il serpente e l’aquila 4
notiziario ATENEO S.i.R. - Studenti in Ricerca
anno 2/numero 2 (2006) - periodico semestrale stampato in proprio per i soci
…per favorire lo sviluppo emozionale, mentale e spirituale dell’Uomo…
Ouroboros: miniatura araba del XVI secolo.
Il mitico serpente che si morde la coda simboleggia la ciclicità del tempo, l’eterno perpetuarsi del cosmo tra creazione e distruzione,
morte e rinascita. Le aquile rappresentano l’elevazione…il nostro sé. Il sole rappresenta la fonte di luce eterna della vita.
ATENEO S.i.R. - Studenti in Ricerca
c/o CENTRO IKOS Corso Padova, 12 - 36100 VICENZA
il serpente e l’aquila 4
STATUTO (estratto)
notiziario dell’ associazione
ATENEO S.i.R.- Studenti in Ricerca
a cura di: Alberto Miazzon
A questo numero hanno collaborato:
- Giancarlo Baggio
- Patrizio Ferreri
- Franco Piva
Recapito per inviare manoscritti:
ATENEO S.i.R - Studenti in Ricerca
c/o CENTRO IKOS
Corso Padova, 12 - 36100 VICENZA
[email protected]
www.sir-italia.it
[ C.F. e partita IVA 03234070245 ]
c/c postale N. 63828636 intestato a:
Associazione
ATENEO S.i.R -Studenti in Ricerca
Corso Padova, 12 - 36100 VICENZA
Ringraziamenti a:
GIANCARLO BAGGIO
CLAUDIA BERTONI
EMANUELA COSTANTINI
CLAUDIA FERRERI
PATRIZIO FERRERI
ATTILIO GALIOTTO
FRANCO PIVA
GIORGIA SACCONI
S O M M A R I O
Statuto (estratto)...………….........................2
I progetti nei quali crediamo
Alberto Miazzon......3
I trent’anni di CIDMEPA
Patrizio Ferreri……4
Comunicazione SIR per il 2007-2008..........5
Magica Mente ...............................................9
Life Project..................................................11
Relazione del corso Life Project
Giovanna Cortiana......12
Magic Relations..........................................14
A proposito di Magic Relations
Gian Luigi Boschiero......15
TDE.................................................................16
Magicamente...a distanza..........................17
Le basi del comportamento
Claudia Bertoni......18
Un lavoro di vita emozionale
Emanuela Costantini......26
La conoscenza della realtà sociale
Claudia Ferreri......28
Energia che guarisce
Attilio Galiotto......33
Alla ricerca dell’entusiasmo perduto......34
Il gusto del viaggio
Giorgia Sacconi......35
Art. 1. - Premessa
E’ costituita una libera associazione apolitica, apartitica, aconfessionale,
senza fini di lucro denominata “ATENEO S.i.R. – Studenti in Ricerca”.
L’associazione è costituita a norma degli articoli 32 e seguenti del Codice
Civile nonché della Legge sul Volontariato n. 265 del 1991.
Art. 2. - Oggetto
L’Associazione ha per oggetto le seguenti attività:
a) favorire e incrementare le ricerche e lo studio di metodi e di
strategie innovative per la sviluppo emozionale, mentale e
spirituale dell’Uomo;
b) fornire agli Associati mezzi idonei (metodi, tecniche, corsi,
conferenze, ecc.) per il conseguimento per una più profonda
conoscenza dell’Uomo;
c) promuovere e svolgere opera di informazione e formazione
relativamente alle tecniche e ai metodi di sviluppo personale,
divulgare pubblicazioni e materiale didattico per i propri Associati,
favorire la distribuzione di giornali, articoli, documenti, libri, ecc.,
perché concorrano alla realizzazione di una società migliore;
d) contribuire alla diffusione e alla divulgazione dei risultati sia all’interno
che al di fuori dell’ambiente strettamente scientifico tramite qualsiasi
canale di comunicazione possibile;
e) promuovere la costituzione di gruppi di ricerca che studino e
approfondiscano le metodologie apprese, in modo da consentire il
raggiungimento degli obiettivi;
f) far sì che ogni persona riconosca ed esprima le sue potenzialità
umane e i suoi talenti individuali per poterli esprimere all’interno della
sua famiglia, al lavoro e in ogni ambito sociale, affinché queste
manifestazioni concorrano all’autorealizzazione, basata sulla stima
di se stessi e di ogni altro Uomo;
g) istituire borse di studio per studenti meritevoli.
2
I Progetti nei quali Crediamo
Capita alle volte che, nella vita, siamo portati a riflettere sul perché ci impegnamo in attività alle volte anche molto
onerose, non sempre gradevoli, che richiedono sacrifici ed impegno.
In uno dei primi Incontri SIR e ATENEO Patrizio Ferreri ci ha parlato – ve lo ricordate? – anche della legge
dell’ottava, per farci comprendere come mai accade che, intrapreso un certo percorso, siamo portati a deviare
da esso, andando addirittura per una strada molto diversa e divergente rispetto alla prima che abbiamo imboccato.
A me tuttavia prima di questa analisi, molto interessante, viene spontanea un’altra domanda: ma credo veramente
nel progetto che sto portando avanti, oppure no?
Se non ho le idee chiare e non sono in grado di darmi una risposta convincente alla domanda, tutto ciò che
debbo fare per il mio progetto mi riesce sgradevole e difficile, ho mille scuse per non applicarmi ed ogni motivo
è buono per trovare difficoltà.
Visto che parliamo di progetti ricordo che, alcuni anni or sono, a cena con amici uno mi chiese quale fosse il
progetto più importante nel quale mi era impegnato o che stavo realizzando. Sembrava una domanda semplice,
soprattutto nel campo del lavoro: qualche parametro di giudizio si trova sempre per fare una graduatoria. Allora
risposi che per me non vi erano progetti di serie A o B o C…: quelli nei quali mi ero impegnato valevano tutti e
meritavano tutti, ugualmente, impegno per essere “fatti bene”.
Non avevo tuttavia compreso che erano comunque progetti nei quali credevo perchè parte del mio lavoro:
facevano parte del mio “progetto lavoro”, per questo mi impegnavo.
E nel “progetto vita” – anche quella nostra ... va bene, visto che ci riguarda da vicino – ci sono progetti nei quali
crediamo?
Se si, questi valgono tutto il nostro impegno: non abbiamo il desiderio di trovare scuse od alibi, non siamo
stanchi, il ruolo non ci pesa né è troppo sgradevole, non perdiamo tempo in troppe valutazioni di merito, agiamo
e basta.
Nel progetto di sviluppo personale che SIR ed ATENEO stanno portando avanti io credo e dall’impegno di
molti di voi, soci e non, sono sicuro di non essere il solo.
Come dicevo bando alle chiacchiere e badando ai fatti possiamo trovare, leggendo questa rivista, molte nuove
iniziative nel segno della continuità e del progresso del nostro Progetto.
ALBERTO MIAZZON
Presidente ATENEO SiR
3
I trent’anni di CIDMEPA
In occasione delle giornate dell’Ateneo del 8-9-10 dicembre 2006 si
sono festeggiati i 30 anni di CIDMEPA
Sono in pochi a conoscere le origini di CIDMEPA; semplificando
possiamo dire che le sue radici affondano in un bisogno, quello di stare
bene.
Stare bene può implicare tante cose, oppure poche, ma è semplicemente
“stare bene”.
Quali sono oggi le differenze rispetto a trent’anni fa? Fondamentalmente
per quello che ci riguarda sono due; una è che trent’anni fa le “cose” da
sistemare erano poche e semplici, oggi sono molte e complesse; l’altra è
che allora quando si chiedeva ad un allievo di praticare una tecnica o di seguire un metodo, semplicemente lo
faceva.
Era tutto nuovo e sapeva di miracoloso. Oggi invece sono tutti “maestri”: queste sono “cose che si sanno” e
quindi ognuno si sente autorizzato a discuterle, anziché farle.
Risultato: i problemi oggi sono maggiori e le capacità di fronteggiarli e di risolverli sono minori.
Per questo motivo, con rinnovato spirito oggi affermo che della SIR c’è bisogno; non è il bisogno di stupire, ma
quello di far sì che le persone prendano consapevolezza di come vivono, di dove vivono e di che cosa li motiva.
Basta guardare un telegiornale al giorno per un mese intero per rendersi conto di quante e quali siano le aberrazioni
mentali che sempre più, pare, affollano il nostro pianeta.
E noi cosa possiamo fare? Cosa vogliamo fare?
Possiamo fare tantissimo!
Fare significa fatti, comportamenti, azioni, non semplici propositi.
Quanti buoni alibi abbiamo per non darci e non dare aiuto a chi ne ha bisogno?
Oggi è difficile portare le persone al corso, perché?
Forse perché non si vuole credere che senza questo aiuto, forse, quella persona magari vivrà anni in una spirale
perversa che la porterà a stare sempre peggio, oppure a non migliorare; forse è difficile dirlo, forse non è
compito nostro, forse… forse…. forse ci sarà la scusa dei soldi ( beninteso che per alcuni i soldi sono un vero
ostacolo ); i soldi ci sono per tante cose importanti: telefonino nuovo, tv al plasma, ed è meglio non proseguire
con l’elenco.
Poi? Poi anno dopo anno si incontrano le stesse persone e si scopre che hanno gli stessi problemi, tutto uguale
tranne forse che per una “cera” un po’ diversa, l’occhio un po’ più spento e del coraggio di sognare nemmeno
più l’ombra.
Beh, noi possiamo fare qualcosa:
1°. una buona tecnica di rilassamento fisico;
2°. la capacità di non essere tesi come una corda di violino, emozionalmente parlando;
3°. sapere che abbiamo una mente e che dovremmo esserne i padroni;
4°. volersi e volere un po’ di bene anche a quello stronzo che si incontra ogni giorno…. e visto che ci siamo, se
ne avanza un po’, diamone anche a questo pianeta che ci supporta e ci sopporta.
E dopo, solo dopo, vorrei sentire parlare di ricerca spirituale, di essenza, di tutto quello che non possiamo
vedere né giudicare…. Possiamo invece vedere e giudicare il nostro comportamento quotidiano, se solo fossimo
un poco più onesti con noi stessi e orientati ad ottenere un risultato, come il tanto decantato “sviluppo personale”.
C’è bisogno allora di un corso semplice! Per tutti! ( Un corso di uno o due giorni al massimo).
C’è bisogno che in ogni città sia fatto una volta al mese!
C’è bisogno che costi meno? Facciamolo!
Ma diamoci una mossa, scuotiamoci da questo torpore, oppure ….
PATRIZIO FERRERI
Presidente SIR
4
Comunicazione SIR per il 2007-2008
Il nuovo anno, il 2007, porta novità significative.
MAGICA MENTE
1) Nel 2007 Vicenza sarà l’unica città dove, con regolarità, verrà effettuata l’iniziativa “Magica Mente”. “Magica
Mente” Rossa e Blu è stato accreditato ECM (Educazione Continua in Medicina) dal Ministero della Salute –
Regione Veneto per complessivi 54 crediti.
L’intero percorso prevede due weekend (Magica Mente Rossa, Magica Mente Blu) e una giornata di
approfondimento, per un costo complessivo di 840 •.
E’ prevista anche la possibilità di frequentare un solo corso di Magica Mente (indifferentemente Rossa o Blu,
vista la complementarietà) per il costo di 600 •. Il secondo corso potrà essere frequentato al costo di 240 •,
mentre la giornata di approfondimento (Magica Mente… a distanza), per chi ha frequentato i due corsi sarà
gratuita solo per i nuovi allievi del 2007. (vedi pag. 17)
N.B.:
Nel 2007, chi partecipa al primo corso di Magica Mente a Vicenza e risiede fuori della Regione
Veneto ha una agevolazione di 120 • sul costo (480 • invece di 600 •).
Abbiamo editato un nuovo CD con 4 brani (2 esercizi e 2 tracce con suoni e musica) che accompagnano più
sapientemente gli allievi dopo il primo corso (Magica Mente rossa o blu).
Gli esercizi del corso sono più snelli per essere assimilati meglio.
Dopo il corso l’allievo, se vuole, potrà partecipare ad una riunione tecnica, tenuta dagli Istruttori, dove verificare
come si sta avvicinando alla soluzione dei primi problemi o mete, e potrà, tramite e-mail, essere seguito
dall’Istruttore per un tempo prefissato (3-4 mesi) per avere, se serve, indicazioni precise su come orientare gli
esercizi pratici per un migliore atteggiamento e comportamento verso la realizzazione dell’obiettivo.
Potranno essere tenute delle riunioni solo se concordate con il Responsabili Didattico della SIR e dovranno
essere condotte da Istruttori di Magica Mente o da Assistenti-Istruttori autorizzati.
Chi ha frequentato il vecchio corso di Magica Mente (l’attuale Magica Mente Rossa) e volesse
partecipare a Magica Mente Blu può farlo; per il 2007 è sufficiente essere socio dell’Ateneo SIR,
senza altri costi aggiuntivi.
2) A fine 2007 verrà organizzato un nuovo corso di 1 giorno.
Sarà condotto da Istruttori (persone che già da anni si stanno addestrando con i corsi SIR) formati dalla Scuola,
per insegnare metodi per una migliore relazione e per l’autoaiuto.
SCUOLA
4) A Settembre inizierà la Scuola.
Ci stiamo organizzando per gli incontri e i colloqui per l’accesso alle lezioni (che inizieranno a settembre 2007,
con un numero massimo 70 allievi).
Attualmente abbiamo circa 50 prenotazioni per la presentazione della scuola.
Date la vostra disponibilità, via fax, via e-mail, telefonicamente o tramite un Responsabile Zona … vi informeremo,
entro Aprile, circa le modalità degli incontri e/o colloqui. (vedi elenco a pag. 7)
Per quanto riguarda la Scuola, qualche anticipazione:
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La Scuola, nasce dall’esperienza fatta con le migliaia di persone che si sono affidate a noi (CIDMEPA o SIR in
30 anni).
L’esperienza con C.I.D.M.E.P.A. ci fa ricordare le oltre 100 tesi di specializzazione… con la S.I.R. abbiamo
avuto più fluidità, maggiore apertura mentale, una visione più completa di chi siamo e delle nostre potenzialità.
Ora, non sappiamo se questo dipenda dalla nostra crescita personale, dall’esperienza o da altro.
Crediamo, comunque, che possiamo, adesso, fare di più.
E crediamo sia necessario dare un programma di continuità che abbia maggiore significato.
La Scuola può essere vista … :
1) Una risposta alla richiesta di “conoscenza dell’Uomo”, di maggiore consapevolezza della nostra realtà di
“animali superiori” capaci di evolversi, di cambiare, di migliorare la propria vita e quella degli altri, ad un livello
più “spirituale”…
2) Una risposta alle difficoltà del vivere sociale e relazionale. L’Uomo può essere in grado di dare maggior
significato a quello che fa, e poi essere sempre disposto a mettere in dubbio le sue certezze, pronto ad accogliere
il nuovo della vita che può comprendere. Si va sempre più delineando l’esigenza di vivere meglio, maggiormente
in sintonia con “se stessi”, “persone nuove” che si sappiano ascoltare e vogliano migliorare la qualità di vita.
3) Una strada che può trasformare la vita di chi la intraprende…affinché tutte queste persone, perchè no?,
possono diventare “riferimenti attendibili”, che facciano restare viva la speranza in un mondo migliore.
La Scuola è strutturata per dare:
- un insegnamento a coloro che vogliono migliorare le loro conoscenze su queste realtà
- una specializzazione a coloro che già svolgono un’attività professionale e voglia
perfezionare le proprie capacità
- una formazione a chi vuole imparare una nuova professione
- un addestramento a coloro che vogliono lavorare con noi della SIR.
Programma indicativo della Scuola
Ogni allievo che decida di iscriversi per avere un percorso di studi, fa domanda per un incontro preliminare (vedi
modulo). Se viene accolta la sua richiesta di adesione, è un impegno che si rinnova o si interrompe, alla fine di
ogni anno. Il programma di studi prevede:
1) Lezioni
Un incontro ogni tre mesi circa, per un totale di quattro incontri annui
(2 incontri di 2 giornate + 2 incontri di 3 giornate per un totale di 10 giornate all’anno)
Queste sono le lezioni previste per il primo anno accademico:
- 22-23 settembre 2007 due giornate (corso e/o lezioni teorico-pratiche della Scuola)
7-8-9 dicembre 2007 tre giornate (la prima giornata è esclusivamente per la Scuola, le altre due sono le
Giornate-Incontri dell’Ateneo)
-
23-24 febbraio 2008 due giornate (corso e/o lezioni teorico-pratiche della Scuola)
23-24-25 maggio 2008 tre giornate (la prima giornata è esclusivamente per la Scuola, le altre due sono le
Giornate-Incontri dell’Ateneo)
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Qualche argomento delle lezioni:
-Corso di Autostima
-Principi (ed esercizi) di Felicità
-Psicologia della scrittura per la conoscenza di sè
-Corso di Analisi Transazionale
-Intelligenza Emotiva, Intelligenza Sociale
-Costruire la propria Resilienza
-Corso di EnneaEmotionalTraining
-Verso l’espressione della propria spiritualità
2) Ricerche individuali o in gruppo:
saranno indicati libri da studiare e saranno consegnate dispense o tesi, gia redatte, ogni anno.
3) Tutoraggio verso altre persone (per gli studenti del 3° anno)
4) Corsi (Magica Mente, Life Project, Life Vision, TDE, Magic Relations)
E’ suggerita la frequenza ad un nuovo corso ogni anno tra quelli indicati (sconto del 30% per gli
studenti della Scuola)
Il costo della Scuola sarà contenuto in: 50• a giornata (500•/anno) + 100•/anno quota associazione Ateneo.
Vanno aggiunte le spese di segreteria (40 •/anno) per il Kit in dotazione (cartelline, dispense, libretto, ecc...).
Le lezioni saranno tenute a Vicenza.
Convenzioni speciali, ottenute per chi alloggia all’Hotel AC: (2007) 60 • per la camera singola, 70 • per la
camera doppia, 80 • per la camera tripla. Il pranzo è servito a 15 • a persona.
Quindi, complessivamente, i costi per persona, vitto (solo pranzo) e alloggio, in camera doppia, per le
10 giornate annue, sono pari a 360 • complessivi.
-Lo studente avrà un libretto che indica, anno dopo anno, i corsi, le giornate, ecc.
-Alla fine del 1°, 2°, e 3° anno viene svolto un incontro per l’orientamento futuro e l’iscrizione all’anno successivo.
-Ogni anno verranno indicate le persone con requisiti culturali e di merito per iniziare la formazione in aula-corso.
-Alla fine del 4°anno è possibile programmare la specializzazione per la tesi del 5°anno per l’eventuale
pubblicazione.
Se sei interessato alla Scuola e vuoi partecipare agli incontri già programmati con i Docenti della Scuola e avere, se necessario, un breve
colloquio per maggiori informazioni e orientamenti personali, contatta i referenti indicati.
RIUNIONI PROGRAMMATE E REFERENTI DA CONTATTARE:
Udine: domenica 15 aprile (ore 10.30 – 12.30)
Sandra: 0432-675767; 340-2798441
Roma: domenica 22 aprile (ore 10.00 – 12.30 / 14.30 – 17.00)
Giovanna: 339-7292763; Laura: 328-3846616; Valeria: 339-7269221
Savona: domenica 29 aprile (ore 10.00 – 12.30)
Giuseppina: 347-5205778; Adriana: 335-6934962
Civitanova Marche: sabato 5 maggio (ore 21.00 – 23.00)
Alberto: 0734-999755
Vicenza: domenica 20 maggio (ore 10.00 – 12.00)
Anna: 333-5987088; Susanna: 329-4154249; Maurizio:347-9652060
N.B.: Per gli allievi che avessero già frequentato corsi con la S.I.R. negli ultimi anni, è possibile
accedere al 2° o 3° anno previo colloquio di orientamento.
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Libro omaggio per i partecipanti all’Incontro ATENEO SiR del 2-3/6/2007
Giancarlo Baggio
Patrizio Ferreri
LEZIONI
DALLA VITA
elementi di
MOTIVAZIONE
Un racconto per conoscerci meglio
Parte prima
Preparazione Mentale
Manuale didattico propedeutico
I QUADERNI DELLA SIR
I QUADERNI DELLA SIR
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MAGICA MENTE
Magica Mente Rossa
Magica Mente Blu
Il corso si sviluppa in due “fasi” (due fine settimana a distanza di 4-6 mesi) diverse tra loro ma complementari.
Si può iniziare il “percorso” indifferentemente da una fase (energia colorata rossa) o dall’altra (energia colorata blu).
Orario:
Venerdì 15.00-20.00
Sabato 9.00-13.00 15.00-19,30
Domenica 9.00-13.00 15.00-18.30
IL PROGRAMMA DELLE DUE “FASI”
1) Riempirsi di energia 2) Ritrovare la forza 3) Usare pensieri luminosi 4) Lasciar andare le paure
5) Comunicare con amore 6) Ascoltare il proprio sé 7) Riconciliarsi col mondo
Stile didattico e Apprendimento
“Magica Mente” viene insegnato con uno “stile didattico” alla portata di tutti: alcune spiegazioni
scientifiche, numerose esercitazioni per un migliore allenamento, filmati per approfondire
l’applicazione del metodo nella quotidianità, test di auto-conoscenza per un orientamento personale
pratico e continui feedback audiovisivi.
Il Corso si svolge in un ambiente rilassante dove i Docenti, attraverso varie sessioni (spiegazione e
sperimentazione pratica) permettono all’allievo continue verifiche di apprendimento.
Tra la 1^ e 2^ fase, oltre al libro “Sette lezioni per una vita a colori”, viene consegnato un CD per
un migliore apprendimento delle tecniche di base e il conseguente raggiungimento degli obiettivi
prefissati.
Durante il Corso non viene mai chiesto di parlare di sé, dei propri eventuali disagi esistenziali, a
meno che ci sia una specifica richiesta, da parte dell’allievo, di un colloquio privato con un
Docente.
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Il metodo insegna ad ottenere uno stato di “meditazione consapevole”, uno stato di veglia rilassata (ritmo
alpha), presupposto di base per l’utilizzo delle varie applicazioni e il miglioramento della qualità della vita.
“Magica Mente rossa” ha l’obiettivo di far acquisire consapevolezza all’Allievo delle sue energie psicofisiche
e all’apprendimento di esercizi pratici per vivere meglio.
In pratica “Magica Mente rossa” permette di:
Avere più energia, calmare il respiro, imparare a rilassarsi
Ovviare a disturbi psicosomatici
Migliorare la concentrazione
Gestire le emozioni negative (aggressività, ansia, ecc.)
Riconoscere i propri punti di forza
Imparare ad entrare in sintonia con gli altri
Comunicare con maggiore efficacia e positività
“Magica Mente blu” ha il compito di insegnare all’Allievo l’applicazione del “metodo”, con particolare
riferimento alla crescita dell’autostima.
In pratica “Magica Mente blu” permette di:
Indirizzare l’energia del pensiero per i propri obiettivi
Avere un utile “atteggiamento mentale” per la stima di sé
Migliorare l’immagine che ognuno ha di se stesso
Aiutare gli altri con l’“atteggiamento positivo”
Migliorare l’ascolto nella relazione interpersonale
Allenarsi alla gestione delle paure
Imparare dalle “lezioni” che la vita ci “costringe” a vivere
Conoscere se stessi e Migliorare la qualità della vita
La ricerca delle Neuroscienze ha profondamente cambiato la visione della relazione tra pensiero e azione, tra
corpo e mente, tra emozione ed azione e, quindi, le tecniche che propongono il modello corpo-emozionemente-spirito, per il miglioramento della salute e delle relazioni interpersonali, sono maggiormente efficaci e
funzionali.
“Magica Mente” è un metodo che integra le conoscenze acquisite in tanti anni di insegnamento (fin dal 1976)
e propone un programma di sviluppo personale basato su “realtà” dimostrate dalla ricerca
scientifica…
… le emozioni negative possono sviluppare forme di sofferenza e quelle positive contribuire al benessere psicofisico
… le parole che usiamo, leggiamo o udiamo influenzano i risultati delle nostre azioni
… la nostra visualizzazione o pensiero creativo ha tanto valore quanto un’esperienza vissuta
… è possibile abbassare i ritmi frenetici del nostro cervello, senza far uso di farmaci ma usando il nostro pensiero
… paure, fobie e ansie possono essere gestite con l’uso della nostra mente
… esistono metodi per migliorare l’intuizione ed entrare in sintonia con gli altri
… possiamo influire positivamente sul decorso di una malattia, sul superamento di una crisi famigliare, su una scelta
di vita.
Il corso è stato riconosciuto e accreditato nell’aggiornamento professionale di Medici, Psicologi, e
tutte le professioni dove la “relazione” con gli altri è fondamentale per la riuscita di un rapporto
positivo.
Per le 42 ore complessive di Formazione (1^ e 2^ fase) sono concessi 54 crediti ECM
Prossimo Corso: Vicenza 8-9-10 giugno 2007
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Life Project
il volo del rinnovamento
RINNOVARSI
Ci sono momenti in cui…è come se sentissimo che è il momento di percorrere un’altra strada…
Può succedere, ad esempio, quando uno vive una crisi sentimentale, una malattia, un crollo finanziario, oppure ha difficoltà di liberarsi da
una “dipendenza” o avverte uno strano malcontento, una sensazione di noia …….… di sentire semplicemente la chiara consapevolezza
che è il momento di fare una scelta importante per vivere in modo diverso.
Ma in quel preciso momento spesso ci si accorge che è difficile “lasciare una spiaggia sicura per affrontare il mare aperto” e sentiamo il
bisogno di un incoraggiamento che ci rassicuri e che ci faccia intravedere altri scenari.
Solo in un momento di apertura e di comprensione potrà esserci insegnato come:
- Imparare dalle esperienze passate
- Individuare i nostri punti di forza
- Superare paure e condizionamenti
- Avere nuovi “aneliti di vita”
IL MITO DELL’AQUILA
L’aquila vive fino a 70 anni….
Si racconta che, per arrivare a questa età, verso i 40 anni, affronta con
fermezza e determinazione, pena la morte prematura, una prova di
coraggio (una sorta di iniziazione) che le permette di vivere altri 30
anni..
Questo processo di rinnovamento verrà spiegato dettagliatamente al
Corso e servirà come metafora per tutti quegli Allievi che sono chiamati
a rinnovarsi, strappandosi di dosso i ricordi dolorosi, le abitudini
dannose, condizionamenti inutili.
Vi accompagneremo in un’avventura che può essere un vero
rinnovamento…
Siate onesti con voi stessi…
Non verrete mai giudicati, né condannati…ma ascoltati e compresi…vi aiuteremo a “guardarvi dentro” perché possiate essere
coraggiosi come l’aquila e fare un progetto per la vostra Vita, duraturo e di realizzazione
CONTENUTI E FINALITA’
E’ un Corso di sei giorni dove il coinvolgimento emozionale, forte e intenso, permette all’allievo di individuare le virtù e le
carenze di un comportamento sociale a volte poco equilibrato e spesso improduttivo, se non addirittura dannoso per sé e per
gli altri.
Le “azioni” del corso saranno l’orientamento, la “rosa dei venti”:
- Valutazione delle proprie risorse e capacità (doni e qualità che possediamo) utilizzando lo strumento
dell’Enneagramma, antica Tipologia psicologica per la realizzazione delle proprie potenzialità)
- Individuazione dei comportamenti errati (paure e condizionamenti)
- Apprendimento dei “principi del successo” e identificazione dei propri valori fondamentali
Progettazione attraverso:
- Psicodramma - Analisi della scrittura - Esercitazioni individuali e di gruppo - Test - Modelli di visualizzazione .. .. Affermazioni positive per l’apprendimento dei nuovi comportamenti.
Esercizi di “Magica Mente”:
- La ferita interiore - La corazza - Per Dono- Il bambino che scrive la verità - Il recinto e la libertà - La lancia di luce
Le tre prove:
- Il silenzio attivo - Il digiuno dalle parole cattive, dai pensieri ostili, dalle immagini dannose - Il guerriero interiore
CORPO DOCENTE
Si alternano nell’insegnamento: Psicologi abilitati, Docenti Universitari, Ricercatori ed Esperti Motivazionali
Prossimo Corso: Pesaro 16 - 21 luglio 2007
“ Molte volte ho studiato la lapide
che mi hanno scolpito,
una barca con le vele ammainate,
in un porto…
in realtà non è questa
la mia destinazione,.
ma la mia vita…
perché l’amore mi si offrì.…
io mi ritrassi dal suo inganno…
il dolore bussò alla mia porta,
ed io ebbi paura…
l’ambizione mi chiamò,
ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un
significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può
condurre a follia,
ma una vita senza senso
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è la tortura dell’inquietudine
e del vano desiderio,
è una barca che anela al mare
eppure lo teme.”
Edgar Lee Masters
RELAZIONE DEL CORSO ”LIFE PROJECT”
Il L.P. è un corso della durata di una settimana tenuto da numerosi istruttori, ognuno con una funzione specifica
all’interno dell’organizzazione del corso.
Il corso è improntato diversamente rispetto a M.M.: in primis, le tematiche sono affrontate davanti al gruppo di
partecipanti; in secundis, la serietà di alcuni vissuti lì riportati è tale da sentire il bisogno da parte del narratore di
avere davanti un audience non troppo ampia (infatti il numero di posti è limitato alla ventina) e non eccessivamente
giovane (l’età minima è di ventun’anni). Queste due caratteristiche hanno la proprietà non solo, come anzi scritto,
di mettere a miglior agio il parlante, ma penso che garantiscano anche una maggior facilità di gestione per i leader
del gruppo.
Per poter gestire un corso di persone con diverse abitudini sono necessarie delle linee guida di comportamento, per
poter svolgere efficacemente il corso.
Le regole principali del corso sono proposte in forma di contratto da sottoscrivere e da conservare individualmente
e tali sono: non comunicare al di fuori dell’aula magna, per coadiuvare la concentrazione su se stessi e sui propri
bisogni; ciò significa anche limitare la comunicazione con l’esterno (famiglia, ufficio,…), tutto nei limiti del buon
senso; essere responsabili nei confronti degli altri, nella fattispecie verso il proprio compagno di stanza; di adeguare
i propri ritmi a quelli del corso, il che è possibile anche grazie al non uso di cellulari, orologi,…; quest’ultima
clausola permette anche di controllare le proprie abitudini, testando se interrompere le proprie consuetudini è
faticoso o se in realtà dipendiamo da esse.
Non essendoci qualcuno deputato al controllo del rispetto delle regole, ognuno poi agisce secondo le proprie
intenzioni; è comunque importante rispettare il desiderio di coloro che vogliono portare a termine il corso mantenendo
l’impegno siglato all’inizio.
Questi principi non hanno solo valenza normativa, ma alla fine del corso permettono a chi le ha seguite di percepirsi
come potenti, forti.
Ai partecipanti vengono somministrati dei test, tipologia “carta-matita”, prima dell’inizio del corso e questi sono
anche sottoposti all’analisi della scrittura, per delineare i caratteri del soggetto (aree di forza, di debolezza,…) che
non sempre in una settimana possono esprimersi in toto.
In itinere ci si avvale di un altro test per determinare a quale tipo di personalità dell’enneagramma si appartiene;
ciò è seguito da una discussione per determinare le ali e la variante istintuale del numero di appartenenza.
I tipi di personalità sono nove, ciascuno dei quali è identificato da un numero dall’uno al nove, inoltre: due, tre e
quattro costituiscono la triade del sentimento; cinque, sei e sette formano la triade del pensiero; infine, otto, nove
e uno portano alla triade dell’istinto.
Tali triadi sono concepite tenendo presente l’area “più sviluppata” nei soggetti che si ritrovano in esse; soggetti
appartenenti a diverse aree manifestano un attaccamento al tempo diverso che distingue le tre triadi: la triade del
pensiero è più incline al volgersi al futuro, lo sguardo della triade del sentimento è al passato mentre gli otto, i nove
e gli uno sono ancorati al presente.
Ogni persona può trovarsi ad un livello diverso “del suo numero”: tali step sono nove e anch’essi sono raggruppati
in terne che delimitano la condizione sana, quella media e quella non sana.
Inoltre, il numero risultante dal test non è “puro”, ma è influenzato dalla cosiddetta “ala”, ossia il numero precedente
allo stesso o il suo successivo, dal quale si attingono alcune caratteristiche: ciò influisce fortemente sulla personalità
del soggetto (per esempio, una persona tre ala quattro può dimostrarsi molto diversa da una persona che pur
essendo dello stesso numero dell’enneagramma ha ala due).
Nei periodi di stress o di maggiore relax si possono notare dei cambiamenti nelle persone e in quest’ottica tale
variazione è contemplata e viene spiegata come il tendere verso un altro numero, che è sempre lo stesso, nei
momenti di stress, dal quale si assimilano degli aspetti e il tendere verso un altro nel rilassamento, del quale si
acquisiscono alcuni aspetti.
Dopo aver individuato il numero, le ali, e dopo aver compreso il processo di appropriazione a determinati
comportamenti secondo l’ottica enneagrammatica, il soggetto, e solo lui può farlo, individua la sua variante istintuale,
che può essere autoconservativo, sociale o sessuale.
Ai fini terapeutici questo test è utile per comprendere chi si ha di fronte perché le nove tipologie di appartenenza
proposte dall’enneagramma e contrassegnate con dei numeri sono associate ad un messaggio perduto in età
infantile (per questo non sono variabili nell’arco della vita).
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Per “perdita del messaggio” si intende che ciò che viene comunicato dal mittente può essere mal recepito dal
ricevente o del tutto non recepito, o per rumori di canale o per dispersione o per l’utilizzo di un linguaggio non
chiaramente fruibile per il secondo comunicante.
Nella fattispecie, in questo contesto i messaggi persi sono del tipo “ tu sei amato per quello che sei”, “ tu sei
buono”,…ossia sono quelle comunicazioni di tipo verbale e non che poi influenzano l’autoimmagine del bambino e
che influiscono anche sull’atteggiamento dello stesso: tali aspetti, inoltre, si trascineranno in seguito anche nella
vita adulta, diventando potenziali limiti all’agire del soggetto.
L’aspetto intrigante di questi messaggi è che non basta, come ho sottolineato sopra, che ci sia un mittente del
messaggio che invii la comunicazione: è il ricevente che può non riceverla, forse perché si aspettava che il messaggio
fosse posto in altra forma.
La conoscenza del proprio numero è significativa anche per il soggetto che ha così uno strumento in più di
autoregolazione: quando ci si accorge di tendere più verso il numero verso cui il nostro numero tende nei momenti
di stress si può acquisire la consapevolezza prima che forse è il momento di un po’ di riposo.
Questi test servono agli istruttori per essere il più efficaci possibili nel momento del colloquio. Per meglio spiegare
come questo avviene e per comunicare lo stato d’animo dell’allievo nel momento del colloquio, mi soffermo nella
descrizione dell’aula magna: i tavoli sono organizzati a ferro di cavallo; quasi come nel foro, questo semicerchio è
posto dinnanzi ad uno schermo per le proiezioni di filmati e slide ausiliatrici; il tavolo dei docenti è situato in un
angolo della stanza vicino allo schermo, ma non ha più di tanto la funzione comune delle cattedre accademiche,
serve più che altro come punto d’appoggio per le cartelline degli allievi e del materiale necessario.
La parte più analitica (concentrazione su un singolo soggetto) veniva inframmezzata da alcune lezioni sulla
motivazione, trattanti sia la parte teorica (piramide di Maslow e la distinzione tra i bisogni fondamentali e di
affermazione) sia la parte più pratica (come educare la propria mente per il raggiungimento di un determinato
scopo).
Durante i giorni del L.P. viene fatto un esercizio molto bello che si basa sul rilassamento e che permette di mettersi
in contatto con il proprio bambino interiore, il quale “scrive una lettera a sé stesso adulto”.
Un altro aspetto molto affascinante del corso è l’uso dello psicodramma, ossia la messa in scena in modo simbolico
di prove per superare la propria paura, il blocco che non ci permette di vivere felicemente.
Ogni singolo partecipante al corso svolge uno specifico esercizio e (non c’e un’unica tipologia di queste messe in
scena) l’unica cosa che le rende tutte affini è il risultato, ossia tutte le persone che le fanno sembrano, ma
soprattutto si sentono, rinate, visceralmente cambiate, nuove e con uno slancio propulsivo verso il loro futuro.
La tecnica d’azione che mi è piaciuta di più tra quelle usate nel corso dagli istruttori è stata lo psicodramma; avevo
già potuto leggere qualcosa riguardo questo metodo, ma non credevo che potesse essere così bello arricchente e
soprattutto carico emotivamente: non mi riferisco soltanto alla mia esperienza, ma in generale ogni “messa in
scena” (che ha la funzione di essere un ‘passaggio all’azione’) riusciva a farmi sintonizzare sullo stato d’animo del
compagno di corso che la stava vivendo; devo ammettere che mi ha anche sorpreso quest’aspetto, perché non
credevo di potermi emozionare così.
Quando mi viene chiesto che cos’è il life project, mi risulta difficile definirlo e ritengo sbagliata la definizione che
avevo sentito prima di farlo che lo delineava come “un Magica Mente potenziato”. Almeno per come soggettivamente
avevo vissuto gli altri corsi, ritengo che il Life sia un’esperienza molto più forte che porta a risultati anche se non
sempre sono subito tangibili dall’interessato.
Per quanto mi riguarda, il Life è un corso che può esser svolto una volta sola perché, in un certo senso, dura dalla
fine della settimana del corso effettivo per tutta la vita: nel mio caso, tornata a casa mi sentivo piuttosto disorientata,
non capivo bene se quella settimana mi avesse fatto bene o male o che mi fosse scivolata addosso.
Solamente dopo un po’ di tempo, ho cominciato a leggere l’avventura del life come un’ipotesi di lavoro che è in
continua evoluzione e che mi ha dato l’opportunità di riflettere su di me, sui miei limiti e sui miei tentativi di
mascherarli.
Per me questo corso è stata proprio una rivoluzione che ha messo in moto ricordi ed esperienze piuttosto lontani
che inizialmente credevo non mi appartenessero e che poi ho riscoperto come fondanti il mio essere.
GIOVANNA CORTIANA
Laureanda in Psicologia
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MAGIC RELATIONS
E’ un corso di formazione dove l’uomo viene stimolato all’espressione di sé nella vita di relazione personale e professionale.
L’obiettivo è quello di migliorare prima la consapevolezza delle proprie potenzialità per poi realizzare un programma (con
obiettivi chiari e precisi) per diventare un Leader di se stesso e per altre persone.
Il gioco della vita, nelle relazioni umane, è come una partita a scacchi…
“Muoversi bene, nella vita” è un’arte che va appresa e approfondita…
Il Re è la rappresentazione della Leadership. Ognuno è leader di se stesso.
Il Pedone è la rappresentazione dei propri Valori e delle proprie Motivazioni, la risorsa più importante su cui contare.
La Torre rappresenta la forza, la tenacia e il senso di protezione.
Il Cavallo rappresenta la chiarezza di obiettivi e la velocità di movimento.
L’Alfiere rappresenta la capacità di muoversi in modo “trasversale” nelle situazioni più delicate
(la destrezza, l’affondo, la precisione).
La Regina rappresenta la dote di saper risolvere creativamente i problemi.
La Scacchiera rappresenta la visione strategica.
Una relazione “eccellente” con gli altri non è facile…ma possibile… Apprendere un insieme di princìpi e seguire una “guida
intelligente” da applicare sapientemente, diventa fondamentale se vogliamo che le nostre relazioni diventino MAGIC
RELATIONS.
Quali sono le caratteristiche di un Leader e quali sono le tematiche che proponiamo, prendendo lo spunto da ogni pezzo di
questo magnifico gioco secolare? Attraverso questa metafora il corso si sviluppa con esercizi pratici, test e filmati per
permettere ad ognuno di avere consapevolezza dei propri valori e potenzialità ed imparare svariati strumenti per migliorare
la sua vita personale e professionale.
Programma indicativo del Corso “Magic Relations”
Referto Psicografologico di orientamento
(Punti di forza riconoscibili: Leadership, Capacità relazionali, Aspirazioni personali, Organizzazione, Motivazioni,
Capacità di comando, Creatività)
Il modello della “Spirale di energia”
(Dal cuore…alla cura…Dalla cura…allo stile…Dallo stile…alla comunicazione)
Verso l’autostima
(Valori personali e Valori professionali)
La comunicazione assertiva
(Obiettivo da raggiungere: far diventare la comunicazione eccellente)
L’ora di “90” minuti
(Ottimizzazione del tempo personale e professionale)
I nove passaggi per la realizzazione
(Applicazione dell’”Enneagramma” nella vita professionale)
“C’è modo e modo”
(Individuazione del proprio modo di esprimersi)
Essere Leader
(Le regole di Napoleone)
I “cappelli” colorati del pensiero
(Un modo creativo per prendere le decisioni)
Prossimo Corso: Vicenza 17-18-19 maggio 2007
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...a proposito di MAGIC RELATIONS
Imprenditori con aziende di piccole e di grandi dimensioni, responsabili di reparto o di filiale, dirigenti, liberi
professionisti, consulenti: queste le figure professionali che si sono confrontate, sui temi della gestione delle
relazioni nel mondo del lavoro, in occasione del “Magic Relations” svoltosi a febbraio presso l’hotel AC di
Creazzo.
Un insieme di ruoli e figure aziendali che hanno consentito di ricostruire una vera e propria impresa, una “cittadella
aziendale” riunita attorno ad un tavolo per condividere nuove strategie e apprendere metodologie relazionali al
fine di ottimizzare ogni comportamento e individuare, con la migliore tempestività e con grande efficacia, le
soluzioni ai problemi lavorativi. Ma non solo, anche per attivare ogni concreta iniziativa che conduca all’utilizzo
di ogni opportunità, di mercato e di organizzazione dell’azienda, per conquistare e mantenere il successo
imprenditoriale.
Tramite la somministrazione di test didattici appositamente studiati, lo svolgimento di simulazioni e di giochi di
ruolo, la visione di filmati e la presentazione delle più recenti teorie sul profilo ottimale della gestione aziendale, i
partecipanti hanno potuto conoscere molti aspetti innovativi e avere consapevolezza delle possibilità di crescita,
personali e dell’organizzazione del lavoro nell’ambito della quale operano.
I temi della leadership e le verifiche sull’orientamento al compito o alle relazioni personali, la valutazione dell’utilizzo
del tempo con l’individuazione di tecniche per ottimizzarne l’utilizzo, la visione aziendale globale confrontata al
mercato, nuovi atteggiamenti nei rapporti interpersonali, hanno impegnato i partecipanti in tre giornate ricche di
scambi di esperienze. Dal dialogo fra figure aziendali diverse, infatti, ciascuno ha potuto cogliere non solo gli
aspetti più rilevanti per la crescita della propria impresa, ma anche per rendersi conto di quanti e quali possano
essere i punti di vista che si sviluppano attorno al processo produttivo, sia che si riferisca a beni manifatturieri sia
che ineriscano ai servizi.
La complessità dei fattori che caratterizza ciascun essere umano all’interno dell’impresa e il miglior impiego di
queste diverse unicità creative, sono state analizzate secondo una recente teoria di approccio mentale applicata
al processo decisionale e organizzativo. Le teorie di Edward De Bono sono state illustrate e sperimentate in sala
dai corsisti che hanno colto inaspettati ed entusiasmanti nuovi processi del pensiero umano per pervenire alla
soluzione dei conflitti, prevenendone l’insorgere, e per favorire la condivisione delle idee fra collaboratori di line
e di staff. Ovverosia tanto tra chi è impegnato nella medesima operatività, quanto tra i diversi comparti del
processo produttivo.
Il completamento dell’esame delle problematiche gestionali d’azienda è poi transitato da una valutazione delle
dinamiche comunicative con la simulazione di una presentazione al pubblico su un argomento specifico assegnato.
Per molti un’esperienza mai precedentemente vissuta che ha dato spunto per la comprensione delle complesse
interazioni nel trasferimento delle informazioni e nel processo di assunzione delle decisioni. E ancor più, un
significativo test sull’esercizio della delega quale strumento per la crescita dei collaboratori e per l’effettivo
ampliamento delle possibilità di sviluppo dei risultati dell’impresa.
In definitiva un altro tassello, molto efficace, per la realizzazione della persona nei suoi vari livelli, che vede la SIR
attenta propositrice di corsi e iniziative. Non solo di acquisizione di tecniche individuali per il proprio benessere,
ma anche adatte a crescere nel mondo del lavoro. Non dimentichiamo, infatti, che questo spesso ci vede impegnati
per oltre il 50% del nostro tempo di veglia.
A tutti, quindi, l’invito a non perdere l’occasione del prossimo corso per apprendere nuove conoscenze anche in
questo campo: 17, 18 e 19 maggio le date da fissare fin da ora fra gli impegni futuri.
Dott. GIAN LUIGI BOSCHIERO
Dirigente dell’Associazione Industriali di Vicenza
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TDE
THE DREAMER’S EXPERIENCE
L’ESPERIENZA DEL SOGNATORE
Il TDE, nato 20 anni fa, permette, a chi si è avvicina al mondo dell’ “Immaginazione Creativa” di “Magica Mente”, di cogliere
più profondamente l’importanza della “Legge dei Cambiamenti”.
Tutti siamo “sognatori” e accumuliamo “energia” attraverso l’esperienza della vita.
I “passaggi” importanti della nostra vita spesso non vengono compresi, così non impariamo a crescere.
Con l’aiuto di esercizi interiori (comprensione delle nostre immagini creative) e di esercizi somatopsichici (movimenti fisici
armoniosi per “dinamicizzare” l’energia del nostro corpo) ogni allievo impara dagli “Archetipi Universali” (i simboli della
vita) per una migliore comprensione dei suoi cambiamenti e per una progettazione di vita più armonica.
Il Corso è un’“Iniziazione alla Vita” e i “passaggi” sono i seguenti:
-Riconoscere la propria energia…imparare a riempirsi di altra energia…sentire l’energia che fluisce in noi ( i 7 Cicli
dell’energia)
-Comprendere i condizionamenti che non servono più e usare l’Immaginazione Creativa per il cambiamento
(Esercizio del fiume)
-Individuare gli aspetti più importanti della nostra personalità
(Esercizio del Viandante -Esercizio dei lati della personalità)
-Usare l’energia personale ed imparare ad usare la forza e la pazienza (Esercizio del guerriero)
-Allenare la nostra mente a riconoscere qualche nostro limite e imparare a superarlo
(Esercizio del gabbiano)
-Saper scegliere la forza della “riconciliazione”
(Esercizio dell’Identità emozionale -Esercizio del buio e della luce)
-Provare a dare un senso a tutto ciò che è stato (Esercizio del Ringraziamento)
-Lasciare che la nostra mente ci indichi il nostro futuro
(Esercizio dei Desideri -Esercizio della Lanterna -Esercizio della Realizzazione)
-Ascoltare il Livello Spirituale
(Esercizio del Sé -Esercizio dell’Identità Spirituale -Esercizio del Cielo Stellato)
Durata:
Corso Residenziale di quattro giornate
Prossimo Corso: Vicenza primavera 2008
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MAGICA MENTE …. A DISTANZA
24 giugno 2007- Hotel AC Creazzo (Vicenza)
“Magica Mente … a distanza” è una giornata di “iniziazione”, perché ci apre ad un mondo nuove possibilità
neuro-psico-fisiche solo intuite nei corsi “Magica Mente Rossa” e “Magica Mente Blu”.
La giornata è un primo “manuale di esercizi” per affinare quelle tecniche più “sofisticate” dopo l’esperienza fatta
con gli esercizi-base: rilassamento, simil sogno, tempio interiore.
Ascoltare le percezioni “extrasensoriali” di cui ognuno è dotato è faticoso a causa del frastuono interno ed
esterno.
Durante la giornata si apprendono le “istruzioni” per sviluppare queste facoltà, e si sperimentano praticamente gli
esercizi per lo sviluppo della respirazione, dei cinque sensi interiori, dell’equilibrio, dell’appropriarsi del potere
della quiete, della sintonia con l’altro. Tutti noi possiamo avere il controllo dei nostri “sensi sottili”, possiamo
sapere cosa sentono gli altri, possiamo “vedere” e “aiutare”.
Programma indicativo della giornata:
Autoguarigione: Esercizi di “Magica Mente”
- i sette punti energetici
- la respirazione e l’auto-aiuto per la “guarigione” degli organi
- la sensibilità percettiva verso la Natura e le persone: “entrare nella materia”
- equilibrio e concentrazione: “la mente nel paese delle meraviglie”
- aiutare gli altri…a distanza : strumenti mentali
Sesto senso: film ed esercizi
“Magica Mente…a distanza” si terrà a Vicenza il 24 Giugno e sarà condotta dal Dott. Franco Piva. Saranno
accettate le prime 50 iscrizioni. Il costo (comprensivo del pranzo) è di 50 • per gli studenti della scuola SIR,
65 • per i soci Ateneo (vedi modulo di iscrizione) e 100 • per i non soci.
La giornata è gratuita solo per i nuovi allievi di Magica Mente, Rossa e Blu, del 2007.
Per iscrizioni: contattare Referenti SIR (vedi pag. 36).
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LE BASI DEL COMPORTAMENTO
brevi cenni sulla funzione del sistema nervoso
(dalle lezioni dell’ATENEO SiR)
Scopo di questa relazione è fornire alcune informazioni sull’organizzazione del sistema nervoso, utili al percorso di
comprensione delle funzioni e delle possibilità della nostra mente.
Funzioni complesse come la coscienza, l’intelligenza e le emozioni sono il risultato dell’organizzazione di una rete
di miliardi di cellule. Sono le cellule che compongono il nostro Sistema Nervoso (S.N.).
I neuroni nel S.N. si connettono l’uno con l’altro per formare circuiti con specifiche funzioni. I circuiti più complessi
sono quelli cerebrali, nei quali centinaia di milioni di neuroni sono collegati in reti complesse, creando un numero
pressoché infinito di vie possibili. La trasmissione dei segnali all’interno di queste vie dà origine a pensiero, linguaggio,
sensibilità, apprendimento e memoria, cioè i comportamenti complessi che caratterizzano gli esseri umani.
La differenza tra il cervello umano ed un computer sta nel fatto che questo non ha plasticità, cioè capacità di
modificare i propri circuiti in risposta ad una informazione sensoriale e/o ad un’esperienza precedente. Come è
possibile, connettendo dei neuroni, dare origine a comportamenti affettivi che sono correlati a sensibilità ed emozioni,
e comportamenti cognitivi correlati invece al pensiero? Nell’ultimo decennio le neuroscienze, associando gli strumenti
concettuali della psicologia cognitiva alle più recenti
tecniche fisiologiche e ai metodi che permettono la
visualizzazione cerebrale (RM funzionale), hanno
messo in evidenza quali sono le regioni cerebrali
implicate in particolari comportamenti e come questi
comportamenti possono essere ulteriormente suddivisi
in operazioni mentali più semplici, assegnabili ai singoli
moduli cerebrali interconnessi in maniera specifica.La
capacità dell’Uomo di sfruttare a proprio vantaggio
ogni possibilità offerta dall’ambiente esterno è di molto
superiore a quella degli altri animali. La vasta gamma
dei comportamenti umani dipende da una varietà di
sofisticati recettori di senso connessi ad una struttura
nervosa di grandi possibilità plastiche come il cervello,
in grado di riconoscere e distinguere una grandissima
varietà di eventi che hanno luogo nell’ambiente
esterno. Il continuo flusso di
informazioni che deriva da questi
recettori viene organizzato dal
cervello in singole percezioni
(alcune delle quali vengono poi
immagazzinate in memoria come
riferimento futuro) e trasformato
quindi in risposte comportamentali
coerenti. Tutto ciò scaturisce dal
cervello attraverso l’attività delle
cellule nervose e delle loro
reciproche connessioni.
Si stima che il nostro cervello sia
formato da circa 100 miliardi di
cellule nervose che, allineate,
formerebbero un complesso lungo
più di 3 mln di km. Ogni singola
cellula ha collegamenti diretti, in
media, con altri 10.000 neuroni:
nel cervello si troverebbero quindi
circa un milione di miliardi di queste connessioni, che ne fanno “la più complessa fra le strutture esistenti al
mondo”.
Il NEURONE: è l’unità funzionale del sistema nervoso, la cui proprietà è quella di ricevere e trasmettere informazioni.
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Il neurone è formato da un CORPO cellulare che contiene il nucleo, nel quale sono custoditi i geni delle cellule, dai
DENDRITI che rappresentano il principale apparato destinato a ricevere i messaggi che arrivano dalle altre
cellule nervose, dall’ASSONE che è un lungo processo tubulare e rappresenta il principale elemento di conduzione,
capace di trasmettere messaggi ad altri neuroni.
Un assone è in grado di generare e condurre segnali elettrici ad una velocità variabile da 1 a 100 mt al secondo.
Questi segnali elettrici, detti potenziali d’azione, prendono origine da una grande varietà di eventi presenti
nell’ambiente, che ci raggiungono come stimoli di diversa natura; luce, odori, pressione, ecc....
Vicino alla sua terminazione, l’assone si suddivide in sottili branche mediante le quali entra in contatto con altri
neuroni. I punti in cui due neuroni entrano in comunicazione sono noti come SINAPSI. Generalmente le terminazioni
dell’assone (terminazione assonale o presinaptica) vanno a terminare a ridosso dei dendriti del neurone bersaglio
(neurone postsinaptico), ma possono anche entrare in rapporto con il corpo cellulare (fig. 2).
La grande maggioranza delle sinapsi del S.N. è costituita da sinapsi chimiche, che usano neurotrasmettitori per
trasmettere informazioni tra le cellule.
Il terminale assonale presenta piccole vescicole sinaptiche, dove sono depositati i NEUROTRASMETTITORI.
Quando uno stimolo elettrico raggiunge il terminale assonale il neurotrasmettitore viene rilasciato nello spazio
sinaptico (piccola fessura fra la cellula presinaptica e la cellula postsinaptica) e qui si combina con un recettore
della cellula bersaglio, dando luogo ad una risposta di tipo eccitatorio (cioè il segnale va avanti) o inibitorio (il
segnale si ferma).
Esistono numerose classi di neurotrasmettitori: i neuroni colinergici secernono acetilcolina, i neuroni adrenergici
secernono noradrenalina. Altri importanti neurotrasmettitori sono il glutammato, il Gaba, serotonina e monossido di
azoto.
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Un’altra classe di sostanze chimiche che il sistema nervoso utilizza per inviare i propri messaggi sono i PEPTIDI
NEUROATTIVI. Alcuni di essi sono stati messi in rapporto con la capacità di modulare certi tipi di percezioni
sensitive e di reazioni emotive. La sostanza P e le encefaline sono
collegati alla percezione del dolore, altri sono collegati con la regolazione di risposte complesse agli stati di stress
(Beta endorfine).
I neuroni integrano le informazioni che provengono da migliaia di afferenze sinaptiche eccitatorie e inibitorie.
Generalmente le sinapsi eccitatorie sono localizzate nel dendrite, mentre le inibitorie si trovano principalmente sul
corpo cellulare. L’integrazione finale può generare un potenziale d’azione (impulso elettrico).
ORGANIZZAZIONE DEL S.N.
Il Sistema Nervoso è in grado di ottenere informazioni dall’ambiente in cui l’organismo vive, di valutare il significato
di queste informazioni e di generare risposte comportamentali appropriate. L’assolvimento di questi compiti comporta
l’esistenza di una organizzazione anatomica di considerevole complessità.
Il Sistema Nervoso presenta due diverse
componenti: il SISTEMA NERVOSO
CENTRALE, composto dall’Encefalo e dal
Midollo Spinale, ed il SISTEMA NERVOSO
PERIFERICO, composto da aggregati di
neuroni (gangli) e dai nervi periferici. Il
Sistema Nervoso Periferico trasmette
informazioni al sistema nervoso centrale ed
esegue i comandi motori generati a livello
dell’encefalo e del midollo spinale (figura 3).
Il Sistema Nervoso viene suddiviso inoltre in
una componente somatica (che riceve
informazioni da cute, muscoli ed articolazione,
e controlla i movimenti) e una componente
vegetativa o autonoma (che media le
sensazioni ed il controllo motorio dei visceri).
La sezione autonoma è costituita dai sistemi
SIMPATICO, PARASIMPATICO ED
ENTERICO.
Nel Sistema Nervoso Centrale si distinguono
5 regioni principali (figura 4):
- il midollo spinale, che si trova all’interno
della colonna vertebrale e continua con il
tronco dell’encefalo. Posteriormente al
tronco si trova il cervelletto, e sopra il tronco
si trovano il diencefalo ed il cervello.
- Il tronco è la regione più antica e primitiva
e comprende il bulbo, il ponte ed il
mesencefalo. Il tronco è la sede d’ingresso
dei nervi cranici con le informazioni
provenienti da alcuni sensi speciali (udito,
equilibrio, gusto). Dal tronco partono i
motoneuroni che controllano i muscoli del
capo. Il tronco possiede una rete di neuroni
denominata FORMAZIONE RETICOLARE,
che regola il livello di vigilanza (AROUSAL)
dell’organismo. Nel tronco ci sono i centri
fondamentali per la vita di una persona:
il centro del respiro, della regolazione della pressione arteriosa, frequenza cardiaca, temperatura corporea, ed
inoltre i centri per la modulazione del dolore.
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Il cervelletto contiene il numero più elevato di neuroni fra tutte le suddivisioni cerebrali. E’ importante per
il mantenimento della postura, per la coordinazione dei movimenti del capo e degli occhi, nella regolazione fine del
movimento e nell’apprendimento di abilità motorie
Il diencefalo che comprende il talamo e l’ipotalamo
(figura 5). Il Talamo costituisce una stazione di ritrasmissione
essenziale delle informazioni sensoriali che provengono dai
recettori periferici alle regioni degli emisferi cerebrali deputate
all’analisi delle informazioni sensoriali. L’Ipotalamo:
nonostante questa struttura occupi meno dell’1% del volume
totale dell’encefalo, svolge un ruolo fondamentale nell’omeostasi
(equilibrio dell’ambiente interno di un organismo). Controlla
l’accrescimento, l’assunzione di cibo e liquidi, ed il
comportamento materno, regolando la secrezione di ormoni da
parte dell’ipofisi. Controlla inoltre la maggior parte delle funzioni
della sezione autonoma del Sistema Nervoso, ed è una
componente essenziale del sistema motivazionale del cervello,
in quanto è implicato nell’avvio e nel mantenimento di quelle
forme di comportamento attraverso le quali l’organismo trova
soddisfazione alle proprie esigenze. L’ipotalamo influenza il
comportamento anche attraverso le cospicue connessioni che
esso intrattiene praticamente con tutte le regioni del S.N.C.
Il cervello è la porzione più ampia dell’encefalo ed è
costituita da 2 EMISFERI CEREBRALI connessi tra loro dal
CORPO CALLOSO, che è un fascio formato da 200 milioni
di assoni. Questa connessione fa sì che i due emisferi possano
comunicare e cooperare. Ogni emisfero è diviso in 6 lobi
(frontale, parietale, temporale, occipitale, e 2 lobi situati in
profondità : lobo dell’insula e lobo limbico).
La superficie del cervello ha un aspetto convoluto. Lo strato
più esterno è costituito da materia grigia e viene detto
CORTECCIA CEREBRALE. E’ dalla corteccia che derivano le nostre funzioni più evolute. L’interno del
cervello contiene 3 raggruppamenti di neuroni: i gangli della base, l’amigdala e l’ippocampo.
SISTEMA LIMBICO
Il sistema limbico include la corteccia orbito-frontale, la corteccia cingolare anteriore, l’amigdala e l’ippocampo.
Le regioni limbiche sono la sede dei meccanismi che mediano emozioni, motivazioni e comportamenti diretti a
scopi specifici; sono inoltre coinvolte nell’integrazione di tutta una serie di processi mentali fondamentali, come
l’attribuzione di significati, l’elaborazione delle esperienze sociali (cognitività sociale) e le regolazione delle emozioni.
L’ippocampo è ritenuto il principale responsabile delle forme consce di memoria (memoria esplicita).
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Il piacere, l’euforia, la tristezza, lo sconforto, la paura, la rabbia, sono alcune delle emozioni che colorano la nostra
vita. Esse arricchiscono la nostra esperienza ed impregnano le nostre azioni di passione e originalità. Al pari delle
percezioni e delle azioni comportamentali, gli stati emozionali ed i sentimenti sono mediati da particolari circuiti
cerebrali.
I sentimenti consci dono mediati dalla corteccia cerebrale (cingolo e lobi frontali) e dall’amigdala. Gli stati emozionali
sono risposte periferiche mediate dall’amigdala.
Quando siamo spaventati non abbiamo solo paura, ma avvertiamo anche un’accelerazione del battito cardiaco, un
aumento del respiro, secchezza della bocca, senso di tensione muscolare e sensazione di umidità al palmo delle
mani. Queste manifestazioni sono la rispostadell’attivazione dell’amigdala.L’amigdala è la sede della memoria
emozionale e media risposte emozionali sia innate che acquisite.
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LA CORTECCIA CEREBRALE E’ ORGANIZZATA IN AREE FUNZIONALI
Dal punto di vista funzionale la corteccia è un centro di integrazione e possiede 3 specializzazioni funzionali:
1) AREE SENSORIALI, che ricevono informazioni sensoriali e le trasformano in percezioni;
2) AREE MOTORIE, che regolano il movimento dei muscoli scheletrici
3) Regioni conosciute come Aree di Associazione, che integrano informazioni da svariate regioni sensoriali
e motorie e guidano il comportamento volontario. Le informazioni che percorrono un certo circuito di
solito vengono elaborate in numerose aree diverse dalla corteccia cerebrale (figura 7).
La specializzazione della corteccia cerebrale non è simmetrica; questa lateralizzazione cerebrale viene talvolta
definita dominanza emisferica (figura 8).
Le facoltà linguistiche e verbali tendono ad essere concentrate nell’emisfero sinistro, che è dominante per i
destrimani. Le capacità spaziali sono concentrate nell’emisfero destro. Il cervello sinistro lineare, logico linguistico
focalizzato sui dettagli delle cose, ha un ruolo cruciale nella creatività e nelle tecnologia umane. Il lato destro del
cervello sembra essere capace di cogliere l’essenza e il contesto delle esperienze ed il significato globale degli
eventi. Il “linguaggio” non verbale dell’emisfero destro si basa su sensazioni ed immagini che vengono associate
rapidamente e ci permettono di avere una rappresentazione più diretta ed immediata del mondo e di noi stessi.
Anche la memoria è lateralizzata.
Le connessioni nervose mostrano un certo grado di plasticità, che consiste nella capacità di modificarsi
in base all’esperienza.
Utilizzando alcune tecniche non invasive, come la tomografia ad emissione di positroni (PET) e la risonanza
magnetica funzionale (fMRI – Functional magnetic resonance imaging) possiamo ora visualizzare il cervello umano
mentre lavora (“imaging” funzionale).
Il sistema sensoriale comprende i recettori del tatto, pressione, vibrazione, prurito, dolore, propriocezione (cioè
posizione dei segmenti del corpo), caldo-freddo, e inoltre i sensi speciali della visione, udito ed equilibrio (cioè
posizione del corpo nello spazio), gusto e olfatto.. L’informazione sensoriale dal corpo viaggia lungo vie ascendenti
fino all’encefalo (sempre del lato opposto). I dati che riguardano posizione e movimento dei muscoli vanno non
solo alla corteccia ma anche al cervelletto, che è in grado di partecipare al controllo automatico inconscio del
movimento.
La CORTECCIA SENSORIALE (o somatosensoriale primaria) riceve informazioni dalla cute, muscoli, visceri.
La CORTECCIA VISIVA riceve informazioni dall’occhio.
La CORTECCIA UDITIVA riceve informazioni dall’orecchio
La CORTECCIA GUSTATIVA riceve informazioni dalle papille gustative della lingua
Quando l’informazione sensoriale raggiunge l’appropriata regione corticale, viene integrata nelle aree sensoriali
associative con tutte le altre informazioni (per esempio gli stimoli somatici visivi e uditivi) per dare origine alla
percezione, che è l’interpretazione da parte del cervello degli stimoli sensoriali. Spesso lo stimolo percepito può
essere diverso da quello reale.
Un aspetto interessante della percezione è il modo in cui il nostro cervello riempie i vuoti fra le informazioni che
riceve. Il cervello ha la capacità di interpretare l’informazione sensoriale per creare la percezione di forme e
oggetti tridimensionali.
I sistemi efferenti controllano le uscite del SNC
Le efferenze possono essere divise in tre classi principali:
1) il movimento dei muscoli, controllato dalla divisione motoria somatica del SN
2) segnali neuroendocrini, cioè i neuroormoni secreti in circolo, prevalentemente dall’ipotalamo e dalla
midollare del surrene
3) risposte viscerali, cioè le azioni del muscolo cardiaco e delle ghiandole esocrine ed endocrine; queste
risposte sono regolate dalla divisione autonoma del SN
Il movimento volontario ha origine nelle AREE MOTORIE o CORTECCIA MOTORIA PRIMARIA e nelle
AREE DI ASSOCIAZIONE MOTORIA situate nei lobi frontali (figura 9).
Queste regioni ricevono afferenze (informazioni) dalle aree sensoriali e dal cervelletto, mentre le efferente
partono dagli assoni lunghi dei neuroni della corteccia e si proiettano, incrociandosi, al midollo spinale del lato
opposto. Da qui parte un nervo che trasmette al muscolo l’informazione.
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Testi consultati:
- Netter: Atlante di Anatomia e fisiopatologia (Mazzon Ed.)
- Silverthorn: Fisiologia (Casa Ed. Ambrosiana)
- Kandel: Principi di Neuroscienze (Casa Ed. Ambrosiana)
- Siegel: La Mente relazionale (Raffaello Cortina Editore)
Dottoressa CLAUDIA BERTONI
Medico Chirurgo
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UN LAVORO DI VITA EMOZIONALE
(dalle lezioni ATENEO SiR)
Il termine COSCIENZA può essere usato in riferimento ad una varietà di concetti incluso il semplice stato di
veglia. La coscienza crea la realtà, i nostri pensieri precedono il nostro corpo fisico e non viceversa.
Per noi uomini il termine va allargato al fatto di essere consci dei nostri:
PENSIERI
PERCEZIONI
RICORDI
SENSAZIONI
PARLARE CON GLI ALTRI
Perché coscienza e capacità di comunicare vanno a braccetto.
La comunicazione verbale rende possibile la cooperazione, ci permette di stabilire abitudini e regole di
comportamento; l’evoluzione di questa abilità ha dato luogo alla coscienza, cioè la capacità di spedire ricevere
messaggi ci rende capaci di mandare a noi stessi e ricevere i nostri propri messaggi – in altre parole pensare di
essere consapevoli della nostra esistenza.
La Coscienza può essere alterata da cambiamenti della chimica o della struttura del nostro cervello.
E’ stato scoperto che ci sono molecole, precisamente peptici, che vengono rilasciati dopo uno stimolo emozionale
e percorrono il nostro corpo permettendoci di reagire e di immagazzinare come ricordo quella data esperienza.
Prima di cominciare a parlare di emozioni dobbiamo tenere presente che uno degli scopi più importanti delle
emozioni, dal punto di vista evoluzionistico, è aiutarci a decidere cosa occorre ricordare e cosa invece è più
opportuno dimenticare. La donna della caverna che riusciva a ricordare in quale caverna viveva quel tizio gentile
che le aveva offerto qualcosa da mangiare aveva maggiori possibilità di diventare la nostra progenitrice rispetto a
quella che la confondeva con quella dell’orso assassino. L’emozione dell’amore e l’emozione della paura l’aiutavano
a consolidare i suoi ricordi.
Il termine EMOZIONE si riferisce a sensazioni più o meno generati da particolari situazioni.
Ad es: essere trattati ingiustamente ci fa arrabbiare
vedere qualcuno che soffre ci rattrista
essere vicini alla persona amata ci rende felici
Per quando si parla di emozioni non si deve includere solo esperienze come paura, ira, rabbia, ma anche sensazioni
basilari come piacere e dolore nonché pulsioni come sete e fame, ed altre non tangibili come l’ispirazione, l’estasi,
il timore reverenziali.
In più è stata fatta una classificazione di emozioni secondarie, per esempio paura + sorpresa =allarme, gioia +
paura = senso di colpa ecc.
Inoltre gli esperti distinguono tra emozioni, umore e temperamento, in cui l’emozione sarebbe più transitoria,
l’umore si prolunga per ore o gioni, e il temperamento sarebbe fondato su fattori genetici.
Come si mostrano le emozioni? Con le espressioni facciali. E queste sono panculturali, ossia uguali per gli eschimesi
come per gli italiani e…spesso anche per gli animali.
Le emozioni consistono in modelli organizzati, risposte fisiologiche comportamentali che nell’uomo sono accompagnati
da sensazioni emotive.
Noi usiamo la parola “emozione” per riferirci alla sensazione emotiva e non ai comportamenti.
Ma è il comportamento che determina importanti conseguenze per la sopravvivenza e la riproduzione.
E sono gli adattamenti dei comportamenti emozionali che hanno guidato il nostro cervello.
Quindi abbiamo una risposta EMOZIONALE.
La risposta EMOZIONALE è formata da tre componenti:
COMPORTAMENTALE
VEGETATIVA
ORMONALE
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COMPOTAMENTALE = movimento muscolare
VEGETATIVA = facilita la comportamentale provvedendo ad una rapida mobilitazione della energia
Aumenta il sistema simpatico
Diminuisce il parasimpatico
Quindi aumenta il battito cardiaco
Cambia il calibro dei vasi sanguigni
Il flusso ematico dagli organi digestivi passa ai muscoli
ORMONALE = gli ormoni secreti dalla midollare del surrene ADRENALINA E NORADRENALINA,
QUINDI: aumenta l’afflusso di sangue ai Muscoli
stimola la trasformazione in glucosio delle sostanze nutritive ( è energia) e gli ormoni steroidei fanno
si che i muscoli lo possano utilizzare
Si è visto che le emozioni NEGATIVE danno più stimoli delle positive
PAURA E ANSIA
Ci inducono a difendere noi stessi e i nostri cari.
Si mette in moto il meccanismo di sopravvivenza.
Come abbiamo visto le risposte emozionali coinvolgono comportamenti comportamentali, vegetativi, ormonali.
La coordinazione di queste dipende dalla AMIGDALA (immagine) sede delle nostre emozioni oltre che
nell’ippocampo e nella corteccia libica.
Singoli neuroni si attivano in presenza di stimoli emotivamente rilevanti dettati dai nostri sensi
Es: La vista = l’espressione di un altro essere umano o animale
L’udito = lo sbattere di una porta
l’ascolto di una voce o musica
L’olfatto = l’odore del fumo
Ogni volta che ci imbattiamo nello stesso rumore, odore, espressione legati all’apprendimento di una particolari
situazioni, si risvegliano le stesse emozioni e paure e il fisico risponde con un aumento del battito cardiaco, della
pressione arteriosa, i muscoli diventano più tesi, aumenta la secrezione di adrenalina, ecc.
In seguito alla distruzione di una parte della Amigdala gli animali sottoposti a questo intervento non mostravano più
paura, gli ormoni dello stress erano ridotti, ed erano meno soggetti alle malattie come ulcere ecc. ma non si
potevano più difendere.
In medicina cinese si parla di 5 stati emozionali correlati a 5 organi:
L’ira correlata al fegato. La gioia al cuore, i pensieri ossessivi alla milza, la tristezza al polmone, la paura al rene.
Queste emozioni possono essere causa di malattia se sono molto violente e se perdurano nel tempo.
Ogni emozione è in grado di squilibrare un organo particolare ma tutte portano attacco al cuore. Perché il cuore
è sede dello Schen, della mente, della coscienza di se e della autocoscienza dei propri sentimenti.
Per fare due esempi:
La Collera è il sentimento correlato al fegato.
Un eccesso di collera fa ammalare il fegato e viceversa malattie di fegato possono rendere la persona irascibile.
La collera fa ammalare anche il rene, perché fegato e rene sono madre e figlio.
Pensiamo ora ad una emozione positiva: La Gioia. Una persona gioiosa è una persona tranquilla, serena e in questo
stato energia e sangue circolano armoniosamente: è lo stato di buona salute.
Ma la gioia smodata ci fa ammalare. La gioia smodata è un eccesso di piacere. La gioia è eccitazione, è
esteriorizzazione; si grida di gioia, si salta di gioia, si trasale, nulla è più conservato all’interno. Lo Schen, non ha più
sede perché tutto, compreso il sangue e il cuore si agita: il paziente soffre di agitazione e insonnia.
Tutto questo ci deve far pensare all’ importanza del lavoro che stiamo portando tutti insieme all’interno di questa
Scuola e dei Corsi, perché stiamo facendo un lavoro di VITA.
Dottoressa EMANUELA COSTANTINI
Medico Chirurgo
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LA CONOSCENZA DELLA REALTA’ SOCIALE
(dalle lezioni Ateneo SiR)
L’interesse per la conoscenza della realtà sociale percorre tutta la storia della psicologia
sociale, anche se ci sono stati periodi in cui i ricercatori hanno lavorato più ad altri temi
specifici. Più scuole e correnti hanno contribuito a mettere in evidenza il problema di come la
gente percepisce la realtà sociale e a sottolinearne questo o quell’aspetto.
Gli psicologi sociali che si dedicano a queste ricerche finiscono per condurre un’analisi del
senso comune, per sottoporre a indagine scientifica i modi correnti di pensare e giudicare, i
ragionamenti che facciamo e le idee che ci formiamo nella vita di tutti i giorni.
I processi che portano la gente a formarsi una visione della vita sociale sono in parte cognitivi
e in parte sociali. Quando li studia, lo psicologo sociale si trova ad occuparsi degli effetti della
comunicazione, dei rapporti con gli altri, dell’influenza sociale, della socializzazione, delle
idee dominanti nella società, ma anche delle operazioni mentali, di come funzionano
percezione, memoria, ragionamento, giudizio.
LE ATTRIBUZIONI
L’attibuzione è l’operazione mentale con cui una data proprietà viene assegnata a qualcosa o a
qualcuno. Ad esempio, dire che Giovanni è irascibile significa attribuirgli questa disposizione
interiore; sostenere che il vento ha rotto il vetro vuol dire attribuire a quell’agente atmosferico
la qualità di causa del danno.
In ogni attribuzione ci sono un attributo, che è la proprietà presa in considerazione, e un
bersaglio, ciò a cui si attacca l’attributo. Si possono distinguere vari tipi di attribuzione a
seconda del bersaglio oppure in base all’attributo.
Classificazione delle attribuzioni in base al bersaglio
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Classificazione delle attribuzioni in base all’attributo
Che noi individuiamo una causa, stabiliamo le intenzioni di qualcuno o gli affibbiamo
responsabilità, stiamo comunque cercando di capire la realtà che ci circonda, di spiegare
l’accaduto e fare previsioni sul futuro. Da un tipo di attribuzione all’altro cambia il fuoco
cognitivo. Portiamo sempre avanti il nostro ragionamento sui fatti, ma ora siamo più
interessati alle cause che li hanno prodotti, ora alle intenzioni delle persone implicate, ora alle
responsabilità e via dicendo.
Le attribuzioni hanno sempre la struttura della spiegazione.
Un unico ragionamento può tradursi in diversi tipi di attribuzioni. Questo fa capire come mai
le persone, quando si trovano di fronte a eventi da chiarire, di solito pensano e esprimono più
attribuzioni concatenandole fra loro.
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Nella vita sociale non ci limitiamo a pensare attribuzioni, ma ce le comunichiamo. Molti messaggi, sia nella
comunicazione faccia a faccia, sia attraverso i media, contengono attribuzioni. A volte sono esplicite. Che lo si
faccia a parole o con segnali non-verbali risultano dette chiaramente e facili da riconoscere. “Sei matto” è
indiscutibilmente un’attribuzione di caratteristica personale, ma lo è anche il gesto di picchiettarsi sulla tempia.
Altre volte sono tacite. Le dobbiamo cercare negli impliciti che stanno dentro i discorsi o andando ad interpretare
i significati latenti dei comportamenti. Per esempio, se dico “mi ha aggredito” sto riferendo l’accaduto, ma
tacitamente faccio passare l’idea che l’altro aveva una certa intenzione e un certo stato interiore.
Qualsiasi comportamento può aver alla base attribuzioni. Davanti a un professore che ci tratta freddamente, ci
interrompe mentre esponiamo, non valorizza le cose buone che facciamo e sottolinea le sbagliate possiamo
pensare che ci attribuisce scarse capacità e poche possibilità di successo.
E i giornalisti? Esiste il giornalista che fa solo informazione?
Durante la vita sociale non ci impegniamo costantemente a capire ciò che ci accade, né facciamo attribuzioni ad
ogni passo. Presi dalle attività quotidiane, non stiamo troppo a riflettere. Solo in particolari momenti siamo
portati a ragionare e a fare attribuzioni.
Gli studi empirici hanno messo in evidenza una serie di condizioni-stimolo, che provocano nelle persone pensieri
e discorsi carichi di attribuzioni.
1 Imprevisti. Fin che tutto va secondo le aspettative non sentiamo il bisogno di spiegarcelo, mentre ci impegnamo
in attribuzioni appena c’è qualcosa di imprevisto. Nella vita quotidiana ci basiamo sugli scripts (copioni) che
dettano i comportamenti nei diversi contesti. Se un alunno interrogato non si preoccupa di rispondere alle
domande e non si giustifica, ma si chiude in silenzio, ci metteremo a spiegare l’accaduto, perché si è allontanato
dallo script dell’interrogazione e non fa la parte che da lui ci si aspetta.
2 Obiettivi mancati. Quando veniamo bocciati a un esame, perdiamo una partita, non riusciamo a risolvere un
problema, una decisione si rivela sbagliata, ci troviamo in una situazione di obiettivo mancato: si è perseguito un
fine senza raggiungerlo. In questi casi le persone sono portate ad interrogarsi sulle ragioni dell’insuccesso. Tendono
a farlo per proprio conto, ma spesso sono gli altri a spingerle, muovendo critiche, accuse, rimproveri o sollevando
dubbi.
3 Stati di incertezza sociale. Noi cerchiamo di prevedere gli sviluppi futuri, piccoli e grandi, della nostra vita
sociale e possiamo essere più o meno sicuri di come andranno le cose. Più c’è incertezza e più si è portati a
ragionare e a fare attribuzioni. Per esempio l’importanza degli esiti, l’informazione disponibile (sappiamo
abbastanza?) e l’interdipendenza (non dipende solo da noi) influiscono di molto sul grado di incertezza.
Uno studio che illustra il ruolo dell’incertezza sociale è quello sugli appuntamenti tra persone di sesso diverso. In
queste situazioni c’è un certo interesse per gli esiti, che sono interdipendenti (non dipendono solo da me). E’
possibile però variare l’informazione disponibile. Si è visto che quando le persone dovevano incontrarsi con
partner poco noti, nelle ore che precedevano l’appuntamento tendevano a fare molte più attribuzioni di quante
non ne facessero nel caso di partner noti. C’è un paradosso in tutto questo: meno conosciamo le persone, più
facciamo attribuzioni al loro indirizzo.
4 Incoerenze. Un’altra condizione in cui facciamo attribuzioni si realizza quando ci sono cose che non quadrano.
Ad esempio, facciamo autoattribuzioni quando ci capita (perché ci lasciamo trascinare, siamo disattenti, cediamo
alle pressioni o alle tentazioni) di agire in maniera non conforme alle nostre convinzioni. E’ questa la ragione per
cui le persone che hanno il vizio del fumo ragionano molto su questo loro comportamento e si attribuiscono cose
come l’ansia, la tensione da scaricare, la debolezza e via dicendo.
5 Esigenze pubbliche e scopi personali. Spesso si fanno attribuzioni perché il momento pubblico, ciò che si sta
facendo con gli altri, lo richiede. A volte non è tanto il momento che lo richiede, ma siamo noi che, per i nostri
scopi, siamo portati a spiegare e ad attribuire. Possiamo farlo per metterci in mostra, difenderci, accusare e via
dicendo, basti pensare come esempio ai politici durante le campagne elettorali.
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I BIASES
La social cognition (cognizione sociale) è l’attività mentale con cui arriviamo a conoscere il mondo sociale a
partire dai dati dell’esperienza.
Quando lavoriamo a formarci una visione della vita sociale, intervengono, strettamente collegati, sia processi
cognitivi sia processi sociali. Le cose che pensiamo sono il frutto di operazioni mentali, ma dipendono anche da
ciò che facciamo, dai nostri rapporti con gli altri, dalla comunicazione, dall’influenza sociale, dalla socializzazione,
dalle idee dominanti nella società.
Mentre lavora sui dati, il social cognizer, l’individuo impegnato nella social cognition, è sottoposto a influenze
di vario tipo ed è impegnato a prendere decisioni e ad agire. Non è un semplice osservatore della realtà sociale
che cerca di conoscere, ma ne fa parte e vi è coinvolto.
La social cognition è soggetta a biases, tendenze distorsive che possono fuorviare e indurre a errori sistematici.
I biases sono presenti in qualsiasi attività cognitiva che richieda di trarre conclusioni sulla realtà e formulare
giudizi. Trarre conclusioni e formulare giudizi nel vivo dell’esperienza sociale espone in modo particolare alle
distorsioni. In parte i biases sono dovuti alla struttura stessa dei processi cognitivi umani. L’attenzione, la memoria,
il sapere, le attività cognitive funzionano in modo tale da comportare tendenze distorsive sistematiche. In parte si
spiegano perché l’individuo si trova a pensare non a tavolino, ma immerso nella vita sociale e risente di sollecitazioni
e condizionamenti di vario tipo.
I nostri ragionamenti quotidiani sono intrisi di tendenze distorsive; questo non vale solo per alcune persone, ma
per tutti; non sono appannaggio di persone inferiori, ignoranti o con qualche problema psicologico. Anche le
persone più equilibrate, intelligenti e istruite nei loro ragionamenti di tutti i giorni risentono delle comuni tendenze
distorsive. I biases sono massicciamente diffusi.
Se analizziamo anche solo per pochi minuti i pensieri e i discorsi di una persona se ne possono trovare di diversi
tipi.
Gli studi empirici hanno messo in evidenza vari biases che intervengono nelle attribuzioni causali.
1 L’errore fondamentale. Consiste nel fatto che tendiamo in genere a sottovalutare l’influenza della situazione
sul comportamento della gente e a sopravvalutare l’importanza dei fattori individuali. Tendiamo a fare più attribuzioni
interne (si riferiscono all’intelligenza, all’ingegno, alle capacità, all’impegno) che esterne (si riferiscono al caso,
alle circostanze, alla fortuna, alla sfortuna). Per esempio, “è tutta colpa della società” (attribuzione esterna),
oppure “non riesce perché è poco intelligente” (attribuzione interna)… Così il burocrate di un ufficio ci sembrerà
una persona rigida in quanto tale e non perché la rigidità è una caratteristica dettata dal ruolo che la persona
ricopre; il conferenziere ci sembrerà una persona molto più colta di chi lo ascolta e si trascura il fatto che
essendosi preparato per quel particolare suo intervento è avvantaggiato rispetto all’uditore.
2 L’effetto sé-altro. C’è differenza tra come ragioniamo quando si tratta di spiegare le cose che facciamo noi e
quelle che vediamo fare agli altri. Tendiamo a preferire le attribuzioni interne per i comportamenti degli altri e le
esterne quando rendiamo conto dei nostri. C’è poca chiarezza sulle ragioni dell’effetto sé-altro. Sono stati
individuati diversi fattori che verosimilmente ci portano a ragionare diversamente quando si tratta di noi o degli
altri. Come prima cosa abbiamo molte più informazioni sulla nostra situazione che su quella degli altri. Inoltre chi
è centro dell’attenzione ha una percezione fisica delle cose che non coincide con quella di chi osserva: sono più
salienti gli elementi ambientali che la propria persona. Noti esperimenti hanno dimostrato che quando le persone
hanno l’opportunità di vedersi in un filmato o allo specchio cambiano il modo in cui fanno autoattribuzioni: sono
più propense a trovare le cause in se stessi. C’è infine una differenza nel tasso di rischio che si corre facendo
attribuzioni interne. Nei rapporti della vita quotidiana spesso le persone stanno sulla difensiva e evitano di attribuire
a sé cause per non trovarsi in difficoltà.
3 I self-serving biases. Le persone non si comportano allo stesso modo quando devono stabilire le cause dei
successi e dei fallimenti. Nel primo caso prevale la tendenza a prendersene il merito (autoattribuzione), nel
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secondo a scaricare la responsabilità sulle circostanze (eteroattribuzione).
T. Johnson e coll. in una ricerca invitarono un gruppo di insegnanti a giudicare se il rendimento degli alunni fosse
dovuto più al loro impegno e alle loro capacità o alla didattica. Videro che in caso di scarso rendimento i docenti
tendevano ad attribuire la causa agli allievi, mentre erano propensi a vedere nella didattica la ragione dei buoni
risultati.
Per altro gli studenti si comportavano in modo analogo: i successi erano merito proprio, i fallimenti dipendevano
dalle circostanze e spesso dai professori.
4 I group-serving biases. Nelle relazioni tra gruppi sociali si registra la tendenza a spiegare i comportamenti
delle persone in modo da favorire il proprio gruppo, mettendolo in luce migliore. Per lo più i successi dei membri
del proprio gruppo sono attribuiti a cause interne (bravura, intelligenza ecc.), mentre quelli della gente dell’altro
gruppo a cause esterne ( fortuna, particolari circostanze ecc.). L’inverso accade per i fallimenti.
5 I preconcetti. Quando ci mettiamo a spiegare un comportamento non partiamo da zero. Abbiamo gia idee,
convinzioni, atteggiamenti, valori, concezioni, teorie implicite che guidano il nostro ragionamento. I preconcetti
derivano da varie fonti. Alcuni nascono dalle relazioni che abbiamo con le altre persone. E’ facile che in una
relazione profonda, in una coppia o nel rapporto genitori-figli o tra amici ciascuno maturi una visione di sé,
dell’altro e della relazione che, al momento di spiegare qualche fatto, fa sentire il suo peso.
Per esempio se ci si fida molto del partner, si può essere portati a fare attribuzioni causali in suo favore, a
sottolinearne i successi e giustificarne gli insuccessi.
In caso di sfiducia tendiamo a fare il contrario. Altri preconcetti nascono nelle relazioni intergruppo, nei rapporti
tra gruppi e categorie sociali; è il caso degli stereotipi, che possono influenzare, anche radicalmente, le attribuzioni
causali. Varie concezioni preconfezionate vengono apprese perché tramandate e diffuse nella società, sottoforma
di teorie scientifiche, ideologie, credenze religiose, rappresentazioni sociali. Molte persone sono oggi portate ad
attribuire la devianza a fattori ambientali di tipo sociale, perché certe teorie sociologiche si sono diffuse tra la
gente comune, per lo più in forma semplificata e distorta.
Come tutti i biases, quelli causali non sono leggi ferree!……………..
A volte costruiamo spiegazioni per cercare di capire veramente come stanno le cose. Altre volte stiamo
semplicemente razionalizzando l’accaduto: legittimiamo un comportamento, diamo di un fatto spiegazioni
tranquillizzanti o capaci di rendercelo meno strano e più coerente con il nostro modo di vedere. Tuttavia le
spiegazioni non sono solo strumenti di conoscenza della realtà, ma anche importanti strumenti di controllo
della vita sociale: le adoperiamo, oltre che per afferrare gli eventi, per pilotarli come meglio possiamo.
Con le attribuzioni di cui siamo intimamente convinti, attuiamo un controllo privato, che incide essenzialmente
su noi stessi, orientando la nostra visione della realtà sociale e il modo in cui ci collochiamo. Ad esempio, dopo
un esame andato male, a seconda di come spieghiamo il fatto, otterremo di conservare il sé che abbiamo o di
modificarlo un po’ in questa o in quella direzione. Oltre che il sé, ci sono altre cose che possono uscire rafforzate
o modificate dalla spiegazione che diamo dell’esame: l’idea che abbiamo di altre persone, del sistema scolastico,
della vita ecc. Ragionando in privato, attraverso le attribuzioni, gestiamo il sé e la nostra conoscenza della realtà
sociale. Forse ancora più importante del privato è il controllo pubblico, che si esercita nei rapporti con gli altri
e mira a farci apparire in un dato modo e a orientare nei limiti del possibile le idee di chi ci sta intorno. Per il
controllo pubblico possiamo utilizzare non solo attribuzioni in cui crediamo, ma anche attribuzioni di convenienza,
che non ci trovano intimamente convinti. Stando con gli altri non ci limitiamo a esprimere attribuzioni in vista di
questo o quel fine sociale, ma cerchiamo anche di costruire consenso, di fare in modo che certe attribuzioni
vengano condivise e abbiano forza di obiettività.
Le attribuzioni sono strumenti di controllo che possono sfuggirci di mano e produrre effetti indesiderati. E’ quel
che accade nelle profezie che si autoadempiono. Sono un meccanismo evolutivo delle vicende sociali in cui
sono decisive le conoscenze dei protagonisti: la visione che le persone inizialmente hanno delle cose, anche se
infondata, influenza gli sviluppi successivi fino al punto che le aspettative si avverano.
Dottoressa CLAUDIA FERRERI
Laureata in Relazioni Pubbliche e Pubblicità
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ENERGIA CHE GUARISCE
(dalle lezioni dell’ATENEO SiR)
Sono stato “scoperto” nell’87 da un mio Istruttore.
Vi dico che personalmente non credevo che una persona potesse avere queste facoltà e pensavo fosse solo
suggestione, per cui mi rifiutavo di addentrarmi in questo campo: lo consideravo appartenente solo al mondo
dell’occulto, a quello dei maghi, cartomanti, chiromanti ecc...ma di fronte all’evidenza dei fatti ho dovuto
arrendermi...
Non mi rendevo conto delle doti che possedevo.
Sempre su consiglio del mio Istruttore andai a fare la rilevazione delle mie potenzialità all’Istituto Scientifico di
Ricerca di Milano. Dopo aver visto e accettato il risultato, che testimoniava un grande potenziale di energia sulle mie
mani, cominciai ad esercitare... dapprima con “piccole” patologie, poi via via, con patologie più complesse.
Che cos’è allora il “bioterapeuta”?
Non è altro che un accumulatore di energia, di polo sia negativo che positivo. Quindi, la persona che va a contatto
con il Bioterapeuta, ha la possibilità di riequilibrarsi: se sarà scarica assorbirà in positivo, se è troppo carica
cederà l’energia in eccesso.
E lo stesso vale per le cariche negative: la persona avrà modo di riprendersi e di ritornare in salute.
Se noi osserviamo tutto quello che ci circonda vediamo che tutto si mantiene in equilibrio grazie a cariche energetiche
positive e negative.
La cellula stessa vive perché è energeticamente in equilibrio; qualora dovesse venir meno questo equilibrio, sarà
più vulnerabile e potrà venir intaccata da virus o da germi, insomma, si ammalerà.
Qualsiasi persona viva emana calore.
Il bioterapeuta ha la capacità di percepire questo calore ed è in grado di sentire anche le differenze minime di
temperatura nelle varie zone corporee. Queste differenze stanno ad indicare lo “status”della zona.
Quindi, ripetendo la definizione di bioterapeuta, possiamo dire che è un soggetto in grado di assorbire negatività e
positività in eccesso di un’altra persona senza venirne danneggiato.
Per poter fare questo, il bioterapeuta deve essere una persona che conduce una vita più sana possibile: no fumo,
no alcool, deve dormire le ore necessarie per ripristinare il fisico. Deve inoltre trovare il modo di scaricare eventuali
cariche assorbite e riequilibrarsi lui stesso per poter essere utile agli altri…
Purtroppo, il mondo che ci circonda non ci aiuta ad avvertire quello che ci fa bene e quello che ci fa male, o meglio,
spesso non abbiamo neanche il tempo di ascoltarci e di percepire le varie sensazioni che avvertiamo nei confronti di
altre persone. La vita frenetica, gli impegni di lavoro ci occupano tutti i nostri spazi e se non riusciamo a fermarci,
a isolarci per qualche momento, raccoglierci nel silenzio interiore, non possiamo ritornare a percepire quelle sensazioni
che ci sono sfuggite. Io, di “questo”, ne ho fatto una regola di vita. Invito tutti a farlo. Bisogna che nella giornata
riusciamo a ritagliare uno spazio, almeno di mezzora/un’ora, tutta nostra. Entrare nel nostro “laboratorio mentale”,
immergerci nel fascio di luce bianca rigenerante, per poi poter ripartire. Elimineremo così tutte le cariche negative che
abbiamo accumulato e saremo di nuovo in forma e così anche utili alle persone che ci circondano. Si nota subito
quando una persona sta bene o sta male, se ha problemi o non ne ha. Si possono percepire i bisogni senza che
questa li elenchi, grazie alla disponibilità, all’apertura mentale e a quanto si è in equilibrio.
La mamma percepisce subito quando il figlio sta male. Istintivamente pone la mano sulla parte dolente ed egli si sente
meglio, si riequilibra; nostra madre quindi è stata la prima bioterapeuta. Non necessariamente dobbiamo essere
vicini alle persone che necessitano del nostro aiuto. La nostra mente ha la capacità di visualizzare queste persone e
di mettersi in contatto con esse, ed io come bioterapeuta ve ne dò conferma. Mi rendo conto sempre dì più che per
la mente umana non c’erano limiti, né di spazio né di tempo, che questa energia corre su linee sconosciute all’uomo e
riesce a viaggiare per chilometri per arrivare a destinazione, pur non sapendo dov’è la persona interessata e
portare i suoi benefici.
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M. B. ATTILIO GALIOTTO
Maestro Bioterapeuta
ALLA RICERCA DELL’ENTUSIASMO PERDUTO
Incontri Ateneo SiR 2-3 giugno (orari: sab. 9.45-13/14.30-19.30 dom. 9.00-13.00/18.00)
(L’1 giugno -orario: 15.30 19.30 – lezione per gli studenti in formazione)
Quanta felicità abbiamo barattato in nome della sicurezza ?
Perché abbiamo l’abitudine a “pensare” troppo e “sentire” poco ?
Troppa gente ricerca, oggi, il gusto della vita.
La crescita emotiva è un processo che dura tutta la vita, una sfida affascinante in cui ciascuno di noi è chiamato
a ri-trovare se stesso. Essere persona significa essere “io” in azione. L’azione decisiva della vita è crescere.
L’”io” che “vive e desidera” arriva “fino al cielo”, nel senso che non cede di fronte alle difficoltà della vita e punta
alle cose “importanti”. L’autostima comincia ad essere qualcosa di reale quando concilia naturalmente desideri
e bisogni, quando diventa un fascio di attrattiva verso gli altri, quando il cuore “non è” altra cosa dalla
ragione…quando conduce la vita ad un grado di compimento in cui la fatica diventa una palestra per la verità e
non un “dazio da pagare”. Questo “mini corso” di due giorni è una guida utile, una “scuola della mente e del
cuore” che ci invita attraverso un percorso a tappe, scandito da test, esercizi, filmati, ad allenare le nostre risorse
emotive, spesso irrigidite come un muscolo atrofizzato.
L’obiettivo è quello di imparare dal nostro corpo-mente e riappropriarci della capacità di comprendere le nostre
emozioni.
Programma indicativo:
Il potere dell’entusiasmo.
Che cos’è l’intelligenza emotiva.
Area test: La mappa del mio quoziente emotivo.
C’è qualcosa che ci impedisce di essere davvero felici o soddisfatti: Le 7 cattive lezioni per la vita.
Area esercizi: Consapevolezza delle dipendenze.
Area film: L’energia dell’Universo in noi.
L’uomo di Sefirot: per avere maggiore consapevolezza delle emozioni nel mio corpo.
Area film: La storia del Budda - il controllo emotivo.
Area esercizi: Libertà dalle dipendenze.
Le 10 regole della Felicità.
L’autostima ritrovata.
I Relatori di questo Ateneo:
Dott. HC Giancarlo Baggio:
Docente di Motivazione e Assertività
Dott.ssa Emanuela Costantini:
Medico Chirurgo
Dott. Franco Piva:
Psicologo Psicoterapeuta
Dott. Valter Fabbro:
Medico Chirurgo, Professore Universitario
Dott.ssa Piera Teglia:
Psicologa e Formatrice accreditata
Patrizio Ferreri:
Presidente S.I.R., Docente di Motivazione
Per iscrizioni vedi scheda allegata alla rivista
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IL GUSTO DEL VIAGGIO
Approfitto per poter proporre alcuni momenti di “riflessione” a chi, sono certa,
ama a tal punto questa pratica un po´ arcaica e quasi in disuso, abituati come
siamo ad agire d´impulso, da esercitarla con se stesso e con gli altri anche in questi
spazi di crescita personale. Come mi capita di dire a “Magicamente”, mi viene in
mente la metafora di questi momenti e di questa vita come un viaggio: spinti dal
dolore, attirati dal desiderio, sorretti dalla speranza, gli uomini sono sempre andati
alla ricerca della liberazione, dell´illuminazione, della pace, del potere, della gioia...
Desiderosi di conoscenza, confondiamo spesso l´apprendimento con la conoscenza
stessa e cerchiamo guide piuttosto che lezioni, risposte piuttosto che domande, suggerimenti piuttosto che soluzioni
personali. E questo cercando di arrivare in fretta, dritti e veloci, perché angoscia, dubbi e disperazione ci piacciono
poco, mentre sono proprio quello che rappresenta l´occasione per fare una scelta che conduca alla crescita,
piuttosto che una scelta dettata dalla paura o dall´ignoranza. Così perdiamo la vera bellezza del viaggio che non
è giudicarlo ma il desiderarlo, il goderlo comunque sia, l´apprezzarlo e percorrerlo come l´unica possibilità di
arricchimento. Tutto cambia solo quando siamo disposti a correre dei rischi, soprattutto quello di cambiare,
capaci di trasformare il timore in determinazione e la ricerca di sicurezza in disponibilità all´avventura. Quindi a
non puntare a qualcosa di definito, di certo, di permanente, ma sentire la vita come qualcosa di mutevole,
effimero, elastico, misto e strano. Non si può sperare in risposte certe e valide sempre e per tutti, come non si
può afferrare l´acqua di un ruscello e portarla alla bocca coi pugni stretti, malgrado una sete violenta...
La verità non libera le persone e i fatti non cambiano gli atteggiamenti; chiunque ci regali risposte preconfezionate
ci impedirà di aprirci ad una vera scoperta di noi. Abbandonando il miraggio di trovare verità finali, potremmo
porre l´attenzione a ciò che ci circonda, alle nostre esperienze entrando nei dettagli, nei particolari, nelle sfumature,
per raccontarci finalmente la nostra storia, meravigliosamente complessa e ricca delle nostre immagini, dei nostri
sentimenti, delle nostre parole più intime e preziose. Allora il viaggio non sarà più “un viaggio”, né una fuga, né
una ricerca di certezze o di illusioni, ma la trama di una storia che racconta eventi collegati da infiniti ponti, non
rischiando mai di finire sul molo, che a pensarci bene, è un ponte che non va da nessuna parte. Possiamo
ricostruire la nostra storia personale, dedicandole coinvolgimento, ascolto, cura e passione che di solito abbiamo
per gli altri, ripercorrendo attimi, sensazioni e ricordi con gli occhi curiosi, lucidi e limpidi di oggi. Possiamo infine
riflettere, come ho detto prima, da re-flectere “volgerci indietro”. Possiamo tessere questa storia emozionante,
emozionati di scendere dentro noi stessi come viaggiatori, senza maestri né allievi, ma solo come uomini disposti
a perdersi per potersi ritrovare. Siamo forti, grandi, umani, quando sappiamo chi siamo adesso, perché ricordiamo
chi siamo stati e sappiamo chi vogliamo divenire. Narrarci la nostra storia significa riprenderci la nostra identità
personale; scoprire come inizia e come si racconta non sarà una risposta, ma una trasformazione: da qualcuno
intrappolato nel suo passato, ad un essere liberato per mezzo di esso. Dopo aver cercato con ogni mezzo di farci
conoscere, possiamo scegliere di rivelarci a noi stessi, lasciare esprimere la moltitudine che c´è in noi, affrontando
anche sentimenti ed idee che sono brutti, cattivi e vergognosi, per poter ricevere gli aspetti belli, teneri, autentici
di noi stessi. Mi svelo a me stesso perché nessuno può amarmi se non mi conosce: soprattutto io. Allora presto
nell´iniziare questa “narrazione”, che mi porterà al centro di me, perché non c´è sempre tempo. Il fatto centrale
della nostra vita è che, prima o poi, tutto verrà a nulla. Non ci sarò più. Se trovo il coraggio di affrontare questo,
le mie priorità diventano chiare e nulla viene fatto per raggiungere qualcos´altro. Nessuna energia sarà sprecata
per conservare illusioni. La mia immagine non ha importanza. Non mi preoccupo dei risultati. Faccio quello che
faccio e sono quello che sono. Ecco tutto. Se penso di non esserci più, ciò che accade è l´unica cosa importante,
non sono più soggetta ad ingannarmi, abbandonarmi alla mia crudeltà o alla mia debolezza o inciampare nella
mia arroganza. Allora gusto e riassaporo ogni istante del viaggio, consapevole di quanto tutto sia meraviglioso e
un po´ assurdo. Ci sono solo io e ciò che sto vivendo, fino in fondo, qui e ora.
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Dottoressa GIORGIA SACCONI
Semiologa - Docente SIR
Membri del Consiglio Direttivo (2005-2006)
Alberto Miazzon (Presidente)
Alberto Calzolari (v. Presidente vicario)
Susanna Bettanin (Consigliere)
Gian Luigi Boschiero (Consigliere)
Anna Maria Costa (Consigliere)
Emanuela Costantini (Consigliere)
Valeria Fratalocchi (Consigliere)
Roberto Lequio (Consigliere)
Elisa Rota (Consigliere)
Sandra Torresin (Consigliere)
Maria Teresa Sperotto (Consigliere)
Riferimenti SIR
As coli Pice no
0734- 999755
(Alberto)
Be rgamo
329- 1526538
(Elisa)
Ge nova
347- 5205778
335- 6934962
(Giuseppina)
(Adriana)
Roma
339- 7269221
339- 7292763
328- 3846616
(Valeria)
(Giovanna)
(Laura)
Torino
348- 4101044
(Roberto)
Udine
0432- 675767
340- 2798441
(Sandra)
(Sandra)
Vice nza
333- 5987088
329- 4154249
(Anna)
(Susanna)
…per favorire lo sviluppo emozionale, mentale e spirituale dell’Uomo…
ATENEO S.i.R. - Studenti in Ricerca
c/o CENTRO IKOS Corso Padova, 12 - 36100 VICENZA
Segreteria Generale tel. 0444 921410
c.c. postale N. 63828636 - C.F. e partita IVA 03234070245
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Il Serpente e l`Aquila n. 4