kari stu... SOMMARIO Tema mese così vicini così lontani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Famosone cambiare il mondo si può!. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Tvb se le piace la tua amica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 mai + “size zero”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 badge a scuola. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . vita da news. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . sogni di ricreazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la bacheca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . blue&joy. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il mal dell’Africa 4 Vita da stu 18 24 25 28 30 Stile sten e lo stencil. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . turn off tv . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A & K. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . cool faces. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 36 38 40 12 Consumi 44 45 Recensioni Film. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46 Eventi nazionali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52 Eventi locali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 pc accesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60 spirito libero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 chiedetelo allle stelle (non a me) . . . . . . 64 Recensioni libri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Recensioni CD . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Speciale Play by multiPlayer.it. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 48 62 38 60 30 16 Parlarne apertamente evidentemente non è facile, e le immagini di un continente devastato dalla fame e dalla povertà non sempre riescono ad avere un commento adeguato e a suscitare in noi la giusta attenzione. Il più delle volte i volti di quei bambini e quelle donne ci inducono il gesto immediato semplicemente di cambiare canale o su una rivista di girare pagina. Chi riesce a guardare solitamente è chi poi decide di fare qualcosa, il punto è allora come fare. Abbiamo sentito chi se ne intende e nella nostra inchiesta a pagina 4 ti raccontiamo la storia e le parole di chi da tempo è impegnato nella causa. Cause buone sembrano essere ormai il primario interesse del divo dei divi Gorge Clooney che con i suoi film denuncia si scaglia contro corruzione e sfruttamento salvo poi essere testimonial pubblicitario di multinazionali, a chi gli ha domandato qualcosa in proposito ha risposto: “Chiedo scusa, ma bisogna pur guadagnarsi da vivere!”, tutta l’intervista la puoi leggere a pagina 12. Bene, bravo, bis se rimaniamo un po’ attoniti di fronte a ciò, restiamo altrettante sconcertati dalle sempre più avvincenti storie d’amore dei nostri stu. Questo mese si parla di un triangolo: quando lui si fidanza con lei ma chiede sempre dell’amica… robba forte a pagina 14! Indagando indagando la vostra vita privata e pubblica vi raccontiamo l’ennesima trovata per controllarvi meglio e riportarvi all’ordine: il badge a scuola è una realtà al liceo Cassini, l’inchiesta è a pagina 18. Intervista super esclusiva per un tipo di poche parole ma molto successo: la leggenda metropolitana Sten si racconta alla Tribu ripercorrendo una carriera on the road che l’ha portato da Trastevere ai muri di tutto il mondo, l’articolo è a pagina 32. Più ricche di recensioni, notizie, classifiche le pagine dei consumi da pagina 44 e sempre più eventi nel calendarione del mese da pagina 52. Viva viva l’olio d’oliva (non c’entra niente ma mi andava così) Giulia Serventi Longhi iltema delmese E’ una di quelle verità che stanno lì, ineluttabili, incancellabili, senza soluzione. E’ una di quelle realtà che però fanno male. Le immagini che raccontano di un’Africa vicina perché dietro l’angolo ma lontana anni luce per condizione di vita fanno effetto. Per il 46% degli studenti sono un vero e proprio pugno nello stomaco. Abbiamo indagato alcuni dei tanti problemi, cercato di svelarne qualche causa e tentato di fornirvi una risposta alla domanda delle domande: “cosa fare?” così vicini così lontani Di Giulia Serventi Longhi Voltato l’angolo Hanno fatto molto scalpore i dati diffusi qualche giorno fa da tutti i media italiani circa la condizione di povertà in cui versano ben l’11% delle famiglie del nostro paese. Ciclicamente emergono notizie sconcertarti sul nostro sistema sanitario, errori che denotano delle falle in un meccanismo però non del tutto da buttare. Non a caso Michael Moore tempo fa a Roma per presentare il suo ultimo film/documentario sulla sanità americana voci Desidero impegnarmi per Amref e vorrei mettere a disposizione per questo le mie competenze professionali ed un po’ del mio tempo. Grazie ancora per ciò che fate in difesa della vita e della dignità umana! Marisa Ho messo a disposizione il mio tempo libero, la mia professionalità, il mio entusiasmo. Grazie ha decantato i nostri ospedali pubblici. Se è vero poi che con l’euro i prezzi dei beni di consumo, anche primario, sono alle stelle e tante famiglie oggi più di ieri non riescono ad arrivare a fine mese, il “caso italiano”, parliamoci chiaro, non esiste. La nostra condizione sanitaria ed economica non è niente in confronto a ciò che accade appena voltato l’angolo, anzi appena oltrepassato quel mediterraneo che visto da lontano è solo un fiumiciattolo: l’Africa è lì, a pochi chilometri di traghetto dalla Sicilia, eppure è lontanissima. Sono immagini scioccanti quelle che a volte, raramente per la verità, scorrono sugli schermi delle nostre televisioni. Sono bambini e donne ad AMREF l’Africa mi è venuta incontro con una faccia nuova e diversa che mi ha conquistato Greta Gli stu Penso che l’ostacolo da abbattere prima di tutto sia l’ignoranza sappiamo che le bambine a 13/15 hanno minimo 3 figli,se invece di far figli le facessimo studiare non avrebbero tempo di far i protagonisti di filmati che con la forza delle immagini ci portano a casa problemi lontani anni luce dalla nostra realtà. “In molte zone dell’Africa le condizioni igienico-sanitarie sono disastrose: la causa principale è il mancato accesso all’acqua pulita che è causa di malattie gravi come il colera, la malaria o la dissenteria. Basterebbe un po’ d’acqua pulita con cui lavarsi il viso ogni giorno e una malattia come il tracoma, che rende ciechi migliaia di bambini ogni anno, sarebbe debellata”, ci racconta Francesco Aureli, direttore generale dell’Amref, associazione in prima fila per il sostegno alle popolazioni africane. figli,quindi ci sarebbero un po più soldi nelle famiglie e potrebbero trovare lavori pagati nel limite della decenza...no? Shex punto è ke nessuno si rende conto di quello che si ha e di quello che si ha in più rispetto agli altri. non me ne rendo conto io, nè tu ke stai leggendo. siamo troppo ipocriti per farlo, siamo troppo menefregisti.è questo che si dovrebbe cambiare. e finkè questo nn cambia, continuerà ad esistere un terzo mondo. ma il terzo mondo nn è l’africa, il terzo mondo è qui...il terzo mondo sn i paesi sviluppati, dv la gente cerca tutti i modi x sopraffare il suo vicino+vicino... DOBBIAMO CAMBIARE GENTE. ABBATTIAMO QUESTO MURO D’IPOCRISIA! Moira Perché tutto questo? Lo shock, un vero e proprio senso di rigetto, ci producono il gesto istintivo di cambiare canale. Vediamo spesso donne disperate e bambini affamati ma i padri dove sono? In guerra, a quanto pare. Una recente ricerca dal titolo “Africa’s missing billions” rileva siano stati 23 i paesi africano coinvolti in guerre civili. Combattimenti che non solo hanno portato via dalla loro terra le braccia forti ma che tra il 1990 e il 2005 son costati ben 284 miliardi di dollari (199,8 miliardi di euro) agli stessi paesi coinvolti. Ma se in Africa non si mangia come fa a procurarsi le armi? A questo, e non al cibo ci pensa l’Europa. La stessa ricerca dice che ben il 95% delle armi per l’Africa proviene dall’estero. Una grande responsabilità quindi a carico dei nostri governi che se con una mano armano le popolazioni africane con l’altra finanziano quelle associazioni a cui delegano interamente il problema: “Quello che conta è che un Paese non deleghi alle Ong o altre associazioni, compiti che, se messi in un programma di governo, andrebbero portati a termine, rispettati e dimostrati”, dichiara Valerio Mastandrea, tra i testimonial dell’Amref. re semplici spettatori di un destino ineluttabile? “Fondamentale è iniziare ad avere un approccio diverso nei confronti dell’Africa. Siamo ormai abituati a pensare a questo continente solo per le sue disgrazie, carestie, crisi umanitarie, guerre fratricide, problemi alimentari, corruzione dei politici. Questi stereotipi portano a voltare la testa dall’altra parte quando si parla d’Africa, a pensare, magari a malincuore: l’Africa non ha nessuna speranza”, ci dice sempre Aureli. “Dobbiamo cambiare il nostro punto di vista, lasciando agli africani la possibilità di parlare: l’Africa ha delle ricchezze straordinarie, umane, naturali e artistiche. Bisogna valorizzare le potenzialità dell’Africa e non esacerbarne i suoi drammi. Per riassumere tutto questo in uno slogan potremmo dire: abbatti i pregiudizi, scopri l’Africa!”, continua. A rafforzare il concetto parla Valerio Mastandrea che dice: “Ho paura che agli occhi di molti la situazione Africana sia entrata a far parte dei ‘dati di fatto’. Questa è la cosa più terribile. E la colpa di questo va cercata nel tanto parlare e poco agire delle istituzioni. La gente ha bisogno di poter credere che qualcosa si può fare e si fa”. Ecco una prima cosa da fare allora: scoprire l’Africa. Sono due le mostre in corso in Italia che ci potrebbero aiutare ad allargare i nostri orizzonti: “Why africa?” alla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli al Lingotto di Torino (fino al 3 febbraio) e il “Padiglione Africano” della Biennale di Venezia fino al 21 novembre). Aureli ci consiglia anche una lettura: “Il crollo” di Chinua Achebe fino a “Stati Uniti d’Africa” di Abdourahman Waberi” Aiutare come? Per l’Amref, associazione che proprio quest’anno compie 50 anni di vita , fondamentale è: “raccogliere fondi per sostenere i progetti in Africa: dalla costruzione di scuole e fonti idriche alla formazione del personale medico locale, dal recupero dei ragazzi di strada alla vaccinazione di bambini vittime di malnutrizione e guerre civili”, dice Aureli. “E’ provato che l’assistenzialismo fine a se stesso non porta che a una risoluzione dei problemi solo momentanea. L’as- Un approccio diverso Ma cosa possiamo fare noi singoli cittadini per cambiare qualcosa, non esse- Se oggi accadesse un fatto importante in un Paese dall’altra parte del mondo,noi tutti saremmo informati di ciò,grazie ai mass media; ma se i media si disinteressassero del fatto (PERKE’ I PETTEGOLEZZI E IL GOSSIP SU ALBANO E LA LECCISO FANNO + ASCOLTO), per i restanti 6.000.000.000 di persone del globo il fatto nn sarebbe mai accaduto. Allo stesso modo,vale per la fame e le guerre nel mondo. Bisognerebbe mantenere l’interesse pubblico sempre vigile sugli avvenimenti,non solo catastrofici,che imperversano il nostro modo. blk Combattere l’ignoranza Il mondo è pieno di problemi di numerevoli tematiche, uno di questi è la fame e la povertà che troviamo nel terzo mondo. Sicuramente possiamo aiutare il prossimo combattendo l’ignoranza, cercando di colmare le nostre lacune sull’attualità; ma per chi ne sente il bisogno e vuole andare oltre le pagine dei giornali e le parole consiglio un’esperienza di volontariato o missionaria in un Paese povero. A quel punto capirete che le parole non basteranno per esprimere la realtà di questi Paesi. Sono disposta a studiare e portare fisicamente il mio aiuto, anche solo un sorriso, a chi ne ha sinceramente bisogno. MA Il compito di noi volontari è andare tra la gente per diffondere un’idea nuova dell’Africa e della cooperazione: così raccontiamo cos’è e cosa fa AMREF Veronica TRIBU 209x309 suora iltema delmese sistenza migliore che si può dare passa per la formazione, il passaggio di tecnologia, di know-how, di aiuto in loco affinché gli africani per primi possano avere i mezzi per risolvere i loro problemi senza aspettarli da fuori”, dichiara Neri Marcorè, altro testimonial dell’Amref. Se l’Amref ci invita a partecipare informandoci: “Il compito di noi volontari è andare tra la gente per diffondere un’idea nuova dell’Africa e della cooperazione”, ci dice Veronica 27 anni Napoli, volontaria Amref, altre associazioni vedono il volontariato come un’attività più coinvolgente che porti i giovani a contatto diretto con quella realtà lontana. Mario Giuliani è uno studente neo laureato all’Università degli Studi di Padova in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali specializzando in Politiche ed Istituzioni per la Pace ed i Diritti Umani presso la Facoltà di Scienze Politiche che ha svolto il periodo di stage previsto dal suo corso di studi proprio in Africa: “Ho deciso di fare del volontariato più che altro perché è sempre stato un mio sogno fin da bambino di poter andare in Africa a fare qualcosa di concreto. Ho sempre voluto fare il medico ma per due anni non ho superato il test di ammissione a Medicina e quindi superata la delusione ho deciso di intraprendere una carriera che comunque fosse rivolta al prossimo. Non ho mai concepito un’attività lavorativa che avesse come fine il mero lucro o la soddisfazione personale. Lo ritengo limitante, almeno per me”. Inizialmente è stato difficile trovare qualche Ong che aiutasse Marco a coronare il suo sogno, poi ci ha pensato la Fondazione “aiutare i bambini” che dopo un corso di formazione ha inviato Marco in Madagascar. Aiutando a distanza o andando in loco l’importante per noi ( e per voi?) l’importante è fare qualcosa. Per diventare volontario dell’Amref puoi scrivere a: [email protected] se vuoi partire puoi candidarti contattando l’associazione “aiutare i bambini” a [email protected] Qualkosa ke possa aiutare veramenet le xsone bisognose,quindi soldi ma anke oggetti cm vestiti cibo e giokattoli,purtroppo non credo e non penso ke i politici o xsone “importanti”s muovino a fre qualkosa...loro stanno bene(NOI stiamo bene)quindi in 1 certo senso sn kose ke nn c riguardano...hos emtto d redere nella solidarietà delle xsone....io cm singola xsona m 9-07-2007 14:17 Pagina 1 dati: il 42% del Nord America. Solo lo 0,8% della spesa pubblica è destinato alla sanità nei paesi poveri e solo il 2% degli investimenti in ricerca e sviluppo nel mondo è destinato ad Aids, malaria, infezioni respiratorie acute, malattie diarroiche e Tbc. Nei paesi con reddito particolarmente basso, i medici presenti sono meno della metà di quelli rilevati nei paesi a reddito più elevato: si contano 59 medici per 100.000 abitanti in Sudafrica, 58 in Cambogia, 48 in India, 52 in Pakistan, contro i 252 in media nei paesi ad alto reddito. Il sottosviluppo e la povertà nei paesi poveri non solo contribuiscono alla diffusione delle epidemie, ma sono anche tra i principali responsabili dell’abbassamento della speranza di vita. Ogni anno nel mondo muoiono circa 17 milioni di persone a causa di malattie infettive e deficienze nutrizionali Il 43% dei decessi avviene nei paesi più poveri del globo. Il primato per il maggior numero di morti spetta alle infezioni respiratorie (che, nel 1999, hanno ucciso 4.039.000 persone) e, al secondo posto, all’Aids. Oggi nel mondo circa 36.100.000 persone convivono con il virus Hiv e solo nel 2000 ci sono stati 5.300.000 nuovi infetti. Nella sola Africa sub-sahariana sono concentrati 25.300.000 malati. L’emergenza sanitaria nel mondo meno sviluppato è associata alla povertà e alle cattive condizioni igieniche, ma soprattutto alla carenza dei servizi sanitari. Nei paesi in via di sviluppo, più del 75% della popolazione mondiale ha a disposizione solo il 15% dei farmaci prodotti nel mondo. L’Africa, in particolare assorbe solo l’1% delle vendite mondiali dei farmaci, contro impegnero ad iautare le xsone bisognose enza xo rivolgermi ad adsociacioni o ai mass media ke risolvono veramente poko,....se tutt facessimo ognni gg davvero poko magari FORSE le cs cambierebbero Ste Io volevo portare un’ esperienza che ho fatto lo scorso anno. Ho passato quasi due mesi in Entro il 2005 in Sudafrica si stima che la speranza di vita dovrebbe scendere da 47 a 42 anni, a 40 anni in Burundi, Sierra Leone e Ruanda, a 39 anni in Malawi, a 38 nello Swaziland e nel Mozambico, a 36 nel Botswana. Per quanto riguarda i farmaci, al problema della disponibilità si aggiunge quello dei costi differenziati e quello delle contraffazioni: il costo di una terapia antiretrovirale in Usa è di 15.000 dollari annui, in Kenia di 7.300 dollari annui, mentre in Brasile di 200 dollari annui e in Tailandia di 255 dollari annui; il 10% dei farmaci in Africa, secondo l’Oms, è “falso”, con punte del 50-60%. Una politica a favore delle vaccinazioni migliorerebbe la situazione. È stato stimato che le vaccinazioni diminuiscono di centinaia di migliaia di casi la possibilità di contrarre numerosi virus: 888.000 bambini non si ammalerebbero di morbillo, 346.000 di pertosse, e 215.000 di tetano neonatale; si conterebbero 900.000 malati di epatite B in meno e ci sarebbero 400.000 casi in meno di influenza, Dati Censis Marocco. Sono andata li con un associazioni di Volontariato umanitario. Io faccio nella mia città la volontaria in un asilo nido dove sono ospitati bambini extracomunitari, già da quasi due anni, così mi sono fatta un po’ esperienza. Poi sono partita per andare a tenere i bimbi in un centro mentre i genitori stavano al lavoro o a scuola ( perchè li fanno anche opere di alfabetizza- zione ). Ho fatto un po’ di vaccini, una ripassata al mio francese scolastico...e sono partita per una delle esperienza più belle della mia vita, alla fine dopo che tenevo i bambini davo una mano anche ai genitori...Lo rifarei..lo rifarò, forse...Cmq trovo che si possa fare molto al lato pratico, e non si perde nulla...anzi si acquista qualcosa sara THE AXE EFFECT. iltema delmese Testimonianza di Mario Giuliani UN GIORNO TUTTO ANDRA’ MEGLIO dal diario di Mario Giuliani, volontario in Madagascar “Ed eccomi qui come promesso. Sono passati alcuni giorni. Ho visto i bambini. Ho ancora nel cuore tutta quest’enormità di emozioni, ma andiamo per gradi. Le suore francescane che ci ospitano possiedono qui in Madagascar più di una sede. Noi ci troviamo nella casa centrale in capitale. In questi giorni abbiamo viaggiato molto. Il primo impatto forte è stato il 15 dicembre, alla scuola di Ahipahimanga. Un grande cortile, una chiesa, una scuola: qui tutto ha il colore della terra vulcanica. Essa dà il cibo, le case, la vita e la morte. Sembra tutto surreale. I bimbi ci guardano curiosi ma quasi impauriti. Non proferiscono parola, un silenzio quasi inquietante. Non sono abituati a vedere il nostro colore della pelle. L’imbarazzo dura poco però. Basta che giunga l’ora della ricreazione ed eccoci sommersi da un mare di 400 bambini, piccoli, scherzosi, gioiosi e con dei sorrisi infiniti. La paura a poco a poco si trasforma in risate. Sono favolosi, cantano, ridono, giocano, scherzano con noi, cercano di catturare la nostra attenzione, uno sguardo, una parola. Non riesco a smettere di fotografarli, quasi volessi catturare questo momento per non lasciarlo più andare via. Sono pervaso da una tenerezza immensa. BAMBINI CON NULLA Come in un lampo ci ritroviamo soli in un grande cortile vuoto. Loro sono tornati a scuola, forse non hanno piena coscienza del perché debbano stare seduti dietro un banco a studiare, però lo fanno, quasi intuissero che questa per loro è una grande opportunità. Sono bambini con nulla. Mangiano una volta al giorno grazie all’intervento di persone che credono nel loro futuro. Una grande sala, 400 bambini, 400 piatti di riso e fagioli. Le panche di legno grezzo, le tavolate e loro. Alcuni mangiano in piedi: non ci sono posti a sufficienza per tutti, ma non ho visto nessuno lamentarsi. Sarodroa: solo cielo e montagne E’ giunto il grande giorno della visita a Sarodroa: un villaggio disperso tra le montagne del Madagascar, a 2.887 metri di altezza. Sette ore di cammino a piedi da Ahipahimanga circa 4 in macchina se possibile andarci. Sveglia alle 3. Si parte. Ben presto il paesaggio diventa lunare. La strada di terra rossa lascia il posto a terra nera e rocciosa. Siamo carichi. 6 persone nell’abitacolo, 5 nel cassone. Ci arrampichiamo su sentieri che presto lasciano il posto a nulla. Nessuna strada, niente di niente, solo cielo e montagne. UN BENVENUTO SINCERO La vista si apre verso poche case in muratura e le molte tane scavate nella terra dove la gente vive. Ed ecco si intravedono in lontananza due strisce blu. Sono i bambini sui 2 lati della strada, tutti in fila, tutti ordinati. Ci attendono mentre un gruppo di locali suona i flauti e canta per noi. Scendiamo dalla macchina, imbarazzati, stanchi, emozionati. La gente ci viene incontro, ci sorride, ci stringe la mano ed i bambini sempre lì, immobili. Non ho mai ricevuto un benvenuto così sincero, così vero, così forte. Non ce lo meritiamo, non io almeno. Ubriachi di tutto ciò camminiamo verso la sala polivalente, verso il centro del villaggio. Camminiamo attraverso il corridoio fatto dalle divise blu dei bambini. Ci accompagnano in un piazzale di terra. Intonano l’inno nazionale, rispettano l’alza bandiera malgascio. Il capo villaggio si presenta. Un uomo anziano al quale non è possibile dare un’età, timido impacciato. Vestito per l’occasione con una giacca lunga sdrucita, una camicia bianca sporca, sandali che per noi sarebbero già nella spazzatura da tempo ma che per lui sono le scarpe delle grandi occasioni. I rappresentanti della comunità ci ringraziano per quello che è stato fatto per loro e per i loro figli. RICONOSCENZA INFINITA Sono stato male a vedere tutto questo. In fondo sono solo uno studente di 25 anni che non ha nulla da insegnare a queste persone ma sono stato accolto come il papa. L’incredibile è però altro. Per dimostrare la loro riconoscenza infinita, pur essendo le persone più povere che io abbia mai visto ma anche immaginato, ci hanno offerto in dono le loro patate, le loro galline, i frutti del loro lavoro, magari privandosene loro stessi. Privandosi di quel nulla che già hanno. Ma l’hanno fatto col cuore. DONI OCCIDENTALI Prima di partire, in Fondazione mi hanno dato delle lettere scritte dai sostenitori a distanza da consegnare ai bambini. Ero contento di poter fare questo. Di poter portare queste parole, tutti quei bigliettini ai bambini, ma non avevo ancora fatto i conti con il momento della consegna. Ed eccoli, in fila, ad aspettare. Non sorridono, sembrano tristi, ma sono solo imbarazzati e timorosi di quello che noi Vasà stiamo per fare. Ho portato foto, bigliettini di auguri sonori, qualche penna, tante lettere. Per noi poca cosa, ma per loro? Questi bambini non si sono mai visti in uno specchio come possono interpretare un pezzo di carta che suona? Piedi nudi, occhi bassi, vestiti sudici, ascoltano uno per uno la traduzione di Soeur Marie in malgascio del contenuto delle lettere. In silenzio porgono le mani con i palmi rivolti verso l’alto a cucchiaio e prendono i nostri doni occidentali. SE FOSSE STATO MIO FIGLIO? Ho trattenuto le lacrime ma ho fatto tanta fatica, tanta, mi sono vergognato dai capelli fino ai piedi. Avrei voluto abbracciare quei grandi occhi e dirgli che un giorno tutto andrà meglio e di non aver paura. Ma come? Poche persone capiranno tutte queste parole, ma non posso nemmeno pretendere lo facciano. Troviamo mille giustificazioni alla condizione di questi bambini, culturali, economiche e chi più ne ha più ne metta, ma non siamo in grado di ammettere che in parte è anche colpa nostra, della totale mancanza di coscienza umanitaria che pervade il nostro mondo. Io però una domanda me la sono fatta: se uno di quei bambini fosse stato mio figlio, avrei ancora cercato di dare delle giustificazioni per cercare di lavarmi la coscienza? No”. 10 intervista a: Francesco aureli Come e quando nasce l’associazione AMREF? AMREF è stata fondata nel 1957 a Nairobi, in Kenya, da Michael Wood, un chirurgo inglese appassionato di Africa e di volo. Con il suo aereo, volava nelle zone rurali dell’Africa orientale per portare assistenza sanitaria alle popolazioni non raggiunte dal servizio sanitario locale. Di cosa si occupa oggi? Oggi AMREF gestisce 140 progetti di sviluppo in 22 paesi africani. La nostra mission, “con l’Africa per la salute dell’Africa”, racchiude la filosofia del nostro lavoro: attraverso la partecipazione attiva delle comunità locali, l’obiettivo di AMREF è aiutare lo sviluppo sanitario e sociale delle popolazioni più povere. Ogni problema sanitario in Africa è espressione di un degrado economico, sociale e ambientale: dalla lotta all’epidemia di hiv/aids, allo sforzo di portare fonti d’acqua pulita a tante popolazioni rurali e urbane ormai a secco, fino all’impegno con i ragazzi di strada delle grandi baraccopoli. Il messaggio di AMREF è che salute per l’Africa significa sviluppo in piena autonomia. Come (se lo è) cambiata la sua attività nel corso di questi 50 anni di attività? AMREF è nata come una piccola fondazione creata da chirurghi occidentali. In 50 anni è diventata la più grande organizzazione sanitaria africana non profit. L’unicità di AMREF risiede nel suo essere un’organizzazione pienamente “africana”, che impiega oltre 700 persone, il 97% delle quali africane. Quasi tutti i progetti fanno capo ad esperti locali, medici, ingegneri idrici, assistenti sociali in gran parte provenienti dalle stesse comunità disagiate che beneficiano dei programmi di sviluppo. Riesce a raccontarci qualcosa della cultura africana e come si allontana dalla nostra, e come invece possiamo sentirla vicina alla nostra? Più che di “una cultura africana” sarebbe giusto parlare di centinaia di culture, lingue e tradizioni molto diverse tra loro. Sentirsi vicini all’Africa significa innanzitutto riconoscere questa pluralità di culture che non sono solo vestigia del passato. Al contrario, nel cuore delle comunità africane con cui AMREF lavora si nasconde spesso un modo molto moderno di vedere le cose: penso ad esempio all’idea di comunanza e di solidarietà reciproca, principio incrollabile di tutte le civiltà africane, che oggi è la base di sistemi di vita e di lavoro “informali”, creati spontaneamente dove non esiste un intervento pubblico. Da questo modo di vivere in comunità noi occidentali possiamo imparare moltissimo, magari ascoltando con più attenzione le sue espressioni culturali, leggendo i suoi scrittori o ascoltando i suoi musicisti. Qual è la reale situazione igienico-sanitaria in Africa? Quanto influisce nelle problematiche legate alla salute in Africa la particolare concezione di malattia e salute esistente in questo continente? In molte zone dell’Africa le condizioni igienicosanitarie sono disastrose: la causa principale è il mancato accesso ad acqua pulita che è causa di malattie gravi come il colera, la malaria o la dissenteria. Basterebbe un po’ d’acqua pulita con cui lavarsi il viso ogni giorno e una malattia come il tracoma, che rende ciechi migliaia di bambini ogni anno, sarebbe debellata. Certo, la salute e la malattia in Africa hanno un valore diverso: le religioni tradizionali vivono la malattia come un’infrazione, come una rottura di quell’ordine cosmico che unisce uomo e natura da cui dipende il concetto di salute: un concetto olistico, non solo fisico, che coinvolge ogni aspetto della vita di una persona. Queste convinzioni sono molto radicate, e AMREF ha scelto di conciliarle con la medicina moderna attraverso una piena collaborazione con i guaritori tradizionali, che costituiscono ancora il punto di riferimento per la maggior parte degli africani. Quali sono gli altri principali problemi di quest’area così lontana? Istruzione, urbanizzazione? Il mancato accesso ad un’istruzione adeguata impedisce a migliaia di bambini di costruirsi un buon futuro. Le cause sono diverse: la povertà innanzitutto, che spinge molti bambini nel pericoloso mondo del lavoro minorile, e poi le malattie, prima tra tutte l’aids che colpisce le famiglie ma anche gli insegnanti, fino a rendere insostenibile l’attività didattica. L’urbanizzazione è un altro grande tema: dalle campagne milioni di persone migrano verso le megalopoli africane con l’illusione di trovare un buon lavoro e vivere meglio. Spesso però questo sogno si infrange: oltre il 70% degli abitanti delle città africane vive nelle baraccopoli, sacche di miseria e disagio che crescono di giorno in giorno. Cosa significa portare salute in Africa? Come si esplica la funzione dell’AMREF in Africa? Non significa regalare medicinali o allestire ospedali da campo in zone di crisi: queste sono attività imprescindibili, ci mancherebbe, però un’organizzazione come AMREF lavora a lungo termine, e preferisce formare personale locale che sarà poi in grado di assistere in autonomia la propria gente. La formazione di Community Health Workers, operatori sanitari di comunità, cioè persone che non hanno studiato medicina ma possono apprendere norme di base e intervenire anche in casi non troppo complessi, è la chiave di volta per colmare il gap che separa la popolazione più debole da un’adeguata assistenza sanitaria. Il lavoro di formazione di AMREF per ricostruire un sistema sanitario in Sud Sudan è un buon esempio di questo approccio. Come è possibile avvicinare la popolazione italiana, magari partendo dai più giovani, ai problemi del terzo mondo e in questo caso dell’Africa? Fondamentale è iniziare ad avere un approccio diverso nei confronti dell’Africa. Siamo ormai abituati a pensare a questo continente solo per le sue disgrazie – carestie, crisi umanitarie, guerre fratricide, problemi alimentari, corruzione dei politici. Questi stereotipi portano a voltare la testa dall’altra parte quando si parla d’Africa, a pensare, magari a malincuore: l’Africa non ha nessuna speranza. Forse qualcuno accompagna questo riconoscimento con una donazione a qualche organizzazione, ma non basta. Dobbiamo cambiare il nostro punto di vista, lasciando agli africani la possibilità di parlare: l’Africa ha delle ricchezze straordinarie, umane, naturali e artistiche. Bisogna valorizzare le potenzialità dell’Africa e non esacerbarne i suoi drammi. Per riassumere tutto questo in uno slogan potremmo dire: abbatti i pregiudizi, scopri l’Africa! Cosa può fare un ragazzo, uno studente, un lettore di Tribu per partecipare e rendersi utile alla causa? Può fare un sacco di cose e AMREF lancia tante iniziative per sensibilizzare i giovani sulle tematiche dell’Africa. Innanzitutto può informarsi e più in generale prestare attenzione a quanto accade in Africa andando oltre quelle poche notizie che i nostri media lasciano filtrare. A breve il nostro sito ospiterà una sezione speciale dedicata all’informazione sull’Africa. Può studiare storia e religioni africane, leggere la sua letteratura, da un classico come “Il crollo” di Chinua Achebe fino a “Stati Uniti d’Africa” di Abdourahman Waberi. Fondamentale è raccogliere fondi per sostenere i progetti in Africa: dalla costruzione di scuole e fonti idriche alla formazione del personale medico locale, dal recupero dei ragazzi di strada alla vaccinazione di bambini vittime di malnutrizione e guerre civili. Sul sito www.amref.it ci sono tutti i modi per aiutare AMREF: donare, attivarsi in prima persona – magari diventando “Volontario AMREF”, potrebbe essere l’inizio di un percorso professionale nel mondo della cooperazione. E poi, ancora, può parlare di noi, far circolare il nostro materiale informativo, convincere parenti e amici a sostenere i nostri progetti. Insomma, in tre azioni: donare, lasciarsi coinvolgere, passare parola! ilfamo 12 sone 13 CHI é: CAMBIARE IL MONDO SI PUò! GEORGE CLOONEY: Cinema impegnato, quasi un’ossessione per la verità: Clooney sembra votato a smuovere le coscienze ma quando si tratta si se stesso barcolla, a chi lo critica risponde: “bisogna pur guadagnarsi da vivere” Di Claudia Catalli Abbiamo incontrato George Clooney alla Mostra del Cinema di Venezia, prima dello spiacevole incidente a bordo di una moto, per cui è stato recentemente ricoverato in ospedale insieme alla sua bella (Sarah Larson, vent’anni più giovane). Abbiamo assistito, quindi, alla sua gaffes clamorosa, avvenuta durante la conferenza stampa di “Michael Clayton”, film di Tony Gilroy dove il bel George interpreta il protagonista, ovvero un avvocato spregiudicato, abituato a falsificare o ricostruire per intero la verità, almeno fin quando non decide di schierarsi contro una delle tante multinazionali corrotte che giocano sporco… Una giornalista si alza e gli chiede come mai abbia accettato questo ruolo, visto che nella realtà è testimonial per una multinazionale come la “Nexpress”. Ecco la (mancata) risposta del divo: “Chiedo scusa, ma bisogna pur guadagnarsi da vivere! E poi questa domanda è irriverente e non rispondo”. Un bel caratterino, insomma, unito però ad una fervida mente. Per questo decidiamo di fargli domande meno provocatorie, ma più tese a scoprire cosa pensi del mondo e del cinema uno degli attori più famosi ed acclamati del pianeta. Ne esce fuori il profilo di un personaggio tutt’altro che glamour, convinto sostenitore del suo lavoro nel mondo dello spettacolo e promotore della tesi, un po’ utopistica, un po’ ottimistica, che il cinema può/potrebbe/potrà cambiare realmente il mondo in cui viviamo. “Syriana”, “Good Night and Good Luck” e adesso “Michael Clayton”, sono dimostrazioni evidenti di una concezione di cinema impegnato, incentrato su una sorta di ossessione nei confronti della verità. Un’ossessione che scaturisce da una delusione politica, come lui stesso non esita a confessare: “Posso dichiararmi politicamente frustrato, vivo in un paese in cui molta, troppa gente è insoddisfatta della situazione che abbiamo. Comunque resta il fatto che Hollywood può e deve esserne consapevole: può davvero cambiare le cose, secondo me. Del resto anche in passato il cinema è stato usato per fini politici, dall’ambito della politica estera alla guerra, al razzismo… è innegabile che la settima arte abbia contribuito a modificare la società”. Un cinema che sia in grado di far riflettere e smuovere coscienze, quello ricercato da George Clooney, sia come attore che come regista. Dopo essersi presentato come “grande appassionato dei film di genere degli anni ’70” ha voluto, infatti, rimarcare il concetto chiave della sua carriera professionale degli ultimi anni, ribadendo che “ritengo più importanti in assoluto quei film che riguardano la rilevanza della verità, soprattutto a seguito di ciò che è successo negli ultimi anni”. Senza mollare la presa, continuando a tentare di capire cosa si celi dietro l’icona Clooney, gli chiediamo quali cambiamenti ha notato rispetto a ieri, in cosa è cambiato il modo di fare film di un certo tipo, figli di un impegno civico e politico forti. Ecco come ci risponde: “Ora è più facile: il 70% dei paesi è contrario alla guerra, non ci vuole tanto coraggio per portare una tematica del genere sul grande scher- mo. Ce ne voleva magari nel 2003, quando abbiamo girato “Syriana” e “Good night and good luck”, per cui fui additato persino come un traditore dal mio paese”. Come si intuisce già da queste parole, George Clooney non si può certo annoverare fra quegli americani che amano la “patria” tanto ciecamente da non accorgersi dei suoi errori e punti deboli. Il suo è, piuttosto, un amore critico, ragionevole, pronto a denunciare facili rimedi:“La verità è che oggi stiamo cercando di mettere le pezze sugli sbagli del passato, in questo noi americani siamo sempre bravissimi. E c’è anche da dire che al giorno d’oggi il capitalismo viene confuso con la democrazia”, oltre che accostare ogni circostanza problematica politica con la sua idea di cinema orientato alla ricerca della verità. Senza risparmiare, ovviamente, il sistema degli Studios: “Anche per quanto riguarda gli Studios è così, ma sono convinto che si possa aggirarne il problema, sebbene i ricchi siano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, per non parlare della classe media che non esiste più. Il punto è che noi, con i nostri film, riflettiamo la società: succede una cosa? Bene, passano due anni prima che ne esca il film. La sceneggiatura di quest’ultimo, ad esempio (“Michael Clayton”- N.d.R.), è stata scritta prima dell’11 settembre, ben sette anni fa”. Del suo ultimo film, che lo vede nei panni di un avvocato senza scrupoli che “magari una decina di anni fa sarebbe stato il cattivo, mentre qui c’è una redenzione molto importante”, si dichiara soddisfatto e non fa che elargire complimenti al regista, il famoso sceneggiatore Tony Gilroy alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa: “La cosa fondamentale è sempre avere accanto un regista bravo, ne sono convinto. Il 95% degli attori onesti direbbe che se il film è ben scritto e ben diretto, poco è merito loro. Io posso dirvi che hanno voluto togliere al mio personaggio ogni traccia di glamour ed è difficile riuscirci quando un attore è famoso, anche se io, a dirla tutta, sto diventando vecchio, ‘molto vecchio’ (lo dice, ridendo, in italiano - N.d.R.)”. Tutti coloro che si chiedono cosa ne pensi, lui che ama così tanto l’Italia da aver comprato un paio di ville sul Lago di Como, del nostro cinema, saranno lieti di sapere che Mr. Clooney non è d’accordo con Tarantino, “perché neanche i film americani di oggi sono all’altezza di quelli di ieri. E’ che noi siamo portati a romanticizzare il cinema del passato”. Anche se il divo ammette di non aver avuto né tempo né modo di vedere molti film nell’ultimo periodo, perché impegnato a “lavorare e portare a termine progetti che avevo in corso”, si lascia comunque sfuggire le sue preferenze sui personaggi nostrani che ritiene siano maggiormente degni di nota. Fra questi spiccano nomi decisamente conosciuti: “Tra gli attori italiani che stimo, è stato a casa mia Roul Bova, che trovo bravo… ma è troppo bello e questo non va bene!”, e ancora “Un altro che mi piace molto è Roberto Benigni, che fra le altre cose è anche un amico”. GLI INIZI DI UNA CARRIERA STELLARE Figlio del presentatore televisivo Nick Clooney, imparentato anche con Miguel e Josè Ferrer, oltre che con le cantanti Rosemary e Betty Clooney, George nasce nel Kentucky, dove rimane fino all’università con l’intenzione di diventare giornalista. Ha già la passione per la recitazione e il suo esordio avviene nel 1978 nella serie tv “Centennial”. Poi cambia idea e tenta la carriera sportiva, senza tuttavia ottenere brillanti risultati. Nel 1983 si trasferisce a Los Angeles: ora le idee sono chiare, George vuole studiare seriamente alla Beverly Hills Playhouse. Fra una storiella (con l’attrice Deed Pfeiffer, sorella di Michelle), un matrimonio (con Talia Balsam, nel 1989, nozze durate appena un anno) e maiale (Max, morto solo l’anno scorso), Clooney inizia a lavorare in telefilm e serial, fino al ruolo del Dottor Ross di “E. R. – Medici in prima linea”, grazie al quale avrà una svolta in termini di celebrità e carriera. Il suo esordio sul grande schermo avviene nel segno di una sperimentazione di vari generi, dalla commedia romantica (“Un giorno, per caso”) all’horror (“Dal tramonto all’alba”), fino a vestire i panni dell’uomo pipistrello in “Batman&Robin”, esattamente dieci anni fa. 14 15 resti tu che fa sto? al suo po Quando il tuo ragazzo fa troppe domande e allusioni alla tua migliore amica e lei ricambia con occhi dolci qualcosa non torna. Solo paranoia oppure qualche verità nascosta? ire insieme . . 46% Li farei usc . . . . . . . . . . . . . . . re e per ved o per non 5% Farei di tutt . . . . . . . 1 are . . . . . . 9% 3 . . . . . farli incontr . . . . . . . . . . i con loro. . . Ne parlere Se le piace la tua amica… Perché non la chiami? allora raghe in poche parole il mio ragazzo mi dice sempre che è da tanto che nn vede la mia migliore amica....molto spesso quando siamo insieme io e lui mi dice....be come sta G? perche nn la chiami cosi le rompo un po le palle e ci divertiamo? praticamente quando ci siamo conosciuti cero sia io che G. ovviamente dopo un po di giorni che ci siamo conosciuti tra battutine varie che lui faceva con noi 2, alla fine ha chiesto il num di cel solo a me e dopo un po ci siamo messi insieme..... da quel giorno ci siamo incontrati solo io e lui, sono passati 4 mesi ed è da molto tempo che lui nn vede la mia amica G, cosi lui mi chiede quasi sempre di chiamarla ma ovviamente nn lo faccio e mi invento che magari ha da fare e nn può.... questa cosa mi da fastidio perchè diciamo che forse lui voci Amore esagerato: Guardo tua madre ridere alle mie battute con infinita gioia,ma poi mi accorgo che sono dispiaciuto. Perchè so che sarò io l’unico uomo che le porterà via la sua bambina, l’unico che la saprà amare quanto lei. diavoletta prova qualcosa anche per lei........e quindi rivendendola poi cambiasse idea sul mio conto e ci provasse con lei.... a lei nn piace però cmq il fatto che possa piacere a lui mi fa preoccupare molto!...oggi io e il mio raga ci siamo trovati…. dopo qualche ora mi ha chiesto se andavamo a trovare la mia amica G che era fuori con un’altra….così questa volta siamo andati…e…. io nn me l’aspettavo da lei…neanche da lui…. cioè lui veniva da me e mi abbracciava ma dopo faceva il solletico a lei….e quando io ero staccata da lui, lei cercava di attirare la sua attenzione…. oppure lui mi sussurrava all’orecchio..”dai che facciamo il solletico a G.!”….. insomma per un momento mi è sembrato che di me nn gliene fregasse più niente a lui, e che lei si stesse comportando in modo sgradevole nei miei confronti!... poi alla fine lui mi ha detto…”dai ci potremmo il paradiso esiste Non ho bisogno di morire per sapere che il paradiso esiste, mi basta guardare per un instante nella splendida luce dei tuoi occhi d’angelo per sapere che lo sto già vivendo: sei tu il mio paradiso! Al86 desiderio: se vedessi una stella cadente venire sempre qua che ci divertiamo almeno nn ci annoiamo in quel posto solo io e te!”…..e anche lei al ritorno quando le ho detto che adesso verremo sempre li era tutta felice! Mi ha detto…”dai! Ke bello! Almeno così è più divertente!”….. aaaaarg! Debora92 Non si mette bene Se cerchi parole di conforto che ti aiutino a stare tranquilla... spiacente, non credo proprio che ne troverai. Vista la situazione non si mette bene per te e poi se hai questi dubbi ora, chissò cosa potresti pensare in futuro. Se esce senza di te potresti pensare che vede lei... Se la vede, chissa cosa faranno insieme... Insomma, un rapporto chiede anche stabilità ed io qui ne vedo proprio poca... Ma poca davvero. non esprimerei alcun desiderio perchè il mio è già stato avverato conoscere la persona piu dolce e speciale di questo mondo mora91 Toccare il cielo con un dito Due persone quando si amano, i loro corpi si uniscono al tal punto, che non sanno più chi è chi e cosa è cosa, è come toccare toccare il cielo con un dito, per andare in paradiso tutte le volte che vogliono… Micione73 sms di scuse: mi dispiace se avvolte ti trascuro ma qst anno molto impegnativo e ci tengo a non deludere le persone che credono in me... Gabriel 81 Se ti interesso io… beh ti dico la verità. se il mio ragazzo cercasse in continuazione una mia amica che possa piacergli o no, come minimo mi offenderei a morte e nn gli parlerei per un pezzo.... se ti interesso io nn cerchi le mie amiche... bon. Peks Stacci attenta noo...ke brutta sta cosa....ehm...nn vorrei dirlo xò...un interesse da parte d tutte e due x me c’è...ma più lui! ma nn s sentono x messaggi vero? nn è ke prima vuole capire se lei c sta e dopo fa lo stronzo cn te vero? stacci attenta... nn m piacerebbe sta situazione davve- tu 6 1 fra quelle e ti ringrazio tantissimo x kè cn il tuo sostegno e cn il tuo amore mi dai la forza per andare avanti e di superare anche gli ostacoli + difficili!...vita mia ho bisogno di te....grazie di esistere......ti amo tantissimo....sn felice di essere solo tuo...spero che trascorreremo tanttissimi altri anni insieme....ti amo!” valina89 ro...infatti nn saprei neanche cosa fare... poi il ftt dell annoiarsi da soli...boh...capisco ke sempre soli dopo un po magari nn dico ke stanki la cosa xò vedere gente fa piacere cmq...solo ke a lui fa tr piacere vedere lei m sembra...o forse gli sta simpatica e basta...può essere sai...mah.... principessina88 Ma si scherza o si fa sul serio?? a) io delle mie amiche mi fido!!se entrano in confidenza col mio ragazzo mi fa piacere,così posso uscire con lui e loro insieme,e divertirci tutti insieme!! b) il mio ragazzo ha scelto ME,e sta con ME!!mi fido di lui...e se mi cornifica... beh,problemi suoi che rovina la nostra storia,ma se una gli sta simpatica mica Sms per i 18 anni: amore quello che provo per te è troppo grande x poterlo esprimere a parole spero solo di riuscire a dimostartelo ...con te stò vivendo il sogno più lungo e meraviglioso della mia vita non svegliarmi mai..ti amo e anche di più!!Buon compleanno vita mia giogiò89 vuol dire per forza corna??? c) ultima cosa,ma non per importanza... meglio che scherza con le MIE amiche,alle quali posso poi parlare e dire che alcuni atteggiamenti forse sono eccessivi,che scherza con le SUE amiche,che io magari neppure conosco...il fatto che lo faccia avanti a te,e che chieda anche la tua complicità nello scherzare con lei,fuga ogni dubbio a mio avviso... ha solo trovato una ragazza che sta allo scherzo e vuole farci amicizia,non toglie nulla al vostro rapporto,anche io sono amiciiiissima del ragazzo della mia migliore amica...ma non vuol dire che proviamo qualcosa l’uno per l’altra...lui sta con lei,e a me fa piacere così!! pinkpanther sms amore non ricambiato: premettendo che non è il mio fidanzato ma solo un ragazzo conosciutoi al mare che si era innamorato di me( non ricambiato)...un pome mi scrisse:’’ sei la cosa più bella che mi sia capitata con te anche questa giornata(pioveva) diventa rosa’’...era un ragazzo buonissimo ma non mi piaceva... poi un’altra quando gli ho detto che non mi interessava:’’stanotte ho pianto per te’’....è stato l’unico ragazzo a scrivermi qualcosa di così romantico nella mia vita... litlleelf Tempo: amore quando sono con te vorrei fermare il tempo x sempre jadons90 16 GOSS IPPONE IL Mai + “size zero” Via le modelle al di sotto dei 16 anni dalle passerelle e nei servizi di moda; via la droga e le sigarette dal backstage delle sfilate e sì agli stilisti e agli agenti che, dopo aver ricevuto una dovuta educazione attraverso seminari e lezioni, aiutino le modelle a identificare e affrontare eventuali disturbi alimentari, queste in sintesi le decisioni dell’inchiesta intitolata “Model Health Inquiry” commissionata nel marzo 2007 dal British Fashion Council (BFC). L’inchiesta è stata voluta dopo la London Fashion Week dello scorso anno, che ha visto modelle super magre sfilare sulle passerelle ed ha scatenato tra le ragazze la passione per la voglia di “size zero”, l’agognata taglia “zero” responsabile non solo di disturbi alimentari, ma anche della morte stessa di giovani donne come le modelle sudamericane Luisel e Eliana Ramos, sorelle, e Ana Carolina Reston. Nonostante le decisioni del BFC, molte sono state le critiche: la commissione di studio che ha condotto l’inchiesta, un gruppo che comprendeva medici specializzati e professionisti della moda come i designer Giles Deacon e Betty Jackson, la modella Erin O’Connor e Sarah Doukas, fondatrice della famosa agenzia per modelle Storm e scopritrice di Kate Moss, non ha preso infatti alcuna decisione sulla possibilità di pesare le modelle o di fare dei test degli indici di massa corporea prima di permetter loro di sfilare. Lo scorso anno infatti gli organizzatori della settimana della moda di Madrid proibirono a modelle con un indice di massa corporea inferiore a 18.5 di sfilare. Tali possibili misure da prendere prima che le modelle salgano in passerella sono state considerate dalla commissione d’inchiesta britannica come un’offesa alla dignità voci ...Bisogna ammettere che agli uomini un pò perversi, piacciono le magre modello LoLita, perchè sentono un bisogno di “protezione” nei loro riguardi, altrimenti perchè esistono le modelle? Così come ci sono le maggiorate, per quell’altra categoria di pervertiti. Sta di fatto che le cosce tozze piene di cellulite e tarchiate, non piacciono a nessuno in minigonna, ma si delle ragazze. La commissione ha preferito quindi soffermarsi sul problema età e sulle lunghe ore di lavoro alle quali le modelle vengono sottoposte. Tra le altre decisioni prese dalla commissione c’è quella di fondare un sindacato per modelle; chiedere alle varie agenzie di assumere modelle più mature che aiutino nella loro carriera le più giovani; organizzare seminari sui disturbi alimentari ai quali anche stilisti e agenti partecipino, e riservare, nel backstage degli eventi di moda, un’area dove si serva cibo sano alle modelle. Tutti ottimi consigli, ma forse non abbastanza, dal momento che il problema del peso rimane. La conferenza stampa di presentazione dei risultati dell’inchiesta ha evidenziato infatti dati preoccupanti: il 40% delle modelle soffre di disturbi alimentari e la maggior parte delle modelle intervistate dalla commissione di studio ha confessato di avere una relazione difficile con il cibo. Il documento che doveva proteggere non solo le modelle, ma anche le loro fan e le appassionate di moda, dai disturbi alimentari, ha insomma deluso. I membri della commissione si sono però difesi sottolineando che gli stilisti più potenti, ovvero gli italiani, i francesi e gli americani, sembrano preferire modelle ultra magre sulle loro passerelle. A dire delle modelle intervistate nel Regno Unito dalla commissione, più magre si è, più lavoro si trova; a dire degli stilisti, più magre sono le modelle, meglio si vendono i capi. Avere un peso normale nel Regno Unito, causa infatti alle modelle la perdita di occasioni di lavoro nel resto del mondo. Le recenti sfilate di Haute Couture a Parigi hanno riconfermato questo trend: sulle passerelle hanno sfilato abiti che mettevano in risalto prominenti clavicole e, più che il corpo o le curve, le ossa. L’Italia si difende dagli attacchi ricordando come il Ministero per le Politiche Giovanili, la Camera Nazionale della Moda Italiana e Altaroma hanno raggiunto, nel dicembre 2006, un accordo per il “Manifesto nazionale di autoregolazione della moda italiana contro l’anoressia”. I membri della commissione “Model Health Inquiry” ribattono però che si dovranno prendere nei prossimi mesi decisioni fondamentali nei centri nevralgici della moda, ovvero Londra, Parigi, Milano e New York, e raggiungere un accordo internazionale sulla salute delle modelle al più presto. sbava sempre e solo davanti ad un paio di gambe lunghe e longilinee, che fanno pensare : chissà come abbracciano bene quelle gambe belle. Questa è la realtà, ne sento tanti parlare così, soprattutto a 30 anni ! Jenny po schifo.... io nn sn bellissima sn alta 168 sn abbastanza formosa.... ma carina e piaccio.... penso ke bisogna amare se stesse come si è e non guardare a modelli impossibili........ Laura be io non so ke dire ma queste modelle sono tutte ossa fanno un Mi spiace che debbano mettere in passerella donne tanto magre, Articolo pubblicato su www.girlpower.it almeno una taglia 42 !! secondo me sarebbe perfetto Carmen Stiamo scherzando, vero?? OMMIODDIO ci sono ragazze che muoiono e voi dite che tutto va bene e che è il loro lavoro??????? Anna Samsung presenta la nuova gamma di lettori Mp3: sempre più MP Freedom!! Qualità, design raffinato ed entertainment “senza fili” sono le parole d’ordine per una musica da ascoltare... ma anche da vedere! REDAZIONALE SPONSORIZZATO La musica ormai fa parte della nostra vita: rappresenta da sempre la chiave di accesso a molti dei nostri ricordi ed è una presenza immancabile nei momenti di relax, sport e viaggio….insomma di libertà! Samsung esprime tutto questo con Mp Freedom, un concept concreto che caratterizza tutta la nuova gamma di player in arrivo a settembre e che contiene tutto il senso di libertà che ricerchiamo nella musica. Gli Mp3 Samsung sono prodotti che coniugano un’assoluta eccellenza nelle prestazioni con un design raffinato e grintoso. Dopo avere liberato “l’ascolto della musica dai fili” introducendo il primo lettore dotato di interfaccia Bluetooth, oggi Samsung aggiunge la possibilità di visualizzare video su tutti i propri lettori e lo fa in grande stile, mettendo al servizio di questi piccoli concentrati di tecnologia e intrattenimento la propria expertise tecnologica nel mondo del video. La nuova gamma offre inoltre soluzioni software particolarmente avanzate grazie alle quali tutte le funzioni sono raggiungibili con pochissimi click. Un’accattivante linea di accessori (Bluetooth e via cavo) completa le opportunità a disposizione degli utenti per un intrattenimento tailor made! ANDIAMO A SVELARE LA NUOVA GAMMA MP3 SAMSUNG. P2 di Samsung: musica da sentire, vedere e toccare! Molto più di un semplice lettore mp3, P2 di Samsung oltrepassa i confini della musica e si candida a diventare il riferimento tra i player di ultima generazione per chi cerca sempre il meglio e non accetta compromessi nemmeno dal punto di vista del design. Linee sottili (solo 9.9 mm di spessore), look sobrio e colorazioni di tendenza (nero e bianco) sono un must per questo piccolo “genio” che nasconde un universo di funzioni e caratteristiche tutte da scoprire. Prima fra tutte il display, un autentico wide screen da 3” in formato 16:9, che consente di visualizzare immagini e filmati nei formati WMV e MPEG4 senza compromessi qualitativi. Un vero e proprio “mini televisore” con display touch screen a sfioramento che permette di accedere al menu attraverso un’interfaccia intuitiva ad icone emozionali e personalizzabili. P2 poi ha anche un vero e proprio cuore multimediale: è equipaggiato di radio FM con funzione RDS, visualizzatore di testi, calendario e sveglia. E per poter godere di una esperienza sonora tridimensionale, il lettore presenta il circuito di ottimizzazione del suono DNSe 2.0 (Digital Natural Sound Engine). …non poteva certo mancare l’interfaccia Bluetooth, che Samsung per prima ha introdotto sui propri player. P2 presenta la versione 2.0, grazie alla quale è possibile collegare due cuffie Bluetooth contemporaneamente. Disponibile nei formati da 4 e 8 GB, ha un’autonomia audio pari a 35 ore mentre quella video è pari a 5 ore. T10 Samsung, entertainment multimediale con stile! Trendsetter, fashion victim e techno fan… T10 è il nuovo lettore Samsung in grado di mettere d’accordo e fondere perfettamente qualità e glamour…senza compromessi! T10 è innovazione allo stato puro, nel design per il look iper-sottile (7.8 mm per soli 43 g di peso) e grintoso grazie alle tre varianti colore (nero, bianco e giallo) e alle soluzioni tecnologiche che mette a disposizione. Display da 2” per visualizzare al meglio video e immagini, tecnologia Bluetooth® 2.0 per supportare due cuffie “senza fili” contemporaneamente e dialogare con altri dispositivi Bluetooth®. L’interfaccia grafica è personalizzabile con estrema facilità; tra le varie opzioni anche la grafica in stile “cartoon”, che consente di scegliere le animazioni più vivaci e simpatiche per adattarle al proprio mood del giorno. Completano la dotazione le funzioni radio FM, voice recorder, visualizzazione testi e FM recording che consente di registrare le hit preferite ascoltate alla radio in formato mp3. Disponibile nei tagli da 2, 4 e 8 GB, ha un’autonomia audio pari a 30 ore, mentre quella video è di 4 ore. S5 di Samsung: da soli o in compagnia la musica a tutto volume! Concepito per ascoltare la propria musica da soli oppure per condividerla con gli altri, all’insegna della massima qualità sonora, il nuovo lettore S5, grazie alla rivoluzionaria funzione slide-out con speaker a scorrimento, libera dalla solitudine trasformandosi in un vero e proprio Hi-Fi tascabile. Evoluzione naturale e sofisticata del modello K5, S5 è un oggetto tecnologico unico per raffinatezza ed eleganza delle linee. Con le sue finiture lucide - disponibile nella colorazione bianco - ed il profilo slim (solo 14,8 mm), S5 saprà catturare tutti coloro che cercano originalità, classe e ricercatezza in un accessorio da tenere sempre a portata di mano per creare momenti di intrattenimento individuali o con i propri amici.Slide-out tuttavia non è una semplice funzionalità ma una vera e propria “architettura digitale” che fonda e organizza l’intera costruzione di S5. A ruotare, infatti, di 90 gradi non sono soltanto gli speaker, ma tutte le funzionalità del lettore: il meraviglioso display a colori Oled da 1,8” - ad esempio - consente una doppia modalità di visualizzazione: quella verticale, quando il lettore è chiuso e quella orizzontale - ruotata di 90 gradi rispetto alla precedente - quando il dispositivo è aperto e gli speaker visibili. Anche le icone dell’interfaccia seguono automaticamente la rotazione del display per guidare l’utilizzatore in modo veloce e intuitivo attraverso le innumerevoli funzionalità dell’universo multimediale di S5! Il risultato è una fruizione dei contenuti video e musicali divertente, immediata e infinita (oltre 24 ore di ascolto!) che non rinuncia mai ad una riproduzione sonora di altissima qualità. Grazie alla connettività senza fili, sarà semplice e veloce condividere la musica le immagini con qualsiasi altro dispositivo Bluetooth® come PC e DVD player portatili, telefoni cellulari, etc. La tecnologia Bluetooth oltre a liberare dalla schiavitù del cavo, consente di usare S5 come speaker phone per conference call. Disponibile nei tagli con memoria da 2 e 4 Gigabyte, S5 è anche radio FM, registratore vocale e sveglia. 18 from the blog sphere Che tutto va e viene… Di giornate nere ne esistono tante, dovute a problemi tangibili o quelli che ci creiamo nella mente, le cosiddette pippe mentali. A volte ti svegli la mattina che non puoi parlare a nessuno se prima non prendi il caffè, oppure basta una critica a far scoppiare il mondo. Mille motivi ti fanno girare la luna nel senso più storto che ci sia. Io personalmente tendo a chiudermi in me stessa senza voler parlare nè vedere nessuno, non sopporto soprattutto in quei momenti chi cerca di farmi aprire o inizia ad analizzarmi cercando una soluzione a quello che mi succede, che poi..cosa ne può sapere mai? In queste giornate nere, preferisco attaccarmi allo stereo o al lettore mp3 e mettere pausa a tutto quello che c’è intorno. Mi hanno detto spesso che non risolvo nulla così, che le matasse di problemi non spariscono se le nascondo sotto il tappeto, che dovrei affrontarle a testa alta, urlando e sfogandomi. Sono anni che cerco un modo per esprimermi rispettando comunque sia i miei principi; non ho mai sopportato chi preso dai suoi nervosismi inizia a prendersela con il primo che gli si avvicina, volendo anche per affetto e attenzione. Congenitamente o per educazione non sono tipa che si arrabbia con gli altri, anche quando avrei piena ragione, perchè tendo a giustificare tutte le azioni altrui, tenendo a bada la mia pazienza, consapevole che ognuno di noi ha il suo modo di pensare e difficilmente si può cambiare, tanto meno a suon di urla. Più volte mi fermo a riflettere se è davvero un difetto il mio silenzio e la mia pazienza, o se è solo la condanna di coloro che troppo buoni si fanno mettere i piedi in testa da caratteri più forti e aggres- sivi. Ma è mai possibile che a sentirmi sbagliata devo essere proprio io? Finchè nella vita a farmi dei torti sono persone di poca importanza, tendo a superare la questione, chiudendo magari i rapporti con molta tranquillità.. come direbbe qualcuno “come fa una signora”; quando mi sento calpestata da persone di cui non posso fare a meno, mi ritrovo a fronteggiare con la mia personalità, a cercare il fulcro di tutti i miei problemi. E mi sveglio alla mattina che vorrei non ci fosse nessuno a guardarmi mentre litigo con me stessa, vorrei che nessuno percepisse il rantolare delle mie idee, nessuno che giudicasse nel momento meno adatto la mia fragilità. Avrei solo bisogno di stendermi su di un prato verde col sole primaverile..guardare la gente passeggiare, andare e venire, e ricordarsi che tutto va e viene, e tutto cambierà sempre. Anche il malumore, i problemi, le angosce, vanno e vengono e non dovrei preoccuparmi poi così tanto, non dovrei sprecare le giornate appresso ai pensieri. Peccato vedere la pioggia e il cielo nuvoloso predominare nelle giornate. Avrei solo bisogno di riposare sul mio letto, tra le mie lenzuola, il mio piumone, i miei poster a farmi compagnia... ma la mia voglia di indipendenza mi ha fatto abbandonare tutto ciò: la mia casa e la mia stanza le ho lasciate dietro le mie spalle quando ho chiuso quella porta marrone. Basta malinconia e nostalgia, in fondo questi sono solo pensieri che offuscano la mente e incattiviscono lo sguardo..combatterò anche questa battaglia contro me stessa, e vi comunicherò il risultato presto...stay tuned guys ;) joyc3.giovani.it Ma l’amore, cos’è? Io non so, mi sembra troppo definire l’amore, come tutte le cose astratte è complesso da spiegare. Posso dire che è un legame molto più forte dell’amicizia. Bo qualcosa per cui vale la pena vivere e qualcosa x cui vale la pena morire... patuffa Amore, per me, è quella cosa garzie alla quale tu guardi negli occhi il tuo lui/la tua lei e gli/le dici “ TI AMO DA VIVERE Kekkis Amore...= Guardare negli occhi una persna e scorgervi L’Anima. Sorridere pensando a quanto bene si può dare. Ascoltare il respiro,le parole sospirate piano... Sentire con il cuore,che una persona è vcina a te.. Londy secondo em l’amore è una malattia.. ke xò agisce al contrario.. quando ne siamo contagiati stiamo bene e quando guariamo male.. federix è bellissimo leggere le vostre risposte, perchè è slendido sapere che ci sono ancora persone che la oensano cosi’. L’amore, è svegliarsi alla mattina e non aspettare altro che il momento in cui potrai vedere la persona che ami. L’amore è l’unione di due anime... Trovare l’amore è lo scopo della vita.... L’amore è.... indescrivibile e stupendo... Quando troverete la persona con la quale condividere la vostra vita saprete cosa vuol dire “amore”. Blackrose l’amore è una cosa ke ti fa soffrire da cani....e anke se ti riprometti di non innamorarti più...puntualmente arriva qlc ke sconvolge la tua vita portandoti alla vita...non so se il sentimento ke provo io è amore...ma posso dire ke è qlc di forte, perkè è quasi un mese ke nn m vedo cn il mio raga e ci sto male ma nn vojo lasciarlo perkè senza di lui mi sorgerebbe una domanda.... kosa sn senza d lui??e ora cosa faccio?? Cucciola L’amore è un sentimento intenso... che ti fa essere felice x la felicità dell’altro e triste per la sua tristezza... che ti fa sorridere a qualsiasi ora del giorno e della notte e il tuo cuore batte ad ogni suo gesto, appena la vedi... quando l’abbracci... L’amore è vita, senza di esso non si vive, si sopravvive! white Al Cassini di San Remo Gli studenti dovranno timbrare il cartellino per entrare a scuola. Per i professori il badge, gli sms per avvertire i genitori, addirittura i blitz nei bar per ripescare chi fa filone sono forme più immediate per gestire le assenze e combattere la dispersione scolastica. Gli studenti si adeguano, + o - 20 rtellino a c il e r a m fir a scuola? e r a r t n e per reprimere ma educare i giovani, si lavora per loro non certo con strumenti coercitivi”. badge a scuola a cura di Silvia Moretto Comodità o controllo? Anche quest’anno la scuola, grazie alla tecnologia, ostenta nuovi cambiamenti. Se l’anno scorso la moda era filmare con i telefonini lezioni, mascalzonate e scherzi vari,oggi sembra che la scuola possa prendersi una rivincita. Ha fatto notizia l’iniziativa del Liceo Classico sanremese Cassini: gli studenti dovranno timbrare il cartellino per entrare; niente più libretti, registri e appelli della prima ora. I ragazzi sono stati dotati di tessere di riconoscimento con fotografia e codice a barre letto da uno schermo ottico che identifica il ragazzo. Le ragioni di questo cambiamento sembrano essere molteplici, in primis si tratta di una innovazione funzionale che sostituisce il registro elettronico utilizzato in precedenza; in secondo luogo si voleva snellire il lavoro dell’insegnante della prima ora che dovendo registrare presenze e giustificazioni perdeva una parte di lezione mentre il badge registra automaticamente chi è entrato a scuola. Si voleva inoltre ottenere un maggior controllo annotando chi entra nella struttura scolastica evitando l’infiltrarsi di estranei, i ritardatari delle prime ore o le uscite anticipate. Oltre ad essere uno strumento per gli insegnanti il badge offre poi la possibilità ai genitori di controllare quotidianamente la presenza del proprio figlio nell’istituto seguendo due modalità: chiamare direttamente la scuola oppure collegandosi via internet, i genitori sono infatti muniti di password che li permette di controllare la presenza del proprio figlio senza violare la privacy degli altri studenti. Si punta quindi su innovazione e tecnologia al solo scopo di semplificare i lavori. Il sistema è però accusato di soffocare la libertà dello studente. Non reprimere ma educare Italo Marvaldi, Preside del liceo Cassini, ribadisce 21 la sua completa fiducia in questo nuovo sistema: “si tratta di un’innovazione per la scuola che garantisce una verifica sicura delle presenze facilitando il lavoro agli insegnanti, questa era la nostra prima necessità, ulteriormente mettiamo a disposizione dei genitori uno strumento non invasivo che permette in mattina di accertare la presenza a scuola dei propri figli”. Alla domanda su come abbiano reagito i giovani a questa proposta, il preside dichiara: “Non ci sono state polemiche, mi sono preoccupato di spiegare con chiarezza le modalità del badge e ho trovato consensi sia da parte degli insegnanti, sia dai genitori. Con i ragazzi non ho avuto incertezze né incomprensioni, a inizio anno sono passato in ogni classe per parlare ai ragazzi, tengo molto all’aspetto comunicativo con loro, dialogare porta a maggiori risultati e aiuta a formali in un clima sereno. Avrei potuto anche avvisare giornalmente dell’assenza ipotetica di uno studente inviando un sms ai genitori, ma questo in tutta sincerità mi sembrava troppo, il nostro compito non è % tile. . . . . . 80 Mi sembra u % todo. . . . . 13 È un buon me . . . . . . . . 7% . . ? o n è h rc e P Gli studenti contro gli sms Non sono di questo parere le scuole che hanno aderito al progetto di “ Vision school”, nome dell’iniziativa nata per tenere sotto controllo il fenomeno dell’assenteismo e della dispersione scolastica; consiste nell’informarei genitori sulle assenze o i ritardi dei figli con un messaggio inviato sui loro cellulari dalle segreterie scolastiche. Il liceo Democrito di Roma ha adottato questa iniziativa dei messaggi due anni fa. Una collaboratrice del preside, che preferisce rimanere anonima ha spiegato il funzionamento di questo metodo: “le assenze o i ritardi dei ragazzi dopo essere stati inseriti nel pc venivano mandati a una società che ci forniva questo servizio, la quale provvedeva ad avvisare i genitori tramite sms. Purtroppo, non avendo più avuto una sponsorizzazione, la scuola non è stata in grado di continuare con questo progetto, a malincuore sia da parte degli insegnanti sia da parte dei genitori, poiché senza assentarsi dal lavoro per partecipare agli incontri con i professori riuscivano a controllare i propri figli e vigilare su un ipotetico assenteismo da scuola”. Sicuramente quest’ultimo sembra essere molto più coercitivo come metodo rispetto al badge, ma la collaboratrice vuole specificare che: “La scuola propone uno strumento per aiutare il genitore, ma è quest’ultimo che decide se aderire o meno fornendo il numero di cellulare e la propria approvazione, in questo modo diamo la possibilità di una presenza indiretta del genitore nell’istituto”. do la questura decise di combattere a modo suo l’assenteismo da scuola. Furono effettuati decine di blitz nelle sale gioco, nei bar, nelle sale biliardo e persino nelle vie del centro, scovando, perquisendo e identificando eventuali giovanissimi. In seguito i genitori andavano in questura a “recuperare” i malcapitati. Per i genitori, la prima convocazione è solo un avvertimento, ma se il figlio verrà sorpreso di nuovo fuori da scuola si ritroveranno con una denuncia penale per “elusione” della scuola dell’obbligo. Spetta a loro una vigilanza ferrea e persistente. Lo stile inquisitorio ha raggiunto anche una scuola londinese. Alla Redland Community Primary School di Chippenham nel Wiltshire i bambini dovranno toccare uno schermo presente in classe. Il sistema di rilevamento biometrico delle impronte digitali dimezza i tempi di registrazione delle presenze e anche in questo caso i genitori vengono prontamente avvertiti dell’assenza. In ogni modalità proposta l’elemento che accomuna sembra essere il ruolo di sorveglianza del genitore sul proprio figlio. Sicuramente la difficoltà sta nel trovare un atteggiamento che non sia repressivo essendo l’adolescenza un’età delicata in cui puntare sul dialogo più che sul pugno di ferro. Blitz e impronte digitali Ad Ascoli Piceno invece fece notizia quan- Fioroni: “ Voglio una Terra di mezzo” Il ministro Fioroni all’inizio del nuovo anno scolastico ribadisce nel suo discorso: “E’ anche così che la scuola aiuta a diventare adulti: come una ‘terra di mezzo’ in cui si passa poco alla volta da una condizione di tutela alle prime prove di autonomia, dalla cura che ti danno gli altri alla cura che impari ad avere degli altri, dall’ascolto delle parole degli insegnanti alla tua capacità di prendere la parola e di farti ascoltare, al pensiero libero, alla disponibilità a cambiare le proprie idee confrontandole con quelle degli altri. Una ‘terra di mezzo’ tra la famiglia e la società, tra il proprio piccolo ambiente di appartenenza e i diritti e i doveri di un mondo più grande. E’ così che si diventa cittadini. Sono queste capacità, e non solo quelle date dalle competenze professionali, che preparano al lavoro e alla vita”. Se la scuola dev’essere una terra di mezzo che prepara alla società la sola tecnologia non basta a spiegare come si diventa adulti. Questi nuovi mezzi tecnologici sembrano essere delle provocazioni per quel ragazzo o ragazza che desidera ogni tanto marinare la scuola e regalarsi un’intera giornata di libertà. Il problema della dispersione scolastica si può risolvere solo legando “tecnologicamente” uno studente alla sedia in aula? Registrare le presenze con qualsiasi mezzo è un’attività fondamentale e necessaria per la scuola, ma se si vuole trasformare una scuola in una terra di mezzo che prepara al futuro non si dovrebbe lasciarsi sfuggire l’attempato’ metodo del dialogo con gli studenti e con i propri figli, l’ascolto delle loro lamentele e dei loro problemi, di ciò che vorrebbero e di ciò che è impossibile dargli. Nessuna nuova innovazione, solo pazienza e tempo dedicato a giovani uomini e donne che si preparano a diventare grandi con l’aiuto degli adulti che più gli stanno vicino, genitori ed insegnanti al primo posto. Questo non verrà mai sostituito con la tecnologia. Per fortuna. voci E se dimenticassi codesto badge elettronico cosa succede? Mica posso farmi un giro perchè ho la memoria corta Comunque non sembra malaccio come idea. Juppiter Potrà anche essere carina, ma con che soldi si farà Ferro L’idea è ottima ed all’avanguardia, ma i fondi ? mancano persino per riparare i soffitti figuriamoci per digitalizzare la scuola.... Dany di chi magari non userebbe questo trucco.e poi:spesso si smagnetizzano e verrebbero usati a pretesto per saltare ore ed ore di lezione!!! Professore88 non solo,ma uno studente potrebbe dare il suo badge ad un altro e farlo passare nel tornello:risulterebbe presente quando vorrebbe,a scapito In teoria è una buona idea, ma in pratica mi sembra irrealizzabile Wizard visto come siamo messi in Italia per quanto riguarda la scuola mi sembra un idea un po fantascientifica....che i presidi di tutta italia sicuramente nn potrebbero mettere in atto. è certo xò ke se fossimo all’altezza di mantenere le scuole pulite e sicure potremmo adottare qsto sistema come nelle aziende....sarebbe meglio che firmare inutili e numerose scartoffie per una assenza!!!! Australiano dall’anno dopo che io sono uscito, alla mia scuola hanno fatto una cosa simile: non così tecnologica con il badge a tutti, però i registri ora sono elettronici (tipo schede forate) e vengono passate a fine giornata in un lettore che rileva le assenze del giorno e poi per le giustificazioni non c’è più il libretto ma qualcosa da fare via internet mi pare (almeno così me l’ha spiegato la segretaria tutta entusiasta degli ultimi - e più o meno unici - ritrovati tecnologici della scuola teo Da me c’è già una cosa simile: esiste un registro elettronico, e visitando il sito web della scuola si possono controllare tutti i dati dello studente: assenze, entrate posticipate, uscite anticipate... Wargod dove? x caso in un liceo della provincia di treviso? xk ho sentito voci a riguardo... snellirebbe molto il lavoro burocratico delle giustifiche,ma mi sa molto di lager... spartan anke nella mi scuola esisitono i registri elettronici e direi ke funzionerebbero se solo ci fosse qualcuno disposto a passare x tuttte le classi e staccare i foglietti magnetici. Inoltre da me è stato istituito il cosiddetto “Registro dei Voti Elettronico”: in pratica ogni insegnante che mette i voti delle interrogazioni e compiti sul suo registro personale è costretto a 22 DIVENTAUN l’intervista Professor Italo Marvaldi preside del liceo Cassini Cosa vi ha spinto a portare questa innovazione tecnologica nella scuola? I ragazzi non faranno più l’appello in classe durante la prima ora ma si registreranno prima di entrare nella scuola attraverso un tesserino magnetico; questo metodo è funzionale, a me interessava velocizzare il lavoro dell’insegnante della prima ora, anche ora è la segreteria che si trova ad avere più lavoro in quanto deve registrare nel pc presenze ed assenze. L’obbiettivo era solo migliorare l’efficienza e velocizzare. Sono rimasto stupito anch’io di tutto il clamore avvenuto nei giorni seguenti. Anche perchè non e’ l’unica scuola in Italia che si aiuta con la tecnologia per registrare le assenze Infatti, avremo potuto scegliere la modalità del sms inviato ai genitori per avvisare dell’assenza ma ci sembrava troppo, non era questo il nostro obbiettivo. Questo invece non è invasivo, è solo uno strumento per genitore, ma è lui stesso che decide di utilizzarlo. passarli poi sul sito della scuola, da dove i genitori muniti di password possono accedere ai voti dei figli. PECCATO che nn c’è nessun insegnante disposto a copiare i voti sul sito perchè la ritengono una xdita di tempo......... rimandendo in tema di prof fannulloni....hi hi hi australiano Ma i genitori posso sapere già nelle prime ore di scuola se il proprio figlio è a scuola. Si possono chiamare in segreteria e presto verrà attivata una pagina web in cui tramite password possono verificare la presenza del loro figlio. E’ il genitore che deve interessarsi della frequentazione del proprio figlio a scuola, la scuola non avverte? No, non era il nostro obbiettivo, si voleva solo rendere funzionale il tempo perso per l’appello. Ad ogni modo è uno strumento per il genitore che può verificare le presenze del figlio a scuola, ma ripeto è il genitore che si deve informare . Ci sono stati problemi causati da questa innovazione? Da parte degli insegnanti no. Con i ragazzi ci sono stati problemi iniziali dovuti al fatto che essendo la notizia esplosa sui giornali nei primi giorni di scuola non mi ha dato il tempo di spiegare in cosa consisteva questo controllo tramite la tessera. Ho parlato però con i ragazzi spiegando le mie intenzioni. Ho voluto puntare sulla fiducia che io do a loro sperando che non sia tradita. Wow dove andavo a scuola io era già tanto se c’era un sito internet, che funzionava una volta su 10 fra l’altro Dani be alla mia scuola da quest’anno hanno introdotto i registri elettroni per il biennio (e io sono in terza) tutto sommato l’idea nn è male... i genitori possono poi guardare da internet in tempo Si sente di consigliarla ad altri istituti? No, così l’abbiamo solo noi Lei non lo vede quindi come metodo coercitivo? Assolutamente no. Ripeto,io puntavo sulla funzionalità. La mia scuola non ha problemi di assenteismo, sono ragazzi tranquilli che frequentano questo liceo, quindi non c’è bisogno di metodi forti con loro. La scuola offre oltre all’istruzione una formazione per il loro comportamento;si lavoro per loro e non per controllarli. Tengo molto ad educarli al rispetto per questo punto molto al dialogo e ad una reciproca fiducia che spero non venga tradita. Per molti studenti ed ex studenti marinare la scuola è una innocente esperienza che si dovrebbe provare quando si e’ adolescenti, lei cosa ne pensa? Trovo che sia un’esperienza inutile, la scuola li deve educare ad avere un buon comportamento e marinare la scuola non fa parte di questo. I ragazzi devo imparare a prendersi le loro responsabilità. reale le assenze e tutto il resto.. mi chiedo come ci siano riusciti in una scuola con più di 1500 studenti!! comunqe sia è ottimo per i genitori.. ma poveri studenti!!! a quanto pare i primini faticheranno a impiccare quest’anno!!! Il nottambulo Da me sono anni che c’è la registrazione elettronica di assenze, ritardi e voti in tempo reale.. Alemaretti in molte scuole, pur senza badge elettronico, molte scuole mettono assenze e ritardi su internet, così il genitore con una password può sapere la mattina stessa se il pargolo è a scuola o no. Qualche scuola mette su internet anche i voti profff PROMO3TUDENT $" "%&'!&%*$&%&$'&(&'!&$"'# ! % %&'!& $"'#& "&'!&$"'#(!"$" " 24 frasi mitike figure di kakka biglietto ben nascosto il suddetto biglietto per la verifica di algebra era ben nascosto nel reggiseno della mia amikia intervallo......metto le mani appunto lì per riprendermi il biglietto ........ma passa il mio ragazzo della classe affianco che mi becca cn la mano nel davanzale della mia amika risate per tutto il corridoio per 4 ore slackergirl Un mio amico alle medie invece stava leggendo la sua ricerca su Salvo D’Acqiusto e al posto di dire:”Questo è l’inizio dell’eroismo di Salvo D’Acqiusto” ha detto:”Questo è l’inizio dell’erotismo di Salvo D’Acquisto”...e la prof è stata la prima a tagliasse!!! sircohen ultima ora di inglese:tutti visibilmente addormentati.. lei:“A chi parlo io? (si alza e si affaccia alla finestra). Ma qualcuno mi sta ascoltando?” prof di mate alla rappresentante: “Ti vuoi prendere la responsabilità di far star zitta questa comunità abusiva???” stefy5cl Prof di mate Ciao ragazzi io e i miei amici di uno scientifico di parma stiamo tenendo dalla terza(da quando la abbiamo) tutti gli strafalcioni di questa nostra prof di fisica e matematica che ci fa impazzire Ora, 26 settembre, agli inizia della 5a liceo, ne ha detti 5 in due ore, il conto è arrivato a 176, secondo me nn si fermerà qui, eccone dei più celebri: “e io gosa gontrollo??” “ah beh allora tela menaz!!” “fifica” “moltiblicando” “il radigando” “alanogamente” “reguberare” “il liquido che evapera” Filippo89 parendesi tonte, numeri frazionadi, numeri immersi, e potrei andare avanti all’infinito despertaferro “Che forma ha la Terra?” - Profe di scienze “Sferica”- Maria “Perfettamente sferica?”-Prof di scienze “No… rettangolare!”- Maria Durante la prova di evacuazione “Siamo ancora insieme?” – Prof di arte riferendosi alla classe “Sì” – Elena “Fai finta di essere la professoressa e spiegami la costruzione inversa della frase”-Prof di tedesco “Ehm…beh…insomma…” - Chiara “Se io spiegassi così sareste autorizzati a lanciarmi i pomodori!”- Prof di tedesco Martyhellas92 NOTE di kLASSE la classe all’arrivo della prof di economia nn si presenta in classe dopo ben 40 minuti passati in giro x l’istituto a cercarli vengono trovati tutti in aula magna a giocare a poker e l’alunno *** alle parole della prof andate in classe risponde nn ora ke sto vincendo l’alunno alberto ******* ( io ) non ha nulla di meglio da fare che riempirmi di insulti e lanciarmi il banco addosso appena saputo che della mia materia avra il debito con 2” la prof di italiano attila Qualcuno decide di tirare un tramezzino dal cortile dentro un’ aula del primo piano. La prof esaurita scrive la seguente nota: “Alle ore 10: 25 un tramezzino con tonno e pomodoro fa irruzione nell’ aula passando dalla finestra ed atterrando sulla cattedra. Chiedo seri provvedimenti” Blueivy L’alunno B. mangia il cellulare alla compagna Wizardmarti Presa in 1° liceo da 2 compagni di classe...bei tempi quelli del liceo... Durante l’ora di informatica, gli studenti **** e **** distruggono la tastiera del computer e la nascondono nei gabinetti Alexander88 L’alunna P non lavora e perde tempo con il lettore MP3 gettando sgurdi assassini-----nel giorno di san martino fa male nn bere il vino: gli alunni A.,B,C,D,E,F,G,H,I,L,M,N, rintracciati in aula nascosta a bere una bottiglia di vino rompendola x terra e provocando disturbo ai bidelli!!!-------- MA SI PUO????? Nera1 Nota collettiva messa alle medie alla classe terza b( quando io ero in seconda b)... Un pennarello è stato scagliato con violenza contro la cattedra. L’autore del gesto rimane ignoto European8 25 A tutti gli amici del Vincenzo Cuoco, centrale e succursale ...continua il de Bello Scolastico... A cura Di Leo Scoppettuolo Capitolo 8 Ormai tutti parlano di reality show, di tv verità, che fanno ascolti da record, vip o semplici raccomandati chiusi in fattorie o mandati su isole deserte della Polinesia dove vince chi sopravvive mangiando banane e pesce crudo, ma non tutti sanno della novità dell’anno! In scia a questa tipo di tv, a Settembre inizierà il Grande Cuoco, il nuovo reality show che conquisterà ogni televisione e che stiamo cercando di mandare in onda. Professori del Vincenzo Cuoco, della stessa scuola: a mediare solo una persona, uno, il Grande Cuoco. Il gioco si terrà a Roma, Cinecittà, dove si è svolto il Grande Fratello (volgare imitazione dell’originale), dove per 100 giorni, i partecipanti saranno chiusi in una casa, insieme, dormiranno insieme, mangeranno insieme, e per non perdere tempo (visto che partecipa anche la professoressa di Matematica), studieranno e faranno lezione in mondo visione. Il premio è di 500,000 euro, più una promozione a vice-preside per un anno con la vera vicepreside cacciata via per l’occasione. Ecco i partecipanti: Nella casa del Grande Cuoco stanno per entrare (dove per la materia si intende il professore corrispondente): Uno scienziato…........…Biologia Una filosofa……........….Storia Un’orientaleggiante…….Inglese Una milanese…………...Italiano Un’artista………………..Disegno Un barzellettiere………...Religione Un eclettica………….….Ed. Fisica E poi: Una tigre……......…....…Italiano (la tigre del biennio) Una supplente a vita.......La supplente d’Italiano al terzo anno Immaginate la prima puntata con i concorrenti che arrivano insieme, i professori che dormono tutti nella stessa stanza, e un solo bagno per 10 insegnanti! Per la prof. di Matematica, “un’accoglienza da reality show”, come lei stessa ha definito il nostro attenderla sotto l’uscio della classe. Una giornata a non far nulla, a discutere il grande cuoco come filosofi…poi la sera: La prof. di Matematica, si addormenta verso mezzanotte, perché deve scrivere dei test da proporre come prima prova e poi gli immancabili esercizi per Derive (vedi Sezione 3-Capitolo 4). Il prof. di Biologia che vede sempre un po’ di TV e gli ultimi telegiornali fino a notte fonda. Quello d’Inglese invece preferisce la parabola, la mitica Tv stellitare, Storia e Italiano (lettrici onnivore, spero non di questo n.d.a) amano leggere in giardino. Religione e Disegno che disputano una partita a bridge, tra una battuta ed un’altra e poi, a letto. Ma i pasti si consumano insieme per poter scambiare qualche parola, vedere cosa si dice lontani da casa: cosa prepareranno i prof.? Italiano un risotto alla milanese e costoletta alla milanese, grazie alle ricette fornita dalla tradizione meneghina? E il mitico professore d’Inglese, qualche piatto anglosassone? Fish and chips o tacchino al forno all’americana? Dilemma tragico, del tipo “Essere o non essere…”, tanto per capirci… Poi discussioni per ore sono assicurate, per avere un auditel molto alto, con la prof. di Storia e di filosofia che inizia qualcuno dei discorsi che annoieranno tutti i telespettatori più di Marzullo a notte fonda! E’ la sua versione femminile…Infatti hanno gli stessi capelli, ma di tinta diversa, gli stessi occhiali, la stessa voglia di fare domande: almeno Marzullo, non mette i voti. I prof. di Disegno che farà ancora disegni giganteschi per abbellire le pareti di casa con gli stessi quadri 120 x 90 fatti nella scuola per decorare le pareti, (ovvero per coprire i buchi e le scritte oscene!) e ci chiederà continuamente di farci giocare a carte con lui: unico sollievo è il prof. di Religione che racconta barzellette in mondo-visione. Il vero problema per la prof. d’Italiano del biennio, sarà quello di convivere con la sua grande irritabilità e la sua irascibilità: già la immagino perdere la pazienza con qualcuno che non sa come lavare bene il bucato o fare lavatrici sbagliate: le camice che scoloriscono e gli abiti da sera che cambiano colore. La prof. di Matematica invece perseguiterà tutti quelli che snobbano la sua materia e dopo una mattinata non soddisfacente, continuerà a rodersi l’anima con “non continuano a lavorare”: ma non è una condanna, solo un reality show! Quella giocherellona della supplente d’Italiano invece propone dei giochi di gruppo per tenere uniti: ha fatto lo stesso anche a scuola, quindi niente da stupirsi! Si parte con il gioco della bottiglia (ma niente baci per favore), fino al gioco dell’oca e alla dama; Finora abbiamo scherzato e chissà se mai si avvererà questo progetto che, secondo me, rivoluzionerà la televisione, permettendoci di ridere dei professori anche fuori della scuola! Vai su http://debello.altervista.org e cerca il Trailer da me realizzato per questo simpatico esperimento TV. BY: Vita da NEWS www.diregiovani.it // www.diregiovani.tv // mailto: [email protected] 26 CAMBIA IL CARRELLO DELLA SPESA IN ITALIA Causa i rincari dei prezzi, tre italiani su quattro hanno cambiato le abitudini alimentari Si è modificato il menù quotidiano sulle tavole italiane: per la maggiore attenzione sia alla lettura dell’etichetta dei prodotti che alla provenienza dei cibi, con una maggiore propensione per quelli locali. Questo uno dei dati che emerge dall’Indagine 2007 Coldiretti-Swg Le opinioni di italiani e europei sull’alimentazione, che evidenzia come in Italia la responsabilità degli aumenti è attribuita ai passaggi intermedi che fanno i prodotti per arrivare dal produttore al consumatore. A DIETA UNA RAGAZZA ADOLESCENTE SU QUATTRO I dati emergono dal rapporto annuale della Società Italiana di Pediatria sugli stili di vita degli adolescenti Tutti si sono messi a dieta almeno una volta nella vita. Ma farlo all’età di dodici anni comincia ad essere preoccupante. E, invece, il 25% delle adolescenti tra i 12 e i 14 anni è già a dieta. Tra queste, il 68% ha scelto da sola quale dieta seguire, seguendo il consiglio di genitori e amici o affidandosi a giornali e tv. Niente di più sbagliato: per gli esperti il rischio è quello di incorrere in anemie, osteoporosi, calcolosi della colecisti e renale, gastroduodeniti e malattie alla tiroide. FANTALEAGUE: IL FANTACALCIO IN VERSIONE INTERATTIVA Il nuovo virtual game, aumenta la partecipazione e garantisce avvincenti ed esaltanti funzioni per i giocatori Dall’unione tra Digital Magics, Msn e Windows Live nasce Fantaleague, innovativo fantasy game per gli appassionati di calcio in grado di coniugare elementi interattivi al fantacalcio classico. Fantaleague rappresenta una versione completa e rivoluzionaria del gioco: un mix di funzioni real time e coinvolgenti che partono dal canale Sport di Msn per estendersi al mobile, alla messaggistica istantanea, ai blog e ai servizi a valore aggiunto, fino alla fruizione in tempo reale delle partite. SCUOLA DI BON TON PER DIVENTARE MAGGIORDOMI La domanda di queste figure specializzate supera di gran lunga l’offerta disponibile sul mercato Sono sempre più i milionari che aspirano al perfetto butler: un maggiordomo inglese della vecchia scuola. Sono due milioni i professionisti del settore in grado di rispondere a queste esigenze, eppure sono insufficieti. In Gran Bretagna esistono varie scuole, come laGreycoat Academy o la Guild of professional English Butlers che organizzano corsi di due settimane, aperti a giovani uomini desiderosi di imparare l’antica arte. Nel rispetto del comandamento “servire ma non essere mai servili”. APPLE TAGLIA I PEZZI DELLA MUSICA SU ITUNES Col servizio iTunes Plus si vendono brani e album privi del sistema di protezione Digital Rights Menagement Il negozio musicale online iTunes di Apple ha tagliato i prezzi delle canzoni vendute senza protezione, facendolo scendere a 99 centesimi dai precedenti 1,29 euro, equiparandoli al prezzo dei brani dotati del sistema di protezione che ne impedisce la copia. La cifra è stata abbassata in risposta all’apertura del nuovo store online di Amazon, dove il prezzo delle canzoni di etichette EMI o Universal, prive di DRM, è stato fissato appunto allo stesso prezzo proposto dalla società di Cupertino. la bacheca poesia “La sensibilita’, per noi e’ quasi come un marchio di fabbrica. ...e’ cosi’ facile riconoscerci ...siamo una casta di uomini e donne che si fanno troppi scrupoli… Abili nell’auto-produrre dolore, c oltivatori diretti di sofferenze, allevatori di anime... Capaci di lunghi periodi di estraniazione, di esili punitivi, ma anche di grandi slanci emotivi e passionali, talmente travolgenti da risultare esagerati, sgangherati, incomprensibili. E’ cosi’ difficile per noi adattarsi a questo mondo di cinici calcolatori, che riescono a programmare tutto: le giornate, il sesso, i sentimenti. Viviamo di precarieta’ ed inquietudini, di sogni e ideali... E per non morire ci affidiamo alle note di una canzone, ai versi di una poesia... Siamo spiccatamente individualisti, fragili, spesso incapaci persino di chiedere aiuto, costretti a inventarci delle armature per difenderci... Ma non siamo male, abbiamo solo troppo cuore... e a pensarci bene... quel marchio di fabbrica e’ anche un marchio di garanzia ...delle persone sensibili come noi almeno... ti puoi fidare” MANDA I TUOI VERSI a [email protected] Ci presentiamo: siamo Claudio e Guglielmo, della VP (ci vedete in foto in versione estiva indie). Qui http://club.giovani.it/virgilio/ potete leggere le ultime notizie sulla scuola, i nostri articoli, gli inciuci, dare un’occhiata alla fotogallery e partecipare alle discussioni del forum. Ciao pubblicatela, hehehhe Francesco Ricciardi prosa 27 La sensibilità non la si può comprare e neppure vendere. La sensibilità è quel qualcosa che alcune persone portano dentro di sè come un’ impronta, quasi come un segno di riconoscimento... forse come una cicatrice lasciata dal tempo. La sensibilità a volte, compare un giorno, quasi all’ improvviso quando dalla vita hai capito che ogni generosità non ti e’ dovuta, ogni sorriso e’ una conquista, o quando una ferita ti ha tagliato il cuore. Forse la sensibilità la puoi trovare all’angolo della strada, negli occhi di chi ha sofferto ed e’ diventato forte mantenendo un cuore dolce. Ho conosciuto tante persone, alcune sensibili, altre meno, altre per niente: Ma tutte le persone sensibili hanno sempre ovattato e coccolato il mio cuore... forse perchè “delle persone sensibili come noi almeno... ti puoi fidare. Dedico questa pagina e questi pensieri alle persone sensibili, delicate e “con troppo cuore” che ho avuto la fortuna di conoscere e che hanno arricchito di poesia e dolcezza alcuni istanti di vita. Grazie a tutti voi. Prosa e poesia da [email protected] invia i vostri disegni / schizzi / dipinti e: foto a: tribu(at)studenti.it