PROLOGO
“se fosse amore del sangue arrossirei, se fosse tenebra della luce mi sazierei, se fosse atro
che passione della luce dei cuori ti purificherei e la porta dei mondi alla fine con te
spalancherei; dritti verso l’infinito, ove la luce incontra l’ombra e l’amore si fonde nell’odio
purificando tutti i peccati delle alti genti; perpetue ed immortali”.
AMANDA, una ragazza come tante, una mattina si sveglia, inconsapevole
di quanto sarebbe cambiata la sua vita quella mattina. ZERO è un ragazzo
misterioso che quella mattina entra casualmente in città, ignaro che
avrebbe fatto un incontro che gli cambierà la vita.
Lei bassina, una ragazzina che alla malapena arrivava ad un generoso
metro e sessanta. Capelli lunghi che la avvolgevano tutta quasi come una
seconda pelle, color del sole. Occhi profondi del colore del mare; che
diventavano ancora più profondi con i suoi occhiali, da secchiona. Corpo
modesto da bimba, la rendeva pressoché invisibile all’interno della sua
scuola. La sua timidezza e la sua grande paura di quel luogo facevano
certamente il resto del lavoro; isolandola da tutto il resto del mondo.
Lui era ZERO GRAVIA, un ragazzo di cui non si sa nulla. Apparentemente
sembra simile alla povera AMANDA, ma non è così, semplicemente lui
aveva uno sguardo demoniaco, occhi di ghiaccio e tipica capigliatura da
principe delle tenebre; con capelli lunghi color petrolio. Un fisico modesto
ma incredibilmente atletico; estremamente ben proporzionato. Di lui si sa
solo che viene a scuola quando gli gira e mai di mercoledì, quando c’è
fissa tutto il tempo la finestra, scrive su un libro nero che è l’unica cosa
che possiede, non parla mai con nessuno ed è totalmente inespressivo.
E questo è il racconto di come inizia la loro stramba storia.
VOLUME 1
Un legame per zero e amanda
Parte 1°
Quella mattina terribilmente annoiato ZERO prese il suo libro e si mise a
scrivere su una panchina nel parco davanti la sua scuola.
Arriva poco dopo anche AMANDA.
La giovane fanciulla intrigata da quello strambo ragazzo si avvicina,
facendo appello a tutte le sue forse, bisbiglia se fosse possibile sedersi al
suo fianco. Ma ovviamente ZERO non fa una piega dalla sua posizione,
determinata la ragazza, si fa coraggio e si siede lo stesso. Non poteva
sapere che quel gesto le avrebbe fatto iniziare una surreale avventura in
un mondo completamente diverso ad quello reale.
Da lì a poco ZERO si addormenta ma lei non se ne rende conto.
Scivola con la testa casualmente sulla sua spalla e comincia a sognare.
Lei completamente arrossita comincia a vaneggiare in un lungo
monologo. Balbettando e bisbigliando quasi se dovesse parlare con le api,
arrossendo e gettando litri di sudore ad ogni parola che con fatica gettava
fuori dalla sua piccola boccuccia.
AMANDA
SAI, ZERO. SIAMO IN CLASSE INSIEME.
HO SEMPRE VOLUTO CHIEDERTELO, SEI
CON LA 3°E?
FELICE
SAI NON DEVI RISPONDERE PER FORZA.
È UNA COSA TANTO INSOLITA CHE UNA
RAGAZZA FACCIA ELETTRONICA?, NO SAI, A ME
PIACE LA AMTERIA. TROVO CHE L’ELETTRONICA E
LE TELECOMINICAZIONI SIANO MOLTO
INTERESSANTI.
TI DA TANTO FASTIDIO SE PARLO CON TE?
È DAVVERO UNA COSA TANTO FASTIDIOSA PER TE
PARLARE CON ME? DEVO ESSERE DAVVERO
SCOCCIANTE, LO SO MA CREDO CHE PARLARE UNA
VOLTA OGNI TANTO FACCIA BENE.
(Per un attimo smise di parlare e si distrasse nel mirare il
suo volto, il volto di ZERO, un volto che nessuno aveva mai
visto da vicino).
Un volto morbido e dolce, quasi come se non fosse del ragazzo più
mostruoso della scuola. Una pelle morbida e vellutata, così piacevole al
tatto che la ragazza non poté fare a meno di toccarla; di accarezzarla
dolcemente fino allo stremo, fino a che non le si fossero rotti i polsi. Un
sorriso, delicato e quasi impercettibile come se si vergognasse
profondamente di far vedere al mondo intero che anche lui sapeva
sorridere. Ma era tanto bello quel volto sorridente, che nell’estasi di quel
ragazzo tanto temuto, apparire tenero e fragile come un ribelle fiore
d’inverno; ella non poté far altro che innamorarsene. Come cadere in un
imbarazzante, triste, clicse ( mi scuso ma non sono una cima con il
francese), questo le venne in mente, sbagliato? E pure tanto giusto ai suoi
occhi. Nell’enfasi della sua anima che lentamente provava a coordinare la
sincronizzazione con quello strano ragazzo. Non resistette più e
nell’imbarazzo più assoluto colorandosi dal lilla al rosso intenso passando
per sfumature di viola, lo baciò dolcemente sulla nuca.
Il quel momento il solenne momento fu interrotto dal fatto che dalle
mani del ragazzo cadde il suo libro.
Un libro brutto, sporco, tutto strappato.
Cadde e di quell’orrendo colorastro nero non rimase molto; forse in
origine non era nemmeno nero, ma le numerose macchie di fango e altro
lo rendevano decisamente un libro ambiguo. Tanto che la povera Amanda
pensò che un'altra macchia di fango non gli avrebbe fatto nulla. E pure
ella non poté sopportarlo. Raccolse quel libretto sgangherato e
trasandato, gli diede una bella pulita o per lo meno quella era
l’intensione. Non fece a tempo. Quando andò a toccare il libro si generò
un intensa luce. Forse era la sua immaginazione ma…
Ad un certo punto un lampo dal nulla venne a colpire il libro che di colpo
avvolto da quella candida, intensa, profumata luce, cambiò il suo colore
ed il suo aspetto.
Da orrendo, sporco, con un olezzo non propriamente elegante. Avvolto da
una lucentezza misteriosa, assorbii magicamente tutto quell’aspetto
orribile e divenne colorato di un intensissimo viola. Avvolto da una
piacevole miscela di vaniglia e lillà. Apparvero oltre ad una serie di disegni
molto strani sul libro anche una frase. “vedo quel che non vedo, esisto assieme a ciò che
non esiste, lego col mio nome ciò che la mia madre natura a disunito, nel suo nome; per esser con lei il
tutto nel vuoto del nulla” questo vi era scritto; non fece a tempo a pensare quella
frase che il flusso energetico misterioso del libro si acquietò, lentamente
svanendo. Allora mossa da gran curiosità la fanciulla decise di aprirlo. Era
completamente nero. Ma in tutte quelle pagine di nulla; sfogliando,
sfogliando, alla fine trovò un segno starno e una scritta che si leggeva a
malapena “graviagorien” puntò il libro contro un albero e gridò quella frase,
tanto per vedere cosa facesse; gli sembrava tutto uno scherzo ben
architettato per una sorta di gioco di ruolo.
AMANDA
GRAVIAGORIEN!!!!
(Disse la ragazza con estrema enfasi, facendosi scappare un
leggero ghigno. Prese bene la mira e urlo a squarcia gola).
Dal libro usci una sfera viola con un contorno nero che colpi l’albero
dandogli fuoco e avvolgendolo di fiamme viola, trasformandolo in poco
tempo in un mucchietto di cenere. Spaventata a morte la ragazza lascia
cadere il libro e fugge via. ZERO si svegliò poco dopo come se non fosse
accaduto nulla.
Parte 2°
Assorta nei suoi pensieri, Amanda come uno zombie vagava per le classi
dell’istituto. I suoi passi pesanti, malgrado il suo metro e sessanta scarso
con un corvettino tanto gracile dal non credere potesse produrre rumore
con il suo peso; la ragazza vagava senza meta per la scuola ancora
tramortita dall’evento surreale ad essa collegato.
Continuava a dirsi fra se e se: “NON ESISTONO NE MAGHI NE STREGONI,
GLI ESAMI SONO VICINI E SONO SOLO UN TANTINO STRESSATA”. Ma lo
stress non poteva spiegare come mai ella aveva visto quello che aveva
visto. Non si poteva spiegare come mai avesse lanciato una sfera viola da
un libro e disintegrato un albero. I libri non si illuminano e non sparano
roba. I libri si leggono e basta. Le parole fanno più male delle spade a
volte; ma questo era eccessivo, eccessivo pensare disintegrassero altri
oggetti. Fosse stata un po’ brilla lo avrebbe accettato. Fosse stata la
troppa emozione scaturita dal stare tanto vicina a ZERO, sarebbe stato
accettabile. Ma non era così purtroppo. Era tutto troppo strano ma
difficilmente immaginario.
Mentre vagava inconsolabile senza meta. Spaventata a morte da quello
che aveva appena vissuto. Senza rendersene conto si trascinò in classe, si
sedette al suo banco e fissò un punto sulla lavagna immerso nel vuoto.
Poco dopo tra lei e quel punto, si pose ZERO.
Gli vide la mano e constatò con grande meraviglia che il suo libro era
tornato come era prima che lo toccasse.
Esterrefatta, cominciò a pensare che magari era stato davvero tutto un
sogno. Ma in quel momento ZERO si girò e disse: “NON ERA UN SOGNO,
AMANDA”, in maniera tanto inespressiva dal far rendere l’idea di scherno
alla ragazza. Ma non parlava mai, non distoglieva mai lo sguardo dalla
finestra, il che voleva dire che non mentiva.
ZERO
DOPO LE LEZIONI RESTI QUI!
(Intimò ZERO alla fragile fanciulla. Stranamente con un tono
che appariva quasi dolce e non minaccioso come la frase
appena intimatale).
AMANDA
QUINDI…COSA…INSOMMA…CHI SEI TU?
(Balbettante e tremolante rispose AMANDA a bassissima voce).
ZERO
SONO TANTE COSE! GLI UMANI DICONO CHE POTREI
ESSERE IL MALE.
(Disse ZERO in maniera quasi scherzosa, almeno questo era il
pensiero della ragazza, non poteva dire sul serio).
AMANDA IL MALE NON DOVREBBE ESSERE UNA PAROLA, NON
UNA PERSONA.
(Disse AMANDA quasi ridendo, incredula delle parole del
giovane, come se avesse fatto una battuta).
ZERO
IO NON MENTO.
(Disse con il suo consueto fare ZERO).
AMANDA DAI NON PUOI DIRE SUL SERIO?
(Disse la ragazza sganasciandosi dalle risate, mentre il
ragazzo restava impassibile).
AMANDA
CERTO….(aggiunse con sarcasmo) MAGARI
ESISTONO ANCHE LICANTROPI, VAMPIRI E
STREGHE.
AMANDA
IO IN FATTI SONO LA PRINCIPESSA DELLE
TENEBRE E TU CERTAMENTE SARAI IL DEMONIO (con fare
ironico e pungente).
ZERO la fisso a lungo.
Continuò a fissarla per un lungo lasso di tempo.
Accenno un impercettibile ghigno e aggiunse in replica alla giovane
ragazza.
ZERO
QUALE SAREBBE IL PROBLEMA. AL MONDO BENE
E MALE LOTTANO OGNI GIORNO NEL CUORE
DEGLI UOMINI E LA NOSTAR ESISTENZA CONTINUA
AD ESSERE UNA PRESA IN GIRO.
AMANDA si senti punta al suo cuore, ferita come se quelle parole non
solo la mortificassero ma la rendessero fuori luogo agli occhi di colui che
tanto soavemente mirava.
ZERO a quel punto si avvicinò dolcemente al suo orecchio e bisbiglio con
fare quasi romantico.
ZERO
SEGUIMI DOPO LE LEZIONI E GIURO CHE DISSIPERÒ
TUTTI I TUOI DUBBI. NON TE NE PENTIRAI.
AMANDA riflettette a lungo sulle parole di ZERO.
Lentamente la giornata scolastica volse a termine, e lei con il suo piccolo,
trepidante, spaventato, cuoricino si allontanò mane nella mano con ZERO,
mentre il crepuscolo gli faceva da cornice ed una leggera brezza
accarezzava il volto della ragazza portando i suoi capelli mossi con infinita
maestria nel vento, le prime ore della notte con il suo aureo aspetto.
Mentre si allontanavano lei pensava solo a come districare quell’enorme
dilemma vivente che era ZERO GRAVIA. Mentre scomparivano non poté
comunque fare a meno di immergersi in quei suoi occhi tanto profondi
quanto tetri.
Parte 3°
Senza che se ne rendesse conto mentre era immersa nell’adulare il volto
e lo sguardo di ZERO si ritrovò magicamente in un altro mondo.
Un mondo bizzarro. Dal cielo viola, una luna piena rosso sangue,
nemmeno una stella in cielo. Erba pressoché morta e alberi dalle strane
forme e colori strani. Sfumati soprattutto tra il verde e l’azzurro, l’unica
cosa che rasserenava al paragone con quel mondo inquietante.
ZERO
HAI FREDDO?
(Disse con fare insolitamente gentile ZERO).
AMANDA
IN EFFETTI AVVERTO DEL GELO.
AMANDA riferì le sue parole al senso di inquietudine che gli trasmetteva
quel bizzarro mondo cui si era trasportata, ma evidentemente non si rese
conto che stava parlando e parlando balbettando e sfregando i denti.
Allora immediatamente ZERO si tolse la giacca e gliela pose sopra le spalle
per riscaldarla.
ZERO
VA MEGLIO? STAI BENE? (Disse il ragazzo con
fare preoccupato).
Come se da quando fossero entrati in quel posto non fosse più lo stesso.
Non fosse il ragazzo scontroso, cupo e…insomma non era ZERO, pur
essendo ZERO. Lentamente si avvicinarono ad un castello.
Ovvio pensare fosse casa di ZERO.
Tuttavia ella non era ancora serena. Nervosa e distaccata, soffriva molto il
freddo ma soprattutto l’aspetto lugubre di quel posto.
Alla fine si acquietò non appena ebbe l’occasione di entrare in quel
meraviglioso castello. Da prima appariva fuori, raggiante e maestoso.
Color turchese e lillà era piacevole allo sguardo, in aperto contrasto con il
senso di inquietudine e morte che trasmetteva quel posto. Le ampie
navate e le maestose mura davano serenità e senso di innata pace nel
cuore e nella mente. Era come essere immersa in una favola; questo fu il
primo pensiero di AMANDA. Entrata non ebbe occasione di sbirciare il
dovuto il palazzo. Ma sicuramente doveva essere molto fastoso, visto
l’enorme, sontuoso, elegante viale che le si spalancava a perdita di
sguardo. Un giardino che avrebbe portato invidia all’EDEN stesso.
Da lì si passò immediatamente verso una grande sala.
Alle finestre le rose rosse facevano da cornice insieme a strane rose nere;
a quell’incantevole spettacolo. La sala piacevolmente colorata tra il rosa
confetto e sfumata e profumata di violetta, certamente avevano un
potere rilassante, stranamente confortante nell’animo della ragazza, visto
lo spiacevole posto ove era situato. Percorrendo un lungo tappeto
amaranto, si arrivò davanti ad un trono.
ZERO le accarezzò leggermente il suo volto, le asciugò le lacrime che
inconsapevole la ragazza aveva promulgato fino a quel punto.
Poi come se non fosse se stesso si inchinò.
AMANDA aveva un grande batticuore a quel punto. “BUM, BUM
BUM!”era il frenetico rumore di un cuoricino piccolo, piccolo, in un
corpicino ancora più esile e minuto del suo organo vitale.
Poco dopo giunse nella sala una bellissima donna.
Si sedette sul trono e squadrò lentamente la ragazza.
Mentre la fissava scrutante negli occhioni color mare; AMANDA non poté
fare a meno di sentirsi affascinata da quell’elegante e meravigliosa donna.
Capelli argentei con luce lunare che esaltavano sapientemente le sue
mirabili forme da adulta; che decadeva certamente a confronto con il suo
insignificante corpo da bambina. Occhi neri profondo come la tenebra più
nera più nera. Un volto senza tempo accompagnava a braccetto un corpo
da modella conservato in maniere assolutamente invidiabile.
L’incantevole vestito regale di colore nero con merletti viola acceso, ancor
più sfinivano ed esaltavano le sinuose forme della bella donna. Un abito
vittoriano come da tempo al mondo moderno non se ne miravano,
esprimeva in esso tutto il maestoso portamento, e l’innata eleganza della
mirabile donna.
NON AVERE PAURA FANCIULLA
(Disse la mirabile donna).
ZERO
MADRE! CHIEDO LA PAROLA!
(Disse con galante rispetti ZERO).
PRIMA VORREI DISQUISIRE DDETERMINATI E VITALI
ARGOMENTI CON QUESTA BELLA GIOVANE! (Aggiunse
la donna).
AMANDA
MI DICA VOSTRA GRAZIA!
(Ribadì subito in maniera consona AMANDA).
CHIAMAMI PURE ZENIA; ZENIA GRAVIA, MOGLIE DEL
RE DEGLI INCUBI ZENOS GRAVIA REGINA DELLA NOTTE
E MADRE DEL REGGENTE AL TITOLO DEL REGNO
DELL’OSCURITÀ E PRINCIPE DELLE TENEBRE ZERO
GRAVIA! PREGO ODIO I FORMALISMI! (Con grande
gentilezza ed eleganza insistette la regina).
AMANDA
D’ACCORDO, ALLORA CON IL VOSTRO PERMESSO
LA CHIAMERÒ ZENIA!
(Disse emozionatissima la giovane).
ZENIA
VENIAMO AL DUNQUE!
(Di colpo si fece meno gentile e più seria, e dal viso
truce).
ZENIA
SAI PERCHÈ TI TROVI QUI? (Disse enigmatica).
AMANDA NO! (Disse spaventata al ragazza).
ZENIA
AMANDA
ZERO TI HA SCELTA, TRA 2MILIARDI DI CANDIDATE, LUI
HA SCELTO TE. TRA TUTTE LE PERSONE AL MODO DEI
VIVI, LUI HA VOLUTE SOLO TE. SAI COSA VUOLE DIRE
QUESTO? (Facendo grande leva sull’enfasi della
frase, mantenendo tono e portamento che aveva
conservato fino a quel momento).
A DIRE IL VERO NON NE HO IDEA!
(Disse meravigliata dalla domanda ma compiaciuta del grande
interesse di ZERO nei suoi confronti).
ZENIA
VORREI DIRTI CHE ZERO LEGGE NEL PENSIERO,
ESATTAMENTE COME IO E MIO MARITO. (Disse
ghignando in modo beffardo la regina).
AMANDA quasi svenne dalla vergogna.
Poi si girò verso ZERO e gli allentò il ceffone. Il più forte e doloroso della
sua intera esistenza. Diventata paonazza dalla vergogna non ebbe più il
coraggio di guardare quella donna in faccia.
ZENIA
PER QUEL CHE MI RIGUARDA IL MIO TEST,
CERTAMENTE NON POTRÀ CHE ESSERE POSITIVO. UN
AMORE GENUINO E SPONTANEO CHE SUPERI IL
CONCETTO DELLE APPARENZE E SI CONCENTRI SULLA
RISONANZA DELLE ANIME. (Disse sorridendo
radiosamente ZENIA).
ZENIA
ALTRIMENTI NON AVRESTI POTUTO LEGGERE IL LIBRO
DELLA VITA DI ZERO.
(Disse amichevolmente ZENIA e alzandosi dal trono
avvicinarsi lentamente alla ragazza, alzandole il viso in
modi da fissarla negli occhi e accarezzandole dolcemente le
guance rossicce).
AMANDA
DUNQUE È UN MODO ELEGANTE CHE DOVREMMO
SPOSARCI? E COSA SAREBBE ESATTAMENTE IL
LIBRO DELLA VITA? (Disse balbettando
freneticamente la giovane).
ZENIA
IL LIBRO DELLA VITA È…IL LIBRO CUI DAL MOMENTO
CUI NASCIAMO VIENE LEGATA LA NOSTRA ANIMA,
VIVIAMO ED INVECCHIAMO A SECONDA DEGLI
INCANTESIMI E DEL MODO CUI QUESTO LIBBRO VIENE
CONSERVATO. AOLTRO NON POSSO AGGIUNGERE.
MENTRE PER IL RESTO NON CHE TU DEBBA SPOSARE
MIO FIGLIIO, SEMPLICEMENTE SEI LA SUA
CONCORRENTE PREFERITA, COLEI AFFIDA IL SUO
LIBRO. MA COME TUTTE DOVRAI GAREGGIARE E
ABBATTERE LE PROVE PER MERITARE IL SUO CUORE.
PRIMA CHE TU LO PENSI, NON PUOI ASSOLUTAMENTE
DIRE NO!
(Fece un lungo monologo tra il minaccioso ed il tenebroso la
regina, intimandole di fare quello che deve fare senza
sottrarsi).
Poi arrivarono delle guardie e la portarono nella sua stanza.
Mentre zero venne interrogato pacificamente da sua madre.
ZENIA
ALLORA HAI SCELTO LEI?
(Disse con ghigno malizioso la madre di ZERO).
ZERO
ZENIA
SI! È RIUSCITA A FAR PIANGERE IL MIO LIBRO!
(Disse con tono perplesso il ragazzo).
HA FATTO PIANGERE IL LIBRO?
(Interessata al significato di “piangere”).
ZERO
MADRE NON SO SPEGARLO! MA CREDO SIA UNA
PERSONA SPECIALE; CAPACE DAVVERO DI PORTARE LE
TENEBRE ADE UN NUOVO INIZIO. NON LO SO PERCHÉ
L’HO SCELTA, MA SENTO CHE DOVEVA ESSERE COSÌ.
SAPPI CHE COMUNQUE VADA NON ME NE PENTO!
(Disse in non si sa che strano miscuglio di
emozioni ZERO).
ZENIA
CAPISCO! VAI DA LEI E PREPALALA A DOVERE! (Disse
ridendo raggiante sua madre, mentre si avvicinava
per baciarlo affettuosamente in fronte, per poi
andarsene tra le risate più grasse).
Parte 4°
Mentre ZERO disquisiva rispettosamente con sua madre. AMANADA
venne trasportata nella sua stanza dalle guardie. In quel tragitto tante
strambe creature a lei sconosciute ma con uno strano senso di averle
incontrate da qualche parte. Donne pipistrello, uomini cane, rane
umanoidi parlanti, ad un certo punto credette di vedere una mummia.
Ma pensò che infondo ZERO era normale; forse si era addormentata tra le
sue braccia mentre lui galantemente la aveva riaccompagnata a casa,
magari era il troppo amore che provava per lui e il grande senso di
inquietudine che gli trasmetteva a fare apparire un sogno tanto strano.
Dopotutto siamo impazziti? Pensò la ragazza, i mostri, i demoni, non
esistono. ZERO era un tipo scontroso e misterioso, capace di incutere
terrore a tutti solo con il suo sguardo, era la malvagità fatta a persona,
tutto del suo essere trasudava di tenebra più nera. Solo perché lei voleva
credere ad ogni costo nella sua gentilezza e nella sua bontà avrebbe
dovuto accettare che era un sogno ed uno come lui non sarebbe mai
cambiato. E pure quel castello, la madre, era tutto troppo reale.
AMANDA
MI SA DIRE CHE MONDO è QUESTO, DI GRAZIA?
(Chiese ad una delle guardie, AMANDA).
GUARDIA
IL REGNO DEGLI INCUBI!
(Disse la guardia come se parlasse davvero ad una
principessa).
AMANDA
QUINDI HO AVUTO UN INCUBO?
Ma la guardia non disse nulla.
Le aprì la porta della stanza e la fece entrare.
Dentro vi trovò ZERO.
ZERO
SARAI SPAVENTATA E CERTO DEBBO DELLE
SPIEGAZIONI! (Disse ZERO tornato al suo fare
solito, distaccato).
AMANDA
CREDO PROPRIO DI SI! (Per la prima volta molto
irritata rispose la ragazza).
ZERO
VOI UMANI SOGNATE MA NON VI SIETE MAI CHIESTI
COSA SIANO I SOGNI. (Disse ZERO con un insolito
volto triste e malinconico).
AMANDA
ZERO
QUINDI QUESTO SAREBBE IL MONDO DEI SOGNI?
(Disse molto dubbiosa AMANDA).
È MOLTO Più COMPLICATO DI QUESTO. PER
RENDERTELA SEMPLICE QUESTA PARTE POTREBBE
ESSERE DEFINITA “REGNO DEGLI INCUBI”. MA TEMO
CHE NEMMENO QUESTO BASTEREBBE! (Disse ZERO con
voce opaca).
AMANDA
IO CONTINUO A NON CAPIRE, MI TROVO NEGLI
INCUBI?
(Disse la povera ragazza sempre più impaurita e sempre più
confusa).
ZERO
TI FIDI DI ME? DOVRESTI SAPERE CHE SE SEI QUI, VUOLE
DIRE CHE SEI AL SICURO, CHE SEI PROTETTA E NON TI
ACCADRÀ MAI NULLA.
(Disse lui avvicinandosi alla ragazza e sussurrandole
dolcemente all’orecchio tali parole mentre la stringeva
forte a se, nelle sue braccia).
Non v’era ragion d’essere per dubitare di lui.
AMANDA rigonfio il suo piccolo, tenero, cuore, e si acquietò.
Certo quello che le era capitato, era davvero strano. M a infondo sentiva
che lui era affidabile. Sapeva di potersi fidare cecamente di ZERO.
AMANDA
ALLORA PORTAMI AFAR VEDERE QUESTO
MONDO! (Disse con voce più quieta la
ragazza).
ZERO
ANDIAMO!
Con tanta gentilezza prese la mano della ragazza e la portò fuori dalla
stanza. Ripercorrendo il corridoio non si sentiva più a disagio. Anzi quegli
esseri che la guardavano sbalorditi lei li mirava con infinito interesse.
Tutto con ZERO per lei assumeva una nuova prospettiva, tutto diventava
meraviglioso. Tutto sapeva di favola anzi che di maleodorante incubo.
Notò subito una cosa che prima gli era sfuggita ripercorrendo quei luoghi
immensi. Fasto e maestosità avevano celato allo sguardo una cosa molto
più importante per AMANDA. Vale a dire che quel meraviglioso castello
non era una casa ma una scuola. Tutte quelle stanze erano classi e quei
strani individui dovevano per forza di cose essere studenti. La regina
doveva essere la preside e ZERO l’allievo migliore; visto il grande rispetto
e profonda ammirazione che soggettiva ai passanti. Ed è a quel punto che
alla notò che quei strani individui avevano sembianze di maschere a lei
familiari. Ebbe l’impressione di vedere davvero streghe, demoni, vampiri,
licantropi e quant’altro. Credette davvero che questa volta non bastava
ripetersi che non era vero. Sentendo la sua inquietudine ZERO cercò di
rassenerarla e per questo la portò nel giardino del palazzo. Alla vista di
tutti quei variopinti fiori di tanti diversi colori e forme più disparate. Un
vasto assortimento di piante e colori erano davvero una sincronia tra
uomo e natura davvero stupefacente. Ma la cosa più bella er sicuramente
il panorama offerto al suo innocente sguardo.
Il cielo si era fatto tra l’azzurro ed il viola, i suoi due colori preferiti in
assoluto, gli alberi che a primo occhio erano apparsi lugubri e dall’aspetto
trasandato e marcio, presero vita, una vita fatta di colori caldi e
accomodanti. Tutte le sfumature dell’arancione, che di norma
accompagnavano un tramonto romantico giunto all’apice della scena
catalizzante tra i due innamorati. Facevano da cornice a un mondo che
normale non era ma che in quel momento pessimo d’incanto non lo era
più. Notò subito che i colori variavano a seconda del suo umore ma non le
era chiaro il motivo.
ZERO
COMINCI A CAPIRE COME FUNZIONA IL MIO
MONDO? (Chiese interessato ZERO).
AMANDA
NON NE HO IDEA! (Disse lei con un po’ di
vergogna temendo che lui potesse pensare fosse
eccessivamente tarda).
ZERO
QUANDO SEI ARRIVATA ERI TERRORIZZATA DA ME E
DA QUESTO POSTO E TUTTO TI SEMBRAVA COME SE
FOSSI ARRIVATA AGLI INFERI. ALLORA SONO STATO
GENTILE ED AFFABILE COME TU MI IMMAGINAVI E
TUTTO è CAMBIATO FACENDITI APPARIRE IL CASTELLO
COME LO VOLEVI TU; ORA CHE SEI FELICE PERCHÉ
TUTTO RISPECCHIA I TUOI SOGNI, VEDI CHE ANCHE IL
MONDO RISPONDE IN MANIER ACONSONA ALLE TUE
ESIGENZE.
Ma dopo delle parole tanto sentite da parte di ZERO, che non sapeva
davvero come spiegarle il concetto di dove fossero…
Lei perplessa continuava a scrutarlo tentando di capire le sue parole.
Anche se per lei non aveva senso. Quello era il mondo cui ZERO aveva
vissuto per anni e lei ora vi si trovava perché fra tante ragazze al mondo
lui la aveva scelta. Per una sola volta in vita sua qualcuno aveva scelto lei,
aveva preferito lei ad un altra ragazza. Fosse quello che ne segui fu solo
egoismo ma sentirsi apprezzata in quel momento le bastava.
PARTE 5°
ZERO
SAI…SEI DAVVERO CARINA SOTTO QUESTA LUCE!
Se ne usci all’improvviso il ragazzo, facendo imbarazzare tremendamente
la ragazza, non sapendo se stupirsi perché ricambiava il sentimento di
profonda ammirazione nei suoi confronti, o perché leggendole il pensiero
aveva dedotto che un complimento la avrebbe resa meno tesa; quersto
per certi versi avrebbe dovuto farla arrabbiare, ma fece semplicemente
finta di ignorarlo, fissando l’orizzonte variopinto.
ZERO
GRAVIAZERIEN!!! (Gridò lui brandendo il libro
e mirandolo verso la ragazza).
AMANDA spaventata chiuse gli occhi.
Poi ZERO le consigliò di riaprirli.
E la ragazza con in finito stupore scoprì di essere sospesa a mezz’aria.
ZERO
AMANDA
VEDI IL GRAVIAGORIEN COMPRIME IN UN UNICO
PUNTO TUTTA LA GRAVITA CREANDO UNA SFERA DA
SCAGLIARE CONTRO IL NEMICO. IL GRAVIAZERIEN
ANNULLA LA GRAVITA, CRANDO UN VUOTO D’ARIA
CAPACE DI MANOVRARE IL CORPO DELL’AVVERSARIO
A PIACIMENTO. IO POSSO CONTROLLARE LE TENEBRE
A PIACIMENTO E USARE LA GRAVITA COME MEGLIO
CREDO. ORA HAI CAPITO COSA SONO? (Disse
stranamente ridendo ZERO).
SEI UNO STRGONE! (Disse la ragazza estasiata
mentre fluttuava qua e là come una farfalla).
ZERO
NO. VEDIAMO…COME POSSO DIRLO…IO SONO IL
FIGLIO DEL PURO MALE, PRATICAMENTE SIAMO AGLI
INFERI.
Tornato insolitamente come era prevedibile che fosse, freddo e
distaccato, con il suo solito ghigno da mostro nel suo celestiale volto. Ma
infondo lei sapeva che il vero zero era quello, e finora si tratteneva solo
per preservare il prezioso sangue della sua libertà.
Poi da un cespuglio pieno di rose nere, spunto un avvenente ragazza.
“ZERO AMORE MIO MI SEI MANCATO DA MORIRE, DIMMI CHE NON
ANDRAI ANCORA NEL MONDO DEGLI UMANI!”disse la bella ragazza
avvicinandosi maliziosamente e baciando appassionatamente ZERO, che
deconcentrato lascia cadere la povera AMANDA.
Poi si rivolse con sguardo minaccioso alla ragazza e presentandosi disse,
con estrema irriverente superbia.
CONOSCERE LA SFIDANTE NUMERO 100 È UN ESTREMO
PIACERE. IO SONO RIZA E SONO UNA STREGA, LA MIGLIORE
DELLA SQUOLA. QUINDI UMANA LO DICO PER IL TUO BENE,
ARRENDITI SE NON VUOI FARTI TROPPO MALE.
La ragazza sibilo minacciosamente mentre si avvicinava alla povera
AMANDA, poi appoggio le sue labbra all’orecchio della ragazza e sussurrò.
RIZA
SONO LA MIGLIORE E SONO SUA PROMESSA SPOSA,
QUINDI NESSUNO HA SPERANZE DI VINCERE, FAI UN
FAVORE A TUTTI, NON È LA TUA GUERRA E IL TUO
MONDO, NON TI IMPICCIARE.
Nel sussurrare quelle parole AMANDA restò impalata lì a fissare quella
ragazza e a chiedersi in che razza di incubo fosse stata trascinata.
Eccola lì. Una ragazza troppo sinuosa, con forme vertiginose, occhi neri
come la notte e capelli più rossi del sangue, lunghi e ribelli. Al primo
pensiero una simile incuranza della cura dei propri capelli poteva far
trasparire il fatto che tra lei e lui ci sarebbe stata speranza di potersi
mettere di contro e magari se si fosse curata, lui avrebbe scelto AMANDA
anzi che lei. Ma la dura verità era che le sue forme e le sue capacità non
erano quelle di un indifesa ragazza come la povera AMANDA ma quelle di
una vera donna, e la cosa la lasciò di pietra; oltre alla grande forza
caratteriale e all’impressionante determinazione nei suoi mezzi, questo le
diede il colpo di grazia.
AMANDA era fortemente convinta che ZERO fosse dentro il suo animo
gentile, buono, una anima pura e non un demonio come egli si descrive.
Era fortemente convinta che tutto quello che dicesse non poteva essere
vero, o per lo meno doveva essere calibrato per tenerla a distanza e
testare le sue capacità, per vedere se fosse capace di essere degna del
grande onore che aveva avuto. Ma questo non gli permetteva di stare
tanto appiccicato a RIZA. Questo le mandava il sangue al cervello. Tanto
dal farla scappare in lacrime.
Come fosse possibile non lo sapeva nemmeno lei ma all’improvviso si
ritrovò dentro una fittissima foresta.
Si sedette sotto un albero ed affogò in quelle fronde ribelli le sue lacrime.
Nel mentre le sue lacrime stavano per finire, notò che dai cespugli
uscivano rumori stranissimi.
Mentre per la curiosità si stava avvicinando, e per il terrore tentare la
fuga, ecco che arrivò da dietro le sue spalle la consueta sfera nera di
ZERO, che arse il cespuglio e lo avvolse in fiamme tetre come la notte. Da
lì spuntò la sagoma che pareva quella di un mostro. Un mostro che
bruciava. Appariva come un essere dal corpo umano,m la testa di
pipistrello e le fattezze che sembravano fossero state miscelate a quelle
di un orso. Un urlo disumano accompagnò gli ultimi istanti di quell’essere.
Mentre ardeva ad AMANDA, scappò una lacrima, la quale parve essere
stata apprezzata dal mostro.
ZERO
DEVI STARRE ATTENTA. È PERICOLOSO PER UN
UMANA, ESSERE IN QUESTO POSTO. (Disse con voce
preoccupata ZERO).
AMANDA
MA ZITTO!!! (Disse lei con fare visibilmente
irritato).
Poi avvicinandosi al ragazzo, gli molla un ceffone, con la mano sinistra con
tutta la forza in corpo. Nuovamente, la differenza? Lei era mancina e
questo si che gli lasciò un bel solco sul suo bel visino. Ci mise tanta di
quella forza che venne avvertito il rumore in tutto il regno.
AMANDA
TORNA DALLA TUA FIDANZATA E LASCIAMI
STARE, ANZI RIPORTAMI A CASA E NON
RIVOLGERMI MAI PIÙ IN VITA TUA LA PAROLA.
AMANDA era furiosa, furibonda come mai nella sua pacata esistenza era
mai stata. Lei sempre gentile, altruista, affabile, cordiale, educata, per la
prima volta sentiva crescere nel suo cuore una piccola fiammella di odio
verso ZERO. Verso colui che prima era odioso, poi premuroso, poi ancora
detestabile e scontroso, per tornare a sprazzi amabile e generoso. E
questo non poteva tollerarlo più. Sapeva che era freddo, distaccato,
insensibile, menefreghista, scontroso, tenebroso, irritabile e dalle
maniere sadiche e ego narcisistiche. Ma…poi credette davvero di aver
scrutato un qualcosa di buono nella sua anima, forse era, però…solo una
finzione. Ecco che fece per allontanarsi un'altra volta. Quando ecco che
ZERO la afferrò per un braccio e…
ZERO
NON ANDARE VIA?
Parte 6°
Nel sentire quelle parole. Pronunciate con grande sincerità da lui,
AMANDA restò di sasso, quella volta era certa di aver scrutato l’anima di
ZERO nei meandri più bui della sua coscienza. Guardò quel viso.
D’improvviso era scomparso lo sguardo dei demoni, era rimasto solo il
viso candido ed innocente degli angeli. Due occhi neri e profondi, ora non
avevano intrisi in essi il vuoto tetro dell’universo, ma un mare forse
troppo sporco per essere apprezzato, ma comunque bello. Un mare
inquinato ma ancora pieno di vita. Si acquietò, per quel momento, nel
vedere il suo volto decise di seguirlo e di stargli affianco fino a che non
avrebbe scelto lui se essere il demone di cui aveva bisogno o l’umano che
qualche volta emergeva dalle ombre, per starle vicina.
AMANDA COSA SAREBBE PER TE RIZA?
(Chiese AMANDA, ancora arrabbiata, non tanto per lui, ma con
quella che in quel momento le pareva un acerrima rivale).
ZERO
SINCERAMENTE NON LO SO SPIEGARE! (Disse lui
con voce molto opaca).
AMANDA
LEI DICE DI ESSERE TUA MOGLIE, AZNI LA TUA
PROMESSA SPOSA, IO VOGLIO SOLO CHE TU DICA
SE SCHERZA O DICE IL VERO. POI IO TI DICO SE
RESTO O MENO.
(Disse bleffando AMANDA, nel tentativo di fargli ammettere
che lui tenesse più a lei che a RIZA).
ZERO non rispose e restò in silenzio.
Arrivò in quel momento la madre di ZERO.
Il quadretto romantico che le si prospetta è al quanto equivoco. I due non
si erano resi conto di essersi teneramente stretti mano nella mano, con
ZERO che abbracciava AMANDA e lei che era ferma con la testa sul suo
petto, come la scena culmine di qualche romanzo rosa o di un
meraviglioso film romantico strappa cuore.
ZENIA
ALLE TUE DOMANDE POSSO RISPONDERE IO?
Disse mentre la giovane era morta di vergogna per un momento così
sconveniente come quello appena vissuto, soprattutto omettendo al suo
cervello che loro le potevano leggere il pensiero, chi sa se lo facevano,
davvero?
RIZA
ZENIA
CREDO LE FAREBBE PIACERE! (Con ghigno
compiaciuto aggiunse lei nella conversazione).
AD OGNI MODO…!
MI SEMBRA CHE NELò TUO MONDO ESISTANO DELLE
STORIE RIGUARDANTI IL NOSTRO MONDO. MI
RIFERISCO AI VAMPIURI, STREGONI, ALCHIMISTI,
DEMONI, DIAVOLI, ANGELI EC…NON CORRISPONDONO
A FALSO. POTRESTI CONSIDERARE QUESTO IL MONDO
DEI MIORTI; ALLA BUONA. MIO MARITO SAREBBE
SATANA, E LUI E DUNQUE SUO FIGLIO.
MA SAREBBE MOLTO COMPLESSO DA INTRODURRE
COSA SIAMO CON ESATTEZZA E CREDO TU NON LO
POSSA CAPIRE A QUESTO MODO.
IN SINTESI CONSIDERA QUESTO COME I VOSTRI INFERI E
SAPPI CHE COME OVVIO SAREMMO IN LOTTA CON IL
“PARADISO”. ELEGGERE OGNI MILLE ANNI UN NUOVO
RE SERVE A TENERE I DUE REGNI IN STALLO.
LA REGINA VIENE SCELTA TRA 10 RAZZE SELEZIONATE
CON CURA. SOLO TRE SCELTE DA ME, MIIO MARITO E
L’EREDE VENGONO A COMBATTERE PER IL DIRITTO DI
SIGILLARE L’ANIMA DEL LIBRO DI ZERO A SE E
FONDERE IL SUO SPIRITOP CON IL SUO PER RENDERLO
UN DEMONE COMPLETO E OTTENERE IL POTERE PUIRO
DELLE OMBRE.
LEI È SEMPLICEMENTE LA MIA PRESCELTA DATO CHE
SAREBBE LA MIGLIORE DEL REGNO, SUO PADRE SE NE
TIRA FUORI E LUI HA SCELTO TE. PER EQUITÀ
VERRANNO ALTRE 98 CONCORENTI PER DIMNOSTRARE
IL LORO VALORE E SOLO LA MIGLIORE…
ZERO
AVRÀ LA CORONA E ME.
(Disse lui dopo il solenne discorso della madre, con fare
triste e malinconico).
ZENIA
MIO FIGLIO È MOLTO CONTRARIATO DAL SUO
MATRIMONIO. È PROPRIO UGUALE A SUO PADRE.
LOTTA, LOTTA, SOLO LOTTA. MAI FARE I LORO DOVERI.
(Disse lei con un gran sorriso stampato in volto, che
sprizzava sincerità).
RIZA
AD IOGNI MODO IO ESERCITO I MIEI DIRITTI E CHIEDO
UN UFFICALE DUELLO A MORTE L’UNA CONTRO
L’ALTRA, PER STABILIRE CHI HA DIRITTI SU CHI, E CHI
DEVE AVRERE ZERO. TANTO A QUESTO PUNTO MI
SEMBRA OVVIO CHE AMICHE NON LO SAREMO MAI.
(Disse con una voce che sembrava rotta causa le lacrime che
a fatica le si stavano trattenendo sul volto per non
mostrare debolezza danti la nemica).
AMANDA QUESTA È PAZZIA…
Subito interrotta da ZEERO.
ZERO
NO QUESTE SONE LE REGOLE. OGNI MONDO È
DELIMITATO DALLA SUE REGOLE. PAZZIA SAREBBE
NON SEGUIRLE.
(Disse zero con fare rispettoso ed orgoglioso delle sue
origini).
ZENIA
DOMANI FANCIULLE REGOLERETE I CONTI NELLA
NOSTRA ARENA PERSONALE.
(Sancì la madre di ZERO ufficializzando la condanna a morte
di AMANDA, che lentamente si sentì sprofondare nel buoi e
nello sconforto).
Riza
nulla mi renderebbe più felice di questo, ZERO è mio
e nessuna donna, soprattutto se umana posare le sue
sporche mani su di lui. (Disse con sete omicida).
Amanda
ma io non ho mai picchiato nessuno in vita mia, e
ora pestarmi per un uomo mi sembra pazzia,
pazzia estrema! Io non voglio battermi! (Con
terrore).
Zero
è semplice non devi combattere se non vuoi, resta
viva il più a lungo possibile, e quando il tempo scade
finirà tutto. (Dice con fare minimizzante).
Amanda
ma dico cosa avete nella testa tutti!
(Disse sprofondando nella desolazione morale più tetra).
Parte 7°
AMANDA mentre si sentiva trascinare nelle tenebre, avverti il bisogno di
chiedersi cosa avrebbe fatto la sua amata mamma in sua scomparsa.
Cosa avrebbe pensato suo padre e che tipo di ripercussione avrebbe
avuto sulla vita dei suoi tre fratellini. Era finita. Ormai era troppo tardi per
lei. Le parole di ZERO ma ancor più; della madre del ragazzo,
echeggiavano nella mente della fanciulla. Rimbombando nel suo cervello
come un requiem alla sua giovane memoria. E come poteva finire così?
Come poteva sparire in un mondo tanto immeritevole? OK d’accordo
nessuno avrebbe poi tanto pianto al sua scomparse dato che ha nessuno
fregava nulla della sua esistenza, ma non era un buon motivo per essere
trascinata in una guerra che non le competeva, per essersi infatuata di un
tizio venuto dal nulla, che l’aveva “prescelta” per cibarsi della sua anima e
diventare re di qualche strano mondo di deviati, psicotici. Di certo quando
pensava alla sua morte non credeva, sarebbe stata mutilata da una pazza,
solo perché si era messa in mezzo in una battaglia insensata per un uomo.
Mentre vagava nei meandri più bui della sua mente. Ecco che ZERO si
avvicinò nuovamente. Abbracciandola, le sussurro con immensa dolcezza
all’orecchio: “TU VINCERAI”. Come faceva a sapere sempre cosa dire. Ma
soprattutto come poteva passare tanto facilmente da un simile
atteggiamento principesco ad uno da pazzo posseduto dal demonio,
come già aveva avuto occasione di riscontrare in questo assurdo viaggio.
ZERO
LE SERVE SOLO DELL’ALLENAMENTO. (Disse lui
fissando con sguardo determinato la madre e RIZA).
ZERO
TU SARAI A TERRE QUANDO LEI TI GUARDERÀ
DALL’ALTO COME LA VINCENTE CHE È. (Gridò lui
fissando prima RIZA, e poi la madre sempre con
sguardo di sfida, poi prese AMANDA per il braccio e
la trascinò via con se).
La cosa continuava a confondere AMANDA, incerta di cosa provasse il
ragazzo ogni istante di più, un essere tanto lunatico non poteva essere
contemplato in natura. Ma infondo ciò dava assai forza alle teoria
bislacche di ZERO. In quell’istante penso di essere davvero in un mondo
diverso da quello reale.
Mentre lui camminava trascinandola per il braccio con quello sguardo
ostile e minaccioso di chi non accetta una sconfitta. Lei si chiedeva fra se
e se: “ALLORA VUOL DIRE CHE MI AMA? MI SONO SOGNATA TUTTO
QUESTO? LO FA NON PER AMORE MA PER TORNACONTO PERSONALE?
ODIA PERDERE E QUINDI ACCETTARE CHE LA SUA PRESCELTA NON SERVE
A NULLA? COSA DIAMINE…BUONO, CATTIVO, GIUSTO, SBAGLIATO,
SOGNO O FINZIONE. LUI SEMBRA AVERE TUTTO E NON POSSEDERE
NULLA, L’INFINITO NEL VUOTO DEL SUO SGUARDO MI DICE MOLTO.
MA…ESSERE GENTILE QUANDO NON ME LO ASPETTO, ESSERE BRUTO E
MALVAGIO QUANDO LO PREVEDO, QUESTO COSA….” Nulla nel suo
cervello pareva avere senso. Cosa era quel coso dinnanzi ai suoi occhi?
Era il gentile e premuroso ZERO che le si era mostrato a più riprese o il
demonio che si dipinge? La cosa le faceva impazzire.
E allora decise di reagire.
AMANDA
ORA BASTA SONO DAVVERO STANCA!!!!
Si fermò di botto e lo schiaffeggiò, come da abitudine, ormai ogni volta
che diceva una cosa fuori luogo, ed un altro echeggiare di dolore per la
città che terrorizzava di volta in volta tutta la popolazione. Un'altra volta,
obbligandolo a fissarla negli occhi. Questa non era stata come la
precedente volta, se mai prima un barlume di amore per lui c’era ora era
ostinata a tornare da sua madre, a frequentare il suo 3 anno di superiori,
ma soprattutto a tornare ad una vita normale facendo finta di non
conoscerlo e pian piano dimenticarlo.
AMANDA
PORTAMI A CASA MIA, VOGLIO IMMEDIATAMENTE
TORNARE A CASA MIA, VOGLIO INDIETRO LA MIA
VITA, MIA MADRE, MIO PADRE, I MIEI FRATELLINI,
LA MIA SCUOLA, LE MIEI AMICHE, VOGLIO
SUBBITO INDIETRO LA MIA VITA NORMALE!!! ORA,
NON DOMANI, NE DOPO QUESTA INSENSATA
GUERRA DOVE MI HAI CONDOTTA! ADESSO!
(Disse lei con gli occhi orbi di angoscia, dolore e
frustrazione, irti nelle sue giovani lacrime. Con tutta la
forza della disperazione propria di chi si sente di non
poter perdere altro nella vita).
ZERO
MI SONO SFORZATO, HO CERCATO PERFINO ANCHE SE
CON FORZA DI ESSERE GENTILE, NON FIATARE E
SEGUIMI. (Con immonda rabbia, questa si propria dei
demoni).
ZERO
IO MI SONO SFORZATO DI SEGUIRE LE REGOLE DEGLI
UOMINI, ORA TI COSTA MOLTO SEGUIRE LE MIE, FILA E
NON DISCUTERE. (Disse lui puntandola contro un
albero nei pressi e fissandola con la sua anima
nera).
In quel momento lei fissò il suo sguardo.
Lo sguardo che a lungo di nascosto aveva scrutato di nascosto, sperando
in una piccola parola gentile, anche fosse stata disinteressata.
Per un attimo i suoi occhi diventarono colore oro, poi tornarono normali, i
suoi capelli, viola molto scuro, ma poi tornarono normali. Ora le pareva
vero, che non era umano.
Ora gli credeva, era stata troppo vicina per evitare la realtà.
RIZA
ORA MI È TUTTO CHIARO!
Dal nulla apparsa sopra il ramo di quell’albero la ragazza, che sussurrò tal
frase quasi con tono di sollievo.
RIZA
NON L’AMI!!! TI SERVE SOLO PER LA
TYRASFORMAZIONE! (Disse lei scesa dal ramo e
attanagliatasi al corpo del ragazzo).
ZERO
RIZA
LEI!!! SOLO LEI MI RENDERÀ COMPLETO! È
INDISPENSABBILE PER ME, ALTRIMENTI NON
REALIZZERÒ MAI IL MIO SOGNO. (Disse ZERO tra
le lacrime, esse apparse davvero genuine).
MI RITIRO E TI CONCEDO LA VITTORIA, ORA VATTENE
DA QUESTO MONDO E VAI ALLA TUA MISERABBILE
ESISTENZA.
Disse furiosa, brandendo anche essa il suo libro e puntandolo minacciosa
verso AMANDA, non prima di aver allontanato ZERO da lei, per poi
illuminarlo e…
Un vortice oscuro la avvolse per poi. Si sentì avvolta dalle tenebre e tornò
a casa sua.
PARTE 8°
È mattina ormai.
Nella mente della ragazza andavano susseguirsi i ricordi di ciò che fù,
come un incubo che non la teneva quieta. Ormai da quella scena era
passato un mese intero.
Un mese da quando RIZA usando il suo “PIZESXIUSE RIEN”, l’aveva avvolta
dalla luce delle tenebre, una magia capace di riavvolgere il tempo e
ripristinare gli eventi che non dovevano accadere, quindi riportando la
ragazza a casa come da suo desiderio e cancellando per sempre ogni
traccia di ZERO dalla sua vita. Con quell’incantesimo il suo più potente
RIZA, fece un gran piacere involontariamente alla rivale. Ella la riportò dai
suoi cari, alla sua scuola alla sua vita normale, come se ZERO non fosse
mai esistito, tuttavia il suo ricordo persisteva nei sogni della ragazza,
come un incubo che la rendeva inquieta e perennemente ombrosa.
Nel mondo reale, tutta via erano trascorsi una manciata di secondi, dopo
la sua scomparsa, lei passò ore in quel mondo prima del ritorno a casa ma
per sua madre non era accaduto nulla. Stremata l’avevano trovata seduta
in una panchina davanti alla scuola, ed un suo compagno di classe la
aveva accompagnata a casa. Dopo quella sfortunata vicenda torno a
frequentare il terzo anno di superiori, senza affanni. Ignara del fatto che
aveva scatenato un disordine cosmico senza proporzioni. Aveva dato il via
ad una tremenda scintilla che avrebbe potuto cancellare l’intera
esistenza. A questo mondo vige una regola non scritta, se si cambia una
cosa un altre deve sostituirla, il non verificarsi di un evento deve scaturine
un altro questo è alla base del destino. Una lezione amara che AMANDA
doveva riequilibrare nel bene o nel male.
Si era sbarazzata di ZERO e del suo strambo mondo.
Ma doveva pagarne le conseguenze. Una regina persa, una regina doveva
essere trovata. A lui in classe succedette un certo KIOS. Alto biondo, con
occhi color del cielo e labbra passionali, uno sguardo dolce e gentile,
l’opposto di ZERO, un corpo modesto, più affine al suo mondo da
secchiona, e pure a lei ispirava una gran forza sia morale che del suo
fragile spirito. Socievole, simpatico, e dal portamento nobile a lei
assolutamente affine. Le si affezionò da subito. Non era la pazzia lunatica
dei sentimenti nebulosi di ZERO. Lui ci teneva davvero a lei.
Dopo poco parlare le si spalancò un mondi dietro KIOS e non esitarono a
sincronizzare le proprie emozioni nel più comune dei mondi. Quello di
frequentarsi in pianta stabile. Nella sua vita finalmente era apparsa una
persona normale, vera e sincera, capace di amarla e rispettarla come era.
Trasparente e valutabile, un uomo che la scrutasse e si facesse scrutare.
Niente di nemmeno paragonabile a quel mostro di ZERO.
Ma allora perché era sempre e comunque nei suoi pensieri?
Aveva un uomo normale, una vita soddisfacente e normale, la scuola era
diventata migliore per lei e…insomma, tutto ora andava meglio di quanto
mai fosse andato. E nonostante questo, il pensiero di ZERO era sempre
presente nella sua mente.
Andò avanti per 3 mesi la loro storia. Tutto era meraviglioso, il terzo anno
si stava per chiudere ed era ormai arrivato il caldo do maggio. Maggio
voleva dire caldo, ma soprattutto che la scuola stava per terminare. Con
questo rito cominciavano le vacanze estive, le prime passate al fianco di
KIOS, le prime in tutta la sua vita fatte da coppia. Per una volta aveva un
ragazzo e la cosa la riempiva di gioia infinita e non solo non avrebbe
passato un'altra estate da sola a casa di sua nonna, ma questa volta
sarebbe stata a casa del suo amato, e per una volta almeno, avrebbe
mirato il mare e si sarebbe goduta l’estate anzi che studiare.
Una sera però, tutto le tornò a cambiare.
KIOS le aveva dato appuntamento ad una panchina nel parchetto davanti
scuola, alle 23, quando la notte era ormai tetra e spaventosa ed
inghiottiva l’animo della spaventata giovane.
Era una notte intensa e la luna sussurrava nel vento con la sua flebile
lucetta frasi d’amore. Ma si sa…agli occhi di una donna innamorata tutto
al chiaro di luna, suona come la poesia dell’amore. La notte tentennava
tra minacciose nubi che risvegliavano la paura del mondo che fù di ZERO,
alla mente della fanciulla e un cielo stupendamente stellato con la luna
piena che intonava un sonetto poetico all’immagine della copia formata
dai due giovani. In questo miscuglio di sentimenti paurosamente
contrastanti, tutto le tornava quasi familiare nella mente come una danza
tra sogno e realtà anche se per lei era più un incubo che un sogno, e non
vedeva l’ora di tornare a casa, anche se si trovava con KIOS.
Sentiva i ricordi di quel che era riaffiorare pian, piano, anche se la magia
fattale da ZERO era forte, ma forse non più forte del cuore di una donna a
cui inconsapevolmente mancava il primo amore. Sentimenti e strane
apparizione che la facevano tentennare ma non sussultare nel cammino
che vedeva davanti e da quello che si era prefissata di raggiungere con le
sue sole forze. Con le sue sole forze, le forze di un cuore troppo forte ed
importante, che abbatteva le tenebre e forse non solo quelle.
Un potere interessante che andava assolutamente governato.
Parte 9°
KIOS
CHE MERAVIGLIOSA NOTTE! NON CREDI? (Disse
lui con infinita dolcezza alla ragazza mentre
mirava a la luna).
AMANDA
KIOS
NON SAPREI! (Disse lei guardando ansiosamente
da tutte le parti per la paura).
DIO QUANTO AMO GLI ESSERI UMANI, SIETE DAVVERO
DELIZIOSI! IDIOTI, OBSOLETI, FRAGILI E NOIIOSI, MA VI
ADORO COMUNQUE.(Aggiunse lui, mentre
bisbigliava al vento e si leccava le labbra).
AMANDA
HAI DETTO QUALCOSA? (Disse lei mentre sempre
più un pressante sentimento di angoscia la
affliggeva).
KIOS
TI AMO! (Disse insolitamente, rivolto alla
ragazza, quasi in maniera scherzosa).
AMANDA
ANCHE IO (Con il volto completamente rosso,
gli occhiali appannati e quel buffo visetto
che si gonfiava come un pesce palla, in segno
di difesa).
KIOS
AMANDA
QUINDI DEDUCO CHE TI ALLEERAI CON ME. E NON
CON MIO FRATELLO ZERO.(Disse lui ridendo a
squarcia gola compiaciuto).
NON TI SEGUO? (Disse con crescente paura e
sensibile spavento).
KIOS
IO SONO IL FRATELLO DI ZERO. POTREMMO DIRE
COSÌ.(Disse lui, continuando a fissarla come un
cane che fissa una bistecca).
ZERO
SONO UN MEZZO DEMONE. QUANDO SONO NATO,
HANNO DOVUTO SCINDERE LA MIA ANIMA DI DEMONE
DA QUELLA DI ESSERE UMANO, IN MANIERA CHE
POTESSI PASSARE DA QUESTO AL NOSTRO MONDO CON
SEMPLICITÀ E CONTROLLARE LA FAMOSA LUCE NELLE
TENEBRE FONDAMENTALE PER ESSERE RE. DOVEVO
NASCERE DEMONE CON IL CUORE UMANO.
(Apparve lui in scena, da dietro un albero, con voce silente
e cupa).
KIOS
MA IO POSSO DOMINARE LE OMBRE, QUINDI HO
DECISO DI PASSARE A CONOSCERE LA PERSONA
PRESCELTA PER CULLARE IL PICCOLO CUORICINO DEL
MIO FRATELLONE E DIVORARLO, PER AVERE TUTTO IL
SUO POTERE. (Disse con fare malevolo KIOS).
ZERO
TOCCALA ANCHE SOLO CON UN DITO ED IO…
(Aggiunse lui con furente rabbia).
AMANDA
MA DIAVOLO, È MAI POSSIBILE CHE LE VOSTRE
VICENDE NON MI LASCINO TRANQUILLA UN
ATTIMO? (Disse lei molto irritata).
AMANDA
NE HO ABBASTANZA, IO VADO VIA. (Aggiunse con
fare iracondo).
KIOS
IO NON LO FAREI FOSSI IN TE. (Disse con il suo
solito ghigno malvagio stampato sul volto).
ZERO
CREDO DI NON ESSERE STATO CHIARO. TOCCALA E SEI
MORTO! (Ribadì con forza a suo fratello).
KIOS
MI FAI SORRIDERE FRATELLO. TU UN MEZZO DEMONE,
CHE OSEREBBE OPPORSI CONTRO UN DEMONE
COMPLETO. (Disse lui avvicinandosi al collo della
ragazza, che nel frattempo aveva provveduto ad
immobilizzare tempestivamente).
ZERO
RIPETO TOCCALA E TI AMMAZZO. (Disse lui
sempre più arrabbiato).
AMANDA
TI PREGO ZERO AIUTAMI. (Disse lei in lacrime
mentre dal collo KIOS provvedeva a far
fuoriuscire piccole gocce di sangue grazie
alle sue lunghe zanne da mastino).
In quel breve tempo zero venne avvolto da una calda luce colore viola, e
pian piano, cambiò il suo aspetto. I capelli nero come la notte divennero
del colore dell’aurea luce che lo avvolgeva. Gli occhi color buoi, un blu
notte molto intenso; lasciava via, via, posto al colore dell’argento.
Il corpo si gonfio, fino a definire il suo modesto copro di muscoli più
raffinati. I suoi canini crebbero di almeno 7 o 8 centimetri, ed il corpo si
cosparse di tatuaggi che assorbirono prima la luce poi anche il libro di
ZERO, fino a tingersi del misterioso sapore e della tinta di quella luce
stessa. Pian piano era cambiato. Con essa anche l’espressione di suo
fratello, passata da spavalderia e superbia, a puro inconscio terrore.
KIOS
CALMATI FRATELLO, NON VOLEVO FARTI
ARRABBIARE. DAI NON VI DEVE ESSERE MOTIVO
ALCUNO PER AVERE SCREZI FRA FRATELLI. GUARDA
LA LASCIO SUBITO, CONTENTO? (Disse lui con il
volto coperto dalla pura paura e dalla voce rotta
solo dal dio della morte che pendeva sul suo capo).
AMANDA
ZERO
ZITTO! NON DARGLI RETTA ZERO, AMMAZZA
QUESTO STRONZO! (Disse lei con immensa
furia).
KIOS SIGNORE DELLE OMBRE, COME RE REGGENTE E
SOVRANO IO TI ORDINO DI TORNARE NEL REGNO
DELLE OMBRE. E DI RESTARE SEGREGATO NEI MEANDRI
DELL’INCUBO. IO, DEMONE GUERRIERO DI LIVESSO S3,
TI OBBLIGO A QUESTA PUNIZIONE PER ESSERE VENUTO
A CONTATTO A QUESTO MONDO. ACCETTA O MUORI.
(Disse lui con sguardo di un ed indissolubile puro
odio scrutatore mentre si riprese la ragazza e la
teneva stretta a se).
KIOS
NON FINISCE QUI, SAPPI CHE HO CONTAMINATO IL
CUORE DELLA RAGAZZA, ORMAI MI APPARTIENE. E
SAPPI IN AGGIUNTA CHE IL POPOLO DELLE OMBRE
ENTRERÀ IN GUERRA CONTRO IL POPOLO CELESTE E IL
POPOLO DELLE TENEBRE. QUINDI CONSIDFERALO UN
ARRIVEDERCI.
Dette queste parole spari avvolto dalle ombre.
Nel contempo per la paura AMANDA sveni e ZERO si allontana con la
ragazza in braccio, mentre illuminati dalla luce della luna scompaiono in
una coltre di nebbia nera, tornando al mondo cui ZERO appartiene.
Parte 10°
AMANDA venne portata nella stanza fatta riservare a lei da parte di ZERO.
AMANDA, si svegliò e si ritrovò nuovamente nella stanza che vide per la
prima volta quando ZERO la portò nel suo mondo per la prima volta, non
fece molta difficoltà a riconoscerla. Tutto era come lo ricordava. E appena
alzata vide ZERO che dormiva con la testa china sul suo letto, seduto su
una sedia, evidentemente aveva passato tutta la notte a vegliare su di lei.
ZERO si svegliò in quel momento. Sembrava tanto carino agli occhi di
AMANDA, con quel timido fare innocente. Come un bambino che dice che
gli fanno schifo le femmine perché non vuole dire la verità alla bimbetta
che gli piace. Appunto, purtroppo per lei, un bambino, non un uomo,
come si aspettava potesse essere. Sapeva che quello starno essere non
l’avrebbe mai compresa, certo, poteva anche leggere nella sua mente,
poteva essere la persona più amorevole al mondo e trattarla con i migliori
riguardi. Ma non avrebbe mai inteso i suoi sentimenti. Anche spiegarglieli
era fuori questione, tanto non lo avrebbe comunque capito. Tuttavia
vedendo nuovamente quegli occhi pieni di paura come quelli di un tenero
cerbiattino, la tentarono nel non opporsi e passare un po’ di tempo nella
sua realtà. Un piccolo sforzo per cercare di intendere le sue regole, il suo
mondo, la sua mente, la sua vita. Qualcuno tentava alla sua vita. Era ovvio
ormai, restare con lui la avrebbe protetta ed aiutata a proteggersi.
Era convinta che nel suo inconscio ZERO fosse davvero buono e gentile,
altrimenti non sarebbe mai intervenuto più volte a salvarla. Forse il
contrasto con la sua anima umana e la natura demoniaca, lo affliggeva
così tanto in sua presenza, dal rendere la sua personalità tentellinante.
ZERO
TI SEI SVEGLIATA! (Disse con parvente
gentilezza).
AMANDA
SI. (Rispose
a tono).
CREDO PER OGGI DEBBA SOLO RIPOSARSI, LASCIALA
SOLA!
(Disse ZENIA da dietro la porta, affacciandosi per un
istante).
ZENIA
TU VAI PURE OGGI PASSERÀ LA GIORNATA AL MIO
FIANCO. (Aggiunse con tono estremamente gentile e
cordiale).
ZERO
COSÌ SIA, MADRE! (Mezzo addormentato ma comunque
rispettoso oltre ogni umana comprensione se ne
andò).
ZENIA
SAI UNA VOLTA ERO ANCHE IO UMANA! (Disse
sorridendo la donna).
AMANDA
QUINDI ERA COME ME? (Rispose interessata la
ragazza).
ZENIA
AMANDA
È UNA LUNGA STORIA. ERA IL 1276….MA SICURO LE
STORIE DI QUESTA VECCHIA, NON POSSONO
INTERESSARE ALLE GIOVANI D’OGGI! (Disse lei
assorta nei suoi pensieri).
AL CONTRARIO, LA PREGO RACCONTI. (Disse
eccitata la ragazza).
ZENIA
COME DESIDERI METTITI COMODA è UNA LUNGA
STORIA! (Disse lei avvicinandosi alla finestra,
aprendo le tende e fissando l’infinito, mentre
rimembrava la sua lunga vita).
La ragazza si mise comoda e ascoltò assorta la bella favola.
ZENIA
IL MIO NOME ORIGINALE ERA HILLARY EIS, SONO NATA
NEI SOBBORGHI DELLE CAMPAGNE FRANCESI, ORMAI
NON So Più QUANTI ANNI FA. DICO NATA ANCHE SE È
IMPROPRIO. SONO NATA ORFANA E QUELLO CHE
AVEVO ERA SOLO UN NOME FITTIZIO, CHE MI
AFFIDARONO I VIANDANTI PER STRADA. ERA IL 1276
QUANDO NACQUI, NONN ERA UNA BELLA ERA, FATTA
DI STENTI E MISERIA, IL MONDO ERA APPENA USCITO
DALLE ERE BUIE DELLA STORIA E LA CULTURA
TENTAVA, GATTON, GATTONI DI TORNARE A FIORIRE.
È IN QUESTO TEMPO CHE UNA COPPIA DI VIANDANTI
TROVA UNA BIMBA IN FASCE IN MEZZO ALLA VIA,
DECIDENDO DI PORTARLA CON SE. LA VITA ERA DURA
MA QUELL’AMOREVOLE COPPIA SI PRESE CURA DELLA
FANCIULLA, FACENDOLA CRESCERE AL MEGLIO DELLE
LORO POSSIBILITÀ. CRESCENDO DIVENTA SEMPRE PIÙ
BELLA E RAGGIANTE. MENDICARE PER STRADA NON
ERA NEMMENO PARTICOPLARMENTE ARDUO, GLI
UOMINI FACEVANO A GARA PER VERSARE UNA
MONETA ALLA BELLA GIOVANE DONNA. QUELLO CHE
NON POTEVA SAPERE È CHE ELLA ERA FIGLIA DI
STREGA, E CHE PURTROPPO AVREBBE ACQUISITO TALI
POTERI SOLO AL COMPIMENTO DEI SUOI 18 ANNI. SI
ARRIVA AL GIORNO FATIDICO E PER SBAGLIO LA
GIOVANE DOPO LA MORTE DEI SUOI GENITORI PER
MANO DI UN POLIZIOTTO, IN PREDA ALLA COLLERA
GLI DA FUOCO CON I SUOI POTERI. NEL TENTATIVO DI
FUGGIRE SI GETTA DA UN PONTE, MA NON MUORE.
ANDRÀ IN COMA. LÌ INCONTRERÀ UN UOMO. DELLA
SUA STESSA ETÀ CHE LE PROPONE UN PATTO,
DIVENTARE LA SUA ARMA, IL SUO CONTENITORE, IN
CAMBIO DELLA VENDETTA E DELLA VITA. MA QUESTA
STORIA FINISCE BENE, DATO CHE RIFIUTANDO LA
PROPOSTA LA RAGAZZA, SUPERA IL TEST DEL
RAGAZZO, CHE NONOSTANTE TUTTO LA SALVA E LA
TRASCINA IN UN MONDO DIVERSO, DOVE NON ESISTE
LA MISERIA, NON VI SONO DISUGUAGLIANZE E DOVE
TUTTI HANNO EGUALI POSSIBILITÀ DI VIVERE
DECENTEMENTE COME DIO COMANDA. IN QUEL
MONDO LA RAGAZZA TROVA UNA NUOVA VITA,
CERTO DEVE COMBATTERE E FARE COSE CHE
ANDAVANO CONTRO LA SUA MORALE NON LA
AIUTARONO MA…ALLA FINE QUELLO STRAMBO
MONDO LE ANDÒ BENE COME ERA. SI FECE UNA
FAMIGLIA E QUELLO CHE ERA PAUROSO E STRANO,
ALL’IMPREVVISO NON LO ERA PIÙ TANTO. ALLA FINE
GLI ANDAVA BENE QUELLA NUOVA VITA. (Disse nel
suo lungo struggente monologo).
AMANDA
CAVOLO CHE BELLA STORIA?(Disse affascinata).
AMANDA
MA COME ERA DA PICCOLO ZERO? (Aggiunse
curiosa).
ZENIA
ERA BUONO, DOLCE E PREMUROSO. DA PICCOLO SE
UN UCCELLINO SI FERIVA LUI LO CURAVA, SE UNA
PIANTA APPASSIVA, LA RIVITALIZZAVA. IO HO IL
POTERE DELLA MAGIA BIANCA, E QUESTO È STATO
TRAMANDATO A MIO FIGLIO, TUTTAVIA IL SANGUE
NERO DEI DEMONI È FORTE E CORRODE LO SPIRITO.
TRISTE SORTE LA SUA UN ANGELO IN PRIGIONATO NEL
CORPO DI UN DIAVOLO.
Disse lei struggendosi malinconica.
AMANDA NON CAPISCO? MI SCUSI!
Disse mortificata e un tantino incuriosita dalle sue parole.
ZENIA
CERTO COME BEN SAPRAI IN ORIGINE VIGEVA UN SOLO
MONDO. MA QUESTA FORSE È UNA STORIA COMPLESSA
DA SPIEGARE AD UNA RAGAZZINA, TI VA DI FARTI UNA
PASSEGIATA ALL’ARIA APERTA? TI PROMETTO CHE TI
CHIARIRÀ TUTTO.
Disse sorridendo cordialmente ed indicando dolcemente il mondo
esterno.
AMANDA
D’ACCORDO!
Replicò con altrettanta gentilezza.
Prima di uscire dalla stanza ZENIA con un incantesimo vestì la fanciulla
con un abito identico al suo, ed un ciondolo al collo, che assomigliava a
quello del figlio. Un lungo abito di stile vittoriano, ornato da splendidi
merletti; degno di una leggiadra dama di corte, ora la tingeva come una
bellissima principessa che accompagna il sonno prezioso dei fanciulli la
notte. Mai era stata tanto bella ed eleganti in vita sua, l’azzurro ed il lillà
coloravano quell’abito di sublime fattura di un sapore di nuova linfa alla
stima e alla sensibilità della ragazza, tanto da sentirsi e poter urlare al
mondo almeno per una volta che anche lei poteva essere bella. Era una
bella principessa. Il ciondolo di oro massiccio era diverso da quello di
ZERO, il suo portava la scritta: “la luce risiede nelle tenebre come l’ombra
si cela dietro al sole”. Truccatasi leggermente e pettinata da ZENIA, che la
accudì come figlia sua, si diressero all’aperto.
Il gradino ornato di favolose peonie, viole e margherite tanto graziose e in
fiore facevano da sapiente cornice ad un meraviglioso viale di ciliegi fioriti
dei più svariati colori, che come pioggia danzante le giravano in torno
rallegrandole l’umore. Il sole quella mattina sembrava addirittura
ammiccare alla sua bella forma. Mentre colombe gioiose volteggiavano e
piroettavano nel cielo infinito.
AMANDA
CHE POSTO FANTASTICO, MOLTO DIVERSO DALLA
PRIMA VOLTA! COME MAI?
Disse estasiata dallo spettacolo offertole la ragazza.
ZENIA
NEL TUO MONDO È MATTINA!
Disse lei fissando il cielo e tenendo a braccetto la giovane.
AMANDA
CONTINUO A NON CAPIRE?
Con aria dubbiosa e con un volto ultra confuso stile cartone animato.
ZENIA
DA PICCOLA FACEVI GLI INCUBI?
Rispose serena, fissandola amorevolmente.
AMANDA
COME TUTTI I BAMBINI!
Restando sempre più perplessa.
ZENIA
NOI SIAMO GLI INCUBI. ESATTAMENTE COME AL
MONDO ESISTE IL BENE, DEVE ESSERVI PURE IL MALE,
MA NON VUOLE NECESSARIAMENTE DIRE CHE IL MALE
È “MALE” E IL BENE SIA “BENE”. SIAMO DUE FORZE
CREATE DA UN SOMMO INVENTORE PER RENDERE LA
VITA DELL’UOMO CORRETTA ED EQUILIBRATA.
Disse in maniera estremamente esplicativa da professoressa universitaria.
AMANDA
SONO NEL REGNO DEI SOGNI IN POCHE PAROLE?
Disse finalmente con un cenno di comprensione, come fosse stata
illuminata da quelle parole.
ZENIA
IL MONDO È STATO CREATO CON 4 GRANDI REGNI. IL
REGNO DELL’INCUBO, IL REGNO DEL CIELO, L’IMPERO
DEL SOLE E QUELLO DELLE OMBRE. CHIAMACI COME TI
PARE; IO PREFERISCO LUCE NELLE TENEBRE.
Disse lei serenamente.
AMANDA
COSA SIA ZERO CON ESATTEZZA NON LO
COMUNQUE ANCORA CAPITO!
Disse con una vena di tristezza.
ZENIA
PRIMA DOVRESTI SAPERE COSA SEI TU? SE TI DICESSI
CHE CHI NON HA POTERI E NON FA PARTE DI QUESTO
MONDO NON VI POTREBBE IN ALCUN MODO
ACCEDERVI, CHE DIRESTI?
Disse lei improvvisamente fattasi molto rigida.
AMANDA
IO SONO UMANA, MIA MADRE È UMANA, QUINDI…
Disse lei come travolta da un forte trauma interiore.
ZENIA
RESTA CON NOI. NON TE NE PENTIRAI, A FINE
GIORNATA FAMMI SAPERE CHE DECIDI, SAREMMO LIETI
DI AVERTI CON NOI, E ZERO SAREBBE ESTASIATO.
Disse lei cercando di convincerla.
AMANDA MA LA MIA FAMIGLIA…
Disse sconvolta.
ZENIA
PUOI ANDARE E VENIRE COME MEGLIO CREDI, MA
SAPPI CHE UNA SETTIMANA NEL TUO MONDO SONO 2
ANNI NEL NOSTRO, E ZERO PER TE SI È ALLENATO 5
ANNI, SENZA UN ATTIMO DI TREGUA, PER
APPRENDERE UNA PERICOLOSSISSIMA TECNICA
CHIAMATA “ECO DELL’OMBRA”, SOLO PER 5 MINUTI DA
DEMONE COMPLETO.
(Disse lei con tono colpevolizzante).
AMANDA
IO NON GLI HO CHIESTO NULLA! (atteggiamento
ultra difensivo).
ZENIA
TU CARA MIA INGNORI L’IMMENSO POTERE DI CUI
DISPONI. RIPETO SE VUOI PUOI FARE TUTTO QUELLO
CHE DESIDERI, SAPPI CHE I 4 REGNI NON TI TERRANNO
FACILMENTE IN VITA, ENTRARE IN UNO PROCOCA LA
CONDANNA A MORTE NEGLI ALTRI, NON HAI MOLTA
SCELTA. (tono sadico e compiaciuto).
AMANDA
MA IO…
(Dubitante vide la regina andar via. Mentre lei restò sola
tra i suoi pensieri).
Si sedette su una panchina.
Immersa tra le parole e la storia della madre di ZERO, restò pensierosa sul
da farsi. Ridiscutendo tutta la sua vita.
ZERO
ERO CERTO DI TROVARTI QUI! (Disse
amichevolmente).
AMANDA
TU QUI! (Sorpresa di vederlo al suo fianco).
ZERO
POSSO SEDERMI AFFIANCO A TE?
Disse insolitamente in maniera gentile ZERO.
AMANDA
SI! (Ancora incerta su che razza di
individuo si trovasse davanti).
ZERO
SE NON RICORDO MALE QUESTO ASSOMIGLIA AL
GIORNIO DEL NOSTRO PRIMO INCONTRO. GIUSTO?
(Disse ZERO sorridendole).
AMANDA
ZERO
TU ERI ADDORMENTATO, IO MI FERMAI A
PARLARE CON TE E… (Disse lei arrossendo e
abbassando lo sguardo in segno di vergogna).
NON DORMIVO AL VERO, ERA UN TEST PER VEDERE SE
QUALCUNO FOSSE IN GRADO DI TOCCARE IL MIO
LIBRO.
Disse con aria nostalgica (inspiegabilmente).
AMANDA
MA IO NON L’HO SOLO TOCCATO, LO APERTO, SI
ILLUMINÒ E…
USCÌ UNA SORTA DI ROBBO STRANO NERO E
VIOLA!
Disse lei incredula del fatto che accadde.
ZERO
QUESTO È IL FATTO STRANO. TU NON DOVRESTI
NEMMENO SAPER LEGGERE LA NOSTRA LINGUA, COME
UMANA, ANCHE SOLO TOCCARE IL MIO LIBRO SAREBBE
STATA UN IMPRESA DISUMANA. MA TU…TU HAI FATTO
MOLTO, MOLTO DI PIÙ DI QUANTO MI ASPETTASSI.
Detto quello si alzò e se ne andò.
Le sue parole del giovane gli diedero vigore.
E decise di restare almeno per 3 settimane, poi sarebbe tornata a casa.
Parte 11°
Quella giornata passò, come l’aria fredda dell’inverno al sopraggiungere
al primo caldo raggio primaverile. Proprio come il freddo, la dissidenza, il
distacco, la cupa frontiera aperta dal gelido inverno; pian, piano lascia
posto al tepore rassodante che disgela, il nostro cuore, muscolo sensibile
quanto insensibile, e restituisce a nuovo ciò che era vecchio, grazie
all’amore infuso nell’aria al primo vento di primavera.
Comunicata la sua scelta alla regina ZENIA, e a ZERO, le venne comunicato
che avrebbe preso parte al primo semestre dell’anno successivo, alle
lezioni della scuola del regno. L’ISTITUTO PER LE ARTI MAGICHE ED
ILLUSORIE DELLA REGIONE OSCURA, nome troppo lungo e tenebroso, per
una scuola superiore, che era conosciuta solo come GRIVINGARD, nome
preso dalla città ove situata e dalla tecnica del controllo delle arti oscure,
detta GRAVIREID, di cui esperto era appunto ZERO.
In questo lasso di tempo lei poteva andare e venire a piacimento.
Tuttavia si doveva dedicare almeno ad imparare le basi, per stare a passo
con gli studenti del suo corso.
ZERO si offrì di dargli lezioni elementari del controllo dei 7 elementi.
Il dì sopraggiunse e nella stanza di AMANDA arrivò di primo mattino
ZERO.
ZERO
SVEGLIA PIGRONA. (premura, un pochino
fittizia).
(Disse lui cominciando a saltare sul suo letto come un
bambino di 5 anni).
AMANDA
MA DOBBIAMO PROPRIO INIZIARE A QUEST’ORA
LE LEZIONI? (come se fosse andata a dormire 10
minuti prima).
Disse lei davvero fuori dal mondo, intontita dalla brutalità cui era stata
svegliata. Dopo quella frase ZERO si avvicina e le punta il libro contro.
ZERO
HO CERCATO DI ESSERE BUONO, O TI ALZI, O TI
ALZO IO. (con vocetta ad demonio, tono
lugubre).
(Disse con sorrisetto maligno, e voce cupa).
AMANDA
5 MINUTI E SONO PRONTA. (sbuffando ed
arricciando il naso).
(Pensando le convenisse assecondarlo temendo potesse alzarla
di forza e trascinarla con qualche incantesimo non si sa
dove).
I due ragazzi si incamminarono poco dopo.
Siccome AMANDA, non aveva da che vestirsi, ne altre cose indispensabili
per vivere a lungo in un posto, si offrì di provvedere a tutto ZENIA,
procurale tutti i beni richiesti dalla giovane. Le portò tutti i suoi vecchi
vestiti della sua giovinezza. Graziosi ed eleganti, proprio come la sua
vecchia proprietaria che stranamente calzavano a regola d’arte alla nostra
amata AMANDA. Estasiata per tutte quelle belle cose che mai nessuno
avrebbe potuto procurargli nel mondo reale.
Quella mattina scelse un frontino azzurro, per tenersi buoni i capelli di
prima mattina, dato che non ebbe occasione di pettinarsi. Un vestitino
corto e comodo da contadinella dei primi 700, un abitino sul marrone e
amaranto, restaurato e curato dalla regina, che si era preoccupata perfino
di rimetterglieli a posto, rendendoli più carini di quanto potessero
apparire nell’era passata.
Camminando, camminando, si accorse che mentre ZERO fluttuava a
mezz’aria, esercitandosi nel controllo della gravità, lei aveva fatto
benissimo a tenersi le sue comodissime Convers. Comode quanto
eleganti, una bella combinazione per consolarla dei kilometri fatti a piedi.
Si arrivò ad uno sconfinato prato.
Una distesa di fiori immensa faceva da cornice a monti eleganti che
sovrastano la vallata imperiosa. Un laghetto timido si poneva a l suo
centro solo per dire che la tranquillità e la serenità delle sue amabili
fronde, della leggiadra flora che lo ornava, avrebbero cullato anche lo
spirito dei due giovani.
AMANDA
ZERO
CHE MERAVIGLA! (In estasi profonda,
contemplazione spirituale)
MERAVIGLIA??? QUESTO è IL CONFINE TRA SOGNO ED
INCUBO! COMUNQUE SI SEMBRA UN BEL POSTO.
(Confuso dalle parole della ragazza).
Detto questo la fece accomodare per terra al centro di quella distesa
floreale. Con le gambe incrociate e mano nella mano e ragazzi parlarono a
lungo.
ZERO
COMINCIAMO LA NOSTRA PRIMA LEZIONE. OGGI TI
INTRODUCO I 7 ELEMENTI. VALE A DIRE: FUOCO,
ACQUA VENENTO E TERRA; CHE COMPONGONO LA
NATURA, PENSO CHE LI CONOSCI BENE. AD ESSI SI
AGGIUNGONO ALTRI 3, TENEBRA, LUCE E
MANIPOLAZZIONE O ELEMENTO CELESTE, CHIAMATO
COSÌ PER IL COLORE DELLA LUCE CHE I SUOI
POSSESSORI EMANANO.
(Dice lui con tono da professore, ma ugualmente gentile e
garbato).
AMANDA
IL FUOCO, IL VENTO LA TERRA E L’ACQUA LI
POSSO ANCHE CAPIRE; MA GLI ALTRI 3 MI
LASCIANO PERPLESSA.
(Disse sorridendo ma con volto comunque sia titubante).
ZERO
TI MOSTRO. OSSERVA ATTENTAMENTE…
(Disse lui mentre si concentrava e congiungeva le mani in
segno di preghiera).
ZERO
L’ELEMENTO FUOCO, O REARUK, NEL NOSTRO MONDO
CONSISTE IN UN AURA CHE VARIA DALL’ARANCIONE
AL GRANATA. VARIA A SECONDA DELLE
CARATTERISTICHE PERSONALI E DEL LIVELLO.
(Disse mentre il corpo venne avvolto da un aura rossa).
ZERO
TOCCA E VEDRAI, DAI PROVA!
(Disse mentre sorridendole la invita a sperimentare).
AMANDA
WOOOW! È CALDA E ODORA DI FRAGOLA!
(Disse compiaciuta e stupita).
ZERO
ATTENTA STO PER PASSARE A QUELLA DELL’ACQUA.
NEL NOSTRO MONDO CUAVARA. VARIA
DALL’AZZURRO AL BIANCO, SEMPRE ASECONDA DEL
LIVELLO E DELLE CARATTERISTICHE PERSONALI.
(Disse sempre con lo stesso tono di prima).
AMANDA
AH!!! È FREDDA, IN COMPENSO ODORA DI MENTA.
MA VEDO CHE SEMBRA CELESTE, MA NON
DOVREBBE? (stato di meraviglia suppremo).
ZERO
NO, VEDI ESSA SERVE PER ARRIVARE
ALL’APPRENDIMENTO DELLA CLASSE CELESTE, DI
CUI I MEZZO DEMONI COME ME, NASCONO COME
PERSONE PRESTABILITE AL SUO APPRENDIMENTO;
IN QUESTO CASO SONO SIA ACQUA CHE
ELEMENTO CELESTE.
(Disse interessato dalle capacità di apprendimento, della
fanciulla).
AMANDA
CHE DIFFERENZA HANNO ALLORA? (curiosità da
bambina).
ZERO
CI ARRIVIAMO PER GRADI. ORA ATTENTA ARRIVA
L’AURA DEL VENTO O REINEGREIV, DI SOLITO SI
COLORA DI GIALLO PAGLIERINO EPPURE ROSA, MA
NON ESSENDO MOLTO COMUNE, NESSUNO SA CON
ESATTEZZA CHE COLORI POSSA ASSUMERE.
(Disse un tantino con fare dubitante).
AMANDA
SENTO UNA STRANA SWENZAZIONE SULLA MANO
MA IL SAPORE FORTE DI VANIGLIA CHE EMANA,
MI DISORIENTA. FRANCAMENTE IL COLORE NON
LO VEDO, SEMBRA GIALLO MA…NON SAPREI! È
MOLTO SBIADITO.
(Disse al ragazza, sforzando la vista e cercando di
concentrarsi sul tatto).
ZERO
AMANDA
ZERO
COLPA MIA, I DEMONI NON HANNO MOLTA AFFINITÀ
CON QUESTO ELEMENTO MI SCUSO. (mortificazione
elevata).
NON FA NULLA CREDO COMUNQUE DI AVER
CAPITO. (Disse per consolarlo).
AD OGNI MODO; L’ULTIMA, LA TERRA E TRISCEVYA. È
COLORATA DI SOLITO CON UN VERDE CHE VARIA IN
TUTTE LE SUE GRADAZIONI, MA SOLO I I MAESTRI
POSSO ARRIVARE AD UN COLORE DELL’AURA
MARRONE, MOLTO SCURO. ESSA NON VARIA A
DIFFERENZA DELLE ALTRE PER LIVELLO O
CARATTERISTICHE. MA SI OTTIENE PER
PREDISPOSIZIONE DI NASCITA. E IN NESSUN ALTRO
MODO.
(Disse mentre passava gradualmente dal celeste al verde
smeraldo).
AMANDA ODORA DI ROSE E LAMPONI, MI SENTO COME IN PACE,
E QUESTA LUCE LA SENTO DENTRO COME SE CURASSE
LE MIE FERITE. MI FA SENTIRE FELICE.
(Disse lei, chiudendo gli occhi ed immergendosi in un mondo
di piacevoli odori. Mentre parlava si sentiva sopraffare da
un immensa felicità e pace interiore, frutto di quella luce
tanto rassodante per la sua anima).
ZERO
BENE, STAI QUI E CONCENTRATI SUGLI ODORI E LE
SENSAZIONI CHE HAI PROVATO MENTRE TI FACEVO
VEDERE LE AURE, IO TORNO TRA UNA 20 DI MINUTI.
Detto quello svanì nel nulla, con la sua consueta teatralità.
AMANDA senza dire nulla si allungò sul prato e si addormentò.
Mentre sognava ecco che senti un flebile venticello caldo sul volto,
mentre una timida brezza fresca ai piedi. L’odore di vaniglia che
impregnava tutta l’area che la circondava, che impregnava i fiori e
assaporava le acque del lago, mentre dal terreno una soffice sensazione
di benessere e morbidezza la avvolgeva e cullava dolcemente nel
tentativo di trasformare la sua anima, di fare evolvere la sua natura.
La bella ragazza si ritrovò inconsapevolmente a manovrare l natura
affianco a se.
A sollevare gocce di acqua qua e là, a colorarle con i mille colori del
mondo; mentre folate di vento sparse a ritmo con cui batteva il suo
tenero cuoricino, le facevano danzare per l’aere selvaggio. Scintille
illuminavano come piccole stelline l’area, mentre la natura cantava in suo
onore. Attorno al suo sonno, un concerto meraviglioso fatto di suoni,
odori, colori e meravigliosi ritmi scenici.
ZERO
SVEGLIA!!!
(Disse scuotendo, bruscamente, con fare barbaro la ragazza).
Quando ella si svegliò nel suo più immenso stupore si ritrovò avvolta da
una luce bianca, molto raggiante che la avvolgeva tutta.
Parte 12°
Fissandi incredula quel coso bizzarro regalatole da ZERO, non potè fare a
meno di chiedersi, due cose fondamentali. A) quale pervertito spia una
donna mentre dorme per poi svegliarla di soppiatto, facendole prendere
un accidente e le regala un libro. B) ma in quale mondo bizzarro vive una
persona che si aspetta pure che questo dovrebbe farti stare felice.
Ora d’accordo, è il mondo dei sogni, ma non è detto debba essere per
forza di cose strambo ed insensato.
Restò attonita fissando il libretto nelle sue mani, chiedendosi cosa aveva
fatto di male per meritarsi quello.
AMANDA
COSA DIAVO È QUESTA ROBA? (Disse
spaventata).
ZERO
LA TUA AURA! (Disse lui senza un tono
particolare).
AMANDA
CHE VUOL DIRE (Disse spaventata per
l’accaduto).
ZERO
APPARTIENI ALL’ELEMENTO ACQUA, ORA POSSIAMOI
INIZIARE LE VERE LEZIONI. (Disse, nel medesimo tono
precedente).
AMANDA MA NON SENTO FREDDO, NON SENTO ALCUN ODORE,
NON È COME MI HAI FATTO VEDERE TU! (Sconvolta).
ZERO
OVVIO, IO HO UN LIVELLO NETTAMENTE SUPERIORE
AL TUO. (spavaldo).
AMANDA MI SEMBRAVA SCONTATO FOSSI PIÙ FORTE, MA PER
QUALE RAGIONE… (Disse sempre spaventata la
ragazza).
ZERO
NON PERDIAMOCI IN INUTILI CHIACCHIERE, E PRENDI
QUESTO! (Disse lanciandole un quadernetto, tipo
quello per prendere le note, di qualche
polposissimo uomo d’affari, sempre in tiro e
pronto ad offrire l’affare della sua vita per
arricchire il suo conto in banca).
AMANDA afferrò il libretto, e poi fissando perplessa il ragazzo, lo fissò
come per dire…ORA CHE CI FACCIO?
ZERO
ORA VEDREMO CHE LIBRO TI AFFIDA IL DESTINO!
(Disse fissandola intrigato).
AMANDA IN CHE SENSO?
Volse lo sguardo attonito verso di lui, che però continuava invaghito a
fissare il suo libro. Era un normalissimo pezzo di carta relegato finalmente
con piacevole pelle nera, un comunissimo quadernetto per prender nota
che qualunque ragazza addetta al praticantato legale, riceveva in regale;
ovvio fosse molto costoso, e questo lo apprezzava, ma lei non era
speciale, e tutte quelle attenzioni e quella fiducia la facevano sentire
male, le davano un senso di inadeguatezza e di malessere interiore dal
quale non si riusciva a staccare.
Volse timidamente lo sguardo a ZERO, sperando la aiutasse, umilmente,
con degli occhioni immensi piegati in segno di supplica,
a quel punto inaspettatamente si avvicinò furtivamente alla ragazza e
affettuosamente, le pose un pugnetto sulla fronte come per
dirle…L’UNICO POTERE, È CREDERE DI AVERE POTERI!
ZERO
RICORDA CHE QUESTO È IL MONDO DEI SOGNI; DEVI
CREDERE PERV FARE, NON MI SEMBRA TANTO
IRRAZIONALE!
Disse con volto sorridente e fare gentile.
In quel momento il libretto in mano alla ragazza cominciò ad assorbire
tutta al luce che avvolgeva teneramente la fanciulla, venendo
velocemente risucchiata dal libro che prese dopo vita, e forma del tutto
nuova. Divenne un vecchio librone, tipo quelli dei maghi che si vedono nei
film di fantasia, ma un tantino più modesto, fatto a misura di fanciulletta
fragile e timida, che a stento teneva in mano quel masso di cultura,
gravoso sulle piccole manine da bambina.
Un libro nero con le scritte d’orate, ed un segno d’oro che emanava una
bianca, nebula luce, intensa quanto fioca nella sua vasta estenzione.
La scritta, che vide in quello di ZERO, non era presente.
Era uguale e tanto diverso.
Era lucente ma meno del suo.
Era composto del significato più recondito dell’umanità.
Era l’essenza dell’universo e pure tanto miserrimo da portare appresso.
Era tutto quello che per anni sapeva le fosse servito, ma che temeva di
sapere di ottenere. Il potere più grande che si potesse possedere e il
pericolo più grande che dovesse temere, un mondo nelle mani sue, tutto
da scoprire, insito nei meandri di un cuore tutto da vedere.
Ma alcuna cosa avrebbe potuto eguagliarlo, ma altro al mondo sarebbe
stato al livello, della sicurezza, della forza, della fede, del sapere, del
benessere che in un miserrimo istante avvolse il suo corpo, restituendole
vita nuova, una vita che avrebbe dominato a suo piacere, poiché ora
sorridendo sapeva di aver ereditato un potere immenso, un potere che
può cambiare, quanto dominare, la fragilità insita nell’uomo e governare
lo spettro di tutto quello che aveva mai temuto.
Non era solo potere.
Non era solo benessere.
Sorridendo estasiata e compiaciuta, prima di affondare nell’oblio
dell’estasi suprema regalatale ad ZERO e dal SUO libro, ora si sentiva
libera, finalmente, libera.
Si avvicinò a ZERO, e lo baciò, come mai aveva fatto ne pensato in tutta la
sua miserabile esistenza ad un uomo. L’uomo che le aveva regalato una
libertà ed un potere che la facevano sentire completa.
FINE PRIMO VOLUME
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zero si! - domenico tedeschini