Il tic all’occhio
Sceneggiatura di
Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
Prima stesura
Da un’idea di
Alessandro Cappelletti
Premessa
SCENA 1 - STRADA CITTADINA - Esterno notte
Un’ambulanza sfreccia a sirene spiegate.
SCENA 1/2 - AMBULANZA - Interno notte
Tra due infermieri, il “paziente”, con la camicia di forza ed un occhio pesto. È tra i trenta e i trentacinque. Sta sghignazzando. Ha
un’espressione tra il divertito e il trasognato. Sotto la camicia spunta un impermeabile stropicciato.
VOCE OFF UOMO CON IMPERMEABILE
In questi casi di solito si comincia dicendo frasi del tipo: “Vi state chiedendo
perché mi trovo in questa situazione?”
L’uomo guarda i due infermieri che, abituati a quel tipo di compagnia, non accennano nessuna reazione. Poi si guarda la camicia di
forza.
VOCE OFF UOMO CON IMPERMEABILE
Io non sono certo che voi ve lo stiate chiedendo. Ma sto indossando una
camicia di forza. Di questo ne sono certo.
Inizio Flashback
SCENA 2 - BISCA CLANDESTINA - INTERNO GIORNO
I titoli iniziali in super per tutta la scena 2
L’uomo, con addosso lo stesso impermeabile, buttando violentemente giù la porta, entra rovinosamente in quella che pare essere
una bisca clandestina, sorprendendo quattro sgherri e minacciandoli con la pistola. Poco distante da loro, una donna, legata e
imbavagliata.
UOMO CON IMPERMEABILE
Fermi tutti! Mani in alto!
VOCE OFF UOMO CON IMPERMEABILE
Ecco, questo sono io, o meglio, non proprio io … il personaggio che
interpreto, LEO BUSCA!
L’occhio destro di Leo Busca ha un impercettibile tic. Mentre i quattro sgherri alzano le braccia sotto il tiro della pistola, Leo si dirige
verso la donna, le toglie il bavaglio e comincia a slegarla.
DONNA (guardando oltre la porta)
Papà!
Entra un uomo maturo, dall’aspetto distinto, con cappello e cappotto, seguito da un altro, più giovane.
UOMO DISTINTO
Figlia mia!
Leo, con espressione soddisfatta, guarda prima la donna e poi l’uomo indicato da lei come suo padre.
VOCE OFF UOMO CON IMPERMEABILE
Io invece mi chiamo Alessandro Cattani e faccio l’attore.
VOCE ALL’ INTERFONO
Stop! Questa era bella!
I quattro, rilassati, abbassano le braccia. Scopriamo di essere su un set, in una finta bisca clandestina.
VOCE ALL’ INTERFONO
… State pronti che ne facciamo un’altra!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
2
C’è un po’ di disappunto tra la troupe. Se era bella, perché ne facciamo un’altra? Gli attrezzisti si attivano per rimettere a posto la
porta, mentre entra in scena un uomo sulla cinquantina, presumibilmente quello che ha appena urlato e passando tra le telecamere
si avvicina ad un altro uomo, suo coetaneo, con in mano un esposimetro.
REGISTA (complice)
Senti … cosa ne dici se provassimo con un po’ più di … come dire ...
atmosfera? (illuminandosi) Se aumentassimo il fumo?
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA (un po’ polemico)
L’ho diminuito perché hai detto che sembrava una fumeria d’oppio…
REGISTA (un po’ trombone)
Eh, ma anche tu! Cerca d’interpretarmi!
Ale, massaggiandosi la spalla dolorante, si avvicina e tenta timidamente di inserirsi.
ALE
Andava bene il tic?
REGISTA (distrattamente)
Quale tic? (poi, seccamente, rivolto all’attrice) Anita cara, tu sei brava come
sempre … perché non provi a …
Il regista si allontana con Anita. Ale accusa il colpo. Vicino a lui, la costumista con la sua assistente, sta occupandosi
dell’abbigliamento dell’uomo maturo. Gli tolgono il cappotto ed il cappello.
VOCE OFF ALE
Passare inosservato è sempre stata una mia prerogativa… l’uomo invisibile
al confronto… è un dilettante.
L’assistente costumista, quasi senza accorgersi di lui, gli passa il cappello ed il cappotto. Ale sembra un maggiordomo.
VOCE OFF ALE
Ma sto divagando … questo non è il vero inizio!
Ultimo titolo
SCENA 3 - PRIMO PIANO DI ALE - Interno giorno
In un ambiente non definito, Ale parla tra sé come meditando.
ALE
… Devo andare molto più indietro nel tempo!
Poi, come accorgendosi della m.d.p., vi si rivolge direttamente.
ALE
Se, come si dice, gran parte della nostra vita di adulti si decide durante
l’infanzia… io ho un gran bell’elenco di giustificazioni!
SCENA 4 - CAMERA ALE BAMBINO - Interno giorno
Una DONNA VIGOROSA attorno ai trentacinque anni, entra nella camera del PICCOLO ALE, accende la luce e spalanca la
finestra. Fuori albeggia.
VOCE FC ALE
Mi svegliava alle sei del mattino, urlando frasi del tipo: “Alzati, che è ora!
Devo dare la polvere!”
DONNA VIGOROSA
Alzati che è ora! Devo dare la polvere!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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VOCE OFF ALE
Signori, mia madre!
Il piccolo Ale esce tremando da sotto le coperte e scende dal letto.
VOCE OFF ALE
Anche se nevicava e anche di domenica! Avrei potuto piangere, come i
bambini normali, o spogliarmi nudo per prendere la polmonite … come i più
furbi. Invece io mi vestivo velocemente e facevo i compiti sottozero.
Mentre il piccolo Ale studia, la madre, rumorosamente, fa le pulizie con l’aspirapolvere.
VOCE OFF ALE
Il trattamento ha sicuramente sviluppato anticorpi contro i virus, ma non
contro gli esseri umani, da cui ancora non riesco a... difendermi ...
SCENA 5 - PARCHEGGIO SOTTO CASA - Interno notte
Ale in automobile, inserisce la freccia per parcheggiare nell’unico posto rimasto libero. Ma un aggressivo fuoristrada gli “soffia” in
modo scorretto il parcheggio
VOCE OFF ALE (come confessandolo)
Sono un debole. Faccio tutto quello che mi si dice di fare, non obbietto quasi
mai. Raramente chiedo spiegazioni … e se lo faccio…
Ale gli si avvicina per chiedere spiegazioni. Dal fuoristrada scende un ENERGUMENO
ALE (timidamente rivolto all’energumeno)
Avevo… inserito la freccia! …Non ha visto?
VOCE OFF ALE
… accetto la prima argomentazione che mi si da.
ENERGUMENO (provocatorio)
Si, ho visto benissimo! (minaccioso) E allora?
Ale ha una espressione come dire “allora…niente…”
SCENA 6 - BAR SOTTO CASA - Interno notte.
Nel bar, affollato di gente, Ale sta cercando di ordinare qualcosa, ma è sempre anticipato e addirittura “scavalcato” dagli altri
avventori. Il BARISTA sembra non accorgersi di lui.
VOCE OFF ALE
… Non che io voglia impormi a tutti i costi…
SCENA 7 - SCALE PALAZZO ALE - Interno notte
Ale, uscendo dall'ascensore, dà la precedenza a una VICINA con FIGLIA che, chiacchierando tra loro ed ignorandolo, gli sbattono
quasi la porta in faccia.
VOCE OFF ALE
… Vorrei solo dire la mia! … Essere … qualcuno!
ALE (rivolgendosi con amara ironia alle due ormai lontane)
Grazie!
SCENA 8 - PRIMO PIANO DI ALE - Interno giorno
Ale alla m.d.p.
ALE
… Io invece, rimugino sempre … (riprendendo il filo del discorso) Mia madre
non è l'unica donna della mia vita. C'è anche Marta.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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SCENA 9 - CASA ALE - Interno giorno
Nella salotto del suo appartamento da single, un po’ “casual” come il suo inquilino, Ale ha uno scambio di opinioni con MARTA, una
nervosa “rossa” con qualche anno in più di lui, vistosa nell’abbigliamento, con anelli e bracciali, non bella ma di temperamento,
quella che comunemente definiresti un “tipo”. Ale è in piedi. Lei, seduta sul divano, ha in mano dei fogli.
ALE (sostenuto, sdegnoso)
No, no e poi no! Con te ho chiuso!
MARTA (svogliata)
Lo riconosco, ho sbagliato a fidarmi del primo venuto, non farò più a
nessuno gli occhi di … (non credendo ai suoi occhi) triglia?!
Marta scatta in piedi e butta via i fogli.
MARTA (nervosa)
Ma dai, ma non è possibile … Io mi rifiuto…
ALE (giustificandosi)
È una pubblicità! (come a convincere se stesso) … Con la scene e i costumi
adatti …
MARTA
Ma quali costumi adatti!
VOCE FC ALE
Anche Marta fa l’attrice, gran temperamento, carattere forte.
MARTA (inveendo)
Ma non hai un po’ di pudore? Vuoi fare Shakespeare e poi fai questa
robaccia qui!
Marta prende la borsa ed altri oggetti sparsi sul tavolo. Ale la guarda malinconicamente.
VOCE FC ALE
…Chissà perché nelle coppie ad un certo punto le cose smettono di
funzionare … non so perché c’intestardiamo a stare assieme … a dire il
vero, non ricordo neppure perché abbiamo iniziato.
MARTA (riprendendo)
Non posso concepire la perdita di tempo, e passi finché è il tuo, ma qui
finisco per rimetterci io, stiamo scherzando!
VOCE F.C. ALE (puntualizzando)
Una delle caratteristiche di Marta è la generosità!
MARTA (dandosi una controllata allo specchio)
Beh, io esco! Continua piuttosto a fare gli esercizi di fonetica e respirazione
che ti ho insegnato!
E se ne va.
SCENA 10 - PRIMO PIANO ALE - Interno giorno
ALE
…Il guaio è che sono perfettamente consapevole di come mi tratta, anzi …
di come lascio che lei mi tratti. Continuo a ripeterlo anche al mio analista!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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SCENA 11 - STUDIO ANALISTA - Interno notte
Ale disteso su una chaise longue in un elegante studio. È convinto di parlare con il suo analista, ma la poltroncina dietro di lui è
vuota.
ALE
Il guaio è che sono perfettamente consapevole di come mi tratta…
Improvvisamente, si apre una porta vicina alla poltroncina ed entra l'ANALISTA, muovendosi come per non fare rumore. Non visto
da Ale, si accomoda lentamente finendo di masticare qualcosa, poi si pulisce le briciole dalla bocca e si dà un contegno.
ALE
… anzi, di come lascio che lei mi tratti!
ANALISTA (finendo di accomodarsi)
Non lo definirei guaio. Direi che è un piccolo passo in avanti. (guardando
l’ora) Purtroppo il tempo a nostra disposizione è finito, continueremo la
prossima settimana.
SCENA 12 - PRIMO PIANO ALE - Interno giorno
ALE (come rispondendo ad una domanda)
Perché faccio l’attore? Perché è terapeutico! E per non passare inosservato!
SCENA 13 - PIANEROTTOLO CASA MADRE ALE - Interno giorno
La madre sta spingendo Ale (un po’ più giovane e con un taglio di capelli diverso) fuori dalla soglia della porta di casa. La donna,
che ha ora passato la cinquantina, gli passa una pesante valigia.
MADRE (molto arrabbiata)
Tieni! (sarcastica) E mi raccomando, non passare inosservato!
E gli chiude la porta in faccia.
SCENA 14 - PRIMO PIANO ALE - Interno giorno
ALE
Ho tenuto duro! … Ho seguito tutto l’iter, istituzionale e non … sono in
regola! Ma è una vita difficile … con vertiginosi alti e bassi … L’importante
è mantenere intatta la propria dignità!
SCENA 15 - SET PUBBLICITARIO - INTERNO GIORNO
In mezzo a delle enormi foglie di lattuga, un’ATTRICE con addosso un ridicolo cappuccio a forma ittica. Interpreta la TRIGLIA.
ATTRICE-TRIGLIA (con voce stridula)
…Non farò più a nessuno gli occhi di triglia, tu sei l’unico degno di friggermi!
Si sta rivolgendo ad Ale, il cui viso spunta al centro di un’enorme “maschera” a forma di girasole. Ed indossa, come un uomo –
sandwich, la lattina d’olio.
ALE (allegramente)
Finalmente l’hai capito!
Spuntano altri “girasoli” e si forma un coretto festoso che intona un motivetto.
ALE E GLI ALTRI GIRASOLI
No, non cader –
dalla padella nella bracevieni con mee poi vedrai faremo pace!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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SCENA 16 - PRIMO PIANO ALE - Interno giorno
Ale in un imbarazzato silenzio.
ALE (riprendendosi)
Certo, io amo il grande teatro, Pirandello, Moliére, Shakespeare!
(ricordando) ah … ho fatto un Amleto! Regia e interpretazione! Era una
recita per i carcerati, una roba d'avanguardia... l'adattamento era di un
pluriomicida…
SCENA 17 - PALESTRA CARCERE - INTERNO GIORNO
Nella palestra del carcere è stata allestita una scarna scenografia per l’Amleto. Si stanno facendo le prove. Ale è in mezzo a
quattro ENERGUMENI all’apparenza pericolosi, che lo squadrano seriamente. Sta tentando di spiegare loro una scena. Ha in
mano il teschio. I quattro si avvicinano circondandolo. Ale sembra non aver via d’uscita.
ALE (intimidito, quasi spaventato)
Ok ragazzi … (alludendo alla scena) vedo un po’ di spiegarvela io! … Chi mi
tiene il teschio?
SCENA 18 - PRIMO PIANO ALE - Interno giorno
ALE
Questo lavoro l’ho fatto grazie a Carlo, il mio più caro amico. Ha sempre
avuto il pallino della regia.
SCENA 19 – CORTILE - Esterno giorno
Un gruppo di ragazzini sta giocando. Riconosciamo il piccolo Ale che sta “recitando” una parte, mentre a turno due di loro gli danno
calci nel sedere. Arriva un ragazzino che li sgrida e poi gesticolando dà alcune indicazioni ad Ale: è il PICCOLO CARLO.
VOCE OFF ALE
È grazie a lui che è nata la mia passione per la recitazione.
SCENA 20 - TEATRO OFF - Interno notte
CARLO ed Ale adulti, per le quinte di uno scantinato, arredato a teatro alla meno peggio: un palco, qualche praticabile, poche
seggiole.
VOCE OFF ALE
…Adesso stiamo preparando una rivisitazione del Riccardo III… ovviamente
soldi zero, però abbiamo trovato un teatrino… interessante. Carlo ha avuto
l'idea di raccontarlo … come dal punto di vista del cavallo di Riccardo ...
sapete, quello dalla famosa battuta…
Carlo, gesticolando, sembra spiegare ad Ale le sue idee sull’utilizzo dello spazio.
SCENA 21 - PRIMO PIANO ALE - Interno giorno
ALE
…Ah, in quanto all’abitudine di parlare allo specchio …
La m.d.p. carrella indietro e scopriamo che in realtà Ale sta parlando a se stesso di fronte ad uno specchio. L’inquadratura più
larga, infatti, ci rivela ora attorno a lui la cornice. È lo specchio nel salotto del suo appartamento.
ALE
… No, non sono pazzo, è che da quando faccio questo mestiere… per le
prove! … Una forma di controllo. Il mio agente dice … (si blocca) È lì che è
iniziato tutto! Dal mio agente!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Primo atto
SCENA 22 - UFFICIO AGENTE - Interno giorno
Dietro un’elegante scrivania un uomo sulla cinquantina, dall’aspetto risoluto con un fare un po’ rozzo: è l’AGENTE. Sta parlottando
al telefono. Qualcuno bussa alla porta.
ASSISTENTE
È arrivato Cattani.
AGENTE (coprendo il microfono con la mano)
Lo faccia entrare ed esattamente cinque minuti dopo mi venga a ricordare
quell’importante impegno…
L’assistente sorridendo fa cenno che ha capito perfettamente e se ne va, lasciando il passo, poco dopo, ad Ale. L’agente, sempre
al telefono, gli fa cenno di accomodarsi.
AGENTE (fissando Ale)
Certo, certo … la parte sarà tua ... … sta … stai tranquillo. Ora ti devo
lasciare, che ho una persona …
Ale, già imbarazzato, non sostiene lo sguardo dell’agente e si guarda intorno con finta disinvoltura. Appoggiata la cornetta, l’agente
continua a fissare Ale in silenzio per alcuni secondi, poi getta con gesto teatrale, quello che pare essere un copione sul tavolo.
Sulla copertina campeggiano i titoli:
"RICCHEZZA E LACRIME" oppure
"CUORE DI ALABASTRO" o forse
"LACRIME DI CAPINERA"
soap opera in 72 puntate - Puntata 1 - 2 - 3
AGENTE (secco)
Abbiamo un contratto per una soap nuova di zecca. Una coproduzione italomessicana girata con attori italiani che andrà in onda in Spagna e in quasi
tutta l’America latina.
Ale appare un po’ confuso dalla complicata spiegazione, ma comunque la tensione di prima si è sciolta in un sorriso che esprime
stupore e gratitudine.
ALE (quasi incredulo)
Beh, una buona notizia! Grazie per l’opportunità, non la delud …
AGENTE (interrompendolo)
Appena ho letto le prime battute del tuo personaggio, non ho avuto dubbi:
scritto apposta per te!
Dissolvenza. Effetto Blur.
L’agente è seduto dietro alla sua scrivania con a fianco la sua assistente. È visibilmente alterato; davanti a sé, scartoffie e foto di
attori.
AGENTE
Chi cazzo propongo per questa parte di merda!
ASSISTENTE (suggerendo)
Alfonsi?
AGENTE
È in tourné. E poi non lo farebbe mai.
ASSISTENTE
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Bertelli?
AGENTE
Ha combinato un casino con la produzione. Fine. Defunto. Morto. Kaput.
ASSISTENTE
E… Cattani?
AGENTE (illuminandosi)
Cattani! (facendo schioccare le dita) Quello non dice certo di no!
ASSISTENTE
Bisogna vedere cosa dice il regista.
AGENTE (aggressivo)
E chi è il regista?
ASSISTENTE
Federico De Novi.
AGENTE
De Novi? Quello è un miracolo se non l’hanno ancora spedito a dirigere il
traffico! E poi mi deve dei favori! (di nuovo pensieroso) Cattani… certo, la
parte non è adatta a lui … (con impeto) Ma chi se ne frega!
Dissolvenza. Effetto Blur.
L’agente guarda sorridente Ale che, fiducioso e sorridente pure lui, fa per domandare qualcosa.
AGENTE (bloccandolo)
Il tuo personaggio è ucciso alla terza puntata.
Per Ale è una doccia fredda.
ALE
… alla terza puntata?
AGENTE (allargando le braccia)
Ma … tu m’insegni che non esistono piccole parti, ma solo piccoli attori. (Poi,
accennando al ruolo e passandogli il copione) Si chiama Leo Busca, ex
poliziotto, ex guardia del corpo ed ora "occhio privato" al soldo di una
potente famiglia …
Bussano alla porta. Entra l’assistente.
ASSISTENTE
Le volevo ricordare quell’importante impegno…
AGENTE
Ah sì, grazie! (poi ad Ale, sbrigativo) Non ti voglio togliere l'emozione di
scoprire il resto da solo. Ti devi presentare domani mattina per la prova
costumi ai Teatri Cineland. È scritto tutto lì (indicando il copione). Ciao caro.
Mentre l’agente, già incurante della sua presenza fa per riprendere a telefonare, Ale, allontanandosi, sfoglia il copione. Legge le
scarne note relative al suo personaggio.
ALE (tra sé)
Busca, in spagnolo, cerca. Leo Busca: investigatore privato, ex guardia del
corpo, impulsivo e risoluto. Di poche parole e con pochi dubbi.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Ale alza lo sguardo di fronte a sé. E il suo, è uno sguardo pieno, di dubbi, sembra voler dire: “Che c’entro io con questo tipo?”.
SCENA 23 - TEATRI CINELAND - SARTORIA. Interno giorno
In piedi, riflesso nello specchio della sartoria, vediamo un Ale poco convinto con già addosso gli abiti e gli accessori che
dovrebbero caratterizzarlo come Leo: camicia, cravatta, bretelle, impermeabile, lo stereotipo del “private eye”. La COSTUMISTA,
una simpatica signora di mezza età dal piglio pratico, gli appoggia in testa un cappello.
COSTUMISTA
Mi sembra possa andare …
ALE (perplesso sull’impermeabile)
Non è… troppo largo?
COSTUMISTA
Forse, ma ho solo due mani e lì fuori c’è un intero cenacolo di frati trappisti
che aspettano, e come se non bastasse devo anche fare le consegne ai
protagonisti, quindi …
Ale si toglie impermeabile e cappello.
ALE
Vuole che l’aiuti?
COSTUMISTA (sorpresa)
Ah, beh, grazie! (gioviale) Ma dammi del tu però eh! (riflettendo) Potresti
portare quest’abito alla signorina Milton!
ALE
Va bene! Dove?
COSTUMISTA
Camerino 15.
La costumista gli mette in mano varie cose, tra cui un vestito da sera da donna, con strascico, molto ingombrante.
COSTUMISTA
Scusa eh … se un po’ ne approfitto … Ti do anche qualche altra cosetta …
Attento a non sgualcirlo, questo!
Ale, forse già un po’ pentito per la sua cortesia, si avvia con l’ingombrante carico.
SCENA 23/2 - TEATRI CINELAND – CORRIDOI - Interno giorno
Il gruppo di frati ingombra l’uscita dalla sartoria ed Ale, per evitare che il vestito si sciupi, fatica a passare. Poi, comincia a
percorrere gli asettici e lunghi, apparentemente senza via d’uscita, corridoi, attraversati da carabinieri, suore, tecnici, medici,
attrezzisti... C’è anche un urlante gruppo di ragazzi e ragazze, probabilmente fans delle soap in visita ai teatri, con tanto di
cicerone. Ale è disorientato, si guarda intorno, controllando il numero sulla porta dei camerini. Una metallica voce di donna
all’altoparlante, fa da sottofondo al surreale via vai.
VOCE ALTOPARLANTE
Il cast di “Cuore di pietra” al teatro 2 …entro cinque minuti! …Prova costumi
per “Lacrime di donna” al teatro 4 … entro sette minuti! …
SCENA 23/3 - TEATRI CINELAND - CAMERINO ANITA - Interno giorno
La signorina ANITA Milton, avvenente finta bionda, trent’anni dichiarati, qualche ritocco qua e là, sta seduta innanzi allo specchio.
Ha uno scatto isterico all’indirizzo della sua truccatrice.
ANITA
Ti sembra un fondo, questo? Cretina!
Bussano. Ale entra nel camerino con l’abito di scena.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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ANITA
Oh, finalmente!
Anita si alza di scatto, si toglie la vestaglia, rimanendo in reggiseno e mutandine trasparenti. Ale, imbarazzato, non capisce.
ANITA
Beh? Cosa aspetti? Vestimi, forza! Ossignore, ma cosa avete tutti quanti
oggi?
Preso alla sprovvista, senza replicare Ale esegue. Appena indossato il vestito, Anita si accorge però di qualcosa.
ANITA (tragica)
Il seno! Il seno, mio dio!!
ALE
Cosa!?
ANITA
La scollatura! (come dire, non vedi) È troppo grande! Mi esce il seno! Prendi
le misure… usa questa.
Anita dà una cintura ad Ale e aspetta. Lui la guarda, imbarazzato.
SCENA 23/4 - TEATRI CINELAND – CORRIDOI - Interno giorno
Ale esce dal camerino tergendosi il sudore. Percorrendo il corridoio a ritroso, in mezzo ad un eterogeneo gruppo composto dai
soliti frati e da ballerine in abito succinto, riconosce Egidio BENNI, un sessantenne ben piantato, vecchia gloria del teatro. Ha un
attimo di esitazione, poi decide di avvicinarlo.
ALE
Mi scusi … il signor Benni?
BENNI
Sì?
ALE (emozionato)
…Mi chiamo Alessandro Cattani, faccio l’attore e … volevo dirle che enorme
piacere mi fa incontrarla … le sue interpretazioni in Macbeth e Riccardo III
sono state una grossa spinta per diventare attore.
BENNI
Ah, bene, mi compiaccio, è bello trovare qualcuno che riconosce la vera arte
…bei tempi, davvero. (recitando con gigioneria) “L’inverno del nostro…”
Poi si blocca come se non ricordasse il seguito. Ale discretamente suggerisce.
ALE
“…scontento”
Benni si riprende…
BENNI
“…scontento … si è tramutato…”
In quel momento gli passa davanti una delle ballerine in abito succinto e Benni si distrae vistosamente
BENNI (con lo sguardo sul di dietro della ballerina)
“… in luminosa estate...” (improvvisamente serio ad Ale) Hai visto in che
posto sono finito? (poi riprendendosi) Ma bisogna pur tirare avanti… com’è
che si dice? Non esistono piccoli ruoli, ma solo piccoli attori! Ah ah!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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ALE (sforzato)
Ah ah!
BENNI
E… come hai detto che ti chiami, ragazzo?
ALE
Alessandro Cattani, ho un piccolo ruolo nelle prime puntate di “Ricchezza e
lacrime” o “Cuore di alabastro” o… (lasciando perdere) Avrò l’onore di
recitare con lei e le assicuro che questa cosa …
Al distributore bibite, due “frati” stanno alzando il tono della voce. Benni, distratto dall’avvenimento, non ascolta più il giovane
collega e li guarda con crescente interesse, poi interrompe Ale.
BENNI (secco)
Dì, senti una cosa.
ALE
Sì?
BENNI (indicando i due frati)
Scommetti che si menano?
Ale tutto si aspettava meno che una domanda come quella. Accorgendosi solo in quel momento dei frati, affretta una risposta.
ALE
Beh, non credo che…
BENNI (complice)
Si menano, ti dico, ecco, guarda!
I due alzano ancor di più la voce, si forma un capannello di curiosi, quindi i frati cominciano a mettersi le mani addosso e Benni
esulta.
BENNI
Lo sapevo, lo sapevo!
I frati se le danno di santa ragione. Ale guarda Benni sconcertato… non sa che dire.
BENNI
Vabbè, ragazzo, è tutta esperienza … mi devi un centone.
ALE
Come dice?
BENNI (risentendosi)
Dico che mi devi un centone, Cento euro! Hai perso la scommessa, e ora mi
devi pagare. (con enfasi) Non vorrai forse venir meno alla tua parola?
ALE
Ma…
BENNI (richiamando un immaginario uditorio)
Ascoltate, gente!
Alla prospettiva di fare una figuraccia, Ale estrae velocemente il portafoglio e allunga il “centone” a Benni.
ALE
Ecco, ecco!
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BENNI
Oh, lo sapevo che eri un bravo ragazzo, si vede che hai stoffa, ci hai
provato, ma ti è andata storta, farò finta che non sia mai accaduto, non sono
il tipo che si risente. A proposito … non ci siamo ancora presentati, giovane,
non so se mi hai riconosciuto, ma io sono Egidio Benni, il grande attore …
(recitando) “L’inverno del nostro…” (dimenticando di nuovo)
Ale lo guarda basito.
SCENA 23/5 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
Al teatro 5 c’è grande fermento. Mentre un paio di tecnici tarano le telecamere, alcuni operai stanno finendo di montare gli ambienti
per le prime puntate di “Ricchezza e lacrime”. Intuiamo una bisca, uno scantinato, una grande sala da pranzo, un ufficio. Gli arredi
sono quelli un po’ sommari da soap opera, si riconosce un “stile” anni cinquanta, epoca nella quale è ambientata la storia.
L’impressione è di una barocca miscellanea tra il gusto italiano e quello latino-americano, risultato tipico delle coproduzioni. Un
ASSISTENTE DI STUDIO coordina le operazioni. Seduto al tavolo da gioco della bisca, FRANCESCO GRIMALDI, sta leggendo il
copione. Alle sue spalle, in piedi, i due SCENEGGIATORI. Grimaldi è un bell’uomo sulla quarantina, indossa un elegante
doppiopetto. Ha un paio di baffetti finti, appoggiati al labbro e li tocca costantemente per evitare che si scollino. Ha dei fazzolettini
di carta attorno al collo per non sporcare col trucco la camicia.
GRIMALDI (con un po’ di sufficienza)
Sì, non c’e male … però…
I due sceneggiatori si guardano: “Però cosa?”
GRIMALDI
… Ho un po’ poche battute … per essere il protagonista! Io aggiungerei
qualcosa qui … E poi qui … (voltando pagina) e anche qui!
Poi si gira verso i due e gli allunga il copione.
GRIMALDI
Che ne dite?
I due, sorridenti e disponibili, fanno di sì in sincrono con la testa. Poi se ne vanno. Ma appena gli danno le spalle non sono più così
sorridenti. Grimaldi si alza e si guarda intorno. Arriva Ale che, desideroso di fare nuove conoscenze, gli si avvicina.
ALE (allungandogli la mano)
Salve, sono Alessandro Cattani. (alludendo ai fazzolettini) Anche tu attore?
Francesco non gli da la mano, lo squadra in silenzio e pare pensare: “E questo da dove spunta?”. Proprio in quel momento
irrompono rumorosamente i fans in cerca di celebrità. Una di loro urla
RAGAZZINA
Ehi! Ma quello è Francesco Grimaldi!
Il vociante gruppo si precipita verso Francesco, che, con il baffetto storto perché scollatosi dal labbro, disponibile e sorridente, firma
gli autografi. L’assistente di studio cerca di porre fine all’intrusione.
ASSISTENTE DI STUDIO
Ma chi li ha fatti entrare questi! Ok, ok, adesso basta! Fuori!
Mentre Ale si defila, conscio della gaffe, sentiamo una voce fuori campo
VOCE FUORI CAMPO
Ma, Federico, scusa, non è un po’ mingherlino per un’ex guardia del corpo?
La voce fuori campo è dell’AIUTO REGISTA. È vicino al regista, Federico DE NOVI. I due si stanno avvicinando ad Ale.
DE NOVI (scuotendo la testa)
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Vuoi che non lo sappia? Dovevo un favore al suo agente!
Senza neanche presentarsi, De Novi squadra Ale che, imbarazzato, non sa come reagire. Poi gli palpa le spalle.
DE NOVI (rivolto al suo aiuto)
Magari gli mettiamo una bella imbottitura! (poco convinto) Va beh! (poi ad
Ale) Sono Federico de Novi, il regista.
ALE
Oh, piacere! Alessandro Cattani.
DE NOVI (sbrigativo)
Allora, tu devi fare l’investigatore, non hai molte battute, quindi fai il duro,
attieniti a quello che c’è scritto e andremo d’amore e d’accordo.
ALE (propositivo)
Se vuole posso cercare qualche ... sfumatura per renderlo più … vero!
De Novi guarda prima il suo aiuto e poi Ale come fosse un marziano.
DE NOVI
Sei un investigatore privato, fai il duro. È tutto chiaro?
ALE
Sì, certo.
DE NOVI (voltandosi, tra sé)
Meno male.
Arriva Anita, De Novi cambia tono.
DE NOVI
Oh, carissima, tutto bene col costume?
ANITA
Ho passato le pene dell’inferno per farmi prendere le misure da un
costumista che sembrava nato ieri … (accorgendosi di Ale) Eh ... proprio
quello lì!
E indica Ale, un po’ distante. De Novi è interdetto.
DE NOVI
Quello? Quello è l’investigatore con cui farai la prima scena.
ANITA (sbigottita)
Cosa!?
Arriva il direttore della fotografia
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA
Federico puoi venire? C’è un problema.
DE NOVI (ad Anita)
Scusa.
Anita va risoluta verso Ale. Lui, vedendola arrivare, accenna ad un sorriso, ma teme il peggio. Infatti, lei gli allenta uno schiaffone.
E se ne va.
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SCENA 24 – SUPERMERCATO - Interno giorno
Ale e Carlo attraversano le corsie spingendo un carrello per la spesa. Carlo, coetaneo di Ale, indossa una giacca militare da
mercatino delle pulci. Ha i dreadlock, pesanti occhiali da vista e pizzetto. I due stanno ridendo.
CARLO
E tu che hai fatto?
ALE
Che ho fatto… niente … che dovevo fare! Non ti sembra che abbia fatto
abbastanza! (elencando) Alla mia prima giornata, in mezz’ora ho offeso il
protagonista, irritato il regista! Ho fatto da facchino portando un costume che
pesava un quintale! Ho perso cento euro scommettendo su una lotta tra frati
con quello che era il mio mito di gioventù…
CARLO (suggerendo sorridente)
Il ceffone della diva …
ALE
Che fai, infierisci? (poi ironico) La prossima volta, cercherò di farmi prendere
a calci dal direttore della fotografia!
CARLO (ancora ridendo, ma pian piano ritornando serio)
Ma davvero Benni è ridotto così male?
ALE
Magari lui sta anche bene … però sembra completamente rincoglionito.
CARLO (un po’ enfatico, sospirando)
Non bisogna mai conoscere personalmente i propri miti…
ALE
Perché anche a te è capitato?
CARLO (secco)
No … si sa!
Ale fa un cenno come a dire: “Se lo dici tu!”
ALE (riprendendo)
Mentre mi ripeteva per la terza volta l’inizio del Riccardo III,
dimenticandoselo tutte le volte peraltro, mi chiedevo… è a questo che
aspiro? Diventerò così anch’io?
CARLO
Se fai le soap opera sì.
ALE (infastidito)
Sono solo tre puntate!
CARLO (innervosendosi)
Sì, si comincia con tre puntate e poi… (si blocca) tu poi vai a prenderti
questo impegno pur sapendo che tra una settimana abbiamo l’audizione per
il festival!
ALE
Ne abbiamo già parlato! Faremo le prove di sera, che problema c’è?
CARLO (in crescendo)
C’è che siamo ancora nella merda, costumi abbozzati, scenografie da
definire, tutto ancora da assemblare!
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ALE
Ecco... sono altri i problemi!
I due stanno un attimo in silenzio, anche per far calare la tensione. Nel frattempo sono arrivati alla cassa. Carlo vuota il contenuto
del carrello sul nastro, mentre la CASSIERA segna.
ALE (come giustificandosi)
Ho bisogno di quei soldi.
CARLO (predicatorio)
Il dio denaro, certo …
CASSIERA (inespressiva, a Carlo)
Sono cinquantacinque euro e trentadue centesimi.
Carlo fa un cenno con la testa che significa: “Però”.
SCENA 25 – TABACCAIO - Interno giorno
Carlo si rivolge al tabaccaio, mentre Ale guarda incuriosito le varietà di pacchetti di sigarette.
CARLO (appoggiando i soldi)
Delle cartine per favore.
Il tabaccaio gliele passa.
ALE (al tabaccaio)
Per favore, mi da un pacchetto di sigarette? Uno qualunque.
Il tabaccaio lo guarda strano.
ALE
Quello blu.
Ale prende le sigarette, paga e i due si avviano verso l’uscita.
CARLO
Che fai, fumi adesso?
ALE
No, è che … cerco di dare una caratterizzazione al mio personaggio …
CARLO
Ma come, scusa … in televisione sono così puritani, un personaggio che
fuma?
ALE
Nella soap no! Serve a me, te lo immagini Marlowe senza sigaretta!
Carlo fa un cenno di assenso.
SCENA 26 - AUTOMOBILE ALE - Interno giorno
Ale è alla guida. Carlo si sta rollando uno spinello. I due amici cazzeggiano.
CARLO
Certo, io capisco il tuo tentativo di nobilitare il genere, Marlowe, Spade,
Spillane (accende lo spinello), il noir …
Ale abbassa il finestrino.
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CARLO (tornando alla carica, ma più rilassato)
Ma fare contemporaneamente una soap opera e Shakespeare… (sbuffando
teatralmente il fumo) è troppo!
ALE
Come sei manicheo! Sembri Marta!
CARLO
Beh, con un po’ più di ironia, se permetti!
Ale ha un’espressione dubbiosa.
CARLO (semiserio, guardando ispirato il fumo, come traendo conclusioni) Ti
stai facendo tentare dal facile successo!
Ma Ale non si cura del cazzeggio di Carlo ed insegue serio un suo pensiero.
ALE
Non credo che il successo sia una cosa di cui vergognarsi. Ti confesso che
quando ho visto quello con tutti quei ragazzi intorno a chiedergli autografi…
E fa un cenno con la mano come dire: “Non deve essere così male”.
CARLO (ironicamente)
Sei marcio, mio caro, sei corrotto come Macbeth, Dio abbia pietà di te e
della tua stirpe!
SCENA 27 - AUTOMOBILE ALE - INGRESSO TEATRO OFF - Int. Est. giorno
L’automobile arriva nella via del teatro. Di fronte all’ingresso, c’è un cinquantenne, piccoletto e grassoccio. È il PROPRIETARIO.
ALE (vedendo l’uomo)
Carlo, abbiamo pagato l’affitto?
Anche Carlo si accorge della sua presenza e risvegliatosi dal suo torpore, spegne lo spinello e cerca di darsi un minimo di
contegno.
CARLO (giustificandosi)
È che … ho dovuto saldare … per il fabbisogno scenico!
“Fabbisogno scenico, quelle tre sedie e due tavoli?” pensa Ale che sta per replicare ma il proprietario è già vicino e si dirige verso il
finestrino di Carlo.
PROPRIETARIO (andando subito al dunque)
Sono o non sono stato paziente? Adesso, dato che mi prendi per il culo, ti
do tre giorni di tempo per pagarmi tutti gli arretrati.
“Quali arretrati?” sembra chiedersi Ale, mentre Carlo scende dall’auto.
CARLO (al proprietario, scaldandosi)
Ehi! Piano con le parole! Non accetto questi metodi reazionari! E poi i soldi li
avrà presto. Se proprio lo vuole sapere, il mio amico qui (indicando Ale) ha
appena avuto una parte in una fiction tv!
PROPRIETARIO
Ascolta Bob Marley, io me ne frego della fiction, voglio i soldi! Tre giorni, tre
giorni e poi vi sbatto fuori!
Ale guarda i due prendersi a male parole.
SCENA 28 - CASA ALE - Interno notte
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Seduto davanti allo specchio, a casa sua, Ale fa le prime prove con il personaggio di Leo Busca. Estrae un’inesistente pistola e la
punta contro la sua immagine riflessa.
ALE (con toni sempre diversi)
Fermi tutti, mani in alto … Fermi tutti, mani in alto … Fermi tutti, mani in alto!
Il copione è sul tavolino lì di fianco e Ale lo sfoglia alla ricerca di altre battute. Si alza in piedi e infila le mani in tasca. Estrae la
pistola.
ALE (recitando)
State indietro! Non vorrei che qualche pallottola vagante vi facesse pelo e
contropelo!
Ale si ferma, controlla il testo e verificatane l’esattezza
ALE
Ma chi scrive ‘sti testi!
Preso dallo sconforto, torna a sedersi sbuffando. Vede il pacchetto di sigarette.
ALE (rivolto allo specchio)
Fumo?
Estrae una sigaretta e l’accende.
ALE (improvvisando)
Tre giorni? E vuoi gli arretrati? Ah, giochiamo a carte scoperte! Tre giorni e
poi mi sbatti fuori? Piano con le minacce amico!
Ale si ferma perché inizia a tossire pesantemente. Il fumo gli finisce negli occhi; la cosa gli dà un fastidio terribile, cerca di
ricomporsi, ma l’occhio pare andare per conto suo. Ad un tratto, Ale ha come un’illuminazione.
ALE
Un tic! Un tic all’occhio! Ma certo! (atteggiandosi)… Fermi tutti, mani in alto!
E sbatte la palpebra. Poi con voce ferma, come proponendolo al regista
ALE
De Novi, ho avuto un’idea! Avrei pensato di caratterizzare il mio
personaggio…
SCENA 29 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
Stacco sul primo piano del regista che lo ascolta. Dietro a lui il suo aiuto. Ale prosegue il suo discorso, ma sembra più esitante,
ricordando la precedente reazione di De Novi.
ALE
… ovviamente se è d’accordo, è solo una proposta per arricchirlo, per dargli
colore …con un tic!
Intorno ad Ale, la costumista e la sua assistente stanno dando gli ultimi ritocchi al suo impermeabile, che sembra assorbire tutto
l’interesse di De Novi.
DE NOVI (soprappensiero, senza guardarlo)
Un tic? Che tic?
ALE
Un tic all’occhio … pensavo …
DE NOVI (continuando a guardare l’impermeabile)
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Un tic all’occhio... (poi, alludendo all’imbottitura, rivolto all’aiuto) Mi pare che
così funzioni! (poi secco) Ok, si gira!
De Novi si dirige in regia, lasciando Ale senza risposta. Dietro di lui appare Francesco che ha seguito la scena.
GRIMALDI
Bravo! Così si fa! L’attore deve proporre, deve farsi notare! Anche se dice
solo “mani in alto!”
Ale è confuso perché non ha ancora capito se Francesco è serio o lo sta prendendo in giro. Ma dopo l’allusione alla sua battuta,
propende già di più per la seconda ipotesi.
GRIMALDI
Mai passare inosservati! (gli da una pacca sulla spalla) Bravo … (come
cercando di ricordarsi il nome)
ALE (cadendo nella trappola)
… Cattani
GRIMALDI (imitando De Novi)
Un tic? Che tic?
E si allontana con stampato sul viso un sorriso velenoso. Ale non reagisce, ma si vede che ne soffre. La costumista si avvicina.
COSTUMISTA (sottovoce, in tono amichevole)
Non darci troppo peso, fa così con tutti ... è un po' stronzo!
E riesce a strappargli un sorriso.
VOCE DE NOVI ALL’INTERFONO
Ci siamo signori! Mettiamoci in posizione!
La scena si compone di due ambienti: una parete ed una porta dividono il primo ambiente, una bisca clandestina, dal secondo, un
fatiscente scantinato raggiungibile da una scala a chiocciola di metallo.
SCENA 29/2 - TEATRI CINELAND - SALA REGIA - Interno giorno
De Novi da le ultime istruzioni all’interfono. Dietro a lui gli sceneggiatori.
DE NOVI (ricapitolando un po’ stancamente)
Allora, Leo Busca, l’investigatore che si occupa del rapimento di Lenni,
arriva alla bisca con il padre di lei, il ricco Rodriguez, ed il suo fidanzato,
Sonetti, butta giù la porta e la libera.
Vediamo nei monitor dei preview i personaggi descritti dal regista.
DE NOVI
Solo dopo la battuta di Leo “State indietro!” La camera tre inquadra la porta
che sta per essere buttata giù! D’accordo? Pronti a girare!
SCENA 29/3 -TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
L’aiuto regista, in mezzo alle telecamere, fa il conto alla rovescia e da l’azione. Leo, Rodriguez e Sonetti scendono con
circospezione dalla scala a chiocciola, mentre nell’attigua bisca, i quattro “loschi figuri” rumoreggiando giocano a carte e Lenni
mugola. Leo fa cenno ai due di fare silenzio.
SONETTI
Ma siamo sicuri che …
LEO BUSCA (bloccandolo)
Chiudi quella bocca!
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Ale, recita con un tono di voce basso. Poi estrae la pistola.
LEO BUSCA (rivolto ai due)
State indietro! Non vorrei che qualche pallottola vagante vi facesse pelo e
contropelo! (con cinica ironia) Chi salda la mia parcella, dopo?
I due però gli stanno ancora alle costole.
LEO BUSCA
Ho detto state indietro!
E fa per caricare la porta. Ora vediamo l’azione dal punto di vista della telecamera tre: dalla bisca verso l’interno della porta.
Sentiamo un forte colpo e un tonfo sordo. Poi un lamento.
VOCE DE NOVI ALL’INTERFONO
Stooop!
L’aiuto regista entra in scena ed apre la porta: vediamo Ale rialzarsi da terra massaggiandosi la spalla per il dolore. Francesco sta
sghignazzando. Benni sembra quasi non essersi accorto di niente.
AIUTO REGISTA
Attrezzisti! (poi, spiegando al regista, guardando una telecamera che lo
inquadra) Non ha ceduto la porta!
VOCE DE NOVI ALL’INTERFONO
Grazie per l’informazione. Ho visto! Risolviamo il problema?
Ale è mortificato. L’assistente costumista gli rimette a posto l’impermeabile. Accorrono un paio di ATTREZZISTI. Si avvicinano alla
porta parlottando tra di loro
ATTREZZISTA UNO (sottovoce)
Ma … avevi allentato i cardini?
ATTREZZISTA DUE (cadendo dalle nuvole)
Non dovevi farlo tu?
E allentano i cardini della porta. Benni si avvicina all’aiuto regista
BENNI
Scusa … mi ricordi la mia battuta?
AIUTO REGISTA (basito)
“Figlia mia!”
BENNI
Ah, ecco (e allontanandosi) Figlia mia! Figlia mia! Figlia Mia!
L’aiuto scuote la testa.
VOCE DE NOVI ALL’INTERFONO
Riprendiamo dal secondo “State indietro”!
Ale, facendosi forza, si riporta in posizione; la porta è richiusa, gli attori sono pronti. L’aiuto da l’azione.
LEO BUSCA
Ho detto state indietro!
E butta giù la porta. Poi puntando la pistola sui quattro sgherri esclama
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LEO BUSCA
Fermi tutti! Mani in alto!
Ed il suo occhio ha un impercettibile tic. Leo Busca è finalmente nato!
SCENA 30 - CASA ALE - Interno giorno
È mattino. Ale sta telefonando in salotto, gira avanti e indietro col cordless.
ALE
Sì, sì, certo … alle otto stasera, … sì, puntuale, certo … scusa mamma, ti
devo lascia … no, no stai tranquilla …
Si sente aprire la porta. È Marta.
ALE (guardando verso l’ingresso)
… Ora devo proprio anda … sì, ciao, ciao … a stasera!
Ale chiude la comunicazione. Marta lo ha già raggiunto in salotto. Dandogli le spalle, sta accendendosi una sigaretta presa dal
pacchetto blu, che guarda con stupore. Ha come al solito l’irritante atteggiamento di una che è solo di passaggio perché ha un
sacco di impegni e ci tiene a fartelo sapere. Nonostante questo, Ale pare contento di vederla e si avvicinano sorridendo.
ALE (da dietro, cingendola con le braccia)
Come mai qui?
Lei si volta, con la sigaretta in bocca, inibendo qualsiasi tentativo di Ale di baciarla
MARTA
Sono venuta a prendere le chiavi della macchina! Mi serve stasera! Me la
presti, vero?
E si allontana. Ale ha una espressione come dire: “Ecco, appunto!”.
MARTA
Tanto tu stasera vai da tua madre no? È martedì!
Marta gira per il salotto, si siede sul divano, poi si rialza.
MARTA
Devo vedermi con Sergio.
L’espressione un po’ ironica di Ale ora vuole dire: “Pure!”
MARTA
L’ho incontrato ieri pomeriggio, sta allestendo uno spettacolo finanziato dal
ministero, una reinterpretazione teatrale delle missioni di pace, ma in
un’ottica brechtiana.
L’espressione un po’ ironica di Ale ora vuole dire: “Però!”
MARTA
Mi ha letteralmente incantata per un quarto d’ora sul rapporto tra dramma e
gesto teatrale, quell’uomo è un genio … tra l’altro sta ancora cercando il
protagonista.
ALE (con improvviso interesse)
Sta cercando il protagonista!?!
MARTA (come se niente fosse)
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La parte era di Rodolfi, sai, beh, si è preso la scarlattina, rischiava di
infettare tutta la compagnia e allora … (compiaciuta) Sergio mi ha anche
chiesto se potevo suggerirgli qualcuno…
ALE (speranzoso)
E…?
MARTA
Troiani, Cesare Troiani. Per me è perfetto, so per certo, che non ha impegni,
l’ho incontrato ad una audizione due giorni fa, (tra sé, compiaciuta) mi pare
che Sergio abbia apprezzato il suggerimento.
Marta si volta ora verso Ale, il cui viso ha un’espressione così abbattuta e mortificata che anche una egocentrica insensibile come
Marta non può non accorgersene.
MARTA
Ah, ma perché tu volevi che io …? (e fa un gesto come a dire suggerissi te?)
Ma, caro (con un irritante tono di voce, come se parlasse ad un bambino) …
tu non sei ancora pronto!
Ed Ale ha l’impressione che gli stia dicendo: “Tu non sarai mai pronto!”
MARTA (cambiando argomento, guardandosi intorno)
Allora, le chiavi?
SCENA 31 - TEATRO OFF - INTERNO GIORNO
Un paio d’ore dopo, Ale, con addosso il costume di Riccardo, con tanto di protesi per la gobba e con in testa la corona, è seduto sul
bordo del palco e sta parlando con Carlo. Tutt’intorno fervono i preparativi per le prove della scena dell’incoronazione. Notiamo
come la scenografia scarna, i costumi essenziali, facciano da forte contrasto con gli ambienti barocchi ed eccessivi della soap
opera. L’effetto finale è comunque elegante, come si dice “il meno è meglio” ma in questo caso non sapremo mai se il meno sia
stata una scelta od una necessità dovuta alla mancanza di fondi. Ale è abbattuto per quello che è appena successo e Carlo tenta di
rincuorarlo.
ALE (con sguardo fisso e assorto)
…In realtà stava pensando: “tu non sarai mai pronto!”.
CARLO (approfittandone)
Marta è una stronza che ha la metà del tuo talento! Lei lo sa e siccome è
stronza, ti castra!
ALE (sempre assorto)
Avevo voglia di darle un ceffone …
CARLO
E avresti fatto bene!
ALE (tra sé, sorridendo)
Leo glielo avrebbe dato!
CARLO (non capendo)
Come?
Ale fa un gesto come dire: “Niente, cose mie”.
CARLO (perentorio)
Devi chiudere con lei!
ALE (sempre assorto, come per auto convincersi)
… E poi non è neanche il mio tipo!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Un assistente di scena si rivolge a Carlo.
ASSISTENTE
Carlo, noi siamo pronti.
Carlo fa cenno come a dire ok, l’assistente ha risvegliato per un attimo Ale dal suo torpore
ALE
... E con l’affitto poi?
CARLO (scuotendo la testa)
Sono riuscito a raggranellare i soldi per un mese (con poca convinzione).
Cercherò di farli bastare … Dai che proviamo!
Carlo toglie la corona ad Ale e la passa ad un altro attore lì vicino. Inizia la prova coreografata, quindi senza battute, della scena
dell’incoronazione. Carlo, a voce alta, guida i movimenti degli attori. Le sue indicazioni si alternano alla voce di Ale che,
muovendosi meccanicamente, riprende assorto le considerazioni su Marta.
CARLO (a voce alta)
Ruotategli attorno!
ALE (mentre si avvia verso il trono)
A me non sono mai piaciute le rosse …
CARLO
Ora Giovanni, prendi la corona!
ALE (sedendosi sul trono)
… e neanche le donne aggressive …
CARLO
Ora mettigli la corona!
ALE (gli appoggiano la corona sulla testa)
… o troppo appariscenti.
SCENA 32 - MENSA TEATRI CINELAND - Interno giorno
È l’ora di pranzo dello stesso giorno. Ale, è adesso in fila nella mensa dei teatri, fila composta come sempre da varia umanità.
Sull’espressione assorta del suo viso continuiamo a sentire la sua voce fuori campo che insiste nelle considerazioni, ora però sulla
sua donna ideale.
VOCE F.C.ALE (ispirato)
Io ho sempre preferito le donne semplici, pulite ... con quei bei capelli
corvini… magari raccolti a coda di cavallo, gli occhi chiari … la pelle anche
chiara, quasi trasparente … il sorriso luminoso…
Contemporaneamente alla sua descrizione, la m.d.p. rivela accanto a lui, senza che Ale se ne accorga, una ragazza che pare
l’esatto ritratto dell’ideale da lui descritto, quasi fosse stata magicamente evocata dal suo pensiero. Ale è così assorto che ha
caricato il suo vassoio di un’incredibile quantità di cibo e ora si è anche fermato, bloccando così la fila.
UOMO VESTITO DA BOIA IN FONDO ALLA FILA
Scorrere!
RAGAZZA (facendogli cenno di andare avanti)
Scusa … puoi … ?
Ale si gira di scatto e l'incantevole creatura, è vicino a lui: non crede ai suoi occhi, ma non è un sogno, gli ha pure rivolto la parola!
Ale si sposta in avanti e lei, scherzosamente, alludendo al suo vassoio colmo di cibo…
RAGAZZA
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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È da molto tempo che non mangi?
ALE (emozionato, non capendo)
Come? (poi, dopo aver guardato il vassoio) Noooo, è che … (inventando)
stavo ripassando mentalmente la parte e …
RAGAZZA (sorridendo)
Ho visto che eri un po’ soprappensiero!
Il suo sorriso luminoso confonde ancora di più Ale che, imbarazzato, tenta di rimettere al loro posto un paio di piatti, facendo così
ancor più confusione. Il suo comportamento imbranato pare divertire la ragazza ma, improvvisamente, ecco arrivare alle sue spalle
un RAMPANTE GIOVANOTTO, abbronzato ed elegante che, con fare aggressivo, la volta e la bacia. Lei si stacca.
RAGAZZA (sorridente ma un po’ infastidita)
Ehi!
RAMPANTE GIOVANOTTO (come rimproverando una bimba) Sandra, non
ti avevo detto che andavamo al ristorante? Non vorrai mangiare qui!
Ale osserva i due.
SANDRA (infastidita dal suo atteggiamento)
E perché? Si mangia bene qui!
ALE (intervenendo timidamente)
Se posso… la… signorina ha ragione, si mangia veramente bene…
Il rampante si gira verso Ale e lo guarda come fosse un insetto.
RAMPANTE GIOVANOTTO (un po’ minaccioso)
Ho chiesto il tuo parere?
ALE (intimorito)
No… dicevo solo che io mangio qui tutti i giorni…
RAMPANTE GIOVANOTTO (provocatorio)
E chi se ne frega!
Ale non risponde, lasciando cadere la provocazione. Ma Sandra reagisce.
SANDRA (molto seccata)
Riesci, una volta tanto, ad essere meno cafone?!
Per tutta risposta il giovanotto sorridendo la porta via, quasi strattonandola. I due si allontanano. Sandra si libera infastidita dalla
stretta. Ale, si ferma a guardarla, a guardare quell’incantevole ragazza che ha preso le sue difese, e blocca di nuovo la fila.
UOMO VESTITO DA BOIA IN FONDO ALLA FILA
Scorrere!
SCENA 33 - TEATRI CINELAND – QUINTE - Interno giorno
Sta per iniziare la registrazione della seconda puntata. Benni sta provando le battute, assistito dall’aiuto regista.
BENNI (molto enfatico)
“Mi dica quello che vuole, qualsiasi cosa e gliela darò!”
AIUTO REGISTA (con un tono da maestra elementare)
Perfetto! Va molto bene. Ora che le battute sono a posto, non resta che dirle
al momento giusto… e poi c’è il gobbo! (e lo indica)
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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E si allontana, pensando: “Che Dio ce la mandi buona!”. Arriva in quel momento Ale. Benni, che continua confuso a girare a vuoto
le pagine del copione, si accorge di lui e lo chiama con la mano. Ale si avvicina. Benni gli bisbiglia qualcosa. Ale sembra un po’
preoccupato, e scuote la testa come a dire: “Farò quello che posso!”. Sul set si presentano anche Anita e Francesco. Grimaldi
indossa un pittoresco abito che, accoppiato ai baffettini, lo fa sembrare un hidalgo.
GRIMALDI (all’aiuto regista)
Perché non sono stato avvisato del ritardo? È un’ora che aspetto vestito
così!
L’aiuto regista abbozza, allargando le braccia.
VOCE DE NOVI ALL’ INTERFONO (spazientito)
Ci siamo sì o no?
SCENA 33/2 - TEATRI CINELAND - SALA REGIA - Interno giorno
De Novi è davanti ai monitor di controllo. È in piedi, nervoso e arrabbiato.
DE NOVI
Suuuu! Andiamo con quella cazzo di due! Ti ho detto di allargare!
Vediamo nel monitor della due il totale della scena: un grande salone, spezzato da pesanti colonne, con ingombranti tendaggi e
una inspiegabile serie di trofei di caccia; il tutto immerso in una quantità esagerata di piante tropicali. Gli attori prendono posizione.
DE NOVI
O.K.! Pronti a girare!
SCENA 33/3 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
Benni entra in scena, seguito da Ale ed Anita.
LENNI
Papà, sono così felice di essere di nuovo a casa!
Benni deve rispondere, ma sembra già perso. La camera inquadra la ragazza e Ale ne approfitta per segnalargli che è il suo turno
pestandogli il piede. Benni capisce.
RODRIGUEZ (a lei)
Anch’io sono felice, cara! (poi ad Ale) Busca, mi compiaccio con lei per la
splendida operazione!
LEO
Sciocchezze! Erano solo in quattro.
Ale deve praticamente fare il doppio del lavoro: deve recitare, tener d’occhio chi è inquadrato al momento e dare il via ogni volta al
vecchio attore.
LENNI
Mi ha salvato, Busca, le devo la vita!
LEO
Salvare la vita a una bella donna è la parte piacevole del mio mestiere.
Lenni sorride. La camera è su di lei. Quindi Ale può approfittarne per tirare la giacca a Benni. Infatti è il suo turno. Benni capisce,
una rapida occhiata al “gobbo” e…
RODRIGUEZ
Mi dica quello che vuole, qualsiasi cosa e io gliela darò!
Irrompe drammaticamente in scena Sonetti.
SONETTI
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Attento Rodriguez, è un’offerta rischiosa da fare ad un avventuriero come
Busca!
E lo guarda con aria di sfida. Tra i due, al centro della parete, troneggia una testa di cinghiale.
LEO (minaccioso)
Ehi dolcezza, frena la lingua, (indicando il trofeo) se non vuoi che ti faccia
fare la fine del cinghiale!
Ale, fedele alla sua caratterizzazione di Leo, fa vibrare visibilmente l’occhio. Benni, che lo sta guardando, interpreta erroneamente il
tic come un segnale.
RODRIGUEZ (allegramente)
Il medico mi ha detto che non c’è nulla che non si possa risolvere con un
buon dormita!
Ovviamente, la battuta è in anticipo. La tensione sul set si allenta
VOCE DE NOVI ALL’INTERFONO (urlando)
Stoooop!
Gli attori si guardano tra di loro. Francesco ha capito quello che è successo. Benni ha sempre la solita aria confusa. Ale prevede
guai.
SCENA 33/4 - TEATRI CINELAND - SALA REGIA - Interno giorno
De Novi sembra stia per scoppiare. Parte come un razzo all’indirizzo del set, dimenticandosi di staccare la cuffia e quasi si strozza
col cavo.
DE NOVI
‘Sta cazzo di cuffia!
Gli sceneggiatori, pronti, gli staccano il jack. De Novi scatta...
SCENA 33/5 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
…e arriva come un fulmine sul set, con ancora in testa la cuffia.
DE NOVI (molto arrabbiato)
Benni, cazzo! Non toccava a te, toccava a Busca! Tu devi stare zitto fino alla
fine dello scontro fra Sonetti e Busca.
BENNI (giustificandosi)
Ma io ho avuto l’attacco!
DE NOVI (non capendo)
Che attacco?!
Francesco fa la spia e punta il dito accusatore su chi ha causato l’equivoco.
GRIMALDI
Cattani ha strizzato l’occhio con quel suo tic e Benni ha pensato che
toccasse a lui.
De Novi ora ha capito e guarda Ale come se volesse incenerirlo. È tutto il giorno che è incazzato e ora ha trovato il capro espiatorio
su cui far sbollire la sua rabbia.
DE NOVI
Cattani, ma tu, dove credi di essere?
ALE (tentando di spiegare)
Ma io cercavo solo di…
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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DE NOVI (urlando)
Non mi interrompere! (riprendendo il discorso) No, dico, ti paghiamo forse
per farci perdere del tempo? Di te siamo stanchi, Cattani. Non solo sei qua
per grazia ricevuta …
Ale è mortificato, e oltretutto non capisce a cosa De Novi si riferisca.
DE NOVI (in crescendo)
…non solo mi importuni di continuo su ridicole questioni sul personaggio, ma
non c’è scena che tu non mi mandi a puttane!
Ale vorrebbe scomparire. Tutta la troupe lo sta guardando, e questo non fa che aumentare il suo imbarazzo.
DE NOVI (allontanandosi, gridando)
Ma, dico io, da dove li tirano fuori, dalle recite scolastiche? Pronti a
ricominciare!
AIUTO REGISTA
Signori, tutti in posizione, per favore!
Ale si rimette in posizione, ingoiando il boccone amaro, mentre Francesco, con l'intento di farsi sentire, rigira il coltello nella piaga.
FRANCESCO (saccente)
Ci vogliono professionisti anche per le parti minori! (lamentandosi) La
produzione dovrebbe saperlo!
SCENA 34 – STRADA - Esterno notte
Sta piovendo a dirotto, ma Ale sembra non accorgersene: è stata una giornata pesante. Depresso e zuppo d’acqua cammina per
una strada insolitamente deserta. Vede l’autobus e accenna una corsa per raggiungerlo, ma non fa in tempo e lo perde per un
soffio. Come se non bastasse, un’auto che sopraggiunge ad alta velocità lo schizza col fango di una pozzanghera. È troppo, anche
per un tipo come lui. È la goccia che fa traboccare il vaso della frustrante giornata. Ale non riesce più a trattenere il suo rancore
verso il mondo.
ALE (urlando)
Basta! Non ne posso più!
Istericamente comincia a saltellare da una pozzanghera all’altra.
ALE (cantilenando)
Non ne posso più! Non ne posso più! Non ne posso più!
È tragicamente ridicolo: sembra un bambino tignoso di sette anni.
ALE (rivolgendosi ad un immaginario gruppo di nemici)
Cosa volete ancora da me? Il sangue?
Una luce un po’ folle gli illumina lo sguardo. Poi, con fare vendicativo, come se avesse trovato la soluzione ai suoi problemi
ALE
Bisognerebbe... sì cazzo, bisognerebbe essere come Leo Busca! Leo sì che
saprebbe come mettervi in riga tutti quanti!
Poi, volgendo drammaticamente lo sguardo al cielo
ALE (sbottando)
Perché non sono come Leo?
Di colpo cessa la pioggia. Si alza un vento, prima timido, poi sempre più sgarbato. C’è una strana atmosfera intorno. Lo stupore per
l’improvvisa scomparsa della pioggia pare risvegliare Ale che si guarda intorno vergognandosi. No, per fortuna non c’è nessuno.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Esausto, si siede su una panchina, a testa bassa; la sua autoironia prende il sopravvento e inizia a ridacchiare amaramente
pensando al suo ridicolo monologo. Arriva un altro autobus alle sue spalle e la luce delle portiere che si aprono proietta l’ombra di
Ale sul selciato di fronte a lui. Che strano… sembra la sagoma di Leo. Ma è un attimo, l’autobus riparte ed il suo sferragliare ridesta
Ale e gli fa ricordare la cena dalla madre. Guarda l’orologio e si accorge che è già in ritardo. Scatta di corsa all’appuntamento.
SCENA 35 - CASA MADRE ALE - Interno notte
Ale arriva trafelato a casa della madre. È in una condizione da far spavento: bagnato e scarmigliato.
ALE
(alla madre)
Sono io!
VOCE FC MADRE ALE (acida)
Era ora!
Ale appende il cappotto fradicio; vicino all'attaccapanni c'è uno specchio. Tenta di ricomporsi e per un attimo ha l'impressione che
la sua immagine riflessa gli faccia l'occhiolino. La petulante voce della madre lo distoglie dai suoi pensieri.
VOCE FC MADRE ALE
Andiamo che si raffredda!?
SCENA 35/2 - CASA MAMMA DI ALE - SALA DA PRANZO - Interno notte
I due sono seduti a tavola. Mangiano in silenzio. L’ambiente è arredato con un “decoro” un po’ stantio, da cellophane sui divani.
L’aspetto disordinato di Ale risalta nella malinconica compostezza della casa. La madre è ora una vivace ed energica signora che
ha superato la sessantina, con il piglio al tempo stesso confortante e un po’ irritante di chi sa poche cose, su queste ha basato la
propria vita e non le vuole certo mettere ora in discussione. Il suo risentimento nei confronti del ritardatario è visibile ed Ale,
sentendosi in colpa, nel tentativo di portare un po’ di armonia alla cena, rompe il silenzio per primo.
ALE (accennando ad un sorriso)
Ho firmato un contratto per una soap opera …
MADRE ALE
Ma ti sei visto come sei conciato?
ALE (già meno sorridente)
… per la televisione …
MADRE ALE
M’hai bagnato tutto il pavimento.
ALE (continuando il monologo)
È una buona occasione di lavoro …
MADRE ALE (in crescendo)
Lavoro … continui a chiamarlo lavoro quello … l’arte non ha mai dato da
mangiare a nessuno. Comodo, venir qua, trovare tutto pronto … Non è un
albergo! (con veemenza giovanile) Io sono anziana! E un figlio è obbligato
ad occuparsi della propria madre. Ho fatto un sacco di sacrifici per te e tu
come mi ricambi? Mi bagni i pavimenti!
Ale pare soccombere di fronte all’inarrestabile sequela di luoghi comuni sciorinati dalla madre, la cui voce ora acquista alle sue
orecchie un riverbero metallico. Il riverbero si allunga, fino a diventare eco. Il senso del discorso, già nebuloso in partenza, diventa
ora un magma indistinto.
MADRE ALE (inesorabile)
E sei sempre in ritardo! Se avessi un vero lavoro, e non quella… cosa che
fai, e hai voluto fare, nonostante il mio parere contrario, ma tu, si sa, sempre
di testa tua. Un vero lavoro, con orari stabiliti … e così …
La palpebra destra dell’occhio di Ale comincia a tremare. Sì, è un vero e proprio tic.
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MADRE ALE
… il risotto non scuocerebbe!
Ale scatta violentemente in piedi, afferra il piatto col risotto e lo “stampa” contro la parete. La madre è impietrita. Mai si sarebbe
aspettata una reazione del genere. Ma Ale va oltre e guardandola minacciosamente
ALE
Ehi dolcezza, frena la lingua, (indicando il risotto) se non vuoi che ti faccia
fare la fine del risotto!
Il piatto, scollatosi il riso dalla parete, frana sul pavimento. Il rumore pare ridestare Ale che si rende conto di aver parlato come fuori
di sé, con insolita calma però e quasi con una voce non sua, e sembra più sorpreso della madre. I due stanno per un po’ in
silenzio.
MADRE ALE (docile)
Preferivi un po’ di arrosto?
SCENA 36 - CASA ALE - Interno notte
Al rientro a casa sua, Ale, sorridente e incredulo per l’accaduto, si dà una controllata allo specchio.
ALE (tra sé)
Incredibile!
IMMAGINE NELLO SPECCHIO (indicando)
Hai una macchia di sugo sulla camicia.
La sua immagine nello specchio gli risponde!
Ma Ale, soprappensiero, sembra non farci caso.
ALE (controllando)
Accidenti! (poi riguardando verso lo specchio) Grazie!
E si allontana, riabbassando lo sguardo sulla camicia, come se niente fosse.
ALE (tra sé, a bassa voce)
Cazzo, l’avevo appena lava …
Si blocca di colpo, come fulminato. Alza il viso davanti a sé, con gli occhi fuori dalle orbite. Ritorna sui suoi passi e, dapprima, si
guarda allo specchio con circospezione, poi, lentamente, compie una serie di gesti meccanici per vedere se lo specchio glieli
propone uguali e in contemporanea, come ovviamente dovrebbe essere, per verificare se quello che è appena successo non sia
altro che il frutto di una giornata troppo pesante. Alza le braccia, poi le abbassa, poi le allarga, di nuovo le alza in quello che pare
esser diventato un ridicolo esercizio ginnico. Tutto sembra procedere regolarmente.
IMMAGINE ALLO SPECCHIO (fermandosi)
Ok, Basta così! Ora, fai un po’ di flessioni.
ALE
Ahhhh!
Terrorizzato Ale corre in bagno e mette la testa sotto il rubinetto. L’acqua è bollente.
ALE
Ahhhh!
Dopo una breve pausa per riprender fiato, decide di affrontare di nuovo lo specchio. Vi si affaccia lentamente e… è proprio così:
l'immagine che lo specchio gli rimanda vive di vita propria, e adesso lo sta guardando beffardamente ed annuisce. E si è rivolto a
lui con un tono di voce basso, simile a quello di Leo Busca. E non solo, ogni tanto ha anche un tic all'occhio.
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IMMAGINE ALLO SPECCHIO (continuando ad annuire)
Risposta esatta bello! Sono Leo Busca!(*)
ALE (esterrefatto)
Ma com ... ma come è possibile che...
LEO
Ehi, mettiamo le cose in chiaro! Sei tu che mi hai chiamato!
E fa una espressione, come a dire: “Non ricordi?”
Dissolvenza Effetto Blur – Flashback strada
Ale sta urlando in mezzo alla strada deserta.
ALE
Perché non sono come Leo!
Dissolvenza Effetto Blur
Ale, a bocca aperta, pare aver realizzato quello che è successo, razionalizzando l’irrazionale.
LEO (pavoneggiandosi senza un minimo di ironia)
Non so darti torto!
ALE (deducendo)
Allora anche la mia reazione di prima con mamma ...
LEO (facendo sì con la testa e compiacendosene)
Aveva proprio bisogno di una bella ripassata!
ALE (frastornato)
E adesso … adesso che … (come risvegliandosi) Ma cosa sto facendo!
Parlo con uno specchio! (poi tra sé) … E cos’altro ho fatto fino ad oggi?
LEO
Di che ti preoccupi? Hai fatto un buon affare, affidandomi l’incarico! Quando
qualcuno ti provocherà … o ti mancherà di rispetto … (e indica se stesso)
ALE (ancora frastornato)
Sto sognando …
LEO
Puoi finalmente toglierti qualche sassolino dalla scarpa … (quasi didattico)
Ad ogni provocazione, una mia reazione! Ho un sesto senso, io, per le
provocazioni!
ALE (continuando il suo ragionamento)
… no… no… non è un sogno … questa è un’allucinazione … (pratico) devo
parlarne subito con l’analista!
LEO
Ah, quando vuoi fare quattro chiacchiere, basta che ti guardi allo specchio!
Qualunque specchio.
Ale, quasi ipnotizzato, si allontana, lasciando lo specchio alle sue spalle.
(*)
Nota per il lettore: ogniqualvolta Ale si specchia e parla con Leo, l’immagine riflessa dello specchio (cioè Leo) ha lo stesso
abbigliamento di Ale. Esempio: se Ale veste abiti “normali”, anche Leo, nello specchio, veste abiti normali. Se Ale veste i panni di
Leo, anche Leo veste i panni di Leo.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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ALE (cercando di tranquillizzarsi)
Ok … ora vado a letto … un bel sonno ristoratore … e domani mattina tutto
questo non sarà che un brutto sogno!
Ma un grido, seguito da una richiesta di aiuto, risuona nel pianerottolo! È una voce di donna.
VOCE F.C. DI DONNA
Ahhh! Aiut…AIUTO!
SCENA 36/2 - CASA ALE – PIANEROTTOLO - Interno notte
Ale apre di scatto la porta. Un malvivente, coltello alla mano, ha aggredito sull'uscio di casa la vicina e nonostante gli sforzi della
figlia, le due donne stanno per avere la peggio. Il losco figuro lo minaccia col coltello.
LOSCO FIGURO
Torna in casa, stronzo!
Ale sembra impietrito. Solo la palpebra dell’occhio trema.
LOSCO FIGURO (urlando isterico)
Ti ho detto di tornare in casa, pezzo di merda!
Sentiamo l'eco della promessa fatta da Leo: “Ad ogni provocazione…zione…una mia reazione…zione…”
E Leo reagisce.
LEO (sorridendo provocatorio)
Più il cane è piccolo e più forte abbaia!
Il losco figuro gli si avventa contro, ma senza alcuna fatica Leo lo disarma e lo mette in fuga. Ricevendo gli stupiti e rumorosi
complimenti misti ad applausi degli inquilini del pianerottolo (che si fanno vivi solo a pericolo finito) Ale rientra in sé. Nel suo sorriso
in risposta ai complimenti leggiamo un attimo di esaltazione poi, gli cade l'occhio sul coltello per terra, si rende conto di quello che
ha fatto e soprattutto di quello che ha rischiato e cade svenuto.
VICINA
Cattani!?
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Secondo atto
SCENA 37 - STUDIO ANALISTA - Interno giorno
La mattina del giorno dopo, Ale, sulla chaise longue, dà le spalle all'analista che lo sta ascoltando con la severità che il ruolo gli
impone. Dal suo dialogo smozzicato, intuiamo che vuole “edulcorare” la versione dei fatti per non sembrare un malato di mente.
ALE (faticosamente)
Non lo so, dottore, è che ultimamente, con questo lavoro nella soap, mi
sono dovuto concentrare molto sul mio personaggio e… sarà lo stress…
ma è come se lo specchio… (correggendosi) no no, lo specchio non c’entra
(ridacchia imbarazzato) … è capitato… solo un paio di volte a dire il vero…
ho avuto delle reazioni, fuori dal set, nella vita vera… come se fossi lui, il
personaggio della soap, e non come Alessandro Cattani… ecco! Non so
se…
ANALISTA (minimizzando)
Beh, prendiamone atto, ma io non credo si debba dare troppo peso a questa
cosa… d'altronde è un fenomeno abbastanza diffuso tra voi attori quello di
eccedere nell’immedesimazione… recitare non è forse un modo per far
uscire degli aspetti celati nella profondità dell’individuo?
ALE
Beh… sì… forse… (rincuorandosi) è un po’ come quello che interpretava
Tarzan! Jhonny Weissmuller!… che faceva l’urlo anche fuori dal set!
L’analista ha un lieve sorriso di compatimento per la banalizzazione del problema.
ANALISTA
Sì … (proseguendo con tono professionale) niente ci deve distogliere dal
seguire il normale corso dell’analisi, attraverso il quale poi focalizzare
l’origine, del problema… (cambiando argomento) La scorsa seduta mi
accennava al suo rapporto con Marta…
ALE (scuotendo la testa)
Già, Marta… Devo trovare il coraggio di chiudere con lei…
Mentre Ale continua a parlare, l'analista, come al solito, con fare circospetto e non più tanto professionale, fa per assentarsi, giusto
il tempo per uno spuntino. Il pavimento ha un leggero scricchiolio, Ale non ci farebbe caso, ma il sesto senso di Leo vigila e la
palpebra trema una prima volta…
ALE
… solo che è più facile a dirsi che a farsi… non so, è come…
… poi una seconda ed una terza e …
LEO (minacciosamente, senza voltarsi)
Torna immediatamente al tuo posto!
L'analista si blocca di colpo. Colto in fallo come un bambino con le mani nella marmellata.
LEO (ad alta voce)
Siediti!
L’analista scatta a sedere. È imbarazzato, stupito e anche un po’ spaventato. Leo si alza e ruota la chaise longue di fronte a lui. Poi
si accomoda di nuovo e lo squadra fisso con un ghigno ironico.
ANALISTA (giustificandosi)
Mi ero alzato solo per andare a chiudere la porta… (e la indica)
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Leo lo guarda e tace. Poi il silenzio è rotto da un forte squillo del telefono. L’analista con imbarazzo si affretta ad inserire la
segreteria. Lo squillo pare aver risvegliato un Ale frastornato. L’analista si accorge che il problema cui Ale accennava prima non è
evidentemente da sottovalutare ed allora, come se niente fosse, con la cautela con la quale ci si rivolge ad un malato di mente,
timidamente…
ANALISTA
Beh, forse due o tre sedute di… ipnosi, potrebbero fare al caso nostro.
(prendendo l’agenda) Le va bene mercoledì prossimo alle 15,30?
SCENA 38 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
Il pomeriggio dello stesso giorno, sul set c’è il solito fermento che preannuncia le registrazioni. Ma non si sentono urla, solo un
concitato brusio. Sembra tutto più ovattato. L’aiuto regista pare far meno fatica a mantenere l’ordine. Ale, già vestito da Leo, passa
a fianco di Grimaldi, intento a sistemarsi una pistola nel fodero all’interno della giacca. Arriva De Novi. Fa cenni a tutti di avvicinarsi.
Cameramen, aiuto regista, trucco, parrucco ed attori fanno capannello attorno a lui. Il regista si rivolge al gruppo con tono da
condottiero ma è teso come una corda di violino.
DE NOVI
Ragazzi, eccoci arrivati alla terza puntata! Come forse già sapete, il nuovo
capo struttura della rete ci onora oggi della sua presenza. È la prima volta
che assiste alla registrazione di una puntata, quindi ragazzi… (come un
coach) forza! Vi voglio carichi!
Il gruppo fa per sciogliersi, ma De Novi li richiama.
DE NOVI (precisando, con un tono molto diverso da prima e sottovoce)
È nuovo, il capo struttura e voi sapete cosa fanno spesso questi quando
arrivano… (e fa cenno di tagliarsi la gola). A buon intenditor…
I componenti del gruppo si disperdono con un filo in più di preoccupazione. Grimaldi e Cattani rimangono vicino al regista.
DE NOVI (ricapitolando velocemente)
Allora, tu (a Francesco) entri nel tuo studio, la poltrona ruota e
inaspettatamente compare Leo, che ti affronta con aria di sfida. A quel punto
tu tiri fuori la pistola e gli spari. Tutto chiaro?
FRANCESCO
Chiaro.
DE NOVI (ad Ale)
E tu fai “Aahhh!”, così l’addetto agli effetti speciali fa scoppiare quella cosina
(e indica il petto) col sangue finto… Poi tu muori … (con uno scrupolo
estremo) e non di una morte strana Cattani, o drammatica, o agonizzante…
muori e basta, comodamente seduto in poltrona, O.K.?
ALE
Certo.
REGISTA (teso)
Mi raccomando, eh? Nervi saldi e …carichi! (allontanandosi) Pronti a girare!
FRANCESCO (ironico, facendo finta di pregarlo)
Siamo nelle tue mani, Cattani!
E sghignazza. È una provocazione. La palpebra comincia a vibrare e… Leo afferra violentemente Francesco per i testicoli,
stringendoglieli e sibilando
LEO
E tu nelle mie, dolcezza!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Francesco resta senza fiato per il dolore e la sorpresa, e barcolla. Il suono della sirena, avviso di imminente registrazione, risveglia
Ale appena in tempo per l’annuncio dell’aiuto regista.
AIUTO REGISTA
Pronti a girare! Gli attori in posizione!
SCENA 38/2 - TEATRI CINELAND - SALA REGIA - Interno giorno
Dal monitor di preview di una delle telecamere, vediamo Ale e Grimaldi prendere direzioni diverse. Francesco cammina con passo
incerto. Mentre Ale si accomoda sulla poltrona girevole e Grimaldi dietro la porta chiusa dello studio, De Novi, con i soliti due
sceneggiatori alle spalle, sta dando le ultime indicazioni ai cameramen.
DE NOVI
La due più stretta sulla poltrona… La uno pronta per l’apertura della porta e
la tre, solito totalino… ok, pronti a girare!
SCENA 38/3 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
La scena si svolge nello studio di Sonetti. Si apre la porta dello studio. Entra Francesco nei panni di Sonetti. La poltrona girevole
dietro alla scrivania ruota e compare Ale nei panni di Leo.
SONETTI (a fil di voce, non essendosi ancora completamente ripreso)
Che ci fai tu qui?
LEO
Che faccio qui? Sono arrivato ad una conclusione!
Ale, nei panni di Leo, ogni tanto accenna il tic all’occhio, ma con moderazione.
SONETTI
E chi ti dice che io sia interessato alla tua conclusione?
LEO
Io lo dico! (accusandolo) Tu hai organizzato il rapimento di Lenni, la tua futura
moglie! Lo hai fatto per non entrare…
SCENA 38/4 - TEATRI CINELAND - SALA REGIA - Interno giorno
Mentre il regista da gli ordini per “staccare” da una telecamera all’altra, i due sceneggiatori seguono intensamente l’accusa di Leo a
Sonetti, ripetendo con le labbra le battute, con uno sguardo così orgoglioso per quello che hanno scritto, neanche fosse
Shakespeare.
VOCE OFF LEO
…nella famiglia a tasche vuote!
DE NOVI
Vai con la uno!
VOCE OFF LEO
...e per non dover sottostare alla volontà del vecchio!
DE NOVI
Due!
SCENA 38/5 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
Leo continua l’inquisitoria.
LEO
…ma non avevi previsto di dover fare i conti col sottoscritto!
SONETTI (con odio)
Maledetto bastardo!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Provocazione! Ale ha uno come uno sbandamento. L’eco di “maledetto bastardo!” gli risuona nelle orecchie. La palpebra trema più
del solito. E per la prima volta Ale, interpretando Leo, diventa veramente Leo!
SONETTI (ghignante)
Tu però non avevi previsto questa!
Ed estrae la pistola e spara. Ma Leo non sembra intenzionato a morire, e invece di fare “Ahhh!”, inizia a sghignazzare. Ovviamente,
l’addetto agli effetti speciali non fa scoppiare la vescica col sangue finto; ”Quello sta sghignazzando!”, pensa. Anche la troupe non
capisce e ci si aspetta lo stop da un momento all’altro.
LEO BUSCA
È una pistola giocattolo, coglione!
Francesco è disorientato. L’aiuto regista cerca inutilmente la battuta nel copione.
SCENA 38/6 -TEATRI CINELAND - SALA REGIA - Interno giorno
In regia c’è un ovvio stupore. I due sceneggiatori si guardano tra di loro.
DE NOVI
Coglione?
SCENA 38/7 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
Leo si limita ad essere se stesso, “recita” quindi da dio e continua ad andare fuori copione.
LEO BUSCA
Vuoi sparare? E spara!
Francesco, cercando di salvare il salvabile spara una, due, tre volte, ma Leo non muore! E continua a guardarlo con un sorrisino di
compatimento. Certo, Leo non distingue la realtà dalla finzione, ma conosce bene le pistole, e per lui Francesco è appunto un
“coglione” che non si accorge di aver in mano una pistola giocattolo, non un attore che recita la sua parte.
LEO BUSCA
Hai finito? Davvero pensi che qualcuno ti farebbe andare in giro una pistola
vera?
Anche questa battuta non c’è nel copione e i cameramen si guardano tra di loro mentre l’aiuto chiede in cuffia al regista
AIUTO REGISTA
Che faccio?…Do lo stop?
Francesco, continuando a non capire, decide di interrompere la scena.
FRANCESCO (verso la troupe)
Ehi, ma questo è fuori di tes…
Ma non finisce la frase, perché, con uno spettacolare calcio alla mano, Leo disarma il poveretto che urla per davvero, dal dolore.
FRANCESCO
Ahhhh!
L’aiuto, i cameramen, la costumista, Anita, Benni, insomma l’intera troupe reagisce con meravigliato stupore a quello che accade.
SCENA 38/8 - TEATRI CINELAND - SALA REGIA - Interno giorno
In regia sono ammutoliti, quasi ipnotizzati: per la prima volta finalmente interessati a quello che avviene sul set. De Novi continua a
dare indicazioni confuse alle camere, che hanno tutte la stessa inquadratura.
DE NOVI
Vai con la uno… no, la due, scusa, volevo dire la tre…
SCENA 38/9 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Leo afferra il braccio del povero Francesco e gli fa fare una capriola a trecentosessanta gradi che si conclude sul pavimento.
FRANCESCO
Aaahhhh!
LEO BUSCA (“pulendosi” le mani)
Eccoti servito, bellezza! E Sogni d’oro.
L’aiuto, non sentendo indicazioni da De Novi, decide di porre fine alla sofferenza di Francesco.
AIUTO REGISTA (titubante)
St-stop!
Prima che qualcuno, regista compreso, possa obiettare alcunché, dal buio della sala echeggia una voce.
VOCE FUORI CAMPO
Bene, mooolto bene!
Tutti si voltano all’indirizzo della voce. L’uomo, che sta ora applaudendo, avanza con fare deciso al centro della scena. È il CAPO
STRUTTURA. A fianco a lui c’è una RAGAZZA ATTRAENTE, intorno ai trent’anni anni, molto curata nell’aspetto. Prima
timidamente, poi sempre più decisamente, tutti i presenti, con piaggeria, cominciano ad applaudire all’indirizzo di Ale. Gli applausi,
ormai fragorosi, della troupe, alla quale si sono uniti il regista e gli sceneggiatori, risvegliano un Ale, come sempre frastornato. Più
frastornato di lui è Francesco, che, rialzandosi a fatica da solo (tutti sono intorno al capo struttura e ad Ale) sembra non capire
bene cosa sia successo.
FRANCESCO (confuso e malconcio)
È già ora di pausa?
Il capo struttura, uomo di solida corporatura, sulla cinquantina, alterna le sue considerazioni a profonde boccate dal suo sigaro.
CAPO STRUTTURA
Finalmente una soap vigorosa! Molto bene! Complimenti a tutti! (rivolto poi
ad Ale) Ottimo lavoro ragazzo, hai grinta da vendere!
E gli batte vigorosamente una mano sulla spalla. Ale traballa.
CAPO STRUTTURA (a De Novi)
Formidabile! Mi piace questo personaggio, verrò spesso a godermelo!
DE NOVI (imbarazzato)
Veramente… era prevista la sua uscita di scena, in questa puntata…
Cala un imbarazzante silenzio.
CAPO STRUTTURA (diventando improvvisamente serio)
De Novi, secondo lei io dovrei eliminare l’unico attore che dà un po’ di fuoco
a questa lagna? Urgono decisioni difficili. Ma mi danno un milione di euro
esentasse per prendere decisioni difficili! Quindi… Riscrivere! Riscrivere!
Allargare ed allungare la parte. (enfaticamente) Sceneggiatori! Al lavoro!
E fa per andarsene. La ragazza attraente, si attarda un attimo vicino ad Ale, gli sorride e lo guarda in un modo cui lui non è
abituato: il modo in cui si guarda un “vincente”.
RAGAZZA ATTRAENTE
Complimenti! Davvero!
Ale risponde con un sorriso timido.
CAPO STRUTTURA
Vieni Beatrice?
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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La ragazza lo raggiunge ed i due se ne vanno.
SCENA 39 - CASA ALE - Interno giorno
La sera dello stesso giorno, Ale sta passeggiando nervosamente vicino allo specchio. Pare indeciso sul da farsi. Sono ormai
ventiquattr’ore che evita accuratamente di specchiarsi. Ma ora basta. Fa un bel respiro e decide di rischiare.
ALE (nervoso, rivolto allo specchio)
O.K.! Io so che non esisti, che sei solo una proiezione della mia fantasia
malata…
LEO
Ah, non esisto! Bella riconoscenza!
Per un attimo Ale aveva sperato di non sentir risposta, cosa che l’avrebbe rassicurato sulle sue condizioni mentali.
ALE (facendosi forza e proseguendo nel suo ragionamento)
Volevo però farti un paio di domande…
LEO
Sputa il rospo!
ALE
…quando oggi pomeriggio Francesco mi ha chiamato bastardo puntandomi
la pistola… e tu… io.. tu l’hai aggredito… non era realtà… era finzione!
LEO
Ehi! A che gioco giochiamo? Realtà…finzione… non fare l’intellettuale con
me!
Ale fa per ribattere, pur rendendosi conto che sta discutendo di realtà e finzione con la propria immagine allo specchio, ma in
quell’istante sente qualcuno alla porta d’ingresso. È Marta, che irrompe nella sala con pacchi e pacchetti vari e, dopo averli
appoggiati sul divano, praticamente senza salutarlo, mette subito al corrente Ale della serata passata con Sergio.
MARTA (con vivacità)
Forse ho una parte! Sergio non me l’ha assicurato al cento per cento ma…
(fa un cenno come dire secondo me la parte è mia!) Ti avevo detto no, della
rivisitazione brechtiana…? (guardandosi intorno) Dove sono le sigarette?
Ale le indica stancamente il pacchetto blu alle sue spalle. Quella donna gli assorbe tutte le energie. Marta accende una sigaretta e
prosegue
MARTA (buttando fuori il fumo)
È stata una serata piacevole! (gli allunga le chiavi della macchina e come
ricordando) A proposito, c’è un problemino… mentre stavamo andando al
ristorante … non guidavo io, guidava Sergio… sai che a me non piace
guidare … abbiamo tamponato!
ALE (preoccupato)
Con la mia macchina?
MARTA (già spazientita)
Certo, con quale? Ma niente di grave... non preoccuparti! (giustificandosi)
era un cretino che ha frenato all’improvviso!
La palpebra di Ale inizia a tremare.
ALE
Cazzo, Marta! Se l’avete tamponato, bisognerà anche pagare i danni!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
37
Marta reagisce in un modo inqualificabile.
MARTA (aggressivamente)
Oh, senti, non mi dare il tormento! Per qualche ammaccatura! Anzi, è
un’ottima occasione per cambiarlo, quel catorcio!
E si volta dandogli le spalle. La palpebra è tutta un fremito. Leo l’afferra per un braccio, girandola e assestandole un meritatissimo
manrovescio. Marta barcolla e Leo la guarda sorridendo in modo beffardo, ma dopo l’attimo di comprensibile smarrimento per un
comportamento che lei ritiene inconsueto, la donna, recuperata la sua grinta, gli risponde con un altrettanto sorprendente cazzotto
in pieno viso. E chi cade K.O. è Ale, non Leo.
ALE (lamentandosi)
Dio… che dolore!
Marta prende affrettatamente le sue cose e, dopo aver gettato sul tavolo le chiavi di casa, se ne va senza dire una parola,
sbattendo la porta. Ale, seduto sul pavimento, si massaggia la mascella e non riesce a trattenere un sorriso. Ecco finalmente
trovato il modo per chiudere con Marta. Parte una musica…
SCENA 40 - PARCHEGGIO SOTTO CASA - Esterno giorno
… che accompagna la scena: Ale in automobile, si fa ancora soffiare sotto il naso il parcheggio da parte di un altro ceffo, che gli fa
pure un cenno col dito medio. Ovviamente adesso la reazione è diversa. Leo scende dall'auto e senza tanti complimenti
afferratagli la testa, gliela sbatte ritmicamente contro il volante. Il clacson ne sottolinea i colpi. La musica continua …
SCENA 41 - TEATRO OFF - Esterno giorno
… e accompagna la scena: Leo sta tenendo per i piedi e a testa in giù fuori dal balcone il proprietario del teatro, che urla
terrorizzato, mentre Carlo tenta inutilmente di arginare la sua irruenza. Il proprietario, gli fa capire che farà tutto quello che vuole. La
musica continua…
SCENA 42 - UFFICIO AGENTE - Interno giorno
…e accompagna la scena: Ale è dal suo agente. Gli passa un foglio con le sue richieste per il nuovo contratto. L'agente, dopo
averle lette, non riesce a trattenere una risata di scherno all'indirizzo di Ale, ma Leo lo afferra violentemente per il bavero della
giacca e gli urla minacciosamente qualcosa a pochi centimetri dalla sua faccia. L’agente, spaventato, gli dà ragione. La musica
finisce.
SCENA 43 - TEATRI CINELAND - Interno giorno
Ale sta passeggiando, rilassato e sereno, in mezzo al consueto via vai di suore, infermiere, carabinieri, dottori, tecnici e
manovalanza varia. Neanche l’altoparlante con i suoi consueti messaggi pare distoglierlo dal suo stato “zen”.
VOCE ALL’ALTOPARLANTE
L’abate Faria è desiderato al teatro 3! Ripeto, Faria al 3!
Poco distante, Federico De Novi e gli sceneggiatori stanno parlottando tra di loro. Hanno in mano alcune pagine del copione.
Vicino a loro c’è anche l’aiuto regista che si accorge della presenza di Ale lì vicino.
AIUTO REGISTA
Ah, ecco! C’è Cattani. (fa per prendere i fogli) Glieli porto.
DE NOVI (trattenendoli)
No! Lascia, ci penso io.
E si dirige verso di lui.
DE NOVI (gioviale)
Caro Cattani!
ALE (come risvegliandosi)
Oh … salve!
De Novi, sorridente ed amichevole, gli cinge le spalle col braccio.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
38
DE NOVI
Allora, come andiamo?
Ale risponde con un sorriso, un po’ imbarazzato dall’insolito comportamento del regista.
DE NOVI (allungandogli i fogli)
Ecco le ultime modifiche al copione …studiatelo, perché si gira domani! (con
piaggeria) La tua parte si è notevolmente allargata!
Dietro a loro, in secondo piano, stanno passando Benni e Grimaldi. Francesco, vedendo De Novi in atteggiamento confidenziale
con Ale, pare turbato. È invidioso. Poi i due escono di scena.
DE NOVI
Oh… naturalmente per qualsiasi chiarimento… o qualunque idea che ti
venga in mente … non esitare … rivolgiti pure direttamente a me! Ok? Ci
vediamo domani sul set!
E sempre sorridendo fa per andarsene. Poi, ricordando qualcosa, si volta di nuovo verso Ale.
DE NOVI
Ah, Cattani.
ALE
Sì?
DE NOVI (puntandogli l’indice)
Bella idea il tic!
E si allontana. Ale, pur conscio della paraculaggine di De Novi, ha l’espressione compiaciuta di chi ha fatto un altro passo avanti.
VOCE ALL’ALTOPARLANTE
Al teatro 7 stanno registrando “Tormento ed Estasi” ripeto, “Tormento ed
Estasi” al 7!
Ale sta ora passando vicino a dei pannelli scenografici dimessi, accatastati vicino ad un muro. Dietro ad essi, sente dei bisbigli,
degli strani rumori. Uno come Ale, in un caso come questo si farebbe gli affari suoi. Ma Ale adesso è anche un po’ Leo, e Leo è
curioso per professione. La palpebra indagatrice sbatte nervosamente, ed Ale diventa Leo, che dà una veloce sbirciatina e vede,
non visto, il rampante giovanotto fidanzato di Sandra, in compagnia di una bella figurante vestita da suora. I due non stanno
parlando di religione: lui ha il testosterone a mille e le mette le mani dappertutto, lei fa la ritrosa ma si capisce che è interessata.
Dietro a loro, una scenografia composta da un palmizio ed un pittoresco cielo al tramonto. Leo origlia.
RAMPANTE GIOVANOTTO (seduttivo)
Eh su! … non fare la ritrosa…
FIGURANTE (civettuola)
Mah … non so …
RAMPANTE GIOVANOTTO (con insistenza)
Dai... ti porto in un bel localino, il Mocambo... è di un amico…
Leo registra tutto.
RAMPANTE GIOVANOTTO
Ci beviamo qualcosa... (allusivo) e poi…
FIGURANTE (giocando a far finta di non capire)
…E poi cosa?
Flavio sorride evasivo. Pare pensare: “Lo sai bene, cosa”.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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RAMPANTE GIOVANOTTO (incontenibile)
Ti passo a prendere alle dieci… (vizioso) vieni vestita così che mi fai
impazzire!
E tenta di baciarla. Lei sorridendo civetta si ritrae e gli da un finto schiaffo.
FIGURANTE (sorridendo sensualmente)
Che porco che sei!
Leo ha sentito abbastanza e si dirige verso il teatro cinque.
VOCE ALL’ALTOPARLANTE
Al 6 sta per iniziare la registrazione di “Esmeralda, figlia del deserto” al
teatro 6! Gli attrezzisti Gobetti e Mastrostefano sono urgentemente
desiderati al teatro 2. Ripeto, Gobetti e Mastrostefano!
Due robusti attrezzisti che stanno trasportando un grosso specchio dalla ricca cornice barocca si fermano sbuffando e, dopo uno
sguardo d'intesa, appoggiano lo specchio al muro e si allontanano. Arriva Leo che, vedendo lo specchio, si guarda vanitosamente,
ma non fa a tempo a pavoneggiarsi che ridiventa immediatamente Ale. 1
ALE (guardandosi intorno per accertarsi di essere da solo)
Ti metti a spiare la gente?
LEO
Beh, mi pagano per questo. (allusivo) E può darti dei vantaggi … dammi
retta, ti stai facendo troppi scrupoli.
ALE (preoccupato)
Di che vantaggi parli?
SANDRA
Stai ripassando la parte?
Ale si volta di scatto e come in un deja-vu c'è vicino a lui l'incantevole Sandra che lo guarda sorridendo. Ale è come al solito
imbarazzato: in questo caso non solo per la sua timidezza ma anche perché è al corrente di ciò che Flavio sta combinando a
Sandra. Sembra quasi addossarsi la colpa del “tradimento” di Flavio.
ALE (guardandosi intorno circospetto)
Oh … come … ciao …
In questo modo, peggiora la situazione ed anche Sandra si guarda intorno
SANDRA
Che c’è ? Tutto bene?
ALE (riprendendosi)
Ce ... certo! Tutto bene!
Segue un attimo di silenzio imbarazzato.
ALE (farfugliando)
Co .. come mai tu ... tu ... sei qui?
Come a dire, non dovresti esserci se il tuo fidanzato se la fa qui dietro con una suora. Ovviamente Sandra non capisce.
SANDRA
Beh, io qui ci lavoro! (poi, dandogli la mano) Piacere, mi chiamo Sandra
Rivelli! Mi occupo di edizione, (precisando) segretaria di edizione
(declamando ironica) “Tormento ed estasi”.
1
Come abbiamo precedentemente visto, nelle situazioni allo specchio, l'immagine riflessa è Leo e l'individuo reale è Ale
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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ALE
Sì ... sì, lo so!
SANDRA
Come lo sai!
ALE (confuso)
Come lo so? (riprendendosi) So che ti chiami Sandra … l’ha detto il tuo …
quel ...
SANDRA (ricordando)
Ah, sì… Flavio! Alla mensa!
Poi aspetta che Ale si presenti, ma Ale continua a tacere.
SANDRA
E… tu?
ALE (sempre confuso)
Io… cosa?
SANDRA
Come ti chiami?
ALE (riavendosi)
Ah… scu… (dandole di nuovo la mano) mi chiamo Alessandro, Alessandro
Cattani, attore (con lo stesso tono di lei prima) “Ricchezza e lacrime”… o ...
“Cuore di alabastro”… non hanno ancora deciso il titolo.
Sandra sorride complice, alla risposta di Ale. Le squilla il portatile. Mentre Sandra, scusandosi, fa per rispondere, Ale la guarda con
espressione estatica.
SANDRA (al telefono)
Sì ... ciao! (cambiando espressione) … ma come scusa … mi ero liberata
apposta! (seccata) sì … sì ... sempre la stessa storia…
Ale intuisce che è al telefono con Flavio che sta evidentemente inventando una scusa per la serata. Vorrebbe non sentire anche
perché si accorge che Leo sta di nuovo per farsi vivo e prevede guai, ma il tic ha di nuovo il sopravvento.
SANDRA (seccata)
Va be ... va bene … sì ... sì … a domani…
E chiude la comunicazione. È visibilmente alterata e guarda Ale, o meglio Leo, con un sorriso tirato.
LEO
Ti ha dato buca?
Sandra lo guarda senza rispondere. Sembra pensare: “Dove vuole andare a parare questo?”
LEO (vago)
Ho sentito dire grandi cose di un locale che hanno aperto in città, si chiama
Mocambo. Potremmo farci un salto stasera, così, per conoscerci meglio.
Sandra, risentita per il “bidone” di Flavio, pare non dare troppo peso all’improvvisa disinvoltura di quello che lei crede essere Ale.
Anzi, per ripicca, decide di approfittarne.
SANDRA (un po’ vendicativa)
Ma sì … direi che si può fare ... (poi, quasi giustificandosi con se stessa) ...
in fondo … dopo una giornata di lavoro un po’ di relax…
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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LEO
Questo è parlare, bimba!
SANDRA (un po’ interdetta per il “bimba”)
Beh, ora devo andare. Avrò da fare più o meno fino alle nove direi ... puoi
passare tu a prendermi ... sono al 7 ...
LEO
Contaci! Alle nove al 7!
SANDRA (sorridendo)
Bene, a stasera allora!
Mentre Sandra si allontana, sopraggiunge Benni che ha casualmente sentito l'ultima parte del discorso.
LEO (pavoneggiandosi)
Mi vedo con lei stasera.
BENNI
Ah... che bravo! È un gran bel tipo… (non ricordando il nome)
LEO
Sandra!
BENNI
Ecco, Sandra … eh la conosco bene! Ci ho lavorato un paio di volte, gran
professionista! (riferito alle intenzioni di Leo) Solo che è fidanzata! È
fidanzata con quel producer … (non ricordando).
LEO
Flavio!
BENNI
Flavio, ecco!
Un attimo di silenzio tra i due. Poi Benni coglie al volo l'opportunità per una scommessa.
BENNI
Scommessina?
LEO
E sarebbe?
BENNI
Scommetto … un centone che stasera non combini niente!
LEO (gli prende la mano e gliela stringe vigorosamente)
O.K. bello! Però facciamo cinque centoni!
Benni, sorpreso, è quasi costretto ad accettare, e si allontana col timore di aver fatto una cazzata. Leo, rimasto solo, torna a
rimirarsi compiaciuto allo specchio e "risveglia" nuovamente un Ale incerto, dubbioso. Sopraggiungono Gobetti e Mastrostefano
che sollevano lo specchio e lo portano via.
SCENA 44 – MOCAMBOBAR - Esterno notte
Un'auto dal muso visibilmente danneggiato accosta sferragliando davanti all’ingresso di un locale, con Ale alla guida ed al suo
fianco Sandra. La scritta all’esterno recita luminosa “Mocambobar”. C’è un bel po’ di gente fuori.
ALE (cercando goffamente una scusa)
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Beh … non sembra un granché … e poi non c’è parcheggio … andiamo da
qualche altra parte?
SANDRA (indicando)
Lì davanti c’è un posto!
ALE
Ah già … non l’avevo visto …
Ale parcheggia la sua “utilitaria” tra due automobili di grossa cilindrata. Poi cerca di scendere velocemente per andare ad aprire la
portiera a Sandra, ma la sua non si apre subito, a causa dell’ammaccatura, ed è costretto a dare una spallata per uscire. Nel
frattempo Sandra, anticipandolo, è già scesa; ma il suo tentativo un po’ goffo di essere cortese non è sfuggito alla ragazza, che
pare apprezzare. Poi, quasi a voler giustificare il suo mezzo “schiacciato” tra le due auto di grossa cilindrata…
ALE
Con questa trovo sempre parcheggio!
Sandra sorride un po’ ironica guardando il frontale danneggiato dell’auto e pare pensare: “Non senza conseguenze!”
ALE (continuando a giustificarsi)
No... quello non è colpa mia… l’avevo prestata alla mia … a una ragazza …
e…
Sandra continua a guardarlo sorridendo, mentre si avviano all’ingresso del locale. Ale è teso, sta pensando all’eventuale
imbarazzante incontro tra Sandra e Flavio e non venendogli in mente niente di meglio, finge un attacco di panico.
ALE (fingendo di respirare a fatica)
…C’è troppa gente … (massaggiandosi il petto) … secondo me non c’è
posto …
SANDRA (premurosa)
Stai male?
ALE (con affanno)
No, è che … quando c’è folla … ho come…(e indica il petto) mi viene il
panico …
SANDRA
Ma non c’è tanta gente! E poi, magari dentro non è così … (poi, seria,
cambiando espressione) C’è qualche altro problema?
ALE
No, no … assolutamente …
Ale si rende conto che col suo atteggiamento maldestro rischia di peggiorare le cose.
ALE (facendo finta di riprendersi)
…Ecco! …Va già meglio …basta che respiri profondamente …
Entrano nel locale. Sandra sembra diventata un’infermiera.
SCENA 44/2 – MOCAMBOBAR - Interno notte
Nel locale c’è musica dance assordante. È il tipico club trendy per fighetti. Ale scruta tutti gli avventori nella speranza di non vedere
Flavio e la sua amichetta, mentre Sandra individua un tavolo.
SANDRA (premurosa, voltandosi verso Ale, ad alta voce)
Va bene lì?
Ale fa cenno di sì con la testa poi, non visto da Sandra, continua a guardarsi intorno circospetto. Pare proprio che Flavio non ci sia.
Forse i due hanno cambiato idea. Ale sembra sollevato. Al tavolo, Sandra riprende il dialogo, sempre a voce alta per la musica.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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SANDRA
Come va?
ALE (un po’ soprappensiero, guardandosi ancora intorno)
Bene!
SANDRA
Ti capita spesso?
ALE (non capendo)
Cosa?
SANDRA
Dico … il panico … per la gente!
ALE (risvegliandosi)
Ah, quello! (minimizzando) No, solo ogni tanto.
SANDRA
Beh, certo che per uno che fa l’attore … è un bel problema!
ALE (più sciolto, per il pericolo scampato)
Faccio degli esercizi di rilassamento… training… (ormai a ruota libera)
cinque minuti prima di girare o prima di andare in scena… è fondamentale!
Me l’ha insegnato … (correggendosi) ho frequentato…
Ale dà le spalle all’entrata del locale e Sandra segue attentamente il suo discorso fino all’ingresso di Flavio con l’amichetta. I due si
dirigono verso il bancone del bar. Con atteggiamento eloquente lui la sbaciucchia senza ritegno e lei lo lascia fare. Ale è così
rilassato e preso dal suo monologo da non accorgersi che Sandra sta guardando da un’altra parte.
ALE (continuando)
…un seminario, alcuni anni fa. Non so se hai mai sentito parla …
SANDRA (seria, bloccandolo)
Puoi scusarmi un attimo?
ALE (sorpreso)
Pr ... prego!
Sandra si alza e va decisa verso il bancone. Ale, incuriosito, si gira per controllare dove va. Seguiamo la scena dal suo punto di
vista, con in sottofondo una dance assordante. Flavio alla vista di Sandra, tenta inutilmente di giustificarsi, mentre l'altra ragazza è
imbarazzata, poi Sandra prende il cocktail di Flavio e glielo getta violentemente in faccia. Ale non sa dove guardare. Sandra torna
al tavolo e, senza dire una parola, prende il soprabito e va verso l'uscita. Dopo un attimo, mentre sul fondo vediamo Flavio che
tenta di asciugarsi, pure Ale si alza per andarsene, cercando goffamente di coprirsi il viso.
SCENA 45 – PARCO - Esterno notte
Sandra ed Ale sono seduti sullo schienale di una panchina, in una zona un po’ appartata. Sandra fa respiri profondi e Ale le sta
dando consigli.
ALE (didattico)
Ecco… prova a pensare che ogni volta che inspiri… fai il carico di rabbia… e
poi… espiri e butti fuori tutta la tua ira..
Sandra esegue. I ruoli sembrano essersi comicamente invertiti. Ma Sandra ha anche bisogno di parlare.
SANDRA
Dovevo aspettarmelo ...con la pessima reputazione che aveva ... ma finché
non ci sbatti il muso ...
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Poi inspira ed espira di nuovo.
SANDRA
…e poi devo essere completamente onesta con me stessa ... su questo
rapporto non ci ho mai investito granché neanch’io!
Inspira ed espira di nuovo. Poi, guardando Ale
SANDRA
Sai che funziona?! (poi, riflessiva, tornando al tema) Anche adesso per
esempio … mi brucia più per la figura da scema …
I due, senza guardarsi, inspirano ed espirano insieme.
SANDRA (cercando di riprendersi)
Ti ho già annoiato abbastanza … (guardando Ale) E tu … che mi racconti?
ALE (non capendo)
… Io!?
SANDRA
No…voglio dire…l’amore! Sei fidanzato…o cosa?
ALE (facendo un gesto come dire lascia perdere)
…Ho rotto anch’io da poco…
SANDRA (intuitiva)
La ragazza dell’auto?
Ale, un po’ intimidito, fa cenno di sì.
ALE
Era un rapporto che si trascinava… (massaggiandosi la mascella)
SANDRA
Ci vivevi assieme?
Ale fa no con la testa poi, collegando
ALE (alludendo a Flavio)
Perché tu invece…
SANDRA (con sollievo)
No! Per fortuna no! Divido l’appartamento con un’altra ragazza… una insop-por-tabile! (sorridendo guarda Ale e, come rispondendo ad una
domanda immaginaria). No, non ho un metodo per incasinarmi, è talento
naturale!
Ale sorride. Sandra scuote la testa.
SANDRA
Leggo un annuncio sul giornale di questo appartamento in via Arenula. Mi
presento all’appuntamento e la incrocio proprio mentre sta andandosene.
Un’altra interessata, penso.
Durante il racconto di Sandra, Ale sta pensando che raramente gli è capitato di trovarsi così a suo agio con una persona di sesso
diverso e la guarda in estasi.
SANDRA
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Quando vengo a sapere dall’agenzia il costo, me ne vado, troppo alto per
me. (accorgendosi dello sguardo di Ale) Che c’è?
ALE (intimidito)
No … nie … niente! Ascoltavo!
SANDRA (riprendendo)
Beh, la ritrovo ad aspettarmi, con i miei stessi problemi di soldi e con la
proposta di dividerlo … che vuoi che ti dica, l’appartamento mi piaceva
troppo, ho deciso di correre il rischio e mi è andata male! (come spiegando)
… Non è colpa di nessuno … è che … abbiamo caratteri incompatibili.
Ale, inspira ed espira di nuovo ironicamente, quasi a suggerirle di rilassarsi.
ALE
Parliamo d’altro?
SANDRA (sorridendo)
Sì, forse è meglio!
ALE (con orgoglio)
Tra un paio di giorni ho una prima, a teatro!
SANDRA
Davvero! Che bello! E cos’è?
ALE
Riccardo III… Shakespeare! Io faccio Riccardo!
SANDRA (colpita)
Accidenti! (tra sé) La mia co-inquilina scrive di teatro, fa la giornalista. (di
nuovo ad Ale, giocando) Scusa … continuo a parlare di me! Dovresti essere
a casa a provare o a riposarti!
Ale si schermisce. Sandra lo guarda.
SANDRA (con impeto di sincerità)
Posso dirti una cosa? Ti conosco poco... però... da quando ti ho visto la
prima volta alla mensa ... (dubbiosa) so che può suonare un po’…
(riprendendo) però ho avuto l’impressione che tu fossi… diverso…
Ale ascolta attentamente.
SANDRA (precisando)
Mi spiego meglio. Di solito a voi… basta che una sia mediamente carina per
provarci.
Ora Ale ha l’impressione che la conversazione si stia avventurando su di un terreno minato.
SANDRA
Invece con te… (come spiegandoselo) non so… è una sensazione … ho
pensato, finalmente una persona che non ti da subito l'impressione di volerci
provare.
Per Leo questa è una provocazione. La palpebra comincia a tremare. Ale sembra pensare: “No… ti prego, ora no!”
SANDRA (guardandolo)
Non so se mi sono spiegata …
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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LEO (guardandola avidamente)
Ti sei spiegata benissimo!
E la bacia con grande trasporto. Ale, staccatosi da lei, rientra immediatamente in sé e la guarda confuso. Anche Sandra sembra
confusa.
ALE (tentando di giustificarsi)
Dio, che ho fatto … scusa …
Sandra lo guarda, e dopo un attimo che pare un’eternità, contraddicendo la teoria che aveva appena snocciolato, risponde al suo
bacio con un altro, altrettanto passionale. Poi i due si guardano e scoppiano insieme in una risata dapprima imbarazzata, poi
liberatoria.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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La scelta
SCENA 46 - CASA ALE - Interno notte
La sera stessa. Ale rientra a casa sua. È al settimo cielo. Ha un'espressione di beatitudine che persiste anche mentre ascolta i vari
messaggi alla segreteria telefonica. Il primo è di Marta, che gli dice di aver dimenticato pacchi e pacchetti sulla poltrona e di
lasciarli in portineria perché lei non vuole più vedere la sua faccia da ... beep, la madre, con tutta una serie di raccomandazioni, in
un tono, chissà come mai, più docile ... beep, Carlo, che dice di averlo cercato inutilmente tutto il giorno e un po’ ansiosamente gli
ricorda che domani è il giorno della prova generale ... beep, la segretaria dell'analista, per rammentargli l'appuntamento di
mercoledì per la prima seduta di ipnosi. Fine dei messaggi. Ale solleva il ricevitore e compone un numero. "Risponde la segreteria
telefonica del dottor ... lasciate un messaggio ... beep".
ALE
Dottore, sono Cattani ... volevo dirle, a proposito di quel problemino ... non si
è più ripresentato e ... rinuncerei quindi a quelle sedute ... grazie comunque
per l'interessamento. Arrivederci.
Ale appoggia il ricevitore e guarda di sbieco verso lo specchio. La beatitudine di prima pare scomparsa dal suo viso. Ha sancito il
suo personale patto col diavolo.
SCENA 47 -TEATRI CINELAND – CORRIDOIO - Interno giorno
In sovrimpressione la scritta : ore 09.00
Un operaio sta finendo di montare una targhetta sulla porta di un camerino. Inciso sulla targhetta, “Alessandro Cattani”.
SCENA 47/2 - TEATRI CINELAND - CAMERINO DI ALE - Interno giorno
Ale, da solo, è seduto alla poltroncina del suo nuovo camerino. Indossa il soprabito. Dà le spalle allo specchio. Pare gustarsi il
momento. Si guarda intorno, compiacendosi dell’ambiente, accarezza la pelle della sua poltroncina girevole, poi ruota su se stesso
e, per un attimo, gli cade l’occhio sulla sua immagine riflessa e abbassa subito lo sguardo, sentendosi a disagio. L’ingresso della
truccatrice e della costumista con la sua assistente lo distolgono dai suoi pensieri.
COSTUMISTA
Ah, sei qua!
ALE
Buongiorno!
COSTUMISTA (guardandosi intorno)
Facciamo progressi!
Ale sorride schermendosi. L’assistente appoggia i costumi nello stand.
COSTUMISTA (un po’ ironica)
Improvvisamente il budget a mia disposizione è aumentato! (avvicinandosi
allo stand e prendendo un impermeabile) Vediamo un po’ se è la misura
giusta.
Ale si toglie il soprabito e l’assistente lo appende ad una gruccia vicino alla porta d’ingresso del camerino. Poi Ale prova
l’impermeabile. I due fanno un check davanti allo specchio.
COSTUMISTA
Perfetto!
Qualcuno bussa alla porta. Spunta il viso di Sandra.
SANDRA
Si può?
ALE (felice per la sorpresa)
Oh … ciao!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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E le si avvicina. I due stanno un po’ a cavallo dell’ingresso.
ALE
Entra!
SANDRA
No, sono di corsa … come va?
ALE
Bene… (guardandola con dolcezza un po’ sottovoce)… adesso anche
meglio!
SANDRA (sorridendo al complimento e anche lei sottovoce)
Sono passata per farti un in bocca al lupo per la puntata di oggi!
ALE
Beh grazie! … Crepi! (poi ha un’idea) Senti, oggi pomeriggio ho la prova
generale a teatro… perché non vieni?
SANDRA
Eh, mi piacerebbe ma… non credo… siamo al recupero! Dobbiamo girare
due puntate… mi sa che faremo gli straordinari. Ti chiamo, comunque…
VOCE ALL’ALTOPARLANTE
Tra cinque minuti al teatro 7 si registra la decima puntata di “Tormento ed
Estasi”! Ripeto 5-7-10 “Tormento ed Estasi”!
Sandra indica in alto come a dire “Senti? Devo andare!”. C’è un attimo di esitazione sul come salutarsi. Poi lei si avvicina, lo bacia
sulla guancia e fa per andarsene. Lui rimane un po’ così, ma lei torna subito indietro e gli stampa un bacio sulla bocca. Ale, al
settimo cielo, si volta verso la costumista che, mentre metteva in ordine degli abiti, ha visto tutto e ironicamente sottolinea
COSTUMISTA (ribadendo)
Facciamo progressi!
Ale, con fare romantico, si volta di nuovo all’indirizzo di Sandra, ormai sul fondo del corridoio, poi si volta dall’altra parte: c’è Benni,
e sta guardando pure lui verso il fondo del corridoio. Ale diventa serio. Benni si avvicina. Senza aprir bocca, estrae con gesto
teatrale un libretto di assegni, ne strappa uno e fa per compilarlo.
BENNI (finendo di scrivere,con voce grave)
I debiti vanno saldati. Accetti un assegno vero?
ALE (imbarazzato)
No guarda … non mi sembra il caso… e poi stai frainten…
BENNI (con un tono che non ammette repliche)
Ho detto che i debiti vanno saldati!
E teatralmente glielo porge, poi se ne va, prima che Ale possa replicare, lasciandolo con un senso di inquietudine. Ha la
sgradevole impressione che questo “affronto” se lo sia legato al dito. E che non lo dimenticherà tanto facilmente. Poi Ale si accorge
che la costumista lo sta guardando ed imbarazzato infila un po’ goffamente l’assegno nella tasca del suo soprabito.
SCENA 47/3 - TEATRI CINELAND UFFICIO PRODUZIONE - Interno giorno
In sovrimpressione la scritta : ore 10.00
Il regista sta sfogliando il copione della quarta puntata. Al suo fianco c’è il suo aiuto, di fronte i due sceneggiatori.
DE NOVI
Beh … il ruolo di Grimaldi è stato praticamente dimezzato.
SCENEGGIATORE UNO (minimizzando)
Dimezzato? Più che altro ridimensionato.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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SCENEGGIATORE DUE (giustificandosi, un po’ vendicativo)
Allarghi una parte … e devi asciugarne un’altra.
DE NOVI
Il capo struttura ha approvato?
I due fanno insieme cenno di sì con la testa.
DE NOVI (pilatescamente)
E allora … (allargando le braccia)
Poi, cambiando argomento, rivolto al suo aiuto
DE NOVI
Di là come procede?
AIUTO REGISTA
Trucco e parrucco sono già operativi e sul set stanno illuminando …
(guardando l’orologio) … ci vorrà almeno un’ora … come previsto.
DE NOVI (sospirando)
Andiamo a vedere…
Il regista si alza per uscire, seguito dall’aiuto. Apre la porta, guarda a destra e a sinistra.
DE NOVI
Ok! Via libera!
SCENA 47/4 - TEATRI CINELAND - CORRIDOI - Interno giorno
De Novi ed il suo aiuto affrontano il percorso che li divide dal set della soap. I due quasi corrono. Evidentemente il regista vuole
evitare di essere intercettato e distratto dalle problematiche di qualche attore. Nel loro tragitto, sottolineato dal suono metallico
dell’altoparlante, attraversano il solito colorito via vai di varia umanità.
VOCE ALL’ALTOPARLANTE
Portare la sfinge al teatro 1! Ripeto: comunicazione agli addetti! La Sfinge al
teatro 1 !
Dietro ad un gruppo di comparse egiziane, De Novi scorge Anita che sta discutendo animatamente con l’assistente costumista.
Tira dritto, nella speranza di non essere visto, ma subito dopo, alle sue spalle
ANITA (stridula)
Federico!
De Novi è costretto a fermarsi ed è subito raggiunto da una agitatissima Anita seguita dall’assistente costumista che sta
faticosamente tenendo insieme i pezzi di un abito ancora imbastito.
DE NOVI (accomodante)
Dimmi Anita cara!
ANITA
Che scena giriamo oggi?
DE NOVI (non capendo il senso della domanda)
Che scena giriamo oggi? (e guarda interrogativo il suo aiuto)
AIUTO REGISTA (anche lui perplesso)
La cinque?
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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ANITA (indispettita)
Non il numero! Voglio dire… come la definiresti? Una scena di…?
DE NOVI (un po’ spazientito)
Anita, scusa. Non ho tempo per gli indovinelli!
ANITA
Seduzione! Una scena di seduzione! Allora vuoi dire alla signorina
(indicandola senza guardarla) che con questo abito da… zia
(stropicciandolo) non riuscirei a sedurre un solo soldato… (in crescendo) di
un assatanato plotone della Legione Straniera!
De Novi rimane per un attimo interdetto.
DE NOVI (sorridente, cercando di ammansirla)
Ma Anita cara tu ti sottovaluti …
ANITA (bloccandolo)
Non cercare di adularmi!
Adesso il regista perde la pazienza.
DE NOVI (pratico)
Va beh (guardando l’assistente) in fondo che ci vuole? Basta allargare un
po’ qui!
E strappa il decolleté di Anita, che rimane di stucco.
DE NOVI (al suo aiuto)
Pensaci tu!
E di corsa se ne va, mentre Anita strilla.
ANITA
Ma … Federico!
Poco distante, Benni sta sfogliando il copione della puntata, con a fianco un Grimaldi, visibilmente alterato.
BENNI (con un misto di rimbambita innocenza e di perfidia)
Beh, certo che questo investigatore … (e legge perché se lo è già
dimenticato) Busca … Leo Busca … è praticamente diventato il
protagonista!
Grimaldi tace, ma il suo viso sta cambiando di colore.
BENNI (infilando il coltello nella piaga)
Un bel guaio per te. Questa serie era un’ottima occasione di farti conoscere
all’estero.
Grimaldi continua a tacere. Sta per esplodere, il viso ormai viola.
BENNI (rigirando il coltello nella piaga)
Non devo certo rammentarti io che le tue quotazioni in Italia dopo i flop di
quelle altre due soap… come si intitolavano?
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Benni si volta verso Grimaldi, ma Grimaldi non c’è più. Ha visto passare frettolosamente De Novi ed è scattato, deciso a
raggiungerlo per un chiarimento. Ora lo ha affiancato. De Novi, prevedendo guai, fa praticamente finta di non vederlo e nel
tentativo di seminarlo, va via ancora più spedito. I due, grottescamente, sembrano ora diventati i concorrenti di una corsa podistica.
FRANCESCO (agitatissimo)
Ti devo parlare.
DE NOVI
Dimmi.
FRANCESCO
Ho letto la nuova puntata (minaccioso e col fiatone), guarda che così a me
non va bene!
DE NOVI (facendo finta di cadere dalle nuvole e col fiatone pure lui)
Cosa non va bene?
FRANCESCO (urlando)
Il mio ruolo è stato dimezzato!
DE NOVI (minimizzando)
Dimezzato! Che esagerazione! Più che altro ridimensionato.
Francesco lo prende per un braccio bloccando la corsa. I due sono ora proprio davanti al camerino di Ale.
FRANCESCO (isterico)
Non mi prendere per il culo! Tutte le battute migliori le avete date a quel…
In quel momento la porta del camerino si apre ed esce un Ale inconsapevole e rilassato. De Novi ne approfitta.
DE NOVI
Oh, caro Cattani! Impermeabile nuovo?
Ale, compiacendosene, fa cenno di sì con la testa.
DE NOVI (salutandoli entrambi)
A tra poco sul set!
E se ne va prima che Francesco possa aprire bocca. I due antagonisti sono ora da soli. Grimaldi ha decisamente assorbito male il
colpo: prima il ridimensionamento del ruolo, poi il regista che lo sottovaluta. Guarda fisso negli occhi con odio quello che ormai
ritiene essere il suo diretto nemico. I due rimangono in silenzio per pochi secondi. Ale fa un passo in avanti e Francesco
indietreggia di scatto, accennando a proteggersi le sue parti basse.
ALE (imbarazzato)
Beh … allora ci vediamo!
E se ne va. Francesco lo guarda allontanarsi, poi si dirige nella direzione opposta. Un attimo dopo però si blocca. Con un moto di
orgoglio, come se avesse improvvisamente deciso di affrontarlo, si volta e fa per raggiungerlo.
Parte una musica a sottolineare il grottesco inseguimento.
Francesco pare però non farcela, Ale è distante e lui è costantemente osteggiato dal via vai. Alla fine lo perde di vista, a causa di
un gruppo di macchinisti che sta spostando a fatica un’enorme sfinge.
SCENA 47/5 - CAMERA DELLA TORTURA - Interno giorno.
La musica continua. Ale, gironzolando spensierato tra i set, entra in quella che pare essere una antica sala di tortura, ricostruita
per la soap “Esmeralda, figlia del deserto”. Ma ecco che riappare Francesco alle sue spalle. Ale guarda incuriosito le grandi gabbie
appese al soffitto, il tavolo da tortura stile “stretching”, una “vedova”, la serie di coltelli, coltellacci e scuri appese al muro. Poi si
indirizza verso una botola aperta. Intanto Francesco, non visto, lo spia. Ora c’è una luce vendicativa nei suoi occhi, per un attimo si
potrebbe essere tentati di pensare al peggio, invece, appena Ale si china per vedere meglio, molto più puerilmente, Grimaldi si
limita a colpirlo con un calcio nel di dietro, facendolo precipitare all’interno della botola. Poi, immediatamente la richiude a doppia
mandata. Francesco pare diventato una macchietta. In preda ad un attacco di infantilismo, inizia a sghignazzare. All’interno della
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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botola, Ale, acciaccato, si rialza. Lo sghignazzo di Francesco provoca Leo. Infatti, la palpebra sbatte nervosa. Leo carica la porta
della botola e la apre violentemente. La sua azione innesca una serie di reazioni da cartoon: la porta colpisce in pieno viso
Francesco, che perdendo l’equilibrio, e indietreggiando, cade rovinosamente sulla tavola di legno, dalla tavola si stacca la ruota da
“stretching” che, rotolando contro la base della pesante “vedova”, la fa precipitare sopra il malcapitato.
FRANCESCO
Ahhhhhh!
SCENA 47/6 -TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno.
La m.d.p carrella indietro dall’interno di un megafono al piano medio di De Novi.
DE NOVI (al megafono)
Aaallora, vogliamo incominciare a girare dando così un senso alla giornata?
In sovrimpressione la scritta: ore 11
C’e grande agitazione in teatro per un po’ di ritardo accumulato e tutti improvvisamente si muovono più velocemente. Arriva
trafelato l’aiuto regista che si avvicina a De Novi e cerca di attirare la sua attenzione.
DE NOVI (al megafono)
Andiamo con quelle luci! (poi, infastidito, all’aiuto) Che c’è?
L’aiuto gli bisbiglia qualcosa all’orecchio.
DE NOVI
Ma che cazzo faceva nella camera di tortura!?
L’aiuto allarga sconsolato le braccia. I due si dirigono verso il luogo dell’accaduto. Dietro a loro, un Ale “risvegliato”, si guarda
intorno con finta nonchalance. Gli cade l’occhio sull’impermeabile e con imbarazzo malcelato, immediatamente lo spolvera.
SCENA 47/7 - CAMERA DELLA TORTURA - Interno giorno.
Un gruppo di persone si accalca attorno a Francesco che starnazza come una gallina.
FRANCESCO
Ah … aiah … piano … ah … la gamba ... fate piano ... aiahh!
Ci sono attrezzisti, suore, frati, egiziani ed anche De Novi con il suo aiuto. Un uomo in camice, inginocchiato vicino a Francesco, si
alza scuotendo la testa. De Novi gli si avvicina.
DE NOVI
Che dice dottore? È grave?
UOMO IN CAMICE
“Medici alla riscossa”!
De Novi pare non capire.
UOMO IN CAMICE (a voce più alta)
“Medici alla riscossa”. Sono un attore!
E se ne va. De Novi è imbarazzato. Il suo aiuto lo guarda.
DE NOVI (minaccioso)
E allora?
L’aiuto alza le mani come a dire: “Niente, niente!”.
SCENA 47/8 - TEATRI CINELAND – SET Interno giorno.
In sovrimpressione la scritta : ore 14.00
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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In teatro l’agitazione è comprensibilmente aumentata. L’infortunio di Grimaldi ha creato seri problemi alla produzione. Ale sta
parlando al cellulare. C’è via vai di gente e grande confusione intorno a lui.
ALE (a voce alta)
Come? … Non sento! … Aspe … aspetta un attimo…
Ed entra in una cabina telefonica di scena. Ora può riprendere la sua conversazione.
ALE
…Ecco! Ora ti sento! … Lo so … lo so … Carlo, lo so che c’era la prova
generale … ma hanno spostato la registrazione al pomeriggio! Non posso
spiegarti adesso … poi ti dico, ma tu non preocc … no, no, non preoccuparti
…
SCENA 48 -TEATRO OFF - Interno giorno.
Carlo, al portatile, va avanti indietro sul palcoscenico. Attorno a lui gli altri attori della compagnia, già in abiti di scena, pronti per la
prova.
CARLO (preoccupato, a bassa voce per non farsi sentire dagli altri attori)
Ale, c’è qualche altro problema?… Mi sembra che ultimamente tu ti stia
comportando in modo strano! Cazzo, sembri un altro!
SCENA 49 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno.
Ale sempre al telefono.
ALE
No, no … ma che dici ... sarà stress … voi iniziate le prove come previsto. Io
sono pronto … prontissimo. Sì, sì ... cerco di raggiungervi appena posso …
L’aiuto regista bussa alla porta della cabina e fa cenno ad Ale che sta per cominciare la riunione di produzione.
ALE (facendo cenno di sì con la testa all’aiuto)
… Sì … sì ... scusa Carlo … ma c’è una persona che deve telefonare … ti
devo lasciare … tu non ti preoccupare … sì … sì … ciao … a dopo! Cia …
ciao.
SCENA 50 - TEATRO OFF - Interno giorno.
Carlo chiude la comunicazione e si rivolge ai suoi attori sforzandosi di minimizzare il problema.
CARLO
Purtroppo Ale ha avuto dei problemi e arriverà in ritardo. (con forza)
Comunque, animo ragazzi, noi intanto iniziamo!
Tra gli attori serpeggia un certo malumore per l’accaduto.
ATTORE (polemico)
Facciamo le prove di Riccardo III senza Riccardo III?
CARLO
Vorrà dire che la parte di Riccardo oggi la faccio io!
ATTORE (sottovoce al collega vicino, continuando a polemizzare)
Eh, certo! Adesso fa televisione…
E fa una espressione che vuol dire “e ci snobba”. Carlo ha sentito, si gira di scatto infastidito.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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CARLO (secco)
Cattani è un ottimo attore e un serio professionista, che ha avuto un
inconveniente non dipendente dalla sua volontà! E con questo considero
chiusa la discussione. (poi rivolto ai macchinisti) Sipario!
SCENA 51 - TEATRI CINELAND - UFFICIO PRODUZIONE - Interno giorno
In sovrimpressione la scritta : ore 15.00
Sta per iniziare un brainstorming con regista, sceneggiatori, Ale, Anita, Benni e gran parte del cast. Quasi tutti si interrogano
sull’accaduto ed il risultato è di generale confusione. L’aiuto cerca di portare un po’ di ordine.
AIUTO REGISTA (al gruppo)
Signori! Signori… per cortesia! Ho bisogno della vostra attenzione!
Il brusio si placa.
AIUTO REGISTA
Grazie! Allora … tutti voi sapete già quello che è successo. La mattinata è
ormai persa. Un dottore sta visitando Grimaldi e tra poco avremo il responso
…
Confuso nel gruppo, Ale è vicino ad Anita, che sta fumando nervosamente. Il fumo gli arriva sul viso ed Ale lo scaccia con la mano.
AIUTO REGISTA
… il tentativo di questa riunione è vedere se riusciamo a recuperare
qualcosa nel pomeriggio…
DE NOVI (fuori di sé, bloccandolo)
E questo è il problema minore. Se, come sembra, a quell'... imbecille
dovranno immobilizzare la gamba
(atteggiandosi a capo struttura)…
bisognerà prendere drastiche decisioni, fare cambiamenti al copione... dico
bene? (guardando allusivamente gli sceneggiatori).
I due, si sentono interrogativamente osservati da tutta la troupe. Segue un lungo, imbarazzante silenzio. Anita si sta guardando
intorno, vuole spegnere la sigaretta. Ale prende un posacenere di cristallo alle sue spalle e cortesemente lo porge alla ragazza che,
spegnendo la sigaretta gli sorride. Ad Ale inavvertitamente cade l’occhio sul decolleté. Anita se ne accorge un po' compiaciuta ed
Ale, confuso, rammentandosi il burrascoso primo incontro, fa maldestramente cadere il pesante posacenere. Il rumore dell’oggetto
sul pavimento rompe il pesante silenzio. I due sceneggiatori guardano l'imbarazzato Ale. Ad uno dei due gli si illumina il viso.
SCENEGGIATORE UNO
E se fosse Leo che tenta di baciare Lenni!?
Tutta la troupe si volta a guardare un Ale sempre più a disagio. Anche Anita lo guarda, anzi lo squadra.
SCENA 51/2 - TEATRI CINELAND - SALA REGIA - Interno giorno.
In sovrimpressione la scritta : ore 17.00
De Novi, all’interfono, con in mano il nuovo copione, sta dando le ultime indicazioni ai cameramen. I monitor di controllo in regia ci
raccontano il set. Gli attori sono già pronti. L’aiuto sta dando le ultime indicazioni.
DE NOVI
Allora … la uno sta sul primo piano di Anita … la due mi fa un totale
dell’ambiente … e la tre su Cattani … è arrivato il nuovo copione?
In un monitor della regia vediamo l’aiuto guardare verso la camera uno ed in risposta a De Novi mostrare i fogli del copione.
AIUTO REGISTA
Gli sceneggiatori stanno salendo in regia!
Ed infatti, i due entrano proprio in quel momento.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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DE NOVI (sbrigativo, rivolto alla coppia)
Che c’è?
SCENEGGIATORE UNO (con entusiasmo)
L’ha letto?
DE NOVI (secco)
No! (all’interfono) Più larga quella due!
Gli sceneggiatori rimangono di stucco.
SCENEGGIATORE DUE
Ma come non …
DE NOVI (sorridente alla coppia)
Va senz’altro bene! (poi, ricordando) Il capo struttura l’ha approvata?
I due fanno cenno di sì con la testa.
DE NOVI (secco all’interfono)
Pronti a girare!
SCENA 51/3 - TEATRI CINELAND – SET - INTERNO GIORNO
L’attrezzista sta collocando alcuni piccoli soprammobili in scena. Poi si allontana. Uno di questi, un piccolo cactus di plastica, pare
attirare l’attenzione di Ale, che vaga lì intorno, pronto per iniziare a girare. L’attrezzista torna con altri oggetti e ha l’impressione che
manchi qualcosa…
AIUTO REGISTA
Signori, in posizione!
…ma forse si sta sbagliando, e si allontana dal set. Intanto gli attori prendono posto: Ale dà le spalle ad Anita, sta per versarsi un
drink. L’aiuto fa il solito conto alla rovescia, tre … due ... uno … azione.
LEO BUSCA (a Lenni)
Vuole un drink?
LENNI (eludendo la domanda, con rabbia)
Il suo comportamento mi ha molto delusa ! Non è stato un comportamento
da uomo! (insistente) Leo Busca, lei non è un vero uomo!
Ale deve replicare alla battuta, ma ha un’esitazione. I cameramen si guardano tra di loro. L’aiuto, pensando si sia dimenticato il
testo, indica il gobbo senza risultato, allora, copione in mano, gli suggerisce la battuta.
AIUTO REGISTA (sottovoce)
“Lenni, si calmi e beva qualcosa!”
SCENA 51/4 - TEATRI CINELAND - SALA REGIA - INTERNO GIORNO
De Novi è in attesa in mezzo ai due sceneggiatori.
SCENEGGIATORE UNO E DUE
… “Si calmi e beva qualcosa!”
SCENA 51/5 - TEATRO CINELAND – SET - INTERNO GIORNO
Nell’orecchio di Ale risuona solo l’ultima frase di Anita: “Leo Busca, lei non è un vero uomo! ”Non sono un vero uomo? La palpebra
trema più del solito. Leo prende tutto alla lettera e per convincere Lenni del contrario si volta, butta bottiglia e bicchiere per terra e
sibila
LEO
Certo che tu sai come provocarmi, bambina!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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È una battuta assolutamente non prevista. L’aiuto, sorpreso, controlla sul suo copione e poi su quello appeso alla telecamera
vicina. Non trovando nessun risconto della battuta, sussurra spazientito
AIUTO REGISTA
Ancora!
Leo si incolla alle labbra di Lenni con un bacio vero, tra l'altro diverse battute prima di quello previsto. Anita, prima tenta di
divincolarsi, poi pare lasciarsi andare. La troupe trattiene il fiato. La costumista e la sua assistente sono a bocca aperta.
CAMERAMAN
Quelli fanno sul serio…
SCENA 51/6 - TEATRI CINELAND - SALA REGIA – Interno giorno
De Novi sorridente in mezzo ai due sceneggiatori a bocca aperta
DE NOVI
Stringi con quella due, cazzo!
Nel monitor della camera due, il campo medio del bacio diventa un primo piano.
SCENA 51/7 - TEATRI CINELAND – SET - INTERNO GIORNO
Improvvisamente si spalanca la porta a vetri ed appare Sonetti su di una sedia a rotelle, con una gamba irrigidita dal gesso. Gli
sceneggiatori hanno evidentemente sfruttato la momentanea infermità di Grimaldi, inventandosi “un incidente” anche per il
personaggio che interpreta, Sonetti. Come da copione, teatralmente l’attore si alza sulle stampelle, fa, con fatica, due passi avanti,
ed intima a Leo
SONETTI
Fermo, razza di manigoldo, non riuscirai a sottrarmi ciò che mi appartiene!
Leo e Lenni continuano imperterriti a baciarsi. L’aiuto regista tenta di suggerire ad Anita
AIUTO REGISTA (bisbigliando)
“È un miracolo! Tu cammini!”
Niente da fare, Anita sembra troppo presa da quello che sta facendo. Francesco si guarda attorno cercando una risposta che non
arriva ed allora
SONETTI (ripetendo a voce più alta)
Fermo, razza di manigoldo, non riuscirai a sottrarmi ciò che mi appartiene!!!!
Leo si stacca da Lenni e, sempre fuori copione, con un calcio chiude la porta in faccia a Francesco, che urla veramente per il
dolore, al di la della porta a vetri.
FRANCESCO
Aiaaah!
SCENA 51/8 - TEATRO CINELAND – SALA REGIA - Interno giorno
De Novi sembra avere un orgasmo.
DE NOVI (urlando all’interfono)
Stooop!
Poi si gira entusiasta verso gli sceneggiatori.
DE NOVI
Bene! Benissimo! Mi piace! Un’idea geniale!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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I due si guardano e, dopo un iniziale spaesamento, visto che tutto si è risolto per il meglio, si schermiscono come dire “è solo
mestiere!”.
SCENA 51/9 - TEATRI CINELAND – SET - INTERNO GIORNO
Sul set, dopo lo stop del regista, è calato il silenzio. La troupe è un po’ disorientata, poi qualcuno accenna un timido applauso via
via seguito da tutti gli altri, sempre più con forza, anche con fischi ed ovazioni. La tensione si scioglie. Il gruppo circonda Ale,
rientrato in sé dopo la sirena di fine registrazione, mentre Anita, ancora frastornata per il lungo ed appassionato bacio, sembra
guardarlo con occhi diversi. Improvvisamente, da dietro la porta a vetri, riappare Francesco, ormai ridotto ad una maschera
grottesca. Sulle stampelle, zoppicante, tiene ora anche un fazzoletto insanguinato davanti al naso.
FRANCESCO (urlando alla troupe)
Ehi!
Il brusio si interrompe di colpo. Tutti si girano verso di lui.
FRANCESCO (sempre urlando)
Mi volete veder morto!
SCENA 51/10 - TEATRI CINELAND - SALA REGIA - Interno giorno
Uno degli sceneggiatori ha come una improvvisa illuminazione
SCENEGGIATORE UNO
Morto? Idea interessante!
SCENA 52 - TEATRO OFF – PALCOSCENICO - Interno notte
In sovrimpressione la scritta : ore 21.00
Sul palcoscenico, l’attore che interpreta Richmond, sta terminando il suo monologo. Carlo è disteso per terra, ferito a morte.
RICHMOND
…E perché possa a lungo mantenersi in vita in questo luogo, o signore,
pronunzia il tuo amen.
CARLO (rialzandosi)
Sipario!
Ed inizia ad applaudire, seguito immediatamente da tutti gli attori. Proprio in quel momento, entra trafelato Ale, vestito da Riccardo
III
ALE (col fiatone)
Eccomi!
Tutti si voltano verso di lui, guardandolo in silenzio. Gli applausi lentamente scemano. Ale si rende subito conto di essere arrivato
troppo tardi. Poi il gruppo lentamente si sgrana e si dirige verso il camerino. Ovviamente, Ale si sente a disagio. Alcuni colleghi lo
guardano come per colpevolizzarlo, altri semplicemente lo ignorano. Gli attori passano vicino a Carlo che si complimenta con
ognuno di loro. Quello che interpreta Richmond gli chiede
RICHMOND
E quella giornalista… per l’intervista?
Carlo allarga le braccia come a dire: “Evidentemente ci ha dato buca!”.
Sul palcoscenico adesso sono rimasti solo Ale e Carlo.
ALE (timoroso)
Com’è andata?
CARLO
Abbiamo fatto la prova generale di Riccardo III, senza Riccardo III!
Si sta facendo un spinello, per rimanere calmo. Ma si vede che è fatica sprecata.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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CARLO
E tra due giorni abbiamo la prima!
ALE (cercando di giustificarsi)
Ho fatto più presto che potevo!
CARLO
Evidentemente, non abbastanza, presto…
ALE
Evidentemente! Carlo, sono mortificato ma …
CARLO (non ascoltandolo più, in crescendo)
…Abbiamo la prima, con i selezionatori pronti a farci un culo così!
Ale gli gironzola attorno, cercando di calmarlo.
CARLO (a voce sempre più alta)
E tu lo sai quanto io ci tenga a questo festival! Ho cercato per quel che
potevo di giustificarti con gli altri… anche per tener alto il morale alla
truppa… (con tono da presa in giro) Pensano che tu ti sia montato la testa!
(sempre più aggressivo) Io lo sapevo che quella cazzo di soap ci avrebbe
creato problemi…
Ale gli fa un cenno con le mani come a dire di moderare i termini. Teme che la provocazione risvegli Leo.
CARLO (ignorandolo)
Ti ha deconcentrato! Cazzo!
ALE
Carlo, non dire parolacce!
CARLO
Non dire parolacce! Ma come parli!
ALE (quasi implorante)
Carlo, ti prego, calmati!
CARLO
Ti sei bevuto il cervello!
Ale, in un ultimo tentativo, si tappa le orecchie per non sentire, peggiorando le cose perché Carlo lo legge come un suo
disinteresse.
CARLO
Ah, non vuoi sentire! (avvicinandosi e urlando) Non vuoi che ti dica che stai
rovinando tutto per quel detective… di merda!
È troppo. La palpebra trema. Leo Busca è tornato.
LEO
Ehi! (afferrandolo per il bavero) Se non rimangi immediatamente quello che
hai detto ti infilo la sigaretta nella narice e la faccio uscire dall’altra!
Carlo è seriamente spaventato, anche perché rammenta quello che è successo al proprietario dello scantinato.
CARLO
O.K., O.K., rimangio tutto! Pace fratello! Pace!
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Leo lo lascia andare, e lo guarda come a dire: “Così mi piaci!”. Carlo invece lo guarda come una persona che ha evidenti problemi
psicologici. È preoccupato per lui, ma anche spaventato. Decide che è meglio lasciarlo solo. E azzarda cauto
CARLO (allontanandosi)
Io devo andare… ci pensi tu a chiudere qui?
Leo non lo degna di una risposta. Si sta guardando intorno e pare pensare: “Che cazzo di posto è questo!”.
SCENA 52/2 - TEATRO OFF – CAMERINI - Interno notte
In sovrimpressione la scritta: ore 22.00
Leo entra nel camerino con aria indagatrice. Continua a non capire dove si trova e scruta tutto ciò che lo circonda come alla ricerca
di indizi. Gli cade l’occhio sulle sue strane scarpe e si accorge anche del bizzarro costume che indossa. Ma il corso dei suoi
pensieri viene interrotto da una voce di donna.
V.F.C. DI DONNA
C’è nessuno?
La donna compare sulla soglia del camerino. È Beatrice, l’attraente ragazza già vista al fianco del capo struttura. Appena visto Leo,
Beatrice ha un sorriso stupito e lo indica scherzosa.
BEATRICE (con sorpresa, come a dire che ci fai qui)
Leo Busca!
Leo, già in fibrillazione alla vista di una donna così attraente, si compiace per essere stato riconosciuto.
LEO
In persona. Ci conosciamo, zucchero?
BEATRICE
La soap… ci siamo visti sul set.
Ovviamente Leo non capisce, ma finge di capire, perché ha altre finalità.
BEATRICE (ricordandogli)
La scena della pistola!
LEO (ricordando)
Ah, certo! Con quel coglione che mi sparava a salve.
BEATRICE
Ma, tu che ci fai qui?
LEO
Ehi, se mi conosci, dovresti sapere che le domande le faccio io! Che ci fai
tu, qui?
BEATRICE
Hai ragione, non mi sono neanche presentata. Mi chiamo Beatrice Nardi…
E gli da la mano. Leo gliela prende, la stringe e la trattiene, avvicinandosi e chiudendo con nonchalance la porta del camerino.
BEATRICE
Faccio la giornalista e sto preparando un articolo sulle opere in finale per il
festival…
Leo continua a seguire con interesse (in realtà non è in grado di capire quello che lei gli sta dicendo) ma il suo obbiettivo è di
sedurla. D’altro canto Beatrice, sembra quel tipo di ragazza intelligente, disinvolta, disinibita, interessata tanto al potere quanto alla
carriera, al punto da non farsi tanti scrupoli (il rapporto con il capo struttura presumibilmente non è platonico), ma dotata anche di
una naturale sensualità, non calcolata, quasi senza malizia. Un’esca perfetta per Leo.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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BEATRICE
In realtà sono in un clamoroso ritardo…avevo appuntamento con…
E sorridendo ritrae la mano da quella di Leo per cercare nell’agenda il nome che non ricorda
LEO (avvicinandosi di più)
Hai un appuntamento con me, bimba!
BEATRICE (facendo per la prima volta caso al suo modo di fare)
Ehi, ma tu hai non esci mai dal personaggio?
LEO (non capendo assolutamente il senso si limita ad assecondarla)
Mai!
BEATRICE
Sai che sei un tipo curioso tu?
LEO (galante)
Sei tu che fai diventare curioso ogni uomo che incontri.
BEATRICE
Wow!
Beatrice, comincia a compiacersi del corteggiamento e sorride. Poi, giusto per riprender fiato
BEATRICE
Ma chi è il responsabile qui?
LEO
Io!
BEATRICE
E il regista?
LEO
Io!
BEATRICE (molto colpita)
Beh, complimenti! Responsabile, regista e (notando la gobba) protagonista!
(assumendo il suo tono) Ehi, dove vuoi arrivare?
LEO (sempre più vicino)
Dovresti averlo già intuito, dolcezza!
Beatrice sorridendo fa un sì con la testa come a dire, continuiamo pure questo gioco! La cosa pare non dispiacerle affatto. In fondo
questo tipo l’aveva già interessata fin dalla prima volta che lo aveva visto recitare con vitalità ed irruenza nella soap.
BEATRICE (tornando alla professione)
Certo che è singolare l’accoppiata Shakespeare – soap opera! (ha un’idea)
Magari domani ti mando un fotografo per alcuni scatti sul set! …Una tua foto
con l’impermeabile e tutto il resto da pubblicare vicino all’articolo…
LEO
Mi sembra un’idea fantastica!
BEATRICE (continuando il suo ragionamento)
…per agganciare qualche lettore in più!
LEO (ormai vicinissimo, quasi incombente)
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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È un’idea fantastica!
BEATRICE (alludendo maliziosa alla vicinanza)
Ehi, tu non perdi tempo!
LEO
Ne ho già perso abbastanza!
E le “stampa” un vigoroso bacio in bocca. Lei si stacca a fatica e gli molla un ceffone. Leo incassa e la guarda sorridendo. Lei
gliene molla un altro. Lui incassa anche questo come se niente fosse e continua a guardarla sorridendo! Ora anche lei comincia a
sorridere e continua a darli degli schiaffettini che sembrano però un invito ed infatti Leo lentamente si avvicina e la bacia di nuovo.
È fatta. I sensi hanno il sopravvento. I due (e anche lei non scherza) nella furia del bacio e dell’abbraccio travolgono le cose
attorno a loro e, a labbra incollate, cominciano a svestirsi. Lui si strappa la giubba e la getta lontano, lei si toglie giacca e camicetta:
non ha il reggiseno. Leo, a torso nudo, spinge la ragazza contro il tavolino sotto allo specchio… è un attimo: guardandosi riflesso,
Ale si rende conto di quello che sta facendo. E si ferma.
ALE (frastornato)
Ma… che sto facendo?
BEATRICE (non capendo ancora che lui non vuole più continuare, rossa in
viso per la passione)
Beh… che c’è?
ALE (ritraendosi)
No… scusa, guarda non è colpa tua ma…non so cosa mi sia successo…
(giustificandosi) io sono… fidanzato.
Beatrice comincia a capire e lo guarda come se fosse un marziano. Ma non sembra prendersela più di tanto. È solo molto stupita.
Ma come, un secondo fa era uno stallone ed ora sembra il fidanzatino di Peynet!
ALE (spiegando anche a se stesso)
… Io amo Sa…
E fa per nominarla. Ma proprio in quel momento un’altra voce femminile dal corridoio…
VOCE F.C. SANDRA
Ale! Ci sei?
Dall’espressione sgomenta di Ale, Beatrice, che è una ragazza intelligente, capisce che la donna di cui lui è innamorato è quella
che ha appena parlato in corridoio e non riesce a trattenere un sorriso per l’ormai grottesca situazione. Ale, disperato le fa cenno di
non fiatare.
ALE (ad alta voce)
Ar ...Arrivo ... mi sto vestendo!
S’infila la giubba e afferra il soprabito appoggiato alla sedia. Quindi apre, e subito chiude trafelato la porta del camerino dietro a sé.
SCENA 52/3 - TEATRO OFF – CORRIDOIO - Interno notte
Ale saluta e bacia Sandra.
SANDRA (sorridente)
Ho provato a chiamarti, ma il telefono era spento.
ALE
Scusa… ho dimenticato di accenderlo… (giustificandosi) sai, le prove…
SANDRA
Com’è andata?
ALE (tagliando corto)
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Bene, bene ... andiamo a bere qualcosa?
E la porta quasi di peso verso l'uscita.
SANDRA (allegramente)
Ehi, che fretta! (poi, alludendo al suo abbigliamento) Ma ... vieni vestito
così?
Ale si rende conto di indossare gli abiti di scena di re Riccardo. Con le spalle al muro, cerca di fare lo spiritoso.
ALE
… Per noi attori è difficile uscire dai panni del personaggio che
interpretiamo!
Poi vedendo Sandra un po’ disorientata
ALE
Scherzo! Ho questo! (e indica il soprabito)
Sandra abbozza. E i due si allontanano.
SCENA 52/4 - TEATRO OFF – CAMERINI - Interno notte
All’interno del camerino, Beatrice sente i due allontanarsi. Si riveste, dandosi una controllata allo specchio. E Sorride. Ed è un
sorriso che significa: “ Beh, mi è capitata anche questa!”. Poi spegne la luce e se ne va.
SCENA 53 - BAR PERIFERIA - Interno notte
In sovrimpressione la scritta : ore 23.00
Ale e Sandra sono seduti al tavolo di un bar illuminato da luci al neon, con pochi altri avventori. Dalla radio, sintonizzata su
un’emittente locale, una serie di musiche da balera, ad alto volume, fa da sottofondo all’ambientino. Un BARISTA dalla faccia poco
raccomandabile, con addosso un grembiule che ha urgente bisogno di essere lavato, precisa in modo un po’ rude
BARISTA
Abbiamo solo birra.
ALE
Io prenderei una birra, e tu?
SANDRA
Birra.
ALE
Due birre allora.
Il barista va. I due si sorridono. Sandra si guarda intorno.
SANDRA (alludendo alla precedente esperienza)
Certo che non abbiamo molta fortuna nella scelta dei locali!
E sorride con un filo di amarezza. Ale se ne accorge.
ALE (cambiando discorso)
Vuoi che ti racconti cosa ho fatto oggi?
SANDRA
Vai!
ALE (in tono semiserio)
Vediamo un po’… ho spezzato un paio di gambe, ho rotto un naso…
(precisando) sempre alla stessa persona però…
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Sandra lo ascolta divertita pensando che Ale si riferisca alla trama della soap.
ALE (continuando la lista)
… Ho litigato con un amico…
Ale ha una esitazione, dovuta allo spiacevole ricordo del litigio con Carlo. Nel tentativo di cancellarlo, rischia però di peggiorare le
cose.
ALE
…E poi mi hanno fatto un’intervista!
SANDRA (colpita)
Un’intervista?! Sul serio?
Ale fa cenno di sì con la testa. Ma sembra già pentito di essersi lasciato scappare questa informazione. Sarebbe stato più prudente
evitare l’argomento.
SANDRA
Ehi, stiamo diventando famosi, complimenti! Ma, per la soap o per il teatro?
In quel momento arriva il barista con le birre, che distrae Sandra ed Ale ne approfitta.
ALE (tagliando corto)
Per soap e teatro! (prendendo la birra) Cin?
SANDRA
Cin!
ALE (togliendosi il soprabito)
Ah, volevo darti una cosa!
E estrae dalla tasca il piccolo cactus di plastica che appoggia sul tavolo.
ALE (con un po’ di ironia, per stemperare l’emozione)
È puro made in Taiwan! (coprendosi la bocca con la mano) L’ho rubato per
te dal set!
SANDRA (colpita)
È bellissimo! Grazie!
ALE (precisando, sempre con ironia)
Non serve innaffiarlo, va solo spolverato di tanto in tanto!
Sandra guarda il piccolo oggetto kitsch con tenerezza. Ale scruta il suo viso, come per cercare di capire che tipo di sentimenti lo
attraversino. È buffo, così emozionato, vestito da Riccardo III, in un bar di periferia, con in sottofondo “Il tango delle capinere”.
Anche lei è emozionata, ed un po’ tesa. È capitato tutto molto in fretta.
SANDRA
Sai…solo ieri ho scoperto cose che non mi hanno fatto molto piacere,
(precisando) della mia vita… ed ora… questo…sono un po’… confusa!
E sorride con un po’ di imbarazzo. Ale le accarezza la mano e
ALE (tranquillizzandola)
Prenditi tutto il tempo necessario…va bene così!
Sandra sembra apprezzare il suo atteggiamento e pare rilassarsi.
ALE (alludendo alla musica, ironicamente)
Hai apprezzato il sottofondo per la mia dichiarazione? Mi sono messo
d’accordo con l’organizzazione! (e indica il locale)
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Sandra ride. Si avvicina e lo bacia. Ma l’idillio viene bruscamente interrotto dall’arrivo nel bar di tre ENERGUMENI vocianti e
dall’elevato tasso alcolico. Si avvicinano al bancone, e uno di loro, rivolgendosi al barista
ENERGUMENO 1
Ehi, bell’uomo, tre birre!
Il barista, non accenna nessuna reazione e si limita a spillare la birra. Gli altri due accennano un malfermo passo di danza, poi uno
di loro si accorge di Ale e del suo strano vestito.
ENERGUMENO 2 (all’amico)
Ma come è vestito quello?
ENERGUMENO 3
È già carnevale! (inchinandosi) Eccellenza, i miei omaggi!
I due ridacchiano.
SANDRA (guardandoli in tralice)
…Forse… è meglio se andiamo…
La m.d.p. passa dal viso di Sandra a quello di Ale: la sua palpebra sta tremando. Quello al bancone, subito seguito dagli altri due,
si avvicina a Sandra.
ENERGUMENO 1
Ehi bella, non vorrai mica finire la serata con questo pagliaccio!?
Sandra sta per ribattere, ma Leo Busca la ferma prima, con un gesto della mano. Poi si alza, fronteggiandoli. Sandra, non capisce
le intenzioni di Ale ed è preoccupata per lui. Ma l’occhio di Leo vibra più che mai, rivolgendosi all’energumeno.
LEO BUSCA
Amico, dove vuoi che vengano sparse le tue ceneri?
Il tipaccio si volta verso gli altri due ghignando, poi fa improvvisamente partire il destro, che viene però abilmente schivato da Leo.
E che coraggiosamente si butta a corpo morto sui tre. È l’inizio di un rovinosa zuffa da saloon, che, sempre accompagnata da
musica da “balera”, finisce ben presto per coinvolgere gran parte degli avventori del bar.
SCENA 54 - CASA SANDRA – BAGNO - Interno notte
In sovrimpressione la scritta : ore 00,00
Riccardo III è uscito dalla mischia piuttosto malconcio. Ha l'occhio sinistro pesto. È seduto sul water. Sandra sta cercando tra i
medicinali in una armadietto.
SANDRA
Vediamo un po’, dovrei avere qualcosa qui … ecco.
Ha trovato alcool e cotone. Appoggia un po’ bruscamente il batuffolo imbevuto sulla ferita vicino all’occhio.
ALE (facendo un verso con la bocca)
Brucia!
SANDRA (fermandosi)
Scusa!
Sandra non può evitare di notare la stranezza di un uomo che prima affronta tre energumeni da solo e che ora si lamenta per un
po’ di alcool sulla ferita.
SANDRA
Certo che sei ben strano tu! (e sorride)
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Ale non sa che dire. E in effetti cosa potrebbe dire! Assumendo scherzosamente un atteggiamento materno, Sandra si avvicina al
suo viso e gli massaggia la ferita con molta, molta dolcezza. I due si guardano. Ale le tocca la mano. Lei si ferma. E si baciano.
SCENA 55 - CAMERA DA LETTO CASA SANDRA - Interno giorno
Il mattino dopo. Ale è nel letto con Sandra che dorme avvinghiata a lui. È già sveglio, in uno stato di beatitudine. La guarda, non
riuscendo quasi a capacitarsi che tutto questo possa essere capitato proprio a lui. Ma la mente gioca brutti scherzi. Come spesso
accade in questi casi, è pronta a ricordarti che tutto questo potrebbe anche finire: nel caso di Ale, si limita a ricordargli che deve
continuare a fare i conti con Leo. E questo fa subito scomparire il suo stato di beatitudine. Con delicatezza Ale si libera
dall’abbraccio di Sandra ed esce dal letto.
SCENA 55/2 - CASA SANDRA – CORRIDOIO - Interno giorno
La m.d.p percorre, in carrello avanti, una parte del corridoio con la porta del bagno socchiusa. Sentiamo dei bisbigli.
SCENA 55/3 - CASA SANDRA – BAGNO - Interno giorno
Ale, con addosso solo un paio di boxer, è allo specchio e sta parlando con Leo. La discussione è già iniziata.
ALE (sottovoce)
Hai aggredito Carlo!
LEO
Mi ha chiamato detective di merda!
ALE (sottovoce)
E poi la zuffa con quei tre … (tra sé) È tutto il giorno che faccio a cazzotti…
LEO
Una ragionevole dose di pericolo, fa bene alla salute!
ALE (tra sé)
Prima non reagivo… adesso aggredisco tutti! Cazzo, ci deve essere una via
di mezzo! (ricordando, a Leo, aggressivo) E poi… la giornalis… (sottovoce)
la giornalista!
LEO (spazientito)
E smettila di frignare!
Ale gli fa cenno di abbassare il tono della voce
LEO (continuando a voce alta)
Dovrei essere io a lamentarmi! Tutta quella fatica sprecata!
Per zittirlo è costretto ad allontanarsi dallo specchio, chiudendo così la discussione. Ma Ale sembra ora consapevole che è solo un
modo per rimandare il problema.
SCENA 55/4 - CASA SANDRA - CAMERA DA LETTO - Interno giorno
Quando Ale, ancora scosso, ritorna in camera, Sandra è già sveglia e si sta stirando pigramente. Alla sua vista, dimentica i cattivi
pensieri.
SANDRA
Buongiorno!
I due si baciano.
SANDRA
Fai un po’ vedere (guarda la sua ferita), sta già migliorando! (schermendosi
amorevolmente) Eh, certo, con un’infermiera così!
Ale sorride, poi
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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ALE (con un po’ di imbarazzo per l’argomento)
Senti ... pensavo una cosa ... vista la situazione che si è creata qui… con
l’altra ragazza ... insomma ... se vuoi ... puoi fermarti da me ... giusto mentre
cerchi qualche altro posto..
SANDRA (guardandolo con dolcezza)
No non è necessario. Comunque grazie ... è un bel pensiero.
Poi scatta fuori dal letto.
SANDRA
Preparo la colazione!
Ale la guarda allontanarsi. È di nuovo in uno stato di beatitudine. Sente un po’ freddo ed indossa il soprabito che aveva buttato alla
rinfusa la notte prima sulla poltrona. Poi si guarda intorno. Osserva per la prima volta la camera da letto della donna che ama,
l’arredamento, alcuni piccoli dettagli, delle foto di Sandra e si intenerisce. Infila le mani in tasca, stiracchiandosi compiaciuto. C’è
qualcosa in quella di destra. L’assegno! L’assegno ricevuto per quell’ignobile scommessa! Ale, lo appallottola con disprezzo.
SANDRA (sulla porta dalla camera)
È pronto!
Ale, colto un po’ alla sprovvista, getta l’assegno nel cestino a fianco del letto. Sandra vede il gesto, ma non gli da troppo peso.
SCENA 55/5 - CASA SANDRA – CUCINA - Interno giorno
I due, in cucina, fanno per accomodarsi al tavolo amorevolmente imbandito. Ale, ancora in piedi, si guarda intorno curioso, e gli
cade l’occhio su una foto appiccicata, insieme ad altre decalcomanie, sulla porta del frigorifero. Ed è come folgorato: la donna che
gli sorride, sullo sfondo di un paesaggio innevato, in tenuta da sci, è Beatrice, la ragazza che lui, cioè non lui, Leo, ha tentato di
sedurre.
SANDRA (versando il caffè nelle tazze)
È Beatrice, quella con cui divido l’appartamento (indicando la porta della
camera chiusa che s’intravede dalla cucina). Stanotte è tornata tardi, sta
ancora dormendo.
Ale guarda verso la porta chiusa, che ora per lui rappresenta una terribile minaccia e si siede perché si sente mancare le gambe. È
impossibile riuscire a descrivere quello che gli passa sul volto, lo stupore ed il terrore per la fatale combinazione mescolato al
tentativo di non far trasparire nulla agli occhi di Sandra. Ma forse tutto non è perduto. Guarda l’orologio appeso alla parete.
ALE (tragico)
Mio Dio! Le nove! (e si alza di scatto)
Sandra lo guarda non capendo.
ALE (sempre tragico)
Dovevo già essere sul set!
SANDRA
Ma non avevi detto che oggi…
Ma non riesce a finire la frase che Ale è già scomparso...
SANDRA (concludendo con minor convinzione)
…non giravi?
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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… per riapparire quasi immediatamente nei panni non completamente indossati di Riccardo III e con il soprabito sottobraccio. È
decisamente ridicolo.
ALE (con affanno)
Infatti non giriamo! Ma c’è una importante riunione per discutere della nuova
puntata. (si infila il soprabito) Non posso mancare! (le manda dei baci
allontanandosi) Ti passo a prendere stasera al teatro 7!
E se ne va precipitosamente. Sandra è un po’ perplessa. Mentre sorseggia il suo caffè pare pensare: “Certo che è ben strano!”.
SCENA 56 - TEATRI CINELAND – CORRIDOI - Interno giorno
De Novi è con gli sceneggiatori alla fine di un lungo corridoio. I due gli stanno raccontando le ulteriori variazioni della nuova
puntata.
SCENEGGIATORE UNO (con foga)
…ed a questo punto che Rodriguez, con un altro colpo di scena, comunica
a Leo Busca e a Lenni che Sonetti è scomparso…
SCENEGGIATORE DUE (incalzante)
…probabilmente annegato. Per ora è stata ripescata solo la sedia a rotelle…
SCENEGGIATORE UNO (concludendo)
…mentre in realtà noi sappiamo che è stato fatto fuori dai suoi vecchio
complici, quelli del rapimento di Lenni!
DE NOVI (un po’ confuso, girando le pagine del nuovo copione)
Sì, sì… va bene….E…che dice il capo struttura?
Uno dei due gli fa un cenno come a dire che è tutto a posto. E l’altro sottolinea con malignità
SCENEGGIATORE DUE (indicando la porta chiusa sul fondo del corridoio)
Credo che proprio in questo momento stia affrontando il problema con
Grimaldi…
De Novi guarda verso la porta, ma sembra distratto, probabilmente sta già pensando a come rendere spettacolare il ripescaggio
della sedia a rotelle.
DE NOVI
O.K.! Faccio un salto sul set! Se qualcuno mi cerca… (e fa un cenno come
dire sono là)
Il regista si allontana. In quel momento la porta sul fondo del corridoio si apre. Vediamo il capo struttura e Grimaldi sulla sedia a
rotelle. Il capo struttura gli dà una pacca sulla spalla, come a rincuorarlo, ma con freddezza. Poi, a pratica risolta, richiude la porta
dell’ufficio alle sue spalle. Grimaldi vede gli sceneggiatori dalla parte opposta del corridoio. I due gli fanno ciao ciao con la manina.
SCENA 56/2 - TEATRI CINELAND - CORR. CAMER. GRIMALDI - Interno giorno
Un operaio sta svitando la targhetta con su scritto “Francesco Grimaldi” dalla porta di un camerino. Dallo stesso camerino esce
Francesco, con in grembo una scatola di cartone, presumibilmente contenente i suoi effetti personali. Francesco sembra a pezzi,
nel morale e nel fisico. Ha il naso coperto da una garza ed un vistoso cerotto.
OPERAIO (alludendo alla targhetta)
Questa è sua. (e la infila nella scatola)
Grimaldi, con la morte nel cuore, si avvia lungo il corridoio che separa il camerino dalla più vicina uscita dei teatri. Durante il
percorso incrocia l’aiuto regista. Un saluto veloce tra i due poi, l’aiuto ricorda una cosa.
AIUTO REGISTA
Ah, Grimaldi, a proposito… stai andando a casa?
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Francesco sembra non capire.
AIUTO REGISTA
Perché più tardi ti mando qualcuno a prendere la sedia a rotelle… ci serve
domani per la scena del ripescaggio…
SCENA 56/3 - TEATRI CINELAND – CORRIDOI - Interno giorno
In un altro punto del dedalo “Cineland”, vediamo avanzare Ale, finalmente in abiti normali, in mezzo ad un gruppo di “body guard”.
Ha ancora l’espressione di uno che l’abbia scampata per un soffio. Al primo “svincolo” le guardie del corpo lo abbandonano: erano
solo attori che stavano facendo casualmente con lui un percorso in comune. Durante il tragitto, Ale incrocia un paio di cameramen,
ed altri due interpreti di “Ricchezza e Lacrime”. Notiamo che il loro atteggiamento nei suoi confronti è radicalmente cambiato. Lo
salutano sorridenti, poi appena passato, bisbigliano alle sue spalle.
ATTORE UNO
Certo che Cattani ha fatto una carriera veloce!
ATTORE DUE
Sembrava così timido…
E l’altro fa un cenno come a dire: “Appunto, sembrava…” Ora il percorso di Ale incrocia quello di Francesco, che sta tentando, con
difficoltà, impedito dalla gamba ingessata e dallo scatolone che ha in grembo, di aprire una porta con la maniglia antipanico, quelle
che di solito danno sull’esterno. Ale si avvicina.
ALE
Vuoi una mano?
Francesco si accorge di Ale ed ha una reazione impaurita. Ma Ale si limita ad aprirgli la porta. Entra un fascio di luce molto forte.
Quello che per Ale è un gesto gentile, viene visto dall’esasperato Francesco come un invito ad andarsene dal set. Sul suo viso c’è
una espressione che non significa né “la pagherai!” e neppure “mi vendicherò!”, significa piuttosto “mi avrai sulla coscienza!”.
Mentre Ale lo guarda allontanarsi, si avvicina De Novi.
DE NOVI (paraculo come al solito)
Eccoti, caro Cattani! Ho qui per te il nuovo copione! (e glielo passa)
ALE (pensando ad altro)
Dove sta andando Grimaldi?
DE NOVI (con vivacità)
Ah, certo! Tu non l’hai ancora letto, (alludendo al copione) e non sai la
novità! Sonetti viene ucciso… o meglio noi sappiamo che viene fatto fuori
dai suoi complici nel rapimento di Lenni …
La voce di De Novi e la sua confusa spiegazione sfumano lentamente quasi a scomparire. Lo sguardo di Ale, all’indirizzo di un
Grimaldi ormai lontano, rivela un forte senso di colpa per l’accaduto. La voce di De Novi lentamente risale…
DE NOVI (concludendo)
…la sedia a rotelle, con un ennesimo colpo di scena! Congratulazioni
Cattani! (dandogli una pacca sulla spalla) Sei il protagonista! (poi, con
piaggeria) Oh, inutile dirti quanto abbia caldeggiato questa decisione!
D’altronde, fin dal primo momento che ti ho visto ho pensato (citando il capo
struttura) “il ragazzo ha grinta da vendere!” Leggi il copione, e poi vestiti,
che tra un’ora facciamo le prove!
E si allontana, lasciando Ale con i suoi dubbi: da oscuro gregario ha raggiunto il gradino più alto, è il protagonista assoluto. Ma non
ne sembra felice.
SCENA 56/4 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
La m.d.p è in carrello avanti sul retro di una sedia “da set”: c’è scritto Alessandro Cattani. Però, seduto sulla sedia, riconosciamo
l’inconfondibile sagoma di Leo Busca. Il carrello avanti è la “soggettiva” di Anita, che si avvicina ad Ale, un po’ appartato, intento
nella lettura del copione.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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ANITA (con vivacità)
Buongiorno Ale! Come va?
ALE
Oh, salve! Bene, grazie e lei?
ANITA (un po’ allusivamente)
Ci diamo del lei?
Ale fa un cenno vago, imbarazzato. Anita si siede sul bracciolo. Ale prevede guai. Il suo atteggiamento non fa presagire nulla di
buono. Ed infatti, avvicinandosi come per esaminare il copione Anita sfiora, anzi quasi si appoggia col seno, sulla spalla di Ale.
ANITA (indicando il copione)
Hai visto! Hanno previsto un altro bacio, a pagina 11!
La palpebra ha un primo battito e Ale, che non vuole complicazioni (si ricorda quello che ha rischiato con Beatrice) si alza di scatto
facendole quasi perdere l’equilibrio.
ALE
Eh sì… ho visto!
La ragazza rimane un po’ così, ma non si dà per vinta. D’altronde, il bacio di ieri era vero, non può essersi sbagliata, lui la desidera!
Ed Anita è civetta e capricciosa, e vuole una conferma. Perciò si alza e gli si avvicina.
ANITA
Beh, è comprensibile! (complice, parlandogli all’orecchio) …visto il successo
di ieri!
ALE (allontanandola)
Scusa Anita, non vorrei sembrarti maleducato ma è che… mi ero appartato
per studiare il copione e… sto cercando di concentrarmi!
Anita adesso ci rimane veramente molto male, e cambia totalmente atteggiamento diventando aggressiva.
ANITA
Oh, mi scusi, signor primo attore! Evidentemente avevo capito male! (rivolta
ad un immaginario uditorio) Stava solo recitando!
Ale, preoccupato e imbarazzato, cerca di calmarla. Anche perché, pur da lontano, le poche persone presenti sul set, li stanno
guardando.
ALE
Non mi sembra il caso di..
ANITA (insistendo)
Era interessato alla parte! Al personaggio, non all’attrice!
Ale, rendendosi conto dell’inutilità dei suo sforzi per arginare lo sfogo d’Anita, fa per andarsene ma
ANITA (pretestuosamente, per provocarlo)
A lui le donne non interessano!
Le donne non m’interessano? La palpebra riprende il battito. Purtroppo, nonostante gli sforzi di Ale, Leo è tornato! E lo sguardo
che, voltandosi, rivolge ad Anita non lascia dubbi. Le donne gli interessano, eccome!
LEO
Ti stai sbagliando, donna!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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E la stringe a sé con vigore. Anita, ottenuto quello che voleva, pare abbandonarsi all’abbraccio.
LEO
Vuoi vedere la danzatrice di Bali che ho tatuata sul torace?
Ma la voce di De Novi all’interfono spezza l’incantesimo.
VOCE DE NOVI INTERFONO
Signori, per cortesia, posizionatevi al centro del set! È arrivato il fotografo del
“…”. Deve fare alcune scatti da pubblicare nell’edizione di domani! Tutti al
centro del set, per favore!
Leo si gira di scatto verso il set. Ha una luce negli occhi che significa: “Ho sentito bene, fotografie, giornali, fama?”
LEO
Fotografie?!
E lascia la presa, facendo cadere Anita. Poi si dirige a balzi verso il set. Anita si rialza, comprensibilmente scossa. Parte una
musica, che fa da sottofondo ad una serie di scatti fotografici. Leo, con crescente disappunto degli altri attori, cerca di mettersi in
evidenza, oscurandoli. Li spintona per farli uscire dall’inquadratura, entra in campo in pose plateali all'ultimo momento, un attimo
prima dello scatto, allargando le braccia e coprendoli. È in pieno delirio da protagonismo. Sta degnamente sostituendo Francesco
Grimaldi. Anche la costumista, che lo aveva sempre spalleggiato, ne conviene.
COSTUMISTA (rivolta alla sua assistente)
È un po’ stronzo!
SCENA 57 - CASA ALE - CAMERA DA LETTO - INTERNO GIORNO
La mattina dopo. Sandra sta dormendo nel letto di Ale. Ruotando su se stessa, va ad occuparlo quasi per intero e ci accorgiamo
così della sua assenza. La m.d.p. abbandona Sandra e si avvicina alla porta che dà sul salotto. Sentiamo dapprima degli indistinti
bisbigli che aumentano di volume e intensità man mano che ci avviciniamo.
SCENA 57/2- CASA ALE – SALOTTO - Interno giorno
Ale davanti allo specchio sta cercando un ulteriore chiarimento con Leo.
ALE (tra sé)
… dopo le foto, mi guardavano tutti con odio! (a Leo, sottovoce) Che
bisogno c’era di essere così aggressivo! Non mi aveva provocato nessuno!!
LEO (a voce alta)
Una cattiva reputazione a volte può essere utile.
Ale gli fa cenno di abbassare il tono della voce.
SCENA 57/3 - CASA ALE - CAMERA DA LETTO - Interno giorno
Nel letto Sandra si è svegliata e si sta stiracchiando.
SANDRA
Hai detto qualcosa?
SCENA 57/4 - CASA ALE – SALOTTO - Interno giorno
ALE
(sottovoce, rivolto a Leo)
Ecco, l'hai svegliata! (poi rivolto a Sandra) Niente, niente! Dormi!
Poi, di nuovo a Leo, ricordandosi di Anita.
ALE
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Ti hanno mai detto che ci si può anche parlare con le ragazze, non solo
scoparle?
LEO
La pelle delle ragazze è l’unico posto su cui cerco di lasciare le mie
impronte. (tra sé) …Quest’incarico comincia a piacermi.
Ale interpreta quest’ultima frase come una minaccia.
ALE
Non ti starai allargando?
LEO (non ascoltandolo) È un bel bocconcino, quell’Anita!
ALE
…Guarda che io non voglio guai con… (indica la camera)
LEO
…Ehi, non vorrai impegnarti seriamente proprio adesso?
ALE
…Non fare il bastardo!
SANDRA
Chi è bastardo?
Sandra è apparsa sulla soglia del salotto. Ale, colto in fallo, inventa lì per lì
ALE (un po’ imbarazzato)
…No ...è che… (tossisce) È lady Anna che… insulta Riccardo III… Stavo
ripetendo alcune battute… (ricomponendosi) … stasera abbiamo la prima!
Sandra gli cinge le spalle con le braccia e abbassandosi lo bacia.
SANDRA (prendendolo in giro amorevolmente)
E bravo il mio attore preferito!
ALE
Faccio il caffè?
SANDRA
Mi sembra un’ottima idea!
SCENA 57/5 - CASA ALE – CUCINA - Interno giorno
Poco dopo i due, già vestiti e pronti per uscire, stanno facendo colazione.
SANDRA
Sai... ieri mattina, dopo che te ne sei andato di corsa… ho avuto un’altra
discussione con Bea…
ALE (con esagerata disinvoltura)
Ah sì?
SANDRA
Abbiamo litigato per una questione meschina …non sto a scendere nei
particolari… ti dico solo che dopo mi sono vergognata come una ladra…
sembriamo diventate come quelle coppie che non si sopportano più e
litigano per un nonnulla.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Ale ha già capito dove Sandra vuole arrivare. Ed anche Leo. La palpebra dell’occhio pesto comincia a sbattere.
SANDRA (con un po’ di imbarazzo)
Insomma, te la faccio breve… la situazione si è fatta insostenibile ... e così
... ho ripensato a quello che mi avevi detto e ... se la tua offerta di ospitarmi
è ancora valida ...
LEO
Mi dispiace, l’offerta è scaduta!
Sandra lo guarda sorridente, ancora incredula.
SANDRA
Stai scherzando?
LEO
Mai stato così serio.
Sandra è perplessa, e per un attimo spera di sentire un " Sì, sto scherzando!" da parte di Ale, invece Leo la fissa come per dirle
"Ancora qui?". Sandra si alza di scatto.
SANDRA (seccata e imbarazzata)
Beh, scusa… si vede che avevo capito male.
E con fare risentito, se ne va, chiudendo con forza la porta, il cui rumore risveglia Ale.
ALE
Che ho fatto?
E si alza per rincorrerla.
SCENA 57/6 - CASA ALE - PIANEROTTOLO – SCALE - Interno giorno
Sandra sta velocemente scendendo le scale. Ale le urla un patetico
ALE
Ci vediamo stasera al teatro?
Sandra ovviamente non gli risponde. Ale fa per raggiungerla, ma gli viene in mente che prima deve dire qualcosina a Leo.
SCENA 57/7 - CASA ALE – SALOTTO - Interno giorno
Ale si dirige con decisione verso lo specchio.
ALE (urlando)
Ti avevo detto di non fare il bastardo, bastardo!!
È fatta. La frase suona come una vera e propria dichiarazione di guerra. Senza aspettare risposta, Ale corre di nuovo dietro a
Sandra.
SCENA 58 - STRADA CASA ALE - Esterno giorno
Davanti al portone dello stabile trova Carlo che, vedendolo arrivare con irruenza, fa un paio di passi indietro. Vuole evidentemente
mantenere un po’ di distanza, ricordando l’ultimo episodio a teatro. È scuro in volto. Ha un giornale in mano.
ALE (col fiatone, distratto, guardandosi intorno alla ricerca di Sandra)
Carlo…che ci fai qui?
CARLO (sempre tenendosi a distanza, gli allunga il giornale)
Complimenti!
Ale, mentre prende il giornale in mano ha già capito; mette a fuoco la pagina del giornale che ha davanti. In alto, sotto la dicitura
Spettacoli, strilla il titolo "RICCARDO III SONO IO". Poi, in grassetto "Il promettente giovane attore di teatro e televisione
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Alessandro Cattani, ci racconta come si divide tra Shakespeare e le soap-opera". Al centro della pagina campeggiano un paio di
foto dove Leo Busca primeggia, riducendo gli altri a ruolo di comparse.
CARLO (amareggiato)
Non sono citato nemmeno una volta! E poi ... quando hai fatto
quest'intervista? Perché non mi hai detto niente! Non ti credevo così ...
(amareggiato) “Riccardo III sono io “...
ALE (confusamente)
… Carlo, non è come credi …
CARLO (serissimo)
Non è come credo!? Qui non si tratta di credere, si tratta di leggere. Non mi
prendere per i fondelli per favore!
ALE
… sai come sono i giornalisti… (e si accorge subito di quanto la frase suoni
fastidiosa) …questa mi conosceva già dalla soap e ha gonfiato la cosa dal
suo punto di vista… (con poca convinzione) io non c’entro niente…
Mentre Ale cerca specchi su cui arrampicarsi, Carlo guarda per terra, sorridendo amaramente. Ed Ale si accorge quanto l’abbia
ferito.
CARLO
Si, sì, certo … senti, devo andare, ci vediamo in teatro.
E se ne va. Ale non ha la forza e soprattutto non ha argomenti per seguire Carlo e tentare di migliorare la sua posizione nei
confronti dell’amico. Si siede, quasi si accascia, stanco, sul gradino del portone, scuote la testa riguardando l’articolo di Beatrice,
quando l’occhio gli cade su un’altra fotografia a fondo pagina: una sedia a rotelle sui binari della ferrovia.
ALE (leggendo)
“Il noto attore di soap-opera Francesco Grimaldi è stato trovato ieri notte in
evidente stato confusionale da una pattuglia di polizia. Il Grimaldi,
momentaneamente invalido a causa di un incidente che gli ha fratturato una
gamba…
SCENA 59 - TEATRI CINELAND - CORRIDOI - Interno giorno
Qualcuno, coperto dal giornale, a fianco di un distributore automatico di bevande, sta finendo di leggere lo stesso articolo.
VOCE F.C. (leggendo)
…si trovava sulla sua sedia a rotelle rimasta incastrata su un binario morto
della stazione di… Gli inquirenti sospettano si tratti di un maldestro tentativo
di suicidio.”
Dietro al giornale spunta Benni che, richiudendolo, si accorge che accanto a lui c’è una graziosa giovane che sta inserendo delle
monete nel distributore. Al vecchio attore sembra di averla già vista, ma non ricorda chi sia. È Sandra, che, nell’attesa che il caffè
riempia la tazzina, sente il suo sguardo su di lei, e voltandosi accenna un distratto sorriso, come a salutarlo.
BENNI (rispondendo al sorriso)
Salve…
SANDRA (come a ricordarglielo)
Sono Sandra, Sandra Rivelli.
BENNI
Ah, certo! Sandra!
C’è un attimo di cordiale silenzio. Poi Benni ha come una folgorazione: “Sandra! Quella Sandra! Quella della scommessa persa!”
Improvvisamente più lucido del solito, ne approfitta per regolare un conto in sospeso.
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BENNI (prendendola sottobraccio, con galanteria)
Facciamo un po’ di strada assieme?
SCENA 60 - TEATRO OFF - Interno notte
Dietro le quinte, Carlo e gli attori, già in costume, stanno “accogliendo” il pubblico: infatti, per scelta registica, l’ingresso al teatro è
stato collocato dietro al palcoscenico, così che gli spettatori devono attraversarlo per accomodarsi in platea, una cinquantina di
seggiole, fino ad ora occupate per la metà. Al centro del palcoscenico c’è un cavallo di legno a grandezza reale, che ricorda, molto
modestamente, lo stile di Ceroli. Ale, vicino a Carlo, cerca di recuperare il terreno perso con gli ultimi “interventi” di Leo. I due si
parlano quasi senza guardarsi.
ALE
Non sono ancora arrivati?
CARLO (secco)
No.
ALE
Carlo … riguardo a quell’articolo …
CARLO (con un tono di voce fermo, non irato)
Non mi interessa l’articolo, mi interessa solo che vada tutto bene, è chiaro?
Cerca di concentrarti piuttosto…
Ale abbozza. Ma l’ansia del momento è troppo forte e Carlo si contraddice subito.
CARLO
Pensi che afferreranno il senso dell’entrata dal palcoscenico?
ALE
(con un aria che vuole essere rassicurante)
Ma certo… è una gran bella idea!
Carlo prova a sorridere ma non ci riesce. Entrano altri due spettatori che, preso atto della messa in scena e, individuato Carlo per gli
abiti borghesi, gli si dirigono incontro. Sono i CRITICI selezionatori per il festival. I due richiamano l’attenzione di Carlo, con distacco
burocratico.
CRITICO 1
Il regista… (guarda su un foglietto) Carlo Giudici? Sono, Gelmetti,
selezionatore per il festival (indicando il collega). Il collega Mastelli..
CARLO
Oh, buonasera, molto piacere, le presento Alessandro Cattani, Riccardo III.
ALE
Piacere.
Brevi strette di mano, volti un po’ tirati. Carlo cerca di stemperare la tensione
CARLO
Beh, noi siamo quasi pronti… (un po’ tronfio) come del resto avete avuto già
modo di vedere. (fa cenno all’entrata)
MASTELLI
(un po’ annoiato)
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Sì-certo-l’ingresso-dal-palcoscenico-la-distruzione-del-teatro.
l’orologio) A che ora finisce il primo atto?
(guardando
CARLO (già un po’ seccato)
Non c’è intervallo. Ho tolto la divisione in atti.
MASTELLI (spiacevolmente sorpreso)
Ah! Va beh! Noi ci accomodiamo.
I due si allontanano.
CARLO
Cominciamo bene!
SCENA 60/2 - TEATRO OFF – PALCOSCENICO – PLATEA – QUINTE - Interno notte
Si apre il sipario e il gobbo Gloucester (Ale), quello che poi diventerà Riccardo III, intona il monologo iniziale.
GLOUCESTER
L’inverno del nostro scontento si è tramutato in una luminosa estate del
nostro amato sole di York…
Ale incede zoppicando, mentre recita. Carlo segue con apprensione il monologo, quasi sillabando assieme a lui.
VOCE F. C. GLOUCESTER
… e un gran giubilo cingerà l’incoronazione del nostro nuovo sovrano…
Poi si volta verso i critici, seduti in prima fila, per verificarne la minima reazione. Uno è a braccia conserte, intento a guardare la
rappresentazione, l’altro si è già distratto un attimo per controllare se ha della forfora su una spalla. Tutto procede con regolarità.
Dissolvenza incrociata audio-video.
SCENA 60/3 - TEATRO OFF – PALCOSCENICO – PLATEA – QUINTE - Interno notte
Gloucester sta giocando con il nipote, il duca di York, un ragazzino di dodici - tredici anni. Attorno a loro altri personaggi.
GLOUCESTER
Vorreste davvero portar la mia spada, piccolo signore?
YORK
Credete che sia troppo piccolo per farlo?
GLOUCESTER
No di certo!
YORK
E invece sì, poiché si pensa che io possa essere portato in giro sulla vostra
gobba!
E fa una risata di scherno al suo indirizzo. Tutti si voltano impauriti per vedere come reagirà il pericoloso duca di Gloucester. Anche
Ale sembra impaurito perché il tic ricomincia, e chi reagisce è l’altrettanto pericoloso Leo Busca.
LEO BUSCA (con fare sicuro)
Gobba? Ma quale gobba!? Ehi, moccioso, è dicendo gentilezze del genere
che ci si procurano denti falsi!
L’espressione impaurita degli attori, si trasforma in “vero” stupore. Tutti guardano Ale esterrefatti, e poi verso le quinte, come per
ottenere rassicurazioni da Carlo, che invece, come loro, ovviamente non capisce cosa stia succedendo.
LEO BUSCA
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La gobba… io non ho nessuna gob … (si tocca la spalla) oddio! Che è?! Ho la
gobba, ho la gobba!
I critici sembrano risvegliarsi, interessati per l’inaspettata direzione che ha preso lo spettacolo. Leo, freneticamente, si toglie la finta
gobba…
LEO
È finta, finta!
…e la lancia lontano. Attorno a lui gli altri attori si guardano l’un l’altro, senza sapere che fare.
LEO BUSCA (riacquistando la calma)
Cos’è? Cercate di farmi diventare pazzo? È fatica sprecata, ve lo assicuro.
Richmond cerca di salvare la situazione, offrendogli una battuta che gli consenta di uscire di scena.
RICHMOND
Signore, vi prego, andiamo alla torre… il consiglio della corona vi aspetta!
Leo, squadrandolo come se il pazzo fosse lui
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LEO BUSCA
Amico! Sei tu che hai urgente bisogno di uno strizzacervelli!
Richmond, non sapendo come reagire, si prostra in un ossequioso inchino al suo re e si allontana.
RICHMOND
… Sire…
LEO BUSCA (come assecondando un pazzo)
Sì, certo, certo!
Poi si accorge della gente seduta in platea.
LEO BUSCA
Ehi, ma… che sta succedendo qui?
Leo avanza verso il pubblico. Scende le scale che collegano palcoscenico e platea, guardando, nella penombra, quella gente seduta
che risponde al suo sguardo. Uno di loro sorride, evidentemente divertito dalla piega che la rappresentazione ha preso.
LEO (afferrandolo per il bavero)
Che hai tu da ridere?
Ora lo spettatore è un po’ spaventato dal “realismo” dell’attore. Carlo, disperato, prende una decisione drastica.
CARLO (al tecnico, con foga)
Accendi le luci in sala!
Le luci si accendono. Ale rientra in sé, frastornato.
CARLO (al macchinista, con foga)
Chiudi il sipario!
Il sipario inizia a chiudersi, mentre Ale, lascia la presa dello spettatore e tenta un difficile recupero.
GLOUCHESTER (voltandosi e dirigendosi verso il palco)
Mio signore, volete accomodarvi? Io, intanto, assieme al mio buon cugino di
Buckingam andrò da vostra madre…
Da dietro le quinte, Carlo, sentendo la ripresa del testo “ufficiale”, ha un attimo di esitazione e poi, urla all’indirizzo del confuso
macchinista.
CARLO
Apri il sipario! (rivolto ad un altro tecnico) E tu, vai a prendere la gobba!
Il sipario si blocca per un attimo e poi comincia a riaprirsi. Da dietro, spunta, un po’ incerto, il ragazzino che interpreta York,
chiamato in causa da Ale. Nel frattempo, il tecnico recupera, con l’aiuto di uno spettatore, la gobba e si dirige verso Ale per
consegnargliela. Il pubblico ridacchia.
GLOUCHESTER
…a supplicarla di volervi incontrare alla torre per darvi il benvenuto!
Ale, afferra la gobba con nonchalance. Il pubblico ora ride divertito. Carlo, disperato, si copre il viso con le mani.
Dissolvenza incrociata audio-video.
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SCENA 60/4 - TEATRO OFF – PALCOSCENICO - PLATEA. QUINTE - Interno notte
Lo spettacolo è arrivato, senza altri intoppi, alla scena conclusiva. Carlo sembra un po’ più sollevato. Riccardo III è circondato da
nemici armati di spada, nella battaglia campale. I soldati indossano lunghi e funerei impermeabili neri.
RICCARDO III
Un cavallo, il mio regno per un cavallo!
Entra in scena Richmond.
RICHMOND (minacciandolo con la spada)
La tua ora è giunta, preparati all’inferno, cane sanguinario!
“Cane sanguinario?”. Leo si volta verso di lui, e gli si avvicina, guardando la spada.
LEO BUSCA (sfilandogliela di mano)
Cosa credi di fare con questa?
E gli molla un sonoro ceffone, che risuona fino alla platea, sbilanciandolo. L’attore che interpreta Richmond è allibito. Carlo, dietro le
quinte, non crede ai suoi occhi.
CARLO (disperato)
Nooo, nooo, che ce l’avevamo quasi fatta!
E si mette le mani nei capelli, disperato. Il pubblico però sembra reagire bene.
LEO (toccando la spada, stupito)
È di plastica! È finta, come la gobba!
CARLO (sempre più disperato)
Ma… che cazzo sta dicendo!
Nel frattempo, gli altri attori guardandosi tra loro, decidono di fare quello che era previsto dal testo, e cioè si avventano contro quello
che pensano essere Riccardo III. Leo indietreggia verso il cavallo di legno…
LEO
Ehi, beccamorti! In quattro contro uno non vale!
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CARLO (scattando isterico)
Basta! Io me ne vado! Non posso continuare ad assistere a questo scempio!
E fa per andarsene. Passando di fianco al macchinista urla
CARLO
Sipario!
Il macchinista, che stava seguendo con interesse, è un po’ stupito per l’ordine dato in anticipo, ma lo esegue. Intanto Leo,
prendendo tempo con i suoi avversari, con insospettabile agilità per uno storpio, balza in piedi in groppa al cavallo di legno.
MACCHINISTA (tra sé)
Ehi, lì sopra no! È pericoloso!
E non fa quasi in tempo a finire la frase, che il fragile dorso di legno frana sotto i piedi di Leo, che viene come inghiottito dal cavallo.
Il pubblico ridacchia confuso, mentre un ancora più confuso Richmond, a sipario chiuso, recita il monologo conclusivo.
RICHMOND
… E perché possa a lungo mantenersi in vita in questo luogo… (un po’
infastidito dai rumori che provengono da dietro)… o Signore, pronunzia il tuo
amen.
Attende per un attimo un applauso che non arriva. Poi, imbarazzato, scompare dietro al sipario. E finalmente qualcuno comincia ad
applaudire, poi, via via altri lo seguono, ma con poca convinzione.
SCENA 61 - CASA ALE – SALOTTO - Interno notte
Il giorno dopo. Il telefono sta squillando, vicino ad una segreteria che lampeggia segnalando messaggi inascoltati. Ale, in pietose
condizioni fisiche, seduto al tavolo del salotto, ha lo sguardo perso nel vuoto. Il telefono smette di suonare, ma lui sembra non
accorgersene. Sta facendo le “prove” per tutta una serie di giustificazioni che prima o poi dovrà dare.
ALE
È che sto attraversando un brutto momento… (con enfasi)… non so se te
l’ho già detto Carlo, sto prendendo degli psicofarmaci! (a se stesso) No…
troppo drammatico.
Il telefono squilla di nuovo.
ALE (cambiando il tono e l’immaginario interlocutore)
È che ho avuto paura di impegnarmi! Lo so che te l’avevo proposto io,
Sandra! Mi sono spavent…
Il telefono insiste, deconcentrandolo. Ale afferra il ricevitore.
VOCE F. C. DI DONNA (con un tono che denota urgenza)
Ah, ci sei finalmente!
Ale sul momento non capisce chi sia all’altro capo.
VOCE F. C. DI DONNA
Vengo subito lì... devo parlarti! Voglio capire!
ALE (riconoscendola, ma non capendone le intenzioni)
Anita?
Ma Anita ha già riattaccato. Suonano alla porta.
ALE
Cazzo! Già qui?
Ale apre la porta. Non è Anita, è Beatrice.
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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BEA
Sorpresa!
Bea, sorridente, brandisce una bottiglia di champagne.
BEA
Posso entrare?
Ed entra senza aspettare risposta da Ale che sembra ormai sopraffatto dagli eventi
BEA (in risposta al suo sguardo interrogativo)
Per festeggiare l'articolo! Una bella pubblicità, no? (guardandosi intorno) Lo
spettacolo come è andato?
Ale fa un cenno come dire: “Lascia perdere!”.
ALE
Ma… scusa, come hai saputo dove…? (e indica l’appartamento).
BEA (come a dirgli “sveglia!”)
Faccio la giornalista, Leo! Sono sempre ben informata!
ALE (un po’ spazientito)
Mi chiamo Alessandro! Senti, non c’è proprio niente da festeggiare. Non
fraintendermi, apprezzo tutto questo molto… ma…
BEA (quasi non facendogli caso e guardandosi intorno)
Mi servono dei bicchieri (e si dirige verso la cucina)
ALE
…sto aspettando ospiti e…
Il campanello suona. Ale apre la porta. Ma non è Anita. È Sandra. Ora la situazione si fa veramente molto complicata. Ale ha
l’espressione di chi si accinge a camminare sui carboni ardenti.
SANDRA (nervosa, aggredendolo)
È vera la storia della scommessa su di me?
Ecco fatto! Anche la scommessa! Ale, accusa il colpo, e imbarazzato, socchiudendo la porta dietro a sé confessa
ALE
…Sì, è vera! Ma non è stata colpa mia… sono stato costretto!
SANDRA (incalzante)
E da chi?
Ma prima che Ale giustifichi l’ingiustificabile
VOCE F. C. BEA
Eccomi qua!
“Fottuto!” pensa Ale. Sandra è sorpresa e in più sembra riconoscere quella voce. Sposta con decisione Ale e apre la porta alle sue
spalle.
BEATRICE
Tah-dah!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Beatrice, trovandosi di fronte Sandra, cambia immediatamente espressione, anche perché ha in mano due coppe di champagne e
sotto al soprabito aperto, indossa solo un completino reggiseno-minislip-autoreggenti. Il trio è basito. Ale, sapeva di Beatrice, ma
non immaginava di trovarla in queste condizioni, Sandra non si aspettava di trovare un’altra donna, di trovarla in quelle condizioni e
men che meno di trovare la sua coinquilina e Beatrice non si era certo vestita in quel modo per farsi ammirare da Sandra. Infatti,
chiude velocemente il soprabito, imbarazzatissima. Ale è in trance, sembra che quasi tutto quello che stia accadendo non lo
riguardi.
SANDRA (a Beatrice)
E tu che ci fai qui?
Segue un pesantissimo silenzio.
SANDRA (con amarezza)
Che ci fai? Si vede benissimo quello che ci fai!
E fulmina Ale con uno sguardo di disprezzo. Poi se ne va, di corsa. Beatrice, con cautela, si avvicina ad Ale.
BEATRICE
Mi dispiace.
E con lo sguardo basso se ne va pure lei. Improvvisamente, Ale si risveglia dal suo stato di trance. Solo ora sembra accorgersi di
quello che sta perdendo. Lui è innocente! Semmai, colpevole come al solito di inettitudine. Deve fare qualcosa! Decide di
raggiungere Sandra.
SCENA 61/2 - CASA ALE – PIANEROTTOLO - Interno notte
Beatrice è davanti all’ascensore. Le porte si aprono e scende Anita, che la squadra da capo a piedi. Nello stesso istante arriva Ale
che, come in un deja-vu, si sporge dal pianerottolo all’indirizzo di Sandra, ormai al portone d’ingresso.
ALE (urlando)
È venuta per un’intervista! (alludendo all’abbigliamento e indicandola) Non
sapevo fosse vestita così!
Beatrice, imbarazzata, pigia ripetutamente il bottone del piano terra. Anita non capisce cosa stia succedendo, guarda stupita prima
lei, poi Ale. Le porte dell’ascensore finalmente si chiudono. Ale scatta per raggiungere Sandra.
ANITA (afferrandolo per un braccio)
Ah no! Adesso non scappi! Ti devo parlare! Devo capire!
Ale, trasfigurato, si gira verso di lei e quasi non riconoscendola, identificandola solo come un ostacolo che gli impedisce di
raggiungere Sandra, la stende con un cazzotto. Poi riprende la sua corsa. Dalla porta socchiusa le vicine hanno seguito
quest’ultima scena.
VICINA (rivolta alla figlia, alludendo ad Anita, tramortita)
Chiama la polizia... è di sicuro una poco di buono!
SCENA 62 - STRADA CASA ALE - Esterno giorno
Come un proiettile, Ale arriva dalle scale sulla soglia del portone d'ingresso del suo stabile. Si guarda attorno trafelato: Sandra
sembra svanita nel nulla. S’incammina, prendendo una direzione qualsiasi, poi estrae il cellulare e compone il numero del suo
portatile. Staccato. Allora continua a vagare, senza un’apparente meta. Ha l'aria sconvolta, è assorto, pare cercare disperatamente
una via di fuga. Poi, un improvviso squarcio di sereno.
ALE (a se stesso, quasi in trance)
L’analista … l’ipnosi… (compone eccitato un numero al portatile) sì, ecco…
devo farmi ipnotizzare…
Una breve attesa e poi
ALE (con foga)
Sì… signorina sono Cattani. Mi passa il dottore per favore, è un’urgenza!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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L’eccitazione di Ale si tramuta in sgomento.
ALE
…A Honolulu?…Un convegno… e posso telefona…? È irraggiungibile… e
quando…? …Tutta la settimana?… Ma in una settimana può capitare di
tutto!
E a conferma delle sue parole, la palpebra comincia a tremare.
LEO (aggressivo, alla segretaria)
Mai fidarsi di uno strizzacervelli... Se l’è svignata a Honolulu con i miei soldi!
(e butta il telefonino alle sue spalle)
Ale rientra immediatamente in sé. Non sono io quello che ha appena parlato, è Leo, sembra pensare, e senza nessuna
provocazione! Ha fatto tutto da solo! Allora ha un’altra idea. Si mette al centro del marciapiede e, come ripetendo un rituale, volge
drammaticamente lo sguardo al cielo.
ALE (urlando)
Non voglio più essere come Leo!
Ma l’unico risultato che sembra ottenere, è uno misto di curiosità e di compatimento nello sguardo dei passanti. Uno di loro,
DONNA DI FORTE STAZZA, non riuscendo ad evitarlo, lo urta. E Leo subito la apostrofa.
LEO
Ehi! Vogliamo dimagrire un centinaio di chili? Giusto per permettere agli altri
di usare il marciapiede!
Il donnone lo guarda incattivito.
ALE
Oh, Dio mio, mi scusi signora, io non…
DONNA DI FORTE STAZZA
Brutto cafone maleducato!
E comincia a prenderlo a borsettate
ALE (coprendosi il viso con le braccia)
No… ferma! Signo… le posso spiega… re!
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
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Terzo atto
SCENA 63 - CASA SANDRA - CAMERA DA LETTO - Interno giorno
Sul letto, un paio di valige, alcune borse capienti, ed abiti appoggiati alla rinfusa. Sandra, sta continuando ad estrarne altri, con
furia, dall’armadio. Ha gli occhi rossi, molto probabilmente ha pianto ed ora sta cercando di far sbollire la sua rabbia, radunando
con foga le sue cose per andarsene immediatamente da quella casa. Le cade l’occhio sul cactus di plastica e, furiosa, lo getta nel
cestino che, subito dopo, un po’ istericamente, prende anche a calci. In quel momento entra qualcuno in casa. È Beatrice, che
appare sulla soglia della camera. Sembra veramente molto dispiaciuta.
BEATRICE (mortificata)
Sandra…
SANDRA (senza guardarla, riprendendo a far le valige)
Stai zitta! È meglio che tu stia zitta!
BEATRICE (alludendo a quello che sta facendo)
Lascia… me ne vado via io!
SANDRA
No, sono io che me ne vado!
BEATRICE
Non sapevo niente di voi due… l’ho conosciuto per un’intervista…
SANDRA (a voce alta)
Non voglio sapere niente!
BEATRICE (anche lei a voce alta)
Questa è l’unica cosa che posso dire a mia discolpa, anche se tanto…
(calmandosi) non serve granché… non siamo comunque mai andate
d’accordo noi due! Ma riguardo a lui…
SANDRA (a voce alta)
Ho detto basta!
BEATRICE (anche lei a voce alta)
…dovresti pensare bene a quello che stai facendo.
SANDRA
Non ho bisogno dei tuoi consigli!
BEATRICE
Non è successo niente tra di noi, perché lui ha voluto che non succedesse e
adesso so che era per causa tua. E anche oggi, lui non ne sapeva niente!
Sono io che mi sono presentata così (e si apre il soprabito) per tentare di
sedurlo!
Sandra che, fino ad ora, ha simulato disinteresse, ma in realtà ha seguito molto attentamente la spiegazione di Bea, lascia per un
attimo da parte i vestiti e la guarda negli occhi. Beatrice, incrociando il suo sguardo, provando vergogna, chiude pudicamente il
soprabito. Sandra ha l’impressione che sia stata sincera.
BEATRICE
Segui il mio consiglio. Tienitelo stretto.
E se ne va. Rimasta sola, Sandra, si siede sfinita sul letto. È un po’ più calma. Vede il cestino rovesciato. Si alza per andare a
rimetterlo al suo posto e per raccoglierne il contenuto: il cactus, che appoggia sul comodino, ed uno strano pezzo di carta
appallottolato. Le sembra di ricordare di aver visto Ale mentre lo gettava, un paio di giorni fa. Apre il pezzo di carta stropicciato e si
accorge che è un assegno di cinquecento euro intestato ad Alessandro Cattani e firmato da Egidio Benni.
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SCENA 64 - TEATRI CINELAND – CORRIDOI - Interno giorno
Ale passa, frettolosamente e senza salutare, a fianco dell'aiuto regista
AIUTO REGISTA
Sei in ritardo di un’ora! (poi alludendo al suo aspetto) Ehi ma… che ti è
capitato!
SCENA 64/2 - TEATRI CINELAND - CAMERINO ALE - Interno giorno
Ale chiude la porta del camerino e si spoglia velocemente.
ALE (a se stesso)
Calmo ... devo stare calmo …
Si dirige verso lo specchio. E si rivolge a Leo, mentre indossa gli abiti di scena, con un atteggiamento forzatamente rilassato e
disponibile, che lo rende un po' ridicolo.2
ALE (infilandosi la camicia di Leo)
Ehilà! Come va? … È un po’ di tempo che non ci parliamo. Ti trovo in forma!
(indossa i pantaloni di Leo)
LEO (allacciando la cintura)
L’ultima volta mi hai dato del bastardo!
ALE (giustificandosi, mentre si fa il nodo alla cravatta)
…Sono cose che si dicono così! Ero un po’… scosso! Anzi… volevo dirti
che… guarda, non so come ringraziarti… (infila la giacca) sei stato… come
un fratello maggiore per me! …Ma ora… posso farcela da solo (indossa il
cappello) …E tu, puoi tornare da dove sei venuto…
Leo si limita a guardarlo con un sorriso sulle labbra.
ALE (assestandosi l’impermeabile)
Beh allora... addio.
Ale fa per andarsene, ma ritorna subito indietro per controllare se c'è ancora. Sì, Leo c'è ancora.
ALE (leggermente spazientito)
Ancora qui?
LEO (calmo)
Dove pensavi che fossi!
ALE (sbottando)
Hai capito sì o no che voglio liberarmi di te?!?
LEO (calmo)
Non ti sarà facile!
ALE (sempre più aggressivo)
Ah, non mi sarà facile! Sta un po’ a vedere cosa ti combino!
E con decisione esce dal camerino.
SCENA 64/3 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno
Il set è composto da una grande veranda arricchita da piante grasse, che dà su un infuocato tramonto. Gli attori sono pronti e
anche la troupe tecnica è in attesa. De Novi gironzola spazientito, continuando a guardare l’orologio. C’è un silenzio carico di
tensione.
ATTORE UNO (sottovoce)
2
In questo caso evidenzieremo anche i modi diversi dei due di indossare gli abiti
© Alessandro Cappelletti, Rossella Salbego, Luca Tomesani
85
Di Grimaldi, si sa niente?
ATTORE DUE (sottovoce)
Pare che sia in ospedale… in stato confusionale… ma niente di grave!
Entra l’aiuto regista spingendo la carrozzella.
AIUTO REGISTA (a De Novi)
Ecco la sedia a rotelle!
In quel momento arriva anche Ale.
DE NOVI (sollevato)
Oh, eccoti qui, caro Cattani! (all’aiuto) Finalmente possiamo incominciare!
AIUTO REGISTA (ricordando a De Novi)
Manca la Milton!
DE NOVI (di nuovo nel panico)
Cazzo! È vero! Ma dov’è finita quella! (poi, deciso) Va beh! Iniziamo intanto
con i primi piani di Rodriguez e Busca.
Ale cerca di attirare l’attenzione di De Novi.
ALE (sottovoce)
Psst! De Novi? Può venire un attimo?
DE NOVI
Certo Cattani! (e si avvicina) Dimmi!
E lo guarda sorridente e disponibile.
ALE
Posso avere il mio contratto?
DE NOVI (già meno sorridente)
Il contratto? Vuoi dire adesso?
ALE
Adesso… subito!
DE NOVI (continuando a non capire ma assecondandolo) …Va bene!
E fa un cenno all’aiuto. Gli dice due paroline all’orecchio. L’aiuto scatta.
DE NOVI (riavvicinandosi ad Ale)
Ecco fatto! Possiamo girare ora?
ALE (con imbarazzo, ma deciso)
De Novi… so di metterla in seri guai… ma ho preso una decisione…
irrevocabile. Voglio dare le dimissioni.
A De Novi cade la mandibola.
De NOVI
Cosa!?
ALE (precisando)
Non voglio più fare Leo Bus…
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… Il braccio destro di Ale, quasi vivesse di vita propria, scatta improvvisamente all’indirizzo della sua bocca e con la mano gliela
chiude, impedendogli così di finire la frase. Sfiora anche pericolosamente il viso di De Novi che, spaventato, fa un balzo all’indietro.
Arriva di corsa l’aiuto.
AIUTO REGISTA
Ecco il contratt...!
Ale sembra volersi suicidare tramite soffocamento. Poi, con fatica, aiutandosi con la mano sinistra, libera la bocca dalla mano
destra e si dirige verso l’ormai terrorizzato aiuto regista. Fa per prendergli di mano il contratto, ma non ci riesce. È come se ci fosse
un campo magnetico che gli impedisce di afferrarlo.
ALE (rivolto a Leo)
Ho detto che te ne devi andare!
Ale sta schizofrenicamente battibeccando con se stesso, o meglio con Leo, un botta e risposta solitario, un one man show che a dir
poco disorienta gli allibiti componenti della troupe, che hanno fatto ormai il largo attorno a lui.
LEO - ALE
Cosa credi di fare!
Te lo faccio vedere cosa credo di fare!
Con uno sforzo immane, Ale afferra il contratto e tenta platealmente di strapparlo. Ma c’è Leo a contrastarlo ed è come strappare
un elenco del telefono. Ale è paonazzo per lo sforzo.
LEO
Ehi, molla l’osso!! Lascia il contratto!!
Si dà un cazzotto. I fogli volano via, e i "due" cominciano una vera e propria colluttazione sul set, causando anche danni alla
scenografia. Ale si strappa i capelli, si dà calci da solo, si rotola per terra. La troupe è terrorizzata.
DE NOVI (allibito, all’aiuto regista)
Chiama la polizia… no, meglio la neuro!
Poi, Ale si prende per il bavero ed esce.
SCENA 64/4 - TEATRI CINELAND - CAMERINO ALE - Interno notte
Ale arriva a fatica davanti allo specchio, unica oasi rimastagli per riuscire ad essere se stesso, “diviso” da Leo!
ALE (col fiatone)
Sparisci dalla mia vita! Subito!
LEO (anche lui col fiatone)
La tua vita! Ehi, e chi ti dice che non sia la mia!
Di fronte a questa risposta a dir poco disorientante, Ale, frastornato e furente, prima di farsi cogliere da mille altre inquietanti
domande, si guarda intorno, afferra il pesante attaccapanni che sta alle sue spalle e lo schianta contro lo specchio, che si frantuma
in mille pezzi. Finalmente un po’ di silenzio. Ma dura poco. Sentiamo l’urlo di una sirena in lontananza.
SCENA 65 – AMBULANZA - Esterno notte
Un’autoambulanza sfreccia a sirene spiegate.
SCENA 66 – OSPEDALE - Esterno giorno
Il giorno dopo. Ale sta uscendo dall’ingresso principale dell’ospedale. Al suo fianco c’è Carlo che, saputo del suo ricovero, è subito
accorso. Ale è ridotto male, ha borse sotto gli occhi, la barba sfatta, indossa ancora gli abiti di Leo. I due amici camminano per un
po’ in silenzio.
CARLO
I dottori, che dicono?
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ALE (scuotendo la testa)
Mi hanno esaminato per ore... e alla fine il… responso scientifico è ”Stato
confusionale da stress”.
CARLO
Beh, una diagnosi un po’ vaga.
Ale fa un cenno che significa: “Che vuoi che ti dica!”. I due passano a fianco di una grande parete a specchio. Ale senza volere si
guarda e, bruscamente, cambia posto con Carlo che, accortosi dello strano comportamento, chiede
CARLO
Tutto bene?
ALE
Sì… sì, tutto bene.
Ma Carlo non ne sembra molto convinto. Poi Ale, con un improvviso moto di riconoscenza per l’amico
ALE
Carlo… grazie per essere qui …davvero!
CARLO (serio, gelandolo)
È arrivato il responso dei critici.
Ed estrae dalla tasca un telegramma. Ale è pronto al peggio. Carlo inizia a leggere.
CARLO
“Siamo lieti comunicarvi iscrizione “RICCARDO III” al festival “Prossemica: il
gesto, lo sguardo, il corpo…
ALE (fermandosi)
Stai scherzando!?
CARLO (sorridendo e continuando la lettura)
…Segue responso… Interessante sperimentazione lessicale tra “alto” et
“basso”, attraverso una convincente commistione di teatro elisabettiano et
noir. Coraggiosa variazione finale con Riccardo “fagocitato” dal cavallo da lui
stesso evocato…
ALE (cominciando a ridere)
Non ci posso credere!
CARLO (ridendo anche lui)
Aspetta, aspetta! Non è finita! “Coinvolgimento pubblico un po’ prevedibile,
ma molto interessante, lancio gobba scagliata lontano, a rifiuto diversità”
I due amici ridono, e si abbracciano, complimentandosi, e ancora ridono, sempre più in crescendo, fino alle lacrime.
SCENA 67 – STRADA - Esterno notte
Carlo ha accompagnato in auto Ale al parcheggio vicino ai teatri Cineland. Ale scende. I due si salutano. Carlo riparte.
SCENA 68 - AUTO ALE - Int. Est. notte
Ale si accomoda al posto di guida. Sorride ancora al pensiero del responso. L’occhio gli cade sullo specchietto retrovisore. Lo ruota
con decisione dalla parte opposta. Poi avvia l’auto e parte.
SCENA 69 - PARCHEGGIO SOTTO CASA - Esterno notte
Ale è ora al parcheggio sotto casa sua. Ha individuato un posto libero. Inserisce la freccia. Ma un’automobile sportiva glielo soffia
da sotto il naso. “Siamo alle solite!” pensa Ale, scuotendo la testa. Lascia la sua vettura in doppia fila e si avvicina all’individuo che
in quel momento sta scendendo dall’auto sportiva. È molto grosso e PALESTRATO.
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ALE (sorridendo, con garbo)
Veramente (indicando il posto) l’avrei visto prima io!
PALESTRATO
Ah davvero! (minaccioso) Ma io sono più grosso!
ALE (sempre in modo cordiale)
Su questo non c’è alcun dubbio!
PALESTRATO (con aggressività)
Mi prendi per il culo?
ALE (sempre sorridendo con garbo)
Non mi permetterei mai! (con parlantina sciolta) Rilevavo solo, che non ci
sono dubbi sul fatto che lei sia più grosso di me. E proprio perché lo è, non
ha certo bisogno di dimostrarlo! Sarebbe quindi un gran bel gesto da parte
sua, oltre che segno di altrettanto grande equilibrio, se accettasse il fatto
che io ho inserito la freccia per primo, non crede?
Il palestrato lo guarda un po’ confuso, poi grugnendo
PALESTRATO
Va beh… per questa volta… (come dire, ti è andata bene)
ALE (sorridente)
Grazie e buona serata!
Un po’ stupito di quello che sta facendo, il palestrato risale sulla sua auto, con la coda tra le gambe. Non è il solo, anche Ale è
stupito, stupito per quello che è riuscito finalmente a dire. Mentre guarda l’auto allontanarsi si alza un vento prima timido, poi
sempre più sgarbato, che lo spettina. C’è una strana atmosfera intorno. Gli ricorda un po’ quella di qualche sera prima, quando
stava per andare a cena a casa della madre e gli sembra sia passato così tanto tempo. Ale ha come una folgorazione, lascia l’auto
in doppia fila e va risoluto verso il bar di fronte.
SCENA 70 - BAR SOTTO CASA - Interno notte
Ale irrompe nel bar, guarda lo specchio alle spalle del titolare, poi decide di avere un colloquio “privato” e si dirige verso la toilette. Il
proprietario, dato il suo atteggiamento e l’aspetto non proprio “normale”, già lo guarda strano.
SCENA 70/2 - BAR SOTTO CASA – TOILETTE - Interno notte
Ale fa un paio di respiri profondi. Nelle suo orecchie risuona l’eco dell’ultima frase pronunciata da Leo: “La tua vita! Ehi, e chi ti dice
che non sia la mia!”. Ale si dirige verso il piccolo specchio sopra il lavandino. Per ora, lo specchio si limita a riflettere “solo” la sua
immagine.
ALE (rivolgendoglisi un po’ timoroso, con la speranza di non ricevere
risposta)
Io te lo dico! È la mia vita, non la tua!
Non riceve nessuna risposta.
ALE (ripetendo più deciso, vuole esserne certo)
È la mia vita non la tua!
Ma lo specchio continua a rimandargli “solo” la sua immagine.
ALE (ormai scaramanticamente)
Non c’è… nessuno?
Niente.
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ALE (tra sé, lasciandosi lentamente andare)
Non c’è nessuno!… Allora… vuole dire che… sono libero!
E inizia a ridere, poi la risata diventa sghignazzo, uno sghignazzo liberatorio.
ALE (urlando dalla gioia)
SONO LIBERO!!
E saltella come un pazzo.
SCENA 70/3 - BAR SOTTO CASA - Interno notte
Il proprietario, con un occhio alla toilette, sta componendo un numero di telefono. Sentiamo l’urlo fuoricampo di Ale…
V.F.C.ALE
Sono finalmente libero!!!
… e l’eco di un’altra sirena
SCENA 71 - STRADA - Esterno notte
Un’autoambulanza sfreccia a sirene spiegate.
SCENA 71/2 – AMBULANZA - Interno notte
Siamo all’interno dell’ambulanza, dove la nostra storia è cominciata. Sul viso di Ale c’è ancora lo stessa espressione divertita e
trasognata.
VOCE OFF ALE
Ed eccomi qua!
L’ambulanza si allontana a sirene spiegate.
Fine Flashback
SCENA 72 - PRIMO PIANO DI ALE - Interno giorno
Ale parla alla m.d.p.
ALE
Naturalmente non ho avuto più bisogno di licenziarmi dalla soap, lo hanno
fatto loro! Ah, e ho un’accusa per percosse… (precisando) …Anita!
(fatalista) Ma la vita continua… come la soap!
SCENA 73 - TEATRI CINELAND – SET - Interno giorno.
Sul set, mentre l’aiuto regista, con evidente fatica, sta ripetendo a Benni le battute previste nella puntata che sta per essere
registrata, i due sceneggiatori spiegano le variazioni a De Novi, che gira e rigira le pagine del copione, cercando di afferrarne il
senso.
VOCE OFF ALE
Ennesimo colpo di scena! Il protagonista assoluto è ora Rodriguez!
SCENA 74 - UFFICIO AGENTE - Interno giorno
Ale esce serenamente dall’ufficio del suo agente, che sta sbraitando alle sue spalle…
VOCE OFF ALE
Anche il mio agente mi ha dato il benservito. Ma questa non la definirei una
cattiva notizia.
…e chiude la porta.
SCENA 75 - UFFICIO CASTING - Interno giorno
Ale entra nella sala di attesa di un ufficio casting, già gremito di altri attori.
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VOCE OFF ALE
Per adesso mi arrangio da solo. Continuo a fare provini.
Dalla sala di registrazione esce un assistente. La porta rimane socchiusa. Sulla porta un cartello recita “nuovo spot olio di
girasole…”
VOCE OFF ALE
Pare che la pubblicità dei girasoli abbia avuto grande successo!
Ale dà una sbirciatina e, non credendo ai suoi occhi, l’attrice che in quel momento sta facendo il provino, indossando il cappuccio
da “triglia” è Marta. Ale, sorridendo, scuote la testa.
SCENA 76 - TEATRO OFF - Interno giorno
Carlo, dalla platea, sta dando indicazioni a qualcuno che non vediamo, sul palcoscenico.
VOCE OFF ALE
Ma soprattutto, continuo col teatro. Riccardo III al festival è andato piuttosto
bene.
Carlo è raggiunto da un’attrice che chiede il suo parere sul costume che indossa. Sembrerebbe il costume di Desdemona.
VOCE OFF ALE
Abbiamo mantenuto tutto, la gobba, il dialogo col pubblico, il finale sul
cavallo. Adesso stiamo preparando Otello…
La m.d.p. dalla platea panoramica verso il palcoscenico. C’è Ale, nei panni di Jago e Francesco Grimaldi, con la faccia dipinta di
nero, in quelli di Otello.
VOCE OFF ALE
Sono riuscito a coinvolgere Francesco nel progetto, glielo dovevo. Ho fatto
un po’ fatica con Carlo… ma alla fine ha convenuto anche lui che un “nome”
ci poteva far comodo!
Francesco si muove un po’ a fatica a causa della gamba ancora ingessata.
VOCE OFF ALE
È ancora convalescente… ma per la “prima” sarà a posto!
SCENA 77 - PRIMO PIANO ALE - Interno giorno
Ale parla alla m.d.p.
ALE (come chiedendoselo)
E Sandra?
SCENA 78 - TEATRI CINELAND – CORRIDOI - Interno giorno
Sandra sta chiacchierando animatamente con altri colleghi. Di fronte a lei, dalla parte opposta del corridoio c’è Ale. Sandra sente il
suo sguardo su di lei. Il gruppo si disperde e Sandra rimane sola. Il fatto che la ragazza rimanga lì, dà un po’ di coraggio ad Ale,
che si avvicina, molto emozionato, e intimorito: lui non sa nulla del chiarimento con Bea e dell’assegno ritrovato.
ALE (emozionato)
Ciao… come va?
SANDRA (anche lei emozionata)
Bene… e tu?
ALE
Bene… grazie! Passavo da queste parti …e ho fatto un salto…
Sandra lo guarda poco convinta.
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ALE
Sai… che sono stato licenziato dalla soap?
SANDRA (vaga)
Ho sentito qualcosa.
ALE
Ho combinato un bel casino!
Ale non fa a tempo a finire la frase, che già si è accorto dell’altra possibile chiave di lettura. Sandra fa un cenno di assenso col
capo come a dire “Anche con me!”. Un breve silenzio, poi la ragazza ne approfitta per giocare un po’ con lui come al gatto col topo.
SANDRA (sapendo di imbarazzarlo)
Ho cambiato casa.
ALE (con imbarazzo)
Ah… bene!
Poi, prendendo coraggio
ALE (con un impeto di sincerità)
Senti… io... non passavo qui per caso… volevo vederti per cercare di
spiegare…
SANDRA (bloccandolo)
Non mi devi spiegare niente…
Ale pensa che sia un netto rifiuto al tentativo di riavvicinamento e ci rimane male.
SANDRA (continuando, un po’ imbarazzata)
…Bea mi ha detto che non è successo… niente tra di voi.
E lo guarda come per trovare una conferma sul suo viso. Poi, cambiando discorso.
SANDRA
E adesso… che fai?
ALE (confuso)
…In che senso?
SANDRA
Dico… il lavoro?
ALE
Ah… (riprendendosi) Stiamo preparando un Otello, a teatro! …Io faccio
Jago!
SANDRA (scherzando)
Allora... di sera adesso, esci vestito da Jago.
ALE (stando al gioco)
No… non più! …Ti mando l’invito… per la prima, è tra due settimane.
SANDRA (guardando l’orologio)
Ora è meglio che vada.
E si avvia. Ale la lascia andare.
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VOCE OFF ALE
Di più, per ora, non posso chiederle …
Poi Sandra si volta.
SANDRA
Ah… un’altra cosa… ho trovato l’assegno in camera mia.
I due si guardano a distanza rimanendo per un attimo in silenzio.
ALE
Verrai alla prima?
Lei accenna un forse.
ALE
Ti posso chiamare qualche volta?
Sandra, con un lieve sorriso enigmatico, non risponde. E se ne va.
VOCE OFF ALE
Davvero di più, per ora, non posso chiederle.
SCENA 79 - PRIMO PIANO ALE - Interno giorno
Ale parla alla m.d.p.
ALE
Direi che abbiamo finito.
Abbiamo l’impressione di un brusco movimento della m.d.p., in realtà passando dalla “soggettiva allo specchio” di Ale ad
un’inquadratura “oggettiva”, capiamo che lo strano movimento è causato da due imbianchini, intenti a spostare lo specchio dal
muro. I due fanno per portarlo via, poi uno di loro, alludendo alla evidente macchia sul muro causata dallo specchio
OPERAIO
Bisognerà imbiancare anche questo muro.
ALE
Lo so, lo so! (guardandosi attorno) Ne devo fare di cambiamenti qui!
VOCE OFF. ALE
Ah, dimenticavo...
La m.d.p. si avvicina lentamente al suo viso sorridente, mentre dà indicazioni agli operai.
VOCE OFF ALE
In realtà, qualcosa Leo me l'ha lasciata...
Il suo occhio destro ha come un tic. Sul suo sorriso, attraversato ora da sottile inquietudine, partono i
Titoli di coda
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il tic all`occhio - Cappelletti, Alessandro