Una copia omaggio per ogni nuovo lettore
MAXKEEFE
TRE
NOVEMBRE
2010
Il capitolo
perduto di
Hanging
Rock
La grande
voce
(prima parte)
messaggio
da max
Il finale ritrovato
Il segreto di Hanging Rock
Joan Lindsay aveva lasciato la soluzione del mistero da rivelare solo dopo la sua morte.
virus
creato,
impaginato e
diffuso da
Roberto
Mengoni
solo per gli
amici
1
Chi non ricorda l’enigmatico film
di Peter Weir, Picnic a Hanging
Rock, classico del cinema australiano, con la suggestiva colonna
sonora per organo e flauto di
Pan?
L’inspiegabile sparizione di due
giovani collegiali in crinolina e
della loro austera insegnante di
matematica sulla roccia metafisica di Hanging Rock ha generato
innumerevoli tentativi di soluzione. Si è parlato di banali frane, di
pozzi senza fondo, fino a teorie
esoteriche, a rapimenti extradimensionali e a calate di marziani.
Probabilmente gran parte del
fascino del film nasce proprio
dall’assenza di una spiegazione,
assenza che è speculare all’irrisolto rapporto tra la civiltà meccanizzata e l’antichissima natura
australiana, dove per millenni
hanno vissuto i popoli aborigeni.
In realtà la scrittrice australiana
Joan Lindsay, autrice del romanzo da cui è tratto il film di Weir,
aveva concepito fin dall’inizio un
capitolo finale (il diciottesimo)
con la spiegazione al mistero.
Fu il suo editore a convincerla
a toglierlo, intuendone forse il
potenziale offerto da una conclusione aperta. Lindsay dispose
comunque che l’ultimo capitolo
fosse pubblicato dopo la sua morte, avvenuta nel 1984. E così nel
1987 apparve nei paesi anglosassoni un piccolo libretto del 1987
intitolato “The Secret of Hanging Rock”, che comprende il
capitolo perduto (di appena sei
pagine) e due saggi molto interessanti che fanno luce sul mondo di
Joan Linday e il romanzo. Il libro,
oggi fuori catalogo, non è mai
stato tradotto in italiano.
Credo che pochi ne siano a
conoscenza. A me capitò di trovarlo casualmente nel 2007 in
una biblioteca pubblica di Canberra, mentre cercavo del materiale sul film. Un’autentica epifania! All’epoca neppure la sezione
italiana di wikipedia recava un
articolo su questo capitolo (oggi
c’è. L’ho scritto io). E anche quella inglese aveva pochissime informazioni. C’era anche chi ne
metteva in dubbio l’esistenza.
Diciamo subito una cosa: il
diciottesimo capitolo risolve un
mistero ma genera nuove domande. A molti forse non piacerà
ma, a mio parere, è tutt’altro che
una delusione. Penso anzi che la
soluzione inventata da Joan Lindsay si fonda perfettamente con
l’atmosfera onirica del romanzo e
che il film ha saputo catturare
così magistralmente.
Non vorrei anticipare qui alcunché, per non rovinare il piacere della scoperta ai numerosi appassionati del film e del romanzo.
Purtroppo Max Keefe non ha
spazio a sufficienza per pubblicare integralmente il capitolo perduto, anche se mi piacerebbe.
Magari faccio un numero speciale. Oppure, appena capirò come
fare per inserire file in pdf, lo
metterò sul mio sito internet
www.robertomengoni.it. Nel frattempo, posso inviare per mail a
chiunque fosse interessato sia la
versione scannerizzata ed integrale del libretto, sia la mia traduzione in italiano del capitolo
perduto del fatale picnic.
scrivimi a [email protected]
MAXKEEFETRE novembre 2010
Messaggio da Max.
2
Il nuovo numero ci ha messo un po’ ad uscire. Colpa
di questo racconto. Quattro
giorni per scriverlo, un mese per capire dove volesse
andare. Una storia va domata, altrimenti ti divora. Si
lotta su ogni parola, su ogni
verbo. Penso di avercela
fatta alla fine! Per quanto
riguarda le foto, si tratta
proprio della Hanging Rock,
quella originale, che si trova
a una sessantina di chilometri da Melbourne, un
viaggio fatto due anni fa in
compagnia di un grande e
paziente amico.
La grande voce
racconto futuribile in
due atti e più voci
Prima parte
Stephano l’osservato.
Vi è mai capitato di sentirvi osservati in
casa? Di sera, mentre siete soli. Sentire
sulla nuca delle dita appiccicose che vi
fanno il contropelo. Una folla invisibile
vi osserva, siete nudi e non sapete perché. Qualcuno vi guarda e ride di nascosto. Una sensazione che non vi abbandona. Nell’incantevole silenzio intorno a voi si stende la solitudine: la
città è partita per le spiagge del Mar
Rosso, le automobili dormono in garage con gli artigli rinfoderati, in attesa
del ritorno dei loro padroni ululanti.
Anche la mia auto riposa pacificamente sul ghiaino sotto casa, una Duecavalli circondata da margherite. Silenzio anche nel palazzo: partiti i bambini
nevrotici e le loro isteriche mamme. Silenzio anche nel mio appartamento:
neppure il ronzio del frigorifero, il parquet non scricchiola, la radio è muta, il
computer guarda le nuvole nere, il vento
elastico non fa sbattere le imposte.
Lampi muti all’orizzonte: un temporale piomberà presto su di me. Formo una
ciambella come un gatto dentro una
poltrona, avvolto in un romanzo elettronico che parla di un tale chiuso in una
navicella spaziale in orbita davanti ad un
pianeta incomprensibile. Una scatola
dentro una scatola dentro una scatola
ricoperta di ovatta.
Inquieto per gli occhi che mi osservano dalle pagine elettroniche, smetto di
leggere, poso il lettore sulla poltrona e gli
parlo. Gli ordino di lasciarmi in pace. E
lui la pianta: con un ronzio di scuse, si
spegne. Per precauzione lo giro col dorso
in basso e lo infilo sotto il cuscino del
sofà marron.
Dal balcone una distesa di colline nere
e di luci ferme come parole sospese. E’
una sera postnucleare. E’ la notte in cui
sta per nascere una nuova creatura.
Valentina scopre Cupido.
Ricordo un’epoca lontana in cui si stava
a faccia in su sopra l’erba, quando il
tempo era infinito, i confini erano lontani e nessuno si preoccupava di nient’altro che stare in circolo a ricordare il futuro. Prima del cemento e del ferro e
della plastica e del silicio, le case erano di
alberi e i cieli si muovevano come ondate
sulla nostra incrollabile scogliera. In quel
periodo l’amore era semplice e sconosciuto: i ragazzi incidevano i loro nomi
sulla corteccia silente della parete che li
separava. Erano sentimenti in una vecchia pellicola in bianco e nero. Per riviverli avrei dovuto riavvolgerla al contrario, fino a farla bruciare in una fiammata
di parole scritte sulle mie guance tiepide.
Mentre pensavo e ricordavo, pascevo
la mia utilitaria sulla prateria di vetro e
zaffiro. Gli autosauri cavalcati da gonfi
esseri usciti da cubicoli di plastica mi
circondavano. Ferma nell’ostilità, aspettavo il segnale del semaforo: al verde ci
saremmo scagliati l’uno contro l’altro,
per guadagnare lo spazio vitale del più
forte. Oltre mi attendeva Skunkie, un’altra serata con un ragazzo conosciuto on
line, enigmatico e già deludente. Anche
in te, Skunkie, che vuoi rivelarmi tutto di
te tranne il tuo vero nome, avrei trovato
il corruttore dei ricordi?
Verde. Un affare formato da centomila
scaglie di metallo si mosse. Cercai l’uscita dal circolo d’asfalto, ma intorno vi era
la città, grigia e piovosa anche d'estate.
Tra i grattacieli rimbalzavano le onde
radio delle nostre vite che si dissolvevano
in un brodo elettronico, sempre meno
carne e sempre più parola.
“Bzzgrt... Radio Unasoladimensione:
di-ver-ti-men-to-to-ta-le.... graach
grach.... il Supremo Buffone ha aperto il
consiglio dei ministri parlando di riforme.... sgraaatsgraaat.... vi parla Cupid de
Locke dalle frequenze pirate, il joker
della rete....sbrat... e lei mi dice allora,
ma che porti il parrucchino, tesoro?
grrrgrrratt... frequenze pirate che saccheggiano cuore e cervello per riconnettere la vostra vita... sbraaaaarrgh...”
Dice Cupid “vorrei raccontare a Valentina che è inutile cercare persone on
line. E’ una truffa. Io lo so bene. Ci lavoro dentro. Allora ti consiglio, scendi dall’auto e abbraccia la prima persona che
incontri. Fine dei consigli. Cupid de
Locke non dà consigli. Che ne dite di
una canzone d'amore? It’s too late di
Carole King... Zbrbebttyh... ”
Carole King? E chi era? Ripresi a ricordare. Nomi uscirono dai vortici gelati
della mia mente: Edoardo. Paolo. Diego.
Dove siete? Chi vi ha inghiottito? Piansi.
Vergognandomi profondamente di fronte agli altri automobilisti che suonavano
per costringermi a ripartire.
Stephano sfiora la perfezione.
Tutto sotto controllo. Tutto perfetto.
Tutte le mie amicizie on line sono attive
e curate. Non passano tre giorni senza
avere un contatto con ognuno. Oggi non
ho visto un singolo essere umano, ma i
miei contatti sono al massimo per l’estate: cinquantadue di lavoro, centoventisei
di amicizia, novantasei mail. A parte, il
quadrilatero rosa delle amicizie femminili da studiare. Una grossa fatica. Non
sono più abituato a frequentare le donne. Cerco la solitudine perfetta.
Il diario sul mio telefonofurbo mi co-
scrivimi a [email protected]
MAXKEEFETRE novembre 2010
munica che per domani alle 13 la
Zephyr attende il mio gestionale per
calcolare i tempi di transito degli impiegati dal cancello d’ingresso alla postazione di lavoro. 2.500 euro sono già in
cassa. Gli altri 5.500 euro arriveranno
alla consegna. Alla Zephyr sono precisi.
Ma io lo sono di più. Con questo programma loro risparmieranno 180mila
euro in un anno. Per cui mi dovranno
dare il 10%. Altrimenti me li prenderò
da solo. Sono un hacker professionista.
So farmi rispettare.
E’ una giornata piacevole. Cupid De
Locke mette pezzi su pezzi da brivido.
Oggi mi dedica ‘Girlfriend is better’ dei
Talking Heads. Conosce i miei gusti. E’
sempre in radio, giorno e notte. Non
mangia, non dorme, non fa l’amore. E’
diventato una parola. Come lo invidio.
A metà pomeriggio torna la sensazione di essere osservato. Sarà forse il vicino
curioso, quello col cane che sembra un
SUV? Lo scoprirò presto grazie alle videocamere che ho installato intorno alla
mia casa. Maggiore controllo sulla mia
vita. Più perfezione.
Resta una sola cosa da controllare.
Devo chiamare Consuelo a Madrid, la
moglie che mi ha abbandonato tre mesi
fa e si è portata via con sé il mio inutile
passato (grazie mille, sinceramente), e le
mie figlie, Luna e Kika (meglio per loro).
Il furbofono mi avvisa che le ho sentite
cinque giorni fa. Entro domani devo
provvedere. Lo farò quando mi sentirò
meno osservato. Quando parlo con
qualcuno devo essere solo.
Valentina butta lacrime.
Skunkie si è presentato perfettamente
vestito, in perfetto orario. Con una faccia
perfetta, diceva parole perfette. Aveva
un’educazione perfetta, conosceva la
letteratura mediorientale, la pittura cine-
3
se, il jazz delle grandi orchestre, leggeva
libri di storia, faceva sport e si sentiva
solo. Andava anche da un psicoterapeuta
perfetto che gli ha insegnato quello che
doveva dire in ogni situazione. Era un
sacco vuoto da riempire. Resterà solo.
Al ritorno in auto cercai di nuovo la
radio di Cupid De Locke: una radio
vera, come ne esistevano un tempo. Libera, così libera che non aveva neppure
una frequenza precisa da cui trasmettere. Si spostava da una parte all’altra, in
cerca di spazio, si infilava dove c’era uno
spiraglio di libertà. Non aveva neppure
un nome. La riconoscevi dalla voce del
suo unico DJ che mi ha dedicato “The
power of love” dei FGTH.
L’ho sentita, molto tempo fa. Ho pianto di nuovo.
I consigli di Stephano.
Consigli per un divorzio del XXI secolo.
Non c’è bisogno di picchiare vostra moglie. E neppure di farvi un’amante. Fatela ingelosire col computer. Passate sedici
delle vostre ore di veglia sullo schermo,
rispondete a monosillabi quando lei vi
chiama, parlate con la vostra famiglia
per e-mail e comunicate solo attraverso l’avatar dei videogiochi.
Non fatevi mai trovare con le
mani in mano. Siate però dei
compagni modello: sbrigate le
faccende di casa col mouse: comandate a distanza il robot aspirapolvere, la lavastoviglie e la
lavatrice. Quando avrete saturato
ogni momento libero della giornata, tagliate le uscite fuori: il
cinema si può vedere sul maxischermo 3D. Lo sport si fa con la
WII. Fatevi portare la cena dai
fattorini. Incontrate gli amici in
teleconferenza. Mandate a vostra
moglie rose virtuali, poesia scaricata da internet, calcolate i momenti magici per fare all’amore (c’è un
programma su internet che si chiama
Time for Lovin’ You, combina bioritmi,
oroscopo cinese e previsioni di Nostradamus). Quando il computer vi dice che
il momento giusto è adesso e vostra moglie ha il coraggio di smentire internet,
allora è arrivato il momento di separarvi.
E di restare da soli.
Soli. Si fa per dire. Io non sono mai
solo. Il mondo è fuori della mia casa ma
è anche dentro la mia casa. Io sono il
master unico che sceglie quando e quanto mondo far entrare, via dai capricci di
un altro essere umano, uomo o donna. Il
mio portatile può fare questo per me. E’
il mio fedele scudiero.
Valentina perde ricordi.
Ricordo trecento estati fa. Il mare non
era un salvaschermo. Non c’erano altoparlanti, non c’erano animatori, non
c’erano wine bar e degusterie. Non
c’erano palme immerse nell’acqua cristallina e pesci pagliaccio a tariffe scontate. Erano posti dove il cielo era raramente azzurro, la sabbia era grigia come
il colore del mare, mettevi un piede in
acqua e si sollevava una nuvola di fango.
Le banane erano quelle pezzate che
uscivano fuori dal thermos della mamma. Le noci di cocco erano quelle scorze
bianche che non si potevano comprare
perché pieni di misteriosi batteri malefici. Erano posti ripetitivi con i ruoli ben
fissati per sesso ed età. Se avevi sei anni,
secchiello e palette. A otto promosso alle
biglie. A dieci le femmine andavano per
conto loro e subito dopo cominciava la
guerra con i maschi.
Da giorni e giorni non facevo che ricordare. Si era aperta una falla nelle mie
protezioni. Non bastava lavorare dodici
ore al giorno senza mangiare per tenere
a bada i ricordi. Riempivo la mia agenda
di appuntamenti. Facile, come giornalista. Uscivo con le amiche fino a stordirmi e se per caso avanzava del tempo, mi
sentivo in crisi d’astinenza. Incontrare
altri esseri umani era diventata una droga. E più le delusioni crescevano, più ne
cercavo. Forse era questo il motivo per
cui non riuscivo più a tenere dentro i
ricordi: come l’acqua, non potevi comprimerli. Le persone sono come bottiglie
che prendono la forma dei loro ricordi.
Cupid De Locke dava un pezzo chiamato Brain Damage ma non capii di chi
fosse. “Ancora Cupid De Locke che vi
pirataparla dall’oceano musicale delle
note in libertà. Galleggiate sulle vostre
zattere a transistor, gente. Transistor?
Non sapete cosa sono? Ma quando siete
nati? Ehi, ma chi c'è in ascolto? Valentina, che non mi scrive su FB. E ci credo:
mica mi trova lì. Anzi, non mi trova
neanche qui. Io salto e io ballo da un’antenna all’altra e mi troverete solo se non
mi cercherete. Io sono l’apostrofo storto
tra la lettera F e la lettera M.”
In quel momento passò intorno al mio
tavolo il caporedattore col solito sguardo
da marinaio in cerca di postriboli. Repellente. Non l’aiutava l’asma: annaspava
come un maniaco. Sentii il fiato del padrone sul collo. Ebbi un’idea. “Che ne
dici di un servizio su una radio pirata?”
“Una radio pirata?” Chiese incerto.
“Ascolta” e alzai il volume della radio.
“Vorrei dedicare un pezzo a un signore che dovrebbe imparare a divertirsi.
MAXKEEFETRE novembre 2010
Magari a stare un po’ solo con sé stesso.
“Don’t stand so close to me” dei Police.
Tutto per te, magico Jampierre.”
Giampiero il caporedattore sbiancò.
Cupid De Locke l’aveva chiamato col
soprannome che usava solo sua moglie.
Stephano si rilassa.
Siccome devo liberarmi di ogni presenza
del mondo che contiene Consuelo, oggi
ho abolito un altro pezzo di mondo. Non
ho più bisogno di andare a fare la spesa.
Già prima odiavo il supermercato ma
adesso è spaventoso. Non sopporto dover
dare spiegazioni mute per il mio carrello
semivuoto, alle buste di olive, ai cartoni
di latte da mezzo litro, ai pacchi di pasta
integrale e di pesce precotto. Sanno tutti
che sono solo a casa. Mi hanno condannato. Sono loro quegli occhi che mi seguono per strada, come videocamere
poliziesche.
Ma io ho accecato le loro pupille. Da
oggi mi faccio portare la spesa direttamente a casa, in comodi anonimi cartoni. Una voce mi parlerà dal citofono. Ed
io pagherò tramite lo sportello. Che mi
prendano per matto, se vogliono. Io sarò
libero dai loro sguardi.
Solo a casa posso rilassarmi. Gli occhi
che mi seguono qui sono amabili, discreti, senza fallaci sentimenti umani. Il
computer mi guarda, ma non mi giudica
e non s’impietosisce per me.
Valentina cerca Cupido.
Domanda: come si trova una radio pirata? Risposta: con un altro pirata. In questo caso Piccolo Ovidio, hacker di quarta
generazione, fratello, amico, confidente e
vero amico che mi parlava via skype da
una località sconosciuta.
“Non mi sembra niente di speciale”
disse lui.
“Lui sa tutto di me” risposi.
Piccolo mi guardò dubbioso dallo
schermo. Le sue mani smanettavano
sulla tastiera. Sapevo che stava facendo
altre tremila cose contemporaneamente.
“Non mi stupisce. Non sai quante cose
posso scoprire su di te su internet.”
“Questo lo so. Ma Cupid De Locke sa
quando sono in ascolto. Mi parla direttamente.”
Proprio in quel mentre apparve la
voce del DJ. “Anime in pena, anime cinetiche, anime senz’anima. Siete i miei
preferiti. Vecchie poltrone: ribellatevi
alla vita pregistrata, ai fili d’erba in alta
definizione, alle informazioni inutili che
dovrebbero eccitare la vostra immaginazione, agli uomini in stile che vi daranno
consigli su come abbordare una ragazza.
4
Per questo ho trovato questa canzone
ciare le frequenze in cerca della voce di
che mi piace molto. Sembra vecchia. Ha Cupid De Locke, che però era andato al
un suono sporco ma gira bene. “I can’t mare. Silenzio assoluto.
get no satisfaction” dei Rolling Stones.”
Chi era Cupid? Lo spirito di qualcosa
che avevo perso da tempo, il piacere
Stephano sta facendo la cosa giusta.
della scoperta, quando all’improvviso,
Finito un lavoretto, mi rifugio in cucina, dietro una curva anonima di montagna,
seguito dalle luci che si accendono e si
appariva una pianura infinita ed il mare
spengono automaticamente al mio pas- in lontananza. Era come se Cupid fosse
saggio. Dal computer tengo sotto conuscito dalla mente di una persona che
trollo la casa. Giardino con debole illu- aveva dimenticato tutto tranne la propria
minazione di lucciole. Parcheggio vuoto infanzia.
sotto la perenne caduta degli aghi di
Piccolo Ovidio riapparve in tarda serapino. Nessuno in agguato. Del resto,
ta con notizie fresche. “Valentina. E’
nessuno sa dove abito, nessuno sa dove pazzesco.”
trovarmi (a parte Consuelo ma lei non
Pensai che era pazzesco non aver mai
mi cercherà). La mia situazione è perfet- incontrato faccia a faccia Piccolo Ovidio
tamente sotto controllo. Consumi ener- che in questi ultimi tempi era diventato
getici: meno di un chilowatt all’ora.
per me più di un fratello. Su di me ne
L’auto ha bisogno di essere riempita di sapeva una più di internet. Giuro. Ma io
benza fra 75 chilometri, ma sono giorni conoscevo al massimo il quadrato della
che non ne ho bisogno. Non devo uscire sua faccia sullo schermo.
più di casa. Dal frigorifero notizie fre“Abbiamo a che fare con un genio
sche: la provvista di latte è scesa del 50% assoluto! Cupid De Locke è capace di
nell’ultima settimana, i biscotti sono al
penetrare i server con una facilità disarlivello di guardia, barattolo di nutella
mante e riesce a sfuggire a qualsiasi fornon pervenuta (ma c’è, lo so). Otto ba- ma di controllo. E’ come un lampo che si
rattoli di sughi pronti, tre chili di pasta. sposta rapidamente da una parte all’alHo riserve di frutta e verdura per altri
tra, se posso darti un’immagine.”
tre giorni. I pomodori vanno mangiati
“E' più bravo di te allora” scherzai.
entro ventiquattro ore. Tasso di marciu“Mi duole dirlo.” Piccolo Ovidio sorrime: 20% in crescita. Tasso di polvere: 3 se. “Mi chiedo cosa voglia fare. Ha scelto
picogrammi al secondo. Il bagno dovrà deliberatamente di fare il pirata.”
essere sistemato al massimo dopodoma“E allora? E’ semplicemente un egoni. Due camice stirate in armadio.
maniaco, come tanti altri.”
Chiamo Madrid. Consuelo, Kika e
“Vuole attirare l’attenzione su di sé.
Luna non ci sono. Mi sento sollevato. La Come l’ho capito io, lo capiranno anche
voce umana è un’increspatura sulla su- altri, che siamo di fronte al migliore hacperficie della mia sfera perfetta. Il mio
ker apparso negli ultimi anni.”
umore richiede una musica senza voce
“Vuoi dire che potrebbe essere un
che stuzzichi il pensiero. “Mo’ better
hacker in vendita?”
blues”. Grazie Cupid De Locke.
“Esatto. Sta dicendo ‘sono il più bravo’. C’è qualcuno che ha bisogno di
Valentina parte alla caccia del pirata.
me?’”
Piccolo Ovidio affermò “è chiaro che
“Allora mi devo muovere in fretta. Sei
Cupid De Locke usa internet per tracapace di rintracciarlo?”
smettere. Si sovrappone alle radio com“Non sarà facile. Ti richiamo.”
merciali, prendendo il controllo dei loro
La seconda ed ultima parte nel prossimo
server.”
numero di Max Keefe, in dicembre.
“Ma come fa?”
“E’ un po’ come un prete a
messa.”
“Cioè?”
“Credimi sulla parola.”
“Hai scelto il paragone
giusto.”
Piccolo Ovidio si attaccò al
cellulare per un paio d’ore
mentre io terminavo un pezzo di costume sul declino
dell’ombelico scoperto. Ma
ero distratta e lasciai che il
portatile continuasse a setac-
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Novembre 2010. Numero tre.