kari
stu...
SOMMARIO
Tema mese
così vicini così lontani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4
Famosone
cambiare il mondo si può!. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
12
Tvb
se le piace la tua amica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
14
mai + “size zero”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
badge a scuola. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
vita da news. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
sogni di ricreazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
la bacheca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
blue&joy. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il mal dell’Africa
4
Vita da stu
18
24
25
28
30
Stile
sten e lo stencil. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
turn off tv . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
A & K. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
cool faces. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
32
36
38
40
12
Consumi
44
45
Recensioni Film. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
Eventi nazionali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
Eventi locali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
pc accesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
spirito libero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
chiedetelo allle stelle (non a me) . . . . . . 64
Recensioni libri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Recensioni CD . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Speciale
Play by multiPlayer.it. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
14
48
62
38
60
30
16
Parlarne apertamente evidentemente non è
facile, e le immagini di un continente devastato dalla fame e dalla povertà non sempre
riescono ad avere un commento adeguato e a suscitare in noi la giusta attenzione.
Il più delle volte i volti di quei bambini e
quelle donne ci inducono il gesto immediato semplicemente di cambiare canale o
su una rivista di girare pagina. Chi riesce a
guardare solitamente è chi poi decide di fare
qualcosa, il punto è allora come fare. Abbiamo sentito chi se ne intende e nella nostra
inchiesta a pagina 4 ti raccontiamo la storia e le parole di chi da tempo è impegnato
nella causa.
Cause buone sembrano essere ormai il primario interesse del divo dei divi Gorge Clooney che con i suoi film denuncia si scaglia
contro corruzione e sfruttamento salvo poi
essere testimonial pubblicitario di multinazionali, a chi gli ha domandato qualcosa in
proposito ha risposto: “Chiedo scusa, ma
bisogna pur guadagnarsi da vivere!”, tutta
l’intervista la puoi leggere a pagina 12.
Bene, bravo, bis se rimaniamo un po’ attoniti di fronte a ciò, restiamo altrettante sconcertati dalle sempre più avvincenti storie
d’amore dei nostri stu. Questo mese si parla
di un triangolo: quando lui si fidanza con lei
ma chiede sempre dell’amica… robba forte
a pagina 14!
Indagando indagando la vostra vita privata e
pubblica vi raccontiamo l’ennesima trovata
per controllarvi meglio e riportarvi all’ordine:
il badge a scuola è una realtà al liceo Cassini, l’inchiesta è a pagina 18.
Intervista super esclusiva per un tipo di
poche parole ma molto successo: la leggenda metropolitana Sten si racconta alla Tribu
ripercorrendo una carriera on the road che
l’ha portato da Trastevere ai muri di tutto il
mondo, l’articolo è a pagina 32.
Più ricche di recensioni, notizie, classifiche
le pagine dei consumi da pagina 44 e sempre più eventi nel calendarione del mese da
pagina 52.
Viva viva l’olio d’oliva
(non c’entra niente ma mi andava così)
Giulia Serventi Longhi
iltema
delmese
E’ una di quelle verità
che stanno lì, ineluttabili,
incancellabili, senza
soluzione. E’ una di quelle
realtà che però fanno
male. Le immagini che
raccontano di un’Africa
vicina perché dietro
l’angolo ma lontana anni
luce per condizione di vita
fanno effetto. Per il 46%
degli studenti sono un vero
e proprio pugno nello
stomaco. Abbiamo indagato
alcuni dei tanti problemi,
cercato di svelarne
qualche causa e tentato di
fornirvi una risposta alla
domanda delle domande:
“cosa fare?”
così vicini
così lontani
Di Giulia Serventi Longhi
Voltato l’angolo
Hanno fatto molto scalpore i dati diffusi qualche giorno
fa da tutti i media italiani circa la condizione di povertà in cui versano ben l’11% delle famiglie del nostro
paese. Ciclicamente emergono notizie sconcertarti sul
nostro sistema sanitario, errori che denotano delle falle
in un meccanismo però non del tutto da buttare. Non a
caso Michael Moore tempo fa a Roma per presentare
il suo ultimo film/documentario sulla sanità americana
voci
Desidero impegnarmi per Amref
e vorrei mettere a disposizione
per questo le mie competenze
professionali ed un po’ del mio
tempo. Grazie ancora per ciò
che fate in difesa della vita e della
dignità umana!
Marisa
Ho messo a disposizione il mio
tempo libero, la mia professionalità, il mio entusiasmo. Grazie
ha decantato i nostri ospedali pubblici.
Se è vero poi che con l’euro i prezzi dei beni
di consumo, anche primario, sono alle stelle e
tante famiglie oggi più di ieri non riescono ad
arrivare a fine mese, il “caso italiano”, parliamoci chiaro, non esiste. La nostra condizione sanitaria ed economica non è niente in confronto a
ciò che accade appena voltato l’angolo, anzi
appena oltrepassato quel mediterraneo che
visto da lontano è solo un fiumiciattolo: l’Africa
è lì, a pochi chilometri di traghetto dalla Sicilia,
eppure è lontanissima.
Sono immagini scioccanti quelle che a volte,
raramente per la verità, scorrono sugli schermi
delle nostre televisioni. Sono bambini e donne
ad AMREF l’Africa mi è venuta
incontro con una faccia nuova e
diversa che mi ha conquistato
Greta
Gli stu
Penso che l’ostacolo da abbattere prima di tutto sia l’ignoranza
sappiamo che le bambine a
13/15 hanno minimo 3 figli,se
invece di far figli le facessimo studiare non avrebbero tempo di far
i protagonisti di filmati che con la forza delle
immagini ci portano a casa problemi lontani anni luce dalla nostra realtà. “In molte zone
dell’Africa le condizioni igienico-sanitarie sono
disastrose: la causa principale è il mancato
accesso all’acqua pulita che è causa di malattie gravi come il colera, la malaria o la dissenteria. Basterebbe un po’ d’acqua pulita con cui
lavarsi il viso ogni giorno e una malattia come
il tracoma, che rende ciechi migliaia di bambini ogni anno, sarebbe debellata”, ci racconta
Francesco Aureli, direttore generale dell’Amref,
associazione in prima fila per il sostegno alle
popolazioni africane.
figli,quindi ci sarebbero un po più
soldi nelle famiglie e potrebbero
trovare lavori pagati nel limite
della decenza...no?
Shex
punto è ke nessuno si rende
conto di quello che si ha e di
quello che si ha in più rispetto
agli altri. non me ne rendo conto
io, nè tu ke stai leggendo. siamo
troppo ipocriti per farlo, siamo
troppo menefregisti.è questo che
si dovrebbe cambiare. e finkè
questo nn cambia, continuerà ad esistere un terzo mondo. ma il
terzo mondo nn è l’africa, il terzo
mondo è qui...il terzo mondo
sn i paesi sviluppati, dv la gente
cerca tutti i modi x sopraffare il
suo vicino+vicino... DOBBIAMO
CAMBIARE GENTE. ABBATTIAMO QUESTO MURO D’IPOCRISIA!
Moira
Perché tutto questo?
Lo shock, un vero e proprio senso di rigetto, ci
producono il gesto istintivo di cambiare canale.
Vediamo spesso donne disperate e bambini affamati ma i padri dove sono?
In guerra, a quanto pare. Una recente ricerca dal
titolo “Africa’s missing billions” rileva siano stati 23
i paesi africano coinvolti in guerre civili. Combattimenti che non solo hanno portato via dalla loro
terra le braccia forti ma che tra il 1990 e il 2005
son costati ben 284 miliardi di dollari (199,8
miliardi di euro) agli stessi paesi coinvolti.
Ma se in Africa non si mangia come fa a procurarsi
le armi? A questo, e non al cibo ci pensa l’Europa.
La stessa ricerca dice che ben il 95% delle armi
per l’Africa proviene dall’estero.
Una grande responsabilità quindi a carico dei
nostri governi che se con una mano armano le popolazioni africane con l’altra finanziano quelle associazioni a cui delegano
interamente il problema: “Quello che conta
è che un Paese non deleghi alle Ong o
altre associazioni, compiti che, se messi
in un programma di governo, andrebbero
portati a termine, rispettati e dimostrati”,
dichiara Valerio Mastandrea, tra i testimonial dell’Amref.
re semplici spettatori di un destino ineluttabile?
“Fondamentale è iniziare ad avere un approccio diverso nei confronti dell’Africa. Siamo ormai
abituati a pensare a questo continente solo
per le sue disgrazie, carestie, crisi umanitarie,
guerre fratricide, problemi alimentari, corruzione dei politici. Questi stereotipi portano a voltare
la testa dall’altra parte quando si parla d’Africa, a pensare, magari a malincuore: l’Africa non
ha nessuna speranza”, ci dice sempre Aureli.
“Dobbiamo cambiare il nostro punto di vista,
lasciando agli africani la possibilità di parlare: l’Africa ha delle ricchezze straordinarie, umane, naturali e artistiche. Bisogna valorizzare le potenzialità
dell’Africa e non esacerbarne i suoi drammi. Per
riassumere tutto questo in uno slogan potremmo
dire: abbatti i pregiudizi, scopri l’Africa!”, continua.
A rafforzare il concetto parla Valerio Mastandrea
che dice: “Ho paura che agli occhi di molti la
situazione Africana sia entrata a far parte dei ‘dati
di fatto’. Questa è la cosa più terribile. E la colpa
di questo va cercata nel tanto parlare e poco agire
delle istituzioni. La gente ha bisogno di poter credere che qualcosa si può fare e si fa”.
Ecco una prima cosa da fare allora: scoprire l’Africa. Sono due le mostre in corso in Italia che ci
potrebbero aiutare ad allargare i nostri orizzonti:
“Why africa?” alla Pinacoteca Giovanni e Marella
Agnelli al Lingotto di Torino (fino al 3 febbraio) e
il “Padiglione Africano” della Biennale di Venezia
fino al 21 novembre).
Aureli ci consiglia anche una lettura: “Il crollo”
di Chinua Achebe fino a “Stati Uniti d’Africa” di
Abdourahman Waberi”
Aiutare come?
Per l’Amref, associazione che proprio quest’anno compie 50 anni di vita
, fondamentale è: “raccogliere fondi
per sostenere i progetti in Africa: dalla
costruzione di scuole e fonti idriche alla
formazione del personale medico locale, dal recupero dei ragazzi di strada alla
vaccinazione di bambini vittime di malnutrizione e guerre civili”, dice Aureli.
“E’ provato che l’assistenzialismo fine a
se stesso non porta che a una risoluzione dei problemi solo momentanea. L’as-
Un approccio diverso
Ma cosa possiamo fare noi singoli cittadini per cambiare qualcosa, non esse-
Se oggi accadesse un fatto
importante in un Paese dall’altra
parte del mondo,noi tutti saremmo informati di ciò,grazie ai mass
media; ma se i media si disinteressassero del fatto (PERKE’ I
PETTEGOLEZZI E IL GOSSIP SU
ALBANO E LA LECCISO FANNO
+ ASCOLTO), per i restanti
6.000.000.000 di persone del
globo il fatto nn sarebbe mai
accaduto. Allo stesso modo,vale
per la fame e le guerre nel
mondo. Bisognerebbe mantenere l’interesse pubblico sempre
vigile sugli avvenimenti,non solo
catastrofici,che imperversano il
nostro modo.
blk
Combattere l’ignoranza
Il mondo è pieno di problemi
di numerevoli tematiche, uno
di questi è la fame e la povertà
che troviamo nel terzo mondo.
Sicuramente possiamo aiutare il
prossimo combattendo l’ignoranza, cercando di colmare le nostre
lacune sull’attualità; ma per chi ne
sente il bisogno e vuole andare
oltre le pagine dei giornali e le
parole consiglio un’esperienza di
volontariato o missionaria in un
Paese povero. A quel punto capirete che le parole non basteranno
per esprimere la realtà di questi
Paesi. Sono disposta a studiare
e portare fisicamente il mio aiuto,
anche solo un sorriso, a chi ne ha
sinceramente bisogno.
MA
Il compito di noi volontari è andare tra la gente per diffondere
un’idea nuova dell’Africa e della
cooperazione: così raccontiamo
cos’è e cosa fa AMREF
Veronica
TRIBU 209x309 suora
iltema
delmese
sistenza migliore che si può dare passa per
la formazione, il passaggio di tecnologia, di
know-how, di aiuto in loco affinché gli africani
per primi possano avere i mezzi per risolvere i
loro problemi senza aspettarli da fuori”, dichiara Neri Marcorè, altro testimonial dell’Amref.
Se l’Amref ci invita a partecipare informandoci:
“Il compito di noi volontari è andare tra la gente
per diffondere un’idea nuova dell’Africa e della
cooperazione”, ci dice Veronica 27 anni Napoli, volontaria Amref, altre associazioni vedono il
volontariato come un’attività più coinvolgente
che porti i giovani a contatto diretto con quella
realtà lontana. Mario Giuliani è uno studente
neo laureato all’Università degli Studi di Padova in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali specializzando in Politiche ed Istituzioni
per la Pace ed i Diritti Umani presso la Facoltà
di Scienze Politiche che ha svolto il periodo di
stage previsto dal suo corso di studi proprio
in Africa: “Ho deciso di fare del volontariato
più che altro perché è sempre stato un mio
sogno fin da bambino di poter andare in Africa
a fare qualcosa di concreto. Ho sempre voluto
fare il medico ma per due anni non ho superato il test di ammissione a Medicina e quindi
superata la delusione ho deciso di intraprendere una carriera che comunque fosse rivolta
al prossimo. Non ho mai concepito un’attività
lavorativa che avesse come fine il mero lucro o
la soddisfazione personale. Lo ritengo limitante, almeno per me”.
Inizialmente è stato difficile trovare qualche
Ong che aiutasse Marco a coronare il suo
sogno, poi ci ha pensato la Fondazione “aiutare i bambini” che dopo un corso di formazione
ha inviato Marco in Madagascar.
Aiutando a distanza o andando in loco l’importante per noi ( e per voi?) l’importante è
fare qualcosa.
Per diventare volontario
dell’Amref
puoi scrivere a:
[email protected]
se vuoi partire puoi candidarti contattando l’associazione “aiutare i bambini” a
[email protected]
Qualkosa ke possa aiutare veramenet le xsone bisognose,quindi
soldi ma anke oggetti cm vestiti
cibo e giokattoli,purtroppo non
credo e non penso ke i politici
o xsone “importanti”s muovino a fre qualkosa...loro stanno
bene(NOI stiamo bene)quindi
in 1 certo senso sn kose ke
nn c riguardano...hos emtto d
redere nella solidarietà delle
xsone....io cm singola xsona m
9-07-2007
14:17
Pagina 1
dati:
il 42% del Nord America. Solo
lo 0,8% della spesa pubblica è
destinato alla sanità nei paesi
poveri e solo il 2% degli investimenti in ricerca e sviluppo
nel mondo è destinato ad Aids,
malaria, infezioni respiratorie
acute, malattie diarroiche e
Tbc. Nei paesi con reddito
particolarmente basso, i medici
presenti sono meno della metà
di quelli rilevati nei paesi a reddito più elevato: si contano 59
medici per 100.000 abitanti in
Sudafrica, 58 in Cambogia, 48
in India, 52 in Pakistan, contro
i 252 in media nei paesi ad alto
reddito.
Il sottosviluppo e la povertà nei
paesi poveri non solo contribuiscono alla diffusione delle
epidemie, ma sono anche tra i
principali responsabili dell’abbassamento della speranza di
vita.
Ogni anno nel mondo muoiono
circa 17 milioni di persone a
causa di malattie infettive e
deficienze nutrizionali
Il 43% dei decessi avviene nei paesi più poveri
del globo. Il primato per il maggior numero di
morti spetta alle infezioni respiratorie (che, nel
1999, hanno ucciso 4.039.000 persone) e, al
secondo posto, all’Aids.
Oggi nel mondo circa 36.100.000 persone
convivono con il virus Hiv e solo nel 2000
ci sono stati 5.300.000 nuovi infetti. Nella
sola Africa sub-sahariana sono concentrati
25.300.000 malati.
L’emergenza sanitaria nel mondo meno sviluppato è associata alla povertà e alle cattive condizioni igieniche, ma soprattutto alla carenza
dei servizi sanitari. Nei paesi in via di sviluppo,
più del 75% della popolazione mondiale ha a
disposizione solo il 15% dei farmaci prodotti
nel mondo. L’Africa, in particolare assorbe solo
l’1% delle vendite mondiali dei farmaci, contro
impegnero ad iautare le xsone
bisognose enza xo rivolgermi ad
adsociacioni o ai mass media ke
risolvono veramente poko,....se
tutt facessimo ognni gg davvero
poko magari FORSE le cs cambierebbero
Ste
Io volevo portare un’ esperienza
che ho fatto lo scorso anno.
Ho passato quasi due mesi in
Entro il 2005 in Sudafrica si
stima che la speranza di vita
dovrebbe scendere da 47 a
42 anni, a 40 anni in Burundi, Sierra Leone e
Ruanda, a 39 anni in Malawi, a 38 nello Swaziland e nel Mozambico, a 36 nel Botswana.
Per quanto riguarda i farmaci, al problema
della disponibilità si aggiunge quello dei costi
differenziati e quello delle contraffazioni: il costo
di una terapia antiretrovirale in Usa è di 15.000
dollari annui, in Kenia di 7.300 dollari annui,
mentre in Brasile di 200 dollari annui e in Tailandia di 255 dollari annui; il 10% dei farmaci in
Africa, secondo l’Oms, è “falso”, con punte del
50-60%.
Una politica a favore delle vaccinazioni migliorerebbe la situazione. È stato stimato che
le vaccinazioni diminuiscono di centinaia di
migliaia di casi la possibilità di contrarre numerosi virus: 888.000 bambini non si ammalerebbero di morbillo, 346.000 di pertosse, e
215.000 di tetano neonatale; si conterebbero
900.000 malati di epatite B in meno e ci sarebbero 400.000 casi in meno di influenza,
Dati Censis
Marocco. Sono andata li con
un associazioni di Volontariato
umanitario. Io faccio nella mia
città la volontaria in un asilo
nido dove sono ospitati bambini
extracomunitari, già da quasi
due anni, così mi sono fatta un
po’ esperienza. Poi sono partita
per andare a tenere i bimbi in un
centro mentre i genitori stavano
al lavoro o a scuola ( perchè li
fanno anche opere di alfabetizza-
zione ). Ho fatto un po’ di vaccini,
una ripassata al mio francese
scolastico...e sono partita per
una delle esperienza più belle
della mia vita, alla fine dopo che
tenevo i bambini davo una mano
anche ai genitori...Lo rifarei..lo
rifarò, forse...Cmq trovo che si
possa fare molto al lato pratico, e
non si perde nulla...anzi si acquista qualcosa
sara
THE AXE EFFECT.
iltema
delmese
Testimonianza di Mario Giuliani
UN GIORNO TUTTO
ANDRA’ MEGLIO
dal diario di Mario Giuliani, volontario in Madagascar
“Ed eccomi qui come promesso.
Sono passati alcuni giorni. Ho visto i
bambini. Ho ancora nel cuore tutta quest’enormità di emozioni, ma andiamo
per gradi. Le suore francescane che ci
ospitano possiedono qui in Madagascar
più di una sede. Noi ci troviamo nella
casa centrale in capitale.
In questi giorni abbiamo viaggiato
molto. Il primo impatto forte è stato il 15
dicembre, alla scuola di Ahipahimanga. Un grande cortile, una chiesa, una
scuola: qui tutto ha il colore della terra
vulcanica. Essa dà il cibo, le case, la
vita e la morte. Sembra tutto surreale.
I bimbi ci guardano curiosi ma quasi
impauriti. Non proferiscono parola, un
silenzio quasi inquietante. Non sono abituati a vedere il nostro colore della pelle.
L’imbarazzo dura poco però. Basta che
giunga l’ora della ricreazione ed eccoci
sommersi da un mare di 400 bambini, piccoli, scherzosi, gioiosi e con
dei sorrisi infiniti. La paura a poco
a poco si trasforma in risate. Sono
favolosi, cantano, ridono, giocano,
scherzano con noi, cercano di catturare
la nostra attenzione, uno sguardo, una
parola. Non riesco a smettere di fotografarli, quasi volessi catturare questo
momento per non lasciarlo più andare
via. Sono pervaso da una tenerezza
immensa.
BAMBINI CON NULLA
Come in un lampo ci ritroviamo soli in un
grande cortile vuoto. Loro sono tornati a
scuola, forse non hanno piena coscienza del perché debbano stare seduti
dietro un banco a studiare, però lo
fanno, quasi intuissero che questa per
loro è una grande opportunità. Sono
bambini con nulla. Mangiano una
volta al giorno grazie all’intervento
di persone che credono nel loro
futuro. Una grande sala, 400 bambini,
400 piatti di riso e fagioli. Le panche di
legno grezzo, le tavolate e loro. Alcuni
mangiano in piedi: non ci sono posti
a sufficienza per tutti, ma non ho visto
nessuno lamentarsi.
Sarodroa: solo cielo e montagne
E’ giunto il grande giorno della visita a Sarodroa: un villaggio disperso tra le montagne
del Madagascar, a 2.887 metri di altezza.
Sette ore di cammino a piedi da Ahipahimanga circa 4 in macchina se possibile
andarci.
Sveglia alle 3. Si parte. Ben presto il paesaggio diventa lunare. La strada di terra
rossa lascia il posto a terra nera e rocciosa.
Siamo carichi. 6 persone nell’abitacolo, 5
nel cassone. Ci arrampichiamo su sentieri che presto lasciano il posto a nulla.
Nessuna strada, niente di niente, solo
cielo e montagne.
UN BENVENUTO SINCERO
La vista si apre verso poche case in muratura e le molte tane scavate nella terra dove
la gente vive. Ed ecco si intravedono
in lontananza due strisce blu. Sono i
bambini sui 2 lati della strada, tutti in
fila, tutti ordinati. Ci attendono mentre un
gruppo di locali suona i flauti e canta per
noi. Scendiamo dalla macchina, imbarazzati, stanchi, emozionati. La gente ci viene
incontro, ci sorride, ci stringe la mano ed i
bambini sempre lì, immobili. Non ho mai
ricevuto un benvenuto così sincero,
così vero, così forte. Non ce lo meritiamo, non io almeno. Ubriachi di tutto ciò
camminiamo verso la sala polivalente, verso
il centro del villaggio. Camminiamo attraverso il corridoio fatto dalle divise blu dei bambini. Ci accompagnano in un piazzale di
terra. Intonano l’inno nazionale, rispettano
l’alza bandiera malgascio. Il capo villaggio
si presenta. Un uomo anziano al quale non
è possibile dare un’età, timido impacciato.
Vestito per l’occasione con una giacca
lunga sdrucita, una camicia bianca sporca, sandali che per noi sarebbero già nella
spazzatura da tempo ma che per lui sono le
scarpe delle grandi occasioni. I rappresentanti della comunità ci ringraziano per quello
che è stato fatto per loro e per i loro figli.
RICONOSCENZA INFINITA
Sono stato male a vedere tutto questo. In
fondo sono solo uno studente di 25 anni
che non ha nulla da insegnare a queste
persone ma sono stato accolto come
il papa. L’incredibile è però altro. Per
dimostrare la loro riconoscenza infinita, pur
essendo le persone più povere che io abbia
mai visto ma anche immaginato, ci hanno
offerto in dono le loro patate, le loro galline,
i frutti del loro lavoro, magari privandosene
loro stessi. Privandosi di quel nulla che già
hanno. Ma l’hanno fatto col cuore.
DONI OCCIDENTALI
Prima di partire, in Fondazione mi hanno
dato delle lettere scritte dai sostenitori
a distanza da consegnare ai bambini.
Ero contento di poter fare questo. Di poter
portare queste parole, tutti quei bigliettini
ai bambini, ma non avevo ancora fatto i
conti con il momento della consegna. Ed
eccoli, in fila, ad aspettare. Non sorridono,
sembrano tristi, ma sono solo imbarazzati
e timorosi di quello che noi Vasà stiamo per
fare. Ho portato foto, bigliettini di auguri
sonori, qualche penna, tante lettere. Per noi
poca cosa, ma per loro? Questi bambini
non si sono mai visti in uno specchio
come possono interpretare un pezzo di
carta che suona? Piedi nudi, occhi bassi,
vestiti sudici, ascoltano uno per uno la
traduzione di Soeur Marie in malgascio del
contenuto delle lettere. In silenzio porgono
le mani con i palmi rivolti verso l’alto a cucchiaio e prendono i nostri doni occidentali.
SE FOSSE STATO MIO FIGLIO?
Ho trattenuto le lacrime ma ho fatto tanta
fatica, tanta, mi sono vergognato dai capelli
fino ai piedi. Avrei voluto abbracciare
quei grandi occhi e dirgli che un giorno
tutto andrà meglio e di non aver paura.
Ma come? Poche persone capiranno tutte
queste parole, ma non posso nemmeno
pretendere lo facciano. Troviamo mille giustificazioni alla condizione di questi bambini,
culturali, economiche e chi più ne ha più ne
metta, ma non siamo in grado di ammettere
che in parte è anche colpa nostra, della
totale mancanza di coscienza umanitaria
che pervade il nostro mondo. Io però una
domanda me la sono fatta: se uno di quei
bambini fosse stato mio figlio, avrei
ancora cercato di dare delle giustificazioni per cercare di lavarmi la coscienza? No”.
10
intervista a:
Francesco aureli
Come e quando nasce l’associazione
AMREF?
AMREF è stata fondata nel 1957 a Nairobi,
in Kenya, da Michael Wood, un chirurgo
inglese appassionato di Africa e di volo. Con
il suo aereo, volava nelle zone rurali dell’Africa
orientale per portare assistenza sanitaria alle
popolazioni non raggiunte dal servizio sanitario
locale.
Di cosa si occupa oggi?
Oggi AMREF gestisce 140 progetti di sviluppo
in 22 paesi africani. La nostra mission, “con
l’Africa per la salute dell’Africa”, racchiude la
filosofia del nostro lavoro: attraverso la partecipazione attiva delle comunità locali, l’obiettivo
di AMREF è aiutare lo sviluppo sanitario e
sociale delle popolazioni più povere. Ogni
problema sanitario in Africa è espressione di
un degrado economico, sociale e ambientale:
dalla lotta all’epidemia di hiv/aids, allo sforzo di
portare fonti d’acqua pulita a tante popolazioni
rurali e urbane ormai a secco, fino all’impegno
con i ragazzi di strada delle grandi baraccopoli.
Il messaggio di AMREF è che salute per l’Africa significa sviluppo in piena autonomia.
Come (se lo è) cambiata la sua attività nel
corso di questi 50 anni di attività?
AMREF è nata come una piccola fondazione
creata da chirurghi occidentali. In 50 anni è
diventata la più grande organizzazione sanitaria africana non profit. L’unicità di AMREF
risiede nel suo essere un’organizzazione
pienamente “africana”, che impiega oltre 700
persone, il 97% delle quali africane. Quasi tutti
i progetti fanno capo ad esperti locali, medici,
ingegneri idrici, assistenti sociali in gran parte
provenienti dalle stesse comunità disagiate
che beneficiano dei programmi di sviluppo.
Riesce a raccontarci qualcosa della cultura africana e come si allontana dalla
nostra, e come invece possiamo sentirla
vicina alla nostra?
Più che di “una cultura africana” sarebbe
giusto parlare di centinaia di culture, lingue e
tradizioni molto diverse tra loro. Sentirsi vicini
all’Africa significa innanzitutto riconoscere
questa pluralità di culture che non sono solo
vestigia del passato. Al contrario, nel cuore
delle comunità africane con cui AMREF lavora
si nasconde spesso un modo molto moderno
di vedere le cose: penso ad esempio all’idea di
comunanza e di solidarietà reciproca, principio
incrollabile di tutte le civiltà africane, che oggi è
la base di sistemi di vita e di lavoro “informali”,
creati spontaneamente dove non esiste un
intervento pubblico. Da questo modo di vivere
in comunità noi occidentali possiamo imparare
moltissimo, magari ascoltando con più attenzione le sue espressioni culturali, leggendo i
suoi scrittori o ascoltando i suoi musicisti.
Qual è la reale situazione igienico-sanitaria in Africa? Quanto influisce nelle
problematiche legate alla salute in Africa
la particolare concezione di malattia e
salute esistente in questo continente?
In molte zone dell’Africa le condizioni igienicosanitarie sono disastrose: la causa principale
è il mancato accesso ad acqua pulita che
è causa di malattie gravi come il colera, la
malaria o la dissenteria. Basterebbe un po’
d’acqua pulita con cui lavarsi il viso ogni giorno
e una malattia come il tracoma, che rende
ciechi migliaia di bambini ogni anno, sarebbe
debellata. Certo, la salute e la malattia in Africa
hanno un valore diverso: le religioni tradizionali
vivono la malattia come un’infrazione, come
una rottura di quell’ordine cosmico che unisce
uomo e natura da cui dipende il concetto di
salute: un concetto olistico, non solo fisico,
che coinvolge ogni aspetto della vita di una
persona. Queste convinzioni sono molto
radicate, e AMREF ha scelto di conciliarle con
la medicina moderna attraverso una piena
collaborazione con i guaritori tradizionali, che
costituiscono ancora il punto di riferimento per
la maggior parte degli africani.
Quali sono gli altri principali problemi di
quest’area così lontana? Istruzione, urbanizzazione?
Il mancato accesso ad un’istruzione adeguata
impedisce a migliaia di bambini di costruirsi un
buon futuro. Le cause sono diverse: la povertà innanzitutto, che spinge molti bambini nel
pericoloso mondo del lavoro minorile, e poi le
malattie, prima tra tutte l’aids che colpisce le
famiglie ma anche gli insegnanti, fino a rendere
insostenibile l’attività didattica.
L’urbanizzazione è un altro grande tema: dalle
campagne milioni di persone migrano verso
le megalopoli africane con l’illusione di trovare
un buon lavoro e vivere meglio. Spesso però
questo sogno si infrange: oltre il 70% degli abitanti delle città africane vive nelle baraccopoli,
sacche di miseria e disagio che crescono di
giorno in giorno.
Cosa significa portare salute in Africa?
Come si esplica la funzione dell’AMREF
in Africa?
Non significa regalare medicinali o allestire
ospedali da campo in zone di crisi: queste
sono attività imprescindibili, ci mancherebbe,
però un’organizzazione come AMREF lavora a
lungo termine, e preferisce formare personale
locale che sarà poi in grado di assistere in
autonomia la propria gente. La formazione di
Community Health Workers, operatori sanitari
di comunità, cioè persone che non hanno
studiato medicina ma possono apprendere
norme di base e intervenire anche in casi non
troppo complessi, è la chiave di volta per
colmare il gap che separa la popolazione più
debole da un’adeguata assistenza sanitaria. Il
lavoro di formazione di AMREF per ricostruire
un sistema sanitario in Sud Sudan è un buon
esempio di questo approccio.
Come è possibile avvicinare la popolazione italiana, magari partendo dai più
giovani, ai problemi del terzo mondo e in
questo caso dell’Africa?
Fondamentale è iniziare ad avere un approccio
diverso nei confronti dell’Africa. Siamo ormai
abituati a pensare a questo continente solo
per le sue disgrazie – carestie, crisi umanitarie,
guerre fratricide, problemi alimentari, corruzione dei politici. Questi stereotipi portano a
voltare la testa dall’altra parte quando si parla
d’Africa, a pensare, magari a malincuore: l’Africa non ha nessuna speranza. Forse qualcuno
accompagna questo riconoscimento con una
donazione a qualche organizzazione, ma non
basta. Dobbiamo cambiare il nostro punto
di vista, lasciando agli africani la possibilità di
parlare: l’Africa ha delle ricchezze straordinarie,
umane, naturali e artistiche. Bisogna valorizzare le potenzialità dell’Africa e non esacerbarne
i suoi drammi. Per riassumere tutto questo in
uno slogan potremmo dire: abbatti i pregiudizi,
scopri l’Africa!
Cosa può fare un ragazzo, uno studente,
un lettore di Tribu per partecipare e rendersi utile alla causa?
Può fare un sacco di cose e AMREF lancia
tante iniziative per sensibilizzare i giovani sulle
tematiche dell’Africa. Innanzitutto può informarsi e più in generale prestare attenzione a
quanto accade in Africa andando oltre quelle
poche notizie che i nostri media lasciano filtrare. A breve il nostro sito ospiterà una sezione
speciale dedicata all’informazione sull’Africa.
Può studiare storia e religioni africane, leggere la sua letteratura, da un classico come
“Il crollo” di Chinua Achebe fino a “Stati Uniti
d’Africa” di Abdourahman Waberi. Fondamentale è raccogliere fondi per sostenere i progetti
in Africa: dalla costruzione di scuole e fonti
idriche alla formazione del personale medico
locale, dal recupero dei ragazzi di strada alla
vaccinazione di bambini vittime di malnutrizione e guerre civili.
Sul sito www.amref.it ci sono tutti i modi per
aiutare AMREF: donare, attivarsi in prima
persona – magari diventando “Volontario
AMREF”, potrebbe essere l’inizio di un percorso professionale nel mondo della cooperazione. E poi, ancora, può parlare di noi, far circolare il nostro materiale informativo, convincere
parenti e amici a sostenere i nostri progetti.
Insomma, in tre azioni: donare, lasciarsi coinvolgere, passare parola!
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CHI é:
CAMBIARE
IL MONDO
SI PUò!
GEORGE
CLOONEY:
Cinema impegnato, quasi un’ossessione per la verità: Clooney
sembra votato a smuovere le coscienze ma quando si tratta
si se stesso barcolla, a chi lo critica risponde: “bisogna pur
guadagnarsi da vivere”
Di Claudia Catalli
Abbiamo incontrato George Clooney
alla Mostra del Cinema di Venezia, prima dello
spiacevole incidente a bordo di una moto, per
cui è stato recentemente ricoverato in ospedale insieme alla sua bella (Sarah Larson,
vent’anni più giovane). Abbiamo assistito,
quindi, alla sua gaffes clamorosa, avvenuta durante la conferenza stampa di “Michael
Clayton”, film di Tony Gilroy dove il bel George
interpreta il protagonista, ovvero un avvocato spregiudicato, abituato a falsificare o ricostruire per intero la verità, almeno fin quando
non decide di schierarsi contro una delle tante
multinazionali corrotte che giocano sporco…
Una giornalista si alza e gli chiede come mai
abbia accettato questo ruolo, visto che nella
realtà è testimonial per una multinazionale
come la “Nexpress”. Ecco la (mancata) risposta del divo: “Chiedo scusa, ma bisogna pur
guadagnarsi da vivere! E poi questa domanda
è irriverente e non rispondo”.
Un bel caratterino, insomma, unito però ad
una fervida mente. Per questo decidiamo di
fargli domande meno provocatorie, ma più
tese a scoprire cosa pensi del mondo e del
cinema uno degli attori più famosi ed acclamati del pianeta.
Ne esce fuori il profilo di un personaggio tutt’altro che glamour, convinto sostenitore del
suo lavoro nel mondo dello spettacolo e promotore della tesi, un po’ utopistica, un po’
ottimistica, che il cinema può/potrebbe/potrà
cambiare realmente il mondo in cui viviamo.
“Syriana”, “Good Night and Good Luck” e
adesso “Michael Clayton”, sono dimostrazioni
evidenti di una concezione di cinema impegnato, incentrato su una sorta di ossessione
nei confronti della verità. Un’ossessione che
scaturisce da una delusione politica, come lui
stesso non esita a confessare: “Posso dichiararmi politicamente frustrato, vivo in un paese
in cui molta, troppa gente è insoddisfatta della
situazione che abbiamo. Comunque resta
il fatto che Hollywood può e deve esserne
consapevole: può davvero cambiare le cose,
secondo me. Del resto anche in passato il
cinema è stato usato per fini politici, dall’ambito della politica estera alla guerra, al razzismo… è innegabile che la settima arte abbia
contribuito a modificare la società”.
Un cinema che sia in grado di far riflettere e
smuovere coscienze, quello ricercato da
George Clooney, sia come attore che come
regista. Dopo essersi presentato come “grande appassionato dei film di genere degli anni
’70” ha voluto, infatti, rimarcare il concetto
chiave della sua carriera professionale degli
ultimi anni, ribadendo che “ritengo più importanti in assoluto quei film che riguardano la
rilevanza della verità, soprattutto a seguito di
ciò che è successo negli ultimi anni”.
Senza mollare la presa, continuando a tentare
di capire cosa si celi dietro l’icona Clooney, gli
chiediamo quali cambiamenti ha notato rispetto a ieri, in cosa è cambiato il modo di fare film
di un certo tipo, figli di un impegno civico e
politico forti. Ecco come ci risponde: “Ora
è più facile: il 70% dei paesi è contrario alla
guerra, non ci vuole tanto coraggio per portare una tematica del genere sul grande scher-
mo. Ce ne voleva magari nel 2003, quando
abbiamo girato “Syriana” e “Good night and
good luck”, per cui fui additato persino come
un traditore dal mio paese”.
Come si intuisce già da queste parole, George
Clooney non si può certo annoverare fra quegli
americani che amano la “patria” tanto ciecamente da non accorgersi dei suoi errori e punti
deboli.
Il suo è, piuttosto, un amore critico, ragionevole, pronto a denunciare facili rimedi:“La verità è
che oggi stiamo cercando di mettere le pezze
sugli sbagli del passato, in questo noi americani siamo sempre bravissimi. E c’è anche da
dire che al giorno d’oggi il capitalismo viene
confuso con la democrazia”, oltre che accostare ogni circostanza problematica politica
con la sua idea di cinema orientato alla ricerca della verità. Senza risparmiare, ovviamente,
il sistema degli Studios: “Anche per quanto
riguarda gli Studios è così, ma sono convinto
che si possa aggirarne il problema, sebbene i
ricchi siano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, per non parlare della classe
media che non esiste più. Il punto è che noi,
con i nostri film, riflettiamo la società: succede
una cosa? Bene, passano due anni prima che
ne esca il film. La sceneggiatura di quest’ultimo, ad esempio (“Michael Clayton”- N.d.R.),
è stata scritta prima dell’11 settembre, ben
sette anni fa”. Del suo ultimo film, che lo vede
nei panni di un avvocato senza scrupoli che
“magari una decina di anni fa sarebbe stato il
cattivo, mentre qui c’è una redenzione molto
importante”, si dichiara soddisfatto e non fa
che elargire complimenti al regista, il famoso
sceneggiatore Tony Gilroy alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa: “La cosa
fondamentale è sempre avere accanto un regista bravo, ne sono convinto. Il 95% degli attori
onesti direbbe che se il film è ben scritto e ben
diretto, poco è merito loro. Io posso dirvi che
hanno voluto togliere al mio personaggio ogni
traccia di glamour ed è difficile riuscirci quando
un attore è famoso, anche se io, a dirla tutta,
sto diventando vecchio, ‘molto vecchio’ (lo
dice, ridendo, in italiano - N.d.R.)”.
Tutti coloro che si chiedono cosa ne pensi, lui
che ama così tanto l’Italia da aver comprato
un paio di ville sul Lago di Como, del nostro
cinema, saranno lieti di sapere che Mr. Clooney non è d’accordo con Tarantino, “perché
neanche i film americani di oggi sono all’altezza di quelli di ieri. E’ che noi siamo portati a
romanticizzare il cinema del passato”. Anche
se il divo ammette di non aver avuto né tempo
né modo di vedere molti film nell’ultimo periodo, perché impegnato a “lavorare e portare a
termine progetti che avevo in corso”, si lascia
comunque sfuggire le sue preferenze sui personaggi nostrani che ritiene siano maggiormente degni di nota. Fra questi spiccano nomi
decisamente conosciuti: “Tra gli attori italiani che stimo, è stato a casa mia Roul Bova,
che trovo bravo… ma è troppo bello e questo
non va bene!”, e ancora “Un altro che mi piace
molto è Roberto Benigni, che fra le altre cose è
anche un amico”.
GLI INIZI DI UNA
CARRIERA STELLARE
Figlio del presentatore televisivo Nick
Clooney, imparentato anche con Miguel
e Josè Ferrer, oltre che con le cantanti Rosemary e Betty Clooney, George
nasce nel Kentucky, dove rimane fino
all’università con l’intenzione di diventare
giornalista. Ha già la passione per la recitazione e il suo esordio avviene nel 1978
nella serie tv “Centennial”. Poi cambia
idea e tenta la carriera sportiva, senza
tuttavia ottenere brillanti risultati. Nel
1983 si trasferisce a Los Angeles: ora le
idee sono chiare, George vuole studiare
seriamente alla Beverly Hills Playhouse. Fra una storiella (con l’attrice Deed
Pfeiffer, sorella di Michelle), un matrimonio (con Talia Balsam, nel 1989, nozze
durate appena un anno) e maiale (Max,
morto solo l’anno scorso), Clooney inizia a lavorare in telefilm e serial, fino al
ruolo del Dottor Ross di “E. R. – Medici
in prima linea”, grazie al quale avrà una
svolta in termini di celebrità e carriera. Il
suo esordio sul grande schermo avviene nel segno di una sperimentazione di
vari generi, dalla commedia romantica
(“Un giorno, per caso”) all’horror (“Dal
tramonto all’alba”), fino a vestire i panni
dell’uomo pipistrello in “Batman&Robin”,
esattamente dieci anni fa.
14
15
resti
tu che fa
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al suo po
Quando il tuo
ragazzo fa
troppe domande
e allusioni
alla tua
migliore amica
e lei ricambia
con occhi dolci
qualcosa non
torna. Solo
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oppure
qualche verità
nascosta?
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Li farei usc
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i con loro. . .
Ne parlere
Se le piace
la tua amica…
Perché non la chiami?
allora raghe in poche parole il mio ragazzo mi dice
sempre che è da tanto che nn vede la mia migliore
amica....molto spesso quando siamo insieme io e
lui mi dice....be come sta G? perche nn la chiami
cosi le rompo un po le palle e ci divertiamo? praticamente quando ci siamo conosciuti cero sia io
che G. ovviamente dopo un po di giorni che ci
siamo conosciuti tra battutine varie che lui faceva
con noi 2, alla fine ha chiesto il num di cel solo
a me e dopo un po ci siamo messi insieme.....
da quel giorno ci siamo incontrati solo io e lui,
sono passati 4 mesi ed è da molto tempo che lui
nn vede la mia amica G, cosi lui mi chiede quasi
sempre di chiamarla ma ovviamente nn lo faccio
e mi invento che magari ha da fare e nn può....
questa cosa mi da fastidio perchè diciamo che
forse lui
voci
Amore esagerato:
Guardo tua madre ridere alle
mie battute con infinita gioia,ma
poi mi accorgo che sono
dispiaciuto. Perchè so che sarò
io l’unico uomo che le porterà
via la sua bambina, l’unico che
la saprà amare quanto lei.
diavoletta
prova qualcosa anche per lei........e quindi rivendendola poi cambiasse idea sul mio conto e ci
provasse con lei.... a lei nn piace però cmq il
fatto che possa piacere a lui mi fa preoccupare
molto!...oggi io e il mio raga ci siamo trovati….
dopo qualche ora mi ha chiesto se andavamo a
trovare la mia amica G che era fuori con un’altra….così questa volta siamo andati…e…. io nn
me l’aspettavo da lei…neanche da lui….
cioè lui veniva da me e mi abbracciava ma dopo
faceva il solletico a lei….e quando io ero staccata da lui, lei cercava di attirare la sua attenzione…. oppure lui mi sussurrava all’orecchio..”dai
che facciamo il solletico a G.!”….. insomma per
un momento mi è sembrato che di me nn gliene
fregasse più niente a lui, e che lei si stesse comportando in modo sgradevole nei miei confronti!... poi alla fine lui mi ha detto…”dai ci potremmo
il paradiso esiste
Non ho bisogno di morire per
sapere che il paradiso esiste, mi
basta guardare per un instante
nella splendida luce dei tuoi
occhi d’angelo per sapere che
lo sto già vivendo: sei tu il mio
paradiso!
Al86
desiderio:
se vedessi una stella cadente
venire sempre qua che ci divertiamo almeno nn ci
annoiamo in quel posto solo io e te!”…..e anche
lei al ritorno quando le ho detto che adesso verremo sempre li era tutta felice! Mi ha detto…”dai!
Ke bello! Almeno così è più divertente!”…..
aaaaarg!
Debora92
Non si mette bene
Se cerchi parole di conforto che ti aiutino a stare
tranquilla... spiacente, non credo proprio che ne
troverai. Vista la situazione non si mette bene
per te e poi se hai questi dubbi ora, chissò cosa
potresti pensare in futuro. Se esce senza di te
potresti pensare che vede lei... Se la vede, chissa
cosa faranno insieme... Insomma, un rapporto
chiede anche stabilità ed io qui ne vedo proprio
poca... Ma poca davvero.
non esprimerei alcun desiderio
perchè il mio è già stato
avverato conoscere la persona
piu dolce e speciale di questo
mondo
mora91
Toccare il cielo con un dito
Due persone quando si amano,
i loro corpi si uniscono al tal
punto, che non sanno più chi
è chi e cosa è cosa, è come
toccare toccare il cielo con un
dito, per andare in paradiso
tutte le volte che vogliono…
Micione73
sms di scuse:
mi dispiace se avvolte ti trascuro
ma qst anno molto impegnativo
e ci tengo a non deludere le
persone che credono in me...
Gabriel 81
Se ti interesso io…
beh ti dico la verità. se il mio ragazzo cercasse in continuazione una mia amica che
possa piacergli o no, come minimo mi
offenderei a morte e nn gli parlerei per un
pezzo.... se ti interesso io nn cerchi le mie
amiche... bon.
Peks
Stacci attenta
noo...ke brutta sta cosa....ehm...nn
vorrei dirlo xò...un interesse da parte
d tutte e due x me c’è...ma più lui! ma
nn s sentono x messaggi vero? nn è ke
prima vuole capire se lei c sta e dopo fa
lo stronzo cn te vero? stacci attenta...
nn m piacerebbe sta situazione davve-
tu 6 1 fra quelle e ti ringrazio
tantissimo x kè cn il tuo sostegno
e cn il tuo amore mi dai la forza
per andare avanti e di superare
anche gli ostacoli + difficili!...vita
mia ho bisogno di te....grazie di
esistere......ti amo tantissimo....sn
felice di essere solo tuo...spero
che trascorreremo tanttissimi altri
anni insieme....ti amo!”
valina89
ro...infatti nn saprei neanche cosa fare...
poi il ftt dell annoiarsi da soli...boh...capisco ke sempre soli dopo un po magari nn
dico ke stanki la cosa xò vedere gente fa
piacere cmq...solo ke a lui fa tr piacere
vedere lei m sembra...o forse gli sta simpatica e basta...può essere sai...mah....
principessina88
Ma si scherza o si fa sul serio??
a) io delle mie amiche mi fido!!se entrano in confidenza col mio ragazzo mi fa
piacere,così posso uscire con lui e loro
insieme,e divertirci tutti insieme!!
b) il mio ragazzo ha scelto ME,e sta con
ME!!mi fido di lui...e se mi cornifica...
beh,problemi suoi che rovina la nostra
storia,ma se una gli sta simpatica mica
Sms per i 18 anni:
amore quello che provo per
te è troppo grande x poterlo
esprimere a parole spero solo di
riuscire a dimostartelo ...con te
stò vivendo il sogno più lungo e
meraviglioso della mia vita non
svegliarmi mai..ti amo e anche
di più!!Buon compleanno vita
mia
giogiò89
vuol dire per forza corna???
c) ultima cosa,ma non per importanza...
meglio che scherza con le MIE amiche,alle
quali posso poi parlare e dire che alcuni
atteggiamenti forse sono eccessivi,che
scherza con le SUE amiche,che io magari neppure conosco...il fatto che lo faccia
avanti a te,e che chieda anche la tua complicità nello scherzare con lei,fuga ogni
dubbio a mio avviso...
ha solo trovato una ragazza che sta allo
scherzo e vuole farci amicizia,non toglie
nulla al vostro rapporto,anche io sono
amiciiiissima del ragazzo della mia migliore amica...ma non vuol dire che proviamo
qualcosa l’uno per l’altra...lui sta con lei,e
a me fa piacere così!!
pinkpanther
sms amore non ricambiato:
premettendo che non è il mio
fidanzato ma solo un ragazzo
conosciutoi al mare che si
era innamorato di me( non
ricambiato)...un pome mi
scrisse:’’ sei la cosa più bella
che mi sia capitata con te
anche questa giornata(pioveva)
diventa rosa’’...era un ragazzo
buonissimo ma non mi piaceva...
poi un’altra quando gli ho detto
che non mi interessava:’’stanotte
ho pianto per te’’....è stato l’unico
ragazzo a scrivermi qualcosa di
così romantico nella mia vita...
litlleelf
Tempo:
amore quando sono con te
vorrei fermare il tempo x sempre
jadons90
16
GOSS
IPPONE
IL
Mai +
“size zero”
Via le modelle al di sotto dei 16 anni dalle passerelle e nei servizi di moda; via la droga e le sigarette dal backstage delle sfilate e sì agli stilisti e
agli agenti che, dopo aver ricevuto una dovuta
educazione attraverso seminari e lezioni, aiutino le modelle a identificare e affrontare eventuali
disturbi alimentari, queste in sintesi le decisioni dell’inchiesta intitolata “Model Health Inquiry” commissionata nel marzo 2007 dal British
Fashion Council (BFC). L’inchiesta è stata voluta dopo la London Fashion Week dello scorso
anno, che ha visto modelle super magre sfilare
sulle passerelle ed ha scatenato tra le ragazze la
passione per la voglia di “size zero”, l’agognata
taglia “zero” responsabile non solo di disturbi alimentari, ma anche della morte stessa di giovani donne come le modelle sudamericane Luisel
e Eliana Ramos, sorelle, e Ana Carolina Reston.
Nonostante le decisioni del BFC, molte sono
state le critiche: la commissione di studio che ha
condotto l’inchiesta, un gruppo che comprendeva medici specializzati e professionisti della moda
come i designer Giles Deacon e Betty Jackson,
la modella Erin O’Connor e Sarah Doukas, fondatrice della famosa agenzia per modelle Storm
e scopritrice di Kate Moss, non ha preso infatti
alcuna decisione sulla possibilità di pesare le
modelle o di fare dei test degli indici di massa
corporea prima di permetter loro di sfilare.
Lo scorso anno infatti gli organizzatori della settimana della moda di Madrid proibirono a modelle
con un indice di massa corporea inferiore a 18.5 di
sfilare. Tali possibili misure da prendere prima che
le modelle salgano in passerella sono state considerate dalla commissione d’inchiesta britannica
come un’offesa alla dignità
voci
...Bisogna ammettere che agli
uomini un pò perversi, piacciono
le magre modello LoLita, perchè
sentono un bisogno di “protezione”
nei loro riguardi, altrimenti perchè
esistono le modelle? Così come ci
sono le maggiorate, per quell’altra
categoria di pervertiti. Sta di
fatto che le cosce tozze piene di
cellulite e tarchiate, non piacciono
a nessuno in minigonna, ma si
delle ragazze. La commissione ha preferito quindi
soffermarsi sul problema età e sulle lunghe ore di
lavoro alle quali le modelle vengono sottoposte.
Tra le altre decisioni prese dalla commissione
c’è quella di fondare un sindacato per modelle;
chiedere alle varie agenzie di assumere modelle
più mature che aiutino nella loro carriera le più
giovani; organizzare seminari sui disturbi alimentari ai quali anche stilisti e agenti partecipino,
e riservare, nel backstage degli eventi di moda,
un’area dove si serva cibo sano alle modelle.
Tutti ottimi consigli, ma forse non abbastanza,
dal momento che il problema del peso rimane. La
conferenza stampa di presentazione dei risultati
dell’inchiesta ha evidenziato infatti dati preoccupanti: il 40% delle modelle soffre di disturbi
alimentari e la maggior parte delle modelle intervistate dalla commissione di studio ha confessato di avere una relazione difficile con il cibo.
Il documento che doveva proteggere non solo le
modelle, ma anche le loro fan e le appassionate di
moda, dai disturbi alimentari, ha insomma deluso.
I membri della commissione si sono però difesi
sottolineando che gli stilisti più potenti, ovvero gli
italiani, i francesi e gli americani, sembrano preferire modelle ultra magre sulle loro passerelle.
A dire delle modelle intervistate nel Regno Unito
dalla commissione, più magre si è, più lavoro si
trova; a dire degli stilisti, più magre sono le modelle, meglio si vendono i capi. Avere un peso normale nel Regno Unito, causa infatti alle modelle la
perdita di occasioni di lavoro nel resto del mondo.
Le recenti sfilate di Haute Couture a Parigi hanno
riconfermato questo trend: sulle passerelle
hanno sfilato abiti che mettevano in risalto prominenti clavicole e, più che il corpo o le curve, le
ossa. L’Italia si difende dagli attacchi ricordando come il Ministero per le Politiche Giovanili,
la Camera Nazionale della Moda Italiana e Altaroma hanno raggiunto, nel dicembre 2006, un
accordo per il “Manifesto nazionale di autoregolazione della moda italiana contro l’anoressia”.
I membri della commissione “Model Health Inquiry” ribattono però che si dovranno prendere nei
prossimi mesi decisioni fondamentali nei centri
nevralgici della moda, ovvero Londra, Parigi, Milano e New York, e raggiungere un accordo internazionale sulla salute delle modelle al più presto.
sbava sempre e solo davanti ad un
paio di gambe lunghe e longilinee,
che fanno pensare : chissà come
abbracciano bene quelle gambe
belle. Questa è la realtà, ne sento
tanti parlare così, soprattutto a 30
anni !
Jenny
po schifo....
io nn sn bellissima sn alta 168 sn
abbastanza formosa.... ma carina
e piaccio....
penso ke bisogna amare se stesse
come si è e non guardare a modelli
impossibili........
Laura
be io non so ke dire ma queste
modelle sono tutte ossa fanno un
Mi spiace che debbano mettere
in passerella donne tanto magre,
Articolo pubblicato su www.girlpower.it
almeno una taglia 42 !! secondo
me sarebbe perfetto
Carmen
Stiamo scherzando, vero??
OMMIODDIO ci sono ragazze che
muoiono e voi dite che tutto va
bene e che è il loro lavoro???????
Anna
Samsung presenta la nuova gamma di lettori Mp3:
sempre più MP Freedom!!
Qualità, design raffinato ed entertainment “senza fili” sono le
parole d’ordine per una musica da ascoltare...
ma anche da vedere!
REDAZIONALE SPONSORIZZATO
La musica ormai fa parte della nostra vita: rappresenta da sempre la chiave di accesso a molti dei nostri ricordi ed è una presenza
immancabile nei momenti di relax, sport e viaggio….insomma di libertà! Samsung esprime tutto questo con Mp Freedom, un
concept concreto che caratterizza tutta la nuova gamma di player in arrivo a settembre e che contiene tutto il senso di libertà che
ricerchiamo nella musica.
Gli Mp3 Samsung sono prodotti che coniugano un’assoluta eccellenza nelle prestazioni con un design raffinato e grintoso. Dopo
avere liberato “l’ascolto della musica dai fili” introducendo il primo lettore dotato di interfaccia Bluetooth, oggi Samsung aggiunge
la possibilità di visualizzare video su tutti i propri lettori e lo fa in grande stile, mettendo al servizio di questi piccoli concentrati di
tecnologia e intrattenimento la propria expertise tecnologica nel mondo del video.
La nuova gamma offre inoltre soluzioni software particolarmente avanzate grazie alle quali tutte le funzioni sono raggiungibili con
pochissimi click. Un’accattivante linea di accessori (Bluetooth e via cavo) completa le opportunità a disposizione degli utenti per un
intrattenimento tailor made!
ANDIAMO A SVELARE LA NUOVA GAMMA MP3 SAMSUNG.
P2 di Samsung: musica da sentire, vedere e toccare!
Molto più di un semplice lettore mp3, P2 di Samsung oltrepassa i confini della musica e si candida a diventare il riferimento tra i player di ultima
generazione per chi cerca sempre il meglio e non accetta compromessi nemmeno dal punto di vista del design. Linee sottili (solo 9.9 mm di
spessore), look sobrio e colorazioni di tendenza (nero e bianco) sono un must per questo piccolo “genio” che nasconde un universo di funzioni
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Prima fra tutte il display, un autentico wide screen da 3” in formato 16:9, che consente di visualizzare immagini e filmati nei formati
WMV e MPEG4 senza compromessi qualitativi. Un vero e proprio “mini televisore” con display touch screen a sfioramento che permette di
accedere al menu attraverso un’interfaccia intuitiva ad icone emozionali e personalizzabili.
P2 poi ha anche un vero e proprio cuore multimediale: è equipaggiato di radio FM con funzione RDS, visualizzatore di testi, calendario e
sveglia. E per poter godere di una esperienza sonora tridimensionale, il lettore presenta il circuito di ottimizzazione del
suono DNSe 2.0 (Digital Natural Sound Engine).
…non poteva certo mancare l’interfaccia Bluetooth, che Samsung per prima ha introdotto sui propri player. P2
presenta la versione 2.0, grazie alla quale è possibile collegare due cuffie Bluetooth contemporaneamente.
Disponibile nei formati da 4 e 8 GB, ha un’autonomia audio pari a 35 ore mentre quella video è pari a 5 ore.
T10 Samsung, entertainment multimediale con stile!
Trendsetter, fashion victim e techno fan… T10 è il nuovo lettore Samsung in grado di mettere d’accordo e fondere
perfettamente qualità e glamour…senza compromessi!
T10 è innovazione allo stato puro, nel design per il look iper-sottile (7.8 mm per soli 43 g di peso) e grintoso grazie alle
tre varianti colore (nero, bianco e giallo) e alle soluzioni tecnologiche che mette a disposizione.
Display da 2” per visualizzare al meglio video e immagini, tecnologia Bluetooth® 2.0 per supportare due cuffie
“senza fili” contemporaneamente e dialogare con altri dispositivi Bluetooth®.
L’interfaccia grafica è personalizzabile con estrema facilità; tra le varie opzioni anche la grafica in stile “cartoon”,
che consente di scegliere le animazioni più vivaci e simpatiche per adattarle al proprio mood del giorno. Completano
la dotazione le funzioni radio FM, voice recorder, visualizzazione testi e FM recording che consente di registrare
le hit preferite ascoltate alla radio in formato mp3. Disponibile nei tagli da 2, 4 e 8 GB, ha un’autonomia audio pari a
30 ore, mentre quella video è di 4 ore.
S5 di Samsung: da soli o in compagnia la musica a tutto volume!
Concepito per ascoltare la propria musica da soli oppure per condividerla con gli altri,
all’insegna della massima qualità sonora, il nuovo lettore S5, grazie alla rivoluzionaria
funzione slide-out con speaker a scorrimento, libera dalla solitudine trasformandosi
in un vero e proprio Hi-Fi tascabile. Evoluzione naturale e sofisticata del modello K5, S5
è un oggetto tecnologico unico per raffinatezza ed eleganza delle linee.
Con le sue finiture lucide - disponibile nella colorazione bianco - ed il profilo slim
(solo 14,8 mm), S5 saprà catturare tutti coloro che cercano originalità, classe e
ricercatezza in un accessorio da tenere sempre a portata di mano per creare momenti
di intrattenimento individuali o con i propri amici.Slide-out tuttavia non è una semplice funzionalità ma una vera e
propria “architettura digitale” che fonda e organizza l’intera costruzione di S5. A ruotare, infatti, di 90 gradi non
sono soltanto gli speaker, ma tutte le funzionalità del lettore: il meraviglioso display a colori Oled da 1,8” - ad
esempio - consente una doppia modalità di visualizzazione: quella verticale, quando il lettore è chiuso e quella
orizzontale - ruotata di 90 gradi rispetto alla precedente - quando il dispositivo è aperto e gli speaker visibili. Anche
le icone dell’interfaccia seguono automaticamente la rotazione del display per guidare l’utilizzatore in modo veloce
e intuitivo attraverso le innumerevoli funzionalità dell’universo multimediale di S5! Il risultato è una fruizione dei
contenuti video e musicali divertente, immediata e infinita (oltre 24 ore di ascolto!) che non rinuncia mai ad una
riproduzione sonora di altissima qualità. Grazie alla connettività senza fili, sarà semplice e veloce condividere la
musica le immagini con qualsiasi altro dispositivo Bluetooth® come PC e DVD player portatili, telefoni cellulari, etc.
La tecnologia Bluetooth oltre a liberare dalla schiavitù del cavo, consente di usare S5 come speaker phone per
conference call.
Disponibile nei tagli con memoria da 2 e 4 Gigabyte, S5 è anche radio FM, registratore vocale e sveglia.
18
from the
blog
sphere
Che tutto
va e viene…
Di giornate nere
ne esistono tante,
dovute a problemi
tangibili o quelli che ci creiamo
nella mente, le
cosiddette pippe
mentali. A volte ti
svegli la mattina
che non puoi parlare a nessuno se prima non prendi il caffè,
oppure basta una critica a far scoppiare il mondo. Mille motivi
ti fanno girare la luna nel senso più storto che ci sia. Io personalmente tendo a chiudermi in me stessa senza voler parlare
nè vedere nessuno, non sopporto soprattutto in
quei momenti chi cerca di farmi aprire o inizia ad
analizzarmi cercando una soluzione a quello che mi
succede, che poi..cosa ne può sapere mai?
In queste giornate nere, preferisco attaccarmi allo
stereo o al lettore mp3 e mettere pausa a tutto
quello che c’è intorno. Mi hanno detto spesso che
non risolvo nulla così, che le matasse di problemi
non spariscono se le nascondo sotto il tappeto, che
dovrei affrontarle a testa alta, urlando e sfogandomi. Sono anni che cerco un modo per esprimermi
rispettando comunque sia i miei principi; non ho
mai sopportato chi preso dai suoi nervosismi inizia
a prendersela con il primo che gli si avvicina, volendo anche per affetto e attenzione. Congenitamente
o per educazione non sono tipa che si arrabbia con gli altri,
anche quando avrei piena ragione, perchè tendo a giustificare
tutte le azioni altrui, tenendo a bada la mia pazienza, consapevole che ognuno di noi ha il suo modo di pensare e difficilmente si può cambiare, tanto meno a suon di urla. Più volte mi
fermo a riflettere se è davvero un difetto il mio silenzio e la mia
pazienza, o se è solo la condanna di coloro che troppo buoni
si fanno mettere i piedi in testa da caratteri più forti e aggres-
sivi. Ma è mai possibile che a sentirmi sbagliata devo essere
proprio io? Finchè nella vita a farmi dei torti sono persone di
poca importanza, tendo a superare la questione, chiudendo
magari i rapporti con molta tranquillità.. come direbbe qualcuno “come fa una signora”; quando mi sento calpestata da
persone di cui non posso fare a meno, mi ritrovo a fronteggiare
con la mia personalità, a cercare il fulcro di tutti i miei problemi. E mi sveglio alla mattina che vorrei non ci fosse nessuno
a guardarmi mentre litigo con me stessa, vorrei che nessuno
percepisse il rantolare delle mie idee, nessuno che giudicasse
nel momento meno adatto la mia fragilità. Avrei solo bisogno di
stendermi su di un prato verde col sole primaverile..guardare
la gente passeggiare, andare e venire, e ricordarsi che tutto
va e viene, e tutto cambierà sempre. Anche il malumore, i problemi, le angosce, vanno e vengono e non dovrei preoccuparmi poi così tanto, non dovrei sprecare le giornate appresso ai
pensieri. Peccato vedere la
pioggia e il cielo
nuvoloso predominare nelle
giornate. Avrei
solo bisogno di
riposare sul mio
letto, tra le mie
lenzuola, il mio
piumone, i miei
poster a farmi
compagnia...
ma la mia voglia
di indipendenza
mi ha fatto abbandonare tutto ciò: la mia casa e la mia stanza le ho lasciate dietro le mie spalle quando ho chiuso quella
porta marrone. Basta malinconia e nostalgia, in fondo questi
sono solo pensieri che offuscano la mente e incattiviscono lo
sguardo..combatterò anche questa battaglia contro me stessa,
e vi comunicherò il risultato presto...stay tuned guys ;)
joyc3.giovani.it
Ma l’amore, cos’è?
Io non so, mi sembra troppo
definire l’amore, come tutte le
cose astratte è complesso da
spiegare.
Posso dire che è un legame
molto più forte dell’amicizia.
Bo
qualcosa per cui vale la pena
vivere e qualcosa x cui vale la
pena morire...
patuffa
Amore, per me, è quella cosa
garzie alla quale tu guardi negli
occhi il tuo lui/la tua lei e gli/le
dici “ TI AMO DA VIVERE
Kekkis
Amore...=
Guardare negli occhi una
persna e scorgervi L’Anima.
Sorridere pensando a quanto
bene si può dare.
Ascoltare il respiro,le parole
sospirate piano...
Sentire con il cuore,che una
persona è vcina a te..
Londy
secondo em l’amore è una
malattia.. ke xò agisce al
contrario.. quando ne siamo
contagiati stiamo bene e
quando guariamo male..
federix
è bellissimo leggere le vostre
risposte, perchè è slendido
sapere che ci sono ancora
persone che la oensano cosi’.
L’amore, è svegliarsi alla
mattina e non aspettare altro
che il momento in cui potrai
vedere la persona che ami.
L’amore è l’unione di due
anime...
Trovare l’amore è lo scopo
della vita.... L’amore è....
indescrivibile e stupendo...
Quando troverete la persona
con la quale condividere la
vostra vita saprete cosa vuol
dire “amore”.
Blackrose
l’amore è una cosa ke ti fa
soffrire da cani....e anke se ti
riprometti di non innamorarti
più...puntualmente arriva
qlc ke sconvolge la tua vita
portandoti alla vita...non so
se il sentimento ke provo io è
amore...ma posso dire ke è
qlc di forte, perkè è quasi un
mese ke nn m vedo cn il mio
raga e ci sto male ma nn vojo
lasciarlo perkè senza di lui mi
sorgerebbe una domanda....
kosa sn senza d lui??e ora
cosa faccio??
Cucciola
L’amore è un sentimento
intenso... che ti fa essere
felice x la felicità dell’altro e
triste per la sua tristezza...
che ti fa sorridere a qualsiasi
ora del giorno e della notte e
il tuo cuore batte ad ogni suo
gesto, appena la vedi... quando
l’abbracci...
L’amore è vita, senza di esso
non si vive, si sopravvive!
white
Al Cassini
di San Remo
Gli studenti
dovranno
timbrare il
cartellino
per entrare a
scuola.
Per i professori il badge, gli sms per
avvertire i genitori, addirittura i
blitz nei bar per ripescare chi fa
filone sono forme più immediate per
gestire le assenze e combattere la
dispersione scolastica. Gli studenti si
adeguano, + o -
20
rtellino
a
c
il
e
r
a
m
fir
a scuola?
e
r
a
r
t
n
e
per
reprimere ma educare i giovani,
si lavora per loro non certo con
strumenti coercitivi”.
badge
a scuola
a cura di Silvia Moretto
Comodità o controllo?
Anche quest’anno la scuola, grazie alla tecnologia, ostenta nuovi cambiamenti. Se l’anno scorso
la moda era filmare con i telefonini lezioni, mascalzonate e scherzi vari,oggi sembra che la scuola
possa prendersi una rivincita. Ha fatto notizia l’iniziativa del Liceo Classico sanremese Cassini: gli
studenti dovranno timbrare il cartellino per entrare; niente più libretti, registri e appelli della prima
ora. I ragazzi sono stati dotati di tessere di riconoscimento con fotografia e codice a barre letto da
uno schermo ottico che identifica il ragazzo. Le
ragioni di questo cambiamento sembrano essere molteplici, in primis si tratta di una innovazione
funzionale che sostituisce il registro elettronico
utilizzato in precedenza; in secondo luogo si voleva snellire il lavoro dell’insegnante della prima ora
che dovendo registrare presenze e giustificazioni
perdeva una parte di lezione mentre il badge registra automaticamente chi è entrato a scuola. Si
voleva inoltre ottenere un maggior controllo annotando chi entra nella struttura scolastica evitando
l’infiltrarsi di estranei, i ritardatari delle prime ore o
le uscite anticipate.
Oltre ad essere uno strumento per gli insegnanti
il badge offre poi la possibilità ai genitori di controllare quotidianamente la presenza del proprio
figlio nell’istituto seguendo due modalità: chiamare direttamente la scuola oppure collegandosi via
internet, i genitori sono infatti muniti di password
che li permette di controllare la presenza del proprio figlio senza violare la privacy degli altri studenti. Si punta quindi su innovazione e tecnologia
al solo scopo di semplificare i lavori.
Il sistema è però accusato di soffocare la libertà
dello studente.
Non reprimere ma educare
Italo Marvaldi, Preside del liceo Cassini, ribadisce
21
la sua completa fiducia in questo nuovo sistema:
“si tratta di un’innovazione per la scuola che
garantisce una verifica sicura delle presenze facilitando il lavoro agli insegnanti, questa
era la nostra prima necessità, ulteriormente
mettiamo a disposizione dei genitori uno strumento non invasivo che permette in mattina di
accertare la presenza a scuola dei propri figli”.
Alla domanda su come abbiano reagito i giovani a
questa proposta, il preside dichiara: “Non ci sono
state polemiche, mi sono preoccupato di spiegare con chiarezza le modalità del badge e ho trovato consensi sia da parte degli insegnanti, sia
dai genitori. Con i ragazzi non ho avuto incertezze né incomprensioni, a inizio anno sono passato
in ogni classe per parlare ai ragazzi, tengo molto
all’aspetto comunicativo con loro, dialogare porta
a maggiori risultati e aiuta a formali in un clima
sereno. Avrei potuto anche avvisare giornalmente
dell’assenza ipotetica di uno studente inviando
un sms ai genitori, ma questo in tutta sincerità mi sembrava troppo, il nostro compito non è
%
tile. . . . . . 80
Mi sembra u
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todo. . . . . 13
È un buon me
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P
Gli studenti contro gli sms
Non sono di questo parere le
scuole che hanno aderito al progetto di “ Vision school”, nome
dell’iniziativa nata per tenere
sotto controllo il fenomeno dell’assenteismo e della dispersione scolastica; consiste nell’informarei genitori sulle assenze o i ritardi dei
figli con un messaggio inviato sui loro cellulari
dalle segreterie scolastiche. Il liceo Democrito di Roma ha adottato questa iniziativa dei
messaggi due anni fa. Una collaboratrice del
preside, che preferisce rimanere anonima ha
spiegato il funzionamento di questo metodo: “le assenze o i ritardi dei ragazzi dopo
essere stati inseriti nel pc venivano mandati
a una società che ci forniva questo servizio,
la quale provvedeva ad avvisare i genitori tramite sms. Purtroppo, non avendo più avuto
una sponsorizzazione, la scuola non è stata
in grado di continuare con questo progetto,
a malincuore sia da parte degli insegnanti sia
da parte dei genitori, poiché senza assentarsi dal lavoro per partecipare agli incontri con
i professori riuscivano a controllare i propri
figli e vigilare su un ipotetico assenteismo
da scuola”. Sicuramente quest’ultimo sembra essere molto più coercitivo come metodo rispetto al badge, ma la collaboratrice
vuole specificare che: “La scuola propone
uno strumento per aiutare il genitore, ma è
quest’ultimo che decide se aderire o meno
fornendo il numero di cellulare e la propria
approvazione, in questo modo diamo la possibilità di una presenza indiretta del genitore
nell’istituto”.
do la questura decise di combattere a modo
suo l’assenteismo da scuola. Furono effettuati decine di blitz nelle sale gioco, nei bar,
nelle sale biliardo e persino nelle vie del centro, scovando, perquisendo e identificando
eventuali giovanissimi. In seguito i genitori
andavano in questura a “recuperare” i malcapitati. Per i genitori, la prima convocazione è
solo un avvertimento, ma se il figlio verrà sorpreso di nuovo fuori da scuola si ritroveranno
con una denuncia penale per “elusione” della
scuola dell’obbligo. Spetta a loro una vigilanza ferrea e persistente.
Lo stile inquisitorio ha raggiunto anche una
scuola londinese. Alla Redland Community
Primary School di Chippenham nel Wiltshire i bambini dovranno toccare uno schermo
presente in classe. Il sistema di rilevamento
biometrico delle impronte digitali dimezza i
tempi di registrazione delle presenze e anche
in questo caso i genitori vengono prontamente avvertiti dell’assenza.
In ogni modalità proposta l’elemento che
accomuna sembra essere il ruolo di sorveglianza del genitore sul proprio figlio. Sicuramente la difficoltà sta nel trovare un atteggiamento che non sia repressivo essendo
l’adolescenza un’età delicata in cui puntare
sul dialogo più che sul pugno di ferro.
Blitz e impronte digitali
Ad Ascoli Piceno invece fece notizia quan-
Fioroni: “ Voglio una Terra di mezzo”
Il ministro Fioroni all’inizio del nuovo anno
scolastico ribadisce nel suo discorso: “E’ anche così che la scuola aiuta
a diventare adulti: come una ‘terra di
mezzo’ in cui si passa poco alla volta
da una condizione di tutela alle prime
prove di autonomia, dalla cura che ti
danno gli altri alla cura che impari ad
avere degli altri, dall’ascolto delle parole degli insegnanti alla tua capacità di
prendere la parola e di farti ascoltare,
al pensiero libero, alla disponibilità a
cambiare le proprie idee confrontandole con quelle degli altri. Una ‘terra di mezzo’
tra la famiglia e la società, tra il proprio piccolo ambiente di appartenenza e i diritti e i
doveri di un mondo più grande. E’ così che
si diventa cittadini. Sono queste capacità, e
non solo quelle date dalle competenze professionali, che preparano al lavoro e alla vita”.
Se la scuola dev’essere una terra di mezzo
che prepara alla società la sola tecnologia
non basta a spiegare come si diventa adulti. Questi nuovi mezzi tecnologici sembrano
essere delle provocazioni per quel ragazzo
o ragazza che desidera ogni tanto marinare la scuola e regalarsi un’intera giornata di
libertà. Il problema della dispersione scolastica si può risolvere solo legando “tecnologicamente” uno studente alla sedia in aula?
Registrare le presenze con qualsiasi mezzo è
un’attività fondamentale e necessaria per la
scuola, ma se si vuole trasformare una scuola in una terra di mezzo che prepara al futuro
non si dovrebbe lasciarsi sfuggire l’attempato’ metodo del dialogo con gli studenti e
con i propri figli, l’ascolto delle loro lamentele
e dei loro problemi, di ciò che vorrebbero e di
ciò che è impossibile dargli. Nessuna nuova
innovazione, solo pazienza e tempo dedicato a giovani uomini e donne che si preparano
a diventare grandi con l’aiuto degli adulti che
più gli stanno vicino, genitori ed insegnanti al
primo posto. Questo non verrà mai sostituito
con la tecnologia. Per fortuna.
voci
E se dimenticassi codesto
badge elettronico cosa
succede?
Mica posso farmi un giro perchè
ho la memoria corta
Comunque non sembra
malaccio come idea.
Juppiter
Potrà anche essere carina, ma
con che soldi si farà
Ferro
L’idea è ottima ed
all’avanguardia, ma i fondi
? mancano persino per
riparare i soffitti figuriamoci per
digitalizzare la scuola....
Dany
di chi magari non userebbe
questo trucco.e poi:spesso si
smagnetizzano e verrebbero
usati a pretesto per saltare ore
ed ore di lezione!!!
Professore88
non solo,ma uno studente
potrebbe dare il suo badge
ad un altro e farlo passare nel
tornello:risulterebbe presente
quando vorrebbe,a scapito
In teoria è una buona idea,
ma in pratica mi sembra
irrealizzabile
Wizard
visto come siamo messi in
Italia per quanto riguarda la
scuola mi sembra un idea un po
fantascientifica....che i presidi
di tutta italia sicuramente nn
potrebbero mettere in atto.
è certo xò ke se fossimo
all’altezza di mantenere le
scuole pulite e sicure potremmo
adottare qsto sistema come
nelle aziende....sarebbe meglio
che firmare inutili e numerose
scartoffie per una assenza!!!!
Australiano
dall’anno dopo che io sono
uscito, alla mia scuola hanno
fatto una cosa simile: non
così tecnologica con il badge
a tutti, però i registri ora sono
elettronici (tipo schede forate)
e vengono passate a fine
giornata in un lettore che rileva
le assenze del giorno e poi per
le giustificazioni non c’è più il
libretto ma qualcosa da fare via
internet mi pare (almeno così
me l’ha spiegato la segretaria
tutta entusiasta degli ultimi
- e più o meno unici - ritrovati
tecnologici della scuola
teo
Da me c’è già una cosa simile:
esiste un registro elettronico, e
visitando il sito web della scuola
si possono controllare tutti i dati
dello studente: assenze, entrate
posticipate, uscite anticipate...
Wargod
dove? x caso in un liceo
della provincia di treviso? xk
ho sentito voci a riguardo...
snellirebbe molto il lavoro
burocratico delle giustifiche,ma
mi sa molto di lager...
spartan
anke nella mi scuola esisitono
i registri elettronici e direi ke
funzionerebbero se solo ci fosse
qualcuno disposto a passare
x tuttte le classi e staccare i
foglietti magnetici. Inoltre da
me è stato istituito il cosiddetto
“Registro dei Voti Elettronico”:
in pratica ogni insegnante che
mette i voti delle interrogazioni
e compiti sul suo registro
personale è costretto a
22
DIVENTAUN
l’intervista
Professor Italo
Marvaldi
preside del liceo Cassini
Cosa vi ha spinto a portare questa
innovazione tecnologica nella
scuola?
I ragazzi non faranno più l’appello
in classe durante la prima ora ma
si registreranno prima di entrare
nella scuola attraverso un tesserino
magnetico; questo metodo è
funzionale, a me interessava velocizzare
il lavoro dell’insegnante della prima ora,
anche ora è la segreteria che si trova
ad avere più lavoro in quanto deve
registrare nel pc presenze ed assenze.
L’obbiettivo era solo migliorare
l’efficienza e velocizzare. Sono rimasto
stupito anch’io di tutto il clamore
avvenuto nei giorni seguenti.
Anche perchè non e’ l’unica
scuola in Italia che si aiuta con
la tecnologia per registrare le
assenze
Infatti, avremo potuto scegliere la
modalità del sms inviato ai genitori
per avvisare dell’assenza ma ci
sembrava troppo, non era questo il
nostro obbiettivo. Questo invece non
è invasivo, è solo uno strumento per
genitore, ma è lui stesso che decide di
utilizzarlo.
passarli poi sul sito della scuola,
da dove i genitori muniti di
password possono accedere ai
voti dei figli.
PECCATO che nn c’è nessun
insegnante disposto a copiare i
voti sul sito perchè la ritengono
una xdita di tempo.........
rimandendo in tema di prof
fannulloni....hi hi hi
australiano
Ma i genitori posso sapere già nelle
prime ore di scuola se il proprio
figlio è a scuola.
Si possono chiamare in segreteria e
presto verrà attivata una pagina web
in cui tramite password possono
verificare la presenza del loro figlio.
E’ il genitore che deve interessarsi
della frequentazione del proprio
figlio a scuola, la scuola non
avverte?
No, non era il nostro obbiettivo, si
voleva solo rendere funzionale il tempo
perso per l’appello. Ad ogni modo
è uno strumento per il genitore che
può verificare le presenze del figlio a
scuola, ma ripeto è il genitore che si
deve informare .
Ci sono stati problemi causati da
questa innovazione?
Da parte degli insegnanti no. Con i
ragazzi ci sono stati problemi iniziali
dovuti al fatto che essendo la notizia
esplosa sui giornali nei primi giorni
di scuola non mi ha dato il tempo di
spiegare in cosa consisteva questo
controllo tramite la tessera. Ho parlato
però con i ragazzi spiegando le mie
intenzioni. Ho voluto puntare sulla
fiducia che io do a loro sperando che
non sia tradita.
Wow dove andavo a scuola io
era già tanto se c’era un sito
internet, che funzionava una
volta su 10 fra l’altro
Dani
be alla mia scuola da
quest’anno hanno introdotto i
registri elettroni per il biennio (e
io sono in terza)
tutto sommato l’idea nn è
male... i genitori possono poi
guardare da internet in tempo
Si sente di consigliarla ad altri
istituti? No, così l’abbiamo solo noi
Lei non lo vede quindi come
metodo coercitivo?
Assolutamente no. Ripeto,io puntavo
sulla funzionalità. La mia scuola non
ha problemi di assenteismo, sono
ragazzi tranquilli che frequentano
questo liceo, quindi non c’è bisogno
di metodi forti con loro. La scuola offre
oltre all’istruzione una formazione per il
loro comportamento;si lavoro per loro
e non per controllarli. Tengo molto ad
educarli al rispetto per questo punto
molto al dialogo e ad una reciproca
fiducia che spero non venga tradita.
Per molti studenti ed ex studenti
marinare la scuola è una innocente
esperienza che si dovrebbe provare
quando si e’ adolescenti, lei cosa
ne pensa?
Trovo che sia un’esperienza inutile,
la scuola li deve educare ad avere un
buon comportamento e marinare la
scuola non fa parte di questo. I ragazzi
devo imparare a prendersi le loro
responsabilità.
reale le assenze e tutto il resto..
mi chiedo come ci siano riusciti
in una scuola con più di 1500
studenti!!
comunqe sia è ottimo per i
genitori.. ma poveri studenti!!!
a quanto pare i primini
faticheranno a impiccare
quest’anno!!!
Il nottambulo
Da me sono anni che c’è la
registrazione elettronica di
assenze, ritardi e voti in tempo
reale..
Alemaretti
in molte scuole, pur senza
badge elettronico, molte scuole
mettono assenze e ritardi su
internet, così il genitore con una
password può sapere la mattina
stessa se il pargolo è a scuola
o no. Qualche scuola mette su
internet anche i voti
profff
PROMO3TUDENT
$" "%&'!&%*$&%&$'&(&'!&$"'#
! % %&'!& $"'#&
"&'!&$"'#(!"$"
" 24
frasi
mitike
figure
di
kakka
biglietto ben nascosto
il suddetto biglietto per la verifica di algebra era ben nascosto nel reggiseno della
mia amikia
intervallo......metto le mani appunto lì per
riprendermi il biglietto ........ma passa il
mio ragazzo della classe affianco che mi
becca cn la mano nel davanzale della mia
amika
risate per tutto il corridoio per 4 ore
slackergirl
Un mio amico alle medie invece stava
leggendo la sua ricerca su Salvo D’Acqiusto e al posto di dire:”Questo è l’inizio
dell’eroismo di Salvo D’Acqiusto” ha
detto:”Questo è l’inizio dell’erotismo di
Salvo D’Acquisto”...e la prof è stata la
prima a tagliasse!!!
sircohen
ultima ora di inglese:tutti visibilmente addormentati.. lei:“A chi parlo io? (si alza e si
affaccia alla finestra). Ma qualcuno mi sta
ascoltando?”
prof di mate alla rappresentante: “Ti vuoi
prendere la responsabilità di far star zitta
questa comunità abusiva???”
stefy5cl
Prof di mate
Ciao ragazzi io e i miei amici di uno scientifico di parma stiamo tenendo dalla terza(da
quando la abbiamo) tutti gli strafalcioni di
questa nostra prof di fisica e matematica che
ci fa impazzire
Ora, 26 settembre, agli inizia della 5a liceo,
ne ha detti 5 in due ore, il conto è arrivato a
176, secondo me nn si fermerà qui, eccone
dei più celebri:
“e io gosa gontrollo??”
“ah beh allora tela menaz!!”
“fifica”
“moltiblicando”
“il radigando”
“alanogamente”
“reguberare”
“il liquido che evapera”
Filippo89
parendesi tonte, numeri frazionadi, numeri
immersi, e potrei andare avanti all’infinito
despertaferro
“Che forma ha la Terra?” - Profe di scienze
“Sferica”- Maria
“Perfettamente sferica?”-Prof di scienze
“No… rettangolare!”- Maria
Durante la prova di evacuazione
“Siamo ancora insieme?” – Prof di arte riferendosi alla classe
“Sì” – Elena
“Fai finta di essere la professoressa e spiegami la costruzione inversa della frase”-Prof
di tedesco
“Ehm…beh…insomma…” - Chiara
“Se io spiegassi così sareste autorizzati a lanciarmi i pomodori!”- Prof di tedesco
Martyhellas92
NOTE
di
kLASSE
la classe all’arrivo della prof di economia
nn si presenta in classe dopo ben 40
minuti passati in giro x l’istituto a cercarli
vengono trovati tutti in aula magna a giocare a poker e l’alunno *** alle parole della
prof andate in classe risponde nn ora ke
sto vincendo
l’alunno alberto ******* ( io ) non ha nulla
di meglio da fare che riempirmi di insulti e
lanciarmi il banco addosso appena saputo
che della mia materia avra il debito con 2”
la prof di italiano
attila
Qualcuno decide di tirare un tramezzino
dal cortile dentro un’ aula del primo piano.
La prof esaurita scrive la seguente nota:
“Alle ore 10: 25 un tramezzino con tonno e
pomodoro fa irruzione nell’ aula passando
dalla finestra ed atterrando sulla cattedra.
Chiedo seri provvedimenti”
Blueivy
L’alunno B. mangia il cellulare alla compagna
Wizardmarti
Presa in 1° liceo da 2 compagni di classe...bei tempi quelli del liceo...
Durante l’ora di informatica, gli studenti ****
e **** distruggono la tastiera del computer
e la nascondono nei gabinetti
Alexander88
L’alunna P non lavora e perde tempo con
il lettore MP3 gettando sgurdi assassini-----nel giorno di san martino fa male nn bere
il vino: gli alunni A.,B,C,D,E,F,G,H,I,L,M,N,
rintracciati in aula nascosta a bere una
bottiglia di vino rompendola x terra e provocando disturbo ai bidelli!!!-------- MA SI
PUO?????
Nera1
Nota collettiva messa alle medie alla classe terza b( quando io ero in seconda b)...
Un pennarello è stato scagliato con violenza contro la cattedra. L’autore del gesto
rimane ignoto
European8
25
A tutti gli amici del Vincenzo
Cuoco,
centrale e succursale
...continua il de Bello
Scolastico...
A cura Di Leo Scoppettuolo
Capitolo 8
Ormai tutti parlano di reality show, di tv verità,
che fanno ascolti da record, vip o semplici raccomandati chiusi in fattorie o mandati su isole
deserte della Polinesia dove vince chi sopravvive mangiando banane e pesce crudo, ma
non tutti sanno della novità dell’anno! In scia a
questa tipo di tv, a Settembre inizierà il Grande
Cuoco, il nuovo reality show che conquisterà
ogni televisione e che stiamo cercando di mandare in onda. Professori del Vincenzo Cuoco,
della stessa scuola: a mediare solo una persona, uno, il Grande Cuoco. Il gioco si terrà a
Roma, Cinecittà, dove si è svolto il Grande Fratello (volgare imitazione dell’originale), dove per
100 giorni, i partecipanti saranno chiusi in una
casa, insieme, dormiranno insieme, mangeranno insieme, e per non perdere tempo (visto che
partecipa anche la professoressa di Matematica), studieranno e faranno lezione in mondo
visione. Il premio è di 500,000 euro, più una
promozione a vice-preside per un anno con la
vera vicepreside cacciata via per l’occasione.
Ecco i partecipanti:
Nella casa del Grande Cuoco stanno per entrare (dove per la materia si intende il professore
corrispondente):
Uno scienziato…........…Biologia
Una filosofa……........….Storia
Un’orientaleggiante…….Inglese
Una milanese…………...Italiano
Un’artista………………..Disegno
Un barzellettiere………...Religione
Un eclettica………….….Ed. Fisica
E poi:
Una tigre……......…....…Italiano
(la tigre del biennio)
Una supplente a vita.......La supplente
d’Italiano al terzo anno
Immaginate la prima puntata con i concorrenti
che arrivano insieme, i professori che dormono
tutti nella stessa stanza, e un solo bagno per 10
insegnanti! Per la prof. di Matematica, “un’accoglienza da reality show”, come lei stessa ha
definito il nostro attenderla sotto l’uscio della
classe. Una giornata a non far nulla, a discutere
il
grande
cuoco
come filosofi…poi la sera:
La prof. di Matematica, si addormenta verso mezzanotte, perché deve scrivere dei test da proporre
come prima prova e poi gli immancabili esercizi per
Derive (vedi Sezione 3-Capitolo 4).
Il prof. di Biologia che vede sempre un po’ di TV e
gli ultimi telegiornali fino a notte fonda. Quello d’Inglese invece preferisce la parabola, la mitica Tv stellitare, Storia e Italiano (lettrici onnivore, spero non di
questo n.d.a) amano leggere in giardino. Religione
e Disegno che disputano una partita a bridge, tra
una battuta ed un’altra e poi, a letto. Ma i pasti si
consumano insieme per poter scambiare qualche
parola, vedere cosa si dice lontani da casa: cosa
prepareranno i prof.? Italiano un risotto alla milanese
e costoletta alla milanese, grazie alle ricette fornita
dalla tradizione meneghina? E il mitico professore
d’Inglese, qualche piatto anglosassone? Fish and
chips o tacchino al forno all’americana? Dilemma
tragico, del tipo “Essere o non essere…”, tanto per
capirci…
Poi discussioni per ore sono assicurate, per avere
un auditel molto alto, con la prof. di Storia e di filosofia che inizia qualcuno dei discorsi che annoieranno tutti i telespettatori più di Marzullo a notte
fonda! E’ la sua versione femminile…Infatti hanno gli
stessi capelli, ma di tinta diversa, gli stessi occhiali,
la stessa voglia di fare domande: almeno Marzullo,
non mette i voti. I prof. di Disegno che farà ancora
disegni giganteschi per abbellire le pareti di casa con
gli stessi quadri 120 x 90 fatti nella scuola per decorare
le pareti, (ovvero per coprire i buchi e le scritte oscene!) e ci chiederà continuamente di farci giocare a carte
con lui: unico sollievo è il prof. di Religione che racconta barzellette in mondo-visione. Il vero problema per
la prof. d’Italiano del biennio, sarà quello di convivere
con la sua grande irritabilità e la sua irascibilità: già la
immagino perdere la pazienza con qualcuno che non
sa come lavare bene il bucato o fare lavatrici sbagliate:
le camice che scoloriscono e gli abiti da sera che cambiano colore.
La prof. di Matematica invece perseguiterà tutti quelli che snobbano la sua materia e dopo una mattinata
non soddisfacente, continuerà a rodersi l’anima con
“non continuano a lavorare”: ma non è una condanna,
solo un reality show!
Quella giocherellona della supplente d’Italiano invece
propone dei giochi di gruppo per tenere uniti: ha fatto
lo stesso anche a scuola, quindi niente da stupirsi! Si
parte con il gioco della bottiglia (ma niente baci per
favore), fino al gioco dell’oca e alla dama;
Finora abbiamo scherzato e chissà se mai si avvererà
questo progetto che, secondo me, rivoluzionerà la televisione, permettendoci di ridere dei professori anche
fuori della scuola!
Vai su http://debello.altervista.org e cerca il Trailer da
me realizzato per questo simpatico esperimento TV.
BY:
Vita da
NEWS
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CAMBIA IL CARRELLO DELLA SPESA IN ITALIA
Causa i rincari dei prezzi, tre italiani su quattro hanno cambiato le abitudini alimentari
Si è modificato il menù quotidiano sulle tavole italiane: per la maggiore attenzione sia alla lettura dell’etichetta dei prodotti che alla provenienza dei cibi, con una
maggiore propensione per quelli locali. Questo uno dei dati che emerge dall’Indagine 2007 Coldiretti-Swg Le opinioni di italiani e europei sull’alimentazione,
che evidenzia come in Italia la responsabilità degli aumenti è attribuita ai passaggi intermedi che fanno i prodotti per arrivare dal produttore al consumatore.
A DIETA UNA RAGAZZA ADOLESCENTE SU QUATTRO
I dati emergono dal rapporto annuale della Società Italiana di Pediatria
sugli stili di vita degli adolescenti
Tutti si sono messi a dieta almeno una volta nella vita. Ma farlo all’età di dodici anni
comincia ad essere preoccupante. E, invece, il 25% delle adolescenti tra i 12 e i 14
anni è già a dieta. Tra queste, il 68% ha scelto da sola quale dieta seguire, seguendo il consiglio di genitori e amici o affidandosi a giornali e tv. Niente di più sbagliato:
per gli esperti il rischio è quello di incorrere in anemie, osteoporosi, calcolosi della
colecisti e renale, gastroduodeniti e malattie alla tiroide.
FANTALEAGUE: IL FANTACALCIO IN VERSIONE INTERATTIVA
Il nuovo virtual game, aumenta la partecipazione e garantisce avvincenti
ed esaltanti funzioni per i giocatori
Dall’unione tra Digital Magics, Msn e Windows Live nasce Fantaleague, innovativo
fantasy game per gli appassionati di calcio in grado di coniugare elementi interattivi
al fantacalcio classico. Fantaleague rappresenta una versione completa e rivoluzionaria del gioco: un mix di funzioni real time e coinvolgenti che partono dal canale
Sport di Msn per estendersi al mobile, alla messaggistica istantanea, ai blog e ai
servizi a valore aggiunto, fino alla fruizione in tempo reale delle partite.
SCUOLA DI BON TON PER DIVENTARE MAGGIORDOMI
La domanda di queste figure specializzate supera di gran lunga l’offerta
disponibile sul mercato
Sono sempre più i milionari che aspirano al perfetto butler: un maggiordomo
inglese della vecchia scuola. Sono due milioni i professionisti del settore in grado
di rispondere a queste esigenze, eppure sono insufficieti. In Gran Bretagna esistono varie scuole, come laGreycoat Academy o la Guild of professional English
Butlers che organizzano corsi di due settimane, aperti a giovani uomini desiderosi di imparare l’antica arte. Nel rispetto del comandamento “servire ma non
essere mai servili”.
APPLE TAGLIA I PEZZI DELLA MUSICA SU ITUNES
Col servizio iTunes Plus si vendono brani e album privi del sistema di protezione Digital Rights Menagement
Il negozio musicale online iTunes di Apple ha tagliato i prezzi delle canzoni vendute
senza protezione, facendolo scendere a 99 centesimi dai precedenti 1,29 euro,
equiparandoli al prezzo dei brani dotati del sistema di protezione che ne impedisce
la copia. La cifra è stata abbassata in risposta all’apertura del nuovo store online di
Amazon, dove il prezzo delle canzoni di etichette EMI o Universal, prive di DRM, è
stato fissato appunto allo stesso prezzo proposto dalla società di Cupertino.
la
bacheca
poesia
“La sensibilita’, per noi e’ quasi come
un marchio di fabbrica.
...e’ cosi’ facile riconoscerci
...siamo una casta di uomini e donne
che si fanno troppi scrupoli…
Abili nell’auto-produrre dolore, c
oltivatori diretti di sofferenze,
allevatori di anime...
Capaci di lunghi periodi di estraniazione,
di esili punitivi,
ma anche di grandi slanci emotivi e passionali,
talmente travolgenti da risultare esagerati,
sgangherati, incomprensibili.
E’ cosi’ difficile per noi adattarsi a questo mondo di
cinici calcolatori, che riescono a programmare tutto:
le giornate, il sesso, i sentimenti.
Viviamo di precarieta’ ed inquietudini,
di sogni e ideali...
E per non morire ci affidiamo
alle note di una canzone,
ai versi di una poesia...
Siamo spiccatamente individualisti, fragili,
spesso incapaci persino di chiedere aiuto,
costretti a inventarci delle armature per difenderci...
Ma non siamo male, abbiamo solo troppo cuore...
e a pensarci bene...
quel marchio di fabbrica e’ anche
un marchio di garanzia
...delle persone sensibili come noi almeno...
ti puoi fidare”
MANDA I TUOI VERSI a
[email protected]
Ci presentiamo: siamo Claudio e
Guglielmo, della VP (ci vedete in foto in
versione estiva indie).
Qui http://club.giovani.it/virgilio/
potete leggere le ultime notizie sulla scuola,
i nostri articoli, gli inciuci, dare un’occhiata
alla fotogallery e partecipare alle discussioni
del forum.
Ciao pubblicatela, hehehhe
Francesco Ricciardi
prosa
27
La sensibilità non la si può comprare e neppure vendere.
La sensibilità è quel qualcosa che alcune persone portano dentro
di sè come un’ impronta, quasi come un segno di riconoscimento... forse come una cicatrice lasciata dal tempo.
La sensibilità a volte, compare un giorno, quasi all’ improvviso quando dalla vita hai capito che ogni generosità non ti e’
dovuta, ogni sorriso e’ una conquista, o quando una ferita ti ha
tagliato il cuore.
Forse la sensibilità la puoi trovare all’angolo della strada, negli
occhi di chi ha sofferto ed e’ diventato forte mantenendo un
cuore dolce. Ho conosciuto tante persone, alcune sensibili,
altre meno, altre per niente: Ma tutte le persone sensibili
hanno sempre ovattato e coccolato il mio cuore... forse perchè “delle persone sensibili come noi almeno... ti puoi fidare.
Dedico questa pagina e questi pensieri alle persone sensibili, delicate e “con troppo cuore” che ho avuto la fortuna
di conoscere e che hanno arricchito di poesia e dolcezza
alcuni istanti di vita.
Grazie a tutti voi.
Prosa e poesia da
[email protected]
invia i vostri disegni / schizzi / dipinti e:
foto a: tribu(at)studenti.it
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