Mercoledì 19 dicembre 2007 Anno XL N. 299 LA PIANTA GRASSA € 1,00 GIANFRANCO RAVASI N on esiste una pianta grassa irta di spine che non lasci spazio anche per un piccolo bocciolo di fiore. È uno dei «pocket» in inglese che si trovano nelle edicole degli aeroporti stranieri e contiene una raccolta di detti proverbiali dei vari continenti. Non so come, ma è riaffiorato tra i miei libri e mi ha offerto - con questo aforisma africano - uno spunto suggestivo di riflessione. In molte case si custodiscono piante grasse che sopravvivono lungamente senz’acqua e che sono avvolte in una cortina di spine più o meno acuminate. Eppure, quasi miracolosamente talvolta riescono a far emergere fiorellini dai colori ora accesi ora tenui, oltre naturalmente a offrire quel verde costante che le contraddistingue. La parabola è semplice e fa il paio col nostro - molto meno poetico - proverbio secondo il quale «ogni ladrone ha la sua devozione». Un racconto apocrifo molto noto narra S. Anastasio I DOPO LA FORCA, ALTRI TRAGUARDI UNA TAPPA FONDAMENTALE PER LA VITA ANDREA LAVAZZA on in mio nome. Lo slogan di N tante contestazioni alla guerra riassume bene il senso dello storico seppur simbolico voto di ieri alle Nazioni Unite. La moratoria universale sulla pena di morte non farà immediatamente cambiare idea a Paesi come l’Iran, che proprio ieri ha mandato sulla forca quattro condannati, o la Cina, di cui non si conosce nemmeno l’enorme numero d’uccisi, ma di certo afferma la volontà di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Non in mio nome. Non si può uccidere per affermare il diritto, non si può togliere la vita per conto del popolo sovrano. Il diritto fondamentale va rispettato anche per il peggior criminale, una comunità democratica non dispone dell’esistenza di alcun suo membro. È questo il senso del pronunciamento che riconosce un valore basilare e raggiunge un vertice di civiltà giuridica, di forti radici cristiane e con nervature del miglior illuminismo italiano di Cesare Beccaria. Superare il muro dei 100 Stati (104 sono stati i favorevoli) riveste un alto significato, perché il fronte del sì al boia conta su nazioni potenti, dal notevole potere di trascinamento sulle piccole, dagli Stati Uniti alla già citata Cina, dall’Egitto all’Arabia Saudita, dal Giappone all’Indonesia. Non si può, quindi, sottovalutare il risultato raggiunto dall’Europa grazie all’impegno del nostro Paese che, per primo, con intelligenza e generosità si è speso a favore della scelta abolizionista grazie al fervore della diplomazia. Uno sforzo che all’inizio poteva apparire velleitario (per la difficoltà di raggiungere l’obiettivo) o mal speso (per l’opportunità di concentrarsi su battaglie più concrete). Eppure, oggi il successo è tangibile e non trascurabile. Soltanto il tempo dirà quanto la moratoria a livello Onu contribuirà ad accelerare una tendenza abrogazionista che va comunque crescendo (64 nazioni mantengono la pena capitale, molte meno la applicano: non più di 27 nel 2007). Resta la grande affermazione di principio: non in mio nome, non è lecito uccidere in risposta alla violenza, la vita è sacra e una comunità non può delegare il suo sistema di giustizia ad abbreviare l’esistenza di una donna o di un uomo, sia colpevole o (circostanza ancor più mostruosa) innocente. E per i Paesi che continueranno a far salire qualcuno sul patibolo scatterà un ulteriore stigma mondiale: esecuzione eseguita in violazione della moratoria Onu. Non farà molta differenza per qualche governo dittatoriale o scarsamente democratico, si auspica che contribuisca a inclinare la bilancia verso il no nell’America sempre meno convinta dell’accettabilità della pena di morte. Va infatti rilevato che, sebbene la risoluzione non sia vincolante, la strenua opposizione messa in campo al Palazzo di Vetro dagli Stati non abolizionisti avrebbe poco senso se il voto fosse del tutto privo di conseguenze. Resta la legittima perplessità di chi sostiene che tale mobilitazione avrebbe potuto essere spesa per salvare tante più vite in altri ambiti. Vale come risposta proprio quello slogan: non in mio nome. Non può essere lo Stato, cioè noi tutti, titolari della sovranità, a dare la morte, deliberatamente e collettivamente. Molte altre gravi ingiustizie, certo, sono ammesse o tollerate come scelta personale. Ma quello compiuto ieri è comunque un passo in difesa della vita. «Non in mio nome» può restare una bandiera anche per le prossime sfide. che Gesù di fronte alla carogna di un cane morto, mentre i suoi discepoli ne segnalavano il disgusto, esclamasse: «Guardate i suoi denti: sono candidi come chicchi di grandine!». In ogni creatura, anche dietro le apparenze più infami e le storie più vergognose, alberga un’oasi, sia pure striminzita, di bontà e umanità. Il vero cristiano dovrebbe puntare a quel varco per allargarlo, prima di ergersi a giudice inesorabile del resto, segnato dal male. È un po’ il motto di Cristo, «cercare ciò che è perduto», o per ricorrere a un’immagine isaiana ripresa anche da Gesù, riutilizzare la canna incrinata e non spegnere il lucignolo fumigante. Non è "buonismo" a tutti i costi, ignorando il male, ma è scommettere sulla forza dirompente del bene. Finisco con un altro proverbio tratto da quel libretto. È tibetano: «Nessuno è nato sotto una cattiva stella. Ci sono piuttosto persone che non sanno comprendere il cielo». Opportunità di acquisto in edicola: AVVENIRE + Luoghi dell’Infinito € 2.00 www.avvenire.it Svolta. Storico voto dell’assemblea generale dell’Onu. Coronato da successo l’impegno coordinato dall’Italia. La Santa Sede: cresce la coscienza della vita NEL GIORNALE ■ Inchiesta Il mondo rifiuta il boia Proclamata la moratoria universale sulla pena di morte ● Con 104 «sì» e 54 «no» IN POCHE ORE ALTRI CINQUE INFORTUNI MORTALI le Nazioni Unite hanno approvato in via definitiva il documento che invita i Paesi a sospendere la pena capitale. Successo dell’ala abolizionista capeggiata dagli europei Quello che i numeri non dicono: l’Africa diventa sempre più povera ● Stati Uniti e Cina guidano ■ Immigrazione gli oppositori. Ma il fronte presenta già le prime crepe. L’obiettivo ora si fa più ambizioso: l’abolizione 3 ZAPPALÀ A PAGINA ● La commozione di Prodi: «Abbiamo contribuito a diffondere pace e giustizia». D’Alema: «Grande risultato con una maggioranza larga» Tragedie sul lavoro incubo senza fine ● La Comunità Sant’Egidio: ARENA E GALLIANI A PAGINA 12 «Una pietra miliare. Adesso sarà imbarazzante ignorare questo nuovo standard morale» PRIMOPIANO ALLE PAGINE 4/5 NUOVI CASI IN ITALIA CADRÀ IL TESTO IN CUI SI VOLEVANO INSERIRE LE «TENDENZE SESSUALI» Nel Trevigiano terza vittima della meningite Sicurezza, il governo abbandona il decreto legge due volte sbagliato Una donna di 30 anni è morta ieri nell’ospedale di Montebelluna per la meningite meningococcica. Si tratta della terza persona che resta vittima del pericoloso batterio nel focolaio che da 10 giorni si è acceso nel Trevigiano. Altri casi sospetti a Roma e Milano. Il professor Cauda (Policlinico «Gemelli»): «Importante la tempestività della diagnosi e della terapia. La mortalità è del 10-12%» DAL MAS E NEGROTTI A PAGINA 7 ● Il governo annuncerà oggi ai capigruppo la decadenza del "decreto sicurezza". Decisivo il timore di un rinvio alle Camere da parte di Napolitano ● Bertinotti: «Si discuterà in modo più approfondito a gennaio». Ancora incertezza sulla soluzione alternativa e per la norma imposta da settori radicali FORNARI E SANTAMARIA A PAGINA Oggi su èlavoro PART-TIME: IN ARRIVO NUOVE AGEVOLAZIONI 9 «Click day» per colf e badanti: 136mila richieste di assunzione A PAGINA 10 ■ Sport ARRIVANO 6 MILIARDI Lotta all’evasione entrate boom Aumenta il canone Rai MANELLI A PAGINA LA GARA AIR FRANCE-AIR ONE Alitalia, un altro rinvio Venerdì la decisione Tutto rinviato a venerdì. Il consiglio di amministrazione dell’Alitalia ha deciso ieri di darsi più tempo per valutare le offerte di Air France e Air One, riconvocandosi per la scelta definitiva a fine settimana. Decisiva la richiesta di rinvio giunta dal governo e dai sindacati. SACCÒ A PAGINA 6 27 Coppa Italia di basket per la prima volta senza polizia nei palazzetti MARCHI A PAGINA 34