5 dicembre 2015 – Zianigo
Riflessione sulla Carità: scheda “A” del libretto “Crescere insieme verso Cristo”
In vista della visita pastorale di Mons. Gardin
(sintesi delle 7 parrocchie del Miranese in Collaborazione)
Nella Collaborazione delle 7 Parrocchie del Miranese operano due Caritas e una Associazione
A.A.V. (Aiutiamoli a vivere) che hanno una sede con apertura due giorni alla settimana.
Con il “negozio del buon usato”, coinvolgendo le comunità parrocchiali, raccolgono viveri,
indumenti, mobili, casalinghi ecc., in buono stato per poi rivenderli a modico prezzo in modo da dare,
alle persone che acquistano, la dignità della scelta, della prova e dell'acquisto. Ciò diventa al tempo
stesso una importante fonte di sostentamento per la sede stessa.
In una sede Caritas si è sviluppato un Centro di Ascolto, inserimento lavorativo (5 pani e 2 pesci),
micro credito, doposcuola, momenti di integrazione; il tutto cercando la collaborazione con i servizi
sociali che risulta però difficile e spesso mancante.
Questi servizi, oltre ad aiutare le famiglie nel momento del bisogno, sono diventati luoghi di relazioni,
di conoscenze, di confidenze, di rapporti umani, di collaborazione con le varie associazioni di
volontariato nel territorio. Il recupero della dignità della persona è da tenere sempre presente nel
nostro fare carità per questo ci muoviamo con discrezione e rispetto per agevolare un aiuto nel
silenzio.
Hanno un proprio regolamento, un referente all'interno dei CPP, collegamento con la Caritas diocesana
e i servizi sociali e altre associazioni di volontariato. Operano circa 35 persone.
Nell'ambito carità ricordiamo i ministri straordinari dell'Eucaristia che operano in stretta
collaborazione con il parroco. Il frequentare anziani e ammalati li pone in primo piano nell'ascolto dei
bisogni di chi soffre, in particolare delle persone che vivono sole e/o con grosse difficoltà il più delle
volte affettive e psicologiche.
La presenza e l'ascolto sono essenziali nel portare il dono dell'Eucaristia, perché dal ministro
straordinario ci si aspetta un sorriso, comprensione, una parola ma soprattutto ancora l'“ascolto”.
In tre parrocchie esiste un Gruppo missionario costituito (in totale 15 persone). Nelle altre
parrocchie sono comunque attivi gli operatori di pastorale nel promuovere iniziative per recuperare
fondi per sostenere varie missioni nel mondo (in particolare i missionari che sono originari dei nostri
paesi). Nelle varie iniziative sono coinvolti ma anche protagonisti gruppi parrocchiali che fanno della
missione parte integrante nel fare pastorale e al tempo stesso formazione (scout, A.C., catechisti ecc.).
In alcuni casi ci sono iniziative interparrocchiali.
Domande per il Vescovo:
1. Come integrare le Caritas parrocchiali nella Collaborazione pastorale, e con le altre forme e iniziative di
carattere assistenziale e civili presenti nel territorio?
2. Come creare la crescita della coscienza e dignità in tutti coloro che usufruiscono degli interventi della
Caritas?
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Riflessione sulla catechesi: scheda “B” del libretto “Crescere insieme verso Cristo”
In vista della visita pastorale di Mons. Gardin
(sintesi delle 7 parrocchie del Miranese in Collaborazione)
I ragazzi interessati alla catechesi sono circa 1400 compresi tra la seconda elementare e la terza media, tranne in
due parrocchie in cui si tengono incontri anche in prima elementare; in un’altra parrocchia il catechismo
continua fino all’inizio della 2^superiore,anno della Cresima; esiste anche un gruppo di 1^ superiore che segue
un percorso per la preparazione alla Comunione di maturità. Gli incontri sono a frequenza settimanale( in due
parrocchie al sabato mattina per chi a scuola ha il tempo pieno), negli ambienti parrocchiali. L’effettiva
partecipazione è mediamente buona.
I catechisti sono 103, per la quasi totalità donne in età compresa tra 35 e 70 anni. A qualche catechista sono
affidati due gruppi diversi.
Gli itinerari proposti e i sussidi di riferimento sono: catechismi della CEI, Bibbia, guide dell’Ufficio
Catechistico Diocesano con l’integrazione di schede appositamente predisposte dalle catechiste, di suggerimenti
ricavati da riviste specifiche( v. Dossier Catechista), materiale digitale.
Gli incontri rivolti ai genitori sono mediamente 2 all’anno nei gruppi non interessati al Sacramento e 3 all’anno
nei gruppi con Sacramento. In una parrocchia ogni 4 incontri con i ragazzi si propone un incontro con ragazzi e
genitori insieme, favorendo così la partecipazione di quest’ultimi alle attività dei propri figli, nella convinzione
che non si può parlare di Gesù ai ragazzi se i genitori non lo conoscono.
Per quanto riguarda la formazione: 5 catechiste hanno frequentato il corso biennale a Treviso(e tale sede risulta
essere troppo lontana!), buona è la partecipazione agli incontri vicariali. Quasi tutte le catechiste si incontrano
periodicamente con il proprio parroco o il vicario, favorendo così una crescita personale e spirituale, oltre che
fissare la programmazione e favorire lo scambio reciproco, difficoltà comprese. Molte catechistiche approfittano
per la loro formazione anche di altre iniziative promosse dalla propria parrocchia (lectio divina, incontri sulla
Parola, appuntamenti con pedagogisti esperti).
Dal confronto di noi catechiste è risultato evidente che le problematiche sono le medesime. Ciò che ci
preoccupa maggiormente è che a fronte di un numero elevato di ragazzi che vengono a catechismo corrisponde
la sensazione che le famiglie ritengono importante l’educazione morale cristiana dei propri figli, ma per la quasi
maggioranza è difficile il coinvolgimento e la corresponsabilità educativa. La partecipazione alle messe è
carente. La nostra difficoltà è nel trasmettere ai genitori la centralità dell’Eucarestia nella nostra vita di credenti.
Altri aspetti che rendono impegnativa la nostra azione sono: l’uscire dagli schemi tradizionali per non offrire
una catechesi scolastica; far capire che il Sacramento non è una tappa di arrivo, ma un dono che ci viene dato
per procedere nel cammino di fede; mancanza di nuovi catechisti, derivata forse da una scarsa efficacia nel
coinvolgere persone disponibili a riscoprire generosità e spirito di sacrificio in questo servizio di formazione.
Ci impegniamo a trasmettere questi messaggi: essere amici di Gesù, annunciare il Suo amore e riconoscere il
Suo volto nelle persone che incontriamo quotidianamente, sentirci “pietre vive” della Chiesa.
Dopo un delicato lavoro di preparazione di un incontro, spesso ci troviamo a dover dedicare più tempio ed
energie a gestire le dinamiche del rispetto reciproco, dell’ascolto…piuttosto che affrontare il tema previsto.
Con il contributo di tutti, sacerdoti e laici, risulta opportuno unire le forze delle varie parrocchie per lavorare in
comunione, con percorsi simili pur nel rispetto della propria identità; proporre incontri comuni di ascolto della
parola e meditazione, di preghiera, di scambio reciproco di esperienze; organizzare momenti formativimetodologici comuni a tutti i catechisti.
A livello diocesano ci aspettiamo indicazioni più puntuali riguardo alle modalità di ammissione ai Sacramenti
(età, frequenze pregresse al catechismo, impegno delle famiglie ecc.)
Domande da rivolgere al vescovo:
1. Come avvicinare le persone a diventare catechiste?
2. E’ possibile dislocare i corsi di formazione diocesani per catechisti in varie zone della diocesi al fine di
favorirne la partecipazione?
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3. E’ possibile che alle piccole parrocchie possa essere assegnata una persona laica o consacrata per dare
un aiuto concreto nella catechesi?
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Relazione sulla pastorale giovanile: scheda “C” del libretto “Crescere insieme verso
Cristo” In vista della visita pastorale di Mons. Gardin (sintesi delle 7 parrocchie del
Miranese in Collaborazione)
novembre 2014
1. L’AC, il circolo NOI e l’AGESCI sono presenti nella parrocchia di San Michele Arcangelo e a Zianigo partecipando anche a
iniziative vicariali/diocesane. Nelle altre parrocchie sono presenti gruppi giovanili (età incirca dai 14 ai 18 anni) di entità
modesta, non affiliati all’AC e impegnati soprattutto nella collaborazione agli eventi parrocchiali. Il circolo NOI è altresì
presente e attivo a Ballò e Campocroce.
2. Soggetto di forza estrema nella Pastorale giovanile è il concetto di gruppo: gli adolescenti soprattutto vengono invogliati
e si sentono rassicurati dalla presenza di un gruppo giovane e coeso che si dona nella Parrocchia. Importante tuttavia non
credere che tale strumento si sviluppi da solo: deve essere guidato e formato attraverso spunti di riflessione e momenti
spirituali adeguati. Si osserva che i ragazzi non sono completamente svogliati: hanno necessità di essere indirizzati a nuove
attività, devono sentirsi protetti, supportati e entusiasmati affidando loro man mano attività sempre più importanti e
adeguate alla loro età e maturità.
3. I giovani, in maniera autonoma, non hanno volontà propositiva nell’essere coinvolti in iniziative parrocchiali: i valori
della società odierna sono cambiati, e non sempre coincidono con quelli professati dal Vangelo. I ragazzi hanno bisogno di
prendere d’esempio punti di riferimento con i giusti valori: tali campioni d’esempio devono essere in primo luogo gli
educatori stessi. È necessario trovare educatori con esperienza che formino e nuove leve che si lascino formare. La
famiglia inoltre deve rendersi conto della propria centralità come “istituzione” che cresce e forma i ragazzi: è necessario
un dialogo tra educatori e famiglie in modo da collaborare per la formazione cristiana dei giovani.
4. Obiettivo nei prossimi anni è la necessaria e potenzialmente fruttuosa collaborazione tra le sette parrocchie del
miranese, nonché tra le realtà intraparrocchiali, vicariali e diocesane. Tale progetto deve in prima istanza “capire” quali
sono i nuovi valori dell’età odierna, e riuscire a sottolineare i lati positivi e negativi di detti valori. La collaborazione tuttavia
fa sorgere anche motivi di perplessità, soprattutto dalle parrocchie di Campocroce e Scaltenigo, già da anni impegnate in
uno stretto rapporto tra educatori. Sorgono interrogativi che sette parrocchie diverse poste a interagire su argomenti
condivisi possano avere punti di vista molti diversi e trovarsi discordanti in toto. In contrapposizione, si presenta anche il
timore che una collaborazione estremamente proficua possa portare addirittura a una sorta di abbandono delle singole
realtà parrocchiali. Realtà che, in assenza di nuove entrate come educatori, sembrano destinate a morire. La vita
parrocchiale suscita timore: è necessario dare della parrocchia alla società un’immagine diversa, più aperta, accogliente e
rasserenante. È importante che le parrocchie organizzino con sempre maggiore specificità occasioni per i giovani, in modo
che possano, in controcorrente rispetto al pensiero di massa, poter decidere in autonomia della propria vita, ipotizzando
anche un futuro di impegno in Parrocchia e un cammino di crescita personale e collettivo nella comunità cristiana.
Domande per il Vescovo:
1. Come avvicinare i giovani?
2. Come si concilia l’identità specifica della parrocchia con le iniziative della Collaborazione pastorale?
Riflessione sulla Pastorale Familiare e degli Adulti: scheda “D” del libretto “Crescere insieme verso
Cristo”
In vista della visita pastorale di Mons. Gardin
(sintesi delle 7 parrocchie del Miranese in Collaborazione)
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1) Situazione.
L'attenzione pastorale alle famiglie - nelle sette parrocchie - anche se fortemente preoccupata, è costante,
concreta ed espressa con diverse iniziative, motivate da proposte di formazione parrocchiali, vicariali, diocesane
e dal cammino catechistico con bambini, ragazzi e per gli adulti, o da specifici incontri in relazione alla scuola
materna, alla pastorale giovanile e da contatti personali con famiglie in difficoltà, nonché da feste liturgiche o
tradizionali locali.
2) Valutazione.
Pur essendo famiglie le cui radici generazionali attingono da una territoriale cultura cristiano-contadina, oggi
stanno vivendo un lungo travaglio nel quale sembrano orientarsi di fatto verso il "far da sé" in ogni problema
piuttosto che scegliere secondo il progetto di Dio, il Vangelo e la guida della Chiesa.
Una crescente estraneità all'annuncio cristiano sembra, tuttavia, non aver spento interamente la domanda
religiosa, la quale affiora timidamente in occasione dei sacramenti o nei momenti di sofferenza e di lutto;
quest'ultimo è particolarmente sentito ed efficace nel "far ritornare a Dio" e "in chiesa", almeno per una sosta
più pensosa.
Questo ci fa dire che le famiglie, pur deviate dal benessere, ascoltano talora il "gemito dello spirito" ancora vivo
nei loro cuori. Se avvicinate personalmente e con molto tempo di ascolto, manifestano sete di verità, di
liberazione, di accoglienza e di riconciliazione.
3) Azione.
Perciò le nostre comunità sentono l'urgenza di avviare una pastorale familiare missionaria e una più mirata e
costante formazione degli adulti e dei giovani. Essi, infatti, sono più informati sulle verità di fede che
evangelizzati e con una fragile testimonianza cristiana.
Sul piano sociale le giovani coppie, inoltre, non sono sostenute da politiche assistenziali a garanzia di
un'abitazione adeguata, economicamente possibile, da un lavoro che salvi la loro dignità e la possibilità di
permanenza nel territorio.
Il futuro delle nostre comunità si profila povero di famiglie, di figli e di giovani residenti.
Si sta cercando di offrire alle famiglie quanto già presentato, ma, osservando il crescere di una popolazione
multiculturale etnico religiosa, nella quale le attuali famiglie e gli adulti sono e saranno sempre più immersi, si
rende urgente l'educazione all'accoglienza e all'accettazione delle diversità. Questi aspetti diventano segno e
testimonianza del Vangelo vissuto e di una nuova evangelizzazione, ben fondata sull'annuncio di Gesù Cristo e
sulle verità che ne derivano, ormai perdute o ignorate o presenti in modo confuso.
Domanda da fare al Vescovo:
 Oggi non si sa bene chi siano i lontani o i vicini per quanto riguarda l’approccio alla fede. Quali sono gli
ostacoli da togliere e quali gli atteggiamenti da porre per accogliere i lontani?
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Riflessione unitaria delle 7 parrocchie del Miranese
su scheda “E” del libretto “Crescere insieme verso Cristo” In vista della visita pastorale di Mons. Gardin
LA SITUAZIONE: i Consigli di Pastorale Parrocchiale, delle nostre 7 parrocchie, accolgono tutti i
gruppi ecclesiali e di volontariato parrocchiali. I C.P.P. si riuniscono periodicamente per momenti di
formazione e programmazione della pastorale stessa per divenire concreta, per momenti spirituali
legati alla Parola e per riflettere sulle proposte che ci provengono dalla Diocesi (schede, lettere del
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Vescovo ecc.)
IL CAMMINO COMPIUTO: Le proposte diocesane ci hanno aiutato a riflettere sui cambiamenti
sociali e culturali. Sono state occasioni per giungere ad un discernimento uniti, tuttavia la parte
organizzativa è più sentita. Pur con delle difficoltà nell’esprimere la propria fede le nostre
parrocchie hanno creato occasioni per Lectio divina, Adorazioni eucaristiche, incontri di preghiera e
di riflessione sulla Parola, e non ultimo il coinvolgimento delle comunità ai problemi umani e
quotidiani. Le nostre comunità possiamo definirle vive.
LE NOSTRE PREOCCUPAZIONI E I NOSTRI DESIDERI: Ci preoccupano: la famiglia che
in questi tempi soffre e vacilla anche per futili motivi, inoltre la crisi economica non aiuta; la fede
sentita come esperienza individuale (fai da te) spesso non legata ai sacramenti che restano momenti
a se stanti, tappe “obbligate” del percorso cristiano. C’è da riflettere, da parte nostra, su come
trasmettere una nostra immagine di adesione alla fede cristiana! I genitori si sentono coinvolti nei
sacramenti dell’iniziazione cristiana dei figli, sentiti come passaggi inevitabili. Questo avviene
anche per i ragazzi della Cresima alla quale, per molti, segue un lungo periodo di allontanamento
dalla struttura chiesa. Anche su questa realtà c’è molto da interrogarci da parte di noi operatori di
pastorale. Ci preoccupa il calo di cristiani impegnati nel servizio in parrocchia e ci chiediamo
quale sia il modo efficace per rapportarci alle nuove generazioni.
Puntiamo molto sull’accoglienza, una forma alta di evangelizzazione, per cercare di avvicinare i
lontani, con una presenza più capillare nelle famiglie da parte dei sacerdoti e laici, e anche coloro
che da immigrati vivono nel nostro territorio. Contemporaneamente dovremo alimentare la nostra
testimonianza per essere vere membra del Corpo di Cristo.
Come vediamo il futuro delle nostre comunità cristiane? Come quello che vivevano le prime
comunità cristiane, cioè piccoli nuclei di fedeli in Cristo che testimoniano la loro fede all’insegna
dei messaggi evangelici, all’interno di un mondo che cerca altrove la soluzione della propria
esistenza. Il futuro lo vorremmo improntato in una collaborazione corresponsabile e gratuita,
tra clero e laici delle nostre comunità, donandoci solidarietà reciproca.
Siamo consapevoli che la vocazione della parrocchia è quella di uscire dal proprio nucleo
ristretto, e divenire missionaria avvicinando nei loro ambienti coloro che vivono ai margini della
Chiesa, in particolare i giovani; vorremmo superare problemi e stanchezze e trasformarli in
sollecitudine verso i lontani. In questo nostro impegno missionario si evidenzia il bisogno di una
pastorale vocazionale più attiva in parrocchia e nei vari ambiti diocesani (in particolare al
sacerdozio), che interpelli giovani e genitori nello scoprire che seguire Cristo non è “perdere la
propria vita” ma donarsi e donare – come Maria – il proprio figlio per la salvezza degli uomini.
LA COLLABORAZIONE PASTORALE: Dal 21-3-2011 abbiamo iniziato il cammino prima
conoscitivo e poi di collaborazione tra le nostre 7 Chiese del Miranese. Viviamo nello stesso
territorio e abbiano quindi situazioni abbastanza simili ma anche diversità da comprendere e
superare. Ci sarà da armonizzare i nostri modi di fare comunità, senza cadere nell’uniformità delle
scelte pastorali.
LA PASTORALE NELLA COLLABORAZIONE: Tutte le realtà pastorali fanno i conti con una
nuova evangelizzazione da operare con coraggio, sia per le nuove proposte sia per quelle
tradizionali. Si tratta di mettere insieme le nostre ricchezze e sostenerci nelle nostre povertà
aiutandoci, facendo esperienze insieme, valorizzando il bene di tutti. Nel nostro cammino abbiamo
scelto come priorità la pastorale dei giovani. È stato il primo impegno nella nostra pastorale unitaria
per gettare le basi di una collaborazione fra animatori di A.C., scout e altri gruppi che riuniscono i
giovani. Altro neo-percorso è la formazione post Battesimo rivolta alle coppie che hanno già
battezzato i propri figli ancora così piccoli per il catechismo dell’iniziazione ai sacramenti.
Nella nostra collaborazione pastorale puntiamo molto sul volontariato, una dimensione missionaria
da valorizzare perché penetrando in ciò che è umano è più vicina agli ultimi e mostra il volto di Dio.
LITURGIA: Ci sono state iniziative di celebrazioni comuni (abbiamo però notato che le persone
faticano ad uscire dalla propria parrocchia): Lectio divina; Adorazione Eucaristica; confessioni nei
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tempi forti liturgici. Ognuno nella propria parrocchia ma nello stesso giorno, abbiamo ricordato i
Battesimi dello scorso anno, invitando alla Messa i genitori con i bambini nel giorno del Battesimo
di nostro Signore Gesù.
Sostanzialmente i fedeli celebrano l’Eucaristia nella propria parrocchia (fanno eccezione esequie,
matrimoni ecc.) non è quindi possibile determinare in modo esauriente differenze nelle varie
funzioni. Notiamo attenzioni da parte dei presbiteri per vivere la Celebrazione eucaristica con più
fervore.
La partecipazione attiva alla vita liturgica è di una fascia d’età medio-alta. Tanti sono i tentativi
messi in atto per favorire la partecipazioni di bambini e giovani, che trovano una risposta positiva in
certi momenti dell’anno liturgico, ma assai flebile in altri. In tutte le parrocchie si cerca di preparare
adeguatamente le celebrazioni liturgiche: un gruppo di fedeli promuove la partecipazione piena e
attiva dei partecipanti, curando principalmente il canto e la proclamazione della Parola.
Domande:
Nella nostra riflessione sui bisogni delle nostre comunità, ci troviamo concordi nel sentire il desiderio
d'avere un aiuto nel cercare di suscitare fra i nostri giovani nuove vocazioni sia sacerdotali sia
d'impegno nella testimonianza. L'esperienza passata ci ha insegnato che un giovane sacerdote riesce
meglio ad avvicinare ed affascinare i ragazzi e noi, Mons. Gardin, le chiediamo oggi un aiuto concreto
con: “è possibile avere un seminarista che presti servizio nelle nostre parrocchie”?
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1 Riflessione sulla Carità: scheda “A” del libretto “Crescere insieme