LA COMUNICAZIONE
Il ruolo della comunicazione nella
vita sociale
La comunicazione = attività umana fondamentale

Vita sociale
insieme di attività comunicative
Gradi di complessità delle forme comunicative
Dalla comunicazione face to face
interazioni comunicative complesse
(comunicazione organizzate/istituzionali)
Ma …..
Le condizioni necessarie perché la
comunicazione abbia successo
Il rischio





https://www.youtube.com/watch?v=1pJuDWnq8JY
https://www.youtube.com/watch?v=GHt30XZeE8k
L’insuccesso della comunicazione (fraintendimento)
Modalità comunicative differenti
Comunicazione interculturale
La comunicazione e le sue accezioni
Comunicare






1) Trasmissione di un messaggio:
apporta conoscenze nuove
comunicazione = informazione/ notizia/ annuncio
Terminologia del processo comunicativo
(emittente, ricevente, codice, canale messaggio)
2) Elaborare, condivisione di significati
Comunicazione = attività interpretativa
Quadro, film, gesti
Terminologia: significato, comprensione interpretazione,
cornice interpretativa (frame)
La comunicazione e le sue
accezioni
3) Costruire, mantenere, modificare relazioni




Ti voglio bene
Mi hai stancato!
Coinvolgimento/rifiuto di coinvolgimento in una relazione
Prendere accordi: “facciamo così”
Processi che entrano in atto
A)Presentazione del sé nella relazione comunicativa
B) Definizione della relazione in atto tra Ego e Alter
(simmetrica/asimmetrica superiorità inferiorità solidarietà/
ostilità prossimità/estraneità)
Terminologia: cooperazione, consenso, coinvolgimento,
comunità
(Carey: comunicazione rituale o espressiva)
La sociologia della
comunicazione: una prospettiva di
studio
La sociologia della comunicazione
Oggetto di studio: la relazione comunicativa
(problematicità e rischi)
Da quante prospettive si può studiare la comunicazione?
La sociologia della comunicazione
e le altre discipline
La sociologia della comunicazione







Relazione comunicativa
Dimensione comunicativa delle relazioni umane
Struttura
Funzioni
Forme
(variabilità dei contesti)
Prospettiva interdisciplinare e cornice teorica di
riferimento
Studiare la comunicazione in
prospettiva sociologica
Comunicazione = relazione tra due soggetti

Condizionamenti dei soggetti (pensieri, scopi, aspettative di ego e
alter)

Condizionamenti derivanti da inter-azione, negoziazione (Al di là dei
due soggetti )
Elementi strutturali
Ridefinizione della relazione in base all’intenzionalità dei soggetti
Differenti orientamenti teorici
Cambio di prospettiva
Prospettiva microsociologica
Prospettiva macrosociologica:
Prospettive a confronto
Prospettiva
microsociologica


attenzione all’azione
comunicativa
analisi interazione soggetti
agenti (Ego - Alter)
Rapporto tra individui
Rapporto individui/società:
Prospettiva
macrosociologica

attenzione alla struttura e al
sistema della comunicazione
Attenzione ad aspetti
strutturali, istituzionali, culturali
della società
Incidenza su interazione
comunicative
Studiare la comunicazione in
prospettiva sociologica
Studiare la comunicazione a diversi livelli







Interazione face to face
Interazione mediata dalle tecnologie
Interazione dei gruppi e delle organizzazioni
(interne esterne)
forme culturali che incorporano significati (Testi e prodotti
culturali, libri, spot, film, notizie)
Reti di comunicazione e sistemi istituzionalizzati: struttura
e funzioni (web, mass media)
rapporti con altri sistemi: economia e politica
Il concetto di comunicazione
Il concetto di comunicazione
L’etimologia: Communis agere, Cum moenia
Dimensione dell’agire finalizzata alla condivisione
Apertura del mondo interiore verso l’esterno e trasmissione di
significati
E’ impossibile NON comunicare
Qualsiasi segnale (intenzionale non intenzionale) è comunicazione
Gli effetti di parole e silenzi sugli altri
reazione comunicativa
Cosa comunica il non comunicare?
I ASSIOMA DELLA COMUNICAZIONE (Watzlawick)
“Non si può non comunicare”
Possibilità di contatto = potenziale di comunicazione/trasmissione di
significati
I fondamenti del processo
comunicativo

Trasmissione significati = sistemi di simboli e segni
condivisi

Linguaggio (lingua e prossemica: gesti, distanze,
comportamenti)

La ricezione del messaggio
Ego e Alter
Quadro di riferimento comune (attribuzione di medesimi
significati)
Come avviene l’acquisizione della competenza
comunicativa?


Processo di socializzazione: interazione
soggetto/ambiente (modelli di comportamento,
norme,valori, prassi comunicative modulabili coi contesti)
Condivisione di modelli tra Ego e Alter = ricezione
Il concetto di comunicazione in ambito
sociologico
Condivisione






Bisogno antropologico della relazione comunicativa
(ambiguità e instabilità)
Bisogno di socialità
vs
Protezione, mantenersi fuori dal sociale, quanto
proteggere della personalità (sfera dell’intimità)
Per studiare la comunicazione
Contestualizzazione dell’atto comunicativo
Cornici dell’interazione
Lo spazio. Fisico (geometrico), sociale (interazione) e
simbolico (bar)
L’importanza dei contesti nell’analisi
comunicativa
La comunicazione come rappresentazione delle trasformazioni sociali
Espressione del rapporto tra individuo e ambiente (modelli della
comunicazione, tecnologie disponibili, condizionamenti/valori culturali ex.
Biglietto da visita in Giappone)
La comunicazione nei contesti globali e le sue contraddizioni
Strumento di potere
Diritto mal distribuito
Comunicazione = espressione di mutamenti sociali e culturali
Società – comunicazione – cultura
Contesto
Luogo in cui avviene la relazione comunicativa
Fonte di condizionamento
Interesse della sociologia: leggere il sociale attraverso la comunicazione
Dal processo di trasmissione ai condizionamenti delle forme del comunicare
La comunicazione come processo
Dall’atto comunicativo
Prospettiva sociologica
società
al processo
cultura
Per leggerla nei contesti che danno significato (aule, bar, parchi)
1)
2)
La relazione società- comunicazione- cultura
La società si produce nella comunicazione e riproduce cultura
Processi comunicativi = relazioni sociali per scambio di simboli e significati
(background culturale)
1)
Processo sociale
Comunicazione
Processo culturale
La comunicazione come processo
sociale
Comunicazione = fondamento
Legame sociale e aggregazione sociale
L’io sociale tendenza a rapportarsi all’ambiente
bisogno di scambio/ incontro con Alter
Vs bisogno di controllo
La metafora dei ponti e porte (Simmel)
Socialità e socievolezza
Tendenza alla socievolezza: entriamo in relazione in maniera parziale
Socievolezza: lo stare insieme fine a se stesso
No contenuti impegnati
Soglia oggettiva/soggettiva
No ruoli sociali

Socialità:
I ruoli sociali
Aspettative
Funzionalità della relazione

La comunicazione come processo
sociale
La comunicazione
Strumento di organizzazione della vita collettiva


Comunicazione nei gruppi
Organizzazione interna
Visibilità esterna (divisione di ruoli, compiti, strategie)
Quando la comunicazione non è circolare
Strumento di potere
Oligopolio
Ex. Comunicazione di massa: dalla partecipazione
democratica al consenso al potere politico, economico e
sociale
La comunicazione come processo
culturale
La comunicazione











Scambio di significati
Condivisione di codici e simboli
Il fattore culturale nella comunicazione
veicolo di valori, modelli di comportamento
uso di canali/tecnologie (evoluzione culturale)
Uso di linguaggi, simboli e segni
Uso di norme e modelli (acculturazione)
http://www.youtube.com/watch?v=Yn8YaayPzzc
A livello mass mediale
Simboli e significati veicolati
Strategie comunicative
Scelte editoriali
Frutto di media logic:
La comunicazione = cultura in movimento (tramandare
patrimonio)
Le grandezze costitutive della
comunicazione
Le grandezze costitutive di ogni
situazione comunicativa
Spazio-Tempo-Fattore umano

Spazio/Tempo: elementi definitori dei contesti comunicativi
Reciprocità: comunicazione - variabili S/T

Modalità comunicative definiscono lo scenario della situazione
comunicativa (chat, ospedali)

I contesti condizionano le forme e i modi della comunicazione (aula,
ufficio, bar)

http://www.youtube.com/watch?v=e5U2xMwT3Do
Le cornici S/T definiscono il corso e il significato della
comunicazione
Fattore umano: attribuzione di significato, aspettative, condizionamenti
culturali
Le grandezze costitutive di situazioni
comunicative complesse






Comunicazione mass mediale
Analisi dei contesti
Emittente ambivalente (Industria/Istituzione)
-diffusione di conoscenze/ informazioni
-raggiungimento di profitto
Fattore umano: universo ricevente/audience camaleontica
(motivazioni, gusti, intenzioni, interessi)
Tempo e spazio nelle comunicazioni di massa
Tempo accorciato, dimensione del presente, attualità
Spazio ampliato: visione di realtà planetarie, spazio mediatico
esteso/ arena pubblica
La comunicazione tra condivisione e
condizionamenti strutturali
Comunicazione = esperienza di condivisione
Esperienza del Noi (fondo comune a cui attingere)
La comunicazione ricrea la condizione del
“reciproco sintonizzarsi” (Schutz)
Dimensione comunitaria
VS
Il controllo della comunicazione a livello istituzionale
Il peso dei ruoli (public speaking)
I media creano esperienze conoscitive
Esperienza del mondo a livello planetario
“Ciò che noi sappiamo della nostra società e del mondo lo
sappiamo tramite i media” (Luhmann)

costruzione di visione del mondo

Ridefinizione della realtà in base alle logiche mediali
No visioni apocalittiche: manipolazione vs ancoraggio alla realtà
I media devono attingere dalla realtà perché parlano della realtà
Comunicazione e media
Comunicazione e media






Pross
Comunicazione diretta: contatti personali, immediati,
(parola, gesti espressioni)
Comunicazione indiretta: dispositivi di trasmissione,
tecniche secondarie (scrittura, simboli grafici, audiovisivi)
Thompson
Mezzi di comunicazione di massa
nuovi tipi di
interazione/ forme di relazione sociale
1) interazione face to face
2) interazione mediata
3) quasi interazione mediata
I tre modelli di interazione di
Thompson
1) interazione face to face



Condivisione S/T
Dialogicità
Unico destinatario
2) interazione mediata
 No condivisione S/T
 Dialogicità
 Unico destinatario
3) Quasi interazione mediata
 No condivisione S/T
 Dialogicità vs Unidirezionalità
 Molteplicità di destinatari
Mass media coesistenza con altri 3 tipi di interazione (guardo tv,
telefono, saluto)
Gli equivoci della comunicazione di
massa






Comunicazione di massa inadeguata a rappresentare il
fenomeno
Comunicazione e massa
Comunicazione vs comunicazione mass mediale
Scambio significati
Dialogicità/circolarità
Parità di ruoli E/R
Comunicazione di massa = trasmissione di contenuti/
informazioni
Comunicazione = condivisione
Il termine “comunicazione di
massa”
Comunicazione di massa – mass media
XX Secolo





Contesto
Sviluppo = industrializzazione
Urbanizzazione
Nascita della democrazia di massa
Mass media
Tv - stampa - radio
+
Libri versione economica, cinema, teatro
critiche sull’estensione del concetto
Caratteristiche costitutive mass media
Simultaneità
2. Distanza
3. Vastità del pubblico
1.
1) La distanza
1) Distanza




Fonte – ricevente
Potere
Fonte = segretezza, inaccessibilità, autorevolezza
Messaggio impersonale = distacco o mancata fruizione
2) simultaneità






No libri/dischi = no fruizione simultanea
Cinema/teatro = condizione psicologica fruizione
personale del contenuto
Tv non rapisce completamente: interazione vita quotidiana
Potere: più persone raggiunte nello stesso momento
Distanza pubblico – fonte
Distanza tra i riceventi
1) impossibilità di organizzare una risposta: perplessità
sull’offerta mediale
2) controllo del tempo dalla fonte: McLuhan “villaggio
globale” vediamo le stesse cose, i media scandiscono i
ritmi quotidiani (la serialità)
3) Vastità del pubblico








I media e la necessità di omologazione
Pubblico Soggetto debole della comunicazione?
La ricezione = bisogni/gratificazioni diverse
Uniformità = esigenza media logic no interesse del singolo
Comunicazione di massa =
Fonte invia messaggio a riceventi simultaneamente
Asimmetria
No dialogicità
New media
Intercambiabilità dei ruoli E/R
Policentrici vs verticistici
S/T virtuale
Gli studi mediologici
L’impatto dei media nel sociale

-
-
-
Politica, cultura, vita sociale, vita quotidiana
Sfera politica: media = arene del dibattito pubblico
Illustrazione programmi politici/candidati, fatti e idee.
Visibilità a politici e gruppi di interesse: pubblicità
esercizio di influenza
Sfera della cultura: canale di espressione della cultura
di un’epoca/contesto (un medico in famiglia vs i cesaroni
vs shameless; i linguaggi dei media: il colloquiale).
- fonte di immagini della realtà sociale/materiale
strumento per rafforzare l’identità sociale (Ex. Festival di
Sanremo: il nazionalpopolare)
L’impatto dei media nel sociale








Sfera della vita sociale: vita quotidiana scandita
dall’uso dei media
I media abitudine quotidiane
Quotidianità invasa da contenuti mediali,
I media nei nostri discorsi: si parla di ciò di cui i media
parlano
Media: fonte di modelli di comportamento
Media: scelte di consumo, tempo libero e stili di vita
Sfera economica: controllo dei media da parte di grandi
imprese (multinazionali)
Interferenza con settore telecomunicazione e traffico
informatico (aziende sportive ecc..)
Le ricadute dei media: temi chiave
Tempo: variabile chiave.
-La comunicazione si svolge in un tempo
-Sviluppi tecnologici: aumento velocità trasmissione
informazione (lentezza connessione/fruizione, tempo notizie
h24)
- Immagazzinamento informazioni riutilizzabili in futuro
- Media = magazzino della memoria della società e di gruppi (Ex
focus group Beverly Hills)
 Luogo: la comunicazione riflette le caratteristiche del
contesto
 Comunicazione stabilisce identità (prodotti mediali identitari
vs acquisto format)
 Riduzione distanze tra i luoghi (vicinanza individui e culture)
 Delocalizzazione: “villaggio globale” familiare per noi

Le ricadute dei media: temi chiave
Potere: i mass media strumento di esercizio del potere.
- Esposizione volontaria vs capacità di influenza dei media,
 Realtà sociale: media = specchio della realtà sociale.
-Il concetto di verità come standard di fiction e informazione
 Significato: interpretazione del messaggio massmediale da
parte di F, R ed osservatore esterno
No interpretazione univoca del messaggio: possibilità infinite
di riflessione (Ex. finali dei film, testi canzoni)
 Causalità e determinismo: fenomeni causa o conseguenza
di altri fenomeni.
 Quali sono le conseguenze dei media sugli individui?
 I media producono effetti sulla società?
 I media sono il risultato/conseguenza di processi sociali più
ampi?

Le ricadute dei media: temi chiave





Mediazione, i media piattaforma/fonte di informazione e
per la circolazione delle idee.
Ruolo di mediazione: fonte di senso per le nostre società
Identità: i media concorrono alla formazione al
mantenimento o alla disgregazione dell'identità intesa
come senso di appartenenza a una cultura o a una società
o a un certo gruppo sociale
Diversità culturale: l'apparato massmediale legato ai
contesti culturali e sociali in cui si sviluppa (esempio
bollywood).
Produzione mass mediale, contenuti mass mediali cercano
di resistere alle tendenze alla globalizzazione
Le diverse prospettive di studio sui
media






1) Prospettiva critica vs ricerca applicata o amministrativa
critica: indaga i problemi dei media mettendoli in relazione alla
società e ai valori in essa dominanti. (broadcasting mainstream)
ricerca applicata/amministrativa: cerca di comprendere il processo
di comunicazione in senso tecnico (maggiore efficacia): ex
strutturazione del messaggio, criteri di scelta dei programmi da
parte del pubblico
2)Approccio mediacentrico- approccio socio-centrico:
Mediacentrico: centralità a ruolo dei media e autonomia, studia
attività proprie dei media. I media = fonte del cambiamento nella
società grazie ai cambiamenti tecnologici
https://www.youtube.com/watch?v=MOXQo7nURs0
Sociocentrico: media = riflesso delle forze politiche ed economiche.
(consumo di carne nocivo?)
Dalle teorie dei media alle teorie della società con sguardo ai media
Le diverse prospettive di studio sui
media



3) Approccio culturalista - approccio materialista:
indicano diversi modi di impostare la ricerca e di porsi
interrogativi scientifici.
l'approccio culturalista ha più un taglio umanistico qualitativo e
soggettivo
quello materialista è più un'impostazione scientifica, quantitativa
e oggettiva.
L’incrocio delle prospettive
Mediacentrico
Culturalista
Materialista
Socio-centrico
L’incrocio delle prospettive




Prospettiva media-culturalista: contenuto, ricezione dei
messaggi mass mediali influenzati dai contesti del ricevente al
momento della fruizione
Media materialista: aspetti politico-economici e tecnologici dei
media
Socio-culturalista: influenza di fattori sociali sulla produzione e
ricezione dei media e le funzioni che produzione e ricezione hanno
nella vita sociale.
Socio-materialista: i media sono riflesso delle condizioni
economiche e materiali della società e non la causa.
Studiare i media: Teorie sui media
a confronto
1.
2.
3.
4.
Aspetti organizzativi e strutturali: funzionamento media e impatto
contesti (teoria socio-scientifica; teoria normativa ex. Carta di Roma)
I professionisti del settore: ricerche su uso efficace dei media e su
ambienti di lavoro per misurarne l’incidenza (teoria operazionale)
Senso comune: come i media si inseriscono nel quotidiano come
leggiamo un contenuto e come dovrebbe essere letto; saperi
condivisi: formazione dei gusti/scelte del pubblico
Aspetti culturali: studio della produzione mediale per trovare criteri
qualitativi di film, letteratura tv (teoria culturale)
Definizione del fenomeno mass mediale
Immagini
del
pubblico
Esperti del
settore
Ricerca
scientifica
Il perché di diverse prospettive
Nove tecnologie e problemi di differenziazione



comunicazione pubblica e privata
comunicazione di massa comunicazione
interpersonale
(che cos’è uno status di fb sulla mia vita privata?)
Rapporto tra comunicazione di
massa e comunicazione







Diversi livelli di organizzazione sociale in cui la comunicazione ha
luogo
La com. di massa è uno dei processi comunicativi del sociale: verticistico
Più i livelli sono bassi più aumentano le situazioni comunicative che
possiamo trovare
Altre reti di com presenti in società (trasporti, poste, telecomunicazioni)
non hanno l’entità della com di massa

Prima
Poche reti di comunicazione
Gestione di Chiesta, Stato, Organizzazioni politiche
(credenze condivise, organizzazione gerarchica, propri canali di
comunicazione)

Oggi
Diversi tipi di reti, soprattutto a livelli più bassi della piramide
La piramide di McQuail: organizzazione
sociale e comunicativa
Macrosociale (comunicazione di massa)
Istituzionale – aziendale
(sistema politico o impresa)
Tra gruppi o associazioni
(comunità locale)
All’interno del gruppo (es. famiglia)
Interpersonale (es. diade coppia)
Intrapersonali (elaborazioni di informazioni)
Livelli di organizzazione sociale e
comunicazione





Individuo -Comunicazione intrapersonale: Ego con se
stesso, presocialità, elaborazione di ciò che entra nella
relazione;
Coppia (comunicazione interpersonale): diade, ego/alter,
impulso alla socievolezza
relazione paritaria e dialogica, organizzazione sociale più
semplice, prima espressione del legame sociale.
Premessa agli altri livelli di organizzazione
Gruppo primario- comunicazione all'interno del gruppo:3
persone. livello organizzativo superiore (ruoli e fine
comune), la comunicazione è più standardizzata che nella
coppia es. famiglia
Livelli di organizzazione sociale e
comunicazione





Gruppi secondari/o associazioni: gruppo grande e
organizzazione complessa, l'organizzazione servono
strategie interne ed esterne.
comunicazione interna funzionale a comunicazione
esterna;
strategia obiettivi programmi divisione di compiti e ruoli,
il fine riconoscibile dall'esterno (comunicazione)
Istituzioni/Aziende:Comunicazione istituzionale/aziendale:
struttura del gruppo, formalizzazione rapporti, necessarie
strategie comunicative verso l'esterno
Livelli di organizzazione sociale e
comunicazione
Mass media – comunicazione massmediale:
Massimo livello di strutturazione
Comunicazione pochi verso i molti, trasversalità con altri livelli
relazionati ad essa.





Comunicazione interpersonale:immagini e rappresentazioni di
informazione mass mediale
Istituzioni: parlano a tutto il corpo sociale simultaneamente.
Il ruolo di potere dei media nella piramide

Pochi organizzati che comunicano a molti disorganizzati
Livelli di organizzazione sociale e
comunicazione




Teoria delle minoranze organizzate: ogni struttura sociale
ha una minoranza che esercita potere sulla maggioranza,
grandi numeri e impossibilità organizzativa
La minoranza: selezione, filtro di contenuti
il pubblico: messaggi simultanei, impossibilità di risposta
tempestiva
I dati audipress:feedback su quantità e non su qualità
ricezione, come avviene la fruizione?
La piramide su scala globale


Organizzazioni e istituzioni agiscono su scala internazionale e globale
gli individui soddisfano i bisogni comunicativi fuori dai contesti nazionali
La società della rete
Reti di comunicazione non chiuse in una sola società
Prima
1 tecnologia della comunicazione X livello piramide
Livello di vertice: tv
Livello istituzionale telefonia/fax
Oggi
Internet supporta tutti i livelli + interazione base/vertice piramide, prima
impossibile
Le domande di ricerca per ogni
livello della piramide





Chi comunica a chi?
fonti e riceventi
Perché ?
funzioni e scopi
In che modo?
canali linguaggi e codici
su cosa?
contenuto e tipi di info
con quali effetti?
intenzionali o non intenzionali
Approcci di studio per le diverse
situazioni comunicative











1)Tradizione strutturale (sociologia, economia, storia, diritto)
Approccio sociocentrico. Sistema mediale e società
Struttura sociale e struttura dei media = contenuto massmediale
Analisi macrosociale: le conseguenze dei media su altri sistemi sociali
ex come gestione notizie condizionano politica
Metodologie quantitative
2) Tradizione comportamentale (psicologia, psicologia sociale)
Comportamenti individuali, scelte, consumi risposta ai messaggi
Micronalisi: media e comportamento del singolo
Metodologia: Osservazione partecipante, focus group, situazioni
sperimentali
https://www.youtube.com/watch?v=kuThaGU4Q7s
https://www.youtube.com/watch?v=n73hdpdPHuk
Approcci di studio per le diverse
situazioni comunicative




3) Tradizione culturale (antropologia, sociologia dei
processi culturali, sociolinguistica)
Prospettiva mediacentrica: interpretazione significati,
contesti, esperienze di fruizione
Prodotti mediali come merci: riproducibilità
Metodologie: analisi dei testi
La nascita dei mezzi di
comunicazione
La nascita dei mezzi di
comunicazione
Comunicazione di massa autonoma rispetto ai mezzi di
comunicazione di massa
Chiesa (alto Medioevo) = propri canali di comunicazione per la
trasmissione dei messaggi


Elementi sottostanti alla nascita dei mezzi di comunicazione di massa e loro
applicazioni

Scopi, bisogni usi: informazione, intrattenimento, diffusione
culturale/istruzione

tecnologie: comunicare a molti a distanza

Forme di organizzazione sociale: precondizione alla diffusione di
tecnologie

Forme organizzate di governance: agiscono per pubblico interesse

Elementi slegati e preesistenti ex. Tecnologia (cinema) anticipa bisogni
latenti

+ società è aperta + sviluppo tecnologie di comunicazione

Ex. Libertà di pensiero = nascita stampa
La nascita della stampa
Nascita della stampa a caratteri mobili (Gutenberg XV sec.)

Prima in Cina e Corea

Molto dopo in Russia (XVII sec.): società chiusa
Fine ‘500-’600

Volantini e pamphlet

La nascita del primo giornale

uscita regolare

Base commerciale

Diverse finalità (informazione, pubblicità, svago e pettegolezzo)

Carattere pubblico (aperto)
‘600
Il giornale commerciale
era fatto da editore- tipografo che raccoglieva diverse notizie
no unica fonte.
No strumento di propaganda, ma servizio per i cittadini
vs
Il giornale ufficiale
(Corona o governo)
fonte autorevole/strumento di governo
Il ruolo della stampa
Giornale più innovativo del libro









Utilità
Laicità
Risposta ai bisogni della borghesia urbana
Novità = no tecnologia,
funzionalità a una classe sociale specifica (clima di
trasformazione, liberale)
Scopo originario del giornale
Attacco/ denuncia al potere costituito
Lotte per la libertà di stampa
Clima di democrazia e rivendicazione di diritti politici
Inizialmente giornali prodotti sotto protezione delle autorità
Aumento progresso verso la libertà di stampa maggiore
affinamento di strumenti di censura e controllo
Stampa politica, stampa dèlite,
stampa popolare








Il foglio politico di partito
Scopi: informazione, mobilitazione e organizzazione
Sostituito da quotidiano commerciale: meno manipolatorio.
Stampa d’èlite
Fine ‘800
Giornale borghese: vicinanza al quotidiano di oggi
Contesto: liberalismo, fine della censura, innovazioni
tecnologiche, classe capitalistica in ascesa
Indipendenza dallo Stato
Istituzione della vita politica e Strumento di formazione
dell’opinione pubblica
Forte senso etico
Giornalismo di cronaca obiettivo
Stampa politica, stampa dèlite,
stampa popolare
Stampa popolare







E’ il quotidiano di massa
Risultato del progresso tecnologico e di alfabetizzazione
Basso costo
Spazi ampi per pubblicità
Genere: cronaca nera, scandali, guerre, spettacolo
Enfasi e drammatizzazione
Tabloid (formato e contenuto): sensazionalismo
Il cinema




Fine ‘800
Risposta al bisogno di svago di ceto urbano mediobasso/operaio.
Risposta alla nascita del tempo libero
Svago economico
Estensione di benefici culturali alla classe lavoratrice
Importanza del cinema
1. Uso propagandistico: per scopi sociali o nazionalistici,
capacità di penetrazione, realismo, impatto emotivo
2. Scuole di arte cinematografica: connotazione realistica
3. Cinema documentaristico: richiamo limitato
Il cinema
Riferimenti ideologico-propagandistici nei film di intrattenimento

Forme celate di controllo sociale

Finalità: intrattenimento + tendenze didattico-propagandistiche




Step della storia del cinema
1) Americanizzazione industria e cultura cinematografica dopo I guerra
mondiale: omogeneizzazione (Imperialismo culturale?)
2)Nascita tv: ruba fette di pubblico al cinema (es. famiglie)
3) separazione del film dalla sala cinematografica: non più esperienza
totalizzante (Dvd, tv, tv via cavo; tv satellitare, banda larga su
internet). Da esperienza pubblica a esperienza privata. Non più
fruizione di massa, scelta del pubblico, soddisfazione di mercati di
nicchia.
Cinema= creatore di cultura
Fonte di cultura da cui sono tratti, libri, film, fumetti, canzoni, serie tv
(Gomorra)
Radio e Tv



Nascono come mezzi di trasmissione e ricezione
Non hanno una domanda
Traggono i loro contenuti da altri media (musica, storie, sport,
news)
Maggiore controllo di autorità pubblica vs stampa
Radio ‘20-’30
’40
la radio nel periodo bellico

Attacco nemici

Vicinanza /solidarietà alleati
Voce nelle case
Vicinanza vs distanza mass mediale
Radio: discrezione, rapporto personale
Tv: invadenza,
sopravvivenza e rilancio nel tempo (radio 2 vs nuove espressioni di
socialità)

La radio
Impatto sociale dei mass media
 Oggetto di arredamento (vintage anni ’70)
 Ornamento estetico
 Da medium a Status symbol
Radio /elettrodomestici
indicatori di posizioni sociali (meccanismi imitativi)
Status symbol
Alta stratificazione (differenze)
Mobilità sociale
Meccanismi imitativi
Trickling down effect (Fallers)
(fenomeni di consumo e di moda)
Oggetto evocativo - classe sociale (illusorio)
Oltre la funzione informativa
Tv









Anni ‘50
America: ‘46-47 prime programmazioni (diffusione ‘54)
Italia: ‘54 prime programmazioni (‘65 media diffusione)
Radio = guerra
Tv = periodo post – bellico, benessere
TV = finestra sul mondo in tempo reale
Prime programmazione in diretta, oggi solo “eventi mediali”
(sportivi/spettacoli)
Registrazione di programmi = illusione di realtà
Senso di intimità,coinvolgimento spettatore/presentatore-attore
La tv e lo scenario sociale
Fratture del ventennio fascista
Cittadini vs consumatori (miglioramento tenore di vita, no differenze
sociali)
TV = benessere quantitativo
Oggi: fonte primaria di informazione
Funzioni della tv




Raccordo tra politici e cittadini
Educatrice per bambini e adulti (Popper)
Fonte di intrattenimento di massa
Tv generalista vs tv tematica: società individualistica
di massa (frammentazione vs capacità di unire il
corpo sociale)- Wolton
New media vs vecchi media









New media anni ‘60
ICT Information communication technology
Specificità
Interconnettività
Accessibilità al singolo utente (E/R)
Interattività
Molteplicità di impiego
Delocalizzazione
Digitalizzazione (ogni contenuto veicolabile)
Convergenza mediale
Concetti e modelli per la
comunicazione di massa
Tre punti di vista sull’impatto dei
media
Il tema dei media = influenza dei media
3 questioni di rilievo
1)il potere dei media
2) integrazione/disgregazione sociale
3) acculturazione del pubblico
POTERE DEI MEDIA
I media esercitano enorme influenza
A partire dal 1910
Stampa USA
 Pubblicità
 Titoli d’effetto
I Guerra Mondiale
Uso propagandistico dei media (stampa e cinema)
Capacità di influenza delle masse
I media strumenti di propaganda
II Guerra mondiale
Uso dei media paesi Alleati
Intrattenimento
Informazione
=
Propaganda
Prima del 1950
Media = formazione opinione pubblica + condizionamento dei
comportamenti
Ruolo dei media nelle relazioni internazionali
Caduta comunismo
Guerre nei Balcani
Guerra del Golfo
i media e la lotta per il potere
Come si afferma il potere dei
media?
“Un’industria dei media nazionale
capace di raggiungere la
maggioranza della popolazione; un
certo grado di controllo
monopolistico autoritario al vertice
o al centro; un pubblico affezionato
ai media e sensibile al loro fascino”
(McQuail, 2007)
2. Comunicazione e integrazione
sociale







Fine ‘800- ‘900
Trasformazioni sociali
Dalla comunità alla società
Gli effetti dell’industrializzazione
Effetti dell’urbanesimo
(Criminalità, prostituzione, devianza = crescita anomia e
insicurezza, isolamento = modernità vs vita comunitaria)
Immigrazione da Europa ad America = problemi di coesione
sociale e integrazione

Causa
Trasformazioni economico-sociali

Concausa di fine legami comunitari/ spersonalizzazione
/criminalità
Media e cultura popolare (libri, musica, riviste e fumetti)
2. Comunicazione e integrazione
sociale











Rapporto media –integrazione sociale
Visione negativa = Crescita individualismo (aumento solitudine,
aumento criminalità)
Visione positiva = Ruolo dei media nella coesione
Media e coesione sociale
Unione di individui in esperienza comune nazionale, locale e cittadina.
Media sostegno alle riforme sociali
Media sostegno alla democrazia
Media (cinema = relax e intrattenimento per la classe operaia)
Attualità dei problemi di coesione sociale
Nuove sfide per i media = armonia sociale
Crisi del legame sociale
Crisi di valori
Scarsa partecipazione civica
Problemi di integrazione (immigrazione)
3. Media e acculturazione











Ruolo dei media per l’educazione delle masse
Sostegno alle istituzioni dell’istruzione
I media
contributo al progresso
circolazione di informazione e idee
Lotta alla corruzione politica
Svago non nocivo
Informare le masse
Radio anni ‘20-’30 Europa
Funzione culturale-educativa- informativa
Accrescere unità nazionale
Oggi
La funzione di acculturazione dei digital media oggi
Istruzione e cultura vs intrattenimento e profitto
I media sotto accusa






I media problema/capro espiatorio
Prevale visione negativa
Immagini di sesso/violenza = crescita disordine sociale
(ex. Violenza tv e cyberg-bullismo)
Media causa di
Proteste politiche violente
Xenofobia
Crisi della democrazia (delegittimazione) e apatia politica
Internet= odio, terrorismo
Eccesso di attenzione dei media a fenomeni sociali
negativi = sensazionalismo
Perchè i media hanno capacità di
influenza?
concetto di massa (fine ‘800)
“Un aggregato in cui l’individualità sparisce”
Pubblico mass media
L’espressione comunicazione di massa
Fine anni ’30






Molti destinatari (anonimi)
Emittente: organizzazione o comunicatore (giornalista, presentatore
ecc) oppure vendita di accesso ad altre voci (pubblicità, politici)
Unidirezionalità
Impersonalità messaggio
Distanza E/R
Emittente: autorevolezza, prestigio
Il processo della comunicazione di
massa


Il messaggio: standardizzato, e riproposto, mancanza di
originalità (produzione di massa)
Messaggio = merce
“Le comunicazioni di massa comprendono le istituzioni e le
tecniche con le quali gruppi specializzati impiegano
dispositivi tecnologici per dispensare contenuti simbolici a
vasti pubblici, eterogenei e fortemente dispersi” (Janowitz)


Comunicazione = trasmissione vs condivisione
Processo com di massa vs mezzi di comunicazione di massa
(tecnologie per la com di massa)
I media possono avere scopi differenti dal processo di com di
massa: istruzione, scopi organizzativi, messaggi individuali.
Il pubblico di massa




Blumer massa = nuova formazione sociale
Vs
gruppo, folla e pubblico
Gruppo: individui si conoscono, senso di appartenenza, valori
comuni, obiettivo comune e stabilità nel tempo
Folla: dimensioni più ampie, durata temporanea, no strutturata,
contagio emotivo, irrazionalità, non si riforma
Pubblico: grande, dispersività, stabile. Si forma attorno a una
causa, a sostegno di opinioni. Parte più informata della
popolazione ( a volte). Pubblico = nascita stampa borghese
Massa: più grande delle precedenti collettività; disaggregata,
Caratteristiche della massa











membri sconosciuti tra loro e alla fonte
No identità
no autocoscienza
no organizzazione
Più che agire è agita (manipolabile)
Eterogenea = Raccoglie gruppi sociali differenti
Omogenea = nella scelta dell’oggetto di interesse e agli
occhi della fonte
Massa
Non solo pubblico mass media
Ma consumatori (mercato di massa)
Corpo elettorale (elettorato di massa
I mass media orientano tutte e tre le collettività
Comportamento di massa





Uso dei media = comportamento di massa
Metodologie di indagine quantitative
Ex indici di ascolto = mercato di massa di consumatori
Cambia l’idea di pubblico, pubblici più specializzati.
I media come istituzioni
Insieme di attività e organizzazioni mediali, regole
operative ed esigenze politiche e legali
Funzione principale: diffusione di cultura e informazione
L’istituzione del tempo libero e
dello svago




I media
Sottrazione tempi altre attività
Cattiva interpretazione = fruizione distratta
Media come istituzione
Formazione dell’opinione = trasmissione di conoscenze,
circolazione idee, orientamento opinioni
Media istituzione chiave della modernità = espressione di
valori e trasformazioni
Società dell’informazione e della comunicazione
La crisi delle istituzioni e i media



Sovrapposizione media e istituzioni
Famiglia: incomunicabilità, comunicazione funzionale
all’organizzazione
Media nuovo focolare domestico, trasmissione di valori e
modelli di comportamento, oggetto transizionale
Politica: spettacolarizzazione, immagine vs programmi
Media causa crisi istituzioni o soluzione?
Cultura di massa







Cultura di massa
Contenuto offerto dai media al pubblico (informazione,
intrattenimento)
Cultura di massa = gusti e preferenze della massa
(maggioranza persone)
Oggi no differenze di classe, no minoranze istruite vs
classi popolari povere.
No differenze gerarchiche di gusti
Impossibilità di studiare empiricamente la cultura di
massa = coinvolge tutti, normale esperienza culturale
Cultura di massa
cultura popolare = ciò che piace ai
più
Cultura popolare: accezione positiva (Fiske)
Caratteristiche della cultura di
massa
Cultura di massa






Prodotti standardizzati
Differenti nella forma: piccole innovazioni, illusione di mutamento (mode
passeggere)
Prodotti non durevoli: andamento del mercato
Specificità: standardizzazione/ unicità, sensazione del nuovo, tradizione/
innovazione = consumi trasversali
Scopi della cultura di massa
Controllo del corpo sociale: stili di vita
Garanzia di sostegno economico all’industria
Caratteristiche della Cultura di massa




Non dotta
Iperproduzione di storie, giochi, racconti, canzoni
Commercializzazione, riproducibilità, grande diffusione: esistenza fuori dai media,
ma prodotto tipico dei media
Cultura di massa: contenuti effimeri (felicità, avventura, benessere), capacità di
penetrazione
Cultura di massa vs altri tipi di
cultura









Cultura di massa vs cultura d’èlite
Cultura d’èlite
1) creata e controllata da èlite culturale
2) risponde a canoni critici indipendenti dal suo consumo
Cultura alta = valutazione svincolata dalle pratiche di consumo
Non venduta
No gusti consumatori
No logiche di mercato
Indipendente dal successo di pubblico
Cultura di massa
Prodotti creati per mercato di massa
Standardizzata
Fruizione massificata
Cultura di massa vs altri tipi di
cultura
Cultura di massa vs cultura popolare




Cultura popolare (folklore): cultura tradizionale, nasce dal popolo,
indipendente dai media (abbigliamento, canto, danza)
Sviluppo spontaneo e mezzi espressivi tradizionali, calata nella
vita quotidiana
Timore di contaminazione cultura popolare da parte della cultura
di massa
Media: sfruttamento filoni popolari con adattamento a vita
cittadina.
Subculture
Strumento concettuale per
differenziazione sociale
(’40)

I tratto: sub= subalterna e
subordinata (auto attribuito
etero attribuito, devianza Ex.
criminalità)


II tratto: differenza di etnia,
classe e di età (segmento di
cultura) differenziazione a
livello simbolico, impossibilità
di affrancamento
III tratto: si acquisisce
tramite interazione, densità
di relazione, simile in parte
alle comunità (Tornthon)
Studi di Choen e dei Cultural studies
(punk, skinhead= classe operaia)


Gratuità
No necessità attacco alle cose per
bene, legittimazione
La subcultura è un compromesso
tra

cultura di classe della famiglia

e cultura dominante
l’identità delle subculture
(musiche abbigliamento)
Stile

Comunicazione della propria
identità

Tentativo di ordinare la realtà e il
proprio ruolo
Cause
Anni 50-60
Aumento reddito per adolescenti della
classe operaia usato nel tempo
libero
È cultura attiva e di protesta
La cultura di massa oggi





Bauman: cultura di massa no prodotto mass media
(strumenti)
Cultura universale e standardizzata
Standardizzazione conseguente alla dipendenza dal
mercato + applicazione tecnologie sulla produzione
culturale
Prima
Cultura di massa = minaccia al concetto di arte tradizionali
Bourdieu
Cultura di massa:capitale culturale + capitale economico =
differenza tra classi sociali
Superiorità della cultura alta vs rivalutazione cultura di
massa = riconoscimento di creatività e valori espressivi
Massmedia, società, cultura
Primi Studi sulla comunicazione
“Paradigma massa”
messaggio inviato da fonte organizzata raggiunge simultaneamente
più persone.

Fonte- Destinatario: differente ruolo e posizione nel paradigma

Media onnipotenti: influenza atteggiamenti/ comportamenti vasto
pubblico.

Massificazione riceventi

Impersonalità rapporto E/R

Intenzioni manipolatorie della fonte


Paradigma dominante condizionato dal funzionalismo
Comunicazione crea integrazione, normalità nella società
Contesto: società normativa, società funzionante e democratica
Il paradigma dominante





condizionamenti del Modello della teoria dell’informazione
(Shannon e Weaver, 1949)
Efficienza del canale
Spiega la comunicazione umana
Modello della trasmissione
Metodologie quantitative per lo studio dei comportamenti: impatto media S-R
Dal paradigma dominante al
paradigma alternativo




Modello della trasmissione dominante
Comunicazione lineare
Approccio causa/effetto
Non si contemplava l’autonomia del ricevente
nell’interpretazione del messaggio.
Visione alternativa




I limiti del modello della trasmissione
Non sempre il segnale raggiunge il ricevente/ ricevente
desiderato;
Comprensione differente del messaggio rispetto alle
intenzioni della fonte;
Ridimendionamento effetti media: no effetti diretti
Paradigma alternativo



Impostazione marxista
I media veicolano un’ideologia:
intrattenimento = legittimazione strutture
di potere
Impatto dei media non prevedibile:
condizione sociale ricevente e interessi del
pubblico
Metodologie: qualitative ed etnografiche;
culturologiche
I modelli della comunicazione






Le prime definizioni di com di massa
Attenzione alle tecnologie no aspetti sociali
Si sviluppano modelli alternativi
1)
2)
3)
4)
Modello della trasmissione
Modello rituale o espressivo
modello dell’attenzione o della pubblicità
modello della ricezione
Modello della trasmissione
Comunicazione = trasmissione informazioni
Il processo di comunicazione secondo Laswell: 5W











Chi
Dice cosa
A chi
Attraverso quale canale
Con quali effetti
Evoluzione modello di Westley e McLean
Società - agente di comunicazione (ex giornalista) pubblico
Prima
Emittente-messaggio- canale- riceventi
Dopo
Eventi/voci della società –canale/comunicatore- messaggio – ricevente
Gli agenti della com non creano il messaggio
trasferiscono il resoconto di avvenimenti (notizie)
danno accesso alle opinioni di chi vuole raggiungere il pubblico
Modello della trasmissione






Modello Westly and McLean
Contesto Americano
Agenti di comunicazione: ruolo selettivo
Selezione basata su interesse presunto del pubblico
Comunicazione non finalizzata: no fini
persuasivi/educativi/informativi
Comunicazione mossa da interessi pubblico
Modello trasmissivo: (da emittente a ricevente)
meno meccanicistico
Limiti
La comunicazione = trasmissione
Modello rituale o espressivo









Carey
La comunicazione come rituale
Condivisione, partecipazione, associazione, comunanza
Vs
Emissione, informazione, trasmissione
Scopo mantenimento della società nel tempo; rappresentazione di
credenze comuni
La comunicazione rituale/espressive: no basata su fine
intenzionale/utilitaristico, ma su comuni vedute ed emozioni.
I messaggi della com rituale: latenti/ambigui; associazioni di simboli
presenti nella cultura
Effetti sulla società del modello: integrazione sociale, creazione di
legame sociale.
Ex uso di simboli nella comunicazione politica; riferimento latente a
valori culturali; tradizione, solidarietà
Il rituale unisce: ambito religioso, cerimonie pubbliche/feste
(https://www.youtube.com/watch?v=LhT9RYPPZDA)
Modello dell’attenzione o della
pubblicità
Scopi della comunicazione:








1) informare
2) esprimere e rafforzare la cultura
3) attirare l’attenzione visiva/uditiva
Attenzione = consumo
Scopo comunicazione = profitto
Vendita dell’attenzione agli inserzionisti
L’attenzione precede la persuasione
Ex effetto agenda: politica (ordine del giorno)
Scopo di tutta la produzione mediale: destare attenzione,
suscitare emozioni, creare interesse (spot, serie, talk show)
Le tecniche di presentazione prevalgono sulla sostanza del
contenuto
https://www.youtube.com/watch?v=M8bb3fv91gY
https://www.youtube.com/watch?v=DyGq4keRlrA
Modello dell’attenzione o della
pubblicità
Per questo modello
comunicazione = non creazione di significato o trasferimento
 Pubblico non passivo ma neutro
Specificità del modello
 1) quando il pubblico si dedica ad un medium sottrae
tempo ad altri media: l’attenzione è a somma zero
 2)l’attenzione esiste nel presente, disinteresse per il
passato, il futuro è amplificazione o continuazione del
presente
 3) conquista dell’attenzione: scopo a breve termine,
svincolato dal senso. La forma e la tecnica prevalgono sul
messaggio
Il modello della ricezione








La costruzione del significato dipende dal pubblico
Messaggio mediale polisemico
Interpretazione dipende da contesto ricezione/cultura.
Stuart Hall: i riceventi possono leggere il messaggio in maniera
difforme dalle intenzioni della fonte, in base all’esperienza
(contrasto influenza ideologica).
Per Hall il messaggio televisivo è codificato secondo le intenzioni
dell’organizzazione mass mediale, ma decodificato secondo i
parametri culturali del pubblico.
Le strutture di significato del pubblico sono diverse da quelle degli
emittenti (esperienze e idee del pubblico).
Non corrispondenza tra messaggio decodificato e messaggio
codificato
polivalenza messaggi, diverse comunità interpretative,
supremazia del fruitore nella definizione del significato
http://www.nextquotidiano.it/wpcontent/uploads/2015/11/bastardi-islamici.jpg
Modelli della comunicazione a
confronto




Modello della trasmissione: applicato in contesti
istituzionali per finalità
educative/informative/propagandistiche
Modello rituale o espressivo: rimanda a contenuti che
hanno a che fare con l’arte, lo spettacolo e spesso reality
show
Modello della pubblicità: fine di attirare pubblico per
profitto; si usa in pubblicità o pubbliche relazioni
Modello della ricezione: ridimensiona il potere dei media di
plasmare il pubblico che ha capacità decisionale
Comunicazione di massa e
cultura
Approccio culturalista




Focus su
Aspetti specifici del processo di comunicazione di massa
Contenuto mass media = i testi
pratiche di ricezione = Processi di significazione
Pratiche di produzione
Carey
comunicazione
“processo simbolico grazie a cui la realtà è prodotta, mantenuta
aggiustata e trasformata”
Elementi costitutivi della cultura

La comunicazione e cultura
Comunicazione
=
è un attributo fondamentale della cultura
La comunicazione = sviluppo, diffusione e sopravvivenza della cultura.
Prima definizione antropologica (fine ‘800, primi ‘900)
“la cultura è quell’insieme complesso che include la conoscenza, le
credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra
capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro di una
società”
(Edward Burnett Tylor)
La cultura è presente in

Gente

Cose (testi e manufatti)

Prassi umana (modelli di comportamento)
Comunicazione e cultura
In ogni aspetto della produzione/fruizione mass mediale c’è cultura

Gente = produttori di testi/lettori di testi da cui trarre significati

Cose = testi e manufatti (film, articoli, libri, canzoni) portatori di
significati

Prassi umana = pratiche di produzione e fruizione
Quali aspetti della cultura hanno indagato le teorie dei media?




1) Le caratteristiche della cultura di massa veicolata dai media:
include sia
- i contenuti
- le modalità di fruizione (gente = massa)
- problema della qualità della cultura di massa e modalità di
definizione
L’interesse delle teorie dei media
per la cultura









2) l’impatto delle nuove tecnologie: hanno cambiato il nostro
modo di conoscere la società_
-prima esperienza culturale = interazione diretta
-cerimonie religiose/ rappresentazioni
-ora cultura accessibile a tutti
3) aspetti economico-politici della produzione di cultura.
Mercificazione della cultura (ex produzione software diffusi su
scala globale);
Globalizzazione: minaccia di ibridazione o omogeneizzazione
- rischio sopravvivenza di forme culturali minoritarie
4) identità culturale: la cultura prodotta dai media è ormai
globalizzata, minaccia per le identità locali vs garanzia di
diversità culturale (ex. Subculture)
5) diffusione di ideologie tramite i testi mediali: effetti sul
pubblico
Riqualificazione della cultura di
massa



Cultura di massa o popolare (gradita ai più)
La cultura veicolata dai media
Largamente diffusa
No distinzione gusto elitario/gusto di massa
Cultura di massa trasversale: attrae tutti






Cultura popolare
espressione preferibile
no accezione negativa
Prodotto ibrido della contemporaneità
Fine: raggiungere i più
Conquista del mercato e risposta a domanda esistente
Il potere del pubblico





Perché riqualificazione della cultura popolare?
Un prodotto culturale può essere letto in modi diversi (Stuart
Hall)
Fiske
Testo mediale
Polisemico
Dipende dalla lettura/fruizione da parte del pubblico
Contenuto della cultura mediale viene letto in modi diversi nelle
diverse subculture: Ex. Madonna target differenti; Il Volo:
teenager - target adulto (appassionato di Antonella Clerici)
Se ogni pubblico è capace di costruire il proprio significato = si
evitano forme di controllo sociale derivante da letture.
“privilegiate”, capacità di eludere il potere sociale.
Critiche attuali alla cultura di
massa
Critiche derivanti dalla Scuola di Francoforte












Ripetitiva
Infantile
Limitata nell’approfondimento dei contenuti
Tranquillizzante
Condizionata ideologicamente
Vuota
Finalizzata al profitto e non alla crescita culturale
Sfruttamento massimo dei prodotti mediali e, scartati quando non sono più
redditizi
La cultura popolare va riqualificata fino a un certo punto
Diseguaglianza semiotica:
minoranza colta accede a cultura popolare e cultura colta
Maggioranza dipende dalla cultura popolare e dal mercato
Non si possono ignorare che la cultura popolare garantisce soddisfazione di
bisogni e gratificazioni; dimostrato dal successo di mercato
Difficoltà di definire la qualità della cultura di massa: parametri differenti per
pubblico, produttori, critici e operatori dei media
Commercializzazione
Popolarità = successo commerciale

La cultura popolare può essere
riscattata fino a un certo punto

Commercialismo = contenuto
prodotto in serie e venduto

Contenuto commerciale =
predilige svago, intrattenimento,
conformista, poco originale e
standardizzato, scarsa qualità
Ex Tabloidizzazione dei giornali


Tabloid = formato ridotto di
giornali popolari
Dove prevale il sensazionalismo
al razionalismo










Tabloidizzazione dei notiziari tv
Personalizzazione
Drammatizzazione
Notizie interessanti ai più ma..
Notizie vacue
Superficialità = “infotainment”.
Non è il libero mercato che ha
avuto effetti negativi sulla cultura
ma un’idea di
commercializzazione come:
Tendenza alla banalizzazione
Contenuti soggetti a logiche di
mercato
Cultura e valori in secondo piano
I bisogni del mercato pubblicitario
prevalgono sulla cultura
Comunicazione e tecnologia


McLuhan
I media = prolungamento dell’uomo (sensi)
Oltre a ciò che sperimentiamo nel mondo conta come lo sperimentiamo:
media (ex crollo muro di Berlino, attentati)
Media caldi VS Media freddi



Indicano il grado di partecipazione che un medium richiede a chi lo fruisce
Media caldi: non richiedono grande partecipazione, impegnano un solo
senso, messaggi ad alta definizione, offrono molti dati che non richiedono
che il messaggio venga integrato dallo spettatore: fotografia (molto
dettagliata), radio, scrittura (isola non coinvolge)
Media freddi richiedono più partecipazione e coinvolgimento, coinvolgono
più canali sensoriali, messaggi a bassa definizione. Lo spettatore deve
completare l’informazione con una partecipazione attiva EX. Telefono e Tv
Comunicazione e tecnologia

«La TV è un medium freddo, partecipazionale ... La radio, invece, è
un medium caldo e funziona meglio se se ne accentua l'intensità.
Non richiede a chi ne fa uso lo stesso livello di partecipazione. Può
servire come rumore di fondo... La TV non può essere uno sfondo, ci
impegna, ci assorbe».M. McLuhan
1.
2.
3.
4.
5.
Le ricadute di tecnologia su comunicazione = distorsione
Distorsione dell’esperienza sensoriale: il mondo sperimentato tramite
immagini (+/- coinvolgenti)
Distorsione della forma e rappresentazione: messaggi molto
codificati ex l’informazione
Distorsione del contenuto: più o meno realismo, diversi gradi di
polisemia
Distorsione del contesto d’uso: media a ricezione collettiva (tv),
media a ricezione privata (stampa)
Distorsione del rapporto: media unidirezionali vs media interattivi
La teoria della coltivazione





Gli effetti della Tv secondo Gerbner
La tv crea effetto coltivazione e acculturamento dall’infanzia
all’età adulta (agente di socializzazione).
“L'uso massiccio del mezzo televisivo non ha effetti immediati
sul pensiero ma produce nel lungo termine un effetto di
"coltivazione" e provoca un cambiamento della percezione
della realtà, facendo vivere lo spettatore in un mondo
modellato su ciò che viene trasmesso nella televisione (TVWorld)”.
L’esposizione sistematica a una visione selettiva della società
ne plasma le credenze ei valori
La percezione della realtà di spettatori assidui è diversa da
quella dei saltuari
La teoria della coltivazione

Analisi del programmi e analisi del pubblico:

1) possibilità di rimanere vittime di atti di violenza;
2) paura di camminare da soli di notte;
3) percezione della protezione della polizia;
4) diffidenza verso gli altri.
Percezione del mondo = pericoloso

Critiche: coloro che guardano la tv hanno più paura
o coloro che hanno paura guardano più tv per tenere
la realtà sotto controllo?
Mass media e postmodenità
Le contraddizioni del Post- moderno
Non completa rottura
“La condizione postmoderna” (Lyotard,1979)
Fine anni ’50
” la postmodernità non succede alla modernità, ma la precorre. ne
costituisce il preparativo storico per la sua rinascita”
Postmodernità = spirito del tempo
Connessione cultura di massa = postmodernità
Modernità vs Postmodernità
Modernità

Modello normativo
unilinearità
Razionalità (prevedibilità
ordine)
Rifiuto della trascendenza
(disincanto del mondo
Weber)
Rifiuto del passato progresso

Homo oeconomicus

Grandi promesse (libertà)





Postmodernità
Rifiuto ordine gerarchico

Frivolo/emozioni
Reincanto del mondo
(spiritualismo)

Recupero del passato
(arcaico/citazionismo)

Homo aestheticus (etica
dell’estetica)

Fine delle grandi
promesse

Estetica Postmoderna e cultura di
massa (Società Neo-Barocca)
Nuovi canoni estetici







Lettura del sociale attraverso i prodotti della cultura di massa (Videoclip)
Emozioni : effervescenza- rituale, polisensorialità, clima
Sincretismo: commistione, accavallamento di stili (musical Dirty Dancing
ibridazione)
Citazionismo: ritorno del passato “il già fatto, il già visto” (Mini, 500,
Contenuti culturali)
Ironia: un significato apparente diverso da quello reale, distacco
(pubblicità/Satira e politica, generi artistici)
Barocchizzazione: trionfo dell’artificio (Moulin Rouge), disordine visivo,
ricercatezza e superfluo.
Molteplicità: crisi dell’ordine gerarchico, polifunzionalità della moda e
versatilità (varietà e ricchezza dell’offerta)
I media e la cultura postmoderna
Baudrillard





Concetto di simulacro
Perde di importanza la differenza tra l’immagine e la
realtà
I media mostrano pseudorealtà = prende il posto
dell’esperienza
Difficile da distinguere dalla realtà
Ex Realtà virtuale, The Truman Show
LE STRUTTURE
Economia e “governance dei
media”
L’industria speciale





Natura anomala
Economica e politica
1)I media come industria: producono beni e servizi privati
(destinati al singolo)
2)I media come istituzioni: hanno una funzione politica in contesti
democratici, le cui idee non devono essere manipolate da privati
Differenze Economia e regolamentazione dei media
Diverse
Rispetto alle altre industrie
Rispetto alle altre istituzioni
Impatto delle tecnologia: convergenza e integrazione dei media
Struttura dei media












Il sistema dei media
L’insieme dei media in una società
Spesso stessa logica politico-economica: ex. Libero mercato (USA)
/dipendenti dallo Stato (Cina)
Sistemi misti: elementi privati e pubblici (Italia)
Nel sistema dei media
Diversi “settori” (stampa, radio, tv, internet, musica, telecomunicazioni).
Settori differenti, ma integrati (Ex cinema per distribuzione si rivolge al
circuito cinematografico, videonoleggio, tv pubblica, tv via cavo)
Livelli di analisi
Media internazionali
Sistema dei media (nazionale)
Aziende multimediali (interessi in molti media diversi
Settore dei media
Aree di distribuzione (locale, regionale nazionale)
Singolo mezzo (testata, canale tv)
Singolo prodotto mediale (libro, film, canzone)
Aspetti economici della struttura
mediale
Differenze



Mercato dei consumatori (prodotti mediali ex. Libri, canzoni o servizi
mediali; tv via cavo, media on-line)
Mercato dei pubblicitari (si vende l’accesso al pubblico)
Impatto non solo economico
Timore che finanziamento pubblicitario condizioni autonomia della fonte

Autonomia del contenuto (condizionato da interessi inserzionisti)

Perdita di credibilità della fonte


Diverso finanziamento
I media finanziati da pubblicità si ripagano prima di essere prodotti;
media misurati in base al numero e tipo di consumatori (indici di
ascolto: così si stabiliscono le tariffe per inserzionisti)
Media finanziati dai consumatori: prima esborso poi entrate; il valore
dei prodotti mediali dipende dalle vendite ai consumatori
Differenze nel mercato dei media




I media finanziati da pubblicità
Preferiscono pubblico omogeneo
Vantaggi di mercati eterogenei: puntare a nicchie redditizie
Media a pagamento: indifferenza omogeneità/eterogeneità del
pubblico perché su abbonamenti venduti
Media basati su introiti pubblicitari
Importanza collocazione geografica dei pubblici: ex inserzionisti
locali puntano a potenziali clienti
Quando i media concorrono per le stesse risorse ex, pubblicitarie
 Tendenza a uniformità imitativa = bassa qualità di alcuni
network televisivi e tabloid
 Alti costi di produzione (costi fissi molto alti e costi variabili)
 Alti costi di distribuzione (sale cinematografiche, cavo, satelliti
ecc.)
La proprietà dei media e forme di
controllo
“i contenuti dei media riflettono sempre gli interessi di quelli
che li finanziano” (Altschull, 1984)
 Il proprietario può essere finanziatore oppure..
 diversità di finanziatori (investitori privati ex imprese
mediali, inserzionisti, consumatori, governi)
Influenza indiretta e complessa sulla proprietà dei media
Tre categorie di proprietari più frequenti:
 1) imprese private
 2)enti privati senza fini di lucro (ex. Partiti politici/ Chiesa)
 3)settore pubblico (gestione statale diretta o concessioni
che dà autonomia sul processo decisionale dei beni
prodotti)
Effetti sulla proprietà




La proprietà decide su: allocazione risorse; strategie commerciali;
Direttori di rete e di testata liberi (?) di decidere sui contenuti.
Per i media commerciali (finanziati da consumatori) la proprietà può
incidere su contenuti (ex taglio costi, licenziare persone)
I media pubblici: condizionamenti politici e di inserzionisti
Concorrenza tra i media






Pluralità
Varietà
Rischio di monopoli e oligopoli
Tre livelli di concorrenza
1) concorrenza tra media differenti: quando ci sono prodotti
intercambiabili (informazioni su Internet vs info tv e quotidiani) e il
passaggio di pubblicità da uno all’altro
2)concorrenza in uno stesso medium
3) concorrenza fra aziende
Concentrazione verticale e
orizzontale


Concentrazione verticale: una proprietà che si
estende a stadi differenti di produzione e
distribuzione (ex casa di produzione cinematografica
che ha catena di sale; quotidiano nazionale che
compra quotidiani cittadini)
Concentrazione orizzontale: fusioni nello stesso
mercato (ex due giornali prima concorrenti); oppure
fusione di aziende che operano in settori differenti
(industria non mediale acquista giornale e canale tv)
Gradi di concentrazione
Livello di concentrazione
Dipende
Dal grado in cui le imprese maggiori controllano









Produzione
Occupazione
Distribuzione
Consumo
Grado di concentrazione va da
Concorrenza perfetta: rara, es. editoria libraria e periodica
Monopolio totale : raro
sfumature intermedie ex oligopoli (stampa e televisione)
Monopolio naturale: per ragioni di costi ed efficienza il consumatore è
servito meglio da un unico fornitore
Si cercano forme di integrazione verticale: la distribuzione dà maggiori
profitti della produzione
La governance dei media









Governance
Regole leggi, convenzioni formali e informali
Per controllare l’interesse generale e dei media stessi e garantirne
la funzionalità
Fini perseguiti dalla Governance
Tutela interessi dell’ordine pubblico e dello stato; prevenire danni
più seri
Salvaguardi di diritti e interessi individuali
Contribuire alle esigenze operative dell’industria
Promuovere libertà e valori culturali
Favorire innovazione tecnologica e iniziativa economica
Rispondere a standard tecnici
Soddisfare obblighi internazionali ex. Rispetto dei diritti umani
Promuovere il senso di responsabilità dei media
La regolamentazione nei diversi
media





La stampa
Libertà da controlli e regolamentazione
Libertà di stampa garantita costituzionalmente e da trattati internazionali (art. 10
Trattato europeo sui diritti umani)
Interesse potere politico per i giornali
Ex concentrazione (di produzione, distribuzione consumo ecc che può creare
monopolio/oligopolio)
La stampa riceve sussidi economici che determinano controllo e sorveglianza (ex
leggi antimonopolistiche e norme contro la proprietà straniera)
Modello radiotelevisivo
(broadcasting)
Forte irreggimentazione: ex proprietà pubblica
La regolamentazione: per garantire equa distribuzione risorse e controllo del
monopolio
Il concetto di Servizio pubblico
Supportato da politiche e molti regolamenti e leggi ad hoc.
Produzione e distribuzione appaltati a privati (concessioni)
Prevede finanziamenti di Stato e Pubblicità
Modello in declino: Passaggio alla privatizzazione
I sistemi di regolamentazione e
nuove tecnologie


Modelli di regolamentazione
Messi di discussione da : convergenza tecnologica
non permette la separazione di regole tra stampa sistema radiotv e
telecomunicazioni ex rete telefonica offre servizi tv e sistema radio tv
distribuisce giornali
Internet







Si sviluppa libero da controllo
La sua libertà non ha protezione giuridica: ciò la rende vulnerabile
Funzioni commerciali crescenti
Timore di usi impropri
Si presta a svolgere funzioni radiotelevisive
No collocazione rispetto ai modelli di governance di stampa e radiotv
Difficoltà di regolamentazione: per carattere transnazionale
Media e sistemi politici
Stretto legame tra media e sistemi politici nazionali






1)Le leggi di ogni paese, negoziate dal sistema politico
definiscono obblighi limiti diritti e libertà anche ai media
2)Spesso la dirigenza dei media (specie radiotv) è legata ad
interessi politici
3)I proprietari dei media hanno interessi finanziari per cui hanno
interesse a influenzare decisioni politiche
4) In periodi elettorali i politici inseguono i favori dei media
5)La politica è il primo tema in agenda di tutti i
media:condizionamento del contenuto
I media più che sfidare riflettono gli orientamenti politici
dominanti.
La comunicazione globale
Comunicazione globale








La comunicazione ha sempre avuto portata globale
Libro: confini transnazionali (traduzioni dal latino o da altre lingue)
I primi giornali: volantini a circolazione europea
In un secondo momento
Giornale diventa legato ai confini nazionali
Cinema alla nascita è fortemente nazionale fino a I guerra mondiale
Diffusione industria Hollywood rende il cinema transnazionale (industria
cinematografica in crisi dopo la guerra)
Nel XIX sec
I giornali attingevano ad agenzie di stampa internazionali (notizie da tutto
il mondo)
Dalla II guerra mondiale
Radio e industria discografica carattere internazionale
Doppia tensione: egemonia nazionale culturale e politica e condivisione
innovazioni tecnologiche
Le spinte all’apertura globale





Tecnologia: con i satelliti trasmissioni dall’esterno varcano i
confini nazionali + esportazione di prodotti di media nazionali
Economia: inizialmente i palinsesti limitati per i costi: poche ore
di programmazione
Programmazione 24h/24 Repliche + materiali importati
Usa maggiore esportatore materiale di intrattenimento
(doppiaggio)
Pubblicità: globalizzazione di prodotti; poche marche dominano il
mercato, agenzie pubblicitarie internazionali
Le declinazioni della
comunicazione globale







Trasmissione o distribuzione diretta di canali mediali o
pubblicazioni da un paese all’altro: vendita all’estero di libri e
canali tv satellitari;
Media internazionali: Mtv Europa, Al Jazeera International,
BBC World;
Contenuti mediali esteri inseriti nell’offerta nazionale (serie
tv, musica);
Format e generi stranieri: riadattamento su pubblico
nazionale;
Notizie internazionali: su paesi diversi o fatte da paesi diversi
Sport e pubblicità: straniere
Il Web
Declinazioni della comunicazione
di massa





La comunicazione di massa
Globale per natura
Eccezione USA: producono molto esportano poco (offerta
nazionale)
Pochi mezzi possono aprirsi a pubblico globale (ex canali)
Sono più i prodotti che si aprono a pubblico globale (ex
film, album, libri)
Tuttavia i paesi che importano esercitano controllo su loro
cultura con riadattamenti, traduzioni, (Se mi lasci ti
cancello) rimontaggio e riscrittura
Lingua e cultura locale frenano la globalizzazione
Imperialismo culturale
Dopo II guerra mondiale







Media = strumenti di modernizzazione e occidentalizzazione
Usati per superamento tradizioni
Effetti positivi di diffusione di contenuti da Occidente capitalista a
paesi meno sviluppati
No propaganda o istruzione, ma intrattenimento: per mostrare
way of life
Approccio etnocentrico alla comunicazione
Imperialismo mediatico
Non nasce da una domanda del pubblico, ma media nazionali che
facevano scelte su interessi economici e ideologici
Imperialismo culturale
Tentativo di dominare/invadere/sovvertire spazio culturale altrui








Contenuti: orientati a livello ideologico, culturale, valoriale
(ex. Individualismo, secolarismo, materialismo)
Finalità di imperialismo culturale = imperialismo politico (Schiller,
1969)
Usa vs America Latina (interessi di dominio economico, culturale e
politico)
Contro la teoria dell’imperialismo culturale
Sostenitori Modello del libero mercato: gi squilibri tra paesi possono
essere temporanei
Altre posizioni: la globalizzazione mediale non ha un fine ultimo ma
frutto di cambiamenti culturali, politici ed economici
Critici di imperialismo parlano di globalizzazione come effetto apertura
contro etnocentrismi
Gusti del pubblico che è interessato alla fruizione transnazionale e non
subisce passivamente
Le barriere all’imperialismo





MTV canale globale
Successo iniziale
Concorrenza europea
Rischio di fallimento
Necessità di declinazioni regionali con contenuti
americani (musica pop)
Riadattamento alle lingue locali
Le organizzazioni mediali
Prospettiva mediacentrica alle
organizzazioni mediali




Mediacentrica: guardare dal di dentro i media e vedere le ricadute
sulla produzione dei contenuti
vs
Sociocentrica: forze esterne condizionano l’operato dei media (ex
pubblico, politica, economia)
Metodologie: intervista in profondità, osservazione partecipante
professionisti.
Risultati: il contenuto è condizionato da routines produttive
(“distorsione involontaria”) che da intenzionalità soggettive o
fattori ideologici.
Grado di libertà dei media







Quanto i media sono liberi nei confronti della società e al loro
interno?
Quanto il prodotto è condizionato dalle routine di selezione ed
elaborazione del contenuto?
Shoemaker e Reese (1991)
5 ipotesi sull’influenza di aspetti organizzativi e strutturali sul
contenuto
1) I media sono specchio della società: il contenuto rispecchia la
realtà
2)il contenuto è condizionato dalla socializzazione e
atteggiamento degli operatori del settore (agenti di
comunicazione)
3)contenuto influenzato da istituzioni e forze sociali
4) contenuto è influenzato da ideologie (approccio egemonico)
Livello organizzativo e i rapporti
con le forze sociali


Organizzazione mediale: concetto astratto (Ex modello redazione
stampa) troppo omogeneo vs strutture ibride, musica, cinema,
new media
Comunicatori di massa: concetto astratto, figure versatili, freelance appartengono a più organizzazioni produttive
Tipi di relazioni interne/esterne all’organizzazione mediale





Con la società
Con i gruppi di pressione
Con i proprietari, clienti, fornitori
Con il pubblico
All’interno dell’organizzazione
L’influenza della società












Trasversale alle attività mediali
Spesso conflitti tra media, governo e istituzioni
Influenza della società funzionale agli scopi dei media
Profitto
Influenza sociale e prestigio
Massimizzare il consumo
Finalità settoriali (politiche, religiose, culturali)
Servire l’interesse pubblico
Ruolo del giornalista
Cohen (1963)
Cronista “neutrale”: stampa che informa e interpreta
Cronista “partecipante”: stampa critica verso governo, impegnata e schierata
politicamente, rappresentativa dell’opinione pubblica
I risultati mostrano interesse dei giornalisti verso ruolo neutrale e tempestività
notizie
Nuove ricerche (Weaver e Wilhoit, 1986)
Ruolo di interprete: (caratteristiche di giornalista impegnato), analizza, interpreta
fatti complessi,
Ruolo divulgatore: informazione tempestiva a pubblico ampio
Ruolo antagonista: verso il governo e verso l’industria
Altri tipologie di influenze esterne




Rapporti con i gruppi di pressione: cercano di influenzare l’attività
informativa dei media; specie le minoranze
Rapporti con proprietari, clienti e fornitori: rischio di interferenze
sul contenuto da parte dei proprietari; conciliazione interessi dei
media con interessi degli inserzionisti specie se l’introito dipende
tutto da pubblicità
Rapporti con il pubblico: spesso è considerato poco importante.
Considerato da ricerche “stupido, incompetente e rozzo”
(Altheide, 1974), ostilità da parte dei giornalisti verso indici di
ascolto.
Immagine del pubblico troppo astratta
“i giornalisti scrivono innanzitutto per sé, per i loro direttori e per i
loro colleghi” (Shoemaker, Reese, 1991)
Gli indici di ascolto non dicono come migliorare un programma e
vengono raccolti alla fine di un programma.
Le caratteristiche personali dei
comunicatori di massa




Difficoltà di influenza del singolo sul contenuto = lavoro d’equipe
(ex sceneggiatore, regista,) no esaltazione singole personalità
I responsabili della comunicazione e giornalisti spesso hanno lo
stesso strato sociali di chi controlla politica ed economia
(Johntone et al. 1976)
Interpretano la realtà allo stesso modo dei detentori del potere
(etnocentrismo, individualismo, democrazia, favorevoli al
capitalismo e all’ordine sociale)
Chi lavora nei media mutua i suoi valori dalla socializzazione
all’ambiente mediale
IL CONTENUTO
L’interesse per il contenuto dei
media








1) Studiarne gli effetti: impatto sulla criminalità, uso
propagandistico
2)Capire perché il pubblico ne è attratto
Primi studi
Il contenuto rispecchia i fini e i valori dei creatori
Il significato comprensibile dall’analisi del messaggio
I riceventi interpretano il mess. secondo le intenzioni della fonte
Dal messaggio si può risalire ai suoi effetti
Il messaggio mediale riflette la cultura della società in cui è
prodotto: assunto ancora valido a differenza dei precedenti
assunti.
Complessità del messaggio
Cresce interesse per i contenuti non espliciti, ma nascosti del
testo mediale
Prospettive critiche
Approccio marxista: i testi non mediano la realtà, ma
costruiscono le nostre esperienze: ex le notizie definiscono la
realtà e riflettono l’ideologia di una classe dominante (visione
egemonica)
- Le notizie mascherano alcuni aspetti della realtà
- Non rivelano forme di sfruttamento
- Le notizie creano frammentazione (no visione unitaria della realtà)

Approccio critico alla pubblicità: La pubblicità svolge azione
ideologica trasferendo miti come la bellezza, il successo, la felicità
dalla realtà ai prodotti commerciali che li evocano e a noi che li
acquistiamo (il prodotto ci dà lo status desiderato).
- Visione falsificata di noi stessi rispetto alla realtà effettiva che
viviamo (Williamson)
- La pubblicità crea il nostro ambiente ci dice chi siamo e cosa
vogliamo (crea illusione); manipolazione (superiore alla notizia
che ha ancoraggio con la realtà)

Approccio critico


-
Critica sulla violenza: molta analisi sulla rappresentazione della
violenza, poca sugli effetti sul pubblico
Critica di genere: critiche su ricorso a stereotipi. Non è
importanze la sovrarappresentazione del genere femminile, ma
come i testi mediali posizionano il soggetto femminile nelle
interazioni narrative, collaborando con il lettore a definire una
certa immagine di femminilità.
(https://www.youtube.com/watch?v=nB0lWFydGuU) 1.20’
I prodotti mediali destinati alle donne propongono modelli
patriarcali (soap opera e storie d’amore) e istituzioni familiari
stereotipate
-Difficoltà dei testi mediali di rovesciare gli stereotipi di genere
che offrano modelli positivi
Strutturalismo e semiologia







Strutturalismo:modo in cui si costruisce il significato nei testi
(strutture del linguaggio: segni, racconti o miti) strutture =
relazione tra elementi. Strutture governate da cultura
Guarda ai testi e al loro significato in relazione alla cultura di
riferimento
Il segno = veicolo del significato, rimanda a oggetti/ concetti
(referente)
Significante: la parola, immagine o suono
Significato: concetto evocato dal segno
Denotazione: ex significato letterale (rosso = colore)
Connotazione: ciò che evoca per una cultura (rosso = passione)
Metodologie nello studio del
contenuto


Indagini quantitative: descrittive
Indagini qualitative: interpretative/esplicative

Dove risiede il significato?
Nelle intenzioni dell’emittente?: Media organizzazioni complesse,
difficoltà di capire reali intenzioni della fonte
Nel linguaggio?
Nell’interpretazione del ricevente?

Il messaggio come sede del significato:


Metodologie

Analisi del contenuto “tecnica di ricerca per la descrizione
obiettiva, sistematica e quantitativa del contenuto manifesto della
comunicazione” (Berelson, 1952)
https://www.youtube.com/watch?v=-czwy-aVbbU

Limiti: si costruiscono categorie a monte


L’aspetto numerico è indicatore del significato complessivo
Analisi di aspetti latenti e nascosti: frequenza + relazione tra
elementi del testo, cosa manca, cosa è dato per scontato.
Fondamentale conoscenza del codice

Entrambi i metodi analizzano le costanti e non fenomeni unici

ESEMPIO
UNITA’ D’ANALISI
(EX. SITO INTERNET)
UNITA’ DI CLASSIFICAZIONE
(PAG. WEB-potrebbe essere la struttura del sito)
VARIABILI
(indicatori che mi permettono di rilevare i contenuti utili a spiegare
un certo fenomeno. Ex. Per comprendere il funzionamento di
gruppi sovversivi ricercare Presenza di formule di incitamento alla
violenza, identificazione di un nemico, valori di riferimento ecc.)
Metodologie a confronto







Analisi del contenuto
Quantitativa
Frammentaria
Sistematica
Aperta alle generalizzazioni,
estensiva
Significati manifesti
Oggettiva







Analisi strutturale
Qualitativa
Olistica
Selettiva
Specifica, illustrativa
Significati latenti
Interpretativa
Generi e testi dei media
Il genere
1)
2)
3)
4)
Genere
=
tipologia di prodotto culturale
Ambito cinematografico
contrapposizione
Creatività vs tipizzazione
Ambito massmediale
Ogni categoria di contenuto che
Ha un’identità collettiva riconosciuta da produttori (media e fruitori
(pubblico);
L’identità del genere riguarda: a)i suoi fini: informazione, spettacolo ecc; b)
La sua forma: lunghezza, ritmo, struttura, linguaggio; c) Il suo significato
(riferimento alla realtà: ex reality/fantasy)
Si è affermato nel tempo e segue convenzioni note a tutti
Il genere ha una struttura narrativa, o azioni in successione prevedibili;
ricorre a immagini scontate; e ha un repertorio di variazioni sul tema
Il genere
Consente a ogni medium di produrre in modo efficiente e coerente
legando la produzione alle aspettative del pubblico

Orienta il pubblico nella ricca produzione mediale e aiuta a
classificarne i contenuti
Prima applicazione del genere
Hall (1980) “western di serie B”

Il genere si ha quando codifica e decodifica sono vicine

Significato lineare (è ricevuto così come viene emesso)

L’analisi del generi: rivela elementi narrativi ricorrenti, formule,
logiche narrative

Formula: sottocategoria di genere, le convenzioni di un certo
genere; ex tipologia di eroi, i costumi, intrecci, luoghi.
Genere





Western: mito della conquista del West; coraggio; grandi
praterie; lotta tra bene e male.
Declinazioni western: western psicologico; parodia del
western; spaghetti western; commedie western; soap opera
western.
Soap operas: dialogo prevale sull’azione, madri casalinghe,
importanza valore grandi famiglie, visione sessita
Talk-show: prima programma di intrattenimento con
interviste a personaggi famosi, fascia oraria mattutina; dopo
estensione da programmi sensazionalistici a programmi con
partecipazione politica.
Elementi ricorrenti: prevalenza di parole; conduttore
famoso; partecipazione e presenza del pubblico; elementi di
conflitto o drammatizzazione; attualità e personalizzazione
(intimità)
Tipologia di generi

Berger (1992)
4 tipologie: grado di emotività e grado di obiettività
1) concorsi: programmi con competizione: quiz, sport giochi a
premi: sono veri ed emotivamente coinvolgenti
2)Attualità: informazione, documentari e programmi di attualitànon emotiva e obiettiva
3) Persuasivi: finalità è convincere: pubblicità, propaganda;
bassa oggettività debole emotività
4) Sceneggiati: la fiction- bassa oggettività. Alta emotività

Generi ibridi ex infotainment; docudramma



Logica mediale e formato mediale
Altheide e Snow (1979)
Logica mediale: insieme di norme e regole implicite che
disciplinano il trattamento e presentazione del contenuto,
sfruttamento massimo delle potenzialità di un medium;
ex uso del tempo, successione di contenuti. Il contenuto viene
confezionato per adattarsi ai formati mediali e i formati devono
adattarsi alle preferenzee capacità del pubblico




I formati mediali: routine con cui vengono trattati temi specifici
all’interno di un genere: ex “formato crisi” nei notiziari: stessa
modalità di trattazione di una certa tipologia di notizie (ex
accessibilità al luogo della crisi, il dramma, l’azione) ex framing.
Il genere notizia


Che cos’è una notizia
Lippman: il processo di raccolta delle notizie = la ricerca
del “chiaro segnale che denota un evento”. “La notizia
non è lo specchio della situazione sociale, ma la cronaca
di un aspetto che si è imposto all’attenzione”.
Park: paragona la cronaca giornalistica alla storia che è
cronaca de gli avvenimenti del passato
Continuum
sapere superficiale
notizia
sapere scientifico
Notizia vs Storia







Notizia
Tempestività: eventi recentissimi o ricorrenti
No sistematicità: eventi da descrivere, scollegati, l’informazione
non deve creare nessi
Effimera: vive finchè l’evento è attuale; per consultazioni future
altre forme di conoscenza ne prenderanno il posto (ex la storia)
Eventi trattati dalle notizie= insoliti/imprevisti. L’insolito
prevale sul significato reale
I valori-notizia: sono relativi e presuppongono un giudizio
soggettivo su ciò che interessa al pubblico
Scopo della notizia: calamita l’attenzione ma non sostituisce il
sapere
Prevedibilità: il “totalmente imprevisto non fa notizia”, ma solo
ciò a cui il pubblico è preparato “ a fare notizia sono le cose
temute e desiderate”.
Framing
Notizia:












Schema stabile e prevedibile
Frame = cornice interpretativa
Goffman: il frame ci aiuta a organizzare le informazioni; offre una
cornice cognitiva ad aspetti frammentari dell’esperienza,
Entman: ”il framing implica la selezione e la salienza”;
I frame
individuano problemi,
Diagnosticano le cause
Formulano giudizi morali
Suggeriscono rimedi:
Ex. Uso di parole, immagini, la scelta di alcune fonti.
Il framing consente di interpretare porzioni isolate della realtà.
Le notizie che vengono da fonti esterne sono già confezionate in un
frame utile per la fonte
Uno stesso evento può essere inquadrato in frame diversi (guerra in
medioriente, terrorismo ecc.)
La notizia
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Nel genere notizia ritornano delle costanti indipendentemente dal
medium
Il modo di indicare l’importanza di eventi e il modo di strutturare
il tutto
Importanza: spazio e tempo dedicato alla notizia ex. Prima
pagina, più spazio
Le notizie hanno narrazione: protagonisti principali, secondari,
fatti messi in sequenza, eroi vs malvagi, inizio, svolgimento e
fine.
La storia originaria subisce una sintesi; i giornalisti assemblano
creando un ordine credibile ai frammenti di informazione
Il testo culturale
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Due accezioni di testo
Testo = il messaggio (film, programma tv, documento stampa)
Testo = risultato dell’incontro tra il contenuto e il lettore (Fiske). Programma
tv è testo quando viene letto/visto.
Il testo mediale: presenta significati alternativi (diverse letture); polisemico
= diversi significati possibili per i lettori: Funzionale ad attirare pubblici
diversificati.
I testi sono fatti di molti linguaggi e sistemi di significato: moda,
classe,religione, etnia ecc. le parole usate assumono diversi significati in
relazione ai diversi linguaggi
Ogni testo ha una “lettura privilegiata” identificabile con l’analisi del
contenuto
Lettore inscritto o interpellanza: quando il testo “aggancia il ricevente”, noi
assumiamo la posizione che il testo propone per noi. Ex pubblicità proietta
immagine del consumatore modello del prodotto. E noi dobbiamo
riconoscerci in esso
Testi aperti e testi chiusi (Eco, 1983): quando il discorso vincola o meno il
lettore a un certo tipo di significato. Ex. Testo chiuso (informazione) possibile
visione dominante e consensuale
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Presentazione del corso di Sociologia della comunicazione