Anno 7 n. 2 - Febbraio 2014
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La prima settimana di marzo è dedicata
alla diagnosi precoce del tumore al seno
Il primo evento di questo 2014,
finalizzato a dimostrare che i due
Bollini Rosa assegnati dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (ONDA) all’Ospedale San
Carlo Borromeo sono ben riposti,
è rappresentato dall’adesione del nostro Ospedale alla
consueta settimana dedicata
alle Prime Visite Senologiche che ANDOS, l’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno, organizza in
occasione della Giornata
della Donna in programma
l’8 marzo.
E’ un’iniziativa che vede la
partecipazione di una decina
di strutture ospedaliere di
Milano, ma nella quale il
nostro Centro Senologico si
è sempre distinto per quantità e qualità delle prestazioni offerte, tanto che di
volta in volta le donne che hanno
scelto il nostro Ospedale sono andate sempre crescendo (lo scorso
anno sono state ben 174) e nella
rilevazione di Customer Satisfaction, effettuata direttamente dalle
volontarie di ANDOS, tutte hanno
espresso piena soddisfazione.
Per questa edizione della Settimana per la prevenzione del tumore
al seno, il nostro team di senologia ha deciso di aprire le porte dei
propri ambulatori tutti i giorni della settimana che va da lunedì 3 a
venerdì 7 marzo, per cercare così
di rispondere nel modo più ampio
possibile alle sempre numerosissime richieste. Naturalmente, per
accedere alle Prime Visite Senologiche Gratuite è necessario prenotarsi, chiamando esclusivamente
nelle giornate di martedì 25, mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio
dalle 10.00 alle 13.00 al numero
di telefono 02/4022.2175.
Aderendo alla settimana promossa da ANDOS, l’Ospedale San
Carlo Borromeo conferma il proprio impegno nella sensibilizzazione e diagnosi precoce di una pa-
tologia che ancora oggi colpisce
una donna su 8 nell'arco della vita
e rappresenta il 29 per cento di
tutti i tumori che colpiscono le
donne, con un tasso di mortalità
del 16 per cento (prima causa di
morte per tumore nel sesso femminile) di tutti i decessi per causa
oncologica.
Una situazione che può essere rovesciata attraverso una diagnosi sempre più precoce,
che permetta di intervenire
prima possibile, visto che al
momento è solo questa l’arma utilizzabile per combattere sempre più efficacemente
il tumore al seno.
Il nostro Ospedale, inoltre, è
ora inserito tra i Centri accreditati da ASL Milano per lo
screening senologico e l’impegno su questo fronte è di
conseguenza ancora maggiore, anche se ci piace ricordare che nel nostro Ospedale è
da anni operativo un percorso
diagnostico facilitato che consente alla donna di ridurre al minimo i tempi dal momento della diagnosi di tumore a quello dell’intervento chirurgico.
Raccolte in un opuscolo le pubblicazioni scientifiche
Sono state oltre 160 le pubblicazioni edite a stampa prodotte dai Medici dell’Ospedale San Carlo Borromeo nel biennio 2012/2013.
Una produzione scientifica di grande spessore,
in molti casi testimoniata da un elevato impact
factor, che la Direzione Strategica ha voluto
raggruppare in un volumetto per far conoscere
questa importante attività di studio e ricerca
che spesso passa inosservata e che, invece, va
considerata un vero fiore all’occhiello del nostro Ospedale. Il volumetto è stato stampato e
distribuito in un numero limitato di copie, ma è
facilmente consultabile e scaricabile anche dal
sito internet aziendale.
L’impegno che fin da ora ci siamo assunti è
quello di tenere costantemente aggiornato l’indice delle pubblicazioni scientifiche edite a
stampa dei medici del nostro Ospedale.
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L’Ospedale incontra 500 studenti delle scuole superiori
Quattro anni fa, quando all’interno del Progetto Scuola in Ospedale è stato organizzato il
primo momento di incontro tra il personale medico
e infermieristico, i clown
di Dottor Sorriso e un
gruppo di studenti, era
bastata la sala giochi del
Reparto di Pediatria per
ospitare tutti partecipanti.
Quest’anno, e precisamente venerdì 21 febbraio, la quarta edizione
del convegno “Il sorriso
come medicina” si svolgerà al Centro Congressi di Via Corridoni n. 16 che la Provincia di
Milano, accogliendo la richiesta di
patrocinio del nostro Ospedale, ha
messo a disposizione gratuitamente. Una soluzione logistica
obbligata, visto che i 40 studenti
del primo incontro, già nelle due
successive edizioni sono arrivati
ad essere 300, tanto da richiedere
l’utilizzo della Sala Conferenze
dell’Ospedale e l’organizzazione di
due incontri per edizione.
Quest’anno, però, all’evento hanno chiesto di partecipare ben sei
Istituti Superiori, e precisamente
il Tenca, il Frisi e l’Oriani Mazzini
di Milano, il Rebora di Rho, il Vico
di Corsico e il Piero della Francesca di San Donato Milanese per
un totale di 25 classi di oltre 500
studenti tra i 14 e i 17 anni.
Questa volta, quindi, non sarà più
l’Ospedale che apre le porte al
territorio, ma accade esattamente
il contrario, con l’Ospedale che va
sul territorio.
Le vesti di “padrone di casa”, seppur in trasferta, le indosserà il
dott. Alberto Podestà, che in qualità di Direttore del Dipartimento
Materno Infantile avrà il compito
di illustrare cosa offre il nostro
Ospedale e, più specificamente,
l’Unità Operativa di Pediatria, dove da alcuni anni gli studenti delle
classi quarta e quinta hanno anche la possibilità di effettuare de-
gli stage.
Il ruolo di “mattatori” dell’incontro, naturalmente, lo avranno i
clown di Dottor Sorriso, che da
anni operano all’interno del
nostro Ospedale e che con la
solita straordinaria leggerezza
e simpatia intratterranno i ragazzi, coinvolgendoli in quello
che sarà una sorta di racconto
vivente di una loro giornata in
reparto accanto ai piccoli pazienti e i loro genitori.
L’obiettivo è di far conoscere il
mondo del volontariato in senso generale, anche se più specificamente un modo molto particolare di portare sollievo ai bambini che stanno soffrendo e ai loro
genitori che, di conseguenza, vivono situazioni di grande preoccupazione. Diventare clown di Dottor Sorriso richiede non solo una
particolare predisposizione nel
rapportarsi con chi soffre, ma anche una estrema professionalità
che si acquisisce con anni di corsi
di formazione e di esperienze sul
campo. La speranza della Fondazione Dottor Sorriso Onlus è che
tra i tanti ragazzi che venerdì parteciperanno a questo evento ci sia
poi qualcuno che vorrà intraprendere questo cammino.
DOSCA: sensibilizzare i giovani e aprire una nuova Unità di Donazione
Sono aumentati i donatori, ma sono diminuite le
donazioni. E’ questo, in estrema sintesi, il bilancio
2013 di DOSCA, l’Associazioni dei Donatori di sangue dell’Ospedale San Carlo Borromeo.
Un anno in chiaro-scuro, durante il quale il trend
negativo che da tempo caratterizzava un po’ tutto il
mondo delle donazioni si è per la prima volta sentito
lievemente nella nostra struttura, anche se il calo
rispetto al 2012 è stato di appena lo 0,32%. Un dato che, però, contrasta fortemente con il notevole
incremento (+66,8%) registrato sul fronte dei nuovi
donatori. Due dati che evidenziano un’inversione di
tendenza rispetto agli anni passati, quando in presenza di pochi nuovi donatori le donazioni comunque si mantenevano a un buon livello e questo grazie ai donatori abituali di DOSCA, che supplivano al
mancato apporto di nuovi donatori.
Per questo nuovo anno DOSCA ha già predisposto
una serie di iniziative, soprattutto mirate a sensibilizzare i
più giovani, visto che
nel 2013 il maggior numero di donatori è risultato
concentrato nella fascia di età tra i 36 e i 50 anni.
L’obiettivo è di raggiungere gli studenti delle ultime
due classi degli Istituti superiori presenti nel bacino
d’utenza dell’Ospedale San Carlo, un’iniziativa che si
spera incontri il necessario supporto da parte delle
istituzioni scolastiche del territorio.
Ciò che però più sta a cuore a DOSCA è di vedere
concretizzato in questo 2014 il progetto a cui sta
lavorando da anni: l’apertura di una nuova Unità di
Raccolta Sangue a Settimo Milanese, dove è già
presente dal 2008, quando venne aperta una piccola
sede nella frazione di Seguro.
Da allora, gli iniziali 112 donatori sono aumentati
fino ai 300 di oggi. Un numero che ha portato a ipotizzare l’apertura di una Unità di Donazione, da far
funzionare una domenica mattina al mese. Un’iniziativa supportata dall’Amministrazione di Settimo che,
se non ci saranno intoppi, sarà concretizzata entro fine anno e permetterà di
incrementare in modo significativo il
numero di donatori e di donazioni.
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Ospedale, ASL e MMG insieme contro la malattia renale
Una sempre più stretta collaborazione tra Medico Specialista Ospedaliero e Medico di Medicina Generale rappresenta il pilastro su
cui si basa la rete Ospedale-Territorio per assicurare
ai cittadini quella continuità
assistenziale di cui tanto
spesso si sente parlare.
Una rete che deve essere
attiva in modo continuo per
poter svolgere tutte le azioni richieste per “prendersi cura” del cittadino.
Questa rete, infatti, deve
rappresentare un valido
interlocutore per quanti
desiderano
risposte
sul
fronte della prevenzione,
così come su quello della
diagnosi precoce, quindi,
ancora prima che il cittadino divenga un “paziente” e,
successivamente,
prima
che possa aggravarsi, e via
di questo passo.
Ecco perché l’Ospedale San
Carlo Borromeo, attraverso
l’UOC di Nefrologia e Dialisi
diretta dal dott. Maurizio
Gallieni, ha voluto organizzare con il patrocinio di ASL Milano un convegno sulla malattia renale cronica, indirizzato in modo
specifico ai medici ospedalieri e ai
medici di famiglia.
L’evento è in programma nella
mattinata di sabato 1 marzo nella
Sala Conferenze dell’Ospedale
San Carlo Borromeo ed è incen-
trato su una serie di interventi
mirati a trattare il problema a 360
gradi e, soprattutto, a cercare
sempre più momenti di incontro e
scambio di conoscenze ed esperienze tra i medici, in modo da
poter proporre al paziente i più
efficaci percorsi diagnostici terapeutici.
Un programma sicuramente ambizioso, ma che ha una chiara motivazione nel fatto che la malattia
renale cronica ha una frequenza e
un peso rilevanti nella popolazione generale.
E’ una malattia che, se progredisce fino alle fasi terminali, può
certamente essere controllata
con la dialisi, ma bisogna che il
medico abbia coscienza, e sappia
anche trasmetterla al paziente,
del fatto che la dialisi rappresenta un trattamento salvavita in
grado di condizionare negativamente la qualità della vita del
paziente, oltre ad essere estremamente costoso per il Sistema
Sanitario Nazionale.
Durante gli interventi si parlerà
quindi di prevenzione, ma più
nello specifico di come curare la
malattia renale cronica per rallentarne la sua progressione verso la dialisi.
Il percorso per raggiungere questo obiettivo è contenuto nei protocolli diagnostico-terapeutici
elaborati dalla Rete nefrologica e
distribuiti nel corso del 2013 sia
ai Medici Specialisti Ospedalieri,
sia ai Medici di Medicina Generale. Il convegno avrà quindi l’obiettivo di arrivare ad una condivisione di questi percorsi dando
ad ognuno degli attori sanitari un
ruolo e gli strumenti necessari per
prevenire, diagnosticare e intervenire per rallentare l’evoluzione
della malattia renale.
Al tavolo dei relatori si alterneranno sul tema i rappresentanti dell’Ospedale, dell’ASL Milano e dei
Medici di Medicina Generale.
La gestione globale del paziente con malattia cronica tra Ospedale e Territorio
L’integrazione tra Ospedale e Territorio ha trovato
una nuova concretizzazione nell’incontro su “Prevenzione e Stili di vita”, svoltosi lo scorso 15 gennaio nell’ambito della XXVª edizione del Ciclo di Incontri dell’Università del Tempo Libero promossa dall’Amministrazione
Comunale di Corsico.
A parlarne al folto pubblico, che per
l’occasione ha riempito il Teatro Verdi
di Corsico, è toccato al dott. Giulio
Mariani, Responsabile del Centro Diabetologico dell’Ospedale San Carlo
Borromeo che, prendendo spunto da
due malattie croniche, nello specifico
ipertensione e diabete, ha spiegato in
modo semplice, ma estremamente
efficace, che in molti casi si può fare
prevenzione introducendo piccoli accorgimenti nella
propria vita quotidiana, ad esempio limitando l’uso
del sale a tavola, scendendo dall’autobus una fermata prima e percorrere il tragitto rimanente a piedi, così come utilizzare le scale invece dell’ascensore, adottare una dieta equilibrata e così via.
Il dott. Mariani ha anche evidenziato come, nel momento in cui la malattia viene diagnosticata, il paziente debba essere “preso in carico” globalmente
non solamente dal medico specialista, ma anche dal
medico di famiglia e dalle persone che vivono quotidianamente con lui e che possono aiutarlo materialmente e psicologicamente a convivere con la malattia cronica, senza esserne schiavo. E’ in questo modo, ha spiegato il dott. Mariani, che si realizza la
necessaria integrazione tra l’Ospedale e il Territorio,
a tutto vantaggio del cittadino/paziente.
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Stress lavoro correlato: al via il progetto per rilevarlo
I potenziali rischi a cui un lavoratore può trovarsi esposto nell’arco
della giornata sono i più disparati
e vanno da quelli ambientali, come le condizioni microclimatiche
inadeguate o l’illuminazione
artificiale, a quelli prettamente operativ, quali la movimentazione dei pazienti, la postura protratta in piedi, l’esposizione ad agenti nocivi e via
dicendo.
Tutti rischi che il Servizio Prevenzione e Protezione tiene
monitorati singolarmente, ma
che ora, nel loro insieme, saranno oggetto di un approfondimento finalizzato a una valutazione dell’impatto e degli effetti
dello stress lavoro correlato sulla
salute e sicurezza dei lavoratori.
Il percorso di rilevazione, valutazione e gestione del rischio stress
lavoro correlato, avviato su input
della Direzione Strategica, vede
impegnati il Servizio di Prevenzione e Protezione, l’UO Psicologia
Clinica e il Servizio di Medicina
del Lavoro, ma prevede soprattut-
to la consultazione e partecipazione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).
L’elemento irrinunciabile per la
valutazione degli indicatori azien-
dali è infatti rappresentato dalla
partecipazione attiva dei lavoratori
in relazione alle mansioni svolte
presso ciascuna unità operativa.
Nei prossimi mesi saranno organizzate dal SPP una serie di interviste ai lavoratori appartenenti ai
vari gruppi omogenei, al fine di
effettuare una puntuale raccolta
di dati che saranno poi analizzati
utilizzando la metodologia indicata
dalla Commissione Consultiva per
la valutazione dello stress lavorocorrelato, nella quale vi sono precise indicazioni in merito al livello
minimo di attuazione dell’obbligo
che deve essere soddisfatto in
tutte le aziende pubbliche e
private, in applicazione a quanto previsto dal D. Lgs. 81/08.
Sia nella fase di raccolta dati,
che nelle successive fasi del
processo valutativo sarà richiesta ai lavoratori la massima
partecipazione.
La Direzione Generale, sulla
base degli esiti della valutazione, avrà innanzitutto il compito
di ricercare e attuare soluzioni
di prevenzione collettiva, ma avviare anche una ricerca per trovare soluzioni a casi individuali.
I punti cardine del percorso sono
già stati definiti e approvati con la
Delibera n. 907 del 10/10/2013,
ma è già in avanzata fase di realizzazione una informativa tecnica
per i lavoratori che prossimamente verrà resa disponibile attraverso la bacheca intranet e le varie
bacheche aziendali.
Spettacolare simulazione antincendio per testare operatori e presidi
La costante attenzione che il
nostro Ospedale
presta alle misure di sicurezza antincendio,
soprattutto attraverso l’attività del Servizio
Prevenzione e Protezione
diretto dalla dott.ssa Katia
Razzini, prevede anche
prove pratiche che non
passano di certo inosservate per la loro spettacolarità.
E’ il caso dell’esercitazione
che si è svolta lo scorso
23 gennaio, finalizzata a
verificare la piena
capacità degli operatori della squadra antincendio e
del presidio fisso
aziendale nell’utilizzo di manichette
ed idranti, oltre a
testare la perfetta
funzionalità
di
questi strumenti.
La simulazione si
è svolta nell’area
antistante i magazzini dell’Ospedale, con gli operatori che, sotto
gli occhi vigili degli istruttori, hanno simulato un
intervento di spegnimento di un incendio utilizzando le manichette e gli idranti.
L’esercitazione ha permesso di verificare che, in
caso di necessità, i nostri operatori sono in grado
di intervenire efficacemente in pochissimo tempo.
Il cronometraggio dei tempi, tra l’altro, ha rappresentato un importante elemento di valutazione,
visto che l’esercitazione organizzata nell’ambito
del percorso di qualificazione del personale è valsa anche per la certificazione di operatore addetto
al primo intervento antincendio.
A.O. Ospedale San Carlo Borromeo - Via Pio II, 3 - 20153 MILANO
Capo Redattore: Giovanni Ruggeri - tel. 02/4022.2175 - email: [email protected] - http://www.sancarlo.mi.it
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