Lezione XI
L’Italia in età imperiale: una
regione senza storia?
L’Italia al tempo del II
triumvirato
• Una stagione storica convulsa e relativamente ben
documentata, anche per quanto concerne le vicende
dell’Italia meridionale.
• Il periodo di ascesa al potere del giovane C. Ottavio,
pronipote di Cesare, da lui adottato per testamento nel 44
a.C., assumendo il nome ufficiale di C. Giulio Cesare
Ottaviano.
• I difficili rapporti con gli altri esponenti della fazione
cesariana: M. Antonio e M. Emilio Lepido.
– Tra la fine del 44 a.C. e gli inizi del 43 a.C. Ottaviano si accosta
addirittura al partito conservatore (guidato da Cicerone) che pensa
di sfruttare la sua popolarità contro Antonio.
2
I protagonisti: Ottaviano e Antonio
3
Il primo scontro tra Ottaviano e
Antonio nel 44-43 a.C.
• Durante il suo consolato del 44 a.C. Antonio si era fatto
assegnare per l’anno seguente la strategica provincia di
Gallia Cisalpina al posto della Macedonia con una lex de
permutatione provinciarum.
• Il governatore della Cisalpina, D. Giunio Bruto Albino
(uno dei cesaricidi) rifiuta di consegnare la provincia ad
Antonio, col sostegno del Senato che gli conferma il
comando, e si chiude a Mutina.
• Il Senato assegna un comando straordinario al
giovanissimo Ottaviano, col compito di soccorrere,
insieme ai consoli A. Irzio e C. Vibio Pansa, Decimo
Bruto assediato a Mutina.
4
La guerra di Modena del 43 a.C.
• Nei sanguinosi scontri della guerra le forze dei
conservatori prevalgono, anche se la sconfitta
di Antonio non è netta.
– I consoli Irzio e Pansa tuttavia muoiono in
battaglia, in circostanze poco chiare: Ottaviano
riunisce sotto di sé tutto l’esercito dei conservatori.
• Antonio preferisce ritirarsi con le forze che
ancora conserva verso occidente, per collegarsi
coi governatori delle province galliche e
spagnole, suoi alleati.
5
Sospetti sulla morte dei consoli Irzio e Pansa nella
guerra di Modena: Svetonio, Vita di Augusto, 11
• Poiché erano morti in questa guerra Irzio sul campo
e Pansa poco dopo, in conseguenza di una ferita, si
sparse la voce che ambedue fossero stati uccisi per
opera sua [di Ottaviano], in quanto aveva sperato,
scomparsi i consoli e messo in fuga Antonio, di
rimanere solo al comando degli eserciti vittoriosi.
La morte di Pansa fu tanto sospetta che il medico
Glicone venne arrestato sotto l’imputazione di
averne avvelenato la ferita. Aquilio Nigro aggiunse
a queste accuse anche quella secondo cui l’altro
console, Irzio, era stato ucciso dalla stesso
Ottaviano nella confusione della mischia.
6
Il II triumvirato
• Il Senato assegna tutti i meriti della vittoria a Decimo Bruto, affidando
a lui il compito di inseguire Antonio con l’esercito “conservatore” e
ignorando Ottaviano.
• Ottaviano, col pieno sostegno delle sue truppe, chiede il
riconoscimento del suo ruolo e il consolato; al rifiuto del Senato
marcia su Roma e si impadronisce di fatto del potere (agosto 43 a.C.).
• Decimo Bruto, abbandonato dalle sue truppe, viene assassinato nella
regione alpina, mentre tenta di raggiungere M. Giunio Bruto.
• Antonio riesce a congiungersi con gli eserciti di M. Emilio Lepido e
degli altri governatori delle province galliche e spagnole (estate 43
a.C.).
• I leader della fazione cesariana, Ottaviano, Antonio e Lepido si
incontrano presso Bologna e ritrovano l’accordo; creazione del
triumvirato rei publicae constituendae (27 novembre 43 a.C.), in cui i
tre si assegnano poteri paragonabili a quelli dei consoli per 5 anni.
7
La spartizione dell’Impero
• Il primo compito dei triumviri: affrontare le imponenti
forze radunate dai cesaricidi Bruto e Cassio nelle
province orientali.
– A Filippi, in Macedonia, la vittoria è dei cesariani, grazie ad
Antonio.
• La spartizione dell’Impero:
– Ad Antonio la Gallia e le province orientali, con la
campagna partica).
– A Lepido le province africane.
– A Ottaviano la Spagna e l’Italia, col gravoso compito di
affrontare Sesto Pompeo e di affrontare la questione del
congedo dei veterani, ma con i vantaggi che gli poteva
assicurare il controllo di Roma e dell’Italia.
8
La questione dei veterani, la guerra di
Perugia e gli accordi di Brindisi
• La necessità di operare confische per assegnare terreni ai
veterani genera malcontento dei piccoli e medi proprietari
italici.
• Lucio Antonio e Fulvia, fratello e moglie, del triumviro,
fomentano questo malumore, pensando ad un’imminente rottura
fra il loro congiunto e Ottaviano.
• Ottaviano viene a capo della ribellione dopo combattimenti che
si svolsero soprattutto attorno a Perugia (41-40 a.C.).
• La rottura totale è evitata: grazie alla mediazione di Mecenate,
Antonio e Ottaviano ritrovano l’accordo a Brindisi nel 40 a.C.
– Il patto prevedeva il passaggio della Gallia sotto la sfera
d’influenza di Ottaviano e doveva essere suggellato dalle nozze tra
Antonio e Ottavia, sorella di Ottaviano (dopo che Fulvia era
morta).
9
Sesto Pompeo
• Nelle mani dell’ultimo figlio superstite di Pompeo Magno, dopo la
Sicilia, cadono anche la Sardegna e la Corsica.
• Sesto Pompeo, padrone dei mari, intercetta gli approvvigionamenti
granari di Roma, affamando la città e provocando malcontento contro
Ottaviano.
• Dopo una breve pausa segnata dagli accordi di Miseno del 39 a.C., le
ostilità riprendono, con una grave sconfitta per Ottaviano.
• Ottaviano tuttavia può contare sul sostegno di Antonio, che gli invia
120 navi, e di Lepido, che promette di invadere la Sicilia dall’Africa.
• Dalla nuova base di Miseno, la flotta di Ottaviano, ora comandata dal
capace Agrippa, muove verso sud e sconfigge Pompeo a Nauloco (36
a.C.).
• Lepido, che accampava pretese sulla Sicilia, è liquidato con abile
mossa propagandistica e privato di tutti i suoi poteri: anche l’Africa è
sotto il controllo di Ottaviano.
10
La monetazione di Sesto Pompeo
Denario coniato da Q. Nasidio, collaboratore di Sesto Pompeo, nel 44-43 a.C. Al
dritto busto di Cn. Pompeo Magno, tridente e delfino e legenda Neptuni; al
rovescio nave da guerra, stella e legenda Q. Nasidius
11
Antonio e Cleopatra
• In Oriente Antonio si lega sentimentalmente e
politicamente a Cleopatra VII, regina d’Egitto, già
amante di Cesare: i rapporti tra Antonio e Ottaviano si
deteriorano progressivamente nel corso degli anni
Trenta.
– L’offesa personale a Ottaviano, fratello della tradita Ottavia.
– L’offesa politica: Antonio dona a Cleopatra e ai suoi figli
alcuni territori da tempo sotto il controllo romano.
• Lo smacco della campagna partica: dopo un primo
insuccesso, Antonio chiede aiuto a Ottaviano, che invia
appena 2 mila legionari e Ottavia.
• Antonio rispedisce al mittente gli uni e l’altra.
12
Cleopatra: l’iconografia greca
• Busto in marmo di
Cleopatra VII, 30-40 a.C.
• Oggi all’Altes Museum di
Berlino.
13
Cleopatra: l’iconografia egiziana
• Cleopatra e il figlio
Tolemeo Cesarione
da un rilievo del
tempio di Denderah.
14
La rottura fra Ottaviano e Antonio
• La guerra aperta scoppia dopo il ripudio di Ottavia e dopo che
Ottaviano rende noto il testamento di Antonio.
– In quest’ultimo il triumviro dichiarava di voler essere sepolto ad
Alessandria, accanto a Cleopatra, e donava nuovi territori ai suoi
figli, fra cui Tolemeo Cesarione (figlio naturale di Cesare).
• La propaganda di Ottaviano: Antonio come un debosciato,
irretito da Cleopatra, che vuole portare la capitale ad
Alessandria e trasformare la Repubblica in una monarchia
assoluta di tipo ellenistico.
• La propaganda di Ottaviano: Ottaviano stesso come difensore
dei valori tradizionali, politici e morali, dell’Italia.
• Tutte le comunità dell’Italia e delle province occidentali giurano
fedeltà a Ottaviano.
15
Azio
• Dopo la dichiarazione di guerra all’Egitto di
Cleopatra (e non ad Antonio), lo scontro decisivo
nella battaglia navale di Azio, nel 31 a.C.:
– Una grande vittoria della flotta ottavianea, guidata da
Agrippa.
• L’anno successivo, con la conquista dell’Egitto, il
suicidio di Antonio e Cleopatra e l’uccisione di
Cesarione, Ottaviano rimane unico padrone del
mondo romano.
• Una svolta nella storia romana: inizia la cosiddetta
età imperiale.
16
Virgilio, Eneide, VIII, 675-723: L’Occidente
contro l’Oriente nella battaglia di Azio
• Nel mezzo si potevano vedere le flotte di bronzo, la battaglia di Azio, e
tutto intero sotto lo schieramento di Marte avresti veduto ribollire il
Leucate e d'oro brillare le onde. Di qua Cesare Augusto che guida in
battaglia gli Italici, insieme al senato e al popolo, i Penati e i grandi
dèi, ritto sull'alta poppa; le sue tempie esultanti emettono due fiamme
gemelle e sul suo capo riluce la stella del padre. Non lontano, con i
venti e gli dèi favorevoli, Agrippa guida in piedi la flotta; a lui,
superba insegna di guerra, le tempie risplendono della corona navale
rostrata. Di là, con un esercito di barbari e con armi diverse Antonio,
vittorioso sui popoli dell'Aurora e sul Mar Rosso, trascina con sé
l'Egitto e le forze d'Oriente e la remota Battra, e lo segue (orrore!) la
sposa egizia. S'avventano tutti insieme l'un contro l'altro e il mare
intero spumeggia, sconvolto dal ritrarsi dei remi e dai rostri tricuspidi.
17
Virgilio, Eneide, VIII, 675-723: L’Occidente
contro l’Oriente nella battaglia di Azio
• Si dirigono al largo: crederesti che navighino divelte tra i flutti
le Cicladi o che con monti eccelsi si scontrino altri monti, tanto
grande è la mole delle poppe turrite, irte di uomini. Scagliano a
mano stoppa ardente e con archi fulminanti saette, le distese di
Nettuno rosseggiano d'una strage mai vista. La regina nel mezzo
richiama le schiere col patrio sistro e ancora non vede alle sue
spalle una coppia di serpenti che l'attende. Mostri divini d'ogni
specie e Anubi che latra impugnano i dardi contro Nettuno,
Venere e Minerva; infuria in mezzo alla lotta Marte, cesellato in
ferro, e le Furie sinistre che vengono giù dall'etere; avanza
esultante la Discordia col mantello stracciato e la segue Bellona
col flagello sanguinante. Dall'alto, guardando gli eventi, Apollo
aziaco tendeva l'arco; per terrore di lui, tutti gli Egiziani, gli
Indiani, tutti gli Arabi e i Sabei, volgevano il dorso.
18
Il sistro
• Uno strumento a percussione particolarmente utilizzato nelle cerimonie
cultuali dell’antico Egitto, in onore delle dee Bastet e Hathor.
• In età greca e romana è soprattutto associato alla dea Iside.
19
Il sistro, attributo
tipico di Iside
• Statua di Iside con sistro e
oinochoe, di età adrianea, dalla
Villa di Adriano a Tivoli.
• Oggi a Roma, Musei Capitolini.
20
L’Italia augustea: il consolidamento dei
confini settentrionali
In rosa le conquiste di Augusto nell’area alpina
21
Le tappe della conquista dell’area alpina
• 25 a.C.: sottomissione della
tribù dei Salassi, stanziati
nell’odierna Valle d’Aosta,
che
minacciavano
le
comunicazioni con la Gallia.
• Creazione della colonia di
Augusta
Praetoria
a
controllo
della
nuova
conquista,
che
viene
integrata in Italia.
• L’arco trionfale di Aosta
celebra l’impresa.
22
Strabone, Geografia, IV, 6, 7: la
campagna contro i Salassi
• Fino ai tempi più recenti [i Salassi], a volte combattendo, a volte
sospendendo la guerra contro i Romani, mantenevano una potenza
pressoché inalterata e recavano molti danni a quanti cercavano di
attraversare i loro monti con la pratica del brigantaggio … Una
volta queste genti rubarono anche il denaro di Cesare e rotolarono
dei massi sulle colonne di soldati, col pretesto di costruire delle
strade o di gettare ponti sui fiumi. Finalmente Augusto li
sottomise definitivamente e li vendette tutti come prede di guerra,
deportandoli a Eporedia [l’attuale Ivrea]. Furono contati in tutto
più di 36 mila prigionieri e 8 mila guerrieri; furono venduti tutti
all'asta da Terenzio Varrone, il generale che li aveva sconfitti;
Augusto, inviando 3 mila Romani, fondò la città di Augusta nel
luogo in cui Varrone aveva posto l'accampamento e ora tutta la
regione circostante è in pace fino alle vette più alte della
montagna.
23
Le tappe della conquista dell’area alpina
• 17 a.C.: campagne contro i Camunni della Val
Camonica.
• 15 a.C.: inizio delle operazioni contro i Reti, che
porteranno alla creazione della nuova provincia di Rezia
(cui apparteneva probabilmente anche il distretto delle
Alpi Graie e Pennine)
• Negli stessi anni entra sotto il controllo di Roma anche
il Norico (lasciato per il momento in potere di una
dinastia fedele a Roma).
• 14 a.C.: operazioni contro i Liguri delle Alpi marittime
(provincia delle Alpi Marittime); il dinasta Cozio si
sottomette a Roma e diviene governatore (praefectus)
della nuova provincia delle Alpi Cozie.
24
L’arco di Susa (9 a.C.)
• CIL V, 7231: Imp(eratori)
Caesari Augusto, divi f(ilio),
pontifici
maxumo
(!)
tribunic(ia)
potestate
XV,
imp(eratori) XIII | M(arcus)
Iulius regis Donni f(ilius)
Cottius, praefectus ceivitatium
(!) quae subscriptae sunt:
Segoviorum, Segusinorum |
Belacorum, Caturigum, Medullorum, Tebaviorum Adanatium,
Savincatium Ecdiniorum, Veaminiorum, | Venisamorum, Iemeriorum
Vesubianiorum,
Quadiatium et ceivitates quae
sub eo praefecto fuerunt.
25
La celebrazione della conquista nel
Tropaeum Alpium
• Un grande monumento trionfale votato nel 7 a.C. per celebrare
la conquista dell’area alpina da parte di Augusto.
• Sorgeva a La Turbie, presso il Principato di Monaco, nel punto
in cui si riteneva terminassero le Alpi.
• L’iscrizione celebrativa è perduta, ma il suo testo è ricordato da
Plinio il Vecchio, Storia naturale, III, 136-137: “Mi sembra
opportuno inserire a questo punto l’iscrizione del trofeo delle
Alpi. Eccola: «All’imperatore Cesare Augusto, figlio del divino
(Cesare), pontefice massimo, salutato come imperator per 14
volte, nella sua diciassettesima potestà tribunizia, il Senato e il
popolo Romano, poiché sotto la sua guida e i suoi auspici tutte
le popolazioni alpine che si estendevano dal mare Adriatico fino
al Tirreno sono state ridotte sotto il potere del popolo Romano
[seguono i nomi di 46 popoli alpini]»”.
26
Il Tropaeum Alpium di La Turbie (7 a.C.)
27
Il concetto di Italia in età augustea
• Nonostante la conquista dell’area alpina, anche
in età augustea il concetto d’Italia rimane di
natura politica:
– L’Italia non è delimitata da un confine di carattere
geografico (spartiacque delle Alpi).
– Ma un confine di carattere politico (i territori della
penisola abitati da cittadini romani).
• Le alte vallate alpine, poco romanizzate anche
dal punto di vista culturale, sono sottoposte al
regime provinciale.
28
Una definizione “in negativo” del
concetto d’Italia
• L’Italia non è una provincia.
– I suoi abitanti non pagano tasse dirette.
– Le città dell’Italia amministrano la
giustizia in modo autonomo.
– In Italia non esistono guarnigioni
permanenti di legionari.
29
Una definizione “in positivo” del
concetto d’Italia
• Agli Italici è riservato il diritto di intraprendere la
carriera politica e di entrare in Senato (fino a
Claudio, 41-54 d.C.).
• Gli Italici possono entrare a far parte delle giurie
dei tribunali speciali di Roma (quaestiones
perpetuae).
• Gli Italici possono entrare a far parte dell’élite
dell’esercito romano, le coorti pretoriane.
30
Tacito, Annali, XI, 24: il discorso di Claudio in
Senato sull’apertura della carriera politica ai
notabili della Gallia
• I miei progenitori (il più antico tra loro, Clauso, di
origine sabina, fu accolto contemporaneamente nella
cittadinanza romana e nel patriziato) inducono a seguire
nel governo criteri analoghi ai loro, applicando qui ciò
che altrove fu efficace. So bene infatti che la famiglia
Giulia fu fatta venire da Alba, i Coruncani da Camerio, i
Porci da Tuscolo e che, tralasciando esempi remoti,
famiglie di senatori furono accolte dall'Etruria, dalla
Lucania e da ogni parte d'Italia: più tardi l'Italia stessa fu
ampliata fino alle Alpi, sicché non solo gli individui
singolarmente, ma le terre e i popoli furono unificati nel
nome di Roma […]
31
Tacito, Annali, XI, 24: il discorso di Claudio
in Senato sull’apertura della carriera politica
ai notabili della Gallia
• Quale altra scelta rovinò Sparta e Atene, pur forti nelle
armi, se non il fatto di tenere lontani come stranieri i
nemici sconfitti? Invece Romolo, il nostro fondatore, fu
tanto più saggio, da saper considerare molti popoli, nello
stesso giorno, prima nemici, poi concittadini. Vi furono
stranieri tra i nostri re; l'affidamento di cariche
pubbliche a figli di liberti non è, come molti
erroneamente pensano, recente innovazione, ma
frequente pratica dei nostri antenati. Certo i Senoni
furono nostri nemici: ma Volsci ed Equi non si
schierarono mai contro di noi? Fummo sconfitti dai
Galli: ma demmo ostaggi anche agli Etruschi e subimmo
il giogo dei Sanniti.
32
Tacito, Annali, XI, 24: il discorso di Claudio
in Senato sull’apertura della carriera politica
ai notabili della Gallia
• Eppure, a riconsiderare tutte le nostre guerre, nessuna fu
conclusa così in breve quanto quella contro i Galli, e
allora la pace fu duratura e leale. Ormai essi sono uniti a
noi grazie ad usi, attività, parentele: contribuiscano
anche con l'oro e le risorse, piuttosto che possederli per
sé soli. Tutti gli istituti, o senatori, che ora son giudicati
di grande antichità, furono innovazioni: le magistrature
concesse ai plebei dopo i patrizi, ai Latini dopo i plebei,
a tutti i popoli d'Italia dopo i Latini. Anche questo
diverrà consuetudine, e ciò che oggi giustifichiamo con
l'esempio del passato, sarà a sua volta di esempio.
33
Il quadro amministrativo
dell’Italia imperiale
• Un mosaico di centinaia di comunità autonome
(municipi), con un territorio variabile tra quello
degli odierni comuni e delle odierne province.
• I municipi sicuri della regione del Bruzio: Blanda
(nei pressi di Tortora), Copia, Consentia, Petelia,
Croto, Tempsa, Scolacium, Vibo Valentia, Locri,
Rhegium Iulium.
• Discusso lo statuto autonomo in età augustea di
altri centri della regione del Bruzio.
34
Le comunità
dell’Italia
augustea:
l’esempio della
regione bruzia
35
La
divisione
dell’Italia
in
regiones
(intorno al
7 a.C.)
36
Il significato della divisione
regionale augustea
• La teoria Mommsen - Tibiletti: una
divisione a scopi solo statistici.
• La teoria De Martino - Nicolet: un quadro
amministrativo per la riscossione delle tasse
indirette e la gestione delle proprietà
dell’imperatore.
37
L’Italia imperiale: una regione
senza “grande Storia”
• In età imperiale le fonti letterarie raramente
parlano dell’Italia: i grandi eventi politici e militari
si svolgono ormai alla corte imperiale, a Roma, o
alle frontiere, nelle province.
• Ma la documentazione archeologica ed epigrafica,
più abbondante, ci permette di conoscere molto
meglio la storia istituzionale, economica e sociale
e le vicende urbanistiche delle comunità dell’Italia
romana.
38
L’esaltazione dell’Italia nella cultura
artistica: Virgilio, Georgiche, II, 173-174
• La lunga lode dell’Italia nelle Georgiche di Virgilio, che si
conclude con le parole salve magna parens frugum, Saturnia
tellus, magna virum (“salve grande genitrice di messi, terra di
Saturno, grande madre di eroi).
• Un passaggio che risente dell’influenza del genere letterario
della laus Italiae.
• Ma che riflette anche la funzione propagandistica che l’Italia
aveva avuto nell’ultima delle guerre civili, fra Ottaviano e
Antonio.
– Ottaviano come il difensore dell’Italia e dei suoi valori tradizionali,
contro l’orientalizzato Antonio, messosi al servizio della regina
d’Egitto Cleopatra.
39
L’esaltazione dell’Italia nella cultura artistica:
i rilievi dell’Ara Pacis
40
La discussa interpretazione del
rilievo dell’Ara Pacis
• La figura femminile protagonista del rilievo è stata
variamente identificata:
–
–
–
–
Con la personificazione dell’Italia.
Con Tellus, la Terra madre.
Con Venere genitrice, capostipite della famiglia Giulia.
Con la personificazione della Pax Augusta,
dispensatrice di prosperità.
– Con Cerere, dea della fertilità.
• Un’ambiguità forse voluta, per arricchire il
messaggio di molti significati.
41
I caratteri del rilievo dell’Ara
Pacis
• Indubbie le allusioni ai temi della prosperità
e delle fertilità (che bene si accordano con
le caratteristiche dell’Italia).
– I fiori e i frutti sul capo della dea.
– Il bue e la pecora ai piedi della dea.
– Il grappolo d’uva e i melograni nel grembo
della dea.
– Le figure femminili sui lati, che rappresentano i
venti benefici che spirano da terra e da mare.
42
La vita economica dell’Italia romana:
l’esempio del porto di Ostia
• Per tutta l’età tardorepubblicana e la prima età imperiale il
vero porto commerciale di Roma è Puteoli (odierna
Pozzuoli).
• L’approdo ad Ostia era impossibile per le grandi
imbarcazioni marittime, a causa dei depositi portati dal
Tevere.
• Claudio (41-54 d.C.) fa costruire un grande porto artificiale
a Ostia, migliorato poi da Traiano (98-117 d.C.).
• Il porto era collegato con un canale al Tevere: le merci
erano trasbordate su imbarcazioni fluviali e risalendo il
Tevere giungevano sino a Roma.
43
La vita economica dell’Italia romana: Claudio
costruisce un porto artificiale a Ostia (Cassio
Dione LX, 11, 1-4)
• Quando si abbatté una grave carestia, [Claudio] si diede pensiero di
provvedere non solo all'attuale mancanza di approvvigionamenti, ma
di risolvere il problema definitivamente. Quasi tutto il grano per i
Romani era un prodotto di importazione e il territorio alle foci del
Tevere, a causa del fatto che non aveva dei punti di approdo sicuri né
dei porti adatti, non consentiva loro di sfruttare le potenzialità del
mare; infatti, ad eccezione delle merci importate durante la stagione
estiva e immagazzinate nei depositi, nulla veniva commerciato durante
il periodo invernale, e se mai qualcuno si arrischiava a viaggiare
durante questa stagione, finiva con l'andare in rovina.
44
La vita economica dell’Italia romana: Claudio
costruisce un porto artificiale a Ostia
• Essendo dunque al corrente di questa situazione, Claudio si accinse a
costruire un porto e non cambiò neppure idea quando, nel momento in
cui egli chiese un preventivo della spesa, gli architetti gli risposero:
«Tu non devi costruirlo!» Così essi sperarono che, se avesse saputo in
anticipo l'enormità della spesa, ne sarebbe stato dissuaso; tuttavia volle
comunque prendere in considerazione un'opera all'altezza della gloria e
della grandezza di Roma e la portò a compimento. Innanzitutto, dopo
aver scavato un tratto non piccolo di terra, costruì un molo lungo tutta
la parte circostante lo scavo e allagò l'area facendovi entrare l'acqua
del mare; dopo di che nel mare stesso gettò degli argini da entrambe le
parti del porto, cingendo così una vasta porzione di mare, in mezzo al
quale realizzò un'isola e su di essa una torre provvista di segnale
luminoso.
45
Ostia e il suo porto
46
La vita economica dell’Italia romana: il
Piazzale delle Corporazioni di Ostia
47
Il Piazzale delle Corporazioni di Ostia:
ricostruzione
48
Il Piazzale delle Corporazioni di Ostia: insegna di
una ditta di importazione di legname
49
I magazzini alimentari di Ostia
Nell’immagine un magazzino di Ostia, con i grandi otri in ceramica (dolia) in
cui erano conservati gli alimenti.
50
La vita sociale
nei municipi
dell’Italia
romana: un
esempio da
Osimo
51
La vita sociale
nei municipi
dell’Italia
romana: la
carriera di un
notabile di
Osimo
52
La carriera di un notabile di Osimo: il testo
dell’iscrizione
Q(uinto) Plotio Maximo / Col(lina
tribu) Trebellio Peli/diano, equo
p(ublico), / trib(uno) leg(ionis) II
Traian(ae) Fort(is), / trib(uno)
coh(ortis) XXXII Volunt(ariorum), /
trib(uno) leg(ionis) VI Victricis, /
proc(uratori) Aug(usti) pro magistro /
XX hereditatium, / praef(ecto)
vehiculor(um), / q(uin)q(uennali),
p(atrono)
c(oloniae)
et
suo,
pont(ifici).
/
Colleg(ium)
cent(onariorum) Auximat(ium) / ob
eximium in muni/cipes suos amorem.
/
L(ocus)
d(atus)
d(ecreto)
d(ecurionum).
• A Quinto Plozio Massimo Trebellio
Pelidiano,
membro
dell'ordine
equestre con cavallo pubblico,
ufficiale nella II legione Traiana
Valorosa, comandante della coorte
XXXII dei Volontari, ufficiale nella
legione VI Vincitrice, funzionario
per la riscossione della tassa del 5%
sulle
successioni
ereditarie,
funzionario ai trasporti, magistrato
supremo, patrono della colonia e
proprio.
L'associazione
dei
fabbricanti di coperte di Osimo per
lo straordinario amore dimostrato da
Pelidiano nei confronti dei suoi
concittadini. Luogo concesso per
decreto del consiglio municipale.
53
La vita sociale dell’Italia romana: un
esempio da Osimo
• Una delle tante iscrizioni onorarie dell’Italia imperiale, che
ci mette in contatto con una realtà altrimenti ignota.
• L’iscrizione posta da una modesta corporazione locale.
• L’onorato è un personaggio che aveva compiuto una buona
carriera, prima nell’esercito, poi nell’amministrazione
imperiale, infine nella politica locale.
• Un tipo di documentazione che lascia aperti alcuni
interrogativi: per esempio, quali erano i meriti di Pelidiano
nei confronti dell’associazione dei fabbricanti di coperte?
54
Per saperne di più
• W. Eck, L’Italia nell'impero romano. Stato e
amministrazione in epoca imperiale, Bari 1999 [BAU
937.06 S 18].
• C. Nicolet, L'inventario del mondo. Geografia e politica
alle origini dell'impero romano, Roma - Bari 1989 [BAU
937.06 S 22: edizione originale in francese].
• Princeps urbium: cultura e vita sociale dell’Italia romana,
Milano 1991 [BAU STO COLL PROVV. 937 C AND].
• G. Tibiletti, Storie locali dell’Italia romana, Pavia 1978
[BAU STO/D 937 (B) TIB].
55
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L`Italia in età imperiale: una regione senza storia?