M O N D O 15
Domenica
23 Marzo 2014
Shanghai.
I fedeli hanno
sfidato il regime
per prendere parte
ai funerali del
vescovo celebrati
da 70 sacerdoti
Il rito a Shanghai
(AsiaNews)
In 5mila all’addio a monsignor Fan
Pechino. Circa 5mila fedeli delle comunità ufficiali e sotterranee di Shanghai
e di altre diocesi della Cina si sono radunati ieri nella funeral home di Shanghai
per celebrare i funerali di monsignor Giuseppe Fan Zhongliang, il vescovo ordinario di Shanghai, non riconosciuto dal governo di Pechino. Come scrive AsiaNews,
la messa è stata presieduta da padre Zhu
Yude, della comunità sotterranea di Shanghai. Padre Zhu ha sottolineato la fede e
il servizio del defunto e ha chiesto ai cat-
tolici di seguire l’esempio di monsignor
Fan. Monsignor Taddeo Ma Daqin, vescovo di Shanghai agli arresti domiciliari, era assente. Alla concelebrazione, i 70
sacerdoti indossavano una stola rossa. «Il
rosso – ha detto uno dei partecipanti ad
AsiaNews – simbolizza il martirio», caratteristica di mons. Fan.
Durante la preghiera eucaristica, alla
menzione del vescovo, tutti hanno proclamato «il nostro vescovo Taddeo». Nella sala della funeral home, era esposto u-
no striscione. Su di esso il termine «vescovo» era stato sostituito con il termine
«pastore»: il governo cinese proibisce per
i vescovo sotterranei – anche quelli defunti – l’uso del termine «vescovo», come
pure che indossino le insegne episcopali. Ad ogni modo, durante tutta la liturgia,
mons. Fan è stato sempre citato come «vescovo». Per la messa da requiem è stato
preparato un libretto della liturgia in 4 mila copie, che non sono state sufficienti per
tutti i partecipanti.
Crimea, l’ultima base
è nelle mani dei russi
Domani all’Aja G7 sulla crisi con Obama
BARBARA UGLIETTI
biamo bisogno di forniture di gas dalla
Ue per garantire la sicurezza energetifinale da film sull’era sovietica: il Tensione nella struttura militare di Belbek ca del Paese», ha detto ieri il premier Arseni Iatseniuk. Perché presto il prezzo
sottomarino, circondato dalle Si consegna l’unico sottomarino di Kiev
del metano russo salirà a 500 dollari per
navi russe della Flotta del Mar
mille metri cubi. Cifra astronomica per
Nero, si consegna; il comandante apre Nuovo faccia a faccia tra Kerry e Lavrov
un Paese al collasso.
il portellone, ammaina la bandiera. PoDomani il presidente Obama arriverà in
trebbe chiudersi così la storia militare
Europa per cercare una soluzione. Ha
della crisi in Crimea: tutto in un’immaconvocato un G7 all’Aja (parallelamente al
ro, un ferito. E gli ucraini hanno alzato bangine (desolante) passata ieri nell’obiettivo dei
Summit internazionale sulla sicurezza nudiera bianca. «Avete fatto il possibile per dicameraman. Il sommergibile è il “Zaporizhia”,
cleare) per fare il punto sulla situazione. Molfendere l’onore delle vostre divise», ha detto
varato nel 1970. A bordo c’erano 78 marinai.
to atteso l’incontro tra il ministro degli Esteil comandante Iuli Mamciur.
Stava in una baia vicino a Sebastopoli, era
ri russo Sergeij Lavrov e il segretario di Stato
La disfatta lenta, dilatata, morbida, si è coml’unico in forza alle scalcinata flotta ucraina.
americano John Kerry. Ma gli occhi restano
piuta. La bandiera russa svetta su 147 basi uÈ “diventato” russo, come tutto il resto della
puntati sull’Ucraina orientale. A Donesk e a
craine; quella della Flotta di Mosca (con la
Crimea, ormai tornata sotto le grinfie del preKharkiv anche ieri migliaia di filo-russi sono
Croce di Sant’Andrea) su tutte le unità navasidente russo Putin. Ultima base compresa:
scesi in piazza per chiedere l’annessione a
li. Militari e mariani ucraini potranno lasciaquella di Belbek, a pochi chilometri da lì.
Mosca. Gli occidentali sperano che presto le
re la Crimea senza problemi, ha detto il miL’unico presidio militare ucraino rimasto neltensioni possano rientrare, e che le città filonistro della Difesa russo. L’“altro” ministero
la Repubblica è caduto ieri. I militari di Kiev
russe ritrovino la loro quotidianità «di mezdella Difesa, quello ucraino, ha fatto sapere
hanno cercato di resistere. Poi i russi che cirzo». Uno status quo di comodo che forse, tutche «verranno accolti come veri eroi», non
condavano la struttura hanno imposto un
to sommato, non spiace neanche a Putin.
certo come disertori. A Kiev non si stracciaultimatum: via da lì entro le 11 o entriamo.
no troppo le vesti. I problemi sono altri. «AbSono entrati. Con un blindato. Qualche spa© RIPRODUZIONE RISERVATA
F
«Ormai è una pensiola
destinata a una morte lenta»
L’intervista.
LUCA GERONICO
Ucraina non
riconoscerà
mai l’annessione della Crimea alla Russia. Continueremo a lottare
per la nostra integrità territoriale, utilizzando per questo tutti i mezzi legali». Ma
per Yevhen Perelygin, ambasciatore dell’Ucraina in Italia, una Crimea autonoma è
pure «destinata a una morte
lenta» dal punto di vista economico.
«La penisola – spiega l’ambasciatore – dipende profondamente dall’Ucraina continentale: all’85% per l’energia
elettrica, al 75% per l’acqua
potabile, con una dotazione
statale media annua del 66%
del suo Pil. Anche per questo
la Crimea venne assegnata
all’Ucraina sovietica.
Perciò svolgere le trattative
nei termini "prendete la Crimea e lasciate tutto il resto"
non ha nessun senso, soprattutto per la Russia. Si
spiegano in questo modo i
tentativi persistenti di destabilizzare la situazione su tutto il territorio ucraino con l’obiettivo di creare gli stessi
problemi che l’Ue affronta ai
suoi confini meridionali.
L’ambasciatore
ucraino
all’Onu di Ginevra ha parlato di un possibile intervento di Mosca «a est e a sud dell’Ucraina». Putin non si accontenterebbe di Sinferopoli?
Un’idea ossessiva dei dirigenti russi è di ricostruire l’Unione Sovietica nella forma
dell’Unione Euroasiatica. Secondo loro l’Ucraina deve diventarne una parte integrante. Credo, però, che la Russia
si ravvederà perché, come ha
«L’
L’ambasciatore
ucraino in Italia
Perelygin: la regione
dipende ancora
profondamente da noi
detto il nostro primo ministro, se Mosca violasse i nostri confini, otterrebbe una
dura risposta militare.
L’Ue e Washington pensano
a nuove sanzioni, più pesanti delle prime. Come giudica questa politica?
La comunità internazionale
deve fare tutto il possibile sia
per fermare l’aggressione che
per garantire che in futuro
nessuno utilizzi la forza nelle relazioni internazionali.
Non si tratta solo dell’Ucraina, ma di difendere un sistema di sicurezza costruito con
enormi sforzi dopo la Seconda guerra mondiale.
È possibile una de-escalation, aprendo un dialogo per
una soluzione politica?
Abbiamo chiesto ripetutamente ai nostri partner di
convincere la Federazione
russa a sedersi al tavolo dei
negoziati e cominciare consultazioni dirette con l’Ucraina, ma finora i russi non
si sono dimostrati disponibili. Più lunga è la pausa nel
dialogo diretto tra l’Ucraina e
la Russia più sarà difficile riprendere la cooperazione.
L’accordo di associazione all’Ue, che andava a confliggere con il progetto di Unione euroasiatica voluto da
Mosca, ha scatenato la crisi.
Quale la posta in gioco?
L’Ucraina, vorrei fosse chiaro,
non ha mai messo in contrasto l’integrazione europea
con la cooperazione con Mosca. Ci sono diversi modi di
combinare entrambe se c’è
la volontà di farlo. Abbiamo
fatto varie proposte per una
possibile collaborazione tra
l’Ucraina e l’Unione doganale, tutte andate a vuoto. In ogni caso continueremo il nostro percorso europeo perché l’accordo di associazione è, prima di tutto, lo strumento per fare riforme in tutti i campi: dall’economia alla riforma della giustizia per
l’introduzione della vera democrazia e del primato della
legge. L’Ucraina ha la grande
voglia di cambiare e guardare al futuro con ottimismo.
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L’AEREO MALESE SCOMPARSO
Il satellite trova
«altri rottami»
Nuovi elementi arrivano a
contribuire alla possibile
soluzione del giallo della
sparizione del volo MH370
della Malaysia Airlines. La
Cina ha infatti diffuso una
foto (Reuters), scattata via
satellite, di un oggetto,
lungo 25 metri e largo 13,
galleggiante a sud
dell’Oceano Indiano che
potrebbe appartenere al
Boing scomparso l’8
marzo con 239 passeggeri
a bordo. Sul posto i primi
ricognitori aerei non hanno
però trovato nulla.
LA RESA. I russi salgono sul Zaporizhia
(Ansa)
LA MISSIONE
Michelle ai giovani pechinesi:
la libertà di parola è un diritto
Parlando ad un gruppo di studenti cinesi, la First Lady
americana Michelle Obama li ha invitati a praticare la
«libertà di parola e ad essere aperti alla conoscenza
e alle nuove idee». Al suo secondo giorno in Cina, ha
parlato per 15 minuti a circa 200 giovani nello Stanford
Center dell’ Università di Pechino. «Quando si tratta
di esprimersi liberamente – ha sottolineato – e praticare la religione che avete scelto e aver accesso alla libera informazione,- noi pensiamo che si tratti di
diritti universali che ogni persona su questo pianeta
acquisisce alla nascita». Non ha però affondato il colpo al sistema di censura in vigore in Cina, dove l’informazione è strettamente controllata dal governo.
Il tour in Europa
La prima volta di Xi:
«viaggio d’affari»
in Francia e Germania
LUCA MIELE
ccompagnato da una delegazione composta da
200 uomini d’affari e con in mano il dossier per il
possibile ordine di 150 Airbus, il presidente cinese Xi Jinping è sbarcato ieri in Olanda per il suo primo
tour europeo. Tappe previste Francia, Germania e Belgio,
nonché la sede della UE a Bruxelles, una visita «importante e storica», come la ha definita l’Alto rappresentante della politica estera Catherine Ashton. Previsti i faccia a faccia con il cancelliere tedesco Merkel, il presidente francese Hollande, il presidente del Consiglio
europeo Van Rompuy e il presidente della Commissione Ue Barroso.
Accanto al dossier “negoziati economici”, prende posto l’affaire Crimea. Xi vedrà il presidente
americano Obama all’Aja, dove
entrambi prenderanno parte, al
vertice internazionale sulla sicurezza nucleare.
La visita di Xi è stata preceduta
da una cosa polemica. Secondo
il settimanale tedesco Der Spiegel, Xi aveva espresso la volontà Xi Jinping (Reuters)
di visitare il museo dell’Olocausto in funzione polemica verso il
Giappone, che secondo i cinesi
Il presidente
non si è «pentito», al contrario
della Germania, delle atrocità cinese è
commesse durante la Seconda sbarcato ieri in
Guerra Mondiale. La richiesta sarebbe stata respinta da Berlino. Olanda. Vedrà
L’Unione Europea è il primo anche Barroso
mercato per le esportazioni cinesi (l’anno scorso il commercio e Van Rompuy
bilaterale ha raggiunto qota 560
miliardi di dollari), ma i rapporti commerciali non sono mai stati facili. Alla vigilia della visita, Pechino ha lanciato un segnale distensivo lasciando cadere l’inchiesta aperta l’anno scorso su supposte pratiche commerciali scorrette degli esportatori europei di vino in Cina. In precedenza, l’Ue
aveva a sua volta rinunciato e imporre dazi ai produttori
cinesi di pannelli solari e la strada per gli incontri di Xi Jinping con i leader europei è ora sgombra da ostacoli. L’Europa esporta in Cina 257 milioni di litri di vino. Il principale esportatore è la Francia, seguita Spagna e Italia.
A
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Crimea, l`ultima base è nelle mani dei russi Domani all`Aja G7 sulla