Editrice Missionaria Italiana
Via di Corticella, 179/4 – 40128 Bologna
tel. 051.326027 – fax 051.327552 - www.emi.it
Ufficio Stampa: [email protected]
In libreria da mercoledì 20 maggio
Comunicato stampa
Le storie sconosciute dei cristiani imprigionati per decenni
in Cina sotto Mao Zedong
In libreria In catene per Cristo. Diari di martiri nella Cina di Mao (EMI)
Oggi, 19 maggio, presentazione in anteprima nazionale a Verona
con il cardinale Joseph Zen di Hong Kong
Mercoledì 20 maggio alle ore 21 al Pime di Milano
Bologna, 19 maggio 2015
Documenti storici di altissimo valore storiografico per far luce sulla persecuzione
contro i cristiani durante il regime di Mao Zedong in Cina. Sono i testi contenuti nel
nuovo libro curato da Gerolamo Fazzini In catene per Cristo. Diari di martiri
nella Cina di Mao (Editrice Missionaria Italiana, in libreria da domani 20 maggio,
prefazione di Bernardo Cervellera).
Nel testo curato da Fazzini, giornalista collaboratore del mensile Jesus e del settimanale
Credere, vengono presentate quattro testimonianze autobiografiche tramite le
quali si può conoscere l’immane violenza del Grande Timoniere contro la Chiesa cattolica
e le altre religioni. Dentro tale situazione fatta di processi-farsa, violazioni dei diritti
umani, torture e uccisioni, risaltano anche l’eccezionale tenacia e l’intrepido
coraggio di queste vittime di feroci persecuzioni. In particolare, nel libro di Fazzini
vengono riportate le vicende di quattro testimoni: il vescovo italiano Gaetano Pollio,
missionario del Pime, presule a Kaifeng, arrestato e messo ai lavori forzati per sei mesi;
mons. Domenico Tang, gesuita, arcivescovo di Canton, detenuto senza processo per
ben 22 anni, senza che la sua famiglia avesse mai notizie di lui tanto da reputarlo morto;
il giovane catechista Giovanni Liao, imprigionato in un laogai per oltre 22 anni solo per
il semplice fatto di essere cattolico; padre Leone Chan, 4 anni e mezzo di carcere, uno
dei primi preti cinesi fuggiti in Occidente per raccontare come si viveva oltre la «cortina
di bambù», proprio mentre in Occidente il Libretto rosso diventava un simbolo di
«libertà» ed «emancipazione».
I protagonisti di questi diari, raccolti e commentati da Fazzini, raccontano la vita dei
laogai con la minuzia distaccata e la lucida passione dei grandi testimoni della
storia, da Primo Levi ad Aleksandr Solgenitsin. E insieme all’orrore – la fame, le
torture, il freddo, gli interrogatori, le sessioni di «indottrinamento», le umiliazioni dei
«processi popolari», – tramite le loro pagine possiamo conoscere la fede cristallina di
questi autentici seguaci di Cristo. I quali hanno compiuto questo calvario per
fedeltà a una vocazione ma senza diventare schiavi dell’odio.
Fazzini, che in passato aveva già curato Il libro rosso dei martiri cinesi (Edizioni San
Paolo), tradotto in 4 lingue, spiega così il senso del suo lavoro di indagine: «L’opinione
pubblica, comprese le fasce più acculturate del mondo cattolico, ignora pressoché
totalmente la portata del dramma dei cristiani di Cina e, soprattutto, la miniera
straordinaria di storie di fede che nel corso del maoismo si sono consumate». Aggiunge
Fazzini, editorialista del quotidiano Avvenire: «Leggendo In catene per Cristo si
troveranno numerosi fatti ed episodi che dimostrano in maniera eloquente la
vera natura, intrinsecamente violenta, del maoismo. Ma il valore principale di
queste pagine è principalmente di tipo spirituale. Gli stessi protagonisti di queste
vicende, pur prendendo le distanze dal comunismo, mai si avventurano nella contropropaganda, nell’ostilità o nella vendetta. Questi “martiri” hanno uno stile
autenticamente evangelico: erano convinti che la loro sofferenza, vissuta e accettata in
nome della fede, parlasse assai più delle parole, arrivando persino a far breccia nel
cuore dei persecutori».
Il libro In catene per Cristo. Diari di martiri nella Cina di Mao viene presentato in
anteprima oggi, 19 maggio, alle ore 20.30 nella Sala Africa della Fondazione
Nigrizia (Vicolo Pozzo, 1) a Verona, nell’ambito del Festival Biblico. Intervengono,
oltre al curatore, il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong, e
padre Gianni Criveller, missionario del Pime a Hong Kong. Il cardinale Zen e p.
Criveller saranno presenti anche a Milano mercoledì 20 maggio alle ore 21.00 al
Centro di animazione missionaria del Pime (via Mosè Bianchi 94) per un incontro
su Dove va la Cina. Democrazia, diritti umani, libertà religiosa.
Pagine scelte da In catene per Cristo. Diari di martiri nella Cina di Mao
Dal diario del vescovo Gaetano Pollio, arcivescovo di Kaifeng:
«Nelle dolorose traversie di quel primo periodo nel carcere annesso all’ufficio della polizia,
dove i cristiani privilegiati pregavano, soffrivano e s’immolavano, giorno per giorno, per il
trionfo della fede, ebbi la consolazione di rivivere scene di catacombe. Ebbi anzitutto il
conforto di poter celebrare clandestinamente la santa Messa ben cinquantanove volte. […]
La Messa celebrata in quelle condizioni, in un carcere dove i persecutori comunisti
imperversavano con un crescendo di menzogne e calunnie contro l’episcopato e il clero,
specialmente straniero, nella loro lotta impetuosa e satanica per piegare i cristiani, accusati
di tradimento e di connivenza con gli imperialisti, quella Messa, dico, aveva un riflesso di
cielo.» (p. 78-9).
«Dopo la sentenza emessa dal tribunale i condannati dovevano passare ai lavori forzati o
ritornare in carcere, oppure venivano condotti in altri luoghi. La pena più dura e temuta era
il lavoro delle fornaci, dove venivano cotti i mattoni, e dalle quali si tornava sempre in
pessime condizioni di salute. Molte volte dal carcere si passava ai lavori senza alcuna
sentenza. Conobbi anch’io le pene dei lavori. Fui addetto ai lavori più umili, più avvilenti e
ripugnanti. Insieme con un ex generale dell’esercito nazionalista, con un professore di
università e con altri detenuti dovevo impastare lo sterco con la terra, riempirne dei cesti,
caricarli sui carretti. Fui adibito a queste mansioni per quindici giorni. Le sentinelle, nel
vedermi intento a quel genere di lavoro, sorridevano e sghignazzavano; sapevano che ero
stato condannato ai lavori per l’odio che mi si portava come vescovo cattolico e come
europeo.» (p. 109).
Dal diario di padre Leone Chan, sacerdote della diocesi di Hong Kong vissuto tredici
anni sotto il regime comunista:
«Dopo una settimana dal mio arresto, vennero arrestati anche il mio catechista, che mi
aiutava, e due donne che mi coadiuvavano al dispensario, specie per assistere le partorienti.
Pensai che volessero accusarmi di aver dato medicine sbagliate alla gente, cosa che per
errore poteva anche essere capitata, invece seppi in seguito che l’accusa nei miei riguardi
era di aver mandato dei ragazzi a mettere il veleno nei pozzi della città. Evidentemente
avevano arrestato i miei aiutanti perché confermassero l’accusa. Quella notte stessa sentii
per lungo tempo le loro urla e le loro grida disperate: li picchiavano perché mi accusassero
di quell’assurdità! Questo continuo per cinque giorni, ma né il catechista né le due donne
cedettero alla violenza. Infine trovarono un ragazzo disabile psichico (non pienamente in
possesso delle sue facoltà mentali), che si lascio convincere ad accusarmi di averlo mandato
a gettare il veleno nei pozzi!» (p. 356).
Dal diario di Giovanni Liao Shouji, rinchiuso nel campo di lavoro di Niutoukeng:
«Dopo qualche tempo l’autocarro si fermò ai piedi di una collina, circa quindici chilometri a
nord di Canton. Qualcuno riconobbe il luogo: Niutoukeng, una cava di pietra in cui il lavoro
veniva svolto interamente a mano, senza alcun aiuto meccanico. Lavoravamo da mattina a
sera, letteralmente dall’alba al tramonto. Le nostre mani erano coperte di piaghe e
sanguinavano, i nostri polsi erano irrigiditi dalle lunghe ore di martellamento e le mani non
si aprivano e chiudevano più di quanto necessario per tenere il martello. Oltre al duro lavoro,
le condizioni di vita e igieniche erano molto precarie. Gli edifici in cui dormivamo non erano
di mattoni, ma di bambù e coperti di paglia. All’interno pareti dello spessore di un centimetro
dividevano la stanza in tre settori, che facevano da dormitorio per parecchie centinaia di
prigionieri. L’igiene era pessima. Dopo il lavoro eravamo coperti di polvere, ma l’unica
possibilità per lavarsi erano due pozzanghere di acqua sporca e stagnante ai piedi della
collina: dovevamo immergerci in quell’acqua lurida e giallognola, piena di alghe, sia in estate
che in inverno.» (p. 270).
IL CURATORE
Gerolamo Fazzini (Verona, 1962), giornalista e scrittore, è editorialista di Avvenire e
collaboratore di Vatican Insider. Consulente di direzione per Credere e Jesus, per 12 anni
ha diretto il mensile del Pime Mondo e Missione. È autore di vari libri, fra cui Lo scandalo
del martirio (Ancora), Cattolici in Cina (con A. Lazzarotto, San Paolo) e Scritte con il sangue.
Vita e parole di testimoni della fede del XX e XXI secolo (San Paolo).
Ha curato Il libro rosso dei martiri cinesi (San Paolo), tradotto in inglese, francese, spagnolo
e polacco.
In allegato, la copertina del volume e una foto di Gerolamo Fazzini
In catene per Cristo. Diari di martiri nella Cina di Mao, a cura di Gerolamo Fazzini,
prefazione di Bernardo Cervellera, Collana Lampi di storia, Editrice Missionaria
Italiana, pp. 416 con inserto fotografico, euro 20,00
Per informazioni, richieste di interviste o copie saggio per recensione:
Chiara Brivio
Ufficio stampa EMI
Email: [email protected]
Cell. 328/0387080
Tel. 051/326027
Scarica

In catene per Cristo