
interessa neanche capire la personalità, valuteremo invece: espressività e
comunicatività. Quello che ti occorre osservare è:
1) la velocità espressiva
2) le parole usate per descrivere
3) come si muove
Volendo se ne possono aggiungere altri, questi sono a titolo d'esempio
per inquadrare il discorso. Una volta capito come funziona diventa
semplice fare una valutazione estensiva ed osservare l'insieme.
velocità espressiva:
Con che rapidità parla? E' veloce e bisogna sforzarsi per capire ciò che
dice? Parla lentamente fermandosi per scegliere le parole? O una via di
mezzo?
Parole usate per descrivere:
Usa più parole legate al senso della vista, dell'udito o della percezione
fisica? Per esempio è il tipo che direbbe: Ho osservato una scena...
oppure ho sentito una scena...oppure ho percepito una situazione?
Come si muove:
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Rimane seduto sulla sedia? Si sposta nell'aula? Rimane in piedi davanti
alla lavagna? Se si muove è armonioso o scattoso? Agile o goffo?
Questi esempi inquadrano una nuova prospettiva. Se finora abbiamo
osservato la personalità ed abbiamo parlato di atteggiamento, ora occorre
spostare l'attenzione sui canali espressivi. Noi tutti usiamo tutte le
espressioni e modi di fare sopra citati, tuttavia ne prediligiamo uno.
Questi sono i canali usati per interpretare l'ambiente circostante. La PNL
riconosce 3 canali principali e da qui identifica tre tipi: il visivo, l'uditivo ed
il cinestesico.
Indovina chi è il visivo? Proprio quello che usa parole come: vedo,
osservo, guardo quando descrive o spiega, parla velocemente e dà molta
importanza alle immagini, soprattutto per fissare concetti e memorizzare.
Invece l'uditivo adotta una parlata lenta e scandita, usa parole come:
sentire, ascoltare, udire ed evocazione di ricordi basati sui suoni.
Il cinestesico invece dà peso alle sensazioni fisiche. Parla molto
lentamente, sceglie le parole, e per questo può prendersi anche lunghe
pause. Riflette prima di parlare ed è tendenzialmente posato. Usa
espressioni come: toccare, percepire, sentire, gustare, assaporare,
odorare, insomma tutto quanto concerne gli altri tre sensi dopo la vista e
l'udito. In un certo senso è il canale più godereccio! :D Ora non pensare
che tutti i cinestesici siano goderecci, volevo dire che si accorge più
facilmente che è una bella giornata dal sentire caldo col cappotto prima
che dalla vista del cielo azzurro o dall'ascoltare gli uccellini cantare.
In realtà tutti usiamo questi 3 canali a seconda delle situazioni, infatti se
guardo la tv userò il canale visivo, se ascolto musica l'uditivo, se sono in
intimità col partner... (non a caso è il più godereccio)
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Per ora tieni presente questi tre canali, poi ti spiegherò perché è così
importante conoscerli. Intanto ti lascio con questa chicca: spesso i
professori adottano il canale uditivo, soprattutto all'esame.
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GIORNO 5: COME PORSI DOMANDE INTERNE
Il discorso dei canali può essere ampio, per ora mi interessa aver dato la
panoramica generale. Dopo aver inquadrato il canale principale è arrivato
il momento di entrare più nello specifico vedendo le caratteristiche dei
ruoli.
Inizia a farti quindi delle domande sul suo conto come: che tipo è?
Simpatico o antipatico? Ostile o amichevole? Riservato o espansivo?
Distaccato o integrato? E' disponibile al dialogo? Ha a cuore
l'insegnamento in sé od altri fattori che gli girano intorno come: prestigio,
potere, autorità...? Soprattutto sa di essere in un ruolo oppure è il ruolo?
Tra un attimo chiarirò cosa intendo dire con queste domande ma prima ti
spiego perché farsele.
La riposta è semplice, ogni domanda che ci poniamo ci farà avere almeno
una risposta!
Pensa, per esempio, a quando esci dall'appartamento senza sapere dove
hai messo le chiavi di casa, magari prendi quelle di scorta ed hai risolto il
problema. Passano alcune ore e mentre stai seguendo una lezione o
addentando una focaccia...ti si illumina la lampadina sulla testa, cambi
espressione, sgrani gli occhi con sguardo fisso nel vuoto e socchiudi la
bocca...ecco dove sono le chiavi, nella tasca dei pantaloni di ieri!!!
Per caso hai passato tutto il tempo a chiederti dove avevi messo queste
benedette chiavi? No! Hai fatto ben altro, ma la tua mente inconscia ha
continuato a pensare alla domanda finché non ha trovato la soluzione.
Questo è un esempio del potere delle domande interne.
Le domande interne sono uno strumento molto efficace che ben pochi
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però utilizzano in modo consapevole, spesso le si limita a funzioni di
contorno, alcune volte invece le utilizziamo prepotentemente su un
argomento che ci sta a cuore finché non troviamo la risposta che ci
soddisfi.
E funziona per ogni tipo di domanda?
Chi si occupa di formazione in genere molto probabilmente conosce già il
potere delle domande interne, i libri sulla motivazione spendono pagine e
pagine a parlare di questa risorsa della nostra mente, come e quando
usarla, per questo è un argomento al quale va dato il giusto spazio. Se ne
vuoi sapere di più puoi leggere: Regole per vincere di Livio Sgarbi
(http://www.liviosgarbi.com/prd/libri/sgarbi-istruzionivincere.html)
Chiarito quindi il perché, diamo un occhiata più nel dettaglio a queste
domande.
Che tipo è?
Come ho detto prima, la nostra mente impiega circa 3 secondi ad
emettere la prima valutazione su una persona mai vista prima. Durante i
seminari organizzati dalla società con cui collaboravo si diceva invece: “i
primi 7 secondi rimangono impressi nella mente delle persone per due
anni”.
Che siano 3 o 7, il punto è che in pochi secondi si riesce ad avere una
prima impressione sulla persona che abbiamo davanti del tipo: mi piace o
non mi piace. Continuando la conoscenza chiaramente la prima
valutazione si arricchisce di particolari, diciamo che già dopo pochi minuti
abbiamo inquadrato il tipo, se poi ci parla per un'ora di fila un po' come fa
il professore a lezione... :) Quindi su che tipo è non c'è molto da
aggiungere rispetto a quanto non abbia già scritto. Le domande che
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seguono sono più specifiche ma riconducibili comunque sempre alla
prima. Sull'ultima invece voglio soffermarmi un po' di più:
Sa di essere in un ruolo oppure è il ruolo?
Ricordi le differenze provate tra i primi due atti della visualizzazione
iniziale, dove eri protagonista, e gli ultimi due nei quali eri fuori dalla
scena? Bene, la stessa cosa può valere per il professore, essere nella parte
e viversi le caratteristiche del ruolo o essere fuori dal ruolo.
Alcuni di loro hanno ben capito, ormai, di essere individui prima che
insegnanti, altri lo sapevano ma lo hanno dimenticato, altri ancora hanno
iniziato la loro carriera pensando: io ora sono il docente!
Capire se un individuo si crede la sua professione oppure un essere
umano che svolge un lavoro, ci può tornare utile perché una volta che
sappiamo come ragiona un professore e quali schemi generali segue,
sapremo come anticiparli e il gioco funzionerà meglio quanto più il
soggetto si identifica nel ruolo.
Sarebbe interessante allora per te capire se esistono veramente delle
caratteristiche standard che identificano il ruolo del professore? E se
esistono quali sono?
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GIORNO 6: COME CAPIRE LE CARATTERISTICHE COMUNI
Sulla terra siamo svariati miliardi, così tanti che nessuno sa con precisione
quanti. Si dice che ognuno di noi sia un mondo a sé, con le proprie regole
e le proprie peculiarità. In parte concordo con questa frase, in parte, se
penso a certi comportamenti di massa, no.
Sicuramente ognuno di noi si differenzia per qualcosa e come è vero
questo, è anche vero che buona parte di noi risponde a schemi generali a
seconda delle situazioni.
Se qualcuno ti da uno schiaffo non gli parli in inglese, ma magari lo
restituisci oppure ti blocchi.
Se qualcuno ti parla in inglese non gli dai uno schiaffo, poverino, ma
magari gli rispondi o ti blocchi se non sai l'inglese ecc...
Quindi tendiamo a reagire in modo congruente a certe situazioni ed
anche ad uniformarci.
Se sei un fumatore ed entrando in un bar spagnolo, dove è il gestore a
decidere se puoi fumare o meno, e vedi il cartello: “vietato fumare”
probabilmente non fumerai.
Se invece in presenza dello stesso cartello tutti fumano, probabilmente lo
farai anche tu, magari accompagnato da un disagio e perplessità iniziale,
ma dopo 2, 3, 4, 10 volte che entri in quel bar, in cui tutti agiscono in
opposizione al divieto, ti sarai uniformato e non avrai più neanche disagio.
Se però al decimo ingresso, mentre bevi il caffè e ti accendi una sigaretta,
entra una pattuglia di poliziotti chiamati dal proprietario infuriato, vi
ammanettano e portano in questura (ovviamente sto esagerando) vi
sentirete in difetto e magari proverete vergogna oppure vi giustificherete
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Questo ebook ha esclusivamente scopo formativo e rappresenta la libera opinione dell'autore. Non è una guida di
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in massa dicendo di averlo sempre fatto, ed anche in quel caso sarete
accomunati da un sentire di gruppo.
Questo è un esempio di schema collettivo a cui ci si uniforma.
Ma se tra gli ammanettati c'è un signore di mezza età che si crede al di
sopra della legge e cammina spavaldo ed altero, pensando di essere
rilasciato da lì a poco senza penali, qui siamo in presenza di uno schema
soggettivo all'interno di un atteggiamento collettivo, e questa è
l'individualità.
Ho estremizzato di proposito per chiarire le idee prima di arrivare a questa
domanda:
Secondo te il professore usa degli schemi individuali o collettivi?
Se sei nel gruppo di chi ha risposto dipende, allora la penso come te! ;)
Probabilmente è un mix di entrambe le cose in proporzioni diverse a
seconda del soggetto.
Però se questo è vero per quanto riguarda le lezioni, è intuitivo pensare
che il giorno dell'esame, questo mix sia più sbilanciato sulla conformità al
ruolo di esaminatore, e quindi richiami caratteristiche comuni.
Per esempio, sarà difficile trovare prof che interrogano tenendo i piedi sul
tavolo, mentre è possibile trovare chi ti ascolta con attenzione da chi fa
finta, o chi ascolta la prima risposta e poi si distrae, chi chiacchiera col
collega mentre parli, e chi manda messaggi dal cellulare.
Ognuno di questi esempi porta una gradazione via via più vicine alla
disconnessione dal ruolo, ovvero ad una prevalenza di schema individuale
rispetto ad uno collettivo. Qui nasce la distinzione tra professori nel ruolo
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e fuori dal proprio ruolo. Da qui fino alla fine dell'ebook, guarderemo cosa
fare in entrambi i casi.
nel ruolo
Neutro
fuori ruolo
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GIORNO 7: COME CAPIRE SE UN PROFESSORE E' NEL RUOLO
Se ti troverai davanti professori fuori dal ruolo, che quindi esprimeranno
maggiormente la loro individualità, ti saranno utili i consigli che ti darò più
avanti verso la fine di questo ebook, cioè come fare subito buona
impressione con dei trucchetti che influenzano inconsciamente chi ti sta
esaminando. Chi invece entra nel ruolo risponde a caratteristiche tanto
generiche quanto precise di interazione con lo studente.
Se ti sei chiesto quando avrei tirato fuori queste caratteristiche, più volte
citate, eccoti accontentato. Nelle prossime righe ti dirò quali sono i punti
che accomunano, se non proprio tutti, la stragrande maggioranza dei prof.
Prima di andare avanti segna su un foglio quali sono, secondo te, questi
punti, dopodiché confrontali con quanto trovi di seguito. L'ordine non ha
importanza.
Ora di seguito trovi, finalmente la risposta alla domanda che ho posto
pagine fa: se i prof hanno delle caratteristiche, quali sono?
Partiamo trovando le caratteristiche standard che ha un professore a
lezione. Ti dico subito che sono solo quattro, e cioè:
1) Conoscenza
2) Competenza specifica
3) Saperne comunque di più
4) Capacità espressiva
Conoscenza:
Per conoscenza si intende la padronanza della materia in generale. Per
esempio dal professore di diritto societario ci si aspetta che conosca
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regole generali e specifiche, cavilli ed eccezioni delle varie forme di
società presenti in Italia, (S.a.s., s.n.c., s.r.l., s.p.a., S.a.p.a., ecc...) la loro
evoluzione giuridica, probabilmente anche gli articoli di codice più
importanti e magari sappia paragonare il corpo di leggi che disciplinano le
società in Italia con i sistemi giuridici di altri paesi europei.
Competenza specifica:
La competenza specifica riguarda il grado di preparazione sull'argomento
della lezione.
Mentre la conoscenza punta ad una
visione d'insieme, visione orizzontale, la competenza specifica si ferma su
un punto e lo esplora più in profondità, visione verticale.
Saperne comunque di più:
Con questa espressione intendo una conoscenza su più piani. Un bravo
professore non ha solo una vasta visione orizzontale ed un ottima visione
verticale ma sa spaziare anche su tematiche simili e connesse al corso e
disconnesse dal corso o ancora fuori dal seminato ma che possono avere
delle connessioni o meno con quanto insegna. Per esempio ho seguito un
corso con un prof di marketing molto alla mano ma allo stesso tempo
professionale. Ci riportava ogni volta fatti di attualità aziendali, anche di
tematiche come rispetto della privacy, comunicazione aziendale ecc... che
esulavano dall'impostazione del corso ma usava le info per integrare
(simili e dissimili ma connesse). Una volta gli ho chiesto in aula cosa ne
pensasse della crisi economica che stiamo attraversando e quando ne
avrebbe visto la fine. Con umiltà mi ha risposto di non essere un luminare
di economia ma ha dato comunque una risposta precisa, puntuale ed
esaustiva alla domanda (dissimili e connesse/disconnesse).
Quindi il “saperne di più” è collegato alla visione profonda, al saper
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spaziare da un capitolo all'altro della vita. In tre parola la “consapevolezza
della realtà” del professore, ovvero la visione in più direzioni.
Capacità espressiva:
Già alle superiori, almeno alcuni professori, si distinguevano per la loro
parlantina curata e precisa. Se un docente viene scelto per insegnare in
università è facile che usi una terminologia precisa e tecnica. Attenzione,
qui non stiamo parlando di saper trasmettere i contenuti ma di una
precisione di linguaggio circa la materia che si sta trattando. Quindi il prof
di matematica parlerà con i numeri, quello di storia con date e narrando
vicende, quello di economia aziendale con un linguaggio economicoaziendale.
In generale, quindi, i professori hanno conoscenza, competenza specifica,
ne sanno di più e spesso hanno anche un linguaggio tecnico, quello che
manca a molti di loro è la capacità di saper comunicare tutto questo. Qui
non tratto la comunicazione, che è un discorso lungo e delicato, ma se
vuoi approfondire l'argomento ti consiglio l'ebook e l'audio corso: Public
speaking in 12 mosse di Leonardo di Paola e Viviana Taccione (
http://www.ifeelgood.it/public-speaking.htm
?a_aid=cristianmilone&a_bid=1962cb89 ). Quello che mi preme
sottolineare ora è la differenza tra parlare e comunicare.
Parlare vuol dire sostanzialmente emettere suoni decifrabili da altri,
altrimenti è solo rumore.
Comunicare è il gradino successivo, vuol dire mettere in comunione e
quindi condividere, saper coinvolgere, appassionare, scambiare,
interagire con altri. Il professore classico purtroppo, ad oggi, sa solo
parlare!
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Da qui puoi intuire come le sole competenze non bastano, bisogna anche
saperle confezionare nel modo giusto. Visto dal lato dello studente: il solo
studiare non basta, occorre riuscire a trasmettere la propria
preparazione anche in chi ti sta esaminando. Come fare lo vediamo tra
poco, prima voglio fare due passi in più.
Abbiamo appena visto le caratteristiche dei professori. Quali sono invece
le peculiarità che un docente richiede da un bravo studente? In altri
termini, quale tipo di studente viene premiato maggiormente dai prof?
Inizialmente credevo fosse un discorso di memoria, preparazione e
dialettica, poi guardando più nel dettaglio mi sono accorto che ci sono
certe caratteristiche che accomunano studenti che prendono voti alti, e
sono:
1) Conoscenza generale
2) Risposta puntuale alle domande
3) Padrone della materia
4) Capacità espressiva
Ti ricorda qualcosa questo elenco? ;)
Se sei stato attento hai già notato che è praticamente uguale all'elenco
delle caratteristiche dei professori. I professori hanno conoscenza
generale e guarda caso vogliono capire se anche tu hai una conoscenza
generale della materia. (lunghezza)
I professori si preparano per la lezione, cioè hanno competenza specifica e
richiedono che ce l'abbia anche tu rispondendo in modo preciso a quello
e solo a quello che ti hanno chiesto (rispondere con un'altra cosa solo
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perché non si sa la domanda spesso non serve).
I professori sanno spaziare da un piano all'altro della realtà. Certo
all'esame non ti chiedono la stessa capacità ma se si è padroni della
materia si ha quella sicurezza che ti fa già intuire che tipo di collegamenti
o domande può farti se rispondi in un modo piuttosto che in un altro, la
cosiddetta interrogazione d'attacco che si contrappone alla classica
interrogazione di difesa, cioè a domanda rispondo nella speranza che non
ti impunti e mi dai il voto.
Ovviamente visto che un professore spende tempo ad adoperare un
linguaggio tecnico da esibire in aula, apprezza molto chi riconosce questo
sforzo restituendogli proprio quelle parole più e più volte spese tra i
banchi e la cattedra. :) Più ci si avvicina alla laurea maggiore sarà la
pretesa in tal senso!
Sarai pronto per l'esame non tanto quando avrai finito di studiare ma
quando saprai toccare almeno i primi due dei quattro punti dell'elenco,
conoscenza generale e risposta puntuale alle domande, ma se non ti
accontenti di un risultato medio anche gli ultimi due, padrone della
materia e capacità espressiva. Il mio consiglio è di puntare al 30 ad ogni
esame perché se ti sbagli magari prendi 26, ma se punti al 18 e ti sbagli?
Un suggerimento in questo senso può essere quello di simulare l'esame.
Quando hai finito di studiare, scriviti delle domande, meglio ancora se già
le hai prese dagli appelli precedenti, e rispondi tenendo conto di:
conoscenza generale e risposta puntuale. Dopodiché pensa a come
potresti rispondere per far capire che non temi altre sue domande a
riguardo anzi quasi le provochi. Condisci tutto questo con un'espressione
più curata, per es sostituisci i verbi generici come detto, fatto, e
rimpiazzali con quelle parole che piacciono tanto al prof (cioè quelle che
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ha ripetuto più spesso o che hai trovato frequentemente nei libri di testo).
Fatto questo non occorre neanche augurarti buona fortuna... l'esame è
praticamente passato!
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GIORNO 8: COME GLI STUDENTI VALUTANO I PROFESSORI
Bene. Finora abbiamo visto le caratteristiche che i professori sanno di
dover avere per essere nel ruolo, le caratteristiche che occorrono perché
l'esaminatore ritenga bravo uno studente. Ora manca solo da vedere le
aspettative degli studente sui professore, cioè quando il professore è in
gamba secondo gli occhi dello studente.
Il tutto si può riassumere in 5 + 1 punti:
1) Conoscenza generale
2) Conoscenza specifica
3) Capacità comunicativa
4) Risposte esaustive alle domande poste
5) Facilitare lo studio
6) Iperfacilitare l'esame (opzionale)
Capacità comunicativa:
Abbiamo già ampliamente parlato delle prime due, quindi passo subito
alla terza. Il discorso capacità comunicativa è legato all'abilità di un
professore di trasmettere il messaggio, stimolare l'interesse, farci capire
bene, anzi di più ancora, farti stare attento per tutto il tempo della lezione
e farti uscire dall'aula con i dubbi risolti, se anche una di queste pretese
viene meno allora: “non sa spiegare”!, più raramente ammettiamo di non
aver voluto partecipare o interessarci. Anni fa ho seguito un corso di
marketing in cui l'assistente la prima lezione ci ha fatto un bel esempio su
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cosa fosse il marketing. La cosa si è sviluppata in questo modo. Entrata in
classe e senza proferire parola si siede e ci guarda aspettando che il brusio
si attenui. Dopodiché con un sorriso accennato inizia a leggere
l'introduzione del libro di testo. Alla fine del primo capoverso alzo lo
sguardo osserva l'aula e dice: ”secondo voi questo è marketing? Se
pensate di no alzatevi in piedi ed urlate NO!!!” Lo sguardo medio dell'aula
in quel momento era simile a quello che avresti se vedessi un maiale
guidare un motorino!! :D :D
Chiaramente nessuna risposta, ma lo sguardo dell'assistente era
compiaciuto, quasi se lo aspettasse. Nuovamente abbassa gli occhi,
ricomincia a leggere il primo capoverso del libro di testo, ci guarda e
ripropone la stessa frase: ”secondo voi questo è marketing? Se pensate di
no alzatevi in piedi ed urlate NO!!!”
A quel punto abbiamo iniziato a guardarci tra noi con aria interrogativa,
qualche commento a bassa voce ma nessuna risposta.
Al terzo tentativo qualcuno ha iniziato timidamente a dire...mmm...no...Al
quarto e quinto il no era diventato un coro ma la povera assistente ha
dovuto ripetere 7 volte la scena perché 1 persona in prima fila si alzasse in
piedi ed urlasse NO!!!
Secondo me quello è stato un ottimo tentativo di comunicazione, ha
trasmesso in modo chiaro il messaggio, ha insistito finché non si è creato
l'interesse nel dare una risposta pertinente alla domanda, ha continuato
finché l'aula non ha interagito, ed in pochi minuti ci ha fatto vivere la
filosofia del marketing invece di spiegarla soltanto....Poche ore dopo,
però, finite le lezioni, sul tram per tornare a casa, sentivo commenti di
disappunto verso questa prof così fuori dagli schemi: “...io pago mica per
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alzarmi in piedi e gridare, ma per imparare...” Quindi purtroppo a volte il
professore può essere valido ma se chi ascolta non è in sintonia si
lamenterà ugualmente.
La comunicazione è un argomento particolare, non basta saper
raccontare, ma bisogna anche capire il target che si ha davanti e
modellare il discorso in base a quello che gli ascoltatori possono recepire.
E' anche vero che se si dovessero accontentare certi studenti, le lezioni
dovrebbero essere composte da tornei di briscola e scala 40. :D
Un professore nel momento in cui entra in aula già sa che non potrà
accontentare tutti, ci sarà sempre il gruppo che copia i lucidi
distrattamente senza farsi domande e magari sbuffando, e chi guarda
fuori dalla finestra con la guancia appoggiata sulla mano attaccata ad un
braccio sorretto dal tavolo.
Proprio partendo da questo presupposto certi prof non ci provano
neanche a stabilire un rapport, cioè una connessione, con l'aula, in altri
casi invece è lo studente che non ne vuole mezza e quindi anche Richard
Bandler, uno dei fondatori della PNL (programmazione neuro-linguistica,
una disciplina che studia i comportamenti intrapersonali ed interpersonali
http://it.wikipedia.org/wiki/Programmazione_neuro_linguistica ) può fare
ben poco, anzi probabilmente avrebbe dei dissensi per aver proposto ai
partecipanti di salire sul banco urlando il proprio nome (non so se ha mai
usato questo esercizio, per es. per sciogliere la timidezza, ma nel caso non
mi stupirebbe più di tanto :D ).
Le risposte esaustive alle domande poste:
Che opinione avresti di un professore che alla metà delle domande che gli
vengono poste in aula non sa dare risposta, anzi non sa dare una risposta
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esaustiva? Rispondere in modo centrato e soddisfacente fa parte del suo
ruolo, viene pagato anche per questo.
Facilitare lo studio:
Di solito si seguono le lezioni per tre motivi:
• farsi spiegare prima quello che si dovrà studiare dopo,
• avere un occhio di riguardo perché frequentante, per es. compitini,
esame facilitato ecc...,
•
perché non si sa che fare altrimenti.
Infatti, seguiresti un corso se la mole di lavoro da frequentante fosse
superiore a quella da non frequentante? O se il professore leggesse pari
pari il libro? Forse si per interesse verso la materia o se non puoi fare
altrimenti o se ritieni che comunque sia più conveniente, ma
probabilmente arricceresti il naso. Personalmente pur studiando
economia ho scelto il ramo che aveva più esami di diritto e meno
matematica e statistica, ma su 9 esami giuridici, ho seguito solo 1 corso
(diritto commerciale), perché non ritenevo utile andare a lezione per
sentire cose che avrei ritrovato pari pari nel testo. A Spagnolo addirittura
ci davano dei testi aggiuntivi solo per i frequentanti, ed alla domanda
esplicita di una ragazza sulla convenienza di seguire le lezioni, la risposta è
stata che in questo modo venivano tradotti in aula i testi altrimenti troppo
difficili per noi. Ma questo è stato un arrampicarsi sugli specchi del prof,
infatti la volta dopo era rimasta la metà dei frequentati ed io sono andato
via alla terza lezione (in realtà non c'era niente di difficile).
Iperfacilitare l'esame:
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Questa l'ho messa come opzionale perché in effetti è gradita ma ci si può
comunque sentire soddisfatti del servizio che ci ha fornito il professore già
con le 5 caratteristiche precedenti ed un esame apposito per i
frequentanti.
Con iperfacilitare intendo dire che già solo perché il professore si ricorda
di te al momento dell'esame ti fa partire comunque già da 18 anche se sai
poco, o ti dà dei punti in più rispetto al dovuto.
Per quanto apprezzata dagli studenti, questa caratteristica non rientra nel
modo di insegnare ma piuttosto nel sistema di credenze che ha il
professore verso chi conosce rispetto a chi non ha mai visto.
E' un punto interessante anche questo ma non si sostituisce agli altri, al
più si aggrega, infatti potresti dire: spiega male ma è largo di manica
all'esame se ti conosce. Un po' come fare 5+1 al superenalotto.
Comunque l'atto di spiegare rimane diviso dalla votazione, al contrario
potresti dire spiega bene ma è stretto di voti.
Questo elemento quindi è più legato al risultato che alla capacità di
trasferire concetti.
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GIORNO 9: COME ATTIRARE LA SIMPATIA DEL PROFESSORE
Se riguardi velocemente gli elenchi ti rendi subito conto di come in realtà
gli studenti hanno delle attese sui professori superiori di quanto questi
ultimi ne hanno sugli studenti. Ovviamente il gap di conoscenze tra chi
insegna e chi impara è notevole, quindi per forza le due liste sono diverse,
ma non è questo il punto.
Quello su cui ti voglio far riflettere è questo: chi fa il formatore in senso
ampio, fammi mettere anche i prof in questa sezione, ed è congruente,
richiede dagli altri né più né meno quello che pretende da se stesso.
Hai già sentito la frase chi si somiglia si piglia?
Il concetto è lo stesso, in un rapporto che sia di collaborazione, di lavoro di
conoscenza ecc... con chi crei maggior feeling? Con chi è l'opposto di te?
O magari ti avvicini più facilmente a chi in qualche modo ti rispecchia?
Certo nella vita di coppia la frase chi si somiglia si piglia può continuare
con: a bastonate! :D Del resto è anche vero che il bastone può essere ben
più grosso se i due amanti sono all'opposto.
Ma lasciando stare la vita di coppia ed il mercato dei bastoni, e tornando
in aula, pensa che in un interscambio di 15 min con una persona che ha
un ruolo opposto al tuo, avere già delle idee, prima di iniziare, su come
viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda ti faciliterà la strada.
Lo sapeva bene uno dei miei più cari amici che si presentava a ricevimento
la settimana prima dell'esame sia per avere chiarimenti, sia per creare
rapport col professore, cioè intessere un rapporto. Questa era la sua
strategia per passare gli esami studiando sommariamente, capitava infatti
che i professori non gli negassero un 20.
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Ho voluto portarti un esempio estremo per far passare un concetto
spesso snobbato dagli studenti appunto quello di creare un minimo
legame col professore già prima dell'interrogazione.
Farsi padroni di questo concetto ti farà ottenere più facilmente risultati
migliori agli esami, soprattutto se il professore al momento
dell'interrogazione è fuori dal ruolo, quindi se l'individualità prevale sulla
formalità.
E qui mi riallaccio al discorso del 10% - 70%.
Se per assurdo trovassi un professore che fuma mentre interroga, vuol
dire che il bisogno di manifestare il suo carattere ed i suoi bisogni è
superiore al rispetto delle regole. Con buona probabilità quindi chi hai
davanti è più vicino al 70 che al 10. In questo caso creare un legame
dando una buona impressione, ancora prima di inziare il colloquio, è
fondamentale se vuoi aumentare le probabilità di ottenere un voto alto.
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GIORNO 10: COME CREARE RAPPORT
Bene, interessante, ma come si fa?
Te lo spiego con un esempio. Se un professore si sente (non ho detto è)
carente nell'espressione verbale, ma forte di una conoscenza
approfondita della materia, sarà facile che durante il colloquio d'esame
farà più attenzione, nella valutazione, a ciò che dici piuttosto che a come
lo dici, se invece ha un modo curato di esporre i concetti ma confuso nel
contenuto, probabilmente sarà più attento a come dici le cose, ed anche
se ad un certo punto dell'interrogazione ti confonderai, ti farà quelle
domande retoriche del tipo, è sicuro? oppure ci pensi bene...a volte
addirittura, ti imboccherà lui la soluzione.
Se ricordi questa è la domanda rimodellata con la quale ci siamo lasciati
qualche capitolo fa, quando ti ho detto che ci sono applicazioni diverse a
seconda che il prof sia nel ruolo di esaminatore o meno.
Poco fa abbiamo capito come comportarci quando è nel ruolo, ma non
essendo una macchina anche lui ha una parte nascosta che sforna
impressioni. In parte ho risposto spiegando i 3 canali: uditivo, visivo e
cinestesico ma come puoi ben immaginare c'è molto di più sotto.
Per spiegare meglio il concetto e calandomi nel concreto, riporto i risultati
di un sondaggio che ho svolto tra i professori chiedendo loro quanto
tempo impiegassero a capire il voto da dare agli studenti. La risposta è
stata interessante. Molti hanno detto alla fine della prima risposta, altri
a metà della prima risposta, altri ancora hanno confessato di inquadrare
lo studente alla prima occhiata, il tempo di sedersi e salutare (sempre
che lo faccia).
Sembrerebbe quindi che il 70-80% dell'interrogazione te la giochi entro la
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prima domanda. I sondaggi si conformano quindi alla teoria. Certo come
detto prima non puoi pensa che il prof ti dia già un voto mentale se
ancora non hai parlato quindi per definire il range occorre che senta
almeno, e spesso anche solo, la prima risposta.
Se è vero questo è anche vero che una volta fissata un'idea o un giudizio
iniziamo a cercare gli indizi per ottenere le conferme di quanto abbiamo
pensato.
Per esempio, ti è mai capitato di conoscere una nuova persona e sentire a
pelle antipatia nei suoi confronti? Se la conosci ad una festa una sera e
non la vedrai più è un conto, ma se è un collega di lavoro o una persona
con cui ti tocca interagire possono succedere 2 cose. Può essere che usi
come modalità di interazione l'antipatia in genere e questo
confermerebbe la tua idea, oppure sorprendentemente il primo giorno
passato insieme potrebbe risulta tranquillo, a tratti anche piacevole. Però
c'è sempre quella vocina che ti dice: a pelle mi sta antipatico. In questo
secondo caso quindi la persona mantiene un atteggiamento neutro nei
tuoi confronti, cordiale e di lavoro. Passano 2, 3 giorni, 1 settimana, 2
settimane va tutto liscio. Il lunedì mattina della terza settimana si
presenta imbronciato e risponde in modo secco alle tue domande!!!
crash!!!!! Ecco lo dicevo che era antipatico!!!
Tornando al momento dell'esame, secondo te, nella prima domanda, c'è
anche la prima impressione? E quanto conta la prima impressione? E
quanto è difficile far cambiare idea a chi ti sta esaminando se il suo
pensiero iniziale è stato qualcosa del tipo: “a questo non do più di 21
oppure questa mi sa che non passa!”? Quanto diventa più semplice invece
confermare l'idea dello stesso esaminatore che ha in mente di darti
almeno 25?!
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GIORNO 11: COME IMITARE COL MIRRORING
Forse starai pensando, bene, bellissimo, tutto affascinante, ma devo
essere Mandrake per entrare nella zucca del mio prof?
Certo aiuterebbe... :D...ma se non lo sei e non sei neanche Mago Merlino
allora le prossime righe mi sa che ti interesseranno. ;)
Ricordi prima quando facevo l'esempio del prof confuso ma con una
buona parlantina o schematico nell'esposizione dei contenuti ma carente
nell'espressione?
Bene, se questo succede ti facilitano il compito, perché sai già dove
andare a parare, come ho spiegato prima potrai focalizzarti
maggiormente su uno o l'altro aspetto a seconda della caratteristica
personale dei prof., oltre quindi al discorso legato ai canali comunicativi.
La cosa si fa interessante, e quindi occorre entrare nel dettaglio, se invece
chi hai davanti è preciso sia nei contenuti che nell'esposizione?
In questo caso si presterà attenzione alla cadenza che usa, alle parole, alle
espressioni, alla mimica, alla modulazione della voce ecc...
Quindi, per esempio, parla in modo lento e scandisce le parole, indovina
cosa farai tu all'esame? Parlerai lentamente scandendo le parole! ;) Parla
velocemente ed in modo lineare? Sforzati di fare altrettanto. Se gesticola
lo farai anche tu, se è ingessato ti fascerai anche tu. E se è serio ed
imbronciato? Beh in quel caso ti consiglio di rimanere serio e concentrato
ma con un sorriso iniziale che non sarà sgargiante e solare, ma piuttosto
rilassato e rispettoso.
Questo modo di agire in PNL si chiama mirroring, cioè sono il tuo
specchio, faccio quello che fai tu come lo fai tu.
Cristian Milone “esame orale: un gioco di ruolo tra studenti e professori” - Proprietà letteraria riservata
certificata
gennaio 2010 – Permessa la diffusione senza alcuna modifica
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Questo ebook ha esclusivamente scopo formativo e rappresenta la libera opinione dell'autore. Non è una guida di
automedicazione e non sostituisce alcun tipo di trattamento medico o psicologico.
Se il rapport è una modalità, utile da usare per creare legame, il mirroring
è uno strumento concreto per creare rapport.
In altre parole Rapport è il concetto, mirroring è lo strumento.
Chiaramente ci sono altri strumenti da poter utilizzare, ma questo è molto
efficace, utile ed istantaneo e non ci devi pensare, basta copiare, ed in
questo molti studenti sono campioni! ;)
Attenzione però a non diventare un vero e proprio specchio o pappagallo,
perché se è vero che seguire gli stessi gesti di chi hai di fronte ti può
agevolare (chi si somiglia si piglia), farli in modo secco ed evidente fa
pensare ad una presa in giro.
Un modo potrebbe essere invece quello di seguire la scia, come fa chi
insegue Valentino, di chi mi sta davanti, quindi ripetere gesti e parole con
qualche secondo di ritardo ed in modo morbido non evidente.
Per es. lui gesticola mentre ti fa la domanda, tu ripeterai alcuni di quei
gesti, oppure ti accorgi che usa insistentemente una parola, cerca di fare
altrettanto, se hai seguito il corso o già solo le ultime lezioni di ripasso, sai
anche quali parole si aspetta che tu usi per rispondere.
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GIORNO 12: COME RICONOSCERE GLI SCHEMI FISSI
Mentre ti sto raccontando tutto questo mi è venuto in mente che potresti
pensare che i professori sbagliano a comportarsi così, magari già il sapere
che molti di loro hanno in mente in che range collocarti tra la metà e la
fine della prima domanda, quando ancora siamo ad 1/3
dell'interrogazione, ti può dar fastidio, considerando l'impegno speso a
prepararti su tutto il programma.
Al di là di un discorso etico, i professori non fanno tutto questo per
cattiveria, piuttosto usano una caratteristica della mente che è quella di
raggruppare le informazioni per schemi. Questo è un processo che ci
facilita di molto la vita, ci velocizza e certe volte ci protegge.
Prendiamo l'esempio della persona antipatica a pelle citato prima, magari
ti sta antipatica, e tu neanche lo sai consciamente, perché ha la barba e da
piccolino tuo zio ogni volta che veniva a casa ti prendeva le guance e le
tirava da una parte all'altra come se strizzasse un panno e neanche per
cattiveria ma perché era il suo modo di mostrarti affetto, di strapazzarti di
coccole.
A prescindere dalla motivazione, a livello inconscio hai associato dolore a
zio, e guarda un po', lo zio allora aveva un barbone folto!
Cosa hai fatto? Hai creato uno schema inconscio.
La tua mente per semplicità si difende con una repulsione iniziale da tutti
quelli che hanno la barba, così va sul sicuro e non deve fare ogni volta
l'esperienza dello strapazzamento guanciale per imparare!
Mi auguro che ora non inizierai delle ricerche sulle vite private dei prof
per scoprire che aspetto avesse il primo fidanzato/a o come si chiama il/la
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marito/moglie, o meglio se lo vuoi fare liberissimo ma io non c’entro con
questa tua decisione. :)
Quello che mi interessa invece è la similitudine
chi ha la barba : antipatico = chi si presenta/parla in un certo modo : un
range prefissato.
Leggila proprio come ci hanno insegnato alle elementari: x sta ad y come
b sta a c.
Quindi dato che il professore è prima di tutto un essere umano, anche egli
è soggetto a queste regole.
In tal senso, caro lettore, se sei un ragazzo, ti do questo suggerimento:
presentati all'esame senza barba né orpelli come catene visibili,
orecchini ecc... Questo non tanto per evitare di essere scambiato per lo
zio barbuto, quanto perché è stato rilevato, da uno studio americano, che
chi si presenta con faccia pulita appare più affidabile di chi è coperto da
qualcosa.
In psicologia si dice che chi si fa crescere la barba o parti di barba (basette,
pizzetto, mosca...) vuole nascondere qualcosa. I peli della barba infatti
coprono fisicamente porzioni di pelle, più o meno estese, del viso.
Del resto risponderesti ad una domanda d'esame con la sciarpa avvolta
intorno alla bocca? Allora perché lasciarci dei peli?
Situazioni analoghe per occhiali con lenti scure (non si vedono gli occhi),
cappello (non si vede buona parte della testa dalla fronte in su). Non è un
caso infatti che spesso la security all'ingresso del locale, spesso, fa togliere
il cappello a chi lo indossa; potrebbe nascondere qualcosa. A prescindere
che sia paranoico o vero, è un fatto che questo accada!
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Il discorso orecchini e piercing, che fa molto moda, può piacere o lasciare
indifferente un assistente giovane, ma creare distacco da un professore
nel ruolo.
Il ragionamento infatti può essere del tipo: gli orecchini sono usati dal
genere femminile, tu sei un rappresentante della sfera maschile e ti metti
comunque l'orecchino. Vuoi fare l'anticonformista?! Vuoi fare
l'anticonformista in una situazione così formale?!
Certo se li usi potresti storcere il naso, sgranare gli occhi o corrucciare la
fronte, ricorda intanto la differenza che ho segnato tra professori nel ruolo
e fuori dal ruolo, io sto rappresentando quello che un prof che tende alla
formalità può avvertire, seppure inconsciamente.
Puoi fare questo esperimento, se porti l'orecchino e devi sostenere l'orale
con un prof nel ruolo, toglilo prima di entrare in aula e magari rimettilo
dopo aver sostenuto l'esame e fuori dall'aula. Questo accorgimento unito
a tutti gli altri può darti una mano.
Se invece sei una ragazza, cara lettrice, il mio consiglio è di fare attenzione
a non eccedere nel mostrarti femminile.
Ostentare femminilità può suscitare antipatia nell'esaminatore. Tanto se è
un uomo, 9 su 10 si accorgerà del fatto che sei una bella ragazza anche
rimanendo sobria, anzi più sarai tra il disinvolto e l'ingenuo più attrarrai
simpatia. Più invece sarai maliziosa e disinibita maggiore sarà il dissenso.
Il ragionamento in quel caso infatti è del tipo: se volevi fare sul serio mi
avesti contattato privatamente, così è chiaro che tenti solo di
arruffianarmi per un buon voto!
No barba, no minigonna ecc...ma allora devo stravolgere un mio
comportamento, attitudine, abitudine, per un'interrogazione?
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Non è necessario, prendilo magari come un esperimento e vedi cosa
cambia. Basta 1 o 2 volte per accorgersene.
A parità di studio con piccoli accorgimenti nota se ci sono differenze sia
nel voto finale che nella percezione che si ha di te dall'altra parte. Cioè se
il dialogo è più fluido, se il prof si rapporta a te in modo più informale, se
si crea impassibilità o non cambia niente.
Sperimenta, valuta e scegli, il mio intento è di segnalarti il nord, per
riprendere la metafora iniziale.
Detto questo è anche utile sapere in che percentuale questi accorgimenti
possono influenzare il voto finale.
Intanto vediamo qual è il tuo campo d'azione, cioè qual è la tua prima
mossa per dare l'idea a chi ti sta davanti che sei li per il 30 invece che per
strappare un 18.
La tua prima mossa parte da quando il prof si accorge di te (che può
essere anche quando entri in aula come quando ti siedi sulla sedia) alla
fine della prima domanda.
In questo tuo campo d'azione la parte non verbale: ti accorgi di me,
vengo verso di te, mi siedo, ti guardo, respiro, sorrido ed ascolto la prima
domanda e cerco mentalmente la risposta, influenza fino al 30% quella
famosa prima impressione, mentre la parte verbale: dico buongiorno e
rispondo alla prima domanda fino al 70% circa.
La cosa bella, così come ti ho spiegato parlando dei canali comunicativi e
del mirroring, è che le due percentuali si influenzano a vicenda! Quindi
quel 30% può salire fino al 40% o 50% e l'altra parte scendere di
conseguenza.
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Mi è capitato di prendere un 28 in revisione aziendale perché la prof si era
accorta del mio sorriso sicuro e sereno quando mi sono accomodato sulla
sedia. Infatti ha passato tutto il tempo dell'interrogazione con in mano il
cellulare, guardandomi ed annuendo per tre volte in tutto ed incontrando
sempre il mio sguardo tranquillo.
In quel caso direi che il range è stato fissato dal primo impatto (per es.
potrebbe aver pensato 26-30), che ha costituito almeno il 60% del voto, il
30% l'espressione curata ed il 10% il contenuto.
Questi come fattori propri dell'esame, poi ho usato altri strumenti fuori
dal contesto università per attrarre proprio quel voto, ma di questo
magari ne parlerò più approfonditamente in uno dei prossimi ebook.
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GIORNO 13: COME USARE TUTTO QUESTO
Facciamo un riassunto di tutto quello che ci siamo detti finora.
Prima di entrare nell'argomento ti ho fatto una domanda importante.
Questo ebook in effetti è pieno di domande ma la prima è la più
importante di tutte: vuoi essere buccia o gemma?
Ho puntualizzato subito che la strategia più efficace per passare gli esami
è studiare, il resto fa da contorno al succo e ti ho chiesto di definire il tuo
ruolo in merito. Quindi se non hai ancora risposto ti invito a farlo adesso:
buccia o gemma? :)
Poi c'è stata una spiegazione sui ruoli, abbiamo visto come il professore
altro non è che uno dei tanti ruoli, e magari anche tu ti sei trovato in
passato nel ruolo di insegnante mentre spiegavi una parte della lezione ad
un tuo compagno.
Smascherare il professore dandogli una connotazione ci aiuta
doppiamente, intanto umanizza chi svolge quel compito, poi ci permette
di guardare meglio l'individuo che si nasconde dietro.
Capito questo abbiamo visto come ci sono professori nel ruolo ed altri
fuori dal ruolo e più avanti abbiamo capito come comportarci a seconda
dei due casi.
Sappiamo comunque che chi è nel ruolo può essere influenzato in una
certa misura da comportamenti che lanciano dei segnali al suo inconscio,
quali entrare nello stesso canale comunicativo e rispettare ed
assecondare l'idea che ha il professore stesso del suo ruolo.
Abbiamo quindi capito che i professori hanno caratteristiche comuni ed
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individuali che sono poi le caratteristiche del ruolo, le ricordi?
(conoscenza, competenza specifica, saperne di più, capacità espressiva).
Anche uno studente per essere considerato bravo da un professore deve
rispettare le stesse caratteristiche (conoscenza generale, risposta
puntuale alle domande, padrone della materia, capacità espressiva).
Come non chiudere il cerchio col giudizio degli studenti sui professori?
Questo ci è servito anche per mostrare la fondamentale differenza tra
parlare e comunicare.
Si può comunicare anche con gli occhi ed in condizioni normali quello che
diciamo solo col corpo ha un impatto più forte delle parole.
All'esame invece succede un po' il contrario, visto che sei lì non per
mostrare chi sei ma quanto sai, interessa di più ciò che dici.
Da qui la contraddizione per cui seppur chi ti ascolta si concentra su ciò
che dici, non può evitare di essere influenzato dai segnali inconsci che
puoi lanciare una volta che tieni conto di alcuni accorgimenti.
Questi segnali influenzeranno dal 10% al 50% ed in rari casi fino al 70% il
risultato finale, un peccato non sfruttarli.
Una volta capito che esistono ho dato qualche esempio di comunicazione
non verbale, col mirroring che comprende: i canali comunicativi visivo,
uditivo e cinestesico, la gestualità, la postura, anche il livello di energia
personale, che è uno strumento per creare rapport.
Non ho mancato di dare qualche consiglio, seppur generale, sul look,
come: viso pulito, colori rilassanti, preferire lo stile sobrio al sexy ed occhio
all'anticonformismo ad ogni costo.
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Alla fine un riassunto di tutto prima di spiegare come usare questo ebook
nel concreto.
Dopo tutte queste pagine lette quindi, se ho deciso di agire invece di
limitarmi a leggere, cosa fare da domani per iniziare il cambiamento?
Questa è l'ultima domanda dell'ebook a cui però questa volta non segue
una risposta.
Solo tu sai quali sono i tuoi obiettivi e come tramutarli in azione. Quello
che posso consigliarti io è: inizia da un concetto.
Di tutto questo ebook fissati su un solo concetto ed inizia a lavorare su
quello.
Pensa a cosa ti serve di più in questo momento o cosa vuoi sperimentare
da subito e segnalo nella lista degli obiettivi da seguire dei prossimi
giorni.
Dopo di ché, quando ti sentirai padrone del concetto, lo avrai
sperimentato, ed usato anche in situazioni e contesti diversi da quelli
didattici, passa al prossimo concetto e così via.
Se cerchi di usare tutto quello che hai trovato scritto qui sopra partendo
da zero nel giro di una settimana ti scoraggerai e lascerai perdere.
Step by step, sali un gradino per volta! ;)
Comunque in tutto questo non sei solo, puoi scrivere nel mio blog,
http://www.studentiuniversita.com/, contattarmi all'inidirizzo email
[email protected], chiedermi consigli o fare leggere questo
ebook ad amici, parenti, conoscenti e trovare una collaborazione con
loro e migliorarvi insieme con un bel lavoro di squadra.
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Io sarò disposto ad aiutarti, e son sicuro anche le persone con cui
deciderai di condividere tutto questo e con cui segui un percorso di
crescita comune.
Quindi caro lettore complimenti per essere arrivato fin qui, fatti un
applauso già solo per aver finito questo ebook e fattene uno ancora più
grande quando avrai acquisito qualcosa di nuovo e se vorrai condividerlo
con me ne sarò più che lieto.
Buon lavoro! :)
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esame orale giochi di ruolo