LA
VERA
STORIA
DI
INTERNET
Progetto per
Metodologia di Ricerca Storica
Prof.ssa Enrica Salvatori
A cura di
Leonora Cappellini
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INDICE DELLE SEZIONI
Breve storia dell’elaborazione elettronica…………………………………………….3
Dallo Sputnik al Nuovo Millennio……………………………………………………6
Internet oggi, due esempi: l’e-commerce e le chat …………………………..……...13
Riferimenti…………………………………………………………………………...17
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BREVE STORIA DELL’ELABORAZIONE ELETTRONICA
Il termine Informatica trae la sua origine dal francese "informatique", composto da
information (informazione) e automatique (automatica) ed è stato usato per la prima
volta nel 1962. Con esso si vuole indicare "un insieme di tecnologie di tipo
elettronico volte alla raccolta, archiviazione, elaborazione dei dati e alla produzione
di informazioni" (P.F. Camussone).
Era il 1614, quasi quattrocento anni da adesso, quando John Napier (1550 – 1617),
conosciuto come Nepero, pose la base per la costruzione degli algoritmi di calcolo
con l’invenzione dei Bastoncini di Nepero che permettevano di eseguire
moltiplicazioni e divisioni senza l’aiuto della Tavola Pitagorica. Cinquant’anni dopo
il matematico francese Blaise Pascal (1623 – 1662) progettò, con lo scopo di aiutare
il padre nella riscossione delle tasse, la Pascaline, la prima macchina calcolatrice ad
ingranaggi, alla quale ne seguirono altre negli anni successivi. In particolare, nel
1674, Leibniz (1646 – 1716) inventò una macchina calcolatrice sfruttando la scoperta
dell’uso del sistema di numerazione binario, sul quale si basa il funzionamento di
tutti i moderni calcolatori. A più di un secolo di distanza, nel 1874, George Boole
(1815 – 1864) riprese in mano gli studi condotti da Leibniz sul sistema binario,
descrivendo gli operatori logici che hanno preso il nome di Operatori Booleani. La
logica di Boole oggi sta alla base della struttura dei componenti elettronici
denominati porte logiche ed è la base del funzionamento dei calcolatori elettronici. Il
primo elaboratore elettromeccanico risale al secolo scorso per opera di Konrad Zuse
(1910 – 1995) che, nel 1938, inventò lo Z1, composto da 2600 relais e dotato di un
sistema di controllo autonomo delle operazioni.
Ricostruzione dello Z1 di Konrad Zuse
Attualmente conservato al Deutsche Technik Museum di Berlino
Il computer come noi lo intendiamo oggi ha una storia relativamente recente, il primo
elaboratore digitale fu costruito a 8 anni di distanza dallo Z1: si trattava dell’ENIAC,
voluto dal ministero della difesa americano e realizzato dai maggiori scienziati
statunitensi, su progetto dell'ingegnere John Eckert e del fisico John William
Mauchly. L’ENIAC (Electronic Numerical Integrator and Calculator) era costituito
da 18.000 valvole termoioniche, inventate da Fleming nel 1904, pesava 80 tonnellate
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e occupava una stanza di 9 metri per 15, era in grado di compiere 5.000 addizioni e
360 moltiplicazioni per secondo e i dati erano inseriti mediante schede perforate.
Un’immagine dell’ENIAC
La seconda generazione di calcolatori inizia l’anno successivo con l’invenzione da
parte di W. Shocley, J. Bardeen e W. Brattain del transistor, dispositivo elettronico
con il quale sono costituiti tutti i circuiti elettronici moderni e che sostituì le valvole
termoioniche. Negli anni 50-51 vedono la luce l’EDVAC, il primo calcolatore in
grado di memorizzare completamente un programma, e l’UNIVAC, il primo prodotto
su scala industriale. In questi stessi anni fanno la loro comparsa le memorie a nuclei
magnetici, in alternativa alle schede perforate.
In seguito all’invenzione nel 1959 dei circuiti integrati, inizia la terza generazione di
calcolatori: il computer da semplice "macchina di calcolo" diviene un "elaboratore di
dati", non più lunghe e complesse procedure di calcolo, ma semplici e veloci
operazioni da compiere in pochi minuti.
Il mondo dei computers è destinato a cambiare definitivamente nel 1971 con la
comparsa dei microprocessori, chip di silicio di dimensioni contenute e in grado di
elaborare modo notevolmente veloce, e dei floppy disk, supporti di memorizzazione
magnetici veloci ed economici. Inizia così, nel 1974, la quarta generazione di
elaboratori, caratterizzata da dimensioni particolarmente ridotte, costi contenuti,
elevata potenza e facilità d'uso, adatta non solo alle aziende ed agli specialisti ma ad
ogni persona. Il primo personal computer fu realizzato nel 1975: l'Altair 8800, che
utilizzava un sistema operativo scritto da due allora sconosciuti programmatori, Paul
Allen e Bill Gates, fondatori dell’attuale Microsoft Corporation.
Dettaglio della tastiera del Commodore 64
Nel 1980 la Commodore introdusse il VIC-20, un computer a scopo puramente ludico
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da collegare al televisore che riscosse un enorme successo con più di 1 milione di
unità vendute; successo ancora maggiore riscosse poco dopo il successore del VIC20, il celebre Commodore 64. Nel 1981 la IBM lancia sul mercato il suo primo IBM
Personal Computer, basato su processore Intel 8086 a 16 bit, con 1 Mb di memoria
RAM (Random Access Memory), floppy da 5,5", tastiera e monitor da 12", che
utilizzava il sistema operativo MS-DOS (Microsoft Disk Operating System). Nel
1984 la Apple introdusse sul mercato il primo PC Macintosh, che si
contraddistingueva dai tradizionali personal computer IBM per l’utilizzo di
un’interfaccia grafica user friendly (amichevole per l’utente, di facile utilizzo) e del
mouse, sviluppato dai laboratori Xerox: al posto della riga di domando di MS-DOS si
ha un insieme di finestre e menu a discesa accessibili con un click del mouse che
rendono semplice ed intuitivo l’uso del computer. Tale sistema verrà ripreso dalla
Microsoft e diventerà la base di Windows, il sistema operativo oggi più utilizzato nel
mondo.
I 15 anni successivi videro una crescita esponenziale della potenza dei computers e
una drastica riduzione dei prezzi che, a oggi, ci permette di trovarci nella quinta
generazione degli elaboratori, quella della Multimedialità. Suoni, immagini, video
tutti integrati in un’unica postazione di lavoro ed intrattenimento.
E poi Internet.
Una moderna postazione multimediale
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DALLO SPUTNIK AL NUOVO MILLENNIO
La storia di Internet ha inizio il 4 ottobre 1957, quando l’orgoglio dei più eminenti
scienziati ed ufficiali degli Stati Uniti viene colpito dal lancio del primo satellite
geostazionario della storia, lo Sputnik 1, messo a punto, battendoli sul tempo, dal
nemico di sempre, l’Unione Sovietica.
Il lancio del razzo vettore dello Sputnik
A soli 11 giorni di distanza da quell’evento il presidente Dwight Eisenhower decide
che è giunto il momento di ristabilire la supremazia scientifica e tecnologica degli
Stati Uniti e, il 15 ottobre, convoca lo Science Advisory Commitee (Comitato di
Consulenza Scientifica Presidenziale). Da quella seduta scaturisce la decisione di
nominare uno Science Advisor, un consulente con piena libertà decisionale per
favorire uno sviluppo rapido ed efficiente della scienza americana: questo compito
viene affidato, il 7 ottobre 1957, a James R. Killian Jr, presidente del Massachussets
Institute of Technology, che inizia a discutere con il segretario alla difesa Neil
McElroy sulla creazione di un’agenzia unica per la ricerca e lo sviluppo scientifico
con l’obiettivo di riunire i progetti di ricerca di Esercito, Marina e Aviazione, che
fino a quel momento avevano condotto ricerche per compartimenti stagni, facendosi
concorrenza l’uno con l’altro. Vinte le resistenze delle alte gerarchie militari, ostiche
a sottomettersi ad un’unica autorità scientifica, il 7 gennaio 1958 vengono stanziati i
fondi per la fondazione della ARPA (Advanced Research Project Agency), l’agenzia
per i progetti di ricerca avanzata che inizia a riunire gli scienziati più brillanti
d’America.
Nel 1960, all’interno della RAND Corporation, Paul Baran inizia il suo lavoro di
ricerca sul packet switching (commutazione di pacchetto). Dallo studio approfondito
delle reti neurali, Baran ricava un modello che battezza con il nome di distributed
network (rete distribuita), basato sulla ridondanza e la molteplicità dei collegamenti:
come si legge nel report scritto dallo scienziato, intitolato “On Distributed
Communications Networks”, la rete doveva essere in grado di funzionare senza
alcuna autorità centrale ed in condizioni di instabilità e perché ciò fosse possibile i
nodi della rete dovevano essere indipendenti, gerarchicamente pari e tutti capaci di
originare, passare e ricevere messaggi; i messaggi a loro volta sarebbero stati
scomposti in pacchetti opportunamente targati per non perdersi lungo la via e ogni
pacchetto separatamente indirizzato verso la propria destinazione. Soltanto una volta
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raggiunta la meta finale i diversi moduli sarebbero stati finalmente ricomposti. La
strada da percorrere era una loro scelta, suggerita da una serie di computer
appositamente programmati per monitorare tutti gli snodi e incanalare i dati lungo le
vie più sgombre e sicure. Se per qualsiasi motivo si fosse verificato un blocco lungo
una della arterie della rete, il pacchetto sarebbe stato immediatamente re-indirizzato
per una strada meno accidentata. Il progetto di Baran incontra lo scetticismo della
comunità scientifica, le resistenze delle alte sfere militari e, prima di mettere in mano
il progetto ad agenzie senza esperienza nel settore delle telecomunicazioni, rischiando
di creare un precedente per il quale le sue idee sarebbero state definitivamente
scartate, lo stesso Baran ripone i suoi progetti nel cassetto aspettando un momento
migliore.
John Carl Robnett Licklider
Nel luglio del 1961 Leonard Kleinrock dell’UCLA (University of California Los
Angeles) pubblica uno studio che getta le basi statistiche e matematiche per lo studio
del traffico nelle reti distribuite di trasmissione dati a pacchetto, e l’ARPA gli affida
la realizzazione dell’NMC (Network Measurement Center), che diventerà il primo
nodo della futura ARPAnet. L’anno dopo all’ARPA si unisce Joseph Carl Robnett
Licklider, uno studioso di psicoacustica che avrà un ruolo fondamentale nelle
ricerche dell’agenzia, iniziando una “caccia ai cervelli” e coinvolgendo negli studi
tutti i più grandi centri di ricerca e le più prestigiose istituzioni universitarie degli
Stati Uniti. Questo condiziona fortemente l’evoluzione di ARPAnet, che si sviluppa al
di fuori degli ambienti militari con il contributo fondamentale di tutti gli studenti
universitari che ne faranno uso. Licklider viene messo a capo di un gruppo di lavoro
sotto l’ala dell’ARPA, l’IPTO (Information Processing Techniques Office), che inizia
a porre le basi concettuali di ciò che diventerà ARPAnet.
Nel 1965, quando Paul Baran aveva ormai messo le sue idee nel cassetto, dall’altra
parte dell’oceano Donald Watts Davies, fisico del Britsh National Physical
Laboratory, sviluppa delle teorie sul networking del tutto simili a quelle di Baran: i
due scienziati avevano raggiunto le stesse conclusioni perfino sulla dimensione dei
pacchetti, sulla velocità di trasmissione e sull’utilizzo delle regole di instradamento
adattative. La scelta del termine packet switching per descrivere questo tipo di
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tecnologia si deve effettivamente a Davies, mentre Baran aveva dato un’altra
denominazione.
Un anno dopo Robert Taylor viene messo alla guida dell’IPTO, le idee seminate nel
frattempo da Licklider sul networking sono finalmente mature e dall’ARPA viene
stanziato un milione di dollari per la realizzazione di un progetto di rete distribuita.
Lo stesso Taylor qualche anno dopo scriverà una lettera di smentita, mai pubblicata,
ad un articolo del Time che sosteneva la tesi della progettazione di una rete che
mettesse in condizioni gli Stati Uniti di comunicare anche in caso di una guerra
termonucleare. Al progetto lavora come capo Larry Roberts e sotto la sua guida si
inizia a delineare una rete basata su una sottorete di computers tutti uguali e
compatibili, infatti i modelli di computers all’epoca erano tanti e tali che sarebbe
costato uno sforzo immenso in quanto a programmazione e modifiche hardware
riuscire a permettere ai terminali della rete di comunicare direttamente senza
intermediazione di una sottorete. L’embrione di ARPAnet, con il contributo del
gruppo di lavoro di Roberts, le risorse stanziate da ARPA, gli strumenti tecnologici
sviluppati da Davies e Baran e gli studi teorici di Kleinrock, inizia a prendere una
forma definitiva.
Nel corso del 1968 Roberts rilascia un documento nel quale si definiscono le
specifiche per gli IMP (Interface Message Processor), i computers che avrebbero
dovuto far parte della sottorete. L’appalto per la costruzione delle macchine, rifiutato
dalla poco lungimirante IBM e da molte altre compagnie interessate inizialmente al
progetto, viene affidato alla Bolt Beranek and Newman, una piccola ditta del
Massachussetts, che di lì a poco si trasforma in un prolifico centro di ricerca per le
tecnologie informatiche. Contemporaneamente, nelle sedi universitarie destinate ad
ospitare i primi nodi di ARPAnet si lavora febbrilmente per mettere in grado i
computers universitari di collegarsi agli IMP e a tutto il resto della rete seguendo le
specifiche stabilite dalla BBN; Steve Crocker, del gruppo di ricerca di Kleinrock
all’UCLA, scrive l’RFC-1 (Request for Comments), un documento nel quale si
descrivono i protocolli di connessione tra due computers, cioè le regole per stabilire
uno scambio di dati tra due calcolatori diversi connessi a due IMP uguali. Il
meccanismo delle RFC costituisce la base delle soluzioni tecnologiche e degli
standards che sottendono al funzionamento degli attuali servizi Internet.
Il 30 agosto 1969 il primo IMP è pronto nei laboratori della BBN e viene spedito alla
UCLA, il primo embrione di quello che sarebbe diventata Internet è un computer
senza hard disk, senza floppy (non erano ancora stati inventati, vedi “Breve storia
degli elaboratori”), con solo 12K di memoria, che viene messo in condizioni di piena
operatività il giorno dopo. Il mese successivo l’IMP numero 2 entra in funzione allo
Stanford Research Institute in California, ed entro la fine dell’anno altri due IMP si
aggiungono nelle università di Santa Barbara e dello Utah. Nel giro di pochi mesi
ARPAnet non è più solo un’idea, ma una vera e propria rete funzionante.
Scienziati e ricercatori esultano, per loro si apre una nuova era di condivisione di
progetti e scoperte. Ben presto però alle dissertazioni sulla fisica quantistica e sui
superconduttori si sostituiscono le chiacchiere personali, ogni utente ha un proprio
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account ed un indirizzo corrispettivo su ARPAnet, la rete diventa anche un enorme
ufficio dove non c’è bisogno di postini e francobolli.
La crescita di ARPAnet dal 1969 (4 IMP) al 1972 (34IMP)
La crescita di ARPAnet è giustificata dagli standars che gli IMP condividono
standards di comunicazione, stabiliti nelle RFC: le macchine, pur con sistemi
operativi differenti, parlano una lingua comune basata sul principio del packet
switching. Questo idioma, nel 1970, si chiama NCP (Network Control Protocol). Nel
1972 ARPAnet conta 15 nodi, e diventa operativo anche il primo software per la
gestione della ricezione e dell’invio di posta elettronica (e-mail). L’anno dopo ha
termine la progettazione del nuovo protocollo di comunicazione da computer a
computer, il TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet Protocol), versione
raffinata dell’NPC messa a punto da Vinton Cerf (considerato il “padre” legittimo di
internet, studente brillante dell’UCLA) e Bob Khan, uno codice di comunicazione in
due fasi: il TCP seziona all’origine l’informazione in pacchetti e la ricompone in
ricezione, l’IP funziona da postino indirizzando i pacchetti attraverso i diversi nodi
della rete. Il TCP/IP soppianterà l’NPC come protocollo standard di ARPAnet nel
1983, mentre nell’anno stesso della sua progettazione Bob Metacalfe nella sua tesi di
dottorato preiconizza Ethernet. La leggenda narra che intanto Vinton Cerf e Bob
Khan lavorassero all’idea di collegare più reti diverse ad ARPAnet, scarabocchiando
l’architettura del gateway (computer in grado di fare da ponte tra una rete e l’altra) su
una busta nella hall di un hotel a San Francisco.
All’inizio degli anni ‘80 i militari si appoggiano sempre di più a ARPAnet per le loro
esigenze di comunicazione, ma la rete, che è giunta a contare 200 nodi, ospita non
solo siti militari, ma collega soprattutto centri scientifici ed aziende, e da qui nasce
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l’esigenza di una nuova rete ad uso esclusivamente militare, Milnet. Iniziano a
nascere parallelamente anche altre reti, BITnet (Because It’s Time NETwork) nel
1981 fornisce posta elettronica, listserv e possibilità di file transfer, e USEnet, rete di
computer basati su Unix e sul protocollo UUCP (Unix to Unix Copy Protocol) con
esso fornito che si diffonde anche in Europa con il nome di EUnet (European UNIX
Network), collegando Olanda, Danimarca, Svezia e Regno Unito; nel vecchio
continente troviamo anche EARN (European Academic and Research Network), una
sorta di BITnet europea che sfrutta un gateway fornito da IBM. Nel 1984 viene
introdotto il DNS (Domain Name System), che permette di distribuire il database dei
nomi di dominio, in numero troppo rilevante ormai per essere ospitati da un unico
computer.
A metà degli anni ’80 Internet è una tecnologia ormai stabile e supporta una comunità
internazionale di ricercatori e sviluppatori e comincia ad essere usata anche da altre
comunità per le quotidiane esigenze di comunicazione. Uno dei servizi più diffusi è la
posta elettronica. E ARPAnet diventa, all’interno della nebulosa di reti che con lei
comunicano via TCP/IP, un quartiere periferico. Si cominciano a realizzare i
presupposti che determineranno, negli anni a venire, l'esplosione della Rete. Le precondizioni per l'avvento dell'era digitale sono riassunte da nuovi postulati che ne
spiegano l'antefatto e ne sanciscono l'irreversibilità. La legge di Moore (da Gordon
Moore, fondatore della Intel) che sostiene che la potenza di calcolo e la capacità dei
computer raddoppia ogni 18 mesi, decretando così uno sviluppo irresistibile
dell'informatica (ci si aspetta che 15 milioni di utenti privati acquisteranno un
personal computer entro il 1995) e la legge di Metcalfe (da Bob Metacalfe,
l'inventore del protocollo Ethernet, comunemente usato per la comunicazione locale
tra computer) che dice che il valore di una rete, inteso come utilità alla popolazione, è
all'incirca proporzionale al quadrato del numero degli utilizzatori.
Nel 1985 la NSF (National Science Foundation), stanziando fondi e mezzi di ogni
tipo, avvia il progetto NSFnet, una rete di supercomputers dedicati alla ricerca ed
all’educazione collegati attraverso un backbone (dorsale) che consente una velocità di
56Kbps ed è negato agli usi commerciali. Già due anni dopo la dorsale diventa troppo
lenta, la rete è stata prevista solo per scopi educativi e scientifici, ma essendo
accessibile da parte di numerosi studenti inizia ad essere usata anche per altri scopi:
newsgroups, network games, archivi di file. Iniziano i lavori di ampliamento che
durano fino al 1995. La dorsale di NSF ha reso possibile la trasformazione da una
rete costruita per la comunità di ricerca scientifica ad una rete per tutti e Internet può
decollare come rete mondiale, la sua crescita diventa esponenziale. Nel 1989 i paesi
collegati sono Australia, Germania, Israele, Italia, Giappone, Messico, Olanda,
Nuova Zelanda, Porto Rico e il Regno Unito.
Fra le tante, in questo periodo, nel 1988, fa la sua comparsa il primo virus della storia
della rete, e miete una vittima su dieci tra i 60.000 computer ormai collegati;
all’ARPA, ormai in smantellamento, hanno un sussulto di vitalità e per combattere la
minaccia formano tempestivamente il CERT (Computer Emergency Response Team).
Intanto ARPAnet, fagocitata dal suo debordante successo e seppellita dalla nuvola di
networks che le sono nati intorno, muore nel silenzio per essere sostituita da NFSnet.
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Nel 1990 iniziano ad apparire i primi accessi telefonici dial-up a Internet ed i primi
provider di servizi. Tim Berners-Lee, del W3C (World Wide Web Consortium), in
collaborazione con il CERN, l’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare,
scrive il primo browser visuale, battezzato “world wide Web”, che gira su
piattaforma NeXT e si serve del linguaggio di formattazione HTML (HyperText
Markup Language); Berners- Lee è considerato, ad oggi, il padre legittimo del Web.
Lo sviluppo dei browser significa che non solo chi sta all’interno delle università o
dei dipartimenti di ricerca può accedere a documenti su Internet, ma questi documenti
possono essere accessibili in tutto il Paese, e anche in tutto il Mondo, da chiunque
abbia accesso ad un computer e ad un modem. Le semplici operazioni di un browser
Web rendono inoltre possibile l’accesso a documenti sul Web da parte di utenti privi
di alcuna conoscenza tecnica.
Il 1992 è l’anno che vede la nascita di Veronica, lungo acronimo per il primo motore
di ricerca su Internet, sviluppato dall’Università del Nevada.
Nel gennaio del 1993 un altro sviluppatore, Marc Adreessen, che lavora presso il
NCSA (National Center for Supercomputing Applications) dell’Università
dell’Illinois, realizza un browser, Mosaic X, in grado anche di visualizzare immagini
grafiche. Il programma gira solo su Unix ma in agosto sono distribuite anche versioni
per Macintosh e Windows. In dicembre il New York Times scrive un lungo pezzo sul
Web e su Mosaic. Prima della fine dell’anno migliaia di copie di Mosaic ogni giorno
vengono prelevate dal calcolatore del NCSA. Nel 1994 viene stimato che siano
milioni le copie di Mosaic in uso. È il grande successo, e l’inizio di qualcosa di
nuovo. A metà del 1994, mentre Internet compie 25 anni, Andreessen lascia, con altri
sviluppatori, il NCSA e fonda Netscape. Subito dopo arriva Netscape Navigator e
nell’agosto 1995 Microsoft Internet Explorer.
Due browser a confronto: Internet Explorer e Netscape Navigator oggi
La crescita nell’utilizzo e nelle dimensioni di Internet è stata di tipo esponenziale fin
dalla sua nascita e, in anni recenti, utilizzazione e dimensioni sono aumentate a
dismisura. Esistono miriadi di statistiche su quanto sia realmente grande Internet. Ci
saranno più di 765 milioni di utenti nel mondo, o 118 ogni 1000 persone, alla fine del
2005 stando a quanto stimato dalla CIA. La quota di utenti Internet statunitensi è
destinata a calare dal 43% del totale di utenti nel mondo alla fine del 1999 al 27% per
la fine del 2005. L’Europa dell’ovest sta crescendo più velocemente del nord
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America ed è destinata a diventare il seconda area nel 2005 con più di 213 milioni di
utenti mentre la regione Asia-Pacifico sta crescendo ancora più velocemente ed avrà
approssimativamente 190 milioni di utenti nel 2005. La quota di utilizzatori in centro
e sud America, e Africa, sta crescendo più lentamente, in particolare in Africa. In
generale, maggiore è il grado di istruzione e maggior facilmente si è portati ad
utilizzare Internet. Studi hanno dimostrato che esiste una connessione diretta tra
livello culturale, occupazione ed utilizzazione di Internet. E’ anche ritenuto vero,
nelle comparazioni tra Paesi, che più ricca è una Nazione e più istruite sono le
persone e maggiore sarà l’utilizzo di Internet da parte dei cittadini.
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INTERNET OGGI, DUE ESEMPI: L’E-COMMERCE E LE CHAT
L’e-commerce
I primi siti di natura commerciale fanno la loro comparsa nel Web a cavallo degli
anni 1994-95, grazie ad una concomitanza di cause: la disponibilità di providers di
servizi web, l’uso di browser grafici, i motori di ricerca. Nel 1996 in un comunicato
stampa Olivetti Telemedia annuncia l’apertura di Cybermercato, il primo negozio
virtuale italiano, fra i primi in tutta Europa. All’indirizzo www.mercato.it era
possibile acquistare libri, computers, articoli da regalo ed altro ancora.
Le origini dell’e-commerce risalgono però agli anni ’70, con l’EDI (Electronic Data
Interchange): il sistema consentiva il trasferimento di informazioni e documenti
commerciali in un formato elettronico. Creato dalle imprese di trasporto, divenne
molto importante nelle industrie in cui circolavano volumi molto elevati di scorte. Ai
tempi della sua nascita non esisteva una rete globale quale è Internet oggi, quindi il
sistema era supportato da reti di telecomunicazione private e sicure, tuttavia per
questo motivo, e per via della diversità dei database degli utenti che si collegavano, il
sistema era molto costoso e quindi poco utilizzato. Inoltre l’EDI non garantiva il
sistema di interattività che è in grado di offrire Internet, non c’era possibilità di
discutere i trattare i prezzi delle merci, ma solo di accettare passivamente i termini
delle transazioni. Internet è tutto ciò che EDI non è: è facile da utilizzare, conveniente
ed accessibile ovunque, e con queste caratteristiche si pone come risposta assoluta
alle esigenze del nuovo mondo del businness.
Quattro moderni negozi online: Amazon.com, Cdnow.com, Ebay.com e l’italiano Chl.it
Vi troviamo di tutto dai libri, agli articoli musicali,ai componenti informatici alle compravendite dell’usato
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Nel 1999 molte aziende si tuffano nell’avventura online, aprendo siti senza un
background di esperienza alle spalle nel tentativo di ottenere successo nel miglior
modo possibile ed il più velocemente possibile, tuttavia un anno dopo già 100
aziende operanti nell’e-commerce hanno chiuso i battenti per mancanza di profitti. Il
2000 è considerato l’anno della sconfitta, sembra che l’e-commerce sia già morto
prima di nascere. Solo società che hanno compreso il potenziale delle vendite online
(come Dell Computers e Cisco) riescono a farsi strada facendo scuola a tutti gli altri.
Internet sta cambiano il modo di fare business e questi cambiamenti coinvolgono
molte aree di una società. Tecnologia e flessibilità sono caratteristiche indispensabili
per ottenere il meglio da Internet.
La Chat
Nella lontana estate del 1988 a Jarkko Oikarinen, uno studente finlandese
dell’Università di Oulu, viene l’idea di creare un sistema di chat multiutente
basandosi su alcuni sistemi già esistenti, come MUT (Multi User Talk), Talk per Unix
o la BITnet Relay Chat.
Jarkko Oikarinen
Jarkko da così alla luce la IRC (Internet Relay Chat), un sistema di comunicazione
innovativo, basato sulla presenza sul computer di ogni utente di un demone IRC, un
client attraverso il quale connettersi ad un server di comunicazione globale. Grazie a
questa innovazione, in Finlandia si sviluppa ben presto una IRCnet universitaria che
permette a tutti gli studenti del paese di comunicare attraverso i loro terminali Unix.
Quando diviene disponibile la connessione Internet tra più stati la rete IRC
Finlandese si espande fino a raggiungere alcuni server Statunitensi dando vita poco
tempo dopo alla prima rete IRC Internazionale tutt'oggi esistente: EFnet (Eris Free
Net).
Negli anni successivi sono nate tantissime reti IRC Nazionali ed Internazionali, con
una conseguente crescita esponenziale del numero di utenti nel mondo, tanto da far
diventare IRC il sistema di Chat più diffuso. IRC ha fatto la sua comparsa in Italia
intorno al 1995 quando nacquero i primi server IRC Nazionali, anche qui IRC ebbe
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subito un vasto numero di sostenitori, grazie anche al supporto di alcune università e
di importanti provider che fornirono le risorse per i primi server IRC Italiani.
Immagine di mIRC, il più diffuso client per l’Internet Relay Chat
Nel 1996 la Mirabilis Ltd., azienda acquisita da America Online, lancia in Internet un
nuovo modo di utilizzare le chat: un sistema di messaggistica immediata chiamato
ICQ (pseudonimo per I Seek You), fondato non più sul principio di una rete globale
accessibile via client come IRCnet, ma sull’assegnazione di un singolo identificativo
per ogni utente e l’accesso attraverso un client all’intero database utenti, che ad oggi
conta più di 2 milioni di iscritti in tutto il mondo.
Il client ICQ 2003
Alla strada intrapresa dalla Mirabilis seguoo molte altre iniziative simili basate sullo
stesso principio di gestione degli utenti, nascono così MSN Messenger di Microsoft,
Yahoo Messenger dell’Americana Yahoo, AOL Messenger di America Online e
molti altri.
Il successo delle chat sta sicuramente nel fatto di poter dialogare e scambiarsi
direttamente file, anche di grosse dimensioni (che magari tramite e-mail non
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potrebbero essere spediti), sempre a costi di tariffa urbana, con amici, parenti o
colleghi lontani. In oltre si possono fare nuove conoscenze, così come accade meno
virtualmente in una discoteca, frequentandone ora uno ora l’altro, e dove è permesso
(come ad esempio in IRC) scegliendo un canale che abbia un argomento (topic) che
ci interessa più di altri.
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RIFERIMENTI
Per “Breve storia dell’elaborazione elettronica”
http://www.amicopc.com/manuali/storia/storia1.asp
Sito divulgativo – autore: sconosciuto
Questo sito offre, insieme a numerose guide all’uso del computer, una storia sintetica
dell’elaborazione elettronica a partire dai tempi moderni poco ricca di cenni tecnici
ed approfondimenti ma comunque soddisfacente.
http://www.ulisse.bs.it/museo/index.htm
Sito didattico – autore: Ulisse Quadri
Sito realizzato in collaborazione con le Scuole Elementari e Medie di Brescia. Offre
una mappa temporale dello sviluppo dell’elaborazione, particolare sia per la
suddivisione in anni che per la presenza di link ipertestuali che rimandano ad alcune
biografie ed al funzionamento specifico di alcuni componenti: Offre inoltre una
piccola raccolta di link ad altri siti didattici e divulgativi.
Per “Dallo Sputnik al Nuovo Millennio”
http://pdf.apogeonline.com/ebook/2001/90006/pdf/StoriaInternet.pdf
Sito divulgativo – autore: Carlo Gubitosa
La pagina contiene un documento, scritto da Carlo Gubitosa, che fornisce una
trattazione molto ampia della storia di Internet dalle origini dell’ARPA fino alla
nascita di ARPAnet, ricca sia dei nomi degli “addetti ai lavori” che dei vari passi del
progetto anno per anno.
http://www.tin.it/internet/storia
Sito divulgativo – autore: sconosciuto
Questo sito, ben strutturato e di facile accesso, offre la storia di Internet in forma
sintetica dalla sua nascita fino ai giorni nostri, approfondimenti su argomenti correlati
ed un glossario dei termini utilizzati.
http://www.boscarol.com/pages/internet/003-storia.html
Sito amatoriale - autore: Mauro Boscarol
Viene fornita una storia decisamente scarna e poco esauriente di Internet ma una
buona lista di link riguardanti argomenti di approfondimento.
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http://www.heos.it/informatica/infor_34.htm
Sito divulgativo – autore: sconosciuto
Questo portale offre pagine riguardanti diversi argomenti, dall’archeologia a alla
salute. Nella pagina dedicata all’Informatica, una trattazione sintetica anno per anno
della storia di Internet dalla sua nascita ai giorni nostri con alcune statistiche della
crescita e alcuni link ipertestuali legati a parole chiavi importanti. Nel sito è presente
anche una lista di link di riferimento alle fonti utilizzate per la stesura della pagina.
Per “Internet oggi, due esempi: l’e-commerce e le chat”
http://www.hyperlabs.net/ergonomia/verzelloni/commercio/02.html
Sito divulgativo – autore: Alessandra Verzelloni
Il sito presenta una storia sintetica dello sviluppo del commercio online senza
approfondimenti. Nel complesso poco soddisfacente.
http://www.azzurra.org/history.php
Sito divulgativo – autore: IRC #azzurra Team
Portale della rete Azzurranet, sottorete di IRCnet. La pagina contiene una trattazione
sintetica della storia di IRCnet dalla sua nascita fino allo sviluppo di Azzurranet. Nel
sito sono presenti poi guide all’uso della rete, il client mIRC ed altri link utili a chi
vuole utilizzare IRC.
http://company.icq.com/info/icqstory.html
Sito commerciale – autore: sconosciuto
Portale ufficiale di Mirabilis ICQ (in lingua inglese) che contiene la storia della
nascita di ICQ dal 1996 in poi. Nel portale presenti i motori per la ricerca degli utenti
dal database, i vari client di accesso alla rete, comunicati stampa ed altri link correlati
allo sviluppo della rete ICQ
Immagini
http://www.google.it Directory Immagini
Motore di Ricerca di Immagini nel Web
Altre immagini autoprodotte con Adobe Photoshop 7
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