PONTIFICIA UNIVERSITÀ DELLA SANTA CROCE
Uf#icio Comunicazione
***
Rassegna Stampa
APRILE 2015
© Ponti(icia Università della Santa Croce Elaborazione: Uf#icio Comunicazione
[email protected] -­‐ +39 06 68164399
* Bollettino ad uso interno *
Rassegna Stampa – APRILE 2015
ZE
Scheda sintetica
Tra le Attività interne segnalate sulla stampa nel mese di aprile 2015, appare innanzitutto il Convegno della
Facoltà di Comunicazione "Poetica & Cristianesimo" sul tema "Scrivere. Per chi e perché" (27-28 aprile).
[AVVENIRE, INFO CATÓLICA, IL SUSSIDIARIO,
QUOTIDIANO LA CROCE, ANSA, FORMICHE, IL PICCOLO, MONDADORI]
Riferimenti anche per la presentazione del libro sui temi dell'adolescenza, organizzata in collaborazione con
l'ISSR all'Apollinare (ZENIT, RADIO VATICANA) e per l'incontro con un gruppo di rifugiati cattolici iracheni
(AVVENIRE, IL FOGLIO, ANSA).
ACEPRENSA ha pubblicato invece un lungo resoconto sull'ultimo convegno della Facoltà di Diritto Canonico
sul tema "Matrimonio e famiglia", mentre su CAFOSCARI è apparsa notizia del premio "Antonio Jannone",
assegnato quest'anno al prof. Carlo Natali.
UNED ha pubblicato un contributo radiofonico sull'ultimo convegno della Facoltà di Filosofia: "La filosofia
come Paideia".
Come professori citati sulla stampa, risultano:
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Rev. Carlos José Errázuriz (EL MERCURIO)
Rev. Luis Romera (SIR, IGLESIA.CL, DUOC,
ACIPRENSA)
Maria Aparecida Ferrari (ZENIT)
Rev. Martin Rhonheimer (DER_STANDARD)
Marta Brancatisano (ALETEIA)
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Rev. Robert Gahl (CHIESA CATTOLICA)
Rev. Juan José Sanguineti (FORMICHE)
Luis Martinez Ferrer (CAMILLIANI)
Rev. John Wauck (PATHEOS)
María Eugenia Ossandon (UNAV)
Su EL MERCURIO (Cile) è apparsa una intervista al rev. prof. Cristian Mendoza, mentre LEVANTE
(Valencia) ne ha ospitata una al rev. prof. Héctor Franceschi.
Il rev. prof. Miguel Ángel Ortiz ha pubblicato un contributo sulla rivista PALABRA sul tema Fe y matrimonio,
mentre il rev. prof. Giuseppe Tanzella-Nitti è stato ospitato su IL NAVIGATORE CURIOSO a proposito di
Teologia e vita extraterrestre.
© Uf&icio Comunicazione
Indice
Dicembre 2014
Attività interne
pag.
1. 01/04/2015 La reconstrucción del matrimonio
Aceprensa
1
2. 07/04/2015 I volti dell'adolescenza, tra vulnerabilità, fragilità e crisi necessarie
Agenzia ZENIT
2
3. 08/04/2015 I consigli di scrittura di Susanna Tamaro
Avvenire
3
4. 10/04/2015 Adolescenza, nel volontariato banco di prova per la crescita
Radio Vaticana
4
5. 11/04/2015 La Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma
Info Católica
5
ACIPRENSA
6
7. 20/04/2015 «Noi, cristiani iracheni, abbiamo un sogno»
Avvenire
7
8. 21/04/2015 Rifugiati: il grido di dolore di chi non può tornare
Avvenire
8
9. 21/04/2015 Quei cristiani iracheni (in fuga) che denunciano l'islam politico
Il Foglio
9
acogerá el VI Congreso Internacional «Poética y Cristianismo»
6. 19/04/2015 Es esencial ayuda de la Iglesia
para adolescentes adictos al celular, dicen expertos
10. 21/04/2015 Poetica&Cristianesimo
Il Sussidiario
10
11. 22/04/2015 A Natali il premio di filosofia "Jannone"
CaFoscari
11
12. 22/04/2015 La Santa Croce e la #SCRITTURA
La Croce
12
13. 27/04/2015 "Mi commuovono i casi di conversione attraverso miei scritti"
Agenzia ANSA
13
14. 27/04/2015 Le gioie e le fatiche dell’artista
Formiche
14
15. 28/04/2015 Tamaro: «Conversioni grazie ai miei libri»
Il Piccolo
15
16. 28/04/2015 Natalia sanmartin fenollera
Mondadori
16
A Roma il convegno “Scrivere. Per chi e perché. Gioie e fatiche dell’artista”
Citazioni Università e/o professori
pag.
17. 05/04/2015 Los sacerdotes chilenos que ocupan puestos clave en Roma
El Mercurio
17
18. 06/04/2015 O que o Vaticano tem a ver com startups?
Amanha
18
19. 06/04/2015 El semanario de la Iglesia ahora va a la caza de internautas
E-consulta
19
20. 07/04/2015 Cile: Santiago, Seminario su Comunicazione Istituzionale della Chiesa
Agenzia SIR
20
21. 07/04/2015 Tutta la grandezza del lavoro è dentro l'uomo
Agenzia ZENIT
21
22. 07/04/2015 Koha and Evergreen aim high with development targets
Library Journal
22
23. 08/04/2015 Rationalität statt Polemik in der Islamdebatte
Derstandard
23
24. 14/04/2015 “Italia, paese sano di mente?”
Formiche
24
25. 18/04/2015 Ecco perché l'unica relazione d'amore possibile è tra uomo e donna
Aleteia
25
26. 20/04/2015 Colloquio filosofico: "Partire dall'uomo?"
Conferenza
Episcopale Italiana
26
27. 21/04/2015 Disturbi mentali, meglio prevenire che curare
Formiche
27
Indice
Dicembre 2014
28. 22/04/2015 ¿Dónde está Jesucristo?... Dicen que en las redes sociales
ACIPRENSA
28
29. 22/04/2015 Chiesa della Maddalena - Lezione di archivistica
Camilliani
29
30. 22/04/2015 Kenia: 'Los líderes musulmanes pueden hacer más contra la violencia'
OpusDei.es
30
31. 23/04/2015 Prove tecniche di un nuovo partito sulla scia di Todi?
Formiche
31
32. 25/04/2015 Existe un estilo cristiano de habitar la web:
Agenzia ZENIT
32
33. 25/04/2015 Folla continua nel primo weekend di Ostensione
La Stampa.it
33
34. 26/04/2015 ‘Marvel’s Daredevil’: I Really Like You, But We Need to Talk
Patheos
34
35. 27/04/2015 La acción humanitaria de la Santa Sede durante la Primera Guerra Mundial
Università Navarra
35
36. 28/04/2015 El papel educativo de la Filosofía
Uned
36
37. 30/04/2015 Letter from Rome: What is liberal morality?
Acton
37
el que está marcado por la caridad
Interviste
pag.
38. 25/04/2015 “No hay un limite etico a la ganancia si es honesta,
si se consigue trabajando sin robar, engañar o mentir”
39. 26/04/2015 "Casi todas las causas de nulidad son profundas tragedias y heridas
Economía y
Negocios
38
Levante
39
que las personas tienen que revivir"
Professori come autori
pag.
40. 01/04/2015 Fe y matrimonio
Palabra
40
41. 18/04/2015 Teologia Cristiana e vita extraterrestre (Prima parte)
Il Navigatore
Curioso
41
42. 20/04/2015 Teologia Cristiana e vita extraterrestre (Seconda parte)
Il Navigatore
Curioso
42
ACEPRENSA
www.aceprensa.com
argomento
Attività interne
http://www.aceprensa.com/articles/la-reconstruccion-del-matrimonio/
La reconstrucción del matrimonio
*Segue il testo in originale
- 1/42 -
01/04/2015
AGENZIA ZENIT
www.zenit.org
07/04/2015
argomento
Attività interne
http://www.zenit.org/it/articles/i-volti-dell-adolescenza-tra-vulnerabilita-fragilita-e-crisi-necessarie--2
I volti dell'adolescenza, tra vulnerabilità, fragilità e crisi necessarie
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
CONTATTO
NEWS:
adolescenza/434718/
http://www.contattonews.it/2015/04/07/giovedi-a-roma-presentazione-atti-convegno-su-
- ASKA NEWS: http://www.zenit.org/it/articles/i-volti-dell-adolescenza-tra-vulnerabilita-fragilita-e-crisi-necessarie--2
- 2/42 -
Il mondo visto da Roma
http://www.zenit.org/it/articles/i-volti-dell-adolescenza-tra-vulnerabilita-fragilita-e-crisi-necessarie--2
I volti dell'adolescenza, tra vulnerabilità, fragilità e
crisi necessarie
Giovedì alla Pontificia Università della Santa Croce, la presentazione
degli atti del convegno promosso da Girasolestudi onlus
Roma, 07 Aprile 2015 (Zenit.org) Redazione | 110 hits
Si svolgerà giovedì 9 aprile alle 17 – nell'aula Álvaro del Portillo, della Pontificia Università della Santa
Croce – la presentazione degli Atti del 1° Convegno Internazionale sull’adolescenza (Frascati, 10-11
maggio 2014) organizzato dall’associazione Girasolestudi onlus, dal titolo I Volti dell’adolescenza, tra
vulnerabilità, fragilità e crisi necessarie.
Il volume, come ha affermato il prof. Mario Russo, presidente dell’associazione e curatore dell’opera –
insieme al prof. Pietro Grassi, docente dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose all'Apollinare (ISSRA)
– raccoglie gli interventi dei relatori che hanno voluto “confrontarsi e riflettere sull’adolescenza, oltre che
avvicinarsi ad essa, per comprenderla e sostenere quella in disagio”.
All’evento interverrà la senatrice Paola Binetti, il prof. don Davide Cito (direttore ISSR all’Apollinare)
oltre ai giornalisti Fabio Zavattaro (vaticanista Rai) e Marco Tosatti (La Stampa). Tra gli ospiti il dott.
Fulvio De Nigris (Direttore Centro Studi Ricerca sul coma Gli amici di Luca e Membro Osservatorio
nazionale sulla condizione delle persone con disabilità); il prof. Rolando Paterniti (Criminologo e
Coordinatore del Master di psichiatria Forense e Criminologia all’Università degli studi di Firenze) e il
prof. Sergio Mellina (Libero docente in Clinica delle malattie Nervose e Mentali all’Università La
Sapienza di Roma).
L’associazione Girasolestudi onlus, dal 2003 lavora in prima linea con iniziative di solidarietà sociale
volte a favorire la crescita sociale, culturale e professionale di soggetti in situazione di svantaggio e/o a
rischio di marginalità.
(07 Aprile 2015) © Innovative Media Inc.
AVVENIRE
www.avvenire.it
08/04/2015
argomento
Attività interne
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/intervista-tamaro-letteratura-convegno-universit%C3%A0santa-croce.aspx#
I consigli di scrittura di Susanna Tamaro
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- YOUTUBE: https://www.youtube.com/watch?v=m31LBsIzuyo
- 3/42 -
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/intervista-tamaro-letteratura-convegno-universit%C3%A0santa-croce.aspx#
RADIO VATICANA
www.radiovaticana.org
10/04/2015
argomento
Attività interne
!
http://it.radiovaticana.va/news/2015/04/10/adolescenza,_nel_volontariato_banco_di_prova_per_la_crescita/1135818
Adolescenza, nel volontariato banco di prova per la crescita
*Segue il testo in originale
- 4/42 -
Adolescenza, nel volontariato banco di prova per la crescita R...
http://it.radiovaticana.va/news/2015/04/10/adolescenza,_nel_...
Papa Francesco con alcuni ragazzi nella Basilica di S.Pietro - ANSA
10/04/2015 13:23
SHARE:
“I volti dell’adolescenza tra vulnerabilità,
fragilità e crisi necessarie”. Questi i temi del
volume presentato ieri alla Pontificia Università della Santa Croce. Il testo, pubblicato dalle
edizioni Pioda, raccoglie gli atti del primo Convegno internazionale di bioetica quotidiana che si è
svolto lo scorso anno a Frascati. Un’occasione per discutere delle sfide contemporanee di un’età
difficile. Il servizio di Michele Raviart:
0:00
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L’adolescenza è una situazione, una fase in cui si vive una dissociazione tra quello che si è e
quello che si vuole apparire. Un’età che ormai non ha contorni ben definiti come in passato e che
mette in discussione tanto i figli quanto i genitori. Mario Russo, della onlus “Girasolestudi”, tra
gli organizzatori del convegno:
“Uno stesso adolescente nella sua fase di crescita non pone una sola esigenza, non pone una sola
domanda: a ogni domanda corrisponde un suo volto. Alla mancata risposta corrispondono
8 di 13
13/04/15 14.13
Adolescenza, nel volontariato banco di prova per la crescita R...
http://it.radiovaticana.va/news/2015/04/10/adolescenza,_nel_...
altrettanti volti e altrettante facce della delusione. Quella che invece noi molto spesso riusciamo a
dare come risposta è il giudizio. Molto spesso noi non diamo quell’aiuto, quella risposta,
un’indicazione a come venire fuori da determinate situazioni o quantomeno a far sentire la nostra
presenza, la nostra vicinanza. Ed è un giudizio che troppo spesso è un giudizio di condanna”.
La tendenza riscontrata è quella di un’adolescenza in cui “non si sa più aspettare, in cui si pretende
invece che chiedere e in cui non si sanno accettare le frustrazioni”. Il non affrontare le difficoltà
reali genera insicurezza e il ragazzo rischia di sentirsi inutile in un mondo che non vuole capirlo,
come ci spiega la senatrice Paola Binetti:
“Noi crediamo che la sfida migliore che si possa offrire oggi agli adolescenti, quella dove ancora
l’adolescente regge in modo positivo, sia l’impegno reale in esperienze di volontariato, cioè in
esperienze in cui lui scopre di essere indispensabile per qualcuno, si misura con qualcuno che ha
più problemi di lui, che ha più difficoltà di lui. Questo lo aiuta a mobilitare risorse straordinarie di
cuore, di intelligenza, di generosità, di tempo, anche di generosità economica. Tutte le volte che
gli adolescenti possono misurarsi con un’avventura come quella di andare incontro ai bisogno
degli altri, i genitori hanno vinto’”.
Gli adolescenti di oggi vivono in un contesto che rende ancora più complicata questa delicata fase
della vita. Da un lato Internet e i social network, con i loro rischi di spersonalizzazione e i loro
legami spesso solo virtuali, dall’altro la crisi della famiglia tradizionale. Ancora Paola Binetti:
“Ci troviamo davanti a famiglie che sono molto più sgretolate, che non sono più in grado di offrire
una qualità di relazioni univoche, solide. Le famose famiglie allargate spesso rappresentano
un’opportunità davanti a situazioni difficili, ma certamente comportano anche un indice di
problematicità con cui l’adolescenza fatica a misurarsi”.
Anche la Chiesa ha un ruolo importante nell’educazione dei ragazzi, ingranaggi fondamentali
della famiglia. Don Davide Cito, direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose alla
Pontificia Università del Sacro Cuore:
“La Chiesa intende l’adolescente, anche dal punto di vista del diritto, come membro di una
famiglia. Il figlio è colui che è dentro una Chiesa “domestica”, in cui è oggetto del dovere-diritto
dei genitori di educarlo, ma non solo dei genitori, poi ci sono i nonni. In fondo, quello che sta
facendo il Papa oggi nella catechesi della famiglia fa vedere come sono tutti soggetti relazionati
uno con l’altro: cioè, la Chiesa mette in gioco tutti, l’adolescente, l’anziano come soggetti di un
rapporto importante, gli uni per gli altri”.
giovani
famiglia
volontariato
ragazzi
Adolescenza
10/04/2015 13:23
SHARE:
RADIO
9 di 13
13/04/15 14.13
INFO CATÓLICA
http://infocatolica.com
11/04/2015
argomento
Attività interne
http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=23709
La Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma
acogerá el VI Congreso Internacional «Poética y Cristianismo»
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- GAUDIUM PRESS
- RADIO MARIA: http://www.radiomaria.es/noticias/noticia.aspx?id=0e6aa5b5-30d7-4f00-88e3-24c323b5292f
- 5/42 -
La Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma acogerá el VI Congreso Internacional «Poética y Cristianismo»
14/04/15 15.36
InfoCatólica
EL 27 Y 28 DE ABRIL
La Pontificia Universidad de la Santa Cruz de
Roma acogerá el VI Congreso Internacional
«Poética y Cristianismo»
Con el tema «Escribir, para quién y por qué. Alegrías y luchas del artista», la Facultad de
Comunicación Institucional de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz en Roma acogerá por
sexta vez el Congreso Internacional «Poética y Cristianismo», evento que tendrá lugar en el Aula
Magna «Juan Pablo II» de la institución educativa los días 27 y 28 de abril.
11/04/15 10:46 AM
(Gaudium Press) «Escribir una novela, un guión, una partitura
musical o trabajar en una obra de arte, provoca tanto una gran
alegría y un gran esfuerzo, no sólo físico, sino del alma. Algunos
escritores describen el proceso de creación de cada obra casi como
una laceración interior. ¿De dónde nace la necesidad de
escribir? ¿Quién es el destinatario? ¿Cuáles son las
motivaciones e intenciones?», comentan los organizadores, al
platear las cuestiones que se abordarán con la iniciativa académica.
Es por ello que la sexta edición del Congreso girará en torno
al escritor desde su perspectiva como sujeto centrándose en
las preguntas de por qué y para quien se escribe. «Muchas escuelas
o talleres de escritura tienen que ver con el oficio de escribir, es
decir, cómo componer obras que funcionen y que, con suerte,
tengan éxito. Pocas, tal vez ninguna, pueden transmitir la disposición personal de quien crea
una obra, el talento y el trabajo interior que implican, y sobre todo la revelación de una
llamada y una respuesta personal», subraya la institución educativa en una comunicación
sobre el evento.
Y es que en la actualidad se hace cada vez más necesario escribir, sobre todo para
llegar al corazón del hombre. Así lo expresa la escritora italiana Susanna Tamaro, en
entrevista difundida por la Universidad Pontificia:
«En nuestro tiempo la escritura es algo verdaderamente importante porque es el único arte que
permite al hombre entrar en contacto con su alma (...) Es como una luz que apunta al interior del
hombre (...) sobre todo en el mundo actual en el que el hombre está totalmente distraído con lo
externo, lo visual, lo sonoro. La literatura tiene una tarea verdaderamente importante: la tarea de
reportar al hombre al centro de sí mismo. Por ello, en este tiempo, se necesita escribir libros con el
alma».
En cuanto a la relación que existe entre arte y cristianismo, la escritora dice que este
último «ha dado un importante desarrollo al arte», ya que «entra en el corazón del hombre y
exalta la esencia de la redención».
Tamaro también se refiere a la fatiga física que puede surgir al escribir, ya que -según
afirma- «es como escalar una montaña, un compromiso, un esfuerzo, porque requiere niveles
de concentración difícilmente imaginables». Pese a ello, anima a todos a escribir, «porque
escribir hace bien al alma».
La sesión introductoria del Congreso, que ocurrirá a partir de las 9:30 horas del 27 de abril,
estará a cargo de Mons. Luis Romera, Rector Magnífico de la Pontificia Universidad de la
Santa Cruz, quien estará acompañado por el Padre José María La Porte, Decano de la Facultad
http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=23709
Pagina 1 di 2
La Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma acogerá el VI Congreso Internacional «Poética y Cristianismo»
14/04/15 15.36
de Comunicación.
Ponentes
Entre los ponentes estarán presentes el estadounidense residente en Italia Mons. Timothy
Verdón, especialista en historia del arte y quien está cargo de la Oficina Diocesana de Arte
Sacro de Florencia; el productor español Juan Manuel Cotelo, conocido por los
documentales «La Última cima» y «Tierra de María»; Mons. Marco Frisina, compositor y
Presidente de la Comisión de Arte Sacro y Patrimonio Cultural de la Diócesis de Roma; José
Manuel Mora, docente sobre «El Oficio de Escribir» para el Máster en Escritura Creativa de
la Universidad Complutense de Madrid; Antonio Paolucci, profesor e historiador experto en
arte del Renacimiento Italiano; y el Padre John Wuack, profesor de Literatura y
Comunicación de la Fe de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz, entre otros ponentes
invitados.
«Fuera y dentro del túnel. Escribir, entre crisis y sueño», «El arte se convierte en palabra.
Hermenéutica y comunicación de una obra de arte», «Cuando la palabra se convierte en
música", "Escribir una novela: la autora, sus personajes y sus lectores», «Cómo comunicar el
arte cristiano sin olvidar la fe», «Buscando el estilo, buscando la identidad: más allá de la
escritura creativa», «El enemigo del escritor se llama miedo», y «¿Por qué superar el vacío?»,
serán los temas que se abordarán durante el Congreso, que se desarrollará en los idiomas Iglés
Español e Italiano.
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Pagina 2 di 2
ACIPRENSA
www.aciprensa.com
19/04/2015
argomento
Attività interne
!
https://www.aciprensa.com/noticias/es-esencial-ayuda-de-la-iglesia-para-adolescentes-adictos-al-celular-dicenexpertos-67650/
Es esencial ayuda de la Iglesia
para adolescentes adictos al celular, dicen expertos
*Segue il testo in originale
- 6/42 -
20/4/2015
Es esencial ayuda de la Iglesia para adolescentes adictos al celular, dicen expertos
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Es esencial ayuda de la Iglesia para
adolescentes adictos al celular, dicen
expertos
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Imagen referencial. Foto: Flickr Naku (CC-BY-NC-SA-2.0)
ROMA, 19 Abr. 15 / 10:05 pm (ACI/EWTN Noticias).- Los adolescentes de hoy
10 metri Prato sintetico calpestabile …
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preocupan a los especialistas, pero ante esta situación, los expertos quieren dejar
claro que no todos los adolescentes se comportan de esta manera, y los que lo
hacen pueden ser ayudados. La Iglesia, en este caso, tiene un papel
fundamental.
Es una preocupación que han puesto de manifiesto algunos especialistas, entre
ellos psicólogos, médicos, profesores y responsables de algunas asociaciones que
trabajan con esta franca de edad en un libro que recoge las conclusiones del I
Congreso Internacional sobre la Adolescencia que se celebró en Frascati (Italia)
del 10 al 11 de mayo del año pasado.
El libro, titulado “El rostro de los adolescentes”, fue presentado en Roma y dibuja
una semblanza de los principales problemas a los que se enfrenta este grupo
como la pérdida progresiva de las capacidades sociales, el hermetismo, la
dependencia de las computadoras y del celular.
El presidente de la Asociación y coordinador de la obra, Mario Russo, conversó
con ACI Prensa sobre estos aspectos. “Este Congreso tenía la finalidad de recoger
todos los datos y de reflexionar sobre los problemas relacionados con la
adolescencia. Participaron unos 20 profesionales que intervinieron sobre el
tema”, explicó.
Comenta además que el periodo de la adolescencia “no ha sido determinada
cronológicamente, porque decimos que comienza alrededor de los 14 y puede
llegar hasta los 30 años”.
El Congreso trató de “afrontar la adolescencia desde varios aspectos: la relación
Las más leídas:
con las redes sociales, con la televisión, con el dinero y la economía o con el ocio”.
https://www.aciprensa.com/noticias/es-esencial-ayuda-de-la-iglesia-para-adolescentes-adictos-al-celular-dicen-expertos-67650/
1/4
20/4/2015
Es esencial ayuda de la Iglesia para adolescentes adictos al celular, dicen expertos
El éxito de la convocatoria y sobre todo del valor de las contribuciones que los
diversos expertos realizaron, han dado como fruto este libro que servirá de
instrumento “no solo a los especialistas de este sector, sino a todos los que están
cercanos a los adolescentes: familias, profesores... En él podrán encontrar un
soporte de inspiración”.
En su opinión, los adolescentes “no presentan sólo un rostro, y por eso la riqueza
de las intervenciones en el Congreso”, aseguró Russo y agregó que “los jóvenes
quieren ser aceptados y queridos y eso les crea una frustración continua por lo
Terroristas del Estado Islámico
ejecutan 30 cristianos en Libia
que realmente son”. Con el paso del tiempo “es como si llevasen continuamente
una máscara que lleva a esta disociación que les deprime justo en la edad en la
que se forma la propia personalidad”. Al final esto “les lleva a sentirse 'nada'” y
algunos “se suicidan o autolesionan”.
La situación ha cambiado con el paso de los años. Russo explica que sus
exigencias son distintas ahora que antaño. “Han cambiado porque piden muchas
más cosas a la sociedad, y estos no saben responder y terminan juzgándoles”,
comenta.
Ante esto, la Iglesia tiene “un canal fundamental que es el de la solidaridad y
Salvó dos vidas: Joven atleta adopta a
menor embarazada para que no le
quiten a su bebé
la ayuda”. “La Iglesia en su historia y doctrina tiene este 'apreciar a los otros' y los
jóvenes responden a esto muy bien, se sienten satisfechos”, subrayó el
Presidente de “Girsaolestudi”.
El libro también subraya cómo la Iglesia ayuda en la formación de los
adolescentes. En este sentido, el Director del Instituto Superior de Ciencias
Religiosas Apolinar, de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz, Davide Cito,
recuerda las palabras del Papa Francisco en las que respondía a uno de ellos:
“Caminar es un arte... y muchas veces el camino es difícil, no es fácil... Existe la
Hoy es fiesta de San Expedito,
mediador ante problemas urgentes
oscuridad, también días de fracaso, también algunos días de caída, uno cae, cae...
Pero pensad siempre: no tener miedo de los fallos; no tener miedo de las caídas.
En el arte de caminar, lo que importa no es no caer, sino no 'permanecer caídos'.
Pero también: es feo caminar solos, feo y aburrido. Caminar en comunidad, con
los amigos, con aquellos que nos quieren: esto nos ayuda a llegar a la meta a la
que tenemos que llegar”.
Cito señala que “la Iglesia es por antonomasia una comunidad en camino guiada
por el Espíritu Santo hacia la meta de la plena realización del diseño salvífico de
El consejo del Papa Francisco para
que un matrimonio dure toda la vida
Dios de recapitular en Cristo todo lo creado”. Por lo tanto en la Iglesia los
adolescentes también “descubren la identidad y su significado”.
“En este ámbito la adolescencia se coloca en el camino de la fe como una etapa
de maduración y crecimiento”, dice.
Etiquetas: Iglesia Católica, jóvenes, Adicciones, celulares
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Que jóvenes vuelvan a protagonizar
la vida social, alienta Secretario de
Estado Vaticano
https://www.aciprensa.com/noticias/es-esencial-ayuda-de-la-iglesia-para-adolescentes-adictos-al-celular-dicen-expertos-67650/
2/4
AVVENIRE
www.avvenire.it
20/04/2015
argomento
Attività interne
http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/iraq-profughi-cristiani-vaticano.aspx
«Noi, cristiani iracheni, abbiamo un sogno»
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- VATICAN INSIDER: http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/iraq-irak-irak-40569/
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21/4/2015
«Noi, cristiani iracheni, abbiamo un sogno» | Mondo | www.avvenire.it
Mondo
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Storie
«Noi, cristiani iracheni,
abbiamo un sogno»
20 aprile 2015
Aziz Yaico viveva a Baghdad:
poi un giorno all'uscita dalla
Messa nella chiesa dei Santi
Pietro e Paolo, mentre stava
riprendendo l'auto al
parcheggio, un kamikaze si è
fatto esplodere davanti
all'edificio e sua moglie, che lo
aspettava lì, è rimasta uccisa.
Ora Aziz è in Europa.
Rami Zyiad ha appena
vent'anni e da 19 è profugo, da quando cioè i suoi
genitori hanno scelto, con lui neonato, di scappare
in Francia, ad Aubervilliers, vicino Parigi. "Mai stato
in Iraq ma la sento la mia terra", dice il ragazzo, una
vita in Europa ma con il sogno di tornare a casa.
E poi c'è Napolyoon: "Ho solo un figlio e se torno
rischio che gli uomini dell'Is lo rapiscano per
chiedere un riscatto, come accade
quotidianamente. È una situazione sempre più
difficile". E infatti Shahad racconta che un suo
parente è tra i 160 siriani assiri rapiti ai confini con
l'Iraq e "chiedono ora un riscatto di 160mila euro
per ciascuno di loro". Trentotto profughi iracheni raccontano la loro storia,
quella della fuga da un Paese dove la vita per i
cristiani, "è impossibile". Parlano in caldeo,
l'aramaico che parlava Gesù, e sono in
pellegrinaggio a Roma.
Originari della terra che ha visto il profeta Abramo,
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«Noi, cristiani iracheni, abbiamo un sogno» | Mondo | www.avvenire.it
fedeli al cristianesimo al punto di lasciare la propria
patria, volevano "pregare a Roma che è il centro
della cristianità". Vengono dalla Francia, che li ha
accolti con lo status di rifugiati, e stamani hanno
potuto raccontare le loro storie in Vaticano, ai
cardinali Leonardo Sandri, Prefetto della
Congregazione delle Chiese orientali, e Antonio
Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio
della pastorale per i migranti.
Ad accompagnarli, alla Pontificia Università Santa Croce dove
incontrano la stampa internazionale, padre Rebwar Basa,
sacerdote caldeo, che da Roma, dove rappresenta il suo ordine
religioso e studia per un dottorato, viaggia spesso verso Erbil, in
Kurdistan, la città in cui hanno trovato rifugio i cristiani iracheni
perseguitati. Ha negli occhi la distruzione del monastero di San
Giorgio a Mosul, "dove sono stato ordinato sacerdote", e "i
container dove vivono tante famiglie con grandi difficoltà". E non
esita a dire che "essere stati buoni nel dialogo è stata una
strategia sbagliata; anche i genitori a volte con i figli devono
essere severi e per noi è venuto il momento di difendere con
decisione i diritti umani". Ha fatto da guida in questi giorni ai suoi
fratelli profughi caldei, diretti discendenti degli antichi assiri, che
domani pregheranno ad Assisi sulla tomba di san Francesco. E
poi rivela il sogno di tutti i cristiani iracheni: "Che Papa Francesco
possa un giorno andare in Iraq a dare una parola di speranza a
tanti fratelli che soffrono per il solo fatto di non aver voluto perdere
la loro fede in Cristo".
© riproduzione riservata
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AVVENIRE
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21/04/2015
argomento
Attività interne
Rifugiati: il grido di dolore di chi non può tornare
*Segue il testo in originale
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Pagina
Foglio
21-04-2015
9
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045992
Data
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Quotidiano
IL FOGLIO
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21/04/2015
argomento
Attività interne
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Quei cristiani iracheni (in fuga) che denunciano l'islam politico
*Segue il testo in originale
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22/4/2015
Quei cristiani iracheni (in fuga) che denunciano l'islam politico
Quei cristiani iracheni (in fuga) che
denunciano l'islam politico
Le persecuzioni inflitte alle minoranze dallo Stato islamico in Iraq. E le pressioni più sotterranee delle
grandi comunità musulmane, ovunque siano. Testimonianze da un gruppo di fuggiaschi di passaggio
a Roma
di Maurizio Stefanini | 21 Aprile 2015 ore 16:53
Cristiani iracheni di Qaraqosh rifugiati a Erbil (foto LaPresse)
“I cristiani caldei e assiri si chiamano così anche perché sono orgogliosi di discendere dagli antichi
popoli della Mesopotamia. Per questo parlano ancora l’aramaico e conservano le vestigia dell’antica
Assiria. Quelle vestigia che invece lo Stato islamico si vanta di distruggere, mostrando le rovine in
video. Così come mostra in video il modo in cui sta distruggendo i cristiani”. A presentare
all’Università Santa Croce un gruppo di 38 cattolici iracheni rifugiati in Francia e in pellegrinaggio a
Roma e a Assisi è stato Francesco Cutino, a nome di “Giona è in cammino”, onlus che appunto si
propone si assistere i cristiani d’Oriente perseguitati. Giona dal nome del Profeta che andò a
predicare nella città di Ninive, dopo essere stato inghiottito e vomitato da una balena. Storico centro
di insediamento del cristianesimo mesopotamico, la Piana di Ninive – nell'odierno stato dell'Iraq – è
stata il teatro delle più feroci imprese degli uomini di Abu Bakr al­Baghdadi. E oggi molti cristiani
chiedono che proprio la Piana di Ninive sia trasformata in zona di rifugio sotto tutela internazionale,
per evitare che la loro fede sia definitivamente spazzata via dalla regione in cui nacque.
"C’erano un milione e mezzo di cristiani in Iraq
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prima del 2003, adesso non ne rimangono più di
300.000”, dice padre Rebwar Audish Basa,
• Conversione all’islam o stupro. La scelta delle
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22/4/2015
Quei cristiani iracheni (in fuga) che denunciano l'islam politico
yazide nello Stato islamico
procuratore generale dell'Ordine antoniano di
Sant'Ormisda dei Caldei e accompagnatore dei
• Gli impressionanti numeri dell'esodo dei cristiani
dal medio oriente
pellegrini. Nella Piana di Ninive ne è rimasto solo
• Pasqua a Baghdad
qualche migliaio a Erbil. “Il monastero di San
Giorgio, dove io ho studiato, è stato trasformato in
un carcere. Hanno tolto le croci, hanno devastato il cimitero in cui erano stati sepolti tanti giovani
cristiani morti per la patria irachena durante la guerra contro l’Iran”.
Le storie raccontate da questa quarantina di cristiani sono una più terribile dell’altra. Cutino, che è
psicoterapeuta, ricorda una donna profuga dall’Iraq ospite delle Suore di Madre Teresa in Libano.
“Non parlava più, dopo mesi finalmente una donna anziana nel vedere il modo in cui guardava il
Presepe le diede il bambinello in mano. Lei scoppiò a piangere e recuperò la parola, raccontando di
come le avevano portato via il figlio”. “Se torno in Iraq, mi rapiscono mio figlio e mi chiedono uno
sproposito per riscatto”, racconta uno dei rifugiati. “Quando sono iniziati i problemi e me ne sono
andato, i miei parenti mi dicevano che sbagliavo. Adesso stanno in camper dopo aver perso tutto. Mi
chiedono con ansia di aiutarli a uscire”, spiega un altro. Un terzo racconta di quando andò a una
messa serale che fu attaccata da un kamikaze. La moglie fu uccisa, la figlia ferita, lui si salvò perché
essendo suddiacono si trovava più in avanti. “Preferiamo andarcene che perdere la fede. Per noi la
fede è tutto”, proclama un quarto. Commenta Padre Rebwar: “Se i cristiani avessero accettato di
convertirsi all’Islam avrebbero avuto favori di tutti i tipi, anche soltanto per una questione di
propaganda. Ma hanno preferito lasciare tutto piuttosto che perdere quella che per loro era la cosa
più importante”. Sperano che il governo iracheno possa presto sconfiggere lo Stato islamico? “I soldati del governo
iracheno sono scappati di fronte all’Isis in cinque minuti”, risponde Padre Rebwar. “E poi in Iraq in
questo momento di governi ce ne sono almeno quattro: quello dello Stato islamico, quello curdo,
quello sciita, quello centrale. Che è quello che conta di meno”. Alcuni cristiani hanno ora iniziato a
armarsi. “Un gesto simbolico importante, ma appunto solo simbolico. Sono qualche decina: non
possono sconfiggere lo Stato islamico da soli”. Alcuni dei rifugiati del gruppo sono ormai in Francia
da 8 anni. “Le cose per i cristiani hanno iniziato a mettersi male da molto prima che comparisse
l’Isis”. Ma tutti dicono di voler tornare in Iraq, se se ne presentano le condizioni. “Chiediamo che
l’Europa ci garantisca una zona di rifugio nella piana di Ninive”. Stessa richiesta che fa il più giovane
del gruppo: un ragazzo che è l’unico a parlare in francese e non in aramaico. E aggiunge: “Il problema
non è soltanto lo Stato islamico. In Francia vivo gomito a gomito con i musulmani, e al di là della
facciata sotto sotto quasi tutti pensano che i cristiani sono nemici da spazzar via”.
“Un tabù che in Francia è difficile affrontare, ma che fa affrontato”, commenta Padre Rebawr: “Noi
cristiani facciamo sempre i buoni, ma non può essere una cosa a senso unico. I genitori quando
devono educare i figli non possono sempre fare i buoni: ogni tanto bisogna anche essere severi. Anche
noi dobbiamo essere severi con i musulmani che in Occidente chiedono diritti ma poi, dove sono
maggioranza, diventano sempre più oppressivi verso le minoranze. Non è solo l’Isis: pensiamo ai
paesi musulmani dove non si può costruire una chiesa, a quelli in cui è perfino proibito alle donne
guidare”.
http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/04/21/quei-cristiani-iracheni-in-fuga-che-denunciano-lislam-politico___1-v-128009-rubriche_c406.htm
2/3
IL SUSSIDIARIO
www.ilsussidiario.net
21/04/2015
argomento
Attività interne
http://www.ilsussidiario.net/News/roma/2015/4/21/POETICA-e-CRISTIANESIMO-A-Roma-il-convegno-Scrivere-Perchi-e-perche-Gioie-e-fatiche-dell-artista-/601920/
Poetica&Cristianesimo
A Roma il convegno “Scrivere. Per chi e perché. Gioie e fatiche dell’artista”
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- SIR: http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=310811
- LA FOLLA: http://www.lafolla.it/lfst.php?id=lf148scrivere
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22/4/2015
POETICA & CRISTIANESIMO/ A Roma il convegno "Scrivere. Per chi e perché. Gioie e fatiche dell’artista"
ROMA
POETICA & CRISTIANESIMO/ A Roma il convegno
"Scrivere. Per chi e perché. Gioie e fatiche
dell’artista"
Redazione
martedì 21 aprile 2015
È in programma lunedì 27 e martedì 28 aprile 2015 a Roma il VI Convegno Internazionale "Poetica &
Cristianesimo" dal titolo "Scrivere. Per chi e perché. Gioie e fatiche dell’artista" presso l’Università della Santa
croce. Artisti e accademici si confronteranno sul processo di creazione di un’opera d’arte: come sorge l’esigenza di
scrivere? Chi ne è il destinatario? Quali le motivazioni e le intenzioni? Un’edizione che vedrà la partecipazione di
esponenti del mondo letterario, artistico, musicale, cinematografico e accademico: saranno presenti Natalia
Sanmartin Fenollera, autrice spagnola, Alessandro Rivali, poeta e critico letterario, José Manuel Mora, scrittore e
docente di scrittura creativa dell'Università Complutense di Madrid. E ancora: il Maestro mons. Marco Frisina e
il Maestro Nikolaus Schapfl, autore austriaco famoso per le opere musicali su “Il piccolo principe” e su
Caravaggio, per il mondo cinematografico ci sarà il regista Juan Manuel Cotelo, infine tra i docenti, il professore
Timothy Verdon, critico d’arte e docente della Stanford University e il direttore dei Musei Vaticani Antonio
Paolucci. (Serena Marotta) © Riproduzione riservata.
http://www.ilsussidiario.net/News/roma/2015/4/21/POETICA-e-CRISTIANESIMO-A-Roma-il-convegno-Scrivere-Per-chi-e-perche-Gioie-e-fatiche-dell-artista-…
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CAFOSCARI
www.unive.it
argomento
Attività interne
http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=190435
A Natali il premio di filosofia "Jannone"
*Segue il testo in originale
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22/04/2015
27/4/2015
A Natali il premio di filosofia "Jannone" - Ca' Foscari
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SOMMARIO
SALA STAMPA
ATTIVITÀ CULTURALI
RASSEGNA STAMPA
Home > Ateneo > Notizie e comunicazioni > InFoscari > Sommario > News > A Natali il premio di filosofia "Jannone"
A Natali il premio di filosofia "Jannone"
22/04/2015
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La Facoltà di Filosofia della Pontificia Università della Santa Croce
conferisce ogni tre anni il Premio internazionale di Filosofia "Antonio
Jannone" a uno studioso del pensiero classico di riconosciuto prestigio
internazionale, specialmente in ambito aristotelico. In questa edizione è
stata assegnato al professore cafoscarino Carlo Natali
Precedente immediato del Premio Jannone fu il Centro Internazionale di Filosofia Antica “Antonio
Jannone”. Mons. Jannone (Lauro di Nola,1906 – Roma 2007), creatore e patrocinatore del
premio, nonché studioso aristotelico, già professore alla Sorbona e noto principalmente per la sua
edizione critica del De anima pubblicata da Les Belles Lettres, volle affidare nel 2001 alla Facoltà
di Filosofia della Pontificia Università della Santa Croce, tramite un comitato scientifico, la
direzione del premio da lui istituito.
Fino a quel momento l’onorificenza, creata come riconoscimento ai meriti accademici nell’ambito del pensiero classico, era
stata conferita a tre insigni professori: Renato Laurenti, Jacques Brunschvig e Klaus Oehler. Successivamente hanno
ricevuto il premio, assegnato ogni tre anni, i professori Giovanni Reale (2002), Enrico Berti (2005), Richard Bodéüs
(2008) e Terence Henry Irwin (2011).
In occasione del conferimento del Premio Iannone, lo studioso tiene un ciclo di conferenze, rivolte in primo luogo ai
dottorandi e ai professori della Facoltà, come contributo originale allo studio della filosofia classica.
Carlo Natali è professore ordinario di Storia della Filosofia antica dell’Università Ca’ Foscari nonché Presidente dal 2012
della Società Italiana di Storia della Filosofia Antica (SISFA). Oltre all’Ateneo veneto, il prof. Natali ha insegnato in numerose
università europee, come il Collège International de Philosophie (Paris), la Cambridge University, l’Institute for advanced
studies in Humanities (Edinburgh) e All Souls College (Oxford).
Noto principalmente per i suoi studi sul pensiero aristotelico, Natali è autore di numerosi articoli, collaborazioni in opere
collettive, traduzioni, commenti ed edizioni di alcune trattati aristotelici, e di alcune importanti monografie: Cosmo e divinità.
La struttura logica della teologia aristotelica (1974), La saggezza di Aristotele (1989), Bios theoretikos. La vita di Aristotele e
l'organizzazione della sua scuola (1991), Aristotle: His Life and School (2013), Aristotele (2014).
La cerimonia di conferimento del premio Jannone al prof. Natali ha avuto luogo martedì 21 aprile, con una lezione intitolata:
Oui mais. Aristotele con Platone e oltre Platone. Nei giorni 21, 22 e 23 aprile, Natali terrà un breve corso su Il libro sulla
saggezza. Aristotele, Etica Nicomachea VI.
Le foto della premiazione e della lezione
http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=190435
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LA CROCE
www.lacrocequotidiano.it
argomento
Attività interne
La Santa Croce e la #SCRITTURA
*Segue il testo in originale
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22/04/2015
Mercoledì 22 aprile 2015 |
#quotidiano contro i falsi miti di progresso
Puccetti, una #bioetica quotidiana
Un giovane medico internista prestato all’editoria, scrive per passione e pubblica per missione:
l’attuale contesto sociopolitico fa sì che l’opinione pubblica sia esposta a questioni di grande
complessità e delicatezza, spesso passate in sordina. Occorre un’informazione adeguata
di Fabrizio Cannone
L
e questioni legate alla bioetica sono
certamente le più importanti per una
società benché se ne parli comunque
meno rispetto ai problemi economici, finanziari, dei bilanci, dello spread, del pil, delle
tasse, etc. etc. Il futuro della nostra società, anzi di ogni società umana come tale
dipenderà in prima battuta dalle risposte
che sapremo dare alle possibilità che una
ideologia della tecno-scienza senza Dio ci
mette ogni giorno davanti agli occhi come
tentazioni e utopici desideri di un mondo
perfetto, finalmente liberato (ma da che?)
e autonomo dalle pastoie della tradizione
morale dell’umanità. La bioetica è quindi
scienza del futuro più che del passato e interessarsene è davvero un obbligo morale
per ogni cristiano che davvero voglia essere
“adulto” nella fede e con il discernimento
che la presente situazione sociale richiede.
Renzo Puccetti è un medico internista molto attivo sul fronte dell’apostolato pro life,
apostolato in cui unisce in chiara sintesi
un’ottima documentazione scientifica (frutto di anni di ricerca accademica) ad una
spigliatezza di linguaggio che appare assai
significativa. La rubrica che da tempo ormai
conduce su Radio Maria è una sicura palestra
per riflettere sulle annose questioni bioetiche, mediche e politiche, dal punto di vista
dell’etica cattolica e del Vangelo della vita.
I suoi volumi Pillole che uccidono (ESD,
2012) e I veleni della contraccezione (ESD,
2013) sono divenuti dei punti fermi sulla
storia e la filosofia della contraccezione:
essi dimostrano, in una sorta di contro-storia
e di contro-inchiesta argomentata e articolata, come e perché la contraccezione artificiale sia un male, per la famiglia (cristiana
o meno) e per la società; e perché essa sia
ampiamente sostenuta e propagandata dai
poteri forti dell’ultra-capitalismo e dell’alta
finanza mondiale. In questi volumi, specie
nel secondo, si vede inoltre quanto la mentalità mondana del recente pensiero cattolico (la cosiddetta “mondanità spirituale”) abbia nuociuto alla famiglia e alla società tutta,
e quanto al contrario l’enciclica Humanae vitae di Paolo VI sia stata un documento particolarmente profetico, e sanamente futurista.
L’Autore nei suoi libri ha dimostrato, tra
le altre cose, il legame tra diffusione della
contraccezione (specie se imposta dall’alto,
dal sistema) e banalizzazione dell’aborto in
un modo che qui non è possibile vedere, ma
con analisi che saranno certamente riprese
domani o al massimo dopodomani…
Questo nuovo libretto invece è un’opera di
sintesi e in fondo rappresenta una buona
introduzione alla bioetica e alle questioni
legate alla difesa della vita umana innocente. Esemplare in tal senso il capitolo
intitolato L’abortismo (pp. 28-64), in cui
Puccetti tratteggia da par suo una tendenza pluriforme e malsana della nostra cultura
contemporanea, tendenza che ha contribuito enormemente a svilire la vita umana,
e quindi a produrre violenza, depresssione
e indifferenza. Come diceva Madre Teresa,
“La pace oggi è minacciata dall’aborto, che
è una guerra diretta, un’uccisione compiuta
dalla stessa madre” (cit. a p. 28). L’abortismo, inteso come filosofia di vita che giustifica la soppressione del figlio è riducibile a
tre correnti: l’abortismo totalitario, l’abortismo libertario e l’abortismo umanitario. Non
c’è bisogno di sottolineare che si tratta di
tre facce della stessa medaglia e/o di tre
tenaglie che aggrediscono la vita umana in
germe, con devastanti conseguenze sociali.
Oggi si fa un gran parlare di uteri in affitto,
criticando giustamente la compra-vendita
degli embrioni o di esseri umani già nati,
specie quando si ha la spudoratezza di organizzare delle vere e proprie agenzie dedite al lucro magari via web sull’essere
umano innocente. Ma questo infame commercio deriva dall’aver reso l’essere umano
un oggetto, senza diritti e col solo dovere di
obbedire alla volontà assoluta del suo proprietario, normalmente la donna o entrambi
i genitori (a volte lo Stato). Ma tutto questo
è implicito nella logica dell’aborto, in cui,
secondo gli stessi termini della legge 194 e
delle altre leggi votate negli anni ’70 e ’80
del secolo scorso, la donna che attende un
(altro) essere umano può deciderne arbitrariamente la sopravvivenza o la soppressione. L’aborto rende un oggetto il feto e il
bambino che sarà: il resto, acquisto/vendita
di esseri umani, è conseguenza…
clandestino” (p. 44, n. 13). E legalizzando il
male lo si è anche “moralizzato”, almeno in
apparenza!
Le battaglie di difesa della vita e della famiglia sono giustamente associate dal Magistero della Chiesa, Magistero che deve costituire il punto di riferimento dei cattolici in
politica, come ricordava la Nota dottrinale
del card. Ratzinger del novembre 2002. Ma
al di là della fede che si professa, ed anche
in assenza di ogni fede spirituale, l’uomo
può, colle sole forze del suo intelletto, arrivare ad alcune certezze che lo guidino
nell’avventura della vita.
La prima certezza è che è bene fare il bene
ed è male fare il male. Da questo assunto,
indimostrabile dalla ragion pratica, ma certo della certezza indiscussa dei postulati
primi dell’essere, derivano a ben vedere una
serie impressionante di conseguenze. Per
esempio, ne deriva certamente il matrimonio eterosessuale e monogamico. Ne deriva
pure il ripudio dell’aborto, dal concepimento al parto (come affermò il grande Ippocrate nel suo emblematico Giuramento).
Noi uomini del XXI secolo difettiamo spesso
di quelle conoscenze che ci permetterebbero di non essere travolti dal brodo della
cultura mass-mediatica e dall’arrogante
opinione pubblica (spesso fabbricata ad
arte). Leggere e meditare libretti sodi e accessibili come questo è senz’altro un buon
modo per formare la nostra coscienza, uscire dal gregge ed esperire quel dono superno
tra tutti i doni del Signore: la libertà! n
Secondo Puccetti pur se, astrattamente
parlando, l’abortismo libertario e totalitario appaiono più gravi, in realtà è proprio
l’abortismo cosiddetto umanitario (starei
per dire moderato, dolce, democratico…)
ad aver convinto le masse della inevitabilità
della legalizzazione dell’aborto. “L’abortismo umanitario è quindi riuscito in un’operazione luciferina: accreditare il male
come bene, fare sentire gli autori del male
dei sinceri benefattori” (p. 43). L’autore cita
qui Mario Palmaro il quale osservava che rispetto alle posizioni estremiste, tipo quelle
dei radicali (l’aborto come “conquista di civiltà”), ha prevalso in Occidente una logica
diversa all’insegna dell’ipocrita: “Noi siamo
contro l’aborto, che è una sconfitta della
donna e della società. Solo che dobbiamo
regolamentarlo per sconfiggere l’aborto
LA SANTA CROCE E LA #SCRITTURA
Lunedì 27 e martedì 28 l’ateneo pontificio dell’Opus Dei ospiterà un
convegno dedicato a investigare lo stato attuale, la missione e il destino
dell’arte dello scrivere nel nostro mondo. Ospite Susanna Tamaro
di Andrea Vannicelli
P
resso la Pontificia Università della
Santa Croce, a Roma, questo lunedì
27 e martedì 28 aprile 2015, si svolgerà il convegno internazionale «Scrivere.
Per chi e perché. Gioie e fatiche dell’artista», sesto di una serie dedicata a «Poetica e Cristianesimo». Tra i numerosi relatori,
spicca quella del direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, del compositore romano Marco Frisina e del musicista tedesco
Nikolaus Schapfl; tra i poeti sarà presente
Alessandro Rivali, autore della prolusione
al convegno; tra gli storici dell’arte Monsignor Timothy Verdon (direttore a Firenze
dell’Ufficio Diocesano dell’Arte Sacra e dei Beni Culturali Ecclesiastici,
nonché del Museo
dell’Opera di Santa Maria del Fiore).
Le lingue ufficiali
del convegno saranno l’italiano, lo
spagnolo e l’inglese, con traduzione
simultanea disponibile.
Il tema principe del
convegno è il processo di creazione di un’opera; si
vuole entrare nella
prospettiva di colui
che è il soggetto di
tale processo: sia
esso musicista, scrittore, saggista, sceneggiatore o regista, architetto o pittore. Nelle
comunicazioni si tratterà quindi di far luce,
attraverso un’indagine accademica, sulla
razionalità artistica (che talvolta è diversa dalla riflessione scientifica). Che cosa
succede in chi scrive ed elabora un’opera?
Quali sono le sue inquietudini, domande,
finalità? Si scrive per committenza, per soldi, per la società, per gli altri, per se stessi,
per la comunicazione di un’opera? Qual è
il “target group”? Si scrive per un pubblico plurale o per simpatizzanti? Divulgativo
o per specialisti (studiosi o artisti)? Quali
sono gli ostacoli che si incontrano e che
cosa invece aiuta in tale percorso? La fede
religiosa, e quella cristiana in particolare,
quale incidenza potrebbe avere nel processo creativo di un’opera? Le prospettive da
cui il tema verrà affrontato saranno molteplici: estetica, artistica, antropologica, ma
anche di critica letteraria (il tema però di
partenza, in quest’ultimo caso, sarà la vita o
la prospettiva dell’autore, non le sue opere
in quanto tali).
La scrittrice Susanna Tamaro, in un’intervi-
sta realizzata di recente presso la Pontificia
Università della Santa Croce (e disponibile
sul sito) proprio per presentare il convegno, difende l’idea che la scrittura è un’arte
veramente importante: è l’unica arte che
permette all’uomo di entrare in contatto
con la propria anima; è come una luce puntata all’interno dell’uomo che riporta in lui
la chiarezza, che lo riporta al centro di sé
stesso, che gli dà gioia. La scrittura – per
quanto logorante per il corpo e per la mente – fa bene all’anima. Per Tamaro inoltre
la scrittura non è destinata solo a esaltare
ideali cinici; anzi, il cristianesimo ha ispirato
magnifici capolavori. Scrivere fa bene all’anima: anche il solo fatto di tenere un diario
personale e farlo leggere agli amici fa molto
bene.
Il convegno ospiterà la mostra Il cielo in una
stanza. Benvenuti a casa Chesterton, a cura
dell’Istituto Chesterton di New York, con la
collaborazione della Società Chestertoniana Italiana. La mostra propone ai visitatori
ben più che un’introduzione alla vita, al pensiero, alle opere del più celebre saggista e
apologeta inglese del XX secolo: sulle orme
del suo Innocenzo Smith (personaggio dell’Uomo
vivo) permetterà di intrufolarsi
letteralmente in
casa sua, così che
gli oggetti, i luoghi e le esperienze affettive che
hanno plasmato
il suo sguardo e
i suoi scritti possano farci scoprire e riscoprire
ciò che consente
all’uomo di restare uomo, oltre
le menzione e le
riduzioni presenti
dentro e fuori di
noi. L’idea guida
della mostra è il
concetto chestertoniano (e cattolico) che
l’eterno è conoscibile sempre e solo dentro il carnale, il terreno, e quindi dentro
una cornice, un limite, associato all’idea
dell’Uomo vivo secondo cui il miglior modo
di ritrovare casa propria è uscire dalla porta, camminare sempre dritto, fare il giro del
mondo e ritornare a casa: una casa veramente vissuta ha in sé il mondo intero e il
cielo. n
L’AMORE E LA MORTE IN TRE CANZONI DI ROBERTO #VECCHIONI
Termina qui l’esplorazione delle contraddizioni umane che saltano fuori quando il bisogno e il desiderio di essere amati non si incontrano con
la disponibilità a diventare amabili. In tre testi del cantautore di Carate Brianza specchiamo i nostri pensieri: abbiamo bisogno della Grazia
di Paolo Pugni
M
i faccio aiutare a cercare il bandolo
da un inaspettato suggeritore, Roberto Vecchioni, che alle sue canzoni ha affidato una saggezza più profonda di quanto non possa sembrare al primo
ascolto.
Tre sono le canzoni che prendo a prestito per
gettare luce sulla vicenda, sempre che poi io
riesca a cogliere il riflesso –ma qui cado in
piedi perché conto sull’aiuto dei lettori!- e
tirare fuori un piano d’azione utile.
La prima è L’estraneo (infiniti ritorni) che disvela come divellere questa resistenza ideologica: in una sera di Gerusalemme il primo
incontro con Dio produce fastidio, irritazione:
“Ho visto un Dio che mi veniva incontro
e ho provato tutto per scappare,
ma lui insisteva: “Dài, fatti salvare,
ho tanto amore, amore, amore...”. Dio insiste, con tale coraggio da sembrare
folle in questa volontà di salvare tutti:
“E in un cortile di Gerusalemme
che aveva scelto lui da chissà quanto
mi abbracciò e baciò e stava delirando,
e aver capito tutto in un istante
fu come morir le morti tutte quante
e non volere essere più niente, niente, niente...” .
È la morte che dà senso alla vita, come dicevamo tempo fa. Ma il processo di conversione, di abbandono dell’io, non è lineare, non è
semplice. Si torna indietro perché lasciare la
zavorra dei propri piaceri è difficile, è come
un elastico fissato alla schiena: ti lascia crede di esserti liberato dalla gabbia e poi ti tira
di nuovo a sé con un abbraccio ancora più
violento.
Così incontri di nuovo Dio in treno e di nuovo
lui vuole aiutarti, e parte dalla realtà a raccontarti il mondo, ma tu non ci stai, vuoi vivere la vita come ti pare:
“Lasciami questo sogno disperato di esser uomo, lasciami quest’orgoglio smisurato di esser solo un uomo: perdonami, Signore, ma io scendo qua, alla stazione di Zima. Con te, Signore è tutto così grande, così spaventosamente grande, che non è mio, non fa per me” premio Benedetto XVI ancora meglio, don
Fabio Bartoli qui sabato scorso.
Questo è il punto chiave: la misericordia si
effonde su tutti, ma resta solo su coloro che
la accolgono. E per accoglierla bisogna sentirsi peccatori, o anche solo desiderosi di una
vita “spaventosamente grande”. Finché te ne
vuoi stare chiuso dentro alla tua piccolezza
–o meschinità?- finché resti alla stazione di
Zima, il perdono non potrà abbracciarti, perché Dio non può salvarti senza di te, senza il
tuo consenso.
Sono intollerante perché amo e non voglio
dare ragione solo per una falsa cortesia, per
dimostrare -soprattutto a me stesso e quelli della mia parte- che ti sopporto (perché
questo vuol dire tollerare, implica una dimensione superiore, una spocchia appena
celata, una sufficienza annoiata). Invece io
voglio capire che cosa sei e in che cosa credi, per amarti come sei, e proprio perché ti
amo raccontarti la verità, mostrarti la piaga,
aiutarti a curarla.
Questo è il mondo di oggi. Il mondo che rifiuta Dio perché non vuole sentirsi per nulla
in colpa, il mondo in cui nessuno vuole essere colpevole e quindi abroga la legge e
distorce la natura.
E come fai a dialogare con gente così? Come
è possibile un dialogo con chi ha già deciso
che tu sbagli perché hai una verità, perché
la verità non esiste, anzi tutti ne hanno una,
tutti sono charlie, tutti tranne tu che ritieni
di avere una verità vera, perché allora dai
fastidio, allora sei intollerante? Vale la pena
dialogare con questa gente? O non è un dare
loro un palcoscenico per confondere i semplici? Stiamo aiutando il demonio illudendoci di dialogare?
Eh sì, è vero: sono intollerante, come ha
scritto in poche righe da premio Pulitzer, da
Come fai ad amarli questi qui che ti sputano
in faccia appena indichi la piaga? Che ti danno del pazzo perché dici di vederla, toccarla
quell’ulcera, di conoscerne le conseguenze?
Come si ama in un ospedale da campo?
Ecco come risponde Vecchioni, tre versi da
tre canzoni:
Pazienza, ci vuole pazienza e attesa del momento giusto
“E il mio vecchio che sa la verità
guarda il tramonto dalla collina:
da qualche punto lontano
suo figlio tornerà.”
Ma non basta: bisogna andare incontro con
questa pazienza
“Guardami, io so amare soltanto come un uomo: guardami, a malapena ti sento, e tu sai dove sono... ti aspetto qui, Signore, quando ti va, alla stazione di Zima.”
Certo ci vuole un cuore che aspetti, che Lo
aspetti, e allora per prepararlo questo cuore
bisogna saper amare in molti modi
“Forse non lo sai ma pure questo è amore”
canta il professore in Stranamore.
E se vai a vedere bene in tutti (beh quasi
tutti diciamo) i quadretti di questa delicata
canzone del 1978 l’amore è gratuità, è donazione, è coraggio, è qualche cosa di più
grande di me, che va oltre l’egoismo, ben
oltre: che si tratti di avere a cuore un ideale
o una persona, una figlia o un coniuge, c’è
questa dimensione di sacrificio, che non è se
non rendere sacra una relazione che conta.
Ben altro che il “love is love” con cui i falsi
miti oggi sdoganano ogni capriccio e voglia.
Il punto però non è l’annuncio della verità,
non solo: la sfida che ci viene chiesta è la
sintesi, come i tre ultimi Papi, che in questa
tempesta devono governare non solo la barca di Pietro ma quella dell’umanità, la sintesi
di fare la verità nella carità.
Come sappiamo amare noi tutti questi fratelli imbevuti dei falsi miti, accecati dai profeti di sventura, illusi che quello che non è se
non l’applicazione del loro egoismo sia una
forma nuova di amore, trascinanti da profeti
che fanno credere loro che quella roba lì sia
amore?
Non lo so. Non lo so perché sono anche io
qui a lottare con il mio egoismo, con la voglia di lasciargliela lì come fosse un gioco
questa vita, e rintanarmi nel mio buco come
i ramarri che ritirano la testa quando è buio,
quanto è tardi, quando è freddo, quando
tutto sembra caderti addosso. E chi me lo fa
fare di amare? Invece Lui insiste, la carità di
Cristo ci spinge, ci trascina, ci chiama fuori,
ci impone –un dovere d’amore- di metterci
la faccia. Come non lo so, so che devo amare.
E se qualcuno mi aiuta, ci aiuta, a capire
come, prometto che lo abbraccio. n
2. fine
AGENZIA ANSA
www.ansa.it
27/04/2015
argomento
Attività interne
"Mi commuovono i casi di conversione attraverso miei scritti"
*Segue il testo in originale
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XCI33261_SXB_QBXB
R SPE S0B QBXB
Libri: Tamaro si confessa, dicevano che ero lenta, pessima
"Mi commuovono i casi di conversione attraverso miei scritti"
(ANSA) - ROMA, 27 APR - "Io dico a tutti: scrivete perché fa
bene all'anima ma non intestarditevi nell'entrare nel mondo
editoriale poiché è un mondo molto difficile, molto duro, pieno
d'insidie, e alla fine sono pochi quelli che riescono ad
entrarci. Io ho messo più di dieci anni per trovare un editore".
La scrittrice Susanna Tamaro, autrice del bestseller 'Va dove ti
porta il cuore', che dal 1994, anno in cui è stato pubblicato,
ha venduto 16 milioni di copie in tutto il mondo, racconta la
sua esperienza in una videointervista che andrà in onda domani
al Forum internazionale di "Poetica & Cristianesimo", promosso
dalla Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia
Università della Santa Croce.
Ai microfoni di Cecilia Galatolo, la scrittrice confessa:
"Tutti dicevano che ero lenta, che ero pessima... Per cui trovi
tante porte chiuse. Facevo le fotocopie e le facevo leggere ai
miei amici. Quindi, se vi piace scrivere, scrivete, il diario
prima di tutto, e fate leggere ai vostri amici, alle persone che
vi vogliono bene, e questo è il primo livello di condivisione
della scrittura".
Qualcuno, attraverso le sue pagine, ha anche trovato la via
della fede. "Una cosa che mi ha molto commossa è sapere di casi
di conversione attraverso i miei libri - racconta ancora la
Tamaro nella videointervista -, questo vuol dire che la forza
della parola è straordinaria. Tu leggi una storia e la luce
della fede t'illumina; vuol dire che in quella storia c'è
qualcosa, in senso positivo, di devastante, cioè che ribalta la
tua vita". "In fondo, io scrivo ogni mio libro con l'idea che
bisogna metterci qualcosa che anche la persona più disperata,
più nichilista - dice Susanna Tamaro - possa riconoscersi e
trova un punto da cui ripartire. Naturalmente, è una grande
responsabilità".
Poi aggiunge: "In un momento come quello attuale in cui
l'uomo è totalmente distratto dalla continua sollecitazione
esterna, visiva, sonora, la letteratura ha un compito
particolarmente importante di riportare l'uomo al centro di se
stesso, e per questo siamo in un momento in cui veramente
bisogna scrivere dei libri con l'anima". E conclude: "Più che un
lavoro, per me scrivere è una vocazione, che richiede un'enorme
forza d'animo, una grande salute fisica e un'enorme lucidità
mentale di razionalità, oltre a una grande capacità di sapersi
abbandonare all'ispirazione dello spirito".(ANSA).
TU
27-APR-15 18:14 NNNN
FORMICHE
www.formiche.net
27/04/2015
argomento
Attività interne
http://www.formiche.net/2015/04/27/le-gioie-le-fatiche-dellartista-il-sesto-convegno-poetica-cristianesimo/
Le gioie e le fatiche dell’artista
*Segue il testo in originale
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28/4/2015
Le gioie e le fatiche dell’artista - Formiche
Formiche
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Le gioie e le fatiche dell’artista
Le gioie e le fatiche dell’artista
27 - 04 - 2015
Rafael Jimenez Catano
Pubblichiamo l’articolo del professore Rafael Jiménez Cataño scritto in
occasione della sesta edizione del convegno internazionale Poetica &
Cristianesimo ospitato dalla Pontificia Università della Santa Croce
L’opera d’arte sorprende il suo stesso creatore
Sin dalle prime edizioni del convegno “Poetica & Cristianesimo”, iniziato nel 2003, ci siamo confrontati con la realtà
misteriosa dell’opera umana che sfugge al controllo dell’uomo. Non nel modo inquietante in cui oggi la tecnologia
spesso ci spinge a chiederci chi è che fa l’apprendista stregone, ma secondo un dinamismo più in armonia con la
stessa condizione umana. Anche i figli sfuggono ai calcoli dei genitori: “Da dove hai preso questo? Non te l’abbiamo
insegnato noi!”. In loro c’è un’iniziativa, non sono meri ricettacoli di ciò che i genitori vi inseriscono.
Così anche l’opera d’arte sorprende il suo stesso creatore. La nota tesi aristotelica sull’arte che imita la natura parla
in primo luogo del processo: l’apparizione dell’opera d’arte è analoga alla generazione con cui la natura dà luogo a
nuove creature. Questa somiglianza comprende l’impossibilità di controllo totale, un’inafferrabilità dove, in parole di
Luigi Pareyson, “si rivela quel tipico destino dell’uomo, di trovarsi a fare cose che poi non riesce a penetrare fino in
fondo, eppure le ha fatte lui stesso; ché le opere d’arte, per possibile e necessaria che sia la loro lettura, esecuzione
e interpretazione, e per chiara che sia l’attività puramente umana che le ha realizzate, hanno pur sempre qualcosa di
http://www.formiche.net/2015/04/27/le-gioie-le-fatiche-dellartista-il-sesto-convegno-poetica-cristianesimo/
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28/4/2015
Le gioie e le fatiche dell’artista - Formiche
misterioso, e ne sarebbe greve e rozzo lettore chi si lasciasse sfuggire questo alone d’arcano che le avvolge, e che
le accomuna alle insondabili profondità della natura”.
Natura e arte come persona e opera
Il compositore non può prevedere – né lo vuole! – tutte le sfumature possibili che gli interpreti troveranno in ciò che
lui ha scritto e quindi le letture che ne faranno, e lo stesso avviene in tutte le arti. Per la fruizione dell’opera d’arte si
può pensare che ci basti il risultato, ma non appena vogliamo approfondire un po’ sentiamo il bisogno di sapere
qualcosa sulle sue origini; non in un senso storico, biografico, ma in quello proprio del desiderio di cogliere la genesi
stessa dell’opera per partecipare alla sua gestazione. La somiglianza fra natura e arte si riscontra anche nel rapporto
fra persona e opera. È proprio della persona vivere costantemente un dinamismo di diventare se stessa, e così pure
l’opera d’arte è e non è ciò che è, perché, pur realissima, esiste nell’essere interpretata, fruita. Ogni volta che
contempliamo un’opera d’arte prendiamo parte, spesso inconsapevolmente, alla sua creazione.
Opera, dono insondabile della natura
Qui sta il cuore dell’edizione 2015: “Scrivere. Per chi e perché”. L’artista non è una pura volontà di creare che fa ciò
che vuole. Il suo modo di mettersi di fronte all’opera è molto simile a quello che serve di fronte a un’altra persona. Il
compositore russo Alfred Schnittke descriveva la sua esperienza come uno sforzo per mantenersi fedele a qualcosa
di preesistente: “Il tuo lavoro non è in nessun modo un mettere insieme ed eseguire delle istruzioni tecniche: è come
ascoltare qualcosa che è già lì”. Da un mondo completamente diverso ci arriva la medesima narrativa. Un anonimo
principe e poeta del Messico precolombiano tesse le lodi di un re, poeta pure lui, per il tuo talento di preservare la
bellezza delle poesie che lui riceve: “È dall’interno del cielo che giungono questi bei fiori, questi bei canti./Li fa
avvizzire il nostro estro, li fa avvizzire la nostra arte./Ma non tu, oh re Tecayehuatzin!”. La creatura del compositore e
del poeta possiede un’identità che essi dovranno curare e rispettare, possiede una libertà, si spinge ad affermare
George Steiner.
Il 27 e 28 aprile ci domanderemo, quindi, quanto l’opera d’arte sia creatura dell’artista e quanto sia dono che lui
accoglie, cosa si provi a creare e ad accogliere, cosa ciò comporti come esigenza vitale di inserirsi in questo flusso
misterioso così simile alle “insondabili profondità della natura”.
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Benigni
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Tamaro: «Conversioni grazie ai miei libri»
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La scrittrice triestina si confessa in una videointervista in onda oggi
28 aprile 2015
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ROMA. «Io dico a tutti: scrivete perché fa bene
all'anima ma non intestarditevi nell'entrare nel
mondo editoriale poiché è un mondo molto
difficile, molto duro, pieno d'insidie, e alla fine
sono pochi quelli che riescono ad entrarci. Io ho
messo più di dieci anni per trovare un editore». La
scrittrice triestina Susanna Tamaro, autrice del
bestseller “Va dove ti porta il cuore”, che dal 1994,
anno in cui è stato pubblicato, ha venduto 16
milioni di copie in tutto il mondo, racconta la sua
esperienza in una videointervista che andrà in onda
oggi al Forum di «Poetica & Cristianesimo»,
promosso dalla Facoltà di Comunicazione
Istituzionale della Pontificia Università della Santa
Croce. Ai microfoni di Cecilia Galatolo, la scrittrice
confessa: «Tutti dicevano che ero lenta, che ero
pessima... Per cui trovi tante porte chiuse».
Qualcuno, attraverso le sue pagine, ha anche
I 6 SEGRETI PER IL
SUCCESSO DEL VOSTRO
ORTO
trovato la via della fede. «Una cosa che mi ha molto commossa è sapere di casi di
conversione attraverso i miei libri - racconta ancora la Tamaro -, questo vuol dire che la
forza della parola è straordinaria».
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natalia sanmartin fenollera - Martedì, 28 Aprile 2015 09:15:00 - Roma - Eventi - Libri Mondadori
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Roma. L'autrice presenta il proprio libro Il risveglio della signorina Prim nel corso
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romanzo: l'autrice, i suoi personaggi e i suoi lettori) presso la Pontificia Università della
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Los sacerdotes chilenos que ocupan puestos clave en Roma
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lunes 11 de mayo de 2015
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NACIONAL
Domingo 5 de Abril de 2015
Versión Digital
En actividades académicas y pastorales:
Los sacerdotes chilenos que
ocupan puestos clave en Roma
Dos de ellos son consultores en la Santa Sede y otro es rector
de la residencia donde viven los religiosos que estudian
cursos de postgrado. Algunos de esos alumnos han llegado a
ser obispos. PAMELA GUTIÉRREZ Son sacerdotes que viven una vida de
bajo perfil en Roma y en la Santa Sede, tal como lo hicieron en
su tiempo San Alberto Hurtado, el cardenal José María Caro o,
más recientemente, el obispo auxiliar de Santiago, Fernando
Ramos, o el obispo de Melipilla, Cristián Contreras Villarroel.
Se trata de una veintena de religiosos que estudian, ocupan
cargos clave en universidades o son asesores en la Santa Sede.
El padre Carlos José Errázuriz, de la Prelatura del Opus Dei,
divide su tiempo entre sus labores como profesor de la
Facultad de Derecho Canónico de la Universidad Pontificia de
la Santa Cruz y como consultor de la Congregación para la
Doctrina de la Fe.
El padre Errázuriz es uno de los 30 asesores que trabajan en
esa institución, "donde damos nuestro parecer sobre
cuestiones relacionadas con la tarea de la congregación, que
busca ayudar al Santo Padre en promover y tutelar la fe
católica, al servicio de toda la Iglesia (...) Mi aporte
fundamental es siempre el del canonista, que intenta aclarar
lo que es justo para la Iglesia".
En la Pontificia Universidad Antonianum, el decano de la
Facultad de Derecho Canónico es el hermano Jorge Horta, de
la Orden de los Frailes Menores (OFM) que es una de las ramas
de los franciscanos.
El sacerdote Carlos José Errázuriz, en la
Pontificia Universidad de la Santa Cruz. Revistas
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"Personalmente trabajo como juez del tribunal de apelo del
Vicariato de Roma, comisario para las causas de dispensa del
matrimonio rato y no consumado en el Supremo Tribunal de
la Rota Romana; consultor ad actum para la Congregación de
las Causas de los Santos", explica el hermano.
Hace poco, el Santo Padre lo convocó para ser parte de la
comisión especial para el estudio de la reforma del proceso
matrimonial canónico.
En Roma, los sacerdotes chilenos diocesanos que van a hacer
cursos de postgrado, viven en el Pontificio Colegio Pío Latino
Americano. La residencia para estudiantes religiosos
latinoamericanos, fue fundada hace un siglo y medio por otro
chileno, el sacerdote José Ignacio Eyzaguirre.
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Y desde 1858 que no había otro compatriota que estuviera a
cargo de la institución. Hace cuatro años, el sacerdote jesuita
Jaime Castellón está a la cabeza de la residencia, donde hoy
estudian ocho chilenos.
La calidad de la educación en Roma y la experiencia
internacional son dos elementos significativos para los que
van a estudiar allá. "Es una riqueza muy grande tener, como
amigos, como compañeros de comunidad, a gente que es de
toda América Latina y de otros continentes, (porque permite)
sentirse interrogado y cuestionado por las problemáticas que
hay en otras partes del mundo".
Tras finalizar los estudios, en general, se espera que estos
sacerdotes tengan algún tipo de responsabilidad, "pero no es
automático. Ahora mismo, hay algunos obispos que son ex
alumnos de aquí", comenta el padre Castellón. Uno de ellos es
el actual titular de la diócesis de Los Ángeles, monseñor
Felipe Bacarreza.
http://diario.elmercurio.com/detalle/index.asp?id={1130f6bb-a9f9-4eee-83c8-ea3dd12f3a78}
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O que o Vaticano tem a ver com startups?
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06/04/2015
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(http://portonave.com.br/)
06/04/2015 | 15:50
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O que o Vaticano tem a ver com
startups?
Há, sim, um nexo, como conta neste artigo o consultor Aron Krause
Por Aron Krause*
Faço parte de um grupo chamado Global Shapers, vinculado Fórum Econômico Mundial, e
nesta condição fui selecionado para participar de um encontro que o World Economic
Forum promoveu em Roma em novembro. Junto comigo estavam mais 39 jovens do mundo
que trabalham com projetos vinculados ao social. Como se tratava de um evento vinculado
ao Fórum, a Fundação Schwab estava envolvida e foram convidados cerca de 10 CEO`s de
grandes organizações internacionais. A programação se estendeu por dois dias e
discutimos os marcos que envolvem a desigualdade social e econômica. Pretendo
compartilhar algumas reflexões relevantes que surgiram nestes encontro.
Um fato significativo foi a aproximação política do Fórum Econômico Mundial com o
Vaticano. Ao longo de todas as discussões havia a presença de sacerdotes de diferentes
áreas do conhecimento: filósofos, jornalistas, economistas e sociólogos. Foi a primeira vez
que presenciei discussões sobre negócios com pessoas da Igreja. O evento foi dentro da
Pontificial University of the Holy Cross. Muito do que eles aportaram nas discussões foi a
perspectiva do amor nos negócios - uma visão que traz o respeito e o valor da humanidade
no mundo dos negócios de forma prioritária. Uma retórica bem construída, e por vezes
bastante conceitual.
Não trouxeram soluções para os problemas, mas reforçaram a urgência de uma mudança
global que coloque os principais valores e princípios da existência do homem no centro de
nossos sistemas econômicos, políticos e sociais. Tal necessidade é percebida quando se
evidencia tamanha desigualdade social e econômica no mundo. Falou-se na necessidade de
mudança de mentalidade dos lideres globais, de forma que seja construída uma
consciência que não coloque a maximização dos lucros como a grande conquista.
Como o sistema aguenta um decrescimento se foi programado para crescer rumo ao
infinito?, eis uma das questões. O que conseguimos ver hoje é a globalização da indiferença
e uma crise de confiança no mundo. Cada vez confiamos menos nas pessoas e isto reforça
o aumento da desigualdade, inclusive como uma provável reação de defesa a esta
sensação.
Outro ponto discutido é como gerenciar o poder? Vivemos em uma crise de gerenciamento
de poder. A corrida pelo poder nos mais diferentes campos (econômico, social, político,
tecnológico) não se estabelece de forma harmônica. Ora, Rousseau disse lá atrás que o
homem nasce puro e a sociedade o corrompe. Logo, não é nada nova a possibilidade
tentadora de corromper-se pelo gostinho da conquista e manutenção do poder, uma
escolha que pode não ter mais volta, dado que o mundo nos seduz a todo instante, em um
assédio que não tem fim. A propósito, cabe uma consulta ao livro de José Mário Neves “A
Face Oculta da Organização”. Cabe um exercício de retomada em provocar-se e dar lugar ao
questionamento desta constante insatisfação, na qual nos colocamos. Assim, vamos
colaborar na transformação do sistema.
A discussão ganhou alguns pontos altos. A dicotomia entre lucro e moral foi um deles. Em
determinado debate do dia, o brilhante professor Martin Schlag surpreendeu a platéia e
levantou esta reflexão. De que forma se dá esta relação dentro das multinacionais que
estavam presentes? E de outros negócios - por exemplo o seu negócio, você que está lendo
este artigo neste instante?
Em uma fala contundente, Martín Burt, da Fundación Paraguaya, trouxe uma perspectiva de
compreender o que é pobreza para os pobres. A definição é a base de qualquer atuação
que possa ser realizada através de ações, projetos e negócios que estejam conectados com
o desenvolvimento da inclusão social. A perspectiva da caridade para lidar com questões de
inclusão social é o que, muitas vezes, atrasa o processo. “Acreditar que os menos
favorecidos financeiramente não tem capacidade de transformar sua realidade é a maior
bobagem que possa existir”, acredita Martín. Segundo ele, nosso papel é “esfregar a
lâmpada para ela brilhar”.
Um outro ponto de crítica é que não existe uma retenção de talentos – especialmente de
grandes profissionais – nas atividades desenvolvidas em favelas ou comunidades de baixa
renda. Muitos projetos são iniciados, mas muito poucos conseguem dar conta dos desafios
que enfrentam para realmente transformar uma realidade. Acabam perdendo a energia e
não seguem adiante. De alguma maneira, é necessário criar condições para que mais
pessoas atuem concretamente em relação ao tema da inclusão social.
Entendo que isto é vocação. Há pessoas que possuem e outras não. Existe muito talento
criativo que não consegue visualizar oportunidade nesta área. A responsabilidade de um
processo de inclusão social é de todos pessoas. Aqueles que possuem preparo ou vocação
maior para lidar com o tema têm a responsabilidade de mostrar alguns caminho sobre o
que fazer e como fazer para aqueles que não estão preparados para atuar com inclusão.
Por fim, passado algum tempo desse encontro, soube que o Papa Francisco anunciou a
abertura de uma aceleradora de startups no Vaticano. A iniciativa é coerente com o
discurso e reforça a percepção de que a instituição Igreja Católica está vivendo uma
atualização graças ao seu novo líder. A mensagem espiritual, quando ganha o pragmatismo
do investimento financeiro que possibilite transformações práticas sociais, ganha muita
solidez. Estamos todos presenciando a aparição de um mais novo investidor social com
uma influência jamais vista neste meio. Ao seguir potencializando com recursos financeiros
as inovadoras iniciativas sociais deste mundo, podemos estar vivendo uma séria mudança,
com redução da desigualdade. *Aron Krause é fundador do Estúdio Nômade, consultoria que desenvolve soluções
voltadas para negócios sociais.
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MARTES, 14 ABRIL 2015
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El semanario de la Iglesia ahora va a la caza de internautas
Alejandra Rosas Lunes, Abril 6, 2015 - 13:40
Ángel Galindo, hace una valoración de los noticiarios y comunicadores poblanos, al tiempo de
lamentar la politizada de la prensa nacional
21
24
!
En sus años de fotoperiodista del Pontificio Consejo para las Comunicaciones Sociales
El
sacerdote
poblano
cubrió el
cónclave
que llevó
Durante
una
estancia de
tes años en
Roma se
especializó
en el
Recién
desempacado
de Italia lo
nombraron
párroco de la
"Divina
Providencia"
En sus años de
fotoperiodista
del Pontificio
Consejo para las
Comunicaciones
Sociales
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.
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Sacerdote por vocación pero comunicólogo de profesión, Sergio Ángel Galindo Pérez,
materializa sus conocimientos periodísticos en la dirección del Semanario “Angelus –
el Mensajero”, informativo oficial de las 231 parroquias católicas que conforman la
arquidiócesis de Puebla, esto a cuatro meses de asumir las riendas del tabloide al que
pretende llevar al mundo digital.
El especialista en redes sociales, se dice consciente del reto que representa el tomar la batuta
de este periódico que se oferta en seis pesos al término de las misas domínicas y que con
sus ocho mil 500 ejemplares le convierten en la publicación semanal de mayor tiraje en la
entidad con mínimo margen de devolución.
Apostándole a la mejora de contenidos a partir de la narración de “historias de vida” y el
análisis editorial de temas sociales de actualidad, es como se pretende mantener a un
público cautivo que hoy alcanza los 32 mil feligreses, según las proyecciones referidas por
el clérigo egresado de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma, Italia.
Tras una estadía de tres años en el viejo continente, donde estudió la carrera de
Comunicación Social e Institucional, este presbítero originario de la junta auxiliar de La
Libertad, brindó sus servicios en el Pontificio Consejo para las Comunicaciones Sociales,
el departamento de comunicación del Vaticano.
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Galindo Pérez comentó a e-consulta su deseo de que el semanario, que el domingo 12 de
abril llegara a su número 253 y que nació en 2010 tras el cierre del “Koinonia”, impacte a un
bloque mayor de personas a través de los medios digitales, aún cuando no profesen la
religión católica.
Quien fuera uno de los 5 mil fotoperiodistas acreditados durante el conclave del 13 de
marzo de 2013 en el que fue electo el Papa Francisco al que conoció durante una audiencia
privada, encuentra en el periodismo la oportunidad de transmitir historias de lucha y
esperanza pero además, un mecanismo para promover procesos de paz entre la sociedad.
La prensa mexicana no profundiza
Desde su retorno a la ciudad de Puebla el 3 de Octubre de 2104, el ahora titular de la
parroquia con advocación a la “Divina Providencia” ubicada en la 14 Oriente, dijo ver con
gusto que haya prensa local que se esfuerza por presentar historias ciudadanas sin saturar de
contenidos políticos los espacios.
Aclaró que el punto no es que se quiera evadir la situación que en general atraviesa el país o
la entidad, pero señala que el periodismo en México no debe limitarse a mostrar únicamente
notas informativas de corte político sino propiciar el diálogo entre las personas.
“(…) Por eso, una vez más, creo que un periodismo en México debe ser capaz de inspirar a
la gente a través de este contar, de este compartir buenas historias (….)”, respondió el
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director del Angelus quien en el 2013 coordinó en Brasil al bloque de fotógrafos que se
ofrecieron como voluntarios para la cobertura de la XXVIII Jornada Mundial de la
Juventud, celebrada en Río de Janeiro.
Al hacer un comparativo entre el periodismo mexicano y el europeo, sentenció que mientras
en el viejo continente la prensa profundiza en los temas noticiosos, da seguimiento a los
casos, dirige el curso de las investigaciones porque ya tiene una proyección sobre el
desenlace de los hechos o problemáticas, en México regularmente se tocan temas políticos
que se quedan en la exposición o exhibición del mero conflicto.
“El periodismo en México, no debe limitarse a exponer la noticia sino propiciar el diálogo
entre las personas, (……) ciertamente el país está viviendo una situación muy difícil y se
puede llamar, situación de crisis, pero un periodismo que trata de llevar esperanza, es el que
propicia el diálogo y nos hace capaces de darnos cuenta que toda situación de crisis, tiene
algo bueno”.
Pero el trabajo de la prensa mexicana no es menor, señaló que es evidente el esfuerzo que se
hace por revelar las problemáticas sociales a diferencia del caso estadounidense, país en el
que cursó también estudios periodísticos en la Universidad de Missouri, Columbia.
Explicó que la prensa americana concibe de otra forma el periodismo, recurre a lo
espectacular. Ve en los noticieros una forma de entretenimiento para las audiencias con el
fin de ganar ratings.
Canales una voz sincera y López Díaz la amigable
Galindo Pérez, en sus años de seminarista a inicios del 2000 arrancaba el día escuchando
las noticias radiofónicas del poblano Fernando Canales, porque desde su perspectiva el
comunicador de Ultra Noticias se oye sincero y que aquello que piensa lo dice.
De esta manera, hizo una radiografía sobre los conductores estelares de los noticieros
radiofónicos de Puebla a petición de esta reportera.
“Cómo un amigo que te da las noticias” esa es la óptica desde la que vislumbra el
responsable del semanario Angelus al director de Noticias de Cinco Radio, Javier López
Díaz.
Sin arriesgarse a opinar sobre los calificativos de sensacionalista que los mismos
radioescuchas le han llegado a endilgar al conductor dentro de su noticiero, el sacerdote se
limitó a referir que en sus años en Italia narraba en las aulas sobre el caso de éxito que
representaba el programa Buenos Días.
Bajo su óptica el noticiero de López Díaz ha logrado lo que ninguno: darle voz al ciudadano
de a pie. Es a través de la llamada red como viene generando un vínculo entre las
autoridades con la sociedad.
Pero Canales y López Díaz no son los únicos a los que reconoció el clérigo. De niño en la
década de los ochenta, antes de ir a la escuela desayunaba escuchando a Enrique Montero
Ponce, a quien se refiere como decano del periodismo, el maestro de muchos, externó.
Por su amplia experiencia como parte de una trayectoria de 45 años al frente de su
programa Tribuna Radiofónica el director del semanario Angelus expresó que escuchar a
“Don Enrique” es algo que le llena de gusto, sobre todo el ver que sigue en su esfuerzo por
comunicar.
Del titular del programa Oro Noticias, Iván Mercado, se abstuvo de dar un comentario y
apenas dice “honestamente lo he escuchado muy poco (…)”, misma respuesta al preguntarle
sobre “Carlos Martín Huerta”, explicó “igual poco lo he escuchado”.
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En lo concerniente a los conductores de noticias de las televisoras locales dijo que a veces
se llega a pensar que el medio es el presentador y no se toma en cuenta todo el equipo que
está detrás de ellos.
No obstante, expuso que le agrada la claridad con la que se expresa Juan Carlos Valerio
conductor de Hechos para Despertar TV azteca Puebla, al que ha tenido oportunidad de
saludar en persona.
Mientras que de María Dolores Pellón (Mari Loli) conductora de TV3 noticias nocturno,
indicó que es una persona que tiene tantos años en los medios y todo un cúmulo de
experiencia.
En el caso de la prensa escrita, apenas se refirió a El Sol de Puebla como el medio de mayor
tradición, pero se disculpa diciendo que se mueve más en los medios digitales, su fuerte
insiste son las redes sociales.
La “viralidad” de la falsedad
El director del Angelus coincide con quienes piensan que la prensa escrita en papel no
desaparecerá pese al boom de los nuevos dispositivos móviles, sostuvo que las nuevas
tecnologías apenas complementarán una forma de presentación de los periódicos sobre todo
entre los nativos digitales.
Sin embargo, advierte sobre el nuevo reto que se le presenta a los medios de comunicación y
al que denominó como la “viralidad de la falsedad”, es decir, el subir a la web información
no confirmada, sin que se tenga certeza de la veracidad pero que en el afán de ganar la
noticia y ser el primero en darla a conocer poco importa que los datos disten mucho de la
realidad.
Lo lamentable es que más tarde se tenga que corregir la información y en ello no sólo se
pierda la credibilidad o el buen nombre del medio sino además que otros miles hayan
compartido datos falsos que a su vez millones la habrán asumido como verdad.
Asienta que eso marca la diferencia entre el saber o el suponer y en el periodismo la verdad
lo es todo. En ello va de por medio la reputación así como el buen nombre de las personas a
las que se involucre.
“(…) Lo mínimo que se pide es que haya honestidad en los medios y eso es lo que yo
pediría a todos los medios en Puebla, que haya mucha honestidad de amor a la verdad(..)”.
Angelus Digital
Entre los muchos planes que el responsable del Angelus tiene para el semanario, además del
crecimiento en el índice de lectores, es que algún día su publicación pueda consultarse desde
un portal propio vía Internet.
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Aún cuando hoy puede revisarse mediante la plataforma digital Issuu, éste se ubica en la
página oficial de la arquidiócesis de Puebla con un número de atraso, el deseo es que el
Angelus incursione en la red.
El sacerdote lo muestra como un plan de largo plazo, no hay fecha para cumplir el reto,
pero es consciente de que si se quiere llegar a un mayor número de personas y ampliar el
target es necesario recurrir a las nuevas tecnologías.
Por lo pronto señala que el medio es rentable, pero insiste en que su misión no es el lucro
sino la formación de los lectores en la fe cristiana, por eso la apuesta de sacar contenidos sin
que necesariamente sean religiosos pero sí que promuevan valores y sean inspiración para
otros ciudadanos.
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AGENZIA SIR
www.agensir.it
07/04/2015
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=309536
Cile: Santiago, Seminario su Comunicazione Istituzionale della Chiesa
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- IGLESIA CL.: http://noticias.iglesia.cl/noticia.php?id=26837
- DUOC-UC: http://www.duoc.cl/ver/noticia/con-exito-finaliza-3er-seminario-internacional-de-comunicacion-de-iglesia?
tags=colaboradores
- 20/42 -
SIR - Servizio Informazione Religiosa - Quotidiano
20/04/15 15.35
Martedì 07 Aprile 2015
18:12 - CILE: SANTIAGO, SEMINARIO SU COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE DELLA CHIESA
“Comunicando in una cultura dell’incertezza” è il tema del seminario internazionale di “Comunicazione istituzionale di Chiesa”, promosso il
13 e 14 aprile a Santiago del Cile dalla Pontificia Università cattolica e dalla Conferenza episcopale cilena. All’incontro parteciperanno
anche i vescovi riuniti in occasione della loro 109ª assemblea plenaria. “L’incertezza deriva dalla sfiducia, e ciò che si propone questo
seminario è stabilire, sin da una riflessione sulle basi che ispirano l’umanesimo cristiano, soluzioni pratiche e creative perché l’opinione
pubblica possa credere e confidare nel messaggio che offre la Chiesa”, anche alla luce dell’invito di Papa Francesco “a mettere la
comunicazione al servizio di una autentica cultura dell’incontro”. Tra i relatori Greg Burke, della Segreteria di Stato della Santa Sede;
monsignor Luis Romera, rettore della Pontificia Università della Santa Croce; e i decani di comunicazione delle università pontificie
Salesiana di Roma e Cattolica del Cile, il padre Mauro Mantovani e la professoressa Silvia Pellegrini. Interverranno anche Arturo Merayo,
professore dell’Università di Murcia; Ramón Ollé, delegato per i media dell’ arcivescovato di Barcellona, e Carlos Garde, dell’agenzia Rome
reports.
http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=309536
Pagina 1 di 1
AGENZIA ZENIT
www.zenit.org
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.zenit.org/it/articles/tutta-la-grandezza-del-lavoro-e-dentro-l-uomo
Tutta la grandezza del lavoro è dentro l'uomo
*Segue il testo in originale
- 21/42 -
07/04/2015
Il mondo visto da Roma
http://www.zenit.org/it/articles/tutta-la-grandezza-del-lavoro-e-dentro-l-uomo
Tutta la grandezza del lavoro è dentro l'uomo
A Roma, un convegno tutto al femminile sugli aspetti antropologici,
teologici e sociali proposto dall'Istituto Superiore di Scienze Religiose
all'Apollinare
Roma, 07 Aprile 2015 (Zenit.org) Giorgia Innocenti | 387 hits
“Il lavoro: aspetti antropologici, teologici e sociali” è il tema del workshop che si è svolto sabato 4 aprile
a Roma, presso l’Aula magna del Collegio Universitario Celimontano. Un incontro ormai atteso ogni
anno ed organizzato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare, centro accademico della
Pontificia Università Santa Croce, che, nella Settimana Santa, ha scelto la capitale per partecipare alle
celebrazioni pasquali e proporre uno spazio conviviale ricco di spunti di riflessione e di approfondimento.
“Sollevarono il corpo. Sfilarono in silenzio. Da lui ancora emanava fatica ed un senso d’ingiustizia. Ma
l’uomo ha portato con sé la segreta struttura del mondo dove l’amore prorompe più alto.” Con i versi e
l’immagine di un giovane Karol Wojtyla, operaio, è iniziato il convegno, introdotto dall’avvocato
ecclesiastico Filomena Longino Lombardi e dalla moderatrice, la professoressa di Teologia dogmatica
Ilaria Vigorelli.
“Parlare di lavoro nella nostra società significa tenere presente la dignità che da esso scaturisce. In
quest’ottica anche il tempo libero, volto ad instaurare proficue relazioni tra gli individui, assume una
fondamentale rilevanza” ha esordito l’avvocato.
Riprendendo la frase di Cesare Pavese “Lavorare stanca” la professoressa Mirella Rossi, presidente della
sezione romana dell’Associazione Pedagogica Italiana, ha precisato “Il lavoro ci migliora perché, grazie
alle nostre mani, abbiamo la possibilità di produrre Bellezza. Non limita l’uomo, ma lo rende più
disponibile a scoprire nuovi orizzonti”. Tale affermazione è stata da lei consolidata con una vivace
carrellata di opere artistiche e cinematografiche, da Charlie Chaplin a Italo Calvino, per poi toccare la
ricca raccolta di testi dei Pontefici.
La professoressa Maria Aparecida Ferrari, docente di Storia delle dottrine politiche e la Dottoressa
Claudia Picazio, postulatrice delle cause di beatificazione e canonizzazione, hanno invitato il pubblico a
riflettere da un punto di vista teologico ad antropologico sull’argomento con particolare riferimento
all’enciclica “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI, numero 63:
“Che cosa significa la parola decente applicata al lavoro? Significa un lavoro che, in ogni società, sia
l'espressione della dignità essenziale di ogni uomo e di ogni donna. Un lavoro scelto liberamente, che
associ efficacemente i lavoratori, uomini e donne, allo sviluppo della loro comunità. Un lavoro che, in
questo modo, permetta ai lavoratori di essere rispettati al di fuori di ogni discriminazione; un lavoro che
consenta di soddisfare le necessità delle famiglie e di scolarizzare i figli, senza che questi siano costretti
essi stessi a lavorare. Un lavoro che permetta ai lavoratori di organizzarsi liberamente e di far sentire la
loro voce; un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale,
familiare e spirituale. Un lavoro che assicuri ai lavoratori giunti alla pensione una condizione dignitosa".
Anche alla luce di questo testo non bisogna nascondere le difficoltà di oggi, ha concluso la dottoressa
Serena Angioli, dirigente dell’Area Programmi dell’Agenzia Nazionale per i Giovani. Bisogna affrontare
il cambiamento di occupazione, anche se molto spesso è costoso e mai muoversi in solitudine. E’
consigliabile considerare la crisi come un’opportunità. Da qui l’importanza di questi spazi di confronto.
La giornata si è conclusa, dopo dibattiti e riflessioni, in piazza San Pietro per la tradizionale Veglia
Pasquale con il Santo Padre.
(07 Aprile 2015) © Innovative Media Inc.
LIBRARY JOURNAL
www.lj.libraryjournal.com
07/04/2015
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://lj.libraryjournal.com/2015/04/technology/open-source-picks-up-the-pace-library-systems-landscape-2015/
Koha and Evergreen aim high with development targets
*Segue il testo in originale
- 22/42 -
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APRIL 13, 2015
Open Source Picks Up the Pace | Library Systems Landscape
2015
By Matt Enis<http://lj.libraryjournal.com/author/menis/> on April 7, 2015(2015-­04-­07T16:01:02+00:00)
Koha and Evergreen aim high
with development targets
This February, EBSCO
Information
Services<https://www.ebsco.com/>
announced plans to provide funding
and technical assistance for
contributors to the Koha<http://koha-­
community.org/> open source ILS
platform. Led by the Koha Gruppo
Italiano (KGI)—founded by the
American Academy in Rome,
American University of Rome, and
the PontiFicia Università della Santa
Croce—with development support
from ByWater Solutions, Catalyst IT,
and Cineca, the partnership will
enable an upgrade of Koha’s core
search engine to Elasticsearch, the
popular open source, multitenant-­‐
capable full-­‐text search engine.
Library Systems Landscape
2015:
Managing Multiplicity
SirsiDynix Adds to Community
Funded Services Suite
Ex Libris Launches Developer
Network
Open Source Picks Up the Pace
Kuali Goes Commercial
Company ProFiles
According to an announcement published by KGI, the partnership will also
enhance Koha’s speed and API access; increase the functionality and accuracy
of faceted classiFication and search; include the development of a browse
function that enables patrons to explore by author, title, subject, or call
number; and include a MARC to RDF crosswalk and enhanced Flexibility for
ingesting metadata schemes other than MARC21. Last month, EBSCO
separately announced a partnership with ByWater<http://bywatersolutions.com/>
to integrate EBSCO Discovery Service<http://www.ebscohost.com/discovery> (EDS)
with Koha, giving Koha libraries the option of adopting EDS as a web-­‐scale
discovery service and ensuring full Koha OPAC functionality within EDS.
Terms of the agreement were not disclosed, and descriptions of the scale of the
1 di 7
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Open Source Picks Up the Pace | Library Systems Landscape...
http://lj.libraryjournal.com/2015/04/technology/open-source-p...
partnership by the parties have been somewhat divergent. KGI’s
announcement described EBSCO’s “massive support” that “will ensure the
long-­‐term viability of Koha.” Meanwhile, EBSCO ofFicials have characterized it
as a matter-­‐of-­‐course move. In a conversation with LJ, Neil Block, EBSCO’s VP of
discovery innovation, academic libraries, described it as the latest in a long line
of partnerships that EBSCO has cultivated with about 30 ILS providers
worldwide, including the community-­‐sourced Kuali OLE project (see sidebar).
“We very much believe in partnerships with ILS vendors, and we are an active
supporter of open source technology for libraries,” EBSCO EVP Sam Brooks
said in a statement regarding the Koha partnership. “We are a member of Kuali
OLE and believe that both OLE and Koha are excellent options for libraries
worldwide.”
With its large, active global user base, Koha wasn’t on the ropes prior to this
deal, and EBSCO isn’t playing the role of savior. But these development plans
and EDS integration are signiFicant, bolstering both the functionality of Koha
and its credibility as an option for many libraries that have been on the fence
about adopting an open source ILS.
“It’s a really big deal for Koha,” says Nathan Curulla, co-­‐owner and chief
revenue ofFicer for ByWater Solutions. “Having a strong discovery component
that works very well with the system is very important for [its] long-­‐term
stability…. To have EBSCO’s help with this is huge, because they’re a very large
and reputable company. It helps to validate the sustainability of Koha a bit.”
GAINING GROUND
Third-­‐party development houses are key to that perception of viability as well.
While open source systems are free for any library to use, many libraries do not
have the IT staff needed to maintain or modify an open source ILS without
help. ByWater, LibLime<http://www.liblime.com/>, and Equinox
Software<http://esilibrary.com/>, among others, offer services including
installation, data migration, hosting, training, tech support, and new feature
development for these open source systems. At year-­‐end 2014, ByWater served
872 libraries using the most common, community-­‐managed version of Koha.
LibLime offers two proprietary, customized forks of Koha—one designed for
public libraries and another for academic libraries—and serves about 750
libraries total. Equinox serves more than 30 libraries using the community-­‐
managed version of Koha as well, but the company’s primary focus is
development and support of the open source Evergreen<http://evergreen-­ils.org/>
ILS, used by more than 800 libraries.
Koha was originally launched in 2000 as a solution for small, single-­‐site
libraries in New Zealand, while Evergreen debuted in
2006<http://lj.libraryjournal.com/2006/12/ljarchives/evergreen-­your-­homegrown-­ils/>,
2 di 7
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Open Source Picks Up the Pace | Library Systems Landscape...
http://lj.libraryjournal.com/2015/04/technology/open-source-p...
serving a Georgia consortium that, at the time, consisted of 44 library systems
with more than 250 locations, eight million items, and 1.6 million cardholders.
The origins of each system shaped the course of its early adoption and
development priorities, and Evergreen is still the more popular open source
option for multitiered consortia and large library systems. But both systems
are scalable—Evergreen can be used by single-­‐site libraries, and Koha has been
making inroads with academic and larger public libraries as well.
Curulla cites the Rutgers Law Library’s recently migration to Koha as an
example. “We’re starting to get bigger names adopting Koha,” he said. Libraries
“are starting to realize that the features and beneFits of Koha, in many cases,
outweigh those of proprietary systems.”
Similarly, in November 2013, LibLime was awarded a Five-­‐year, multi-­‐million-­‐
dollar contract to implement and support its web-­‐based version of Academic
Koha for U.S. federal agencies. Unique customizations include a discovery layer
map interface designed to facilitate searching of content by geospatial
coordinates via “GeoMARC” and integration with LibLime’s digital content
management system, enabling the ingestion and Findability of bibliographic
records and digital content side by side.
These libraries had been using a legacy commercial ILS but felt that “it was
getting a little long in the tooth and not really functioning well for them,” says
Patrick Jones, executive director for LibLime. “They wanted a new system, but
they wanted it to do things beyond traditional library software management
duties.”
TABLE 3: Open Source Developers
NEW CUSTOMERS
SYSTEM
U.S. SALES
NON-­U.S.
TOTAL
2012
2013
2014
2014
SALES 2014
INSTALLED
ByWater Solutions (Koha)
34
68
51
47
4
872
LibLime Koha and Academic
Koha
42
34
41
41
0
751
Equinox (Evergreen)
37
74
107
107
0
803
Numbers represented here were reported to us by associated vendors
SOURCE: LJ LIBRARY SYSTEMS LANDSCAPE STUDY 2015
THE ROAD AHEAD
In addition to the integration with EDS and plans to implement
Elasticsearch<https://www.elastic.co/products/elasticsearch>, ByWater is also forging
ahead with several other development efforts for Koha. In 2014, the company
enhanced support for multiple languages and designed a new cataloging
interface that will be included in the next release of Koha this year, notes
Brendan Gallagher, co-­‐owner and CEO of ByWater.
The company also expects to complete Koha’s integration efforts with major
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Open Source Picks Up the Pace | Library Systems Landscape...
http://lj.libraryjournal.com/2015/04/technology/open-source-p...
e-­‐content providers in 2015, including OverDrive, Baker & Taylor’s Axis 360
ebook platform, the 3M Cloud Library, Recorded Books, Freading, and more,
enabling patrons to discover and check out content from these vendors
without navigating away from a Koha catalog. ByWater made several minor
enhancements to acquisitions workFlows last year and soon will have Koha
integrated with EDI (electronic data interchange) for invoicing and ordering.
Funding for these efforts has long been driven by small groups of Koha
libraries that decide to pool money to pay development houses such as
ByWater to build speciFic new features or functionality into the Koha system.
Those features are then shared with the broader Koha community. In a move
that may help ByWater speed this process, grow the company, and take on
more projects, ByWater in January announced the beta launch of a new
crowdfunding website devs.bywatersolutions.com. There, Koha libraries can
suggest new features for the system and potentially join funding for those
features from broader coalitions donating in smaller increments.
For many libraries that have become accustomed to commercial systems, there
can still be a reluctance to embrace this type of customization approach,
Curulla acknowledges. Even seemingly minor functionality issues in an open
source system can lead a library to stick with its existing commercial system,
and some directors are unaware that any perceived issues can be remedied, for
a fee.
“We still have some libraries say ‘we have to click this button one extra time to
complete this task, so we’re not going to go with you.’ Literally,” Curulla says.
“They could have saved $20,000 per year by clicking that button one extra time,
or paid $5,000 once to have that feature developed for them.”
Regardless, Curulla remains bullish on the future of Koha and other open
source solutions, arguing that the functionality of an open source ILS will
eventually surpass that of commercial solutions.
“The libraries that are coming over [to Koha] are starting to realize that there is
a large paradigm shift going on,” he says. “Libraries are realizing that open
source software is cheaper, it’s just as good, if not better, and any features that
are lacking can be easily developed for a lot less money.”
[#Sequoia]
EQUINOX GROWS SEQUOIA
Evergreen is keeping pace with commercial vendors as well. Last July, Kent
County Public Library<http://www.kentcountylibrary.org/> (KCPL), MD, became the
First system to move to Equinox’s Sequoia Service Platform<http://esilibrary.com
/what-­we-­do/sequoia>, a new cloud-­‐based environment that enables Equinox to
host instances of Evergreen, Koha, and FulfILLment using a software as a
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http://lj.libraryjournal.com/2015/04/technology/open-source-p...
service (SaaS) model. By using redundant hardware, continuous data backup
and live database replication, and a cloud conFiguration designed to handle
peak loads, Sequoia aims to provide zero downtime for users.
The hosted SaaS model does not require on-­‐site servers, and it enables Equinox
to perform system updates and apply bug Fixes and security patches without
assistance from library staff.
KCPL<http://catalog.kentcountylibrary.org/> is a three-­‐branch system serving
20,000 residents on Maryland’s rural eastern shore, so its deployment of
Sequoia offers a good example of the system’s scalability for small libraries. But
the system is proving popular with Equinox’s larger customers and consortia
as well. Almost 345 libraries have moved to Sequoia, and a majority of the
company’s other customers will be on the platform by the end of 2015,
according to Mike Rylander, president of Equinox and lead architect of the
Sequoia platform. Rylander added that the company will also continue working
in a support and development role with several large libraries that plan to
continue local hosting of Evergreen.
Sequoia “customers are seeing increased uptime and less issues with
unexpected high-­‐load [situations],” Rylander says. “We can absorb summer
reading program [trafFic] a lot more easily. And a lot of the ancillary services
that aren’t necessarily core to the ILS, like SIP2 servers, perform better,”
managing data exchanges between Evergreen and third-­‐party hardware and
systems, such as self-­‐check stations.
Last year Equinox also began translating the Evergreen staff client into a
web-­‐based model. The move was necessitated by Mozilla discontinuing
support for several features of XULRunner<https://developer.mozilla.org/en-­US
/docs/Mozilla/Projects/XULRunner>, upon which Evergreen was dependent, but
Equinox took the move as an opportunity to rethink what its customers and the
broader Evergreen community wanted in a staff client. Notably, some modules
of the web-­‐based version will work well with tablets and mobile devices, which
reFlects another trend among Evergreen’s commercial competitors. The First
development “sprint” was completed in August, implementing circulation and
patron registration features, and as Rylander notes, making the new client
tablet friendly was “one of the goals. The circulation module, in particular, is
one where we focused on responsive design so that handheld devices would be
much easier to use.”
Sprint 2, focusing on cataloging workFlows, was still in progress at press time.
After that, two more sprints are planned—one for serials and acquisitions and
another for admin functions. Equinox plans to be Finished with the web-­‐based
client in January 2016.
“We’ve made a lot of progress,” says Equinox VP Grace Dunbar, adding that the
First sprint also involved laying the groundwork for future development. “We
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http://lj.libraryjournal.com/2015/04/technology/open-source-p...
implemented WebSockets and did a whole bunch of great stuff that is going to
make supporting the [new user interface] easier, but it’s also going to make
Evergreen faster and more responsive.”
About Matt Enis
Matt Enis
([email protected]<mailto:[email protected]>;
@matthewenis<https://twitter.com/#!/matthewenis> on Twitter) is
Associate Editor, Technology for Library Journal.
Filed Under: Technology<http://lj.libraryjournal.com/category/technology/> Tagged
With: Automation marketplace<http://lj.libraryjournal.com/tag/automation-­marketplace/>,
Evergreen<http://lj.libraryjournal.com/tag/evergreen/>, ILS<http://lj.libraryjournal.com/tag/ils/>,
Koha<http://lj.libraryjournal.com/tag/koha/>, LJ_2015_Apr_01<http://lj.libraryjournal.com
/tag/lj_2015_apr_01/>, LSP<http://lj.libraryjournal.com/tag/lsp/>, open
source<http://lj.libraryjournal.com/tag/open-­source/>, TDS<http://lj.libraryjournal.com/tag/tds/>
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DERSTANDARD
www.derstandard.at
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Citazioni Università
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Rationalität statt Polemik in der Islamdebatte
*Segue il testo in originale
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08/04/2015
Rationalität statt Polemik in der Islamdebatte - Userkommentare - derStandard.at › User
17/04/15 11.49
derStandard.at › User › Userkommentare
User
Rationalität statt Polemik in der Islamdebatte
USERKOMMENTAR | ERNST FÜRLINGER
8. April 2015, 11:47
Wilders' Auftritt in der Hofburg führte nur zu verhaltenem
Protest – weil man ihm recht gibt?
vergrößern (800x533)
foto: standard/christian fischer
Geert Wilders Ende März bei seinem Auftritt in der
Wiener Hofburg.
Ist es ein Sinnbild für die derzeitige Situation? Geert Wilders,
Apostel des Islamhasses, der den Koran als "islamischen 'Mein
Kampf'" bezeichnet und dessen Verbot fordert, spricht Ende
März in der Hofburg, einem der symbolischen Zentren der
Republik, über die Gefahr der "Islamisierung". Er nennt den
Islam eine "Bedrohung für unsere Gesellschaft" und meint, dass
sich der Westen in einem Krieg mit dem Islam befinde. Und es
folgt nur verhaltener Protest – weil man ihm recht gibt? Weil
man wegen der Jihadistenmiliz "Islamischer Staat" (IS) und der
Attentate in Europa unsicher ist, ob er nicht recht hat?
Dabei ist bei einer sachlichen Beurteilung klar, dass kein "clash
of cultures" stattfindet, sondern Muslime die Hauptbetroffenen
der radikalen Gruppen sind: Allein im November 2014 kamen
bei jihadistischen Attentaten weltweit 5.042 Menschen ums
Leben, davon stammten 86 Prozent der Opfer aus Ländern mit
muslimischer Mehrheit. Das heißt, die überwältigende Mehrheit
der Opfer jihadistischen Terrors sind Muslime und Zivilisten
(Quelle: International Centre for the Study of Radicalisation and
Political Violence, ICSR).
Reine Polemik
Es ist vollkommen klar, dass zwischen den jihadistischen
Gruppen und dem Mainstream des Islam ein substanzieller
Unterschied besteht. Wenn dieser Unterschied dennoch
verwischt und aufgehoben wird und militante Islamisten und die
überwiegende Mehrheit der Muslime, die mit ihnen nichts am
Hut haben, über den einen Begriff "Islam" verschmolzen
werden, dann ist das reine Polemik aus bestimmten Interessen.
Rechtsextreme Parteien wie der Front National wissen seit den
1970er-Jahren, wie ergiebig es politisch ist, über die kollektiven
Emotionen des Unbehagens und der Skepsis gegenüber
Zuwanderung und Islam zu mobilisieren. Die alten
fremdenfeindlichen Ressentiments können nun mit dem
negativen Islambild gerechtfertigt werden.
Apologetische Interessen
Ebenso gibt es kirchliche Vertreter, die ein apologetisches
Interesse daran haben, den Islam insgesamt zu diffamieren, um
das Christentum als einzig staatstragende Religion hervorheben
zu können. Ein markantes Beispiel ist ein Beitrag in der "NZZ"
von Martin Rhonheimer, Opus-Dei-Priester und Professor an
einer katholischen Universität in Rom, der eine intensive
http://derstandard.at/2000013953509/Rationalitaet-statt-Polemik-in-der-Islamdebatte
Pagina 1 di 5
Rationalität statt Polemik in der Islamdebatte - Userkommentare - derStandard.at › User
17/04/15 11.49
Debatte auslöste: Die IS sei keine Häresie, sondern entspreche
dem Wesen des Islam, das bereits von seinen Grundlagen her
gewaltförmig sei. Darin bestehe auch der Grund für "die
intellektuelle Not muslimischer Intellektueller: Sie können
aufgrund ihrer religiösen Tradition den IS-Terror nicht prinzipiell
verurteilen." (NZZ, 6.9.2014)
Keine Gewaltreligion
Auch wenn viele Stimmen unter dem Eindruck der Gräueltaten
der IS in den Chor, der Islam sei eine Gewaltreligion,
einstimmen – dieses pauschale Urteil ist falsch. Das zeigt etwa
der "Brief an Baghdadi", den 120 bedeutende Gelehrte der
muslimischen Welt am 24. September 2014 veröffentlichten und
in dem sie der IS auf Basis des traditionellen islamischen
Rechts 24 Vergehen vorwerfen und diese Punkt für Punkt
verurteilen.
Sie stellen in diesem Brief an den selbsternannten Kalifen und
seine Anhänger unter anderem klar, dass es im Islam verboten
ist, Christen und anderen Schriftbesitzern zu schaden,
Menschen zur Konvertierung zu zwingen und Sendboten
beziehungsweise Journalisten zu töten. Ebenso halten sie auf
Basis des geltenden islamischen Rechts fest, dass der Jihad im
Islam nur als Verteidigung eines muslimischen Gebiets gegen
Aggressoren unter bestimmten Voraussetzungen erlaubt sei,
und stellen explizit klar: "So gibt es keinen offensiven und
aggressiven Jihad, nur weil Menschen einer anderen Religion
angehören oder eine andere Meinung vertreten."
(lettertobaghdadi.com)
Differenzierung ist unabdingbar
Hier wird der kategoriale Unterschied zwischen der
jihadistischen Bewegung, die sich ihre eigene rechtliche
Legitimation konstruiert und auf eine gewalttätige
Islamauslegung stützt, und dem Mainstream des Islam, dem
islamischen Recht und der islamischen Theologie, unzweifelhaft
deutlich. Diese Differenzierung wird von Polemikern wie Wilders
und anderen abgelehnt. Sie ist aber unabdingbar, will man die
Bruchlinien in der Gesellschaft nicht verstärken, indem man
sunnitische Muslime allgemein mit dem jihadistischen Terror in
Verbindung bringt. Ein solcher Diskurs spielt letztlich den
radikalen Salafisten in die Hände, die mit dem Motiv der
Verschwörung des Westens und der Opferrolle der Muslime die
muslimische Mehrheit auf ihre Seite ziehen wollen.
Verantwortungsvolle Meinungsbildung
Eine solche Assoziierung erfolgt, wenn Politiker in Österreich
nach den Attentaten in Paris eine öffentliche Debatte über ein
Kopftuchverbot oder über "Integrationsunwilligkeit" lostreten.
Damit wird diskursiv und gedanklich ein Zusammenhang
hergestellt zwischen österreichischen muslimischen Frauen, die
den Hijab tragen, und jihadistischem Terror, zwischen
patriarchal gesinnten Männern türkischer Herkunft, die der
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Rationalität statt Polemik in der Islamdebatte - Userkommentare - derStandard.at › User
17/04/15 11.49
Lehrerin nicht die Hand geben wollen, oder muslimischen Eltern,
die nicht zum Elternsprechtag gehen.
Damit mögen echte Integrationsdefizite benannt sein – sie
haben aber nichts mit Al-Kaida, IS, den Taliban und Boko
Haram zu tun und sollten nicht damit vermischt werden, will man
nicht eine ganze soziale Gruppe stigmatisieren. Gerade in
einem so brisanten Themenfeld gibt es eine "Ethik der
verantwortungsvollen Meinungsbildung" (Carlo Strenger) und
öffentlichen Diskussion, der man hier nicht ausreichend
nachgekommen ist.
Man muss damit rechnen, dass es im Zug der global agierenden
jihadistischen Bewegung zu weiteren Anschlägen in Europa
kommen kann und dass sich dadurch die politischen und
gesellschaftlichen Polarisierungen weiter verschärfen. Die
gesellschaftliche Mitte und ebenso der überwiegende
Mainstream des Islam würden dadurch weiter unter Druck
kommen: seitens der Jihadisten einerseits und von
islamfeindlichen Bewegungen, die von dieser Situation politisch
profitieren, andererseits.
Bündnisse mit Muslimen
Wo Gefahr ist, wächst das Rettende auch: Wenn die moderate
Mitte nicht zwischen radikaler Politik und radikaler Religion
zerrieben werden soll, dann bleibt uns im Grunde gar nichts
anderes übrig, als dass sich die Gesellschaft einen Ruck gibt.
Wir müssen zu einer rationalen Beurteilung der gegenwärtigen
Situation gelangen: zu einer glasklaren Differenzierung
zwischen der Weltreligion Islam und den devianten,
extremistischen Ausprägungen. Wir müssen zu Bündnissen mit
den Muslimen kommen, zu einem entschlossenen
gemeinsamen Auftreten sowohl gegen die Umtriebe
salafistischer Splittergruppen als auch gegen pauschale
Islamfeindlichkeit.
Im Vorgehen gegen Radikalisierungsprozesse unter
Jugendlichen, gegen die Ausreise in die syrischen
Kampfgebiete, sind muslimische Autoritäten wie Imame und
Religionslehrer wichtige Kooperationspartner. Wir müssen –
zusätzlich zu Anstrengungen im sicherheitspolitischen Bereich,
die gegenwärtig dominieren – zusammen mit den muslimischen
Organisationen eine Agenda für sozialen Zusammenhalt
umsetzen, mit der man nicht erst auf Radikalisierung reagiert,
wenn es zu spät ist, sondern den Nährboden für
Radikalisierungsprozesse unter Jugendlichen so weit wie
möglich austrocknet: instabile soziale Verhältnisse, mangelnde
religiöse Bildung, Abbruch der Schullaufbahn,
Diskriminierungserfahrungen in Schule und Beruf, berufliche
Perspektivenlosigkeit und so weiter.
Krise als Chance
Insofern bietet die schwierige Situation seit Sommer
vergangenen Jahres, seit dem Vormarsch der IS, mit den
http://derstandard.at/2000013953509/Rationalitaet-statt-Polemik-in-der-Islamdebatte
Pagina 3 di 5
Rationalität statt Polemik in der Islamdebatte - Userkommentare - derStandard.at › User
17/04/15 11.49
Attentaten in Europa, den Syrien-Kämpfern aus Österreich, dem
Aufflammen von Pegida und dem Zulauf für rechtspopulistische
Parteien auch eine Chance: Der Problemdruck könnte zu
vermehrten Anstrengungen im Bereich der primären,
umfassenden Prävention und der sozialen Inklusion motivieren.
Im Vergleich zu Frankreich mit seinen ghettoartigen Vorstädten
und massiven gesellschaftlichen Bruchlinien befinden wir uns
dabei in einer besseren Ausgangslage. Diese sollten wir nützen.
(Ernst Fürlinger, derStandard.at, 8.4.2015)
Ernst Fürlinger ist Leiter des Zentrums Religion und Globalisierung der
Donau-Universität Krems und Dozent für Religionswissenschaft an der
Universität Wien.
Zum Thema
FPÖ-Basis bejubelt Islamkritiker Wilders in Hofburg
Strache, Geert Wilders und der Islam in Europa
Strache und Wilders vereint in Islamkritik
Protest gegen Hofburg-Veranstaltung mit Wilders und Strache
Muslimin? Nicht hauptberuflich!
Gehöre ich dazu?
Bildersturm: Die globalen Normen zum Schutz von Kulturgut greifen nicht
Links
Interview: Rechtspopulist Geert Wilders über Strache, Putin und den Koran
("Profil")
Geert Wilders: "Wir werden den Islam besiegen" ("Kurier")
ICSR and BBC Publish Global Survey of Jihadist Violence
Jihadism: Tracking a month of deadly attacks (BBC)
Töten im Namen Allahs ("NZZ")
lettertobaghdadi.com
Islamische Argumente gegen den "Islamischen Staat" ("Zeit Online")
ADVERTORIAL
Frauen und IT? In der Allianz selbstverständlich
Technik gilt auch heutzutage immer noch eher als
Männerdomäne. Doch in der Allianz, dem weltweit größten
Versicherer, steigt die Anzahl der Frauen…
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Pagina 4 di 5
FORMICHE
www.formiche.net
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.formiche.net/2015/04/14/italia-paese-sano-mente/
“Italia, paese sano di mente?”
*Segue il testo in originale
- 24/42 -
14/04/2015
"Italia, paese sano di mente?" - Formiche
Formiche
14/04/15 15.51
Appuntamenti
“Italia, paese sano di mente?”
“Italia, paese sano di mente?”
14 - 04 - 2015
Redazione
Lunedì, 20 aprile, alle ore 18.00 presso il Centro Studi americani (via Michelangelo Caetani 32, Roma) Formiche e il
Centro Studi Americani organizzano l’evento dal titolo “Italia, paese sano di mente?”.
Interverranno il professor Luca Pani, direttore generale Aifa, il professor dell’Università di Pisa, Pietro Pietrini, Juan
Josè Sanguineti, docente alla Pontificia Università della Santa Croce.
Conduce la giornalista del Tg1 Barbara Carfagna
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Francesco dà avvio al
Pontificato
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tua voce!
http://www.formiche.net/2015/04/14/italia-paese-sano-mente/
I piccoli grandi gesti di
Papa Francesco che
hanno conquistato il
mondo
Pagina 1 di 2
ALETEIA
www.aleteia.org
18/04/2015
argomento
Citazioni Università
e/o professori
!
http://www.aleteia.org/it/societa/interviste/ecco-perche-lunica-relazione-damore-possibile-e-tra-uomo-e-donna
-5302687994216448
Ecco perché l'unica relazione d'amore possibile è tra uomo e donna
*Segue il testo in originale
- 25/42 -
SOCIETÀ 18.04.2015
Ecco perché l'unica relazione d'amore
possibile è tra uomo e donna
L'antropologa Brancatisano: l'enciclica Humanae Vitae completa Mulieris
Dignitatem di Giovanni Paolo II, mi auguro che il Sinodo riscatterà il valore di questi
due atti del Magistero
Gelsomino Del Guercio
Che il Sinodo sia l'occasione per rilanciare due "principi": la relazione tra uomo e donna, e la
sessualità. Ripartendo da due documenti "bussola": l'enciclica Humanae Vitae
(http://w2.vatican.va/content/paul-vi/it/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_25071968_humanaevitae.html) di Paolo VI, datata 1968, e la lettera Mulieris Dignitatem
(http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_letters/1988/documents/hf_jpii_apl_19880815_mulieris-dignitatem.html) di Giovanni Paolo II, del 1988. Due importanti atti di Magistero pontificio - il primo che stabilisce la connessione inscindibile tra il
significato unitivo e quello procreativo dell'atto coniugale e l'illiceità di aborto e contraccezione, il
secondo improntato alla dignità e vocazione della donna - che andrebbero innestati su una visione
antropologica di questi due "principi". Attualizzando in questa direzione l'insegnamento della Chiesa, il Sinodo darebbe vita ad un
confronto forse decisivo su temi tanto roventi quanto vitali per l'umanità e per la Chiesa stessa. CHIESA E CULTURA MODERNA
Premette ad Aleteia l'autorevole antropologa cattolica Marta Brancatisano, docente di
Antropologia Duale alla Pontificia Università della Santa Croce e direttore del Master "Amore,
famiglia, educazione" sempre allo stesso Ateneo: «La nostra cultura - e la Chiesa recepisce il clima
culturale - ha incertezze sul significato dell'essere umano e della relazione tra uomo e donna. Tutto
questo è strano perché le scienze umane sono in grado di dare delle risposte molto precise sulla
relazionalità come fondamento della vita e sulla femminilità e mascolinità come elementi
dell'umanità». LA BELLEZZA DELLA SESSUALITA'
La sessualità, prosegue l'antropologa, «reclama di essere espressa in tutta la sua bellezza e in tutto
il suo valore, proprio dalla cultura cristiana. Ricordiamo che in Mulieris Dignitatem, San Giovanni
Paolo II ne parla come di carattere ontologico, non mera funzione». Ciò che oggi sta venendo meno,
a causa di una diffusione sempre maggiore della cultura della contraccezione, «è la mancanza di
una pienezza e la completezza spirituale e fisica dell'amore, che può manifestasi solo nella
relazione tra uomo e donna». CONTRACCEZIONE E PROCREAZIONE
Brancatisano evidenzia: «La cultura della contraccezione non poteva non lambire i confini della
cultura cattolica, ferma nei millenni dalla stessa visione - antropologica e sacramentale - del
matrimonio. Vero è che in questo ambito le motivazioni a sostegno della volontaria separazione tra
amore e procreazione non sono mai imputate a una diversa valutazione dei due beni, bensì ad una
necessità, direi contingente, di venire incontro alle difficoltà che il mondo attuale presenta agli
sposi come genitori, ad esempio difficoltà economiche, mutamento del ruolo della donna, ecc». "LO SCISMA SILENZIOSO"
Pertanto si forma - anche qui brevemente - una corrente di pensiero «che tende a far compatibile la
contraccezione con l'identità del matrimonio, sia pure considerandola un espediente, un male
minore, piuttosto che un diritto da rivendicare. A questa situazione si indirizza la risposta
di Humanae Vitae, risposta tanto chiara quanto recepita come ostica, al punto da suscitare tra i
cattolici quello che è stato definito lo "scisma silenzioso", ovvero l'allontanamento di fatto di larga
parte di fedeli dai dettami del Magistero, riguardo al matrimonio e al significato della sessualità».
LA LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
Nel 1988, a vent'anni di distanza, Mulieris Dignitatem, lettera apostolica di Giovanni Paolo II
«costituisce secondo una valutazione oggi diffusa, un documento inedito nella storia della chiesa
perché apre una prospettiva antropologica: i contenuti dell'esegesi compita da Giovanni Paolo II,
(ispirati alla Genesi e Matteo 19) «completano» Humanae Vitae. In questo modo «si coglie l'intima
connessione tra procreazione e struttura antropologica espressa nella relazione tra uomo e
donna». CREAZIONE E COPPIA UOMO-DONNA
Dal duplice racconto della creazione dell'essere umano, secondo l'esegesi che ne fa l'autore
di Mulieris Dignitatem, osserva Brancatisano, «emergono i tratti indennitari dell'uomo e della
donna, ma emerge ancora di più che la creazione dell'essere umano si completa soltanto con la
costituzione della coppia uomo-donna».
Dalla Genesi «sappiamo che ogni atto creativo era seguito dall'approvazione divina Soltanto di
fronte all'uomo questa ondata di compiacimento divino ("e vide che era cosa buona") si infrange
contro uno scioglio: "non è bene che l'uomo sia solo"».
AIUTO E TOTALITA' DELLA RELAZIONE
Qui emergono alcuni concetti fondamentali che l'antropologa classifica così: 1)
Solitudine/aiuto, poiché di fronte alla negatività dello status di solitudine, il Creatore dispone come
antidoto lo status di aiuto: questi preannuncia la dimensione relazionale e la ontologica
interdipendenza tra l'uomo e la donna; 2) totalità della relazione, poiché le parole "l'uomo lascerà
suo padre e sua madre" indicano la preminenze di questa nuova relazione sulle altre, anche se vitali
come la filiazione/paternità e maternità.
"UNA CARO"
La totalità si desume anche dalla modalità «con cui la relazione si realizza, una modalità specifica e
inedita, indicata con le parole "una caro"."Una caro" esprime letteralmente unità e corporeità. Il
modo di unirsi e di essere l'uno per l'altra, che caratterizza la relazione tra uomo e donna, è indicato
nella sua fisicità non per restringere la sua portata alla sola parte materiale, ma per indicare la
totalità della persona, la cui parte corporea significa e testimonia quella spirituale invisibile». IL SESSO, MASCOLINITA' E FEMIMINILITA'
In questo modo, prosegue il ragionamento dell'antropologa, si mette in luce «un carattere
dell'essere umano che Giovanni Paolo II definisce ontologico: il sesso. Questo salto di dimensione da funzione predisposta per la produzione di un effetto, quello procreativo, a elemento costitutivo
della persona - mentre sancisce la complementarietà come condizione per la pienezza di
umanità, afferma che femminilità e mascolinità sono due modi di essere "essere umano", pensati
dal Creatore per l'unione e fondati su una differenza stimolatrice di essere». SI ARRIVA ALLO "STATUS DI PIENEZZA"
E' peraltro «esperienza umana universale» che nell'unione d'amore «fatta di accettazione piena,
stupore gioioso, donazione totale, l'uomo si fa uomo, cioè mette a fuoco la propria mascolinità, e la
donna fa lo stesso». Da questo «status di pienezza» si sprigiona «energia vitale che inonda la
coppia e dalla coppia si riversa all'esterno: sia producendo una nuova vita, che rafforzando nella
vita le relazioni circostanti, secondo la dinamica che da sempre individua nella famiglia la base della
società». CONTRO LA VISIONE RISTRETTA DELLA VITA
Questa riflessione di Brancatisano "smonta" la tesi a supporto della "cultura della contraccezione”,
secondo cui la relazione «trae perfezione proprio dalla separazione unione e procreazione, come se
quest'ultima fosse un limite intrinseco all'amore». Tenere fuori dall'unione la propria capacità generativa, precisa la docente del'Università Santa
Croce, «è rendere parziale ciò che era totale: significa sostituire l'atto di fede nell'altro e nella
capacità umana di amare - esperienze così incommensurabili da costituire il punto di contatto con
Dio - con una visione più ristretta del senso della vita, totalmente umana e chiusa al
trascendente, suscettibile di calcolo e misurazione». UN DISEGNO CHE RINUNCIA ALLA FELICITA'
L'aver messo al centro di queste riflessioni la relazione d'amore tra uomo e donna come
fondamento antropologico, «non restringe al matrimonio la scelta esistenziale. Semplicemente
svela la struttura umana e interpreta in chiave sponsale l'orientamento umano dell'essere». Amore e vita sono infatti «sinonimi» e si trovano, si vivono, si realizzano «nel rapporto di donazione
totale tra uomo e donna. La cultura della contraccezione ha spostato l'amore umano dal suo status
originario di somiglianza con Dio (chiamato ad essere infinito, perfetto e creativo) a quello
"umano", dove è l'uomo che da solo disegna se stesso e la vita. Un disegno - conclude Brancatisano
- che intende annullare i rischi, che in nome della sicurezza rinuncia alla felicità e si adatta ad una
serenità senza slanci». ;;
(http://s1.shinystat.com/cgi-bin/shinystatv.cgi?USER=aleteia&NH=1)
CONFERENZA EPISCOPALE
ITALIANA
http://www.chiesacattolica.it
20/04/2015
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.chiesacattolica.
it/issr/siti_di_uffici_e_servizi/servizio_nazionale_per_gli_studi_superiori_di_teologia_e_di_scienze_religiose/00070404
_Colloquio_filosofico__Partire_dall_uomo.html
Colloquio filosofico: "Partire dall'uomo?"
*Segue il testo in originale
- 26/42 -
22/4/2015
Studi superiori di Teologia - Colloquio filosofico: "Partire dall'uomo?"
Studi superiori di Teologia
[STAMPA]
Colloquio filosofico: "Partire dall'uomo?"
Palermo, 24 aprile 2015
Il 24 aprile 2015 la Facoltà Teologia di Sicilia organizza un colloquio filosofico sul
tema: "Partire dall’uomo? Prospettive filosofiche a confronto per
un umanesimo “decentrato”.
Di seguito e in allegato, il programma dell'iniziativa.
Ore 9,30
Saluto
RINO LA DELFA
Preside, Facoltà Teologica di Sicilia
Introduce e modera
MARIA ANTONIETTA SPINOSA
Facoltà Teologica di Sicilia, Palermo
Lo spirito è eccentrico
SILVANO PETROSINO
Università Cattolica “Sacro Cuore”, Milano
Intervallo
Quale senso alla parola 'umanismo'?
ROSSELLA FABBRICHESI
Università di Milano
Pausa
Ore 15,30
Lo sguardo dell’arte contemporanea
LIBORIO PALMERI
Direttore Spazi museali della Diocesi di Trapani
Modera
ANNA PIA VIOLA
Facoltà Teologica di Sicilia, Palermo
Transumanesimo postmoderno o nuova transmodernità?
ROBERT A. GAHL, JR
Pontifica Università della Santa Croce, Roma
Comunicazioni e dibattito
[STAMPA]
http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/v3_s2ew_consultazione.mostra_paginawap?id_pagina=70404&attiva_menu=0&nohtml=0
1/1
FORMICHE
www.formiche.net
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Citazioni Università
e/o professori
http://www.formiche.net/2015/04/21/pani-aifa-disturbi-mentali/
Disturbi mentali, meglio prevenire che curare
*Segue il testo in originale
- 27/42 -
21/04/2015
22/4/2015
Disturbi mentali, meglio prevenire che curare - Formiche
Formiche
Easy
Disturbi mentali, meglio prevenire che curare
Disturbi mentali, meglio prevenire
che curare
21 - 04 - 2015
Leonardo Ventura
I disturbi mentali costituiscono un peso umano ed economico rilevante in Europa. Sono responsabili di una spesa
pari al 3­4% del Pil europeo ogni anno. Spesso l’ignoranza che accompagna il pregiudizio sulla malattia mentale tra
cittadini, politici, giornalisti e persino nella stessa comunità medica, ha da sempre limitato l’attenzione che le
Istituzioni hanno dedicato a questo mondo.
Cresce la necessità di “un’iniziativa istituzionale che aumenti questa consapevolezza nella società“. A dichiararlo è
stato Luca Pani (nella foto), psichiatra e direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), intervenuto ieri
in un convegno organizzato da Formiche e Centro Studi Americani di Roma a Palazzo Antici Mattei.
Introdotti dal fondatore di Formiche, Paolo Messa, e moderati dalla giornalista del Tg1 Barbara Carfagna, all’evento
hanno preso parte anche Pietro Pietrini, professore dell’Università di Pisa e padre Juan Josè Sanguineti, docente
alla Pontificia Università della Santa Croce.
Il tema è di attualità: ci sono i recenti casi del pilota della compagnia tedesca Germanwings, vittima di un disturbo
psichico che lo ha indotto a far schiantare sulle Alpi francesi l’aereo su cui viaggiava con centinaia di persone a
bordo; o, in Italia, quello dell’imputato che ha sparato e ucciso tre uomini nelle aule del Palazzo di Giustizia di
Milano. “Sui giornali in casi come questi si legge spesso la parola “raptus”. Ma la verità, che pochi giornalisti si
http://www.formiche.net/2015/04/21/pani-aifa-disturbi-mentali/
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22/4/2015
Disturbi mentali, meglio prevenire che curare - Formiche
impegnano a divulgare, è che il raptus non esiste, almeno non scientificamente. Certi episodi avvengono perché un
disturbo mentale è stato ignorato per anni e questo è responsabilità di tutti“, ha detto Barbara Carfagna.
Spesso, ha proseguito Pani, il problema non è l’efficacia delle cure, quanto una diagnosi tardiva che rende
impossibile intervenire in tempo. “Un paziente arriva da uno specialista in media dopo 9­10 anni dai primi sintomi“,
ben oltre l’adolescenza. “C’è ancora troppo vergogna a parlarne, ma dai disturbi mentali si può guarire ed è per
questo che bisogna alzare il livello di attenzione sul tema”. Vi sono poi dei dati sottovalutati: “La maggior parte degli
eventi criminosi dettati da ragioni psichiche – omicidi, suicidi, aggressioni – si verifica nei cambi di stagione:
nonostante ciò si fa ancora troppo poco per prevenirli, anche a causa della scarsa informazione“.
Ma non è solo attraverso la sensibilizzazione che si può aiutare a far emergere chi soffre di queste delicate
patologie. “Esistono piattaforme digitali ormai orientate alla clinica e alla ricerca – ha rilevato il dg dell’Aifa – sono
strumenti molto validi per analizzare e cogliere in anticipo alcuni segnali che predicono un episodio acuto nel
contesto di malattie mentali. Ad esempio Apple, con il suo research kit, ha consentito in due settimane di raccogliere
dati utilissimi alla ricerca su altre patologie. Collezionarli attraverso un metodo tradizionale come il questionario
avrebbe comportato un’attesa di mesi o forse anni“.
La tecnologia, però, non è tutto. Anche l’ambiente familiare e la comunità sociale sono importanti per riconoscere,
arginare e a volte addirittura evitare alcuni tipi di disturbi. “La formazione che si riceve in famiglia – ha ricordato
padre Sanguineti – è essenziale per indirizzare l’individuo verso un’esistenza virtuosa e in salute. Ci sono diversi
studi che dimostrano che una persona non è solo la somma del proprio materiale genetico, ma anche di tutte le sue
esperienze che, combinate in un certo modo, ci rendono ciò che siamo e saremo. A questo va aggiunta la nostra
capacità di proiettarci al futuro grazie alla Fede: un elemento che chiamiamo speranza“.
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Banca Mps, ecco quanto
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08 - 04 - 2015 Redazione
Farmindustria, basta con i
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20 - 04 - 2015 Giovanni Bucchi
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¿Dónde está Jesucristo?... Dicen que en las redes sociales
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¿Dónde está Jesucristo?... Dicen que en las redes sociales
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¿Dónde está Jesucristo?... Dicen que en las redes
sociales
Por Bárbara Bustamante
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SANTIAGO, 22 Abr. 15 / 06:11 am (ACI/EWTN Noticias).- El pasado 15 de abril,
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de Instituciones de Iglesia, organizado por el Área de Comunicaciones de la
Conferencia Episcopal de Chile, el periodista y Doctor en ciencias de la
información de la Universidad Complutense de Madrid, Arturo Merayo,
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aseguró que “Jesucristo está donde la gente está y por eso como Iglesia
estamos en las redes sociales”.
El experto sostuvo que “la Iglesia es noticia por lo que no puede permanecer
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oculta” y recomendó para ello “realizar menos propaganda y promover más la
conversación”. Subrayó también que “la Iglesia debe dar respuestas de cómo
ser feliz, alcanzar la salvación y recristianizar el mundo”.
Merayo también participó en el III Seminario Internacional de Comunicación de
Iglesia “Comunicando en una cultura de incertidumbre”, llevado a cabo el 13 y
14 de abril en la Pontificia Universidad Católica de Chile, el cual tuvo por
objetivo reflexionar sobre los desafíos de las comunicaciones dentro de la
Iglesia en el mundo actual y entre sus principales conclusiones estuvo el
trabajar por comunicar en los medios digitales y profesionalizar cada vez más
el rol comunicador en la Iglesia.
El evento también marcó el inicio la 109ª Asamblea Plenaria de los Obispos de
la Conferencia Episcopal de Chile. El Presidente de la Conferencia Episcopal de
Chile, Cardenal Ricardo Ezzati, expresó que “este encuentro ha sido año a año
una verdadera escuela de aprendizaje en el complejo mundo de las
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Ana Trottini ­ Reacción: Importante:
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dedicada a San Juan Pablo II
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comunicaciones sociales para anunciar el Evangelio del Señor a hombres y
mujeres de nuestro tiempo”.
También estuvo presente el rector de la Universidad de la Santa Cruz (Roma) y
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27/4/2015
¿Dónde está Jesucristo?... Dicen que en las redes sociales
presidente de la Conferencia de Rectores de las Universidades Pontificias de
Roma, Mons. Luis Romera, quien en declaraciones a ACI Prensa exhortó a los
comunicadores católicos en su misión evangelizadora, invitándolos a “que no
olviden nunca que la Iglesia tiene una constitución, una esencia
eminentemente evangelizadora”. Y en esa tarea “uno de los medios más
importantes y privilegiados para evangelizar es precisamente la
comunicación”.
Aclaró que “eso no significa que haya que instrumentalizar la comunicación,
sino que si la comunicación de la Iglesia se hace bien es eminentemente
evangelizadora. Por eso es una de las prioridades, en mi opinión, que tiene la
Iglesia hoy en día”.
En este contexto, el reconocido periodista de la Universidad de Navarra y
creador de la cuenta oficial en Twitter del Papa (@pontifex), Gustavo Entrala,
sostuvo que la presencia de la Iglesia en los medios digitales es fundamental y
que las nuevas tecnologías pueden ser una gran herramienta “en la
medida en que nos demos cuenta, y la Iglesia se dé cuenta, de que este es un
vehículo de diálogo y de testimonio de la fe”.
Por su parte, Federico Rey Lennon, profesor de la Facultad de Comunicación
de la Universidad Católica de Argentina, sostuvo que en un contexto de
“tristeza cultural” y saturación informativa, “la Iglesia se encuentra hoy con una
enorme dificultad a la hora de comunicar su mensaje y que, a mi parecer, por
Noticias Relacionadas:
primera vez en siglos se ve en una situación de minoría”.
Para ello, sostiene que es imprescindible “conectarse con el homo digitalis” a
través de mensajes que tengan autenticidad, abran al diálogo, tengan
contenido y sean entretenidos.
Rey Lennon invitó a “no tenerle miedo a la ficción” ya que “puede transmitir
muy bien los valores” y que vale la pena animar a los católicos a “trabajar por
producir buenas películas”, “por impulsar a buenos artistas que reflejen los
valores católicos”, entre otros desafíos que plantea la Nueva Evangelización.
May Feelings convoca concurso para
promover evangelización a través de
internet
Por otro lado, Arturo Merayo afirmó que “la comunicación de la Iglesia debe
ser absolutamente profesional, es decir, abordar los problemas con absoluta
transparencia, pero que los árboles no nos impidan ver el bosque, y por lo
tanto no focalizarlo todo en los problemas, porque la Iglesia también tiene un
montón de cosas positivas que está haciendo y que hay que ofrecer a la
opinión pública para que las conozca”.
En cuanto a la actitud de los medios católicos frente a las controversias, el el
co-fundador de la organización británica Catholic Voices, Austen Ivereigh, dijo a
ACI Prensa que “en Voces Católicas siempre decimos: no hay que huir de la
Expertos del Vaticano analizan “pros
y contras” de las relaciones virtuales
controversia sino saber aprovecharse de ella. Las noticias necesariamente se
enfocan en cosas excepcionales, por lo que es importante el momento cuando
el enfoque está sobre la Iglesia. Cuando está la luz sobre nosotros es cuando
deberíamos estar preparados para poder hablar, porque es cuando la gente
está interesada en nosotros”.
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CAMILLIANI
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Chiesa della Maddalena - Lezione di archivistica
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Chiesa della Maddalena – Lezione di archivistica | Camilliani
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poveri di Gesù Cristo.
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Home » Rettoria di Santa Maria Maddalena » Chiesa della Maddalena – Lezione di archivistica
Chiesa della Maddalena – Lezione di archivistica
22 aprile 2015 |
Oggi, 22 aprile, la Casa Generalizia ha aperto le
porte della sala capitolare della Casa della
Maddalena a un gruppo di studenti della Pontificia
Università della Santa Croce accompagnati dal Prof.
Luis Martinez Ferrer e dal Prof. Emanuele Atzori. la
Dr.sa Luciana Mellone, terrà una lezione di
archivistica teorico-pratica. In particolare verrà illustrato l’iter seguito per il riordino e
inventariazione su formato elettronico dell’Archivio
dell Casa Generalizia dei Ministri degli Infermi
(Camilliani). La lezione si concluderà con delle
esercitazioni pratiche di schedatura.
NEWS
Newsletter N 12 – Il mondo camilliano visto da Roma… e
Roma vista dal mondo
Misericordiae Vultus
Fr. Luca Perletti prolunga la sua permanenza in Sierra
Leone
GALLERIA FOTOGRAFICA
La dott.ssa Luciana Mellone durante la
lezione di archivistica
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Non voglio dimenticare »
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dei Ministri degli Infermi
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Piazza della Maddalena, 53
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OPUSDEI.ES
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22/04/2015
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http://www.opusdei.es/es-es/article/kenia-los-lideres-musulmanes-pueden-hacer-mas-contra-la-violencia/
Kenia: 'Los líderes musulmanes pueden hacer más contra la violencia'
*Segue il testo in originale
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27/4/2015
Opus Dei - Kenia: 'Los líderes musulmanes pueden hacer más contra la violencia'
OPUS DEI
Kenia: 'Los líderes musulmanes pueden
hacer más contra la violencia'
Entrevista a Mons. Anthony Muheria, obispo de Kitui, presente en la visita
ad limina con el Pontífice
REVISTA DE PRENSA
22 de Abril de 2015
El Santo Padre recibió el jueves pasado en audiencia a los obispos de la Conferencia
Episcopal de Kenia, quienes estuvieron en Roma con motivo de la 'visita ad limina'.
Monseñor Anthony Muheria, obispo de Kitui, explicó la situación de su país en un
desayuno de trabajo organizado este lunes 20, en el marco de los cursos de la
Pontificia Universidad de la Santa Cruz, de actualización para periodistas.
Así, indicó que los habitantes de Kenia están horrorizado por la masacre de
estudiantes del Colegio Universitario de Garissa, asesinados el viernes santo. Este
atentado, añadió, ha provocado la condena unánime, incluso de los líderes
islámicos menos moderados, si bien estos tienen que hacer más. Además, precisó
que los funerales no se realizaron en conjunto para evitar disturbios. Finalmente,
explicó que el Santo Padre les aseguró que reza por las víctimas de acciones
terroristas o tribales. A continuación la entrevista de ZENIT que añade algunos
particulares.
¿Cómo fue el encuentro que han tenido con el Papa con motivo de la visita ad
limina?
-- Mons. Muheria: Estuvimos con el papa Francisco el jueves pasado, fue un
encuentro fantástico, dos horas en las que el Santo Padre nos habló, nos preguntó
qué está pasando en Kenia, dándonos ideas y consejos. Nosotros le indicamos las
cosas que nos preocupan, y gracias a Dios nos dio muchos consejos y coraje.
¿Qué dijo el Santo Padre?
-- Primero nos recordó que tenemos que ser siempre una voz profética en nuestra
sociedad, en nuestra nación, y sin tener miedo de denunciar las cosas que están
sucediendo. Y decirlo a los jefes, al gobierno y a las autoridades. Y debemos ser
proféticos hablando a favor de los pobres. Nos habló mucho de la necesidad del
diálogo en esta situación en la que nos encontramos, ante este islamismo violento y
que debemos buscar el modo de hablar con ellos.
http://www.opusdei.es/es-es/article/kenia-los-lideres-musulmanes-pueden-hacer-mas-contra-la-violencia/
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27/4/2015
Opus Dei - Kenia: 'Los líderes musulmanes pueden hacer más contra la violencia'
Todos han quedado impactados por el atentado en el colegio universitario,
¿verdad?
-- Mons. Muheria: En Kenia musulmanes y cristianos hemos vivido juntos y en
armonía, sin problemas y compartiendo muchas cosas. Lamentablemente asistimos
ahora a un nuevo fenómeno, el del radicalismo islámico, o sea personas que creen
en la violencia militante, que quieren controlar y por lo tanto atacan lo que según
su pensamiento no estaría bien. Los musulmanes moderados, o sea normales,
condenan estos actos. El problema es que los líderes moderados se tienen que hacer
sentir con más fuerza ante estos extremistas que afirman ser musulmanes y que
matan en nombre del islam.
¿Los líderes musulmanes condenan suficientemente estos hechos?
-- Mons. Muheria: Esta vez han condenado más, pero tienen que hacer más. Deben
tener más control, porque estos extremistas viven entre ellos, el problema es que
entre ellos hay simpatizantes de la violencia, y por lo tanto tienen que mostrar con
más fuerza a todos los musulmanes que no es posible simpatizar con estas personas
que matan. Porque el Corán dice que no hay que matar a nadie.
El Papa dijo que es necesario buscar el diálogo. ¿Pero cómo?
--Mons. Muheria: Tenemos que entender como lograr el diálogo, porque es difícil. A
los líderes del islam en Kenia tenemos que animarlos a hacer más por el diálogo y
buscar la paz juntos. Esto hay que buscarlo aunque no es simple, pero contamos
con la oración del Santo Padre.
Leer también: el mensaje del Papa a los obispos
(RLG)
(22 de abril de 2015) © Innovative Media Inc.
http://www.opusdei.es/es-es/article/kenia-los-lideres-musulmanes-pueden-hacer-mas-contra-la-violencia/
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FORMICHE
www.formiche.net
23/04/2015
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http://www.formiche.net/2015/04/23/prove-tecniche-nuovo-partito-sulla-scia-todi/
Prove tecniche di un nuovo partito sulla scia di Todi?
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- FORMICHE: http://www.formiche.net/2015/04/23/la-disfatta-italicum-divorzio-breve/
- FORMICHE: http://www.formiche.net/2015/04/24/cosa-si-muove-intorno-passera/ (24.04.2015)
- PENSIONATI ITALIANI: http://www.pensionatiitaliani.it/senza-categoria/pillole-di-narrazione-politica/serve-unarisposta-popolare-di-ettore-bonalbertti/
- NUOVI SENTIERI WEB: http://www.nuovisentieriweb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1988:
ripartiamo-dall-incontro-di-santa-croce&catid=16&Itemid=113&tmpl=%E2%80%A6 (25.04.2015)
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Prove tecniche di un nuovo partito sulla scia di Todi? - Formiche
Formiche
Palazzi
24/04/15 11.28
Prove tecniche di un nuovo partito sulla scia di Todi?
Prove tecniche di un nuovo partito
sulla scia di Todi?
23 - 04 - 2015
Bruno Guarini
Fatti, nomi, indiscrezioni
Prove tecniche di un nuovo partito centrista, moderato e riformatore che si ispira anche alla dottrina sociale della
Chiesa? E’ presto per dirlo. Certo è che tra i partecipanti a una riunione a porte chiuse tenuta ieri alla Pontificia
Università della Santa Croce non si esclude nulla. Tutto, comunque, è prematuro. Al momento, si punta più su
un’elaborazione culturale e politica, prim’ancora che partitica.
Ma chi c’era alla riunione? L’incontro sarebbe stato promosso da Ivo Tarolli, già parlamentare Dc, e dall’ex
segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. All’invito di Tarolli e Bonanni hanno risposto tra gli altri Ettore Bonalberti,
dell’associazione Alef, il segretario del Cdu, Mario Tassone, e accademici come l’economista Gustavo Piga
dell’università Tor Vergata e Andrea Tomasi del dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’università di Pisa.
Obiettivo dell’incontro? E’ il tentativo – secondo la ricostruzione di Formiche.net – di riprendere il ragionamento sulla
ricomposizione dell’area popolare italiana dopo le fallimentari esperienze di Todi 1 e Todi 2 e dopo le diverse
iniziative avviate come la Federazione dei Popolari Italiani, la Federazione di solidarietà popolare ed altre diffuse in
varie regioni italiane.
L’iniziativa, spiega una fonte a Formiche.net, “fa seguito anche alle sollecitazioni provenienti da tanti autorevoli
http://www.formiche.net/2015/04/23/prove-tecniche-nuovo-partito-sulla-scia-todi/
Pagina 1 di 2
Prove tecniche di un nuovo partito sulla scia di Todi? - Formiche
24/04/15 11.28
esponenti della chiesa, dal cardinale Re, a monsignor Mario Toso, fino a monsignor Giampaolo Crepaldi, i quali
sostengono che è necessaria una “profonda riforma dei partiti” e che bisogna impegnarsi in prima persona, per dar
vita “ a Nuovi Movimenti Sociali””.
All’incontro di ieri era presente anche l’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio. Ma non ci sono conferme
né riscontri ufficiali alla notizia.
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Costalli
Sponsor
(4WNet)
Nuova Fiat 500X. Puoi
averla con 2.000! di
incentivi. Solo ad Aprile.
http://www.formiche.net/2015/04/23/prove-tecniche-nuovo-partito-sulla-scia-todi/
Pagina 2 di 2
AGENZIA ZENIT
www.zenit.org
25/04/2015
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.zenit.org/es/articles/existe-un-estilo-cristiano-de-habitar-la-web-el-que-esta-marcado-por-la-caridad
Existe un estilo cristiano de habitar la web:
el que está marcado por la caridad
*Segue il testo in originale
- 32/42 -
27/4/2015
Existe un estilo cristiano de habitar la web: el que está marcado por la caridad | ZENIT - El mundo visto desde Roma
El mundo visto desde Roma
http://www.zenit.org/es/articles/existe-un-estilo-cristiano-de-habitar-la-web-el-que-esta-marcado-por-lacaridad
Existe un estilo cristiano de habitar la web: el que está
marcado por la caridad
Entrevista con el autor de la tesis doctoral "Aproximación a los
aspectos morales del uso de las redes sociales digitales"
Roma, 25 de abril de 2015 (Zenit.org) Jorge Enrique Mújica | 488 hits
El pasado mes de marzo de 2015, Juan Carlos Vásconez defendió una tesis doctoral del todo particular:
las redes sociales, desde la teología moral. El título lo refiere mejor: “Aproximación a los aspectos
morales del uso de las redes sociales digitales”. Para conocer más acerca de este binomio teologíatecnología hemos entrevistado al Dr. Vásconez. No han pasado muchos años desde que internet comenzó a mundializarse. La tecnología ha crecido
a un ritmo acelerado, pero parece que la ética que debe acompañar ese crecimiento se ha quedado
rezagada. ¿Es así? ¿Hay un divorcio entre ética y tecnología, especialmente en el ambiente digital?
--Juan Carlos Váscone: La tecnología vertebra en gran medida la vida de los hombres y mujeres de hoy, y
debemos aprender a contar con ella y encauzarla para que su uso nos ayude a desarrollarnos
positivamente como personas. La forma más adecuada de hacerlo es aprender a vivir las virtudes en ese
ámbito, en lugar de descalificar una realidad que, por otra parte, no está necesariamente predeterminada al
mal. Todos nosotros hemos sido testigos de cómo el progreso, en manos equivocadas, puede convertirse,
y se ha convertido de hecho, en un avance terrible en el mal. Si el progreso técnico no se corresponde con
un desarrollo en la formación ética del hombre, con el crecimiento del hombre interior (cfr. Ef 3,16; 2 Co
4,16), no es un progreso sino una amenaza para el hombre y para el mundo. Efectivamente, se presenta un
peligro cuando el progreso técnico no encuentra contrapeso en la reflexión y la responsabilidad, cuando el
hombre se pregunta sólo por el cómo, en vez de considerar los porqués que lo impulsan a actuar. Son
muchos los autores que nos previenen de este peligro. Lamentablemente, con frecuencia, al imperativo
ético "si debes, puedes", los intereses comerciales intentan instaurar lo opuesto: "si puedes, debes". Es
casi imposible rechazar la innovación tecnológica pero no puede llevarnos a olvidar que su uso debe ser
virtuoso: éste será siempre el mejor comportamiento ético. No todo lo que experimentamos en el cuerpo y
en el alma ha de resolverse a rienda suelta. No todo lo que se puede hacer se debe hacer. No todos los
avances tecnológicos o todas las funcionalidades van bien a todas las personas. Hay que pensar. Poco a
poco la sociedad va estableciendo normas básicas de “etiqueta digital”, lo mínimo para comportarse bien.
Pero esto no basta; conviene preguntarse en cada caso: “esto a mí ¿qué me aporta o qué me dificulta?”, y
actuar en consecuencia. Ahora bien, no se pueden establecer reglas predeterminadas para todas las
personas, sino que cada uno debe ver qué cosas le convienen, no sólo porque facilitan su trabajo, sino
porque mejoran su relación con los demás y con Dios. No es muy común encontrarse con tesis doctorales que desde la teología aborden las redes sociales.
De suyo, la literatura especializada en este campo es más bien escasa. ¿Por qué elegir este camino?
¿Qué aportan las redes sociales a la teología y qué la teología a las redes sociales?
--Juan Carlos Váscone: Es cada vez más amplio el número de académicos que estudian el fenómeno,
aunque los enfoques son muy diversos. Hay quienes, como Clay Shirky (“Cognitive surplus”) o Andy
Clark (“Supersizing the mind”), destacan las fuerzas revolucionarias de la democratización de la
información y la expansión de la conciencia que ha implicado el desarrollo tecnológico. Mientras que
otros, como Nicholas Carr (“Superficiales”) o Sherry Turkle (“Alone together”) lamentan la pérdida de
http://www.zenit.org/es/articles/existe-un-estilo-cristiano-de-habitar-la-web-el-que-esta-marcado-por-la-caridad
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27/4/2015
Existe un estilo cristiano de habitar la web: el que está marcado por la caridad | ZENIT - El mundo visto desde Roma
capacidad de reflexión y de sociabilidad en el mundo real y defienden la superioridad de las formas
anteriores de transmisión cultural. Pienso que para entender el papel del hombre con respecto a la
tecnología de la comunicación, y en concreto las redes sociales, son muy enriquecedoras las aportaciones
de Benedicto XVI. La mayor parte de sus escritos relativos al tema están concentrados en los mensajes a
las Jornadas Mundiales de las Comunicaciones Sociales. Ha sido una de las principales fuentes para
este trabajo de investigación que fue dirigido en la Pontificia Universidad de la Santa Cruz en Roma. Me
parece que el estudio permite conjeturar que la principal motivación para usarlas es el carácter relacional
que tienen y que potencian, la necesidad de incrementar las formas de relacionarse con otras personas, la
facilidad para estar en constante contacto con amigos o familiares. Por lo tanto, no es desatinado afirmar
que las redes sociales son una respuesta contemporánea a una realidad muy humana: la necesidad del
otro. La necesidad de socializar responde a la naturaleza humana. Puede variar en sus formas según los
tiempos, pero es siempre una manifestación del hombre modelado a imagen y semejanza de Dios. En este
sentido se podría afirmar que las redes sociales ponen de relieve el aspecto social del ser humano. En su tesis doctoral habla de que Dios puede querer decirnos algo ante este apogeo de lo digital.
¿Cuál sería ese mensaje?
--Juan Carlos Váscone: La tecnología está cada vez más presente en el día a día de una buena parte de la
humanidad. El fácil acceso a teléfonos móviles y computadoras, unido a la dimensión global y a la
presencia capilar de Internet, han multiplicado los medios para enviar instantáneamente palabras e
imágenes a grandes distancias, en pocos segundos. De esta nueva cultura de comunicación se derivan
muchos beneficios: las familias pueden permanecer en contacto aunque sus miembros estén muy lejos
unos de otros; los estudiantes e investigadores tienen acceso fácil e inmediato a documentos, fuentes y
descubrimientos científicos; etc. Además, la naturaleza interactiva de los nuevos medios facilita formas
más dinámicas de aprendizaje y de comunicación que contribuyen al progreso social. Nos queda mucho
por trabajar, empezando por cubrir la brecha digital (en este sentido es muy valiosa la iniciativa del Papa
de Scholas Occurrentes). La necesidad del otro, la posibilidad de estar conectados con las personas que
queremos, sin importar las distancias, la fabulosa capacidad de dar información valiosa –y qué más
valioso que la Buena Nueva– a un gran número de personas, son muchas de las ventajas de las que
podemos gozar hoy en día para construir un mundo mejor. La tesis doctoral en la que ha trabajado durante varios años se propone ofrecer pautas para el
comportamiento cristiano en las redes sociales. ¿Hay un estilo cristiano de habitar la web?
--Juan Carlos Váscone: Claro que existe un estilo cristiano de habitar la web: es el que está marcado por
la caridad, por el amor a Dios y a los demás, empezando por los que tenemos más cerca. Por esto, es
oportuno reflexionar sobre cómo estas tecnologías nos afectan en la vida diaria, cómo cambian nuestro
trato con los demás y, por supuesto, cómo influyen en nuestra relación personal con Dios. Por ejemplo, es
importante proteger algunos momentos de silencio a lo largo del día para cultivar el trato con Dios. San
Juan Pablo II hablaba de “zonas de silencio efectivo y una disciplina personal, para facilitar el contacto
con Dios”. Recientemente, el Papa Francisco ha dicho: «hoy, los medios de comunicación más modernos,
que son irrenunciables sobre todo para los más jóvenes, pueden tanto obstaculizar como ayudar a la
comunicación en la familia y entre familias». Se impone, por tanto, la necesidad de aprender a utilizar los
instrumentos de comunicación, para que realmente sean medios que unan a las personas, y no obstáculos
que las separen y lleven al aislamiento. Es una tarea que no puede reducirse al seguimiento de unas
reglas, sino que implica el desarrollo de actitudes personales y hábitos positivos: se trata, en definitiva, de
aprender a vivir las virtudes en el mundo digital. La Iglesia como maestra de humanidad, tiene mucho que
decir al mundo y, frente al progreso técnico, no aconseja solamente prudencia y precaución, sino también
valor y decisión. El crecimiento en las virtudes es el único camino que permitirá llevar a la práctica este
consejo.
Dado que su investigación se centra especialmente en las virtudes cardinales y su relación con las
redes sociales (especialmente la virtud de la prudencia), qué aportación, línea de acción o relación
guardan éstas con el uso de las redes sociales. ¿Se puede hablar de un uso “virtuoso” de las redes
sociales o de un modo virtuoso de relacionarse en ellas?
--Juan Carlos Váscone: Aunque la caridad siempre será la virtud más importante, debemos resaltar la
primacía de la prudencia entre las virtudes humanas necesarias para actuar de forma coherente en el
mundo digital. La prudencia en relación con las redes sociales está presente desde el primer momento, ya
que es necesario dilucidar previamente si realmente constituye una mejora para la propia vida, si resulta
necesario o conveniente participar o no; y determinar en cuál o cuáles vale la pena disponer de un perfil,
etc. Cada red social tiene su propia dinámica de funcionamiento que es preciso entender antes de
comenzar a interactuar. También constituye un comportamiento maduro ponderar con qué medios o
dispositivos se va a revisar o publicar. La forma de interactuar dentro de la plataforma también deberá
estar marcada por la prudencia, que en muchas ocasiones aconseja focalizar la atención más en la calidad
de las propias conexiones que en la cantidad. Es más importante seleccionar temas sobre los que valga la
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Existe un estilo cristiano de habitar la web: el que está marcado por la caridad | ZENIT - El mundo visto desde Roma
pena escribir, y reflexionar sobre ellos lo suficiente para que las aportaciones sean valiosas, que decir
muchas cosas insignificantes a gran velocidad. Serán actos de prudencia: cancelar o silenciar contactos de
la lista propia cuando estos compartan información que puede ser nociva o molesta; revisar las opciones
de privacidad para saber quiénes puedes ver los contenidos que publicamos; cuidar las normas de etiqueta
digital (no escribir en mayúsculas, no utilizar palabras mal sonantes, no publicar fotografías personales o
de terceros que sean molestas, etc.). También será un acto de la prudencia desarrollar algunas capacidades
prácticas que vienen del conocimiento técnico, ya que nos preparan para aprovechar más eficazmente la
red social. Para formar la virtud de la prudencia es indispensable pedir consejo y, en los medios digitales,
es tal vez más importante encontrar un buen consejero. Dice santo Tomás de Aquino que incluso “es una
nota de excelencia contar con otras personas que puedan ayudarnos”. Siempre cabe pedir a alguien con
criterio que consulte nuestro perfil o nuestras interacciones para hacernos sugerencias y recomendaciones:
no se trata de un “control externo”, sino simplemente de dejarnos ayudar en nuestra vida en los ambientes
digitales para ir formando criterio. En algunos momentos de su tesis habla de la “santificación” de las redes sociales. ¿A qué se refiere
con esto?
--Juan Carlos Váscone: Me refiero a que las redes sociales no son una mera herramienta que mejora la
extensión y el nivel de la comunicación, sino que, en cierta manera, han pasado a constituir un ambiente,
un lugar. Se han convertido en uno de los tejidos conectivos de la cultura, a través del cual se expresa la
identidad, se desarrolla el trabajo y nos relacionamos unos con otros. Por lo tanto, podríamos añadir que
parte de la tarea del cristiano que participa en ellas será santificarlas, pues también deben ser un espacio
para expresar con alegría y naturalidad su identidad cristiana.
(25 de abril de 2015) © Innovative Media Inc.
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LA STAMPA.IT
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25/04/2015
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Folla continua nel primo weekend di Ostensione
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Folla continua nel primo weekend di Ostensione - La Stampa
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Folla continua nel primo weekend di Ostensione
Pellegrini in coda senza lunghe attese. Tra loro, seicento cristiani copti da Milano. Grande
successo per la Passione di Sordevolo alle Porte Palatine
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La folla in attesa di entrare nel percorso della pre-lettura ai Giardini Reali
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MARIA TERESA MARTINENGO
12
12
25/04/2015
TORINO
Il sabato del primo weekend di Ostensione, quasi per intero «miracolosamente»
sfuggito alla pioggia, registra il tutto esaurito, con una folla continua in attesa di
entrare nel percorso che porta alla Sindone e che spesso poi si sposta negli altri
luoghi della fede torinese, da Valdocco alla Consolata al Cottolengo. Decine i
pullman che hanno «scaricato» i pellegrini provenienti da tutta Italia e
numerosissimi anche gli arrivi da Spagna, Polonia, Svizzera. Fin da stamane l’afflusso ai Giardini Reali è stato imponente, ma senza lunghi
tempi d’attesa. «L’importante - dicono al Comitato - è rispettare le indicazioni
ricevute, presentandosi solo un quarto d’ora prima dell’orario della
prenotazione». Alle otto postazioni di controllo appena qualche rallentamento,
ma una volta all’interno del cammino verso la Cattedrale lo scorrimento
prosegue costante. Tra i pellegrini, una cinquantina di persone guidate dall’abate di Montevergine,
Avellino, l’abbazia dove la Sindone fu nascosta negli anni di guerra, un folto
gruppo di filippini residenti a Torino, seicento cristiani copti in arrivo da Milano
con dieci pullman. In visita, stamane, prima di essere ricevuta dal sindaco
Fassino, anche la vice presidente del Perù, Marisol Espinoza Cruz. «L’omaggio al
Santo Sudario è stato molto emozionante – ha spiegato all’uscita dal Duomo –
un’esperienza unica e molto speciale. Davanti al Telo ho pregato per la pace del
mio paese e per il suo benessere. Chiedo al Signore di proteggere la mia gente». Un giorno dedicato alla
Sindone
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Folla continua nel primo weekend di Ostensione - La Stampa
Duecento studenti su quattro pullman sono arrivati da Roma per contemplare la Sindone al seguito di monsignor Leonardo Leuzzi, responsabile della Pastorale universitaria della diocesi di Roma e cappellano di Montecitorio. Nella chiesa
della Santissima Annunziata monsignor Leuzzi ha poi presieduto la messa
concelebrata da don Luca Peyron, direttore della Pastorale universitaria della
diocesi di Torino. La celebrazione ha suggellato il gemellaggio tra la Pastorale
universitaria della diocesi di Roma e quella di Torino. Tra i giovani sfilati finora davanti alla Sindone - la notte scorsa il pellegrinaggio
della Notte Bianca della Fede si è concluso intorno alle 3,30 -, anche cento
studenti universitari cinesi guidati da don Giuseppe Chen, cappellano della
comunità cinese di Torino e don Luca Peyron. Per loro don Chen ha illustrato in
cinese le caratteristiche del Telo. Nel pomeriggio si è anche svolta, con grande successo di pubblico, la prima
rappresentazione della Passione di Sordevolo alle Torri Palatine, stasera alle 21 la
seconda e domani alle 16 l’ultima. Incessante anche il flusso dei pellegrini alla
penitenzierie nella chiesa dello Spirito Santo, in via Porta Palatina, e nella
cappella temporanea davanti al Duomo. Tra i confessori presenti in questo
week-end sono presenti numerosi sacerdoti stranieri studenti nei collegi romani.
In particolare padre Emanuel Emalù dell’Uganda, studente presso la Pontificia
Università della Santa Croce. «L’Uganda è terra di continui conflitti interni, in
particolare di persecuzioni ai cristiani - ha spiegato padre Emalù - Nel Volto e
nel corpo martoriato dell’Uomo della Sindone vediamo le sofferenze del nostro
popolo e dell’intera umanità». Guarda le immagini della giornata TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE
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PATHEOS
www.patheos.com
26/04/2015
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‘Marvel’s Daredevil’: I Really Like You, But We Need to Talk
*Segue il testo in originale
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‘Marvel’s Daredevil’: I Really Like You, But We Need to Talk
05/05/15 15.42
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‘Marvel’s Daredevil’: I Really Like You, But We Need to Talk
April 26, 2015(2015-04-26T14:59:09+00:00) by Kate O'Hare<http://www.patheos.com/blogs/kateohare/author/kohare/>
<http://wp.production.patheos.com/blogs/kateohare/files/2015/04/netflix-daredevil-marvelcharlie-cox.jpg>
In the course of a week, I powered through all 13 episodes of the Netflix Original series
“Marvel’s Daredevil,” based on the Marvel Comics character.
I seriously enjoyed it, but I do have a few bones to pick about the Catholic content. But
first, some background.
After seeing the five hours made available for press preview, I wrote a post called “How
Catholic IS ‘Marvel’s Daredevil’ on
Netflix?”<http://www.patheos.com/blogs/kateohare/2015/04/how-catholic-is-marvels-daredevilon-netflix/>
At that point, the answer was, “ only slightly more overtly Catholic than anything else on
TV.”
After seeing all 13, I can report that things changed.
If you haven’t seen it at all yet — all the episodes are available
here<http://www.netflix.com/WiMovie/80018294> — it centers on New York City lawyer
Matt Murdock, blinded by radioactive waste as a child, who uses his heightened senses
http://www.patheos.com/blogs/kateohare/2015/04/marvels-daredevil-i-really-like-you-but-we-need-to-talk/
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‘Marvel’s Daredevil’: I Really Like You, But We Need to Talk
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and his martial-arts skills to battle non-super bad guys in his beloved Hell’s Kitchen
neighborhood (which, in reality, has been transformed into trendy Chelsea).
Raised by his boxer father and then consigned to a Catholic orphanage after his father’s
early death, Murdock isn’t exactly a practicing Catholic, but he’s definitely a believer.
In that way, he’s rather like the actor who plays him, Brit Charlie Cox. Here’s a quote from
Cox in The Hollywood Reporter<http://www.hollywoodreporter.com/live-feed/daredevilscharlie-cox-becoming-a-787809>:
F
I grew up Catholic, and when you’ve grown up and these belief systems have been presented to
you at a young, impressionable age, I don’t know that you can shake them. Even if your
rational mind tells you something else, sometimes they’re so deeply ingrained that they are
with you for the rest of your life. Maybe that’s not true for everyone. Matt’s faith is quite strong
and he has come to rely on it — although at times it puts him in a difficult position because of
who he is and what he does and what he’s capable of. Part of his journey as a Catholic is to find
harmony around his religion and faith, as well as who he is as Daredevil. It’s a wonderful
dichotomy for an actor to play because it produces so much conflict and inner turmoil.
G
Cox also played Josemaria Escriva, the 20th Century Spanish saint and founder of Opus
Dei, in a 2011 movie called “There Be Dragons,”<http://www.imdb.com/title/tt1316616/>
directed by Roland Joffe. That required him to go on a retreat with the movie’s on-set
consultant, Father John Wauck, an Opus Dei priest
CatholicDigest.com posted a terrific interview with
Cox<http://www.catholicdigest.com/articles/people/q_and_a/2011/04-11/the-actor-and-thesaint> at the time, and you should read the whole thing, but here’s a taste:
F
I looked forward to spending that time listening to the priest talk about Jesus, or about his life,
or read from the Bible, and I enjoyed that time of sitting down and turning your phone off for
an hour, which we never do. I’ve always loved being in churches. I find them extraordinary.
And so I remember saying to Father John, I felt like part of this job was kind of a gift, you
know, in many ways, and I wanted to approach it with as open a mind as possible and reestablish some sort of faith that I hadn’t perhaps lost but wasn’t really doing anything about.
Having a relationship with God wasn’t something that I really could relate to, I don’t think. I
told people I believe (in God) because I grew up (that way) and I had taken my Holy
Communion and been Confirmed, but again, you do it at a relatively young age, often you don’t
really know what you’re doing.
G
To a Website called hosokinema.com<http://hosokinema.com/therebedragons1.html>, Cox
said:
F
http://www.patheos.com/blogs/kateohare/2015/04/marvels-daredevil-i-really-like-you-but-we-need-to-talk/
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UNIVERSITÀ NAVARRA
http://www.unav.es
27/04/2015
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Citazioni Università
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http://www.unav.edu/en/web/vida-universitaria/detalle-evento/-/detalle/agenda?
_detalleevento_WAR_agendaportlet_eventId=6384325&_detalleevento_WAR_a%E2%80%A6
La acción humanitaria de la Santa Sede durante la Primera Guerra Mundial
*Segue il testo in originale
- 35/42 -
28/4/2015
La acción humanitaria de la Santa Sede durante la Primera Guerra Mundial. Universidad de Navarra
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El papel educativo de la Filosofía
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28/4/2015
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El papel educativo de la Filosofía
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Pedagogía Filosofía
26/04/2015
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En una sociedad tan compleja como la actual, ser capaces de
pensar por nosotros mismos es una de las claves para aprender
a vivir, una buena vida o una vida buena, y esto es algo a lo que
la Filosofía nos puede ayudar. Aunque en algunos foros se
minimice el papel de la Filosofía en la formación del
ciudadano, su función educativa es innegable. La Filosofía
como Paideia ha sido el eje del XXII Congreso de la Facultad
de Filosofía de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz
https://canal.uned.es/mmobj/index/id/26117
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Congreso La filosofía...
Facultad de Educación...
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ACTON
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Letter from Rome: What is liberal morality?
*Segue il testo in originale
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30/04/2015
Letter from Rome: What is liberal morality?
04/05/15 17.11
Published on Acton Institute (http://www.acton.org)
Home > INTERNATIONAL > International Articles > Letter from Rome: What is liberal morality?
Letter from Rome: What is liberal morality?
April 30, 2015
by Kishore Jayabalan [1]
Dear friends of Istituto Acton,
Three recent events have made me reflect on a certain theme that should be of interest to religious-minded advocates of the free society. Or at least it
should be of interest if we wish to overcome the perceptions of religious believers as simple-minded fanatics and liberals as amoral libertines. This theme
can be posed as a question: what is liberal morality?
The three events were: 1) an interview [2] I gave to an Italian online publication in response to a French professor who claims that capitalism is the root
cause of gender theory and other cultural and social revolutions associated with liberalism; 2) a talk given by a German professor on "liberalism as an
attitude" at the European Students for Liberty [3] conference in Berlin last month; and 3) the controversy caused by the upcoming papal encyclical on
human ecology.
Now, I realize that the term "liberal" can mean many things, but let's assume that it describes those who, when considering political, social and economic
questions, give greater priority to individual freedom than to other goods such as equality, tradition or order. Liberty need not be the only consideration,
but it tends to be the dominant one. There are right-wing, moderate and left-wing liberals who disagree on different issues and may prefer another good in
a particular instance but none of them question the good of liberty as such.
In the wake of these three occurrences, I've been confronted with claims that certain liberal ideas or practices are now considered, by people I think would
call themselves liberals, to be immoral. Alain de Benoist [4] equates economic liberty with gender and sexual liberty and explicitly blames capitalism for
our general confusion about human nature: by legitimatizing selfishness, capitalism encourages us to overcome all limits, including those posed by our
male and female natures, and to obscure all ends or purposes. Liberalism means "anything goes" in all areas of life and leads to nihilism. Not being a
religious believer, however, he has no alternative to the human will as the basis for morality. (Perhaps he's not a liberal, but a Nietzschean [5]: man would
rather will nothingness than not will.)
Karen Horn [6] teaches the history of economic thought at Humboldt University in Berlin and has had sensible things to say about Adam Smith, as I
witnessed at a lecture [7] she gave some years ago at a Markets, Culture and Ethics seminar at the Pontifical University of the Holy Cross. I was therefore
unpleasantly surprised by her presentation on liberalism as an "attitude." The lack of thought or anything resembling an argument was evident, as she did
nothing but complain. Her targets included the founders of the United States for proclaiming "self-evident truths," (as opposed to the "values" of the
German constitution), Catholics who oppose same-sex "marriage" and want to imitate Al-Qaeda, capital punishment and life imprisonment, and "old men"
who ask her why she doesn't have any children. Stridently moralistic and judgmental about other people's moral beliefs, she ought to be nominated as the
schoolmarm of politically correct liberalism. Her gospel of dogmatic tolerance, a perfect example of the dictatorship of relativism [8], prompted stunned
students to ask "Who are these Al-Qaeda-like Catholics?" and "What would you do to punish pedophiles and Nazis?" Horn had no serious reply.
And finally there is the "sustainable development" crowd that is currently in Rome to discuss climate change and human dignity [9] at the Vatican. The
concept of sustainable development [10] has been on the United Nations agenda ever since the end of the Cold War. Communist and Third-World
nations used to continually beat up on capitalism (while living and working in Manhattan of all places!) with calls for a New International Economic
Order to, in essence, redistribute money and technology from the wealthy West to the rest of the world. The same now applies to sustainable development,
only with many Western nations now alleging that capitalism is economically, socially and especially environmentally damaging. Stop us before we make
everyone richer, healthier and safer, they seem to be pleading. The UN secretary-general called climate change "the defining issue of our time," urging a
transformation of "our thinking and our values." To what he did not say but it's clear he means away from capitalism and looks to Pope Francis as a great
ally in the cause.
No one in the sustainable development movement seems to recognize that the UN is comprised of member states, i.e. governments, who are the main
reason why there are still so many poor people in the world. Governments that deny basic property rights, the rule of law, and the freedom to trade
impoverish their people in order to maintain power and control. So why does anyone think these same governments have had some kind of moral
conversion to help the poor, when they can much more easily extort money from others, all in the name of some noble-sounding cause?
With "friends" like these, you can understand why I'm pessimistic about the future of liberalism. If our choices are nihilism, political correctness, and
UN-managed sustainable development, it may be time to start looking for new islands or planets to colonize. If God Himself was so disgusted with
humanity that He flooded the entire planet (there were no UN protocols to stop Him at the time), liberals can be allowed to despair as well. But once the
haze of discouragement lifts, what will they have to do to regain their confidence?
There are no easy answers, of course, but perhaps we can begin by identifying what to avoid: the extremes of moralism and cynicism. By moralism I mean
the tendency to turn every problem into a crisis of global proportions and those who disagree with one's policies into evil incarnate; by cynicism, the
temptation to think the only ways to succeed are by hook or crook, where we expect our politicians to lie, cheat and steal in order to win elections. Only a
corrupt society could make a show like House of Cards [11] about its own government - even if it is compelling television. We'll need to start taking
http://www.acton.org/print/6576
Pagina 1 di 2
Letter from Rome: What is liberal morality?
04/05/15 17.11
reality more seriously but also more confidently; in the words of Josef Pieper, citing St. Thomas Aquinas, we need to start recognizing the "truth of all
things [12]," true because they are actually known by the Creator and potentially knowable to us humans as well.
Some liberals may have thought they were throwing off the shackles of old-time religion in the name of reason and for moral purposes. Fair enough. But
they will also have to realize that human beings are religious and moral beings by nature, that if these aspects of human nature are suppressed in the name
of freedom, they will re-appear in different guise elsewhere.
As a convert to the Catholic faith, I like my religion and morality straight. I've already got a pope and a catechism to back them up, so I really don't need
to look to the UN or some trendy manifesto to give my life meaning or purpose. The theological and philosophical richness of the Catholic Church is
evident if not acceptable to all. For legitimate reasons, many liberals want to downplay religion and politics but neglecting them altogether is begging for
new gods and new Caesars to take their place. So who will be their Moses and where will be their Promised Land?
Kishore Jayabalan
Director
Source URL: http://www.acton.org/global/article/letter-rome-what-liberal-morality
Links:
[1] http://www.acton.org/about/staff/kishore-jayabalan
[2] http://www.acton.org/global/article/liberal-means-responsible%E2%80%99-interview-kishore-jayab-3
[3] http://esflc.org/
[4] http://en.wikipedia.org/wiki/Alain_de_Benoist
[5] http://en.wikipedia.org/wiki/On_the_Genealogy_of_Morality
[6] http://karenhorn.de/
[7] http://www.pusc.it/evento/2011/12/06/seminari-di-storia-del-pensiero-economico-e-fede-cristiana-mce-project
[8] http://www.vatican.va/gpII/documents/homily-pro-eligendo-pontifice_20050418_en.html
[9] http://www.bbc.co.uk/news/science-environment-32487874
[10] http://jeffsachs.org/category/topics/sustainable-development/
[11] http://en.wikipedia.org/wiki/House_of_Cards_%28U.S._TV_series%29
[12] http://www.amazon.com/Living-Truth-Josef-Pieper/dp/08987026
http://www.acton.org/print/6576
Pagina 2 di 2
ECONOMÍA Y NEGOCIOS
http://www.
economiaynegocios.cl/
25/04/2015
argomento
Interviste
http://www.economiaynegocios.cl/noticias/noticias.asp?id=141171
“No hay un limite etico a la ganancia si es honesta,
si se consigue trabajando sin robar, engañar o mentir”
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25/04/2015
EL MERCURIO - (STGO-CHILE)
12
NO HAY LIMITE ETICO A LA GANANCIA SI ES HONESTA, SI SE
CONSIGUE TRABAJANDO SIN ROBAR, ENGAÑAR O MENTIR
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NO HAY LIMITE ETICO A LA GANANCIA SI ES HONESTA, SI SE
CONSIGUE TRABAJANDO SIN ROBAR, ENGAÑAR O MENTIR
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NO HAY LIMITE ETICO A LA GANANCIA SI ES HONESTA, SI SE
CONSIGUE TRABAJANDO SIN ROBAR, ENGAÑAR O MENTIR
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NO HAY LIMITE ETICO A LA GANANCIA SI ES HONESTA, SI SE
CONSIGUE TRABAJANDO SIN ROBAR, ENGAÑAR O MENTIR
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NO HAY LIMITE ETICO A LA GANANCIA SI ES HONESTA, SI SE
CONSIGUE TRABAJANDO SIN ROBAR, ENGAÑAR O MENTIR
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Interviste
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"Casi todas las causas de nulidad son profundas tragedias y heridas
que las personas tienen que revivir"
*Segue il testo in originale
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27/4/2015
"Casi todas las causas de nulidad son profundas tragedias y heridas que las personas tienen que revivir" - Levante-EMV
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Entrevista | Héctor Franceschi
"Casi todas las causas de nulidad son profundas
tragedias y heridas que las personas tienen que
revivir"
«El Papa quiere reformar el proceso de nulidad y hacerlo más sencillo porque ve una gran injusticia que dure 7
años»
26.04.2015 | 04:15
Juez eclesiástico de nulidades matrimoniales, profesor de
la Universidad de la Santa Croce de Roma y sacerdote de la
prelatura del Opus Dei. Iba para abogado, pero con 29 años
sintió la llamada de dedicar su vida a Dios y se ordenó
sacerdote. Es una de las personas que más sabe del
matrimonio, tanto por su función docente como
especialista en Derecho Matrimonial como por las historias
que conoce de los solicitantes de la nulidad.
PILAR G. DEL BURGO | VALENCIA Realmente
usted está sentado en la boca del volcán
"Casi todas las causas de nulidad son profundas tragedias y
porque ser juez eclesiástico de las causas de
heridas que las personas tienen que revivir"
nulidad debe ser arduo y difícil.
Esa y también la otra, la de ser profesor de Derecho Matrimonial, que es una tarea apasionante. El
trabajo de juez es arduo y delicado porque uno tiene delante, no papeles, sino vidas. Y casi todas las
causas de nulidad son profundas tragedias, heridas profundas y que a veces las personas han tenido
que revivir para conocer la verdad de su situación, qué ocurrió con ese matrimonio que fracasó o si
era nulo, es decir no era verdadero matrimonio desde el principio. Un trabajo difícil porque muchas
veces, uno sufre viendo el sufrimiento de las personas.
La nulidad matrimonial tiene mala fama porque lo que nos llega es que solo se anulan los
matrimonios de la gente con mucho dinero y famosa .
Yo también me hacía la pregunta cuando empecé a estudiar Derecho Canónico; y cuando empecé a
ser juez basta tomar un libro, un volumen, el de las decisiones de la Rota romana que recoge todas las
sentencias de cada año. Uno empieza a estudiar los casos y sorprende mucho que en el 90 o 95 % se
trata de personas de clase media o baja las que han llegado hasta la Rota.
De gente normal, se refiere.
Le cito un un caso que tengo entre las manos: él es cargador en un depósito y ella, secretaria. No
tienen muchos medios, pero, ¿a quien le importa la nulidad o validez de ese matrimonio? A ellos y a su
entorno, ese matrimonio nunca llegará a los periódicos, solo aparecen los de los famosos: la princesa
de Mónaco, el cantante... y parece que la Rota romana, la Rota española o los tribunales eclesiásticos
solo se ocuparan de la nulidad de los matrimonios de los famosos. Basta ir a los hechos y uno se da
cuenta que es mentira. Prácticamente todas las causas son de gente común y muchos han pedido el
beneficio de pobreza porque no tienen medios. De hecho, la mayoría de causas las llevan abogados
que paga el tribunal, la persona aporta unos 500 euros. Así que no es una cuestión de dinero.
¿Cómo han evolucionado las causas de 2000 a 2014?
Sí, se nota que del año 2000 hasta ahora ha habido una caída.
¿A qué se debe?
No a que haya menos, sino a que hay una especie de desinterés y lejanía de la Iglesia y a muchas
personas no les interesa saber si su matrimonio era nulo o no, y por la extensión del divorcio, son
personas que se han alejado de Dios y dicen: ¿para qué? Pero muchas veces esas causas se dan
cuando la persona reencuentra la fe. La gran mayoría de los que acuden creen en la indisolubilidad y
quieren saber si el matrimonio no solo era fracaso, sino nulo, es decir, que fue siempre inexistente.
¿Cuántos son en el tribunal?
En el Vicariato de Roma que es en el que yo fallo y cubre toda la región del Lazio, de 20 a 25. En la
Rota romana que conoce causas de todo el mundo unos 22 o 23.
¿Una nulidad se tiene que pedir por las dos partes?
No, la puede pedir solo una parte y la otra dice: me someto a lo que diga el tribunal. A veces se opone,
pero la mayor parte se desinteresa. En la mayoría de las causas la otra parte se presenta a declarar.
La confrontación ayuda mucho a los jueces para arrojar luz sobre la verdad de los hechos.
¿Qué tiempo se tarda?
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27/4/2015
"Casi todas las causas de nulidad son profundas tragedias y heridas que las personas tienen que revivir" - Levante-EMV
El código dice que debería durar un año máximo la primera instancia y 6 meses, la segunda. No basta
que la primera diga es nulo, hay que mandarlo a la instancia superior que puede volver a estudiarlo
todo o confirmarlo. Hay muchos que lo cumplen, pero muchos que no, por falta de personal o porque
el tribunal no está bien constituido. Es una preocupación grande del papa Francisco y ha nombrado
una comisión que está estudiando la reforma del proceso para hacerlo más sencillo y más rápido. El
Papa ve como una gran injusticia que la causa dure seis o siete años.
¿Qué opina del Papa?
En una ocasión tuve la oportunidad de saludarlo personalmente y, sobre todo, me golpeó muchísimo
la cercanía a a las personas, como cuando saluda „yo estaba con otro profesor„, y cómo se detuvo
con nosotros y pidió específicamente, y eso muestra cómo es el Papa, que no hubiera nadie detrás de
el o al lado diciéndole a la gente que acabara ya, sino que se para con uno y es el mismo y está con
cada persona. Es muy cercano, muy metido en Dios, un auténtico pastor; dice lo que piensa, a veces
yendo contracorriente, a veces sobre algunos casos de matrimonio y familia y dice cosas muy duras,
muy claras. Es muy querido, es valiente y es un dolor de cabeza para los de la seguridad.
¿Qué le dijo el Papa?
Nos agradeció mucho que rezáramos por su hermana enferma y luego nos agarró las manos y
mirándonos nos pidió: «Por favor, recen por mí, recen por mí». Fueron solo dos minutos, pero muy
intensos.
¿Desde su posición detecta que hay una parte de la curia que no quiere al Papa?
Yo no lo diría así.Entender la iglesia con criterios solo humanos es casi imposible. ¿Que hay gente de
la curia que está nerviosa? Si, porque tienen un modo establecido, un «stylus curiae», de que las
cosas siempre se han hecho así y ahora, precisamente, está pensando la reforma de la curia. El papa
Francisco quiere claridad absoluta y eso a algunos les pone nerviosos.
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PALABRA
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Professori come
autori
Fe y matrimonio
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01/04/2015
IL NAVIGATORE CURIOSO
www.ilnavigatorecurioso.it
18/04/2015
argomento
Professori come
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Teologia Cristiana e vita extraterrestre (Prima parte)
*Segue il testo in originale
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20/4/2015
Teologia cristiana e vita extraterrestre (Prima parte) | Il Navigatore Curioso
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LUNEDÌ 20 APRILE 2015
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VITA EXTRATERRESTRE
TEOLOGIA CRISTIANA E VITA
EXTRATERRESTRE (PRIMA PARTE)
Presentiamo un interessante contributo offerto dal prof. Giuseppe Tanzella Nitti,
sacerdote e docente di Teologia fondamentale presso la Pontifica Università della Santa
Croce. Da sempre interessato al dialogo interdisciplinare tra scienza e fede, Tanzanella
Nitti è curatore del portale “Documentazione Interdisciplinare tra Scienza e Fede”. Ecco
la sua riflessione (divisa in due parti) sulle sfide della teologia cristiana di fronte alla
possibilità della vita extraterrestre (Prima Parte).
Sei in Categoria: Società, Vita Extraterrestre | Tags: civiltà extraterrestri, teologia
LA CONTROVERSA “BATTERIA DI BAGHDAD”
ERA UN DISPOSITIVO MEDICO?
IL GIGANTE DI ATACAMA: UN ALTRO
GEOGLIFO CHE SFIDA LA NOSTRA
COMPRENSIONE DEL PASSATO
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Il tema della presenza di vita, in
particolare di altre creature
intelligenti, in ambienti diversi da
quello terrestre, non ha mai
costituito uno speciale terreno di
speculazione teologica, né esistono
insegnamenti del magistero
ecclesiale in proposito.
La sacra Scrittura, pur
presentando l’azione di Dio ed i
suoi rapporti con l’umanità in un
contesto certamente cosmico, non
ne fa menzione.
Una pagina del vangelo di Giovanni, che alcuni autori amano citare come una
possibile eccezione: “e ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche
queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo
gregge ed un solo pastore” (Gv 10,16), resta certamente suggestiva, ma non
offre in realtà alcuna seria base di discussione esegetica in tal senso. I
riferimenti ad alcuni precedenti, storici o di dibattito teologico, non possono
essere pertanto che frammentari.
LA FISICA QUANTISTICA POTREBBE
SPIEGARE L’ESISTENZA DELL’ANIMA. LA
TEORIA QUANTISTICA DELLA COSCIENZA
IL SUPERVULCANO CHE POTREBBE
DISTRUGGERE IL GIAPPONE ENTRO UN
SECOLO
“LA VITA POTREBBE ESISTERE SU MARTE”:
L’ANALISI DI UN METEORITE DI 1,3 MILIARDI
DI ANNI FA SUGGERISCE CHE IL PIANETA
ROSSO È ANCORA ABITABILE
Cenni storici ai rapporti col pensiero cristiano
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20/4/2015
Teologia cristiana e vita extraterrestre (Prima parte) | Il Navigatore Curioso
Uno dei primi dati disponibili risale ad una
lettera di Papa Zaccaria (741-752), nella
quale si menziona che il presbitero Virgilio
stava insegnando una dottrina sulla
pluralità di mondi abitati.
Zaccaria non accettava l’idea che vi siano
abitanti agli antipodi, sulla luna o sul sole. Il
motivo dottrinale che soggiace ad un simile
richiamo è semplicemente quello evitare di
introdurre elementi di novità che, ponendo
in discussione l’unicità del genere umano,
renderebbero più complessa la
comprensione dei rapporti con Dio e con il peccato originale di quei viventi che
non fossero discendenti di Adamo.
LA DOPPIA APOCALISSE: C’È CHI MUORE DI
FAME E CHI DI TROPPO CIBO. RIDURRE IL
CONSUMO DI CARNE
Al contrario, secoli più tardi, allo scopo di proteggere la libertà e l’onnipotenza
del Creatore, il vescovo di Parigi Etienne Tempier condannò nel 1277 la
proposizione di tradizione aristotelica che negava alla Causa Prima la
possibilità di creare molti mondi, senza menzionare, tuttavia, nulla dei loro
possibili abitanti.
Alcuni anni prima, alla questione se esistessero molti mondi, Tommaso
d’Aquino (1224-1274) aveva dato risposta nella Summa theologiae dicendo che
ne esisteva uno solo. Ma il dibattito medievale sulla molteplicità dei mondi non
era direttamente utilizzabile per conoscere quale fosse la posizione della
teologia nei confronti della vita extraterrestre.
Il concetto di “molti mondi” non equivaleva infatti a ciò che noi intendiamo oggi
quando parliamo di diversi pianeti, eventualmente abitati. L’unità del mondo si
riferiva piuttosto all’unità dell’Universo.
Nel pensiero di Tommaso e di altri medievali, essa discendeva dall’unità del suo
Creatore e dall’unità della sua causalità finale esercitata su tutto ciò che esiste.
Nella citata quaestio, l’Aquinate associa infatti l’idea di una pluralità dei mondi
ai fautori del caso i quali, come Democrito, negavano una sapienza ordinatrice.
Il monito di Tempier, nel quale il concetto di mundus non coincideva totalmente
con l’uso fattone da Tommaso, intendeva essere solo un correttivo di carattere
accademico, piuttosto che un intervento ecclesiale in senso stretto, allo scopo
di mantenere inalterati i caratteri del Creatore, e ciò non tanto nella sfera del
reale, quanto in quella del possibile.
Il dibattito attorno al sistema eliocentrico non ebbe ripercussioni ufficiali sul
nostro tema. Alcuni ecclesiastici, manifestando in questo una loro opinione
personale, ritennero che ribassare la Terra alla stregua degli altri pianeti
avrebbe potuto condurre alcuni spiriti innovatori a spingersi ancor più in là, fino
ad ammettere anche in quelli degli abitanti, con le conseguenze che già aveva
intravisto papa Zaccaria nel secolo VIII. Lo manifestano così una lettera
dell’abate Giovanni Ciampoli inviata a Galileo il 28 febbraio 1615.
L’UMANITÀ STA DIVENTANDO SEMPRE PIÙ
STUPIDA? RISCHIAMO L’ERA “IDIOCRACY”
Tutto il secolo XVII risulta caratterizzato da
un generale atteggiamento di prudenza,
come dimostra anche il fatto che il libro di
Bernard le Bovier de Fontenelle, Entretiens
sur la pluralité des monds fu inizialmente
inserito, nel 1687, nell’Indice dei libri proibiti.
DOGGERLAND, L’ANTICO CUORE D’EUROPA
SOMMERSO DA UNO TSUNAMI
CATASTROFICO
Nel XVIII secolo il clima teologico pare cambiare. Non si offrono soluzioni per
risolvere o inquadrare i problemi dogmatici che la vita extraterrestre porrebbe
alla cristianità, ma il tema viene visto con maggiore apertura e senza speciali
timori, sottolineando in primo luogo la grandezza del Creatore e l’insondabilità
dei suoi piani sull’intero universo.
E SE IL CENTRO DELLA TERRA ESISTESSE
DAVVERO? L’AFFASCINANTE TEORIA DELLA
“TERRA CAVA”
L’apologetica inglese di tradizione anglicana offrirà in proposito una cerniera di
raccordo inserendo la possibilità di vita extraterrestre nella sua teologia
naturale (W. Derham, Astro-theology, London 1714).
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20/4/2015
Teologia cristiana e vita extraterrestre (Prima parte) | Il Navigatore Curioso
Maggiormente significativa sarà però la
reazione che molti autori cristiani avranno
nei confronti di un’opera di Thomas Paine
(1737-1809), The Age of Reason (1793), la
quale propugnerà per la prima volta, e in
modo diretto, una radicale incompatibilità fra
la religione cristiana e l’esistenza di vita
intelligente extraterrestre, la cui scoperta,
secondo Paine, condurrebbe inevitabilmente
a sconfessarla.
“Dovremo forse ammettere – affermava
ironicamente – che ogni mondo in una
illimitata creazione avrebbe un’Eva, una
mela, un serpente ed un redentore? In tal
caso, la persona che sarebbe
irriverentemente chiamata Figlio di Dio, e
talvolta Dio stesso, non potrebbe fare altra
cosa se non viaggiare da un mondo all’altro ripetendovi una successione
continua di morti, con a malapena qualche breve intervallo di vita”.
ECCO COME ESPLOREREMO I TUNNEL DEL
SOTTOSUOLO LUNARE
LA MISTERIOSA ESTINZIONE DEGLI
HARAPPA, LA CIVILTÀ DELLA VALLE
DELL’INDO CHE POTREBBE RISALIRE A 9000
ANNI FA
Non solo la critica di Paine non sarà condivisa da astronomi sinceramente
credenti e favorevoli ad un’ipotesi pluralista come furono T. Wright, J. Lambert
e lo stesso William Herschel, ma susciterà opere di teologi che intenderanno
confutarne le tesi, come in Scozia Thomas Chalmers (Astronomical Discourses,
1817) e negli Stati Uniti Timothy Dwight (Theology Explained and Defended in
a Series of Sermons, 1818). Ad essi si assocerà anche lo studioso scozzese
Thomas Dick (The Christian Philosopher, 1823).
A favore dell’ipotesi di una pluralità di mondi abitati si schiererà apertamente
nel XIX secolo l’opera teologica di Joseph Pohle “I mondi stellari ed i loro
abitanti” (1884), rieditata più volte per circa un ventennio.
Leggi anche:
Il Vaticano riunisce duecento astrobiologi per la ricerca dei “fratelli extraterrestri”
Il Vaticano sarebbe pronto a fare una dichiarazione sulla vita extraterrestre
Il Navigatore Curioso
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Essendo l’universo fisico così esteso ed essendo il fine della creazione dare
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gloria a Dio, se ne deduce che tale gloria debba essere tributata daIl Navigatore
tanti esseri
intelligenti disseminati per il cosmo e che, a differenza degli angeli che sono solo
spirituali, mantengano una relazione con l’universo materiale, come potrebbero
essere appunto gli abitatori di altri pianeti.
Una eco di questa conclusione la si ritroverà ancora nel più diffuso manuale di
teologia della metà del XX secolo (cfr. M. Schmaus, Katolische Dogmatik,
München 1957, vol. II, n. 109). La posizione di Pohle sarà condivisa da vari
scienziati suoi contemporanei, fra cui gli italiani Angelo Secchi e Francesco
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Denza, sacerdoti ed astronomi. (Leggi la seconda parte).
Proposta di lettura
I papi e la scienza nell’epoca contemporanea
Marcelo Sánchez Sorondo
[Disponibile su IBS] In questo volume sono raccolti i
discorsi sulla Scienza che i Papi hanno tenuto nel corso
degli ultimi cento anni.
Si tratta degli interventi che alla Pontificia Accademia delle
Scienze i Papi Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII,
Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno rivolto a
fisici, astrofisici, biologi, neurologi, medici, matematici e
altri studiosi, lì convenuti in rappresentanza delle principali
aree scientifiche e geografiche del mondo.
In aggiunta, sono presenti i discorsi che, dal 1994, Giovanni
Paolo II e Benedetto XVI hanno rivolto annualmente alla
nuova Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Le
Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali sono luoghi di dialogo
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Teologia cristiana e vita extraterrestre (Prima parte) | Il Navigatore Curioso
internazionale di altissimo profilo che raccolgono scienziati, economisti, sociologi, giuristi
senza alcuna discriminazione né religiosa né razziale.
I discorsi dei Papi qui riuniti ci danno il quadro dell’attenzione che i Pontefici hanno
riservato alle scienze e alle scienze sociali nel secolo scorso e all’inizio del nuovo
millennio. I discorsi dei Papi hanno un interesse sia per il lettore comune, sia per gli
specialisti e forniscono risposte ai nuovi bisogni e alle nuove sfide del mondo
contemporaneo.
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La fisica quantistica
potrebbe spiegare
l'esistenza dell'anima.
La Teoria Quantistica
della Coscienza
L'esperienza di
premorte di un
neurochirurgo: "Sono
stato in paradiso!"
Flottiglie di sonde
robotiche aliene
stanno già
osservando il nostro
Sistema Solare!
Le enigmatiche
esperienze di quasimorte: potrebbe la
morte essere solo
un'illusione?
Ma i Men in Black
esistono davvero?
Qualcuno monitora
l’attività aliena sul
nostro pianeta?
Il Vaticano sarebbe
pronto a fare una
dichiarazione sulla
vita extraterrestre
E se fossimo noi a
contattare gli alieni,
quali rischi ci
sarebbero?
È possibile rilevare
navi extraterrestri
che viaggiano a
velocità vicine a
quella della luce?
america precolombiana anomalie antica asia
antica europa antichi astronauti antichi romani antico egitto
antropologia astronomia atlantide biologia cambiamenti
alimentazione
climatici civiltà extraterrestri cosmologia cospirazioni economia
esobiologia esplorazione spaziale fisica quantistica geologia giganti
ison luna
luoghi misteriosi marte mass media medio oriente mesopotamia
mitologia nuova era glaciale oggetti fuori posto persone piramidi politica
salute sistema solare siti megalitici siti sommersi tecnologia teologia teorie
esotiche ufo vita dopo la morte zoologia
DISCLAIMER
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quanto pubblicato dai lettori nei
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questo blog sono tratte da internet
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IL NAVIGATORE CURIOSO
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autori
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TEOLOGIA CRISTIANA E VITA
EXTRATERRESTRE (SECONDA PARTE)
Ecco la seconda parte del contributo del prof. Giuseppe Tanzella-Nitti, sacerdote e
docente di Teologia fondamentale presso la Pontifica Università della Santa Croce. Da
sempre interessato al dialogo interdisciplinare tra scienza e fede, è curatore del
portaleDocumentazione Interdisciplinare tra Scienza e Fede. Di seguito un’ampia
riflessione sulle sfide della teologia cristiana di fronte alla possibilità della vita
extraterrestre (Seconda Parte)
NATURA
Sei in Categoria: Società, Vita Extraterrestre | Tags: civiltà extraterrestri, teologia
Olanda,
Greenpeace, ''Amo
SCOPERTO FREGIO MAYA ALL’INTERNO DI
UN’ANTICA PIRAMIDE: IL DOMINIO DELLA
‘DINASTIA SERPENTE’
LO SCUDO DEFLETTORE DELL’ASTRONAVE
ENTERPRISE SARÀ PRESTO REALTÀ!
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[Leggi la prima parte] La
letteratura teologica odierna,
ahimè, non dedica speciale
attenzione al nostro tema.
I VERI MARZIANI SIAMO NOI! LA VITA
POTREBBE PROVENIRE DAL PIANETA ROSSO
Nella manualistica sono presenti
fugaci richiami, solitamente nella
linea di una prudente apertura ad
una eventualità che, in fin dei conti,
resta sempre un evento fattuale e
non una deduzione teorica.
Oggigiorno il tema delle
implicazioni teologiche della vita
nel cosmo resta oggetto di conferenze e dibattiti, specie nei circoli intellettuali
interessati ai rapporti fra scienza e fede, non senza una certa ricaduta
sull’opinione pubblica, ma non è finora sfociato in lavori di particolare maturità
scientifica.
Il punto di partenza della maggior parte delle riflessioni teologiche resta in
fondo sempre quello di Joseph Pohle (1852 – 1922, docente di teologia
dogmatica): la grandezza e la gloria del Creatore sono compatibili con il dono
della vita e della vita intelligente nel cosmo, anche in numerosi ambienti diversi
dalla terra, sebbene non conosciamo quali siano i piani di Dio per queste
creature.
“L’UNIVERSO NON È ALL’ALTEZZA DELLE
NOSTRE ASPETTATIVE”: LA DELUSIONE
DEGLI ASTRONOMI DOPO AVER SCOPERTO
CHE L’UNIVERSO È PIATTO!
UN’INASPETTATA ATTIVITÀ NEL CERVELLO
IN COMA
Subito dopo si offre un chiarimento, rintracciabile già in tutte le opere degli
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Teologia cristiana e vita extraterrestre (Seconda parte) | Il Navigatore Curioso
autori che rispondevano alla critica di Thomas Paine: la redenzione dal peccato
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originale riguarda il genere umano e non può essere trasposta nella vita di altre
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creature.
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Ma alcuni si spingono più in là. Secondo Eric Lionel Mascall (1905 – 1993,
teologo anglo-cattolico) non vi sarebbero difficoltà ad ammettere la possibilità
di varie unioni ipostatiche (la compresenza della natura divina e della natura
umana, senza confusione, nè conflitto, tipica dell’essenza di Gesù Cristo) ove ciò
fosse ritenuto opportuno dalla volontà salvifica universale di Dio.
“ESPERIENZE FUORI DAL CORPO” (OBE): 3
STUDI SCIENTIFICI
La posizione di Kenneth Delano (Molti
mondi, uno solo Dio, 1977), interprete di una
prospettiva cattolica, si distingue per una
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notevole flessibilità. Dopo aver ricordato la
convenienza di associare alla grandezza di
Dio un creato assai più ricco di quanto si
possa a prima vista immaginare, segnala la
necessità di una genuina umiltà nei confronti
della trascendenza dei piani divini, che deve condurre ad evitare atteggiamenti
geocentrici o antropocentrici, rispettando il silenzio della Scrittura sul tema
della pluralità delle creature intelligenti nell’universo. Si sostiene che ciascuna
delle tre Persone divine potrebbe incarnarsi in qualsivoglia pianeta, non
ponendo alcuna limitazione ad ogni possibile storia di rivelazione e di salvezza.
Tale posizione sarebbe da preferirsi, secondo questo autore, ad una sorta di
teoria di un “Adamo cosmico”, nella quale il singolo atto redentivo di Cristo sulla
terra sarebbe applicabile all’intero universo, sebbene tale pluralismo redentivo
non impedisca, sempre secondo il nostro autore, di diffondere ad altri esseri
intelligenti il messaggio evangelico e l’amore avuto da Dio nei nostri confronti.
Riteniamo che le posizioni di Mascall e di Delano circa la possibile molteplicità
dell’incarnazione del Figlio o di altre Persone divine, finiscano però col
distanziarsi, come vedremo, da una comprensione cristiana della Rivelazione.
Se le precedenti considerazioni sottolineano la necessaria flessibilità da
mantenere in un tema come questo, la posizione di Charles Davis (1923 – 1999)
pare in proposito maggiormente definita. Partendo dal dato biblico della
centralità cosmica di Cristo nei confronti dell’intero universo materiale e della
sua capitalità su tutte le creature, incluso quelle angeliche, ne conclude che la
posizione teologicamente più corretta dovrebbe essere mantenere l’unicità
dell’unione ipostatica (assunzione della natura umana da parte della persona
divina del Figlio), avvenuta una sola volta e solo nel contesto dell’economia
salvifica terrestre.
Il privilegio che ne deriverebbe per la natura umana non sarebbe espressione di
antropocentrismo, ma conseguenza di un coerente cristocentrismo. Se la
centralità di Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, sul cosmo e sulla storia fosse un
mero effetto dell’orizzonte geocentrico presente nei modi di esprimersi della
Scrittura, la maggior parte della nostra comprensione teologica della creazione
e dei nostri rapporti con Dio in Cristo ne verrebbe inevitabilmente stravolta.
Lasciare inalterata la comprensione della capitalità di Cristo, Dio-uomo, in
“senso forte” vuol dire invece continuare a credere che l’incarnazione del Verbo
costituisca la maggiore comunicazione di Dio alla creazione, considerarla
ancora tale sullo sfondo di tutte le altre possibili creature, ed assumersene le
corrispondenti responsabilità.
Un universo dove, al contrario, fossero possibili molte incarnazioni del Verbo,
non sarebbe più un universo cristocentrico. Se questo accadesse come fatto
riconosciuto, se ne dovrebbe concludere che la nostra comprensione della
Rivelazione è stata finora largamente imprecisa ed ambigua.
L’UMANITÀ STA DIVENTANDO SEMPRE PIÙ
STUPIDA? RISCHIAMO L’ERA “IDIOCRACY”
LA MISTERIOSA ESTINZIONE DEGLI
HARAPPA, LA CIVILTÀ DELLA VALLE
DELL’INDO CHE POTREBBE RISALIRE A 9000
ANNI FA
E SE IL CENTRO DELLA TERRA ESISTESSE
DAVVERO? L’AFFASCINANTE TEORIA DELLA
“TERRA CAVA”
Il pensiero di Teilhard de Chardin (1881 – 1955, gesuita, filosofo e paleontologo
francese) condivide la comprensione della centralità di Cristo in senso forte, ma
ne sottolinea nel contempo l’azione di una terza natura “cosmica”, lasciando a
questa e non alla natura umana del Verbo, il compito di ricapitolare in Lui tutta
la creazione e tutti gli esseri che vi partecipano. Teilhard può così superare
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Teologia cristiana e vita extraterrestre (Seconda parte) | Il Navigatore Curioso
l’ostacolo dell’antropocentrismo, ma introduce un elemento estraneo al dogma
cristologico, che insegna invece la presenza di solo due nature, umana e divina,
nella persona increata del Verbo (Continua). [Leggi la prima parte].
Proposta di lettura
Gesù, gli ufo e gli alieni. L’intelligenza extraterrestre come sfida alla fede cristiana.
ECCO COME ESPLOREREMO I TUNNEL DEL
SOTTOSUOLO LUNARE
Armin Kreiner
[Disponibile su IBS] La probabilità che gli extraterrestri
esistano può essere controversa, ma questo non depone
affatto contro la possibilità della loro esistenza. Anche solo
questo offre un valido argomento per riflettere
teologicamente sulle conseguenze e le implicazioni di una
tale ipotesi.
Anche perché su ogni tradizione religiosa che non sia in
grado di rapportarsi all’esistenza di extraterrestri cade
inevitabilmente il sospetto che sia in qualche modo
superata. Tanto più grandi sono le sue difficoltà a questo
proposito, tanto più rischia di soffrirne la sua credibilità.
DOGGERLAND, L’ANTICO CUORE D’EUROPA
SOMMERSO DA UNO TSUNAMI
CATASTROFICO
Oltre che molto affascinante dal punto di vista intellettuale,
il problema cui si dedica Kreiner “possiede una sua
oggettiva rilevanza teologica che dipende, se non altro, dal fatto di essere potenzialmente
esplosiva per la teologia cristiana”.
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Primo contatto con
una specie aliena:
prima direttiva e
riflessioni etiche
“Gli alieni già vivono
in mezzo a noi”:
dichiarazione shock
dell'ex ministro degli
esteri cinese
L'affascinante teoria E se Dio fosse un
delle “Sfere di Dyson” matematico?
e le implicazioni nella
ricerca di civiltà
aliene
Nella mente
dell'alieno: la scienza
tenta di capire come
pensano gli
extraterrestri
Plato: il
Supertelescopio
dell'ESA troverà la
prima civiltà
extraterrestre entro
15 anni
Al vaglio degli esperti
il nuovo segnale
“WOW” rilevato dal
SETI: un radiofaro
alieno?
alimentazione
È possibile rilevare
navi extraterrestri
che viaggiano a
velocità vicine a
quella della luce?
america precolombiana anomalie antica asia
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Aprile 2015 - Pontificia Università della Santa Croce