Storia
della
Chiesa
Lezione III
Oggi, in alcuni luoghi, si afferma che credere in Dio rende incapace per
comprendere i problemi e le necessità di coloro che non hanno fede.
Non mancano coloro che presentano il credente come uno che vuole
imporre agli altri delle convinzioni puramente soggettive.
Da dove muove questa critica?
Da chi pensa che si è cambiata la fede imprigionandola in un modello
culturale greco-romano, strumentalizzandola a sostegno del sistema
occidentale, e allora…
"Le persecuzioni avvennero realmente, e i martiri furono numerosi, ma
lo scontro non fu quasi mai a livello politico: né da parte dei cristiani, che
continuarono per lo più ad affermare, anche durante le persecuzioni, il
loro lealismo verso lo stato romano e a proclamarsi buoni cittadini di tale
stato, né da parte dell'impero, che non avvertì quasi mai nei cristiani un
pericolo per la sua sicurezza e che si ridusse spesso ad essere il
braccio secolare del fanatismo religioso delle folle e di una cultura
intollerante".
(Marta Sordi, I cristiani e l'impero romano, Jaca Book, Milano 1984, p.
10).
 Se al fatto che appena si davano
casi di santità martiriale
 si aggiunge che erano pochi i
casi in cui la vita di alcuni cristiani
non monaci veniva presentata
come modello di santità (sebbene ci
fossero, per es. Santa Monica),
 e che furono scomparendo le
persone che vivevano come asceti
o vergini al margine della vita
monastica,
… si capisce meglio che, sebbene
non ci fosse un'intenzione esplicita,
avvenne un progressivo
spegnimento del valore
santificatore della vita ordinaria,
così caratteristico dei primi cristiani.
Cfr. Javier Sesé “Historia de la espiritualidad“, (Editoriale EUNSA, Pamplona
2005)
I problemi storicamente legati alle differenze religiose e morali,
insieme a fattori di tipo ideologico,
hanno originato una mentalità, in alcuni ambienti molto diffusa:
Per loro (1), l’esistenza di persone che vivono con la convinzione che
esiste una verità sul bene della persona e delle comunità umane, può
causare relazioni ingiuste di dominio o di violenza tra gli uomini.
Allora, anche per loro
esiste UNA verità:
che esistono diverse
Da qui nasce il cosiddetto “pensiero
verità !!!
debole”: per loro occorre
adeguarsi alla verità
che esistono diverse verità
per cui non esiste verità assoluta, ma
solo una pluralità di verità relative
(1) Cfr. www.forma-mentis.net, “Gianni VATTIMO e il pensiero debole”
404 Il papa Innocenzo I rompe la comunione con i patriarchi di oriente
(che non hanno difeso Giovanni Crisostomo).

406 Numerose tribù germaniche dilagano in Gallia.

410 I Visigoti di Alarico saccheggiano Roma.

415 E’ risanata la divisione tra Roma e i patriarchi di oriente.



428 Nestorio viene nominato vescovo di Costantinopoli.
429 I Vandali si stanziano in Africa.

431 Teodosio II convoca il concilio di Efeso.


449 Latrocinium di Efeso.

451 Concilio di Calcedonia.


Abbiamo visto come per il papa Leone I il Concilio di Calcedonia
non si sarebbe dovuto celebrare; avrebbe desiderato di risolvere i
problemi con procedura ordinaria…
… ma gli imperatori vollero ad ogni costo celebrarlo: è un fatto che
aiuta a capire i fatti storici che seguirono.
La Siria e l'Egitto
non restarono fedeli
alla dottrina definita
dal Concilio di
Calcedonia.
La diatriba da
religiosa, diventerà
politica, avendo
scatenato tendenze
autonomistiche in
Siria ed Egitto, di
cui si serviranno
siriaci e copti nella
lotta di queste
province contro il
potere centrale di
Costantinopoli.
Qualche imperatore, per attrarre la Siria e l’Egitto
condannò il Concilio di Calcedonia.
Ciò non fece che creare il risentimento da parte dei
bizantini ortodossi, e accelerò la caduta dell’imperatore.
Altri imperatori crearono scismi con
Roma, come quello conosciuto col nome
dell’allora vescovo di Costantinopoli,
Acacio. Durò 35 anni (484-519).
Pure a Roma ci furono interventi
dell’autorità dello stato per
risolvere i problemi interni della
Chiesa: Teoderico, re ostrogoto,
dovette dirimere la questione del
successore del papa Anastasio,
nell’anno 498. Alcuni erano ostili
a Costantinopoli altri formarono
un gruppo filobizantino. La scelta
fatta del candidato ostile a
Costantinopoli era funzionale agli
interessi di Teoderico.
463 I Franchi sconfiggono i Visigoti a Orléans
affermandosi su tutta la Gallia a nord della Loira.



476 Romolo Augustolo è deposto da Odoacre.
477 Dopo un lungo regno pieno di successi, Genserico re
dei Vandali muore.


484-519 Scisma di Acacio: la Chiesa d'Oriente per 40 anni
rimane separata dalla Chiesa di Roma.
Come abbiamo visto nella lezione precedente,
l’ortodossia nicena fu dichiarata fede unica e
ufficiale dall’imperatore Teodosio nel 379, e
ribadita come tale dal Concilio di Costantinopoli
del 381.
Ma l’arianesimo sopravvisse
comunque per altri due secoli fra i
popoli germanici che erano stati
convertiti al cristianesimo da missionari
ariani…
Oltre a ciò che avvenne ad Oriente (rottura della
comunione con Roma tra il 404 e il 415; condanna del
nestorianesimo ad Efeso nel 431; condanna del
monofisismo a Calcedonia nel 451; e dal 484-519
scisma di Acacio), cosa avvenne in Occidente con
l’arrivo dei barbari di religione ariana ?
Popoli germanici
Unni
Impero d’Occidente
Impero d’Oriente
V secolo dC
Angli
Angli e
Sassoni
Baltici
Sassoni
Slavi
Turingi
Bretoni
Franchi
Suevi
Bavari
Burgundi
Unni
Gepidi
Baschi
Visigoti
Ostrogoti
Vandali
Berberi
Longobardi
Vandali
Impero Romano d’Oriente
Verso il 390 comparve a Roma il britanno
Pelagio, un asceta che non apparteneva ad
alcun gruppo monastico e suscitava molti
consensi.
Il suo problema era individuare il vero
cristiano: egli affermava che non sono veri
cristiani quelli che confidano solo nel
battesimo, i minimalisti che affermano di
non poter resistere al peccato e alle
tentazioni della carne.
A costoro Pelagio contrappone un ideale
ascetico fondato su una visione ottimistica
della condizione umana: se l’uomo vuole
davvero salvarsi trova in sé stesso le forze
sufficienti per tirarsi fuori dal fango.
La volontà dell’uomo –diceva Pelagio- è
rimasta intatta ed egli può evitare il
peccato in forza del libero giudizio circa
il bene e il male.
La grazia concessa da Cristo non è
necessaria, ma solo un aiuto in più.
Il battesimo cancella solo le colpe
personali (il battesimo dei bambini non è
dunque necessario); ecc.
Ben presto sorsero opposizioni: in
Sicilia; in Africa con S. Agostino; ecc.
che facevano vedere come Pelagio
svuotava di significato la passione e
morte di Cristo e la necessità stessa della
preghiera.
In quel periodo un ragazzo di 16 anni,
nato nel sud dell’Inghilterra come
Pelagio, venne rapito da pirati celti che
lo vendettero come schiavo in Irlanda.
Patrizio era già cristiano ma fu solo la
dura esperienza della schiavitù a operare la
conversione interiore.
Riuscito a fuggire si recò in Francia
dove venne ordinato sacerdote e poi
vescovo, con la missione di
evangelizzare l’Irlanda, dove giunse
verso il 432.
Il cristianesimo si fuse con la cultura celtica e nel VI secolo sorsero in
Irlanda alcuni grandi e famosi monasteri come quello di Meath, di
Clonard, di Bangor, di Clonmacnoise, di Kildare e altri.
In questi monasteri acquistò grande rilievo l’istruzione ascetico-morale
risultata molto esigente, che comportò lo sviluppo della confessione
auricolare segreta praticata con molta frequenza.
In Irlanda si studiò molto e fino all’VIII secolo solo nell’isola verde si
potevano trovare esegeti, grammatici, intellettuali, poeti.
Le scuole monastiche erano aperte ai giovani del clan, permettendo così
al popolo una vita culturale intensa: il monastero rimase per secoli
l’unico centro sociale, artistico, intellettuale a disposizione di tutti.
Colombano il Vecchio (521-597) iniziò l’evangelizzazione dei Picti
della Scozia.
Nel 563 un principe donò a Colombano l’isola di Iona su cui venne
fondato un grande monastero destinato all’evangelizzazione degli
Scozzesi.
Colombano il Giovane (540-615),
monaco nell’abbazia di Bangor,
accompagnato di dodici compagni si
trasferì sul continente, iniziando un
singolare costume irlandese: i monaci
vaganti.
Fondò le abbazie di Luxeuil in
Borgogna e di Bobbio sull’Apennino
emiliano-ligure.
Per quanto riguarda la Gallia,
sappiamo quanto fu importante
nella difesa della fede contro le
sette gnostiche, e più in concreto
per quanto riguardava il ricco
armatore Marcione, lo scritto
Adversus haereses, di Ireneo,
vescovo di Lione dal 177.
Grande importanza ebbe per lo
sviluppo del monachesimo nella
Gallia, Martino, vescovo di
Tours dall’anno 371. Nell’isola di Galliana a Poitiers
sorse il monastero di Ligugé, mantenuto dalla diocesi.
Martino assegnò ai monaci l’evangelizzazione delle
comunità rurali ancora pagane e la fondazione di nuovi
monasteri per aiutare i vescovi.
Arrivato da Costantinopoli, dal 416
operava presso Marsiglia, Giovanni
Cassiano, fondatore di due monasteri
(uno per uomini e un altro per donne)
divenuti molto noti.
Inoltre Cassiano è autore di due
notevoli opere che fecero conoscere in
Occidente il monachesimo orientale.
Più tardi, nell’anno 428, Onorato fu
nominato vescovo di Arlès. Il
monastero di Lérins finì per attirare
un gran numero di giovani di
famiglia aristocratica che dettero alla
fondazione un carattere particolare,
tale da trasformare Lérins in un
seminario di vescovi
I visigoti erano ariani. Avevano
fondato un regno con capitale
Tolosa.
Nel V secolo in Italia, Gallia e
Spagna si formò una società
dualistica nel senso che i Goti
assunsero i compiti militari, i latini
le funzioni civili.
Vi furono, per così dire due società
parallele, ciascuna con chiese e
battisteri propri, degli ariani e dei
cattolici.
Dopo il 476 (caduta dell’impero romano d’Occidente), Alarico II, re
dei Visigoti, promosse l’integrazione tra le due comunità attraverso
delle leggi imperiali (Breviarium Alaricianum).
Teoderico, re degli ostrogoti,
ariano, aveva concepito una vasta
politica intesa a unire tutti i Goti.
Lo strumento scelto era la politica
matrimoniale.
Nel 494 Teoderico sposò Audafreda, sorella di Clodoveo, re dei
franchi.
Clodoveo la pensava diversamente ed sposò la
principessa burgunda cattolica Clotilde.
Dopo avere ottenuto il consenso dall’assemblea
dei franchi, fu battezzato nel Natale del 496.
La conversione di Clodoveo ruppe quella strana
tradizione per cui i Germani non potevano essere
che pagani o ariani.
Nella Battaglia di Vouillé
(507), Clodoveo, re dei
franchi, con l'aiuto dei
Burgundi, sconfisse i
Visigoti del regno di Tolosa,
espandendo il suo reame
verso sudovest fino ai
Pirenei.
I Visigoti, scacciati, si
trapiantarono in Spagna
fondando ivi il regno di
Toledo.
Dopo i franchi fu la volta dei Burgundi: Sigismondo re di
Ginevra si convertì al cattolicesimo e, per primo, compì il
pellegrinaggio a Roma dopo aver fatto edificare la cattedrale di
Ginevra dedicandola a san Pietro.
Nel corso dei secoli VI e
VII, dopo la conversione
di Clodoveo insieme con
tremila guerrieri, avvenne
anche la conversione al
cattolicesimo delle
popolazioni stanziate
all’interno dell’antico
impero romano, regioni
che poi assunsero il nome
di Belgio, Olanda,
Germania renana,
Svizzera e Austria.
Per quanto riguarda la Spagna,
sappiamo per tradizione
risalente almeno a Isidoro di
Siviglia che San Giacomo andò
in Spagna per diffondere il
Vangelo.
La tradizione vuole che la Vergine nell'anno
39 si recò a Saragozza da Gerusalemme per
confortare l'Apostolo Giacomo deluso
dall'inefficienza della sua predicazione; nel
fare ciò si dice posò i suoi piedi sul pilastro
(pilar) su cui venne edificata la cattedrale.
Per quanto riguarda il
periodo vicino alle
invasioni barbariche, si
può ricordare l’eresia di
Priscilliano, intorno
all’anno 380 (personaggio
ricco, influente, ma con
idee gnostiche che furono
condannate quando
diventò vescovo di Avila).
Per evitare la scomunica fece ricorso all’imperatore, che purtroppo
lo condannò a morte (386).
Tutti disapprovarono questa dura condanna ma non bastò a provocare
una scissione che influì anche nello sviluppo del monachesimo nella
penisola iberica.
Già nell’epoca visigotica, il re
Leovigildo, ebbe come figli
Ermenegildo e Recaredo, tutti
educati nell’arianesimo
San Ermenegildo nel 579 sposò la
principessa franca Ingunda,
fervente cattolica. Grazie anche a
San Leandro, vescovo di Siviglia,
Ermenegildo si convertì al
cattolicesimo.
L’evento produsse la rottura col
padre ed Ermenegildo venne
giustiziato nel 585.
Poco dopo Recaredo, venne
incoronato nuovo re dei Visigoti.
Nel 587 Recaredo si convertì al cattolicesimo (la
conversione fu annunciata dapprima con la fine delle
persecuzioni ai cattolici e poi con la convocazione di
un convegno di vescovi ariani e cattolici al termine
del quale il re proclamò la propria preferenza per il
cattolicesimo, quindi la sua conversione) segnando
un momento fondamentale per la storia religiosa
della penisola iberica e per il futuro dei Visigoti.
Gran parte dei nobili visigoti seguirono il suo
esempio convertendosi a loro volta, soprattutto nelle
zone più prossime a Toledo
Nel III Concilio di Toledo, voluto del sovrano
visigoto, nel 589, si stabilirono i principi del nuovo
credo religioso del regno visigoto e del suo sovrano,
che giurò fedeltà alla nuova religione in una
dichiarazione solenne.
Nell’anno 480 nasce, a Norcia, Benedetto da una
famiglia agiata e nobile.
All’inizio del VI secolo fu inviato a Roma per
continuare gli studi. La città in quel momento era
turbata dalla scelta del nuovo papa (tra Simmaco e
Lorenzo).
Osservando tutto ciò prese la risoluzione di votarsi alla
vita ascetica. Dopo diverse vicende arrivò a
Montecassino nel 529.
Il monastero fu guidato dallo spirito della sua Regola,
soffusa di saggezza veramente romana e frutto della
tradizione monastica precedente, che ormai aveva due
secoli di vita.
L’influsso spirituale esercitato dai numerosi monasteri
benedettini dal 529 ai giorni nostri è uno dei più grandi
tesori della vita della Chiesa.
«Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto da Norcia il quale, in
un tempo di dissipazione e di decadenza, si sprofondò nella
solitudine più estrema, riuscendo, dopo tutte le purificazioni che
dovette subire, a risalire alla luce, a ritornare e a fondare a
Montecassino, la città sul monte che, con tante rovine, mise insieme
le forze dalle quali si formò un mondo nuovo.
Così Benedetto, come Abramo, diventò padre di molti popoli».
(parole dell'allora cardinale Joseph Ratzinger, pronunziate il 1° aprile 2005 nell'abbazia di Santa
Scolastica)
"Io, Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale, da Santiago
ti rivolgo, o vecchia Europa, un grido pieno d'amore: Torna a te
medesima, sii te stessa! Scopri le tue origini. Ravviva le tue radici.
Rivivi quei valori autentici che hanno fatto gloriosa la tua storia e
benefica la tua presenza tra gli altri continenti“
(Giovanni Paolo II. Giornata Mondiale della Gioventù del 1989, che si svolse proprio a
Santiago de Compostela)
Il cristianesimo non è certo partito dall’Europa, e dunque
non può essere neanche classificato come una religione
europea, la religione dell’ambito culturale europeo.
Ma proprio in Europa ha ricevuto la sua impronta culturale
e intellettuale storicamente più efficace e resta pertanto
intrecciato in modo speciale all’Europa (…).
Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.35
E sulla scia di questa forma di razionalità, l’Europa ha
sviluppato un’altra cultura che, in un modo sconosciuto
prima d’ora all’umanità, esclude Dio dalla coscienza
pubblica, sia che venga negato del tutto, sia che la Sua
esistenza venga giudicata non dimostrabile, incerta, e
dunque appartenente all’ambito delle scelte soggettive, un
qualcosa comunque irrilevante per la vita pubblica”
Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.36
Questa contrapposizione tra le due culture si è evidenziato nel
dibattito sul preambolo della Costituzione europea.
1) Non si è voluto fare riferimento a Dio
2) Non si sono evidenziate le radici cristiane dell’Europa
Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.38
Per alcuni non c’è bisogno di fare riferimento a Dio
perché nella Costituzione sono già garantiti i diritti
istituzionali delle Chiese
Ma questo vuol dire che la Chiesa e le altre Chiese
trovano posto nell’ambito del compromesso politico,
mentre nell’ambito delle basi dell’Europa, l’impronta
del loro contenuto non trova spazio alcuno.
E’ evidente che la vera motivazione la coprono, cioè
che soltanto la cultura illuminista radicale potrebbe
essere costitutiva per l’identità europea.
Accanto ad essa possono dunque coesistere differenti
culture religiose con i loro rispettivi diritti, a
condizione che e nella misura in cui rispettino i criteri
della cultura illuminista e si subordinino ad essa.
Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.41
Ben presto non si potrà più affermare che l’omosessualità, come
insegna la Chiesa cattolica, costituisce un obiettivo disordine
nello strutturarsi dell’esistenza umana.
Ed il fatto che la Chiesa è convinta di non avere il diritto di dare
l’ordinazione sacerdotale alle donne viene considerato, da alcuni,
fin d’ora inconciliabile con lo spirito della Costituzione europea.
Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.42
Il non avere evidenziato le radici cristiane dell’Europa perché ferisce i
sentimenti dei molti non-cristiani che ci sono in Europa è poco
convincente, visto che si tratta prima di tutto di un fatto storico che
nessuno può negare.
E anche i nostri
concittadini ebrei non
vengono offesi in
quanto queste radici
cristiane risalgono
fino al monte Sinai.
Chi verrebbe offeso? L’identità di chi viene
minacciata? I musulmani, che a tale riguardo
spesso e volentieri vengono tirati in ballo, non
si sentono minacciati dalle nostre basi morali
cristiane, ma dal cinismo di una cultura
secolarizzata che nega le proprie basi.
La minaccia del terrorismo,
questa nuova guerra senza
confini e senza fronti…
…rimane la sensazione che tutte
le precauzione non possano mai
bastare…
La diffusione della fede
mediante la violenza è cosa
irragionevole: è in contrasto con
la natura di Dio e la natura
.dell’anima
Ma la convinzione che agire contro la ragione sia in contraddizione
con la natura di Dio, è soltanto un pensiero greco o vale sempre e
per se stesso?
Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.30
e “Discorso a Regensburg”
O il pericolo meno visibile, ma non per questo meno inquietante
sulle possibilità di automanipolazione che l’uomo ha acquisito (…)
ora è in grado di “costruire” da sé l’uomo, che così non viene più al
mondo come dono del Creatore, ma come prodotto del nostro agire,
prodotto che, pertanto, può anche essere selezionato secondo le
esigenze da noi stessi fissate
Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.30
e “Discorso a Regensburg”
Comunque, Benedetto XVI:
1) Non condanna l’Illuminismo, anzi ne è riconoscente; dunque non fa
critica negativa, non lo attacca, ma vuole allargare il concetto e l’uso
della ragione potendo ragionare su ogni cosa, come facevano i greci.
2) Non ha problemi con le verità rivelate dalla scienza moderna, le
accetta in pieno. Ciò che non va è:
a)
l’idea che qualsiasi cosa che non possa fornire una certezza
derivante dalla sinergia di matematica ed empirica non è scienza.
b) che il metodo come tale esclude il problema di Dio, facendolo
apparire come un problema ascientifico o pre-scientifico.
c) che gli interrogativi propriamente umani (“da dove”; “verso
dove”, ecc.) non potendo trovare posto tra le “scienze”, vengono
spostati nell’ambito del soggettivo. Il soggetto decide in base alle
sue esperienze che cosa gli appare religiosamente sostenibile, e
la “coscienza” soggettiva diventa l’unica istanza etica.
LEE HARRIS, Dio è uno strumento utile. Lettura chiara e distinta del discorso “eroico” di
un grande Papa (filosofico), in “Il foglio”, 21-IX-2006
Ma torniamo alla storia…
Più o meno nel periodo della fondazione
di Montecassino (523) Teoderico fece
imprigionare il papa al ritorno di
Costantinopoli, dov’era andato per
cercare la conciliazione (il viaggio
insospettì Teoderico). Il papa morì poco
dopo.
I successivi tre papi furono nominati dagli
ostrogoti; anzi uno di loro era di origine
gotica.
Il regno degli ostrogoti sopravvisse fino all'intervento diretto in
Italia dell'imperatore d'Oriente Giustiniano I e alla susseguente
guerra goto-bizantina (535-553).
Nel 537 furono i bizantini, dopo avere conquistato Roma, a
eleggere il papa, Vigilio, e ritennero di poterlo manovrare a loro
piacimento.
Cartina presa dal sito http://www.arsbellica.it
Il papa (Vigilio) dovette piegarsi
ripetutamente ai desideri di
Giustiniano.
Nel 543 Giustiniano pubblicò
un “editto contro i Tre
Capitoli”.
Questo editto voleva condannare tre teologi ostili ai monofisiti i cui
scritti però erano già stati condannati al Concilio di Calcedonia, e che al
momento dell’editto erano già morti.
Ma se già un assemblea ecclesiastica si era espressa, che senso aveva la
condanna da parte dell’imperatore?
Tutti i vescovi orientali firmarono, ma tanti altri cattolici (incluso il
papa Vigilio) lo videro come una violazione del Concilio di Calcedonia
e come una mossa politica per ringraziarsi i monofisiti.
Se fino a quel momento, trovandosi Roma
sotto il dominio degli ostrogoti, i papi
avevano potuto resistere alle pretese
d’intrusione (in questo caso soprattutto
dell’imperatrice), con Roma in mano ai
bizantini e il papa Vigilio eletto da loro, la
resistenza papale veniva meno.
Il papa Vigilio venne
condotto a Costantinopoli
e solo in seguito al concilio
di Costantinopoli II (553)
che decretò la condanna dei
Tre Capitoli fu possibile
piegare il papa, che morì
durante il viaggio di ritorno
a Roma (555).
Gli effetti di questa mossa di Giustiniano convocando il secondo
concilio di Costantinopoli non furono proprio esaltanti:
1) Non servì per attrarre i monofisiti.
2) Per 150 anni diversi vescovi si negarono ad accettare il concilio
di Costantinopoli II (554), V concilio ecumenico.
3) Aumentarono le differenze tra oriente e occidente; il modo come
fu trattato il papa fu condannato dai vescovi occidentali.
Dal 561-574 avvenne
l’invasione d’Italia da
parte dei longobardi, che
completarono la rovina
provocata dalle guerre
gotiche.
Dopo la morte di
Giustiniano nell’anno
565, l’impero conobbe un
impressionante
declino con gli Slavi e Avari sui confini occidentali dell’impero bizantino e
i Persiani in oriente.
I papi degli anni 575-590 dovettero provvedere a far giungere a Roma
soccorsi contro la carestia, supplicando alcuni vescovi di inviargli grano.
Nell’anno 590 il papa Pelagio II morì di peste, sostituito nel papato da
Gregorio I, un personaggio dalla statura morale gigantesca.
L’imperatore Eraclio da buon bizantino, amante delle sottigliezze
dottrinarie, egli pose ai vescovi il problema che lo assillava: Se il
Cristo che egli adorava in una sola persona, ma in due nature, fosse
mosso da una o due volontà.
La risposta fu che Cristo era mosso da una sola volontà (come
d'altronde sostenevano i nestoriani) o un'unica forza agente (unica
energia).
Il patriarca Sergio (631), che cercava di creare un legame tra le due
correnti religiose (orientale ed occidentale) per giungere ad una
unificazione, fece propria questa dottrina <monoenergetica>.
Ma non si raggiunsero risultati soddisfacenti, perché in Siria ed
Egitto le resistenze al centralismo erano fortissime, tanto che le
rispettive popolazioni preferirono consegnarsi agli invasori persiani
prima e arabi dopo piuttosto che accettare le unificazioni volute dal
potere centrale.
Cfr. http://www.rivstoricavirt.com
Il papa Martino I (649-55) convocò, senza il
consenso imperiale, un concilio in Laterano, in
cui il monotelismo fu condannato.
Reagì la corte imperiale, con rappresaglie contro
il papa, che fu fatto prigioniero e portato in esilio
a Cherson (in Crimea) dove morirà.
Nel 679 il papa Agatone guidò in tutto
l’Occidente un grande movimento ostile
all’eresia monotelita: Milano con un grande
sinodo provinciale appoggiò il papa che poté
indirizzare in senso ortodosso i lavori del concilio
ecumenico di Costantinopoli IV (681) da cui
scaturì la pace tra i bizantini, il papa e i
Longobardi.
Dopo trentadue anni di polemiche,
Costantino IV convocò il VI Concilio
ecumenico di Costantinopoli (680-81),
al quale partecipò personalmente,
tenendo la presidenza durante le
discussioni teologiche e in cui si stabilì
la condanna del monoenergetismomonotelismo e dei suoi fautori.
Alla discussione conclusiva,
l'imperatore fu acclamato <protettore e
interprete della fede>.
Il Monotelismo non fu estirpato
completamente, perché sopravvisse
nella dottrina dei Maroniti del Libano.
Scarica

Le radici dell`Europa