Antonio Casolari
Foglie per un anno
2001 - 2002
Non è stato stampato su carta. E’ solo sul web.
16.05.2001
Ad AA
Ti allego un articolo di Vargas Llosa apparso su IDEAZIONE marzo/aprile, che mi
pare particolarmente interessante: “ Libertà globale e identità locali”.
18.05.2001
A FC
“Boosting Brain Activity From the Outside In”, see http://www.sciencemag.org/ cgi/
content/full/292/5520/1284
18.05.2001
A GF
Unisco un documento su tre terapie sperimentali, da sottoporre a medico curante.
Sono tratte dal Cancer Institute, USA.
Buona fortuna.
PS: È stato sperimentato l'accoppiamento della chemioterapia con mitotane alla
radioterapia [4.200-5.000rad / 4 weeks]?
18.05.2001
A CM
Gentilissima Signora C.,
la ringrazio per avermi fatto pervenire il ritaglio inneggiante al Grande Zio G. La
serata dev'essere stata veramente eccezionale. Non eccezionale per il Maestro, che mi
pare sia abituato a prodursi in modo superlativo. Ricordo che in diverse occasioni Lei
mi ha mostrato in passato pezzi del Corriere e di altre testate, di analogo tenore.
Mi ha fatto piacere per Lei, che tra l'altro ha assistito allo spettacolo.
Ho fatto altri tentativi di 'affezionarmi’ a questo sentimento della mente che è la
grande musica. Ma il risultato è sempre lo stesso. Ho l'impressione di comprendere
abbastanza ampiamente il significato/valore mentale, artistico della musica. Posso
anche riuscire a lasciarmi trascinare, per un momento. Ma il ritorno è sempre quello
previsto. Indifferenza; senso d'inutilità del suono orchestrato; assenza di ceneri nella
mente. Insomma niente residui. Come per le arti figurative. Ho vissuto per più di
vent'anni senza nemmeno pormi il problema dell'importanza che avevano nella mia
giornata Picasso, Raffaello, Caravaggio, Goya, Van Gogh e cento altri. Erano
talmente 'inside', dentro la mia mente/giornata, che non avrebbe avuto senso
chiederselo. Né era concepibile che me ne potessi privare. Eppure, ora, li ho persi.
Apprezzo ancora, in ogni occasione, la vista di un'opera. Posso anche cercare di
trascinarvi dentro gli altri. Ma non vado a cercarla. Non mi è più essenziale, vitale.
Mi paiono entrambi, musica e arti figurative, fondigli, rimasugli dell'altro tempo,
produzioni della mente che precedono la capacità di capire il mondo, che precedono
l'attività scientifico-tecnica; che contrastano, anche, con l'attuale capacità di
procedere - questa volta sì, definitivamente - verso la lettura della verità. Anche
perché questa nuova verità, l'uomo di oggi-domani se la sta 'costruendo’ con le
proprie mani. Sta ricostruendo tutto. Produrre un uomo nuovo in laboratorio, con
tutto il suo DNA a posto, senza errori, senza malattie, senza vecchiaia. E finalmente
sano di mente! Questo importa. Il resto, quasi tutto il resto, sono linimenti, balsami,
consolazioni di un'esistenza vissuta troppo a lungo in modo primitivo. Nella stessa
scatola, metto la religiosità, ovviamente. Utile, necessaria a molti; ma un nulla, un
fantasma, un'immaginazione infelice. Tutto ciò, 'precede', viene prima dell'esistenza
vera, quella che si comincia solo ora a configurare.
Venerdì scorso ho avuto occasione di ascoltare un Madrigale di C. Gesualdo da
Venosa [1566-1613, credo]. Fantastico. La gente che scappava dalla sala, incapace di
sopportarne armonie e suoni del tutto inimmaginabili. Eppure enorme, gigantesco.
Bach in superlativo, forse [chieda comunque al Maestro, che saprà dirle meglio il
valore di questa musica]. Tuttavia, una volta all'aperto, passata la pioggia, non ho
sentito il bisogno di ricorrervi di nuovo. Niente. Un incidente. Nessun legame. Forse
Gesualdo da Venosa è stato un gran genio musicale. Certo. Ma è un'altra storia.
Passata. Il passato è stato quasi del tutto inutile. Persone con più o meno genio hanno
cercato di rendere sopportabile la misera esistenza dei contemporanei, con varie
forme di quei linimenti, balsami consolatori, che abbiamo sempre chiamato arte,
musica, letteratura, religione, filosofia, ecc. ecc. Ora tutto sta per finire. Siamo in
partenza per un viaggio diverso. Molto diverso. Invece di consolare gli afflitti,
elimineremo la possibilità dell'afflizione. Diverso. Assolutamente diverso.
Viene spontaneo chiedersi: nuova illusione?
Come faccio sempre, preferisco giudicare dai fatti. Non so se avrò la possibilità di
arrivare fin lì; ma preferirei. Forse non vivrò abbastanza a lungo. Per ora mi basta
sentirmi 'liberato’ quasi completamente dalle scorie del passato. Che detesto. Con le
infinite infamie perpetrate su quella povera umanità che ha percorso tutti i millenni
precedenti. Basta. Ora si cambia. Con la potenza della mente; non con la violenza,
finalmente.
Detto questo, spero che vorrà comprendere se non mi entusiasma la possibilità di
assistere ad altri concerti, ancorché del Grande Zio. Sono altrove. Diversamente
altrove.
La ringrazio comunque.
AC
PS: Uno dei vantaggi di grande interesse in un collegamento a internet, è la
possibilità anche quotidiana di comunicare con messaggi di posta elettronica, che
volano nell'aria e in pochi secondi raggiungono ogni angolo della terra. Anche gli
amici. Ché tale spero vogliate, Lei e P., considerarmi.
21.05.2001
A FC e FC
Per chiarire quanto è accaduto, ed evitare malintesi, riporto di seguito il Messaggio da
me inviato a Paolo:
Subject: Esultanza postelettorale
15 May 2001
Finalmente è finita.
Siamo di nuovo liberi.
Evviva.
Di seguito riporto la risposta dello zio P.:
Caro Tonio, grazie per le condoglianze! solidarietà e comprensione sono fra le poche
consolazioni della vita. A mia volta mi congratulo per la tua libertà ritrovata (anche
se non mi ero reso conto né del come né del quando tu l'avessi perduta). A proposito
di libertà, ora il paese (dopo 56 anni) ha finalmente ritrovato un padrone di cui il
gregge aveva grande bisogno ed è giusto che se ne gioisca. Però scusami, un padrone
e la libertà sono compatibili? oppure c'è contraddizione? e se ci fosse contraddizione
avrebbe ancora senso gioire?
Note aggiuntive: È più facile che un ippopotamo utilizzi abitualmente la
metropolitana che un ricco faccia parte con altri dei suoi beni o spartisca i vantaggi
offerti dalla sua ricchezza; (dal Vangelo apocrifo di Paolo, sec. XX) La libertà è un
bene che cresce dentro di noi e non dipende dalle circostanze esterne; (Confucio,
sec. V a C) La vera democrazia si realizza solo in una città matura e consapevole.
Quando ciò non è dato è preferibile affidare il potere a un Signore, perché comunque
egli se lo prenderà. (Pericle, sec VI aC). Con affetto, a te, Emy e prole. Paolo e fam.
Non sapevo che San Paolo frequentasse assiduamente la metropolitana, tanto da
incontrarci così spesso un ippopotamo! Quanto a Confucio, vorrei ricordargli che in
certune circostanze – vedi comunismo e nazismo – non è così facile coltivare la
libertà. Che poi la attuale ‘città’ non è né matura né consapevole, sono davvero
propenso a crederci; altrimenti, come avrebbe potuto sopportare un governo di
sinistra! La storia di un potente che si prende tutto, fa parte della storiografia antica;
oggi i ‘signori’ si prendono soprattutto il jet personale e tuttalpiù se ne fregano del
prossimo, visto che preferisce le ammucchiate dittatoriali.
Infine la mia risposta al messaggio riportato above, che è alla base della 'discesa’ di
P. di sabato mattina. Credo si possa dire che ci siamo lasciati in buoni rapporti. Si è
chiarito tutto o quasi, insomma. La natura del mio primo messaggio postelettorale. E
della risposta al risentimento di P.
Questo per chiarezza. Visto che vi è Zio.
Subject: Re: Note postelettorali
17 May 2001
Carissimo P., buona giornata.
1 - Ho comunicato la mia esultanza, nella [folle?] speranza che fosse condivisa. Infatti, visto che nessuno dei tre Presidenti del Consiglio ulivista ha avuto la faccia tosta
di presentarsi alla testa della coalizione, ma è stato mandato avanti quel minus habens
di R., forse la convinzione che qualcosa non doveva aver funzionato secondo le
attese, avrebbe potuto essersi diffusa anche nel cremonese. Mi sono sbagliato,
evidentemente. Ma non c'era intenzione alcuna di offendere nessuno. Men che meno
te che ho sempre portato in palmo di mano [convinzioni politiche a parte]. Era solo
una piccola felicità. E la felicità si comunica. Le infelicità, si evitano / risparmiano,
da queste parti. Adesso, a giochi fatti, vedo che è stata una follia, sperare che
qualcosa fosse cambiato. Pazienza. Sono inguaribilmente ottimista.
2 - Sì. La libertà l'avevo perduta. Non mi sentivo più libero sapendomi Governato [?]
da una accozzaglia di sostenitori inveterati [più di 50 anni?] delle bestie criminali
peggiori dei nazisti [sono certo che avrai letto molto sull'argomento, in lingua
originale e non - ad es.: Le livre noir du communisme, oppure Arcipelago Gulag]
quali sono stati i comunisti sovietici, quelli cinesi, quelli di polpot, di Cuba, ecc. ecc.
[Non è stata per qualche motivazione analoga che i fondatori della Repubblica
avevano previsto che non fosse ammessa la ricostituzione del partito fascista?].
Non solo sostenitori inveterati / ricreduti [?], ma cossuttiani puri [ossia 'non ricreduti’], nonché non del tutto convinti del fallimento settantennale [bertinottiani
rifondatori]. Più tutta la manure dei sottocoda prodiani, diniani, castagnettiani,
pecorari vari, ecc.
3 - Si. Non riuscirei a sentirmi libero se fossi governato da nazisti [circa 25 milioni di
vittime].
A maggior ragione NON mi sentivo più libero, sapendomi governato da questi
complici dei più di cento milioni di vittime del comunismo.
4 - dov'è l'errore?
5 - Credo non si possa mettere in discussione che ci sono state libere elezioni.
Eventi che non si sono mai verificati nei Paesi comunisti. Che comunque, sono per
definizione antidemocratici. Lenin, Stalin, Mao, successori ed emuli, erano forse
buoni parroci di campagna? Quelli sì, erano veramente signori indiscutibili,
imperatori [e bestie, soprattutto]. I nazisti coltivavano la folle idea della superiorità
della razza; i comunisti della superiorità della 'classe'. Per il resto, le differenze sono
quasi esclusivamente legate al numero delle vittime [a parte il fatto che i sovietici
hanno saputo - con la loro esperienza - mostrare bene ai nazisti le modalità
preliminari per compiere massacri di massa, nei festosi incontri che ebbero in
coincidenza con la definizione dei 'dettagli’ del patto Molotov-Ribbentrop].
Sai, ti confesso che mi meraviglia come una Persona che sente tutto lo strazio e
l'orrore dei "campi di lavoro" nazisti, non senta altrettanto fortemente - e ancora di
più - l'orrore dei "campi di lavoro" sovietici, cinesi, ecc., che in fondo sono costati più
vittime - almeno 4 volte tanto - di quelli nazisti.
Io NON riesco a dimenticare l'orrore nazista. Allo stesso modo non riesco a dimenticare l'orrore comunista. No. Niente ulivo nel becco. Grazie. Soprattutto quando si è
incapaci di ammettere di avere sbagliato tutto. E di pentirsi amaramente per il massacro infinito. Se si è incapaci di avere la decenza di scomparire dal consorzio
'visibile’ della comunità. Intendo scioglimento del partito, per manifesta ammissione
di delitti quali, ad esempio 'circonvenzione di incapaci’ [i compagni loro], 'imbecillità
costituzionale', complicità nel crimine di massa, 'emulazione riuscita, con
perfezionamento del nazifascismo’, ecc. ecc. ecc.
Seppoi Prodi e soci vogliono passarci sopra, fregarsene delle vittime del comunismo,
e baciare i compagni di casa lingua in bocca, beh, facciano pure. Evidentemente
sarebbero disposti a farlo anche con i nazisti. No. Non l'accetto, Paolo. Io sto dalla
parte delle vittime. Non riesco a dimenticarle. E spero di non riuscirci per molto
tempo ancora.
Credo di stare fermissimamente dalla parte della civiltà.
6 - Dunque, tu credi veramente che se ti avessi considerato una 'vittima’ , ti avrei
comunicato la mia esultanza per farti tanto di sberleffo? No. Non posso crederci. È un
mio limite? Me lo chiedo davvero molto spesso. Ma è solamente che NON dimentico
mai le vittime delle abiezioni generate nell'Europa del novecento. E odio l'Europa.
Proprio per questo. Per le troppe bestialità di cui si è resa responsabile nel corso
dell’ultimo secolo soprattutto.
7 - Non mi serviva Confucio, per sapere che si è liberi dentro o non lo si è. Ma vedi,
anche molti milioni di ebrei, e decine di milioni di ucraini, di cinesi, ecc., si sentivano
liberi 'dentro’, probabilmente. Tuttavia, non è bastato a riservare loro la dose di
decenni vitali, ai quali avevano diritto. Eppoi, agli altri, a quelli che non sono in
grado di sentirsi 'comunque’ liberi dentro, non vogliamo proprio pensarci? A quelli
che subiscono ogni angheria senza sapersi / potersi difendere? Per incapacità
genetico-costituzionale-culturale / inculturale? A tutti quegli imbecilli che si sono
fatti infinocchiare dal comunismo professato dai PC europei, nessuno ci pensa?
Nessuno cerca di difenderli? Dobbiamo continuare a lasciar credere che Togliatti sia
'il migliore', invece del criminale [ci sono i documenti, lo sai] che è stato? Ci si può
sentire liberi in una comunità che professa la dimenticanza?
Che poi 'dentro’ io mi senta libero, sia piuttosto libero, potrebbero testimoniarlo un
buon numero di circostanze; non ultima la mia 'non-aggregazione’ al carretto ulivista,
che essendo - prima del 13/5 - maggioritario, poteva anche suscitare partecipazioni
gregarie massicce. Sono ateo. Seguo diverse aggregazioni liberiste / libertarie
internazionali, ecc. ecc. Puoi sempre visitare il mio sito internet, dove puoi trovare
ulteriori testimonianze della mia predilezione per la libertà.
Eppoi, anche col mio modesto lavoro, non ho sempre cercato di inventare, seguire il
nuovo? Sono mai stato conservatore?
Forse che sono un 'verde'? NO. [certamente saprai che i nazisti sono stati i primi
'verdì del novecento! E da loro derivano gli attuali verdi, quei tali cui il ‘risus
abundat, ..” ; quel risus- ghigno, tipico dei nazi-comunisti]. Sì. Dentro, mi sento
piuttosto libero. Quanto mi consente la mia modesta cultura - ma che cerco ancora,
continuamente di accrescere. Malgrado eventuali/ipotetici limiti genetici. Sono
testardo. Abbastanza.
Ma mi sentivo in pericolo. E umiliato, dall'essere governato da complici dei peggiori
criminali della storia.
Sì. Ora mi sento libero. Per me e per tutti gli altri; che non corrono più rischi; almeno
per ora.
Libero dalla paura. Libero dalla vergogna, dall'umiliazione.
8 - Il Padrone, tu dici. Anche questo è un brutto, pessimo, inaccettabile / incivile vizio
della sinistra 'corrente': non avere alcun rispetto per la volontà della comunità votante
[popolare, si potrebbe dire, se non fosse un termine troppo infangato dagli imperatori
degli ultimi anni]. Ma soprattutto, ingiuriare; ingiuriare senza fine. Vedi che la
sinistra non è e non potrà mai essere democratica? Ci sono del resto fior di storici che
lo sostengono; sospetto con cognizione di causa. Il rispetto della libertà individuale e quindi della dignità degli individui - è incompatibile con l'idea socialista.
Non c'è nessun padrone in vista. C'è solamente una persona, che sa fare
l'imprenditore [è il maggiore contribuente nazionale]. O preferiresti un qualsiasi
Veltroni, che ha nel suo curriculum: (1) un buon diploma di tecnica cinematografica,
(2) molta scuola di partito [comunista, ovviamente], e (3) grande arroganza - ne fa
sfoggio come se fosse una qualità delle più eccelse; ma non sarà per caso anche
deficiente? - e grande presunzione? Tra parentesi, molte persone possono
testimoniare - Confalonieri tra gli altri - che Berlusconi si è laureato in ingegneria; e a
quanto risulta dal sito della Camera, anche in legge. Non che i titoli bastino. No. Lo
sappiamo. Ma metti i titoli accanto al successo 'unico’ della persona, e qualcosa ci si
può aspettare che sappia fare. Diversamente, su quali 'qualità nascoste o esposte
preferisci affidare il tuo maggior credito? Eppoi, o gli innumeri magistrati aggregati
al carro ulivista - stuzzicati alacremente da tal Violante - sono degli emeriti incapaci
/ imbecilli – forse se ne potrebbero recuperare le testimonianze - oltre che disonesti,
visto che malgrado 'tutto’ non sono riusciti ad incastrarlo; oppure Berlusconi non ha
fatto più porcate di quante non ne abbia fatte qualsiasi ulivista tipo il Presidente
Scalfaro [che ‘non ci stà ‘ a dire in che tasca ha messi i denari dello Stato], e altri pari
suoi. Se c'è qualcuno che è senza peccato....[tu m'insegni..], ossia che non abbia
raccolto migliaia di miliardi dai comunisti russi, ad esempio, in previsione della
vendita diretta del Paese all'allegra compagnia sovietica, lanci appunto quella pietra
benedetta.
Pensi che ci siano più probabilità che sappia creare posti di lavoro chi ne ha creati più
di centomila; o chi ha solamente fatto chiacchiere da quando è entrato nelle fila del
partito, di qualunque partito si tratti? Checché ne dica Pericle!
Mi dispiace tu abbia potuto pensare che io abbia voluto in qualche misura farti
sberleffi.
No. Non a te. Non ad alcuno di Voi.
Era solo avvenuta una seconda liberazione. E ne comunicavo la soddisfazione.
Incredulo; di trovarmi nel branco.
Se ben ci rifletti, infatti, forse inavvertitamente, inconsciamente, mi offrivo io,
ingenuamente, ai vostri sberleffi.
Ciao a tutti,
22.05.2001
A C. Pelanda
La ringrazio per aver proposto ancora una volta, su IL Giornale, la rilevanza fondamentale delle "bio-opportunità".
Il rallentamento attuato '..da barriere bioetiche e di cautela di peso esagerato’. [E
perché non mettere in discussione chiaramente, direttamente - violentemente, stavo
per dire - la a dir poco incerta legittimità della bioetica corrente? - o non sarà
piuttosto anti-etica?].
"La bio-rivoluzione è un cambiamento totale". Sì. Grazie. "La rivoluzione biologica è
un produttore certo di benefici." "Si tratta di trasferire..". Sono d'accordissimo; e La
ringrazio per il Suo impegno.
Cordialità.
24.05.2001
A SQ.
Come va?
Hai passato una buona settimana?
Pensi di intervenire al chat di Byrne?
Hai idee da proporre / discutere?
Cos' è la qualità ?
30.05.2001
I’d be very grateful to you if you can send me – preferably by e-mail - one copy of
your paper: "Abrogation of disease development in plants expressing animal
antiapoptotic genes " Proc. Natl. Acad. Sci. USA, 10.1073 / pnas.091108998
Many thanks.
31.05.2001
Ad AA.
A volte accade che quando ci si liberi dalla tirannia, ci si ritrovi liberi. Ci si senta
liberi. Qualche ottimista [!] come te, potrebbe anche dire che ci si ritrova pronti, in
poco tempo, per una nuova tirannia.
E sia. Ma dalle mie linee guida - pensa, ne ho ancora! - posso fare distinzioni. E in
questo caso, la differenza è enorme. La Prima Repubblica ci aveva fornito ‘anche’ un
certo numero di ladruncoli, pare. Soprattutto stando alla compagine della Seconda
Repubblica, che da parte sua, aveva nella borsa - ed ha ancora, ché nessuno glieli ha
fatti sputare – una quantità non indifferente di miliardi di provenienza sovietica, e la
vergogna di aver supportato i criminali autori di tante decine di milioni di persone
trucidate 'per niente', l’ideologia comunista appunto. A proposito, conosci Arcipelago
Gulag, di Solzenycin? Istruttivo! Tremendo. Scritto / tradotto in modo convincente.
Ho pensato all'Arcipelago, quando ho letto di M.
Ma a quel porcaccio di D, proprio nessuno gli appioppa le giuste bastonate? È una
vergogna. Miseranda vergogna, che possano verificarsi simili situazioni. Eppure, si
presenterà l'occasione!
Se io sapessi cos'è esattamente la Procedura Penale, potrei confermarti che comunque
mi interessa. Anch'io vorrei discutere con te di veramente tanti argomenti; ma capisco
che sei troppo impegnato; e forse anche mentalmente non sempre 'available'.
Giustamente, del resto. Dato il quotidiano percorso ad ostacoli che ti trovi a dover
esercitare.
Se sapessi come infonderti la massima fiducia, non esiterei. Comunque, l'idiozia non
prevarrà [alla fine; anche se non so dove sia la fine]. L'intelligenza DEVE prevalere.
Dunque, malgrado tutto, mi raccomando; cerca di costruirti un pò di serenità. Un bel
giorno la situazione migliorerà decisamente.
Sì. Succederà. Salutami tanto M.
PS: Hai letto l'articolo di Vargas Llosa che ti ho inviato?
31.05.2001
A PS
Carissimo Paolo, ti unisco un Reprint, che mi pare davvero molto interessante. Sarà
pubblicato la prossima settimana sui Proceedings of the National Academy of
Sciences.
Molti saluti a Paola e Carlo.
Ciao.
01.06.2001
Ad AA
Ho trovato il file incriminato nella directory command di windows e l'ho eliminato.
Speriamo bene. Certo che la presenza di tali imbecilli - dico quelli che costruiscono
aggeggi informatici di questo tipo per mandarli in giro a far danni – contribuisce a
confermare quanta idiozia c'è in circolazione. Basterebbe anche per darti ragione - mi
riferisco stavolta al tuo nero pessimismo.
È condivisibile l’espressione di Flaubert quando scrive “.. sento contro la stupidità
della mia epoca, flussi di odio che mi soffocano..”. Purtuttavia, ci sono in giro
persone come noi; sì, da buon ottimista sospetto che ce ne siano. Persone che non
mandano in giro virus di nessun tipo. Che forse vivono abbastanza discosti dai fulgori
solari quotidiani; ma che scorrono - con molta fatica, spesso, d'accordo – su percorsi
rispettabili. Eppoi, visto che lo sto dicendo, tanto vale che te lo dica. Forse non siamo
in molti. Ma fa lo stesso. Fossi il solo a maledire l'imbecillità corrente, continuerei;
quasi imperterrito. Ho il vizio di farmi delle opinioni; documentate. E allora, una
volta che ho 'le prove’ in tasca, posso anche fidarmi. Almeno temporaneamente,
considerata la perfettibilità di tutto.
Non ho letto la tua del 30. L'ho stampata; e me la godrò dopo.
Vargas Llosa non ti ha colpito, credo di poter arguire. Perché per me è stata
un'illuminazione?
Mi piacerebbe leggere i tuoi articoli che stai preparando. anche se incompleti. Sento
che il ‘mio’ interesse per i temi di ‘tuo’ interesse è piuttosto forte. Sospetto sia più
determinante - ai fini della convivenza - stabilire leggi e modalità di applicazione,
piuttosto che fregnacce del tipo: dio c'è o non c'è.
La bomba: hai 44 anni. Non me l'aspettavo. Sapevo che il tempo passa anche altrove;
ma non mi ci ero fermato a far conti. Bell'età. Il decadimento comincia solamente, a
far capolino. Poi viene il bello. Ma più avanti. Più avanti.
Mi fa piacere conversare con te. A 49 anni sono uscito dalla S. per la P. di Ozzano.
Vedi che hai almeno una mezza dozzina di anni di anticipo, all'incirca, per
raccogliere armi e bagagli, e dirigere verso lidi migliori. Succederà. Insisti. Metticela
più che tutta. Non mollare, mi raccomando.
Parteciperai al chat sulla Qualità con il Commissioner europeo Byrne, il 6 giugno?
Ciao, a presto.
01.06.2001
Ad AP
Mi dispiace moltissimo per B. Spero possa riprendersi.
Almeno è andata bene a V.
Purtroppo, sono i benefici che la natura ci somministra, soprattutto con l'avanzare
dell'età, per ‘attenuarne’ la piacevolezza!
Maledizione.
Avevo saputo qualcosa dai media, sul problema OGM in P.
Ma sento che non tutti i mali vengono in solitaria.
Anche l'anno fiscale, ci si è messo di traverso.
Bisogna solamente continuare a lavorare. Qualcosa cambierà.
A presto,
antonio
01.06.2001
Ad IRC
Sono interessato a conoscere quanto si spende in Europa [complessivamente e/o per
singoli Stati] per la Ricerca sul Cancro. Potete fornirmi tale indicazione, e le fonti?
Potete altrimenti darmi suggerimenti su dove ricercare questo tipo di informazione?
Grazie.
04.06.2001
Ad AA
Mi rendo conto che è un pò tardi per cercare di riparare. Ma da buon ottimista spero
che vorrai perdonarmi, se solo ora ti faccio un sacco di auguri per i tuoi 44.
Ho riletto la tua ultima stamattina. Mi hai ricordato Sisifo. E ti ringrazio. Vuoi che ti
riscriva tutto il decantato finale de 'Il mito di Sisifo’ di Camus?
Ciao, buona settimana.
07.06.2001
Ad AA
Sono però anch'io d'accordo con te. Ho trovato interessante, intelligente, fuoristandard la posizione di Llosa. Ma incompleta. Forse bisognerebbe tentare di
estendere la sua interpretazione.
Avvincenti gli aspetti del processo inquisitorio. Orribile, a prima vista. Primitivo, è
una definizione che si avvicina di più alla situazione reale?
07.06.2001
A Redazione TG4
Oggetto: “Misteri”.
Possibile che nessuno abbia avuto il tempo - credo che la cosa perduri dall'anno
scorso almeno - di convincere i due conduttori della sunnominata schifezza che in
italiano corrente si dice carisma con l'accento sulla 'i’; e non carisma con l'accento
sulla 'a’ ?
Gradirei una spiegazione.
grazie.
07.06.2001
A RedazioneTG4
Fuggiti da rete-5 per le urlate di M., adesso avete scoperto anche voi un telecronista
anche più urlatore di M. - ammesso e non concesso che sia configurabile -. Dobbiamo
proprio lasciare anche canale-4? Ma che necessità c'è di straurlare tanto. Non si
diceva una volta che sono le teste vuote a fare tanto baccano? Non siamo sordi. Né
imbecilli. Perché non parliamo come se fossimo amici, che si rispettano
vicendevolmente? Il Fede Nazionale, riscuote consenso anche senza urlare, malgrado
tutto, no? E allora?
grazie.
07.06.2001
Ad AA
È così , davvero. Ci si arriva quasi in silenzio; quasi senza crederci. Sono tanti. E
all'improvviso.
Eppure, non sono ancora tutti. Il peggio arriva dopo ogni giorno. Pazienza. Bisogna
ricostruire tutta la vita, dalle origini; bisogna rifare il DNA, completamente. Ma
quanto tempo ancora dovremo aspettare? Non lo so. Ma aspetto. Nella folle speranza
di arrivare in tempo, nella rincorsa.
07.06.2001
Ad AA
Non è primitivo, il sistema inquisitorio che mi hai descritto. Ricorda - ma ricorda
soltanto - i processi descritti da Solzenicyn in Arcipelago gulag. Che sono molto
peggio. Anche se sembra impossibile. Forse quei procedimenti descritti da
Solzeniczin, non raggiungono nemmeno il livello pur infame dell'inquisitorio. Ne
sono un'involuzione, forse. Quindi il processo inquisitorio è peggio che primitivo.
Molto peggio che primitivo. Ma smetto di cercare un aggettivo. Non lo trovo. Sono
stato precipitosamente sciocco a cercarne un'etichetta. Le etichette sono utili. Sì. ma
spesso sono insipientemente insufficienti. Non descrivono, non qualificano, se non
superficialmente. A volte basta anche questo. Sì. Ma non per le cose serie.
Ciao.
07.06.2001
Ad AA
C'è vento, sui bastioni del castello d'If?
Penso all'unico castello che ho ben impresso nella memoria; quello di Carcassonne.
Largo, con un gran prato verde disteso morbidamente all'interno del primo giro di
mura. Ma forse il castello d'If è più maschio, striminzito, ventoso e scuro.
Ciao.
08.06.2001
Ad AP
Salvo imprevisti, la prossima settimana [10-17/6] sarò a Spina. Ti comunicherò # tel.
Cordialità,
antonio
08.06.2001
A Mr. Byrne, European Comm. Dirctorate XXIV
As well known, BSE cases in Ireland from 1987 to 2001 (June 8) amount to 648
units.
I suspect Irish beef is exported freely in EC Countries. Do you know?
WHY?
Thanks.
08.06.2001
Ad AA
Ti ringrazio per le chiarissime indicazioni che mi hai fornito.
Materia di riflessione tra il 10 e il 17 giugno; pare che saremo altrove.
18.06.2001
A FC
Ti ringrazio per la segnalazione. Immagino anch'io che sia di sicura attendibilità.
La vacanza ci ha fatto riscoprire Spina. Veramente piacevolissimamente vuota.
Immersa silenziosamente in un'infinità di pini marittimi verdi e giovani. Pensa che
dalla casa che abbiamo abitato all'estremità sud prima della pineta, la penultima
villetta di Spina, non si vede più il lago salato dove abbiamo pescato con la bora
addosso. Lo spazio è completamente occupato da una nuova pineta di alberi freschi,
adulti e verdi. ma tutta Spina è veramente piacevole. Credo che dimenticheremo
senz'altro, almeno per qualche tempo, Milano Marittima. Abbiamo anche visto i
quattro alberghi di Spina, aperti tutto l'anno, tutti in una zona ristretta. Il migliore di
questi - almeno così sembra- il G., non è per niente caro.
La spiaggia è veramente infinita. Almeno un centinaio di metri separa la pineta con
le prime sabbie, dal mare.
Mamy si è trovata bene. L'ho accompagnata nelle sue lunghe passeggiate sulla
battigia, curiosando tra i vari banchetti di extracom - spesso di straordinaria simpatia.
Condivisa anche da mamy; anche se sembra che abbia ogni volta bisogno di trovarne
conferma. Non ha simpatia istintiva per la pelle nera. Io si. L'ho anche seguita nelle
sue immersioni 'al ginocchio’ nelle ultime onde che raggiungono la riva. ‘Al
ginocchio’ anch'io; pare che sia da rilevare.
Andando in bici per Spina, ci siamo svelenati, liberati. Ci basta poco?
Ci siamo presi un cappello di paglia: Mamy un delizioso cappellino con fascia di velo
colorato che pende dietro - per la gioia del vento, si direbbe -; sta benissimo. Forse un
pò Americano/ottocentesco. Carinissimo. Il mio è un texas quasi trasparente, con
davanti una testa di cavallo in piccolo medaglione sulla fascia.
L'appartamento di G. nel residence non è male. Ma mi sentivo un pò ghettizzato.
Anche perché, forse, eravamo sorvegliati da 'so tutto io’, che era - e soprattutto si
sentiva - responsabile di eventuali violazioni delle regole condominiali - gli
appartamenti, tutti diversi uno dall'altro ma tutti su due piani - circondano - legati
parete a parete - una piscina centrale che ogni mattina due personaggi vengono a
ripulire, che il custode sorveglia, girando un pò dappertutto con aria da attenti, che ho
la frusta dietro le spalle; ecc. ecc. C'è qualcosa di elitario, che mi dà fastidio, in tutto
il residence. [Ma ci sono decine di residence, a Spina]. Puoi anche immaginare G. - è
venuto a cena da noi, una sera - che con 'estrema’ delicatezza ci snocciola quanti
miliardi ha recentemente impegnato in un'impresa [un frutteto] che dovrebbe andare
in porto fra poco; e che moriva dalla voglia di dirci - ma non l'ha fatto - quanto
guadagnava ogni giorno preparando farmaci galenici. Ha tanto insistito sulla cosa, da
farci pensare che siano veramente tanti. Come se a noi - a me - interessasse qualcosa.
Insomma, a parte odiosi piccoli scontri con 'so tutto io’ - che Mamy non ha trascurato
di mettere in riga più di una volta -...insomma le nostre passeggiate libere tra i viali
larghi, silenziosi, ospitali, al bordo della pineta distribuita dappertutto, ci sono rimaste
addosso, felicemente.
Ciao, a presto.
18.06.2001
A FC
Ti sarei grato se dessi un'occhiata a questa 'dichiarazione’:
http://www.opinionjournal.com/forms/printThis.html?id=95000606
È su queste basi che me la prendo, quando sento parlare di effetto serra.
Ciao.
18.06.2001
A FC
Questa Forattinata mi pare superlativa [carpita da un Panorama del dentista;
letteralmente: foglio strappato]; non ti pare?
18.06.2001
A SQ
Non mi dispiacerebbe, se questa forattinata divertisse anche te.
Come stai, 'aldilà del fiume e tra gli alberi’ [do you know papa Hemingway]?
Hai chiuso porte e finestre, al vento del sud?
Non ho più voce?
Ciao.
04.07.2001
A SQ e SB
Ti unisco un divertissement sulle facilities dell'Hotel che mi ha ospitato al lido di
Spina.
04.07.2001
A GCS
Qui si continua a fare compleanni.
Se proprio ti diverte, auguroni santi!
Spero che ogni cosa vada per il meglio.
Come sta mamy?
È vero che il G. ha per insegnante il figlio del GC, il famoso germanista amico di
Emy ?
Saluti a tutti voi.
e socy
04.07.2001
A SQ
Avrei voglia di ricominciare subito. Ma il ritorno dalle seppur modeste vacanze,
comporta qualche precedenza improrogabile.
Ciao.
05.07.2001
Ad AA
Sono appena tornato da un paio di settimane al Lido di Spina, nel ferrarese. Ottimo
posto per vivere in solitudine. Non si addice ai rompiscatole e a coloro che hanno
sempre bisogno di qualcosa di diverso da se stessi per sopravvivere.
Mi fa molto piacere sentirti. Spero che siate tutti e 4 in ottima salute. E rigenerati.
Una vacanza, fa bene. Inutile cercare di sottrarsi.
Il Lido di Spina è costituita da un nugolo [un migliaio?] di casette / villette bianche e
piccine, tutte nascoste sotto un bosco di pini marittimi verdissimi, che penso siano un
prolungamento della Pineta di Ravenna, quella che fu anche del Dante nazionale.
Dall'alto, si vede solo il verde delle chiome dei pini.
Ci sono solo 4 alberghi. Bene. La spiaggia è infinita. Ti unisco una descrizione
dell'albergo che ci ha ospitato: potrebbe procurarti qualche breve divertimento.
Spero di sentirti presto.
Non mi dispiacerebbe chiarire il problema della punibilità dei crimini in relazione al
livello di sanità mentale dell'assassino.
Ciao,
Salutissimi a M.
06.07.2001
A SB
Non mi meraviglia del tutto, l'assenza dell'utile dispositivo di cui si diceva.
Quando attraversai gli USA da NY a S.Francisco, in auto [1987], non si trovava quasi
mai il famigerato object nei Motel; c'era solo negli alberghi.
L'uso sostitutivo della doccia, specie nella vasca da bagno, non era di tutta sicurezza
[paura di scivolare?] né confortevolezza. Incertezze della cultura igienica? Ho sempre
sentito dire - non sò con quanta attendibilità - che gli Americani usano fare sempre la
doccia, 'dopo’.
Buona giornata e buon fine settimana.
06.07.2001
Ad AA
Insomma, in caso di assassinio, che bisogno c'è di stabilire se il soggetto responsabile
è costantemente e/o era estemporaneamente incapace di intendere e di volere, o cose
simili. È fondamentale, indispensabile stabilire se ha compiuto il delitto. Poi, è chiaro
che nella massima parte dei casi era/è un deficiente, se ha ammazzato qualcuno. Ma
non importa niente sapere se era temporaneamente deficiente, o idiota inveterato.
Non ti pare? Si manda comunque alla ghigliottina.
Perché no ?
Com'è la questione?
09.07.2001
A BL
I’d thank you very much for your very meritorious, very appreciated work.
Thanks. Many thanks.
It may be yoùd find somewhat interesting my site against nature
http://www.vency.com/.
Sincerely.
09.07.2001
A PS
Ti passo questo secondo articolo di Vargas Llosa, perché con quest'aria di peste-antiG8 incombente, può essere confortevole leggere una voce intelligente.
ciao, a presto.
PS: Ti segnalo anche un sito meritevole di particolare attenzione: www.reason.com
09.07.2001
A AP
Se puoi permetterti di dedicare un residuo del tuo tempo ad una buona lettura, ti propongo questo testo di Vargas Llosa. In giornate di incombente idiozia-anti-G8, è
consolante avere conferma che non siamo sommersi dall'imbecillità, malgrado le
apparenze.
Cordialità,
antonio
10.07.2001
A SB
Mi fa piacere che noi si sia dalla stessa parte.
Grazie.
ciao,
11.07.2001
A GF
Mi chiedi informazioni sul ‘Libro Nero dei crimini comunisti’. Eccone alcune.
Gli Storici che hanno cominciato ad esaminare i documenti degli archivi prima
segreti dell’URSS ecc. - e che sono i sei Autori del libro - sono quasi tutti di ex-(?)
fede comunista. Curtois, l’autore principale, è il direttore della rivista
“Communisme”. Queste cose le so perché le ho lette nell’edizione originale francese.
Anche nell’edizione italiana, comunque, Curtois, che ha appunto firmato il primo
capitolo dal quale ho tratto gli stralci che ti unisco, afferma che i NUMERI sono da
considerare senz’altro una SOTTOVALUTAZIONE. Sia perché non c’è ancora stata
una Norimberga per i crimini comunisti, sia perché i Documenti ufficiali, danno per
ovvi motivi delle sottostime del numero di vittime; un pò come Krushev, che disse
criminali agli altri, per nascondere i crimini suoi [con tanto di documenti firmati],
riportati, alcuni, anche nel Libro Nero del comunismo.
Non ti nascondo che il volume è di lettura pesantissima. Circa mille pagine, che non
sono altro che una lunga enumerazione di delitti infami. Giorno dopo giorno, mese
dopo mese, dal 1917 all’ 1989.
Se lo desideri, però, posso estendere la mia selezione con una certa facilità. SEGNO
tutti i passi più rilevanti, con biro rossa. Se però vuoi anche sapere come facevano, i
compagni dell'URSS, ad ammazzare tanta gente, se ti regge lo stomaco, posso
senz'altro documentarti. Qualche esempio: caricavano su carri bestiame tante persone
- indipendentemente da sesso, età, ecc.- quante ve ne potevano stare stando solamente
una addosso all'altra, in piedi. Poi chiudevano. Il treno viaggiava senza sosta per tre-
otto settimane, senza che si fornissero alimenti di alcun tipo, né vi era disponibilità di
servizi igienici, come puoi ben immaginare. All'arrivo, aprivano: più del 50% erano
morti, in piedi. Facevano scendere i sopravvissuti, li obbligavano a denudarsi, quindi
li lasciavano sulla neve a 40 gradi sotto zero, fino al giorno successivo. Dovevano pur
controllare i documenti! I superstiti, venivano immessi nei gulag. A vita. So che gli
Ufficiali nazisti che andarono in URSS ad "imparare" come si gestivano queste cose dopo il Patto Molotov-Ribbentrop del 1939 - , applicarono anch'essi la tecnica dei
vagoni bestiame e dei lunghi trasferimenti, per risparmiare su vitto e alloggio, pare!
I kmer rossi di quel porcacccio infame di PolPot, pensa un pò che strano, esigevano
invece dai parenti delle vittime, il rimborso delle spese sostenute per le torture dei
famigliari, e in particolare il costo delle pallottole impiegate per le ultime formalità!
Altrimenti uccidevano la gente che non voleva pagare, a randellate, au but de souffle.
E così di seguito. Ma sei proprio sicura di voler sapere che per risparmiare pallottole,
i compagni russi imponevano agli accusati-di-nulla di fare due squadre, quindi
legavano una fune ad ognuno dei due piedi dell'incriminato e li costringevano come
nel tiro alla fune a tirare finché il poveretto si spaccava vivo in due? O che ne
spezzavano gli arti inferiori, con tutte le precauzioni perché non se ne andasse subito
in un altro mondo, quindi OBBLIGAVANO i congiunti a spolparne le ossa e a
divorarne le carni? Pena altrimenti di fare la stessa fine?
Sei sicura di volerne sapere ancora?
[omissis]
11.07.2001
Ad AA
Si può dire che la legge DEVE essere 'basata’ su FATTI, e non su opinioni?
Ciao, dove sei?
11.07.2001
A VG
Mia cara amica, l'indifferenza della natura per la vita, è impressionante. Basta ricordarsi che negli ultimi 600 milioni di anni ci sono stati cinque massicci olocausti della
biodiversità e altri undici grandi estinzioni di massa. La grande estinzione del
Permiano, avvenuta circa 250 milioni di anni fà, distrusse il 90% di tutte le specie
allora viventi. Alla fine del periodo Cretaceo, 65 milioni di anni fà, furono distrutte il
60-75% delle specie viventi, compresi i dinosauri, i grossi rettili marini, le ammoniti
e gli pterosauri volanti [Scientific American, 1996]. Ma nemmeno si deve pensare che
questi enormi sconvolgimenti siano stati apprestati per facilitare la nostra esistenza.
La natura si potrebbe considerare indifferente nei nostri riguardi, se ancora oggi non
continuasse a volgersi violentemente contro di noi: nella seconda metà del 1900, più
di 835 terremoti hanno mietuto più di 770.200 vittime; 140 esplosioni vulcaniche
hanno fatto più di 42 mila vittime; 458 tornado ne hanno comportato più di 735.000;
più di 1730 inondazioni, ne hanno provocate più di 2.536.000.
Non riusciremo mai a fare di peggio.
12.07.2001
A Competente Ufficio Comune di PR
Allego una foto della situazione Cassonetti all'unico incrocio sul Prolungamento di
Via Sidoli [PVS], che unisce appunto Via Sidoli [VS] con la Via Emilia EST.
Per poter visualizzare buona parte della situazione dal mio punto di vista, non ho
saputo fare di meglio che una foto sghemba; me ne scuso.
1 - Come potete vedere, da diversi anni sono stati collocati tre Cassonetti [zona
evidenziata in rosso] nelle immediate vicinanze dell'incrocio che unisce VS con Via
Marconi [a est] e via Zoni [ad ovest].
1.1 - Come forse saprete, sul PVS non c'è alcun Condominio, né alcuna casa; né
alcuna capanna su palafitte. A chi dovrebbero servire tali Cassonetti sul PVS, a chi
viene 'con la sua roba’ da Traversetolo?
1.2 - Non mi pare siano stati collocati in una posizione molto opportuna, poiché:
a - è scomodo raggiungerli sia per gli abitanti di Via Marconi, sia per quelli di Via
Zoni;
b - Sia in Via Marconi e via derivate, sia in via Zoni e derivate, ci sono già
cassonetti;
c - Un povero cristo che dovesse servirsi dell'accesso facilitato al marciapiede nel
bel mezzo del quale sono posti tutti e tre i cassonetti, dovrebbe subito discenderne,
visto che i tre cassonetti consentono a malapena il passaggio di una persona abile;
quindi l'accesso facilitato non serve a niente e nessuno.
Anche ciclisti e motociclisti debbono scendere dal marciapiedi PRIMA di
raggiungere i cassonetti.
d - Trovo che rappresenti un vero pericolo per l'utente il fermare l'auto sul PVS,
scendere con i suoi contributi e immetterli nei cassonetti:
- Sia perché la sosta di un'auto in tale prossimità di un incrocio non dovrebbe forse
nemmeno essere consentita;
- sia perché il marciapiedi non è largo tre metri, anzi molto meno, e il contribuente a
malapena può reggersi in piedi nello spazio che i cassonetti lasciano 'libero’,
rischiando di inciampare/scivolare, magari nel PVS;
- sia perché non sono proprio 'occasionali’ i deficienti che come escono dalla curva in
fondo a VS e si trovano di fronte alcune centinaia di metri di rettilineo, subito
accelerano nella speranza di sorpassare qualche vicino di corsia, aumentando così il
rischio di chi ha fermato l'auto presso i cassonetti;
- sia perché quando l' autocarro addetto allo svuotamento dei cassonetti ha finito il
suo compito, generalmente non prosegue verso la Via Emilia est, ma procede a
retromarcia fino a raggiungere di nuovo l'incrocio sul PVS, per poi svoltare in via
Zoni o Via Marconi, mentre essendo il PVS a senso unico, dubito molto che tale
manovra sia legittima.
2 - Il lampione evidenziato nel cerchio verde, per circa sette anni ha funzionato in
modo strano: stava acceso un minuto, rimaneva spento per due minuti, quindi si
riaccendeva per un minuto; e così via. Per tutta la notte.
Ora è morto, poverino. Da alcuni mesi. Visto che dovrebbe illuminare l'incrocio,
proprio il PVS, non sarebbe utile prendere qualche decisione in proposito?
3 - Segnalo per inciso, che anche in Via Voltini, c'è un cassonetto che ostruisce
completamente, con la sua presenza, il marciapiede; sempre obbligando il pedone a
scendere dal marciapiedi - per non parlare dell'inutilizzabilità degli accessi facilitati.
4 - Scusate un altro 'inciso’: sul marciapiede occidentale di via Voltini, c'è un
preservativo 'usato che staziona lì da almeno sette anni. Potrei indicarne la posizione
con una certa precisione, visto che percorro il suddetto marciapiedi ogni domenica,
per raggiungere l'edicola di Via Picasso: direi che si trova tra il 25esimo e il
quarantacinquesimo metro del marciapiede dopo l'incrocio tra via Voltini e via Zoni,
e dirigendo verso sud. Potrebbe interessare qualche studioso della sopravvivenza
degli spermatozoi al ciclo delle stagioni?
Buon lavoro.
12.07.2001
A SB
Spero non ti aspetterai che io mi aspetti che tu mi faccia una relazione sui testi che ti
invio in lettura. [ma quanto è contorta questa frase, vero? forse avresti difficoltà a
fare altrettanto].
Sono solo un invito a dare uno sguardo.
Importante che le tue giornate scorrano serene e felici.
ciao,
12.07.2001
A SD
Senti cosa dice il Condorcet, a proposito dell’islam: “Mostrerò come la religione di
Maometto, la più semplice nei suoi dogmi, la meno assurda nelle sue pratiche, …
sembri condannare ad una schiavitù eterna, ad una incurabile stupidità, tutta
quell’ampia porzione del pianeta sulla quale ha steso il proprio impero;…”
[«J’exposerai comment la religion de Mahomet, la plus simple dans ses dogmes, la
moins absurde dans ses pratiques, … semble condamner à un esclavage éternel, à une
incurable stupidité, toute cette vaste portion de la terre où elle a étendu son empire;..
». Condorcet, ‘Esquisse 6‘]
13.07.2001
A RLL
Caro Rich.,
comincio a sospettare che qualcosa sia andato storto, nell'ultimo messaggio che ti ho
inviato. Non posso pensare ad altro che ad una tua non-condivisione dell'appellativo
col quale sono solito riferirmi al Porco-pr. Mi spiace se non condividi. È mia
modestissima opinione che il suddetto Pp [tanto per evitare di ricadere sul Porco-pr.],
sia personcina di grandissima ambizione, cattocomunista dichiarato assieme alla
moglie [da fuggire come la peste nera?], e comunque responsabile primario dell'aver
condotto al governo i comunisti, loro accoliti [PRC e sghignazzanti vari], reggicoda
vari, decorticati tutti [omissis] e tutto il bordello dei fottuti sinistrorsi, il grande nonno
Andreotti compreso [o caso a parte?]. MA, quando si ha modo di rinfrescarsi le idee
sugli accadimenti STORICI / DIMOSTRABILI del comunismo internazionale,
attraverso ad esempio 'Il Libro Nero del Comunismo. Crimini, terrore, repressione’,
opera di una mezza dozzina di Storici patentati [il coordinatore del libro, Stephane
Courtois è [stato?] direttore della rivista fr. 'Communisme', come riportato sulla
sovracopertina dell'edizione originale francese] assistito appunto da un'altra mezza
dozzina di collaboratori, che hanno potuto visitare/fotografare/riportare documenti
tratti dagli Archivi 'aperti’ dopo la caduta del muro, allora ci s'incazza, come direbbe
il caro Sgarbi. A conti fatti, come ben sai, ancora imprecisi [gli Archivi storici della
Cina sono ancora sbarrati], seppure molto prossimi alla realtà, le vittime del
comunismo internazionale [dall'URSS a Cina, Cuba, Corea del Nord, Vietnam, Laos,
Cambogia, Etiopia, Angola, Mozambico, Afganistan] superano i 100 [cento] milioni
di persone [esclusi animali e cose], di contro ai solo [si fà per dire] 25 milioni di
vittime del nazismo [è sempre Courtois che riporta i due conteggi; ma ci si puo
affidare anche ai ‘conteggì proposti dal ben noto storico Americano R. Rummel vedi http://www.vency.com/wars]. Solo che per i secondi c'è stata Norimberga.
Quindi tutti sono legittimati a prostrarsi e piangere. Giustissimo. Doverosissimo,
peraltro. Per i primi, malgrado sia stata invocata da molte parti, una Norimberga rossa
non c'è ancora stata. Strano! Però nessuno a sinistra può 'fingere di non sapere'. Solo
che sono complici. E ci sguazzano, per amore di potere - e per sottosviluppo mentale.
Forse anche un pò perché sono naturalmente, costituzionalmente infami. C.
compreso, beninteso. È uno dei loro. Esattamente come il porcellone Sc. [per non dire
del nullatenentenellatesta Esc]. A questo punto, come si può avere rispetto per Pp e
canaglie collegate!? La sinistra, intendo.
Io non posso. Ho un esagerato rispetto per il diritto che ogni persona ha di non essere
massacrato per le idee che professa. Quindi niente nazifascismo, niente comunismo.
Perché niente? Perché i nazisti sono criminali. Perché i comunisti sono criminali.
Perché i fiancheggiatori degli uni e/o degli altri sono criminali, secondo tutte le
dottrine giuridiche del mondo. E soprattutto la mia coscienza. Quindi dobbiamo
accettare tutti, fatta eccezione per i criminali, i loro soci, fiancheggiatori, complici. La
legge, la LAW, è nata per questo. Per distinguere gli uni dagli altri. O non ce ne
ricordiamo più?
Si, però adesso la pianto. perché tu sarai già andato a fare un salutare giro in bici per
la campagna, invece di stare ad ascoltare queste mezze invettive.
Vedi che quello che ti avevo segnalato nel messaggio precedente è vero? Faccio
prediche tutto in giro; a chi capita, capita. Ma siccome ho molto rispetto per te, la
pianto subito [si fa per dire].
Ti invio questo messaggio a mio rischio e pericolo. Debbo rischiare; per rispetto
sacrosanto della chiarezza.
Ciao, a presto, spero.
antonio
13.07.2001
A CV
Mi chiedevi il testo del discorso di Blair all’ European Bioscience Conference,
November 2000.
È un pò lungo. Te ne propongo una selezione.
"This is to continue the series of speeches about the choices I believe Britain faces if
it wants future prosperity for all. One such choice is investment in our future
productive base. The vital part of such investment is science. Biotechnology is
science's new frontier. On the edge of each new frontier of scientific discovery, there
is usually a body of opinion that sees it as a threat. We are at such a frontier now. The
science of biotechnology is likely to be, to the first half of the 21st Century, what the
computer was to the second half of the 20th Century. Its implications are profound,
its potential benefits massive. … let science discover the facts; let us then make our
judgment. But do not put our judgment ahead of the facts. That is so even in areas as
difficult as GM crops. I have an open mind on GM. There are legitimate concerns.
But to make heroes of people who are preventing basic scientific research taking
place, is wrong. It is to substitute aggression for argument.
British science has a proud record. It has a huge part to play in our future. This
Government will support science, is in favor of increasing investment in it and will
protect the ability of science to pursue its research, grow and prosper in Britain. I
want Britain at the forefront of world science.
My reason for addressing you today is to place firmly on record my support for
science and my determination not to let us slip into any form of anti-science.
Biotechnology can deliver better, more effective medicines. It can improve food
production, including in the developing world. It can help to clean up our
environment. Thanks to biotechnology, we are now closing in on a vaccine for AIDS.
Over the next ten to twenty years, biotechnology will offer us ways of heading off the
main killers in societies such as ... Cancer. Heart disease. Diabetes. Bio-technology
is also a potent new weapon against degenerative diseases like Alzheimer's and
Parkinson's. Crippling diseases like cystic fibrosis. So not only can people expect to
live longer, they will also lead more fulfilling lives. Biotechnology is the next wave
of the knowledge economy, and I want Britain to become its European hub.
Under this Government, the Research Councils have spent £600 million a year on
biotechnology and medical R&D. In July, we announced that the science budget
would increase in real terms by 7% a year to 2004. ... genomics will benefit from
those increases. All in all this will be the largest investment in science over the next
few years in peacetime Britain's history. Biotechnology ... sometimes it is
controversial, as with GM crops or animal testing.... But this Government will not
tolerate blackmail, even physical assault by those who oppose it. Biotechnology, like
the rest of the knowledge economy, is uniquely global. If biotechnology is to
flourish, the public need to have confidence in the safeguards. They need to be
reassured that the potential benefits far outweigh the dangers. Biotechnology offers
the chance to eliminate degenerative diseases that currently cost the NHS hundreds of
millions of pounds in long-term care. To cut down waste by allowing us to target
drugs more effectively. We can take on the mass killers in our society - cancer, heart
disease - and offer future generations the prospect of an active old age. “
13.07.2001
A Competente Ufficio Comune PR
Sospetto che un Progetto Città Pulita, che comincia con l'eliminazione di cassonetti invece che con l'aumento del loro numero e migliore localizzazione - possa con una
buona probabilità fallire in tempi brevi. Qual'è la filosofia che adottate?
Grazie.
20.07.2001
A FC & FC
Vi segnalo che ho scaricato lo "HUMAN DEVELOPMENT REPORT 2001_
MAKING NEW TECHNOLOGIES WORK FOR HUMAN DEVELOPMENT.
Technology networks are transforming the traditional map of development,
expanding people's horizons and creating in a decade progress that required
generations in the past.", preparato da un Organismo ONU e pubblicato la settimana
scorsa.
È ricchissimo di dati. Lo trovo molto interessante. Pesa ~3.3 Mb. Sono più di 264
pagine.
Se vi interessa, posso inviarlo via e-mail. Buona parte l'ho stampato; quindi potete
prima vederlo qui.
PS: ecco dove si può vedere / scaricare: Human Development Report 2001
23.07.2001
A F. Alberoni (in occasione della Settimana sul Cristianesimo/CORSERA)
Le sottopongo queste brevi [462 parole; 2549 battute] considerazioni sul Tema:
‘Cannibalismo sacrò che scrissi qualche tempo fà.
“ Leggo in ‘The Columbia History of the world’ [Autori Vari, J.A. Garraty & P. Gay
Editors, Harper & Row Publishers, NY & Lon-don, 1981, p. 518] ‘.. the basis of the
priest authority was his miraculous and unique power to change eucharistic elements
into the very body and blood of Christ... God again became flesh, Christ again died
sacrificially, for man's salvation. By eating the body of Christ ...’ .
Sono improvvisamente stravolto. L'evidenza carnale di quel flesh (carne) e di quell'
eating seguito dal body (mangiare masticando il corpo), all’uso proprio dei grandi
felini africani, mi fanno orrore; mi fanno rivoltare lo stomaco più di una bistecca
cruda di cavallo (se non altro condita con sale, pepe, succo di limone e olio).
Insomma una forma di cannibalismo indecentemente primitivo.
Quasi tutti i selvaggi, debbono averci trovato un pò di gusto a mangiarsi l’un l’altro, a
quanto pare. Solo pochi hanno provato dopo cottura, stando ad una brevissima
indagine che ho fatto; tutti avanti con carne sanguinolenta. E pare che tutti lo
facessero [lo facciano?] a titolo rituale, per migliorarsi fisicamente e/o spiritualmente,
in funzione delle prevalenti doti del povero ‘assunto’; in spregio dei vinti,
appositamente sacrificati; e/o per simulare comunione con la divinità.
Possibile che i cattolici possano veramente, mentre si accostano al sacramento,
credere di stare per ingerire carne e sangue di qualcuno? Ma nemmeno i nazisti li
mangiavano; li arrostivano, sì; ma fino alla combustione totale; né mi consta che
facessero assaggi nella fase intermedia dell’operazione.
Solo i comunisti lo hanno fatto correntemente; ma non con intendimenti rituali di
alcun tipo.
Giuro che se fossi avvicinato da una persona [?] che crede veramente di cibarsi della
flesh e del blood di qualcuno, tutte le mattine a digiuno, o anche solo la domenica,
fuggirei a gambe levate. Spaventato dalla selvaggia felinità della cosa. Atterrito dall’
indecenza di una pratica così infame. Rimarrei solamente ‘in guardà , invece, vicino
a chi si comunicasse soltanto una volta l’anno, a Pasqua, magari.
Eppure, nella religione cattolica, l'euca-restia è proprio il sacramento contenente
sotto le specie [le apparenze] del pane e del vino, il corpo, il sangue, eccetera del
Cristo. La realtà della presenza corporea di Cristo, è dogma cattolico almeno dalla
13esima sessione del Concilio di Trento. La transustanziazione, concetto inventato
pare da papa Alessandro III, [~1150] non fu accettata da Martin Lutero e dal
Protestantesimo. Invece, l'interpretazione di una trasformazione non sostanziale, ma
solo simbolica, è stata respinta anche recentemente da papa Pio XII con l'enciclica
'Humani generis' del 1950, e riaffermata da Paolo VI nel 1965 con la ‘Mysterium
Fidei’.
Il mistero vero, piuttosto, è come abbia potuto sopravvivere alla civilizzazione, non
tanto un rituale cannibalico così infame, ma un organismo che lo sostiene / professa
con presunzione di elevatezza spirituale! “
La ringrazio per l'attenzione,
PS: non sono un lettore 'quotidiano’ di quotidiani.
24.07.2001
A BB
Ha ragione a dire '..preti e politici che non hanno capito..'. In effetti non posseggono
la materia prima per poter comprendere. Basta sentire quel Gallo: bisogna
nasconderlo; fa vergogna, poveretto. Difficile avere meno buon senso. Forse ci riesce
però Mons. Luigi Bettazzi; anche il Pepe di Napoli, può concorrere con grandi
possibilità di prevalenza! Cosa ne dice?
Parma, 24 luglio 2001
A F.
Mi sto muovendo solo dopo diversi mesi di incertezza. Ho cercato un tuo indirizzo email, senza risultato. Mi sarebbe stato più facile, in quel modo, cercare di risentire la
tua voce. Vorrei solo sentire la tua voce. Vorrei che mi dicessi qualcosa di te. Cosa
hai fatto lungo tutto questo silenzio. Ho voglia di ascoltarti. Perché non mi scrivi una
lunga lettera o una lunga e-mail?
Ma è reale, tutto questo?
Perché ho spesso cercato mentalmente le tue risposte ai miei interrogativi?
Peccato, che il tempo faccia inevitabilmente rovinare anche le piccole costruzioni. Il
tempo scorre via; sembra che fugga; ma da che cosa?
Odio questa corsa verso il decadimento, la malattia, il disordine. Odio la natura.
Bisognerà cambiare profondamente il DNA umano. È troppo facile far meglio della
natura.
La malattia [sono catalogate più di 11mila malattie, oltre alle più di 3500 malattie
genetiche], l'invecchiamento, la morte, sono una vera schifezza. Per non parlare
dell'imbecillità così diffusa e proprio per la sua grande diffusione, non catalogata
come malattia, ma inclusa nella 'normalità’ [come mi dice Fabio, che si è laureato in
medicina e si sta specializzando in psichiatria; ma cos'è la normalità?]. Sì, ci sarà
molto lavoro per gli ingegneri-genetici. Non c'è alternativa al cambiamento
del DNA. La scienza, ci salverà.
La vita dev'essere senza fine. Non voglio più che gli amici si ammalino.
Che gli amici se ne vadano. Voglio continuare a vederli. A sentire la loro
voce. Voglio sapere che ci sono. Anche se non ne sento la voce. Anche se
sono lontani. Basta. Finiamola, con questa vita provvisoria. Cambiamo le
basi stesse; la natura della vita. Siamo già in grado di cominciare. Dunque
non perdiamo tempo.
Questi sono i suoni che ossessionano la mia solitudine. E non vorrei proprio aver leso
minimamente, in alcun modo, nemmeno i contorni dei tuoi convincimenti.
Se giova alla tua tranquillità, ignorali.
Dal '97 sono in pensione. Ci sto bene. Se non fosse per la solitudine. Che c'era anche
prima, certamente; ma più nascosta, tra le frasche dei pur modesti accadimenti
quotidiani. Eppoi c'era la speranza: potrà forse verificarsi questo; mi occuperò di
quest'altro; farò...
Ma tu, come stai? Cosa hai fatto? Cosa stai facendo?
È come se il legame tra noi stabilito un tempo, non si fosse dissolto.
25.07.2001
A Ufficio Competente Comune di PR
Quartiere Torricella, Lazzaro-est: sei edifici condominiali circondano una zona a
verde attrezzato [?], tra Stradello Vernizzi e Stradello Tessoni [lato Nord di Via
Zoni]. Da diversi anni, l'unica attenzione che riceve questo verde è la tosatura
dell'erba pressoché inesistente. L'inesistenza è dovuta, probabilmente, alla mancanza
di innaffiatura; riceve solo quella 'naturale'. Gli alberelli, dopo sette anni, non
riescono ancora ad offrire alcuna ombra affidabile. Alberi a lenta crescita e a scarsa
chioma, si sprecano. L'anno scorso uno dei condomini, impietosito, ha provveduto ad
innaffiare ogni sera, in un mese estivo, le due Ginko biloba. Hanno spinto fuori un
numero di foglie che a stento si può contare con le dita delle mani e dei piedi.
Crede si possa fare qualcosa?
Grazie.
30.07.2001
A SB
Vorrei compiacerti e dire che mi dispiace che tu sia tornata, visto che stavi così bene
sulle alpi e non avresti voluto scender giù da queste parti.
Ma non posso.
Mi fa piacere che tu sia tornata.
Forse mi sarà così permesso di salutarti, ogni tanto.
Agosto 02, 2001.
A F.
Pre-Malloppo
Proporrei di eliminare i titoli dall’indirizzo sulla busta.
Ho già cominciato.
Sei d’accordo?
Mi piacerebbe se riuscissimo a riprendere i nostri scambi di corrispondenza.
Ma soprattutto di idee.
Di confronto.
Per non perdersi in un bicchier d’acqua e – almeno per quanto mi riguarda in modo
particolarissimo – non dire / fare troppe fesserie.
Forse ho sbagliato, ad inviarti un tale malloppo.
Ma tant’é. Cosa fatta capo ha.
Puoi benissimo buttarlo.
Purché si possa riprendere i nostri amichevoli voli-discorsi.
Solo questo, mi interessa.
28/7 <> 2/8, 2001
‘Il malloppo’
Lasciando scorrere la memoria fino alle ultime lettere che ci siamo scambiati, credo
che si debba risalire a poco dopo il '68, anno di nascita di Fabio, il nostro secondo e
ultimo. Ma domattina, quando sarà meno caldo, salirò in mansarda dove custodisco le
tue lettere, e verificherò. Un fondato sospetto di essere fuori strada, me lo sento
addosso. Vedremo. Ma bisogna pur cominciare da qualche parte. Vuol dire che
cercherò di essere più sommario di quanto era nelle intenzioni. [Dicono, soprattutto
Emy, che sono un pò pedante; nel senso, soprattutto, che cerco di circondare ogni
seppur trascurabile evento, da un gran cestone di 'inutili’ particolari. Può darsi che ci
sia un pò di vero. Sei avvertito - che sono avvertito / consapevole; ma impenitentemente vizioso.]
Sono anni un poco 'strani’, quelli che seguono il '68. Coinvolgono un pò tutti; e
anch'io cado nella trappola [pseudo-sindacalismo all'interno dell'Istituto; pseudo
impegno politico sinistrorso - non sapevo nulla di preciso del vecchio porco stalin, né
del porco lenin. Forse più per il mio dichiarato disinteresse verso la politica, che per
ignoranza dei fatti che già erano emersi piuttosto chiaramente. C'era gia stato il XX°
congresso del PCUS. Ricordo che il babbo ci aveva portato a casa l' Ilia Erenburg de
‘'Il disgelo’ e un Kravcenco di cui non ricordo il titolo]. Rimango in catene per 6-8
mesi, diciamo. Poi scappo a gambe levate.
Il mio impegno professionale aumenta ogni giorno di più. Sperimento senza perdere
più di qualche minuto per la sigaretta, buona [?] vicina di percorso [circa 20 pro die,
come dicono i medici]. Studio soprattutto la morte dei batteri per effetto del calore,
dei disinfettanti, delle radiazioni ionizzanti [alla S.Sperimentale disponiamo di una
sorgente di cobalto-60]. Pubblico 4-6 lavori scientifici all'anno. Mi alzo verso le 5;
lavoro fino alle 7.20; quindi raggiungo a piedi il laboratorio; sono quasi sempre il
primo ad arrivare in Istituto; solo a volte preceduto dal Direttore, che legge con
accanimento il suo quotidiano. Dicono che si potrebbe regolare l'orologio al mio
passaggio [non è un primato; lo so. Ho avuto dei predecessori. Ma il primato, in
questo senso, un po’ di carattere olimpionico, non mi ha mai interessato]. Un giorno
il Prof. C., Presidente dell'istituto - era anche Direttore dell'Istituto di Chimica
Industriale dell'università di Bologna - mi dice che avrei dovuto fare il concorso per
la libera docenza. Mi rifiuto decisamente. Non voglio fare esami. Né sono interessato
ad acquisire titoli. Voglio dedicare tutto il mio tempo al mio lavoro. Emy è d'accordo;
ma fino a che non viene a sapere che con la docenza il mio mensile aumenterebbe di
10.000 [diecimila] lire. I tempi sono strani e duri, come si diceva. E lo stipendio una
vera miseria. Cedo. Supero il concorso: docenza in Scienza e Tecnologia Alimentare
[~ il 1971].
Comincio a dedicarmi all'elaborazione di un modello matematico che possa
descrivere l'andamento / il meccanismo di morte dei microrganismi / e delle cellule in
generale; calcolatrice elettronica alla mano [tra le prime, con i numeri brillanti di
luce verde], poi il primo home computer, poi il primissimo personal. Passo una semiinfinità di ore facendo calcoli, sperimentando soluzioni matematiche che siano
convincenti anche dal punto di vista biologico. Emy chiama questo mio lavorare, la
divina commedia. Dopo poco più di un lustro arrivo ad una soluzione. Il modello è di
tale tipo, che per spiegare / giustificare la morte delle cellule, ho dovuto costruire un
modello parallelo, che ne spieghi la vita, lo sviluppo. I risultati da me ottenuti
impostando le esperienze pratiche in modo non convenzionale [ma anche gran parte
di quelli ottenuti dagli altri autori] si adattano bene, talvolta benissimo. È l'esaltazione
più totale. Tutta dentro, peraltro. Non so con chi parlarne. Faccio la mia passeggiata
domenicale, a mezza mattina, e guardo la gente 'che non sa’ come avvengono le cose;
senza poter fermare nessuno per raccontarle. Nemmeno ai miei collaboratori, ne
parlo. Sono solo, dentro questa che sembra una stupenda follia. Ho comunque
bisogno di conoscere il parere di qualche Grande; vorrei sapere se la mia proposta è
interessante come sembra a me. E bisogna anche pubblicare, subito. Preparo un testo
abbreviato del lavoro nel mio primitivo inglese di allora. Scrivo al Nobel Luria, che
in un suo volume di virologia ha dedicato diverse pagine alla cinetica di morte dei
virus. Con eccessiva onestà mi risponde immediatamente che è stato un suo
collaboratore a scrivere quel capitolo; che lui non ne capisce niente. Tento di
raggiungere il Nobel prize Dulbecco, che viene d'estate dai suoi, nel torinese. Stessa
risposta; si dichiara non competente. E mi consiglia di rivolgermi ad un biofisico. Mi
si presenta l’occasione di andare a Londra per un incontro di lavoro con il
microbiologo di una multinazionale che ha una sede anche vicino a Parma. Allora
scrivo al grande Nobel Prize Monod [ricordi ‘Il caso e la necessità’?], allora
Direttore dell'Institut Pasteur, chiedendo un appuntamento per il giorno in cui
prevedo di essere di ritorno da Londra. Mi dice che è spiacente ma proprio quella
mattina ha un’ importante riunione al Municipio di Parigi, alla quale non può
assolutamente mancare. Al ritorno da Londra ho scelto di fare scalo ad Orly; con un
taxi faccio una folle corsa al Pasteur. Raggiungo lo studio di Monod. Dico alla
Segretaria che potevo anche comprendere, se Monod non aveva tempo per me, un
povero microbiologo sconosciuto, ecc. ecc. Ma lei mi dice: venga. E mi mostra
l'ufficio / studio vuoto di Monod. Vuoto, si fa per dire. Sembra una sala di Versailles:
stucchi, cornici dorate, tele, affreschi. Raggiungo allora l'altro Nobel, Jacob, che
lavora anche lui al Pasteur. Dieci minuti di anticamera. Poi mi dice: mi occupo di
fisiologia animale, ora; non più di batteri; non posso esserle utile. Invio l'articolo a
Nature, che me lo rifiuta. Comincio l'elaborazione di una versione molto più estesa;
dove dico tutto. Nel frattempo sono chiamato a parlarne all'Institut Pasteur di Lille .
L’anphiteatro nel quale tengo la relazione ha una lavagna verde lunga forse 15 metri.
Il prof. Mossel mi lusinga dicendomi che parlo molto bene in francese, e quindi posso
fare l’esposizione direttamente in francese, anziché in italiano con traduzione
simultanea, com’era previsto. Con il testo italiano fra le mani, faccio la traduzione
simultanea. Ricopro l’interminabile lavagna di formule matematiche, correndo da
un’estremità all’altra con il gesso in mano. Dopo un’ora, almeno una quindicina di
persone dormono profondamente, malgrado non sia ancora mezzogiorno. Ad un tratto
mi sfugge di mano il gesso; lo rincorro, mi fletto, lo batto, lo faccio rimbalzare, lo
riprendo in aria, prima che cada a terra. Scroscia un applauso. Terminata la relazione,
interviene subito il Prof. Buttiaux, Direttore della sezione di Microbiologia
alimentare dell’Istituto Pasteur, dicendo “Vous ete un grand mathematique. Nous
avons un tète comme ca”, facendo con le mani aperte un gesto a mò di descrizione di
una zucca di dimensioni rilevanti. La sera si cena tutti alla mensa dell’Istitut Pasteur.
Emy ed io siamo alla tavola di Buttiaux, Mossel e il Direttore del Pasteur [un exvirologo]; per la prima volta in vita sua Emy gusta la cipolla di una ‘tarte d’ognon’.
L’albergo nel quale il Pasteur ci ospita, è il migliore di Lille. Dopo cena scappiamo in
camera e subito a letto. La st anchezza era notevole. Ma dopo 15 minuti, squilla il
telefono: era il Mossel che ci chiamava dalla conciergerie con un tono che non
ammetteva scuse: “..vi aspetto qui fra 10 minuti al massimo. Altrimenti salgo a
prendervi di persona. Dobbiamo andare a ballare nel mio bistrot.” E così ci
reinfiliamo tutto e scendiamo. C’era una certa concentrazione di illustri studiosi e io
volevo approfittarne per discorrere delle nostre questioni; ma loro volevano divertirsi;
dopo poco tutti mi avevano abbandonato. L’ultimo, Roberts, nella fuga aveva
rovesciato il mio wisky; e così rimasi pure a bocca asciutta. Ero esausto. Vedevo gli
altri ballare nella semi oscurità, ma rimanevo immobile. In fondo ero felice.
Dopo qualche mese, mi chiedono di parlare del mio lavoro a Versailles, all'INRA,
l'istituto francese corrispondente al ns. CNR. Poi mi chiedono di andare a lavorare in
quest'ultimo Istituto per qualche anno. Io sono preso dall’entusiasmo; ma il Prof. C.
non me lo consente, dicendo che l’Istituto non poteva rimanere sguarnito così a
lungo. Allora facciamo un mese di ferie - Emy, Federico, Fabio e io - a Versailles.
Siamo spesso a Parigi. Interessantissimo, questo soggiorno, per noi tutti. Vediamo la
sede della palla-a-corda. Musei della rivoluzione. Place de la Concorde. E una certa
quantità di altre cose; immancabile il Louvre. Io, però, passo le mattine nei laboratori
di microbiologia / sterilizzazione dell'INRA. Alla fine del nostro soggiorno a
Versailles, il Prof. Cerf, direttore dei laboratori che mi avevano ospitato, ci riserva
una domenica di grande cortesia e grandiosità. Pranziamo nella sala in cui fu firmato
il trattato di Versailles del 1919; le amplissime vetrate davano sui giardini della
Reggia. Credo si trattasse del Trianon Palace, giusto sul fianco sinistro della Reggia.
Nel parcheggio, la nostra Citroen Pallas, faceva la figura di una cinquecento: si
trattava di un Hotel molto ben frequentato, con molta evidenza. Cerf non trascurò di
dirci – in questo, da buon francese - che era lì che si rifugiavano la domenica, per una
colazione, i parigini che contavano. Il pomeriggio proseguì con una gita verso
chateaux ‘che normalmente i turisti non conoscono’; e infine un concerto
all’orangerie di non so più quale chateau; un gelato; e ritorno a Versailles.
Nel '78 organizzo un convegno internazionale di microbiologia, con il sussidio
finanziario della maggiore azienda mondiale nella produzione di materiali per il
laboratorio microbiologico. Faccio venire a Tabiano Terme, vicino a Parma, i più
grossi nomi della microbiologia alimentare, dall'Europa, dall' Australia e dall'
America. Una certa fatica, ma anche un pò di soddisfazione. Mi conoscevano più i
ricercatori stranieri, che avevo tutti contattato in occasioni diverse, che non 'i nostrì.
In questi anni torniamo spesso in Francia, con i ragazzi, che vi si affezionano. A
Parigi saremo andati forse una dozzina di volte. Sempre in macchina; la grossa
Citroen ID-super [la prima Pallas la acquistiamo, usata, nel '68; anche
successivamente, acquistiamo sempre vetture Citroen usate; altre ID, Pallas, poi la
CX; ora, per Fabio, una BX - beninteso, di automobili non capisco nulla; ho preso la
patente, praticamente costrettovi, quando l'appartamento di via Campanini ci è stato
affittato 'con garage', sine qua non]. Ab-biamo trascorso per mezza dozzina d'anni le
nostre ferie estive sulla costa azzurra, più spesso a Juan-les-Pins, alcuni chilometri a
ovest di Cap d'Antibes. Gironzoliamo all'intorno. Acquistiamo il necessario per via, e
ci fermiamo nei boschi che numerosissimi popolano il paesaggio, a consumare panini
e birra, con i ragazzi che si rincorrono tra gli alberi; che scoprono animali e un gran
numero di funghi. Un giorno di ottobre partiamo per Nantes, tra qualche fiocco della
prima neve. Facciamo sosta a Nevers, alle nove di sera, in un albergo nel letto della
Loira; ma ce ne andiamo dimenticandoci di visitare la mummia di Bernadette. Ci
fermiamo il giorno dopo ad Amboise, dove è sepolto Leonardo, in alto, sul castello,
imminente sulla Loira. Arriviamo a Nantes ch'è buio; ma la prenotazione dell'albergo
è per il giorno successivo. In città non si trova una camera; c’è una Fiera di non so
cosa. Facciamo rotta nel buio, dopo un pasto frugale, verso sud. A circa 50 km,
troviamo un alberghetto, vicino a Poitier, che ci ospita. Durante la notte, è nevicato.
Al ritorno, facciamo sosta in Dordogna, a Les Eysiez [a circa metà strada tra Limoges
e Toulouse], per vedere le pitture rupestri di Lascaux. Ma in vista di Carcassonne,
siamo incantati dalla cittadella, eminente, illuminata a giorno nel buio della notte, con
un gran prato verde all’intorno. Ci fermiamo. Nell'aiuola davanti all'albergo, che è a
pochi metri dalla cittadella, ci sono fiocchi di neve tra i fiori rossi. Il primo giro di
mura è separato da quello più interno da un prato verdissimo, ben illuminato. Il
silenzio è totale. All’interno, molto buio; qualche ristorante con fioche luci sui tavoli.
I negozi, chiusi. Poi il sole abbagliante: rivediamo la Camargue; St. Tropez, St.
Raphael, Cannes, Antibes, Monaco, Mentone. Un pomeriggio, da Parigi, andiamo
verso Chartres. La cattedrale si vede da forse 30 o più kilometri di distanza,
troneggiare immensa sui campi di grano sterminati, senza fine. Nessun'altra
costruzione è così visibile e imponente. Quando arriviamo, escono dalla cattedrale
fiumi di suoni maestosi e formidabili: la toccata e fuga di Bach, che l'organo intona
per un matrimonio all'interno. Credo non dimenticheremo mai questi momenti di
gloriosa esaltazione, dovuta al connubio Chartres-Bach. La cattedrale di Reims, pur
con le sue forse centomila sculture addosso, è goffa, vista dall'esterno. Solo
dall'interno, è come me l'aspettavo. Sono tornato, qualche anno dopo, per guardarla
da un centinaio di metri di distanza. Fà abbastanza schifo. Ricorda vagamente la linea
della cuoca nera di Via col Vento; quella cui Ret [Clark Gable] regala una sottoveste
rossa.
L'ultima volta che ho visto la Francia, è quando Emy ed io siamo andati a Laval, a
metà strada tra Rennes e Le Mans. Un Convegno. La città è attraversata da un largo
fiume, tra due alte sponde; forse la Mayenne, non sono sicuro. Ma è l'occasione per
vedere le coste del grande sbarco alleato. Era proprio il 6 giugno, quel giorno;
raggiungiamo la costa, 'invasa’ da gruppi di veterani con vari arti di legno, o in
carrozzella, con copricapi militari, tutto uno sbandierare francese e tedesco [ci colpì,
la vicinanza delle due bandiere], e una quantità innumerevole di Americani, con la
loro stupenda bandiera; ancora i fortini di cemento; ancora mezzi da sbarco
giganteschi semisommersi, restano a guardare, sembrano un monito, a poche decine
di metri dalla spiaggia. Non ondeggiano. Sono come di marmo pesante, zavorrato;
immobili. [Poi passiamo da Mont St. Michel]. L'ultima volta che abbiamo lasciato la
Francia, assieme ai ragazzi, a metà del traforo, quando si leggeva 'confine FranciaItalia’ , per qualcuno, io tra quelli, c’è stata una forte emozione; fino alle lacrime.
D'altra parte, come forse ricordi, l'aver dato ospitalità, durante la guerra, agli Zitzler
fuggiti dal campo di concentramento di Fossoli, ci aveva portato a conoscere la
marsillaise prima dell'inno nazionale. Ricordi Madame Renée? La mamma, una
decina di anni fà, è andata [in treno, tutta sola] a trovarla, in un pensionato nei
dintorni di Parigi. Diceva che avevano riso tutta la notte - fu ospitata nella stessa
stanza di M.me Renée - a fare il verso alle anatre che parlottavano ad alta voce nel
laghetto dello chateau che le ospitava. La Francia è rimasta fino a non molti anni fà,
la terra di cui mi sentivo veramente di far parte. Ora è passata; anche se la memoria e
l’anima sono sempre turbate al solo nome di Francia. Ora è in America, che vorrei
vivere e dormire per sempre.
All’incirca a metà degli anni settanta, la Giò si sposa con PS e si rifugia in capo al
mondo, a Tione di Trento, vicino a Madonna di Campiglio. A me occorrono almeno
tre ore e mezza per arrivarci. C’era un gran sole, quel giorno. E molti erano felici,
malgrado le provvisorietà tipiche di queste cerimonie. Lassù in alto, si creò un
piccolo regno, catturando l’indimenticabile zia Olga; e dopo qualche tempo, mia
madre e mio padre, definitivamente. Mio padre è ancora lassu, sotto un cumulo di
terra, da cui una pianta di rose – un pensiero di mamy – esce e cresce, con i suoi fiori.
Ricordo mio padre, ormai vicino alla fine, dopo l’ictus che l’aveva colpito proprio
durante un soggiorno a Tione, con un suo cappello di paglia sulla testa. Mi piace
quest’ immagine. Forse mi ricorda quel ‘vecchio contadino di VanGogh [Patience
Escalier], con lo sguardo così profondo, malinconico, lontano, lontanissimo,
penetrante fin chissà dove; silenzioso. Durante un breve soggiorno a Capri, in
occasione di un corso settimanale sulla diffusione del calore nei corpi solidi,
semisolidi, fluidi, ne comprai uno anch’io: diecimila lire: un niente. E a sentirmelo
sulla testa, mi sembrava di essere qualcun altro, immaginato, forse sognato, disperso,
riemerso da un passato sconosciuto. E anche in parte, un’identificazione. Si sta bene,
sotto un cappello di paglia. Quando, tornato da Capri, suonai al cancello, Emy
dall’alto della finestra guardò giù, e non mi riconobbe! Ma era verso sera, forse; non
ricordo.
Lassù, Giò e Paolo hanno costruito una grande casa, più in alto del centro abitato; di
faccia a monti per me altissimi, spesso tra i primi a tingersi di neve. Giò scende a
Parma a partorire Gianbattista; poi ritorna a chiudersi là in alto; dove insegna inglese
al liceo locale. Da cui parte almeno una volta l’anno, per un soggiorno di vacanzastudio in Inghilterra, con un piccolo stuolo di suoi studenti. Ha fatto anche un gran
giro in America [Paolo ha dei parenti che vivono a Pittsburgh]. Ci si vede forse una
volta l’anno; ogni tanto ci si scrive. Ma và tutto bene.
Arriviamo all'81. La cosiddetta 'divina commedià mi viene pubblicata : 'A Model
Describing Microbial Inactivation and Growth Kinetics' sul Journal of Theoretical
Biology, 88, 1-34. Tra le conclusioni più rilevanti, ho incluso la possibile
sopravvivenza indefinita delle cellule. Per i primi due-tre mesi, piovono decine e
decine di richieste di estratti, fino ad una ventina al giorno; da tutto il mondo. Una
sola richiesta dall'Italia. All’Istituto di genetica dell’Università mi dicono che da
almeno 15 anni nessun italiano ha pubblicato su quella rivista. Ovviamente
l'entusiasmo si rinverdisce. Mi dico: adesso che sono arrivato fin lì, qualcuno
riprenderà la corsa, trasferendo più direttamente le argomentazioni teoriche e
matematiche, alle cellule animali e agli animali, infine. Invece il tempo passa. E il
silenzio copre tutto. Comincia una fase di scoraggiamento. Dopo un anno circa,
prendo contatto con il Direttore del locale Centro Tumori, parliamo, frequento la
biblioteca dell'istituto. Comincio una seconda 'commedia’ , che termino dopo forse
due soli anni. Giudico i risultati particolarmente interessanti. Il modello che ne esce,
continuazione del precedente, è in grado apparentemente di spiegare un certo numero
di cinetiche come lo sviluppo dell'embrione umano e dei tumori; come debbono
essere applicate le terapie, per essere efficaci; il passaggio evolutivo da organismi
monocellulari a pluricellulari; ecc.ecc. Sottopongo il lavoro sempre al JTB, che però
questa volta non lo pubblica, perché uno dei due referee dice che il lavoro 'spiega
troppe cosè e quindi è legittimo pensare che ci sia qualcosa che non và. A questo
punto mi fermo. La rivista Cancer si dice disposta a considerare il lavoro per la
pubblicazione. Ma ormai sono troppo deluso. Non riesco a rimettermici sopra. La
fatica è stata immane. Non me la sento. Non lo manderò più a nessuno. Ieri ho
cercato tra i miei floppies, ma il testo non è più nemmeno leggibile. Comunque,
sarebbe ormai troppo vecchio; completamente – o quasi - da rifare.
Negli stessi anni ho i primi contatti con l'informatica. Imparo qualcosa del linguaggio
Fortran e cerco di scrivere un programma di statistica, che con l'indispensabile
intervento dell'amico Giuseppe, l'informatico dell’ Istituto, funziona. L’unico
terminale disponibile viene situato al piano dove sono i laboratori di microbiologia
[ricerca e analisi] di cui sono responsabile da una quindicina d'anni, perché mi sia
possibile utilizzare il programma con maggiore comodità. Negli stessi anni, imparo
un pò più di matematica; sono il Relatore di una trentina di Tesi di Laurea in
Biologia, Scienze, Alimentazione, Chimica industriale, che vengono svolte con la
mia attenzione diretta o indiretta [da uno o più dei miei collaboratori - una decina].
Frequento qualche Convegno. Mi appassiono alla micologia; cosa che comporta un
attivo esercizio di microscopia, forse almeno in parte responsabile della perdita di
qualche diottria. Metto gli occhiali. Contemporaneamente, mi dedico anche allo
studio delle tossine fungine, soprattutto le aflatossine, i più potenti cancerogeni che si
conoscano. Ne troviamo in diversi prodotti, e soprattutto in una certa percentuale di
campioni di latte del commercio. Lo diciamo. Altri due studi riportano il
ritrovamento di aflatossina M1 nel latte, in Piemonte e a Napoli. Nessuno se ne
preoccupa. Ne parlo con il direttore dell’istituto tumori di Parma. La risposta è
almeno singolare: ‘..non si può andare a dire alla gente <da domani non bevete più
latte>, non capirebbe, sarebbe il panico; è impossibile. Si potrebbe piuttosto istituire
una indennità per i famigliari di coloro che soccombono al cancro.’ A me è sembrata
pura follia, incoscienza, imbecillità. Non ti pare?
Nel 1981, subito dopo la pubblicazione della 'divina commedia’, come lo chiama
l'Emy, sono invitato da un visiting professor del California Institute of Technology a
scrivere il capitolo sulla cinetica di morte dei microrganismi, per un volume sui
modelli matematici in biologia, che sarà pubblicato in Florida. Accetto. Il volume
esce nel 1988. Nel frattempo, dopo 25 anni alla SS, costretto dalle insufficienti
condizioni economiche [non riuscivamo più ad arrivare alla fine del mese, senza
erodere i poveri risparmi che Emy con impareggiabile abilità aveva accumulato]
decido di andarmene. Preparo un progetto di ricerca molto particolare [e segreto] e
saggio la disponibilità delle maggiori aziende nazionali. La P. accetta subito di
assumermi [ottobre 1985]. Contratto da dirigente [stipendio più che raddoppiato].
Laboratorio [protetto da sguardi indiscreti] da costruire ex-novo nello stabilimento
più vicino a Parma [OT, 20Km], in una parte ‘nascosta’ dello stabilimento. Titolo del
laboratorio: Ricerche speciali. Conosco la libertà. Non devo chiedere il permesso ad
alcuno, se voglio andare in farmacia, o a fare un giro in collina, a respirare il vento
che mi viene addosso come una furia [forse ricordi che amo tantissimo il vento, come
mia madre]. Questa libertà spicciola, che non avevo sperimentato dagli anni
dell'università, è inebriante; permea l'organismo; lo vivifica. Al mattino, prima di
raggiungere lo stabilimento, spesso vado a fare un giro nel bosco, a guardare il
ciondolare dei grappoli di fiori dai rami delle gaggie, a rimirare gli alberi, gli spazi tra
gli alberi, il frusciare delle foglie, il risveglio. Dopo sei mesi circa, il nuovo
laboratorio è pronto.
Anche tecnicamente, la dotazione strumentale che mi viene concessa è la più
aggiornata. Solo il microscopio ottico, è costato quanto un microscopio elettronico a
scansione. Ho un contratto con la Dialog, che mi consente in qualunque momento di
collegarmi via computer con Palo Alto in California, per fare ricerche bibliografiche,
ordinare reprints, ecc. Naturalmente ho anche un collegamento a internet via
Compuserve. Comincio a frequentare con assiduità questi meccanismi di acquisizione
della informazione. L'arredamento dell'ufficio è ottimo - non come quello di Monod,
ovviamente. Mi viene assegnata una segretaria. La P. è stata grandiosa. Le debbo una
riconoscenza inesauribile. Dopo un anno circa, un responsabile aziendale al più alto
livello mi confessa: 'a noi interessava soprattutto sottrarre lei alla concorrenza. stia
tranquillo. Non è necessario che si dia tanto da fare '. Comincia così questo strano
rapporto di 'consulenza’ all'azienda e alla casa madre, la Heinz di Pittsburgh e
associate, dagli USA all'Australia, all'Inghilterra, che mi lascia molto tempo sia per
qualche studio sperimentale, sia per il diletto lavoro teorico. È in questo periodo che
estendo le mie conoscenze di informatica, perfeziono la conoscenza di un linguaggio
elementare di programmazione, e me ne servo per perfezionare, sul PC portatile
dell'azienda che mi porto sistematicamente a casa, un programma tecnico-scientifico
dedicato ai microbiologi e ai tecnologi alimentari. Comincio a venderlo, tramite un
grosso fornitore milanese di materiale per laboratorio. Questo programma, che
chiamo Microbiofood, è oggetto continuo di perfezionamento, anche tuttora [ma
ormai se ne vendono praticamente non più di 2-3 copie all'anno]. Cominciamo a
contribuire con una piccola cifra mensile, al man-tenimento di una bimba di Bombay,
di nome Sangeeta, cha ha una dozzina d’anni, tramite un’organizzazione Americana
[il Dipartimento di Stato di New York mi aveva fornito informazioni positive su
questa organizzazione, con tanto di bilanci annuali ed esposizione dei contributi
statali]. Seguiamo Sangeeta [ci vengono inviate periodicamente fotografie della
ragazza e della famiglia, oltre a messaggi scritti della stessa Sangeeta] fino a quando
si sposa, all’età di 18 anni. Adottiamo allora, sempre allo stesso modo, un ragazzo
filippino; e la cosa funziona per qualche anno. Mi procuro una discreta ferita,
maneggiando vetro da laboratorio. La grossa assicurazione aziendale per i dirigenti,
mi liquida un'ottima cifra. Decidiamo di impiegarla per fare una visita negli Stati
Uniti, in occasione del 25° anniversario di matrimonio. È l '87. Scendiamo a New
York, e dopo due giorni affittiamo un'auto: vogliamo attraversare l'America in auto,
da un capo all'altro, coast-to-coast. Emy, Fabio e io. Federico, appena tornato da una
vacanza in spagna, non vuole venire. Non ne saprò mai - neppure ora - la ragione.
Giriamo zigzagando su e giù per gli States, in assoluta libertà, facendo sosta
quotidiana ai motel [all’incirca ogni 10 km c'è un nucleo con Motel, ristorante e
distributore di carburante, aperti tutti 24 ore/24]. Fantastico. si è liberi. Si pranza e si
cena quando si vuole, a qualunque ora. Le strade sono vuote, letteralmente. Si viaggia
a velocità umana; vale a dire come tutti, negli States: meno di 90-80 km/h. La
serenità è totale. Il paesaggio piacevole. Il cielo è infinito. Vediamo il Grand Canyon,
meraviglia delle meraviglie, questa fossa che si inabissa fino ad alcuni chilometri
verso il cuore della terra, le rocce dagli incredibili colori dal rossastro al giallo, con
continue macchie di verdi cespugli e alberi, circondato da boschi tenuti
perfettamente, esempi - per noi - di un ordine soprannaturale; leggiamo cartelli con
'Non date da mangiare agli orsi’; 'attenti ai serpenti a sonagli’; conosciamo ambienti
ancora ottocenteschi come Marble Canyon, in cui soggiorniamo un paio di giorni,
sulla riva occidentale del Colorado river. C'è un piccolo aeroporto che serve questo
Motel-ristorante-distributore di carburante, perché c'è chi viene qui a pescare nel
Colorado [verde smalto, sul fondo del canyon], da chissà dove. Ci abituiamo alla
vista degli indiani. Sono 'apparentemente’ molto più lerci di quanto non sembrino gli
zingari; e vendono souvenir d'argento a prezzi altissimi. Quando vanno al negozio per
rifornirsi di qualcosa, non pagano, ma lasciano la loro impronta digitale su una
specie di carta annonaria, e ne ricevono di contro una somma. Evidentemente lo Stato
ne sostiene almeno le prime necessità. Visitiamo anche la Valle dei Monumenti, con
le sue rocce rosse, i pinnacoli, circondati da pianure vuote, irreali, dove abbiamo visto
scorrazzare infinite pattuglie cinematografiche di indiani e colonizzatori. Dobbiamo
rinunciare alla foresta pietrificata; bisogna fare scelte, inevitabilmente. Settemila
kilometri circa in poco più di 20 giorni, sono comunque tanti. Insomma, una grande
esperienza. Harrisburgh, Columbus, Indianapolis, Terre Haute, St. Louis, Kansas city,
Oklahoma city, Amarillo, Albuquerque, Los Angeles, S. Francisco, sono le maggiori
città nelle quali facciamo sosta. Mi innamoro perdutamente delle città Americane. I
grattacieli fantastici. Questo culto dell'altezza mi sveglia; mi ringiovanisce; mi esalta.
Si respira aria nuova, finalmente. È il futuro che si avvicina a noi; quì è già futuro,
per un povero diavolo europeo. Appena tornato leggo 'L' ultima città dell'occidente’
di R.A. Bobbio [non Norberto]. Trovo conferme a non finire. Ho deciso. È così ; è
quì che vorrei vivere. L'Europa è lontanissima. Inesistente. Inutile. Leggo anche
'L'America’ di Jean Baudrillard. Dice molto di più e moltissimo meglio di me, tutto
quello che anch'io sento per l'America. Eccone qualche frammento:
"Caution: objects in this mirror may be closer than appear"
Tomorrow is the first day of the rest of your life
..lo spazio, qui, è il pensiero stesso ..qui nasce l'oggetto architettonico puro
...non ha altro equivalente che l'orgoglio delle città rinascimentali.
..a New York, i pazzi sono stati affrancati ..lasciati liberi per la città...
in Europa, l'arte di pensare le cose, di analizzarle, rifletterci sopra..
..Ma le verità lampanti, gli avvenimenti prodigiosi, attuali
sono ai confini del Pacifico e nella sfera di Manhattan.
NEW YORK, LOS ANGELES sono al centro del mondo
...l'ultimo fast food, il più banale suburb,
la più comune delle immense automobili Americane
o la più insignificante majorette
è più al centro del mondo di qualunque manifestazione culturale della vecchia
Europa.
L'America non è né un sogno, né una realtà, è una iperrealtà ..
...l'Europa è semplicemente scomparsa..
..Si sente chiaramente che il sole ha solo sfiorato l'Europa
per sorgere realmente quì, dove.. la luce è ancora quella dei confini del deserto.
... La comprensione della società Americana
sta tutta in una antropologia dei costumi automobilistici,
ben piu rivelatori delle idee politiche.
Fate diecimila miglia in auto attraverso l'America, e ne saprete di più, su questo
paese,
di tutti gli istituti di sociologia o di scienza politica messi insieme.
.. Tutto ciò che è stato messo in gioco e poi distrutto in Europa
sotto il segno della Rivoluzione e del Terrore
è andato a realizzarsi oltre Atlantico, nel modo più semplice ed empirico
(l'utopia della ricchezza, del diritto, della libertà, del contratto sociale).
La convinzione degli Americani, di essere al centro del mondo,
il modello assoluto, non è sbagliata.
E .. si fonda ... sul presupposto miracoloso di una utopia realizzata,
di una società che ... si regge tutta sull’ idea
di essere la realizzazione di tutto ciò che gli altri hanno sognato
- giustizia, abbondanza, diritto, ricchezza, liberta ...
... essi si sono affrancati dalla centralità storica del Vecchio Mondo.
Dal giorno in cui oltre l'Atlantico è nata ed è fiorita questa modernità.
.. l'Europa ha cominciato a sparire.
...l' America non accetta la pausa, .... non si vuol veder cessare il processo tecnico.
Tutto deve funzionare sempre, non si può dar tregua alla potenzialità artificiale
dell'uomo, né consentire l'intermittenza dei cicli naturali (stagioni, giorno e notte,
caldo e freddo), ma tendere ad un continuum funzionale..
Quì, tutto ciò che è umano, è artificiale.
Le freeways, i safeways, le skylines, la velocità, i deserti, sono l'America,
non i musei, non le chiese, non la cultura...
Per vedere e capire l'America, bisogna aver sentito, almeno per un istante,
nella giungla di un down-town, nel Painted Desert o nella curva di una freeway,
che l'Europa era sparita.
Bisogna essersi domandati almeno per un istante:
"Come si può , essere Europei?"
Jean Baudrillard, 1986
(insegna Sociologia a Nanterre)
È fantastico, vivere lontano dall'Europa, vecchia, bisunta, sporca, con cessi di strade
strette e di case cadenti, lugubri, medievali, che sembrano piuttosto canili
abbandonati, coccolati come fonti di illuminazione mentale, e invece sono solo
memoria di infinite ingiustizie, infinite angherie, infinite sofferenze che ancora
sgocciolano dai muri ritorti, e ancora rimandano i lamenti dell'interminabile
processione di vite violentate dai contemporanei, dalle malattie, dalla fame. Meglio
dimenticare l'Europa. Meglio vivere. Il nuovo, il pulito, è già quì.
Negli anni successivi, torno negli Stati Uniti mezza dozzina di volte, per lavoro. Con
accortezza, cerco sempre di fissare gli appuntamenti a qualche giorno uno dall'altro,
in modo d'aver tempo per 'vedere’ ancora. È così che incontro Chicago, che ritengo
la seconda più incantevole città in assoluto, dopo New York. Vedo Boston,
Washington, Atlanta, San Diego, Boise, Orlando, Miami fin giù nella punta
meridionale della Florida, a Key West, dopo decine e decine di chilometri su
un'autostrada distesa come un nastro sulle acque dell'atlantico a est e del Golfo del
Messico ad ovest, ma entrambe dipinte con i colori tropicali che come smalti
splendenti tra il verde-giallo e l'azzurro, fluiscono insensibilmente uno nell'altro.
Visito anche Cape Canaveral, vedo gli enormi vettori, assisto al lancio di un satellite.
Ricordo quando l’aereo si abbassò sull’aeroporto di Boise, la capitale dell’Idaho.
Sembrava un campo da pallone. Ad Atlanta, invece, ho avuto l’impressione che i
decolli fossero gestiti ‘ a mano’. C’era un’infinità di aerei. E a terra, si vedeva
personale in tuta che sembrava licenziare autonomamente i percorsi, i tempi. Eppure,
Atlanta è una citta modernissima. All’aeroporto si sale su un treno non di superficie,
ordinatissimo, pulitissimo, sembrava nuovissimo, che procede a velocità umana,
senza piloti a bordo. Tutto automatizzato. Una voce sintetizzata avverte per tempo
delle fermate. È anche una città di autostrade. Le autostrade (migliaia di miglia?)
vanno dappertutto; passano sopra, sotto, di fianco, convergono a decine, poi
improvvisamente si separano, entrano in città e ne escono a tutte le altezze, da tunnel
scavati nel sottosuolo, a viadotti sollevati a decine di metri dal suolo, o
semplicemente dalla superficie. Tenendo conto dell'ardimento di certe soluzioni del
Centro degli Alberi di Pesco (Peachtree Center), dove i grattacieli, affollati di negozi
e vere citta interiori sviluppate su 10-20 piani, collegati da tapis roulant che scorrono
a diverse altezze sopra le strade, chiusi in tunnel trasparenti, ecc.ecc. , Atlanta sembra
anche una città incompiuta. Quasi che l'ardimento del progetto da futuro così
avanzato abbia colto emozionalmente e culturalmente impreparati persino i
realizzatori, che non hanno avuto il fiato per completarlo.
Nel 1991, quando stava diffondendosi il morbo della 'mucca pazza’ , la Ditta [che
produce anche carne in vasetti] mi chiede di consultare il più grande esperto del
momento, il Nobel Gajdusek. Avevo un’amica che lavorava a Bethesda; un suo
collega conosceva Gajdusek, e aveva promesso di presentarmi. Ma alla vigilia della
partenza, questo collega è ricoverato d’urgenza. Vado a Pittsburgh per una riunione
Heinz. Chiedo alla segretaria di chiamare per cortesia il Gajdusek, avvertendola
dell'importanza del personaggio. Sulle prime Gajdusek cerca di resistere. È troppo
impegnato. Poi gli dico: Sono un microbiologo italiano, sono a Pittsburgh per una
riunione in Heinz; domani sono a Washington; le invio subito, via fax, un elenco
delle cose che vorrei discutere con lei. Se lei accetta di vedermi, a qualunque ora sia
di suo gradimento, arrivo. Accetta di ricevermi, il giorno seguente, alle 14.30, a Fort
Dietrick [Maryland] il centro di ricerca dell'Esercito. L'indomani arrivo a
Washington, raggiungo l'hotel alla Capitol Hill che già conosco, spazzolo in camera
un filet mignon con contorno di frutta preparata, salgo su un taxi condotto da un
negro alto dagli occhi intelligenti e un pò sbracato, e via verso Fort Dietrick. Una
cinquantina di km vissuti un pò pensando all'incontro e un pò bevendomi
direttamente alla fonte la dolce luce dell'America. Superata qualche formalità militare
per raggiungere l'edificio in cui lavora questo grande scienziato, mi sento chiamare da
dietro la porta aperta con un automatismo, ' ...professor casolari ?..' con quella
particolare trasposizione di accenti che gli anglosassoni impongono ai termini che
non hanno propriamente il sapore locale, e che suona come una piacevole cantilena.
Lo studio di Gajdusek, originariamente forse di 2x3 metri, è ora ridotto ad uno stretto
camminamento che va dalla porta alla sua scrivania. il resto è un cumulo non
regolarmente ordinato di libri, riviste, fogli di appunti, e ancora libri e riviste, carpette
che straripano di contenuti, grafici, tabelle, sparse ovunque. Sulla scrivania di
Gajdusek ci rimangono all'incirca 38.23x51.2 cm di spazio, sui quali immagino debba
scorrere buona parte della sua vita di studio. Quest'uomo così modesto e così attivo,
che lavora in questa "cabina" dall'aspetto così provvisorio, ha ricevuto il premio
Nobel per la medicina 13 anni fà, per i suoi studi su agenti infettivi di natura subvirale e qualcuno dice che ne guadagnerà un altro fra poco. Sta studiando i retrovirus
in rapporto al cancro. Mi rovescia addosso una valanga di benedettissime parole che
mi sommergono letteralmente. A stento cerco di orientare il discorso sugli obbiettivi
di mio maggiore interesse. Lui mi dice tutto. Vuole, soprattutto, essere sicuro che io
sappia certe cose. Che stanno alla base di tutto il discorso. il resto sa che forse lo so.
Mi investe con la sua musica. Sì. ascoltandolo, il suo modo di esprimersi, il suo modo
di esporre le questioni, la singolare organizzazione del discorso - per vie rette, chiare,
pulite - i collegamenti suitable, la continua risposta alle attese (se questo sta così
...allora questo...), la corretta sequenza di argomentazioni, ...insomma, avevo sete di
questi suoni, che sono sì parole, ma musica alle mie orecchie, felicità ai miei sensi,
odore di fiori di mele da sciogliersi nel cuore della mente. Cui ricorrere nei momenti
difficili; quando sono giorni, mesi, che non sento parole con dentro una voce. Dopo
circa un'ora e mezza, mi propone di definire alcuni dettagli tecnici di mio interesse
con un suo collaboratore che lavora a Bethesda, presso Washington, in un altro dei
laboratori che dirige. Scende con me all'aperto, perché vorrebbe accompagnarmi con
la sua auto; ma il taxi mi sta aspettando. Allora lo vedo raggiungere rapidamente,
senza perdere un istante, l'autista; gli spiega con la massima semplicità e chiarezza
come raggiungere il building 36 a Bethesda, quindi gli da la mano e torna verso di
me. Mentre ci allontaniamo da Fort Detrick, dico all'autista che quel pomeriggio
abbiamo avuto l'onore di conoscere da vicino un premio Nobel. Ha fatto un salto sul
sedile. "really?..ma proprio quello lì che mi ha insegnato la strada?" Sembrava
davvero molto contento, il viso gli splendeva. disse "fra qualche anno forse potrò dire
di averne addirittura conosciuti due!" Lo ringraziai dell'augurio, nato da quello che
pareva davvero un sincero entusiasmo. Ma che era ovviamente solo una battuta di
spirito.
[Molte ore più tardi, mi ricordai dell'ufficio di un altro premio Nobel, ma europeo, J.
Monod, all'Istituto Pasteur di Parigi. Oltre alle dimensioni (circa 10x20metri),
ricordo soprattutto un'impressione come di Versailles ricostruita e riaddobbata
opportunamente; bianco, verde e oro, i colori dominanti; alle pareti enormi cornici
barocche dorate che contornavano grandi tele dipinte, enormi specchi lucenti; soffitti
incorniciati, dorati, affrescati gloriosa-mente; arredamento anch'esso naturalmente di
livello museale. Che differenza, con l'ufficio di Gajdusek! L'uno, con un posto di
lavoro spartano, essenziale, semplice e funzionale, con la prossimità fisica dei testi e
dei grafici della nostra vita. L'altro, che non se l'era sentita di rinunciare ad un
ambiente cosi glorioso, che poi con tutta probabilità era stato apprestato da qualche
suo predecessore. Ma dopo ciò che aveva fatto e detto e scritto, come non perdonare
qualunque cosa, a Monod?! Eppoi, l'Europa è anche questo. anzi, è quasi soltanto
questo. Ed è difficile, per un europeo, ancorché di superiore intelligenza e cultura,
sottrarsi a questi ninnoli inutili, a queste esteriorità. Tuttavia, pur essendo più vicino a
Gajdusek, il giorno che la televisione annunciò la morte di Monod, fui attenagliato da
un'oppressione disperata, e piansi; corsi via; mi sentii orfano di una orfanilità
continentale, cosmica, definitiva.]
Altro inciso. Gajdusek è stato condannato, qualche anno fà, per pedofilia. Ora lavora
in Francia.
Nel frattempo mi iscrivo ad alcune società scientifiche Americane. Mi vengono
pubblicate un paio di poesie in un paio di raccolte annuali di poeti Americani.
Acquisto due bandiere a stelle e striscie; una appesa in ufficio, una nel soggiorno di
casa. Ecco il nuovo riferimento. Non è più la Francia. Tutto si sta modificando.
Le migliori condizioni economiche ci consentono qualcosa di più. Un conoscente è il
polo d'aggregazione di una compagnia di una decina di persone. Lui piccolo
industriale, non certo colto, ma di grande generosità e buonsenso; gli altri, impiegati;
un geologo, una psicologa, una maestra, una ragioniera, ecc. Tutti i sabati andiamo a
cena da qualche parte, in allegria; e finiamo la serata a casa di qualcuno di noi.
Piacevole. Quasi aspettavamo il sabato o i prefestivi, per incontrarci, sorridere
insieme. Poi lui se n'andò. Il solito cancro infame. Tutto si dissolse. Ritornammo
ognuno in posti introvabili. Non si uscì più per molto tempo.
Nel '91 riceviamo l'invito a lasciare libero l'appartamento. Facciamo quattro conti e
decidiamo che ci conviene andare ancora in affitto. Poi vedo un appartamento in
costruzione, con mansarda, ad un prezzo non impossibile. Ci mangiamo la parola.
Nel '92 traslochiamo qui in stradello Tessoni, all'estrema periferia est della città,
nell'appartamento che acquistiamo con un bel mutuo e tanti debiti. Ma superiamo tutti
i problemi economici. Solo il mutuo, è ancora in ballo. Qui possiamo vedere tutto il
cielo possibile. La mia finestra guarda a est. Quasi tutti i giorni vedo il sole uscire
fuori dall'orizzonte; l'ho fotografato forse mille volte. Le prime luci del giorno sono
una meraviglia. Ogni mattina è diversa dalla precedente; poche nuvole in più o in
meno, più in alto, più in basso, più a est; ecc. E si tingono di colori impossibili, e
mutano di colore in sfumature senza fine. Nel mio sito internet ho inserito una decina
di tali fotografie.
Nei primi anni novanta invio a una mezza dozzina di editori una raccolta di meno di
250 cartelle che avevo scritte negli ultimi anni. Esito negativo. Giustamente, credo.
Tento comunque anche con tre editori minori [Firenze Libri; Editrice Nuovi Autori,
di Milano; Edizioni Tracce, di Pescara]. “naturalmente sono favorevoli alla
pubblicazione, ma con ‘contributo’ finanziario dell’autore. Rifiuto, naturalmente. Il
fatto è che ritenevo di avere qualcosa da dire, su qualche tema di comune interesse.
Ma il malloppo non era forse un gran che’, infine. Partecipo anche ad un concorso
con 50 ‘poesie’ scritte per l’occasione; niente. Vince il premio una Signora.
Sento molto la mancanza dello sguardo di mio padre. Lo rincorro con la memoria,
molto spesso. Col passare del tempo, il mio viso assomiglia sempre di più al suo,
credo. Mi è mancato troppo presto. Ci siamo detti troppo poche cose. Quando ricordo
il suo viso, sento che gli voglio ancora bene, come sempre; come se potessi dirglielo.
Come se stesse per aprir bocca e dire qualcosa. Ogni tanto vivo qualche istante con
lui in sogno. Mi alzo con questa dolcezza dentro. Comincio meglio la giornata.
Sento moltissimo la mancanza di mia sorella Margò. Ma perché se ne è andata così
presto? Avremmo potuto parlare ancora tanto; vedo il suo sguardo un pò di lato [a
volte sembrava rifuggire dal fissarti negli oc-chi]; sento le parole che non dice; non
vorrei accettare di dover fare a meno della sua presenza; ma perché così prima del
tempo? Spesso mi chiedo cosa penserebbe Margò, di una cosa o l’altra. E vedo il suo
viso. Come se stesse per parlare. Ha lasciato un vuoto in uno stuolo di persone. Paola,
la figlia adottiva, si è sposata con un ottimo Carlo cremonese, e ha chiamato
Margherita la prima delle due figlie. Ora abita nel cremonese appunto, vicino a
Piadena; al piano terra vive Paolo; hanno venduto la casa di Porporano. Non ci
vediamo né sentiamo molto spesso. È Emy che cerca di mantenere un pò di contatti
con Paola e Paolo. Ma alla lunga ci si scoraggia. Paolo e Paola telefonano raramente.
Ci siamo visti con Paolo pochi giorni dopo le elezioni: aveva reagito maluccio ad una
mia e-mail di giubilo e quindi alla mia seconda e-mail ‘esplicativa’ un pò feroce.
Ogni sabato viene a Parma per giocare a bridge con un gruppo di conoscenti. Poi
ritorna, spingendo l’auto a tutta velocità nelle prime ore del mattino successivo. Una
mattina è stato rincorso dalla polstrada, che è riuscita a fargli una ramanzina solo
quando si è fermato davanti a casa, tanto andava forte. Recentemente ha accusato un
disturbo anginico sospetto. Pare che non ci sia nulla che preoccupi troppo,
nell’immediato; ma dovrà dedicare maggiore attenzione alla dieta [ha il diabete].
Nel ’96 la zia Olga se ne è andata, pochi mesi dopo aver compiuto i cento anni.
Viveva con Giò a Tione. È stata sepolta a Reggio. L’hanno accompagnata giù Mamy
e gli altri. Dopo la cerimonia funebre, ci siamo fermati nel posteggio di un
supermercato; qualcuno doveva fare acquisti. Mia madre, ad un certo punto dice: ‘
Eh, da un pò di tempo l’Olga non ha una buona cera. Penso che non durerà ancora
molto.’ Già; da qualche anno non mi riconosceva; quando le telefonavo, mi
scambiava per il fratello Armando; diceva che da un pò di tempo non vedeva i
genitori, e che voleva andare a trovarli. ‘Quando andiamo a trovarli?’ Inutile dire che
Armando se n’è andato da qualche tempo, e i nonni, da una trentina d’anni. Insomma
ha perso completamente la memoria. Non ricorda di essersi sposata, di avere avuto
figli, ecc. ecc. Nulla, insomma. Non si può parlare, con lei. Il passato non esiste.
Nulla. È una pena infinita. Ma lei non se ne rende conto [?]. Fisicamente, pare stia
piuttosto bene. L’anno scorso non sono andato a trovarla. È una pena inutile. È come
un’estranea. Il guscio, di mia madre; solo questo è rimasto.
Dunque, se maledico tutti i giorni la naturalissima malattia e la morte, non ho forse
ragione? Non accetto la malattia, né l’invecchiamento, né la morte. Viviamo ancora
un tempo preliminare all’esistenza vera. Entro pochi anni, l’ingegneria genetica ci
libererà da queste terribili maledizioni della natura. Potremo ritornare indietro nel
nostro tempo biologico, liberi dalla malattia, dalla stupidità, dalla sofferenza,
dall’invecchiamento. Sì, dev’essere così . La scienza ci salverà. Altrimenti è follia,
vivere. Perdere gli amici, i padri, le sorelle, in un rosario di disgrazie senza fine. Dico
sempre che la natura ha commesso [basti pensare alle immani distruzioni di esseri
viventi avvenute milioni di anni fa] e continua a commettere i peggiori crimini. Non
si può stare dalla parte della natura. D’altra parte anche Darwin, che della natura
aveva capito qualcosa, scriveva ad un conoscente, pressappoco così : “Solo … un
chierico del demonio potrebbe descrivere quanto siano malfatte, devastanti, casuali,
spregevoli e orribilmente crudeli le opere della Natura… “ [C. Darwin, 1809-1882]. E
Huxley: “Il progresso etico della società non si realizza imitando i processi cosmici,
.. ma combattendoli.” [Thomas Huxley, 1825-1895]. Un noto studioso del genoma
umano dice ”.. Il vero obbiettivo è di far si che la gente viva per sempre…” [W.
Hasseltine, Science (2000), 290, 2249]. E il grande cosmologo S. Hawking ha detto,
sempre l’anno scorso: “ …saremo capaci di aumentare la complessità del nostro
DNA senza attendere che si attuino i lenti processi dell’evoluzione biologica….è
probabile che saremo in grado di ridisegnare completamente il genoma umano …” .
Questa è la vera, totale speranza.
Nel frattempo Fe. si è laureato in Scienze Biologiche e ha trovato lavoro alla G. di
Reggio. Poi la Pa acquista la G. e Fe. è trasferito con soddisfazione al centro di
ricerche Pa, a circa 15 km a sud di Parma. Un paio d'anni fà all'incirca, compra un
appartamento assieme alla sua ragazza, e vanno a viverci. È all'altro capo della città.
Sempre all'ultima periferia; ma Fe. vede i tramonti, non il sorgere del sole . Pare che
tutto vada piuttosto bene. S., la sua ragazza è laureata in lingue. Ha lavorato e
insegnato saltuariamente. Al momento lavora al centro meccanografico di una grossa
Banca nazionale. Quasi tutti i sabati vengono a cena da noi. Fa. si è laureato in
Medicina a Bologna, con una tesi di psichiatria. Parla di psichiatria da sempre.
Lavora e pubblica con il suo relatore bolognese; poi finalmente vince il concorso per
accedere alla scuola di specializzazione in psichiatria, a pienissimi voti. Quest'anno si
iscrive al terzo e penultimo anno. In autunno, dovrebbe comunque sposarsi [durante
la specializzazione gli viene fornito un buon mensile] con Ines, una adorabile
ragazza, laureata in lettere antiche. Pare che qualche psichiatra sia già interessato a
coinvolgerlo nel proprio studio.
Emy ci segue, sempre in apprensione, sempre in semi-solitudine, senza tutti e due i
‘suoi’ figli, che sono la sola consolazione della sua esistenza, il solo progetto, la sola
ragione. È un pò cambiata d'aspetto. E ne soffre. Ha vissuto qualche periodo difficile,
che i farmaci hanno alleviato. È dolce e terribile; nazionalista e anti-Americana; e
quindi, naturalmente, anche un pò ambientalista. Certe forme di sinistrismo hanno
contaminato molte testoline. Ma le voglio sempre molto bene. Le sono anche molto
riconoscente. Peccato che si sia entrambi diventati così intransigenti; io, soprattutto;
maledettamente intransigente.
A proposito di anti-Americanismo, trovai a suo tempo interessante il saggio ‘Lettera
agli amici Americanì di Ernesto Galli della Loggia, del 1986. Si capiscono molte
cose. Ma non tutto, dell’anti-Americanismo, oggi – forse anche ieri – ben condito di
comunismo svilito, battuto, svergognato, di antimodernismo luddista [o
postmodernismo, come pare si debba qualificare un certo tipo di orientamento idiota
fiorito mi pare proprio in USA, ma diffusosi molto rapidamente, proprio come fanno
le idiozie], e di ambientalismo bieco e ignorante, quello insomma che vorrebbe
tornare indietro nel tempo storico, ad allevare capre nel bel mezzo della natura più
fetente, ortodossa, e criminale. Pur non rinunciando – non si sa bene come – ad avere
magari due telefonini, uno in tasca e uno sempre incollato all’orecchio; sottobraccio
sempre un aggeggio che sembra una valigia un pò obesa, vomitante rumori da
spaccare i timpani, a 200 watts; un’auto a testa; un bel computer con 200 Mega di
memoria RAM, ecc. ecc. ecc. E magari nessuna pestilenza nei dintorni. Insomma,
non si vuole accettare che la ragione debba prevalere, che la scientificità delle cose
debba rappresentare l’orientamento prioritario, forse proprio perché non si presta
facilmente a certe eterodossie delle menti sguaiate e urlanti dei pastori di Seattle.
Basterebbe riconoscere che i singoli sono liberissimi di coltivarsi il loro orto di
predilezioni; ma che ci sono situazioni che non vanno affrontate con l’anello al naso,
bensì col massimo della logica di cui si è capaci di fare esercizio. Anche se la scienza
non ci pone automaticamente al riparo dagli errori. È purtuttavia l’esercizio razionale
di maggiore universalità. Anche se qualcuno vorrebbe affidarsi a qualche imam
becero e medievale, di cui è ben nutrito il panorama contemporaneo degli ecologisti.
In proposito, bisognerebbe consigliare a quelli che non sono analfabeti, tra le pecore
idiote di Seattle, la lettura di saggi come ‘The flight from Science and Reason’, a cura
di P.R. Gross, N. Levitt e M.W. Lewis [The NY Academy of Sciences, 1996]. Te ne
traduco [nel caso tu avessi trascurato un pò l’inglese] un frammento; un pò urlato, ma
chiaro:
“ … un dipartimento di cristallografia non è posto per chi crede nel potere psichico
dei cristalli; …un osservatorio astronomico, non è posto per chi crede che i pianeti
siano portati in giro dagli angeli; ..un dipartimento di biologia deve chiudere le porte
in faccia a chi non riconosce la genetica.
Nessuno che neghi l’esistenza dei campi di concentramento nazisti o dei campi di
lavoro comunisti, deve poter insegnare storia in una Università che si rispetti.
Nessun dipartimento di matematica deve tollerare chi sostiene che la logica è un
mezzo inventato per dominare le donne..
Nessuna psicologia Junghiana deve essere insegnata in un dipartimento di Psicologia,
che si rispetti; ..chi crede nella omeopatia non deve poterla esercitare in una scuola
medica di primordine; …
Più in generale, falsità e imposture non vanno tollerate nelle istituzioni scienti-fiche
e tecnologiche.
E ben a ragione, anche: soprattutto perché queste istituzioni sono state apprestate con
lo scopo ben preciso di ricercare, perfezionare, applicare e insegnare cose vere….noi
dobbiamo anche insegnare che l’ignoranza può essere gradualmente superata
mediante una ricerca rigorosa; che gli errori si possono smascherare, che una verità
parziale può essere raggiunta e perfezionata…
La Razionalità è un componente necessario alla vita democratica, esattamente come
l’irrazionalità è un ingrediente necessario all’abito mentale dei soggetti schiavizzati
dai regimi totalitari.
Tutti i corpi accademici hanno il dovere di essere intolleranti sia alla controcultura sia
alle contraffazioni della cultura. [M. Bunge, 'In Praise of Intolerance to Charlatanism
in Academia’ , p.96 di The flight from science and reason.]
È bravissimo Einstein, con la sue elementarità: ‘..Science is the serpent seducing us
into eating the fruits of the tree of know-ledge.’ E più sotto:’..per la società è sempre
stato difficile accettare la creatività, l’innovazione, le nuove conoscenze.’[‘Einstein,
History and other Passions’a cura di Gerald Holton, Addison-Wesley Publ. Co.,
1996] .
Dimenticavo di dirti che mi sono fatto arrivare dalla Francia [pare che da noi sia
mezzo sconosciuto e comunque non più in commercio] ‘La trahison des clercs’ di
Julien Benda. Non sono ancora riuscito ad appassionarmici. Vedremo in futuro.
Mentre ho letto con non poco interesse e ‘molta sete’, ‘Le due culture’, di C.P. Snow
[1959] e il più recente ‘Unity of Knowledge – the convergence of natural and human
science” di autori vari, a cura di A.R.Damasio e altri, NY Academy of Science, 2001.
Questi due tentativi di ‘comprensione’, unificazione delle due culture, quella
scientifica e quella umanistica, credo vadano estesi. Il problema, non è di poco
rilievo; soprattutto in Europa.
Nei primi anni ’90 Emy ed io abbiamo avuto occasione di visitare il CERN, a
Ginevra. Siamo rimasti affascinati dalla disponibilità dei fisici che hanno cercato di
chiarirci qualcosa degli eventi terrificanti che si producono in quelle immense
macchine sepolte sotto terra, in antri di grandezza mostruosa e in tunnels senza fine.
A quel tempo Emy non era sospettosa come lo è ora, nei confronti della scienza. Ora
non riesco a smuoverla dalle sue convinzioni; se non occasionalmente. A volte
rifletto sulla possibilità che questi suoi atteggiamenti ‘contro’, derivino dalla
necessità di prendersela con qualcuno, per il decadimento fisico, il passare del tempo,
l’invecchiamento insomma. E i problemi che non diradano, anche se si attenuano,
come ci si sarebbe aspettati. Non so. Forse fungo in parte almeno da parafulmine.
Nel '97, mi si propone di lasciare l'impiego. Sono stanco. Stanco della monotonia;
stanco della solitudine in cui sono costretto a passare le giornate. Il mio collaboratore
è stato convinto ad andarsene. La segretaria, ormai di una certa età, ha lasciato per
una pensione forse anticipata. Non vado nemmeno a pranzo. Mi faccio qualche
biscotto e continuo fino alle sei di sera. Poi torno a Parma. A volte, la mattina, c'è sui
campi un leggera nebbia che sfuma subito verso la cima degli alberi; il sole sorge
rosso come un peperone maturo, all'orizzonte lontano, disegnato da tralicci alti e
grandi; fermo l'auto nel piazzale del centro commerciale nuovissimo di Collecchio;
con i suoi lampioni dispersi nel parcheggio vasto, solitario, e gli edifici bassi, ad un
solo piano, mi ricorda l'America. l'America che ho nella bocca e negli occhi; e
l'emozione si dilata col sorgere del sole lentissimo, tra gli scheletri degli alberi spogli
e invernali; le luci solitarie su pali scuri. Nessuno intorno. Può sembrare un altro
pianeta. chi lo sà. L'emozione mi prende come un urto, e non mi molla facilmente.
Forse è così che comincio a sentirmi fisicamente 'in esilio’, come dico ora. In esilio
con la mente, sono già caduto da tempo. Forse quando ho visto il Chicago river
scorrere verde in fondo a un canyon di grattacieli, nell'adorata Chicago del vento
forte e eterno. Vicino al Grant Park, verdissimo nella sua interminabile estensione,
sulle rive del lago Michigan, largo, come un mare. Si. Voglio morire in America.
Voglio che quella terra mi riempia la bocca e tutte le fibre dell'anima.
L'azienda mi propone di stabilire un rapporto di consulenza triennale, per cominciare.
Mi viene concessa l'auto aziendale che mi è stata attribuita precedentemente, a metà
della quotazione corrente. Mi si dà in comodato d'uso tutta l'attrezzatura informatica
di cui dispongo in ufficio. Insomma, lascio. È la fine di luglio del '97. Proprio come
oggi. Guarda che coincidenza.
Cosa è successo, dopo?
Adesso farò tutto ciò che non ho mai avuto modo di fare fino ad ora; e soprattutto
studiare certe cose, scrivere. Ho cominciato. Ogni giornata finisce in un soffio; ogni
settimana finisce in un giro di valzer vorticoso; gli anni si rincorrono come impazziti.
E ogni sera sono insoddisfatto, per il poco lavoro compiuto. Eppure vedo sempre il
sorgere del sole dal mio tavolo di lavoro. E giù a leggere e scrivere. Forse la cosa che
mi ha preso più tempo in assoluto è stata la costruzione di un sito internet nel quale
buttar fuori tutte – o quasi – le mie convinzioni su una quantità di aspetti del
quotidiano [e anche un pò dell’universale]. Il sito è: www. vency.com. [quando sono
andato in pensione ho deciso di cambiare il mio usuale Tony in vency, anzi
tutto minuscolo, da Venceslao, il mio secondo nome]. Mi è stato chiesto di farne una
versione in italiano; ma non la farò. Già sono in pochi, a visitarlo. Gli italiani
sarebbero troppo pochi, per la fatica che comporterebbe la traduzione. È tutta una
raccolta di argomentazioni scientifiche a dimostrazione della qualità sostanzialmente
criminale della natura. Quindi, è tutt’altro che politically correct. Oggi impera
l’ambientalismo più stupido e insipiente. Meglio salvare la vita a una cavalletta, che a
cento persone. Bisogna aiutare chi ha fame; ma non si accetta che chi ha fame
acquisisca tecnologia e si avvicini al nostro livello di sviluppo. No. Debbono
rimanere selvatici. Perché selvatico = naturale, e quindi è più bello. Secondo gli
ecologisti. A loro non interessa che gli interessati affamati, invece, vogliano vivere
come noi. I fanatici ecologisti non leggono lo ‘HUMAN DEVELOPMENT REPORT
2001 dell’ONU; forse non ne conoscono nemmeno l’esistenza. I fanatici ecologisti
adorano le malattie, l’invecchiamento, la morte! Tutte cose molto naturali. Che io
detesto.
Ho letto abbastanza, in questi anni. Soprattutto testi scientifici acquistati direttamente
in USA via internet. Ma non solo. Ho apprezzato veramente tanto un libro di storia
della Columbia University: ‘The Columbia History of the world’, autori vari, curato
da J.A. Garraty e P. Gay [1981]. È scritto in modo comprensibilissimo. Può darsi che
abbia occasione di citartelo, prima o poi. Mi ha seguito anche in una vacanza. È
veramente notevole. Uno dei testi che mi ha folgorato, è “At home in the Universe ”
[1995], di S. Kauffman. L’autore è un biofisico che lavora a Santa Fe’, nel Nuovo
Messico, al Santa Fè Institute, dove i cervelli più dotati hanno la possibilità di
dedicarsi agli studi più pazzi. Mi hanno subito colpito due coincidenze: anche
l’autore ha avuto, come me, un incontro particolare con “Temporal Organization in
Cells” di Goodwin, dalla Academic Press; e seconda, anch’io avevo avuto questa
stessa idea, ma senza lavorarci su, come ha fatto benissimo Kauffman. L’idea è
semplice: La probabilità che da brodi di molecole inorganiche si formi la vita, è in
realtà infinitamente piccola. Ma non è più così , se riconosciamo che la vita doveva
necessariamente emergere da una materia, da atomi, da molecole che sono fatte come
sono fatte. Quindi non è per caso, che siamo quì. Ma per necessità. Dalla materia che
è fatta così come la conosciamo, non poteva non saltar fuori la vita. Quindi non
siamo ‘estranei’ all’universo; ma ‘at home’, a casa nostra. Siamo della stessa pasta
dell’universo.
Ma non voglio tediarti infinitamente. Anche se è ormai tardi. L’ho già fatto.
Mi ha molto colpito la lettura di ‘Le Livre noir du communisme’, che per la fretta di
leggerlo, dopo aver visto le recensioni, mi sono fatto arrivare dalla Francia in
originale. Ho visto poi anche la traduzione. Documentatissimo. Organizzato / scritto
da sette storici. È spaventoso, quello che hanno fatto i comunisti. Li detesto più di
quanto non detesti i nazisti [ricordi ‘bestiale Germania’ , nella mia raccolta
‘frumento’?]. 25 milioni circa sono le vittime del nazismo; più di cento milioni le
vittime del comunismo. Ho letto anche ‘The Mitrokhin Archive – the KGB in europe
and the west’ di C. Andrew e V. Mitrokhin, The Penguin press, 1999. [tra parentesi:
perché il papa non fa sentire la sua voce per maledire chiaramente la bestialità
comunista; vuoi scommettere che sto paponzolo è anche lui un buon antia-mericano?
perché non sente – è sordo? – le urla delle decine di milioni di vittime del comunismo
che pretenderebbero giustamente di essere vendicate almeno nella memoria? Perché,
sempre il papa, non agisce con i suoi poveri mezzi [!], magari scomunicando a tutta
voce quei cretini dei cattolici dell’IRA che continuano a massacrare / terrorizzare la
gente?].
Ho cominciato anche ‘Il secolo breve. 1914 – 1991. L’epoca più violenta della storia
dell’umanità’ di E.J. Hobsbawm, BUR, 1994; ma è talmente pesantuccio – e forse
malfatto, sì da scoraggiare i lettori – che l’ho presto messo in un ripiano alto, dove
non allignano i preferiti.
I libri di storia di Montanelli sono godibilissimi. Li conosci? L’altro giorno, quando il
‘Corriere’ invitava da internet a inviare messaggi per la morte del grande Indro, io ho
suggerito “perché non lo cloniamo?”.
Queste letture ne hanno catalizzate altre. Ma non posso dire tutto.
Ha forse ragione chi dice che sono impossibile. Pochissimo tempo fà, un paio di
conoscenti di un nuovo gruppetto di ‘amicì per vedersi il sabato sera, confessano di
votare per bertinotti. Credo che chiunque abbia il diritto / dovere di pensare come
vuole, fatta due sole eccezioni: nessuno può permettersi di dirsi nazifascista o
comunista. Troppe vittime lo reclamano. Basta. È la fine. Non li voglio più vedere.
Ovviamente, l’isolamento incombente è totale.
È cominciata l’aratura dei campi. Già qualche grappolo d’uva tenta timidamente di
colorarsi. Di nuovo ci sorprenderà l’autunno.
Volevo raccontarti tutto; e non ci sono riuscito. Ma forse ho messo qualche toppa ai
troppi giorni che hanno interrotto i nostri colloqui. Non posso organizzare meglio il
discorso, altrimenti mi ci vogliono altri giorni.
Spero mi vorrai perdonare.
Ti ringrazio per le tante foto ‘di casa’ . Nell’ultima, c’è Margò su una panchina fatta
di rami d’albero: dove ?
Ciao, a presto,
PS: alcune composizioni ‘quasi’ recenti.
Europa. 1997
avevo portato
sacchi di granaglie e cesti di girasoli
perché sapevo il freddo e la sete
di questi cento secoli vuoti
in questa terra disgraziata
regno di bestie
che chiamano Europa.
Ho versato per terra il mio breve bottino,
sogni, fatica, amore, sguardi;
il cammino sta per finire,
non voglio più respirare
in questo deserto di anime
tra queste sterpaglie incolte
bruciate dall'odio, isterilite dall'ignoranza
lascio qui tutto, me ne vado altrove
voglio avere le ossa rose dalla siccità e dal vento
ma essere libero
lontano
da questo canile di idioti.
___________
America 97
Vorrei andare
dove si aprono i percorsi dell'aria
e le donne hanno sorrisi e suoni nel vento
vorrei andarmene
da questo posto abominevole chiamato Europa
[madre delle abiezioni nazista, fasci-sta e comunista]
vorrei essere libero,
vorrei essere vicino alle voci che fanno germogliare i sentieri sulla luna
vorrei essere vivo lì, con tutto il cane-stro della mente
vorrei affondare i piedi nella tua terra
fino a diventare un albero delle tue foreste
vorrei essere lì, America, nel tuo deserto di luce
dove i cancelli abbandonati diventano boccioli di quarks
che fremono nelle mani
dove le parole si sperdono in una specie di pioggia
trascinano l' universo nel cielo profondo della mente
e gli danno forma.
____________________________
Quarks solitari
Non ho più voglia di correre
mi manca lo spazio
ho solo la finestra
e una parete di libri che mi protegge;
lo sguardo cerca nel vuoto un paese lontano,
lontanissimo
da quest'esilio
da questa infinita mancanza;
guardo questi piccoli quarks
rimasti sul palmo della mano
come tracce di sabbia luccicanti
e sento la nullità che avanza
con il suo respiro vuoto,
mi coprirà tutto con un mucchio di terra,
non potro più abbracciare i libri incatenati
sarò incapace di muovermi
il silenzio mi raggiungerà
come una malattia definitiva,
non potrò più vedere il tuo sorriso
e allora qualcuno sentirà forse
nell'aria un pianto sommesso, disperato.
_________________________________________
coralli
raccolgo anelli di sguardi
per farne coralli di memoria.
quando assieme
salteremo
sulle onde del mare
e faremo giochi di sabbia
in un cortile di sole
ti scioglierò i lacci
che porti alle caviglie
e anche tu potrai vedere
le striscie bianche e lunghe
che lasciano i pensieri
quando scivolano nel cielo
in un mattino di primavera.
________________________________________
Corsa tra le letture degli ultimi 20 anni.
“ La Conoscenza Inutile”, di Jean-Francois Revel, Longanesi, 1989, ha segnato un
punto di svolta nel mio modo di considerare gli eventi politico-culturali che hanno
afflitto il nostro tempo. Folgorante nei giudizi; presente su tutti i fronti; un maestro.
Ho sempre detto che la lettura di questo Revel dovrebbe essere imposta in tutte le
scuole. Agli ambientalisti fanatici consiglierei la lettura dell’ottimo ‘Maledetta
Industria’ di Sergio Travaglia; visitazione critica, documentata, di come scorreva la
vita nel ‘bel tempo andato’; con tutte le angherie, le maledizioni pestilenziali, l’igiene
sotto i tacchi, la violenza dominante, la mancanza assoluta di rispetto della dignità
umana, la distruzione delle foreste; ecc. ecc. Dice a pag. 172 ‘ ..La civiltà antica
nasce nei luoghi in cui gli sforzi dell’uomo si coalizzano per lottare contro l’ambiente
e modificarlo’. Travaglia cita talmente spesso lo storico Cipolla, che non ho potuto
evitare di conoscerlo un pò più direttamente: ‘Allegro ma non troppo’[Il Mulino,
1988; dice, a pag.45:’..Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero
di individui stupidi in circolazione.’]; ‘Miasmi e Umori- Ecologia e condizioni
sanitarie in Toscana nel Seicento’ [Il Mulino, 1989]; ‘Uomini, Tecniche, Economie’
[Feltrinelli, 1974]. Ho trovato di notevole interesse ‘ Pensieri di un biologo’, di Jean
Rostand [Ediz. Del Borghese, 1954]; scoperto tardi, quindi, ma attualissimo e
straordinariamente vivo. Ti copio di seguito una raccolta di considerazioni di
Rostand, che ho messo sotto vetro e tengo qui davanti a me. La disposizione del testo
è solo mia. Non segue la cronologia dei ‘Pensierì; ma affinità tra argomenti.
Il biologico ignora il culturale
Di tutto quello che l'uomo ha ap-preso, sperimentato, provato lungo i
secoli, niente è passato nella sua bestia. Nulla del passato ha
impregnato la sua essenza...
...l'amanità non matura nella sua carne..
..se la civiltà intera fosse distrutta, l'uomo dovrebbe ricominciare tutto,
dovrebbe ripartire dallo stesso punto da dove è partito cento /
duecentomila anni fà...
..LA CIVILTÀ DELL'UOMO NON RISIEDE NELL'UOMO MA NELLE
BIBLIOTECHE, NEI MUSEI E NEI CODICI..
Da dove viene l'uomo?
Da una discendenza eteroclita di bestie oggi scomparse,
...gelatine marine, vermi striscianti, pesci viscidi, mammiferi pelosi..
L'uomo è tutt'altro che l'opera di una lucida volontà.
I processi ciechi e disordinati che lo hanno concepito
non ricercavano niente..
Egli nacque senza ragione e senza scopo, come ... tutti gli esseri,
non importa come, non importa quando, non importa dove.
...questa creatura paradossale,
oppressa dalla sua superiorità,
che deve soltanto un'aggiunta di tormenti
all'ipertrofia della sua intelligenza e della sua affettività,
che passa la vita nello spavento e nella morte,
che s 'attacca smisuratamente ad altre creature effimere,...
..troppo bestiale o troppo poco,
...non sa difendere il suo cuore contro i sogni che la ragione gli vieta...
TUTTO quello a cui tiene, tutto quello in cui crede,
tutto ciò che conta ai suoi occhi
è cominciato in lui e finirà con lui.
Egli è solo, estraneo a tutto...In nessuna parte trova
un'eco...delle sue esigenze spirituali.
[Il vero piacere dello scienziato e di respirare, di quando in quando,
l'aroma impareggiabile della verità allo stato nascente.]
Ho fame soltanto della mia verità
[da Jean Rostand, 1894 - ..]
Ancora un’osservazione di Rostand ‘Ci sono improvvisamente, nella vita, lunghi
momenti di silenzio.’
Ho riscoperto Gustave Flaubert, attraverso ‘Bellezza e verità – Testi di Charles
Baudelaire, Gustave Flaubert, Marcel Proust e Simone Weil’, a cura di Franco Bella
[Feltrinelli, 1990]. Ho molto apprezza-to/condiviso un’espressione di Flaubert:
“..sento contro la stupidità della mia epoca, flussi di odio che mi soffocano..”
[Flaubert, 1855]. Anche questa, mi piace: ‘..non c’è un atomo di materia, che non
contenga un pensiero.’ Mi fanno pensare a te, questi due frammenti: ‘..talvolta, a
forza di guardare un sasso, un animale, un quadro mi sono sentito entrare in essi
..’[lettera a Louise Colet, 1853]; ‘..è necessario vivere per la propria
vocazione…salire sulla propria torre d’avorio e là rimanere, come una baiadera
immersa nei suoi profumi, soli nei propri sogni..’[lettera a Louise Colet, 1852]. Non
sapevo che genio covasse dentro Flaubert.
E una sensibilità enorme.
Non so se ti ho mai detto che la mia maggior passione degli anni ’80 è stata Virginia
Woolf; soprattutto, quasi esclusivamente, l’epistolario: ‘Il volo della mente’[18881812], ‘Cose che accadono’ [1912-1922], ‘Cambiamento di prospettiva’ [19231928], ‘Un riflesso dell’altro’ [1929-1931]. Sono quasi mille pagine ognuno. È un
ben nutrito epistolario. Il quinto volume non sono ancora riuscito a catturarlo. Le
librerie non sono granché, qui a Parma. Non posso dire di averlo letto mille volte,
perché non è vero. Ma dopo aver letto tutti i 4 volumi, sono sempre ritornato, quando
ho sentito il bisogno di un discorso confidenziale, umano, colto, sottovoce, quasi
perfetto, rileggendo lettere scelte quasi a caso; assaporandole nella solitudine, al
crescere della malinconia. Generalmente apro uno qualsiasi dei volumi – anche se
forse inavvertitamente prediligo ‘Il volo della mente’ – e mi ristoro con una dozzina
di lettere. È stata una compagnia straordinariamente importante, nei miei anni ’80. Ho
letto tuttavia di malavoglia – non vorrei mai leggere romanzi – altre cose di Virginia;
ma non mi hanno incantato come l’epistolario. Solo un libro, è un infinito: ‘Le onde’,
del 1931. Non ho mai letto niente di più geniale. Spesso ho detto a destra e a manca,
che forse Virginia, con ‘le onde’, ha scritto il più bel testo di tutti i tempi. Ci terrei
molto a conoscere il tuo parere.
Ho incontrato anche Tagore, sulla mia strada. E chi non l’ha incontrato, almeno una
volta! Ho due copie della versione di ‘Poesie – <<Gitanjali>> e <<Il Giardiniere>>’
pubblicata da Newton Compton ed., 1975. Una copia è sempre in auto; nei momenti
di so-sta, ne approfitto per rileggerlo e rileggerlo. Malgrado l’introduzione di
Bausani, che a tratti non esita a sminuire Tagore, diverse composizioni me le gusto
tantissimo, come mele profumate.
Le ‘Foglie d’erbà di W. Whitman, non sono ancora riuscito a farmele piacere;
malgrado io desideri fortemente di raggiungerlo. Anche le poesie di Emily Dickinson,
mi sembrano un pò scarse.
06.08 .2001
A SQ
Sopravvissuto. E all'estrema periferia della città.
Mi ha fatto un enorme piacere risentirti.
A volte mi lascio prendere da strani scrupoli; e sto in silenzio.
L'attesa è stata fortunata, questa volta.
ti scriverò un messaggio presto.
cordialità,
10.08.2001
Ad AA
Sono ancora in circolazione.
Vorrei che tu mi dicessi che tutto va a vele gonfie e grandi, spinnakers like.
Lo vorrei veramente. Spero che comunque almeno la salute non vi abbia abbandonato
nemmeno un istante. Come và il lavoro? 'a casa’ , intendo. Non in ufficio.
Sono comunque interessato ad avere tue notizie.
Non posso stare più di qualche secolo breve senza sentirti.
È una questione sentimentale, anche. Ti/vi sono affezionato. Posso?
Colgo l'occasione per porti - Riproporti? - un piccolo quesito, visto che non sono
riuscito a recuperare un tuo messaggio precedente col quale mi illustravi la situazione
relativa alla incapacità di intendere e di volere e quindi alla 'non punibilità’ del
soggetto che si trova in tale condizione.
Mi chiedevo: Ma questa norma / posizione non contrasta con l'altra, che non ammette
l'ignoranza della legge?
Fammi sentire la tua voce, per favore.
Ciao. Salutami M.
10.08.2001
A SQ
Basta.
Ho capito che non posso stare senza avere tue notizie.
Sei ancora lì? Di cosa ti stai occupando? Come và la compagine degli amici /
colleghi?
Io sono ancora in circolazione, anche se non mi si vede più in giro, come si sente
dire.
Soffro di dolori atroci all'alluce sinistro. E perciò cammino meno.
Ma volo. Come sempre. Con la mente, ovvia-mente.
Ciao, buon week-end e buona settimana nuova.
10.08.2001
A SB
Eccomi, sono ancora quì, malgrado le voci che corrono.
Come stanno i nostri amici microscopici? Fanno i capricci? E le Listerie, sono più
brave del solito? Le stai ancora ingozzando di salame? Non faranno indigestione,
poverine? Insomma, mi dici qualcosa di quello che stai facendo? Altrimenti, mi sento
un pò abbandonato.
D'accordo. Ora pensiamo al week end.
Ma dopo; lunedì per esempio; sei ancora in fuga verso le dilette dolomiti?
Ciao.
10 agosto, 2001
A F. (lettera convenzionale)
ti ringrazio per la graditissima tua del 6 c.m.
Ben sapendo quanto io sia in molte occasioni sovrabbondante, vorrei che non ti
sentissi assolutamente in obbligo di rispondere a tutte le mie lettere, né a tutte le
argomentazioni che posso sollevare. Mi basta sentirti quando puoi farlo senza che tu
debba rinunciare ad altri impegni che precedono le mie intrusioni. Ti ringrazio. Mi ha
fatto molto piacere leggerti. Mi vien da dire ‘sentirtì; perché in effetti è stato come se
ti vedessi dirmi quanto stavo leggendo. A dir la verità, la piacevolezza dell’incontro
era accresciuta da questa sensazione; ancor più - probabilmente per effetto di
‘antiche’ consuetudini evocate dalla circostanza – era come se tu parlassi con Margò
– con molto sole all’intorno - e io stessi contento lì accanto a guardarvi. Scusami; ma
ho dovuto dirlo.
La tua coxartrosi ti pone molti problemi? È dalla parte destra? Ti duole molto,
quando cammini, o quando ti riposi, e/o quando ‘cambia il tempo’? Da quanto ho
letto, potrebbe essere molto dolorosa. Riesci a stare seduto? Stai meglio in poltrona o
su una seggiola? O stai meglio ‘in piedì? Che tipo di analgesici assumi?
Non può certo consolarti, ma ho un problema anch’io alla gamba destra. Gli
specialisti non ne sono venuti a capo. Un ortopedico di Lione che viene
saltuariamente ad esercitare a Parma [per 350.000 lire al colpo] voleva asportarmi
una bozza delle dimensioni di una noce all’incirca, sotto il ginocchio destro –
altrimenti classificata come cisti aneurismatica – e sostituirla con un frammento
d’anca . L’ho dissuaso. O meglio, non mi sono lasciato convincere. S’era anche
pensato ad un tumore osseo. Ma la primavera scorsa ho rifatto certe indagini
radiografiche, che hanno rivelato come in un anno e mezzo la ‘cistì non era cambiata
di dimensioni. Quindi sembra un pericolo scongiurato. Tengo a bada il dolore con
pillole di Moment. Tutti i giorni, naturalmente. Ho letto recentemente da Internet che
in un ospedale inglese si è fatta un’osservazione interessante – te ne parlo anche se
non c’entra direttamente con il discorso - su 350 persone affette da sciatica: il 50%
aveva anticorpi contro un comune batterio di quelli che sostengono l’acne, un
Propionibacterium. Con una buona terapia antibiotica, questi fortunati si sono liberati
dalla sciatica. Le osservazioni continueranno. Tra parentesi, sono propenso a ritenere
che molte più malattie di quante ancora non si sappia, siano provocate / sostenute
dagli amici microrganismi, magari divenuti parassiti endocellulari.
Non ti ho ancora detto che il primo [?] regalo che ‘madre natura’ mi ha fatto, poco
dopo essere andato in pensione è la degenerazione senile della macula [Age Related
Macular Degeneration, ARMD]. Questa bella fregatura mi ha colpito all’occhio
sinistro soltanto – almeno per ora – Altrimenti sarebbe un bel guaio. Con l’occhio
sinistro, infatti, non posso leggere / scrivere – né potrei ricamare - poiché non mi
riesce di mettere a fuoco l’immagine che è al centro del campo visivo; le lettere e le
parole, ad esempio. Vedo attorno all’oggetto che vorrei mettere a fuoco, vedo i
contorni, ma non l’oggetto. Vedo gli alberi ai fianchi della strada, ma poco la strada.
Al centro intravedo un’immagine offuscata, generalmente grigia, come se avessi un
paio di occhiali assolutamente inadatti, e sporchi. Si sono deformati / ingrossati, i
capillari sulla retina, proprio in corrispondenza della ‘maculà , la zona appunto nella
quale si focalizza la visione. Ho fatto diverse indagini all’Ospedale S.Paolo di
Milano, dove c’è un gruppo di specialisti sull’ARMD. Non ci sono al momento
terapie efficaci. Né quì, né negli US, che possano migliorare la mia situazione di
ARMD un pò avanzata. Tengo sotto controllo la letteratura scientifica. Comunque, è
sperabile che l’ARMD non mi colpisca anche l’occhio destro. Nel qual caso avrei
notevoli difficoltà a continuare a leggere e scrivere. Tutto era cominciato quando
guardando l’orizzonte al sorgere del sole, mi ero accorto che vedevo le nuvole un pò
deformate, ondulate; così pure tutte le linee rette; marciapiedi, ecc.
Non mi hai aggiornato sulle più interessanti novità ufologiche. Ho completamente
trascurato l’argomento. Ho provato a vedere poco fa su internet, e pare che ci sia
ancora molto interesse all’argomento. Proprio ieri, tra l’altro, il telegiornale [5? 1?]
ha parlato di un avvistamento; uno dei 100 mila dal 1900 [o da 1950, non ricordo]
hanno detto.
Proprio ieri ho raccolto con lo scanner parte del primo capitolo de ‘Il libro nero del
comunismo’. Ne ho messo in evidenza certe parti che mi sembrano più interessanti.
Te lo accludo.
A presto.
___________________________________________________________________
Da ‘Il Libro Nero del Comunismo. Crimini, Terrore, Repressione
S. Courtois, N. Werth, J-L. Panné, A. Paczkowski, K. Bartosek e J-L. Margolin
[Gli Autori sono storici di varie nazioni, che hanno attinto la documentazione dagli
archivi di Mosca e degli altri Paesi dell’Est, aperti dopo la caduta del muro di
Berlino. Courtois, Direttore di Ricerca al CNRS, dirigeva, al tempo della stesura del
libro, la rivista francese ‘Communisme’].
FRAMMENTI dal Primo capitolo: ‘I CRIMINI DEL COMUNISMÒ [S. Courtois]
«……… il comunismo di cui trattiamo in questa sede non si colloca nel mondo delle
idee. È un comunismo reale, che è esistito in una determinata epoca, in determinati
paesi, incarnato da leader famosi: Lenin, Stalin, Mao, Ho Chi Minh, Castro, ecc. e,
più vicino alla storia nazionale francese, Maurice Thorez, Jacques Duclos, Georges
Marchais.
Il comunismo reale, ... ha … messo in atto una repressione sistematica al punto da
eleggere, nei momenti di parossismo, il terrore a sistema di governo.
….come osservò Ignazio Silone, «le rivoluzioni, come gli alberi, si riconoscono dai
loro frutti.» ... Al di là dei crimini individuali, dei singoli massacri legati a circostanze
particolari, i regimi comunisti, per consolidare il loro potere, hanno fatto del crimine
di massa un autentico sistema di governo. È vero che in un arco di tempo variabile che va da pochi anni nell'Europa dell'Est a parecchi decenni nell’URSS e in Cina - il
terrore si è affievolito e i regimi si sono stabilizzati su una gestione della repressione
nel quotidiano, mediante la censura di tutti i mezzi di comunicazione, il controllo
delle frontiere, l'espulsione dei dissidenti. Ma la «memoria del terrore» ha continuato
ad assicurare la credibilità, e quindi l'efficacia, della minaccia repressiva. Nessuna
delle esperienze comuniste che hanno conosciuto una certa popolarità in Occidente è
sfuggita a questa legge: né la Cina del Grande timoniere, né la Corea di Kim Il Sung,
né il Vietnam del «gentile zio Ho» o la Cuba del pirotecnico Fidel, affiancato da Che
Guevara il puro, senza dimenticare l'Etiopia di Menghistu, l'Angola di Neto e
l'Afghanistan di Najibullah.
I crimini del comunismo non sono mai stati sottoposti a una valutazione legittima e
consueta né dal punto di vista storico né da quello morale.
Questo è,forse, uno dei primi tentativi di accostarsi al comunismo, interrogandosi
sulla dimensione criminale come questione fondamentale e globale al tempo stesso.
I crimini di cui parleremo in questo libro si definiscono come tali in rapporto al
codice non scritto dei diritti naturali dell'uomo e non alla giurisdizione dei regimi
comunisti.
. . .gli archivi e le abbondanti testimonianze dimostrano che il terrore è stato fin
dall'origine una delle dimensioni fondamentali del comunismo moderno.
Bisogna abbandonare l'idea che la tal fucilazione di ostaggi, il tal massacro di ope-rai
insorti, la tal ecatombe di contadini morti di fame siano stati semplici «incidenti di
percorso» propri di questa o quell'epoca. Il nostro approccio va al di là del singolo
ambito e considera quella criminale come una delle dimensioni proprie del sistema
comunista nel suo insieme, nell'intero arco della sua esistenza.
Di che cosa parleremo, quindi? Di quali crimini? Il comunismo ne ha commessi
moltissimi: crimini contro lo spirito innanzi tutto, ma anche crimini contro la cultura
universale e contro le culture nazionali. Stalin ha fatto demolire decine di chiese a
Mosca; Ceausescu ha sventrato il centro storico di Bucarest per costruirvi nuovi
edifici e tracciarvi, con megalomania, sterminati e larghissimi viali; Pol Pot ha fatto
smontare pietra dopo pietra la cattedrale di Phnom Penh e ha abbandonato alla
giungla i templi di Angkor; durante la Rivoluzione culturale maoista le Guardie rosse
hanno distrutto e bruciato tesori inestimabili. Eppure, per quanto gravi possano essere
a lungo termine queste perdite, sia per le nazioni diretta-mente coinvolte sia per
l'umanità intera, che importanza hanno di fronte all'assassinio in massa di uomini,
donne e bambini?
Abbiamo, quindi, preso in considerazione soltanto i crimini contro le persone, che
costituiscono l'essenza del fenomeno del terrore e che si possono ricondurre a uno
schema comune, anche se ciascun regime ha la sua propensione per una particolare
pratica: l'esecuzione capitale con vari metodi (fucilazione, impiccagione,
annegamento, fustigazione e, in alcuni casi, gas chimici, veleno o incidente
automobilistico); l'annientamento per fame [carestie indotte e/o non soccorse]; la
deportazione, ove la morte può sopravvenire durante il trasporto (marce a piedi o su
carri bestiame) o sul luogo di residenza e/o di lavoro forzato (sfinimento, malattia,
fame, freddo).
.....Possiamo, tuttavia, fornire un primo bilancio in cifre, che, pur essendo ancora
largamente approssimativo e necessitando di lunghe precisazioni, riteniamo possa
dare un'idea della portata del fenomeno, facendone toccare con mano la gravità:
- URSS: 20 milioni di morti,
- Cina, 65 milioni di morti,
- Vietnam, 1 milione di morti,
- Corea del Nord, 2 milioni di morti,
- Cambogia, 2 milioni di morti,
- Europa dell'Est, 1 milione di morti,
- America Latina, 150.000 morti,
- Africa, 1 milione 700.000 morti,
- Afghanistan, 1 milione 500.000 morti,
- movimento comunista internazionale e partiti comunisti non al
potere, circa 10.000 morti.
ll totale si avvicina ai 100 milioni di morti.
Questo elenco di cifre nasconde situazioni molto diverse tra loro. In termini relativi,
la palma va incontestabilmente alla Cambogia, dove Pol Pot, in tre anni e mezzo, è
riuscito a uccidere nel modo più atroce - carestia generalizzata e tortura - circa un
quarto della popolazione. L'esperienza maoista colpisce, invece, per l'ampiezza delle
masse coinvolte, mentre la Russia leninista e stalinista fa gelare il sangue per il suo
carattere sperimentale, ma perfettamente calcolato, logico, politico.
. . . . . Stalin ha ordinato e auto-rizzato numerosi crimini di guerra. Il più
impressionante rimane l’eliminazione di quasi tutti gli ufficiali polacchi fatti
prigionieri nel 1939, nell'ambito della quale lo sterminio di 4500 persone a Katyn è
soltanto un episodio. Ma altri crimini di portata assai maggiore sono passati
inosservati, come l’assassinio o la messa a morte nei gulag di centinaia di migliaia di
militari tedeschi fatti prigionieri fra il 1943 e il 1945, a cui si aggiungono gli stupri in
massa delle donne tedesche perpetrati dai soldati dell'Armata rossa nella Germania
occupata. Per non parlare del saccheggio sistematico delle strutture industriali dei
paesi occupati dall'Armata.. . . l'imprigionamento e la fucilazione o la deportazione
di militanti di gruppi organizzati che combattevano apertamente contro il potere
comunista: per esempio, i militari dell'organizzazione polacca di resistenza
antinazista (AK), i membri delle organizzazioni di partigiani armati baltici e ucraini,
i partigiani afgani, ecc. . . . . in nome di una dottrina, fondamento logico e necessario
del sistema, vennero massacrate decine di milioni di persone innocenti a cui non si
poteva rimproverare nessun atto particolare, a meno che non si riconosca come
crimine il fatto di essere nobile, borghese, kulak, ucraino e persino operaio o
membro del Partito comunista. L'intolleranza attiva faceva parte del programma
messo in atto.
…In un libro pubblicato a Ber1ino nel 1924 intitolato ‘La Terreur rouge en Russie’ lo
storico russo, e socialista, Sergej Mel’gunov citava Lacis, uno dei primi capi della
Ceka (la polizia politica sovietica) che, il 1° novembre 1918, diede queste direttive ai
suoi sgherri: << .. Noi non facciamo la guerra contro singole persone. Noi
sterminiamo la borghesia come classe. Nelle indagini non cercate documenti e prove
su ciò che l'accusato ha fatto, in atti e parole, contro l’autorità sovietica. Chiedetegli
subito a che classe appartiene, quali sono le sue origini, la sua educazione, la sua
istruzione e la sua professione . . . >>
Fin dal principio Lenin e i suoi compagni si sono inquadrati in una guerra di classe
spietata, in cui l'avversario politico e ideologico e persino la Polazione renitente erano
considerati, e trattati, alla stregua di nemici e dovevano essere sterminati. I
bolscevichi hanno deciso di eliminare, sia legalmente sia fisicamente, qualsiasi
opposizione o resistenza, anche passiva, al loro potere egemonico, non soltanto
quando quest'ultima era prerogativa di gruppi di oppositori politici, ma anche quando
era guidata da gruppi sociali in quanto tali - la nobiltà, la borghesia, l'intellighenzia, la
Chiesa ecc., e categorie professionali (gli ufficiali, le guardie...) -, e questa
eliminazione ha spesso assunto la dimensione del genocidio.
Fin dal 1920 la <<decosacchizzazione>> cor-risponde ampiamente alla definizione di
genocidio: un'intera popolazione a forte base territoriale, i cosacchi, veniva
sterminata in quanto tale, gli uomini venivano fucilati, le donne, i vecchi e i bambini
deportati, i paesi rasi al suolo o consegnati a nuovi occupanti non cosacchi.
……La <<dekulakizzazione>> del 1930-1932 fu la ripresa su ampia scala della
decosacchizzazione: questa volta, però, fu rivendicata da Stalin, la cui parola d'ordine
ufficiale, strombazzata dalla propaganda di regime, era << sterminate i kulak in
quanto classe>>. I kulak che resistevano alla collettivizzazione furono fucilati, gli
altri deportati con donne, vecchi e bambini. Certo non furono tutti eliminati
direttamente, ma il lavoro forzato al quale vennero sottoposti, in zone non dissodate
della Siberia e del Grande Nord, lasciò loro poche possibilità di sopravvivenza.
Centinaia di migliaia di persone persero la vita, ma il numero esatto delle vittime non
si conosce ancora. La grande carestia ucraina del 1932-1933, legata alla resistenza
delle popolazioni rurali alla collettivizzazione forzata, provocò in pochi mesi la morte
di 6 milioni di persone.
….Facciamo notare che, dopo il 1918, solo i paesi comunisti hanno conosciuto
carestie tali da causare la morte di centinaia di migliaia, se non di milioni, di uomini.
Ancora nell’ ultimo decennio due dei paesi dell'Africa che si rifacevano a marxismoleninismo, l'Etiopia e il Mozambico, sono stati vittime di queste micidiali carestie.
È possibile fare un primo bilancio globale di questi crimini [genocidi]:
- fucilazione di decine di migliaia di ostaggi o di persone imprigionate senza essere
state sottoposte a giudizio e massacro di centinaia di migliaia di operai e di
contadini insorti fra il 1918 e il 1922;
- carestia del 1922, che ha provocato la morte di 5 milioni di persone;
- deportazione ed eliminazione dei cosacchi del Don nel 1920;
- assassinio di decine di migliaia di persone nei campi di concentramento fra il 1918
e il 1930;
- eliminazione di quasi 690.000 persone durante la Grande purga del 1937-1938;
- deportazione di 2 milioni di kulak (o presunti tali) nel 1930-1932;
- sterminio di 6 milioni di ucraini nel 1932-1933 per carestia indotta e non
soccorsa;
- deportazione di centinaia di migliaia di polacchi, ucraini, baltici, moldavi e
bessarabi nel 1939-1941, poi nuovamente nel 1944-1945;
- deportazione dei tedeschi del Volga nel 1941;
- deportazione-abbandono dei tatari della Crimea nel 1943;
- deportazione-abbandono dei ceceni nel 1944;
- deportazione-abbandono degli ingusceti nel 1944;
- deportazione-eliminazione delle popolazioni urbane della Cambogia fra il 1975 e
il 1978;
- lento sterminio dei tibetani per mano dei cinesi dal 1950 ecc.
La lista dei crimini del leninismo e dello stalinismo, spesso riprodotti in modo quasi
identico dai regimi di Mao Zedong, Kjm Il Sung e Pol Pot, potrebbe essere estesa
all’infinito.
. . . . . Oltre alla questione della responsabilità diretta dei comunisti al potere si pone
anche quella della complicità.
Il codice penale canadese, rimaneggiato nel 1987, all'articolo 7 (3. 77) considera che
si incorre nel crimine contro l'umanità nei casi di tentativo, complicità, consiglio,
aiuto, incoraggiamento o complicità di fat-to. Sono parimenti assimilati agli atti di
crimine contro l'umanità- articolo 7 (3.76) - <<il tentativo, il complotto, la complicità
dopo il fatto, il consiglio, l'aiuto o l'incoraggiamento riguardante il fatto stesso>>.
Ora, dagli anni Venti agli anni Cinquanta, i comunisti di tutto il mondo e molte altre
persone hanno applaudito la politica di Lenin e poi quella di Stalin. Centinaia di
migliaia di uomini si sono arruolate nelle file dell'Internazionale comunista delle
sezioni locali del ‘partito mondiale della rivoluzione’. Negli anni Cinquanta-Settanta
altre centinaia di migliaia di uomini hanno incensato il Grande timoniere della
Rivolu-zione cinese e hanno tessuto le lodi del Grande balzo in avanti della
Rivoluzione culturale. Per giungere a tempi ancora piu recenti, l'ascesa al potere di
Pol Pot è stata salutata da un diffuso entusiasmo. Molti risponderanno che ‘non
sapevano’.
Ed è vero che non era sempre facile sapere, poiché i regimi comunisti avevano fatto
del segreto uno dei loro mezzi di difesa preferito. Ma, spesso, quest'ignoranza era
solo il risultato di una cecità dovuta alla fede militante: fin dagli anni Quaranta e
Cinquanta infatti, molti accadimenti erano noti e inconfutabili.
E se molti di questi incensatori hanno oggi abbandonato i loro idoli di ieri, lo hanno
fatto nel silenzio e nella discrezione. Ma che cosa si deve pensare dell'amoralismo
innato di chi abbandona nel segreto del proprio animo un impegno pubblico senza
trarne la debita lezione?
Nel 1969 uno dei pionieri del terrore comunista, Robert Conquest, scriveva:
« Il fatto che tante persone abbiano effettivamente ‘mandato giù’ [la Grande purga]
fu probabilmente uno dei fattori che resero possibile l'intera purga. I processi, in
particolare, avrebbero riscosso scarso interesse se non fossero stati convalidati da
alcuni commentatori stranieri, …….
Questi ultimi devono essere considerati corresponsabili, almeno in piccola parte, di
tali omicidi politici e in ogni caso, del fatto che essi si siano rinnovati dopo che la
prima operazione, il processo Zinov'ev [nel 1936], ebbe beneficiato di un credito
ingiustificato. »
Se si giudica con questo metro la complicità morale e intellettuale di un certo
numero di non comunisti, che cosa si dovrebbe dire della complicità dei
comunisti? Nella Russia degli anni che vanno dal 1880 al 1914 ci furono
indubbiamente sommosse e insurrezioni duramente represse da un sistema politico
arcaico. Ma dal 1825 al 1917 le persone condannate a morte in Russia per le loro
idee o la loro azione politica sono state 6360, di cui ne sono state giustiziate 3932 191 dal 1825 al 1905 e 3741 dal 1906 al 1910 -, cifra che nel marzo 1918,dopo soli
quattro mesi di esercizio del potere i bolscevichi avevano già superato. Fra il bilancio
della repressione zarista e quello del terrore comunista non c'è quindi confronto.
……Dal 1933 al 1939 nei campi di concentra-mento [nazisti]e nelle prigioni sono
stati assassinati [dai nazisti] in totale circa 20.000 militanti di sinistra, con o senza
processo. A tutto ciò vanno aggiunti i regolamenti di conti interni al nazismo, come la
Notte dei lunghi coltelli, nel giugno del 1934.
……Hitler si è deciso a passare all'azione con lo scoppio della guerra: tra la fine del
1939 e l'inizio del 1941 sono stati sterminati in camera a gas 70.000 tedeschi, vittime
di un programma di eutanasia a cui ha posto fine solo la protesta delle Chiese. I
metodi di sterminio con i gas tossici messi a punto in quell'occasione sono stati
utilizzati in seguito per il terzo gruppo di vittime, gli ebrei.
….. Ma soltanto con la guerra, e soprattutto con l'attacco all'URSS, si scatenò il
terrore nazista, di cui forniamo un sommario bilancio:
- 15 milioni di civili uccisi nei paesi occupati;
- 5 milioni 100.000 ebrei;
- 3 milioni 300.000 prigionieri di guerra sovietici;
- 1 milione 100.000 deportati morti nei campi di concentramento;
- parecchie centinaia di migliaia di zinga-ri.
- 8 milioni di persone utilizzate per i lavori forzati;
- 1 milione 600.000 persone detenute nei campi di concentramento, non decedute.
Il terrore nazista ha impressionato per tre motivi. Innanzi tutto perché ha toccato
direttamente gli europei. In secondo luogo perché, in seguito alla sconfitta del
nazismo e al processo di Norimberga ai suoi dirigenti, i suoi crimini sono stati
ufficialmente designati e stigmatizzati come tali. Infine, la rivelazione del genocidio
degli ebrei ha sconvolto le coscienze per il suo carattere apparentemente irrazionale,
la sua dimensione razzista e la radicalità del crimine.
Non è nostra intenzione istituire in questa sede chissà quale macabra aritmetica
comparativa, né tenere una contabilità rigorosa dell'orrore o stabilire una gerarchia
della crudeltà. Ma i fatti parlano chiaro e mostrano che i crimini commessi dai
regimi comunisti riguardano circa 100 milioni di persone, contro i circa 25 milioni di
vittime del nazismo. Questa semplice constatazione deve quantomeno indurre a
riflettere sulla somiglianza fra il regime che a partire dal 1945 venne considerato il
più criminale del secolo e un sistema comunista che ha conservato fino al 1991 piena
legittimità internazionale, e che a tutt'oggi è al potere in alcuni paesi e continua ad
avere sostenitori in tutto il mondo. E anche se molti partiti comunisti hanno
tardivamente riconosciuto i crimini dello stalinismo nella maggior parte dei casi non
hanno abbandonato i principi di Lenin e non si interrogano troppo sul loro
coinvolgimento nel fenomeno del Terrore.
I metodi adoperati da Lenin e sistematizzati da Stalin e dai loro seguaci non soltanto
ricordano quelli nazisti, ma molto spesso ne sono il precorrimento.
… Ogni volta si colpiscono non tanto degli individui, quanto dei gruppi. Il terrore ha
lo scopo di sterminare un gruppo individuato come nemico che, se è vero che
costituisce soltanto una porzione della società, viene comunque colpito in quanto tale
da una logica genocida. I meccanismi di segregazione e di esclusione del
totalitarismo di classe presentano, quindi, una straordinaria somiglianza con quelli del
totalitarismo di razza. La futura società nazista doveva essere costruita attorno alla
razza pura, la futura società comunista attorno a un popolo proletario depurato da
qualsiasi scoria borghese. La ricostruzione di queste due società venne progettata
allo stesso modo, anche se i criteri di esclusione non furono gli stessi. E’, quindi, un
errore sostenere che il comunismo è una dottrina universalistica: è vero che il
progetto ha una vocazione mondiale, ma una parte dell'umanità è dichiarata indegna
di esistere, esattamente come nel nazismo. L'unica differenza consiste nel fatto che
la società comunista, invece di essere divisa su base razziale e territoriale come
quella nazista, è stratificata in classi sociali. I misfatti leninisti, stalinisti, maoisti e
l'esperienza cambogiana pongono, quindi, all'umanità, oltre che ai giuristi e agli
storici, un nuovo quesito: come definire il crimine che consiste nello sterminio,
per ragioni politico-ideologiche, non più di individui o di gruppi limitati di
oppositori, ma di massicce porzioni della società?
....Il <<rapporto segreto>> di Kruscev del 1956, che ha costituito la prima
ammissione dei crimini da parte dei dirigenti comunisti stessi, rimane comunque la
confessione di un carnefice che tenta allo stesso tempo di mascherare e di coprire i
propri crimini - come capo del Partito comunista ucraino al culmine del terrore -,
attribuendoli unicamente a Stalin e giustificandosi con la scusa dell'obbedienza
agli ordini; di occultarne la maggior parte (parla soltanto delle vittime comuniste,
molto meno numerose delle altre); di minimizzarli (li definisce «abusi commessi
durante il regime di Stalin»); e infine di giustificare la continuità del sistema con gli
stessi principi, le stesse strutture e gli stessi uomini.
…Quella sera [24 febbraio 1956] Nikita Kruscev, primo segretario , sale sulla tribuna
del XX° Congresso del Partito comunista dell'Unione Sovietica, il PCUS. È una
seduta a porte chiuse, a cui assistono soltanto i delegati. In un silenzio assoluto, essi
ascoltano attoniti il primo segretario del Partito distruggere sistematicamente
l'immagine del <<piccolo padre dei popoli>>, del <<geniale Stalin>>, che per
trent'anni era stato l'eroe del comunismo mondiale.
… Quali posizioni assumeremo nei confronti di tutti coloro che sono stati arrestati o
eliminati? ... Ora sappiamo che la gente che ha sofferto durante le repressioni era
innocente. Abbiamo prove inconfutabili che essi, lontani dall'essere nemici del
popolo, erano invece uomini e donne onesti, devoti al Partito, alla rivoluzione, alla
causa leninista e all'edificazione del socialismo e del comunismo in Unione
Sovietica.... Penso che sia impossibile tacere ancora. Prima o poi la gente uscirà dalle
prigioni e dai campi, tornerà nelle città; e una volta a casa, racconterà ai parenti, agli
amici e ai compagni cos'è avvenuto.... Perciò abbiamo l'obbligo di fare una
completa confessione ai delegati sulla condotta tenuta dalla dirigenza del Partito
durante gli anni in questione....Come potremmo fingere d'ignorare quel che
avvenne? ... Sappiamo che ci fu un regime di repressione e leggi arbitrarie nel
Partito e noi abbiamo il dovere di dire al Congresso quel che sappiamo; …»
…In alcuni degli uomini che avevano preso parte attiva ai crimini perpetrati durante
il regime di Stalin e che, perlopiù dovevano la promozione all'eliminazione dei loro
predecessori, si faceva strada un certo rimorso; un rimorso sicuramente indotto,
interessato, un rimorso da politico, ma in ogni caso un rimorso. Bisognava pure che
qualcuno fermasse il massacro; Hruscev ebbe questo coraggio, anche se, nel 1956,
non esitò a mandare i carri armati sovietici a Budapest.
…Il 24 ottobre 1964 [Hruscev] venne brutalmente destituito da tutte le sue funzioni
…
…Tutti gli studiosi riconoscono l'importanza decisiva del «rapporto segreto», che
impresse una svolta fondamentale alla traiettoria del comunismo del XX secolo.
Francois Furet, che era uscito dal Partito comunista francese nel 1954, scrive a
questo proposito: «Appena reso noto, il ‘rapporto segretò del febbraio 1956
sconvolge improvvisamente lo statuto dell'idea comunista nel mondo. La voce che
denuncia i crimini di Stalin non viene più dall'Occidente, ma da Mosca e dal sancta
sanctorum di Mosca, il Cremlino. Non è più quella di un comunista messo al bando,
ma del primo dei comunisti nel mondo, il capo del partito dell'Unione Sovietica. Non
è più lambita dal sospetto che colpisce il discorso degli ex comunisti, ma è rivestita
dell'autorità suprema che il sistema ha assegnato al suo capo.... L'enorme impatto del
‘rapporto segretò nasce dal fatto di non avere contraddittori.»
….Negli anni Settanta e Ottanta la grande opera di Solzenicyn Arcipelago Gulag
provocò un vero e proprio shock nell'opinione pubblica. Si trattò probabilmente di
uno shock letterario, dovuto alla genialità del cronista, più che della presa di
coscienza generale dell'orribile sistema che egli descriveva. Eppure Solzenicyn
faticò ad abbattere il muro della menzogna, …La sua testimonianza è stata, tuttavia,
decisiva per una prima presa di coscienza, come lo furono quelle di Llamov sulla
Kolyma o quella di PinYathay sulla Cambogia. Più recentemente ancora, Vladimir
Bukovskij, una delle principali figure della dissidenza sovietica all'epoca di Breznev,
ha lanciato un nuovo grido di protesta ri-chiedendo, nel libro ‘Jugement à Moscoù
l'istituzione di un nuovo tribunale di Norimberga per giudicare le attività criminali
del regime.
…Gli archivi interni del sistema di repressione dell'ex Unione Sovietica, delle exdemocrazie popolari e della Cambogia mettono in luce una realtà terribile: il
carattere massiccio e sistematico del terrore, che in molti casi, è sfociato nel crimine
contro l'umanità.
….. Ora, questa storia del terrore comunista costituisce una delle componenti
principali di una storia europea che voglia esaurire completamente la grande
questione del totalitarismo. Quest'ultimo ha conosciuto una versione hitleriana ma
anche una versione leninista e stalinista, e non si può più accettare una storia
incompleta, che ignori il versante comunista.
…questa partecipazione al fenomeno totalitario non si è limitata all'Europa e
all'episodio sovietico, ma ha toccato anche la Cina maoista, la Corea del Nord e la
Cambogia di Pol Pot. Ogni comunismo nazionale è stato tenuto legato con una sorta
di cordone ombelicale alla matrice russa e sovietica, pur contribuendo a diffondere il
movimento a livello mondiale. La storia che abbiamo di fronte è quella di un
fenomeno che si è sviluppato in tutto il mondo e che riguarda tutta l'umanità.
….. È un obbligo morale onorare la memoria dei morti, soprattutto quando sono le
vit-time innocenti e anonime di un moloch dal potere assoluto che ha cercato di
cancellarne persino il ricordo.
… pur al suo modesto livello, lo storico diventa, …..il portavoce di coloro che, a
causa del Terrore, si sono trovati nell'impossibilità di dire la verità sulla loro
condizione. ….l'apertura degli archivi gli fornisce i materiali indispensabili, ……
Tuttavia questa conoscenza storica non può prescindere da un giudizio che
dipende da pochi valori fondamentali: il rispetto delle regole della democrazia
rappresentativa e, soprattutto, il rispetto della vita e della dignità umana.
È questo il metro con cui lo storico giudica gli attori della storia. »
[p. 488 de: Il libro nero del comunismo]
«…. Nell'agosto del 1967 la stampa di Pechino erutta: gli antimaoisti sono ‘ratti che
corrono per le strade, ammazzateli, ammazzatelì. La stessa disumanizzazione si era
incontrata già nel periodo della riforma agraria, nel 1949 quando, per esempio, un
proprietario terriero poteva venire attaccato a un aratro ed essere costretto a lavorare a
colpi di frusta sotto le grida dei contadini… Diversi milioni …furono sterminati. E
alcuni addirittura mangiati: almeno 137 nel Guangxi, in particolare rettori di collegi,
e questo avvenne con la partecipazione di quadri locali del PCC [Partito Comunista
Cinese]; così certe guardie rosse si fecero servire alla mensa carne umana; e sembra
che la stessa cosa accadde anche in certe amministrazioni. Harry Wu ricorda un
detenuto del laogai giustiziato, nel 1970, e di cui un agente della Sicurezza divora il
cervello.. »
Cina: una lunga marcia nella notte, da: Il libro nero del comunismo p. 463]
« ….Davanti agli occhi, tra le erbacee, mi apparve all'improvviso una scena
….quella di famiglie che si scambiavano tra loro i figli per mangiarli. Distinguevo
chiaramente il volto afflitto dei genitori che masticavano la carne dei bambini con i
quali avevano barattato i propri. …..Mi facevano pietà. Ma ancora di più mi
facevano pietà i genitori. Chi li aveva costretti a mangiare, tra le lacrime e il dolore
degli altri genitori quella carne umana di cui mai, nemmeno nei loro incubi,
avrebbero pensato di sentire il sapore? ………Mao Zedong… che per lavare il
crimine di cui s'era appena macchiato assassinando la democrazia, aveva lanciato il
‘Grande balzo in avantì e obbligato migliaia e migliaia di contadini inebetiti dalla
fame ad abbattere a colpi di zappa i loro vecchi compagni e salvare così la propria
vita grazie alla carne e al sangue di quegli amici d'infanzia.
No, i boia non erano loro, i boia erano Mao Zedong e i suoi accoliti. »
[p. 440 da: Il libro nero del comunismo]
«…… P'eng P'ai ne approfittò per imporre un regime di ‘terrore democratico’:
l'intera popolazione veniva invitata ai processi pubblici dei ‘controrivoluzionarì,
che si concludevano quasi sempre con delle condanne a morte; e partecipava alle
esecuzioni urlando ‘Ammazza, ammazza!’ alle Guardie rosse, occupate a tagliare
lentamente la vittima a pezzi che a volte cucinavano e mangiavano esse stesse oppure
facevano mangiare alla famiglia del suppliziato mentre era ancora vivo; tutti erano
invitati ai banchetti in cui ci si divideva il fegato e il cuore dell'ex proprietario o ai
raduni in cui l’oratore parlava davanti a una serie di picche con infilzate le teste
tagliate di fresco. Questo fascino per un cannibalismo di vendetta, che si ritroverà
nella Cambogia di Pol Pot… faceva spesso la sua comparsa nei momenti parossistici
della storia cinese. »
______________________________________________________________
Le evidenziazioni tipografiche delle maggiori turpitudini, sono mie. Per una ulteriore
valutazione del danno, in vite umane, che è costato il comunismo mondiale, al
confronto con le altre infami bestialità di ogni tempo – comunque minori - si può
fare riferimento a http://www.vency.com/wars.html , oppure direttamente al sito di R.
Rummel, Professore emerito di Scienze Politiche all’Università delle Hawaii:
http://www.hawaii.edu/powerkills/ .
10.08.2001
Ad AA
Mi fa bene sentirti.
E soprattutto sentire che 'gli A. non mollano mai’.
Anzi, diciamo che sono felicissimo della decisione di ritentare a dicembre.
Mi fa piacere anche che continuino a richiedere i tuoi interventi dottrinari.
Inutile dire la perplessità che continua a suscitare il comportamento del governo nei
confronti dei cretini patentati - è il meno che si possa dire - che hanno fatto quello che
han fatto a genova. Non ti pare che invece delle forze dell'ordine, avrebbero dovuto
occuparsi di più di quelle del disordine?
Continuo a non dare alcun credito a chi preferisce la violenza al discorso. Tutta gente
che non ha capito niente. O che comunque non contribuisce certo a migliorare lo stato
delle cose. Per favore, non farmi passare per uno dei loro amici. Bertinotti e porcisimili non li posso vedere; nemmeno di notte.
Torniamo alla tua amata lex.
Proprio oggi ho sentito da un TG che delle tre ragazzine che hanno ammazzato con
qualche centinaio di coltellate la suora di nonsodove, due si sono buscate una mezza
dozzina d'anni di carcere duro [?]; mentre quella che 'avrebbe ideato’ il minimassacro - in fondo si tratta solo di una piccola brava suorina - è stata condannata a
solo 3 mesi / anni di pensionato per piccoli criminali, poiché ritenuta incapace di
intendere e di volere. Pur tenuto conto della inattendibilità costituzionale dei
giornalisti, e quindi delle incertezze sulla reale consistenza dei fatti, viene il sospetto
che questa scappatoia della semi-infermità mentale et similia sia una gran baggianata
come minimo immorale. Mi chiedevo: ma forse, andando le cose di giustizia come
pare che vadano, potrebbe accadere che in giudizio, un Hitler sarebbe con assoluta
certezza giudicato da qualunque psichiatra un 'pazzo’, visto le 'pensate’ che si è
permesso, e le altre co-sette che ha organizzato. QUINDI, non sarebbe condannato
per le piccole malefatte che gli rimproveriamo un pò tuttiquanti. Il personaggio,
infatti, si potrebbe anche pensare che non è stato più in grado di intendere e di volere
almeno da quando è andato al potere. Non solo nei momenti in cui ha preso le
decisioni più solenni.
E forse, chi non sarebbe disposto a tacciare Lenin, Stalin, Mao, PolPot di pazzia
criminale / violenta, e quindi di persone 'impossibilitate’ a rendersi conto delle
porcate delinquenziali di cui si sono resi responsabili?
Insomma, la questione mi è indigesta alquanto.
Non riesco ad ammettere che una persona 'in grado di intendere e di volere’ possa
commettere un omicidio. Cosa che invece mio figlio Fabio [specializzando in
psichiatria] vorrebbe farmi credere possibile. A mio avviso, per assoluta chiarezza,
chi commette omicidio è necessariamente incapace di intendere. E non posso credere
che si faccia riferimento solamente 'al momento dell'azione criminosà , come
circostanza / istante di perdita della capacità d'intendere e volere; poiché immagino
che uno stalin possa aver avuto, vista la sua natura fortemente orientata al crimine
istituzionalizzato, una semplice infinità di 'momenti’ di 'perdita della capacità famosa,
tanto numerosi, questi momenti, da divenire in sostanza un continuum
apparentemente ininterrotto. Dunque assolviamo tutti i porcacci citati sopra?
Se riesci a farmi intendere qualcosa, in parole povere, ti sarei veramente grato.
Veramente. Vorrei capire.
ciao,
PS: ho scelto frammenti significativi dal primo capitolo de 'Il Libro Nero del
Comunismo’, e te li invio, nel caso tu avessi qualche interesse a questo tipo di lettura.
[omissis – vedi messaggio precedente]
12.08.2001
Ad AA
Nel messaggio di ieri sera, ho posto la questione della 'incapacità di intendere’ in
modo grossolano, e volgare. Purtroppo a volte l'approssimazione prende la mano,
anche se non si vorrebbe. Basta un pò di stanchezza / disattenzione. O anche fastidio,
per un problema che può sembrare molto chiaro; e che invece non e'.
Me ne scuso.
Purtroppo non sono stato capace di ritrovare il tuo precedente messaggio, in cui mi
chiarivi il problema.
Ciao, a presto.
13.08.2001
Ad AA
Ho raccolto alcune indicazioni tratte da "Codice Penale e Leggi Complementari",
1999, a cura di L. Ciafardini e N. Russo; ed. Finanza e lavoro. Te le unisco. Ce ne
sarebbe abbastanza, per accusare comunisti e soci di complicità nei crimini compiuti
dal comunismo mondiale?
A titolo puramente 'didattico / informativo’ [sempre nel tentativo di avvicinarmi alla
comprensione di quel mistero che è la legge], me ne parli?
CODICE PENALE
CAPO III
Del Concorso di Persone nel Reato
110. Pena per coloro che concorrono nel reato
Quando più persone concorrono nel medesimo reato, ciascuna di esse soggiace alla
pena per questo stabilita, salve le disposizioni degli articoli seguenti [12 cpp].
L'articolo disciplina il concorso cd. eventuale, che si ha quando più soggetti
commettono un reato astrattamente realizzabile da una sola persona; il concorso è
detto necessario quando la plurisoggettività costituisce un elemento essenziale del
reato [es. reati associativi, rissa, duello, corruzione, ecc.]
Il legislatore stabilisce il principio giuridico della pari responsabilità dei concorrenti, i
quali sono posti sullo stesso piano e sono soggetti alla stessa pena edittale senza alcun
rilievo alle varie forme di partecipazione[ es. autore materiale, ausiliatore, coautore,
istigatore, determinatore, complice, e chiunque altro in qualsiasi modo si attiva per la
riuscita dell'impresa. Cass. I, 2-11-81; Css.VI 25-1-90], salva la possibilità del
giudice di graduare la pena secondo il valore che la singola partecipa-zione ha
assunto in seno al quadro generale del concorso, apprestando con l'art. 112 c.p.
quattro aggravanti e con l'art. 114 c.p. due attenuanti [Cass.I, 22-10-82].
Il legislatore ha, dunque, adottato la teo-ria monistica o unitaria o causale per cui gli
atti dei singoli sono considerati nello stesso tempo loro propri e comuni anche agli
altri, sicché ciascuno ne risponde interamente: il reato è di ciascuno e di tutti quelli
che vi presero parte, perché è il risultato della comune cooperazione materiale e
morale, onde la solidarietà del delitto importa la solidarietà della pena [ Cass. I, 2210-82; Cass. VI, 6-11-91].
Concorso morale.
Oltre che in un apporto materiale, il con-corso può anche estrinsecarsi in un
contributo di tipo psicologico idoneo, con giudizio di prognosi postuma, alla
realizzazione anche di una soltanto delle fasi di ideazione, organizzazione o
esecuzione dell'azione criminosa posta in essere da altri soggetti, con la coscienza e la
volontà di concorrere con costoro alla realizzazione della condotta criminosa [Cass. I,
5-12-84; Cass. I, 20-12-88; Cass. VI, 6-11-91; Cass. VI, 12-11-92].
Nozione di consapevolezza.
La consapevolezza nella partecipazione criminosa consiste nella coscienza di
concorrere con altri alla perpetrazione del crimine: ciò comporta che i compartecipi
abbiano precisa conoscenza del reato o dei reati che intendono commettere e delle
condotte che hanno posto in essere o porranno in essere verso l'identico risultato da
tutti perseguito [Cass. I, 9-2-87].
Luogo di commissione del reato.
Dato il carattere unitario del reato concorsuale l'applicazione dell'art. 6 c.p. [principio
di territorialità della legge penale] comporta che il reato concorsuale si considera
commesso in Italia da parte di tutti i concorrenti anche se taluno di essi abbia
materialmente operato stando all'estero [Cass. VI, 30-3-88] oppure se l'esecuzione
materiale sia avvenuta all'estero dietro ordine o ispirazione o rafforzamento della
volontà delittuosa di concorrenti morali in Italia [Cass. VI, 15-2-94]; ...
Concorso e connivenza.
.....La connivenza postula che l'agente, consapevole dell'imminente commissione di
un reato da parte di terzi, mantenga un comportamento passivo, mentre la
compartecipazione deve manifestarsi in un comportamento, qualunque esso sia, che
arrechi un contributo concreto alla realizzazione del delitto [Cass. I, 6-7-87; Cass. I,
27-1-91; Cass. VI, 26-5-93; Cass. VI, 3-6-94].
È però opportuno sottolineare che la mancata assunzione di qualsiasi iniziativa e il
mantenimento di un comportamento di <<non intervento>> può concretizzare
un'adesione ed un rafforzamento all'altrui azione criminosa [Cass. V, 22-11-94]; ...
Concorso nei reati permanenti.
....Per stabilire se si è partecipato ad un reato permanente, la cui consumazione si
protrae nel tempo, non si deve tener conto dell'apporto quantitativo ma dell'animus
dell'agente per accertare se in lui vi fosse l'intenzione di partecipare positivamente,
anche se in misura limitata, all'azione delittuosa.
___________
Parma, 14 Agosto 2001
A F.
Sì. Ho sentito dei Tamil, dei cretini-Baschi e degli ex-iugoslavi. D'accordo, sono tutti
disgraziati. I terroristi sono tutti esecrabili; credo si possa dire senza tema di smentita.
Poveri deficienti! Ma dicevo dei cattolici dell'IRA e del Papa, appunto essendo tali
deficienti, cattolici. Viviamo immersi in un popolo di cattolici [ma sarà vero?]; e
nessuno che si metta ad urlare “Piantatela” ?
La mia conoscenza dell'induismo e dell'islamismo è terribilmente insufficiente, per
sapere cosa ci si dovrebbe aspettare da induisti e islamici in proposito. La situazione,
è fondamentalmente diversa? [Ne approfitto: hai qualche 'buon' testo da suggerirmi,
per imparare qualcosa di più su queste due religioni? - e magari anche sul buddismo?]
Non so proprio a cosa ci si possa appellare, per convincere tutti costoro ad imparare a
'discorrere’ e a smetterla con gli esplosivi.
Non ho letto niente su Roswell. Ho visto che c'è tanto da leggere e 'vedere’ su
internet, in proposito. Lasciami esplorare un pò la situazione, poi ne riparliamo, se
sarai ancora del parere.
Anche di Ceylon conosco molto poco. Il fatto che tu possa convivere
soddisfacentemente con Anù, mi fa presumere che i cingalesi non siano poi tanto
cannibali! Meno male.
Sarebbe facile accedere a montagne di informazioni anche su Ceylon, in internet. Ma
quante curiosità non mi sono ancora tolto! Chissà se avrò tempo per 'quasi tutto’.
Ciao, un abbraccio,
14.08.2001
A SB
Si, adesso che mi hai enumerato un bel numero degli impegni che ti incalzano, mi
sento un pò colpevole. Colpevole per questo mio interrogarti, cercare di sapere cosa
fai, ecc.
Distrarti, insomma. Scusami. D'accordo, cercherò di non infastidirti che poco poco.
Presenti una Relazione in Polonia?
Di cosa parlerai, in Sicilia, all'ordine dei biologi?
Ecco subito che esagero; e non mantengo le promesse.
Vuol dire che debbo staccare.
Ciao.
Parma 17 agosto 2001
A F.
Per mostrarti che ogni tanto mi distraggo, nel caso possa servire a completare il quadro, ti unisco una appunto / divertimento che ho buttato giù al ritorno da una
settimana di vacanza con Emy al Lido di Spina, nel ferrarese. Posto solitario quasi
perfetto, per chi ama la solitudine, il verde dei boschi, il silenzio, le strade ampie.
Solo 4 alberghi, non grandi; tutti localizzati a poche decine di metri uno dall'altro. E,
forse, 5 mila villette / abitazioni più o meno 'minì, nascoste sotto il ciuffo verdissimo
delle chiome dei pini marittimi in piena salute, che popolano il bosco, il vero
protagonista del Lido di Spina. C'eravamo venuti circa 30 anni fà, a Spina; 3-4 anni di
seguito. Qui abbiamo passato la vacanza migliore; un settembre già cominciato;
casetta al primo piano; ultima casetta prima del bosco fitto, quello mai edificato;
davanti a noi, a 30 metri, una striscia / lago di acqua salmastra, prima del mare; la
bora quasi fredda e continua; andavamo a pescare proprio davanti a casa; i cefali
saltavano fuori dall'acqua, vicino all'altra sponda, disegnando un breve semicerchio
sul pelo dell'acqua; il mattino presto, un pescatore solitario vagava - ma pareva fermo
- con la sua barchetta sull'acqua immobile del lago, mentre il sole vi si specchiava
salendo sopra l’orizzonte, un disco rosso e lento; tutte le mattine. Non è cambiata
molto, Spina. Dalla casetta non si vede più il lago, però; un boschetto di pini nuovi lo
impedisce. Non hanno più costruito. Nemmeno discoteche, per fortuna. Quindi i
giovani schiammazzoni, non ci stanno volentieri in questo piccolo paradiso. Con
qualche stimolo supplementare [Emy, intendo; che però 'rema contrò] sarei tentato di
affittare - ed eventualmente poi acquistare - un appartamento / casetta. Le due
operazioni non sono costosissime. Anche considerando che Federico se n'è andato in
un appartamento acquistato con la sua ragazza; Fabio pare che faccia altrettanto - si
sposi, veramente - in settembre. La casa si vuota, insomma; e a volte pensiamo se non
sarebbe opportuno vendere l'appartamento, e acquistarne uno in centro; più piccolo.
Quì abbiamo due stanze, cucina, due bagni, soggiorno e terrazzo; con una scaletta che
porta in mansarda, dove ci sono le due stanze dei ragazzi, un bagno, un ripostiglio, e
un terrazzo che circonda a U i tre lati Est/Nord/Owest dell'appartamento. Avremmo
ancora 5 anni di mutuo. Ma potremmo risolverlo. Chissà.
Io sto benissimo anche qui, all'estrema periferia est della citta. Meno rumore; più aria
pulita; più isolamento; nessun interesse al centro città [fatte salve le piuttosto sfornite
librerie]. Eppoi, come sostituire il sorgere del sole, che qui seguo incantato tutte le
mattine?
Vedo che in internet sei molto ben rappresentato per i tuoi studi storici su Fano e i
teatri delle Marche. Mi fa piacere. Vedo che ti sei occupato anche della Mostra
"L'ANIMA e le COSE", nel cui Comitato Scientifico è incluso un certo ER, mio
'vecchio’ amico di collegio [di circa 50 anni fa]. Cosa ne pensi ? Da ragazzi, era
considerato un genio. Eravamo molto amici. Lo stimavo molto. Poi ci si è persi di
vista, come spesso accade.
Ho visitato di corsa anche i tre siti-UFO che mi hai suggerito. C'è molto da leggere.
Leggerò / digerirò, ma senza troppa fretta, perché ho diverse cose di cui occuparmi al
momento. Non so se ti ho detto che ho con-servato l’attività di consulenza.
Ciao, a presto.
Hotel G. - Piscina, sala giochi, palestra, sala riunioni taverna, sala TV
Aperto tutto l'anno
Ecco, l'ultima affermazione è imprecisa. A ottobre chiude, per riaprire a maggio. La
grandiosa insegna esterna, " è vecchia ", dice il maitre.
Dei quattro Hotels registrati a Spina, tutti con tre stelle, il G. è evidentemente il
migliore. L'evidenza è dovuta ad alcune caratteristiche di eccellenza: camere con
frigobar, Tv Sat, telefono e condizionatore. Si potrebbe aggiungere la presenza di
una 'Taverna’ [con tavoli da bigliardo di ridotte dimensioni, oltre a 'giochì per
bambini di diversa età, a fianco di un locale con una dozzina di divani 'a
disposizione’ degli accompagnatori], una sala da ginnastica, una sala discoteca
[fortunatamente non attiva], una piscina al secondo piano, a livello delle chiome dei
pini marittimi [gradevolissima].
Ma torniamo alle camere, le dotazioni più praticate.
1 - Le stanze hanno un terrazzetto [~ 1 x 2.5] con il bordo in cemento armato, di una
certa altezza dal pavimento: almeno 130 cm circa. Sul terrazzetto si possono
riconoscere [l'aria un pò vetusta tende a mimetizzarle] due seggiole, una di plastica
e l'altra di metallo, che opportunamente lavate e disinfettate possono servire anche
all'uso solito. Purtroppo, da seduti, la vince il bordo del terrazzetto, che sovrasta di
gran lunga la testa della persona seduta; tanto che da quella posizione si può
ammirare solo il volo dei gabbiani nel vasto cielo mediterraneo. Insomma, ci si trova
nella posizione privilegiata del carcerato che dal fondo della sua piccola cella, può
godersi solo una piccola frazione dell'infinito.
2 - Le pareti sono decorate con un fitto arabesco azzurro su un fondo di celeste
intenso; la coperta del letto è anch'essa degli stessi colori con analoghi arabeschi;
così la moquette, così il tronco-cono delle abat-jour: un tutto armonico e ben
congegnato, che non consente certo facilmente di stabilire se si è circondati da
arredi macchiati oppure ben conservati. Non sostando su dubbi amletici, si può
affermare solidamente che l'insieme ha un'apparenza davvero confortevole.
3 - A soffitto, una plafonierina tonda e piccinina, contiene [forse] una lampadina da
non più di 30-35 candele. Bisogna ammettere tuttavia che le due abat-jour hanno
entrambe una lampadinetta di almeno 20 candele piccole. Quindi 30 + 20 + 20 = 70,
è quanto basta per faticare non poco a leggere giornali, libri e tutte quelle cose che
non sono dotate di luce propria.
4 - Nel bagno, invece, la plafoniera è stata scapitozzata; la lampadina è a nudo; e si
può approfittare della luminosità offerta da un congegno di almeno 60 watt puri e
duri. Si deve alla furbizia dell'arredatore / architetto l'aver provveduto ad eliminare
completamente la frazione di parete che sovrasta la porta del bagno ed averla
sostituita con un'ampia vetrata che raggiunge il soffitto. Bello; architettonicamente
di qualche pregio, forse. Ma che poco-niente aggiunge alla semioscurità diffusa
dalla plafoniera 'centrale’ della stanza [in realtà la plafoniera è molto decentrata,
vicinissima alla porta-a-vetri del terrazzo e molto prossima alla parete opposta alla
testata del letto - non è di immediata comprensione la ragione di questo
'decentramento’]. Ma che dà un buon contributo, invece, quando si deve ricorrere al
bagno nel bel mezzo della notte; perché allora la lampada del bagno irradia i suoi
fulgori in tutta la stanza, attraverso la vetrata di cui si è detto, che si estende gloriosa
dalla porta al soffitto; e allora sembra che non si tratti più di una misera lampadina
da 60 watt, ma di più di 100 watt rafforzati.
5 - Il bagno poi è superdotato, in quanto a facilities. L'acqua non fluisce
omogeneamente, con serietà confidenziale; ma con 'flussi a gettò: flush; flush;
whoom; flush; flush; whoom; e così via. Le prime volte si rimane interdetti. Si cerca
di regolare il flusso dell'acqua e ci si dispone ad utilizzarla, si allungano le mani; ma
whoom, un improvviso raffforzamento del getto d'acqua provoca spruzzi tutt'attorno,
sulle braccia, la camicia, i calzoni, ed anche un pò il pavimento. Ci si rende conto
subito che il flusso dell'acqua non potrà essere regolato come si è soliti, con la
millimetrica dolcezza che consente il miscelatore usuale nelle case per-bene; ma
bisognerà adottare una tecnica del tutto insolita: quella della regolazione non in
base alla ricchezza del flusso continuo, ma della forza premente-dirompente del
'getto-forte’ , quello intermittente: whoom. E l'obbiettivo non si raggiunge
immediatamente. Ma si può imparare.
Anche la doccia funziona con lo stesso principio del flush;flush; whoom; ma ha una
dotazione supplementare: tre rubinetti [niente miscelatore] e una tenda blu scuro. I
tre rubinetti sono disposti ai vertici di un triangolo isoscele. Se si gira quello in alto,
scende la pioggia; ma non si riesce a regolarne la temperatura. È come se una mente
elettronica situata chissà dove avesse predisposto la miscelazione e ne impedisse
ogni modificazione; potete ruotare le altre due manopole quanto volete. Niente da
fare; la temperatura 'a getto’ è quella altrimenti predisposta. In alternativa, si può
chiudere il rubinetto superiore, completamente, fino ad interrompere il flusso.
Quindi buttarsi sulle altre due manopole, girarle una di quà e una di là, fino a
raggiungere un compromesso accettabile. Da notare che i due rubinetti ai vertici
inferiori del triangolo, non ruotano nemmeno di 300 gradi; non fanno nemmeno un
giro completo su se stessi, come farebbe qualunque rubinetto di campagna del secolo
scorso; ma ruotano solo di 50 gradi. È quindi operando in un ambito così ristretto di
possibilità, che si deve tentare di raggiungere l'atteso compromesso: una
temperatura tollerabilmente non troppo discosta da quella che si desidererebbe. Le
vicissitudini dell'operatore alla doccia sarebbero a questo punto terminate, se subito
non avvertisse la tela azzurra appiccicarsi alla schiena e alle gambe, come fosse
carta gommata. Con un gesto di fastidio si stacca la tenda, e si ruota su se stessi; ma
la tenda si appiccica ai fianchi, prima, poi a tutto il corpo; insomma non lascia in
pace nessuno. Una soluzione universale, in casi simili: alzare la tenda fino a
depositarla sulla bacchetta in alto che disegna il perimetro della doccia. Ci si
spruzza un pò; ma si può procedere abbastanza liberamente. Naturalmente, si bagna
il pavimento tutt'attorno. Ma non è molto importante se si ha a disposizione, come
nel bagno del G., un tappetino anti-sdrucciolo [anti slip, come dischiarato sulla
vistosa etichetta del verso]. Il tappetino è soffice, apparentemente 'non-bagnabile'. Ci
si possono sistemare confortevolmente sopra i piedi e dar corso alle operazioni di
asciugatura. Purché non si cerchi di cambiare di posizione all'interno del bagno. Il
tappetino anti slip è molto tenace: non lo spostate dal pavimento nemmeno con le
cannonate. È veramente e completamente anti slip. Se proprio si vuole spostarlo per
guadagnare una posizione che consenta una maggiore libertà di movimento, non
bisogna assolutamente cercare di spostarlo con i piedi; non mollerà la presa [del
pavimento]. Bisogna chinarsi, sollevarne con le mani un lembo e cercare di
arrotolarlo; finalmente, con un calcione, cambierà di posto; ma ci si troverà allo
stesso tempo, con i piedi sul nudo pavimento bagnato. Appena recuperati gli zoccoli,
prima messi in un angolo per non bagnarli, bisognerà ripercorrere almeno in parte
la trafila del bagna e asciuga.
6 - Rimanendo a pelo d'acqua, due sole parole per lo sciacquone: vien giù' violento
come un Niagara Falls in miniatura: porta via tutto d'un sol colpo; forse anche un
pollo arrosto. Non della stessa pasta il bidet, accostato alla parete [non c'è poi uno
spazio infinito, in questo bagno del G.-tre stelle] tanto che non è assolutamente
possibile inserire un arto tra il muro e il lato occidentale del recipiente; pazienza. Il
getto dell'acqua, però, rivela una sua interna propensione proprio per quel muro;
infatti, è decisamente orientato da quella parte e và a frangersi a non più di 6-9 cm
di distanza dall'apertura di uscita. Fortuna, che la caratteristica 'idraulica’
dell'Hotel G. consente di raggiungere ogni atteso comfort: basta accoccolarsi in
prossimità del getto standard, e aspettare lo scroscio: flush; flush; whoom; flush;
flush; whoom. Con un pò di attenzione, si riesce a cogliere l'istante fatidico del getto
a scroscio prorompente, whoom, e utilizzarlo; poi si aspetta quello successivo; a così
via fino al compimento dell'opra.
7 - Ho una predilezione particolare per certi specchi, nei quali il mio viso non è poi
così disturbato dall'età, come nella maggior parte delle superfici riflettenti. Ho
capito perché : basta avere la luce alle spalle. Nel bagno in questione, è appeso al
muro uno di tali specchi. Purtroppo, la luce alle spalle ha anche degli svantaggi,
soprattutto di prima mattina: non si riesce a farsi la barba, con la luce alle spalle. Se
poi si ha alle spalle una lampada quasi nuda e cruda con più di 50 watt, è come
vedersi in controluce. Sì, mi sembrava un volto ancora accettabile, guardandolo allo
specchio. Ma niente barba. Alla cieca. Come và, và.
C'è un altro specchio, nella camera dell'Hotel-tre stelle: ma scalogna vuole che non
sia dalla parte giusta: lo specchio lungo che riveste il lato interno di un'anta
dell'armadio a muro, 'guarda’ direttamente verso il mare, verso il terrazzino.
Conseguenza immediata: cercandosi anche in questo specchio, ci si vede in
controluce, col mare alle spalle; ed anche con la misera plafoniera-decentrata sul
soffitto, sempre alle spalle. Niente. Non c'è rimedio.
8 - Il condizionatore. Sono ancora utilizzati apparecchi del secolo scorso, a
incompleto corredo tecnologico, per l'uso improprio che si addice agli alberghi. Non
si può dire che il condizionatore della stanza a tre stelle sia fragoroso; almeno se
non si preme il pulsante del ventilatore. Con il ventilatore funzionante, non si dorme;
e i vicini di stanza ben lo sanno. Ma non è un attrezzo che si possa buttare
facilmente, anche perché ingombra una larga parte [mezzo metro quadro?] del
soffitto. Ha solo il difettuccio che se si è accaldati e ci si distende sul letto con un
libro in mano, sperando nel refrigerio - anche senza il concorso della ventilazione si rischia una emiparesi in qualunque parte dell'estremità superiore del corpo: il
condizionatore soffia imperterrito aria fredda proprio sulle spalle indifese, tentando
di refrigerarle. Quindi lo si spegne; con qualche vantaggio acustico supplementare;
sperando che facciano altrettanto i vicini. Che generalmente lo fanno. Ma può
capitare che qualcuno accenda il condizionatore e se ne esca in cerca di miglior
fortuna; magari rientra alle quattro e mezza del mattino, per spegnere il
condizionatore. Allora ci si può finalmente addormentare indisturbati. Il maitre
dell'hotel, appositamente interpellato, afferma che all'una di notte, viene interrotto il
funzionamento di tutti i condizionatori. Bene, dicevamo. Stasera si dorme. Ma non è
sempre così . È accaduto che alle due meno un quarto di notte, rivestitomi
sommariamente, sono sceso in cerca dello 'spegnitore’ dei condizionatori: "Mi scusi;
me n'ero dimenticato..". E così , dopo dieci minuti, la notte riprende serena e
tranquilla.
A volte succede davvero, che stacchino tutti i condizionatori all'una di notte. Salvo a
dimenticarsi di consentirne l'uso il giorno successivo, fino alle due del pomeriggio:
'Scusi, ci siamo dimenticati di riaccendere'. Un giorno sì e uno no. Avanti cosi, con le
tre stelle sotto braccio.
9 - Il frigobar è un dispositivo di immensa utilità, nei soggiorni estivi. All'occorrenza
si può trangugiare quasi tutta la coca-cola che si vuole, fresca, ghiacciata, che quasi
esita ad andar giù, cosi piena di bolle di gas che si espandono frizzando gioiose nella
gola. Purtroppo, anche il frigobar è un recupero del secolo passato. La serratura
non c'è più. È stata asportata diligentemente. L'apribottiglia è più arrugginito di un
ferro vecchio dimenticato in angolo della cantina. Ma il frigobar funziona. È
veramente una consolazione. Peccato che quando si inserisce la spina nella presa di
corrente poco distante, comincia a lamentarsi, peggio del condizionatore: troooshbenen-bish-bush-fassoso-sotrentron-blush... e così via, ininterrottamente. Peccato
anche che abbia una voce da corista giovane. Cosicché, bisogna accenderlo quando
si lascia la stanza, e spegnerlo subito al rientro; altrimenti ... trooosh-benen-bishbush-fassoso-sotrentron-blush...
10 - A parte queste inezie, l'albergo è veramente a tre stelle tutte intere.
_________________
20.08.2001
Ad AA
Carissimo, mi dispiace disturbarti con queste mie ossessioni, ma sono ancora quà.
Ho cercato di mettere a fuoco le argomentazioni, i termini del mio modo di vedere il
valore / significato degli Articoli 5 e 85 del CP.
Ti snocciolo la faccenda di seguito.
Ti sarò grato se riuscirai a trovare un pò di tempo per contro-argomentare le mie osservazioni.
Vorrei comprendere. Cercare di comprendere.
Ecco:
PRIMA OSSERVAZIONE
Da ‘Codice Penale e Leggi Complementarì, a cura di L. Ciafardini e N. Russo, Ediz.
Fiinanze e Lavoro, 1999:
ART. 5. Nessuno può invocare a propria scusa l'ignoranza della legge penale.
ART. 85. Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato,
se al momento in cui lo ha commesso, non era imputabile. È imputabile chi ha la
capacità d'intendere e di volere.
CONSIDERAZIONI
1.0 - 'Con sentenza 24.03.1988, n. 364, la Corte Costituzionale ha dichiarato
costituzionalmente illegittimo l'art. 5, "nella parte in cui non esclude
dall'inescusabilità della ignoranza della legge penale l'ignoranza inevitabile."
[Detto fra noi: anche la Corte Cost. pare quasi che faccia qualche tentativo per sottrarsi al vincolo della chiarezza, e concederci un pò di ignoranza inevitabile.]
0.1 - L' "inevitabilita" cui si richiama tale sentenza, mi pare di capire che riguardi
esclusivamente i casi di "oscurità della norma", di quelli ben illustrati da M. Ainis ne
'La Legge Oscura’ [Tascabili Laterza, 2000].
0.2 - Credo quindi si possa ritenere che l'Art. 5 rimanga valido nella sua elementare
integrità e chiarezza. D’altra parte, l’ART. 5 mi sembra fondamentale: tutti debbono
osservare la legge e 'la legge dovrebbe essere uguale per tuttì.
0.3 - In ogni caso, se si vogliono evitare "oscurità " normative, il significato dei
termini impiegati nella legge penale deve essere quello previsto dalla semantica corrente; altrimenti subito ricorrerebbe "l'ignoranza inevitabile" richiamata / ammessa
dalla Sent. 364, e quindi la liceità della violazione della legge, come conseguenza
della non-imputabilità.
1.0 - È indubbio che "ignoranza" significhi - in accordo con la semantica corrente “mancanza di conoscenza”.
1.1 - Pare che 'intendere', invece, significhi correntemente "comprendere, capire,
conoscere, ecc." [‘G. Pittanò, 1987, ‘Sinonimi e contrari – Dizionario fraseologico
delle parole equivalenti, analoghe e contrarie’, Zanichelli Ed.].
1.2 - La "capacità di intendere" significa dunque “capacità di comprendere, capacità
di conoscere”.
1.3 - Mentre l’ "incapacità di intendere", al contrario, consiste nella “mancanza”
della ‘capacità di comprendere’, ossia nella "mancanza” della ‘capacità di conoscere’
, e quindi nella incapacità di uscire dall’ignoranza.
1.4 - Tale "incapacità di comprendere” , ossia tale “ignoranza" è di carattere generale.
E comunque l'Art. 85 non definisce nessuna limitazione particolare all’ambito di
questa “capacità di intendere”; e allora tale “incapacità, tale “ignoranza” riguarda
necessariamente qualsiasi cosa, comprese le norme della legge penale.
1.5 – Ne deriva così che "incapacità di intendere" significa anche "incapacità di
comprendere la norma della legge". Quindi tale condizione è caratterizzata dalla ‘non
conoscenza della legge, dalla “ignoranza della legge”.
1.6 - Il secondo comma dell'Art.85:... È imputabile chi ha la capacità d'intendere .... È
esattamente equivalente a: NON è imputabile chi NON ha la capacità di intendere.
Ma come si è visto sopra, chi è privo della capacità di intendere la legge, non conosce
la legge, “ignora” la legge.
1.7 - Ma se "nessuno può invocare a propria scusa l' ignoranza della legge penale" [
Art. 5], allora l'Art. 85 è in contraddizione con il basilare ART. 5, in quanto secondo
l'Art. 85 non sarebbe "imputabile" chi "ignora" la legge; mentre l'Art.5 è lì apposta
per precisare che anche chi ‘ignora’ la legge è imputabile.
Allora, come la mettiamo? Imputiamo o non imputiamo?
Sollevare la questione della “capacità / incapacità di volere” mi sembra un pò
un’idiozia. Comunque si potrebbe osservare:
1.0 - La "capacità di volere" 'è la capacità di fare ciò che si intende fare, stando ai
dizionari in uso [sempre per rispettare la Sentenza #364 della Corte Cost].
1.2 - Se si è compiuta un'azione, un gesto, un delitto, è evidente che si è agito; cioè si
è stati in possesso della capacità di volere un gesto, un'azione; qualunque essa sia.
1.3 - Contrariamente, in assenza della "capacità di volere", non si sarebbe compiuto
nulla, né il delitto, né null'altro. Se manca la capacità di volere, la volontà è sospesa.
L'azione è sospesa. Non può venir compiuta nessuna azione.
1.4 - Sostenere che il soggetto era incapace di volere, al momento in cui ha
"compiuto" un gesto, un'azione, equivale automaticamente a dire che il soggetto non
ha compiuto il gesto, l'azione, il delitto.
[Cosa che non dovrebbe riguardare l'imputabilità; bensì il giudizio.]
Come sarebbe altrimenti possibile "compie-re", quando si è "incapaci di compiere"?
Come si può essere "incapace di volere", e allo stesso tempo "volere"?
Insomma: se "si è compiuto" [il delitto, o qualunque altra cosa] si è necessariamente
posseduta la "capacità di fare ciò che si è fatto"; ossia si è posseduta la capacità di
volere.
_________________________________
[Tra l'altro, mi pare che bisognerebbe aggiungere un "correttamente", alla dizione
"incapacità di intendere e di volere". Perché chi delinque, certamente intende
qualcosa [distorto, magari; ma intende, nel senso che se trae una pugnalata, è proprio
una pugnalata che intende trarre, non farsi una coca-cola] e vuole qualcosa, nel senso
che comunque è capace di compiere, tra le azioni possibili, quelle che sono
identificabili come attuazione del delitto.
Il fatto è che non 'intende’ e 'vuole’ correttamente, cioè in conformità di certe
convenzioni che chiamiamo buon senso, legittimità, ecc., e comunque individuabili
come ‘corrette’.]
__________________________________
SECONDA OSSERVAZIONE
1 - Si potrebbe assumere che “compito della legge è di proteggere i componenti della
comunità da comportamenti personali che violino l’ integrità fisica e morale dei
singoli e della comunità nel suo insieme”.
2 - I fondamenti teorico / pratici che possono consentire di raggiungere tale obiettivo
- e cioè la definizione dei termini della legge positiva - possono essere individuati
esclusivamente mediante attività razionale.
Non è certo una prerogativa dell'attività non-razionale, infatti, la capacità intrinseca di
tendere al raggiungimento di scopi predeterminati.
3 - Quindi, si può ritenere che la Razionalità sia l'unico strumento operativo che può
- con la maggiore probabilità - ottenere il consenso di tutta la comunità che propone /
accetta per se stessa una legge positiva.
4 - Dunque LA LEGGE POSITIVA DEVE ESSERE FONDATA SULLA
RAZIONALITÀ dei comportamenti.
5 - Ne consegue che i comportamenti razionali, sono per definizione conformi alla
legge positiva.
6 - Il delitto, che per definizione consiste nella violazione della legge, diventa
automaticamente un gesto di irrazionalità, non-razionalità.
7 - Chi delinque, dunque - e soprattutto chi compie un omicidio - compie un gesto
non razionale; quindi non è - per definizione stessa di delitto - in grado di intendere e
di volere correttamente, ossia razionalmente.
8 - Allora, poiché il delitto è COMUNQUE un gesto insensato, irrazionale, non c'è
alcuna necessità di chiamare in causa la capacità di intendere e di volere alcunche'.
Tali incapacità sono implicite nel gesto delittuoso.
Se si invocano le due incapacità, nessun delitto è punibile.
La Giustizia deve solamente accertare la responsabilità personale diretta, gestuale,
del delitto.
Poi il delitto va punito, punto e basta.
Ma l'art. 85 induce a ritenere che si possa commettere omicidio ANCHE se si è sani
di mente. Anzi, solo se si è sani di mente. Solo se ci si comporta razionalmente.
Altrimenti, è come se nemmeno si fosse commesso il delitto. Tanto è vero che chi 'è
incapace di intendere e di volere', NON È IMPUTABILE.
Quindi, è imputabile solamente chi è capace di intendere e di volere, ossia chi è sano
di mente. Chi si comporta razionalmente. Ma chi si comporta razionalmente, per
definizione, non viola la legge. Solo il comportamento non-razionale porta alla
violazione della legge.
Sembra quasi che in questo modo si legittimi il delitto, l’omicidio, come strumento
razionale di rapporto interpersonale.
Insomma: Viola la legge il comportamento razionale, o il comportamento irrazionale?
Che sussista tale incertezza, non è pura follia?
OSSERVAZIONE STRAVAGANTE.
Stabilito - e sarebbe estremamente facile stabilirlo, considerata l’imponenza stessa dei
crimini che hanno commesso - che Mao, Stalin, Hitler, Lenin, PolPot, Castro et
similia, NON SONO MAI STATI SANI DI MENTE, tali criminali non potrebbero
essere condannati da una Corte, perché 'non imputabili’ , malgrado i milioni, le
decine di milioni di vittime che hanno provocato [!!!!????!!!!].
Direi che Locke considera la violazione della legge un comportamento irragionevole,
fuori dalla ragione, quando afferma [traggo da “Il libro delle Libertà”, di
E.N.Luttwak e S. Creperio Verratti, Mondadori, 2000]: ‘ .. il delitto … consiste nel
violare la legge e nel deviare dalla retta norma della ragione…’ [John Locke, Due
trattati sul governo. Secondo trattato. UTET, 1948; p. 336.]
_______________________________________________________
21.08.2001
A RLL
Sempre nel Laboratorio di Prusiner, Univ. California, Frisco, sono stati individuati
due farmaci, triciclici attualmente impiegati contro malaria e giardiasi [quinacrina] e
schizofrenia [cloropromazina], che hanno dato ottimi risultati [terapia, prevenzione]
in colture cellulari: inibiscono la conversione del prione 'normale’ [PrPC] in prione
infettivo [PrPSC] [Proceedings of National Academy of Sciences, Aug. 14, 2001, 98,
9836-9841]. Altri composti dello stesso tipo sono allo studio. Test sull'uomo
inizieranno subito, probabilmente [chinacrina e clorpromazina sono farmaci impiegati
correntemente].
cordialità,
antonio
21.08.2001
A SQ
Finalmente!
La settimana scorsa ho cercato di raggiungerti per telefono. Inutilmente.
Mi è mancata molto la tua presenza / amicizia.
Sono secoli che aspetto questo ritorno. Posso dirlo?
Ho cercato di immaginare ciò che ti stava accadendo. Immaginavo che stesse
accadendo qualcosa. Esserne escluso, ha assunto tutte le caratteristiche della
condanna. Condannato ad essere altrove.
La lontananza ad un certo momento è diventata insopportabile.
La tua semi-risposta, non ha contribuito a chiarire la situazione. Mi disorientava.
Come mi ha disorientato il messaggio di molte settimane orsono, in cui mi dicevi di
cambiare l'address.
Non ho voluto investire né A, né B, in possibili indagini.
Avevo la netta sensazione che tu non volessi tollerare intrusioni.
Sai essere molto riservata; lo so.
Tanto riservata da abbandonarmi per strada.
Come stai?
Hai preso sole?
Ho fatto due settimane al Lido di Spina, inframezzate da una settimana in citta. Ma è
già passato un certo tempo. Ho letto diverse cose. Ho scritto diverse cose.
Ma lasciami abituare. C’è ancora un pò di incertezza, qui attorno.
Dimmi come và.
21.08.2001
A SB
Sono arrivati due messaggi. In uno parli di una certa punta al forno, che speravi riuscisse a dovere, prima; eppoi confermi che è andato tutto a gonfie vele.
Ma anche degli stafilococchi che porti in Polonia, sul prosciutto fresco; e del risk
assessment che porti in Sicilia. Stai viaggiando da nord a sud, con estrema facilità.
Ma anche con serenità, mi pare di capire.
Bene. Mi fa piacere.
Mentre ti scrivo, mi pare di vederti.
Non perdermi di vista. A volte ho l’impressione che tu abbia occhiali neri;
d’ordinanza, d’accordo; ma non basta.
21.08.2001
To SQ
Adesso spero che non mi farai restare all'asciutto.
Visto che ho 'indovinato un momento particolare', per essere vicino alla mia amica,
molto cara, ancorché dispersa / distratta altrove, dimmi cosa è successo; soprattutto,
anzi, esclusivamente se posso esserti davvero di qualche aiuto.
Mi è parso di capire, di tra le parole, che anche tu non hai gradito questa secolare
lontananza, questo silenzioso silenzio.
Posso immaginare che si stia andando sotto-braccio?
OK.
21.08.2001
To SQ
Mi va bene così , quest'amica che sei.
Ti verrò a trovare. Pre-avvertita.
Sì, in effetti qualche diavoleria l'ho messa sù. Ma non è accaduto nulla. Tutto dorme.
Ma qualcuno ci sarà, che veglia, da qualche parte. O no ?
Ho compiuto un presunto recupero di un vecchio amico epistolare [non usa ancora il
computer, anche se suoi volumetti e testi vari si possono trovare in internet]; la
presunzione – l’incertezza sulla stabilità del recupero - sta nella lontananza che
separa alcuni nostri punti di vista. È un dotto / dottissimo cultore dei teatri, storici e
no. Oltre che un letterato. Se vuoi te ne farò assaggiare una paginetta . Scrive
benissimo, a mio avviso. Ho approfittato della necessità di recuperare il lungo tempo
in cui non abbiamo comunicato [quando avevo una ventina d'anni, ci scrivevamo
molto spesso - abita a Fano, nelle Marche], per farcire un grosso file di tutte [?] le
cose che mi sono accadute / frullate per la testa in 40 anni circa, lasciando una
traccia. Il file non è chiuso. E certe cose non le ho scritte. Anche se mi dispiace.
Prediligo il libri aperti, squadernati, senza misteri. Ma non tutto si può mettere sulla
carta / si fa per dire. “I bit – e non solo loro – hanno orecchi”; mi ha avvertito
un’amica di comune conoscenza.
A presto.
Ti ringrazio per l’amicizia che mi riservi.
21.08.2001
A AA
Ti ringrazio anche per il 'concorso di persone’. Sei impagabile. Però,
improvvisamente, leggendo l'ultima tua e-mail, mi ha preso un senso di colpa. Il
piacere di leggere, sottolineare / evidenziare, come è mia da-molti-esecrata abitudine,
è stato presto sopravanzato dal sospetto più che legittimo che stavo approfittando
troppo della tua cortesia. Infatti ti avevo appena spedito un'altro messaggio fiume /
mezzo torrente.
Ci tengo molto a leggerti, infatti mi pare di cominciare a capire.
Ma non vorrei carpirti troppo tempo, che potresti impiegare certamente in modo più
proficuo.
Dammi solo qualche dritta. Proviamoci.
Sai, io son qui, senza alcun impegno pressante. Ho il gioco facile, a scrivere e
scrivere!
E sono un pò ingombrante, con i miei problemi. E invadente. Ne sono ben
consapevole. Anche se non sembra. A volte dimentico che non è consentito essere
pressanti e invadenti.
Scusami. Ti leggo comunque sempre molto volentieri.
Mi dispiace per l'atmosfera al castello d'If.
Posso esserti d'aiuto?
21.08.2001
A SQ
Puoi dire / scrivere ciò che vuoi. Senza temere alcuna reazione folle. Prometto. Non
più reazioni imprevedibili. Solo lo scorrere fluido dei pensieri, e della memoria; delle
parole, dei gesti dimenticati non so dove. Sugli alberi, forse. A qualche kilometro da
quì. Nel mezzo della campagna; al sole, e al silenzio quasi totale.
Tengo più all'amicizia, che a tutto il resto.
Non si può essere folli più di una volta all'anno! [?]
22.08.2001
To SQ
Infant botulinum. I giapponesi hanno isolato molti ceppi. Comunque, si verificano un
centinaio di casi all'anno, in US. Non dovrebbe essere difficile farsene mandare
qualcuno. Ma è forse ancora più interessante il fatto che clostridi non-botulinum
producano tossina botulinica di tipo E o F, quali il Cl. butyricum [entra ancora in
ballo l'Aureli con il ceppo BL 6340: J. Infect. Dis.(1986), 154, 207-211; e
McCroskey et al., 1986, J. Clin. Microbiol., 23, 201-202]; e il Cl. baratii [type F
toxin] Hall et al., 1985, J. Clin. Microbiol., 21, 654-655.
E chi conosce la termoresistenza sporale del Cl. baratii e del Cl. butyricum
neurotossinogeni?
Sono al corrente del caso di IB / UK di questi giorni.
Tutte le tecnologie di produzione di infant foods i cui destinatari hanno meno di 12
mesi, dovrebbero tener conto che il suddetto Cl. botulinum DEVE essere assente. C'è
quindi spazio per 'inventare’ tecnologie, modificazioni di tecnologie, per essiccati
[biscotti, paste, tisane, ecc], pastorizzati tipo infant-yogurt, infant/processed cheese;
ma anche tecnologie dedicate a prodotti quantitativamente più importanti, quale i latti
formulati in polvere [spesso non-sterilizzati prima della sprayzzazione]. Ecc.Ecc.
Sono interessato in particolare, in questo momento, a conoscere la termoresistenza
delle spore del Cl. baratii.
A presto,
Parma, 23.08.2001
A F. (lettera convenzionale)
Ho cominciato a leggere il tuo 'Teatri storici della provincia di Pesaro e Urbino’. È
una lettura assolutamente piacevolissima. Scrivi magnificamente. Si starebbe lì a
leggerti senza fine. Mi pare che sottenda il testo come una musica settecentesca, che
pervade senza sosta ogni scorrere dello sguardo, ogni accadimento, ogni rincorrersi
degli eventi, di questo nastro di storia. In realtà non sono per nulla un esperto
musicale; ma è musicalità, comunque, che mi suggeriscono i tuoi versi; sì, scusami,
ma c'è anche qualcosa di poetico, in quest'atmosfera di profumi che mantieni sospesa
senza soluzione dentro, sopra, attorno ai tuoi teatri. Non so quanto possa influire su
queste mie impressioni l'essere io completamente estraneo alla materia. Ma il piacere
della lettura è indubbio e autentico. Un piacere che ho rinnovato con la tua 'Fano,
guida turistica’ , che ti ringrazio molto per avermi inviato. L'ho gradita moltissimo.
La trovo eccellente. Di una eccellenza talmente festosa ed evidente, che salta addosso
al visitatore / lettore, piacevolissimamente, con la gioia trascinante delle cose ben
fatte. Un'impressione formidabile. Dal testo alla grafica. Insomma, la trovo fatta
benissimo. Ma i tuoi concittadini spero bene che ti vogliano un sacco di bene, con
tutte queste splendide cose che fai e scrivi, a magnificazione della città! Trovo le
informazioni sull'ambiente storico e arti-stico locale, affascinanti. Da qualche tempo
a questa parte sento molta attrazione per lo svilupparsi degli eventi storici; e giuro
che le prime venti pagine della Guida, le ho bevute, letteralmente. Ed ho sentito la
storia della città ben dentro, ben inserita nella storia nazionale; ed anche europea.
Cosa che mi ha stranamente sorpreso. Anche in questa occasione, mi pare si possa
dire con sicurezza, che la scrittura è esemplare; e soprattutto, comunque
piacevolissima. Chi non leggerebbe volentieri un testo così ? Lo stesso vale per la
storia dei Teatri della regione, senza alcun dubbio. È una dote che ti invidio molto. È
molto probabile che possa essere in relazione / dipendenza diretta con il tuo spiccato
senso della musicalità.
OK. Ma non ho ancora letto tutto. Queste sono le prime impressioni. Lasciami ancora
qualche giorno.
Non ti ho detto che da alcuni anni 'girà sui miei computers - come screen saver - un
programma che tende a rilevare eventuali 'segnalì di esseri viventi, provenienti dallo
spazio. Il programma entra in funzione ogni volta che sospendo l'attività al computer.
Il Progetto è gestito dal SETI [Search for Extraterrestrial Intelligence] all'Univ. di
California. Al radiotelescopio di Arecibo vengono raccolti enormi pacchetti di
segnali, che opportunamente suddivisi in frazioni meno ingombranti, l'Università di
Berkeley, CA, trasmette via internet a chi è disposto ad utilizzare il programma,
fornito dalla stessa Università, che analizza tali segnali. Periodicamente, il complesso
delle analisi viene scaricato alla SETI, per ulteriori elaborazioni. Pare che ci siano
3.218.627 di PC che collaborano, di cui 56mila circa in Italia.
[Chissà che col tempo io non impari ad essere meno invadente!]
Ciao, a presto.
27.08.2001
A Carlo Pel.
Mi fa piacere. Ho rivisitato - un pò di corsa, in verità - il Suo sito; ma non ho trovato
'osservazioni’ al mio testo o comunque sul tema. Come si manifesta l'interesse dei
Suoi studenti di Atlanta?
Se posso essere di qualche utilità, sono comunque sempre disponibile.
Cordialità.
27.08.2001
A SQ
C'è una gran siccità, da queste parti.
C'è un pò d'acqua da quelle parti?
Hai visto i miei ultimi messaggi sul botulismo infantile?
27.08.2001
A Carlo Pel.
Mi sono accorto solo ora - e ammetto che me ne vergogno profondamente - che il
Libro nero del Comunismo è stato pubblicato negli States già alla fine del 1999. Nel
caso possa interessare ai Suoi studenti:
S. Courtois, M. Kramer*, J. Murphy*, N. Werth, J-L Panne, A. Paczkowski, K
Bartosek & J-L. Margolin, “The Black Book of Communism: Crimes, Terror,
Repression” , Harvard Univ. Press, 1999. Circa US$ 27.65 alla Amazon.com
* Traduttori.
Tornando al tema dell' "against nature", mi dica, sono proprio tutti contrari, i Suoi
studenti? Ci sono aspetti particolari che contestano di più, di meno?
Cordialità.
Parma, 28.08.2001
A F. (lettera convenzionale)
Ho finito di leggere la tua Guida di Fano.
Anzitutto ti rinnovo i complimenti più sinceri, per la guida nel suo complesso: mi
pare assolutamente, indubitabilmente perfetta, sarei tentato di dire. Sotto tutti gli
aspetti dei quali mi sento in qualche misura in grado di esprimere una valutazione. Mi
sono goduto soprattutto la prima parte, quella storica. Anche il 'grosso’ della
faccenda, l'illustrazione dei monumenti e delle opere d'arte varie, mi ha interessato
moltissimo. [Certo che si tratta di una città con una grande ricchezza di opere d'arte!]
Debbo dire soprattutto due cose.
UNO. Sono stato colpito, impressionato favorevolissimamente [quanti superlativi,
oggi!] dal carattere preminentemente 'scientifico’ di appunto quel 'grosso’ di cui
sopra. L'infinita, ininterrotta, dettagliata informazione che accompagna ogni discorso.
Se è vero, forse, che sono un pò pignolo; beh, credo che anche in questo tu mi abbia
superato, signorilmente. Approvo su tutta la linea. È così che si illustrano gli oggetti
dell'interesse. Un' esposizione scientifica. Ogni frammento, ogni intaglio, ogni
riflesso, voce, segno, deve essere richiamato; posto lì a disposizione dell'osservatore.
Da tempo non frequentavo letture d'arte così emozionalmente e intellettualmente
remunerative. Ho trovato anche organizzata benissimo la disposizione delle
illustrazioni, la immediata raggiungibilità dei richiami; l'essenzialità- completezza
della cartina finale [tutta questa questione dei richiami e delle illustrazioni avrebbe
potuto essere un di-scorso da svolgere in un TERZO punto, che non avevo previsto].
DUE. La terminologia tecnica, specifica dei componenti architettonici, mi ha messo
fuori gioco con una bella frequenza. Sono ignorantissimo in materia; e ne ho pagate
le spese. Ma insisto nel dire che mi sono goduto ugualmente e veramente tantissimo,
tutto il 'grosso’ del discorso, malgrado i glissamenti inevitabili, gli scartabellari a
caccia di significati, i salti avanti e indietro, alla ricerca disperata e divertita insieme
dell'identificazione dell'oggetto indicato da un termine a primo impatto misterioso,
oscuro. Sì, perché ho anche imparate il significato di qualche bel termine. Ma
comunque anche questa caratteristica del tuo discorso, la approvo totalmente.
Conosco l'inevitabilità dei termini tecnici, così robusti e gloriosi, nella completa e
più perfetta definizione / circoscrizione del loro contenuto. Ho sempre avuto una
particolare predilezione per i termini tecnici; tanto che in più occasioni non ho evitato
di esagerare, dicendomi - rispondendo ad obiezioni sull'intelligibilità del discorso che il valore / la ricchezza di contenuti del testo erano accresciuti in proporzione
all'aumentare della non-intelligibilità. Però, anche in questo caso, mi hai
sopravanzato. Certamente. I termini assolutamente privi di un riferimento 'certò , di
una struttura identificabile con assoluta certezza da un mortale qualsiasi, sono
veramente una moltitudine. Ricordo che mi è venuta alla mente un'espressione del
Leopardi delle Ricordanze:
'...cui nomi strani e spesso
argomento di riso e di trastullo,
son dottrina e saper; ..'
Ma non importa. Non è proprio possibile discorrere di decorazioni e strutture
architettoniche, senza far uso dei termini unici che identificano i singoli elementi.
Quindi, spetta a noi incolti provvedere all'arricchimento del nostro piccolo bagaglio
semantico. Eppoi, confesso che non mi sono comunque mai trovato a disagio più di
tanto, perché vivevo molto direttamente il piacere di discorrere delle cose di cui tu
svolgevi i nastri, i percorsi, le storie e i colori. Giuro. Mi ha fatto veramente piacere
leggere la tua Guida.
Dovresti consentirmi tuttavia di esprimere qualche opinione, magari da stracciare
subito dopo, riguardo ad alcune opere pittoriche proposte nella tua Guida.
Ad esempio, trovo bellissimo anch'io il San Pietro che guarisce lo storpio, di Simone
Cantarini.
Piuttosto bruttarello, per non dir di peggio, il Guercino dell'angelo Gabriele. Qualche
perplessità suscita anche il Giovanni Santi della Madonna di sant' Elena, il Guido
Reni dell'Annunciazione.
Anche il Perugino della Madonna e Santi, insomma, non mi convince. C'è quell'aria
che io dico raffaellesca, e che m'incanta; ma c'è anche la ieraticità dei sei personaggi,
3 a destra e tre a sinistra, separati uno dall'altro e dalla Madonna, come fossero stati
inventati e disegnati da persone diverse, in tempi diversi, senza unità di
composizione, distrattamente. E anche nelle quattro colonne a destra e altrettante a
sinistra, c'è qualcosa di ugualmente scolastico, che da fastidio. Poi le colonne 'quasi’
leggere, che sovrastano [necessariamente, si capisce] quei sei personaggi di un certo
peso, sotto, se non altro per quegli addobbi a colori vivaci ed anche per
l'impostazione un pò culturistica del tale a sinistra, con veste rossa fuoco; del frate /
santo [?] vestito con lo stesso colore delle colonne; di quella santa a destra con
atteggiamento da servetta scema; quel santo, dietro di lei, che guarda altrove, distratto
da qualche cammello che fà le bizze nel cortile; e ancora il vuoto, bello, bellissimo,
dietro le spalle di tutti; ma che è un vuoto sereno di fondo in contrasto col 'pienetto’ a
colori vivaci del piccolo affollamento dei personaggi in primo piano; insomma un
quadro disegnato, organizzato stupidamente, anche se dipinto divinamente [mi
riferisco ai volti almeno di tutti i santi, e non solo].
Martirizzami pure, adesso. Visto che ho avuto la sfacciataggine di espormi.
Ancora.
Leggendo la tua 'Guida’, mi ricorreva dentro una domanda.
Mi dispiace, ma con questa mia voglia di capire sempre - o tentare di capire - va a
finire che scoccio i miei interlocutori con un nugolo di domande. Ma è così . Mi
riesce male, essere diverso. Ecco la questione. Questi escursus sui monumenti
artistici - ma soprattutto sulle pitture che decorano [o forse sarebbe più adeguato
impiegare un termine più generale, meno impegnativo, che non comporti un giudizio
di merito, come ad esempio 'ricoprono’ ?], le più varie superfici a disposizione nelle
stanze patrizie e nelle infinite chiese che popolano le nostre città, non evitano - se la
bravura dell'illustratore è di grande livello, come è il caso tuo - di porre all'attenzione
del lettore vere coorti di nomi e spesso nomi e cognomi di autori non proprio
notissimi. Talvolta, non infrequentemente è vero - chiunque lo ha constatato prima o
poi - i dipinti o gli affreschi di questi autori dai nomi che non dicono proprio nulla,
sono di grande piacevolezza. Tanto che ci si rende conto - o quantomeno si fonda il
sospetto - che si sia davanti ad autori ingiustamente trascurati dalla notorietà che
prodiga quella storia dell'arte che è ad usum dei frequentatori minori, quali siamo noi
comuni mortali; o comunque non-specialisti della materia artistica. Ma la questione è
che a giudicare dalla profusione di nomi e cognomi, si ha l'impressione che ogni
angolo, ogni frammento di muro, di tavola invecchiata, di altare benedetto, sia latore
di un'opera di qualche valore. Visto che se ne cita l'autore. E ciò anche se molto
spesso, 'a prima vista’ si abbia l'impressione di un'assoluta nullità artistica. Tanto
più che a volte anche opere di 'grandi artisti’ non somministrano molto
esplicitamente i furori estetici che al solo suono del nome l'incauto uditore si aspetta
che si debbano presentare al suo avido sguardo. Insomma, queste enumerazioni
dettagliate fanno supporre giudizi di merito sottaciuti, ma comunque consistenti.
Mentre, forse si tratta invece solamente di quel lavoro di cesello che peraltro si
richiede a quell' interlocutore di provata perizia col quale si vorrebbe sempre aver a
che fare. Di documentazione, si tratta; la più dettagliata; quella che nulla tralascia.
Solamente? Ecco è questa la domanda.
Se dovessimo oggi correre per le strade e i palazzi ad enumerare nomi e cognomi
dell'infinita coorte dei se-dicenti, se-proponenti artisti, ci troveremmo nelle stesse
condizioni? Documenteremmo veramente tutti gli angoli pittati [termine che non mi
piace affatto; chissà com'è saltato fuori], istoriati, sfregiati, martoriati da mani
inconsapevolmente - talvolta - più adatte alla raccolta dei pomodori?
È un'operazione di questo tipo, quella dell'esperto d'arte? Documenterebbe
comunque?
Vado.
29.08.2001
A Carlo Pel.
Gentilissimo Prof. CP,
Anzitutto molte grazie per quel 'raglio’ messo ben in vista, in prima fila, nel suo
ultimo articolo su IL GIORNALE.
Credo sia proprio indispensabile che anche i somari intendano bene quando si sta
parlando di loro.
Per quanto riguarda l' <opzione forte>, pare proprio che non ci siano alternative. Si
debbono determinare / negoziare open court degli standard e i tempi di realizzazione,
pena la sospensione totale degli aiuti, come Lei sostiene.
Mi chiedo peraltro 'come’ portarli a questo tavolo.
Con una Conferenza / in sede ONU ?
Sospetto che un'emergenza planetaria convincerebbe - forse subito - tutti.
Ma dev'esserci un altro modo per preparare la 'tavolata’ , senza auspicare che si
avvicini un asteroide!
E se uno Stato 'trainante', gli USA ad es., cominciassero ad attuare questa politica di
determinazione / negoziazione, prendendo per i capelli quei singoli 100-150 Stati,
uno per uno? Si potrebbe preparare uno 'statuto’ tipo al quale fare riferimento, in
modo da accelerare la definizione delle condizioni necessarie...ecc.
Ma Lei ha certamente migliori proposte.
Mi auguro che Lei voglia continuare a battere il chiodo.
Mi perdoni l'intrusione.
Cordialità,
29.08.2001
A Carlo Pel.
Mi pare che l'argomento possa interessare i Suoi studenti della Florida. Almeno
quanto ha interessato me.
http://www.economist.com/science/displayStory.cfm?Story_ID=718860
Cordialità,
30.08.2001
A AA
Ho letto ieri i titoli - solo i titoli o poco più - de Il Giornale sulla prossima,
prossimissima liberazione dei due cretini che hanno assassinato madre e fratellino a
N. Pare che siano 90 le pugnalate che hanno somministrato, quelle due bestie.
Vado in bestia anch'io.
Mi pare che ci siano sull'osso una decina tra psichiatri e psicologi dell'una e dell'altra
parte.
Non riesco a rendermi conto di come i magistrati possano navigare in tale mare di
quella che a me - non iniziato - pare riprovevole idiozia mentale.
Fai un altro tentativo per spiegarmelo, ti prego.
Ma non 'secondo il codice'; bensì con parole umane, 'vere'.
Ciao.
03.09.2001
A FC
Dal sito http://www.freemedicaljournals.com/htm/spec.com pare si possano leggere i
testi completi delle seguenti riviste di psichiatria:
Arquivos de Neuro-Psiquiatria
Bollettino OMS di Salute Mentale &
Neuroscienze
German Jour-nal of Psychiatry
Indian Journal of Psychiatry
Journal of Psychiatry and Neuroscience
PriMHE
Psiquiatría Pública
Psiquia-tria.com
Psyche
Psychiatric Bulletin - free after one year
Psychiatric News
Psychiatric News
Psychiatric Times
Psychiatry On-Line
Revista Bra-sileira de Psiquiatria
Revista de Neuropsiquiatria
Revista de Psiquiatria Clinica
Ciao.
03.09.2001
A AA
Sono interessato a questi documenti:
DPR n. 54 del 14 Gennaio 1997 (pubblicato su G.U. n. 59 del 12/3/97 )
Legge n.169 del 3 Maggio 1989 (pubblicata su G.U. n.108 del 11/5/89)
D.M. n.185 del 9 Maggio 1991
Regio Decreto 9 Maggio 1929 n.994
Potresti inviarmeli - se non ti disturba troppo - via e-mail?
Ti ringrazio.
07.09.2001
To RLL
Ti unisco un articolo del gruppo Prusiner su farmaci anti-prioni, e l’abstract di un
articolo di Prusiner sugli anticorpi anti-prioni; questo secondo è pubblicato su
NATURE e ci vogliono 10US$ per averlo; quindi mi accontento dell'abstract.
L'articolo di Aguzzi su SCIENCE non è evidentemente ancora uscito.
Forse sarà per i primi giorni della prossima settimana. Appena lo vedo, te lo mando.
Posso accedere regolarmente a Science on line.
Cordialità.
28.08.2001
A F.
Ti ho spedito poche ore fà una lettera, e già ora, dopo aver letta la tua, mi accorgo che
c'è una curiosa domanda che avrei voluto farti già da qualche settimana: dove
sarebbero 'costoro’, gli ET? Dove è possibile - se è possibile - discorrere,
argomentare con loro; sapere, da loro; dissolvere la lunga, troppo lunga ignoranza?
Come riconoscerli, se pur sono tra noi, come stringere loro la mano, in un segno
pulito di saluto e benvenuto; come discorrere, fare una passeggiata lungo una strada
indefinita, un percorso così ignoto da sembrare definitivamente estraneo, finalmente, ai percorsi noti. Come scorrere sui loro pensieri dai loro sguardi - se hanno
sguardo -? Come fuggire da qui, con il loro consenso - se c'è consenso - come
allontanarsi da questo posto quanto basta per poter ricominciare altrove, dove non ci
sono bestie, né torrenti in piena, né incendi di boschi, né pestilenze di parole insulse,
senza significato e contenuto ?! Dove, come? Dimmelo, che io possa andarmene
'altrove'. Voglio distendermi su altri prati a guardare immobile il cielo infinito che
scorre via a velocità folle dentro la luce.
Non mi lascio trascinare oltre.
Davanti a me, dietro lo schermo sottile del computer, ho tapezzato la parete di fogli
sotto vetro [potrei dire di storie mentali?] e tra questi ho riportato, alcuni parametri
del più prossimo universo:
la terra ruota su se stessa a ~ 1.600 km/h, attorno al sole a ~ 100.000 km/h; il sole
ruota attorno al centro della Galassia a ~ 800.000 km/h; la Galassia ruota attorno al
centro del Gruppo Locale a ~ 300.000 km/h; il Gruppo Locale ruota attorno al
Superammasso Locale a ~ 1.000.000 di km/h; il Superammasso Locale si dirige
verso la Costellazione dell'Idra a ~ 1.000.000 di km/h. La nostra Galassia e quella di
Andromeda vanno annullando la distanza di ~ 2.5 milioni di anni luce che le separa,
ad una velocità di 500.000 km/h!
Sai che fuochi d'artificio, quando saranno così vicine da potersi dare il buon giorno?
Insomma io vorrei saperne di più. Chi c'è tra noi? Dove posso incontrare qualcuno
che venga da lontano?
[3-11.09.2001]
Mi hai appena accennato ai 'crop circles' ed ecco che nel numero di SCIENCE che mi
è appena arrivato [# 293 del 24 agosto c.m.] si accenna. ai crop circles, con
quell'immagine ammirevole - te la unisco qui di seguito, nel caso ti fosse sfuggita 'scoperta il 13 agosto’ scorso nel Wiltshire [sud inghilterra] 'il cuore del Paese dei
crop circles'. Secondo la descrizione che ne fa J. Lundberg sul Circlemakers
Bulletin, comprende 409 cerchi disposti a spirale, per un diametro di 450 metri.
Nessun commento di Science sull’origine della ‘cosà . Leggo in un sito di sedicenti
‘facitori di cerchi’, che diverse persone sostengono di / avrebbero dimostrato di
essere in grado di ‘fare cerchi’ appunto. Hai una precisa opinione in merito?
Leggevo proprio ieri in Seti@Home che i 3 milioni di computer che concorrono ‘da
casa’ alla ricerca di segnali rivelatori di possibili intelligenze extraterrestri, hanno
fatto un lavoro equivalente a 700mila anni di calcolo. Diciassette segnali – in tre anni
- è sembrato che possedessero le caratteristiche attese; si è accertato trattarsi di radio
interferenze.
Per quanto riguarda gli Artt. 5 & 85 del CP, non volevo disturbarti a tal punto da
indurti a consultare il tuo amico professore di diritto. Ben venga comunque anche
questo tipo di parere; se verrà. Mi chiedevo solo se dal puro punto di vista
linguistico, il senso delle correlazioni / deduzioni, stava in piedi comodamente; o no.
L’argomentazione che ti ho sottoposto, tende solamente a mettere in evidenza un’
“apparente” incompatibilità tra articolo 5 & art. 85, sotto il profilo esclusivamente
lessicale: l’art.5 non ammette l’ignoranza, mentre l’art. 85 la ammette. Solo questo.
Per quanto riguarda poi l’art.85, non mi riesce proprio di condividerlo. Il mio
orientamento è semplice: il delitto è sempre un gesto folle, insano. Inammissibile. Un
buon psichiatra – se è un buon psichiatra - può sempre dimostrare che l’assassino ha
compiuto il delitto in un momento di follia; o per follia costituzionale. Non posso
credere / accettare che si possa compiere un delitto in piena coscienza, razionalmente.
Ma l'art. 85 induce a ritenere che si possa commettere omicidio ANCHE se si è sani
di mente. Anzi, solo se si è sani di mente. Solo se ci si comporta razionalmente.
Altrimenti, è come se nemmeno si fosse commesso il delitto. Tanto è vero che chi 'è
incapace di intendere e di volere', NON È IMPUTABILE.
Quindi, è imputabile solamente chi è capace di intendere e di volere, ossia chi è sano
di mente. Chi si comporta razionalmente. Ma chi si comporta razionalmente, per
definizione, non viola la legge. Solo il comportamento non-razionale, irrazionale,
folle, porta alla violazione della legge, a mio avviso.
Sembra quasi che in questo modo si legittimi il delitto, l’omicidio, come strumento
razionale di rapporto interpersonale.
Dunque, se giustifichiamo il delitto compiuto in stato temporaneo o costituzionale di
follia / danno mentale, lo giustifichiamo sempre. Che, forse, non è proprio quello che
si propone la legge positiva. Né se lo proponeva la comunità che si è data una legge
positiva, immagino.
E ancora, mi pare si possa affermare, che il compito della legge è di proteggere i
componenti della comunità da comportamenti che violino l’integrità fisica e morale
dei singoli e della comunità nel suo insieme. Quindi, proteggere gli eventuali offesi;
non i violatori della legge.
Mentre, sempre in relazione all’art.85 e connessi, e scorrendo in diverse parti il
Codice Penale – per pura curiosità / informazione, non per necessità – ho riportato
l’impressione forte, costante, che il codice si preoccupi molto, anzi moltissimo di
individuare scusanti / attenuanti per chi delinque, per chi viola la legge; e al contrario
tenga in poco conto, forse nessun conto del tutto, il danno subito dalla parte offesa.
Preferisco stare dalla parte dell’offeso. Il resto è psicologia da strapazzo.
Se una dozzina di esperti – tra psichiatri e psicologi - dimostra [?] che i due ragazzini
di Novi ligure [?], ad es., hanno sì ammazzato madre e fratello con più di novanta
coltellate, ma sono un poco deficienti, e quindi vanno sostanzialmente ‘curatì; ma
non incarcerati o ghigliottinati; non sono d’accordo. No.
Non riesco a scusare il delitto. L’omicidio soprattutto. Non mi è possibile. Potrei
convenire su una certa tolleranza per danneggiamenti non definitivi, lesioni varie. Ma
l’omicidio, no. Non ci sono attenuanti accettabili. L’omicidio è un danno troppo
definitivo.
Pletora di Nomi di artisti [?].
Ok. Si tratta di documentazione. D’accordo. È il compito dello storico, citare,
elencare, ecc. Anche noi dobbiamo citare sempre tutto quanto è stato già fatto
sull’argomento, prima di avanzare il discorso sulle nostre attività sperimentali. Non
c’è gran differenza, forse. Sempre di attività scientifica si tratta. Ma forse è anche
vero che ho una qualche forma di culto ‘famigliare’ per l’arte, che mi induce a fare
riverenze, inevitabilmente, pregiudizialmente, al solo suono dei nomi di pittori,
scultori, ecc. Dev’essere così .
Quando mi rendo conto – e accade con elevata frequenza – di quanti aspetti
dell’esistenza, del mondo, ho capito poco-quasi-niente, mi prende uno sconforto che
è quasi un dolore fisico, intollerabile. Se poi si fa strada il pensiero che forse non mi
rimane più il tempo necessario per capire, sento scorrere una forma sottile di
disperazione.
Ho cominciato a leggere gli estratti che mi hai inviato.
Anzitutto, comprendo la passione dello storico.
Sento il fascino del passato.
Anche se non vorrei; anche se cerco di allontanarmene. Nessuno deve saperlo. Perché
odio il passato, per quello che ha significato di pene e sofferenze per le genti – non
certo per il jet set del tempo. Infatti, dico subito che mi ha interessato piacevolmente
‘Il carnevale del 1718…’.
Continuerò a leggere.
Devi scusarmi se è un pò di giorni che non mi faccio vivo; ma sono stato coinvolto in
un affare di difficile scelta: la lettura di ‘Sovranità & Ricchezza’ di C. Pelanda e P.
Savona, Sperling & Kupfer, 2001. L’argomento, è la necessità / opportunità di
definire una organizzazione politica ed economica globale. Argomento per me ostico,
osticissimo, quasi completamente estraneo. Ma mi sono lasciato coinvolgere, come
fece il famoso corvo [?] che adulato per la bellezza del suo ‘canto’, lasciò cadere il
formaggio dal becco. È accaduto che a conclusione del suo articolo su ‘Il Giornale’,
il Pelanda chiedesse al lettore: ‘cosa ne pensate’? Per la seconda volta, cado nella
trappola, e invio una e-mail, con alcune considerazioni e una proposta. La mia
stupidità raggiunge livelli paurosi, a volte. Il Pelanda ringrazia, e mi invita a leggere
il suo libro citato sopra; e farne una recensione.
Il Pelanda l’ho conosciuto [conoscenza e-mailaria] in circostanze del tutto analoghe.
A conclusione di un suo precedente articolo sullo stesso quotidiano, rivolgeva la
stessa domanda al lettore, apponendo il suo indirizzo e-mail. L’argomento era
l’ecologia. Come sai, l’ecologia è la mia bestia nera, nerissima. Rispondo con un
certo vigore. Vengo a sapere dalla sua risposta, che insegna Politica ed Economia
Internazionale all’Università della Florida. Ha un sito internet, molto ricco di
contenuti riguardanti il suo curriculum [è stato Consulente di Cossiga, del Segretario
dell’ONU, ecc. ecc.]. Intrattiene fitti scambi e-mailari con i suoi studenti . Mi chiede
se posso preparare un documento appunto sugli aspetti dell’ecologia, da inserire nel
suo sito internet. Scrivo una decina di pagine sul mio tema preferito: la criminalità
della natura. Si dichiara entusiasta. Lo inserisce nel sito.
Pare – mi dice – che i suoi studenti ne discutano; ma ‘non scrivono’ niente, in merito.
Peccato. Lo scopo è fallito almeno a metà, in questo modo.
Tornando a ‘Sovranità & Ricchezza’, mi ci è voluto una certo impegno, per venirne a
capo. Ma non ne farò la recensione. Non sono assolutamente in grado. Ho imparato
molte, molte cose. Ho assorbito e approvato l’entusiasmo col quale è scritto. Ma la
recensione, no.
Cordialità,
11.09.2001
A Carlo Pel.
Ho letto 'di corsa’, non me ne voglia, il Suo volume. La 'corsa’ è stata indotta
dall'interesse che ha suscitato la lettura.
Non sono in grado di fare una recensione. Non ho la competenza richiesta in materia.
Le comunico solamente 'il senso’ di Sovranità & Ricchezza, che mi è rimasto
addosso.
Ecco, l'entusiasmo che scorre dentro tutte, proprio tutte le pagine, è esaltante; è la più
forte forza convincente dell'opera; è creatrice; è di respiro spaziale; chiunque la può
percepire.
"La tesi di questo volume è che abbiamo bisogno di costruire un luogo di definizione
delle regole di esercizio della sovranità politica globale affinché il mercato planetario
si possa formare e possa crescere senza crisi eccessive, a beneficio di tutti." [pag.7].
Massimamente qualificante, dalle Conclusioni: "...la nuova epoca richiede il
passaggio dai linguaggi tradizionali del <<conflitto>>, che ancora prevalgono nella
cultura, a quelli dell' <<alleanza>> tra nazione e regime sovranazionale, tra Stato e
mercato, tra individuo e istituzioni, tra morale e tecnologia, tra uomo, ambiente e
sviluppo".
Di particolare interesse il ricorrente esame sui vari aspetti e le influenze della
'..dominanza politica, culturale e tecnica degli Stati Uniti.' Così come la critica
stringente, a volte accorata, dolorosa, delle caratteristiche abdicazionali della
sovranità nazionale negli Stati dell'eurozona a quella struttura 'sgangherata’ che è
l'Unione Europea.
Per ogni situazione critica, si prospettano soluzioni costantemente orientate
all'organizzazione e all'investimento, non all'assistenzialismo. Approvo, ovviamente.
Difficile non convenire sulla necessità della caratterizzante convergenza locale verso
uno "standard globale visibile", collegato al concetto del round trip sovereignity.
Evidenziando che '..i paesi emergenti in particolare rifiutano qualsiasi ipoteca
limitativa al loro sviluppo..', si echeggiano le stesse impostazioni dello "Human
Development Report 2001' dello United Nations Development Program [UNDP],
affiancando e moltiplicando le stesse impostazioni [New Technologies Work for
Human Development], asserendo giustamente che '..ci vuole più tecnologia e
sviluppo, non certo di meno, per ottenere processi ..che evitino contaminazioni e
impatti distruttivi....' e che '.. è lo sviluppo sempre più accelerato e diffuso che
permetterà di risolvere i rischi di degrado settoriale e globale dell'ambiente, non la
limitazione dello sviluppo.'
Mi pare particolarmente vivace l'affermazione che si devono "..invischiare le nazioni
emergenti in una ragnatela di obblighi e di diritti internazionali che non le lasci libere
di assumere opzioni nazionalistiche solitarie e anomale.'
Interessantissima, la proposta di una forma di protettorato internazionale temporaneo
da esercitare nei confronti di certi Paesi di livello poco più che post-coloniale.
Per quanto attiene gli aspetti ecologici, vorrei rilevare che la questione
dell'innalzamento del livello dei mari comporterebbe, secondo alcuni autori, problemi
meno imponenti di quelli prospettati a pag. 164, e comunque costi minori di quelli
che deriverebbero da un 'applicazione del Protocollo di Kyoto. Ovviamente approvo
assolutamente quanto riportato nella prima parte di pag. 168 sulla prevalente natura
mistica e ideologica delle filosofie ambientaliste. Pare proprio che le 'bionovità '
eccedano '..la capacità culturale media di accettarle'.
NON sono d'accordo con le preoccupazioni espresse nella parte centrale di pag. 179.
La 'chiarezza’, anche e soprattutto quella genetica, deve essere accettata da entrambe
le parti. Credo che la si debba smettere di trarre benefici cercando di 'fare fesso’ il
prossimo; ma che tutti i rapporti debbano essere lampanti, chiari: io ti do questo, e in
cambio tu mi dai quest'altro; non altro. Chi ha problemi genetici, dovrà essere
assoggettato a terapie geniche opportune. Ma poi se si prevederà di 'controllare’ il
patrimonio genetico, 'qualitativo’ degli individui, il problema potrebbe essere
comunque minimizzato, pressoché annullato, immagino.
Insomma, un plauso convinto a Sovranità & Ricchezza. Una grande serie di proposte
orientate, farcita di entusiasmo e di 'ricchezza’ culturale. Grazie.
DUE incertezze/interrogativi.
1 - Il problema di '..una lettura unica e non ambigua della realtà, che sia ..la più
corrispondente al vero in termini probabilistici.' [pag. 161] Non è problema da poco;
tutt'altro.
2 - Quale ci si può aspettare che possa essere l'influenza delle 'chiese', del
cattolicesimo e dell'islam soprattutto, sulla attuazione della democrazia e
l'accettazione della bionovità?
Cordialità.
20.09.2001
A Redazione TG4
Sono fuggito da canale5 ai tempi del G8. Era una vergogna.
Pensate: mi sono ricoverato su RAI_1.
Avete Andrea Pamparana e Manuela Riva: ma cosa volete di meglio?!
Mandate ricciolino Mentana a fare una vacanza a Kabul [con parrucchiera al seguito,
con tutto il negozio, a nostre spese, se necessario], preferibilmente a braccetto con
Sposini - entrambi, tra parentesi, sputicchiano pure troppo nella greppia da cui
ciucciano-!
Recuperereste di sicuro uno spettatore [ma forse molti] .
21.09.2001
A PS
“dopo 11 settembre”
" Ci troviamo così oggi in un momento di forte squilibrio mondiale che potrebbe
portare ad una TERZA GUERRA MONDIALE."
Mi pare che il 'così’ sia quantomeno ingiustificato, gratuito.
Né vedo come l'attentato terroristico a NY abbia potuto generare 'uno squilibrio
mondiale'.
Putin stesso è d'accordo per la lotta al terrorismo.
Tutte le Nazioni Civili, sono d'accordo.
Persino diverse nazioni arabe.
L'accordo riguarda la lotta senza quartiere al TERRORISMO.
Mi sembra INDISPENSABILE e URGENTE.
Hai mai pensato al Plutonio ritrovato in possesso di trafficanti vari, e soprattutto arabi
[che sono pieni di soldi]?
Lo sai che le informazioni necessarie per costruire ordigni atomici sono su internet?
Hai mai pensato a quanto è facile produrre batteri letali e virus letali, tossine
microbiche letali, per farne un uso terroristico?
NO.
Il terrorismo va stanato e distrutto.
In tutte le sue forme.
E subito.
Sono molti mesi, anni, che sulle riviste scientifiche si parla del possibile terrorismo
chimico [ricordi il gas nervino rilasciato nella metropolitana in Giappone?],
batteriologico, nucleare; e sul come tentare di difendersi.
Dobbiamo aspettare che quattro deficienti, magari anti-global pur non sapendo
assolutamente cosa significa global e no-global, ci assalgano con questi 'strumenti
letali’?
Il tuo messaggio mi ricorda certo 'terrorismo psicologico’ esercitato da certi
personaggi [Claudio Magris tra questi] alla vigilia dell'intervento NATO al di là
dell'adriatico. Di sinistra, anche lui – stranamente? - O forse non stranamente, visto
che si trattava anche allora di NATO, e quindi di USA.
Ma perché deve scottarvi tanto, che gli USA siano il paese più libero e più
democratico del mondo, come hanno riconosciuto - magari obtorto collo - e ripetuto
tutti, nei giorni scorsi, magari arrotolandosi la lingua?
Perché stai ancora tra coloro che non riescono a liberarsi dalla pegola fetente della
sinistra?
Persino il Partito comunista cinese ha definito, già nel 1998, il "capitalismo liberista
come il miglior mezzo per raggiungere gli obiettivi del socialismo".
Dunque, cosa aspetti a liberarti. Vuoi proprio essere tra gli ultimi?
Credo nessuno sappia esattamente cosa intendono fare gli USA.
Sembra comunque che - a parte qualche non improbabile botta in Iraq e Afganistan, a
titolo dimostrativo - tutti siano convinti, assieme a Bush [così è stato riaffermato,
ripetutamente], che il terrorismo va cacciato, scovato, battuto con mezzi che non
hanno nulla a che vedere con 'la guerra’ in senso convenzionale.
Eppoi, se tutti sono d'accordo, chi sarebbe dall'altra parte?
Un’abbraccio fraterno, non belligerante, ma assolutamente antiterrorista,
anticomunista, antinazi-fascista.
Tutti i criminali mi fanno orrore.
PS: Mi sembra interessante, questa riflessione del noto biologo Dawkins, sul
Guardian:
http://www.guardian.co.uk/Archive/Article/0,4273,4257777,00.html
PS.2: Dal numero di SCIENCE uscito oggi:
http://www.sciencemag.org/cgi/content/full/293/5538/2182a
22.09.2001
A GCS
Qui invece ti unisco un schizzo di shit-doc = Scalf.*.
Ma anche un appunto sul cannibalismo dei cattolici [l'avevo inviato ad Alberoni corriere della sera].
Infine una nota sulla questione degli articoli 5 e 85 del Codice Penale:
Cosa ne pensi?
Ciao a tutti,
[omissis]
22.09.2001
A AA
Soldati scrisse 'Diletta Amelia’, e intendeva - lo confessa nel libro - 'Diletta America’.
Ti unisco una raccolta di frammenti che ho tratto da 'L'America’ di J. Baudrillard,
Idee/Feltrinelli, 1987, esaurito/introvabile, che tengo sempre qui, davanti a me,
appesa al muro, dietro il monitor sottile.
Per quanto ho capito dell'America, dopo esserci vissuto per un totale di soli tre mesi –
frazionati in sette occasioni - Baudrillard ha capito in modo geniale e quasi totale
cosa è l'America.
Spero di tornarci ancora. Spero di morirci, se la scienza non riuscirà ad evitarmi la
fine; e di rimanerci per sempre.
Ciao.
Cordialità a tutta la famiglia.
, in una mattina buia.
Quì la solitudine è di casa.
Come potrebbe essere diversamente?
Sono in esilio. Il mio Paese è altrove.
24.09.2001
A PS
In ogni caso, è impossibile battere per Incompetenza e idiozia lo Scalfari, come puoi
leggere nell'allegato; per quanto ci si metta tutta la buona volontà.
Quindi, seppure con cautela, si può continuare a pensare con la propria testa.
Sempre meglio di La Repubblica – non possono esserci dubbi!
[L’allegato: Da un articolo che il cittadino Eugenio Scalfari pubblicò
sull'<<Espresso>> l'11 ottobre del 1959 con il titolo
"La Russia ha già vinto la grande sfida".
'..Il cavallo sovietico si trova ormai a poche incollature dal cavallo Americano e
l'esito della corsa è diventato quanto mai incerto. Chi vincerà? ...Sotto la pressione
dello sviluppo economico il sistema di produzione sovietico e i rapporti sociali che ne
derivano stanno evolvendo verso forme più liberali e più occidentali... [dunque,
siamo per ora meglio noi!…]
Riuscirà dal canto suo l'Occidente a modificare il proprio sistema, sostituendo la
volontà e l'impulso pubblico alle decisioni settoriali fin qui prese dai gruppi privati
nel campo della politica degli investimenti a lungo termine?...Se questo non dovesse
avvenire, se l'America e i suoi alleati dovessero continuare col ritmo attuale,
mantenendo inalterati le insufficienze e i vizi del proprio sistema economico e
sociale, allora bisogna fin d'ora rendersi conto che il risultato della gara è già
deciso.
Tutti i vecchi luoghi comuni della maggiore efficienza dell'iniziativa privata e
dell'enorme sperpero di ricchezza, che inevitabilmente
s'accompagna al
collettivismo, cadono come castelli di carta di fronte ai risultati raggiunti in
quarant'anni dall'economia sovietica...' [!!!!!!!!]
Commento:
Quanta imbecillità in così poche righe! Solo Sc. è capace di tanto! Ma forse stava
solamente preparando la strada ad una 'La Repubblica’ che sottraesse all'Unità tutti i
suoi lettori - come è poi realmente avvenuto; tanto che il PCI/DS ha pensato bene che
non era più il caso di finanziare l'Unità, quando senza spendere una lira ci pensava
Scalfari-La Repubblica a sostituirne tutte le caratteristiche di imbecillità propagandistica da quotidiano del partito comunista, PCI. E fu così che l'Unità finì al fallimento.
Nessun pianto, beninteso. Ma che ci sia ancora qualcuno che legge Scalfari-La
Repubblica, è proprio molto scoraggiante.
Monday, September 17-24, 2001
A F.
Ti ringrazio per il cortese interessamento al mio problema di C.P.
In una tua precedente, ti chiedevi forse se ero o non ero vegetariano.
In effetti, ultimamente tendo verso questa soluzione provvisoria. Trovo
inqualificabile che si allevino animali per ammazzarli, e mangiarli. Tuttavia, come ho
dichiarato bene in evidenza nel mio sito internet, anche le piante sono esseri viventi; e
addirittura migliori degli animali, in quanto sanno bastare a se stesse: acqua, luce e
poco altro, si costruiscono le loro molecole vitali, senza aggredire nessuno. Di quì la
'provvisorieta’ di cui sopra. Propongo infatti la produzione industriale, per via
enzimatica, di tutte le molecole che ci servono, dalle proteine, alle vitamine, ai
carboidrati, ai grassi, agli aromi, ai sapori; di farne dei mix appropriati in forma di
polpette, bastoncini, o ricostruendo le forme usuali di carote, melanzane, pollastri,
quaglie, ecc, per coloro che proprio non possono liberarsi dalla schiavitù della
relazione forma-appetibilità, e smetterla di coltivare / allevare soggetti vitali da
ammazzare, per farne un pasto fuori o dentro la padella. Siamo già in grado di
produrre tutti i componenti necessari. Basterebbe convincersi che è ora di finirla di
divorare soggetti viventi. Bisognerebbe che molti ne fossero convinti. Ed anche
sarebbe necessario che fossimo un pò meno legati alla tradizione; ecc. ecc.
Ma se si pensa al piacere, all'interesse quantomeno, che prende i commentatori della
natura, quali P. Angela, ad esempio, e Danilo Mainardi, alla vista dei grandi felini
africani che rincorrono le loro prede per divorarle vive; e l'interesse riflesso
'apparentemente’ sugli spettatori di questi miserandi spettacoli di "naturale
criminalità " e violenza inqualificabile, forse non basta essere in grado di sostituire
con cibi non-viventi quelli attualmente più ambiti. Forse bisognerebbe seminare un
pò più di civiltà nei giardini terrestri. Mi chiedo come possano, questi maestri assieme a tutti i maestri di morale che sovrabbondano [apparentemente] - a predicare,
insegnare la non violenza, la tolleranza; e allo stesso tempo assistere / proporre queste
forme di massacro; invece di insegnare l'orrore, l'infamia che rappresentano!
Ovviamente non ammetto l'attività carnivora dei grandi felini africani e di tutti gli
altri carnivori ed erbivori. O riusciamo ad insegnar loro a nutrirsi come noi di cibi
sintetici, con le buone o con le cattive – modificando i loro geni o con le bastonate oppure non possiamo tollerarne la sopravvivenza. Mi rendo conto che è un discorso
che dovrebbe valere - e vale - anche per il ragno che si pappa la mosca. Ma non
riesco a tollerare questo mangiarsi l'un l'altro; questa violenza infame, molto infame,
troppo infame. Bisogna smetterla VERAMENTE, con la violenza; sempre e
comunque. Estirparne i geni, infine. Dappertutto.
In questi giorni sono preso da una molteplicità di argomenti. Dall’islam, al
buddismo; dal terrorismo, alla teoria del rischio [tento di formulare una teoria
semplice del rischio]; due funerali, uno dei quali un amico di università, finito con il
solito cancro [alle ossa], prematuramente. Sepolto in alto, nel piccolo cimitero di
montagna, vicino al faggeto che conosceva palmo a palmo; da quando ci correva
bambino a scoprire funghi e farfalle; a quando ci conduceva gli amici, raccontando
sempre allegro, una manciata di storielle scherzose e vivaci. È finito in due giorni, a
Saronno, dove viveva da una trentina d’anni. Ogni natale e pasqua correva giù a
Parma; a salutare gli amici; a chiacchierare attorno a un salame di Felino, a un
bicchiere di vino rosso. Mi sono chiesto se non poteva essere tutta una finzione;
quella d’esser morto, per uscire, andar via, tornare per sempre tra i faggeti della sua
Trefiumi, dove regna la pace serena dei boschi, verdi, e lenti. Ma forse non è proprio
così .
Sono stato a Tione, dove ho fatto a Giò, che ti ricorda con molto affetto, lodi
sperticate alla tua Guida di Fano. Ho visto mamy, che Margò chiamava Rema: è
smagrita; mi ha abbracciato, stretto, e non mi lasciava; sembrava, a volerlo credere,
che ‘sentisse’ qualcosa; ma Fabio dice di no; che non realizza più nulla; eppure al
momento dei saluti, ci ha detto ‘perché non rimanete qualche giorno?’. È accaduto,
nel corso delle poche ore che abbiamo fatto sosta da Giò, che almeno tre volte
avviasse un discorso: strano, parlava e parlava, con la cantilena sua caratteristica, i
suoni, le alternative, le accentuazioni, i toni e tutte le gestualità che comportano i
discorsi; reclinava il capo, estendeva lo sguardo all’intorno, o lo puntava negli occhi;
ma non era percepibile alcun senso, significato, né compiuto né parziale; nulla; un
vuoto discorso di suoni, ammiccamenti, frazioni di esistenza dispersi, sospesi in aria,
sospinti avanti, assieme, verso un’altra riva. Frustoli di giorni e giorni, frantumati,
senza memoria, senza un legame. Era meglio del silenzio; ‘sembrava’ ancora viva,
infatti. Sotto la corteccia c’è ancora un’anima, mi dicevo; una piccola serie di
pensieri, che è incapace di stringere tra le mani e porgerli; ma c’è ancora dentro un
pensiero annebbiato, un ricordo offuscato, un’emozione sperduta, chissà dove?
Peccato che non si possa ancora riparare a questo danno così totale, così vanificante;
cosi depleting [come si direbbe in italiano, qualcosa come ‘vuotante’?].
Ho preso tra le mani un primo testo di psichiatria, fornitomi da Fabio: ‘Manuale
diagnostico e statistico dei disturbi mentali’. Ho bisogno di saperne di più, di questa
condizione – la malattia mentale – che mi terrorizza, mi angoscia, non perché io tema
di divenirne / esserne vittima, ma perché la sento scorrere nei cervelli, negli
atteggiamenti, nei gesti folli che si ripetono con terrificante frequenza; più lontani
[NY], più vicini [Genova, ecc.ecc.]. Ho bisogno di capire se è davvero così vero
come vado dicendo continuamente, che attorno c’è un mondo di folli idioti che danza
senza musica. Vorrei almeno imparare un poco a valutare l’entità della lontananza da
una seppur ipotetica ‘normalità’; vorrei farmi un quadro scientificamente più definito
della pazzia dei nostri vicini. In vero, sono mosso in questa direzione dal desiderio di
capire che differenza c’è fra il ‘ragionamento distorto’ e il ragionamento distorto per
malattia mentale; insomma mi chiedo: ma questi quà pensano [?] in modo così
distorto perché sono ‘malati’, o l’incapacità di argomentare razionalmente è di altra
origine? C’è qualche differenza possibile, a parte l’intensità della lontananza, della
dissociazione, tra l’argomentare, il riflettere del malato mentale, e quello che
comunemente definiamo ‘deficiente’ [bertinotti e ulivisti tutti, ad esempio; tanto per
non far nomi] ? È solamente ‘quantitativa’, la differenza; non qualitativa? Vorrei
avere le idee più chiare, in proposito.
Come vedi, ho anch’io l’abitudine di mettere molta carne al fuoco.
Ma come si può vivere, senza cercare di capire?
Ciao, a presto.
25.09.2001
A SQ
Ma come potevo saperlo?
Malgrado qualche tuo sospetto, non ho capacità divinatorie.
La sai, la storia del peccato e del peccatore?
Certamente sì.
Eppoi, e se i bit avessero davvero orecchi, come in effetti hanno?
ciao,
27.09.2001
Ad AA
Il 'testò è di A.
In corsivo, mie osservazioni, domande.
_________________________
Cos'è un reato? La dottrina lo definisce come "ogni fatto [ossia azione] al quale
l'ordinamento giuridico ricongiunge come conseguenza una pena".
Il diritto infatti è un complesso di imperativi che si dirigono agli uomini come esseri
forniti di coscienza e volontà. [nel senso di capacità di azione? Cosa deve intendersi,
per coscienza e volontà?]
Ne consegue che la norma penale non può dirsi violata se il fatto esterno non è
espressione del volere [e della coscienza?] del soggetto. [ossia: se non c'è azione?]
Senza la partecipazione della volontà il reato non può esistere. [Sono coscienza e
volontà che 'determinano’ il reato?
- Sono distinguibili coscienza e volontà?
- e cosa prevale delle due, se una delle due prevale ? Mi pare che ci siano diverse
scuole filosofiche sull'osso; e non proprio d'accordo, anzi!
- OPPURE per 'partecipazione della volontà si deve intendere l"azione", il "fatto",
nudo e crudo?
- può esistere 'volontà senza coscienza?]
Per contro, gli altri effetti, cioè quelli che si svolgono al di fuori del raggio di azione
dell'uomo e che per tale motivo non possono essere da lui controllati non sono opera
sua, dovendo ascriversi alle forze cieche della natura.
Tra queste è compresa l'opera del folle che non è dotato di coscienza e volontà.
[Anche l'azione dell' "uomo giusto" è un'opera delle forze cieche della natura, non ti
pare? Non solo quella del folle. Casomai si potrebbe dire che quella della follia è una
delle tante 'opere’ di cui la natura criminale appesta l'umanità! Sul fatto poi, che 'il
folle’ non sia dotato di coscienza e volontà, non ne sono certissimo. Comunque, ti
unisco il capitolo sul Disturbo Antisociale di Personalità, DAP - quello caratteristicotipico dei criminali - tratto da un testo diagnostico di psichiatria, per qualche
considerazione aggiuntiva [sto cercando di capire qualcosa delle personalita
'picchiatelle'].
Nel testo che ti sottopongo, non ci si esprime sulla 'dotazione di coscienza e volontà,
in modo esplicito; ma ti pare che si possa davvero dire che chi è affetto da DAP non
abbia 'volontà’ e [quindi] una sua forma di coscienza, ancorchè distorta, verso una
personalità di carattere piuttosto criminale?]
28.09.2001
Ad AA
Spero che il tono delle mie annotazioni in margine alla tua illustrazione del REATO,
non ti siano parse un po spinose. Non era nelle mie intenzioni. Il fatto è che per un
non-addetto ai lavori quale sono, la lettura del Codice Penale dà veramente
l'impressione di una grande approssimazione; di un 'buttato giù. Insomma, non ho
ancora capito come si deve fare per "capire" come funziona il rapporto delitto-codice.
Scusami, se la mia ignoranza ti offende. Non lo faccio di proposito.
Cordialità,
29.09.2001
Ad AA
Ti ringrazio molto per avermi inviato la nota di A. Panebianco. Ho visto citato spesso
il Panebianco; ma non ricordo di averlo mai letto prima. O non aveva lasciato traccia.
La lettura mi ha fatto l'impressione che in qualche modo ho definito ruggibelato. Il
ruggibelato, potrebbe anche essere un'espressione acconcia del 'pensiero debole'. Il
"ruggibelato” è , a mio avviso, il ruggito quieto, tranquillo, di una persona che non
ancora del tutto sveglia, sente venirgli fuori il sospetto che possa anche avere un
senso, custodire nelle viscere l'orgoglio d'essere occidentale'; invece che islamico,
per esempio; e che quasi osa dirlo, seppure con voce un pò belante, esitante, dolce,
tenera, incapace di somministrare pugni in faccia [come potrebbe fare Sgarbi, ad
esempio]. L'eleganza del ruggibelato sta molto anche nel saper somministrare con
argomentazioni soffici, quasi politically correct, verità inconfutabili; che in certe
circostanze potrebbero perfino essere dichiarate ad alta voce, o addirittura dal
Presidente Ciampi in vena di strafare. Insomma, tra Panebianco e Cossiga, ce ne
corre. Ma i lettori di Corsera, sono in grado di tollerare tali ruggiti silenziosi?
Credevo che non amassero che si turbasse il loro sonno sereno. Non sarà anche per
questo che il Panebianco, invece di lasciarsi sfuggire il ruggito, ha appena belato?
BENE, comunque. Meglio un ruggibelato; mille volte meglio un ruggibelato, di una
finocchiata torva e sprezzante di Violante. Se in futuro il Panebianco ruggibelasse
anche a proposito di quei piccoli 4 rospi vermiglioni, che presidiano la procura
milanese, sarei MOLTO interessato a leggerlo. Ma forse chiedo troppo? A
Panebianco, intendo.
Ancora grazie, A.
Grazie anche per la molto cortese dose di sopportazione che mi concedi.
Ciao, re degli scacchi e del misero Codice Penale.
01.10.2001
Ad AA
Ho letto la Perizia psichiatrica sul D. Bilancia, fatta da F. de Fazio e Romolo Rossi
[Fabio dice che questo Rossi è il top nazionale degli psichiatri].
La perizia è sul sito: http://www.pol-it.org/ital/bilancia.htm . Ma se vuoi posso
inviartela per e-mail.
Il Bilancia - 17 omicidi - è stato riconosciuto 'capace di intendere e di volere’ .
Prima reazione: incomprensione, sconcerto.
Seconda reazione: forse ci sono almeno tre categorie di persone: [1] quelle
abbastanza quiete, normali; [2] quelle piuttosto sul folle; e [3] quelle piuttosto sul
criminale; con possibilità di interconversione tra le categorie, verso mixaggi
malaugurati.
Forse comincio a capire qualcosa?
Può darsi.
02.10.2001
Ad AA
- Fallaci. Ne ho sentito parlare; e tanto.
Ma non sono ancora riuscito a leggerlo.
Nel sito del Corriere è scritto che non possono mettere online l'articolo della Fallaci,
perché era negli accordi di copyright. Farà parte pare di un libro di prossima uscita.
Sto comunque cercando di procurarmelo.
- Bush: a dire il vero, pare che abbia dichiarato proprio in questi giorni che solo di
una parte delle operazioni militari / pseu-domilitari si verrà a conoscenza; una buona
parte delle operazioni resterà segreta.
Vorrei chiederti, ma senza offesa: la questione della visibilità, viene da Repubblica?
Vado a leggere e studiarmi la tua di oggi.
Ciao,
02.10.2001
A FC
Vorrei riuscire a leggere l'articolo 'La rabbia e l'orgogliò, della Fallaci, pubblicato dal
Corriere di sabato 26 settembre. Nel sito del Corriere c'è scritto che non lo
metteranno online, perché era negli accordi di copyright. Farà parte di un libro
dell'Oriana di prossima uscita.
Qualche tuo amico ha questo numero del Corriere? Forse in Azienda?
Ciao.
02.10.2001
A SB
Fallaci e Vibrio
1 - Vorrei riuscire a leggere l'articolo 'La rabbia e l'orgoglio’, della Fallaci, pubblicato
dal Corriere di sabato 26 settembre. Nel sito del Corriere c'è scritto che non lo
metteranno online, perché era negli accordi di copyright. Farà parte di un libro
dell'Oriana di prossima uscita. Tu riesci a procurarmi l'articolo?
2 - Ho trovato i valori limite di aw per i Vibrio anguillarum, V. parahaemolyticus, V.
alginolyticus, V. costicolus; e l'intervallo termico di sviluppo per V.
parahaemolyticus, V. anguillarum, V. marinus.
Puoi supplire alle mancanze?
02.10.2001
Ad AA
Ti ringrazio per il tuo ultimo messaggio.
Formidabile.
Ora vedo - con molta pena per me stesso - quanto grossolane e rozze siano state le
mie osservazioni. E quanta tolleranza deve esserti costato lo starmi ad ascoltare.
Comunque, ora molte cose sono meno oscure.
Mi dispiace che la nostra amicizia ti abbia condotto su sentieri così insolitamente
frequentati.
Grazie ancora per avermi CHIARITO così tanti concetti.
Ciao
03.10.2001
A SQ
NON leggo il Corriere.
Ci ho provato anche ieri; ma non mi va.
Ecco uno dei motivi per cui non mi hai visto nel forum.
A. mi ha inviato qualche giorno addietro un articolo del Panebianco, che ti unisco.
Ho definito questa nota, con la solita invadenza, un ruggibelato.
Il 'ruggibelatò ricorre ogni volta che qualcuno assonnato cerca di svegliarsi nella luce
meridiana con una candela in mano. Il ruggibelato è una via di mezzo tra il ruggito e
il belato; è un'idea, una riflessione spinta avanti da un essere incapace di ruggire,
verso una platea di lettori/uditori dal ventre molle; di quelli che non conoscono le
verità che vanno urlate alla Sgarbi, ruggite fuori col vigore innato alla cultura
occidentale. Il ruggibelato è un pensiero debole, per una platea di sonnacchiosi lettori
di Corsera, insomma; è il discorso politically correct, che si premura di non muovere
le acque, chè tutti dormano allo stesso modo, nello stesso letto, tutti uguali; guai a chi
li sveglia! guai a chi solleva la voce della coscienza storica; guai a chi da buon
occidentale, dopo aver inventato tutto, và perfino a raccogliere polvere di stelle sulla
luna; e se ne gloria.
04.10.2001
Ad AA
Ti capisco. E ti approvo incondizionatamente. Un tempo, certi giornali come La
Repubblica, venivano impiegati, nelle campagne, nel solo modo che a malapena si
meritavano. In stanzini angusti, appartati e piuttosto puzzolenti. Pare che oggi tali
usanze non siano più seguite. Ahi, il bel tempo andato!
Mi spiace che non avessi inteso il senso della tua osservazione.
Ma sai, a volte, su una scrivania, ad un tavolino del Bar, può accadere, purtroppo, la
contaminazione visiva.
So che la P. ha subito una condanna da parte dell'Authority, perché è stato scritto, in
una pagina pubblicitaria, che le carni omo che somministra ai bambini, provengono
da pascoli "esenti" da BSE. L'Authority afferma che "..allo stato attuale delle
conoscenze scientifiche, non è possibile garantire in termini assoluti l'assenza del
rischio BSE nelle ...carni provenienti dall'Uruguay e dall'Argentina, dove la presenza
di bovini infetti dall'agente BSE è altamente improbabile, ma non esclusa in termini
assoluti.."
L'Authority ha fatto l'osservazione di cui sopra, pur includendo nella sentenza il
parere del Ministero della Sanità che così si esprime : " ...il concetto di rischio zero
e'..da ritenersi generalmente improponibile."
Ho a disposizione la sentenza, se sei interessato.
Io non fui interpellato, né per il testo della pubblicità, né dopo. Anche se ho preparato un testo, nel quale ho creduto di poter affermare, numeri alla mano, che
l'Authority è un 'Authority del c... .
Se la P. ha subito una seconda condanna, non ne sono a conoscenza.
Buona fortuna per i tuoi studi/esami.
Se solo potessi esserti utile!
Forse potrei, non rompendoti più con le mie questioncelle?
Ciao, con tanta amicizia.
04.10.2001
A SQ
Io invece credo che George W. Bush sia all'altezza.
Fino ad ora ha tenuto saldi i nervi. Eppoi, deve riuscire. Non ci si possono permettere
alternative.
26 Settembre – 4 Ottobre 2001
A F.
Ho dimenticato di parlarti degli articoli fotocopiati che mi hai inviato. Ti sono molto
grato. Ho trovato alcune indicazioni più interessanti di altre. Soprattutto quelle
riguardanti condizioni fisico-chimiche 'particolarì persistenti nel terreno e/o nelle
coltivazioni invase da questi strani crop-circles. Verrebbe voglia di occuparsene con
particolare attenzione e dedizione. Ma vorrei prima chiarire quali sono queste
'condizioni particolari’ persistenti nell'ambiente crop-circled. Purtroppo, come accade
quasi sempre negli articoli di comuni giornali / riviste - ben diversamente da come
fanno gli storici e gli studiosi in generale - la citazioni bibliografiche sono
praticamente inesistenti. Quindi, dovrò prima ritornare in internet alla caccia delle
informazioni giuste; delle descrizioni dettagliate, analitiche, di queste strane, seppur
temporanee situazioni fisico-chimiche particolari rilevate nei campi con questi strani
simboli. Sorprendente, la presenza di 'cerchi’ nell'antichità, tipo 'il diavolo mietitore’
del 1678.
Leggo stamattina 27 c.m. [American Journal of Physics, 69, 1064], che si stanno
facendo osservazioni interessanti, in grado di fornire una spiegazione a quanto è
accaduto più volte al triangolo delle Bermuda, nel Mare del Nord e altrove:
inspiegabili affondamenti di natanti. Sulle orme di quanto già aveva osservato
Archimede [perché un oggetto galleggi, la densità del liquido che lo sostiene deve
essere superiore a quella dell'oggetto] si è confermato, per ora con prove di
laboratorio, che opportune quantità di gas [necessariamente liberate dal fondo
dell'oceano: metano, gas vulcanici, ecc.] gorgoglianti al di sotto di oggetti sospesi
alla superficie dell'acqua, provocano l'affondamento immediato degli oggetti stessi;
proprio perché diminuisce la densità dell'acqua, in corrispondenza di tali miscele di
gas+acqua. Ora si procederà con osservazioni più dirette.
Sento nella tua del 26 settembre una certa preoccupazione per una eventuale ‘terza
guerra mondiale’. Certo, quando si cominciano a maneggiare le armi, qualcosa di
riprovevole, succede inevitabilmente. Ma al momento, vista la “unanimità ”
apparente raggiunta da un capo all’altro del pianeta, sulla necessità di distruggere le
basi – almeno economiche e folli [e le più folli, soprattutto; ossia quelle religiose] –
del terrorismo, non vedo quale potrebbe essere la eventuale controparte, in un
conflitto mondiale. Se metti il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, NATO, USA e
Russia dalla stessa parte; e in più ci aggiungi – seppure con tutti i legittimi sospetti di
affidabilità provvisoria – Cina [in questi giorni la Cina ha festeggiato tra effigi
ignobilmente esposte del criminale Mao, i 50 anni di imbecillità comunista; ma nel
’98, il partito comunista cinese si è spinto fino a dichiarare che “..il capitalismo
liberale è il sistema economico-politico migliore per raggiungere gli obbiettivi del
socialismo.."], e gran parte dei Paesi arabi, beh, chi ci rimane da combattere, se non
le brigataccie rosse e nere e basche e IRA e Bin Laden e soci, rappresentanti solo le
loro follie criminali, ma non privilegiate / elette da alcun gruppo apparentemente
umano?
Sì, ci sono malauguratamente risvolti religiosi, fanatismi espliciti e sopiti, intorno a
questa mobilitazione generale. E, come scriveva sul Guardian il 15 settembre, il
notissimo biologo Richard Dawkins, “..Riempire il mondo con la religione, e
soprattutto con religioni abramiche, è come spargere sulle strade armi cariche. Non
c’è da sorprendersi poi se vengono usate.” [‘To fill a world with religion, or religion
of the Abrahamic kind, is like littering the streets with loaded guns. Do not be surprised if they are used.’].
Quando sento correre queste attese di terza guerra mondiale, sono sempre un pò
sospettoso. Mi ricordo sempre di un articolo di Claudio Magris, il laudatissimo autore
di ‘Danubio’, che starnazzava, ai tempi delle attese della guerra nel Cossovo,
cupissime previsioni di terza guerra mondiale, ben sostenuto da La Repubblica e
dall’allora ancora non completamente affossata Unità, oltre che da tutto l’ulivo
compatto, quello che con l’ulivo nel becco era corso a portare al potere i partiti
comunisti nazionali e i cattocomunisti democristiani, oltre ai sottocoda socialisti e
repubblicani, e chi più schifezze ha [Prodi, per esempio] più ne metta. Ma in quel
caso, non ci fu la preconizzata terza guerra mondiale.
Meglio non riprovarci, dirai. Vero. D’accordissimo.
Quindi, messa da parte l’intelligenza politica nazionale così ben rappresentata [dal
fascismo, al catto-comunismo, all’ulivo], chi potrebbe ‘aver capito qualcosa del
mondo’? Non la Germania, con il nazismo alle spalle; non gli spagnoli, con il
Generalissimo alle spalle; non la Francia, con alle spalle la rivoluzione; non i
sonnacchiosi / menefreghisti Paesi scandinavi. Non certo i Paesi dell’Est, appena
usciti da 50 anni di ‘sopportazione’ comunista; né ovviamente la Russia, la meno
evoluta culturalmente, politicamente ed economicamente, ma – almeno fino a pochi
anni fa – la più dotata di armamenti. Non certo le congreghe religiose di qualunque
colore, più o meno globale. [ANZI, quelle proprio sarebbero da estirpare, magari
dopo aver vinto – se sarà vinta – la battaglia al terrorismo].
Quindi non rimane che una alternativa credibile - in Occidente, vale a dire nel mondo
che conta -: l’Inghilterra, che si oppose con tutte le energie all’incombente strapotere
nazista, portando alla salvezza l’Europa, anzi, il pianeta, visto il coinvolgimento di
quei consumati criminali dei giapponesi del tempo. E l’Inghilterra ci riuscì
coinvolgendo per una seconda volta gli Stati Uniti , che già una ventina d’anni prima
avevano assicurato la supremazia alle ‘forze’ genuinamente occidentali; che per 50
anni ci hanno protetto dalla disgrazia comunista incombente, e ne hanno alla fine determinata la definitiva scomparsa [in Cina i lavori sono in corso; anzi, in corsa].
Anche ora, Inghilterra e USA sono strettamente unite. Non ti pare che siano i soli
Paesi che abbiano capito qualcosa del mondo? Pur con tutti gli errori che hanno
commesso – ma chi è senza peccato, scagli quella famosa prima pietra - non hanno
mai ospitato governi nazi-fascisti, né comunisti. Sono i soli due più autentici Paesi
democratici del pianeta. Sono i più importanti produttori di ricchezza del mondo,
trainanti verso il benessere tutti i Paesi della terra – sono infatti entrambi promotori /
sostenitori del mercato globale, oltre che della ‘democrazia’ globale, ovviamente.
Dunque, che c’è da temere? Potrebbe anche accadere il peggio. Ma importante è che
gli ombrelli aperti siano i migliori sul mercato. L’imprevedibile può sempre
accadere, d’accordo. Ma a chi affideresti, diversamente, le sorti dell’Occidente?
Purtroppo, il terrorismo può mettere in atto attacchi con agenti chimici e/o biologici
[oltre che con vettori per il trasporto passeggeri], già ora, che nessun Paese è ancora
preparato per quella difesa pronta ed efficace che è necessaria in tali situazioni. Sono
anni che la questione delle armi batteriologiche – ma sarebbe meglio dire ‘armi
microbiologiche’, per comprendere, oltre ai batteri, loro metaboliti e i virus – viene
considerata, studiata. Significativi progressi sono stati ottenuti solo recentemente, a
seguito di stimoli particolarmente pressanti, sollevati dalla guerra del Golfo Persico.
Si dispone già – in USA, a livello sperimentale – di dispositivi in grado di rivelare in
tempi brevissimi la natura di possibili agenti chimici letali [in pochi minuti; la
rapidità di rilevazione/riconoscimento, è vitale], e di agenti biologici. Ma mentre nei
confronti degli agenti chimici si è a buon punto – anche se ancora in misura molto
incompleta sotto molti aspetti - con l’individuazione delle protezioni di una certa
efficacia [tute impermeabili, maschere antigas, antidoti per un ristretto numero di
composti chimici, ecc.], ben diversa è la situazione per gli agenti biologici. Possono
essere impiegati batteri ingegnerizzati in modo da resistere ai più comuni antibiotici,
ai sieri, ai vaccini già predisposti; e in ogni caso, le quantità di antibiotici / sieri /
vaccini necessari in un sol giorno per 100 mila persone, ad esempio, chi li ha a
disposizione? Nessuno, al momento. I virus, poi, contro i quali, come sai, non ci sono
sostanze antibiotico-equivalenti, richiederebbero la disponibilità di enormi quantità di
sieri / vaccini, attualmente non certo disponibili, né contro il vaiolo, visto che è ormai
scomparso dal pianeta, né contro la varietà di virus patogeni / letali, che è
impressionante [e di cui dobbiamo ringraziare quella cagna criminale della ‘natura'].
Si. Il terrorismo deve essere distrutto. O ci riconosciamo esseri capaci di comunicare
senza darci bastonate addosso, o dobbiamo andarcene. Questa volta sono col Papa [e
me ne vergogno]. Il terrorismo deve essere distrutto, con la forza delle armi.
Atomiche, se necessario. E subito. Non c’è tempo, per altri sistemi. Dobbiamo
proteggere l’umanità dalla follia, dal disastro; che è imminente, possibile. E solo
salvando l’Occidente – intendo soprattutto Inghilterra e USA – c’è speranza per tutti.
Non ci possono essere dubbi in proposito, non credi?
Chissà come, mi torna alla mente una domanda che rivolsi ad un mio corrispondente
e-mailario [si può dire?] che non gradiva particolarmente la vittoria elettorale di
Berlusconi. Era pressappoco questa: “…preferisci affidare la gestione della cosa
pubblica – pur con tutte le incertezze che necessariamente comporta una simile
responsabilità - ad un Berlusconi, laureato in ingegneria e in legge, industriale così
capace da essere il maggior contribuente del Ministero delle Finanze, che almeno
quattro magistrati vetero-comunisti hanno accanitamente attaccato, con corredo di
alcune centinaia di perquisizioni alle sedi delle diverse sue aziende, senza riuscire a
dimostrarne qualche sostanziale attività illegale; oppure a tale Rutelli, dotato di
maturità classica soltanto e scuole di partito, un po radicale, un pò chi-lo-sà, oltre a
dosi apprezzabili di arroganza; oppure a tale Dalema, maturità classica anche lui, più
anni di scuola di Cellula comunista, anche lui ben provvisto dell’arroganza tipica
della sinistra; oppure a tale Veltroni, lui sì dotato di vero Diploma di Tecnica
Cinematografica, oltre che di scuola di partito comunista; e di tanta arroganza, che
quasi viene il sospetto sia convinto debba esser elevata a virtù cardinale, tanto è
ignorante, il poverino; oppure comunque a qualche ‘compagno’ di strada di tale
perito industriale di nome Bertinotti, addirittura con ambizioni ‘rifondatrici’ di una
cultura risultata perdente – e criminale - per oltre 70 anni, parente ‘intimo’,
culturalmente, di tale Cossutta comunista convinto/dichiarato, anche dopo la caduta
del muro, e tanto per non far nomi, fessi ad honorem tipo il Professor Prodi ,
purtroppo mio concittadino [che ha portato al governo tali imbecilli-incolti filocriminali nominati sopra], tale nessuno Parisi Prodi-successore, tale sub-umano
Castagnetti, ecc. ecc.? ”
Non ebbi risposta; che avrebbe potuto essere ovvia. Ma non tutti sono dotati di quel
poco di onestà e libertà di movimento dalle proprie convinzioni così spesso
istintive/irrazionali – fedi, appunto – che sarebbe necessario per cambiare opinione,
magari gradualmente, ma cambiarla, all’occorrenza.
Scusami la lunghezza e la noia che posso averti procurato con le mie riflessioni/mezze invettive.
Cordialità,
A proposito di anti-Americanismo, trovai a suo tempo interessante il saggio ‘Lettera
agli amici Americani’ di Ernesto Galli della Loggia, del 1986. Si capiscono molte
cose. Ma non tutto, dell’anti-Americanismo, oggi - forse anche ieri - ben condito di
comunismo svilito, battuto, svergognato, di antimodernismo luddista [o
postmodernismo, come pare si debba qualificare un certo tipo di orientamento idiota
fiorito mi pare proprio in USA, ma diffusosi molto rapidamente in Europa, proprio
come fanno le idiozie], e di ambientalismo bieco e ignorante, quello insomma che
vorrebbe tornare indietro nel tempo storico, ad allevare capre nel bel mezzo della
natura più fetente, ortodossa, e criminale. Pur non rinunciando - non si sa bene come
- ad avere magari due telefonini, uno in tasca e uno sempre incollato all’orecchio;
sottobraccio sempre un aggeggio che sembra una valigia un pò obesa, vomitante
rumori da spaccare i timpani, a 200 watts; un’auto a testa; un bel computer con 200
Mega di memoria RAM, ecc. ecc. ecc. E magari nessuna pestilenza nei dintorni.
Insomma, non si vuole accettare che la ragione debba prevalere, che la scientificità
delle cose debba rappresentare l’orientamento prioritario, forse proprio perché non si
presta facilmente a certe eterodossie delle menti sguaiate e urlanti dei pastori di
Seattle. Basterebbe riconoscere che i singoli sono liberissimi di coltivarsi il loro orto
di predilezioni; ma che ci sono situazioni che non vanno affrontate con l’anello al
naso, bensì col massimo della logica di cui si è capaci di fare esercizio. Anche se la
scienza non ci pone automaticamente al riparo dagli errori. È purtuttavia l’esercizio
razionale di maggiore universalità. Anche se qualcuno vorrebbe affidarsi a qualche
imam becero e medievale, di cui è ben nutrito il panorama contemporaneo degli
ecologisti. In proposito, bisognerebbe consigliare a quelli che non sono analfabeti, tra
le pecore idiote di Seattle, la lettura di raccolte di saggi come ‘The flight from
Science and Reason’, a cura di P.R. Gross, N. Levitt e M.W. Lewis [The NY
Academy of Sciences, 1996]. Te ne traduco [nel caso tu avessi trascurato un pò
l’inglese; ma anche - e soprattutto - perché mi piace tentare traduzioni, cercare di
intuire il senso che sta dietro l'intenzione dello scrivente] un frammento; un pò urlato,
ma chiaro:
“ … un dipartimento di cristallografia non è posto per chi crede nel potere psichico
dei cristalli; …un osservatorio astronomico, non è posto per chi crede che i pianeti
siano portati in giro dagli angeli; ..un dipartimento di biologia deve chiudere le porte
in faccia a chi non riconosce la genetica.
Nessuno che neghi l’esistenza dei campi di concentramento nazisti o dei campi di
lavoro comunisti, deve poter insegnare storia in una Università che si rispetti.
Nessun dipartimento di matematica deve tollerare chi sostiene che la logica è un
mezzo inventato per dominare le donne..
Nessuna psicologia Junghiana deve essere insegnata in un dipartimento di Psicologia,
che si rispetti; ..chi crede nella omeopatia non deve poterla esercitare in una scuola
medica di primordine; …
Più in generale, falsità e imposture non vanno tollerate nelle istituzioni scienti-fiche
e tecnologiche.
E ben a ragione, anche: soprattutto perché queste istituzioni sono state apprestate con
lo scopo ben preciso di ricercare, perfezionare, applicare e insegnare cose vere….noi
dobbiamo anche insegnare che l’ignoranza può essere gradualmente superata
mediante una ricerca rigorosa; che gli errori si possono smascherare, che una verità
parziale può essere raggiunta e perfezionata…
La Razionalità è un componente necessario alla vita democratica, esattamente come
l’irrazionalità è un ingrediente necessario all’abito mentale dei soggetti schiavizzati
dai regimi totalitari.
Tutti i corpi accademici hanno il dovere di essere intolleranti sia alla controcultura sia
alle contraffazioni della cultura. [M. Bunge, 'In Praise of Intolerance to Charlatanism
in Academia’, p.96 di The flight from science and reason.]
È bravissimo Einstein, con la sue elementarità: ‘..Science is the serpent seducing us
into eating the fruits of the tree of knowledge.’ E più sotto:’..per la società è sempre
stato difficile accettare la creatività, l’innovazione, le nuove conoscenze.’[‘Einstein,
History and other Passions’a cura di Gerald Holton, Addison-Wesley Publ. Co.,
1996] .
Dimenticavo di dirti che mi sono fatto arrivare dalla Francia [pare che da noi sia
mezzo sconosciuto e comunque non più in commercio] ‘La trahison des clercs’ di Julien Benda. Non sono ancora riuscito ad appassionarmici. Non ho individuato la
chiave. Vedremo in futuro.
Mentre ho letto con non poco interesse e ‘molta sete’ ‘Le due culture’, di C.P. Snow
[1959] e il più recente ‘Unity of Knowledge - the convergence of natural and human
science” di autori vari, a cura di A.R.Damasio e altri, NY Academy of Science, 2001.
Questi due tentativi di ‘comprensione’, unificazione delle due culture, quella
scientifica e quella umanistica, credo vadano estesi. Il problema, non è di poco
rilievo; soprattutto in Europa.
Ho letto anche ‘The Mitrokhin Archive - the KGB in europe and the west’ di C.
Andrew e V. Mitrokhin, The Penguin press, 1999. [tra parentesi: perché il papa non
fa sentire la sua voce per maledire chiaramente la bestialità comunista; vuoi
scommettere che sto paponzolo è anche lui un buon anti-Americano? perché non
sente - è sordo? - le urla delle decine di milioni di vittime del comunismo che
pretenderebbero giustamente di essere ‘vendicate’ almeno nella memoria? Perché,
sempre il papa, non agisce con i suoi poveri mezzi [!], magari scomunicando a tutta
voce quei cretini dei cattolici dell’IRA che continuano a massacrare/terrorizzare la
gente?].
Ho cominciato anche ‘Il secolo breve. 1914 - 1991. L’epoca più violenta della storia
dell’umanità di E.J. Hobsbawm, BUR, 1994; ma è talmente pesantuccio - e forse
malfatto, sì da scoraggiare certi lettori - che l’ho presto messo in un ripiano alto, dove
non allignano i preferiti.
I libri di storia di Montanelli - ne ho letti tre - sono godibilissimi. Li conosci? L’altro
giorno, quando il ‘Corrierè invitava da internet a inviare messaggi per la morte del
grande Indro, io ho suggerito “perché non lo cloniamo?”
“ La Conoscenza Inutile”, di Jean-Francois Revel, Longanesi, 1989, ha segnato un
punto di svolta nel mio modo di considerare gli eventi politico-culturali che hanno
‘afflitto’ il nostro tempo. Folgorante nei giudizi; presente su tutti i fronti; un maestro.
Ho sempre detto che la lettura di questo Revel dovrebbe essere imposta in tutte le
scuole. Agli ambientalisti fanatici consiglierei la lettura dell’ottimo – seppur
dolcissimo ‘Maledetta Industria’ di Sergio Travaglia; visitazione critica,
documentata, di come scorreva la vita nel ‘bel tempo andato’; con tutte le angherie, le
maledizioni pestilenziali, l’igiene sotto i tacchi, la violenza dominante, la mancanza
assoluta di rispetto della dignità umana, la distruzione delle foreste; ecc. ecc. Dice a
pag. 172 ‘ ..La civiltà antica nasce nei luoghi in cui gli sforzi dell’uomo si coalizzano
per lottare contro l’ambiente e modificarlo’. Travaglia cita talmente spesso lo storico
Cipolla, che non ho potuto evitare di conoscerlo un pò più direttamente: ‘Allegro ma
non troppo’ [Il Mulino, 1988; dice, a pag.45:’..Sempre e inevitabilmente ognuno di
noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.’]; ‘Miasmi e Umori Ecologia e condizioni sanitarie in Toscana nel Seicentò [Il Mulino, 1989]; ‘Uomini,
Tecniche, Economiè [Feltrinelli, 1974]. Ho trovato di notevole interesse il ‘ Pensieri
di un biologo’, di Jean Rostand [Ediz. Del Borghese, 1954]; scoperto tardi, quindi,
ma attualissimo e straordinariamente vivo.
Ho riscoperto Gustave Flaubert, attraverso ‘Bellezza e verità - Testi di Charles
Baudelaire, Gustave Flaubert, Marcel Proust e Simone Weil’, a cura di Franco Bella
[Feltrinelli, 1990]. Ho molto apprezzato/condiviso un’espressione di Flaubert:
“..sento contro la stupidità della mia epoca, flussi di odio che mi soffocano..”
[Flaubert, 1855]. Anche questa, mi piace: ‘..non c’è un atomo di materia, che non
contenga un pensiero.’ Mi fanno pensare a te, questi due frammenti che seguono:
‘..talvolta, a forza di guardare un sasso, un animale, un quadro mi sono sentito entrare
in essi ..’[lettera a Louise Colet, 1853]; ‘..è necessario vivere per la propria
vocazione…salire sulla propria torre d’avorio e là rimanere, come una baiadera
immersa nei suoi profumi, soli nei propri sogni..’[lettera a Louise Colet, 1852]. Non
sapevo che genio covasse dentro Flaubert. Oltre a una sensibilità enorme, direi.
Non so se ti ho mai detto che la mia maggior passione degli anni ’80 è stata Virginia
Woolf; soprattutto, quasi esclusivamente, l’epistolario: ‘Il volo della mente’[1888-
1812], ‘Cose che accadono’ [1912-1922], ‘Cambiamento di prospettiva’ [19231928], ‘Un riflesso dell’altro’ [1929-1931]. Sono quasi mille pagine ognuno. È un
ben nutrito epistolario. Il quinto volume non sono ancora riuscito a catturarlo – pare
che l’ Einaudi, malgrado avesse preannunciato il V° volume, non l’abbia poi
pubblicato, almeno fino alla primavera 2002 . Le librerie, comunque, non sono
granché, qui a Parma. Non posso dire di averlo letto mille volte, perché non è vero.
Ma dopo aver letto tutti i 4 volumi, sono sempre ritornato, quando ho sentito il
bisogno di un discorso confidenziale, umano, colto, sottovoce, quasi perfetto,
rileggendo lettere scelte quasi a caso; assaporandole nella solitudine, al crescere della
malinconia. Generalmente apro uno qualsiasi dei volumi - anche se forse
inavvertitamente prediligo ‘Il volo della mente’ - e mi ristoro con una dozzina di
lettere. È stata una compagnia straordinariamente importante, nei miei anni ’80. Ho
letto tuttavia di malavoglia - non vorrei mai leggere romanzi - altre cose di Virginia;
ma non mi hanno incantato come l’epistolario. Solo un libro, è un infinito: ‘Le onde’,
del 1931. Non ho mai letto niente di più geniale. Spesso ho detto a destra e a manca,
che forse Virginia, con ‘Le onde’, ha scritto il più bel testo di tutti i tempi. Ci terrei
molto a conoscere il tuo parere.
Le ‘Foglie d’erba’ di W. Whitman, non sono ancora riuscito a farmele piacere;
malgrado io desideri fortemente di raggiungerlo. Anche le poesie di Emily Dickinson,
mi sembrano un pò scarse.
A presto.
05.10.2001
Ad AA
Scusami, ma tu dici " Non sempre l'Authority sbaglia. La decisione ingiusta di un
giudice può dipendere da vari fattori come ad esempio: ...", quindi però,
indipendentemente dai motivi che possono indurre il giudice in errore, il giudice può
sbagliare. O no?
Nella questione in oggetto [P. + O. E.], dispongo della sentenza originale, se ti
interessa. Ritengo - senza presumere l'infallibilità - che il giudice non abbia saputo
districarsi tra i concetti di 'rischio zero’, rischio tollerabile, e innammissibilità
'matematica’ del rischio zero.
Comunque, si può discuterne.
Per quanto attiene la fallibilità dei microbiologi in particolare, hai probabilmente tutte
le ragioni. Soprattutto con riferimento al sottoscritto. La fallibilità la porto sempre
davanti al naso. Anche se ciò non mi impedisce quasi mai di 'fallire il bersaglio’.
Si, capisco che Giorgio ha un altro cognome, e deve esserne orgoglioso; ma il mio
voleva essere un augurio, una promessa di fulgido avvenire. In fondo, il capo della
Casa bianca, è sempre il capo della Casa bianca. E io, evidentemente, ne ho
grandissima stima. Diversamente, non mi sarei permesso di avvicinare i due soggetti.
Buon lavoro,
05.10.2001
A PM
Mi fa piacere che il tuo documentario Mezzanotte a Mosca sia stato apprezzato.
Complimenti e auguri per sempre continui successi.
Saluti anche da E.
08.10.2001
A FC
Forse anche tu ti sei chiesto come mai le Torri sono crollate in quel modo.
http://www.civil.usyd.edu.au/wtc.htm - sy-stem
ciao.
08.10.2001
A SQ
Posso solo dirti che Oriana ha scritto un'infinità di cose che condivido totalmente.
A cominciare dagli sputi in faccia.
Ossia tutto ciò che può essere compreso / incluso nella frase 'Nonostante i difetti che
le vengono continuamente rinfacciati, che io stessa le rinfaccio [ma quelli dell'Europa
e in particolare dell'Italia sono ancora più gravi] l'America è un Paese che ha grosse
cose da insegnarci.' [terza pagina?]; credo che corrisponda all'incirca alle prime otto
pagine/13.
Poi il mio interesse cala, anche se 'sento’ abbastanza quello che dice.
Ma sono stato preso in contropiede, dagli avvenimenti.
Ho sempre pensato e qualche volta anche detto, che l'Europa deve finire vinta,
distrutta dalla propria idiozia, con l'invasione di altri popolazioni.
Ma l'America, no. Per me l'occidente è l'America; non l'Europa. O almeno, la parte
migliore dell'occidente, quella parte che si deve salvare. Anche la Fallaci lo dice
chiaramente; ma la sua malinconia finale per l'Italia e l'Europa, sembrano in
contraddizione con il concetto di 'liberta e uguaglianza’ che fa dell'America il miglior
Paese del mondo.
Comunque, non sono in grado ancora di parlarne.
Sono come immobilizzato dagli eventi.
O da non so cosa.
09.10.2001
A CP
Mi interesserebbe conoscere la Sua opinione sulla domanda che Le posi in una mia
precedente. Ossia, nel caso riesca a trovare un momento di tempo:
" - Quale ci si può aspettare che possa essere l'influenza delle religioni abramiche,
del cattolicesimo e dell'islam soprattutto, sulla attuazione della democrazia e
l'accettazione della bionovità? "
Sicuramente, di ostacolo?
Cordialità,
c.
11.10.2001
A FC, FC, PS, GBS
Allego il Comunicato diffuso dalla CDC di Atlanta nella giornata di ieri, sulla
profilassi del carbonchio / anthrax. Per precauzione, non sarebbe male provvedersi di
uno o più degli antibiotici consigliati.
Cordialità a tutti,
PS: avete letto il famoso articolo della Fallaci? Eventualmente, posso inviarvelo.
15.10.2001
A SQ
Debbo richiamare la tua attenzione su un libro appena uscito, di non comune interesse:
"The Skeptical Environmentalist. Measuring the Real State of the World" di Bjorn
Lom-borg. [ The Cambridge University Press, 2001].
Si può trovare alla amazon.com al prezzo di US$24.95 + spese di shipping &
handling; insomma si può avere con 32.93$.
Il Lomborg è attualmente professore di Statistica al Dipartimento di Scienze Politiche
dell'Università di Aarhus, in Danimarca. Un tempo membro di Greenpeace, ha un
dibattito pubblico con un prof. universitario, di cui non ricordo il nome, che gli mette
nell'orecchio una pulce, pressapoco del tipo:' ma Lei ha provato ad analizzare
scientificamente i fatti?' E così Lomborg ha cominciato ad analizzare 'i fatti’, da
buon statistico, riportati in più di 2.900 pubblicazioni. Ne è uscito il libro citato sopra.
Lomborg non fa più parte di Greenpeace, ovviamente. Anzi.
Ciao, a presto.
16.10.2001
A AP
Mi ha fatto molto piacere sentirLa.
I nostri giorni sono scorsi paralleli - con molti incontri - per un buon numero di anni
[non contiamoli].
È stata una forma di amicizia non dichiarata esplicitamente; ma sentita; rincorsa.
Abbiamo sempre apprezzato il Suo lavoro di microbiologia; l'abbiamo sempre
incontrata volentieri, perché l'abbiamo sempre stimata [assieme ai nostri colleghi del
tempo].
Insomma, il mio tentativo di 'sentirLa’ ha avuto successo.
Spero che non dimenticheremo i nostri reciproci address.
Cordialità.
20.10.2001
A CP
Mi consenta di richiamare la Sua attenzione su un libro appena uscito, di non
comune interesse, specie per i Suoi studenti 'ambientalisti’: "The Skeptical
Environmentalist. Measuring the Real State of the World" di Bjorn Lomborg, The
Cambridge University Press, 2001.
Si può trovare alla amazon.com al prezzo di US$24.95 + spese di shipping &
handling; insomma si può avere con 32.93$.
Il Lomborg è attualmente professore di Statistica al Dipartimento di Scienze Politiche
dell'Università di Aarhus, in Danimarca.
Un tempo membro di Greenpeace, ha un dibattito pubblico con un prof. universitario,
di cui non ricordo il nome, che gli mette nell'orecchio un pulce, pressapoco del tipo:
'.. ma Lei ha provato ad analizzare scientificamente i fatti?' E così Lomborg ha
cominciato ad analizzare 'i fatti’, da buon statistico, riportati in più di 2.900
pubblicazioni.
Ne è uscito il libro citato sopra.
Lomborg non fa più parte di Greenpeace, ovviamente. Anzi.
Cordialità.
22.10.2001
A AA
Mi ha fatto molto piacere sentirti.
Grazie anche per questo: "Sono invece sorpreso negativamente dalla notizia che un
quarto degli italiani riescono a comprendere le ragioni di Bin Laden. La miopia
dell'anti-Americanismo non ha limiti."
Buon lavoro.
Un abbraccio.
24.10.2001
A CP
Un giorno Le segnalai che c'era ogni tanto ne IL GIORNALE una rubrichetta insulsa,
tenuta da uno sciocco ambientalista. Il 19 c.m. è accaduto ancora.
Ho reagito con il messaggio alla casella 'lettori’ del quotidiano, che Le unisco di
seguito.
____________________
"Terroristi dentro Casa"
IL GIORNALE [IG] è un pò anche 'casa nostra’, di noi lettori, per le idee che vi
scorriamo sopra, e che si fondono con le nostre, quotidianamente. Eppure, ogni tanto,
IG ospita una rubrica dal titolo rivelatore: 'Come Bio comanda’, tenuta da un piccolo
talebano, un nano-binladen, un para-casarini, un no-global sdruscito, insomma, un
terrorista, un ambientalista fanatico. Ovviamente, la rispettabilità de IG subito ne
scade. Un vero peccato. Di solito, ne evito la lettura; lo esige lo stomaco. Ma
occasionalmente, ci cado. Come il 19 c.m.. Sarà stato l'aspetto ammaliatore
dell'inclito curatore della rubrica, un pò alla Giacomo Leopardi sulla spiaggia di
Rimini, che nella minifoto annessa sbircia verso il lettore, quasi a irriderlo, con quella
sua zucchetta pesante di contenuti, appena inclinata, sostenuta a fatica dalla mano
gentile che si ripiega, cercando di evitarne la quasi incoercibile e imminente rovinosa
caduta sull'impiantito. Sarà stato il titolo seducente: 'Emergenza pesticidi’; chissà. Le
espressioni dell'inclito sono di un rigore appena trattenuto: '..pericoloso cocktail di
pesticidi ... ...ortofrutticoli inquinati da più di un veleno.... alimenti con più di un
residuo tossico...presenza di pericolose associazioni di veleni... l'assunzione
contemporanea di più di un veleno...'. E tutto il ricamo di invettive, a fatica trattenute
nel sottobosco delle affermazioni dolcemente impertinenti, è tessuto attorno e nella
direzione della icasticità finale, attesa, dell'associazione risolutiva: pesticidi = veleni.
Trattandosi di ciò che 'Bio Comanda’ non ci sono dubbi: l'inclito si scaglia contro i
'terrificanti’ pestici di sintesi.
Eppure, se l'inclito non disdegnasse di accedere direttamente alla fonte, per cercare di
raccogliere con l'umiltà dell'incompetente, i "fatti", le realtà note agli specialisti, agli
uomini di scienza [infine, è pur vero che è la scienza e solo la scienza che può essere
invocata - anche dai fanatici-ambientalisti - per stabilire se una sostanza è tossica o
non lo è] , saprebbe che l'argomento pesticidi è stato affrontato estesissimamente dal
maggiore conoscitore del problema, lo scienziato Bruce N. Ames - 'inventore’ tra
l'altro del metodo di valutazione della tossicità di qualsivoglia sostanza chimica, e
utilizzato universalmente - che, guarda caso, non condivide minimamente le opinioni
'velenose’ dell'inclito nano-binladen di cui sopra. "La metà di tutte le sostanze
chimiche, siano NATURALI o sintetiche, sono positive ai tests di cancerogenicità
condotti con alte dosi sui ratti . L'esposizione dell'uomo ai cancerogeni [per i
roditori] NATURALI è così ubiquitaria da rendere trascurabile l'esposizione ai
cancerogeni di sintesi." [Ames, B.N. & Gold, L.S., 2000, Mutation Research 447, 313]. Scriveva Ames nel 1990 [PNAS 87, 7777-7781] che "..il 99.99% dei pesticidi
sono NATURALI"; e spiegava che le piante stressate e/o danneggiate, come nel corso
di un attacco di parassiti, producono, come bio-comanda, un gran numero di sostanze
'pesticide’(ossia capaci di distruggere gli insetti che le insidiano) e in quantità così
elevate da poter provocare tossicità acute nell'uomo [le concentrazioni dei pesticidi
NATURALI si misurano in parti-per- mille, parti-per-milione; quelle dei pesticidi di
sintesi, in parti-per-miliardo; ossia milligrammi / microgrammi per grammo di
prodotto, nel caso dei pesticidi NATURALI; e solo in nanogrammi /grammo - ossia
miliardesimi di grammo per grammo di alimento, per i pesticidi sintetici].
In più, nel 1992, la Food & Drug Administration ha esaminato 19.082 campioni di
alimenti alla ricerca di 200 pesticidi: nel 64% dei campioni non sono stati trovati
pesticidi; nel 99% degli 8.281 campioni di produzione nazionale, i pesticidi non
erano a concentrazioni superiori ai valori consentiti dalla legislazione vigente [FDA
Pesticide Residue Monitoring 1992. JAOAC (1993), 76, 127A-148A].
Dei 71 PESTICIDI NATURALI che sono stati saggiati, 37 [= 52%] sono risultati
carcerogeni per i roditori. Questi 37 pesticidi naturali sono presenti in molti degli
alimenti di tutti i giorni, quali mele, albicocche, banane, basilico, broccoli, cavoli,
cavolfiori, carote, chili, cioccolato, caffe', melanzane, limoni, aglio, finocchio, semi
di soya, pomodori, patate, ecc. ecc. ecc. [Ames & Gold, 2000, citato sopra]. Infatti gli
stessi Ames e Gold stimano che "..in media gli Americani ingeriscano dai 5 mila ai
10 mila differenti pesticidi NATURALI ...equivalenti a circa 1.500 milligrammi di
pesticidi NATURALI per persona per giorno; una quantità di pesticidi che è circa
10 mila volte superiore a quella dei pesticidi di sintesi [= 0.09 mg] ....Il pericolo potenziale che può derivare dai pesticidi di sintesi è minimo al confronto del pericolo
derivante dai pesticidi NATURALI...anche se nessuno dei due può rappresentare
un reale pericolo per il consumatore, date le basse dosi assunte quotidianamente ....
molti alimenti ordinari non supererebbero i criteri che regolamentano i pesticidi di
sintesi....molte migliaia di composti chimici clorurati sono prodotti in
natura...anche i pesticidi naturali possono concentrarsi nei tessuti adiposi..".
[Ames & Gold, 2000, citato sopra]. Né si possono invocare fenomeni di adattamento
alle tossine naturali, infatti
".. varie tossine naturali presenti dall'inizio
dell'evoluzione dei vertebrati, sono tuttora cancerogene. Le aflatossine, presenti nei
prodotti NATURALMENTE ammuffiti da certe specie di muffe [molto diffuse] sono i
più potenti cancerogeni che si conoscano, sia per i roditori che per l'uomo...La dieta
umana è cambiata notevolmente nelle ultime migliaia di anni. Inoltre, pochissimi dei
vegetali consumati ai giorni nostri, come caffe', cacao, te, patate, pomodori, mais,
avocado, mango, olive, kiwi, facevano parte della dieta dei primitivi raccoglitoricacciatori.
La selezione naturale opera troppo lentamente nell' uomo, perché si sia potuta
evolvere una resistenza specifica alle tossine presenti in questi vegetali introdotti
solo di recente nella dieta..."[Ames & Gold, 2000, citato sopra].
Analoghe considerazioni si potrebbero fare per le sostanze estrogeniche. Dicono
ancora i succitati Autori che '..la dieta normale contiene composti chimici
NATURALI provvisti di un'attività estrogenica milioni di volte superiore a quella
delle sostanze estrogeniche di sintesi...' [Ames & Gold, 2000, citato sopra].
Qualche considerazione finale. Il DDT era letale nei confronti di vettori di malattie
quali le zanzare, la tsetse, i pidocchi, le pulci e un buon numero di parassiti vegetali.
L'impiego di DDT determinò un grande aumento delle produzioni agricole, con conseguente diminuzione dei prezzi; ciò che le rese accessibili anche ai meno abbienti. "
Il DDT ha una bassa tossicità per l'uomo. Nel 1970 l'Accademia Nazionale delle
Scienze concludeva il rapporto cosi: << In poco più di due decadi il DDT ha
prevenuto la morte per malaria di 500 milioni di persone, che sarebbe stata
altrimenti inevitabile.>> Non c'è nessuna convincente evidenza epidemiologica, né
una gran plausibilità tossicologica, che i livelli di DDT riscontrati nell'ambiente o nei
tessuti umani, abbiano potuto contribuire significativamente alla diffusione del
cancro."[Ames & Gold, 2000, citato sopra].
Come si può vedere - per chi vuole vedere - dalle due tabelle annesse, la tossicità
delle sostanze NATURALI è migliaia-milioni di volte superiore a quella del cianuro.
La cancerogenicità delle sostanze non-naturali, di sintesi, è migliaia-milioni di volte
inferiore a quella delle più pericolose sostanze NATURALI; anche sommando la
Potenza Relativa dei composti sintetici più cancerogeni [pari in totale a 2720 unità],
si raggiunge a malapena la metà della Potenza Cancerogena Relativa [4737 unità] del
meno attivo dei tre più potenti composti cancerogeni NATURALI.
È così ‘i veleni’ scompaiono, non esistono, se non nelle patologiche attese di
terroristi disinformati e fanatici. Insomma, è molto evidente, che l'inclito curatore
della nominata rubrica, diffonde idee infami, non surrogate da alcuna attendibilità
scientifica; è puro terrorismo ideologico, quello che fà; dettato da fanatismo
ecologistico. In questo modo, si rafforzano idee prive di qualsiasi fondamento
scientifico [spero che nessuno voglia mettere a confronto le opinioni dell'inclito, con
quelle del massimo esperto scientifico del problema], che poi portano
all'approvazione di provvedimenti rivolti a proteggere il consumatore da situazioni di
nessun valore reale per la salute umana, distraendo impegno e mezzi che potrebbero
essere rivolti con molto maggiore efficacia in altre direzioni, ben più rilevanti per la
salute. Anche quest'ultima considerazione è sostenuta da Ames e Collaboratori [Ames
& Gold, 2000, citato sopra].
Non credo che si debba riconoscere ad ognuno il diritto di esprimere la propria
opinione, comunque, qualunque possa essere. Non accetto che si possa avere il diritto
di professarsi comunisti [dopo che hanno provocato ~ 100 milioni di vittime], nazisti
[dopo i ~ 25 milioni di vittime], non-democratici, no-global-idiocy-socialforastri,
cheguevarastri, talebani, seguaci di binladen, terroristi, e via per queste fogne
criminali. Né posso credere che ai vertici de IL GIORNALE si nascondano velleità
fanatico-ambientaliste, cieche in pieno sole, antiscientifiche, dogmatiche, contrarie al
progresso e alla civiltà occidentale. Quella civiltà che ha sì, commesso errori
diabolici e immani come quelli citati, ed altri ancora, ma che non ci ha impedito di
arricchire il mondo di cultura e di beni senza fine. Quella civiltà che non ci ha
costretto a fermarci immobili al tempo delle crociate, ma che ci ha portato a spasso
sulla luna; e che ci conduce a organizzare il mondo in modo che ci sia sempre più
completo benessere per tutti i popoli della terra. Quì nessuno porta un burqa sulla
testa. Sì, questa nostra cultura 'occidentale', che comprende anche i cinesi e i
giapponesi e tutti gli africani e tutti insieme coloro che credono nei valori della liberta
personale, del rispetto inalienabile per la persona [specie della donna], della
democrazia, del diritto di tutti al benessere, alla conoscenza, alla cultura e alla
felicità, è frutto e artefice allo stesso tempo del progresso scientifico e tecnico, che ci
ha dato certezze, provvisorie ma razionali, e stimoli, e forze creatrici in tutti i campi
dello scibile, più di qualunque altro monumento storico o pseudo-civiltà. È davanti
agli occhi di tutti. Eccetto purtroppo davanti al volto implorante delle persone
costrette da una situazione ignobile a vivere sotto un burqa. Un'autentica, intollerabile
vergogna per l'umanità.
Se qualcuno, dovunque si trovi, sente delle propensioni per l'universo dei talebani,
dei komeinisti e dei loro soci, ancora fermi ad una stazione d'autobus dell'oscuro
medioevo, beh, preghiamolo di farsi da parte. Noi viviamo altrove.
Vero, Direttore?
PS: Un suggerimento per chiunque abbia occhi e orecchi. È appena uscito:
"The skeptical environmentalist. Measuring the Real State of the World." di B.
Lomborg, Cambridge University Press, 2001 [Lomborg è Professore Associato di
Statistica all'Universita di Aarhus, Danimarca]. È una pietra miliare.
__________________
Cordiali saluti,
casolari
Thursday, 25 October, 2001
A F.
Vedo che sei davvero molto preso da un numero di impegni senza fine.
In qualche modo ti invidio. Invidio la tua capacità di dedicarti così intensamente alla
produzione culturale Pubblica. Alla dispensazione della cultura. Bene. È bene che
queste cose siano fatte da chi SÀ. E non dai numerossimi parolai che popolano le
nostre e altrui spiagge.
La pressione degli uomini di cultura dovrebbe farsi sentire anche di più.
Troppa pseudo-conoscenza farcisce ogni angolo della quotidianità di scempiaggini.
Non ultimi i giornali, naturalmente.
Sto leggendo un documento molto ben congegnato [da un prof. di statistica dell'università di Aarhus, Danimarca] sulle questioni più dibattute dagli ambientalisti, che
cito alla fine della nota che ti allego; per tuo divertimento, spero.
Più di una volta non riesco a trattenermi. E allora rifletto, scrivo; a qualcuno.
Questa nota l'ho somministrata al direttore de Il Giornale.
È piaciuta molto al Prof. Pelanda, che dice di volerla inserire nel suo sito internet.
Non so se puoi condividere tutto quanto scrivo; ma molto si può perdonare ad un
amico, hai detto. [Un amico (?) di qualche tempo fà, il prof. P., sosteneva che agli
amici non si doveva perdonare nulla; perché gli amici dovevano essere perfetti. Agli
altri, a quelli che interessano poco o nulla, si poteva perdonare quasi tutto. Opinione
curiosa, non ti pare? Ma non voglio avventurarmi a considerare la questione. Non
voglio farti perdere altro tempo. Già che ti somministro queste tre pagine della Nota
per Il Giornale].
Con la massima cordialità,
25.10.2001
A CP
La ringrazio veramente per la Sua cortesia.
Mi lasci qualche giorno per rifletterci.
I testi da pubblicare dovrebbero essere in italiano, o in inglese?
Molto cordialmente,
05.11.2001
A GF
Ho indirizzato questa lettera all'address delle lettere al Foglio; ma era a Lei, Direttore, che intendevo sottoporla. Chiedo scusa.
1 - Perché non propone, Ferrara, che in coincidenza con la manifestazione dell'11
c.m. si espongano alle finestre di tutt'Italia le bandiere USA?
2 - ECO-logica. La Repubblica [5 ottobre] e il Guardian [13 ottobre] hanno
pubblicato un articolo di U. Eco che contiene non poche affermazioni
apparentemente false e mistificanti. Due sole questioni tra le altre: "Proprio l'altro
giorno leggevo una lettera ad un grande quotidiano dove si chiedeva sarcasticamente
come mai i premi Nobel vanno solo agli occidentali e non agli orientali. A parte il
fatto che si trattava di un ignorante che non sapeva quanti premi Nobel per la
letteratura sono andati a persone di pelle nera e a grandi scrittori islamici...". Ma la
verità non è quella che vorrebbe far credere Eco. Infatti, dal 1901 al 2000 sono stati
attribuiti 97 Premi Nobel per la Letteratura: di questi, 10 agli Stati Uniti d'America, 4
all'URSS [di cui tre ai dissidenti Bunin, Pasternak e Solzhenitzyn], 6 all'Italia e,
quanto alla pelle nera e/o islamica, uno all'Egitto e uno alla Nigeria. Forse
quest'ultimo, Whole Soyinka è nero. Ma comunque, nemmeno un Premio Nobel è
stato attribuito a scrittori islamici. Dove sono tutti gli altri "tanti Nobel ..andati a
persone di pelle nera e a grandi scrittori islamici"? Dunque chi è l' "ignorante", il
lettore informato che poneva la questione, oppure U. Eco che con protervia lo
offende? O Forse quella di Eco è solamente la solita disinformazione che i nostalgici
del comunismo non riescono a fare a meno di esercitare?
Più sotto, da buon nostalgico-compagno, Eco si precipita ad affermare che è la
sinistra la promotrice e protettrice del progresso scientifico-tecnico dell'umanità; da
sempre; da prima del diluvio. Cosa si sono messi in testa adesso, questi della destra,
da ritenersi loro i sostenitori del progresso tecnico-scientifico. Sono impazziti? E così
, di nuovo, salta fuori la mistificazione, propinata con l'arroganza e la malafede
tipiche della sinistra. Infatti anche questa è una falsità gigantesca, se si vuole stabilire
la verità secondo "parametri" di valore indiscutibile: i Premi Nobel. Dal 1901 al
2000, pare che siano stati attribuiti ~ 509 Premi Nobel per la Scienza. Di questi, solo
9 [nove] sono stati attribuiti all'URSS, di cui 7 [sette] Nobel per la Fisica; nemmeno
un Nobel per la Medicina e la Fisiologia; un solo Nobel per la chimica; un solo
Nobel per le Scienze Economiche. Agli Stati Uniti d'America, invece, sono stati
attribuiti in totale 223 [duecentoventitre] Premi Nobel, di cui 71 Nobel per la Fisica,
83 Nobel per la Medicina e la Fisiologia, 41 Nobel per la Chimica e 28 per le Scienze
Economiche. Da tener ben presente, però, che gli USA sono stati governati quasi
esclusivamente dalla destra [anche se in Usa c'è meno differenza tra le due parti],
poiché gli USA hanno avuto 17 Presidenti Repubblicani su 25, dall'inizio dell'800 ad
oggi.
Perché Eco si dedica ad esercizi di disinformazione così infami? Forse perché ".. la
testa, ai vecchi" [come lui, però] "non la si cambia più.. ", come dice lui stesso?
PS: Può anche darsi che quel nano di bin laden abbia "..studiato in migliori
Università.. di quelle frequentate da Berlusconi..”; ma è indubbio che Berlusconi ha
tratto comunque miglior profitto dalle nostre 'inferiori’ (?) Università. Che sia più
importante la "testa", dell'Università? [ma Eco, in quale Università avrà studiato?]
_________
Cordialità.
31.10. 2001> 08.11. 2001
A F.
Hai certamente ragione per quanto si riferisce all' "altissimo concetto di Sè " del P.;
aggiungerei anche arrogante, presuntuoso, invidioso, ecc. ecc. Piuttosto intelligente;
una intelligenza fredda, logica; non creativa.
Sono d'accordo anche sull'umiltà e l'amicizia quella autentica, semplice, spontanea.
Mi fa piacere che l'incontro che hai avuto con il folto gruppo di uditori appassionati
del mondo antico, abbia avuto tanto successo. C'è soddisfazione, quando il lavoro che
si fà è apprezzato.
Con la Nota per Il Giornale, intendevo riferirmi prioritariamente al Direttore o chi per
esso, e comunque a persona capace di intendere. In effetti hai anche in questo caso
doppiamente ragione: in qualche modo mi indirizzavo anche ad ipotetici lettori; e il
Belpietro, il direttore, non sembra proprio dotato nemmeno dei requisiti minimi, a
giudicare dalle benché poche volte che l'ho ascoltato in qualche incontro televisivo.
Si. Tutto sbagliato, forse. Ma da un pò di tempo cerco di far arrivare qualche
invettiva 'contro’ quell'asinello infelice [perché ignorantello] che cura la rubrichetta
fanatico-ambientalista. Sai, F., Il Giornale è l'unico quotidiano che riesco a leggere; e
mi infastidisce, questa insulsa presenza. Ma è tutto inutile.
L' "amico" e-mailario [ma si può dire e-mailario?] Carlo Pelanda [quello che insegna
Politica ed Economia Internazionale all'Università della Georgia] mi spinge a
raccogliere queste cose che vado continuamente scrivendo. Credo che ci proverò. Ma
soprattutto perché il Pelanda si è offerto di pubblicarle in una apposita rubrica che
istituisce nel suo sito internet. Insomma, sono più attirato dall'obbiettivo immediato.
Per tutto il resto, si vedrà. Non credo molto all'obbiettivo finale.
Ne ho comunque combinata un'altra; altrettanto inutile.
In vero, ho tentato di combinarla.
Ho inviato a IL Giornale, Il Foglio, e al Guardian la equivalente versione in inglese,
l'osservazione che ti riporto di seguito.
Certamente conosci Umberto Eco, e di che stracci va vestito.
[omissis – vedere lettera precedente]
A tuttoggi non ho avuto notizia di echi di nessun tipo alle mie missive.
Immagino sia stato tutto inutile.
A presto.
12.11.2001
A AP
Inutile che io mi soffermi troppo a dirti quanto mi ha fatto piacere risentirti.
E soprattutto, lasciamelo dire subito, sentirti così vitale come ti ricordavo.
A volte il tempo ci stropiccia, ci maltratta, come fa con tutte le altre cose.
Invece no. Ti ho risentito. Mi pareva di sentire la tua voce. Una voce di cui peraltro
non mi ricordo tu abbia mai fatto un uso eccessivo. Eppure il suono mi pare di
ricordarlo. E lo sento famigliare.
Condivido assolutamente quanto dici della TV. Bisogna fare davvero esercizio di
sopportazione ai limiti delle umane possibilità, per superare il fastidio, fino al
disgusto, che suscitano certe esposizioni dei lettori di telegiornali [avrai sentito anche
tu chiamare l'anthracis, " il virus dell'antrace", ad esempio!].
Ci si chiede quindi: ma se sono così approssimativi, questi giornalisti - come
possiamo verificare con sicurezza quando discorrono / riferiscono di argomenti dei
quali abbiamo una buona conoscenza - si può temere che siano altrettanto
approssimativi / disinformati quando ci riferiscono su argomenti che conosciamo
molto meno o per nulla. E allora? Che tipo di informazione somministrano /
distribuiscono, questi "formatori / orientatori" della pubblica opinione? È il motivo
che mi aveva indotto molto tempo fà a non frequentare più i quotidiani
[indisponendo per questo il Prof. Cultrera; te lo ricordi?].
Purtroppo, non è un vezzo dei soli giornalisti, quello di fare disinformazione. L'exMinistro Veronesi, quando si è trovato a dover riferire sulla questione della muccapazza, le prime settimane, ha detto una quantità non indifferente di sciocchezze. E
molti cosiddetti "esperti" interpellati dalle TV, non sono molto esperti, a volte; a volte
sembra addirittura che non lo siano per nulla. Mi chiedo spesso: ma come fà, un
giornalista, o comunque una persona 'non-esperta’ di un argomento, a capire chi, tra i
sedicenti / presunti cultori della materia è un "vero esperto", una persona che ha ben
capito come stanno le cose; e non semplicemente una persona che sì, si occupa di un
certo argomento, ma che non ha mai 'compreso’ il senso di ciò di cui si occupa. Per
noi microbiologi, ad esempio, è piuttosto facile 'capire’ se chi sta parlando di
microbiologia sà veramente ciò di cui sta parlando; o è solo un 'orecchiante'. Ma il
giornalista, l'inesperto, come può cavarsela? Se poi si pensa che chiunque può 'fare
il giornalista’, qualunque sia il suo livello di cultura / incultura [come è ben evidente
del resto anche dalla loro opera in TV o sui giornali]....!
La diffusione delle informazioni dovrebbe essere affidata / consentita solamente a
persone dotate di un livello di cultura piuttosto superiore alla media. I giornalisti
dovrebbero avere conoscenze piuttosto precise in molti campi, credo. E soprattutto /
prima di tutto, avere una precisa nozione di quanto sia difficile / complicato il
percorso verso l'acquisizione della verità; qualunque verità; anche e soprattutto quella
del quotidiano, naturalmente. Bisognerebbe quindi che fossero molto più possibilisti;
molto meno perentori.
Inutile dire che ognuno di noi si trova nelle stesse difficoltà, quando si chiede se chi
ci parla di economia o di storia o di qualunque argomento che conosciamo
incompletamente, 'davvero’ se ne intenda. Ma ciò che fà differire radicalmente la
nostra posizione da quella del giornalista, è che noi abitualmente non andiamo a
scrivere sui giornali, né a far discorsi in TV, con il compito di fornire al pubblico
informazioni quanto più possibili "corrette"; come del resto il pubblico si aspetta. E
come l'onestà professionale richiederebbe.
Non mi dispiacerebbe poter fare qualcosa per cambiare la situazione. Ma sospetto che
non sia possibile con gli strumenti convenzionali. I giornali non ti ascoltano. La TV è
in un empireo fuori portata ai comuni mortali.
Solo Internet, forse, potrebbe consentirci di dare risonanza alle nostre idee.
Bisognerebbe pensarci seriamente.
Anche perché, forse, la vita, quella vera, quella che fa scorrere la storia, è nelle
nostre esistenze individuali, quotidiane, come dici tu; lontano dal frastuono dei
'grandi’ nani che affollano i testi di storia.
Mi spiace per l'infermità di tua madre. Certo comporta un gran sacrificio, accudirla
così completamente. Quanto mi dici sulle sue condizioni mentali, peraltro, è
semplicemente fantastico. Fantastico, poter raggiungere un'età così importante, e
possedere tutta la memoria e l'intelligenza per capire il presente ed aspettare il futuro.
La nostra mente, è la vita. Non credi?
Mia madre, di solo 89 anni, ha perso da tempo la memoria. Completamente.
Non mi riconosce. Non sa che sono suo figlio. Non ricorda di essersi sposata. Nulla,
insomma. Non si può scambiare un'impressione, una riflessione, un pensiero; un
ricordo. Una vita senza ricordi, è del tutto vuota. Di mia madre è rimasto il guscio
soltanto. Quindi, scusami, ma invidio te, che pur con tutte le difficoltà e i problemi
che la situazione ti comporta, puoi 'parlare a tua madre'; e addirittura sentirne lo
spirito ancora giovane. È una grande consolazione, credo.
È vero; i cortili, i giardini "interni" alle abitazioni del centro storico, sembrano
davvero dei miracoli. Mi fermo a volte a sbirciare furtivamente attraverso i cancelli,
quando se ne intravedono le tracce.
Ma debbo anche fermarmi qui; come vedi, non finisco mai di parlare.
Ma mi ha fatto così piacere ritrovarti; che non ti sarà facile sfuggire alle mie
interminabili scritture.
Spero solo di farmi perdonare, inviandoti una nota, suscitata da un'esperienza
balneare della scorsa estate, e che almeno nelle intenzioni dello scrivente, dovrebbe
suscitare un pò di ilarità.
Ciao, a presto,
PS: Come puoi vedere dal mio sito - ancora incompleto - [ vency , è il nomignolo
che mi sono preso andando in pensione, tratto dal mio secondo nome: venceslao] non
sono per niente dalla parte della natura. Anzi. Ma se credi che io possa essere di
qualche utilità al tuo nipote avviato alle Scienze della Natura, non hai che da dirmelo.
12.11.2001
A MC
Carissima M., mi fai una domanda impegnativa, nel tuo ultimo messaggio.
È vero. Potrei risponderti semplicemente si/no. Visto che chiedi discorsi semplici; e
rapidi/immediati. So che non hai tempo. Ma mi è difficile, una volta 'catturato’ un
uditore, lasciarmelo sfuggire così , su due piedi.
Cercherò comunque di superare me stesso, concentrando il succo della questione
[non pretendere un residuo ottico del 36%, però; dovresti accontentarti di RO =
~18%].
Posso infatti sottoporti "frammenti" di lettere e messaggi sull'argomento, scritti in
occasioni diverse.
Non essendo un discorso strettamente coordinato, ma piuttosto "frammentato", si
presta meglio ad una lettura interrotta, casuale, ripresa, reinterrotta; e così sia.
Premetto comunque, che non è tutto quì. Ci sono anche altre motivazioni. Ma si
andrebbe davvero troppo per le lunghe. Non vorrei che mi arrivasse sulla testa una
buona bastonatura, non di natura propriamente elettronica.
Ecco qua.
A - Sì. La libertà l'avevo perduta. Non mi sentivo più libero sapendomi Governato [?]
da una accozzaglia di sostenitori inveterati [più di 50 anni?] di quelle bestie criminali
peggiori dei nazisti che sono stati i comunisti sovietici, quelli cinesi, quelli di polpot,
ecc. ; tutti quanti i comunisti, insomma [sono certo che avrai letto molto
sull'argomento, in lingua originale e non - ad es.: "Le livre noir du communisme",
oppure "Arcipelago Gulag"]; ben compreso quel maiale di togliatti, stando alle
numerose testimonianze in proposito. A costoro si aggiungano cossuttiani puri [ossia
comunisti tuttora], nonchè quelli non ancora convinti del fallimento settantennale
[bertinottiani rifondatori]. Più tutta la manure dei sottocoda prodiani, diniani,
castagnettiani, gli stolti che ridono sempre; ecc., ecc.; e chi più schifezze ha, più ne
metta.
B - Ti confesso che mi meraviglia come una Persona che sente tutto lo strazio e
l'orrore dei "campi di lavoro" nazisti, non senta altrettanto fortemente - e ancora di
più - l'orrore dei "campi di lavoro" sovietici, cinesi, ecc., che in fondo sono costati più
vittime: circa cento milioni di vittime, almeno 4 volte tanto quelle dei nazisti.
Io NON riesco a dimenticare l'orrore nazista. Allo stesso modo non riesco a dimenticare l'orrore comunista. No. Niente ulivo nel becco. Grazie. Soprattutto quando si è
incapaci di ammettere di avere sbagliato tutto e addirittura si guarda ancora da quella
parte. E di pentirsi amaramente per il massacro infinito. Se si è incapaci di avere la
decenza di scomparire dal consorzio 'visibile’ della comunità nazionale e
internazionale. Intendo scioglimento del partito, per manifesta ammissione di delitti
quali, ad esempio 'circonvenzione di incapace’ [i compagni loro], 'imbecillità
costituzionale', complicità nello sterminio di massa e genocidio, 'emulazione riuscita
e perfezionamento del nazifascismo’, ecc. ecc. Seppoi Prodi e soci vogliono passarci
sopra, fregarsene delle vittime del comunismo, e baciare i compagni di casa lingua in
bocca, beh, facciano pure. Evidentemente sarebbero disposti a farlo anche con i
nazifascisti. Ma a me fà orrore l’una e l’altra cosa.
No. Non li accetto. Io sto dalla parte delle vittime. Non riesco a dimenticarle. E spero
di non riuscirci per molto tempo. Credo di stare fermissimamente dalla parte della
civiltà, occidentale; d'oltre atlantico, ovviamente.
C - Si. Ora, mi sento libero. Quanto mi consente la mia modesta cultura - che cerco
comunque continuamente di accrescere. Malgrado i limiti genetici. Sono solo
testardo? Certamente. Ma mi sentivo in pericolo. E umiliato, dall'essere governato da
complici dei peggiori criminali della storia. Si. Ora mi sento libero. Per me e per tutti
gli altri; che non corrono più rischi; almeno per ora. Libero dalla paura. Libero dalla
vergogna, dall'umiliazione.
D - Il rispetto della libertà individuale - e quindi della dignità degli individui - è
incompatibile con l'idea socialista. Ormai l'hanno capito tutti.
E - O gli innumeri magistrati aggregati al carro ulivista – stuzzicati alacremente da tal
Violante [sembra il ritratto emblematico della falsità, della perfidia, del canagliume;
non trovi?]- sono degli emeriti incapaci / imbecilli [di cui peraltro potrebbero
trovarsi facilmente testimonianze multiple] - oltre che disonesti - visto che malgrado
'tutto’ non sono riusciti ad incastrarlo; oppure Berlusconi non ha fatto più porcate di
quante non ne abbia fatte qualsiasi ulivista tipo il Presidente-escremento Scalfaro
[centinaia di milioni imborsettati, senza dir nulla, perché lui ‘non ci stà’ a dire come
se li è messi in tasca], o il presidente Ciampi [miliardini intascati per
Telecom Serbia ?], e così via. Se poi c'è qualcuno che è senza peccato....[tu m'insegni..], ossia che non abbia raccolto migliaia di miliardi dai comunisti russi, per
esempio, in previsione della vendita diretta del Paese all'allegra compagnia sovietica,
lanci appunto quella pietra benedetta.
Pensi che ci siano più probabilità che sappia creare posti di lavoro chi ne ha creati più
di centomila; o chi ha solamente fatto chiacchiere da quando è entrato nelle fila del
partito, di qualunque partito si tratti?
F - Non credo che si debba riconoscere ad ognuno il diritto di esprimere la propria
opinione, comunque, qualunque essa sia. Non accetto che si possa avere il diritto di
professarsi comunisti [dopo che hanno provocato ~ 100 milioni di vittime], nazisti
[dopo i ~ 25 milioni di vittime], non-democratici, no-global-idiocy-socialforastri,
cheguevarastri, talebani, seguaci di binladen, terroristi, e via per queste fogne
criminali.
G - Chissà come, mi torna alla mente una domanda che rivolsi ad un mio
corrispondente e-mailario ….(vedi …).
Non leggerlo dopo cena. Non è propriamente un buon digestivo.
Ciao, a presto
13.11.2001
A GF
Direttore Ferrara, ieri sera ho assistito su LA7 alla frazione di dibattito in cui
Giulietto Chiesa ricordava le previsioni di catastrofismo ecologico tipiche dei fanatici-ambientalisti.
Nel caso non ne fosse al corrente, è appena uscito "The Skeptical Environmentalist:
Measuring the Real State of the World" di Bjorn Lomborg, Professore di Statistica al
Dip. di Scienze Politiche dell'Univ. di Aarhus, Danimarca. Nel libro sono discusse ad
altissimo livello scientifico tutte le fandonie dei fanatici ambientalisti. Il
catastrofismo ne esce sconfitto nel modo più vergognoso.
Una vera pietra miliare.
Se Lei crede, potrei farne una summa.
Comunque, sul Washington Post del 21 ottobre c'è una recensione del volume ‘The
Skeptical Environmentalist’.
Cordiali saluti e buon Lavoro.
Tuesday, 13 November, 2001
A F.
Eccomi.
Del Prof. M. so poco/niente.
Ha /dovrebbe aver pubblicato tra l'altro, assieme a certo P. R. [mi pare notissimo agli
ufologi] "I fenomeni B.V.M. Le apparizioni mariane in una nuova luce" (Mondadori, Milano 1990) . Ma nel sito della Mondadori non ho trovato traccia del libro.
Come non esistesse. Non è nemmeno citato tra quelli non più in commercio.
Ho visto che è un ….[omissis]
Ho letto nel sito STARGATE http://www.edicolaweb.net/ss000442.htm un suo articolo: 'La
portaerei Italia’, che non m'è piaciuto molto. Dopo aver elencato le diverse decine di
basi NATO in Italia [ma quante ce ne siano negli altri Paesi NATO non lo so proprio
- quindi non posso farmi un'idea del relativo affollamento sul territorio nazionale],
dice nelle conclusioni: "..... L’Italia possiede, si fa per dire, due terminali del
DSDC (Defense Satellite Communications System) la difesa satellitare globale. Uno
a Napoli e l’altro a Coltano (Livorno, sotto Camp Darby) ma il cuore di tutte le
operazioni appare essere Aviano, dove la NSA (National Security Agency), bestia
nera di chi ama la privacy, dirige l’ESC, cioè il Comando della sicurezza elettronica
delle forze alleate. In altre parole, il controllo via satellite di tutto ciò che si muove
sulla superficie terrestre italiana.
Da tale scenario si evince facilmente che le basi Americane sul nostro territorio, alla
faccia dell’ospitalità, sono troppe, come sono troppe le ingerenze che gli USA, negli
ultimi tempi, hanno portato avanti sul territorio nazionale: a partire da Ustica
(Sigonella), per finire ad Aviano, interferendo gravemente nelle politiche nazionali,
da operazioni sul terrorismo ad operazioni riguardanti la nostra sicurezza nazionale.
Che almeno lascino a noi i nostri UFO e non ficchino il naso in cose al di fuori del
loro mandato. Oppure gli UFO in Italia sono un problema che il Governo italiano ha
demandato ad uno straniero? Io comincerei a meditare su questa possibilità."
Traspare, mi sembra, la tipica posizione cripto[non tanto]-anti-atlantica dei soliti
menagramo comunisti. Il Mal. non si espone troppo esplicitamente. Ma sono discorsi
di intonazione abbastanza orientata politicamente; mi pare. La NATO, come noto,
non è un organismo che abbiamo 'sulla testa’, contro la nostra volontà, ma cui
abbiamo aderito volontariamente il 4/4/49; che ha come "..obbiettivo prioritario la
salvaguardia della sicurezza e della libertà degli Stati firmatari, attraverso mezzi
politici e militari, conformemente ai principi dello Statuto delle Nazioni Unite...." e
nel cui Organo principale, il Consiglio Nord Atlantico, che si riunisce
settimanalmente, abbiamo ovviamente rappresentanti permanenti, come ogni Stato
membro; nella cui Assemblea Parlamentare vi sono 18 rappresentanti del Governo
italiano;ecc. ecc. [http://www.camera.it/attivita/relazioni/02.delegazioni/03.Nato.asp].
Insomma, sono propenso a credere che sia molto meglio per noi trovarci nel gruppo
dei Paesi NATO, in quanto a difesa nazionale, piuttosto che soli soletti - situazione
certamente più importante, quando ancora c'era la minaccia incombente dell'URSS, è
indubbio. Ma il Mal. pare lamentarsi per l'eccessivo numero di testate nucleari che
c'erano in Italia; potrebbe anche essere come dice; ma di fatto, la strategia adottata
dalla NATO/USA ci ha protetto dall'eventualità di attacchi URSS [l'URSS certamente
sapeva meglio di noi quante testate erano a sua disposizione - si fa per dire - sul
nostro territorio]. Inoltre, siccome disgraziati tipo binladen sono sempre in
circolazione, meglio avere le spalle al sicuro.
Eppoi, è così sicuro che la questione UFO sia talmente 'chiara’ da non suggerire l'opportunità di una certa sorveglianza anche da parte della NATO? Se la NATO non è
certa della natura / provenienza degli UFO, deve per statuto, occuparsene.
Insomma, queste osservazioni finali non mi piacciono. Ma poco importa.
Mi interesserebbe leggere comunque l'articolo che certamente scriverà per illustrare i
dettagli della sua relazione alla Mostra Mercato di Viareggio. Una scelta, questa di
fare rivelazioni alla Mostra mercato sulla magia, che mi lascia alquanto perplesso, in
ogni caso. Tu cosa ne pensi, F.? Non ci sono sulla piazza tribune più autorevoli?
Ho comunque il suo e-mail address, e gli chiederò una copia della relazione.
Ciao, a presto.
14.11.2001
AM
Ho letto sul Carlino del 3 c.m. che Lei ha presentato un' interpretazione avanzata
sulla natura / significato dei crop-circles. Mi farebbe una vera cortesia se volesse
inviarmi una copia della Sua Relazione, e/o un Suo testo esaustivo sull'argomento.
La ringrazio per la cortese attenzione.
November 15, 2001
A F. (lettera convenzionale)
il M. ha risposto immediatamente: “ Sto preparando un articolo per la rivista Stargate in collaborazione con altri esperti di settore proprio in queste ore. L'articolo
dovrebbe uscire in dicembre sulla rivista Stargate che ritorna in edicola. Non appena
avrò terminato l'articolo ne invierò via e-mail una copia anche a lei. È probabile che
l'articolo pubblicato risulti diverso per tagli e modifiche redazionali ma il succo della
questione sarà lo stesso.
A presto risentirci. Mal.”
Avremo dunque la possibilità di esaminare da vicino l'interpretazione-bomba della
quale mi informavi la scorsa settimana.
Vedo che sei sempre 'sui giornali’ e me ne compiaccio. Anche perché è sempre per
motivi più che rilevanti e molto positivi, per te, e soprattutto per la comunità che ti
segue e così si arricchisce dentro.
Ieri la TV ha mostrato la gioia degli afgani dell'Alleanza del Nord arrivati a Kabul.
La festa. Vedere questi esseri, dall'aspetto di caproni sporchi, ridere di una gioia forte,
come di una liberazione esaltante, saltare, ballonzolare, con le radioline attaccate
all'orecchio ad ascoltare le loro musichette per una vita quotidiana; finalmente liberi
dall'obbligo di portare la barba, che si facevano tagliare così , con il rasoio 'secco’; le
donne che si toglievano il burqua, i bambini che saltavano e saltavano, la felicità
negli occhi, dei bambini e dei caproni che saltano; la festa. È stato emozionante. Viste
come questa mi riempiono la giornata e la vita. Evviva. Quanto è bella la felicità.
Come si comunica, anche da quei visi di caproni sudici, attraverso questo sogno della
tecnica che è la televisione. Si, queste cose mi bastano per vivere. Uomini che si
liberano finalmente da una schiavitù 'divina’; che bellezza. Evviva. La gioia della
liberazione è vita che si diffonde nell'aria, oltre lo spazio. Finalmente liberi;
finalmente felici. Dio non c'è più, a rompere le scatole. Che liberazione!
Spesso ho bisogno di sentire intorno qualche discorso sensato. Ieri sono stato
fortunato, ancora una volta. " The truly moral person is the one who does the right
thing without any promise of reward or threat of punishment - without engaging in a
cost-benefit analysis." [La persona veramente morale è quella che fa le cose giuste
senza alcuna promessa di ricompensa o paura di punizione - senza farsi coinvolgere
in un'analisi di costi-benefici (relativi alla scelta)]. La piccola semplice affermazione
che condivido in assoluto, è tratta da una pagina del libro "Letters to a Young
Lawyer" [Lettere ad un giovane avvocato], di Alan Dershowitz, che afferma nella
presentazione: "... the truly moral person is the atheist who behaves well." [la
persona veramente morale è l'ateo che si comporta bene.] Fare qualcosa perché Dio
ha detto di farla, non fa di una persona una persona morale....La disponibilità di
Abramo a sacrificare il figlio Isacco perché Dio gli aveva detto di farlo, non rende
Abramo una persona morale; ma solo una persona obbediente. ..Troppa gente abdica
alla propria responsabilità morale in nome di Dio; come Abramo. [è sempre
Dershowitz che parla].
Tra questi discorsi di Dershowitz e la festa degli afgani, ci sta anche il motto che ho
raccolto in un viaggio a Orlando, in Florida, frutto dello spirito studentesco
Americano, che tengo qui davanti "..un uomo senza Dio, è come un pesce senza
bicicletta..". Nient’altro. Perfetto.
Finalmente liberi.
Quando vedo questi poveri islamici a cul-per-aria, che 'pregano’ una fanfaluca, un'
inesistente entità mutuata dal cristianesimo da quel cretino di Maometto, non riesco a
trattenermi dall'irriderli. Mi fanno pietà, in realtà. Che fessi, mi dico; sono ancora lì.
Ma possibile essere così fessi? Leggo un pò di Corano, e mi accorgo - sono forse in
errore? - che è peggio del Libretto Rosso di Mao. Ma come è possibile che individui
adulti, non riescano ad essere mentalmente autonomi rispetto ad una semplificazione
dell'esistenza adatta più a pecorari [scanii, anche] e cammellieri sbrindellati?
Sì, è possibile essere così fessi.
Basta vedere cosa succede a casa nostra. Questi cattolici che peccano avidamente, poi
si ritirano qualche minuto in un bugigattolo un pò sporco con un tale detto prete, e ne
escono lindi - secondo loro, ma in realtà è una inqualificabile / inaccettabile infamia lavati di ogni soperchieria, di ogni malaffare, di ogni gesto delittuoso. O addirittura si
mangiano la carne e si bevono il sangue [secondo loro] di un Dio fattosi umano. Altra
orrenda bestialità, di cui almeno gli islamici fanno a meno. Eppoi, sempre a mostrare
quel povero cadavere inchiodato sulla croce, dappertutto, nei ricoveri, nelle chiese,
nelle scuole, al collo delle signore e dei signori. Ma insomma, basta con questa
schifezza del morto inchiodato. Forse che se non si fosse fatto inchiodare, a loro non
sarebbe bastato che 'il figlio di Dio’ fosse addirittura venuto da queste parti per
spiegare loro qualcosa? Doveva proprio farsi inchiodare, per convincerli? Ma non è
una vergogna, che solo perché inchiodato, gli si creda? Insomma, tutta questa
spazzatura, bisognerebbe liberarsene. Accidenti!
Leggevo proprio in questi giorni una pagina del Times " La Neuroteologia tende a
dimostrare che la religione è tutta nella nostra mente" [Anjana Ahuja]. Le
considerazioni sono tratte da un paio di libri che non mi dispiacerebbe leggere:
"Religion Explained" [La Religione Spiegata] di Pascal Boyer, un antropologo
dell'Università di Washington, che sostiene "..non è stato dio che ha creato il
nostro cervello, ma il nostro cervello che ha creato dio..". Il secondo è " Why
God Won't Go Away" [Perché Dio non vuole andarsene via], di Newberg & d'Aquili,
dell'Università della Pennsylvania; dicono che le condizioni mistiche si riproducono
facilmente stimolando determinate zone del cervello con dispositivi meccanici o elettromagnetici. E dio non se ne va altrove, perché è nella natura, nella struttura e
composizione del nostro cervello la possibilità / capacità di dare origine all'idea di
dio. Quindi, anche in questo caso, potrà intervenire definitivamente la tecnologia
collegata all'ingegneria genetica, cui potrà - speriamo - essere affidato l'incarico di
'togliere’ i geni 'sbagliati’, a sollevarci del problema della divinità; e convertirci in
atei morali.
Uno psicologo dell'Università del Kansas, Daniel Batson, dice che la religione è
qualcosa di più di ciò che accade nel cervello [il termine 'brain', è meglio, mi pare]:
"Dire che è il cervello a produrre la religione, è come dire che è il pianoforte a
produrre la musica."
Già. Ma come pare che diversi ricercatori abbiano ampiamente osservato - mediante
Elettro Encefalo Grafia, Tomografia ad Emissione di Protoni, Risonanza magnetica,
Tomografia Computerizzata ad Emissione di Fotoni Singoli - sottoponendo il
cervello a stimoli appropriati, si riproducono le esperienze 'religiose / spirituali’ [stato
di grazia, nirvana, ecc.] vissute / descritte dai frati francescani come dai monaci
tibetani, ecc.ecc.
Ma anche il pianoforte, se non è stuzzicato opportunamente nei tasti adatti e con i
tempi adatti, non dà musica. O sbaglio?
Il cervello, il brain, è una mechinery, un meccanismo che elabora gli stimoli, producendo bellezza o immondezza, in funzione degli stimoli che riceve. Esattamente
come mi pare si possa dire che accade per qualunque altra cosa. Pianoforti, tromboni,
violini e altri simili attrezzi.
Ma non sarà anche per questo, per questa nostra [non mia] incapacità di essere atei e
comportarci moralmente, che gli extraterrestri ci tengono a distanza? Non sarà, per
caso, che questa nostra incapacità di essere atei e morali, denuncia un sottosviluppo
mentale fastidioso, tenebroso, inaccettabile per ogni eventuale visitatore dallo spazio,
che abbia superato o comunque non sia vittima di questo tipo di vincolo? Non
saranno per caso degli atei-morali, i nostri amici dall'universo?
Non sarà proprio per questa generale condizione, che tante cose, anche dalle nostre
parti, non vanno per il verso migliore?
Non ti pare che se fossimo atei e morali, saremmo necessariamente migliori?
Debbo riflettere, su tutte queste cose che ho tirato fuori.
Aspetto i tuoi commenti.
17.11.2001
A CP
Come da Suo gradito suggerimento / invito, Le trasmetto in allegato la versione
inglese della Nota 'Terrorists at Home’ , che potrebbe trovare posto nel Suo sito in
THE UNEDITED.
La versione in italiano dovrebbe essere già in Suo possesso.
Gradisca i più cordiali saluti.
19.11.2001
A PM
Cosa ne pensi dell'auditorium Paganini?
Non ti pare che 'esternamente’ faccia schifo?
E musicalmente / acusticamente?
20.11.2001
A MS
Mi illudo che tu abbia inteso stabilire in qualche modo - non del tutto insolito, forse un contatto con questo 'vecchio’ amico. Mi sono illuso anche [lo confesso - ma forse
lo sai benissimo - sono un pò ingenuo] di essere uno dei sette principali tuoi amici. Di
quelli cui hai inviato i tuoi graziosi messaggeri.
Comunque sia, puoi essere certa della mia incondizionata amicizia.
Grazie, per esserti fatta sentire, M.
Quando ho letto il tuo nome, lì, per intero, chiaro; alla perplessità / quasi-incredulità,
è subentrata la contentezza.
Ciao, buona giornata.
20.11.2001
A AP
Anch'io ho difficoltà con l'inglese. Ma ormai non spero più di venirne a capo. Ho
frequentato lezioni individuali, con insegnanti inglesi, australiane, Americane. Sì, sì,
tutto bene, mi dicevano. Ma in realtà, mi rendevo conto che non era proprio così ,
quando ho dovuto discorrere con autentici anglofoni. Che a volte sembra pure che si
impegnino per rendersi meno comprensibili. Ricordo che al Convegno di Tabiano del
'78, Jarvis, parlava senza togliersi la pipa puzzolente di bocca. No. Non era facile
comprenderlo. In Heinz c'era un irlandese trasferito a Pittsburgh, che non aveva un
eloquio molto intelligibile. Eppure, una sera ci siamo incontrati a cena, a Boise,
nell'Idaho, e siamo riusciti in qualche modo a discorrere [anche con il contributo
sostanziale della moglie, però]. Era gentile, dopo tutto. Fu lui a insistere che non
lasciassi gli States senza visitare Washington; e dati i suoi poteri, telefonò subito alla
Segretaria di prepararmi i biglietti aerei e le prenotazioni alberghiere. Solamente, il
suo linguaggio era quasi del tutto incomprensibile.
Lo sapevi che sono andato diverse volte negli USA? Nell'87 ho fatto in auto il percorso da New York a S. Francisco, in auto, con mia moglie e Fabio, il più giovane dei
miei due figli. C'è voluto circa un mese. Ma ne è valsa la pena. Comunque, tornando
all'inglese, sono convinto che non farò alcun progresso, se non andrò a vivere per
qualche mese negli States. Non vedo alternative. Accetto la conoscenza
approssimativa della lingua, perché mi consente malgrado tutto di leggere - che mi
riesce abbastanza facile - e scrivere cose che possano essere lette / comprese in tutto
il mondo. Non serve a molto, il nostro italiano. Eppoi, gli italiani mi hanno sempre
piuttosto snobbato; professionalmente. Sono stati soprattutto Americani, gli studiosi
che mi hanno dato più credito; a parte qualche eccezione. Eppoi, ogni cosa accade
prima negli States. Quindi è lì che ci si può dissetare, senza arrivare troppo in ritardo.
A volte libri anche molto importanti, sono tradotti dopo anni e anni. È inaccettabile.
Questo per dirti che capisco benissimo le tue difficoltà e perplessità. Piena
comprensione.
Ciao, buona giornata.
21.11.2001
A AP
Convengo su una quantità delle tue argomentazioni.
Chat, catene di qualche santo girovago, ecc. Polvere di strada.
Convengo sulle e-mail che sono quasi identiche alle lettere 'tipiche della nostra
giovinezza’.
Trovo che sia molto confortevole, parlarsi e ascoltarsi; incontrarsi.
Eppoi con questa singolare velocità . In un attimo ci si raggiunge. A qualunque
distanza. Fantastico: sentire la voce di specialisti di ogni materia, in qualunque parte
del pianeta. È un modo diverso di esistere.
Non condivido il tuo suggerimento del latino, per un motivo tristemente semplice:
non ne ricordo una sola parola.
Sono tentato di inviarti qualche mia poesia. Ma sono certo che le tue traduzioni
saranno migliori dei miei originali. Sono curiosissimo. Sei la prima Persona che fa
una cosa simile. Sei piuttosto straordinaria.
Credo che saremo sempre più amici. Lo spero. Ci conto.
A presto.
22.11.2001
Ad AA
Amico mio e d'altri ancora; certamente moltissimi.
Spero che ogni cosa vi scorra per il suo verso; o almeno ne abbia trovato uno tollerabile.
Ho trovato questa indicazione: 'Is the Precautionary Principle Justiciable?' Elizabeth
Fisher, pp. 315-334 http://www3.oup.co.uk/envlaw/hdb/Volume_13/Issue_03/130315.sgm.abs.html
ed ho pensato che forse tu e/o la SS abbiate accesso a questa rivista: Journal of
Environmental Law, Volume 13, Issue 3, pp. 315-334, cui io invece come è ben
evidente non ho accesso. Se trovi il tempo - ed hai la possibilità - di tirar fuori questo
articolo, non mi dispiacerebbe leggerlo.
Ciao, un abbraccio a tutti.
23.11.2001
M. carissima,
non è nelle mie intenzioni suscitare preoccupazioni supplementari in nessuno. Anzi.
Il mio atteggiamento è principalmente quello di contrastare il catastrofismo degli
ambientalisti fanatici, che sostengono che solo ciò che naturale è bello e buono, e
tutto ciò che è inventato dall'uomo è negativo e infernale. Come ben sai
[www.vency.com] io ritengo che la verità sia del tutto all'opposto. Ritengo che i
catastrofisti fanatici siano dei piccoli insulsi talebani ignoranti. Che la vera situazione
del pianeta sia migliore oggi più che non sia stata mai e che sia avviata ad un
continuo miglioramento. Suggerivo infatti la lettura del volume The Skeptical
Environmentalist, proprio perché anch'esso sostiene, con documentazione scientifica
di livello matematico-statistico (ossia, il più prossimo possibile alla attendibilità), che
appunto il mondo non è mai andato bene come ora. E proprio per effetto dell'attività
dell'umanità pensante. Questo è un messaggio di grande ottimismo; basato sui fatti,
sulla situazione reale; e quindi molto confortevole.
Non sulle bubbole politiche, di fanatici contrari al progresso, alla scienza, allo
sviluppo generale del pianeta. Sono, gli ambientalisti fanatici - e i loro stretti parenti
no_global - , vittime di una sindrome paranoide, che andrebbe assogettata a
conveniente terapia farmacologica e forse a qualche salutare bastonatura lieve, che
preferiscono le catastrofi - manifestazioni infatti di violenza - perché in esse si
trovano nel loro proprio fangoso medium.
Sto facendo la traduzione della recensione del libro di Lomborg apparsa sul
Washington Post. Che ti invierò. Ma vorrei anche raccogliere un 'florilegio’ di
osservazioni, di fatti, dal libro di Lomborg. Che è troppo ricco per essere costretto nei
limiti di una recensione.
Ciao,Buona giornata.
26.11.2001
A SQ
Sto facendo una breve [ci credi?] SUMMA del libro di Lomborg, utilizzando solo
frazioni del suo testo.
Ne farò anche una versione in italiano. Quale preferisci?
Un abbraccio, con sto freddino non guasta.
27.11.2001
Ad A.
Ti ringrazio moltissimo per avermi espresso il tuo parere sulla questione lievito +e.
Mi pare oltremodo convincente. Me lo studierò un poco, comunque, per imparare e
meglio capire.
Sono dispiaciuto immensamente per tutta la serie di afflizioni che ti sono rotolate
addosso. È enorme. Stai attraversando evidentemente un periodo molto difficile. Vorrei esserti di qualche utilità, ma non vedo proprio come. M., che atteggiamento ha nei
confronti dei farmaci? Te lo chiedo perché mi pare di capire che SOLO i farmaci
possano portare fuori dalla depressione [come da altri disturbi della psiche]. E posso
senz'altro chiedere suggerimenti in proposito a mio figlio Fabio, che come forse
ricordi, si sta specializzando in psichiatria, ed ha a che fare quotidianamente con
pazienti depressi.
Anche E. è uscita dalla depressione, assumendo farmaci in quantità molto modesta,
ma per lungo tempo.
I tuoi ragazzi come stanno? Spero che almeno da quel lato tu sia tranquillo.
Entro la settimana vengo alla SS e certamente a salutarti, se sarai in sede.
A presto.
29.11.2001
A X, XX
Come ti avevo promesso, ti unisco una recensione che ho apprestato negli ultimi
giorni, del libro di cui ti avevo segnalato l'uscita circa due mesi fa, e che considero di
grande interesse: ' The Skeptical Environmentalist.The Real State of the World' di
Biorn Lomborg, Cambridge Univ. Press, 2001.
L'intenzione è di sdrammatizzare la visione catastrofica del nostro pianeta, distorta e
irreale, che gli ambientalisti ci hanno somministrato per anni. I fatti smentiscono gli
ambientalisti. Il pianeta sta relativamente benone. E sono certo che un pò di realismo
non guasti. Ancora per molto tempo, sembra proprio che saremo vivi.
Spero anche di fugare così , almeno in parte, certi timori che poteva aver suscitato la
mia precedente filippica sull'importanza degli antiparassitari naturali e sintetici.
Purtroppo, non mi è riuscito di evitare la raccolta di un numero di informazioni che
mi pareva necessario richiamare. Il testo ha una certa lunghezza. Però l'ho diviso in
due parti. Si può leggere solo la prima, che è più breve. Anche se spero che l'appetito
venga leggendo.
Tutte le obiezioni sono oltremodo gradite.
Spero che tu stia bene, e che ogni cosa scorra per il suo verso.
Wednesday, 28 November, 2001
‘THE SKEPTICAL ENVIRONMENTALIST.
Measuring the Real State of the World’ by Bj rn Lomborg, 2001, Cambridge
University Press, 515 pages, $69.95; paperback $27.95
[Prima Parte]
Dopo aver esaminato con grande accuratezza la letteratura scientifica sui temi che
sono maggiormente portati avanti dalla litania catastrofista dei vari GreenMovements , da membro attivo di Greenpace, Lomborg diventa un fermo e
documentato assertore della distorsione della verità e dell'inconsistenza scientifica di
cui è farcita praticamente tutta la litania ambientalista.
Ne dimostra come e perché in un testo di oltre 350 pagine fitte di argomentazioni
stringenti, arricchite da 173 Figure, 9 Tabelle e circa 3.000 citazioni bibliografiche.
Caratteristica del testo è l'apporto matematico-statistico dell'Autore [Professore di
Statistica al Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università danese di Aarhus] e del
suo gruppo di studio, oltre al suo coinvolgimento critico da left-winger, come lui
stesso si definisce.
Lomborg dice chiaramente che ha scritto questo libro perché è convinto che la
democrazia funzioni meglio se ogni individuo può accedere a informazioni della
migliore qualità possibile. Non è nell'interesse della società discutere di argomenti
così rilevanti come l'ambiente, dice Lomborg, basandosi su situazioni mitologizzate,
invece che sulla situazione reale.
'Una brutta storia è una buona notizia’, recita un manuale di giornalismo. Ed è così
che la stampa si è ampiamente soffermata ad illustrare i danni provocati da El Nino
nel 1998, ad esempio, stimati in 4 miliardi di dollari, ma non ha fatto cenno ai
benefici che sono derivati direttamente da El Nino, stimati in 19 miliardi di dollari.
Anche le Organizzazioni ambientaliste sono interessate ad accreditare un' immagine
la peggiore possibile delle condizioni mondiali, poichè anche loro sono gruppi di
interesse come tutti gli altri, e riescono in tal modo piu facilmente ad attirare mezzi
economici verso la loro causa.
Ne consegue che le condizioni dell'ambiente, così come accreditate dalla stampa e
dalle Organizzazioni ambientaliste, sono una Litania di lacrimevoli lamenti
sull'incombente catastrofe che dovrebbe sconvolgere a breve il pianeta. Tutti miti,
dimostra Lomborg, che non reggono ad un esame critico condotto sulla base delle
conoscenze scientifiche disponibili. E porta all'attenzione diversi casi emblematici.
Valga per i tanti, il seguente, piuttosto pittoresco, oltre che tragico.
Il WWF non aveva visto l'ora, in occasione degli incendi che avevano colpito
l'Indonesia nel 1997, di dichiarare il 1997 'anno mondiale degli incendi’, sostenendo
che in quell'anno erano bruciate più foreste che in qualunque altro periodo storico, e
offriva alla stampa questo messaggio: "I due terzi delle foreste del pianeta sono
perdute per sempre." Il Presidente del WWF, Claude Martin, aveva addirittura
affermato "questa non è un'emergenza, ma è un disastro planetario". La realtà era
invece ben diversa. In quell'anno 1997 andò a fuoco all'incirca l'uno percento soltanto
delle foreste Indonesiane; e non c'era alcun motivo per ritenere il '97 un anno
particolare in tal senso, né per l'Indonesia, né per il pianeta in generale [NASA,
1997]. Lomborg in quell'occasione telefonò alla sede del WWF in UK, chiedendo di
poter leggere il Rapporto sulla base del quale venivano fatte tali asserzioni. Gli
risposero che non era mai esistito alcun Rapporto in merito. Tuttavia, il WWF
appesantiva la situazione affermando - sulla base di tale 'Rapporto inesistente’ - che il
tasso di distruzione delle foreste era andato aumentando negli ultimi 5 anni, e
continuava ad aumentare. Al contrario, da un Rapporto delle Nazioni Unite, risulta
che negli anni '80 il tasso annuo di deforestazione era dello 0.346%, mentre nei primi
anni '90 era sceso allo 0.32%. Il WWF affermava altresì che in nessun luogo la
deforestazione era più imponente che in Brasile, ove il tasso annuale di deforestazione era anche il più elevato del pianeta. In realtà, il tasso di deforestazione in
Brasile è tra i più bassi della terra, almeno per le foreste tropicali: secondo le Nazioni
Unite il tasso di deforestazione in Brasile è dello 0.5% annuo, di contro ad un valore
medio dello 0.7% annuo per tutto il pianeta [FAO, 1997]. La FAO ha addirittura
stimato che nel 1950 vi fossero sulla terra un totale di 40.24 milioni di Km² di foreste, saliti nel 1994 a 43.04 milioni di Km².
Ma veniamo alla condizione reale del pianeta, come esce dall'analisi stringente di
Lomborg.
La civilizzazione è consistita, negli ultimi 400 anni, in un progresso fantastico e
ininterrotto. Per gran parte dei circa due milioni di anni dacché ci aggiriamo sul
pianeta, la durata media della vita è stata di 20-30 anni. Nel secolo appena passato, la
durata attesa della vita si è più che raddoppiata, fino a raggiungere un valore medio
[Paesi sviluppati e Terzo Mondo] di 67 anni.
I bambini non muoiono più come mosche [~50% di mortalità], ma la mortalità
infantile è scesa al 5%, e continua a decrescere. Non siamo più malati cronici, che si
aggirano con il fiato puzzolente e i denti marci, piaghe infette, eczemi, croste, ecc.
Abbiamo più alimenti a disposizione, malgrado sia aumentata di molto la
popolazione mondiale; le popolazioni del Terzo Mondo dispongono ora del 38% in
più di calorie. La frazione di popolazioni che soffrono la fame è scesa dal 35% al
18% e si prevede che entro il 2010 si ridurrà al 12%. Nel frattempo si alimenteranno
adeguatamente più di 3 miliardi di persone.
Abbiamo sperimentato un miglioramento senza precedenti di prosperità. Nel corso
degli ultimi 40 anni ognuno, nel Terzo come nel resto del mondo, è diventato più di
tre volte più ricco. In prospettiva è un aumento straordinario. Gli Americani sono
addirittura diventati 36 volte più ricchi, negli ultimi 200 anni. Abbiamo ora accesso a
molti più comforts, dall'acqua potabile ai telefoni, ai computer, alle automobili. È
aumentata la scolarizzazione e la diffusione della cultura; nel Terzo Mondo
l'analfabetismo è sceso dal 75% a meno del 20%; lo standard dell'educazione nel
Terzo Mondo e in quello industrializzato è aumentata tremendamente - l'istruzione
universitaria è aumentata, nel Terzo Mondo, del 400 percento in 30 anni.
Non stiamo perdendo le nostre foreste; non stiamo per rimanere a secco di energia, di
materie prime o di acqua. L'inquinamento atmosferico è molto diminuito nelle citta
dei Paesi industrializzati, ed è avviato nella stessa direzione nelle città del Terzo
Mondo. I nostri oceani non sono stati rovinati; i nostri fiumi diventano sempre più
puliti e ospitano sempre maggiore vita animale e vegetale; e anche se l'apporto di
nutrienti in molte acque costiere - come quelle del Golfo del Messico - è aumentato,
non ha creato problemi molto preoccupanti e anzi sono risultati maggiori i benefici
dei costi.
La sistemazione dei rifiuti solidi non è un grande problema. I rifiuti di tutti gli USA
che si accumuleranno fino al 2100 potrebbero essere depositati in un unico sito
quadrato con poco più di 22 Km di lato - equivalente ad un quarto circa della contea
semidesertica di Woodward, nell'Oklahoma.
Si è dimostrato che non è vero che le piogge acide uccidano le nostre foreste. Non è
vero che animali e piante siano estinti e si vadano estinguendo a velocità tale da
sparire del tutto entro i prossimi 50 anni; ma se ne è estinto solo lo 0.7%.
Il problema dell'ozono è ormai avviato a definitiva soluzione.
Il riscaldamento globale in corso non è poi un evento così catastrofico come si
vorrebbe fare apparire, ma addirittura i vantaggi non sono pochi e ci sono buone
ragioni per credere che i nostri consumi energetici saranno indotti dalle circostanze a
cambiare verso fonti di energia rinnovabili entro la fine del secolo. Sarebbe
catastrofico sprecare risorse immani per contenere le emissioni di anidride carbonica
al fine di limitare l'aumento della temperatura globale di quella quantità trascurabile
che si otterrebbe con l'osservanza del Protocollo di Kyoto [un vero disastro economico/matematico] invece di impiegarle per aiutare i Paesi in via di sviluppo e per
stimolare le ricerche di fonti energetiche alternative.
Infine, il nostro rifiuto dei pesticidi è malriposto e sarebbe controproducente. Sia
perché provocherebbe uno spreco di risorse e un aumento della diffusione del cancro.
Sia perché le cause del cancro non sono da ricercare nei pesticidi, ma nel nostro stile
di vita.
Infine abbiamo più tempo libero, maggiore sicurezza e minori infortuni; i guadagni
reali sono maggiori; minore è la povertà; abbiamo più alimenti, più salute e una vita
più lunga.
Questo, dice Lomborg, è lo stato reale del pianeta.
Questa è la fantastica storia dell'umanità; e "non riconoscere questi benefici, è semplicemente immorale".
_____________________________________________
[Seconda Parte]
PIÙ IN DETTAGLIO
L'umanità ha fatto grandi progressi in tutti i campi misurabili.
Ciò non vuol dire che la situazione sia la migliore possibile. Nel 1970, il 35% della
popolazione dei Paesi in Via di Sviluppo [PVS] soffriva la fame. Nel 1996 tale percentuale era scesa al 18% e le Nazioni Unite [UN] si aspettano che scenda al 12%
entro il 2010. Questo è un ottimo miglioramento: 237 milioni di persone in meno che
soffrono la fame. Oggi, circa 2 miliardi di persone hanno di ché alimentarsi a
sufficienza. La situazione alimentare è infatti molto migliorata, ma ancora nel 2010 ci
saranno 680 milioni di persone che soffriranno la fame: questa situazione non è
soddisfacente. Quindi occorre adoperarsi perché un minor numero di persone
soffrano la fame. Questo dev'essere il nostro impegno politico, dice Lomborg. Ma il
fatto che la situazione continui a migliorare, significa che siamo sulla strada giusta.
POPOLAZIONE MONDIALE
Nel 1999 si è oltrepassata la soglia dei 6 miliardi di persone. L'aumento della
popolazione mondiale è dovuto soprattutto alla enorme diminuzione della mortalità
come risultato dell'aumentato accesso all'alimentazione, alle medicine, all'acqua
potabile e all'igiene generale.
'Non è che le persone si siano messe a riprodursi come conigli, ma hanno smesso
di morire come mosche’ [Adamson, 1999].
SPERANZA DI VITA
Il cittadino dell'Impero Romano viveva solo 22 anni, in media. L'attesa di vita della
popolazione mondiale nel suo insieme era di 30 anni nel 1900. Nel 1950 la vita media
era di 46.5 anni e nel 1998 è diventata di 67 anni.
Nei PVS, nel 1950 la vita media era di 41 anni e nel 1998 era già di 65 anni [UN
Human Development Report, 2000]. La vita media è più che raddoppiata rispetto a
100 anni fà; la diffusione delle malattie si è molto ridotta.
Nei PSV si ha oggi la stessa mortalità infantile che nei Paesi Industrializzati [PI]
avevamo nel 1950.
Sostanzialmente, la vita e la salute sono migliorate in tutto il pianeta.
ALIMENTI
Secondo le UN si produce oggi il 23% di più di alimenti pro capite, di quanti non ne
producessimo nel 1961; e nei PSV la produzione agricola è aumentata del 52% pro
capite [FAO, 1961-1999]. Globalmente, la frazione di popolazioni che soffrono la
fame è scesa dal 35% al 18% e si ritiene che scenderà al 12% entro il 2010.
Il frumento è oggi più di dieci volte più a buon mercato di quanto non sia stato nei
precedenti 500 anni. La Rivoluzione Verde [consistente nell'irrigazione controllata,
nell'impiego di fertilizzanti e di pesticidi e in una maggiore capacità professionale
degli agricoltori, ciò che ha portato ad ottenere raccolti molto più abbondanti]
rappresenta una pietra miliare nella storia dell'umanità: la produzione di riso è
aumentata del 122%, quella di mais del 159%, quella del frumento del 229%, ecc.
La produzione nei PSV è triplicata; l'assunzione di calorie pro capite è aumentata del
38%.
La FAO stima che la produzione continui ad aumentare dell'1.6% annuo nei PSV,
almeno per i prossimi 15 anni. Sempre la FAO calcola che fino al 2030 ci saranno più
alimenti per sempre maggiori popolazioni. Secondo FAO, IFPRI, USDA e la Banca
Mondiale, la malnutrizione è destinata a diminuire costantemente e l'assunzione di
calorie pro capite ad aumentare.
POVERTÀ / DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA
Secondo le UN negli ultimi due decenni la povertà è stata drasticamente ridotta
nell'Asia Orientale: si è passati da sei persone su dieci che disponevano di meno di 1$
al giorno negli anni '70, a due su dieci negli anni '90.
Un analogo sviluppo non si è avuto in un decimo della popolazione mondiale,
secondo le UN. Questo decimo vive nelle nazioni della ex-Unione Sovietica e nei
Paesi Arabi ricchi di petrolio.
Nei Paesi a minor reddito, solo il 40% aveva accesso ad acqua potabile nel 1975; nel
1990 la percentuale è salita al 62%.
Nei PSV il numero di anni passati a scuola sono raddoppiati negli ultimi 30 anni, da
2.2 nel 1960 a 4.2 nel 1990 [UNESCO, 2000]. Il numero di persone con educazione
universitaria nei PSV è quasi quintuplicato.
Il numero di ore di lavoro si è dimezzato, negli ultimi 120 anni.
FORESTE
Russia, Brasile, USA e Canada totalizzano assieme più del 50% delle foreste della
terra.
Globalmente, ci sono tre volte più foreste che terreni coltivati [WRI, 1966].
L'Europa ha perso la maggior parte delle sue foreste durante il Medio Evo, sia per
farne terreno coltivabile sia per uso combustibile. La metà delle foreste francesi è
venuta a mancare tra il 1000 e il 1300. Dal 1700, la superficie a foreste è diminuita in
Francia del 70% rispetto all'anno 1000 [UNECE, 1996]. Gli USA hanno perduto circa
il 30% della superficie originale a foreste, soprattutto nel 1800.
Fondamentalmente, le nostre foreste non sono in pericolo.
Circa il 20% di tutta la superficie a foreste è stata perduta; ma circa un terzo delle
terre emerse è ancora coperto da foreste; e dopo la II Guerra Mondiale non ci sono
state variazioni sostanziali. Le foreste tropicali sono soggette a deforestazione, ma ad
un tasso annuale dello 0.46% [FAO, 1999].
La richiesta mondiale di carta può essere soddisfatta permanentemente da una
produzione di legname corrispondente ad appena il 5% dell'attuale superficie
forestale. Le nuove piantagioni non incidono che in misura molto ridotta sulla
riduzione delle superfici forestali, e anzi contribuiscono ad alleggerire la pressione
della richiesta di legno sulle foreste naturali, che costituiscono ancora più del 95%
delle riserve forestali mondiali.
PIOGGE ACIDE E DANNI AMBIENTALI
Il Programma Nazionale USA di valutazione delle piogge acide [NAPAP] è stato il
maggiore, il più lungo e più dispendioso progetto di studio delle piogge acide; ha
richiesto più di 10 anni, circa 700 scienziati ed è costato mezzo miliardo di dollari. Il
risultato è stato inequivocabile: "non è stato possibile mettere in evidenza alcun
effetto dannoso sulle specie arboree studiate attribuibile alle piogge acide; e
nemmeno con piogge di acidità 10 volte superiore a quella media negli USA [pH
4.2]. Gli alberi crescono altrettanto velocemente, e senza danno."
Il NAPAP ha valutato anche gli effetti delle piogge acide sui laghi. Anche nelle
regioni più sensibili, le piogge acide hanno rappresentato un danno nel 4 % dei laghi
e nell'8% dei corsi d'acqua. Osservazioni analoghe sono state condotte in Norvegia,
ed anche qui col risultato che "non è stato possibile mettere in evidenza effetti
dannosi".
Il Rapporto Annuale della Commissione Europea del 1996 concludeva che " solo in
pochi casi è stato possibile ricondurre danni forestali alla contaminazione aerea".
Danni forestali irreparabili non hanno comunque mai superato lo 0.5% dell'intera
superficie forestale europea [Kauppi et al., 1992]. Le UN concludevano il Rapporto
del 1997 sulla situazione mondiale delle foreste dicendo che " la estesa distruzione
delle foreste causata dalla contaminazione aerea e prevista per il 1980, non c'era
proprio stata" [FAO, 1997]. Nel corso delle ultime decadi, lo sviluppo forestale è
aumentato in gran parte dell'Europa [VanDobben, 1995].
ENERGIA
Ci sono chiare indicazioni che non siamo sul punto di avere una crisi energetica.
Come lo sceicco Yamani, Ministro per il petrolio dell'Arabia Saudita e membro
fondatore dell'OPEC, ha tenuto a precisare: " come l'Età della Pietra non è finita
perché sono venute a mancare le pietre, così l'Era del Petrolio non finirà per
mancanza di petrolio".
Disponiamo ancora, infatti, in sovrabbondanza di fonti di energia: le disponibilità di
petrolio possono soddisfare le esigenze mondiali per almeno i prossimi 5 mila anni;
quelle di uranio, i prossimi 14 mila anni.
Le risorse rinnovabili di energia sono incommensurabilmente ampie. Il sole ci mette a
disposizione costantemente una quantità di energia più di 7 mila volte superiore a
quella che stiamo utilizzando. Se coprissimo appena il 2.6% del deserto del Sahara
con celle solari, ne potremmo ottenere l'energia utile per soddisfare tutta la richiesta
energetica mondiale.
Si stima che l'energia eolica potrebbe soddisfare almeno la metà dei consumi
mondiali di energia.
ACQUA
Il 71% della superficie terrestre è coperta dalle acque, per una quantità complessiva
di 13.6 miliardi di Km cubici. Di tutta quest'acqua, gli oceani ne costituiscono il
97.2% a i le calotte polari il 2.15%. La quantità totale delle precipitazioni sulle terre
emerse ammonta a circa 113.000 Km cubici; con un'evaporazione di 72,000 Km
cubici, l'apporto netto di acqua sul territorio è di circa 41,000 Km cubici all'anno,
equivalenti a 30 cm d'acqua per tutta l'estensione delle terre emerse.
Globalmente, l'agricoltura assorbe il 69% circa dell'acqua, l'industria il 23% e l'8%
viene adibito agli usi domestici. In molti impieghi industriali, il 70-90% dell'acqua
ritorna in circolo; ed anche con l'irriga-zione, il 30-70% dell'acqua rifluisce ai corsi
d'acqua e ai laghi, e in parte percola nelle falde acquifere, da dove può essere
riattinta [World Resources 1996-97, UNEP, UNDP and World Bank].
Fondamentalmente abbiamo acqua a sufficienza per le prevedibili necessità globali;
anche se converrà comunque migliorarne l'impiego.
INQUINAMENTO DELL'ARIA
L'inquinamento dell'aria non è un fenomeno recente. Nel 1742 il Dr. Johnson
descriveva Londra come una citta "in cui abbondano tali mucchi di rifiuti
abbandonati per strada, da sorprendere anche l'osservatore più selvaggio." Ci sono
chiare testimonianze che grandi quantità di escrementi umani "sono gettati in strada
durante la notte, quando la gente sta chiusa in casa". Le strade e i fossati sono così
invasi da rifiuti che i visitatori della citta "debbono tapparsi il naso per proteggersi dal
puzzo che ne emana".
Sì; l'inquinamento dell'aria è un fenomeno sorto nell'antichità, che è andato
comunque sempre più migliorando tanto che oggi Londra è in condizioni migliori di
quanto non lo fosse nel Medio Evo.
La concentrazione di anidride solforosa, ad esempio, era aumentata enormemente nel
1585, raggiungendo tra il 1700 e il 1900 livelli peggiori di quelli delle megalopoli
odierne nei PVS; poi è cominciata a diminuire, tanto che i livelli riscontrati negli
anni '80-'90 sono inferiori a quelli del sedicesimo secolo.
I più importanti inquinanti sono sei: le particelle [fumo, fuliggine], anidride solforosa [SO2], ozono, piombo, ossidi di azoto [NO, NO2] e ossido di carbonio [CO].
PARTICELLE / CORPUSCOLI
IN
SOSPENSIONE.
Rispetto al 1957
l'inquinamento particellare è diminuito del 62% negli USA e del 95% (fumo) negli
UK. Rispetto al 1980, l'inquinamento da particelle sospese è diminuito del 14% in
Giappone, del 46% in Canada, del 48.5% in Germania [OECD 1985a:28; 1987:31;
1999:57]. Ad Atene si è osservato un calo del 43% rispetto al 1985; in Spagna, un
calo del 35% rispetto al 1986. Parigi ha registrato una diminuzione del 66% rispetto
al 1970 [OECD 1985a:28; 1987:31; 1999:57].
Queste drastiche riduzioni dell'inquinamento particellare sono conseguite alle
limitazioni nell'impiego di combustibili fossili, soprattutto carboni ricchi di zolfo.
PIOMBO. Circa il 90% delle emissioni di piombo derivano da additivi per i
carburanti. Negli UK si è cominciato nel 1981 a ridurre l'impiego di carburanti con
piombo; nel 1985 l'impiego consentito di piombo è stato ridotto di due-terzi. La
concentrazione di piombo nell'aria si è così ridotta dell'85%. Negli USA tutti i
carburanti sono senza piombo. In 10 degli USA la contaminazione dell'aria è ridotta
di più del 97%.
L'EPA ha stimato che tale abbassamento della contaminazione abbia evitato circa 22
mila decessi all'anno [~ 1% dei decessi], e 12 milioni di persone in meno abbiano
sofferto di ipertensione [EPA 1997: http://www.epa.gov/oar/sect812/copy.html].
ANIDRIDE SOLFOROSA. Le regolamentazioni delle emissioni di SO2,
originariamente suscitate dal timore delle piogge acide, hanno avuto l'effetto di
ridurre l'inquinamento particellare. In effetti, quando l'SO2 viene emessa con la
combustione, parte del gas si deposita attorno a microparticelle incombuste che
fungono da nuclei di condensazione e formano particelle che rimangono in sospensione [aerosols] nell'aria. Un primo protocollo, nel 1985, imponeva ai Paesi Europei
una riduzione del 30% delle emissioni di SO2 per il 1993. Le emissioni in Europa in
effetti sono diminuite a partire dal 1980 e si calcola che saranno ridotte del 75% entro
il 2010. Negli USA una regolamentazione analoga è stata introdotta nel 1990 [Clean
Air Act]. Negli UK la concentrazione di SO2 è dimnuita da 182 µg/metro-cubo nel
1962 a 21 µg/metro-cubo nel 2000. Negli US, il tenore di SO2 è diminuito dell'80%
dal 1962.
Uno studio approfondito dell'EPA porta a stimare che con la riduzione dell'SO2 che
si è verificata dal 1990 vengano risparmiate più di 2500 vite all'anno nel 1997, e circa
9600 ogni anno a partire dal 2010.
OZONO. A livello del suolo, l'ozono non provoca praticamente nessun danno
irreparabile. Può irritare il tratto respiratorio, influire sullo sviluppo vegetale,
danneggiare le parti in gomma; ma anche esercitare un effetto protettivo nei confronti
dei parassiti fungini. L'ozono peraltro è, assieme agli ossidi di azoto, tra i principali
responsabili dello smog bruno del tipo frequente a Los Angeles e diffuso
specialmente nelle città del Terzo Mondo.
L'entità dell'inquinamento da ozono è diminuito sia negli UK che in USA [CEQ,
1972; EPA, 2000, etc.]. In media, è diminuito del 25% dal 1990.
OSSIDO DI CARBONIO. L'ossido di carbonio può essere letale ad elevate
concentrazioni; ma ai livelli comunemente riscontrabili nelle nostre strade non è
letale e addirittura è meno pericoloso degli altri inquinanti di cui si è detto sopra. La
più diffusa fonte di ossido di carbonio sono le sigarette; la maggior quantità di CO
deriva comunque dalla combustione incompleta dei carburanti liquidi. I convertitori
catalitici riducono le emissioni di CO di almeno 8 volte.
INQUINAMENTO DELL'ACQUA. La massa d'acqua degli oceani è talmente grande
[~ il 71% della superficie terrestre è coperta dagli oceani] che le nostre attività hanno
potuto influenzarla in misura straordinariamente insignificante. Lo stato degli oceani
è così definito dalle UN: "Il mare aperto è relativamente pulito. Vi si possono
individuare bassi livelli di piombo, composti organici di sintesi e radionuclidi
artificiali, che però sono presenti a livelli biologicamente insignificanti".
Chiazze di petrolio si incontrano frequentemente lungo le rotte oceaniche, ma non
influiscono granché sulle comunità degli organismi marini. Qualche tempo fà la
rivista scientifica SCIENCE ha chiesto a diversi scienziati la loro opinione in
proposito; e la risposta sostanzialmente si può sintetizzare così : 'Le reazioni alle
fuoriuscite di petrolio in mare sono esagerate e i dollari che si spendono per
eliminarle potrebbero essere impiegati molto più utilmente altrove [Holden, C.,
1990, 'Spilled oils looks worse on TV', Science 250, 371].
Nella Guerra del Golfo, al momento della ritirata Saddam Hussein ha fatto in modo
che le raffinerie del Kuwait riversassero nel Golfo da 6 a 8 milioni di tonnellate di
petrolio. Subito Greenpace proclamò che "si trattava di un disastro senza precedenti".
Una task force di 70 scienziati, assieme a membri della commissione ambientale
Europea e dell'Arabia Saudita, cercarono di caratterizzare e dimensionare il danno. Il
Rapporto di medio termine pubblicato nel 1994 era sostanzialmente positivo. Gli
organismi marini erano "in condizioni migliori di quanto avrebbe potuto prevedere il
più abile degli esperti". Analoghe le conclusioni raggiunte da una commissione
separata di esperti in biologia marina della IAEA: " il petrolio riversato in mare si era
in massima parte già degradato".
ACQUE COSTIERE. Nel 1987 il 30% delle acque costiere degli UK erano inquinate;
nel 2000, solo il 5%. Nell'Unione Europea, le acque costiere erano inquinate per il
21%; nel 1999, solo il 5%.
RIFIUTI, Se gli USA continuassero a produrre 110 milioni di tonnellate di rifiuti
solidi all'anno fino al 2100 quanto spazio sarebbe richiesto per contenerli?
Supponendo di ammassarli in un solo posto e fino ad un'altezza di circa 30 metri,
sarebbe richiesta una superficie di circa 22 Kilometri quadrati. La questione quindi
non pone assolutamente problemi insormontabili.
SOSTANZE CANCEROGENE. L'inquinamento alimentare da antiparassitari è
notoriamente senza importanza: nessuno muore di cancro provocato da pesticidi.
Invece tre tazze di caffè al giorno o un grammo di basilico sono 60 volte più rischiosi
del più tossico pesticida ai livelli di inquinamento abituali. Il caffè che assumiamo
correntemente è circa 50 volte più cancerogeno dell'inquinamento di DDT prima che
fosse bandito, più di 1,200 volte più cancerogeno dell'attuale inquinamento da DDT,
66 volte più cancerogeno del più tossico pesticida ai livelli di contaminazione attuali
[Gold et al., 1992]. L'Americano medio assume una quantità di alcol equivalete in
media a 1.7 birre al giorno; tale quantità di alcole comporta un rischio di cancro circa
2,100 volte maggiore del più pericoloso pesticida.
Il responsabile dell'ufficio di Tossicologia della FDA, Dr. R. Scheuplein, ritiene che
la più probabile distribuzione dei tumori derivati dall'alimentazione sia: 98.79%
dagli alimenti tradizionali [carni rosse, pollame, cereali, patate, zucchero, cacao, sale,
etc.], circa l'1% dalle spezie e aromatizzanti naturali [senape, pepe, cannella, vaniglia,
etc.], lo 0.2 % da residui di lavorazione [lubrificanti, sostanze migrate dal materiale di
confezionamento], lo 0.01% da pesticidi [insetticidi, erbicidi, fungicidi, PCB, DDE,
diossina, aflatossina, etc.], lo 0.01% da residui di farmaci somministrati agli animali
[antibiotici, ormoni della crescita, etc.], e lo 0.01% dalle modalità di preparazione
degli alimenti [cottura, friggitura, arrostimento, ecc.].
BIODIVERSITÀ ed ESTINZIONE DELLE SPECIE. Che la perdita di biodiversità
ammonti a 40,000 specie all'anno, è una enormità che trova riscontro solo nei modelli
matematici. Ma è stata ripetuta così frequentemente e a lungo, che alla fine tutti sono
portati a crederci. È diventata infatti un cavallo di battaglia della Litania catastrofista
dei movimenti ambientalisti. Ma si tratta di un valore in contrasto sia con
l'osservazione sperimentale, sia con una modellistica accurata.
La realtà, così come documentata da diversi Autori, è la seguente [Ballie &
Groombridge, 1997; Walter & Gillet, 1998; May et al., 1995; Reid, 1992]:
# di Totale di Specie
Vertebrati
95,500
# di Specie estinte
642
Molluschi
100,000
235
Crostacei
4,000
9
Insetti
> 1,000,000
98
Piante
250,000
396
TOTALE
~ 1,600,000
1,033
___________________________________
Si stima che il pianeta ospiti tra 10 e 80 milioni di specie di organismi viventi.
Il famoso biologo E.O.Wilson ha formulato la seguente regola empirica: se un'area si
riduce del 90%, il numero delle specie si dimezza. Tale 'regola’ è tuttavia
contraddetta dai fatti.
L'80% della foresta pluviale Amazonica è ancora intatto; ma la foresta pluviale Atlantica del Brasile è stata quasi del tutto eliminata; ne rimane solo il 12% circa.
Secondo la regola di Wilson ci si dovrebbe aspettare che almeno la metà delle specie
che ospitava debba essersi estinta. Al contrario, quando i membri della Società
Brasiliana di Zoologia cercarono di verificare la situazione delle 171 specie animali
della foresta Atlantica, non furono in grado di individuare nemmeno una sola specie
che si potesse dichiarare estinta. Né alcuna delle specie di una seconda lista di 120
animali si dovette considerare estinta. In più, un certo numero di specie considerate
estinte 20 anni prima, comprendenti uccelli e sei farfalle, sono stati invece ritrovate
[Brown & Brown, 1992]. Nessuna specie vegetale è risultata estinta.
RISCALDAMENTO GLOBALE / EFFETTO SERRA. Molta gente si è convinta che
l'effetto serra di cui si parla continuamente comporti aumenti drastici di temperatura e
catastrofici eventi climatici. Temiamo che questo riscaldamento globale porti alla
distruzione del nostro ecosistema, carestie diffuse, uragani spaventosi, fusione delle
cappe di ghiaccio dei poli, inondazione delle Maldive e del Bangladesh e di una
quantità di territori costieri su tutto il pianeta.
In realtà, dal 1856 al 2000 la temperatura è aumentata di 0.4-0.8°C [Jones et al.,
2000, 2001]. Lomborg accetta come una realtà acquisita che il riscaldamento globale
sia in buona misura causato dall' attività umana, ma contesta nettamente le previsioni
che vengono fatte con i modelli matematici, sull'evoluzione della situazione globale.
Le osservazioni di Lomborg sono basate sui modelli del Rapporto Ufficiale delle UN
sul clima [http://www.ipcc.ch].
Fondamentalmente, dice Lomborg, l'effetto serra è positivo: se l'atmosfera non contenesse i gas che determinano l'effetto serra, la temperatura della terra sarebbe inferiore
di circa 33°C [59°F] e molto probabilmente la vita sul pianeta non sarebbe quella che
conosciamo[IPCC, 2001].
Circa l'80% della CO2 di nuova produzione deriva dalla combustione dei carburanti,
del carbone e del gas, mentre l'altro 20% deriva dalla deforestazione e da altri
cambiamenti ambientali dei tropici. Circa il 55% della CO2 così prodotta è
riassorbita dagli oceani, dalle foreste settentrionali e con l'aumento della vegetazione,
stimolata dalla CO2; il resto si disperde nell'atmosfera aumentandone così il livello
di CO2 del 31% rispetto al periodo pre-industriale [IPCC 2001].
Per prevedere quale sarà l'andamento futuro della temperatura, occorre tener conto di
almeno 5 elementi fondamentali: l'atmosfera, gli oceani, le terre emerse, le estensioni
ghiacciate e la biosfera terrestre. L'interazione di questi 5 fattori è enormemente
complicata, anche perché certi meccanismi di cruciale importanza sono ancora del
tutto sconosciuti o insufficientemente documentati nella letteratura scientifica. I
problemi più complicati delle simulazioni dell'evoluzione della temperatura
riguardano l'effetto 'raffreddante’ delle particelle aerosolizzate, gli effetti dovuti alle
variazioni dell'umidità atmosferica e gli effetti determinati dai diversi tipi di nuvole.
Il modello originale impiegato per ottenere il Rapporto IPCC del 1999, prevedeva per
il 2000 un aumento di temperatura di 0.91°C, vale a dire di mezzo grado superiore a
quello riscontrato nella realtà. L'IPCC ha ammesso questa discordanza e nel Rapporto
del 2000 afferma che "probabilmente le maggiori incertezze sulle proiezioni
dell'andamento climatico futuro sono dovute all'effetto che possono avere le nuvole e
alla loro interazione con la radiazione cosmica".
I modelli matematici che vengono attualmente impiegati sono molto complicati, ma
non abbastanza da comprendere tutti i fattori essenziali che intervengono
nell'andamento climatico del pianeta. Basti ricordare che non si è ancora capito se e
come le nuvole contribuiscono ad aumentare o a diminuire la temperatura globale.
CONSEGUENZE DELL'EFFETTO SERRA. L'effetto serra è costantemente
collegato ad un aumento del livello dei mari di alcuni metri e ad una fusione delle
calotte polari [Laut, 1997; World Bank, 1992]. In realtà si tratta di un'esagerazione. Il
livello globale dei mari è aumentato di 10-25 cm negli ultimi cento anni. Si può
prevedere che si innalzerà di altri 31-49 cm nei prossimi cento anni. Tre-quarti di tale
aumento è dovuto all'aumento di volume delle acque che si riscaldano, e un-quarto
alla fusione dei ghiacciai e ai contributi delle calotte polari.
L'aumento della temperatura potrebbe causare un aumento delle malattie e dei
decessi, soprattutto nelle popolazioni povere urbane. Tuttavia, un aumento di
temperatura provoca anche una diminuzione dei decessi dovuti al freddo [è ben noto
che in inverno i decessi sono superiori del 15-20% a quelli estivi]; si stima che con
l'aumento della temperatura muoiano circa 9,000 persone in meno in UK a causa
della maggiore mitezza invernale dovuta all'effetto serra.
"Non c'è alcuna evidenza che gli eventi climatici estremi, o anche la sola
variabilità climatica, siano aumentati, in senso globale, nel corso del ventesimo
secolo"[IPCC, 1996].
El Nino/La Nina si sono avvicendati regolarmente negli ultimi 5,000 anni [Sandweiis
et al., 1966]. Negli anni con El Nino gli USA hanno lamentato i minori danni da
uragani.
Globalmente, le temperature minime notturne sono aumentate più di quanto
non siano aumentate le temperature massime diurne. Dal 1950 al 1993 il trend
globale è stato di 0.1°C/ decade per le temperature massime, mentre è stato di
0.2°C/decade per le minime [IPCC, 2001].
D'inverno sono stati registrati aumenti di temperatura superiori a quelli
riscontrati d'estate [Michaels et al., 1998, 2000; Balling et al., 1999], e le temperature
invernali sono risultate più elevate nelle zone più fredde. Risalendo al 1659, c'è stata
una diminuzione nel numero delle giornate fredde, ma non aumento del numero di
giornate calde [Jones et al., 1999]. Negli US, il numero di giornate con temperature
molto alte è addirittura un pò diminuito nel secolo appena concluso.
Meno freddo, in assenza di un aumento di temperatura diurna, comporta un
aumento delle produzioni agricole [IPCC, 1996].
Sulla base delle misure effettuate dai satelliti, non sono state riscontrate
variazioni significative nell'estensione dei ghiacci Antartici, almeno dal 1970 [IPCC
2001]. Si stima che la calotta di ghiaccio dell'Antartico occidentale possa contribuire
- scivolando nel mare - ad un innalzamento dei livelli dei mari di non più di 3 mm
all'anno per i prossimi 100 anni [IPCC 2001; Frankhauser, 1998].
COSTO degli EVENTUALI INTERVENTI. "L'implementazione del Protocollo di
Kyoto non avrà alcuna influenza sull'andamento climatico" [Benedick, 1998].
SCIENCE ci segnala che "gli scienziati del clima ritengono che sarebbe davvero
un miracolo se con il Protocollo di Kyoto si riducesse l'accumulo nell'atmosfera
dei gas dell'effetto serra" [Science (1997), 278, 2048] .
Diversi modelli hanno calcolato che l'applicazione del Protocollo di Kyoto
determinerebbe una diminuzione di 0.15°C nell'aumento della temperatura terrestre
nel 2100; ciò che corrisponde ad un minore aumento del livello dei mari di solo 2.5
cm [Wigley, 1998]. L'aumento di temperatura di 1.92°C che si raggiungerebbe nel
2094 senza alcun intervento, sarebbe rimandato al 2100, applicando il Protocollo di
Kyoto.
Il costo dell'applicazione del P. di Kyoto è stimato in $346 miliardi all'anno intorno
al 2010 [Weyant & Hill, 1999; BEA, Bureau of Economic Analysis, 2001].
Modificando in alcune parti gli interventi previsti dal Kyoto, il costo si ridurrebbe a
$245 miliardi all'anno. Tali somme sono almeno 5 volte superiori a tutti i contributi
dedicati annualmente dai Paesi Industrializzati ai PVS [OECD, 2000].
Spendendo tale quantità di denaro diretta-mente nel Terzo Mondo si potrebbero
aiutare non solo le attuali popolazioni dei PVS ma, indirettamente, anche i loro
discendenti.
L'UNICEF [2000] stima che $70-80 miliardi all'anno potrebbero consentire ai PVS
l'accesso alle condizioni basilari per la salute, quali l'educazione, l'acqua, l'igiene,
ecc. Devolvendo oggi aiuti di tale portata ai PVS significherebbe preparare loro un
migliore futuro in termini di infrastrutture e di risorse con le quali potrebbero
affrontare meglio anche gli effetti del riscaldamento globale.
CONCLUSIONI SUL RISCALDAMENTO GLOBALE . Il riscaldamento globale
non è per nulla il problema più importante che abbiamo davanti.
Ciò che importa è arricchire i Paesi in via di sviluppo, offrendo allo stesso tempo
ulteriori opportunità a quelli già industrializzati. Garantendo lo sviluppo economico,
specialmente nel Terzo Mondo, in un ambito di equilibrio economico globale, ci si
potranno anche permettere interventi molto costosi in altri ambiti eventualmente
insorgessero delle emergenze.
Insomma, il futuro nostro e dei nostri di-scendenti dipende più dalla World Trade
Organization [WTO] che dall'IPCC, dice Lomborg.
IL BUCO DELL' OZONO
Nella stratosfera, un sottile strato di ozono protegge gli organismi viventi assorbendo
la radiazione ultravioletta dannosa [UV-B] proveniente dal sole. Nel 1985 un articolo
di Framan et al.[Nature, 1985] richiamava l'attenzione su un nuovo evento: lo strato
di ozono sopra l'Antartico si era assotigliato. L'assotigliamento dello strato dell'ozono
si è visto che è stato provocato dai composti di cloro-fluoro-carbonio, che in una
complessa serie di reazioni chimiche esauriscono appunto l'ozono. Il timore era che il
conseguente aumento della radiazione UV determinasse un aumento della frequenza
di cancro superficiale. Poi si è visto che il cancro alla pelle doveva essere attribuito ai
dannosi UV-B solari anche negli anni '60, e ne era aumentata la frequenza non per la
diminuzione dell'ozono [che era cominciata solo nel 1979] ma per altre cause, come
la maggiore lunghezza di vita, uno screening medico più accurato, l' aumentata
tendenza della società affluente a prendere il sole sulle spiaggie, ecc., [Kane, 1998].
Comunque, diversi progetti di cooperazione internazionale [Montreal Protocol
(1987), London (1990), Copenhagen (1992), Vienna (1995), Montreal (1997),
Beijing (1999)] hanno fatto sì che si vedessero ben presto i frutti: il buco dell'ozono
sta rapidamente scomparendo.
______________________________________________________________
ac
29.11.2001
A AP
Ti ringrazio moltissimo.
È vero.
Purtroppo sono un bel mucchietto.
Ma chissà che non facciano come le ciliegie [con o senza la 'ì? Tenderei a non metterla. Tanto mi pare che non serva proprio a niente].
Ho dimenticato di dirti, due e-mail fà, che nella buona stagione vedo con una certa
frequenza la M., poichè viene quotidianamente ad occuparsi della figlia C., e figli [un
maschio e una femmina], che abitano nell'edificio speculare al mio, distante forse 50
metri.
Ciao, a presto.
Tuesday, 20 November, 2001
A F. (lettera convenzionale),
certo non si può non essere convinti che ancora molte cose non ci siano note.
Sarebbe come non riconoscere che siamo passati da un livello di ignoranza maggiore,
ad un livello di minore ignoranza. Sarebbe come disconoscere quanto è accaduto nel
corso della storia. Possiamo discutere sui motori, del nostro sviluppo mentale e
sociale; che possono essere individuati nelle filosofie, nelle religioni, nella tecnica e/o
nella scienza, e forse anche altrove. Ma c'è stata un'evoluzione; quindi ci sarà con
ogni probabilità un'ulteriore evoluzione. Possiamo solo affermare che c'è stato un
continuo cambiamento. Non è quindi razionale sostenere che il cambiamento debba
interrompersi. Meno facile è certamente prevedere dove ci condurrà lo sviluppo della
conoscenza. Allo stesso tempo, il cambiamento, dal paleolitico ad oggi, è
unidirezionale; è costituito indubitabilmente da un miglioramento - interrotto,
incostante, se si vuole - ma un miglioramento delle condizioni di vita generali, sociali
e individuali. Sempre interpretando questa situazione in modo scientifico, e quindi in
senso statistico: una parte consistente dell'umanità è progredita verso forme di
esistenza più soddisfacenti sotto molti aspetti; mentali, culturali, politici, sociali, ecc.
Certo che la scienza oggi [specie la fisica delle particelle subatomiche e la cosmologia; meno frequentemente la biologia] sembra a volte indotta ad appellarsi a forme di
esistenza immateriale, per poter formare teorie dell'esistente che stiano in qualche
modo 'in piedi’. Ciò farebbe pensare che il futuro ci potrebbe condurre verso
situazioni di consistenza meno dura, meno materiale, più 'evanescente'; situazioni che
potremmo definire provvisoriamente oggi - più immateriali, più spirituali. Almeno
apparentemente. Perché nei meandri della fisica quantistica, ci sono eventi e
situazioni che non sono comprensibili su basi convenzionali. Potrebbe anche essere
che diverse persone possano essere entrate già da tempo in tali universi differenti, per
mezzo dell'intuizione, o di altro meccanismo attualmente indefinito, una proprietà
non ancora definita della mente umana; ma anche qualcosa d'altro. Le possibilità sono
certamente molte.
[Friday, November 30, 2001]
Ieri ho oltrepassato la soglia dei 65.
Mi sono fatto un regalo: ho spedito a tutti i miei corrispondenti e-mailari la
Recensione-abstract che ho fatto di un libro non ancora uscito da noi, ma che ho
trovato molto interessante, essenziale. Credo di avertelo già segnalato 'Lambientalista
scettico. Misurare lo stato reale del pianetà, di B. Lomborg.
Ti unisco la Recensione/Riassunto.
Forse l'ho chiusa un pò in fretta; ma ormai avevo deciso di regalarla agli amici
proprio ieri; e allora...
La stesura di questa Recensione-riassunto ha richiesto una settimana circa. Prima l'ho
fatta in inglese.
Mi diceva Giò ieri sera che suo figlio GB, che studia architettura qui a Parma, ha
avuto un piacevole incontro con una tua pubblicazione sui teatri delle Marche,
consigliatagli da un suo insegnante. Mi ha chiesto il tuo indirizzo.
Spero di poterti inviare a breve la foto del nuovo auditorium allestito qui a Parma
sotto l'egida di Renzo Piano, sulla base di un vecchio / molto vecchio e brutto
capannone industriale. Non ho avuto ancora la possibilità di vederlo direttamente, ma
l'esterno - il capannone appunto- è orrendo, a mio avviso [ma essendo 'vecchio’
bisognava conservarlo, hanno stabilito gli imbecilli dei dintorni]. La parte anteriore e
quella posteriore - i due lati minori del capannone ex-zuccherificio - sono
un'immensa vetrata. Dall'interno, quindi, si possono vedere gli alberi del parco
Eridania e la cosa è suggestiva, indubbiamente. Ma si sarebbe potuto ottenere un
risultato analogo od anche migliore, ideando e costruendo tutto da capo, non ti pare?
Ho saputo che siccome le pareti del capannone non offrivano le garanzie richieste di
sicurezza, sono state chiuse a sandwich dentro due pareti di cemento armato.
Insomma, si è conservata 'la forma’ orrenda del capannone industriale, ma non
emerge un solo mattone del 'vecchio’ edificio [o almeno così diceva l'altra sera il
Sindaco in tv-parma, se ho ben compreso]. Inoltre, i costi sono raddoppiati.
Bene. Anzi. Altra idiozia corrente. Immagino che tu non sia per la conservazione del
'vecchio’ a qualunque costo, anche se orrendo.
Ti ringrazio per la cartina dei castelli delle Marche. Mi è piaciuta molto. Descrizioni
e commenti annessi, ovviamente. Ho un piccolo progetto in proposito. Vediamo se
riesco a farti un omaggio.
Con la massima cordialità,
[omissis]
03.12.2001
A SQ
Inviando la Review / abstract sul Lomborg non intendevo assolutamente vincolare in
alcun modo ad una risposta; ma solo suggerire una lettura; magari una riflessione;
null'altro.
L'altra mattina ti ho cercata sotto casa tua [alla SS - avrai visto la mia dedra.LT quasi
sotto il portico] prima di decidere di andarmene. Nemmeno il tuo amico centralinista
ti aveva trovata.
Mi è perfino girata un momento per la testa l'ipotesi infame - che non abbia voglia di
vedermi? Per momenti: 1 +/- la deviazione standard.
Ciao.
03.12.2001
A SQ
Hai fatto una passeggiata in città, ieri?
Hai sentito come riescono ad appestare l'aria gli autobus, che si rincorrono come
pazzi, in una giornata 'ecologica’, a caccia di trasportandi?
Gli autobus erano sovraccarichi; il clima, particolarmente mite, invitava invece a
passeggiare.
Avrei fatto meglio ad uscire prima del tramonto, per i giardini pubblici.
Hai visto da vicino il nuovo Auditorium?
Ciao.
05.12.2001
A AP
Hai delle margherite, nel tuo giardino; sul prato?
Ogni volta che le vedo, specialmente di questi tempi un pò freddi, mi coglie la
meraviglia.
05.12.2001
AC
Le info che chiedevi:
1 - Il basilico contiene estragolo; 1 g di foglie dry contiene ~3.8mg di estragolo.
2 - Luis Swirsky Gold, Thomas H. Slone, Bonnie R. Stern, Neela B. Manley,
Bruce N. Ames. ' Rodent Carcinogens: Setting Priorities', Science, 258:
261-265 (1992)
Ti unisco una specie di recensione di un interessantissimo libro appena uscito.
(omissis)
06.12.2001
AC
Sarà perché in fondo rifiuto questa realtà, che non ho capito il riferimento.
Sì. Sono 65. purtroppo.
A volte temo che l'eternità cui accennavi, non arrivi in tempo.
Ciao.
06.12.2001
A CP
Mi permetta di sottoporLe un paio di Osservazioni ad eventi giornalistici.
Una riguarda U. Eco. La seconda, M. Palmaro.
Si possono immettere in THE UNEDITED ?
Cordialità,
ac
07.12.2001
A SQ
So bene di essere in anticipo.
Ma a volte lo si fa per non sbagliare la mira.
Anche perché dopo il venerdi, forse non sei più al tuo posto di combattimento.
Ciao, S.
Moltissimi auguri per ogni tuo domani.
10.12.2001
A CP
La ringrazio per la Sua cortesia.
Sarei felicissimo di poter fruire di uno spazio nel Suo sito, per tenere una rubrica.
Quale dovrebbe essere il mio contributo economico per questa partecipazione?
Come si potrebbe organizzare l'attivazione pratica di questa rubrica; e su quali
temi?
Le unisco quella sommaria citazione degli eventi che hanno lasciato maggiore traccia
nei miei ultimi 30 anni circa, apprestata alla fine dell'estate scorsa, per ristabilire i
contati con un amico. C'è abbastanza, di me; credo.
Cordialità,
ac
10.12.2001
A CS
Ho sentito il bisogno di disturbarti ancora una volta.
Caro Claudio,
mi dispiace di aver suscitato qualche turbamento nella tua lunga giornata. Ho avuto
l’impressione che la quasi-recensione Lomborg ti abbia un pò rabbuiato. Me ne
dispiace. Non era nelle mie intenzioni.
Era mia intenzione apportare una piccola ventata di ottimismo ristoratore, con la mia
quasi-recensione Lomborg. Non certo sollevare preoccupazioni o allarmi. Sono
ottimista, inguaribilmente. E cerco di trasmettere solo ottimismo. Da dove nasce il
mio ottimismo? Da una fiducia irrinunciabile nelle capacità umane di migliorare il
mondo. Mi considero in una certa misura un figlio spirituale del Condorcet che dice:
'...the perfectibility of man is truly infinite; .. the progress of this perfectibility
from now onwards must be independent of any power that might wish to halt
it...' [1750].
Malgrado i due grandi baratri rappresentati da comunismo e nazismo, che considero
la due più vergognose e incancellabili mostruosità dell'Europa - che pure nel suo
fardello ne ha altre innumerevoli - ormai sembra che le redini siano strettamente nelle
mani della scienza e della tecnica; non delle ideologie astratte e distorte.
La gente pare cominci a capire che il benessere - molto caro a Lomborg - diffuso dal
mondo industrializzato al terzo mondo, è il progetto primo dell'era industriale,
attualmente in continua fioritura nelle mani della scienza e della tecnica. Finalmente
la realtà, il razionale, la sostanza, la conoscenza che ci corre incontro. Fine del buio.
La nuova età della speranza, è questa. Non certo quella dei pensatori con le mani in
tasca, come mi diverte definire tutto ciò che ha preceduto il sorgere e lo svilupparsi di
scienza e tecnica. Prima le pestilenze ricorrenti; la malattia costante. La vita affamata.
La paura. L’essere un nulla senza dignità. La vita breve. Tutta una serie di orrendi
'benefici’ elargitici dalla natura per troppi millenni. Poi l'800, finalmente; con il
rapido soddisfacimento della fame; con il lavoro; con la nascita della dignità umana;
poi il denaro, e quindi il benessere e la cultura. Non è straordinario, come sostiene
Lomborg? Non è "immorale" non riconoscerlo, come ancora dice Lomborg?
Io sono davvero a fianco di Stephen Hawking, il grandissimo - e castigato dalla
natura - fisico-cosmologo, quando dice “..saremo presto in grado di perfezionare il
nostro DNA senza attendere che si attuino i lenti processi dell’evoluzione biologica.
Con ogni probabilità saremo in grado di ridisegnare l’intero genoma umano.”
[Science (Dec. 22, 2000), 290, 2249]. Così come condivido l’opinione di William
Haseltine [Head of Human Genome Science in Rockville, Maryland] che “..il vero
obiettivo finale è di far sì che la gente viva per sempre.” [Science [Dec. 22, 2000],
290, 2249]
Dunque, perché non essere felici, se questa è la strada? Io scoppio di questa felicità.
Ecco cosa cerco di comunicare.
Da qui la sorpresa, e la riflessione su alcune tue visioni negative dell’esistenza, del
presente. Mi sono sentito per un momento sgradevolissimo ripiombare nella
semioscurità della paura, del passato.
Sempre con l’intenzione di cercare di attenuare la tua visione della condizione attuale
- se non proprio con l’intenzione dichiarata di convertirti all’ottimismo - ho fatto
qualche approfondimento sulla situazione ‘tumori’. Ho trovato queste due Tabelle,
che possono confortarci, poiché indicano che la mortalità da tumori è cambiata
piuttosto radicalmente.
Come si vede dalla Tabella 1-2 [National Cancer Institute. SEER Cancer Statistics
Review, 1973-1998], dal 1950 al 1998 la mortalità per cancro diminuisce
costantemente per tutti i gruppi di età, fatta eccezione per gli oltre 85enni; tanto che
in questi 49 anni, la frequenza media - indipendentemente da età, sesso, razza, ecc. è diminuita di ben il 20.8 percento, come vedi.
Tuttavia, nella Tabella 1-2 non si tien conto dei tumori al polmone e ai bronchi, che
sono invece aumentati, soprattutto e quasi esclusivamente nelle donne di età più
avanzata [Figura, a destra: Mortalità da tumori, dal ’73 al ’98; SEER, citata sopra], e
dei melanomi, nei maschi; cosicchè alla fine risulta un seppure modesto aumento
della frequenza complessiva di mortalità dei tumori [Tab.1-3; SEER, già citata],
anche se di solo il ~3%. Rimane comunque sempre in grande diminuzione la
mortalità negli individui di età inferiore ai 65 anni.
L’aumento della frequenza dei tumori ai polmoni e ai bronchi è attribuito alla
maggiore diffusione dell’abitudine al fumo, soprattutto appunto nelle donne.
L’aumento dei melanomi, è dimostrato [vedi Lomborg] che sia più apparente che
sostanziale, ossia dovuto più che altro alla maggiore vigilanza suscitata dai clamori
sul buco dell’ozono.
_____________________________________________________
Come vedi, per età superiori ai 65, è stato registrato un notevole aumento della
mortalita per cancro ai polmoni, nelle donne soprattutto [Lung, females].
Se non fosse per questo aumento della mortalità femminile da tumori ai polmoni, la
situazione sarebbe quindi in grande miglioramento.
Stando alle pur scarse indicazioni dell’ISTAT, anche la situazione nazionale
dovrebbe essere analoga.
Considerato però che i tumori al polmone sono provocati soprattutto dal fumo, è
molto probabile che si riesca scoraggiare le donne dal fumare così accanitamente e a
recuperare presto una situazione più soddisfacente.
Per quanto riguarda ‘droga e AIDS’, non le considero risposte a problemi di carattere
morale e/o sociale. Le considero solamente povere idiozie. È ancora vero che
l’idiozia è malauguratamente piuttosto diffusa. Ma spero che l’ingegneria genetica ci
consenta presto di ridurre grandissimamente questa malefica caratteristica che la
malvagità della natura ha impresso nel nostro DNA; senza che si debbano attendere i
tempi infiniti dell’evoluzione biologica.
Per la ‘forza morale dei paesi occidentali’, della civiltà occidentale, sono ottimista.
Tieni conto comunque che quando parlo di civiltà occidentale, io guardo
esclusivamente oltre Atlantico, ad USA e Canada soprattutto; a Paesi con il culto
della libertà , del diritto individuale e della democrazia. Paesi che non hanno mai
conosciuto le infamie che hanno infestato l’Europa [l’altra faccia della civiltà
occidentale] del 1900, quali sono stati i governi delinquenziali /criminali del nazicomunismo e del nazi-fascismo.
La reazione degli USA al terrorismo fanatico di quel nano-morale di bin-laden, credo
si possa considerare un esempio adeguato di riflessione e azione misurata, condotta a
nome della civiltà occidentale.
È la terza volta in meno di 100 anni che gli USA difendono - con le armi - la civiltà
occidentale dai mostri che l’assalgono. Una quarta volta, se si considera la fine del
comunismo come conseguenza della creazione da parte degli USA di condizioni
politiche-economiche-sociali-culturali che ne hanno reso insostenibile la
sopravvivenza.
Sì, sono d’accordo con te, infatti, se ti riferisci all’Europa, quando dici di una ‘forza
morale insignificante’.
Un’Europa che dopo aver distrutto Aztechi, Maya, Incas, tutte le culture più evolute
del ‘Nuovo Mondo’, per un totale che si aggira sui quindici milioni di vittime, e dopo
aver colonizzato/angariato mezzo mondo, “in nome delle Loro Maestà
Cristianissime” [Spagna], o comunque dei legittimi governi nazionali, trova l’ardire,
l’arroganza, la protervia di rimproverare agli USA l’attività delinquenziale di singoli
e di gruppi di criminali, europei +/- Americani, con o senza divisa militare, ma PRIVI
della benedizione dei Governi USA legittimi [gli USA hanno stipulato in ~100 anni
circa 330 Trattati di pace/collaborazione con le tribù indiane che infestavano quei
territori], l’uccisione di [forse] alcune decine di migliaia di selvaggi [decimati più
dalle malattie di importazione europea che dalle armi degli invasori, secondo la
maggior parte degli storici]. Senza contare, che negli stessi anni i francesi si erano già
ammazzati l’un l’altro, fra compagni di strada, con taglio netto della testa, a decine di
migliaia [bella civiltà, questa europea! Ma dove trova la sfacciataggine di
rimproverare qualcosa agli ‘altri’?] e tutti gli altri popoli europei si erano massacrati
in interminabili guerre di religione e d’altro. E che dopo tutto, nel 1900 - non nel buio
di secoli antecedenti - ci hanno dato tali esempi di eccellenza quali il comunismo pure esportato in Asia, tanto per aumentare il danno inferto all’umanità - e il nazismo.
Brutta Europa. Se ti riferisci all’Europa ‘senza forza morale’, sono d’accordo. Hai
ragione. Come potrebbe avere forza morale! Brutta Europa.
È questo l’unico punto, sul quale non posso essere ottimista; almeno in senso
convenzionale. Spero infatti che l’Europa avrà presto finito, di fare danni.
Ciao, caro Claudio. Spero di non essere considerato un indesiderato intrusore.
antonio
11.12.2001
A MM
La ringrazio per aver letto la recensione-like del libro di Lomborg.
Rispondo nell'ordine alle sue obiezioni/considerazioni.
1 - Sono d'accordo con Lei, sulle 'vere verita’. Ma ci sono verità migliori di altre.
Ad esempio quelle scientifiche, anche se - o anche proprio perché - provvisorie;
pronte per essere modificate, da acquisizioni successive. Non crede? Comunque, io
sono affascinato dai numeri. È come se nulla potesse aver senso di verità, se non è
espresso numericamente.
Lomborg è una voce isolata. Isolatissima, a quanto ne so. Soprattutto se si considera
che Lomborg ha affrontato quasi tutti i temi più rilevanti dell'affare ecologico.
Ci sono studiosi di diverso rilievo/credito, che sono d'accordo con Lomborg su temi
singoli.
Diversi specialisti - una minoranza esigua, comunque - non sono d'accordo per nulla
sul Protocollo di Kyoto, ad esempio. Non sono pochi gli specialisti che affermano che
il fenomeno non è nuovo, non è dovuto se non in minima/nessuna parte all'attività
umana, che i modelli matematici non possono tener conto di fenomeni molto
importanti, ma poco conosciuti; che si ripete più o meno [a seconda degli autori]
ciclicamente, senza provocare danni di gran rilievo; ecc. ecc. Un maggior numero di
specialisti è d'accordo nel dire che il Kyoto è solo uno spreco di denaro, che Lomborg dice - sarebbe meglio impiegato per aiutare i Paesi del Terzo Mondo a
raggiungerci.
2 - Sì. Esiste ancora The State of the World; tutti gli anni un numero, dal 1984.
Lomborg ha il dente avvelenato - credo si possa dire - contro Brown e il suo Worldwatch Institute[WI]. Lo cita, lo smentisce, lo deride cento volte. Io non ho letto
Brown; ma stando alle reazioni di Lomborg, Brown dice solamente sciocchezze. A
proposito di Lester Brown e lo State of the World del 1998, ad esempio, è pieno di
affermazioni del tipo: " The key environmental indicators are increasingly negative.
Forests are shrinking, water tables are falling, soils are eroding, wetlands are
disappearing, fisheries are collapsing, rivers are running dry, temperatures are rising,
coral reefs are dying and plant and animal species are disappearing." '''Powerful
reading - stated entirely without reference''', dice Lomborg. Dice ad esempio che il
WI compie errori madornali, del tipo 'Canada is losing some 200,000 hectares of
forest a year.'[WI, 1998], portando come riferimento 'State of the World Forests
1997', della FAO; mentre, se si va a vedere il documento FAO originale, si scopre
che al contrario le foreste del Canada sono aumentate di oltre 174,600 ettari all'anno.
Lomborg coglie in errore [volontario?] una quantità di 'infomatori ufficiali’, quelli
che fanno notizia-fondamentalismo-ambientalista sui media.
I numeri? Lomborg, forse proprio perché insegna statistica all'Univ. di Aarhus, basa il
suo discorso solo sui numeri. [Proprio solo, non è vero. Lomborg si definisce leftwinger. E lo si sente bene, leggendo.]
3 - Nella mia recensione/abstract, non ho saputo comunicare il rilievo che hanno i
173 grafici che corredano il testo; vale a dire il nocciolo del libro di Lomborg. Ho
riportato valori medi, solo perché nella quantità dei dati a disposizione, potevano
rappresentare un'indicazione più immediata, più globale.
4 - È vero, immagino. Lomborg è danese, e vive in Danimarca, a quanto ne so.
Anche se questo non lo mette al riparo da sospetti di preferenze, ecc. A questo punto,
però, sono apparentemente condivise da tanti specialisti, le opinioni di Lomborg sul
Kyoto, che per contraddirle bisognerebbe superare un bel volume di obiezioni
matematiche e scientifiche!
5 - Sono d'accordo. Mi pare che Lomborg non ringrazi, in questa direzione. Anche
se tutte le sue analisi descrivono evoluzioni temporali che originano direttamente o
indirettamente da provvedimenti promossi a seguito di avvertimenti/misure di
allarme. In sostanza, Lomborg insiste su una posizione: la situazione globale è
migliorata e continua incessantemente a migliorare. Quindi, piantamola di piangere
disgrazia. Le cose sono avviate bene. L'industrializzazione è stata, è e sarà [per il
terzo mondo] benessere [come dice anche lo HUMAN DEVELOPMENT REPORT
2001 dell'ONU]. Quindi avanti, riconosciamo di essere sulla strada giusta; tiriamoci
su le maniche, casomai. Ma basta con la litania-ambientalista negativa. I fatti, i
numeri, ci dicono che le cose vanno meglio.
6 - Lomborg spinge tantissimo nella direzione delle energie alternative, cercando
di dimostrare, numeri alla mano, che ci si deve dedicare. Ma dice anche che non ci
sono alternative. Quindi si è costretti ad andare in quella direzione. Non certo per
carenza di riserve di petrolio. Ma per ottenere più energia e a costi inferiori, anche e
soprattutto per proteggere l'ambiente, naturalmente. Quando i Paesi del terzo mondo
cominceranno davvero a produrre inquinamento come e più dei Paesi Industrializzati
[anche in considerazione dell'aumento della popolazione globale], bisognerà già
avere a disposizione fonti di energia 'pulite'.
7 - Bisognerebbe davvero che fossimo tutti come Tommaso. Non ci affidassimo
alle chiacchiere - spesso di giornalisti che 'debbono’ creare notizie, e soprattutto 'negative’ altrimenti non sono, giornalisticamente parlando, notizie -. Purtroppo, a volte
anche noi preferiamo le cattive notizie. E in ogni caso, non concediamo spazio alla
verifica delle fonti, distratti da una quantità di impegni. Ed anche perché ci
aspettiamo che ognuno faccia davvero il proprio lavoro onestamente - e quindi, nel
caso dell'informazione, prima di somministrare notizie, i media verifichino loro le
fonti. Ma sappiamo bene che non è così . Non ci si può /deve fidare dei media. Per
sapere come stanno le cose, bisogna accedere direttamente alle fonti. Non c'è
alternativa. Ma per leggere correttamente le fonti, occorrerebbe essere specialisti
delle varie materie: quasi impossibile. Solo per pochi campi, generalmente, siamo in
grado di concederci una preparazione appena sufficiente. Diversa la situazione dei
giornalisti, il cui lavoro dovrebbe essere fondato sulle molteplici consultazioni di
specialisti.
Mi dispiace che il piacere di comunicare una serie di informazioni positive, mi abbia
indotto a 'correre', nella preparazione del rapporto-Lomborg; a scapito della qualità
del testo. Eppoi, consideri che aspettavo da qualche mese l'uscita del Lomborg e
quando l'ho avuto tra le mani, l'ho letteralmente ingurgitato. Ci tornerò sopra una
terza volta; e allora spero che potrò ridurre certe asperità.
È un messaggio di ottimismo, comunque. E un messaggio che nasce da un'analisi
scientifica delle fonti. Quindi, credibile. Sì. Credo più all'ottimismo, perché
l'ottimismo è creativo. Non credo nei distruttori; in coloro che dicono sempre no.
Comunque, il Lomborg è lì, con le sue poco meno di 3mila citazioni bibliografiche.
Quando il discorso è fatto su queste basi, ci si può lavorare. Quando è fatto 'in
assenza assoluta di riferimenti scientifici’, come fa il Worldwatch Institute di Lester
Brown, il WWF ed anche Green Peace, beh, allora, si ha il dovere, direi, di rifiutare
qualunque discorso.
La ringrazio ancora per il piacevole incontro, di cui mi ha onorato.
Se ha curiosità specifiche sul discorso di Lomborg, non esiti a indicarmele.
Cordialità,
casolari
14.12.2001
A PM
Scusami Pietro, ma non ho familiarità con questa terminologia.
Cosa significa: "con una predilezione per il levare piuttosto che per il battere: " ?
Grazie, ciao,
17.12.2001
A MS
Mi fa sempre molto piacere avere tue notizie.
Ti ringrazio per l'allegato natalizio.
Veramente piacevole; contiene molta serenità.
E di serenità c'è così spesso bisogno.
Auguro anche a te un anno veramente migliore.
Sperando che lo sia anche per molti.
Un abbraccio.
17.12.2001
Ad AA
Carissimo A., spero fortissimamente che tutto sia andato per il meglio.
Riconosco la stupidità in cui si affonda ogni volta che si stabiliscono contatti col
mondo esterno. Mi sorprendo a sperare che la situazione non sia la stessa dappertutto.
Ho bisogno di credere che altrove, da qualche parte, ci sia più correttezza; più rigore.
Anche se sono oppresso da lunghi, prolungati sospetti.
Sto sforzandomi di individuare argomentazioni che possano contribuire a farti
galleggiare; sostenerti nella delusione del confronto. Ma non è una buona mattina.
Eppure, voglio continuare a sperare che ogni cosa sia andata per il meglio. Voglio
sperare fortissimamente.
Sarebbe importante poter contare su una soluzione alternativa. Comunque.
Ma anche in questa ricerca di direzioni alternative, ho già visto che non riesco ad
esserti di qualche utilità.
Nell'attesa dell'esito di questa tua rinnovata fatica, attesa che sarà certo particolarmente stressante, posso solo assicurarti tutta la mia comprensione e amicizia.
Comunque sia; comunque vada.
Tieni duro.
Buona fortuna.
Monday, December 17, 2001
A F. (lettera convenzionale)
hai certamente ragione. Ci si può aspettare che esistano mille modi di strutturazione
della conoscenza. Oltre che moltissime situazioni non ancora - per nulla o
sufficientemente - da noi esplorate, e quindi a noi ignote, nelle quali possa
concretizzarsi il reale e il conoscibile.
[Saturday, 22 December, 2001]
Mi fa piacere che anche tu nutra qualche dubbio sulla corrispondenza tra le
condizioni reali del pianeta e il ciarlare degli ambientalisti, spesso dettato più dalla
'vocazione al catastrofismo estremistico [non sempre ingenuo e non sempre onesto] '.
Inutile dire che si stanno attivando in modo massiccio per cercare di demolire
l'operato di Lomborg. Martedi scorso Lomborg mi ha messo al corrente di quanto sta
facendo Scientific American [in italia tradotto in Le Scienze, come sai]: ha pronti
quattro articoli di 'grandi esperti’ ambientalisti, che saranno pubblicati sul numero di
gennaio 2002, preceduti da una presentazione dell'Editore. Sto esaminando i 4 articoli
che mi ha inviato per e-mail il Lomborg. In questo momento, in cui subisce attacchi
piuttosto violenti - questi signori perdono potere e credibilità, ovviamente, per effetto
dello studio di Lomborg - Lomborg chiede aiuto per meglio orientare le
controvalutazioni.
Poichè è un tema che mi appassiona, mi ci sto dedicando; spero di essergli di qualche
utilità.
Vedevo ieri sera, che una petizione perché gli USA rifiutino il Protocollo di Kyoto, è
stata sottoscritta da più di 19.200 ricercatori statunitensi, tra i quali 2.660 tra fisici,
geofisici, climatologi, meteorologi, oceanografi e ambientalisti; 5.017 tra chimici,
biochimici o biologi.
Certamente sarà un confronto duro. Né si può prevedere che possa prevalere la
posizione Lomborg. Quei signori hanno predicato molto e a lungo; con il concorso
costante dei media, che abitualmente si prendono sempre la massima cura delle
notizie / 'opinioni’ negative, distruttive, catastrofiste; come ben sai. Eppoi sono
generalmente i signori ambientalisti che sono più vicini al potere; dovunque.
Pazienza. Bisogna confrontarsi. Qualcosa cambierà.
Ho visto con orrore che il Congresso americano ha approvato una legge 'contro la
clonazione’; prevede fino a 10 anni di reclusione e una multa fino a circa 2 miliardi,
per i contravventori. L'inghilterra invece consente la clonazione. Inutile dire che salvo
colpi di testa imprevedibili, anche l'Europa voterà contro la clonazione.
Questo è un altro tema che mi interessa molto.
Ma non voglio annoiarti.
Sento che sei occupatissimo; lavori magnificamente; e quindi credo sia un bene per
tutti; per te, che certamente trovi soddisfazione nell'occuparti dei tuoi temi prediletti;
e per i tuoi lettori - tra i quali vorrei esserci sempre anch'io - che possono rinnovare il
piacere dell'acculturazione, coniugato con quello di una lettura sempre
piacevolissima.
Ti auguro un migliore 2002.
Chissà che con il ritorno della buona stagione non ci sia occasione di vederci.
Un abbraccio,
Friday, 28 December, 2001
Scusami, F., se sono ancora qui a invadere per un momento il tuo tempo che
immagino dovrai distribuire con molta oculatezza, data la moltitudine di impegni che
te ne richiedono una frazione.
Ho letto il piccolo libro della Fallaci: "La rabbia e l'orgoglio". Il testo è praticamente
uguale all'articolo divenuto famoso quando fu pubblicato sul Corriere - ette più, ette
meno, non sono stato a verificare. In più c'è una lunga Prefazione della Fallaci stessa.
Come al solito, interessante. "E se i fottuti figli di Allah mi distruggono uno solo di
quei tesori [Ponte Vecchio, il Codice Virgiliano, la torre di Giotto, e tutta una lista
che la Fallaci rende la più completa possibile], uno solo, assassina diventerei io. Io
non ho vent'anni ma nella guerra ci sono nata, nella guerra ci sono cresciuta, di
guerra me ne intendo. E di coglioni ne ho più di voi, che per trovare il coraggio di
morire dovete ammazzare migliaia di creature incluse le bambine di quattro anni.
Guerra avete voluto, guerra volete? Per quel che mi riguarda, che guerra sia. Fino
all'ultimo fiato." [p.35]
"...E infine c'è la scienza, perdio, e la tecnologia che ne deriva.
Una scienza che in pochi secoli ha fatto scoperte da capogiro,
compiuto meraviglie da Mago Merlino, perbacco! Copernico,
Galileo, Newton, Darwin, Pasteur, Einstein.... non eran mica
seguaci di Maometto. O sbaglio? Il motore, il telegrafo,
l'elettricità, il radio, la radio, il telefono, la televisione non si
devono mica ai mullah e agli ayatollah. O mi sbaglio? Le navi a
vapore, il treno, l'automobile, l'aereo, le astronavi con cui siamo
andati sulla luna e su Marte e presto andremo chissà dove, lo
stesso. O mi sbaglio? Il trapianto del cuore, del fegato, dei
polmoni, degli occhi, le cure del cancro, la scoperta del genoma
umano, idem. O mi sbaglio?E anche se tutto questo fosse roba da
buttar via, ma non mi sembra proprio, dimmi: dietro l'altra
cultura, la cultura dei barbuti con la sottana e il turbante, che
c'e'?" [p.86-87].
"...non ci hanno lasciato che qualche bella moschea e una religione da
Medioevo!"[p.88]
"Ma in nome della logica: se questo Corano è tanto giusto e fraterno e
pacifico...come la mettiamo con la faccenda del chador anzi del
burkah...come la mettiamo ... col principio che le donne debbano contare
meno di un cammello, che non debbano andare a scuola, non debbano
andare dal dottore, non debbano farsi fotografare eccetera? Come la
mettiamo col veto degli alcolici e la pena di morte per chi li beve? Come
la mettiamo con la storia delle adultere lapidate o decapitate?..Come la
mettiamo con la storia dei ladri a cui in Arabia Saudita tagliano la mano,
al primo furto la sinistra, al secondo la destra, al terzo chissaché'? Anche
questo sta nel Sacro Libro, si o no? E non mi sembra mica tanto giusto.
Non mi sembra mica tanto fraterno, tanto pacifico. Non mi sembra
nemmeno intelligente."[p.89].
"Non ne tiene conto nessuno del fatto che tutti i paesi islamici sono vittime di un
regime teocratico, che gratta gratta tutti sono copie o aspiranti copie dell'Afganistan e
dell'Iran? Perdio, non v'è un solo paese islamico che sia governato in modo
democratico o almeno laico! Non uno! Perfino quelli soggiogati da una dittatura
militare come l'Iraq e la Libia e il Pakistan, perfino quelli tiranneggiati da una
monarchia assolutista come l'Arabia Saudita e lo Yemen, perfino quelli retti da una
monarchia più ragionevole come la Giordania e il Marocco, non escono mai dai
cardini d'una religione che regola ogni momento della vita e della giornata!" [p.118]
E dopo aver descritto "..un documentario girato recentemente a Kabul da una
bravissima giornalista anglo-afgana di cui m'ha colpito la voce morbida e triste, il
volto mesto e deciso.." in cui veniva mostrato con quale indifferenza si svolge "
l'esecuzione in maniera sbrigativa" di tre donne in una strada qualsiasi della città,
all'apparire sullo schermo del ministro della Giustizia Wakil Motawakil, la Fallaci
scrive:" Sì ho preso il nome. Non si sa mai quali opportunità offra la vita. Un giorno
potrei incontrarlo lungo una strada deserta, e per ucciderlo potrei aver bisogno
d'accertare la sua identità."[p.101].
Non condivido/capisco il suo fervore per l'Italia. Trovo che parlare ancora di
territorio ai nostri giorni, quando può nascere addirittura il sospetto che sia il
momento della grande ammucchiata, sia un pò limitante; un pò becero, anche. Questo
senso della "proprietà " territoriale, mi da fastidio. [Intendiamoci, sono un convinto
assertore del diritto alla proprietà personale; ma la cultura, l'arte, la scienza, non
credo si debbano considerare proprietà di un popolo anziché di un altro. E anche per
questo, sono per un riscatto dei musulmani dalla loro stupida posizione di chiusura
verso l'esterno. Ogni conquista dell'uomo deve essere per tutti gli uomini, a vantaggio
di tutti, diamine.] O almeno, parliamo di Occidente. Ma la Fallaci, stranamente [per
me, che non ho capito], dopo aver magnificato l'America, da tutte le parti, di sopra, di
sotto, a nord a sud [come sai lei vive a New York], mi tira fuori tutta una storia di
Risorgimento, di artisti soprattutto, ma anche di scienziati; di patrioti forti, di
bandiere insanguinate a Custoza o giù di li, conservate gelosamente, ecc. ecc.
Comunque, quanto dice degli arabi è terribile, e condivisibile. Sono d'accordo del
tutto quando dice che questi musulmani non valgono un fico secco, non hanno
contribuito un fico secco al miglioramento del mondo, ecc. ecc., e quindi al
confronto della nostra, quella Occidentale, la loro non è una cultura; al massimo sono
usi e costumi tribali, di nessun interesse se non fosse che questa differenza la vedono
anche loro, e benissimo, e siccome le differenze al difetto danno molto fastidio,
certamente vogliono distruggere questa civiltà occidentale che riconoscono migliore
della loro, ma che li obbligherebbe - se accettata in toto, dalla TV alla democrazia,
alla separazione dello Stato dalla religione - ad abbandonare la sahria, quella idiozia
della legge islamica che invece prevede non possa esserci mai separazione tra
religione e Stato.
Su Il Foglio di venerdi scorso, ho letto un articolo per alcuni aspetti veramente chiarificatore. L'autore, Luciano Pellicani, del '39, è titolare della cattedra di Sociologia
Politica alla Facoltà si Scienze Politiche della LUISS di Roma. Il saggio da cui è
tratto il brano del Foglio è intitolato "L'Islam e l'Occidente".
Ti trascrivo alcuni frammenti.
'..I musulmani presero coscienza del vantaggio dell'Europa nei loro confronti solo nel
1798, con la campagna egiziana di Napoleone... Tali musulmani si chiedono:
"..Come è possibile che il mondo sia diventato l'inferno dei credenti e il paradiso dei
miscredenti?" Chiesa e Stato, autorità politica e autorità religiosa, sono la stessa
cosa [per loro]. Di quì l'ostinata resistenza opposta dalle società musulmane alla
Modernità. Modernità vuol dire vita senza valori sacri o, quantomeno, rigorosa
separazione tra regno della politica e regno della religione.... Per Khomeini "L'Islam
o è politico, o non e", ogni tentativo di separare Stato e Dio "implica l'abbandono
della Sharia".
Khomeini, poco prima di morire, inviò un messaggio a Gorbaciov.
In esso, il carismatico leader della teocrazia iraniana chiese al segretario del PCUS di
riconoscere pubblicamente che il comunismo era ormai ridotto a un fossile storico
poiché, essendo "privo di una vera credenza in Dio" aveva lo "stesso problema che
stava trascinando l'Occidente in un vicolo cieco, nel nulla", e di riconoscere altresì
che ormai sulla scena mondiale non restava che una sola forza spirituale in grado di
perseguire l'obbiettivo di liberare i popoli che si trovavano nella "prigione
dell'Occidente e del Grande Satana": l'Islam. ' [da Pellicani, L. 'La lotta degli
ayatollah contro "l'infezione Occidentale", IL FOGLIO del 21 Dic. 2001].
Mi pare che la situazione sia terrificante; in senso letterale. Questi musulmani sono
davvero deficienti. O sbaglio?
È vero che c'è stato un Kemal Ataturk che un bel giorno ha detto ai suoi turchi: basta.
Distinguiamo lo Stato dalla Religione. Stiamo dalla parte dell'Occidente. E c'è
riuscito. Ma al momento, sono piuttosto dubbioso sulla disponibilità di altri
musulmani verso l'assunzione di decisioni analoghe. Vero anche che tutto dipende dai
capi di stato arabi, che hanno certamente assoluto potere sulle loro popolazioni. Ma
come potrebbero concedere ai loro popoli, improvvisamente, quella libertà così a
lungo negata?
E se invece si mettessero davvero in testa - cloni di bin-laden - che la sopravvivenza
dell'islam richiede la distruzione dell'Occidente?
Non mi hai ancora detto cosa pensi di quell'asino di maometto e dell'islam.
Ma non voglio farti perdere altro tempo. Scusami.
Ciao, a presto.
03.01.2002
A SQ
Davvero. Una volta o l'altra, potrebbe davvero succedere.
Tuttavia, finchè ci vediamo, finchè un giorno quì uno là ci si può sorridere, divertire,
pur sempre con cautela e sospetto, è sempre meglio del peggio. Bisogna davvero
cambiare tutto, mia carissima amica. Abbiamo - hai - diritto alla felicità, alla libertà e
al benessere senza fine.
Adopriamoci!
Ti unisco la recensione del volume di Lomborg apparsa su le Scienze. Me l'ha
segnalata Lomborg stesso. Nel numero di Gennaio di Scientific American apparirà
invece un 'litania’ di quattro "allineati fan-ambientalisti". Se ti interessa, ho a
disposizione sia gli articoli inediti che la risposta di Lomborg [in tutto una trentina di
pagine].
Ciao.
03.01.2002
AGeM
Prima ancora di far concordare con Emy una risposta alla vostra molto gradita, debbo
subito esprimere il mio più totale, più totale che più totale non si può accordo con
Gianni: che qualcuno ci liberi da Prodi. Maledizione. Speriamo davvero che non lo si
veda finalmente mai più.
Ma temo che sia chiedere troppo. È una bestia schifosa come Scalfaro, quella. Non la
si schiaccia nemmeno sotto le scarpe chiodate. Maledizione. Ciò non può impedirci
di augurarci la sua più totale scomparsa.
Ciao, un abbraccio.
03.01.2002
A CP
Le unisco copia della recensione del libro di Lomborg, apparsa su Le Scienze di
Novembre.
Su Scientific American di gennaio ci saranno quatro recensioni negative da parte di
studiosi fan-ambientalisti, e la risposta di Lomborg. Se Le interessa, posso
trasmetterLe il malloppo: una trentina di pagine.
Cordialità.
04.01.2002
A MTBR
Ha cominciato a scorrere anche questo 2002.
Ricambio i tuoi graditi auguri.
Mi basterebbe che le sorprese non si affollassero.
Potrebbe bastare un percorso quieto. Ci basterebbe sospendere l'affanno.
E vivere.
Quello appena passato, non è stato un granché.
Non dovrebbe essere poi tanto difficile combinarne uno meno fragoroso.
Stiamo pure a guardare. Con fiducia e ottimismo, naturalmente.
Ciao, a presto.
Un affettuoso saluto anche al grande Enzo.
Friday, 04 January, 2002
A F. (lettera convenzionale)
il fatto è che non sono ancora riuscito a dedicare il tempo necessario all'esame della
questione abbastanza rilevante: come è possibile che una persona sana di mente possa
credere - e dedicare una frazione non trascurabile della propria giornata - a certe
piccole bestialità sciocche e intellettualmente misere / minime quale la Sharia e il suo
islam; ma anche semplicemente come sia possibile essere religiosi, porco dio
santissimo.
Credo di non essere ancora riuscito a fare spazio alla questione, perché infine non mi
va di occuparmene; mi sembra tempo perso. Non riesco ad immaginare che valga la
pena di occuparsene. Eppure, basterebbe riflettere sui numeri, per convincersi che il
problema è importante: ~ 2 miliardi di cristiani, poco più di 1 miliardo di musulmani, 800 milioni di induisti, ~ 350 milioni di buddisti, ecc. ecc. [World Almanac
2001, p.692]
Debbo cercare di capirci qualcosa; debbo leggere documenti. Ma non so quando mi
deciderò a farlo. E dev'essere proprio perché avrei bisogno di intuire / immaginare
seppur confusamente, preliminarmente, che è una cosa seria.
In attesa, ti allego la recensione del libro di Lomborg, favorevole, apparsa su LE
SCIENZE.
Buon 2002, F.
04.01.2002
A FC
Ho capito cosa è successo. Un tempo frequentavo questo sito. C'era questa
possibilità:
"The Write Brain is a compilation of short stories, poetry, essays and artwork created
by patients, caregivers, mental health professionals and anyone else who visits our
community."
E ne ho approfittato.
Ciao.
PS: molto tempo fa, un critico della Fiera Letteraria aveva scritto di me, alla lettura di
alcune mie composizioni: ‘ Lei è un malato mentale forse molto grave, ma dal fondo
della sua pazzia tira su dei versi belli e autentici, …’.
Che avesse ragione?
05.01.2002
A SQ
Intendiamoci. Non è che non mi piaccia l'idea della donna-soldato, di per se'. Non mi
va l'idea del 'soldato’ in generale. Mi fa pensare a contrasto violento, out of reason,
primitivo, bestiale. Preferisco knowledge and reason.
Capisco - credo si debba riconoscere - che siamo ancora poco più oltre il paleolitico,
a giudicare dalla facilità con cui ci ammazziamo - comportiamo irragionevolmente - e
che possono esserci situazioni che non ci consentono di sottrarci alla guerra. Come
quella in atto contro il terrorismo. Come qualunque guerra contro gli imbecilli, i
violenti irragionevoli. Non c'è altro mezzo. OK.
Ma 'comunque', non mi va. Ci siamo costretti, quindi si fà. Dobbiamo farla, e la si fà.
Ma ovviamente, c'è di meglio.
Buona settimana.
07.01.2002
A AP
Ti unisco il testo che sarà pubblicato su Scientific American con le critiche a Lomborg e la relativa risposta in molte frazioni.
Immagino che sarà comunque interessante il libro sulla storia del gatto.
Credo di averti detto che i gatti mi piacciono tantissimo.
L'ultimo gatto di famiglia, ha lasciato una traccia difficilmente cancellabile. La
chiamavamo Cicala. Era una soriana. Forse non era bellissima. Ma le eravamo tutti
molto affezionati. Un giorno mia madre e mia sorella minore la vollero portare con
loro, al guinzaglio [prima volta così ], a fare una passeggiata. In prossimità di un
prato, si è sciolta, ed è fuggita. Non si è più vista. Non ha più risposto ai richiami.
Credo di avere una foto. Quando la trovo, te la mando.
Invidio la tua lettura.
Buona settimana.
07.01.2002
AGeM
Ottime entrambe. Condivido.
Il contorno di Ruggiero mi sembra addirittura centrato. Lo si potrebbe riconoscere
all’istante. Chi è che disegna così bene? È strano che Ruggiero riscuotesse tanto
credito tra gli addetti ai lavori - o almeno mi pare di ricordare - ma così poco quasi
niente tra la gente che conosco.
Non ho vignette recenti da scambiare.
Ma ne ho una che a suo tempo - giugno dell'anno scorso, periodo elettorale - mi ha
divertito. Potrebbe esservi sfuggita. Quindi la unisco.
A presto.
08.01.2002
Ad AA
Ciao, carissimo Afro. Mi fa molto piacere che abbiate passato ottime giornate a R.
Mi fa piacere anche - e me ne scuso - che siate tornati da queste parti. Me ne scuso
per due motivi: uno è che il Castello d'If non è il più ospitale sul territorio; l'altro è
strettamente egoistico: preferisco sapere che siete a portata di mano. Purtroppo per
Voi, vi sono piuttosto affezionato.
Certo che, non avendoti più sentito dopo il 17 dic. scorso, ho immaginato che una
vostra fuga verso la collina poteve esserne una delle possibili ragioni.
Nel frattempo ho preso contatto con Lomborg, l'autore del libro anti-fanambientalisti. Sul prossimo numero di Scientific American usciranno quattro articoli
CONTRO il libro di Lomborg. Dovrebbe esserci anche l'autodifesa di Lomborg. Mi
ha inviato i 4 articoli e le sue risposte. Se ti interessano posso inviarti il tutto
[~140Kb].
Ma la rivolta degli ambientalisti scorre su molti piani. Anche da Science, purtroppo, è
venuta una voce 'contro’: soprattutto per il non aver Lomborg ammesso/riconosciuto
che se le cose vanno meglio, e' anche/soprattutto merito degli ambientalisti che
strillando strillando, hanno provocato provvedimenti pro-ambiente, a livello locale,
nazionale, internazionale. Rimane il fatto che le cose ora non sono lì lì per
precipitare nel baratro della catastrofe. E questo è bene che si sappia.
Lomborg mi ha segnalato la recensione 'favorevole’ uscita su LE SCIENZE di
novembre, che ti unisco.
A presto.
Un saluto particolare a M.
09 Jan 2002
A SQ
Le tue considerazioni sulla relazione intercorrente tra 'individualismo’ e 'debolezza’,
contrapposta a 'unita’ e 'ignoranza’, meriterebbero certamente una riflessione
approfondita. Che in questo momento non sono in grado di perseguire. Posso
solamente - così , di primo acchito - accettarle come premessa alla ricerca di
soluzioni.
Tu sai che ho infinita fiducia nell'intelligenza. Abbiamo altri strumenti? Dunque
anche nella capacità di superare il muro di difficoltà che gli ignoranti-uniti ci
opporranno; ci hanno sempre opposto. Vedi caduta del muro comunista: vertice
dell'imbecillità-unita.
La 'presunzione di superiorita’, invece, è un male serio, incurabile [?] per noi [non io]
europei. Sono assolutamente d'accordo. È per questa innata-innaturale presunzione
che detesto l'Europa. Perché questa presunzione deriva direttamente dall' incapacità
di comprendere l'enormità della mole di errori compiuti nel corso della storia
europea. Sono errori così giganteschi, così strazianti, che non intenderne la portata
conduce a dubitare della capacità degli europei 'come massa’, di produrre soluzioni
socio-economiche, politiche e culturali 'umane’, ossia della migliore qualità.
So che subito si tireranno in ballo, a discarico, quei cento 'grandi’ in tutti i campi
dello scibile, di cui andiamo riempiendoci la bocca. Ma questi cento, sono
l'eccezione; anche se non mancano nomi ‘grossi’ veramente infami, quali Sartre [‘In
URSS la libertà di critica è totale”!], Berthold Brecht [‘Quelli là (quelli degli ignobili
processi moscoviti), più sono innocenti, più meritano di essere fucilati!’], Martin
Heidegger [‘Non cercate le regole del vostro essere nei dogmi e nelle idee, è il Fuhrer
stesso, e lui solo, la realtà tedesca di oggi e di domanì.!]; D’Annunzio, Pirandello,
Papini, Marinetti, Ungaretti, Croce, e altri, tutti più o meno devoti caldeggiatori del
fascismo; Bernard Shaw , prima fascista, poi stalinista; Bertrand Russell [‘La
Germania nazista non è un pericolo per le democrazie’; “Britain should disarm, and if
Hitler marched his troops into this country when we were undefended, they should
be welcomed like tourists..”]; ecc. ecc.
Oltre questa feccia, dal resto, dalla massa europea, non ci si può aspettare granché.
Non so se questa presunzione di superiorità, ci impedirà di reagire adeguatamente,
magari con ritardo, ma ancora in tempo, all'ondata bestiale dei musulmani-uniti. Un
tempo speravo che l'invasione avvenisse, a sommergere tutto. Sì. Ma immaginavo
che arrivassero delle 'orde colte', seppure vagamente; che dico, cinesi, indiani,
giapponesi; non so. Che arrivino i musulmani, davvero fa schifo anche a me!
Ciao, buona giornata.
09 Jan 2002
A MM
Le unisco copia del 'malloppo’ costituito dalle risposte di Lomborg - passo passo alle 4 recensioni negative che appariranno su Scientific American, come da Lei
richiesto.
Cordialità,
Wednesday, January 09, 2002
A F.
Ma dimmi, F, come si può veramente, tranquillamente, pensare che un dio, un
qualunque dio figlio di puttana, tra quelli che scorrazzano di quà e di là dal fiume,
possa richiedere che 'il fedele’ stia lì a culo per aria cinque volte al giorno, o a culo su
seggiola - almeno a pasqua - , poco importa, a ripetere all'infinito che 'luì è tanto
bravo, tanto santo, tanto bello, tanto buono, e chi più lodi ha più ne metta, data
l'ingordigia immensa del soggetto [anche se è un criminale, anzi il più criminale dei
criminali, visti i disastri che ha combinato da che mondo è mondo, mandando a farci
visita ogni 30milioni di anni un bel asteroide a distruggere tutto; somministrandoci
più di 11mila malattie ‘normali’, più 3500 malattie genetiche, più l’invecchiamento e
la morte; più un bel mucchio di altri ‘problemini’ che vanno dai serpenti ai tornado,
dalle alluvioni ai funghi velenosi, dai terremoti alle eruzioni vulcaniche; ecc. ecc. ma non bisogna dirglielo, non bisogna farglielo sapere, pena botte da orbi, per tutta
l'infinità del tempo! poiché è un pò suscettibile, poverino!-]. Ma come può essere
credibile che quel tale se ne stia lì, seduto su uno sgabello, una seggiola, un trono,
una nuvola, una merda, dove gli pare, a contare quanti punti ti spettano - uno per ogni
Allah-akbar che dici o altri simili esicasmi [come al supermercato: ogni 5 euro un
punto sulla tessera] - per poi prenotarti un posto chissà dove - che ci sia ognun lo
dice, dove sia nessun lo sa - in cui si può suonare l'arpa a volontà o scopare le Urisempre-vergini e disponibili cento volte al giorno per l'eternità [ma quelle povere
donne col burka sulla testa, che fanno, loro, nel frattempo? Si danno lo smalto sulle
unghie?]. Senza contare che una divinità - ma anche chiunque altro - che ha bisogno
di sentirsi dire - e non si stanca mai di sentirsi dire - 'quanto sei bravo, quanto sei
bello’, non ti sembra un pò 'imperfetta’, un pò mentalmente frusta? Un pò scema,
insomma?
E quegli altri che si dedicano al brahmanesimo, al buddhismo, all' induismo, al
lamaismo, ecc., che se non fanno i bravi si vedono ritornare in vita a 'fare una vita da
cani’ - letteralmente - o da orsi, o lucertole o serpenti; o schiavi, o intoccabili; in un
va e vieni senza fine, un samsara che rovina la vita e il ritorno in vita, a causa del
karman, che nasce da quella voglia 'bestiale’ [?] di fare, di agitarsi, di creare novità,
di cercare la felicità, di cambiare il mondo. Invece di rinunciare all'azione, al
desiderio [lobha] di vivere, al piacere di correre sui prati infestati di fiori e di sole, a
primavera; invece di rinunciare alla vita, e quindi interrompere finalmente il samsara!
E chi sarebbe poi quel giudice supremo, quella potenza immaginaria che dovrebbe
tenere i conti per uno, l'amministrazione universale, per stabilire se 'l'anima deve
rientrare in un essere umano o in un animale, un essere umano della tale o tal'altra
classe sociale, oppure un animale belante o strisciante o pisciante, e chi più ne ha più
ne metta? Come avverrebbe poi la reintroduzione dell' 'anima’ nel nuovo DNA
bestiale o umano? Oppure, quale legge biologica lascerebbe tracce così forti e
persistenti nel DNA del peccatore, da poter essere 'ereditate’ nella nuova cellula
uovo fecondata?
Insomma, che povere storielle un pò balorde ci vorrebbero raccontare quei quattro
tali, boscaioli o pastori o falegnami o cammellieri che hanno farcito i contemporanei
e oltre, di tutte queste panzane?! E comunque, non è di loro, che ci si deve
meravigliare; erano primitivi che parlavano a primitivi; a persone con scarso-quasinullo spirito critico; a persone che cercavano di stiracchiare via a stento la vita poco
più in là del trogloditismo imperante, dei pecorari scanii.
[Improvvisamente mi vedo le risate 'silenziose’ - ché, nessun plebeo, all'intorno,
deve averne sentore - dei propalatori delle panzane, che propalando acquisivano
autorevolezza e autorità nel loro enturage, tramandando nome e cognome e corredo
agiografico; oltre ai ridenti silenziosi che con il potere-già-tra-le-mani, se ne fregano
altamente dei propalatori che in fondo contribuiscono a mantenere quieti i sudditi,
perché "l'esistenza è dolore" [buddha] e non bisogna agitarsi ma essere miti, retti,
'ricurvi’, sottomessi, per poter meglio accogliere le superiori frustate in tutta la loro
salubrità, e sopportare, per interrompere le reincarnazioni [buddhismo] o per
acquisire meriti ultraterreni e potersi scopare le Uri [risate su risate maomettane] o
suonare l'arpa tra le nuvole! [ancora risate su risate cristiane].
Ma degli altri, ci si dovrebbe meravigliare; di quelli che esercitano lo spirito critico su
qualunque argomento abbiano a portata di mano, salvo quello religioso. Tanto che
questo loro 'silenzio critico’ vien quasi voglia di interpretarlo come specchio di una
più sostanziale incapacità generale di critica; come una capacità di critica solo
apparente, ma non reale. Sembra insomma del tutto irragionevole, che una infinita
quantità di persone continui, dopo secoli di tempo per riflessioni in ogni direzione, a
credere, confidare in tali subornazioni trogloditiche.
Che stia lì a rimirare quel tale vecchio poveruomo con un gran cappellone dorato a
adornato carnevalescamente sulla testa, circondato da tutto uno stuolo di mandarini in
abiti festosi tutti uguali, che si rivolge a noi - lui pastore - come se fossimo tutte
pecore deficienti. Ma dico, chi è che ancora non lo sà che siamo andati sulla luna?
Che la nostra tranquilla razionalità ci può portare da sola ben più avanti sul cammino
della convivenza pacifica e morale?
____________________________________________________
*** Dei circa 729 milioni di europei, gli atei e i non-religiosi assommerebbero a
circa 130 milioni, ossia circa il 18%. In NordAmerica ce ne sarebbero di meno: solo
30 milioni [~7%] di atei/non-religiosi su una popolazione di circa 456 milioni. I
gruppi religiosi in USA sono circa 150 [quelli con più di 5000 aderenti]; non so in
Europa; ma credo siano molti di meno. Questo frazionamento della religiosità
potrebbe essere in relazione al particolare/caratteristico culto della libertà,
dell'indipendenza personale propria degli statunitensi. Rimane tuttavia una religiosità
più diffusa che in Europa, da considerare. Difficile per me da accettare/comprendere,
fanatico Americanista quale sono e allo stesso tempo semplicemente ateo.
________________________________________________
10 Jan 2002
AGeM
Anch'io non li acquisto mai, i prodotti cosiddetti biologici [che idiozia galoppante;
come se gli altri non fossero biologici, ma di chissà cosa!].
In più, cerco sempre di suggerire ad Emy, con toni di voce ben udibili in vicinanza,
"Niente Bio” oppure: “Se sono bio non li prendiamo”, oppure :” purchè non siano
bio-"; e così via. Un pò di propaganda non guasta. Se poi se ne parla con amici, mi
trasformo in un vero guastatore [di Bio-idee].
Qualche mese fa ho fatto circolare la nota che ti unisco.
Forse sono ancora più fiducioso di te sugli organismi biologicamente modificati. Nel
mio sito ne parlo.
Uno dei motivi è che - come dici tu - sono sempre esistiti. Di diverso, hanno che ora
invece di fare mille incroci per 'trovare’ per caso la varietà con le caratteristiche che
interessano, si fanno le cose scientificamente: si scelgono i geni che interessano, e si
inseriscono direttamente nel DNA; come ben sai. Molte cordialità a te e Maria.
14 Jan 2002
A SQ
Ciao, non dimentichiamoci.
Buona giornata; e tutta la settimana.
Thursday, January 17, 2002
A F. (lettera convenzionale)
leggo qui in una raccolta elettronica di testi [Mille Libri], che Dionigi da Fano ha
raccontato del viaggio in oriente di tal Cesare dè Federici. Te ne riporto di seguito le
prime righe.
"L'anno della redenzione umana 1563, ritrovandomi io Cesare dè Fedrici in Venezia,
oltra modo desideroso di vedere le parti del Levante, m'imbarcai con diverse merci su
la nave Gradeniga, patronigiata da Giacomo Vatica, qual andava in Cipri. Ove giunto,
passai in Tripoli di Soria con un vassello minore; né qui fermatomi, presi il camino
alla volta d'Aleppo, ove si va con le carovane in sei giornate di gambelo. In Aleppo si
fa poi prattica cò mercanti armeni e mori, per andar in lor compagnia in Ormus; e
cosí con essi d'Aleppo partitomi, giungessimo in due giornate e mezza al Bir. "
['Viaggio di messer Cesare de Fedrici nell'India orientale e oltra l'India per via di
Soria. (di Dionigi da Fano)]. [Tu conoscerai di certo l';opera; ma se per caso non
l'avessi sottomano e ti interessasse, posso facilmente inviartela.]
Come mai racconta in prima persona? Era d'uso raccontare in prima persona il
viaggio di altri? Oppure è Dionigi stesso che fa il viaggio; oppure Dionigi ha fatto il
viaggio assieme al Fedrici; o Dionigi ha raccolto la narrazione di Fedrici ? Immagino
che a metà del cinquecento solo pochi sapessero scrivere; di qui il prestarsi di Dionigi
per la stesura della narrazione. O le cose stanno diversamente?
Spero che tu riesca a trattenere il tuo disappunto almeno quanto basta per la lettura di
questo appunto che ti unisco, poiché non mi dispiacerebbe avere la tua opinione in
merito.
_____
La condanna e la pena.
Da 'Dei Delitti e delle Pene’, di C. Beccaria [1738-1794]
'Chi dicesse che la schiavitù perpetua è dolorosa quanto la morte, e perciò
egualmente crudele, io risponderò che sommando tutti i momenti infelici della
schiavitù lo sarà forse anche di piú........La carcere è dunque la semplice custodia
d'un cittadino finché sia giudicato reo, e questa custodia essendo essenzialmente
penosa, deve durare il minor tempo possibile e dev'essere meno dura che si possa. '
E ancora.*
Dal nostro CODICE PENALE:
'art. 22. Ergastolo
La pena dell`ergastolo è perpetua, ed è scontata in uno degli stabilimenti a ciò
destinati, con l`obbligo del lavoro e con l`isolamento notturno.
art. 23. Reclusione
La pena della reclusione si estende da quindici giorni a ventiquattro anni, ed è
scontata in uno degli stabilimenti a ciò destinati, con l`obbligo del lavoro e con
l`isolamento notturno.'
Sono sempre stato favorevole alla pena di morte**. Mi è capitato spesso di sentire
vicini, conoscenti, ergersi contro la pena di morte, con l'argomentazione che con la
condanna a morte il filibustiere, il criminale se la cava troppo facilmente. 'Bisogna
metterlo alla gogna’, 'esporlo all'insulto fisico-morale-verbale per tutta la vita’,
'mutilarlo lentamente, inesorabilmente', 'scorticarlo lentamente', ecc. ecc. Insomma,
bisogna farlo soffrire come si deve, il criminale; bisogna vendicare la sofferenza che
ha procurato; magari senza riconoscere che di vendetta si tratta, di occhio-per-occhio.
Questa sembra una posizione piuttosto largamente diffusa.
Basta ascoltare i discorsi che scorrono a seguito di crimini orrendi, tipo stupri,
matricidi, atti terroristici, ecc.
Ma penso anche, più semplicemente, alla condanna ad anni di carcere, a decine
d'anni, a tutta una vita di carcere. Mi sembra che sia un atto di una crudeltà veramente
di grande intensità. Seppoi si pensa a quella condanna che dovrebbe durare ben oltre
la vita, ma per tutta l'eternità, l'inferno cristiano o musulmano, allora come non
qualificarla come una crudelta grande, una criminale crudeltà, la più grande e la più
infinitamente abominevole e criminale crudeltà ?!
D'altra parte la 'pena’ eterna è stata scelta sia da cristo e/o dai cristiani, sia da
maometto e/o dai musulmani, proprio perché è una sofferenza infinitamente peggiore
di qualunque altra, e quindi naturale prodotto della infinita potenza della divinità.
Ossia questa infinita potenza della divinità, si manifesta con la somministrazione di
una pena di durata infinita. Non già con una risoluzione immediata e definitiva, il
taglio della testa o l'iniezione letale [somministrata per conto della umana giustizia];
e/o con la privazione totale della vita, a tutti gli effetti, con la distruzione definitiva
dell'anima [somministrata dalla giustizia onnipotente, divina]. La massima pena
concepita è l'inferno, insomma; la sofferenza che dura nel tempo, che dura un tempo
senza fine.
Come si possa includere nelle proprie prospettive l'accettazione, il rispetto per
religioni che tra l'altro prevedono un'infinita crudeltà di questa natura, mi risulta
veramente del tutto inconcepibile; se non da menti malate, ma veramente molto
malate, mentalmente malatissime, geneticamente danneggiate [e c'è altresì da
sorprendersi che girino per le strade - ma si facciano anche costruire casotti anche
grandi, anche grandissimi, con accanto delle specie di ciminiere con sopra le
campane ma anche senza, per far meglio sentire la loro voce - individui che
propugnano tali prospettive!].
Altro che 'nessuno tocchi caino’! Qui lo si tocca, eccome! Mi riesce incomprensibile
l'accettazione da parte di cosittante persone 'apparentemente’ sane, di dottrine
[cristianesimo, islam, ecc.] che ospitano tra le loro pieghe infamità criminali così
gigantesche.
Ma come è possibile predicare la pace, la comprensione e il perdono, e allo stesso
tempo la condanna 'eterna’ di chi ha sbagliato? [non parliamo poi della natura degli
errori che possono portare alla pena eterna, perché allora c'è da schifarsi ancora di
più]. È un' inconciliabile contraddizione; come si può non riconoscerlo?
È ben più preferibile l'eliminazione immediata del colpevole, del responsabile di un
crimine. Meglio la pena di morte, non ci sono dubbi. La comunità si protegge contro
chi cerca di scardinarne vigliaccamente le regole di convivenza, eliminando non tanto
chi non le riconosce ottimali e si adopra casomai per migliorarle [posizione,
disposizione meritevolissima], ma chi le rifiuta attivamente, come una bestia senza
capacità di colloquio, esercitando violenza, provocando danni irreversibili a uno o più
membri della comunità.
Una pena rapida e definitiva potrebbe essere prevista anche come prerogativa di
quelle tali 'entita’ che invece prediligono la crudeltà ad infinitum; tipo l'inferno.
Insomma, anche un dio misericordioso dovrebbe: o perdonare ad infinitum [per
quanto grande possa essere il 'crimine’ compiuto]; oppure eliminare 'in totò l'essere '
colpevole; eliminarlo ad infinitum; per sempre. Nessuna resurrezione. Niente di
niente. Più nulla. La cancellazione perpetua, definitiva, della persona, dell'essenza
della persona che ha compiuto crimini inaccettabili, potrebbe ben costituire una
condanna meno infamemente crudele della dannazione 'perpetua’, della sofferenza
perpetua [ci sia o non ci sia il braciere appositamente predisposto, o altrettanto
confortevole - d'inverno - sostituto].
Non c'è moralità, nella dannazione 'a vita’, nella dannazione 'perpetua’. C'è piuttosto
'crudelta’ a vita, da parte di chi somministra una condanna di lunga quanto si vuole,
durata; di qualunque legge / saharia che la propugna / sostiene.
Al confronto con divinità di tale 'bassezza’ morale, Stalin, Hitler e Mao potrebbero
addirittura sembrare sant'uomini! [che i loro seguaci/sudditi l'avessero intuito?].
La crudeltà non può considerarsi morale, sulla terra. Non ti pare?
Per quanto riguarda il 'nessuno tocchi caino’ [NTC], la situazione non mi pare
assolutamente diversa. Anche i propugnatori di questa 'litania’ credono più morale
infliggere pene infinitamente crudeli, in sostanza, invece della pietosa e meno crudele
eliminazione rapida del criminale. Anzi, i sostenitori di NTC sono assolutamente
allineati con quanto sostiene il cristianesimo: no alla pena di morte; sì alla crudeltà
infinita della carcerazione, anche per tutta la vita, piuttosto; meglio se la pena è breve
e 'riabilitativa’, d'accordo; ma meglio comunque l'ergastolo, piuttosto che la fine
ultima. Che poi è il modo peggiore, 'più violentò di 'toccare caino’, visto che il modo
più crudele e malvagio di colpire il colpevole è proprio quello di infliggergli la
reclusione più o meno a vita. La sofferenza, più o meno a vita. Dov'è il piano morale
di NTC?
___________________________
* [Sempre da 'Dei delitti e delle pene’, Beccaria]
'Dalla semplice considerazione delle verità fin qui esposte egli è evidente che il fine
delle pene non è di tormentare ed affliggere un essere sensibile, né di disfare un
delitto già commesso. Può egli in un corpo politico, che, ben lungi di agire per
passione, è il tranquillo moderatore delle passioni particolari, può egli albergare
questa inutile crudeltà stromento del furore e del fanatismo o dei deboli tiranni? Le
strida di un infelice richiamano forse dal tempo che non ritorna le azioni già
consumate? Il fine dunque non è altro che d'impedire il reo dal far nuovi danni ai
suoi cittadini e di rimuovere gli altri dal farne uguali. Quelle pene dunque e quel
metodo d'infliggerle deve esser prescelto che, serbata la proporzione, farà una
impressione piú efficace e piú durevole sugli animi degli uomini, e la meno
tormentosa sul corpo del reo.
....la privazione della libertà essendo una pena...
Non è l'intensione della pena che fa il maggior effetto sull'animo umano, ma
l'estensione di essa; perché la nostra sensibilità è piú facilmente e stabilmente mossa
da minime ma replicate impressioni che da un forte ma passeggiero movimento.
L'impero dell'abitudine è universale sopra ogni essere che sente, e come l'uomo parla
e cammina e procacciasi i suoi bisogni col di lei aiuto, cosí l'idee morali non si
stampano nella mente che per durevoli ed iterate percosse. Non è il terribile ma
passeggiero spettacolo della morte di uno scellerato, ma il lungo e stentato esempio
di un uomo privo di libertà, che, divenuto bestia di servigio, ricompensa colle sue
fatiche quella società che ha offesa, che è il freno piú forte contro i delitti.
Quell'efficace, perché spessissimo ripetuto ritorno sopra di noi medesimi, io stesso
sarò ridotto a cosí lunga e misera condizione se commetterò simili misfatti, è assai
piú possente che non l'idea della morte, che gli uomini veggon sempre in una oscura
lontananza.......'
________
** C'è il problema dell'errore giudiziario, lo so. Ma credo che questa sia una
questione di tecnica giudiziaria; che è certamente ovviabile perfezionando il codice di
procedura penale.
Sono assolutamente in disaccordo con quella 'troia’ della Pasionaria quando diceva
"Meglio uccidere 100 innocenti che lasciarsi sfuggire un colpevole". Meglio essere
più giusti che si può , ovviamente.
_________________________________
Ciao, a presto.
18 Jan 2002
A LS
E a me fa piacere sapere che posso raggiungerti all'altro capo di questo filo d'Arianna.
Sì, direi di sì. Collaboro ancora con P.
Ma collaboro comunque con te; se posso esserti di qualche utilità.
Col massimo piacere.
Nel caso tu abbia qualche curiosità particolare da soddisfare, sappi che ora dispongo
anche del libro: "Earth Report 2000. Revisiting the True State of the Planet."
È molto simile al libro di Lomborg. Ma ogni argomento 'anti-ambientalismofanatico’ è trattato da singoli specialisti.
Con la massima cordialità,
18 Jan 2002
A GCS
Carissima, spero che ogni cosa proceda al meglio.
La salute? La neve e il freddo? E Mamy, naturalmente?
Ti unisco un breve documento sul Corano. So che l'argomento è un pò scemo.
Ma ci ho perso qualche giorno, e te lo passo sperando vivamente di risparmiarti così
lo schifo della lettura diretta. È faticoso. Almeno per me che non credo nelle panzane
di questo tipo.
Ho pronto un altro appunto, su un argomento analogo.
Ma lo tengo per la prossima volta.
Te ne invierò anche uno sui 'delitti e sulle pene’.
Presto.
Ciao. Un abbraccio a tutti, con la speranza che stiate tutti bene; molto bene, se
possibile.
Saturday, January 12, 2002<>Friday, January 18, 2002
Sto cercando di leggere il Corano; ma faccio una fatica tremenda. È forse la cosa più
insulsa e idiota che abbia mai letto; forse solo paragonabile a quell'altra idiozia
enorme che fu il libretto rosso di mao. Non riesco ad immaginare che persone di
qualche seppur limitata intelligenza e cultura, possano leggerlo e seguirlo con
convinzione. Non posso crederci. È possibile che qualcosa di molto importante
sfugga alla mia comprensione.
Trovo che sia un testo piuttosto ricco di stupidità infinita associata strettamente a
banalità; anche se in certi momenti si ha l'impressione che possa essere di qualche
utilità a camellieri incolti e a pecorari scanii.
La preoccupazione prima, più frequentemente sollevata dal Corano, sembra quella di
maledire e stramaledire quelli che non credono in Dio e nel suo profeta Maometto;
quelli che sono 'miscredenti’. L'impressione generale è che forse più del 90% almeno
dei più di 6000 versetti, trattino delle maledizioni e delle pene in cui incorreranno i
miscredenti, quando saranno giudicati dalla divinità.
Fondamenti della 'teologia’ coranica sono l' unicità di Dio, insegnata dal suo apostolo
Maometto; l'esistenza di angeli intermediari tra l'uomo e Dio; i demoni con a capo
Iblis, il diavolo, che sono angeli maledetti da Dio; la vita eterna, con resurrezione,
giudizio universale, paradiso [voluttuoso] e inferno; tutto a mò di cristianesimo
classico. Il Corano conserva poligamia e schiavitù; proibisce l'incesto. Le pratiche
rituali consistono nella 'purificazione’, ossia lavaggio con acqua o sabbia (i
mussulmani sono notoriamente spesso moltissimo sporchi?); preghiera, diverse volte
al giorno; elemosina; digiuno nel mese di ramadan; pellegrinaggio alla Mecca almeno
una volta nella vita.
Di seguito, ne riporto frammenti di alcuni capitoli. Lo scopo è di dare un'idea del
Corano [composto fra il 610 e il 631 d.c.] a chi non lo conosce; ma anche, da parte di
chi non conosce il Corano altro che per semplice [e affrettata?] lettura. Quindi, si
tratta di una presentazione parziale.
Il Corano è composto da 114 capitoli detti 'sure', ognuno composto da versetti in
numero diseguale [da 3 a 280], per un totale pare di 6.211[~ 2/3 del Nuovo
Testamento]. Ogni capitolo, o sura, inizia [113 volte su 114, pare] con la frase
pietosamente indisponente: "Nel nome di Dio, misericordioso e compassionevole".
Frammenti da "IL CORANO"
[i numeri si riferiscono ai versetti di ogni sura]
Da 'La sura della vacca’ [sura 2]
..............
22. ..paventate il fuoco, il cui alimento saranno gli uomini e le pietre e che è preparato per i miscredenti.
23. ...coloro che credono e praticano le buone opere, ...avranno per dimora dei
giardini...essi inoltre avranno ivi delle spose immacolate e colà dimoreranno
eternamente.
51. ...volgetevi, quindi, pentiti verso il vostro creatore e uccidete i colpevoli d'infra
voi stessi;...poiché esso è il benigno, il compassionevole.
83. ...la maledizione di Dio sia sui miscredenti.
84. ... un castigo ignominioso è preparato ai miscredenti.
92. Chi dunque sarà nemico a Dio, ai suoi angeli, ai suoi apostoli, a Gabriele e a
Michele, sarà punito da Dio, poiché in verità, Dio è nemico dei miscredenti.
98. ...un castigo doloroso toccherà ai miscredenti.
103. ...perdonate loro [ai miscredenti], però evitate la loro compagnia, finché Dio non
impartisca il suo comando; in verità, Dio è onnipotente.
104. Osservate la preghiera, fate l'elemosina, ciò che avrete operato di bene, per le
anime vostre, lo troverete presso Dio, poiché Dio osserva ciò che fate.
109. A Dio appartiene l'oriente e l'occidente e ovunque vi rivolgete per pregare, ivi è
la faccia di Dio, poiché Dio è immenso e sapiente.
120. ..poi li spingerò [i miscredenti] nel tormento del fuoco.
156. Quanto a quelli che non crederanno e moriranno miscredenti, su di essi sarà la
maledizione di Dio, degli angeli e degli uomini.
160. ...Dio è violento nel castigare.
166. Quelli che non credono... non comprendono alcunché.
169. ..Dio non parlerà loro il giorno della resurrezione né li purificherà e ad essi
toccherà un castigo doloroso.
187. ...Uccideteli quindi, ovunque li troviate [i miscredenti]...uccideteli; tale è la
ricompensa dei miscredenti.
190. ... sappiate che Dio è con quelli che lo temono.
207. .. Dio è violento nel punire.
222. ...allontanatevi quindi dalle vostre donne durante il loro mestruo e non avvicinatevi ad esse, finché non siano purificate e quando saranno purificate, unitevi ad
esse per dove Dio ha ordinato; ...
223. Le vostre donne sono un campo per voi, andate quindi al vostro campo come
vorrete, però fate prima qualche opera buona...
228. Le ripudiate attenderanno per tre periodi di purità prima di rimaritarsi...gli
uomini hanno su di esse un grado di superiorità. Dio è potente e saggio.
229. Il ripudio è permesso per due volte..
230. Se un marito ripudia essa una terza volta, non gli è permesso riprenderla dopo di
ciò, finché essa non abbia sposato un altro marito...
233. Le madri ripudiate allatteranno i propri figli per due anni completi...
Da 'La sura della famiglia di Imran' [sura 3]
...............
3. ...Dio è potente e vendicativo.
8. ...quelli che non credono nella verità...saranno alimento del fuoco.
27. I credenti non prendano per amici i miscredenti...
49. Quanto a quelli che non credono, io li punirò con una pena violenta, in questo
mondo e ne l'altro, né essi avranno soccorritori.
81. ..la loro [dei miscredenti] ricompensa consisterà in ciò che su di essi sarà la
maledizione di Dio, degli angeli e di tutti gli uomini.
85. ...a quelli che sono miscredenti...toccherà un castigo doloroso, né avranno
soccorritori.
135. E perché Dio possa esperimentare coloro che credono e distruggere i
miscredenti.
144. Noi getteremo lo spavento nei cuori di coloro che non credono..la loro dimora
sarà il fuoco...
150. ...Dio dà la vita e fa morire, e Dio osserva ciò che voi fate.
Da 'La sura delle donne’ [sura 4]
..................
19. Con quelle delle vostre donne che avranno commesso la turpitudine... chiudetele
nelle loro case finché non le colga la morte...
20. E se due di voi commettono atti omosessuali, puniteli. ..
22. Il perdono di Dio ...non esiste per coloro che commettono azioni malvage, ...né
per coloro che muoiono miscredenti; per essi abbiamo preparato un castigo doloroso.
28. Vi è vietato pure di avere rapporto con donne maritate, eccetto quelle che vi sono
schiave;...
38. Gli uomini sono superiori alle donne. ...le donne ...di cui temerete la disubbidienza, ammonitele, ponetele in letti a parte e battetele.
46. ... qualora siate ammalati o in viaggio, o venga alcuno di voi dalla latrina, o
abbiate toccato donne, e non troviate acque, allora prendete della buona sabbia
minuta e stropicciate con essa le vostre facce e le vostre mani; certo Dio è
condonatore e indulgente.
86. ...Dio è più baldanzoso e più violento nella repressione.
91. ... essi sono miscredenti...se avranno volto le spalle per allontanarsi da voi,
prendeteli, uccideteli ovunque li troviate ...
93. ...e se non si ritrarranno da voi, non vi offriranno la pace e non si asterranno dal
combattervi, prendeteli e uccideteli, ovunque li incontriate, ... noi conferimmo a voi
un potere assoluto su di loro.
123. E chiunque, maschio o femmina, avrà fatto opere buone e sia credente, quegli
entrerà in paradiso...
175. ..e se un uomo muore e non abbia prole,... e vi saranno più fratelli, uomini e
donne, il maschio abbia la porzione di due femmine. ...Dio è onnisciente.
Da 'La sura della tavola imbandita’ [sura 5]
...............
3. ...temete Dio poiché Dio è violento nel punire.
4 . Vi sono interdetti gli animali morti di morte naturale, il sangue, la carne di maiale,
gli animali su cui sia stato invocato, all'atto dell'uccisione, un nome diverso da quello
di Dio...
8. O voi che credete, quando vi accingete alla preghiera, lavatevi il viso e le mani fino
al gomito, stropicciate, con la mano bagnata, la testa e i piedi sino ai malleoli.
19. Sono miscredenti quelli che dicono: 'Dio è il Messia figlio di Maria’...
65. ...Coloro che Dio ha maledetto e contro i quali è adirato, poiché egli ha fatto di
essi scimmie e porci...
95. O voi che credete, non uccidete selvaggina durante il vostro pellegrinaggio alla
mecca,..(altrimenti)...Dio si vendicherà ... , poiché Dio è potente e vendicativo.
120. A Dio appartengono il cielo e la terra e tutto ciò che è in essi, ed egli è
onnipotente.
Da 'La sura degli angeli o del Creatore’ [sura 35]
1. La lode spetta a Dio, creatore dei cieli e della terra, che impiega gli angeli quali
inviati, forniti di ali a due, a tre e a quattro paia e aggiungere alla sua creazione ciò
che vuole, perché Dio è onnipotente.
5. O uomini, per certo, la promessa di Dio è vera, né vi inganni la vita terrena, né vi
inganni, rispetto a Dio, l'ingannatore [Satana].
7. Quanto a i miscredenti, ad essi toccherà un castigo violento.
10. È Dio che manda i venti, si che questi sollevano le nuvole, che noi spingiamo
verso una contrada morta, e così ravviviamo la terra dopo la sua morte. Similmente
avverrà la resurrezione.
12. Dio vi ha creati di polvere, indi di una goccia di sperma, poi vi ha fatti a coppie,
né alcuna femmina concepisce, né essa depone il suo parto, senza che egli lo sappia;
né alcun vecchio vien fatto invecchiare o vien diminuito alcunché dell' età sua, senza
che ciò sia notato in un libro; e ciò è invero agevole a Dio.
28. ... Dio, invero, è, riguardo ai suoi servi, bene informato e osservatore.
30. Nei giardini dell'Eden, questi [che avanzano gli altri nelle opere buone]
entreranno; ivi verranno ornati di braccialetti d'oro e di perle, e l'abito loro sarà, ivi, di
seta.
33. Quanto ai miscredenti, ad essi toccherà il fuoco della gehenna, essi non verranno
uccisi, si che muoiano, né verrà loro alleviata alcuna parte della pena di quella; ...
55. I compagni del paradiso, in quel giorno, di una lieta occupazione gioiranno.
56. Essi e le loro spose, in mezzo alle ombre, reclinati sui fianchi, sopra letti elevati.
57. Avranno, ivi, frutta, e avranno tutto ciò che chiederanno.
Da 'La sura di Maometto, che Dio lo benedica e saluti’ [sura 47]
.................
16. La descrizione del paradiso che è stato promesso ai timorati di Dio, è questa: in
esso sono fiumi di acqua incorruttibile, fiumi di latte il cui gusto non cambia, e fiumi
di vino delizioso, per coloro che lo bevono.
17. Inoltre, fiumi di miele depurato; essi avranno pure, in quello, di ogni specie di
frutti, .... Saranno essi come colui [il miscredente] che dovrà rimanere eternamente nel
fuoco e ai quali verrà dato da bere acqua caldissima che lacererà le viscere loro?
37. Non vi mostrate deboli coi vostri nemici, né li invitate alla pace, mentre voi avete
il sopravvento su di loro, poiché Dio è con voi...
38. La vita terrena è solo un gioco e un trastullo..
Da 'La sura del monte Sinai’ [sura 52]
................
7. Certo, il castigo del tuo Signore sopravverrà.
8. Né vi sarà alcuno che lo storni.
9. Il giorno in cui il cielo sarà scosso fortemente.
10. E i monti cammineranno rapidamente.
11.Guai, in quel giorno, a coloro che avranno accusato di menzogna gli inviati di Dio.
13. In quel giorno essi verranno spinti nel fuoco della gehenna, violentemente.
16. Bruciate ora in esso! [voi miscredenti]..
17. I timorati di Dio saranno in giardini e fra delizie.
20. Saranno ivi adagiati sopra letti disposti in ordine, e noi li sposeremo a huri dai
grandi occhi.
22. Noi provvederemo loro inoltre, frutta e carne della specie che loro desidereranno.
24. Circoleranno, inoltre, fra essi, giovanetti a loro destinati, i quali saranno come
perle, nascoste nel loro guscio.
___________________________________________________________
Basta così .
L'idiozia è ininterrotta per i 114 capitoli e circa 6.000 versetti.
Ma non se ne può più molto prima. Non è vero?
Non che il Vecchio Testamento sia fondamentalmente diverso, quanto a maledizioni
e promesse di ammazzamenti e così via; si tratta sempre di religioni abramiche, infine!
____________________________________
18 Jan 2002
A GCS
Ho dimenticato di segnalarti che mi è arrivato il libro: “EARTH REPORT 2000.
REVISITING THE TRUE STATE OF THE PLANET”, una raccolta di una decina di
saggi molto documentati - sempre su fonti ufficiali [ONU, FAO etc.] - sui temi
fondamentali dell'ambientalismo, curati da Ronald Bailey. È anche questo antifanatic-environmentalists.
Se hai qualche precisa curiosità, fammelo sapere.
Ciao,
PS: proprio oggi ho letto su SCIENCE che non è vero che l'antartico si va
sciogliendo: le oservazioni molto precise fatte dai satelliti pare che dimostrino
inequivocabilmente, che i poli si stanno ghiacciando, al contrario.
Inoltre, dal NYT sono venuto a conoscenza che esistono una quantità di 'incendi’ sotterranei, nelle miniere di carbone più o meno abbandonate, soprattutto - alcuni durano
da millenni; ne sono noti almeno 700 nella sola Cina settentrionale, la più ricca di
miniere - ma anche in Malaysia, in India, negli US - e che riversano nell'atmosfera
quantità immani di anidride carbonica, pari a tutta la CO2 prodotta dalle automobili e
small trucks in US in un anno! [New York Times/Science del 15 Jan, 2002].
19 Jan 2002
A AP
Non ci sentiamo da qualche tempo.
Come và?
I disturbi stagionali sono passati?
Purtroppo fa ancora molto freddo. Ma ormai è tutto in discesa. Stiamo andando verso
il bel tempo; verso la primavera. Basta tener duro ancora per poco.
Tutto a posto in casa?
Stai leggendo qualcosa di interessante?
Nel libro sui gatti hai trovato qualche sorpresa?
Ciao, a presto,
Tuesday, January 22, 2002
A F. (lettera convenzionale)
sì; a volte - spesso, forse - tiro fuori delle espressioni violente, molto violente. Come
di rabbia materializzata; fatta roccia, sassi. Sì, ecco; sassi tirati addosso. Parole che a
volte sanno anche di lapidazione. Ma non me ne rendo conto con altrettanta
frequenza. Eppure è un pò così . Ogni volta che scopro - anche se certamente non è la
prima volta - quanto ancora nuotiamo in acque ferme, immobili da secoli, quasi
millenni; avvolti, impiastricciati da regole, abitudini insulse; irrazionalità
francamente inaccettabili, ottenebranti. Roba da medioevo, insomma. Ma perché ci
vuol tanto tempo infinito per far qualche passo avanti?! Scrollarsi di dosso il
vecchiume, lo stantio.
Gli uomini di scienza, sono sempre, per definizione, degli innovatori, proiettati verso
la novità, il futuro; poiché il loro lavoro non consiste che nel 'cercare’ e possibilmente
'trovare’ un fenomeno 'nuovo’, una spiegazione nuova per il conosciuto.
Ma si può dire che la maggior parte di coloro che ci hanno tramandato gesti, azioni,
opere di storia, d'arte, di cultura, per il loro tempo sono stati dei 'futuristi’, dei
precursori, degli individui svincolati dalle pastoie del tempo in cui erano immersi;
delle menti nuove, insomma? Si può dire che in generale è così ? Qual'è la tua
opinione, tu che hai così tanta familiarità con gli eventi storici e culturali preminenti
del passato; e quindi con i personaggi che li hanno prodotti, quegli eventi?
Certo che, cercando di dare uno sguardo intorno, mi sono subito imbattuto in quel
vecchio porcello di Komeini: no, non era certamente proiettato verso il futuro.
Ma vorrei conoscere la tua opinione, più generale, più 'professionale’, da storico.
La settimana scorsa ho ripreso - dopo una mezza dozzina di approcci distribuiti nel
corso dell'intero anno, ben presto interrotti per mia intollerabilità costituzionale - la
lettura del Corano.
E come spesso mi capita con le letture che faccio, ho segnato espressioni che più mi
hanno colpito/sorpreso/infastidito. Accade con quasi altrettanta frequenza - come hai
già sperimentato - che raccolga poi questi segni, queste tracce, per condividere con
gli amici un oggetto di riflessione [e nel caso specifico, contribuire a risparmiarne la
lettura, forse].
Ti unisco di seguito la 'nota’ sul Corano.
Ciao, a presto.
[omissis]
22 Jan 2002
Ad APp
Tu scrivi molto bene. E il tuo respiro è leggero. Quando ti leggo, sento negli orecchi
certi echi della voce di Karen ne 'La mia Africa’.
Non sapevo delle esortazioni di Pasteur a proposito dei gatti. Né di certe abitudini
delle streghe.
Un tempo bastava essere amica di un gatto [magari nero] per essere considerata una
strega?
Il tuo calycanthus è già pronto? Bene. Sarà tra i primi a sorriderti.
Poiché il freddo sta per lasciarci. Stamattina la temperatura è di 2.5°C; niente
ghiaccio sulle auto.
Forse basta aspettare ancora un pò. Ma arriverà; le foglie e i fiori dovrebbero proprio
uscire dai rami, fra non molto. Prima i fiori gialli, poi qualche piccolo fiore azzurro;
poi il verde delle foglie si addenserà tutto intorno. Sarà un piacere per gli occhi; che
ci scivolerà dentro.
Sì; c'è sempre qualche argomento che prende alla gola; è quasi un'ossessione, la
moltitudine di temi che premono alle porte delle mie giornate. Ma non vorrei proprio
turbare le tue giornate, con le mie note senza fine.
Buona settimana, anche a tutti i tuoi amici; prima di tutti i gatti, naturalmente.
ciao,
22 Jan 2002
A SQ
Mi fa piacere che ogni cosa sia andata per il meglio.
No. Non ci sono novità.
Ma dipende anche da cosa intendi per 'novita’.
Mi è arrivato il libro "EARTH REPORT 2000. Revisiting the True State of the
Planet." Una raccolta di 10 articoli redatti da una decina di specialisti, sempre contro
il fan-environmentalism, curata da Ronald Bailey, di Reason.
Ho continuato nella lettura del Corano. Fa schifo. Non ho potuto leggerne che poche
'sure'.
Te ne accludo un appunto.
Ho riflettuto anche su altri argomenti: un paio, soprattutto. Ma non posso ostruire il
tuo tempo.
Il clogging operato dalle mie 'note’ può essere letale.
Buona settimana, amica mia.
[omissis]
23 Jan 2002
A SQ
Sono d'accordo con te, ovviamente, sull'islam.
Le statistiche: vi sono a stò mondo ~ 2 miliardi di cristiani, poco più di 1 miliardo di
musulmani, 800 milioni di induisti, ~ 350 milioni di buddisti, ecc. ecc. [World
Almanac 2001, p.692]
Sarei più <esplicito = ti invierei più spesso> le note che faccio leggendo, riflettendo,
se non temessi giustamente di congestionare [clogging] la nostra amicizia con
pesanti contrattempi.
Ciao, amica mia.
Wednesday, January 23, 2002
A F. (lettera convenzionale)
1 - Ti unisco copia dei testi di Bartolomeo Dionigi da Fano, che ho trovato nella raccolta elettronica 'Mille Librì della System Comunicazioni Srl [ViaOlanda, 6; 20083
Vigano di Gaggiano, MI; tel: 02 90841 814; fax: 02
90841 682; email:[email protected]].
Ho chiesto loro da dove hanno tratto i testi di Dionigi da Fano. Speriamo che
rispondano.
Ti unisco un paio di fogli, anche se molto scarni, ricavati cercando in internet 'Dionigi da Fano’.
2 - Il fisico Diambrini Palazzi di Fano è inevitabilmente persona informata sulla
cosmologia e la fisica delle particelle. Le due specializzazioni generalmente coesistono, nei fisici di oggi. Le ipotesi e le scoperte in uno dei due campi, devono trovare
riscontri nell'altro, per essere accettabili. O almeno così mi pare, per quanto ne sò.
Tuttavia non capisco cosa possano significare espressioni quali: "Io credo...che
l'universo si possa concepire come un organismo che pensa se stesso, e che noi siamo
la sua autocoscienza. ...Dio siamo noi, ancora nel momento della sua infanzia. E
cresceremo." Pare sia testimoniato dai fatti che i fisici da un pò di tempo fanno più
esercizio di filosofia e poesia, piuttosto che di fisica 'galileiana’. Per necessità,
almeno in parte. Insomma, si può anche avere l'impressione, qualche volta, che si
mettano in tondo, per contare gli angeli. Come parrebbero a me i discorsi del Palazzi
riportati sopra. Purtroppo, c'è una certa distanza 'cognitiva’, capacità risolutiva dei
problemi, tra la mia, piuttosto limitata, e quella di certi fisici. È così che certe
asserzioni non riesco ad accettarle. Sono per me totalmente prive di un vero
significato.
Tra parentesi, non ho mai letto in Stephen Hawking - che come sai è forse il
maggiore cosmologo contemporaneo - discorsi nebulosi, né tantomeno angelici.
Preferisco la sua realtà consistente; più prossima alla possibilità di conoscere. Senza
essere materialista. Ma le contaminazioni della fisica con la filosofia e la fantasia
molto astratta, non fanno per me. Non li seguo, su questa strada. Se poi ci mettiamo
anche dio come condimento, fuggo a gambe levate. Con questo, ripeto che con buona
probabilità la mia incapacità di accettare certe asserzioni è un mio limite. Anche se
ciò non comporta necessariamente che dette asserzioni siano attendibili e accettabili.
Un'altra parentesi, visto che ci siamo: ti saresti mai aspettato, che un tale con velleità
mezzo-letterarie, mezzo pittorico-artistiche e comunque affascinato dall'arte fino a
porla - un tempo, appunto - al vertice dell'anelito culturale, avrebbe finito per non
credere più nel valore della letteratura, dell'arte figurativa, della musica? È possibile
immaginare che questo stesso tale, abbia invece l'impressione di capire - tra le arti ? solo l'architettura dei grattacieli, che affondano profondissimamente nell'aria?
O forse è poesia anche questa!? O una forma di stupidità?
Su una cosa continuo a non avere dubbi: ci sono ancora troppe questioni, seppure di
diversa importanza, per le quali non dispongo ancora di risposte che mi soddisfino.
Tantissime, troppe. Continuo a cercare. Spero di capitolare solo l'ultimo giorno in cui
avrò capacità cognitive; non un secondo prima. Per inutile che possa essere; o
sembrare. La figura di Sisifo, è un buon esempio.
3 - Tu dici del karma, che risolverebbe ogni problema; o quasi.
Ho cercato di leggere qualcosa, in proposito. Ma non ci riesco. Mi sembra di vagare
nella preistoria. Capisco che anche in questo caso molto o tutto dipende dalla mia
incapacità di comprendere. Ma non c'è un discorso religioso - e metafisico - di nes-
sun tipo che mi riesca di accettare. È sentito evidentemente il bisogno di crearsi,
inventarsi Dio, come dice Diambrini Palazzi di Fano, o altre analoghe 'giustificazioni’
per l'esistente, per la condizione umana.
Ma io sono ancora convinto che si possa fare abbondantemente a meno di questo
armamentario. L'uomo può trovare in se stesso, nella sua limpida, reale solitudine, la
strumentazione razionale completa per l'esercizio dell'esistenza. Una singolarità che i
fatti, la realtà, ci testimoniano per ogni giorno della storia, della vita.
Spero che tu faccia esercizio di tolleranza; almeno su questo argomento così critico.
Con la massima cordialità,
30 Jan 2002
A SQ
No. Stamattina sono uscito per una passeggiata 'senza nebbia’. Confortevole.
Perche? Voglia 'pulita’ - senza preoccupazioni di alcun tipo - di star solo a girare,
all'aria. Pensieri in libertà.
In solitudine, in isolamento, a volte ho la strana sensazione di essere più vicino a
qualcuno, così .
La mente è davvero uno strumento abbastanza straordinario.
Credo che il bel tempo non si farà più aspettare tanto.
Ho l'impressione che la vegetazione si stia silenziosamente rimettendo in moto.
Ieri e il giorno prima, due gazze hanno rivisitato un nido dello scorso anno, su un
albero qui di fronte.
Ci hanno saltellato attorno e dentro; come se stessero facendo visita ad un vecchio
amico.
Un abbraccio, v
04 Feb 2002
Ad AP
Mi chiedo se ti hanno mai affibbiato qualche vezzeggiativo.
Una delle tante curiosità.
Mi fa sempre piacere incontrarti.
L'età avanzata è certamente un problema. Per chi se la porta addosso, e per chi ci vive
intorno. Purtroppo è cosi.
Anch'io sogno; ad occhi aperti; spesso. È un ristoro, sognare, quando c'è un pò di
nebbia; e le giornate faticano un poco a scorrere fino alla conclusione serale.
Ma un'altra settimana comincia; e ogni inizio è una promessa; non credi?
Buona settimana.
04 Feb 2002
A SB
In effetti, mentre girovagavo sperduto - e anche un pò compiaciuto - nella nebbia fitta
degli ultimi giorni della scorsa settimana, cercavo di aguzzare la vista stringendo gli
occhi, lustrando gli occhiali, mettendo la mano destra a visiera sulla fronte, per
trovare conferma all'impressione di aver scorto in lontananza, - immerso anch'esso
nel fitto velluto di nebbia - il profilo di un’ amica, che le cronache e-mailarie davano
per dispersa sull'ampio orizzonte della pianura padano-veneta. Poi, d'improvviso,
come in un sonno leggero, pomeridiano, m'è venuto incontro l'eco di una canzone di
gioia, lontana, che si andava allontanando lentamente, mentre il dolce profilo
affondava sempre più profondamente nel gelido fumo sospeso su questa fine
d'inverno. Eri tu? I suppose. Ti ho rincorsa, senza raggiungerti. Ma svegliandomi
come da un sogno, mi sono ripromesso: la prossima volta mi dedicherò
all'inseguimento con maggior convinzione, maggior impulso, le braccia piene di fiori.
Chissà che allora non la possa raggiungere. Aprirle i cancelli della colllina assolata in
cui vivono le sirene, e risentire la musica del suo sorriso, il profumo del suo respiro, il
posarsi incantato dei suoi occhi sul mondo.
Ecco, cosa mi è successo, amica mia.
Qui si sogna sempre[QSSS].
06 Feb 2002
Ad AA
Felice di risentirti.
Un abbraccio.
Mi pare che questa 'scienza’ vada benissimo.
La scienza continua a trionfare su tutto.
Non posso che benedirne il percorso.
A quattro mani.
Davvero ne dubitavi?
Ma tu come stai?
Sei stato preso da studi particolari?
Se vuoi - ma sii cauto, sono io a metterti sull'avviso - posso sommergerti di 'riflessioni’.
Ciao, fatti sentire.
M. si è rimessa?
K. e G., sempre per il meglio?
Lo spero davvero.
Mi ha fatto molto piacere risentirti.
Ciao, v
08 Feb 2002
To TLV
Yes. I tried to download a paper from Annals Online.
I’m interested to "Population health and aging".
I was unable to download the paper: ' Demographers and the study of mortality:
Scope, Perspectives and Theory", by J.C.Caldwell.
I submitted my ID and password , without being allowed to proceed to download;
always the frame asked me for ID and Password, without end; without allowing the
downloading.
Can you help me?
Thanks.
08 Feb 2002
Ad APp
Rebecca mi piace. È un nome vivo. Non è un vezzeggiativo da poco. È veramente
importante; mi piace.
Non conoscevo l' aspetto battagliero del tuo carattere, di cui facevi esercizio con tuo
padre. Certo che ho conosciuto quella che forse può dirsi l'altra faccia di A.; anche se
non sono poi necessariamente antitetici, i due comportamenti. Eppoi ti confesso che
dopo tutto, mi fa piacere, sentire che eri una piccola peste.
Anche se non ho mai dubitato del fremere della vita, dietro il tuo sguardo.
Sto leggendo un po di cose sul buddismo.
Gli avvenimenti dell'11 settembre mi hanno indotto ad occuparmi di islamismo, per
cercare di capirne qualcosa. Credo di averti comunicato qualcosa in merito. Il filone
mi ha stuzzicato.
Sono giorni in cui debbo togliermi la curiosità di rivisitare più da vicino le religioni
orientali, per individuarne meglio i principali aspetti ridicoli. Ho un caro, vecchio
amico, che temo proprio sia piuttosto buddista; dice di essere sincretico, ma parla
troppo spesso di karma. E siccome l'argomento sul quale verte la nostra
conversazione delle ultime settimane non può evitare il discorso religioso, sono
molto imbarazzato. Molto imbarazzato, perché accennando di sfuggita [sa che sono
piuttosto ferocemente ateo] a questo suo sincretismo, ha messo avanti che è arrivato lì
in quarantanni di riflessione e meditazione.
Tu capisci che andargli a dire che forse è davvero tutto piuttosto ridicolo, non è
proprio gentile. Forse non è nemmeno educato, da parte mia.
Ma tra la miriade di cose, aspetti della nostra interiorità, dei nostri comportamenti,
che purtroppo non ho ancora capito [ma potrò mai capire?], c'è anche questa sua
condizione di storico, di dotto e apprezzato cultore della storia e dell'arte
[indaffaratissimo a soddisfare i mille e mille impegni - relazioni, articoli, conferenze,
insegnamento universitario], che va di pari passo con questa posizione religiosa; non
solo; ma anche ha pure la ferma convinzione che gli extraterrestri siano tra noi; o
quasi.
Mio figlio Fabio, che come sai sta facendo la specializzazione in psichiatria, mi ha
definito la sindrome di cui è affetto questo amico, senza alcuna esitazione; anzi, un
mezzo sorriso.
Ma io, che sto cercando di imparare qualcosa di psichiatria da un gran volumaccio
[forse 8 kili?] che ho qui sempre a 45 centimetri dal mio naso, non sono poi così
sicuro che questa psichiatria possa davvero dirci tutte le cose che pretenderebbe di
insegnarci. Anche quì, troppe cose non mi convincono.
Ciao, A. Buona fine settimana e buon inizio.
09 Feb 2002
A CS
Poiché le idee di sinistra non riescono più a stare al mondo, allora chi le porta dice
che questo è cattivo o in pericolo.
Sto analizzando la tua ultima e-mail.
In attesa, ti invio questo interessante articolo pubblicato dal Pelanda su IL
GIORNALE.
http://www.carlopelanda.com/italian/articoli/giornale2002/Giornale 30-1-2002.htm
Pelanda insegna economia politica internazionale all'Università della Georgia, USA.
puoi saperne di più visitando il suo sito: www.carlopelanda.com/
Cordialità. v
09 Feb 2002
A CP
Approvo totalmente il Suo modo di 'frustare’ la sinistra, come nel Suo "La cultura
del pessimismo" (Il Giornale del 30.01.2002).
Grazie.
Cordialità, v
12 Feb 2002
A RL
The first Bse case in Italy (1994) was found in cows imported from UK. The sicilian
importer stated that 500 cow out 1.000 had Bse. Most of those cows was slaughtered
in clandestine network.
Le premier cas d'ESB italien avait été détecté en 1994 sur un animal importé du
Royaume-Uni. D’après une interview de l'importeur (Corriere della Sera: "Su mille
bestie metà erano malate"):
CASTELLAMMARE DEL GOLFO (Trapani) - È cominciata qui, la storia di mucca
pazza in Sicilia. A 60 chilometri da Palermo, nella fattoria oggi in disuso di
Alessandro Lentini e sua moglie, Rosa Valente, 76 anni lui, 70 lei, insieme da quasi
mezzo secolo. Anche la Procura di Sciacca ha questo sospetto, anche il ministro
Alemanno ora vuole vederci chiaro. Castellammare del Golfo, provincia di Trapani:
sono passati otto anni da quando sparirono le mucche dalla stalla. Diciotto mucche
inglesi svanite in una notte e fatte a pezzi in qualche macello clandestino, per
venderne da carne sull’isola http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=SICILIA
La Stampa: STUDIOSO TORINESE ACCUSA IL MINISTERO PER L´INERZIA
DEGLI ANNI 90, LA RISPOSTA: ACCUSE VECCHIE E INFONDATE.
"Lanciammo l´allarme" (A veterinarian researcher at Turin University: "for ten years,
beginning in the '90, the animal health department of Health Ministry stopped our
works about subclinic Bse in high risk cows imported from several european
countries")
(Un scientique de Turin déclare que depuis 10 ans le département de santé animale du
Ministère de la Santé a arrêté leurs recherches sur les cas d'ESB sub-cliniques chez
les animaux à haut-risque importés de plusieurs pays européens) .
“Dagli anni novanta fino al 2001 la Divisione veterinaria del ministero della Sanità
non ha fatto nulla per arginare la Bse”. Il professor Franco Guarda, ordinario di
Anatomia patologica veterinaria all´università di Torino, non usa giri di parole.
Che cosa intende dire?
«Negli anni novanta gli unici due screening anti-Bse sono stati compiuti dal nostro
Dipartimento su ordine dell´allora direttore della divisione veterinaria del ministero
della Sanità. Abbiamo analizzato 398 animali macellati tra il `91 e il `92 e altri 585
tra il `95 e il `97. Trovammo un caso sospetto, un animale importato dalla Francia. Lo
segnalammo al ministero. Non ci arrivarono più cervelli da analizzare».
Sta accusando qualcuno?
«Sospettavo che ci fossero già, in Italia, casi sub-clinici. Scrissi al direttore del
dipartimento veterinario del ministero della Sanità che c´erano bovini a rischio –
vacche italiane di età superiore a 5 anni regolarmente macellate – ma soprattutto
animali importati dalla Francia e macellati in Italia. Era il `97, richiesi
l´autorizzazione a effettuare uno screening, soprattutto pensando agli animali
importati. Risposero che un tale screening sarebbe apparso discriminatorio verso i
paesi di importazione. E che non era ragionevole concentrare la ricerca sui soli
animali importati, perché quei bovini erano spediti in Italia con precise garanzie
sanitarie». http://www.lastampa.it/EDICOLA/cronache italiane/483238.htm
antonio
13 Feb 2002
Ad APp
Forse dovrei rispondere alla tua ultima, più direttamente.
Ma non sono proprio certo che tu lo voglia.
Tu hai il cammino segnato; te lo sei scelto; ti va bene così .
Quindi, perché dovrei ?
Mi chiedo come mai mi faccia così tanto piacere, che tu non abbia alcuna intenzione
di sconfessare la nostra professione. Anch'io ci ho creduto, ci ho vissuto, con tutto me
stesso. Non solo è stato piacevole, ma ha giovato allo scorrere delle mie giornate, che
mi sono sembrate meno inutili, più interessanti, più vivibili . Dici che è troppo? Non
so. Ma non me ne pento, di come ho passato gli anni migliori. Ci sono stati molti
incontri, soprattutto con me stesso; ma anche con altre persone, ch'è valso la pena
conoscere.
Non ricordo cosa fà tua nipote.
13 Feb 2002
A MS
Mi raggiungi sempre con suggerimenti graditi.
Non sono bravo come te.
Ma ti ringrazio.
C'è sempre bisogno, almeno per me, di un invito a stare nel mezzo del sentiero.
Ti auguro che la primavera sia migliore di come te l'aspetti.
Aff.mo v
13 Feb 2002
A SQ
Ieri sera ho assistito, un pò a spizzichi e bocconi, al dibattito su vacche e BSE, a
TVparma.
Tra tanti vaccari, il vostro presidente [scusa se il 'p' è minuscolo, ma non mi alzo in
piedi per maggiorarlo] sembrava uno stupido appena appena un pò elegante [ mi
spiace molto, quasi mi stizzisce, che porti le dolcevita come me - anche se lui la porta
con molto più decoro; anche le piccole cose, bisogna saperle portare; è quì che si
vede il 'signore']. Il sussiego era tanto; ma non solo dalla sua parte. C'era un
rappresentante [direttore?] della ASL/USL che si dava da fare nella gara a chi era più
spocchioso nella sala. Naturalmente erano molto preparati in materia; tanto che
nessuno dava dei numeri puliti. Ce ne sono tanti di quà; ce n'è un bel numero di là.
Una vera pena, con un bel pò di crismi.
Insomma, mi è piaciuto meno di niente quell'imbecille del tuo capo. Mi dispiace
dirlo; e soprattutto dirlo a te che so così sensibile a queste cose, e così legata al
gioco di squadra. Ma è proprio un gran imbecille [per dirla sotto metafora], il Prof. B.
Quanta gente non ha pudore; quanta gente non ha il piccolo coraggio di dire: mi
faccio da parte, perché sono poco informato. No. Tutti, quasi tutti, vogliono dire la
loro: importante è partecipare. Tanto dall'altra parte dello schermo ci sono solo
imbecilli ! Ma soprattutto, chi se ne frega di quelli che sono al di là dello schermo.
Ma poi ho avuto anche l'impressione che Ballarini [che in un incontro personale di
una decina di anni fà m'era parso almeno una persona abbastanza seria], essendosi
trovato tra macellai e vaccari, abbia accolto volentieri la situazione, e si sia detto: qui
si può parlare fuori dai denti; non c'è bisogno di controllarsi; di dire le cose come
stanno; quì basta - anzi, finalmente si deve - dire ciò che i macellai vogliono sentire, e
così anche tutti quanti quelli che sono al di là dello schermo. E l'ha fatto. E così ho
potuto vedere Ballarini nudo. Che schifo. Non so perché, ma il pensiero correva
continuamente al direttore vostro. Non so perché. O forse sì?
Comunque, almeno ora so con chi abbiamo a che fare: un organismo un pò viscido
[sto parlando di ballerini, non della SS], contrario al progresso [ma forse non sa
nemmeno di cosa si tratti; anzi, visto che sta da quella parte, non sà certamente di
cosa si tratti], contrario alla cultura [altrimenti avrebbe il culto della dottrina e
dell'informazione], pieno di presunzione, alto quanto basta per presumere
legittimamente che sia veramente piuttosto stupido [ricordi l'apologo della 'misura’ di
intelligenza e della relazione che c'è con l'altezza?] come sembra; ma furbo, è
altrettanto evidente. Insomma, un individuo col quale non vorrei proprio avere a che
fare.
Scusami, ma dovevo pur dirlo a qualcuno.
Dovevo sfogarmi.
Non volermene.
13 Feb 2002
A RLL
da LA STAMPA: STUDIOSO TORINESE ACCUSA IL MINISTERO PER
L´INERZIA DEGLI ANNI 90, LA RISPOSTA: ACCUSE VECCHIE E
INFONDATE «Lanciammo l´allarme dagli Anni Novanta fino al 2001. La Divisione
veterinaria del ministero della Sanità non ha fatto nulla per arginare la Bse». Il
professor Franco Guarda, ordinario di Anatomia patologica veterinaria all´università
di Torino, non usa giri di parole.
Che cosa intende dire?
«Negli Anni Novanta gli unici due screening anti-Bse sono stati compiuti dal nostro
Dipartimento su ordine dell´allora direttore della divisione veterinaria del ministero
della Sanità. Abbiamo analizzato 398 animali macellati tra il `91 e il `92 e altri 585
tra il `95 e il `97. Trovammo un caso sospetto, un animale importato dalla Francia. Lo
segnalammo al ministero. Non ci arrivarono più cervelli da analizzare».
Sta accusando qualcuno?
«Sospettavo che ci fossero già, in Italia, casi sub-clinici. Scrissi al direttore del
dipartimento veterinario del ministero della Sanità che c´erano bovini a rischio vacche italiane di età superiore a 5 anni regolarmente macellate - ma soprattutto
animali importati dalla Francia e macellati in Italia. Era il `97, richiesi
l´autorizzazione a effettuare uno screening, soprattutto pensando agli animali
importati. Risposero che un tale screening sarebbe apparso discriminatorio verso i
paesi di importazione. E che non era ragionevole concentrare la ricerca
sui soli animali importati, perché quei bovini erano spediti in Italia con precise
garanzie sanitarie».
Accusa l´Italia di aver sottovalutato il pericolo?
«Tra i principali errori del passato c´è il mancato screening sul sistema nervoso centrale di gruppi di animali a rischio: le vacche a fine carriera, i bovini macellati
d´urgenza, le bestie morte in stalla e quelle importate da paesi con alta incidenza di
Bse come Francia e Svizzera, o da aree con situazioni non ben note come l´Est
europeo. Nel Regno Unito, già nel `97, dicevano che il numero di capi importati in
Italia potenzialmente affetti da encefalopatia spongiforme bovina doveva essere di
circa cinquanta. Però potrebbero essere stati molti di più, perché farine di carne
potenzialmente infette hanno raggiunto il nostro paese attraverso altri Stati europei e
probabilmente anche extra-europei».
Lei, professore, sostiene che il ministero ha escluso i veterinari dalla task-force antiBse...
«Le facoltà di Medicina veterinaria sono state tagliate fuori dall´attività di
sorveglianza sulle encefalopatie spongiformi trasmissibili. Un grave errore strategico,
etico e politico. In questi periodi di emergenza il ministero della Salute avrebbe
dovuto cercare di coagulare tutte le forze disponibili».
Ciao, v
14 Feb 2002
A SQ
Quello che mi dici mi fa veramente un gran male.
Perché vincono sempre i deficienti?
Nel breve periodo, sempre. Ma io sono sempre così ottimista da essere certo che nel
lungo periodo, perdono sempre. Scompariranno. È certo. Quel che non è dato sapere,
è 'quando’. A volte, nel passato, si è dovuto aspettare molto, molto tempo. [una
settantina d’anni, in un caso].
Quello che ti stanno facendo è veramente un'ignominia.
Non mollare, se ti riesce. Mi fa un enorme dispiacere. Vorrei bestemmiare in turco e
in cinese, contemporaneamente. Ma forse non sarebbe risolutivo.
Tieni duro. Cerca di limitare il danno quanto più è possibile.
Potrebbe sempre arrivare il giorno della resa dei conti.
Bisogna comunque essere pronti.
Ciao, un abbraccio valentiniano,
14 Feb 2002
A SQ
Tratto da: "What I Have Lived For" By Bertrand Russell (from the introduction to
his autobiography):
'Three passions, simple but overwhelmingly strong have governed my life: the
longing for love, the search for knowledge, and unbearable pity for the suffering of
man-kind.'
Mi dispiace che tali suoni vengano da Russell, che non mi è particolarmente simpatico. Ma stranamente, mi sentirei di sottoscriverli pari, pari. Almeno fino a che non ne
trovassi di migliori. E siccome non so se mai li troverò, ti sottopongo questi;
sperando che piacciano anche a te.
15 Feb 2002
Ad APp
Questo micio mi piace veramente moltissimo.
http://www.reproductivecloning.net/cgi-bin/ikonboard//topic.cgi?forum=2&topic=33
Su un segnalibro della Libreria Demetra, con rappresentato un gatto, è riportata
questa affermazione di Anonimo:
"Dio ha creato il gatto perché l'uomo potesse
accarezzare una piccola tigre."
Forse la conoscevi già?
Per me i gatti, non sono piccole tigri.
Temo che tu abbia frainteso il mio ultimo messaggio.
Debbo leggere la tua risposta con attenzione, prima di rispondere.
Mi spiace comunque, in ogni caso, di aver turbato la tua serenità; se è potuto
accadere.
Me ne scuso, fin d'ora.
Ciao,
16 Feb 2002
Ad APp
Peccato che malgrado le mie buone intenzioni, non sia riuscito a farti sorridere.
Prendendo quegli appunti sulle religioni orientali, mi sono divertito. Mi sarebbe
piaciuto se il divertimento fosse stato condiviso.
Ho fatto la stessa cosa con l'islam; e questa volta ho proprio sghignazzato.
Dunque: niente "critica"; avevi detto della tua religiosità in modo troppo forte, perché
potesse sfiorarmi l'idea di fare la minima obiezione.
In parte "complimenti", perché ritengo che sia comunque importante essere pervenuti
ad una posizione di riferimento inequivocabile; per provvisoria o definitiva che possa
sembrare.
Soprattutto " semplice constatazione".
Non so cosa ti abbia fatto infuriare.
Forse hai letto tra le righe, che potrei esercitare la stessa ironia, o sarcasmo, nei
confronti del cristianesimo?
Non dovrebbe meravigliarti poi tanto, visto che anch'io mi sono 'scoperto’
esattamente come hai fatto tu, dicendo che sono fortemente ateo.
Vedi, è proprio perché temevo che tu potessi non gradire qualunque mia osservazione
in merito, che ho preferito astenermi dal fare commenti; semplicemente accettando la
tua posizione, come tu avevi peraltro dimostrato di accettare plainly la mia.
Cosa c'è che ti ha fatto infuriare, mi chiedo di nuovo?
Forse la tua 'apertura’ verso le altre religioni arriva fino a indispettirti se altri cerca di
rilevarne tratti ridicoli?
Va bene. Peccato che tu non sia disposta ad accettare che invece altri lo possa fare.
Ma anche una tua posizione di questo tipo, avrebbe la mia totale comprensione.
Anch'io mi infurio, se leggo tra le righe cose che mi indispettiscono.
Ti avevo detto proprio in una e-mail di poco precedente [08 Feb. 2002], che ero in
difficoltà con un amico col quale intrattengo una fitta corrispondenza, perché mi
aveva confessato di essere giunto 'dopo quarantanni di riflessione’ ad una posizione
sincretica, molto prossima al buddismo. La mia difficoltà, ti dicevo, era dovuta al
fatto, che non me la sentivo di contraddirlo - pur dissentendo completamente dalla
sua posizione.
Perché dunque avrei dovuto farlo, invece, con te?
Gli amici, debbono proprio tirarmi per i capelli, perché io mi metta a contrariarli.
Rileggo la tua e-mail di domenica scorsa, e il disorientamento non si dissolve. Dici di
essere disponibile verso mormoni, ebrei, islamici, ecc. Hai una nipote atea, e un
amico ateo. Ma la cosa non sembrava turbarti poi tanto.
Cosa è successo?
Se vuoi dirmi perché ti sei infuriata, non mi dispiacerà. Ma non sentirti tenuta a farlo.
Mi farebbe piacere sapere che rimani mia amica.
16 Feb 2002
A PS
Carissimo Paolo, spero proprio che tu stia sempre bene.
Vorrei appellarmi alla tua professionalità e alla tua dottrina religiosa, per avere un
chiarimento su questa questioncella.
Partecipavo all'ultima funzione per la Signorina Gina [ci ha lasciato alla fine di
gennaio], che accudiva Don Camillo, l’insegnante di fisica, nostro vicino in Viale
Campanini, quando il prete officiante ha tirato fuori questa storiella del grano che
deve morire per dare frutti. Ho ricopiato il testo esatto, e lo riporto qui di seguito.
Dal Vangelo secondo S.Giovanni:
"Gesù annunzia la sua glorificazione attraverso la morte."
20 Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci.
21 Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero:
«Signore, vogliamo vedere Gesù».
22 Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
23 Gesù rispose: «È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo.
24 In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane
solo; se invece muore, produce molto frutto.
25 Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà
per la vita eterna. ..."
Il prete, dopo aver posto la questione, si è inciabattato, e non è riuscito a spiegare la
cosa, malgrado un paio di tentativi.
E mi sembra ragionevole.
Ma tu, cosa ne pensi?
Un saluto a tutti,
16 Feb 2002
A FC
Alcuni appunti su religioni orientali.
Ti divertono?
Un mio corrispondente e-mailario si è infuriato.
Debbo fregarmene, o ha ragione lui?
Ciao.
_________________________________
Monday, February 11, 2002;Tuesday, February 12, 2002;Saturday, February 16, 2002
Appunti N°22. RELIGIONI
TAOISMO. La madre di Laotse “rimase incinta per effetto di un raggio di sole, e
dopo 80 anni di gravidanza [poveretta!], partorì il figlio Laotse dall'ascella sinistra
[non aveva le idee chiare, la poverina], sotto un albero di susine”. Era il V-VI secolo
a.C. Laotse, il filosofo fondatore del taoismo, non ebbe quindi padre umano. Crebbe
un pò sbandato; la madre che si occupava molto delle sue galline; lui che guardava in
aria e si perdeva a seguire le tracce bianche e lunghe degli aerei che scivolavano in
alto, lontanissimi, nel cielo silenzioso. Durante la bella stagione, passava molto
tempo a godersi la frescura all’ombra dei grandi alberi. Dicevano che i pensieri gli
fluivano dalla mente come fà l’acqua alla sorgente. E tutti, intorno, seduti per terra, si
abbeveravano della sua sapienza. Qualcuno soffiava dolcemente dentro un piffero. A
sera, quando cominciavano a spegnersi le luci del tramonto, c’era sempre un’amica
che si metteva a cucinare quaglie, e focaccia per tutti. Prima di andare a dormire,
Laotse, incrociate le gambe nella posizione del loto, cominciava a raccontare favole.
Le più belle favole che si fossero mai sentite da quelle parti. Di mattina, vagava per le
strade solitarie che conducevano ai quartieri alti, dove gli effluvi e i colori dei fiori
affollavano i giardini e scendevano fin sulla strada. Poi faceva un salto ai mercatini
rionali, per parlare con la gente, della vita, del silenzio, della fatica, della pazienza,
dei figli; della morte.
Un bel giorno, poteva avere trent’anni, schifato dalla situazione politico-morale della
Cina [l’avevano minacciato di metterlo a lavorare], sale sulla groppa di un bufalo un
pò zoppo, e se ne scappa via per espatriare. Purtroppo, lo beccano alla frontiera, e
insistono perché prima di andarsene dica qualcosa di buono, come sapeva fare solo
lui, sotto gli alberi. Laotse cede alle insistenze dei doganieri, che non gli volevano
timbrare il passaporto; si fa prestare tutto l’occorrente e scrive un'opera di ben 5,000
ideogrammi. Eppoi giù a rottadicollo, oltre la frontiera. Pare che qualcuno l'abbia
rincorso, dopo qualche tempo, per dirgli che aveva dimenticato il berretto; ma
nessuno riuscì più a raggiungerlo; nessuno lo vide mai più. Purtroppo lasciò sulla
panca anche quella montagna d’idiozia spicciola che è il “Tao Teh-ching”, la base del
taoismo, il ‘Libro della via e della virtù’.
Profumo della sapienza taoista: "Ciò che non esiste, permea ciò che non ha spazi
intermedi."! Ma il "wu wei", estrinsecazione del "tao" o “dao”, la "madre - o il padre,
a seconda degli autori - del mondo", principio di tutte le cose [ma mi raccomando,
non nominatelo, altrimenti non si capisce più niente: "il tao che può essere chiamato
tao, non è l'eterno tao; se il suo nome può essere pronunciato, non è il suo eterno
nome."], è sorprendente, perché' è il ‘non-agire’, "il dolce far niente", la beatitudine
del lasciar scorrere il tempo, senza preoccuparsene minimamente: meno si fà, meglio
e'. La natura, plasmata dal principio cosmico che muove tutte le cose - il tao sostenuto dalla forza vitale - il teh - e affiancato per maggior sicurezza dal principio
maschile - yang - e da quello femminile - yin -[piùelementi si mettono in gioco, più
aumentano le probabilità’ di successo] può risolvere tutti i problemi; basta lasciarla
fare, senza fare sforzi, senza avere scopi, morali o d’altro tipo. Il silenzio e l’estasi
universale, devono occupare tutto lo spazio interiore. Mani in tasca, dunque.
Guardare gli altri che si danno da fare; ma senza interferire, senza intervenire. Anzi,
se si può appena, nemmeno stare a guardare. Potrebbe venir voglia di lavorare.
Pare che si siano subito iscritti al club diversi romani e quasi tutti i messicani; i
‘verdi’ tutti in coro [dagli psico-zoppi, ai bio-coprofagi], e gli incurabili fannulloni in
generale.
‘Bisogna essere come il Grande Tutto, il quale è silenzio, quiete e perfetta
indifferenza.’ Questi i principi della sapienza taoista.
In realtà’, siccome la natura non mette proprio a posto di sua mano tutte le cose del
mondo, il taoismo ha subito cercato di supplire, diventando un gran minestrone di
precetti in gran parte d’origine sciamanica, farcito di pratiche dietetiche, ginniche
[salti mortali, soprattutto], sessuali, magiche, esorcistiche, astrologiche, e meditative;
insomma, di tutti, ma proprio tutti i colori. Il tentativo dichiarato, era di superare la
più fastidiosa delle situazioni cui la natura da sola non pone rimedio:
l’invecchiamento. Pare che non ci sia ancora riuscito nessun taoista, in circa 2,500
anni, a conseguire l’immortalità’; ma basta aver fiducia [?!]. Infatti, il tao è ancora il
riferimento principe di un gran numero di fannulloni-pasticcioni. Potenza del vuoto,
della vaghezza, dell’assenza, dell’irrazionale!
CONFUCIANESIMO. Anche Confucio, contemporaneo di Laotse [551<>479 a.C.],
vede che le cose in Cina non è che vadano tanto bene [disgregazione morale e
spirituale]; ma invece di andarsene per i fatti suoi, come Laotse, s'è mescolato al
volgo per insegnargli il "li", ossia come ci si comporta civilmente, come non ci si
ficcano le dita nel naso e non si mettono le mani nel piatto. Bisogna tendere alla
perfezione, ovviamente; e i modelli sono quì bell’e pronti; gli uomini ‘perfetti’, i
saggi, fanno gli imperatori [della Cina]; gli uomini ‘superiori’, i nobili, i dignitari, i
grandi burocrati, vengono subito dopo; più in là, la massa incolta, che deve lavorare
sodo, per raggiungere la perfezione, senza stravolgere l’ordine costituito, dove
domina la corrispondenza tra natura e morale. L’uomo comune può diventare un
‘uomo superiore’, certamente [tutti gli uomini nascono ugualmente dotati
intellettualmente]; basta che si metta a studiare. Peccato che non abbia potuto
studiare, il cinese comune, negli ultimi duemila anni. I libri costavano troppo; eppoi
bisogna anche lavorare, per sopravvivere.
Per altri versi, la dottrina del confucianesimo precorre il galateo di Monsignor della
Casa: con gli altri, occorre rispetto, cortesia, tatto, decoro, autocontrollo. Mai tirar
madonne; e ogni tanto fare un pò di musica, che è espressione d’armonia e d’ordine.
E soprattutto, non far mai sapere, quanto sia buono il cacio con le pere.
C’è qualcosa della sapienza taoista, nella predicazione di Confucio: ‘lasciate le cose
come stanno..[con un’aggiunta importante]…evviva il principio gerarchico…evviva
la tradizione..è il passato, che conta, che ha fatto tutti i giochi; voi dovete solo star
buoni e calmi..’, andava sbraitando per le strade polverose e affollate dei mercatini
rionali; ‘non turbate l’ordine costituito: solo così sarete virtuosi…’, suggeriva a quei
tali che così potevano continuare a gioire nel ricevere dolci pedate al posteriore
[sembra emergere un pò del Machiavelli, in queste predicazioni]. Insomma, anche
Confucio, sarebbe stato un bel verde, un gran bel green-peace supporter, un biocoprofago DOC. Infatti, andava dicendo: ‘Io tramando, non creo’. Guai al progresso;
guai a guardare oltre il mercato della settimana scorsa; avanti con la testa nel sacco,
le mani in tasca, e l’idiozia al potere!
BUDDISMO. Siddharta Gautama nasce sull'Himalaya nel 563 a.C. e lascia nel ~483
a.C. Secondo la tradizione, non si conoscono bene i dettagli, ma il concepimento è un
pò miracoloso, visto che Siddharta sarebbe sceso dall'empireo in forma di elefante
bianco, e penetrato così nel grembo verginale della madre Maya [AIUUUTOOO!!!
Si sentono ancora gli urli]. Alla nascita, doveva essere bruttino, poiché aveva addosso
32 segnacci grossi e nientedimeno che 80 segni un pò più piccoli. Insomma, nacque
un pò deturpato. Ma la madre non lo buttò via; pazienza.
Diciamo subito che quando gli han chiesto qualcosa sul Padreterno, lui ha evitato di
rispondere. O non era ben informato, o non gliene fregava niente. Fondamentalmente,
tutti gli esseri viventi nascono, muoiono, e rinascono, cambiando ogni volta le loro
spoglie, da conigli a ranocchie, ad alberi di fichi, mufloni, e via cosi, a seconda della
loro condotta nella vita immediatamente precedente: questo rincorrersi di personaggi,
di vite, è determinato dal 'samsara’, o legge della reincarnazione. Che poi non è
proprio una reincarnazione, nei fatti; ma qualcosa che gli assomiglia molto. Forse
nemmeno Buddha sapeva bene come andavano le cose. Le spoglie che si assumono
ad ogni rinascita, dipendono da una rigorosa amministrazione [non si conosce
l'amministratore; forse era Brahma, che faceva un doppio lavoro: al mattino per gli
induisti, al pomeriggio per i buddisti] dei comportamenti tenuti nella vita precedente.
Se sei bravo, puoi anche rinascere come spirito [?], uomo o divinità; ma anche
animale o demone, se non ti sei comportato come si deve. Tale consequenzialità è il
cosiddetto 'karma’, ed è la corrispondenza rigorosa tra la qualità etica della vita
precedente, e l'organismo in cui si riprende la vita. Se però sei bravissimo, allora
raggiungi il 'nirvana’. Finisci il ciclo delle reincarnazioni, e finalmente muori nudo e
crudo. Stop. Ma secondo alcuni Buddha [ce ne sono un buon numero in servizio] c'è
anche un vero e proprio paradiso ['sukhavati’] dove regna la beatitudine, dove si può
fumare e sbevazzare a piacere, dove viene esaudito ogni desiderio; e si può anche
suonare l'arpa tutto il giorno, senza che nessuno ti dica niente.
Certo che per arrivare alla beatitudine della liberazione dal samsara, bisogna
eliminare la nostra ignoranza, ossia rendersi conto, seppure con qualche difficoltà [!],
che [qui stà tutta la lucidità della "illuminazione" avuta dal Buddha - ma non sarà che
fu aiutato, nell’illuminazione, da qualche sapiente ‘meccanico’?]:
(1) la vita non è proprio tutta rose e fiori;
(2) il desiderio di mangiar bene, vivere sani, scopare, e non gradire molto che la
faccenda non duri abbastanza a lungo, sono un pò la causa della quotidiana
sofferenza e insoddisfazione;
(3) e che se non ci piacesse proprio nulla, non ce ne fregherebbe poi tanto di andare ai
pifferi; ma quel che conta è che:
(4) si può trovare un compromesso: e il come glielo dice subito Buddha il bello, con
gli Otto consigli puliti, puliti ["l'ottuplice sentiero"]: retta visione [avere le idee chiare
sul come saltarne fuori], retti propositi [insomma, volerne davvero saltar fuori come
si deve], retto parlare [essere seri e non raccontar balle, né pettegolezzi], retto agire
[osservare i cinque precetti: non uccidere, non rubare, non essere lussurioso, non
mentire, non drogarsi], retta professione [non fare il macellaio, il vinaio o il
tabaccaio; né l'armaiolo, né il magnaccia], retto sforzo [insomma, non fare uscire le
emorroidi], retta concentrazione [una volta deciso cosa fare, farlo senza ripensamenti
- qualcuno direbbe: palle ferme-] , retta meditazione [cercare di farsi piacere la
professione dell'arpista].
Monaci e monache devono osservare strettamente la totale povertà, non debbono far
del male a nessuno, e assolutamente astenersi dai rapporti sessuali. I monaci che
uccidono, rubano o fanno sesso, sono espulsi; quelli che fanno il piercing o un pò di
onanismo, sono richiamati dal superiore e magari mandati a prendere un pò d'aria
fuori dal monastero; ma poi sono riaccettati; insomma se la cavano a buon mercato. I
monaci, poverini, hanno delle belle limitazioni supplementari: non mangiare cibi
fuori stagione, di serra, o del Cile, come facciamo noi; non andare in discoteca a far
festa e a ballare; non agghindarsi con collane di fiori, non mettersi addosso profumi
francesi, non farsi il mascara, non mettersi addosso gioielli; non far uso di spezie; ma
soprattutto, non dormire su letti comodi. Le panche vanno benissimo. E anche i più
devoti buddisti, quelli bravi, insomma, dovrebbero seguire queste regole, almeno l'8°,
il 14° e il 15° giorno di ogni mese.
I monaci che sgarrano, devono subito confessarsi; c'è un preciso formulario da
riempire!
Per il resto, il buddismo predica la fratellanza universale, senza distinzione di razza,
di classe, di sesso, ecc. Aiutarsi, donarsi, è essenziale, nel buddismo. Tanto che
Buddha stesso, per dare l'esempio, in una vita precedente quella dell'illuminazione,
essendo coniglio e trovandosi a passare dalle parti di un monaco che aveva davanti a
sè un gran fuoco e una gran fame, ma niente nel piatto, si buttò ratto sulle fascine
ardenti e si arrostì tutto quanto, girandosi e rigirandosi, felice del beneficio che stava
per procurare al monaco, che poté così dar soddisfazione al proprio appetito. [Così si
fà! Imparate, gente.]
Nel buddismo 'ortodosso’, la meditazione è il mezzo fondamentale per raggiungere
'l'illuminazione interiore'; si ottiene in quattro fasi: prima si ragiona su qualcosa; poi
si sospende l’attività pensante; ci si guarda attorno, solamente; poi ci si libera da ogni
sentimento, emozione; finche', mentalmente nudi, non si capisce più niente, non
esistono più né l’interiorità né il mondo esterno; si raggiunge l’imperturbabilità, il
menefreghismo più assoluto. E questa sarebbe la perfezione assoluta [?!].
Nel buddismo Zen, si raggiunge lo stesso scopo stando ben fermi, immobili, niente
mani in tasca; seduti sui talloni o nella posizione del loto; non dimenticarsi di
respirare; non pensare a niente. Dopo un pò sei più fesso di prima, ma hai capito
tutto, secondo la dottrina, “per intuizione”.
Nel buddismo, è importante ripetere certe invocazioni, l'alfabeto dall'a alla zeta, più
di una volta, e un pò di formule magiche [i famosi 'tantra’]. Eppoi, mai dimenticarsi i
suoni che fanno vibrare il diaframma, e come in una specie di sintonizzazione,
mettono in contatto con l'inesistente, l'immateriale, il metafisico; l’aria che sta dentro
ai palloni aerostatici. Il suono migliore, più efficace, è l "om", pronunciato un poco
con la bocca a mezza tromba; in modo da farlo ben risuonare tutto intorno, come
un'eco. I buddisti della 'variante’ tantrica, fanno un pò le stesse cose, ma sono più
felini: concludono la meditazione con un completo atto sessuale.
I buddisti tibetani ci tengono molto alla preghiera, invece. Ma per ottenere risultati
importanti senza troppa fatica, hanno inventato le 'ruote della preghiera’. Tali ruote
son fatte di 12 striscioline di carta, ognuna con 41 righe, e ogni riga è costituita dalla
formula onnivalente "om mani padme hum" [che è piena di significati esoterici e
grande risonanza musicale, oltre che di scarso contenuto intelligibile], ripetuta 60
volte. Poiché la ruota può fare 120 giri su stessa ogni minuto, basta darle un bel
colpo, e la preghiera 'om mani padme hum' viene ripetuta automaticamente 12 x 41 x
60 x 120 = 3.542.400 volte. Dunque in un minuto si può davvero pregare molto.
Quanti meriti che si acquistano, ragazzi! Nessun altro credo religioso può ottenere
tanto. Un perfezionamento technologico consiste nel disporre tali ruote sopra il
camino, in modo che senza muovere un dito, le ruote si mettono a girare, mosse
dall'aria calda che sale verso l’alto. E girano e girano, più piano, ma girano tutto il
tempo. Peccato che tutto questo affastellarsi di ‘om mani padme hum’, non serva
proprio a niente. Qualche anno fà, quei barbari dei maoisti cinesi sono andati lì,
perché' volevano anche loro girare le ruote. Ma i tibetani volevano girarsele solo loro,
le loro ruote. E allora i cinesi le hanno prese, ne han fatto un bel falò, e hanno
cacciato via i tibetani.
INDUISMO. Pare che il fondatore dell'induismo, insieme di religioni indiane di cui ci
sono memorie a partire da circa 1.500 anni a.C., fosse tale Kapila, spesso ritenuto
incarnazione di divinità quali Krsna, Visnu, e altre. I testi più antichi sono i Veda,
raccolte di inni sacri, che sfociano più tardi nei trattati liturgici detti Brahmana,
Aranyaka e Upanisad, si rifanno ad una mitologia multiforme e complessa. Le
divinità sono tante, ce n'è un pò per tutti i gusti; ad esse venivano originariamente
rivolte preghiere, sacrifici animali, latte, miele e altre leccornie da consumarsi
assieme ai bramani, i sacerdoti locali. Col passar del tempo, i ripensamenti sono
molteplici e radicali: i sacrifici divengono simbolici, si affermano orientamenti non
privi di razionalità, interessati al sociale e all'etica, indirizzi monoteistici, pur pervasi
di aspetti mistici, ma che danno prevalenza all'acquisizione della sapienza, all'interrogarsi sulla natura della vita e del mondo, piuttosto che alle pratiche liturgiche.
Insomma, la strada era promettente.
Le principali divinità sono Brahma, Visnu e Siva, che formano la Trimurti, una
specie della Trinità cristiana. A Visnu vengono più spesso preferite le incarnazioni
[avatara] in Krsna e Rama, divinità più a portata di mano. Si inneggiava, ad esempio,
con toni poetico-erotici, agli amori di quel birbante di Krsna con le gopi [pastorelle]
più leggiadre. Alla dea Kalì si sacrificano ancor oggi, nelle campagne, pecore e
capponi da brodo.
La preghiera è basata su invocazioni ricorrenti di esicasmi [mantra], in forma litanica
o su appositi rosari fatti con semi di belle piante locali. Il più gettonato è
naturalmente il fonema "om", tenuto in grande considerazione, per gli echi puramente
sonori, oltre che spirituali e filosofici che suscita [ma a chi?]. Diffusissima è anche la
devozione/adorazione dei santini, immagini sacre opportunamente colorate e
consacrate; così come del linga, simbolo fallico della divinità, e dell'uovo universale,
il brahman, nero come il buio più nero.
Le feste però, sono caratterizzate da un'esplosione di gioia esuberante. Forse perché
esuberanti sono anche le divinità del pantheon induista. Basti pensare a quel bel tomo
di Brahma, che aveva preso per seconda moglie, Sarasvati, che era sua figlia; accadde
infatti che quando il dio Brahma vide Sarasvati in estasi erotica, gli spuntarono
cinque teste, tutte d’un colpo; fu Siva che gliene staccò subito una, come punizione
per aver avuto un rapporto incestuoso con la propria figlia. E ciò malgrado Brahma
fosse colui che aveva fatto la faticaccia di creare il mondo, dopo che Visnù aveva
tanto insistito. Visnù non è che fosse molto mansueto di suo. Un giorno, quando un
ricco sovrano del tempo, Hiranykasipu, si permise di esprimere dubbi
sull'onnipotenza di Visnu, questi subito si incarnò sotto forma di leone, e si sbranò
vivo tutto il sovrano. Brahma sarebbe anche l' amministratore della legge del karma.
Ha otto mani; e di solito sta seduto su un'oca selvatica; alternativamente, su un cigno.
Sarasvati, su un pavone.
Krsna, incarnazione di Visnu, era sfuggito alla mattanza dei neonati maschi ordinata
dal sovrano locale che aveva saputo della nascita di un tipo pericoloso [ma Erode, le
sapeva queste cose?]; Krsna trascorre la giovinezza nella massima serenità e
beatitudine, come pastore di vacche, giocherellando pesante con le pastorelle [gopi],
cui si diverte a sottrarre le vesti quando sguazzano nel fiume, per poi starle a
guardare, suonando il piffero, mentre saltellano indispettite sull'erba; un occhio
particolare alla bellissima Radha, la preferita.
Siva, ha solo quattro braccia, ma è chiamato in 1008 modi. Pare che non abbia
frequentato dei buoni colleges e mancasse quindi di buona educazione. Un giorno
infatti un saggio molto rispettato, tale Bhrgu, andò a trovarlo; Siva stava
amoreggiando con Parvati, ed era proprio lanciato; fece finta di niente; e continuò ad
amoreggiare. Scandalizzato, il saggio lo condanno ' ad assumere per sempre la forma
di 'linga’, ossia di fallo. Non è il massimo, per un personaggio così importante.
Infatti, l'induismo si configura una divinità suprema, creatrice del mondo, il brahman,
l'assoluto, che può manifestarsi come Brahma, Visnu oppure, appunto, Siva.
Anche per l'induismo, l'uomo è vittima del ciclo delle rinascite, samsara. La rinascita
avviene in una pianta, un animale, una persona, a seconda della qualità etica delle
azioni compiute nella vita precedente, per effetto della legge del karma, ossia
relazione rigorosa tra comportamento nella vita precedente, e essere in cui si rinasce;
il karma determina quindi anche la casta di appartenenza. Tra una rinascita e l'altra,
l'anima sosta in una condizione intermedia, un pò paradiso un poco inferno; come in
tutte le sale d'attesa.
Una esistenza eticamente meritevole la si ottiene seguendo le regole del dharma, al
cui vertice ci sono gli imperativi della carità, della pietà e della non violenza. Bene.
Lo riaffermerà dopo qualche millennio, anche Gandhi, perché qualcuno se l’era
dimenticato.
Dio si incarna periodicamente, quando serve, per soccorrere gli uomini con la sua
sapienza.
Nei templi, al mattino le statue delle divinità sono destate con trilli di campanello,
lavate ben bene, sparse di unguenti profumati e vestite con stoffe colorate [non so se
le divinità dormano nude, la notte]. Poi la prima colazione, a base di riso, orzo, latte e
burro, offerte dai fedeli [loro sono onnipotenti, le divinità; ma non riescono nemmeno
a mungere una capra, e a farne caci per i poveri!].
I fedeli scendono in adorazione delle divinità, dopo essersi ben purificati con
abluzioni abbondanti, girando loro attorno, e offrendo fiori. Naturalmente gran
dovizia di mantra [che non significano niente], come il più famoso di tutti, la sillaba
"om", di grande valore esoterico, e forse anche stupido. I fedeli di Siva si tracciano
sul viso dei segni, impiegando la cenere ottenuta bruciando sterco di vacca [sarà per
mancanza di cosmetici?]. Temo che lo facciano ancor oggi, 3.702 anni circa
dall’inizio del tempo storico.
ISLAM. Maometto nasce nel 570 d.C.; prima fà il pecoraro-scanio, poi il
cammelliere; e infine il carovaniere. Ha quindi modo così di farsi una cultura [!], a
contatto con cristiani, ebrei, nestoriani, giacobiti, manichei, e insomma tanta gente
devota a qualche cosa. A 25 anni diventa l'uomo di fiducia di una ricca vedova
quarantenne, e la sposa. Ne escono pochi maschi e quattro femmine. Ha 35 anni
quando viene scelto per risistemare nella Kahaba la 'pietra nera’, un meteorite di 30
cm, che già Abramo aveva sistemato in quel posto. Da quel momento, Maometto si
monta la testa. Lui, minuto, piccolo di statura e un pò sporco, s’era messo a far
ginnastica notte e giorno, a sollevare pesi, due ore di cyclette al mattino, quattro piatti
di minestrone di verdura, due a mezzogiorno e due a sera; s’era fatto due polpacci
duri come il ferro. Comincia a pensare che tanti personaggi erano diventati famosi e
rispettati, come Abramo, per aver raccontato d'essere venuti a contatto più o meno
direttamente col padreterno, che aveva raccontato loro un sacco di storie curiose. E
nessuno di loro era professore universitario. Ma pecorari scani come lui, o poco più.
Lui, Maometto, non aveva però nemmeno un pò di fantasia; come avrebbe potuto
inventarsi tutta un'architettura come quella messa in piedi da Mosè e soci, o da Gesù
Cristo? No; non ci si poteva nemmeno pensare. Inoltre, non sapeva nemmeno
leggere, Maometto; altrimenti avrebbe potuto attingere direttamente dal Vecchio e dal
Nuovo Testamento. Niente; poteva solo cercare di ricordarsi quelle storielle che
aveva sentito raccontare dai cammellieri ebrei e cristiani, su tutta una serie di Profeti
che s'erano messi in giro a far conferenze e seminari, sempre sullo stesso tema: lassù
sulle nuvole c'è un tale che ha fatto questo e quello, che vuole questo e quest'altro,
che si arrabbia un bel pò se non stai tutto il tempo a riverirlo; ecc. ecc. ecc. L'unica
cosa da fare sarebbe stata miscelare tutte quelle storie e poi tirarle fuori con qualche
minima variante; magari modellandole anche secondo gli echi che potevano
giungergli - anche se un pò distorti - un pò da tutti quanti, visto che dopo più di 500
anni un pò tutti sapevano cosa andavano raccontando in giro gli ebrei e i cristiani, del
loro Dio, con tutto il contorno. Quindi, bisognava proprio rifarsi ad un impianto già
collaudato da diverse parti: un Dio circondato da tutta una serie di angeli, superangeli
e demoni, tutta una fila di profeti con Maometto che chiude la fila, un paradiso
veramente attraente, però, non come quello dei cristiani, che non si capisce cosa sia di
preciso, e certamente non sarebbe piaciuto ai beduini; ma un paradiso con latte e
miele e pieno di ragazzine in minigonna [le huri, eternamente belle, eternamente
giovani, bianche di pelle] ad eterna e totale disposizione dei convenuti; un
bell'inferno in cui fare arrostire gli infedeli, magari 'a mezzo’ con quello dei cristiani,
che ne hanno uno anche loro, caldo caldo allo stesso modo [con un solo bruciatore si
risparmia]; un Dio che vuole essere riverito notte e giorno, a mani, piedi e gomiti ben
lavati, un pò di digiuno diurno nel mese di ramadan [al buio si può fare quel che
cale], e insomma, avanti così . Comincia a pensare che i beduini sono proprio
beduini, e si può certamente menarli pel naso come si vuole. Ma per rendere tutta la
minestra più accettabile - chiunque infatti avrebbe potuto ridergli in faccia, in fondo
lui era piccolo, brutto, e di estrazione pecoraro-scania e cammelliera - aveva ben
pensato che sarebbe stato opportuno far credere che il dio di cui si sarebbe andato
vantando di essere profeta, sarebbe stato molto, ma molto cattivo con tutti quelli che
non avessero creduto a quanto andava dicendo. Insomma, inventandosi un dio già
arrabbiato in partenza contro tutti 'gli infedeli’(quelli che non ne avessero
riconosciuto la 'infinita potenza’), Maometto avrebbe terrorizzato abbastanza il
beduiname, che sarebbe stato così ben disposto a credergli, qualunque idiozia
dicesse, pur di non far mandare in bestia ulteriormente il nuovo dio. Andò
argomentando su tutta la storia per qualche anno; poi, dai e dai, un bel giorno, esce
allo scoperto. Dice di essersi addormentato in una caverna e di essere stato raggiunto
in sogno da tal Gabriele [angelo di cui si era già sentito parlare, perché girava spesso
da quelle parti] che tanto si raccomandava a lui, Maometto, che nemmeno sapeva
leggere, 'leggi, bestia, leggi’. Perché gli era arrivato per pacco postale un Corano tutto
nuovo, stampato di fresco su una pergamena lucida; e bisognava pure che Maometto
venisse a sapere cosa c'era scritto dentro. Maometto si sveglia dal sogno, un pò
scombinato, e va per far colazione al solito Bar, quando sente una voce forte che gli
dice: " Dai, Maometto, che ce la fai. Tu sei l'eletto di Allah, ricordati. Allah è grande,
molto grande." E intanto, lontano, si staglia nel cielo un Gabriele grande come una
montagna. Ancora più scombinato, va a casa da sua moglie, e si consiglia con lei: ti
sembra che possa funzionare, tutta questa storia? Hadiga è assolutamente d'accordo;
ma Maometto non ha ancora il coraggio di buttarsi nell'impresa. Va sul monte Hira,
per vedere se gli capita qualcosa di importante, come era capitato a Mose'; ma niente.
Non riesce ad inventarsi niente di buono. Allora l'angelo Gabriele lo prende per un
braccio e gli dice: "Ohi, come la mettiamo? Guarda che Allah è d'accordo, per tutta
la faccenda!" Maometto ne parla con suo cugino, suo genero, suo suocero; ma non si
decide. Non gliene frega niente a nessuno. Passeranno tre anni, prima che abbia un
colpo di reni, ritrovi tutta la ganzeria di un tempo, e capisca che bisogna spararle
molto grosse, per fare un pò di rumore: " Allah ha avuto 124.000 [cifra tonda] profeti,
tra cui Mosè e Gesù Cristo, e io sono il più grande [datemi del Lei] e l'ultimo dei suoi
profeti. È l'ultima occasione che avete: o ascoltate me, o sarete cacciati tutti quanti
ad abbrustolire nell'inferno." L'aveva pensata giusta, quel demonio. La gente
comincia a dargli ascolto; soprattutto gli schiavi e gli straccioni che pullulano nei
sobborghi della Mecca. L'intellighenzia, insomma. E lui preme sull’acceleratore: "..è
tutta la vita che ricevo rivelazioni direttamente dall'empireo; sì, perché' i tempi
stanno per finire, ci sarà' un gran Giudizio Finale [forse alla Corte Internazionale
dell'Aia, in Olanda]; fate penitenza tutti quanti, ma soprattutto voi che avete la
grana!" E avanti con questa musichetta; tanto che alla Mecca, cercano di farlo fuori,
avendone diagnosticato l'inequivocabile squilibrio psichico e l'esaltazione galoppante
un pò marxiana. Allora Maometto, che non era poi tanto coraggioso, fa le valigie e
dice ai suoi: "coraggio! scappiamo in Abissinia; lì potremo rifletterci sù con calma".
Nel frattempo - era il 620 d.C. - Maometto aveva fatto la sua prima esperienza di
volo, su un cavallo bianco guidato dall'affezionato arcangelo Gabriele; era un volo
charter, notturno; dalla Mecca a Gerusalemme, ritorno open; con scalo non si sa bene
dove, ma in cui poté incontrare un sacco di personaggi del jet-set locale, quali Adamo
[sì, il socio di Eva], Giovanni battista, Gesù, Giuseppe suo padre, Idris, Aronne,
Mose', addirittura, e Abramo, tutti contenti di vederlo, di riconoscerlo come loro
fratello, e nominarlo grande profeta. In quell'occasione, non vede il padreterno suo,
Allah [Javeh c'era, stava facendo colazione; ma essendo di un'altra parrocchia, non
volle vederlo], ma ottiene ugualmente uno sconto: 50 prostrazioni al giorno, erano
davvero un'esagerazione; ci si accorda per cinque soltanto. Visto che le cose stavano
avviandosi bene, Maometto, che aveva assommato intanto 50 anni, pensa bene di
sposarsi un'altra vedova, Sawda, e anche di fidanzarsi con una spipola diciassettenne,
che se la sposa poi poco dopo. Alla Mecca, invece, continuano ad avercela con lui e
tentano di farlo fuori. Maometto prende armi e bagagli e in fretta e furia si rifugia a
Medina. Qui fa erigere la prima moschea islamica [detta così , forse, perché il puzzo
dei calzari richiamava nugoli di mosche]; e mette su un bell'harem: nove mogli e tre
concubine; quando gli chiedono come mai i seguaci di Allah possono avere solo
quattro mogli, mentre lui ne ha nove, tappa la bocca a tutti dicendo che ha avuto una
concessione speciale direttamente da Allah, con tutti i timbri regolamentari.
In questi anni medinesi, Maometto trova anche il tempo di inventare la jihad, la
guerra santa, dopo aver dato un sacco di botte a quelli della Mecca, che volevano
vendicare le incursioni dei suoi soci su un certo numero di carovane meccane,
depredate. Ma un anno dopo, i meccani si rifanno e le suonano di santa ragione a
Maometto e a tutta la compagnia cantante. Questi non sa con chi prendersela, ma
dopo una telefonatina ad Hitler, se la prende con gli ebrei: ne fa ammazzare 600
maschi, fà vendere donne e figli nei mercati rionali, e fa cacciar via da Medina tutti
quelli che restano. Per il momento è soddisfatto; ma la sua ossessione è la Mecca. Ci
prova e ci riprova, finchè un bel giorno con un treno speciale carica su diecimila
supporters ed entra senza colpo ferire nella città. Felice, trionfante, sale su un
cammello e si mette a girare e girare come un pazzo attorno alla kahaba; spazza via le
vecchie cianfrusaglie; prende possesso del meteorite [la pietra nera], proclama la
Mecca città santa, e fanno tutti una gran festa. È il 630 d.C.. Maometto ormai s'era
affezionato a Medina, e ci ritorna. Era lì che s'era fatto una villetta in campagna.
Dopo un paio d'anni, muore. Dicono che sia ancora a Medina.
Ci sono diverse scuole e correnti islamiche: i Sunniti, gli Hanifiti, i Malikiti, gli
Sciafiiti, gli Hanbaliti, gli Sciiti, gli Zaiditi, gli Ismailiti, i Qarmati, i Fatimidi. i
Nizariti, i Khojas, i Bohora, gli Imamiti; oltre alle correnti scismatiche: i Kharijiti, gli
Ibaditi, i Wahhabiti, gli Yazidi, i Drusi, gli Ahmadiya. Non è mia intenzione dire su
cosa concordano e su cosa discordano tra loro. Semplicemente, non mi interessa
niente.
Il monoteismo stretto dell'Islam è chiaro: " Non c'è altro Dio all'infuori di Me; perciò'
adorate Me soltanto." dice Allah a Maometto. Si possono fare alcune osservazioni:
Maometto non aveva evidentemente mai incontrato, nel corso dei suoi viaggi da
cammelliere e carovaniere, alcun induista, altrimenti avrebbe saputo che potevano
esserci molte divinità sulla piazza. Secondo, non gli avevano mai raccontato della
Trinità, né della Trimurti, oppure non aveva proprio capito come faceva la cosa a
stare in piedi, cosicché non la prese in considerazione per il suo Allah, e rimase
affezionato al monoteismo più puro: c'è solo Allah e nessun altro; un solo, unico dio,
infine, si gestisce meglio; e limitatamente a questo, poteva anche aver ragione.
Terzo, non si era preoccupato di spiegare ai suoi seguaci, come mai Allah il Grande,
il Supremo, l'Onnipotente, il Vincitore, il Saggio, l'Onnisciente, il Giusto, esigesse
che dei poveri beduini stessero lì tutta la vita a dire 'quanto sei bello, quanto sei
bravo’ e così via, almeno cinque volte al giorno. Cosa poteva mai farsene, di queste
piccole idiozie, un essere così potente?! Non gli bastava di avere tutto, e di potersi
fare qualunque cosa gli mancasse, in un batter di ciglia? Da un bombolone infinito
alla crema, ad un Concorde di prima mano. Insomma, stava proprio lì a prendersi gli
inchini dei pecorari scanii e dei cammellieri, per tutti i secoli dei secoli, per farsene
che cosa? Se si fosse consigliato con Buddha, forse avrebbe capito che era proprio
questa continua insoddisfazione che gli rovinava la vita, ad Allah. Ma Maometto non
aveva potuto fare da intermediario, malgrado Buddha avesse raccontato le sue cose
mille anni prima, perché non ne sapeva niente della felicissima 'illuminazione’ di
Gautama; ma forse anche perché tutta la faccenda si sarebbe complicata troppo, per
una mente di quella portata. Molto più elementare far circolare una storiella in cui
Allah è circondato da Gabriele, Michele, Raffaele, Izrail [angelo della morte], altri
angeli che tengono sù, a spalla, il trono di Allah, altri angeli che cantano tutto il
tempo le lodi del capo, altri che stanno a spiare [sono gli angeli custodi] quello che
fanno i poveracci che razzolano sulla terra , per poi riferire al capo; una categoria di
esseri intermedi tra gli angeli e gli uomini; più sotto, i demoni, con a capo Satana.
Alla fine dei tempi, il Giudizio Universale, in cui verranno esaminati i pro e i contro
per ognuno, come sono stati registrati su un grande libro [elettronico, altrimenti,
come sarebbe possibile?].
Insomma, come ben si vede, l'impianto è pari pari quello giudaico-cristiano; a parte
pochi particolari. Per i doveri religiosi, invece, no; probabilmente gli informatori di
Maometto non avevano saputo dargli una descrizione accurata di come risolvevano la
faccenda i cristiani; e lui, Maometto, profeta ma con poca immaginazione, si era
limitato a chiedere le cinque riverenze-con-preghiera quotidiane, la 'professione di
fede’ in Allah, un pò di carità agli straccioni che se ne trovano sempre dappertutto, un
intero mese di ramadan [non si mangia niente e non si fa sesso, alla luce del giorno;
ma solo dopo il tramonto], e il pellegrinaggio alla Mecca, almeno una volta nella vita:
i 5 'pilastrì dell'Islam, appunto. Il matrimonio è sacro; il celibato non è proprio una
buona cosa. Ognuno può prendersi quattro mogli al massimo, e un numero illimitato
di concubine; gli schiavi, solo due mogli. Tuttavia, sacralità a parte, il matrimonio si
può sciogliere molto semplicemente: basta dire 'vattene, mi hai stufato’, ed è sciolto
come per incanto. Per le mogli, invece, ottenere il divorzio è tutt’altro che facile.
Nessun 'infedele’ può sposare una donna mussulmana. Ma una donna 'infedele’ che
sposa un mussulmano, è 'automaticamente’ divorziata, d'ufficio, dal suo eventuale
marito 'infedele'. Per il complesso delle questioni etiche e legali, il lavoro del profeta
è piuttosto artigianale, come si vede. Ma si sà, su certe cose, tutti pretendono di
intendersene più degli altri. Tra le proibizioni accessorie basti ricordare: non si
mangia carne di maiale, la si esporta tutta in Germania, dove ne fanno würstel
deliziosi; né carne di altro animale, se mentre lo si ammazza non viene pronunciato il
nome di Allah [idiozia da esposizione!]; niente vino, né grappa, né whisky; niente
giochi d'azzardo, né assicurazioni [in caso d'incidente stradale, si regola la faccenda
sul posto, a pugni e calci], né strozzinaggio dolce. Chi viene sorpreso a bere alcolici,
a fare il lussurioso, a rubare cammelli o altro, si prende da un minimo di mille
frustate, al taglio di una o più mani, alla lapidazione completa, in piazza, davanti a
tutti, così si vergogna, il bestia! Qui, la barbarie islamica raggiunge il suo vertice più
vergognoso [non va dimenticato, tuttavia, che il povero Maometto aveva mutuato la
questione della lapidazione dal Vecchio Testamento, testo sacro anche per l’islam,
oltre che per ebrei e cristiani , e quindi probabilmente pensava che non fosse poi una
cosa tanto iniqua].
Tutta la sua stupidità, invece, si manifesta nei rituali della preghiera quotidiana e del
pellegrinaggio alla Mecca.
Il rituale della preghiera [all'alba, a mezzogiorno, alle tre del pomeriggio, al tramonto,
prima dell'alba]: si comincia con il lavaggio di mani e braccia fino al gomito,
sciacquo della bocca, spruzzata in testa, lavaggio dei piedi almeno fino al malleolo
[se non c'è acqua, si sà, avanti con la sabbia]; si stende il lenzuolino [saggada] per
terra, direzione la mecca, ci si va sù a piedi nudi e senza turbante; e si comincia:
dichiarazione che si sta per pregare [in modo che chi di dovere si ricordi di registrare
l'evento], alzata delle mani al cielo e contemporanea pronuncia di 'Allah akbar'
[Allah è il più grande]; recita della prima sura del Corano; flessione del busto in
avanti; raddrizzamento; prostrazione; inginocchiamento; seconda prostrazione;
posizione seduta; invio di saluti a Dio e ai profeti; recita della professione di fede;
inchino finale.
Verso la Mecca: quando si è a circa 20 km dalla Mecca, ci si lava bene, mani e piedi,
non dimenticando i gomiti, si indossa un vestitino bianco 'senza cuciture’ [è di
rigore], si prega, si recitano formule magiche; due giorni dopo, entrati nel cortile
della moschea sacra si fanno abluzioni attingendo l'acqua al pozzo di zamzam; si
fanno sette giri attorno alla Kahaba, 'secondo il senso delle lancette dell'orologio’; si
bacia il meteorite; poi ci si incammina verso il colle di al-Marwa e si va per sette
volte fino al colle di as-Safa e ritorno; si raggiunge quindi il villaggio di Mina [non
quello di Minà, il giornalista televisivo; un altro]; si fa una bella pregata; si lanciano
sassi contro tre mucchi di pietre [lapidazione simbolica di Satana]; e infine si
festeggia ammazzando una povera bestia e mangiandone il budellame vario; ciò che
resta lo si lascia ai poveri.
Evviva.
Ce n'è d'avanzo!
EBRAISMO. Periodo di massimo sviluppo dell'ebraismo: VII-VI secolo a.C.
Voce di Dio: "Io sono colui che sono" [Esodo tre, 14]; che potrebbe essere anche,
secondo alcuni interpreti: 'Io sono quel che fa essere'; oppure: 'Io sono quel che sono’.
[Toh, che scoperta! Anch'io, sono quel che sono; scusate l'impertinenza! e voi, non
siete quel che siete? Suvvia; siamo onesti.]
Si chiama baraka o beraka, una formula usata in un buon numero di occasioni:
"Tu sia lodato, Eterno, Dio nostro, re dell'universo."
Gli ebrei maschi adulti debbono recitare quotidianamente, mattina e sera, questi
versetti tratti dal Deuteronomio [6, 4-9], e che costituiscono la Shemà : "Ascolta
Israele. Egli è il nostro Dio, Egli è uno solo,...lo amerai dunque, il tuo Dio, con tutto
il cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze." [altrimenti come fà a
sopravvivere, poveretto!!!]
Di mattina, debbono mettersi sulle spalle il tallit, uno straccetto rettangolare di panno
o di seta, preferibilmente bianco, con agli angoli dei fiocchetti, gli zizit. Al braccio
sinistro e sulla fronte debbono legarsi i tefillin, filatteri costituiti da cubetti di cuoio
contenenti piccoli rotolini di pergamena con su scritti passi della Torah, la legge
scritta [nel giudaismo, opera principale dopo la bibbia].
Pare che ogni mattino e ogni sera al calar del sole, l'ebreo stanziale [l'errante, non lo
so], debba recitare con opportuna cantilena la seguente filastrocca: "Io credo con
ferma convinzione che il Creatore, lodato sia il suo nome, crei e guidi ogni creatura e
che gli soltanto sia l'artefice di tutto ciò che è accaduto. che accade e che accadrà.
Io credo con ferma convinzione che il Creatore, lodato sia il suo nome, sia unico e
che non ci sia alcuna entità simile a Lui sotto alcun aspetto e che egli solamente fu, è
e sarà il nostro Dio. Io credo con ferma convinzione che il Creatore, lodato sia il suo
nome, dia prova di bontà a coloro che osservano i suoi comandamenti e punisca
coloro che trasgrediscono i suoi comandamenti. Io credo con ferma convinzione alla
venuta del messia e se egli anche indugia, allora aspetterò con ansia il suo avvento.
Io credo con ferma convinzione che a suo tempo, quando sarà gradito al creatore,
lodato sia il suo nome e sublimi i suoi pensieri sempre e in eterno, i morti
risorgeranno."
Ma a che scopo, tutto questo sciorinare di stupidaggini?
La dottrina talmudico-rabbinica, trasmessa oralmente, comprende 248 comandamenti
e 365 divieti, nei quali si trova un pò di tutto, dalle norme sulle abluzioni che
debbono precedere la preghiera e il pranzo, alle abluzioni cui debbono sottoporsi le
donne dopo il ciclo mestruale, alle carni che si possono mangiare e alle norme della
macellazione, all'amministrazione del sesso, del matrimonio, degli schiavi, ecc. ecc.
ecc.
Le sinagoghe, luoghi di culto, sono orientate verso la spianata del tempio di
Gerusalemme; dentro c'è una fontanella per le immancabili abluzioni; una Torah ben
custodita; candelieri a sette bracci [menorah], un pulpito, e poco altro, credo.
Il sabato è dedicato obbligatoriamente al riposo assoluto, anche in memoria di quanto
testimoniato [?!] nella Genesi [2:2 e segg.] che il padreterno dopo aver creato
l'universo, si riposò dalla fatica immane: ed era sabato, il settimo giorno [da noi
sabato è il sesto; ma poco importa; piccole differenze di calendario; per noi si riposò
di domenica, che era il settimo giorno; da che parte sarà la verità?]. Quindi di sabato
non si lavora. Si festeggia. Si comincia il venerdì sera, 45 minuti prima che la sirena
segnali l'inizio della notte. Si accendono le luci, si benedicono le candele; si
benedicono il pane e il vino [questo rito, Maometto, se l'è dimenticato]. Il sabato si
prendono tre pasti abbondanti, più abbondanti che nei giorni feriali; ma ovviamente,
preparati il venerdi, quando era ancora possibile darsi da fare. È assolutamente
vietato mescolare le carni [di bovini e pollame; niente carne di maiale, né gamberi] e
i latticini; tra l'assunzione di carne e quella di latticini, dev'esserci un intervallo di
almeno 5 ore; solo due ore se dai latticini si passa alle carni [perché? non chiedetelo a
me]. Benedizioni finali concludono i riti del week end.
Da non trascurare il fatto che non si possono intraprendere passeggiate [Esodo 16,
29], nemmeno se c'è bel tempo, di sabato: al massimo, si può percorrere un solo
kilometro. O si fà peccato mortale [Numeri 15, 32]; qui mica si scherza.
Altro Comandamento fondamentale per il Giudaismo è la circoncisione; eseguita
all'ottavo giorno di vita; se ne approfitta per attribuire un nome al piccolo convenuto,
giustamente strillante, immagino.
L'enciclopedia Hoepli dice, alla voce circoncisione: " consiste nell'escissione del
prepuzio... È connessa con pratiche di magia totemica per l'iniziazione del giovane
nella comunità maschile . . .Viene praticata tuttora fra le genti semitiche occidentali e
certe popolazioni di civiltà arretrata [Africa, Polinesia]. Ebbe grande importanza fra
gli Egiziani e il popolo di Israele, dove venne estesa a tutta la collettività....fu
praticata anche su Gesù..".
Amen.
CRISTIANESIMO. Anche qui, c'è il fatto iniziale del concepimento strano, come per
Laotse e Buddha [entrambi, come si è visto, sono vissuti grossomodo 500 anni
prima]. Giuseppe e Maria erano fidanzati e vivevano a Nazaret. Un bel giorno si fa
avanti il solito arcangelo Gabriele ad annunciare a Maria che lo Spirito Santo
[divinità compresa poi nella trimurti cristiana] sarebbe venuto giù un momento su di
lei, e da questa discesa sarebbe nato un piccolo da chiamare Gesù, che avrebbe fatto
un sacco di cose di rilievo, e alla fine salvato anche il mondo intero, da non si sa bene
quale immane catastrofe [forse un asteroide?]. Giuseppe, non so come la prese; ma se
si considera che, stando alle voci che corrono, non abbandonò Maria e anzi
l'accompagnò fino a Betlemme, dove nacque l'atteso, vuol dire che era un tipo
abbastanza accomodante. Una brava persona, insomma. D'altra parte, chi se la
sarebbe presa a male, saputo che qualcun altro gli aveva messo in cinta la moglie,
senza nemmeno dirgli bau? Magari avrebbe pensato che quest'altro non era stato poi
tanto delicato, comprensivo. Ma nient'altro; non vi pare?! Il minimo che poteva fare,
Giuseppe, era proprio di non pagarle l'albergo, a Betlemme; con la scusa - lui sì era
delicato - che c'era la fiera, anzi il censimento, e tutti gli alberghi erano esauriti. Così
si accomodarono in una stalla, lungo la strada. Naturalmente si fece un pò di folla
attorno, come capita in questi casi. E ci fu chi si mise gentilmente a far meraviglie:
ma come è bello, ma come è buono, diventerà sicuramente qualcuno! Erano gli anni
di governo di re Erode; brutto ceffo, con baffi e barba nerissimi; un Marx
antelitteram; pare si fosse nel 7 - 4 avanti Cristo [ma non significa, come potrebbe
sembrare, che Gesù è nato 4-7 anni prima di nascere; nò, a tanto non ci hanno
pensato; sono solo deboli incertezze di calendario]. Certi Magi, mezzi astronomi e
mezzi astrologi, com'era di moda allora, che avevano visto nel cielo una stella cometa
e s'erano messi su cammello dal lontano oriente per seguirne il percorso, arrivarono a
Betlemme che ormai la cometa non c'era più, poverini. Purtroppo, ad Erode che gli
chiedeva come mai avevan fatto tanta strada per correr dietro una cometa, i Magi
dissero che avevan voluto seguire la cometa, perché secondo i loro calcoli astrologici
avrebbe dovuto condurli alla culla di un Re, un grande Re, il più grande Re dei
Giudei. Erode, un pò infastidito dalla possibilità di trovarsi davanti un signor
concorrente, decide su due piedi: <<tagliate la testa a tutti i neonati, fino a due anni di
età>>. E così fu fatto. Erode si mise il cuore in pace; e riprese a gozzovigliare come
un porco. Ma Giuseppe, avvertito via e-mail, scappò appena in tempo, ricoverando in
Egitto, con tutta la famiglia.
Nei suoi primi vent'anni, Gesù ha un buon amico in Giovanni il battista, figliolo di
Elisabetta, una cara amica di Maria. In quel tempo c'era una grande eccitazione,
suscitata dall'attesa di un personaggio straordinario, che doveva saltar fuori da
qualche parte; un messia, forse un messia-re addirittura. Era il gruppo giudaico di
Qumran, soprattutto, che coltivava questa eccitazione sotto la pelle. Giovanni, voleva
essere presente, e s'immerse nella faccenda. Disse di esser stato raggiunto dalla parola
di Dio, che nel deserto gli dava delle dritte: il giudizio di Dio era imminente,
bisognava battezzarsi in fretta e furia, confessare forte i propri peccati, pentirsi,
dividere tutto con i poveri, sia il pane che il salame, e pure i vestiti [e la casa, e il
negozio? non lo so]. Insomma, Giovanni predicava la fratellanza universale. Gesù
andò anche lui a farsi battezzare, non si sa mai. Ma visto che Giovanni, in fondo, non
era troppo convincente, pensò [come capita spesso tra 'amici’]: “vuoi vedere che io
sono più bravo di lui?” Si mise una colomba sulla testa e disse di aver sentito la voce
di Dio che gli diceva, proprio come quando si consacravano i re d'Israele: << Mio
figlio tu sei>>; secondo altri :"Tu sei il figlio mio prediletto. In te mi sono
compiaciuto". La gente fece largo attorno. Questo fa sul serio, cominciò a
mormorare. E da quel momento Gesù piantò in asso Giovanni. Anche Gesù, come già
aveva fatto Buddha, si ritirò in un posto poco frequentato, nel deserto, e cominciò a
pensare e ripensare, senza mai mangiare, per 40 dì e 40 notti. Possono venire le idee
più balorde, a fare quelle cose lì. Bisogna stare attenti. Infatti, pare che Gesù proprio
in quell'occasione abbia subito gli attacchi di quel porco di Satana, che voleva
mettergli in testa le idee più bislacche. Ma Gesù tenne duro. Anzi, dopo aver ben
valutato i pro e i contro, tornò a casa, ben risoluto. Quando seppe poi che Giovanni
l'avevan tolto di mezzo, mettendolo in galera, allora si decise a far sul serio. Prese
con se un pò di ragazzi e ragazze del paese [come era d'uso fare tra i rabbini ebrei], e
cominciò a far seminari e conferenze dappertutto, spiegando nelle sinagoghe e
dovunque capitasse, cos'erano le Sacre Scritture, in lungo e in largo, e quanto fossero
veritiere e che lui sapeva tutta la verità su tutto. Poiché il suo gruppo non aveva
ancora troppi mezzi, andavano in giro soprattutto nei dintorni dei paesi da cui
provenivano i discepoli, Cafarnao, e la regione del lago di Genezaret. Probabilmente,
per potersi rifocillare a buon mercato. Dormire poco importa; era bel tempo, e
potevano benissimo dormire all'aperto; magari sotto quei bei fichi dalle larghe foglie,
che crescevano a ridosso dei muri di cinta e degli ovili. Pare che andasse dicendo "Il
tempo è compiuto [come diceva anche Giovanni, quindi poteva proprio essere vero!]
e vicino è il regno di Dio. Cambiate la vostra mente e credete al Vangelo", Marco
1,15 [È un pò strano che parlasse del Vangelo, che non era ancora stato scritto. Ma ci
sono tante cose strane, che non bisogna stare a cercare il pelo nell'uovo, altrimenti
non si va più avanti.] Non si capisce nemmeno come bisognasse essere terrorizzati
dal fatto che tutto stava per finire e per essere sostituito con l'avvento di Dio, quando
invece questa nuova situazione doveva essere tutto il contrario del regno di belzebub
[un mondo dominato dalla sofferenza, dalla malattia e dalla morte] ed essere dunque
tutta latte e miele e biscottini dolci. Infatti, si trattava di una lieta novella [vangelo,
dal greco: ευ ανγελιον], quella che andava propagandando. Anzi, il discorso della
montagna è preso ad esempio universale di buona novella :"Beati i poveri di spirito,
(gli stupidi?) perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti....beati i miti...beati
quelli che hanno fame e sete...beati i misericordiosi... beati i puri di cuore...beati i
pacificatori... beati quelli che sono perseguitati per causa della giustizia..." [Quindi
Berlusconi può stare tranquillo; un posto in paradiso non glielo cava nessuno]. Tutta
una meraviglia, dunque. Ma allora, perché si doveva seminare il terrore? Era una
buona novella, perché annunciava l'arrivo del regno di Dio, quello buono, bravo e
santo, e misericordioso; dunque, perché prendersela tanto? Ma il trucco c'è anche
quà: il passaggio al regno di Dio non è automatico. Qui continua a fare il bello e il
cattivo tempo Belzebub. Ma se seguite il discorso della montagna, se "Tutto quanto
desiderate che gli uomini facciano a voi, lo farete voi pure a loro.", se vi dichiarate
figli di Dio, suoi sudditi volontari, se starete tutto il tempo a far cerimonie in suo
onore e devozioni, dio quanto sei grande, dio quanto sei bello, dio quanto sei buono,
ecc. ecc. ecc. allora, siccome c'è qualcuno che prende nota di tutto, dopo che sarete
morti [mica subito, no; è una questione di organizzazione!] sarete ricompensati se
sarete stati bravi - e via a suonare l'arpa sulle nuvole, ch' è tanto bello - o maledetti
eternamente, se avrete preferito Belzebub. Poi, molto più in là, alla fine del tempo,
chi ci sarà ancora potrà risucitare anima e corpo [ma non si sa bene a che fare].
Le idee di Gesù parvero un pò troppo di sinistra, ai contemporanei. Se da un lato
piacquero molto ai poveri diavoli, non altrettanto ai potenti del luogo. Romani inclusi. Pensarono di far bene a metterlo in galera; cosa di pochi giorni, dissero; infatti
lo processarono in fretta, e anche un pò sommariamente. Lui confessò di predicare
quello che predicava, non quello di cui lo accusavano; nemmeno la tortura, a suon di
frustate, lo convinse; continuava a sostenere che lui non faceva male a nessuno. Ma
non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. E così gli fecero la pelle; sulla croce,
all'uso romano. Di venerdì sera, poco prima di pasqua.
_________________
Friday, February 22, 2002
PS: Due note riguardanti un paio di aspetti di un certo interesse: l'esercizio della
lapidazione, voluto dal padreterno dell'Islam, dei Giudei e dei Cristiani; e il cannibalismo sacro, fondamento irrinunciabile-quanto-stupido del cattolicesimo.
__________________________
LAPIDARIO EBREO-CRISTIANO-ISLAMICO
C'è qualche indicazione, nel Vecchio Testamento [VT], che la pratica della lapidazione, dell'uccisione per lapidazione, meglio, godesse di un certo favore, nell'antichità
ebraica. Soprattutto, anche se questo potrebbe sembrare più grave, perché era 'comandata’ dal padreterno in persona. L'orrore che ne scaturisce non è attenuato dalla
constatazione che la stessa pratica non trovò completa approvazione da parte di
Cristo ['..chi è senza peccato, scagli la prima pietra..']. Anche se non si capisce bene
come mai quest'ultimo trasgredisse in tal modo alle ordinanze divine, senza incorrere
a sua volta nelle trappole del VT, che in fondo era anche per lui, il Libro Sacro. Forse
aveva appoggi più consistenti del povero Maometto, che invece mantenne e predicò
la pratica insulsa; o forse semplicemente Maometto era più osservante, più ortodosso:
ciò che ha detto il padreterno, bisogna assolutamente farlo; costi quel che costi.
Ed ecco come veniva 'comandata’ e praticata la lapidazione, secondo il VT.
ESODO
Cap. 19, III. L'Alleanza sul Sinai
1. L'ALLEANZA E IL DECALOGO
.......
10 Il Signore disse a Mosé: «Và dal popolo e purificalo oggi e domani: lavino le loro
vesti
11 e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà
sul monte Sinai alla vista di tutto il popolo.
12 Fisserai per il popolo un limite tutto attorno, dicendo: Guardatevi dal salire sul
monte e dal toccare le falde. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte.
13 Nessuna mano però dovrà toccare costui: dovrà essere lapidato o colpito con
tiro di arco. Animale o uomo non dovrà sopravvivere.
[Chissà poi perché doveva esserci quel limite e nessuno dovesse superarlo, uomo o
animale, a costo della pelle, non è immediatamente chiaro. Che ci fosse un imbroglio,
visibile 'da vicino’, come accade per i prestigiatori? Oppure la proibizione era del
tutto gratuita? In entrambi i casi, quel tal 'Signore’ non sarebbe stato opportuno
prenderlo a calcioni nel retro?]
LEVITICO
Cap. 20 ,Castighi: A. Colpe cultuali
......
27 Se uomo o donna, in mezzo a voi, eserciteranno la negromanzia o la divinazione,
dovranno essere messi a morte; saranno lapidati e il loro sangue ricadrà su di
essi».
[Che si tratti di gentucola senza grossi meriti, d'accordo; anche se, insomma,
consolano molti imbecilli diversamente 'persi’. Ma farla fuori a sassate, con il sangue
che gli gronda addosso, mi sembra una cattiveria un pò gratuita e non del tutto
educativa.]
Cap. 24
Prescrizioni rituali complementari. A. La lampada perenne
Bestemmiatore e legge del taglione
......
13 Il Signore parlò a Mosè:
14 «Conduci quel bestemmiatore fuori dell'accampamento; quanti lo hanno udito
posino le mani sul suo capo e tutta la comunità lo lapiderà.
15 Parla agli Israeliti e dì loro: Chiunque maledirà il suo Dio, porterà la pena del suo
peccato.
16 Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la
comunità lo dovrà lapidare. Straniero o nativo del paese, se ha bestemmiato il nome
del Signore, sarà messo a morte.
[Sì, lo sapevamo tutti che 'la persona educata non sputa in terra e non bestemmia’. Ma
lapidarla a morte, suvvia, non è un'esagerazione? È vero che diversi personaggi
l'hanno seguito sulla stessa strada, e ultimamente almeno Hitler e Stalin lo fecero con
convinzione; ma non si può però affermare che tal 'Signore’ sia in buona compagnia!
Che gliene poteva poi fregare a quel tal 'Signore’ se gli veniva a mancare un salamelecco; se qualcuno gli indirizzava qualche informazione supplementare sulla condotta
morale di sua madre - opinioni, poi, non sassate - o lo definiva come appartenente ad
una categoria di animali - figli di dio anche loro, infine - non proprio campioni di
pulizia e devozione?
Gli 'educatori’ e i 'riabilitatori’, a quel tempo, non li avevano ancora inventati.]
.....
17 Chi percuote a morte un uomo dovrà essere messo a morte.
18 Chi percuote a morte un capo di bestiame lo pagherà: vita per vita.
19 Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all'altro:
20 frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione
che egli ha fatta all'altro.
21 Chi uccide un capo di bestiame lo pagherà; ma chi uccide un uomo sarà messo a
morte.
[Sulla pena di morte per gli assassini, si potrebbe anche essere assolutamente
d'accordo; ma non a colpi di lapidate, per favore. I sassi fanno male!]
......
23 Mosè ne riferì agli Israeliti ed essi condussero quel bestemmiatore fuori
dell'accampamento e lo lapidarono. Così gli Israeliti eseguirono quello che il
Signore aveva ordinato a Mosè.
[Detto, fatto. Gli israeliti sono ben noti per essere risoluti. D'accordo. Ma che glielo
ordinasse quel buon tomo del 'Signore', di ammazzare a destra e a manca, anche un
povero, innocuo bestemmiatore, non è facile da digerire. Anzi, diciamolo pure: non si
può proprio accettare.
Forse bisognerebbe includere nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
[ONU, 1948] un articolo dal quale discenda che i cosiddetti 'libri sacri’, quelli che
prevedono bestialità di tale portata, debbano essere esclusi definitivamente dal
consorzio civile, biblioteche comprese.]
DEUTERONOMIO
Cap. 13 , Contro le seduzioni dell'idolatria
.............
7 Qualora il tuo fratello, figlio di tuo padre o figlio di tua madre, o il figlio o la figlia
o la moglie che riposa sul tuo petto o l'amico che è come te stesso, t'istighi in segreto,
dicendo: Andiamo, serviamo altri dei, dei che né tu né i tuoi padri avete conosciuti,
8 divinità dei popoli che vi circondano, vicini a te o da te lontani da una estremità
all'altra della terra,
9 tu non dargli retta, non ascoltarlo; il tuo occhio non lo compianga; non
risparmiarlo, non coprire la sua colpa.
10 Anzi devi ucciderlo: la tua mano sia la prima contro di lui per metterlo a morte;
poi la mano di tutto il popolo;
11 lapidalo e muoia, perché ha cercato di trascinarti lontano dal Signore tuo Dio che
ti ha fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile.
12 Tutto Israele lo verrà a sapere, ne avrà timore e non commetterà in mezzo a te una
tale azione malvagia.
[Per la madonna, questa poi è grossa; nemmeno la propria madre, il proprio figlio,
l'amico, nessuno si salva. Ma a che livello di barbarie si sta sragionando? Eppoi per
cosa? Perché qualcuno vuol fare il buddista, o il cacofonista, o l'induista, o il
musulmano? Ma insomma, cosa se ne fà, quel tale 'Signore’ da due soldi, che si tien
stretto anche l'ultimo fesso della compagnia, altrimenti si sente menomato, il
poveraccio, a tal punto da imprecargli addosso, non solo, ma fino a 'comandare’ ai
suoi giannizzeri di lapidarlo? Ma vi sembra possibile?! Ma in che mondo viviamo!?]
_______
RE_1
Cap. 12 , III. LO SCISMA POLITICO E RELIGIOSO
L'assemblea di Sichem
.....
18 Il re Roboamo mandò Adoniram, che era sovrintendente ai lavori forzati, ma tutti
gli Israeliti lo lapidarono ed egli morì. Allora il re Roboamo salì in fretta sul carro
per fuggire in Gerusalemme.
19 Israele si ribellò alla casa di Davide fino ad oggi.
[Insomma, gli 'ordinì erano quelli; cosa si può pretendere, da persone ligie, rigorose.]
.....
Cap. 21 , 4. LA VIGNA DI NABOT
Nabot rifiuta di cedere la sua vigna
Assassinio di Nabot
1 In seguito avvenne il seguente episodio. Nabot di Izreèl possedeva una vigna
vicino al palazzo di Acab re di Samaria.
2 Acab disse a Nabot: «Cedimi la tua vigna; siccome è vicina alla mia casa, ne farei
un orto. In cambio ti darò una vigna migliore oppure, se preferisci, te la pagherò in
denaro al prezzo che vale».
3 Nabot rispose ad Acab: «Mi guardi il Signore dal cederti l'eredità dei miei padri».
Acab e Gezabele
4 Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di
Izreèl, che aveva affermato: «Non ti cederò l'eredità dei miei padri». Si coricò sul
letto, si girò verso la parete e non volle mangiare.
5 Entrò da lui la moglie Gezabele e gli domandò: «Perché mai il tuo spirito è tanto
amareggiato e perché non vuoi mangiare?».
6 Le rispose: «Perché ho detto a Nabot di Izreèl: Cedimi la tua vigna per denaro o, se
preferisci, te la cambierò con un'altra vigna ed egli mi ha risposto: Non cederò la mia
vigna!».
7 Allora sua moglie Gezabele gli disse: «Tu ora eserciti il regno su Israele? Alzati,
mangia e il tuo cuore gioisca. Te la darò io la vigna di Nabot di Izreèl!».
8 Essa scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì
agli anziani e ai capi, che abitavano nella città di Nabot.
9 Nelle lettere scrisse: «Bandite un digiuno e fate sedere Nabot in prima fila tra il
popolo.
10 Di fronte a lui fate sedere due uomini iniqui, i quali l'accusino: Hai maledetto Dio
e il re! Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia».
11 Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i capi che abitavano nella sua città,
fecero come aveva ordinato loro Gezabele, ossia come era scritto nelle lettere che
aveva loro spedite.
12 Bandirono il digiuno e fecero sedere Nabot in prima fila tra il popolo.
13 Vennero due uomini iniqui, che si sedettero di fronte a lui. Costoro accusarono
Nabot davanti al popolo affermando: «Nabot ha maledetto Dio e il re». Lo
condussero fuori della città e lo uccisero lapidandolo.
14 Quindi mandarono a dire a Gezabele: «Nabot è stato lapidato ed è morto».
15 Appena sentì che Nabot era stato lapidato e che era morto, disse ad Acab: «Su,
impadronisciti della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato di vendertela,
perché Nabot non vive più, è morto».
16 Quando sentì che Nabot era morto, Acab si mosse per scendere nella vigna di
Nabot di Izreèl a prenderla in possesso.
[E tutto per una vigna! Anche questa Gezabele, poi, era davvero un tipo forte;
energica, certamente; ma soprattutto un pò criminale e un pò bestia schifosa come
quella vacca della Pasionaria - al secolo Dolores Ibarruri ("Meglio ammazzare cento
innocenti, piuttosto che lasciarsi sfuggire un solo colpevole!")]
___________________________________
IL CANNIBALISMO SACRO DEL CATTOLICESIMO
La mattina estiva è fresca. Ideale, per stare un pò con ‘The Columbia History of the
world’ [Autori Vari, J.A. Garraty & P. Gay Editors, Harper & Row Publishers, NY &
London, 1981, p. 518], uno dei miei testi preferiti. La lettura è fluida, appagante.
Ma improvvisamente leggo: ".. the basis of the priest authority was his miracolous
and unique power to change eucharistic elements into the very body and blood of
Christ....When the priest said, "This is my body", ...He reenacted on the altar the
incarnation and crucifixion. God again became flesh, Christ again died sacrificially,
for man's salvation. By eating the body of Christ ...". Già l’incarnation mi smuove un
po lo stomaco; la crucifixion, mi fa orrore. Ma poi l'evidenza carnale di quel flesh
(carne) e di quell' eating seguito dal body (mangiare masticando il corpo) mi fanno
orrore, mi fanno rivoltare lo stomaco più di una bistecca cruda di cavallo (se non altro
condita con sale, pepe, succo di limone e olio); mi fa pensare ad una fetta di carne
umana tratta da una coscia di qualcuno …. Insomma una forma di cannibalismo
indecente e primitivo, rivoltante. Selvaggio, vergognoso.
Vado a curiosare tra il cannibalismo storico e protostorico: gli Aztechi che si
facevano la carne dei prigionieri sacrificati ‘.. symbolizing form of communion with
the deities..’[P. Armillas, Southern Illinois University, 1981]; il cannibalismo rituale
degli Irochesi; il cannibalismo nella Melanesia [Isole Figi], nella Polinesia [Isole
Marchesi, Isole di Pasqua], nella Nuova Zelanda [i Maori], in Australia, nella Nuova
Guinea, a Sumatra; nel Congo, in Nigeria, in Angola; nelle Antille, nei Caraibi, in
Amazzonia, in Columbia, nel Cile, ecc.ecc.. Insomma, quasi tutti i selvaggi, debbono
averci trovato un pò di gusto a mangiarsi l’un l’altro, a quanto pare. Solo pochi hanno
provato dopo cottura, stando ad una brevissima indagine che ho fatto; tutti avanti con
carne sanguinolenta. E pare che tutti lo facessero [lo facciano?] a titolo rituale, per
migliorarsi fisicamente e/o spiritualmente, in funzione delle prevalenti doti del
povero ‘consumato‘.
Si può ammettere insomma che ci sia un’ analogia discretamente forte, tra questo
mangiare la flesh e bere il blood di Cristo, e il cannibalismo più animalesco, bestiale
e selvaggio; meglio adatto agli usi dei grandi felini africani.
Non posso credere che i cattolici che si comunicano - né che la maggior parte di
quelli che comunque si considerano cattolici - possano veramente credere nella
transustanziazione. Possano veramente, mentre si accostano al sacramento, credere di
stare per ingerire carne e sangue di qualcuno. Se così fosse, sarebbero davvero da
fuggire come la peste. Nemmeno i nazisti li mangiavano crudi; li arrostivano, sì; ma
fino alla combustione totale. Né mi consta che facessero assaggi nella fase intermedia
dell’operazione. Solo i comunisti - specie quelli cinesi - lo hanno fatto correntemente;
ma più spesso per fame; un pò meno spesso in spregio del soggetto immolato, che
solitamente aveva la colpa scritta in faccia, di essere colto, ragionevole, e magari
professore universitario [pare che le carni 'docenti’ fossero particolarmente ambite
dalle guardie rosse: pare sentissero molto urgente il bisogno di migliorarsi - ed era
l'unica consapevolezza ragionevole che emergeva dal loro infame limo cerebrale] .
Giuro che se fossi avvicinato da una persona [?] che crede veramente di cibarsi della
flesh e del blood di qualcuno, tutte le mattine a digiuno, o anche solo la domenica,
fuggirei a gambe levate. Spaventato dalla selvaggia felinità della cosa. Atterrito dall’
indecenza di una pratica così infame. Rimarrei solamente ‘in guardia’, invece,
vicino a chi si comunicasse soltanto una volta l’anno, a Pasqua [anch’io mangio carne
cruda di puledro, qualche solitario venerdì; ma ben condita].
Eppure, è vero; nella religione cattolica, l'eucarestia è proprio il sacramento contenente sotto le apparenze [le specie] del pane e del vino, il corpo, il sangue, l’intestino
con tutto il normale contenuto maleodorante al seguito, del Cristo. La realtà della
presenza corporea di Cristo, ripetutamente affermata dalla Chiesa cattolica, è dogma
cattolico dalla 13a sessione del Concilio di Trento.
La transustanziazione, concetto inventato pare da Ildeberto di Lavardin [~1133] e
adottato da papa Alessandro III [~1150], non fu accettata da Martin Lutero e dal
Protestantesimo.
L'interpretazione di una trasformazione non sostanziale, ma solo simbolica, è stata
respinta anche recentemente da papa Pio XII con l'enciclica 'Humani generis' del
1950, e riaffermata da Paolo VI nel 1965 {“..Cristo Signore è presente nel
sacramento dell’eucaristia per la transustanziazione. Ma perché nessuno fraintenda
questo modo di presenza, Cristo non si fa presente in questo sacramento se non per
la conversione di tutta la sostanza del pane nel corpo di Cristo e di tutta la sostanza
del vino nel suo sangue;….Avvenuta la transustanziazione, le specie del pane e del
vino ..contengono una nuova "realtà".. poiché convertita la sostanza o natura del
pane e del vino nel corpo e sangue di Cristo, nulla rimane più del pane e del vino…”
[Mysterium Fideì, Enciclica di Paolo VI, 1965]}. Un bel misterium davvero!
Ci si potrebbe anche chiedere come possa avvenire che con il cibarsi di una persona,
si possano ingerire, senza che insorga qualche problema, ossa, occhi, orecchie, pene,
intestini, capelli; tutto dentro; un gran frullato; dalle dita dei piedi in su. Perché
quando ci disponiamo a cibarci di qualche animale, gli intestini li buttiamo via, ad
esempio; oppure li vuotiamo del loro contenuto spesso nauseante, li laviamo ben bene
e magari li facciamo sostare qualche tempo in una concia di aceto, sale ed erbe
aromatiche, per far loro dimenticare - e a noi - la funzione usuale di contenitori
stercorari. E immagino che così facciano anche i primitivi oceanici, sud-Americani e
africani, affetti dal morbo rituale cannibalico [non dispongo comunque di una
documentazione aggiornata in proposito]. Invece no. I cattolici si inghiotterebbero
tutto, intestini compresi, contenuto intestinale compreso; tanto che potrebbero essere
anche fatti segno con l'epiteto di gente indirettamente stercofaga. Insomma, guai se
non fosse infine tutta una gran balla. Oltre che una gran porcheria, schifosa quanto
basta, anche per una mente appena uscita dal tunnel neandertaliano.
Che poi, anche la memoria della 'reincarnazione’ [diciamo pure] e del sacrificio, potrebbe essere infine salvaguardata con riti meno crudi (ma, prego, non cuocete la carne!) e meno selvaticamente cannibaleschi. Meno medievali, meno infami.
/
18 Feb 2002
Ad AP
Incontrarti è una vera fortuna.
Davvero Leonardo amava i gatti?
Ogni tanto, raccontami qualcosa dei gatti; mi farai sempre piacere.
Buona settimana,
19 Feb 2002
A DJ
Dear Dan,
Yes. My hope is to raise some awareness of the true hostile nature of Nature.
Too many people does not know and/or does not recognize that only "..a devil's
chaplain might write on the clumsy, wasteful, blundering, low and horribly cruel
works of Nature."[Charles Darwin].
Many people too, does not know or recognize that it was just the very hard, unceasing
and unendurable hostility of nature against mankind that it was the trigger of human
fight for survival, up to debauch in the wonder of human progress [industrial era].
Too many peoples does not know or recognize that the more than 11,000 classified
human diseases are very 'natural', that mass extinction were 'very natural', that
Cancerogenic Plants, Lethal Plants, Poisonous Plants, Crop Destruction by Pests,
Tornadoes, Floods, Earthquakes, Volcanoes, etc. are all very 'natural' disasters.
Too many people does not know that "..In little more than two decades DDT has
prevented 500 million deaths due to malaria, that would otherwise have been
inevitable." [National Academy of Sciences, USA, 'The Life Sciences: Recent
Progress and application to human affairs, the World of Biological Research,
Requirement for the Future.", Committee on Research in the Life Sciences, 1970,
Washington DC.].
Too many people does not recognize the thousands of benefices the progress has
given to us, in all aspects of our daily life; from antibiotics, to vaccines, to
corticosteroids, to scientific achievements in thousands of fields, to thousands of
technological benefices.
Too many people does not realize that the “Universal Declaration of Human Rights”
[1948] is an outcome of the scientific and technical human progress.
Surely, many errors were done along the way. Surely, because the human mind is
very faulty; as we know well. Surely, too, because mankind’s way does not follow
strictly the scientific and technical course, but it is a compromise from theoretical and
practical demands, not always enough soundly based.
Furthermore, I would say my thanks, I would cry my thankfulness to all the
HUMANS that endeavored to improve the life of mankind.
I would cry my thankfulness to thousands of persons that improved our lives, against
the hostility of the natural world.
“..we have no option but to use humans as a point of reference .” B.
Lomborg.
The above are some of reasons that drove me to the site against nature.
Many thanks for your attention.
Sincerely, v
19 Feb 2002
Ad AA
Sei talmente silenzioso, che mi metti in difficoltà.
Io credo che anche se fosse cascato il mondo, tu potresti comunque dire in giro che
hai un amico, qui, verso Reggio Emilia; che sonecchia, ma per il momento è vivo.
Spero che ogni cosa vada per il meglio a tutti voi.
Mi pare che S. stia vivendo momenti abbastanza terribili.
All’origine, la stessa situazione di base.
Voglio credere che per te sia diverso. Almeno un poco.
Ho pensato, forse erroneamente, che la lettura che potevo proporti avrebbe forse
potuto farti fare qualche risata trattenuta, a bocca chiusa; ma pur sempre un risatina,
anche se trattenuta sotto i baffi.
Ti allego il mio ultimo quasi-divertissement.
Ciao, a presto.
Saluti cordiali a M.
19.02.2002
A CS
Mi piace discorrere di certi temi. Che poi sono anche importanti.
Non intendo con questo chiamarti ad un impegno dialettico, che potrebbe rivelarsi
interminabile.
Ma ti sottopongo semplicemente le osservazioni che le tue riflessioni mi hanno
suggerito.
Le raccolgo in punti precisi, per facilitarne i riferimenti.
Il testo del tuo messaggio è riportato in italic.
Caro Antonio,
grazie per gli aggiornamenti.
Come ti scrissi nel precedente e-mail, sono abbastanza d'accordo con l'analisi di
Lomborg dal punto di vista ambientalista, così come sono critico sullo stile d'azione
di Green Peace che tende a sovraccaricare i dati per giustificare la propria esistenza
ed il proprio stile "eroico" di intervento.
Ho invece molte perplessità sul tuo ottimismo a 360 gradi espresso nella tua
precedente comunicazione.
Ribadisco il mio pensiero con poche battute:
- L'uomo ha effettivamente la possibilità di migliorare la vita nei prossimi decenni
ma purtroppo i dati più recenti non lasciano sperare nulla di buono.
1 - Quali dati? La speranza di vita 'funzionale’ è costantemente in aumento; le terapie
anticancro sono ogni settimana più efficaci; il benessere è in aumento per un numero
sempre maggiore di Paesi; l'istruzione post-elementare ed universitaria è in aumento
in tutto il mondo, e specie nel terzo, ovviamente [Human Development Report 2001",
United Nations Development Programme, New York, 2001]; la scienza compie
quotidianamente progressi superlativi. Ho letto pochi giorni fà che è stato ottenuto in
laboratorio, a partire da poche cellule, un piccolo [pochi centimetri] rene, che inserito
in un animale si è subito messo a funzionare. Proprio ieri sera ho "visto" in internet
un 'piccolo cuore’ [forse di 1 cm] ottenuto in laboratorio a partire da un milione di
cellule, che batteva ritmicamente come dovuto [se ti interessa, ti invio il file].
Dunque cos'è che va così male? Il fatto che ci sia una piccola infestazione di
imbecilli no-global? Ma gli imbecilli ci sono sempre stati. Solo che ora, essendo
furiosi per aver perso tutto [= caduta rovinosa di falcetto e martello], fanno più
rumore di prima, forse. Ma passerà.
- La ragione umana non è "libera", anzi è condizionata da una innumerevole serie di
variabili, (educazione, storia personale, contesto di vita, incontri ecc...) per cui non
costituisce un punto di riferimento univoco.
2 - Ma proprio se costituisse 'un punto di riferimento univoco’, allora sì che non
sarebbe libera, per definizione stessa di 'univoco’, non ti pare? Se non 'imparassimo’
dall'ambiente, dalla storia di vita nostra e altrui, sarebbe una bella fregatura. Quindi
mi sembra 'ragionevole’ attendersi, come tu dici, che il nostro modo di ragionare, di
esercitare la razionalità, di collegare gli effetti alle cause, debba essere anche un
riflesso delle nostre esperienze personali.
D'altra parte la storia della filosofia insegna che malgrado tutti i filosofi abbiano fatto
esercizio di logica, hanno ognuno raggiunto conclusioni diverse, pur avendo tutti
seguito un qualche percorso logico, razionale.
La ragione è la facoltà suprema del conoscere..la ragione è una sorta di calcolo,
consistendo in azioni deduttive, compiute su termini universali [Hobbes]; insomma,
la ragione è neutra, è matematica; è la capacità umana meno soggetta a deviazioni e
fraintendimenti. Qualunque altra facoltà si volesse deputare all'acquisizione della
conoscenza, sarebbe molto più vulnerabile a qualunque tipo di influenza esterna. La
'Logica’ può sottrarsi alle influenze esterne, più di qualunque altra nostra facoltà.
Poiché la logica è matematica. La logica è lo strumento conoscitivo della scienza.
Certo, non è la perfezione. Ma solo la logica, la razionalità, è sulla strada buona; è il
solo 'strumento’ che può avvicinarci alla 'conoscenza’. Se non ci fidassimo della
ragione, allora addio suonatori. Tutto diverrebbe possibile. Anche che la mela di
Newton salisse sull'albero, invece di cadere. Dove c'è irrazionalità, tutto,
assolutamente tutto è possibile. Il volo dei cammelli, e i marziani in paradiso. Non ci
sarebbe allora davvero più nessun 'riferimento’ accettabile, attendibile. Non ti pare?
È la logica, la filosofia, che ha promosso l'etica a categoria essenziale e ineludibile
per la convivenza civile.
Anche le religioni, certo; quasi tutte, fatte poche eccezioni [alcuni aspetti
dell'islamismo, as es.]. Ma anche le religioni hanno tratto origine proprio dalla
necessità - individuata con la meditazione, la riflessione - di convincere a tutti i costi
la gente che senza un comportamento etico, non è possibile la convivenza. Basta
pensare a Kapila [~1.500 AC], a Confucio [~500 AC], a Budda [~560 AC] e a Cristo
stesso, ovviamente; e in qualche misura anche Maometto [~570 DC]; ma anche tanti
altri.
- La non libertà della ragione umana (è solo uno degli esempi che potrebbero essere
fatti) ci è mostrata storicamente dal fatto che il razionalismo ha avuto due sbocchi
storici: a destra il Nazismo (Nitzsche), a sinistra il comunismo (Feuerbach, Marx e
compagni). Sbocchi ambedue drammatici, che hanno creato i due grandi totem : la
razza e la classe sociale, in nome dei quali e' stato ritenuto lecito persino il genocidio
e lo sterminio di massa.
3 - La follia - perché i genocidi sono follie, non ci sono dubbi - è l'opposto della
razionalità. E la sconfitta di nazismo e comunismo, sono la prova che la ragione non
si lascia menare per il naso. Tutto l'Occidente ha contrastato sia nazismo che
comunismo. Due ideologie devianti, orribili. Ma chi non fà errori, scagli la prima
pietra. Il cristianesimo ha fatto errori per secoli [non venivano arrostite vive, le
streghe? non li arrostivano vivi, avendo "confessato sotto tortura", i miscredenti?].
Ma prima, dopo, e durante, la ragione umana ci ha dato: la teoria dei quanti, l'aereo, il
reattore, la teoria della relatività, il modello dell'atomo, la meccanica ondulatoria, la
meccanica quantistica, il ciclotrone, la scoperta della radioattività e la radioattività
artificiale, la pila atomica, il calcolatore elettronico, la cibernetica, il laser, i satelliti,
la sintesi dei composti organici, la sintesi della vitamina C, il DDT, il naylon, la
genetica, la teoria dell'ereditarietà, il Salvarsan, la penicillina, l'insulina, i sulfamidici,
il cortisone, il vaccino antipolio, il telegrafo, il telefono, il fonografo, la fotografia , la
radio, la televisione, il radar, e molte altre invenzioni, come ben sai.
Questi, sono i prodotti della ragione, come sono universalmente riconosciuti.
Nazismo e comunismo, sono universalmente riconosciuti come follie, come
degenerazioni criminali. Norimberga lo ha stabilito definitivamente per il nazismo.
Una nuova Norimberga, rossa, semmai ci sarà, potrebbe stabilire le stesse cose, ma
anche peggio, per il comunismo. Eppoi, alla fine non ha prevalso la ragione contro la
bestialità? Inghilterra e Stati Uniti, i veri paladini della libertà individuale e della
razionalità, i veri rappresentanti dell'Occidente, non hanno forse sconfitto la bestia
irrazionale rosso-nera? E chi, se non loro? Eppoi, scusami, ma non è stata sempre 'la
bestia umana’, il vero nemico della convivenza civile? E la bestia umana, non è forse
'sempre’ identificata con l'irrazionalità? Quando mai l'etica, il comportamento
riconosciuto / approvato dalla logica filosofica, ha mai sostenuto l'opportunità di
massacrare il prossimo? Machiavelli, irride la filosofia e l'etica. Machiavelli è il
teorico della bestia politica. È il teorico della bestia criminale. Ma Machiavelli non ha
niente da spartire con la purezza della logica. Nessuno oggi avrebbe il coraggio
civile di invocare i dettami di Machiavelli, per sostenere l'eticità di un'azione politica.
Nessuno avrebbe la faccia tosta necessaria. Non è ammissibile. Anche l'azione
politica, oggi, deve essere etica [errori e incidenti di percorso a parte].
- Il secolo scorso, figlio dell'illuminismo, è stato il secolo delle stragi di massa,
4 - Un figlio molto degenere, però. L'illumismo infatti si è posto come principio la
liberazione dall'ignoranza, dalla superstizione, dall'oscurantismo, attraverso la
ragione e la conoscenza. Ha propugnato una illimitata fiducia nella capacità
liberatrice della ragione. Ragione fondata sull'esperienza e sulla scienza, come
indicato da Locke, Newton, Bacone. L'appropriazione del diritto alla libertà di
pensiero, alla diffusione della cultura a tutti i livelli, come garanzia di progresso
mentale e sociale.
Si, è vero; nel 1900 c'è stato più di un centinaio di milioni di vittime; vittime delle
ideologie distorte del comunismo e del nazismo. Sono eventi criminosi
inqualificabili. Ma non si deve dimenticare che di contro a quel centinaio di milioni
di vittime - da tutti deprecati, del resto - la scienza, vera e autentica figlia
dell'illuminismo, ha salvato la vita di centinaia di milioni di individui: così si
concludeva il Rapporto della National Academy of Sciences, del 1970, "..in poco più
di due decadi, il DDT ha prevenuto ~ 500 milioni di decessi per malaria, che
sarebbero stati altrimenti inevitabili." [National Academy of Sciences, USA "The life
Sciences: Recent Progress and Applications to Human Affairs, the World of
Biological Research, Requirements for the future." Committee on Research on the
Life Sciences, Washington, DC, 1970, 526pp.] Quindi sono state salvate – dal solo
impiego del DDT - un numero di vite umane circa cinque volte superiore a quelle
distrutte dai porci comunisti e nazisti messi assieme. Questi sono i portati
straordinari, unici, del progresso technico-scientifico. E quante centinaia di milioni di
vite sono state salvate con l'uso degli antibiotici, in soli 50 anni? Quante con il
perfezionamento della chirurgia; quante con le nuove terapie del cancro [diverse
decine di milioni solo negli USA] e delle altre malattie in generale?
Questo non assolve le due ideologie criminali; assolutamente no. Ma pone il
progresso scientifico sulla vetta delle acquisizioni della modernità, e quindi di tutti i
tempi, a totale vantaggio dell'umanità. Infine, ma non ultima, l'illuminismo ha acceso
la luce della 'Dichiarazione dei diritti dell'uomo’, finalmente.
‘ delle più terribili malattie ‘
5 - Quali sarebbero queste terribili malattie? la peste, forse? lo scorbuto, combattuto
dal 1907 con la vit. C ? la dissenteria, combattuta dal '35 con i sulfamidici? la lebbra,
combattuta dal '37 con la sulfopirizina, con il tiosemicarbazone? polmoniti,
broncopolmoniti, meningiti, difterite, sifilide, blenorragia, e altre, combattute dal
1939 con la penicillina e la tetraciclina? il diabete, combattuto dal '43 con l'insulina?
il tifo, dal '47 con il cloramfenicolo? ecc. ecc. ecc.? E i trapianti, e le terapie
antitumorali? ecc.
Eppoi, il cancro non è apparso nel 1900, ma è conosciuto da tempo; la prima
segnalazione è del 1600 AC circa, in un papiro egiziano; ma Ippocrate aveva
dimostrato di conoscere bene il cancro, descrivendone chiaramente le caratteristiche,
circa 400 anni AC.
La dengue è stata descritta per la prima volta nel 1780 da un certo B. Rush .
Solo l'AIDS è stata riconosciuta per la prima volta nel 1959 in UK, e una decina
d'anni dopo, si è manifestata in forma epidemica. Ma diverse soluzioni sono sul punto
di vincere definitivamente la malattia.
La tubercolosi è scesa da 94 individui /100.000 a 5/100.000.
Ma tu queste cose le conosci bene.
E comunque, le malattie mica sono generate né dalla scienza né dalla razionalità, né
dal progresso. Sono un regalo di madre natura; quindi scendono su di noi
direttamente dall'empireo, quando ne han voglia loro.
‘ ..del colonialismo’
6 - Mi pare che il colonialismo abbia inizio nel 1415 con la presa portoghese di Ceuta
nel Marocco, continui con la colonizzazione del 'nuovo mondo’ da parte di spagnoli,
francesi e inglesi, più la 'presa’ di territori in asia e in africa nel 1800; poi ci sono
solamente i rimescolamenti avvenuti dopo la prima guerra mondiale, dove i
possedimenti tedeschi, ottomani e giapponesi se li sono spartiti gli stati europei
vincitori; e termina praticamente con la presa italiana dell'Etiopia nel 1936, se non
sbaglio. Ma quanti Paesi in asia e in africa, malgrado la prepotenza dei conquistatori
europei, sarebbero ancora all'età della pietra, se non avessero avuto l'opportunità di
imparare che c'è qualcosa, al di là delle colonne d'ercole? [senza con questo
giustificare i danni, provocati dai colonizzatori].
‘ e delle più grandi ingiustizie sociali.’
7 - Quali sarebbero queste 'più grandi ingiustizie socialì? I Sindacati sono nati tra la
fine dell'Ottocento e metà del '900 [i sindacati sono divenuti legali in Inghilterra nel
1871; in Francia nel 1884; in USA nel 1886; la CGIL si è costituita nel 1906; la
Federazione Sindacale Mondiale è stata fondata nel 1945]. Nel 1902 sono state
promulgate le leggi sul lavoro delle donne e dei fanciulli; è stato abolito il lavoro
notturno; regolato il lavoro festivo; sono state adottati i primi provvedimenti
assicurativi e previdenziali; nel 1919 è stata emanata la legge sulle 8 ore; la legge sul
suffragio universale maschile; è del 1934 la legislazione sulle Assicurazioni sociali; è
del '45 la creazione della Cassa di Integrazione Straordinaria, e della tredicesima
mensilità. E allora, le 'ingiustizie socialì non ti pare che ci fossero piuttosto "prima"
dell'industrializzazione?
Nel terzo mondo la disponibilità di acqua potabile è aumentata negli ultimi 30 anni
del 50% [WHO, 1986; Gleick, 1998; Annan, 2000]; sempre nello stesso intervallo di
tempo, la malnutrizione è diminuita dal 35% al 15%. È stata inventata la FAO, che si
occupa dei problemi dell'alimentazione e della malnutrizione. Ecc. ecc.[vedi la mia
precedente, su Lomborg].
- i grandi valori della scienza, intesa come ricerca delle leggi che reggono l'intero
universo, sono stati regolarmente mortificati dall'applicazione tecnica ad utilità di
una minoranza contro l'utilità comune.
8 - Scusami, ma questo discorso sembra tratto pari pari dalla prima pagina del
quotidiano di Furio Colombo, tanto ha il suono rauco della distorsione della realtà.
Come mai ti è caduto tra le mani? [non dubitare; non ho pensato nemmeno per un
attimo, che tu sia diventato improvvisamente comunista; ho stima di te; stai certo].
Perché non cerchi di illustrarmi questo punto, per cortesia?
Quali minoranze, me lo sai dire? E in ogni caso, quali 'fatti’ provano il "regolarmente"? Sì certo, la maggior parte delle scoperte scientifiche avviene negli USA; ma tutto
quanto avviene negli USA subito viene trasferito nel resto del mondo, direttamente o
per imitazione. Non c'è nessun ghetto, nel mondo. La radioterapia, non è a vantaggio
di TUTTI coloro che ne hanno bisogno? Gli antibiotici, non sono a disposizione di
TUTTI coloro che ne hanno bisogno? La genetica non è a disposizione di TUTTI? Le
scoperte tutte della medicina, non sono forse a disposizione di tutti? Tutta la
montagna di conoscenze acquisita inviando un uomo sulla luna, non è a disposizione
di tutti? Non è forse vero che astronauti Americani, italiani, francesi, russi, ecc.
hanno condiviso [convivendo] l'esperienza scientifica in orbita per mesi e mesi? La
mortalità da malattie è scesa da 800/100.000 abitanti all'inizio del 1900, a ~
20/100.000 nel 2000. La speranza di vita era intorno ai 30 anni, nella media mondiale, nel 1900; nel 1950 era diventata di 46.5 anni; nel '98, di 67 anni: quindi è
raddoppiata in circa 100 anni. Nel terzo mondo era di 41 anni nel 1950 ed è passata a
65 nel 1998; nei paesi industrializzati, è passata da 45 a ~ 76 dal 1900 al 2000. La
mortalità infantile è diminuita, dal 1950 ad oggi, da circa 160 morti per 1000 nati
vivi, in media, a circa 50/1000 nati vivi; nei paesi industrializzati, da 60 a 6/100 nati
vivi; nel trerzo mondo, da 150/1000 nel 1970 a ~ 100 nei paesi meno sviluppati
["Human Development Report 2001", United Nations, pag.12].
Tutti questi miglioramenti, sono derivazioni dirette dell'avanzamento scientifico,
distribuito in tutto il pianeta; anche se non esattamente nella stessa misura; ma come
sarebbe peraltro possibile far correre alla stessa velocità, oggi, ieri, paesi così
diversamente evoluti quali la Nigeria e la Francia, ad esempio? Solo 'domani’, il più
presto possibile [questo sì] vivremo tutti in condizioni più simili.
Chi è che si sarebbe appropriato della ricerca scientifica, a proprio uso e consumo,
come dici? Veramente, non riesco ad individuare la sorgente di tale osservazione. I
telegiornali, i giornali, ci danno notizia, delle conferenze stampa negli Stati Uniti in
cui si comunica una scoperta scientifica, dopo poche, pochissime ore. Né potrebbe
essere diversamente, con internet sul tavolo. Cosa c'è di nascosto, quando tutti siamo
a caccia di notizie, continuamente, e abbiamo tutti gli strumenti per farlo
efficacemente. È certo che qualcosa 'non trapela’ [penso ad esempio a certe
evoluzioni delle acquisizioni sulla clonazione, ad esempio]. Ma non so di nessuna
'massima’ scoperta della scienza, che sia stata posta al servizio di una sola, limitata
comunità. Tu davvero me ne potresti citare qualcuna? Perché poi le 'massime’
scoperte sono la relatività, la fisica dei quanti, la genetica, la medicina in generale! Io
non ne trovo, davvero, di massime scoperte scientifiche, che non siano condivise.
- la lotta e lo scontro rivoluzionario, come creatori di crisi sono stati ritenuti
elementi di sviluppo (gli antiglobal stanno perseguendo la stessa strategia).
9 - Da chi? Da quel pazzo di Lenin e dai comunisti. Ma per il resto del mondo - e
siamo in tanti - non è affatto così . Nessuno crede più nelle rivoluzioni [salvo qualche
no-global imbecille di stanza a Porto Alegre - che comunque NESSUNO ha eletto a
rappresentare né la nazione da cui proviene, né il mondo]. Basta. Abbiamo capito
tutti, persino Fassino e diversi dei suoi, che è meglio 'riformare’ piuttosto che
'rivoluzionare’.
- il dialogo fra culture diverse non riesce a decollare se non fra minoranze, così che
non risulta avere un reale impatto sullo stile di convivenza planetaria.
10 - Abbiamo appena cominciato, negli ultimi decenni. Aspettiamo, a dire che la
partita è persa. Anche perché certamente non sarà persa. Poiché la convivenza
'globale’ è "necessaria" al funzionamento dell'economia liberale-liberistica. L'unica
che ha 'dimostrato’ di funzionare. Non ci è consentita alcuna limitazione, alcuna
autarchia; pena il fallimento. Casomai sono gli anti-global che remano contro. Il resto
del mondo, e soprattutto le economie più convintamente liberali, sono invece proprio
per l'apertura globale a tutto il pianeta, perché è nella natura, nella dottrina
dell'economia liberale, che è prevista l'ineludibile apertura globale. Altrimenti
l'economia liberale, non funziona come si deve. A beneficio di tutti, naturalmente.
Perché alla Norvegia converrà acquistare i meloni africani che costano meno dei
nostri, e all'africa converrà acquistare i televisori prodotti dalla collaudatissima
Philips, piuttosto che inventarseli in casa sua. Lo sostiene chiaramente anche lo
HUMAN DEVELOPMENT REPORT 2001 dell'ONU. Ma allora, il WTO, cosa altro
si proporrebbe, secondo qualcuno? Ci sono associati 180 Paesi, di tutti i 'livelli’ di
sviluppo; dunque? non sono certo una minoranza. È vero che è difficile mettere
d'accordo due persone; immaginiamo cento Paesi. Ma poiché è nell'interesse di
TUTTI, vedrai che si troveranno degli accordi, prima provvisori, imperfetti; poi
sempre più migliorati e funzionanti. È inevitabile.
- La cultura dominante non promuove l'uomo ma ne mortifica la creatività e
addirittura la sua dignità.
11 - Ma scusa, la 'Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo’, non è forse stata
stilata e approvata il 10 Dicembre 1948 da tutti i circa 200 Paesi rappresentati alle
United Nations e posta 'al di sopra di tutto e prima di tutto’?
Direi che con il trionfo della scienza e della tecnica, che lavora solamente a vantaggio dell'uomo - non certo a vantaggio degli UFO - la sconfitta del comunismo, e la
cultura della globalizzazione [ONU, WTO, ecc.], la creatività dell'uomo non è mai
stata così importante e così ai vertici della considerazione universale. La dignità
dell'uomo non è mai stata così rispettata come ora. Ancora in modo imperfetto, certamente; ma cosa c'è di perfetto a questo mondo? Forse nemmeno l'universo. Eppoi,
soprattutto, oggi nessuno ha più il coraggio di proporre la violazione dei diritti umani
come machiavellico strumento di potere [salvo qualche stupido fondamentalista, non
democratico e antidemocratico].
- Le giovani generazioni, figlie di questa cultura, sempre meno appaiono capaci di
prendersi responsabilità personali e sociali serie e durature, che costino fatica.
12 - Bisognerà occuparsene; con l'esempio, soprattutto. In modo che abbiano la
'dimostrazione’ tangibile dei benefici del comportamento etico, e costruttivo.
D'accordo.
- Il terrorismo internazionale, basato su finte e false idealità religiose, è la più
recente sfida da affrontare. e davanti alla quale nemmeno i grandi poteri economici e
politici possono garantire alcuna sicurezza ai cittadini di ogni parte del mondo.
13 - Ma il problema è nuovo. Affineremo i nostri strumenti per contrastare il
terrorismo giorno dopo giorno. Non si può fare tutto in un balzo. D'altra parte,
bisogna ammettere che la quasi universale 'lega antiterrorismo’ messa sù dagli USA
in un mese, comprendente addirittura Paesi quali la Cina e la Libia, ha dimostrato che
i rapporti internazionali possono scorrere su binari molto promettenti per il futuro del
pianeta. Vale a dire di accordo universale, in caso di necessità.
Mi rendo conto che è altrettanto vero che in molti campi, che tu hai elencato con
molta completezza nei tuoi precedenti scritti, l'umanità abbia risolto in modo
brillante gravi problemi.
Ciò che non mi fa fare un passo verso il tuo ottimismo è che in fondo mi sembra di
cogliere un egoismo di base nella maggior parte delle proposte tecnologiche
moderne, più alla ricerca di creare dei bisogni, per allargare il numero dei
consumatori, piuttosto che preoccupate di fare crescere la statura dell' uomo come
elemento pensante e socializzante.
14 - 'Allargare il numero dei consumatori’ vuol dire condividere i benefici del benessere. Come si potrebbero condividere i benefici tecnico-scientifici, senza offrirli a chi
non li ha? Vogliamo eliminare la fame nel mondo, senza offrire da mangiare? D'altra
parte, più persone accedono al benessere, più si riduce la povertà, per definizione. Più
riempi la caraffa di vino, più diminuisce il volume della caraffa in cui non c'è vino.
Insomma, i consumi, l'esplosione dei consumi, è un portato dell'era industriale, non
certo del medioevo. Ed è l'era industriale, che ha migliorato in modo definitivo la vita
dell'umanità. E l'industrializzazione vive perché è produzione. Vogliamo fermare
tutto? Scendere di nuovo nelle caverne? Stando allo Human Development Report
2001, nemmeno il terzo mondo, lo vuole. Anzi, strilla e impreca, perché vuole
telefonini, televisori, pane e internet. Insomma, tecnologia. Anche gli africani hanno
ben capito, che è l'industria che ha salvato il mondo dalla fame e dall'abiezione. E
vogliono tutta la tecnologia possibile. L’industrializzazione è ‘lavoro’, e con il
lavoro, più benessere.
Mi sembra di cogliere anzi una divaricazione crescente fra il progresso tecnologico e
quello etico.
15 - Ma a me sembra che la disfatta completa delle ideologie, significhi proprio che
finalmente la concezione etica della convivenza civile non ha contradditori; tutti sono
tenuti ad essere d'accordo solamente con i comportamenti etici. Anche gli atti politici
degli ultimissimi anni, che definiscono e limitano l'attività scientifica in certi campi
della biologia [clonazione, ad esempio] sembrano indicare che c'è questa attenzione a
non lasciare che scienza e tecnologia facciano quello che vogliono; ma abbiano
atteggiamenti condivisi dalla comunità [ossia abbiano il carattere dell’eticità].
Se poi qualche imbecille, terrorista o no-global, non è ancora evoluto verso questi
traguardi, non è colpa della comunità internazionale. Ogni trasformazione richiede
comunque tempo; anche perché ci sono una marea di imbecilli, nella specie umana.
Purtroppo l'umanità non è fatta di individui di gran valore, nella generalità, eccezioni
a parte [ma l'ingegneria genetica, supplirà; presto, molto presto, spero]. Ma è
importante che la maggior parte progredisca. Ai margini ci sarà sempre qualcuno,
terrorista o no global. A mio avviso è importante che la maggior parte della gente del
pianeta raggiunga una condizione di benessere [conoscenza, informazione, libertà,
nutrizione] soddisfacente. Insomma, tirare in avanti il carretto. Poi si faranno i ricami.
Se ci si proponesse di fare tutto d'un sol colpo, si rischierebbe di combinare poco o
niente; sono necessarie approssimazioni successive, insomma; è necessario adottare
sempre e dovunque, il metodo scientifico; non credi? È l'unico strumento a nostra
disposizione, che ha portato questo antropoide cavernicolo e ruspante a volare alto
nell'aria, più in alto di qualunque essere vivente, fino ad atterrare sulla luna; fino a
mandare sonde oltre il sistema solare. E siamo solo all'inizio.
Al di la dunque di queste profonde divergenze fra la tua e la mia posizione, voglio
assicurarti la profonda stima ed anche il sincero apprezzamento per le cose da te
comunicatemi, che ritengo valide ma che forse non tengono in sufficiente conto le
problematiche da me esposte. Se comunque è vero che il dialogo è la via secondo la
quale l'uomo può crescere, credo e spero che questo dialogo elettronico, instaurato
fra di noi possa farci crescere verso una miglior comprensione dello "stato
dell'umanità oggi".
Un caro saluto ed augurio per il 2002, affinché, dopo un 2001 per molti versi drammatico, ci possa aprire alla speranza di un futuro finalmente di pace e di crescita
"gobale" di tutti gli uomini del pianeta.
Claudio
Se sei interessato allo HUMAN DEVELOPMENT REPORT 2001 delle Nazioni
Unite, te lo posso inviare anche via e-mail [in tal caso dovresti tener conto che sono
2.9Mb, e quindi occorre un pò di pazienza per scaricarlo].
Continuo a protestarmi vicinissimo al CONDORCET, quando dice:
"..la perfettibilità dell'uomo è veramente senza fine;..il progredire di questa
perfettibilità, d’ora in avanti deve sottrarsi a qualsiasi forma di potere possa cercare
di arrestarla..." [1750].
Insomma, lo so bene che ci sono stati e ci sono i criminali; ma io sto dalla parte
dell'umanità, comunque; perché la maggior parte dell'umanità è costituita di gente
come si deve, che cerca di sopravvivere agli innumeri insulti che la natura ci scarica
addosso continuamente. Io sto assolutamente e solamente dalla parte dell’animale
uomo [criminali esclusi], dalla parte della gente, di qualunque colore, ed
inequivocabilmente dalla parte del progresso technico-scientifico, perché sono
convinto che il progresso technico-scientifico abbia dimostrato veramente di essere la
sola realtà in grado di migliorarci l’esistenza.
Ciao, v
20 Feb 2002
A PS
Carissimo Paolo,
Forse la mia inquiry era più elementare.
Dice il sacro Testo: "..se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se
invece muore, produce molto frutto." Cioè, letteralmente: se il chicco che è nel
terreno è vivo, non germinerà, e quindi non darà frutti; ma se è morto, o sterile, che è
la stessa cosa, allora sì, che darà frutti! Ma da quando in quà la germinazione
necessariamente abortisce; e i chicchi che non sono più vivi, germinano? Forse che
gli agricoltori seminano chicchi sterili, o morti, con Indice di Germinabilità dello 0%,
per essere sicuri di averne tanto frumento? Ossia: biologicamente, se un seme
qualsiasi 'muore', non c'è verso che possa dare frutti di alcun tipo. Questa è
agronomia elementare, biologia elementare; che tu poi, conosci molto meglio di me.
Ma la storia non può essere questa. E allora?
Tu dici che il discorso è una metafora; e vorrebbe significare che se non cessa l'attenzione a se stessi [se non si muore come singoli, come individui], non si potranno
dare frutti.
Non so di quali frutti si parli. Anche perché, cosa vuol dire rinunciare a se stessi?
Alla propria personalità, ai propri impulsi, alle proprie inclinazioni, alla propria
cultura? Ma se si rinuncia a tutti questi valori personali, non rimangono in
circolazione che degli imbecilli, molto zombi. I valori personali non bisogna buttarli
alle ortiche, direi. Altrimenti, come si può essere di aiuto alla comunità?
Direi proprio il contrario, semmai. Solo perfezionando al massimo le proprie doti, si
può dare il massimo contributo possibile alla comunità. Ma non diceva cose simili,
ma in altre circostanze, lo stesso seminatore [chi non fa fruttare i talenti che si trova
in tasca è un povero fottuto]? Sono convinto infatti - sai che sono inguaribilmente
ottimista e inguaribilmente fiducioso nella razionalità - che sarebbe più opportuno
stimolare solamente il perfezionamento personale, e solo quello; perché più ci si
approssima alla perfezione 'interiore', più potrà trarne profitto, automaticamente, la
convivenza civile.
Ma ancora, come fa il seme a morire e allo stesso tempo preparare quella macchinetta
ingegnosa che esploderà nel prato? Sinceramente, mi pare una metafora del tutto
sballata.
Direi che è un concetto molto catto-comunista, cristianamente stupido nel profondo;
odiosamente comunista, quello della morte dell'individualità, come premessa
indispensabile alla fruttificazione. È obsoleto. Tutto il tempo trascorso ha dimostrato
che solo nella singolarità, nell'individualità, sta la ricchezza inventiva, propositiva,
creatrice dell'umanità.
Anche Stalin ha cercato di ammazzare tutta l'individualità che poteva essere
individuata - magari sotto tortura - nei suoi poveri concittadini ridotti al rango di
stracci [penso ad 'Arcipelago gulag']: non mi pare che abbia ottenuto dei gran frutti.
Eppoi, ci sono individui che vivono l'intera vita racchiusi nel loro piccolo orizzonte sono apparentemente morti, visti dall'esterno – e non per questo vivono una vita
inutile per la comunità; semplicemente, non sono in grado di 'uscire’ con vantaggio
immediato di nessuno.
Insomma, c'è una grande varietà di situazioni, sotto il profilo strettamente
biologico/genetico; e quindi una grande modulazione possibile nell'entità della
possibile 'donazioné alla comunita’.
Si potrebbe obbiettare che, come per l' 'Indice di Germinabilità [IG], ci sono una
quantità di situazioni intermedie possibili: 90% di attenzione a se stessi [ASS] e
complemento a 100% di apertura al prossimo, alla comunità; ma ASS può essere di
70, 60, 30 12, ecc.; quindi, ASS può assumere una quantità di valori e così pure la
produttività/fruttificazione; esattamente come nel caso dell' IG .
Insomma, non sarebbe un problema del tutto o nulla, ma un fenomeno con tutta la
gradualità che comporta qualsiasi fenomeno biologico, o naturale, se vuoi. Quindi
non sarebbe necessario 'morire', per dare frutti; potrebbe bastare una situazione
intermedia, se fosse configurabile. Ma visto che Lapalisse non la prevede, direi che la
verità sta da qualche altra parte, probabilmente.
Si potrebbe ancora pensare che il narratore volesse semplicemente indicare agli
interlocutori un principio, un concetto. E allora la gradualità, la parzialità, la
'germinabilità’ potrebbe rientrare, ancorchè sottaciuta, ancorchè tirata per i capelli,
nel contesto.
Ma mi chiedo anche, perché non semplificare la questione e privilegiare una metafora
più credibile; infatti, a qualunque agricoltore non deve essere sfuggito il fatto che tale
‘metafora’ è un’imbecillità, che non funziona, poiché se il seme muore, non può dare
frutti; anzi, com'è ovvio, solo se non muore, può dare frutti. Immagino che anche un
pescatore sprovveduto potesse senz'altro essere al corrente della cosa. Immagino che
quando si vedevano al bar, a bere un bicchiere e a farsi un giro di carte, abbiano avuto
occasione, i vari ruspanti del tempo, di scambiarsi qualche informazione di questo
tipo elementare. Dunque, perché scegliere un riferimento così sbagliato? Perché
bisogna ammettere che è sbagliato, filosoficamente e biologicamente [e la
germinazione è un fenomeno assolutamente biologico/agronomico] affermare che i
semi debbono morire, per poter dare frutti. È un pò come dire che bisogna spararsi in
testa per poter pensare. O digiunare, per alimentarsi. O lasciarsi soffocare, per poter
respirare. Insomma, mi pare che sia assolutamente sbagliato in linea di principio.
Una metafora più credibile? 'Bisogna addormentarsi, per sognare'; 'Bisogna uscire di
casa, per fare una corsa nel prato’; 'Bisogna non stare sulla barca, ma buttarsi in
acqua, se si vuole nuotare'; 'Bisogna uscire dall'uovo, per crescere'; Bisogna uscire
dal grembo materno, per far crescere se stessi’; 'bisogna salire su un cammello, o
incamminarsi, o armare una barca, se si vuole esplorare il mondo’; 'Bisogna uscire di
casa e andare in piazza, se si vuole dare una mano al prossimo’.
Comunque penso che un esperto di metafore e parabole, potrebbe trovarne di
adeguate, molto più adeguate.
Insomma, non posso credere che dei ruspanti come potevano essere i soliti
interlocutori del Cristo, abbiano potuto capire una storia così scombinata. Tanto è
vero che perfino il prete dell'Iraia, che pure dovrebbe essere in grado di esercitare una
certa preparazione professionale nel districare metafore, si è 'inciabattato’.
Mi chiedo anche, ma perché tirare in ballo un 'seme', come simbolo di colui che
pensa solo a se stesso, dell'egoista; quando invece il seme è piuttosto il simbolo della
promessa, della disponibilità assoluta; è la negazione del tutto per se stesso, visto che
la gloria del seme è l'espandersi, l'esplodersi nella gioia del divenire una piantina e di
moltiplicare la propria vita in decine di altri semi e discendenti all'infinito?!
Tuttavia, la metafora funziona, e funziona perfettamente, a mio parere, se riferita esclusivamente se riferita - al narratore stesso. Mi pare infatti che tutta la filosofia, il
progetto, che dà forza al cristianesimo consista proprio in questo: << nientedimeno
che il figlio di Dio viene a farci una visitina, per ricordarci tante belle cosette, non
solo, ma addirittura si fa inchiodare in croce, come suprema testimonianza della sua
volontà di riscattare la nostra ignominia al cospetto di Dio. Quindi, cari signori, se
non vi commovete davanti a questo sacrificio così eccezionale, siete veramente
abominevoli >> [quì stà la forza del progetto].
In questo caso, il seme, il narratore stesso, è vero, deve morire, inevitabilmente,
perché è nelle previsioni; perché diventi credibile e accettabile tutta la storia, e quindi
possa esserci la fruttificazione, il cristianesimo. Non ci sono dubbi. Messa così ,
questo 'individuo’ deve morire, per dare frutti. È nelle premesse. Ma solo lui. Per
tutto il resto dell’universo, no. Non si muore, per poter vivere. E’ una stupidaggine
idiotamente cristiana. Nient’altro.
Mi sono avvicinato alla soluzione, o sono ancora in alto mare?
PS: "..Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita..."
Questo 'odiare la vita’ non mi piace affatto. Mi fa semplicemente orrore.
Anche questa frase è accettabile, mi pare, solamente se riferita al narratore di cui
sopra, che dice: debbo sacrificarmi, affinchè le previsioni si compiano.
Però, se "..chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna..",
potrebbe quasi far pensare che Cristo avesse delle alternative; potesse scegliere se
stare al sacrificio, o ribellarsi; nel primo caso si sarebbe guadagnato la vita eterna; nel
secondo l'avrebbe perduta. Ma è concepibile che il figlio di Dio potesse essere privato
della vita eterna?
Credo proprio di no.
Ma allora, il versetto 25 si riferisce agli uomini, non al narratore.
E allora non ho ancora capito niente!
O c'è un'alternativa?
22 Feb 2002
A PS
Carissimo Paolo,
1 - Non ho ancora meditata la tua risposta.
2 - Ma debbo subito fugare un dubbio, che a quanto pare ti suscito con i miei
messaggi.
Lungi da me il volerti offendere in qualunque modo. Non lo faccio né con te né con
altri. Il motivo è molto semplice. Duplice, se vuoi. Non mi piace offendere la gente,
prossima o lontana che sia. In ogni caso, temo sempre - e con ragione, certamente
molto spesso - di essere io a non capire. C'è un solo genere di individui, che mi
permetto di offendere senza molti tentennamenti: comunisti e nazisti. Oltre ai
criminali comuni, naturalmente. Ma è sempre la stessa feccia, in sostanza.
3 - Hai invece ragione, certamente, per quelle che chiami 'puntatine cattivelle', magari
in prossimità di contenziosi religiosi. Sto infatti ripercorrendo la storia delle religioni,
la Laotse all'Induismo, a Budda, all'Islam, al Cristianesimo, seppure in modo molto
superficiale, e non è raro che alcuni aspetti suscitino la mia interiore ilarità, che a
volte si trasforma addirittura in uno scoppio divertito di risate; e che poi tale
divertimento rimanga un pò appiccicato alle parole che vado annotando sul problema.
Voglio dire che l'abitudine, che mi viene facile di questi giorni, a ridere delle cose di
religione, è saltata fuori, probabilmente, anche parlando del 'grano’. Ma a volte si è
proprio tirati per i capelli.
4 - Premesso questo, la questione del seme che perde la sua identità facendosi piantina, mi va benissimo.
È una visione filosoficamente bella, certamente. Anche esteticamente, direi. Ma forse
avrei dovuto chiedere la tua opinione di agronomo, in modo più esplicito. Anche se
non escludo - se mi è concesso - che la tua propensione naturale all'interpretazione
filosofica, avrebbe comunque sottratto la tua risposta alla tua stessa competenza
professionale [terra-terra].
Ciò non toglie che nella realtà agronomica/biologica [perdona la parziale invasione di
campo] il seme possa perdere la sua identità e farsi piantina, a patto - e solo a patto
che - come seme sia vivo, vitale; solo se come seme è in grado di mettere in moto i
fenomeni che daranno poi origine alla piantina - ossia è vivo - diventa piantina e non
è più seme.
Più in generale, qualunque 'processo’, essendo caratterizzato da una trasformazione,
comporta la fine dello stadio precedente. D'accordo. Ma si tratta di 'trasformazioni’,
evoluzione di situazioni; che peraltro non avverrebbero - non avvengono - in assenza
della corretta condizione funzionale dello stadio immediatamente precedente, per
definizione stessa di processo.
Eraclito direbbe, forse - non so se ricordo bene - che non c'è addirittura nessuna situazione stabile; quindi la morte non dovrebbe esistere, secondo Eraclito, poiché la
morte è, per definizione, assenza di movimento; e solo la vita, può esistere, perché la
vita è processo, movimento, trasformazione. O forse ho tirato Eraclito per i capelli?
Ma senza andare a svegliare i cari, vecchi filosofi greci, torniamo al nostro grano. La
visione che proponi - bellezza filosofica a parte – mi sembra tirata per i capelli,
soprattutto in riferimento ad un uditorio un pò primitivo, almeno nella norma, nella
tradizione, nelle attese.
Credi che qualche falegname o pescatore dei dintorni possa capirla subito, 'sua
sponte', coi mezzi che ha, la tua interpretazione del grano che deve morire per dare
frutti? Ho molti, ma molti dubbi. Potrebbe bastare l' inciabattarsi del Reverendo, per
testimoniarlo.
5 - Il seme poi che è in dormancy, è anch'esso vivo, anche se non ha fretta di
dimostrarlo. Ma non è neanche morto. Ed anche questo lo sai meglio di me. Tanto è
vero che può essere 'svegliato’ con oportuni trattamenti (ho studiato i vento modi di
‘svegliare’ i semi – le spore – dei batteri, per una vita di sperimentatore). La vita può
essere 'latente', nella pratica, in natura.
Insomma, tu mi presenti la cosa con grande eleganza. Ma io credo che nemmeno chi
l'ha raccontata, la storia del grano, fosse in grado di sfornare ideazioni così raffinate
[altra piccola cattiveria?].
6 - Non posso stare qui a contestare la tua posizione religiosa. Io sono convinto che
non dobbiamo a nessuno quello che siamo – diversamente dovrei stare qui a parlarne
male tutto il tempo, visto le più di undicimila malattie codificate che ci troviamo
addosso, oltre alle più di 3.500 malattie genetiche, la sofferenza, l'invecchiamernto, la
morte, e tutti la montagna di altre benedizioni che ci cascano addosso molto
naturalmente, quali terremoti, eruzioni vulcaniche, alluvioni, carestie, ecc. ecc., che
ho enumerato, seppure incompletamente, nel mio sito internet. Guai, se si potesse
individuare un responsabile da prendere a sacrosante bastonate! Con la natura, con
quello che ci troviamo intorno, stiamo già imparando a cavarcela.
Posso solo riaffermare che la nostra razionalità, da sola, può consentirci di perfezionare noi stessi e il mondo. Il benessere - in tutti i sensi, dall'invenzione della
stampa al gatto clonato la settimana scorsa - di cui godiamo ora è appunto il portato
della scienza e della technica, che sono attività assolutamente ed esclusivamente
razionali. Nulla ci è caduto dal cielo, se non qualche asteroide un pò di tempo fà. Tre
settimane fà, come saprai, è stato presentato un piccolo rene di soli tre centimetri,
ottenuto da cellule staminali, che innestato in un animale si è messo immediatamente
a funzionare. Lunedì scorso si poteva 'vedere’ in internet in un sito NASA un piccolo
cuore, sempre ottenuto in laboratorio da cellule staminali, che batteva e batteva
ritmicamente, senza fine.
Evviva! Siamo liberi. Niente più padreterni.
22 Feb 2002
A GCS
Ti unisco la mia ultima fatica [?], che spero possa divertire un poco anche te.
Vorrei inviarla anche a F. Ma non oso. Se gli tocchi il karma, finisce male, temo.
Ciao, a presto,
[vedere: 16 Feb 2002, A FC]
23 Feb 2002
A SB
Il tuo messaggio è abbagliante per la luce e la festa che hai dentro.
Sono felice per te.
Mi sarebbe piaciuto vederti, così felice.
Conserva integro tutto, dentro, a lungo.
26 Feb 2002
Ad AP
Ti unisco di seguito alcune informazioni sull’argomento di tuo interesse. Rimango a
tua disposizione per eventuali approfondimenti.
____
Come ben sai, la biotecnologia è un'evoluzione dei metodi usati in agricoltura. Da più
di 10,000 anni gli agricoltori hanno cercato di ottenere prodotti migliori facendo
incroci tra piante con caratteristiche diverse, in modo da ottenere piante con il fusto
più robusto perché non fossero atterrate dal vento, con maggiore resistenza ai
parassiti e alle malattie in genere, con una maggiore produttività. Queste modalità
tradizionali di migliorare il corredo genetico dei vegetali (trasferendo un po’ di
polline del fiore di una pianta, sull’ovario dell’ospite; o ‘incrociando’maschi e
femmine di varietà differenti) e degli animali, essendo affidata al caso la possibilità
che proprio i geni che interessavano fossero scambiati tra organismi differenti,
richiedevano sempre l’esecuzione di un numero molto grande di tentativi e quindi
anche anni e anni di prove; senza peraltro che vi fosse alcuna garanzia che la
modificazione genetica richiesta infine si producesse. L'ingegneria genetica di oggi è
solamente un modo technologicamente estremamente più avanzato per ottenere lo
stesso tipo di benefici, ma anche benefici impensabili con le tecniche di incrocio
convenzionali. Invece di procedere per tentativi, come si fa con gli incroci, oggi,
conoscendo quali sono i geni responsabili delle caratteristiche che interessano, si
inseriscono direttamente nel genoma delle piante che interessano, ottenendo
immediatamente le caratteristiche attese, quali resistenza alle malattie, ai parassiti,
alla siccità, al freddo; con maggiore produttività; maggiore contenuto di nutrienti
utili/essenziali, ecc. Inoltre, si può far sì che determinate piante producano anche
vaccini efficaci nella terapia delle malattie umane. È gia stato fatto, e con ottimi
risultati [Ad esempio: 'Edible vaccine protects mice against E. coli heat-labile
enterotoxin (LT): potatoes expressing a synthetic LT-B gene’, 1998, Mason et al.,
Vaccine 16 (13), 1336-43; 'Food plant-delivered cholera toxin B subunit for
vaccination and immunotolerization', 1999, Arakawa & Lan-gridge, Adv. Exp. Med.
Biol., 464, 161-78; 'Potato vaccine for hepatitis', 1999, AIDS Patient Care STDS,
13(11), 682; "Human Immune Response to a Novel Norwalk Virus Vaccine Delivered
in Transgenic Potatoes, 2000, Tacket et al., J. Infectious Diseases 182, 302-305]
Inoltre, le massime organizzazioni che si occupano degli aspetti igienico-sanitari,
negli USA come in Europa, tutte hanno studiato il problema della sicurezza
alimentare di tali prodotti ingegnerizzati [Organismi Geneticamente Modificati,
OGM]. Si verifica cioè quanto è già accaduto con i prodotti stabilizzati con le
radiazioni ionizzanti: che sono stati studiati così approfonditamente, da essere oggi
enormemente meglio noti di tutti gli altri prodotti di consumo corrente. Quindi, pur
sapendo che il rischio zero non esiste, né per gli alimenti tradizionali, né per qualsiasi
altra cosa [un asteroide abbastanza piccolo può sfuggire all'osservazione e caderci
sulla testa senza che si abbia il tempo per qualsiasi intervento], si può
ragionevolmente ritenere che gli OGM siano più sicuri degli alimenti tradizionali. A
parte il fatto, tra parentesi, che tutti, assolutamente tutti i prodotti alimentari che
consumiamo attualmente sono il risultato di innumerevoli incroci - e quindi di
modificazioni genetiche - a non finire, avvenuti più o meno naturalmente’tra piantine
e animali originari.
L' Organizzazione Mondiale della Sanità dice esplicitamente che "le considerazioni
riguardanti la salubrità degli alimenti prodotti con tecniche che cambiano la
conformazione genetica di un organismo [come le tecniche del DNA ricombinante],
sono fondamentalmente le stesse di quelle che possono insorgere con le altre tecniche
di alterazione del genoma di un organismo, quali sono le tecniche convenzionali di
incrocio e allevamento/coltivazione." ["Food safety considerations regarding
organisms produced by techniques that change the heritable traits of an organism,
such as rDNA technology, are basically of the same nature as those that might arise
from other ways of altering the genome of an organism, such as conventional
breeding. " WHO, 2000, 'Food Safety Considerations. GMO safety']
Fino ad oggi, e probabilmente anche per il prossimo futuro, ci sono pochi esempi posto che ce ne siano di alimenti o componenti alimentari modificati
geneticamente, che possano essere considerati non sostanzialmente equivalenti ad
alimenti o componenti alimentari pre-esistenti." ["..Up to the present time, and
probably for the near future, there have been few, if any, exam-ples of foods or food
components produced using genetic modification which could be considered to be not
substantially equiva-lent to existing foods or food components." WHO, 2000, 'Food
Safety Considerations. GMO safety'].
Anche un alimento o un componente alimentare che non sia perfettamente
equivalente ad un alimento/componente preesistente, non significa che sia
necessariamente poco sicuro, né tale tipo di prodotti richiede necessariamente
indagini approfondite. ["If a food or food component is considered to be not substantially equivalent to an existing food/component, it does not necessarily mean it is
unsafe and not all such products will necessarily require extensive testing. WHO,
2000, 'Food Safety Considerations. GMO safety'].
La presenza negli alimenti di geni nuovi, introdotti artificialmente, non è di per se da
considerare un rischio particolare per la sicurezza alimentare, poiché in tutti gli
organismi il DNA è sempre composto dagli stessi elementi [WHO, 2000, 'Food
Safety Considerations. GMO safety'].
È un impegno della AMA [American Medical Association] di appoggiare e sostenere
i programmi intesi a convincere il pubblico e i governanti che la manipolazione
genetica non è in se pericolosa e che i benefici economici e per la salute che derivano
dalla tecnologia del DNA ricombinante, sopravanzano di gran lunga ogni rischio che
può comportare per la comunità ["It is the policy of the AMA to endorse or
implement programs that will convince the public and government officials that
genetic manipulation is not inherently hazardous and that the healthand economic
benefits of recombinant DNA technology greatly exceed any risk posed to
society;.."].
Secondo la FDA [Food & Drug Administration] la cosa importante che il
consumatore deve sapere su questi nuovi alimenti è che debbono essere altrettanto
sicuri degli alimenti che sono già attualmente sugli scaffali dei negozi. Tutti gli
alimenti, che derivino da incroci effettuati tradizionalmente o mediante l'ingegneria
genetica, debbono soddisfare le disposizioni previste dal Federal Food , Drug &
Cosmetic Act ["From the standpoint of the FDA, the important thing for consumers
to know about these new foods is that they will be every bit as safe as the foods now
in store shelves. All foods, whether traditionally bred or genetically engineered, must
meet the provisions of the Federal Food , Drug & Cosmetic Act"].
Dice James Watson, Nobel per la scoperta della struttura del DNA: "..Ci sono diverse
cose che mi preoccupano, ma non certo gli alimenti modificati. [I am worried about a
lot of things, but not about modified food."]
Dr. Patrick Moore, ecologista e co-fondatore di Greenpeace, ha detto che "la
campagna terroristica intrapresa contro le modificazioni genetiche è basata in
massima parte sulla fantasia e una completa mancanza di rispetto per la scienza e la
logica.["the campaign of fear now being waged against genetic modification is based
largely on fantasy and a complete lack of respect for science and logic."] .
____________
La posizione ufficiale della Associazione Dietetica Americana è che la
biotechnologia è potenzialmente utile nel migliorare la qualità, il valore nutrizionale,
e la varietà degli alimenti a disposizione, e ad aumentare l'efficienza della
produzione, della preparazione, della distribuzione e della sistemazione dei rifiuti :
Position statement adopted by The American Dietetic Association on October 18,
1992, reaffirmed on September 9, 1994: "Biotechnology provides new and powerful
tools for research and for accelerating the development of new and better foods...The
benefits of biotechnology are many and include providing resistance to crop pest to
improve production and reduce chemical pesticide usage, thereby making major
improvements in both food quality and nutrition. [From Report of joint FAO/WHO
Expert Consultation on Biotechnology and Food Safety, Sept.-Oct. 1996, Rome]
_____
DICHIARAZIONE sottoscritta da più di 3000 Scienziati a sostegno delle
biotecnologie agrarie http://home/agbiowor/agbioworld-www/declaration/petition/petition_it.phtml .
Noi sottoscritti, membri della comunità scientifica, riteniamo che le tecniche del
DNA ricombinante costituiscano uno strumento efficace e sicuro per la
modificazione degli organismi e che possano incidere in maniera sostanziale sulla
qualità della vita consentendo di migliorare le pratiche agricole, la tutela della salute
dei consumatori e l'ambiente. L'uso responsabile delle modificazioni genetiche non è
né nuovo né pericoloso. Molti caratteri, come la resistenza a parassiti o malattie, sono
stati già introdotti nelle piante coltivate con i metodi tradizionali di riproduzione
sessuale o le procedure di coltura cellulare. L'inserzione di geni in un organismo con
le tecniche del DNA ricombinante non comporta di per sé rischi nuovi o più elevati
rispetto alla modificazione di organismi con metodi più tradizionali e la sicurezza dei
prodotti commercializzati è ulteriormente garantita dalle attuali regolamentazioni sui
nuovi prodotti alimentari. I nuovi strumenti della genetica offrono maggior flessibilità
e precisione nella modificazione delle varietà agricole. Nessun prodotto alimentare,
ottenuto con le tecniche del DNA ricombinante o con metodi più tradizionali, è
completamente privo di rischi. Tali rischi dipendono dalle caratteristiche biologiche
dei cibi in que-stione e dai geni specifici che sono stati trasferiti, non dai processi
impiegati per svilupparli. Il nostro obiettivo come scienziati è di assicurare che ogni
nuovo alimento prodotto con il DNA ricombinante sia altrettanto sicuro o più sicuro
di quelli tradizionali che vengono già consumati abitualmente. I principi che
attualmente guidano la regolamentazione e lo sviluppo dei nuovi alimenti si sono
dimostrati efficaci. Le tecniche del DNA ricombinante sono già state utilizzate per
sviluppare colture che rispettano l'ambiente, tutelano le rese e consentono agli
agricoltori di ridurre l'uso di pesticidi sintetici e di erbicidi. La prossima generazione
di prodotti promette benefici ancora maggiori per i consumatori, come ad esempio un
valore nutritivo più elevato, olii più salubri, un maggiore contenuto di vitamine, una
vita prolungata di bancone e farmaci più efficaci. Con l'impiego responsabile delle
biotecnologie, inoltre, si possono affrontare problemi di degrado ambientale, fame e
povertà nei paesi in via di sviluppo, aumentando la produttività agricola e
combattendo le deficienze nutritive più diffuse. Scienziati che lavorano presso centri
di ricerca agraria internazionali, università, istituti di ricerca pubblici e altrove stanno
già sperimentando prodotti appositamente pensati per i paesi in via di sviluppo.
Con la presente dichiarazione noi intendiamo esprimere il nostro sostegno all'uso del
DNA ricombinante come strumento versatile ed efficace per lo sviluppo di un sistema
agricolo produttivo e sostenibile. Al contempo chiediamo con forza ai politici di
regolamentare i prodotti ottenuti attraverso il DNA ricombinante sulla base di validi
principi scientifici e di basare la valutazione di tali prodotti sulle caratteristiche dei
prodotti stessi piuttosto che sui processi usati per svilupparli.
_____________
26 Feb 2002
A GCS
Ti riporto di seguito solo alcune righe di una press release di notevole interesse.
Soprattutto perché conosco Bruce N. Ames come ricercatore estremamente in gamba
e serio. Cerco di avere i reprint degli articoli originali, poi ci risentiamo.
“ A team of researchers led by Bruce N. Ames, professor of molecular and cell biology at UC Berkeley, fed older rats two chemicals normally found in the body's cells
and available as dietary supplements: acetyl-L-carnitine and an antioxidant, alphalipoic acid.
In three articles in the February 19 issue of Proceedings of the National Academy
of Sciences, Ames and his colleagues report the surprising results. Not only did the
older rats do better on memory tests, they had more pep, and the energy-producing
organelles in their cells worked better.
‘ With the two supplements together, these old rats got up and did the Macarena,’
said Ames, also a researcher at Children's Hospital Oakland Research Institute
(CHORI). ‘The brain looks better, they are full of energy - everything we looked at
looks more like a young animal.’
26 Feb 2002
A FC
Antimateria catturata: http://www.newscientist.com/news/print.jsp?id=ns99991957
Ciao.
27 Feb 2002
A SQ
Ma non merito tali avvicinamenti / onori.
Quando mi si rivolgono complimenti del genere, immediatamente mi viene a mente
una poesia di Lee Masters in Spoon River, intitolata Walter Simmons; comincia così
:'
" I miei genitori credevano che sarei stato grande come Edison, o più grande;
perché da bambino costruivo dei palloni e splendidi aquiloni e giocattoli con gli
orologi;
e piccole macchine con rotaie per andarci sopra e telefono fatti di filo e scatole di
latta;
suonavo la cornetta e dipingevo qua-dri....
Ma poi a ventun'anni mi sposai e dovevo vivere,
e così per vivere imparai il mestiere di fare gli orologi...
e tenevo la gioielleria sulla piazza,
pensando, pensando, pensando, pensando,
non agli affari, ma alla macchina e ai calcoli per poterla costruire.
E tutta Spoon River osservava e attendeva di vederla funzionare, ma mai funzionò.
E qualche anima gentile pensava che il mio genio
fosse in qualche modo intralciato dal negozio.
NON ERA VERO. LA VERITÀ ERA QUESTA: NON AVEVO GENIO. "
Ecco; te ne ho risparmiato qualche frammento; ma il senso esce fuori, direi.
Non mi dispiacerebbe però di suscitare in te qualche sorriso, alla lettura di questo mio
rapido excursus nelle grandi [?!] religioni. Io ho riso; chissà che tu non possa essere
contagiata.
Ciao, grazie del 'contatto’, v
27 Feb 2002
A GBS
Mi fa piacere che ti sia piaciuta la mia notarella sulle religioni.
Consentimi di complimentarmi con te per i ripetuti successi universitari di cui Giò mi
rimanda l'eco.
A quando la laurea?
E su quale argomento?
Ciao,
27 Feb 2002
Ad AP
Avevo dimenticato di riferirti sulla Talidomide. Ecco una breve scheda.
Thalidomide: un metabolita della Thalidomide è teratogeno: G.B. Gordon et
al.,1981, Proc. National Academy of Sciences of US, 78, 2545.
Al tempo in cui è stata messa in commercio [inizio anni '60], ".. i farmaci potevano
passare dal laboratorio alla sperimentazione clinica, senza l'approvazione della FDA.
..Dopo un certo tempo, fu chiaro che l'incidenza di un difetto congenito relativamente
raro, la focomelia, andava aumentando. [Circa 500 bambini con arti superiori come
quelli della foca ed altre malformazioni, nacquero in Germania ed in altre nazioni. La
talidomide non era stata ammessa alla vendita negli Stati Uniti perché esistevano
preoccupazioni circa neuriti periferiche che essa determinava negli adulti.(Meyers,
Jawetz & Goldfien, 'Farmacologia Medicà, 1975, Ed. Piccin, Padova)]. Presto esso
raggiunse una diffusione epidemica, e ricerche epidemiologiche retrospettive
stabilirono con certezza che l'agente causale era la talidomide, assunta nella fase
iniziale della gravidanza. La reazione alla drammatica dimostrazione della
teratogenicità del farmaco...negli Stati Uniti si tradusse, nel 1962, nell'emendamento
Harris-Kefauver al Federal Pure Food an Drug Act...esso richiede vaste ricerche
farmacologiche e tossicologiche prima che un farmaco possa essere sperimentato
sull'uomo. I dati ricavati da tali studi debbono essere presentati sotto forma di
richiesta di approvazione di un nuovo farmaco allo studio [Investigational New Drug,
IND] e debbono essere approvati dalla FDA, prima che possano cominciare gli studi
clinici. Debbono essere portate a termine tre ampie fasi di sperimentazione clinica,
prima che possa essere presentata la richiesta di autorizzazione di un nuovo farmaco.
"[ Goodman & Gilman, 'Le basi farmacologiche della Terapia’, 1987, Zanichelli ed.].
La FDA deve rispondere entro tre mesi dalla presentazione dellqa documentazione,
ma può rimandare l'autorizzazione di sei mesi in sei mesi, fino a che la
documentazione scientifico-clinica non è ritenuta sufficiente. Ecc. ecc.
Ti unisco anche la scheda sugli OGM che ti ho già spedito, con alcune aggiunte 'in
verde'.
Ciao,
28 Feb 2002
Ad AP
Ti ringrazio per il tuo appassionato e divertente messaggio.
Mi ha fatto sorridere serenamente.
Impagabile.
Grazie.
Parleremo anche di cloni.
Ciao, a presto,
Tuesday, March 05, 2002
A F.
Credo che lo 'sforzarmì per cercare di aderire ad una visione delle cose più
essenzialmente razionale, non sia una scelta casuale. Ma sia la reazione necessaria ad
una constatazione: l'irrazionale non mi riempie la vita, mi ha sempre lasciato spazi
vuoti. C'è stata sempre una certa incompletezza, nella dedizione all'irrazionale,
all'emotivo. Eppoi, anche perché non riesco a riconoscere nell'irrazionale una
funzione indiscutibilmente utile al progresso della comunità. Si potrà dire che questa
'comunità' è un pò una mia ossessione. Ma non riesco a sentirmi in pace, sapendo che
accanto c'è gente che in pace non e'. È come se la mia pace fosse incompleta. Ecco,
vedi, questa mia situazione di legame con la comunità, non credo sia razionalità pura;
è - o sembra - un movimento interiore, emozionale/irrazionale, piuttosto. Eppure è
anche razionale. È la razionalità dell'etica. È la razionalità che ci impone il
comportamento etico come indispensabile premessa ad una convivenza civile. Ma
certo, c'è un termine anglosassone che descrive bene l'intreccio di verità tra
razionalità e istintualità [natura], ed è interweaving. Leggo infatti in una nota
dell'antropologo Pat Shipman, sulla natura della violenza: "..per milioni di anni i
nostri antenati hanno vissuto con la paura di essere divorati, piuttosto che con la
preoccupazione di uccidere qualcuno per mangiarselo; a questo pensarono in seguito.
E così ci siamo messi assieme in gruppi sociali, per proteggerci e aiutarci
reciprocamente. ...È per questo che in generale, non si vive da soli. " Quindi, se
questo tipo di visione è corretto, il filo che mi lega alla comunità, il mio bisogno di
mettermi sempre in rapporto con la comunità, sarebbe almeno in buona parte
istintivo; un residuo del comportamento primitivo. Quel carattere che proviene
direttamente dai nostri antenati, chè proprio perché si sono difesi reciprocamente,
sono sopravvissuti alle difficoltà primordiali: la sopravvivenza del più ‘protetto’ dalle
offese dell’ambiente.
Parentesi: il comportamento non-etico, comporta il crimine, il delitto, l'assassinio. Il
comportamento/la situazione non-estetica, comporta solamente non-gradimento,
bruttezza, disgusto; ma nulla che modifichi definitivamente la possibilità di esistenza.
Quindi, l'etica è molto più importante dell'estetica. Chiusa parentesi.
Saturday, March 02, 2002 <>Monday, March 04, 2002
Non è evidentissimo, a prima lettura; ma poi è evidente come un ponte fra due
montagne, se si continua a leggere, a scorrere le righe. Dici molte cose, e importanti.
Bisognerebbe soffermarsi su ognuna, per il tempo necessario. Ma per un tempo a
volte infinito. Troppo sono rilevanti, coinvolgenti, i temi che poni, le osservazioni
che fai. È anche per questo che sei un amico 'unico’.
Ma anch'io debbo saltare. Pena lunghezze interminabili.
Temo di non riuscire a 'ricambiare’ questa tua sensibilità straordinaria; perché io non
ne possiedo altrettanta.
Spero possa bastarti l'affetto, almeno nelle giornate più solitarie, quando il cielo è
coperto; ma anche quando i prati sono pieni fitti di margherite, e ci si sente soli, a
esplorare con gli occhi un mondo come ignoto, nuovo, felice, ma che sembra lontano.
Abbiamo le prime due viole in un vaso di Emy sul trerrazzo.
Non 'rifiuto’ quanto ho scritto molti anni fà, né la gioia e la sofferenza coniugata che
mi hanno dato le mie povere pitture. Mi hanno entusiasmato entrambe, scitture e
pitture. Solo che non posso fermarmi lì. Ho desiderio di andare oltre, perché è
possibile andare oltre. C'è un 'oltre', che non è per niente 'acerbo’; ma che varrebbe
tanto la pena di raggiungere.
Sì; quindi è vero, sicuramente, quello che 'scoperchi’ dalle mie lettere.
Il 30 gennaio scorso mi dicevi, oltre che delle macerie sulle quali mi trovi seduto a
guardare intorno, piuttosto sconsolato, che avvertivi e cercavi di capire cosa mi fà
soffrire interiormente. Oggi, nella tua del 28 febbraio, fai emergere la mia 'disperazione interiore'. La tua 'sensibilità è all'opera. Forse parlavi di questo, anche, quando
parlavi delle altre facoltà 'non ortodosse’ per raggiungere la verità.
Sì. Inutile nasconderlo. Ci rifletterò. Perché è vero.
Ma è anche vero che molto spesso sono stracolmo di una gioia infinita. Mi basta
veder nascere il sole piano piano dall'orizzonte, colorare il cielo e le striscie di
nuvole, per essere così felice, da doverlo dire, spesso, a qualcuno, via e-mail, come
se potesse essere comunicata in un istante. E correre. Fermo, da questa seggiola;
esplodere nell'aria del mattino. Rincorrere lo splendore verde del cielo che
impallidisce gradualmente, fin troppo in fretta, a farsi azzurro quì sù, sopra il tetto.
Eppure, dentro, attorno, impastato con questa felicità dell'esistere, c'è l'isolamento
nelle idee, nel pensare quotidiano.
Ma poco importa. Mi basta poter continuare a cercare di capire.
Pensi che dovrei sistematizzare la cosa; ossia fare un elenco dettagliato delle cose da
cercare di capire?
Potrebbe anche andare. Ma la mia libertà, prima di tutto. Quando dico la mia libertà,
penso alla libertà del pensiero, che scorre, corre, svolta, sosta, riprende. Sì. Deve
essere libero. D'altra parte, forse che io sono qualcosa di diverso dal mio pensiero? Io
sono solamente il pensiero che si riconosce pensante. È giusto?
Cosa ne dici?
Hai anche ragione, certamente, quando dici [ed è almeno la seconda volta che lo dici
esplicitamente] che è come se mi 'forzassi’ a disconoscere, trascurare, svalutare, dimenticare anche, tutto ciò che la ragione più esigente, ferrea, pulita, mi impedisce di
accettare. Come se mi lasciassi travolgere dalla razionalità; malgrado il sottofondo
innato e comunque sotterraneamente ancora pervasivo, dell'emozione, del culto del
bello, del sentimento, sussistesse più silente, meno schiamazzante.
Potrei dire che è vero, sono 'forzato’; ma è come se fossi cambiato; è come se
attualmente, ora, di questi giorni che sono così prossimi agli ultimi, cercassi idee,
visioni del mondo definitive. Vorrei finire in piedi, dicendo: sì, qualcosa ho capito.
Mentre un tempo la mia vita emozionale poteva bastarmi per l'esistere quotidiano;
oggi, quest'essere emozionale è come facesse parte della seconda metà della mia
persona; quest'essere emozionale è come se potesse servire solo a costruire piccole
cose per gli altri. Per me, vorrei solo la capacità di capire, comprendere. Vorrei
comprendere le mille cose, che stanno all'uscio; e che solo una per volta posso far
entrare, e rifletterci attorno, sopra e sotto.
Appeso qui alla parete davanti a me, ho sempre la trascrizione di riflessioni da me
scelte in 'PENSIERI DI UN BIOLOGÒ, di J. Rostand:
"....
Il biologico ignora il culturale
Di tutto quello che l'uomo ha appreso, sperimentato, provato lungo i
secoli, niente è passato nella sua bestia.
Nulla del passato ha impregnato la sua essenza...
...l'amanità non matura nella sua carne..
..se la civiltà intera fosse distrutta, l'uomo dovrebbe ricominciare tutto,
dovrebbe ripartire dallo stesso punto da dove è partito
cento / duecentomila anni fà...
..LA CIVILTÀ DELL'UOMO NON RISIEDE NELL'UOMO MA
NELLE BIBLIOTECHE, NEI MUSEI E NEI CODICI..”
La posizione del biologo Rostand, è quella dell'evoluzionista darwiniano, quella
prevalente da circa 100 anni. Mai è stato dimostrato qualcosa a favore dell'ipotesi
lamarckiana di un qualsiasi effetto dell'ambiente che sia divenuto eriditabile; che si
sia iscritto nel genoma. Le trasformazioni che si producono nel genoma sono 'casualì,
indotte dalla radiazione 'naturale', cosmica e/o ambientale, e/o dagli agenti chimici
capaci di determinare mutazioni. Ma tutte le osservazioni disponibili, tutta la teoria
genetica si fonda sulla casualità di ogni modificazione. Ed è una teoria che viene
verificata continuamente; e che funziona. Ci si può credere. Volendo essere
melodrammatici, si potrebbe dire 'Lamarck è morto’.
Ti unisco un articolo sui crop-circles tratto dal sito del C.I.C.A.P. di Padova.
Per te roba vecchia, probabilmente. Ma non si sa mai.
Con la massima cordialità, v
06 Mar 2002
A SQ
Hai mai pensato di infilare tutto il genoma di un batterio in una cellula di lievito o di
muffa? v
07 Mar 2002
A SB
Uno dei pochi, pochissimi vantaggi del non dover andare ogni giorno in laboratorio, è
di poter posteggiare l'auto da qualche parte e andarsene a zonzo. Può così capitare,
come a me stamattina, di accorgersi che nelle aiuole lì accanto, giusto al di là della
siepe, c'è un piccolo stuolo di viole completamente fiorite. L'orientamento del
giardino, di non so chi, era Sud-Ovest. Ne ho contate circa centosessanta, più o meno
20. Poi mi sono accorto, che in un'altra aiuola li accanto, nello stesso giardino, se ne
sarebbero potute contare almeno altre 70 ± 20.
Te lo dico perché forse tu hai sentito il profumo raggiungerti da chissà dove. E
adesso sai che io so da dove è partito, per raggiungerti.
07 Mar 2002
A SQ
Non ho cose serie da raccontarti. Solo sogni. In uno di questi, tu e Boschiva eravate
sorelle. Ero venuto a bussare alla vostra porta, anche se ci eravamo appena lasciati,
dopo una passeggiata. Anche se sapevo che eravate rientrate in fretta, perché
dovevate occuparvi dei preparativi per una gran festa che avrebbe avuto luogo la sera
stessa, più tardi. Mi hai ricevuto sulla porta, che stavi masticando qualcosa; un
dolcetto, pensai. Il salone era piuttosto grande; circa 6 x 25 metri. C'era una
semioscurità che non so spiegare. Cercavo qualcosa per scriverci sopra non so ché;
mi ricordai improvvisamente che il cassetto del mobiletto sul quale trafficavo, era il
mio cassetto; dove c'erano dei post-it. Presi il blocchetto, scrissi delle cose; e me ne
andai. Tu mi salutasti, con un sorriso. Boschiva rimase neutra.
Ciao,
07 Mar 2002
To PM
Can I publish on my site http://www.vency.com Bjorn Lomborg's response to
Scientific American attack on Lomborg [the January 2002 edition] under the
presumptuous title "Science Defends itself Against the Skeptical Environmentalist",
without further authorization?
Many thanks.
Sincerely.
07 Mar 2002
A GCS
Mi accorgo che le due righe di Russell sono una rappresentazione un pò incompleta.
Quindi te la riporto tutta di seguito.
“What I Have Lived For”, by Bertrand Russell (from the introduction to his autobiography):
“Three passions, simple but overwhelmingly strong have governed my life: the
longing for love, the search for knowledge, and unbearable pity for the suffering of
mankind. These passions, like great winds, have blown me hither and thither, in a
wayward course, over a deep ocean of despair.
I have sought love, first, because it brings ecstasy--ecstasy so great that I would often
have sacrificed all the rest of life for a few hours of this joy. I have sought it, next,
because it relieves loneliness--that terrible loneliness in which one shivering
consciousness looks over the rim of the world into the cold, unfathomable, lifeless
abyss. I have sought it, finally, because in the union of love, I have seen, in a mystic
miniature, the prefiguring vision of the heaven that saints and poets have imagined.
This is what I sought, and though it might seem too good for human life, this is what-at last--I have found.
With equal passion I have sought knowledge. I have wished to understand the hearts
of men. I have wished to know why the stars shine. And I have tried to apprehend the
Pythagorean power by which number holds sway above the flux. A little of this, but
not much, I have achieved.
Love and knowledge, so far as they were possible, led upward toward the heavens.
But always pity brought me back to earth.
Echoes of cries of pain reverberate in my heart. Children in famine, victims tortured
by their oppressors, helpless old people a hated burden to their sons, and the whole
world of loneliness, poverty, and pain make a mockery of what human life should be.
I long to alleviate the evil, but I cannot, and I too suffer.
This has been my life. I have found it worth living, and would gladly live it again if
the chance were offered me. “
____________
ciao, v
08 Mar 2002
A PS
Mi pare che la 'religione’ piuttosto comunista dell'antichità sia il Mazdakismo.
Ti unisco una pagina tratta da internet.
Ho provato a leggere il Vangelo di Giovanni; ma dopo poche pagine ho desistito.
Non ci riesco. Mi fa un pò l'effetto che mi fece qualche mese fà la lettura del Corano.
Non mi riesce. Almeno per ora.
08 Mar 2002
A SB
Se il divertissement sulle religioni, che ti ho sottoposto qualche giorno fà, deve
interrompere i nostri rapporti, cancelliamolo pure.
Buon fine settimana,
11 Mar 2002
A SB
Mi fa piacere averti incontrato un'altra volta.
11 Mar 2002
A GCS
Acido alfa-lipoico: ti unisco la pagina di un possibile fornitore europeo.
Russell: Mi fa molto piacere che le 3 'forze vitali’ caratterizzanti l'esistenza di Russell
valgano anche per te. Evidentemente, tu ed io siamo molto simili. Spero non ti
dispiaccia.
F.: sono stato tentato già due volte, nell'ultimo mese, di prendere la stessa decisione
alla quale stai pensando. Credo che anch'io me ne dimenticherò. Anche se un
corrispondente di meno, con i tempi che corrono, non è un sacrificio da poco. In
alternativa, potrei ridurre le mie lettere di 10-20 pagine, a una sola paginetta; o ad
una sola facciata; ridurre la lunghezza, alla dimensione delle sue lettere.
Ti unisco anche una triste historia. Anche questa volta, tento di rendere i fatti meno
pietosi!
Ciao a tutti, v
PS: Mamy sta bene?
12 Mar 2002
To Bjorn L
I was very happy to grant the suggestion of Patrick Moore [Greenspirit, [email protected]] to publish on my site [http://www.vency.com] your rebuttal of
Scientific American critics to your "Skeptical environmentalist'.
I published the Text you sent to me last fall; not the one sent to me by Moore.
I hope you agree.
I added to my site a page about your book, I appreciated very much, as you know.
Sincerely.
13 Mar 2002
A SQ
Non mi lusingare troppo. Potrei crederci.
Sei per caso più in gamba di quanto si potrebbe supporre?
E comunque ho stima / fiducia / in te.
Non posso aiutarti a diradare un poco le nebbie?
16 Mar 2002
A GCS
Ho il volume ‘DEHYDROEPIANDROSTERONE [DHEA] AND AGING’, un
Annals della NY Academy of Sciences, di cui sono membro. È del '95; ma se uno o
più degli articoli di cui è composto, listati di seguito, ti interessa, posso inviarteli
facilmente.
Cordialità a tutti,
PS: Papers on DHEA:
- S. Lieberman ‘An abbreviated account of some aspects of the biochemistry of
DHEA,
1934-1995’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 1-15.
F. Labrie, A. Belanger, J. Simard, Luu-The. Van, and C. Labrie ‘ DHEA and
peripheral androgen and estrogen formation: intracinology’ Ann NY Acad Sci
1995 774: 16-28.
P. J. Hornsby ‘Biosynthesis of DHEAS by the human adrenal cortex and its agerelated decline’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 29-46.
J. I. Mason, I. M. Bird, and W. E. Rainey ‘ Adrenal androgen biosynthesis with
special attention to P450c17’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 47-58. [Abstract]
C. N. Falany, K. A. Comer, T. P. Dooley, and H. Glatt ‘ Human
dehydroepiandrosterone sulfotransferase. Purification, molecular cloning, and
characterization’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 59-72. [Abstract]
J. E. Nestler ‘ Regulation of human dehydroepiandrosterone metabolism by insulin’
Ann NY Acad Sci 1995 774: 73-81.
P. Robel and E. E. Baulieu ‘ Dehydroepian-drosterone (DHEA) is a neuroactive
neurosteroid’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 82-110.
M. D. Majewska ‘Neuronal actions of dehydroepiandrosterone. Possible roles in
brain development, aging, memory, and affect ‘ Ann NY Acad Sci 1995 774: 111120.
A. Vermeulen ‘ Dehydroepiandrosterone sulfate and aging’ Ann NY Acad Sci 1995
774: 121-127.
S. S. Yen, A. J. Morales, and O. Khorram ‘ Replacement of DHEA in aging men and
women. Potential remedial effects’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 128-142. [Abstract]
C. Longcope ‘ Metabolism of dehydroepian-drosterone’ Ann NY Acad Sci 1995
774: 143-148.
L. Milewich, F. Catalina, and M. Bennett ‘ Pleotropic effects of dietary DHEA’
Ann NY Acad Sci 1995 774: 149-170. [Abstract]
H. Lardy, N. Kneer, M. Bellei, and V. Bo-byleva ‘ Induction of thermogenic enzymes
by DHEA and its metabolites’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 171-179.
A. G. Schwartz and L. L. Pashko ‘Mechanism of cancer preventive action of DHEA.
Role of glucose-6-phosphate dehydrogenase’
Ann NY Acad Sci 1995 774: 180186.
R. A. Prough, X. D. Lei, G. H. Xiao, H. Q. Wu, T. E. Geoghegan, and S. J. Webb ‘
Regulation of cytochromes P450 by DHEA and its anticarcinogenic action’
Ann
NY Acad Sci 1995 774: 187-199.
N. F. Spencer, M. E. Poynter, J. D. Henne-bold, H. H. Mu, and R. A. Daynes ‘ Does
DHEAS restore immune competence in aged animals through its capacity to function
as a natural modulator of peroxisome activities?’
Ann NY Acad Sci 1995 774:
200-216.
E. Bernton, D. Hoover, R. Galloway, and K. Popp ‘ Adaptation to chronic stress in
military trainees. Adrenal androgens, testosterone, glucocorticoids, IGF-1, and
immune function’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 217-231.
B. Araneo, T. Dowell, M. L. Woods, R. Day-nes, M. Judd, and T. Evans ‘ DHEAS as
an effective vaccine adjuvant in elderly humans.Proof-of-principle studies’
Ann
NY Acad Sci 1995 774: 232-248. [Abstract]
C. D. Swenson, S. R. Gottesman, D. V. Belsito, K. M. Samanich, J. Edington, and G.
J. Thorbecke
Relationship between humoral immunoaugmenting properties of
DHEAS and IgD-receptor expression in young and aged mice’ Ann NY Acad Sci
1995 774: 249-258. [Abstract]
E. Barrett-Connor and D. Goodman-Gruen ‘ The epidemiology of DHEAS and
cardiovascular disease’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 259-270. [Abstract]
D. M. Herrington ‘ Dehydroepiandrosterone and coronary atherosclerosis ‘
Ann
NY Acad Sci 1995 774: 271-280. [Abstract]
R. L. Jesse, K. Loesser, D. M. Eich, Y. Z. Qian, M. L. Hess, and J. E. Nestler ‘
Dehydroepiandrosterone inhibits human platelet aggregation in vitro and in vivo’
Ann NY Acad Sci 1995 774: 281-290. [Abstract]
G. W. Bates, Jr, R. S. Egerman, E. S. Um-stot, J. E. Buster, and P. R. Casson ‘
Dehydroepiandrosterone attenuates study-induced declines in insulin sensitivity in
postmenopausal women’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 291-293.
M. Cloutier, A. Fleury, J. Courtemanche, L. Ducharme, J. I. Mason, and J. G. Lehoux
‘ Cloning and expression of hamster adrenal cytochrome P450C17 cDNA’
Ann
NY Acad Sci 1995 774: 294-296.
H. D. Danenberg, A. Ben-Yehuda, Z. Zakay-Rones, and G. Friedman ‘
Dehydroepiandrosterone enhances influenza immunization in aged mice’ Ann NY
Acad Sci 1995 774: 297-299. [Abstract]
H. D. Danenberg, R. Haring, E. Heldman, D. Gurwitz, D. Ben-Nathan, Z. Pittel, A.
Zuc-kerman, and A. Fisher ‘ Dehydroepiandrosterone augments M1-muscarinic
receptor-stimulated amyloid precursor protein secretion in desensitized PC12M1
cells’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 300-303. [Abstract]
D. M. Diamond, B. J. Branch, M. Fleshner, and G. M. Rose ‘ Effects of
dehydroepiandrosterone sulfate and stress on hippocampal electrophysiological
plasticity’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 304-307.
G. Hobe, R. Schon, K. Undisz, L. Blei, and H. G. Hillesheim ‘ Sex differences in
dehydroepiandrosterone metabolism in rodents ‘
Ann NY Acad Sci 1995 774:
308-311.
D. Jakubowicz, N. Beer, and R. Rengifo ‘ Effect of dehydroepiandrosterone on
cyclic-guanosine monophosphate in men of advancing age’
Ann NY Acad Sci
1995 774: 312-315.
M. W. Khalil, B. Strutt, and D. W. Killinger ‘7 alpha-Hydroxylation of the adrenal
androgens dehydroepiandrosterone and androst-5-ene-3 beta, 17 beta-diol
predominates in differentiating human adipose stromal cells’
Ann NY Acad Sci
1995 774: 316-318.
M. A. Lane, D. K. Ingram, and G. S. Roth ‘ Effects of aging and long-term calorie restriction on DHEA and DHEA sulfate in rhesus monkeys’ Ann NY Acad Sci 1995
774: 319-322.
D. A. Padgett, J. F. Sheridan, and R. M. Loria ‘ Steroid hormone regulation of a
polyclonal TH2 immune response ‘ Ann NY Acad Sci 1995 774: 323-325.
C. R. Parker, Jr, A. K. Stankovic, C. N. Falany, and W. E. Grizzle ‘Effect of TGFbeta on dehydroepiandrosterone sulfotrans-ferase in cultured human fetal adrenal
cells’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 326-328.
J. R. Porter and F. Svec ‘ DHEA diminishes fat food intake in lean and obese Zucker
rats’ Ann NY Acad Sci 1995 774: 329-331.
R. Vranckx, P. Mechighel, and L. Savu ‘ Effect of dehydroepiandrosterone on rat
thyroxine binding globulin,a protein upregulated during aging’ Ann NY Acad Sci
1995 774: 335-336.
O. M. Wolkowitz, V. I. Reus, E. Roberts, F. Manfredi, T. Chan, S. Ormiston, R.
Johnson, J. Canick, L. Brizendine, and H.Weingartner ‘ Antidepressant and
cognition-enhancing effects of DHEA in major depression ‘
Ann NY Acad Sci
1995 774: 337-339.
R. A. Lubet, D. M. McCormick, G. M. Gordon, C. Grubbs, X. D. Lei, R. A. Prough,
V. E. Steele, G. J. Kelloff, C. F. Thomas, and R. D. Moon ‘ Effects of
dehydroepiandrosterone on MNU-induced breast cancer in Sprague-Dawley rats’
Ann NY Acad Sci 1995 774: 340-341.
______
v/
21 Mar 2002
Ad AA
ISRTP Gathers Panel of Experts to Discuss Continued Emergence of 'Precautionary
Principle'
([email protected]; If you have any questions or would like to attend please let
me know, or call the number below. Regards, Mark)
The International Society of Regulatory Toxicology and Pharmacology will present
"The Precautionary Principle: A Workshop" June 20-21 in Arlington, Virginia. This
important conference, designed to clarify the meaning and nature of the
"Precautionary Principle," will bring together representatives from government,
industry, and consumer groups throughout North America and Europe. For more
information, including a full agenda of the proceedings and registration forms, visit:
http://www.isrtp.org/nonmembers/Precaution-meeting_2002.htm or call ISRTP at
(410) 992-9083.
Ciao,
28 Mar 2002
A SQ
In effetti, ci parliamo sempre troppo poco, per essere due persone che si vogliono
bene.
Ma è così difficile parlare.
È così facile fraintendersi.
Non è facile perfezionare il modo abituale di comunicare.
Eppure sarebbe così soddisfacente comunicare più interamente.
Come.
Ci sono pratiche 'convenzionali’ per farlo.
Ma sono davvero idonee; soddisfacenti? Forse.
Ma forse non interamente proponibili.
Ricordami.
30 Mar 2002
A SQ
Verrò senz'altro - salvo imprevisti - a trovarti la prima settimana di aprile.
Prima, non posso.
Spero che nel frattempo - ma anche dopo - tu possa trovare occasioni per sorridere.
È tutta una jail; è vero.
Ma non è per niente facile sottrarsi; bisogna procurarsi strumenti adatti, piccoli
picconi da usare nel silenzio, senza che si sappia troppo in giro; e allora qualcosa può
riuscire. Purtroppo ci vuole anche tempo. E col tempo, a volte i fiori e le foglie, un
pò, sfioriscono.
Ma può succedere che tra i rami, qualcuno sia ancora vivo; un frutto stravolto;
dimenticato dalle stagioni. Lì; per guardare di tra i rami. Ci si può accontentare.
Ciao, a presto.
01 Apr 2002
A PS
Ma non credi, Paul, che cedendo ad Arafat, diffondiamo - anche – in altri la
convinzione che con il terrorismo si può ottenere quel che si vuole?
Non è dunque indispensabile lasciar fare ad Israele? Vale a dire lasciare che tolga di
mezzo Arafat? Forse senza questa bestiaccia, le cose potrebbero aggiustarsi.
Chissà.
04/04/2002
A F. (lettera convenzionale)
Hai perfettamente ragione. Condivido quanto dici nella tua del 27 marzo. È
tristissimamente, deplorevolmente vero. E 'gli imbecilli’ continuano a colpire. Voglio
dire 'i terroristi’. Detesto il terrorismo da quando ha cominciato ad imperversare,
negli anni settanta. È una tale vigliaccheria, una tale indecenza! Rimango convinto
che solo 'la parola’ - e il buon senso - debbano essere presi in considerazione. Mai la
violenza. Da qualunque parte.
Contro il terrorismo, ammetto la ritorsione; qualunque ritorsione.
Quindi sono a fianco di Israele, in questo criticissimo momento. Ma qualcuno deve
ricordarglielo con le botte, a questi deficienti, che si può e si deve convenire,
bandendo comunque e sempre il terrorismo.
Dici ".. cosa resta, ai milioni di perseguitati dalla miseria e dalla sventura?"
Loro continuano a cercare 'conforto e pagnotte’ nei loro 'credi religiosi’; ma come i
fatti dimostrano inequivocabilmente, i credi religiosi non distribuiscono pagnotte.
Solo da quando ha cominciato a fiorire l'era industriale, hanno cominciato anche le
distribuzioni di pane e salame. Prima, e altrove - come nei Paesi arretrati - niente
pane né tantomeno salame. Ora, si è finalmente profilata con una certa chiarezza la
possibilità di 'curare’ molti mali del mondo - e possibilmente tutti, io credo; mediante
l'ingegneria genetica , toglieremo i geni dell'idiozia dal sangue della gente; ci
metteremo dentro i geni del buon senso, dell'intelligenza, della curiosità del sapere; e
della bellezza, perché no? Dobbiamo 'curare’ assolutamente tutti i possibili mali della
gente; i nostri mali innumerevoli. Allo stesso tempo, sempre l'ingegneria genetica ci
fornirà pane e salame capaci di sfamare tutti, assolutamente tutti i nostri
complanetari. Saranno prodotti piante e semi e fiori e melanzane adatti a crescere in
tutti i terreni del mondo. Sì, Franco; la scienza è l'unica salvezza 'reale', tangibile, che
abbiamo a disposizione per migliorare il mondo. E ci si riuscirà, malgrado
l'imbecillità diffusa che frena, e 'rema contro’. Si è già prodotta la stessa situazione
con lo svilupparsi dell'era industriale. Fiumane di 'rematori contro’ [venivano
chiamati ludditi?]. Ma siamo quì; alle nuove porte del futuro prossimo. Sempre con la
promessa di migliorare la vita della gente. Come allora. E come è già accaduto dopo
di allora, accadrà anche ora; domani mattina, spero. È stato fatto tanto. Ma stavolta,
davvero sarà un giro di boa epocale. Togliere la stupidità dai geni della gente, pensa!
È veramente la meraviglia delle meraviglie.
‘Debbo recuperare un pò del silenzio recente. Quindi ti unisco un appunto - tra il
pietoso e l'irridente - sulla 'lapidazione’. Oltre alla mia risposta ad una lettera di un
occasionale corrispondente, professionalmente quasi collega; molto 'di chiesa’, forse
molto bigotto [stando alle voci che corrono].
Ti ringrazio per gli auguri pasquali, laici.
Il 28 ultimo scorso è nato il figlio di Federico. Un mese prima del tempo. Lo
chiameranno Andrea. Vivrà mille anni? Lo spero; perché in tal caso, ci saranno meno
imbecilli in circolazione, e la vita sarà certamente migliore.
Affettuosità,
05 Apr 2002
Ad AA
M. l'ho incontrata all'Esselunga. Non alla S. Quando vengo alla S. vengo quasi
sempre a salutarti. L'ho trovata molto bene.
Mi spiace di non aver risposto alla tua del 28.marzo scorso. Alle 2.20 del mattino del
28.03 appunto, è nato il nostro primo nipote: il primo figlio di F.. Questo evento può
essere all'origine della infelice dimenticanza. Comunque incredulo, sono andato a
verificare tra i 'sent': è vero. È accaduto. Spero vorrai scusarmi.
Ti sento un poco acido nei confronti dell' establishment. Mi spiace non poco. Io mi
sento finalmente libero. Finalmente senza socialcomunisti al governo; ho quasi il
sospetto di essere finalmente tornato vivo. Mi sento addirittura 'quasi’ italiano.
Evidentemente i nostri punti di vista sono sempre più diversi. Me ne dispiace. Perché
volere o volare, sono molto affezionato a te e Marta. E soprattutto, mi manca
moltissimo la possibilità di discorrere con te, usufruendo delle tue ambite
competenze. Non sono storie. È la verità. Ma quando mi mandi un messaggio di
straforo, dicendomi che sei occupatissimo - e la cosa mi fà di per sè un enorme
piacere, è assolutamente vero - ho qualche esitazione a intruffolarmi, disturbarti con
le mie sciocchezze. Mi fa solo piacere sapere/immaginare che stai sempre salendo.
Ricordo, ad esempio che ad una mia precedente [28.02] non avevi risposto; mentre
invece io ero interessato a conoscere la tua reazione alle mie considerazioni - tra
l'altro suscitate da una tua precedente comunicazione. Tanto che l'08.03 ti chiedevo
cosa avevo fatto da meritarmi tanto silenzio stampa. E il 21.03, ti inviavo comunque
una notizia che mi pareva potesse interessarti. Non per recriminare. Me ne guardo
bene. Anzi; sì. Perché discorrere con te è stimolante; e mi dispiace rinunciarci. Ma
capisco che occorre distribuire il proprio tempo secondo criteri che possano
soddisfare le proprie esigenze, non quelle degli altri. Soprattutto quando si è un pò in
ristrettezze di tempo.
Comunque, se quando riesci a superare la difficoltà pregiudiziale di comunicare con
un berlusconiano libero - e/o un radicaleggiante libero e quindi soprattutto e inevitabilmente ancora un filo-Americano fanatico - non ti dimenticherai di questo tale
quì, che si considera tuo amico, mi farai sempre cosa gradita.
Come sta tua madre? Si è ripresa? Abita sempre in via Bottesini?
Parli di balbuzie del mondo scientifico, con spirito vagamente derisorio. Per fortuna,
vedi, la scienza non dice mai, MAI, cose definitive, sacrosante, infallibili. No;
stupidaggini simili la scienza non ne fà. A parte quando fa grossi errori - chi non ne
fà, scagli la prima pietra. La scienza è scienza della conoscenza, anche. E
caratteristica fondamentale della scienza è dunque la continua perfettibilità di
qualunque precedente acquisizione. È per questo, che è l'unica realtà attendibile:
perché non pretende di dire nulla di definitivo; anche se quanto dice - quando lo dice
la scienza, e non un tale qualsiasi con il Dott. o il Prof. davanti al nome - ha una
caratteristica impagabile, ed è quella della maggiore aderenza possibile - seppure
temporaneamente - con la realtà vera. L'unica realtà accettabile.
Insomma, io vorrei farti compagnia, un poco almeno; e godere della tua.
Ma beninteso, prima viene tutto il resto.
Recentemente ho fatto un appunto, che ti passo in allegato. Niente di speciale. Solo
per dirti che sono ancora vivo; o almeno ne ho a volte il sospetto. Non ho nemmeno
io, abbastanza tempo per il piccolo fiume di cose che vorrei fare.
Ma forse ho preso una buona decisione: comprare una bicicletta.
Qualche passeggiata in campagna, mi farà bene.
Salutissimi a M., per cortesia.
È sempre una gran bella ragazza; elegante; e molto intelligente. È chiaro che ho una
certa ammirazione per tua moglie? Spero non ti dispiaccia. Anche questo, va ad
assommarsi ai motivi che mi legano a te, e alla tua famiglia.
Ciao.
Ma non te la prendere, per me.
Parafrasando Robert Redford in La Mia Africa, 'noi ce la caveremo’.
[Scusa il plurale maiestatico; vedo La Mia Africa, in tutto o in parte, tutte le sere.
Sarà peccato?]
Sono quelle cose che si dicono, per farsi coraggio; e tranquillizzare gli amici. Ma
potrebbe essere davvero cosi.
06 Apr 2002
Ad AA
Poco fa ho risposto alla tua molto gradita di ieri sera. Ma al momento di allegare il
file sulle religioni, mi è sparito tutto di mano. Non so quindi se il mio messaggio ti ha
raggiunto. Non so proprio cosa sia successo. Da qualche tempo mi accadono cose
strane, al PC. È legittimo sospettare presenze virali.
Anche se non sono riuscito a metterle in evidenza, per ora.
Posso comunque aggiungere che non mi sento come si sentono coloro che
acquisiscono nipoti . La parola stessa mi provoca qualche fastidio. Ti ringrazio
comunque per i complimenti. Anche se come è ben noto, è abbastanza facile fare
figli e nipoti; lo fanno anche i conigli; e tutta una serie di altri animali, con una certa
qual facilità. È comunque una novità famigliare che genera sempre una certa
sensazione.
Se mi dirai che non hai ricevuto il messaggio 'sparito’ poco fa dalla mia vista, risponderò di nuovo alla tua di ieri sera.
Ti allego il file sulle religioni.
Ciao,
06 Apr 2002
Ad AA
Nemmeno io mi vedo a raccontar favole.
Ri-Vedo quasi tutte le sere La mia Africa, di Sydney Pollack. Mi ha sorpreso la
domanda che fa Robert Redfors a Meryl Streep: 'Lei racconta favole?' Strano, ho
trovato, questo interesse. Ma è una buona domanda.
Mi ha fatto piacere, moltissimo, ritrovarti. Anche se mi dispiace che tu sia ancora
lacerato da una vecchia serie di difficoltà, che non se ne vogliono andare altrove.
Vorrei non pesare nella gestione quotidiana del tuo tempo. Mi basterebbe - non so se
te l'ho detto - sentirti una volta ogni tanto. Diciamo, per evitare di richiederti impegni
precisi, quando ti stuzzico con qualche mia intrusione?
Non vorrei tornare sulla storia -vera- del mio sentirmi libero, ora che la compagine
social-comunista non è più al potere. Può darsi che io mi illuda. Ma a volte l'apparenza, aiuta. Sentirmi una qualsiasi forma di dittatura incombere sul collo, mi
spaventava. Ero arrivato all'ossessione. E soprattutto perché la mia libertà interiore,
necessitava dell'inesistenza di questa incombenza. Per il resto, lo so, la libertà è
soprattutto dentro. Ma c'è gente che non scherza; di fuori. Non si sa mai.
Eppoi, a dire il vero, ho bisogno di sapere che fuori, altrove, sono migliori di me. Mi
basta presumerlo. Al resto, a ciò che si muove dentro, posso occuparmene da solo.
Mi capita, di questi tempi, di risentire la voglia di scrivere.
Riprenderò ad occuparmi del Principio di Precauzione. Ho continuato anch'io a
raccogliere materiale.
Scusami, se sono tornato ad inserirmi.
Saluti a M.
Tuo aff.mo
09 Apr 2002
A PS
Anzitutto ti ringrazio per le graditissime espressioni che hai avuto per noi , in
chiusura della tua ultima. Ciò non toglie che non mi sia facile evitare di rovesciarti
addosso un’altra volta le mie tiritele. Eccole.
A dire il vero, ho avuto più di una volta l’impressione che Corsera insegua col fiatone
‘altrl’ fogli, più idonei ad una collocazione in rotoli di basso uso quotidiano [quelli
istoriati da Furio Colombo o dal kabulista Sandro Curzi], spinto dalla necessità di
sottrarre un pò di lettori al giornale-fogna di Re-fogna-Scalfari [che ha attratto tutti i
lettori dell'Unità, fino a portarla al benvenuto spegnimento - purtroppo ora rientrato].
Naturalmente, è fuori dubbio che io abbia una grande deriva, nelle mie letture. Ma il
Corsera non mi riesce proprio di leggerlo, se non in rare occasioni.
Sergio Romano, invece, lo leggo sempre, quando ne ho occasione. Scrive anche sul Il
Giornale, e non raramente. Tuttavia, quasi
mai il Romano mi convince
completamente. Ho letto l'anno scorso le "Confessioni di un revisionista". Stesso
risultato. [ Il Ricossa, lo storico-economista torinese, invece, mi convince molto,
molto di più.] Dice ad esempio Romano [ e in questo mi ricorda da vicino l'indeciso,
timoroso, donabbondio-ma-ben-più-vigliacco Enzo Biagi, il giornalista] nel citato
libretto: "Scopriremo così che anche il XX secolo, come i secoli precedenti, è fatto di
uomini e Stati che non sono mai né completamente buoni né completamente cattivi.[
ma che abbia difetti di vista, il Romano?] ... Capiremo che il grande protagonista
delle vicende umane è il Caso, vale a dire il risultato imprevedibile di una
combinazione incalcolabile di avvenimenti. È probabile che questo 'ritorno alla
storia’ provochi in molti studiosi una sorta di smarrimento....Ma si accorgeranno
finalmente che il mondo, come disse molti anni fà un intelligente uomo politico [che
probabilmente non era riuscito a farsi rieleggere], non va né a destra né a sinistra: va
in tondo." Alla faccia dell'evoluzione dello spirito e della cultura! Ma non sarà per
caso che il Romano, sotto sotto, è stato 'danneggiato’ dalla sua permanenza
moscovita - 1985-89 - e magari è pure affetto da antisemitismo costituzionale ?
Pettegolezzi, probabilmente.
Ma se è editorialista di Corsera, qualcosa che non funziona proprio correttamente,
nella sua testa, potrebbe davvero esserci.
L’articolo che mi hai inviato, però, non mi sembra così infuocato come le tue
considerazioni mi inducevano a supporre. In fondo, non è sostanzialmente diverso dal
testo del capitolo ‘L’eccezione israeliana’, sempre nel citato ‘Le confessioni..’
L’assoluta parzialità, accoppiata alla freddezza marmorea con la quale tratta
l’argomento, senza nessuna concessione alla posizione israeliana, mi rafforza
nell’impressione di un suo pervicace, radicato antisemitismo. Posso sbagliarmi, lo so
bene.
Sono solo impressioni.
Il fatto che i carbonari - un centinaio d'anni fà - abbiano fatto del terrorismo, non mi
pare possa di per sè giustificare il terrorismo. Né lo giustifica il fatto che
cattolicissimi irlandesi o spagnoli lo pratichino tuttora a man bassa. Né che l’abbiano
praticato anche i sionisti. Il terrorismo rimane una vigliaccheria inqualificabile e
inaccettabile. Anche se lo predicasse il Vaticano. Non c'è motivazione che possa
giustificarlo. Le condizioni che qualificano il comportamento civile, sono
irrinunciabili. Non è possibile nessuna, proprio nessuna tolleranza verso il terrorismo.
Altrimenti si ritorna alla preistoria, per recente che possa essere. Anzi, mi nasce il
sospetto che il terrorismo possa continuare ad esercitare un certo richiamo, fintanto
che continueremo a pensare, e a dire, che in certe circostanze non rimane che il
terrorismo. Mi rendo conto che dirle, queste cose, di per se non serve a gran ché. Ma
se invece ne fossimo convinti, e ci adoperassimo per diffondere il più possibile quella
categoria della civiltà, meglio della civilizzazione, che impone di non transigere nel
rifiuto della violenza, cominciando da quella fisica, per perfezionarla con il rifiuto
della violenza in assoluto e quindi di ogni forma di violenza?
Senza contare che generalmente, le presunte giustificazioni al terrorismo, sono solo
reminiscenze/sfrigoli della idiota teorizzazione marxista che il mondo va cambiato
con 'la rivoluzione’, invece che con l'assennatezza dell' attività riformatrice. Quindi
rivoluzione e terrorismo, figli strettissimi di madre troia - sinistra, tanto per evitare
equivoci - sono solo reazioni irrazionali e sub-umane. Piu adatte a scimmie imbelli e
disgraziate quali la Pasionaria, al secolo Dolores Ibarruri ['Meglio ammazzare cento
innocenti, che lasciarsi sfuggire un solo colpevole'] Alla salute! Se lo vengono a
sapere i palestinesi, l'arruolano subito tra i loro ammazzasette. L’impasto è lo stesso.
Ma Gandhi non ha forse dimostrato, che la non-violenza può muovere le montagne?
[Curiosità: ci trovi una lontana eco della voce di Pannella, in quel che dico?]
Per quanto riguarda Sabra e Shatila, mi ritiro in buon ordine, perché non sono
informato a sufficienza. Ma si trovano strane testimonianze, in circolazione. Ad
esempio: " I veri responsabili del massacro di Sabra e Chatila. L'uomo che ha
materialmente diretto il massacro di Sabra e Shatila, Eli Hobeikah, vive tranquillo in
Libano a Beirut. La sua guardia del corpo, Robert Hatem, che ha partecipato anche
lui personalmente al massacro, ha pubblicato un libro intitolato From Israel to
Damascus in cui svela tutti i retroscena del massacro. Hobeikah ha tentato di bloccare
la pubblicazione del libro in Francia con un'azione legale, ma Hatem ha portato tali e
tanti documenti a sostegno delle sue rivelazioni che Hobeikah ha dovuto ritirare la
causa.
Hatem nel suo libro sostiene che:
1) Hobeikah era un agente siriano che ha programmato ed eseguito il massacro su
ordine dei siriani per far dimenticare l'assassinio di Gemaiel.
2) Sharon era all'oscuro di tutto.
3) A riprova di quanto scrive, subito dopo Hobeikah fu nominato ministro in vari
governi fantoccio libanesi messi in piedi dalla Siria.
4) Hobeikah (l'uomo che eseguì materialmente il massacro) non solo vive
tranquillamente in Libano, ma non è mai stato indagato ed è fisicamente protetto dai
siriani.
5) Hatem invece deve vivere nascosto in Francia, perché Hobeikah e i servizi segreti
siriani lo vogliono assassinare.
Il nome di Hobeikah è comunque già noto, ed era stato nominato persino in un
articolo del Corriere della Sera del 2/7/2000.
Il libro è stato bandito dai paesi arabi ed in particolare dal Libano con un'ordinanza
del ministro per l'informazione Anwar El Khalil, ma è stato pubblicato integralmente
su Internet, e lo potete trovare, leggere o scaricare all’indirizzo:
http://www.israeltodamascus.com/ o http://www.israeltodamascus.com/thebook.htm
Si può anche aggiungere il documento che ti riporto di seguito; anche questo
abbastanza 'curioso’ :
"An Open Letter to Human Rights Watch. We Have Hundreds of Eye Witnesses to the
Events at Sabra and Chatilla, Will You Call Them?
To:
Mr Hanny Megally
Human Rights Watch
350 Fifth Avenue, 34th Floor
New York City 10118 USA
Telephone: (212) 216 1230
Facsimile: (212) 736 1300
Dear Mr Megally,
I feel it's my moral obligation to address your latest remarks on the Sabra & Chatilla
affair asking President Bush to urge Prime Minister Sharon to cooperate with any
investigation against him. I must take issue with your accusations that there is
abundant evidence that war crimes and that crimes against humanity were committed
at the Sabra and Chatilla Palestinian camps.
.............................
Did you really assume that the Palestinians were attacked for no reason or that
groups of civilian Christians suddenly developed a blood lust for Palestinians? Why
did the Christians attack only Palestinians and not the Lebanese Muslims with whom
they lived peaceably for centuries? The Christians have historically been a peaceful
people who preferred to live in Lebanon in a historical balance with their Muslim
neighbors, a friendly and respectable balance that existed until Yasir Arafat and his
killers entered Lebanon.
Your myopic vision of the Sabra and Chatilla massacres ignores the massacres
perpetrated by Yasser Arafat and his murderers against the Christian Lebanese. Let
me remind you of some of Arafat's actions (I am an eye witness): The distribution of
arms and money to the Islamists in Lebanon for the express purpose of subjecting the
Christian Lebanese to ethnic cleansing.
The massacre of the town of Chekka, in northern Lebanon, by Arafat forces, dozens
of civilians, mostly Christians, were murdered and tortured by Arafat's hoodlums.
In the massacre of the town of Damour, South of Beirut, dozens of Christians
civilians were slaughtered, along with numerous rapes of young girls, were done by
forces that came from those same Palestinian camps that you are defending.
The massacre of the towns of Aintoura and Mtein, where groups of Palestinians
murdered innocent Christian civilians solely because they were Christians .
The daily assaults by the PLO forces against the Christian towns of Hadath, Ainel Remmaneh, Jisr el Bacha, Dekaouneh, Bei-rut, and the Southern Metn, that
resulted in hundred of Christian casualties murdered for defending their hometowns
and existence.
This was at a time when the Lebanese Government was paralyzed and could not
send the Lebanese Army to halt the Palestinian atrocities due to Arab intervention in
internal Lebanese affairs by the "Cairo" accords.
No, Mr Megally, Palestinés path to the submission of Lebanon does not begin at the
Lebanese Christian Port of Junieh as stated in the famous phrase of Abu Ayad,
Yasser Arafat second in command. There were no Israelis in Mount Lebanon to
murder, they were all innocent Christian civilians massacred in hundreds of low
intensity incidents (as in Israel today) just because they were Christians. The
barbarism in Lebanon was an Arafat speciality.
Christians were decapitated, girls were raped, parents and kids were murdered in the
streets due to Palestinian military attacks against the Christians areas, as they
refused to distinguish between adult men and women and children. All Christians,
despite age or sex, were Palestinian targets. These were the same Palestinians we
welcomed with open arms in 1948 with charity and our reward was death and
torture.
Sabra and Chatilla was not a peaceful area where strangers entered for no reason
and murdered innocent civilians. Sabra and Chatilla were one of the largest training
centers for international terrorism. Most of the terrorists of the world visited the
Sabra and Chatilla Camps in Beirut, received extensive training in terrorism,
ranging from the use of plastic explosives to booby trapping cars, and special,
assassination techniques given by well experienced followers of Yasser Arafat.
For example, the terrorist Red Brigades from Italy trained there, the terrorist
Basque ETA movement, Carlos, Islamist mercenaries from Iraq, Libya, Yemen,
Egypt, all came to those camps to be taught how to hijack planes, prepare bombs for
use in Europe and elsewhere against US and Israeli embassies and missions. Sabra
and Chatilla became known as the terror center in Beirut, whose mission was to
export terror and subversion to the world. Many Lebanese were kidnaped to these
camps and never returned alive.
The Christian Kataeb militias are no murderers Mr. Megally. They realized that the
destruction of Lebanon by Palestinian hands could not continue and Lebanon could
not be a training ground for international terror and murder. There was no
proportionality in the two events as Sabra & Chatilla experienced about 800
executions, yet the Palestinians murdered 200,000 Lebanese on different occasions
and places. Could you help open an investigation into the matter? Lebanese families,
eye witnesses, will thank you and are eager to get their rights back in court from
Arafat murderers if they have the chance. Can you arrange in the interests of justice
to hear in the court in Belgium from hundreds of cases of Lebanese victims of
Palestinian terrorism? Will you call as a witness Elias Hobeika a known Lebanese
traitor and Syrian operative who incited the event without the knowledge or consent
of Ariel Sharon in order to embarrass and blacken Ariel's Sharon's name?
Additional information you should be aware of is that sensitive information from
Lebanese intelligence army sources show that Brigadier General Ghazi Kanaan,
head of the Syrian Secret Service in Lebanon, is now pursuing a path of intimidation
and threats through many channels against former Lebanese forces leaders to force
them to testify in Lebanese courts against Ariel Sharon so as to relieve the pressure
on Elias Hobeika.
No Christian Lebanese will apologize for the deaths of assassins and murders as
their continued existence was at stake, and the Palestinian executions occurred with
a deep revulsion for the taking of lives; however, these Palestinians were the victims
of Yasir Arafat who precipitated the killings by supporting an existential evil that
threatened the world. No Palestinian ever apologized for the destruction of Lebanon
a country that hosted them with a friendly and open hands.
Sabra and Chatilla was no mistake, it was the Christian Community's inability to
continue to suffer their extinction and their planned genocide that forced them to
decide to halt once and for all Palestinian terrorism in Lebanon, a country that has
suffered terribly from PLO terror while the world ignored us, making them willing
accomplices. Don't blame the Christians or General Sharon. The Palestinians under
Yasir Arafat and Elias Hobeika are responsible as well as a world that doesn't care.
Sabra and Chatilla is a nothing more than a political attempt by Yasser Arafat,
backed by Hosni Mubarak and Saudi Arabia, to undermine and weaken Israel's
Prime Minister Sharon. By doing so, they hope to force Israel to return to the
concessions given by former Prime Minister Ehud Barak, an inexperienced, political
player as compared to Prime Minister Sharon. This is a failed tactic that will lead
nowhere as Sharon's political position is to encourage a meaningful peace in the
Middle East and is much stronger than these failed maneuvers and lost attempts.
Mr Megally, your call to President Bush was inappropriate, as you failed to present
the full picture of the past events by inappro-priately judging one side and
disregarding the offenses of the other party involved in the events, not to mention that
Arafat who succeeded through the weakness of the Israeli left to import the chaos and
revolution from his Tunisian exile to the heart of Israel.
Thank you,
Nagi N. Najjar
Director of the Lebanon Foundation for Peace
Email: [email protected]
___________________''
TRA PARENTESI: Hai saputo che Arafat è in pratica l’uomo più ricco del pianeta,
con un gruzzoletto di oltre 40 mila miliardi di lire? Non certo guadagnati in modo
convenzionale, visto che non ha mai lavorato/fatto l’imprenditore di chissà quanto
remunerativa impresa. Ma arraffati ai suoi compatrioti, a quanto pare, rastrellando
quà e là, tra gli aiuti internazionali all’Autorità Nazionale Palestinese. Pare [General
Accounting Office del British Intelligence Service] che abbia infatti messo nei suoi
capaci tasconi militari un mare di soldini di provenienza sia araba che occidentale,
seppur destinati ai palestinesi. Lo sai dei 160 milioni di dollari USA versati da Israele
ad Arafat sull’ “Emergency Found”, riservato a garantire l’eventuale fuga di Arafat e
famiglia in caso di golpe interno [accordi di Oslo]?
E che, viste le molto ‘personali’ gestioni del denaro destinato all’ANP, i Paesi Arabi
hanno bloccato 1.3 miliardi di dollari di aiuti, in attesa di una ‘completa trasparenza
contabile’, richiesta già altre volte e mai ottenuta?
Insomma, io sono parziale. Non ho difficoltà ad ammetterlo. Mi vergognerei se non
lo fossi. Ma non posso accettare nessun discorso, ma proprio nessuno, da chi mette
avanti terroristi mascherati e assassini, suicidi e non. Non riconosco nessun diritto ai
terroristi. Per me sono dei criminali. E non mi va in nessun modo di riconoscere alcun
diritto ai criminali.
Chi si mette da quella parte, quella del terrorismo, non ha più diritti. Lo diceva anche
il bravo Gandhi.
Per quanto riguarda Russell, trovo che abbia circoscritto in tre tensioni ben definite,
caratterizzazioni fondamentali della sua vita; che mi sento di condividere appieno.
Ciò non toglie che io non condivida per nulla certi altri atteggiamenti molto stupidi
del Russell ‘pacifista a senso unico’, che disse, tra l’altro, in relazione
all’applicazione pratica del pacifismo [era il 1937], che la Germania non
rappresentava alcun pericolo per le democrazie, a patto che queste si disarmassero
totalmente: “ Britain should disarm, and if Hitler marched his troops into this country
when we were undefended, they should be welcomed like tourists and greeted in a
frendly way. “ E che nel 1951 [30 Oct.], poi, scrive sul Manchester Guardian, che gli
Stati Uniti si erano trasformati in uno Stato poliziesco identico a quello hitleriano e a
quello staliniano. Si può essere più stupidi? Scommise, il nostro, che McCarthy
sarebbe stato eletto Presidente degli Stati Uniti a furor di popolo. Naturalmente perse
la scommessa [5 sterline]; McCarthy fu subito ripudiato dalla democrazia Americana,
e morì abbandonato da tuttì dopo pochissimi anni.
L’imbecillità politica di Russell potrebbe fare il paio con quella di Einstein Alberto,
se vogliamo [altro personaggio che cito volentieri, ma di cui non condivido per nulla
certi atteggiamenti], che si rifiutò di sottoscrivere un documento di protesta contro il
fisico Nobel Juliot-Curie, che aveva dichiarato, nel 1952, ‘di essere giunto, dopo
“accurate indagini personali” alla conclusione che gli USA praticavano la guerra
batteriologica in Corea.’[J-F Revel, 1988, ‘La Conoscenza Inutile’]. Quello stesso
Juliot Curie che due anni prima non aveva esitato a proclamare ‘nociva la bomba
atomica Americana e salutare in massimo grado quella sovietica’.
Per quanto riguarda le ‘guerre africane alimentate, sorrette, finanziate dalle potenze
occidentali, che tuttora (e da molto tempo) seminano morte e distruzione. Non sono
questioni di destra o sinistra..’ di cui dici, mi pare che tu stia presentando le cose in
un modo non con certezza imparziale. Non mi pare corrispondente alla realtà storica
che non sia questione né di destra né di sinistra: “… quella criminale..è una delle
dimensioni proprie del sistema comunista nel suo insieme, nell’intero arco della sua
esistenza.”, dice S. Curtois, direttore della rivista Communisme, nella presentazione
de Il libro Nero del Comunismo. La Russia sovietica [8850 consiglieri militari, affiancati dai più di 50 mila soldati cubani, e dagli apporti dalla Germania Est] ha avuto
un peso non indifferente nel fomentare-sostenere quegli immani massacri che sono
stati perpetrati nei tre più importanti regimi ‘comunistì [non di destra, quindi, né
“occidentali”] africani, che sono il Mozambico, l’Angola e l’Etiopia. In Etiopia, tanto
per fare qualche esempio: 10.000 assassini politici nella sola capitale; i famigliari
indotti a rimborsare il costo delle esecuzioni, come nella Cina di Mao e in Cambogia
– altri paradisi di sinistra – dove appunto si richiedeva il ‘paying for the bullet’.
“…un migliaio di bambini è stato massacrato ad Addis Abeba; le iene si accaniscono
sui loro corpi che giacciono lungo le strade – era stata imposta la prassi di esporre le
vittime torturate sui marciapiedi della città, appunto - ; ..si possono vedere i corpi dei
bambini massacrati, quasi tutti fra gli 11 e i 13 anni”(Testimonianza del Segretario
Generale del Save the Children Found) <<< ‘Il Libro Nero del Comunismo’, pag.
645. Oltre alle più di 200 mila vittime di Menghistu; ecc. ecc. Insomma, a rimestare
nel calderone africano, non sono stati più importanti gli apporti del socialcomunismo? Non sono molto documentato in proposito; ma lo sospetto. Soprattutto
in connessione con le stragi dei connazionali di parere dissimile. [“… quella
criminale .. è una delle dimensioni proprie del sistema comunista nel suo insieme, ..”
, S. Curtois].
Quindi direi che l’Occidente c’entra poco-nulla; mi rifiuto di considerare Occidentale, qualunque apporto social-comunista; da considerare piuttosto precipuamente
ultrauralico, asiatico [a noi europei, non basta e avanza la paternità del nazifascismo?
– ancorchè svezzato alla sbrigatività di certe procedure criminali dagli stalinisti del
patto con Ribbentrop?]. È chiara la connotazione di inciviltà che vorrei affibbiare alla
social-comunisticità?
Non so se ti sei chiesto come mai sono così ferocemente [?] anti social-comunista.
Da persona non-politica, non-addentro ai meandri para-filosofici ed economici della
politica, posso dire che detesto il comunismo – così come il nazi-fascismo - per due
motivi: la tirannide, e quindi la limitazione della libertà personale che comporta; due,
gli immani massacri che ha comportato l’ascesa al potere e il mantenimento del
potere del comunismo: il carattere precipuamente criminale del comunismo, come
dice Curtois. Le vittime, e in quantità così aberranti, mi sono assolutamente
intollerabili. Si potrebbe aggiungere che la mancata Norimberga-Rossa, che consente
la circolazione ‘a piede libero’ di portatori dei simboli infami [falcetto e martello], mi
infastidisce non poco. Considero una vergogna nazionale, insomma, che circolino
liberamente l’Unità e Liberazione [!], e i partiti collegati. Non è intolleranza ideologica; non tollererei un foglio nazista, allo stesso modo, per gli stessi motivi. Le
vittime. Non si possono dimenticare. Né insultare in questo modo. Per il resto,
ognuno la pensi pure come vuole; ma rincorrere ideologie che hanno già comportato
vittime, e in numero così elevato, è colpevole, grandemente colpevole; e
inammissibile. Non sono un pacifista a senso unico.Ricordi quando ti dicevo, l’anno
scorso, che con la caduta della governance social-comunista avevo ripreso a sentirmi
libero? Ecco, di cosa si trattava. Un pò di tutto questo.
Mi ero ripromesso di allegarti alcuni capitoli del libro 'From Israel to Damasco’; ho
pensato di inviartelo per posta convenzionale, per non appesantire troppo questo
messaggio.
09 Apr 2002
Ad AA
Riflessioni necessarie, poiché la tua ultima 'La legge', non mi convince.
Ma debbo rifletterci. Mi scuso per il ritardo, ma ho dovuto lavorare ad un precedente
messaggio riguardante l'attualità [Israele e i palestinesi], che mi ha preso molto
tempo.
Mi farò vivo presto.
Capisco che per gusto di polemica tu mi ponga 'l'amico comune’ [perché non
diciamo: la conoscenza comune?] a rappresentante del liberismo. Ma solo per gusto
di polemica. Il liberismo è fatto sì di sciocchi; proprio perché ognuno è libero;
sfacciatamente libero. Ma questo è un aspetto folkloristico, del liberismo. Il liberismo
non è però sinonimo in nessun modo di stupidità. Si contraddirebbero, tra l'altro,
molti teorici / filosofi dell'idea liberale/liberistica; che ha consentito, tra l'altro - scusa
se mi ripeto - di cambiare radicalmente il mondo. Tra tirannia e liberismo, io non
nutro dubbio alcuno. Ben venga il liberismo, con tutti i difetti che si porta dietro. La
perfezione, non è raggiungibile facilmente.
Il fatto che tu li ponga invece sullo stesso piano, tirannia e liberismo, mi ha spiazzato.
Sono ancora incredulo. E mi vado chiedendo, cosa non ho capito, del tuo messaggio.
Come vedi, è vero che debbo rifletterci su. Non è una scusa.
Cordialità,
Tuesday, April 09, 2002
A F.
Ti ringrazio per la tua del 7 aprile. Sei stato di una tempestività' sorprendente; quasi
tu sapessi già tutto della mia, prima che ti arrivasse [mi è sfuggita dalla penna; avrei
dovuto trattenerla, questa considerazione].
Mi fa piacere che abbia divertito un pò anche te, 'il lapidario’. Io mi diverto anche
mentre li prendo, questi brevi appunti.
Può sembrare - anzi, essere - blasfemo, che io non abbia a portata di mano
un'antologia che 'comprenda’ il Monti. Anche perché, avendola tu citata, l'ode al
Montgolfier, me ne sono seppur molto vagamente ricordato. L'avrei riletta volentieri.
Vado a vedere tra i miei 'mille libri’ elettronici. Aspettami.
Eccomi di ritorno. L'ho trovato, il Monti. C'è anche tutta l'Iliade.
‘ Quando Giason dal Pelio
spinse nel mar gli abeti
e primo corse a fendere
coi remi il seno a Teti ........
Umano ardir, pacifica
filosofia sicura
qual forza mai, qual limite
il tuo poter misura?......
Svelaro il volto incognito
le più rimote stelle,........
Oggi a calcar le nuvole
giunse la tua virtute
e di natura stettero
le leggi inerti e mute. ........
Che più ti resta? Infrangere
anche alla Morte il telo,
e della vita il nettare
libar con Giove in cielo. ’
Insomma, non è niente male. Tutt'altro. Ti ringrazio per avermelo ricordato. Molto. È
inebriante. Pensa che nella successione delle poche 'Poesie Scelte', fa seguito subito
la:
“TORNA, O DELIRIO
Torna, o delirio lusinghier, deh torna,....”
Una successione di idee, emozioni, abbastanza singolare.
Non amo cibarmi di rospi 'crudì , ma solo, occasionalmente, di carne di cavallo ben
condita con olio, sale e pepe. Né di altre carni che non si sa bene come, arrivano da
chissà dove, per soddisfare devozioni che mi sono da tempo estranee, desuete, ma che
altri coltiva con deprecabile affezione. [Non ricordo se ti ho mai inviato la noticina
sul cannibalismo cattolico. Per cui te la unisco.]
Hai ragione, comunque per quanto riguarda le intransigenze verso 'chi non è disposto
a darmi ragione’. In effetti, io giro un poco attorno alle cose, alle argomentazioni, e
cerco di venirne a capo; con un ben preciso orientamento, non c'è dubbio. E con un
certo piacere, vedo di riconoscere se le soluzioni che preferisco, possono 'tenere’ .
Voglio dire che non ci metto molta cattiveria; cerco solo di vedere se certe
argomentazioni - che preferisco – sono accettabili, e quali non sono sostenibili.
Involontariamente, quindi, sì, viene in evidenza una forma di intolleranza grave. Ma
il fatto è che io vorrei capire; e trascuro, nell'operazione, la decenza. Hai ragione.
Quel tale mio 'quasi collega..' infatti non l'ho più sentito. Ha pensato bene di
interrompere la conversazione. E dire che già un amico molto intelligente che avevo
alla Stazione Sperimentale, mi aveva istruito sulla necessità di lasciare sempre una
via di fuga all'interlocutore; non mai chiudergli tutte le possibilità di saltarne fuori,
almeno un po. Sbaglio; continuo a sbagliare. Per sbadataggine; o per fretta,
soprattutto [perché la fretta, chiederebbe l'Emy; cosa devi fare di così urgente?
Debbo fare mille cose, le rispondo; debbo leggere e studiare e riflettere su mille cose;
altrimenti mi sfugge di mano il tempo che mi serve per cercare di capire!]
Non sono sicuro che l'ultima tua osservazione sull'uso nascosto del machiavellismo,
io debba prendermela addosso. In questo momento ho fretta. Ci rifletterò. Anche
perché sento di dover accertare se ho la coda di paglia, visto che sto disputando con
Paolo S., a distanza, sull'esercizio anti-terroristico di Israele; che approvo, lo
confesso. Lo approvo, perché detesto fortissimamente il terrorismo. Il solo parlarne
mi fa ribollire il sangue, come si dice. E invece Paolo, che vuole sentirsi ebreo, mi
investe con idee tratte apparentemente da Corsera [giustificazione: editoriale di
Sergio Romano] ma nei fatti [sottaciuti] da fogli più adatti a stare arrotolati in certi
stanzini 'particolari’, dotati di sciacquone, quali quello di Furio Colombo e quello del
kabuliano Curzi . [Chissà se ne la risposta - ~ 8 pagine + un allegato di 6 - gli ho
lasciato qualche via di fuga?!]
Mi hai inviato molto materiale. Te ne ringrazio. Mi affascina sempre il tuo interesse
per il teatro; e soprattutto per quello della Fortuna. Cercherò di rifletterci e farne una
noticina. Intanto affronterò prima di tutto il tuo "Scritti e Carteggio..". Lascerò
l'opuscolo dello Stoppoloni per ultimo. Non avertene a male. Lo leggerò comunque.
Pensa che Paolo mi ha portato - dopo la nostra disputa sulla questione 'inaccettabile’
del grano che deve morire per poter dare frutti [Dal Vangelo secondo S.Giovanni:
"Gesù annunzia la sua glorificazione attraverso la morte.
20 Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni
Greci.
21 Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero:
«Signore, vogliamo vedere Gesù».
22 Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
23 Gesù rispose: «È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo.
24 In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore,
rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
[che è la cosa più stupida che si potesse immaginare, sussurrato fra di noi due]
25 Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà
per la vita eterna. ..."] un libro di David Maria Turoldo 'Il vangelo di Giovanni’, che
probabilmente non leggerò mai. Fatico a lasciarlo 'dormire’ tra i miei amati libri; ma
lo tengo a conveniente distanza. Poi, sparirà, ne sono certo. Detesto le
contaminazioni.
Diamine, non sono forse un microbiologo, un igienista?
Ciao, con molto affetto,
11 Apr 2002
A SB
Una bracciata di fiori [da scaldare, è tornato un sussulto di freddo].
Verrò molto presto.
Buon vento e buona giornata.
Ciao,
11 Apr 2002
Ad AA
Seppure zoppicando nell'incertezza.
Carissimo A, ho l'impressione che qualcuno stia usando il tuo nome per inviarmi
messaggi che mi sconcertano, tanto sono 'fuori dal mondo’. Sono concetti un tantino
primitivi, rozzi, che ti sono decisamente inusuali, non ti si addicono; che - scusa
l'assurdità - fanno pensare piuttosto ai messaggi dei brigatisti rossi, che alle
considerazioni di una persona ragionevole. Ok. Lo so. Non dovrei meravigliarmi. Ma
solo stare a sentire e riflettere. Poiché se non ho capito, è probabile che io sia nel
torto. Ci provo. Ma lo sconcerto, rimane.
Dici '.. non è la stupidità, ma l'arroganza..". Strano, l'uso dell'avversativo. Ho sempre
ritenuto l'arroganza una dimostrazione, della stupidità; semplicemente. Non le ho mai
dissociate.
E comunque, come si può affermare che '..è proprio l'arroganza che accumuna il
liberismo alla tirannide’ ?
Il Popper scriveva in La società aperta e i suoi nemici: ‘.. l'accettazione di una
politica anche cattiva in una democrazia ... è preferibile alla soggezione ad una
tirannide, per quanto saggia e illuminata.'
Dice Mill: " La sola libertà che meriti questo nome è quella di perseguire il nostro
bene a nostro modo, purchè non cerchiamo di privare gli altri del loro o li
ostacoliamo nella loro ricerca."
Dice molto chiaramente Montesquieu: " La libertà è il diritto di fare tutto quello che
le leggi permettono..'
Questo è il concetto universalmente accettato di libertà. Tutto ciò che contravviene a
questa definizione è criminalità, arroganza, violenza; tirannide, appunto; ma non
civiltà. Non liberalismo; non democrazia.
Libertà, liberalismo e liberismo non hanno niente, assolutamente nulla in comune con
la tirannide.
Certo, come diceva Dostoevskij, molti, tanti, non vedono l'ora di rinunciare alla
propria libertà. E per costoro, certamente, la libertà è una tirannide, un vizio che non
sanno gestire e di cui debbono liberarsi. Ma non è così per le persone razionali. Per
le persone civili; non è così per l' Occidente. L'Occidente [Stati Uniti e Common-
welt] ha il culto sacrosanto della libertà che viene prima di qualunque altro diritto
personale.
Tu parli di 'libertà sfrenata’, come se liberalismo e libertarismo fossero sinonimo - o
comportassero - una forma veramente sfrenata di libertà, senza freni, senza leggi: ma
senza leggi non c'è libertà, non c'è liberalismo, né liberismo economico. Tu parli
forse di anarchia, non di libertà. Anarchia, è il termine che comporta libertà sfrenata.
'Il mercante di schiavi..' potrebbe aumentare la propria ricchezza privando altri della
libertà. Certo. Ma i mercanti di schiavi sopravvivono solamente in pochi stati islamici
afro-asiatici; l'occidente li ha ripudiati definitivamente nell' '800. Infatti, oggi,
qualunque mercante deve essere libero di arricchirsi con i commerci che gli
convengono, purchè gli stessi commerci non privino nessun altro individuo dei diritti
che la legge riconosce ad ognuno.
Certo che in una comunità, si sta sempre un po stretti; ci si pone limiti reciprocamente, sempre, per poco che sia. Ci sono riflessi più o meno indiretti, più o meno generalizzati, delle attività degli altri.
È inevitabile. Importante è che le limitazioni che ci poniamo reciprocamente siano
contenute entro le tolleranze previste – e sottoscritte dalla comunità - dalle leggi.
L'alternativa è l'eremo.
E forse non sarebbe difficile dimostrare che anche l'eremita riesce a limitare la libertà
di qualcuno.
Ma non sarebbe un problema vero, fintantochè la limitazione fosse prevista,
riconosciuta dalla legge.
Naturalmente, da una legge che abbia a sommo principio quello del diritto dei singoli
alla libertà e alla tutela della propria libertà e incolumita, dignità, ecc. ecc.[vedi la
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, ONU, 1948].
Quindi, non è assolutamente prevedibile, in una società liberale, per nessuno "..
estrinsecare la sua libertà in modo incompatibile con la libertà altrui.", come tu dici.
Perché una società liberale è strutturata da leggi che riconoscono e proteggono la
libertà e il diritto alla libertà, e altre cosette, a tutti i partecipanti della comunità
organizzata.
In linea di principio.
Certi eventi che hai evocato, si configurano certamente come atti delinquenziali. Ma
come tali, non fanno parte, né tanto né poco, della comunità liberale/liberistica.
[Casomai, la delinquenza generalizzata, istituzionalizzata, è una delle caratteristiche
proprie della tirannide].
Singoli casi, situazioni, eventi - pochi, ci si augura sempre - possono verificarsi,
infatti, ma è appunto compito dello stato isolarli, stabilire che sono criminosi, e
prevederne rimedi [galera o corda al collo, si può scegliere].
E comunque spetta ai componenti della comunità/stato organizzarsi in modo da
scoraggiare la delinquenza.
Ma scusa, Afro, l'amministrazione della Giustizia non ha proprio il compito di
'rilevare e correggere’ le deviazioni dal comportamento corretto, previsto dalle leggi
che la comunità si è liberamente scelte; deviazioni che sono appunto possibili per un
numero non minuscolo di ragioni, quali l'ignoranza, la stupidità, la malvagità,
ecc., che sono proprie dell'animale uomo?
Molto diversamente, diametralmente opposta è la situazione della tirannide. Dove il
singolo non ha alcun diritto fondamentale; è solo libero di prendersi calcioni nel
didietro, quando non è peggio. Dove tutte le libertà, tutti i diritti dei singoli sono
violati. La tirannide è un governo dispotico, assoluto; non è basato sul consenso dei
componenti della comunità; ma è imposto d'imperio, con la forza, con la violenza nei
confronti di tutti i diritti umani. È un autentico abominio.
Un esempio terribile, paradigmatico di cosa sia la tirannide, la si può avere molto
semplicemente leggendo le infinite testimonianze riferite da SOLZENICYN in
'Arcipelago Gulag', sul versante sovietico, appunto. Se non l'hai letto, fallo; almeno
uno, dei 5 volumi; ma anche meno. Si capisce subito, come vanno le cose in una
autentica tirannide. È orrendo. È inimmaginabile.
Nel '48, 168 Paesi hanno approvato all'ONU il testo della Dichiarazione universale
dei diritti dell'uomo. Questo non dimostra forse che nessuno può permettersi ufficialmente - di stare dalla parte della tirannide, di qualunque tipo, e contemporaneamente dalla parte della civiltà?
Poi, sai, nessuna struttura è perfetta. Eppoi c'è di mezzo l'idiozia umana, la stupidità,
l'ignoranza; tutte erbacce che infestano abbondantemente l'aiuola terrestre. Ma
almeno le basi, i fondamenti; eh nò; su quelli non si può transigere. Sono una garanzia irrinunciabile.
Ho sentito dire che chi vuole/può farne a meno, di solito se ne và a Cuba, nella Corea
del Nord [facendo molta attenzione, perché gli estranei preferiscono divorarseli, sia
crudi che cotti, sia sconditi che conditi, data la fame pluriennale che si trovano in
tasca da quelle parti], in Cina. Anche se l' evidenza delle attuali 'correnti migratorie',
sembra indicare che molti preferiscano camminare verso Occidente. Chissà perché!
Ma insomma, scherziamo? No. Tu mi stai prendendo in giro. Non è possibile che le
cose che leggo nei tuoi due ultimi messaggi, li abbia davvero scritti tu. Vorrebbe dire,
diversamente, che non avevo capito niente di te. Ma proprio niente. Ora, so benissimo
di non avere eccelse capacità di comprensione, purtroppo. Ma davvero così ridotte?
Peccato.
Cercherò di migliorarmi. Non bisogna mai mollare, difronte a certe situazioni. Non è
vero?
Ma persisto nel credere che sia tutto uno scherzo.
Ciao.
Non dirmi che è tutto uno scherzo, perché lo sò.
PS: Sì, come hai certamente immaginato, conoscendomi, parteggio nettamente, con
minime incertezze, per Israele e Sharon.
12 Apr 2002
A PS
Quale fogna sarebbe mai l'Europa, se non ci fosse Oriana Fallaci a tentare di salvarne
la residua, quasi inesistente, rispettabilità?!
[see Panorama 18 Aprile 2002]
Cordialità,
12 Apr 2002
A GM
1 - Quale fogna sarebbe mai l'Europa, se non ci fosse Oriana Fallaci a tentare di
salvarne la residua, quasi inesistente, rispettabilità?!
[see Panorama 18 Aprile 2002]
2 - Ma come fate ad essere tutti così belli, in famiglia?
Con la massima cordialità,
12 Apr 2002
Ad AA
Continui a sorprendermi, ma questa volta vorrei essere io più "cattivo" di te, che dici:
" Troppe volte ho notato la prevalenza di persone, solo perché avevano i giusti
appoggi." Non so bene come vadano le cose altrove; ma sono propenso a credere che
dalle nostre parti non ci siano altri strumenti per emergere diversi dalle parentele, le
amicizie, le correnti di partito, e un nugolo di altri mezzucci che reputo 'orribili
strumenti di promozione personale'. I napoletani, grandi maestri dell'invenzione allo
stato puro, sono spesso accusati, assieme ai cugini più a sud del Vesuvio, di essere i
fondatori di questo efficientissimo sistema, che fa perno sull'attività insostituibile
dell' "appoggio". È possibile che il 'male’ sia nato nel meridione; ma è indubbio che
si sia diffuso ben volentieri su tutto il territorio. Sei d'accordo, immagino. Il meccanismo è lo stesso delle erbe infestanti. Ricordo che una decina d'anni fà è apparso su
NATURE una nota in cui si illustravano appunto questi sistemi di 'appoggio’ che
vigevano, indistruttibili da decine d'anni e forse da sempre nel nostro paesucolo,
come strumenti sine qua non per la scalata alle cattedre universitarie, al superamento
degli esami di concorso, et similia.
Ma non ricordo quale lettura mi faceva notare come forse la cosa sia radicata più
profondamente; infatti, noi cattolici ci 'appoggiamo’ alla Madonna, e ai Santi, perché
"intercedano" presso Colui in nostro favore. Insomma, il vizio avrebbe addirittura
certi connotati di sacralità.
Dicono che sia una caratteristica nazionale. Sospetto che sia veramente così . Debbo
dire che mi fa schifo? Non è necessario. È uno dei motivi che mi fanno schifare
questo nostro popolino di mezze cartucce.
Purtroppo, quando i posti sono numerati, le attribuzioni avvengono a scapito di chi
non ha appoggi, per quanto eccellenti siano le sue note caratteristiche. Fa orrore. Fa
orrore. Fa orrore. Sì, hai ragione; la necessità dell'appoggio, della 'conoscenza’,
dell'amico, per fare qualunque cosa, è una tirannia inaccettabile, è una vergogna
nazionale, anche.
C'è chi dice di farsi avanti, se si è senza peccato. Io confesso: ho tentato di peccare. O
meglio, ho peccato. Ma la ciambella non è riuscita. Per cui mi ritengo quasi senza
peccato. Negli anni '70, avevo sperimentato qualche difficoltà nel riuscire a
pubblicare su riviste importanti, internazionali. Immaginando come vanno le cose in
quest'ambiente, scrissi al grande Mossell, facendogli intendere che avrei gradito un
suo intervento per la pubblicazione di un mio lavoro su una certa rivista [non ricordo
quale]. Non ebbi nemmeno risposta. Ogni volta che rividi Mossell, baci e abbracci, e
acqua in bocca. Per fortuna, insomma, non debbo niente a nessuno. O meglio, entrai
alla Stazione dopo che Barbieri - non so bene in che modo, ma sollecitato da mio
padre - promosse la cosa. Dunque, non posso vantare una verginità, come invece
stavo per fare. Un giorno mi mandò a chiamare il prof. Casnati, direttore dell'Istituto
di Chimica Organica [il 'papa’ di Gardini], dicendomi che aveva bisogno delle mie
competenze di microbiologo; però, non aveva posti nel suo istituto, quindi mi
avrebbe fatto assumere all'Istituto di Farmacologia, che era al piano di sopra, e verso
il cui direttore poteva vantare delle aspettative; a parità di stipendio, però
all'Università: un bel passo verso l'alto! ma con qualche vincolo: avrei dovuto smetterla di pubblicare alla mia abituale velocità, poiché i 'farmacologi’ che occupavano
da tempo il piano di sopra avevano in cinque prodotto meno articoli di quanti non ne
avessi prodotti io da solo; inoltre, avrei dovuto fingere di lavorare per loro, ma in
sostanza lavorare solo per lui, che appunto, ne aveva bisogno. Che schifo! Debbo dire
che ho rifutato, dopo qualche giorno di riflessione?
Insomma, ho peccato; ma molto poco.
Scusami, se ti ho carpito un pò del tuo tempo. Ne avevo voglia.
Soprattutto dopo l'incubo.
Ciao.
13 Apr 2002
Ad AA
Approvo il tuo comportamento. Sono d'accordo.
Peccato che i fiumi scorrano inevitabilmente verso certe direzioni!
Ho grande stima di te.
Continua a sentirti libero, e sicuro; per favore. Sono convinto che il tuo fiume stia
scorrendo nei giusti argini, nella giusta direzione.
Ciao, amico mio.
Monday, April 15, 2002
A F. (lettera convenzionale)
ti ringrazio per i testi di / e su Oriana Fallaci.
Non ti dico quanto abbia condiviso sostanzialmente tutto quanto scrive la Fallaci; né
quanto mi faccia piacere che tu concordi fondamentalmente con Oriana.
Il 12 scorso, di buon mattino, sono andato all'edicola per timore di rimanere senza
Panorama [rivista che non frequento]. Poi ho inviato un messaggio, un pò duretto
forse, a una quindicina dei miei corrispondenti e-mailari [mi dici se si può dire emailari; o se si può fare di meglio?]:
"Quale fogna sarebbe mai l'Europa, se non ci fosse Oriana Fallaci a tentare di
salvarne la residua, quasi inesistente, rispettabilità ?! [see Panorama 18 Aprile 2002]
Cordialità,
"
Solo uno dei miei corrispondenti ha risposto.
Che fosse, il mio messaggio, senza risposta?
È vero che bisognerebbe fare di più che 'trovare vergognoso’ lo svolgersi di certe
manifestazioni, e soprattutto certe 'assenze’ di manifestazioni; ma che bella forza
sprigiona, la Fallaci; gran bella voce, in tanto silenzio! Già il dirle, certe cose,
potrebbe/dovrebbe contribuire a muovere qualcosa/qualcuno. Chissà. Ma da uno
scrittore, ci possiamo accontentare che scriva; non ti pare? Soprattutto quando scrive
così .
È vero; ci sono certamente scienziati che lavorano per rimpolpare gli arsenali bellici;
ed è un lavoro immondo. Ma purtroppo, non tutti i Saddan Hussein convengono
sull'opportunità di gettare le armi alle ortiche. 'Estote parati’, pare che avvertissero i
nonni latini. O no?
Nemmeno si possono sostenere posizioni del tutto stupide come quella del Bertrand
Russell ‘pacifista a senso unico’, che disse, tra l’altro, in relazione all’applicazione
pratica del pacifismo [era il 1937], che la Germania non rappresentava alcun pericolo
per le democrazie, a patto che queste si disarmassero totalmente: "L'inghilterra
dovrebbe attuare il disarmo, e qualora le truppe di Hitler marciassero su questo nostro paese non-difeso, dovremmo accoglierle con cortesia, come fossero turisti; loro
abbandonerebbero ogni asprezza e potrebbero trovare piacevole il nostro modo di
vivere." [da ' La conoscenza inutile', di Jean-Francois Revel, Longanesi & C.,
1988, pag. 311].
Certo, è vero che siamo tutti coinvolti; siamo tutti coinvolti perché non miglioriamo
noi stessi in relazione ai nostri rapporti col prossimo che sta all'uscio di casa. Ma per i
grandi avvenimenti, cosa possiamo, noi piccoli singoli? Possiamo sì, schierarci con le
voci chiare. Possiamo partecipare alla manifestazione in favore di Israele. Possiamo
cercare di essere a nostra volta 'chiari’ e ben schierati con tutti i nostri interlocutori.
Ma purtroppo ci sono ancora troppe canaglie in circolazione. Insomma, il raggio
d'azione dei singoli, è limitato. A mio parere, basterebbe che fossimo sempre svegli,
pronti a perfezionare il nostro modo di vedere il mondo; anche quando non c'è Oriana
con i suoi squilli di tromba ad assordarci all'improvviso con la sua verità vera, come
un secchio d'acqua gelida buttato in faccia.
Purtroppo, è la realtà: Martin Lutero, un gigante - sei d'accordo? - è come se non
fosse mai esistito, per molti, soprattutto i cattolici. Malgrado sia stato così
fondamentale il suo contributo al miglioramento del mondo.
Quanti sono oggi che ricordano - ammesso che nelle nostre scuole cattoliche
qualcuno l'abbia detto/insegnato - che avendo predicato il valore insostituibile della
interpretazione personale delle sacre scritture, in sostanza Martin Lutero ha spinto
tutti ad imparare a leggere; che è ancora oggi la cosa più importante che si possa fare
durante la giornata?
Insomma, spesso mi vien da pensare che ci vorrebbe un araldo, uno strillone che
potesse farsi 'sentire’ da tutti, con il massimo di attendibilità e autorità immaginabile,
per poter far sapere in modo chiaro, inequivocabile e in modo che nessuno possa più
permettersi di contraddirle, le cose che contano. Che non sono tantissime. Ma alle
quali non si può e non si deve rinunciare, come il rispetto per gli altri e per la libertà;
la condanna di ogni forma di violenza fisica e verbale; il bando di ogni forma di
religione , ecc. [suggerisci pure; proponi, dai! vediamo se ci riesce di fare un elenco
con meno di 10 proposizioni, ma tutte essenziali, tutte irrinunciabili.]
Gli esempi di 'apporti’ che mi fai, mi ricordano le esibizioni di Sri Sathya Sai Baba.
Pare [lettura modesta; ma il mio interesse per queste cose è molto modesto!] che "...
gli anelli d'oro con la sua immagine non sono per niente d'oro ma di latta: è stata
persino trovata la fabbrica che li produce per lui [Sai Baba] su commissione. I rari
articoli di gioielleria li 'materializza’ solo per quelle poche persone importanti su cui
vuole fare particolarmente impressione; è noto infatti che Sai Baba coltiva con
particolare interesse amicizie potenti e utili. Sfortunatamente per lui, dal numero di
serie di uno di questi regali [un orologio Seiko] si è potuto risalire al produttore
giapponese e al negoziante indiano che lo aveva venduto." ['I segreti dei fachiri’, L.
Garlaschelli e M. Polidoro, Edizioni Avverbi, 1998].
Mi ha fatto piacere moltissimo sia scoprire l'entusiasmo dello sconosciuto fanese del
1786, sia che tu abbia scelto questo incontro festoso col pallone volante, per farne
una presentazione.
Bene.
Ho trovato la tua ultima piena di spirito e di vivacità. Anche questo mi ha fatto molto
piacere.
Con affetto,
17 Apr 2002
Ad AA
Vorrei sapere se sei un frequentatore de IL FOGLIO di Giuliano Ferrara.
Se vuoi ti mando/porto il numero di oggi 17.04.
È scritto in modo non convenzionale.
Mi pare molto informato.
Mi pare molto più intelligente degli altri 'fogli’ che frequento.
Ciao, buona settimana.
PS: Siccome non coltivi né barba né baffi, posso passarti queste osservazioni:
“The cultivation of the beard belongs peculiarly to barbarous races. … Civilization
tends to be opposed to the growth of hair on the masculine face and especially to the
beards.” [H. Ellis, in ‘Great Essays in Science’, Ed. M. Gardner,1994].
E ancora: ‘Schopenhauer frequently referred to the disappearance of
the beard as a mark of civilization, “a barometer of culture” , ‘[sempre
H. Ellis].
18 Apr 2002
A GCS
Penso che sarà piuttosto interessante il soggiorno a Dublino.
Non è la patria del quasi sconosciuto - a me - Joyce?
Salutami tanto Glauco.
Magari chiedigli, se del caso, se c'è l'occasione propizia: ‘ Ma perché apparentemente
sono così maledettamente e stupidamente stronzi diversi membri del governo belga?
Sembrano il peggio che circola in Europa. O è il mio un punto di vista viziato dalle
circostanze politiche?’
Attenta alle insalate-insane!
Ciao,
30 Apr 2002
A FC
Ti unisco notizie sulla tossicità della solanina nelle patate.
<< Sono i germogli, che contengono la quasi totalità della solanina. Le bucce e le
patate pelate contengono quantità di solanina 3-5 volte inferiori a quelle contenute
nei germogli. Le malformazioni congenite sono state osservate in criceti alimentati
con germogli disidratati, contenenti 35-55 mg di solanina /g. La quantità di germogli
disidratati somministrati ai criceti è stata di 2500-3500 mg/kg di peso corporeo, in
una singola dose.
In proporzione, una donna di 50-70 kg di peso dovrebbe assumere - in una singola
dose - da 125 a 250 g di germogli disidratati, corrispondenti a circa 900-1750 g di
germogli freschi [i germogli, però, non sono normalmente consumati].
È quindi piuttosto improbabile che le malformazioni [spina bifida, encefalocoele,
esencefalia, microftalmia] osservate nei criceti e nelle pecore possano verificarsi
nell'uomo. >>>
Queste notizie le ho tratte da "SAFETY OF FOODS", di autori vari, edizione curata
da H.D. Graham, AVI Publishing Co. Inc., West-port, Connecticut, 1982, pag. 617619 ['Toxins in plants'].
È consolante. Mangiamoci pure le patate. Senza germogli.
Ciao.
04 May 2002
Ad AF
Immagino che tu sia l'Alma che conosco, e non mi dispiacerebbe avere il tuo e-mail
address. Anzi, mi farebbe molto piacere.
Non è vero che ho dimenticato Scandiano. Può solo ‘sembrare' vero.
Non manco di 'professarmi’ scandianese, quale sono, ad ogni occasione. Anche se da
queste parti, quando fai certe 'ammissioni’, subito ti esplorano la testa, in cerca di
angoli vivi.
Vorrei proprio sperare che tutto sia andato per il meglio, in famiglia; lungo questo
tempo infinito dacchè non ci vediamo.
Ho poche incertezze sulla tua identificazione, per più di un motivo. Ma considerata la
densità dei nostri cognomi da quelle parti, aspetto conferma.
Un abbraccio a tutti,
Wednesday, April 24, 2002
Monday, May 06, 2002
A F. (lettera convenzionale)
a dir poco divertente, il ritratto della Fallaci disegnato dall'amico (?) [suo] Massimo
Fini. Anzi, a dire il vero, mi ha divertito un mondo; davvero. Mi ha divertito vedere
la Fallaci così umanamente bizzosa, e quasi prevedibile. Non ne voglio, a Fini. Non
sono un adoratore della Fallaci; l'ho sempre tenuta ad una certa distanza. Solo in 'La
rabbia e l'orgogliò e nell'ultimo 'Io trovo vergognoso’, ho riconosciuto una certa
quantità di idee chiare, totalmente condivisibili, giustamente gridate in faccia, come
si doveva. Come si dovrebbe quasi sempre; ma come si deve sempre, quando si tratta
di argomenti decisamente importanti. Tra parentesi, è per questo che ammiravo
Sgarbi; proprio perché urlava in faccia a chiunque, cose che andavano urlate - e non
solamente dette - in faccia a chiunque, per la lampante - seppur provvisoria - enorme
dose di verità che contenevano.
Dicevamo:
- Libertà di pensiero, stampa, azione, entro l'ambito della legge, ovviamente;
- Rispetto per le persone e quindi rinuncia a qualsiasi tipo di violenza [fisica,
verbale, istituzionale, ecc.];
- Rifiuto del dogmatismo;
[La questione del dogmatismo potrebbe porre qualche problema. Le prime due
proposizioni, dovrebbero essere infatti irrinunciabili. Ma è vero che anche il rifiuto
del dogmatismo, è irrinunciabile. Evoluzione, trasformazione, perfezionamento,
debbono essere i processi caratterizzanti ogni tipo di attività; non
l'immobilità/infallibilità di papesca memoria. D'accordo. Ma ciò si concilia con il
procedimento concettuale di fare delle proposizioni? La stessa proposizione 'Rifiuto
del dogmatismo’, non è un'affermazione dogmatica? E soprattutto, non è forse che
vuole proprio essere un'affermazione dogmatica, aprioristica, irrinunciabile?]
Dici che non si può vietare la religione. Forse. Ma credo che bisognerebbe almeno
affermare solennemente che le religioni [sono tutte pagliacciate, sarei tentato di dire;
ma non lo dico] sono protesi che aiutano a sopportare le disgrazie che madre natura ci
somministra per tutto il corso della vita, senza risparmio di numero e di dimensione.
Ma che non contengono una briciola di verità; di quella vera, riconoscibile
logicamente, razionalmente, matematicamente. Forse non è necessario negare la
libertà di approfittare di queste protesi per disegnarsi un proprio modus vivendi;
fintantochè non interferisce con la libertà degli altri di farne a meno. Anche se è
difficile che gente che fa salamelecchi, magari col sedere per aria, o che crede di farsi
fuori cannibalescamente qualcuno e berne il sangue tutti i santi giorni; o che si mette
a dondolare avanti e indietro dipresso ad un muro 'del pianto’ degli imbecilli; o che
addirittura coltivi il culto di individui che vanno dicendo in giro d'essere infallibili;
ecc. ecc., possa comportarsi civilmente, e quindi non infastidire gli altri con
comportamente inaccettabili. No; non mi pare che diverse religioni attualmente in
circolazione siano conciliabili con le prime due proposizioni. La sola vicinanza di
tali individui, può provocare un certo fastidio.
Oppure, si potrebbero forse riconoscere alcune religioni, e non altre. A volte la
soluzione intermedia, ancorchè provvisoria, non è da scartare.
Mi piacerebbe tentare la discriminazione. Debbo provarci?
Ma che fare di tutte le 'vie’ intermedie, adottate dai singoli, che per la maggior parte
dicono sì, di essere religiosi, di professare una qualche dottrina, ma a modo loro;
tangenzialmente; parzialmente; sempre incompletamente?
Sarebbe meglio scoraggiare le persone dall'affidarsi a proposizioni irrazionali.
L'irrazionalità è una specie di veleno dolce, che surrettiziamente si propaga, invade
altri territori della mente, del comportamento; distrae dall'essere trasparentemente
logici, razionali. Insomma, un veleno, ancorchè dolce, mortifica la funzionalità
dell'essere; strozza la libera manifestazione della singolarità; depaupera la purezza
della creatività . O no?
Può anche darsi che dei 'depauperati’ abbiano prodotto/producano cose che noi
ammiriamo come opere d'arte [mi ronza sempre per gli orecchi l'affermazione di un
certo Prof. Corvi, direttore dell'Istituto d'arte di Parma, che i più grandi capolavori
dell'arte erano stati prodotti in tempi di tirannia dura e schiavitù diffusa, e non certo
in epoche liberali, attirandosi per questo le veementi reazioni di Margò]. E questo mi
induce a chiedermi: quanto di irrazionale, e quindi di tossico, è nascosto nell'anima,
nell'essenza dell'opera d'arte?
E il solo fatto di pormi questa domanda, è rivelatore della tossicità dell'irrazionale,
che ho già nelle vene? E come, dunque, svenarmi, disintossicarmi?
Apparentemente, mi sono disintossicaro solo dalla musica; ma non dalla letteratura,
non dalle arti figurative; sento ancora fortissimamente il fascino del grattacielo, ma
anche di altri progetti architettonici!
Dimmi se ci sono tossine, nelle opere d'arte; per favore.
Le opere d'arte sono degli idoli irrazionali, se non siamo in grado di definirne le
caratteristiche con parametri razionali; ma possiamo farlo solo in modo incompleto,
parziale, non necessariamente con valori accettabili universalmente.
Ma se fosse definibile razionalmente in modo completo, sarebbe ripetibile a tavolino,
l'opera d'arte. Quindi, siccome non è possibile costruirla, crearla a tavolino, ha delle
componenti irrazionali, inevitabilmente.
Ma qualcuno sarebbe pronto a sostenere che anche le scoperte scientifiche, sia quelle
sperimentali sia quelle teoriche, non sono spiegabili completamente in modo
razionale. Anche quì c'è una componente casuale, e più spesso addirittura irrazionale;
non riproducibile a volontà, infatti. Sono stati scritti libri, sull'argomento.
Dunque, ora, fatti come siamo, non è facile trascurare l'irrazionale che sonnecchia nei
nostri comportamenti; forse è impossibile.
Maledizione! O situazione fortunata?
Né si può maledire questa duplicità, quando così tanti eventi così rilevanti [scoperte
scientifiche, opere d'arte, emozioni, invenzioni] escono, provengono, sono impastati
di questa duplicità.
Insomma, ce n'è da rifletterci a non finire in quattro e quattr'otto.
Anche se una condizione di razionalità pura, sarebbe più vitrea, trasparente, meno
complicata, più comprensibile nella sua totalità; più soddisfacente. Forse
soddisferebbe le nostre aspettative alla comprensione totale del mondo; del
quotidiano, soprattutto; ma anche dell'universale.
Mi piacerebbe guardare negli occhi Raffaello, e vedere che ha dentro le stesse cose
che ho visto nella 'Scuola d'Atene’. Ecco cosa intendo per trasparenza. Vorrei provare
ad esaminare la 'scuola d'atene’ e/o qualche altra opera, magari di Caravaggio, di Van
Gogh, per vedere se riesco a metterle 'a nudo’, nella totalità della loro bellezza;
razionalmente; in tutti i particolari. Lo credi possibile? [mie capacità a parte, ca va
sans dire].
Sospensione del mio rimugginare a ruota libera.
Aggiungerei alla nostra lista:
- Completo e legittimo diritto di disporre della propria vita [eutanasia et
similia];
Ci sentiamo presto.
Lasciami dire che ho tanta stima di te e che mi piace il lavoro che fai; come lo fai.
Tuesday, May 07, 2002
A F. (lettera convenzionale)
Accade continuamente: come rileggo ciò che ho scritto, vi scopro abissi vergognosi
di approssimazione.
Se poi non mi dessi da fare a cercare di eliminarne qualcuno - o almeno a ridurne la
profondità - credo che non spedirei mai più di una lettera al trimestre. È dura; ma è
così .
Comunque, visto che si ritorna sempre sul luogo del delitto, eccomi qua.
Ho visto con piacere che a Fano avete attivato una sezione universitaria di biotecnologia. Speriamo che serva anche a far superare il sospetto tanto diffuso nei confronti
dell'ingegneria genetica. Sono quindi doppiamente compiaciuto. Non conosco i
docenti, che immagino vengano da Urbino. Ma ho chiesto ai miei ex-collaboratori più
giovani, che forse mi potranno dire qualcosa.
Vedo dal tuo lavoro 'Scritti e carteggio sul sipario per il Teatro della Fortuna’, che
alla fine del secolo scorso '.. Guido Nolfi... col proprio patrimonio fonda l'Università
di Fano..' [pag. 173]. Esiste tuttora un'altra sezione universitaria?
Mi spiace per le poesie dialettali del tuo amico Giovanelli, ma il dialetto lo detesto
con tutta l'anima. Ho fatto qualche timidissimo tentativo di leggerlo; ma ho presto
rinunciato.
Preferisco leggere i racconti del mio amico frusagliano [si dice così ?] che mi portano
in giro ad immaginare sipari grandissimi, per il Teatro della Fortuna. [Non ho ancora
finito di leggere nemmeno questo tuo lavoro; ma per motivi del tutto differenti]. A
giudicare dalle riproduzioni di pag. 167, il cartone del sipario mi sembra molto
meglio del dipinto finale; mi piace soprattutto il movimento, l'agitazione, la vivacità
che sembrano coinvolgere tutte le parti della raffigurazione; la compartecipazione; i
chiaroscuri sono vibranti, con una multiformità di toni; sembra di vederci un agitarsi
proprio delle feste, dei grandi eventi festosi. La scena è molto ben rappresentata,
insomma. E tutti i cartoni riprodotti nel tuo lavoro, mi pare posseggano le stesse
caratteristiche. Caratteristiche che sono assenti, mi sembra, nel dipinto finale, a
giudicare dalla foto. Nel dipinto mi pare ci sia più immobilità, ieraticità, minore verosimiglianza, con quella festa di movimento corale che sembra invece trasparire dal
cartone. Però deve aver influito l'imperfezione fotografica. Nella tua Guida di Fano,
non ho trovato una riproduzione del sipario. Sarei curioso di averne una cartolina a
colori. Esiste?
Ciao, a presto.
09 May 2002
A Gazzetta di Parma
Due proposte:
1 - Eleggere Ubaldi 'Sindaco a vita’. Ci vorranno infatti almeno altri cent'anni prima
che qualche membro dell'opposizione di sinistra raggiunga livelli di "presentabilità
sostenibile", magari frequentando corsi di incivilimento rapido, full time.
2 - Suggerire un gesto di grande solidarietà da parte delle farmacie cittadine : fornire
ad Ubaldi una massiccia dose di antiemetici, tale che gli consenta di tollerare sia
l'irriconoscenza dei parmigiani, che pare non lo eleggeranno plebiscitariamente come
merita; sia i confronti con oppositori insulsi e incapaci, come la gallinoccia che
spingono avanti ['va avanti te, che a me vien da ridere'] quei polli della sinistra..
13 May 2002
A FC
Il tema è sempre stato dibattuto in casa Casolari; e con una buona frequenza. A
quanto posso ricordarmi, la conclusione è sempre stata univoca, ancorchè
approssimativa: si, è vero. Una persona 'normale’ non può essere un artista; e più
spinge la forza dell'arte, più ci si discosta dall'equilibrio.
Vorrei tornare sull'argomento, riflettendoci oggi, con qualche nozione in più,
soprattutto nella direzione nella quale tu sei maestro.
Peccato che il CD/DSM-IV davvero funzioni così male.
Non so se sarà possibile, ma sarei disposto a RIFARLO, e funzionante, se disponessi
di tutto il materiale impiegato per apprestare il CD.
Ciao, a presto.
Saturday, May 11, 2002<>Wednesday, May 22, 2002
A F. (lettera convenzionale)
avevo cominciato a rispondere alla tua ultima, in questo modo:
"che ci sia una scheletratura matematica, nella musica, d'accordo; ma c'è pur sempre
qualcosa - il tema, come tu dici - che consente di distinguere fra loro le composizioni,
e i compositori; quindi è quì che va individuato il veleno irrazionale, non ti pare? È
questo quid - questo tema - che non si può creare a tavolino, che sfugge al razionale;
ad una creazione 'sintetica’, prevedibile, matematica. "
Quando hanno cominciato ad affacciarsi prodromi di idee diverse: " Il tema, salta
fuori pur necessariamente - quando e come non si sa - da una 'sonorizzazione’ di
scontri molecolari che avvengono nelle circonvoluzioni cerebrali degli autori, che le
trasformano in segni e meccanismi convenzionali, trasdotti strumentalmente. Il
processo è certamente abbastanza misterioso. Ma non bisogna drammatizzare. Poiché
è pur certo che è solo una questione di tempo. Si tratta di comprendere meglio in cosa
consistano le attrattive, gli echi emozionali che accompagnano la realizzazione
musicale, per poterli ripetere a volontà, a comando, secondo desiderio/necessità. In
pillole, insomma. Insomma l'emozione musicale è per ora e ancora il primitivo
fulmine scagliato da Giove, che però si evolverà necessariamente nel naturalissimo
fenomeno della scarica elettrica scambiata tra cielo e terra. "
E continuavo su questa strada, sforzandomi di far emergere un seppur grossolano
modello della creazione / fruizione artistica, in questi rozzi termini:
"È possibile che si tratti di attivazione di compagini molecolari di tipo
neuroendocrino, con il concorso di definiti sistemi di mediatori molecolari forse non
dissimili da quelli [endorfine, encefaline, e altri neuropeptidi-neurotrasmettitori]
coinvolti nell'azione delle droghe. Perché è certo che il nocciolo 'matematicò /
scientifico dell'emozione artistica stia in un qualche livello di attivazione di un
concerto di molecole, di peptidi neuroattivi. Non può saltar fuori dal nulla,
ovviamente; quindi bisogna necessariamente siano interessate primariamente famiglie
di molecole attive sulle cellule nervose. Il riconoscimento dell' occasione, della
situazione artistica, non può che comportare la concomitanza di flussi molecolari
vettori di stimoli [acustici, visivi, emozionali] capaci di integrarsi in coinvolgimenti
generalizzati dell'encefalo [corteccia+talamo+...]; una diffusione generalizzata di
molecole neuroattive capaci di riconoscere precisi gruppi di recettori, in particolari
distretti cerebrali, connessi sia al controllo dell'umore, che del dolore e del piacere
[parte emozionale], oltre che della consapevolezza e dell'intellettività razionalizzante.
Dopo questo bailamme, continuavo:
"Il fatto che gli artisti abbiano sempre problemi che coinvolgono la sfera affettiva,
emotiva, comportamentale, non può meravigliare, visto che sempre di encefalo si
tratta. Ma che la maggior parte vada anche oltre, e sia coinvolta direttamente o
indirettamente in situazioni configurabili come vere e proprie malattie mentali
[unipolari, bipolari] dovrebbe significare qualcosa di più.[Ti allego una Lista di
personaggi con più o meno evidenti disturbi della personalità.] La natura infatti non
fa altro che errori, continuamente, ovunque. Cosicché "il tema", l'irrazionalità di base
sulla quale viene edificata la struttura dell'opera musicale, potrebbe non essere altro
che il risultato di un "alterato" funzionamento/orientamento dei meccanismi di
trasmissione degli stimoli neurotropi, connessi al riconoscimento e alla concertazione
tra siti cerebrali [compagini cellulari con interconnessioni caratterizzanti] qualificati.
In tale 'diversita’ potrebbe proprio risiedere 'la meraviglia’ che suscita l'opera d'arte
[il non-diverso, non meraviglia]. E se consistesse davvero nella 'diversita’ delle
interconnessioni cellulari coinvolte, l'artisticità non dovrebbe meravigliare - anzi, la
teoria lo richiederebbe - che la diversità possa significare anche spingersi fino
all'alterazione mentale meno parziale, alla malattia. È vero che io sostengo che la
malattia è la cosa più naturale che la maledetta natura ci somministra. Ma poiché
siamo in grado di immaginare - almeno immaginare - un funzionamento non
distorto, privo della devianza identificata con la malattia, la 'deviazione’ è pur sempre
identificabile, riconoscibile.
Il malfunzionamento della fisiologia mentale, potrebbe essere testimoniato appunto
dal labilissimo confine, quando esiste, tra "follia" definibile in termini psichiatrici, e
"artisticità". Certo, sembra proprio di configurare in tal modo un uroboro. Ma
varrebbe la pena di estendere questa grossolana teorizzazione, perché sembra di
intravedere una certa consequenzialità, in un percorso di questo tipo."
Poi mi sono reso conto di essere andato troppo oltre.
Di persistere caparbiamente nel cercare di affliggerti con discorsi strani.
Addirittura insulsi; almeno ai tuoi orecchi.
Quindi mi sono interrotto.
Ed ho cominciato a cercare di documentarmi sugli aspetti neurofisiologici nei quali
cercavo di destreggiarmi rozzamente.
Chissà che fra qualche tempo non riesca a formulare un'ipotesi più credibile, più
semplice, più verosimile.
Si, sono d'accordo sulla grandezza di Shakespeare; ho in poco conto quel poco che
conosco di Goldoni, Trilussa, De Filippo, Belli; non ho idee sugli altri carneadi [per
me], seppure non sia propenso a dar loro qualche credito. Non ho palato, insomma,
per tali bevande, che non mi sembrano dei veri vini DOC.
Ti ringrazio per il Sipario a colori. È certo - a mio avviso - molto più piacevole della
versione in bianco e nero. Riscattato. Mi sembra una buona cosa. Non dovrei essere
molto lontano dal vero.
Cordialità,
17 May 2002
Ad AA
Carissimo Cirano, il tuo messaggio mi ha riempito letteralmente di contentezza. Anzi,
di felicità. Devi credermi. Lamentavo proprio stamane con Stephy, la tua
'lontananza’; sofferta. Poi mi sono proposto di incrontrarti; lo desideravo troppo; ma
tu eri uscito[erano ~ le 11.20], come mi avvertì la Signora [!] della portineria. Le ho
creduto. Ho fatto male? Uscendo mi sono guardato attorno, a destra e a manca [ma
più sulla destra, lo confesso; seppure con un certo rischio; degli insulsi veicoli mi
ronzavano indispettiti tutt'intorno, come neri animaletti, vaganti, in una notte estiva],
nella speranza quasi assurda di vederti e poterti raggiungere [ma loro, gli animaletti,
non sapevano, ch'era giorno pieno, di luce, di ritorno estivo]. Eri sparito. Chissà quali
luoghi misteriosi ti rapiscono agli occhi degli amici. Hai imparato a volare, per caso?
Ne saresti capace, pur di frequentare le cime degli alberi, e quella casa di vetro che ti
sei costruito, tra cielo e terra, dove diffondi i tuoi canti nell'aria, solitario "..come una
bajadera immersa nei suoi profumi, sola nei propri sogni."[Mi accade, in momenti di
particolare esaltazione, che chiedo voce all'immenso Flaubert. Faccio male?].
Hai parlato molto male, e per ore, ai tuoi studenti, del Principio di Precauzione. Bene.
Molto bene. Benissimo.
Quanto mi dici di F. Battaglia mi fa molto piacere. Quando posso vedere l'articolo?
Ma le tue Lezioni, sono anche 'scritte'?
Le due vostre voci, sono voci ancora solitarie, o si stanno aprendo le iscrizioni, per
comporre un coro?
Ciao, a presto,
17 May 2002
A LS
Temo di avere scoraggiato qualcuno, in cerca di sorgenti.
Non intendevo rinunciare ad esserti di qualche utilità.
La microbiologia, esercita ancora forti richiami, da queste parti.
Hai risolto tutti i tuoi problemi?
Sono sempre disposto a sgranarli, come in un rosario laico, e un pò empio.
Fai dei segni; manda messaggi nell'aria. Si tratti di carote, o di prezzemolo, posso
ancora tentare di rendermi utile.
18 May 2002
Ad AA
Debbo chiederti di farmi una Promessa; questa: Non devi sentirti obbligato a
rispondere a tutte le mie invasioni e-mailarie. L'amicizia richiede libertà assoluta da
ogni tipo di vincolo. Ti prego; non sentirti obbligato a rispondere.
Hai di che divertirti altrove; su altri testi.
Ciò non toglie che io possa invece farvi ricorso.
18 May 2002
A PS e diversi altri amici
Come state?
Unisco questo articolo ‘Dice Baget Bozzo’ da IL FOGLIO di ieri 17 cm. Mi pare
piuttosto interessante.
22 May 2002
Ad AF e GF
Forse è possibile discorrere fra noi, ugualmente, in pace e serenità?
I miei due poems, American design e Against Europe, sono stati pubblicati in USA.
Vi meraviglia molto che io sia così fanatico per gli USA?
Il sole è uscito da meno di un'ora, ma già ho l'impressione di sentir arrivare alla mia
finestra, leggero, il profumo dei campi. Quanti papaveri, quì, davanti a casa, tra le
spighe che hanno cominciato a cambiare colore!
22 May 2002
A GF e AF
Ho una naturale tendenza all’invasività; come certe erbe sgradite ai cultori dei campi.
Lo confesso. Ma cercherò di frenarmi. Promesso.
Sapete dirmi qualcosa di Patrick Moore, co-Founder di GreenPeace?
Recentemente ho avuto contatti con lui, a proposito del libro di Biorn Lomborg [un
commento su THE SKEPTICAL ENVIRONMENTALIST è anche sul mio sito]. Ma
sull'ultimo numero di REASON, Moore scrive: "GreenPeace...a band of scientific
illiterates who uses Gestapo tactics...GreenPeace..not so peaceful as thought.."
Insomma, un pò duretto.
Ciao,
22 May 2002
A RoL
Carissimo Roberto, mi chiedi, a proposito della 1st INTERNATIONAL
CONFERENCE ON MICROBIOLOGICAL RISK ASSESSMENT: FOODBORNE
HAZARD: "Perché non ci sono mai italiani [ tu incluso]??"
Credo che vi sia più di un motivo.
Tra questi potrebbero esserci questi:
- Non ci sono connazionali di un certo peso, sull'argomento del 'Microbiological
Risk'. Io ormai sono fuori dal gioco, comunque. In ogni caso, in considerazione delle
mie insufficienze anglofoniche, ho sempre ritenuto più opportuno 'scrivere', invece
che 'parlare'. Con i francesi, le cose andavano diversamente. Me la cavavo benino
anche in fonia.
- In Europa, sono a nord, che dirigono il gioco; e non hanno grandi simpatie per noi;
- Su NATURE si è parlato a lungo dell'inattendibilità del nostro sistema, in cui si
elargiscono fondi per ricerche, di cui nessuno controlla poi - in modo serio,
imparziale - i risultati.
- Sempre su NATURE è stato detto troppo spesso che il nostro sistema universitario
non si muove su binari scientificamente affidabili, ma piuttosto in un medium
paternalistico-baronesco, che non privilegia il valore personale, ma l'amicizia, la
parentela, la consorteria, la militanza politica, ecc. Lo stesso dicasi per i
finanziamenti pubblici, distribuiti secondo criteri prettamente 'nostrani’, un pò
mafiosi; non sulla base di rigorosa valutazione dei progetti; eccc. E non è per malizia
di qualche 'nordico’, che NATURE diffondeva tali notizie sui comportamenti
nazionali, no; erano ricercatori italiani, che mossi da atteggiamenti seri, o perché
messi da parte, localmente, per mancanza di 'padrini’ potenti, si sfogavano
raccontando le male-situazioni correnti nelle nostre università. Ricordo benissimo un
paio di Lettere, molto dettagliate. A quel tempo ero abbonato a NATURE.
- Come è possibile produrre poco, come avviene da noi, e soprattutto produrre su
riviste italiane? Solo su Riviste internazionali, che si presume abbiano referees
rigorosi e imparziali [anche se può essere solo in parte vero], ha senso mettere alla
prova il valore delle proprie ricerche!
- Insomma, credo che ci ritengano scarsamente affidabili, da un lato; e dall'altro, non
ci si dia molto da fare, da queste parti, per emergere a livello internazionale. Forse ci
sono maggiori e immediati ritorni – o così vengono ritenuti - pubblicando sulla
nostra carta (domesticabile).
Quando ero alla SS., ad esempio, andavo ripetendo fin dagli inizi degli anni settanta
[dopo una decina di anni di lavoro], che non serviva a nulla pubblicare sulla rivista
dell'istituto, IC. Che bisognava finire, chiudere con la nostra rivista. Che bisognava
assolutamente riversare tutte le nostre attenzioni sulle riviste quotate
internazionalmente. Solo così poteva crescere l'Istituto, potevamo crescere noi. E
insistevo anche perché venissimo inviati a lavorare per qualche tempo dovunque,
fuori d'italia.
Stringessimo patti, conoscenze, amicizie; 'vedessimo’ gli altri come lavoravano.
Ma i quadri di comando della SS non volevano saperne di chiudere la rivista IC.
Chiedevo almeno di rendere IC da trimestrale a semestrale, in modo che rimanesse un
certo tempo per dedicarci ad altre riviste. Ma mai accettarono. Non ne volevano
sapere nel modo più assoluto.
Per rispondere in qualche modo alle mie argomentazioni, proposero, e subito
realizzarono, la doppia versione degli articoli: in italiano e in inglese. Ma era un
giochetto inutile, ovviamente. Noi avevamo bisogno non di avere versioni inglesi dei
nostri lavori, ma di renderli leggibili dopo aver superato l'esame degli stessi referees
che vedevano i papers di tutti gli altri ricercatori. Insomma, il confronto doveva
avvenire paritariamente. Non era una questione di lingua. Non c'è stato verso di far
accettare la cosa. Mi ero anche attirato una certa ostilità, con le mie sgradite
insistenze. Tu capisci che mi dispiaceva sprecare tutto il lavoro che andavo facendo,
non potendolo 'confrontare’ direttamente con quello degli altri. Sì, tenevo contatti
epistolari con tutti i maggiori studiosi nel mio campo, dagli israeliani agli australiani,
agli americani, ecc. Tanto che mi conoscevano più loro, dei colleghi italiani. Questo
mi bastava solamente per mantenere il mio lavoro a livello paragonabile al loro,
ovviamente; ma non bastava. Alcuni mi inviavano addirittura le bozze dei loro lavori,
perché ne esprimessi la mia opinione. Ma non bastava. Bisognava uscire. Solo
pubblicando sulle riviste più importanti, si poteva acquisire qualche chance di
emersione.
Posso farti altri due esempi personali:
- Il primo articolo che pubblicai su una rivista internazionale, il Journal of Theoretical Biology, lo scrissi senza che nessuno sapesse niente, alla SS, né dissi nulla
quando fu accettato, ma solo dopo che uscì bello stampato [era il gennaio 1981]. E sai
perché era cresciuta una certa diffidenza? Perché appena dopo aver formulato il
modello matematico per la morte dei microrganismi [oggetto dell'articolo sul
J.Theoret. Biol.], ne preparai una brevissima versione - due facciate di stampa – da
pubblicare sulla Rivista dell'Istituto, un pò a titolo di garanzia della priorità, un pò per
la soddisfazione di aver raggiunto tale risultato.
Il Prof C. subito fu d'accordo. Ma il Prof. P. tanto fece, che l'articolo non venne
pubblicato. È rimasto l'unico articolo che non m'è stato pubblicato su IC.
- Alla metà degli anni '70, fui invitato da Buttiaux a tenere una relazione al Corso
annuale di Microbiologia Alimentare, che si tiene abitualmente a maggio, come sai.
Esposi nei particolari il mio modello del meccanismo di morte dei microrganismi.
L'anfiteatro di Lille era pieno zeppo. Due ore e mezza di esposizione. Qualcuno si era
addormentato della grossa. Ma non tutti. Dopo poco, il Prof Cerf, mi invitava ad un
seminario [c'era Roberts e una stretta cerchia di specialisti internazionali, forse meno
di 20] sulle spore batteriche e la sterilizzazione. In quell'occasione, mi chiese di
andare a lavorare, almeno per qualche anno, con lui, all'INRA. Il Prof. Cultrera non
me lo consentì, dicendo che non si poteva tenere sguarnito il reparto microbiologia
così a lungo. Nemmeno un anno; nemmeno sei mesi. Nulla. Proposi di organizzarmi
in modo da tenere i contatti ad un livello accettabile. Tutto fu inutile. Allora, quando
venne il tempo delle ferie estive, chiesi un intero mese. Mi trasferii a Versailles, con
tutta la famiglia - che doveva pur fare delle ferie, in qualche modo - e io tutti
i giorni li passavo a Jouy-en-Josas, a pochi kilometri da Versailles, all'INRA, nel
laboratorio di Cerf. Poca cosa. Ma al momento, non avevo trovato altre soluzioni.
Ecco, carissimo Roberto, alcuni dei binari sui quali scorrono le cose da queste parti.
Scusami se mi sono dilungato. Ma non è facile incontrare persone con le quali è
possibile parlare; ed essere intesi, soprattutto.
Ti ringrazio per la tua amicizia.
antonio
alias vency
23 May 2002
A FC
Ti ringrazio per le tue osservazioni e riflessioni sull'articolo DICE BAGET BOZZO.
Nella copia che ti rinvio, ho segnato alcune possibili differenze di interpretazione.
Il tuo commento finale, che trovo anche assolutamente divertente, è troppo
interessante. Cercherò di macinarlo. Vedo i contorcimenti di Baget Bozzo sulla
seggiola, con una vivezza di descrizione di cui non ti sapevo capace. Insomma, il tuo
commento mi ha divertito un mondo. Forse anche per questo, debbo 'macinarlo’
separatamente; perché sono stato distratto dal divertimento che mi ha procurato
vederti isolare con coltello e forchetta tutti i vizi, i comportamenti-spia, i sottintesi
mentali del personaggio, rivelati lapidariamente dall'analisi che fai delle sue
movenze, delle sue inquietudini.
È comunque un'analisi molto 'professionale', in senso psichiatrico, intendo. Il che mi
induce a riflessioni supplementari. Mi risuona sempre negli orecchi - né potrei
dimenticarmene - una tua domanda/risposta al tavolo da pranzo: ma chi può dirsi
normale? Per me fu una rivelazione in assoluto, vista la fonte. Ricordo che mi avevi
indicato proprio in quei giorni la lettura sul DMS-IV dei disturbi della Personalità.
Che evidentemente mi avevano fatto traballare qualche certezza, sì da porti la
questione. Nei giorni scorsi ho lentissimamente ripreso a introdurmi nei discorsi
della psichiatria - merito particolare al comodissimo CD che mi hai portato - e trovo
ancora più preoccupante, conturbante, l'eco delle tua affermazione/domanda.
Che continua a risuonarmi accanto, ad ogni passo; perché mi sto sempre più
convincendo [è un processo di avvicinamento] che possa essere assolutamente
corrispondente alla realta. Non è cosa da poco, una così semplice verita. Può /deve
cambiare il modo di vedere noi stessi, e tutti quelli che ci circondano. [Anche in
questo caso, si salvano solo le piante, che sono pur sempre un'ottima invenzione della
natura. Forse la sola, riuscita bene].
Ho trovato che l'articolo Dice Baget Bozzo meritasse un invito alla lettura, soprattutto
per due idee che esprimeva, e che mi avevano sorpreso nel bel mezzo di un FerraraLerner:
1 - il netto, apparentemente definitivo abbandono del concetto - biologicamente
scorretto, ma molto coltivato/innaffiato a sinistra - dell'uomo-numero, dell'uomonessuno, portato avanti dalla teologia comunista - ma da tutte le tirannie, credo – e
quindi l'avvento di un mondo nuovo in cui si affermano, si riconoscono e si accettano
le differenze individuali, personali, con tutti i diritti e i doveri che ne derivano.
L'uscita da un tunnel, finalmente.Siamo individui. Possiamo affermarlo. Possiamo
crederci. Questa è la novità [avrebbe dovuto essere una cosa normale, ma è una
novità].
2 - la risposta ad una delle questioni finali: "Un discorso scandaloso, perché proposto
da un sacerdote? Per niente. L’enunciato secondo cui ‘tutti gli uomini sono uguali
come i denti del pettine’ appartiene al Corano, non alla Bibbia. L’insegnamento di
Cristo è l’insegnamento dell’amore. E l’amore è un concetto che sottintende la
diversità. Se fossimo tutti uguali, non ci sarebbe bisogno di predicare l’amore”.
Sì, questo concetto mi ha sorpreso - ma la smetterò mai di sorprendermi per
qualcosa? - e ancora non l'ho compreso, nel senso di contenuto, assorbito, raccolto
con chiarezza: insomma una mezza rivelazione, quei concetti che qualcuno
definirebbe lampi, illuminazioni, colpi di luce riflessi da uno specchio: "non ci
sarebbe bisogno di predicare l’amore, se non ci fosse la diversità ”.
Perché se fossimo tutti uguali, indistinguibili, ci verrebbe naturale amare il nostro
prossimo, visto che amiamo noi stessi? Essendo "diversi" uno dall'altro, invece, è
necessaria la "predicazione" dell'amore, altrimenti non saremmo portati a farlo? C'è
da rifletterci. [Qualcuno potrebbe fare digressioni sulla naturalezza della condizione
gay. E forse avrebbe ragione; o no? Qual'è la posizione dello specialista della psiche ?
È più "normale" il comportamento gay, di quello eterosessuale? Quello eterosessuale,
và "predicato"? ] [Come è difficile fare a meno del concetto di "normalità ". Eppure
bisogna sostituirlo con concetti meno semplicistici, più complessi, ma più aderenti
alla realtà. Non si finisce proprio mai, di lavorare al miglioramento di se stessi.
Ogni giorno, ce n'è una nuova!]
Per quanto riguarda la 'tubatura marcia’, non so se è davvero Baget Bozzo che 'ha
verbalizzato’; potrebbe essere stato Ferrara, visto che la 'tubatura marcia’ è al di fuori
delle virgolette. Ma non escludo che almeno alcuni degli atteggiamenti da te
stigmatizzati in Baget Bozzo, potrebbero parimenti essere riconosciuti in Ferrara. E
forse nemmeno tu, lo escludi. Però mi sembra che la differenza tra i due personaggi,
sia ancora abbastanza netta.
E siccome mi piacciono le persone non prive di ardimento mentale, spirituale,
propositivo, i due mi piacciono ugualmente.
Senza necessariamente condividere ogni loro atteggiamento/opinione.
Giuliano Ferrara, comunque, mi pare che davvero sia un personaggio di valore. Vale
la pena di seguirlo, quando argomenta a 8 e 1/2. Ho l'impressione che sia molto
positivo, realista; conosca i fatti; la storia degli avvenimenti. Abbia convinzioni
politiche piuttosto chiare e forti.
Ciao, un abbraccio.
pepe
Salutissimi all'Ines.
28 May 2002
Ad ES
Ho trovato che l'articolo Dice Baget Bozzo meritasse un invito alla lettura, soprattutto
per due sue idee che mi avevano sorpreso nel bel mezzo di un Ferrara<>Lerner:
1 - il netto, apparentemente definitivo abbandono del concetto - biologicamente
scorretto, ma molto coltivato/innaffiato a sinistra - dell'uomo-numero, dell'uomonessuno, e siamo tutti uguali, portato avanti dalla teologia comunista - ma da tutte le
tirannie, e da tutte le sinistre, credo - e quindi l'avvento di un mondo nuovo in cui si
affermano, si riconoscono e si accettano le differenze individuali, personali, con tutti i
diritti e i doveri che ne derivano. L'uscita da un tunnel, finalmente.Siamo individui.
Possiamo affermarlo. Possiamo crederci. Questa è la novità [avrebbe dovuto essere
una cosa normale, ma è una novità].
2 - la risposta ad una delle questioni finali: "Un discorso scandaloso, perché
proposto da un sacerdote? Per niente. L’enunciato secondo cui ‘tutti gli uomini sono
uguali come i denti del pettine’ appar-tiene al Corano, non alla Bibbia.
L’insegnamento di Cristo è l’insegnamento dell’amore. E l’amore è un concetto che
sottintende la diversità. Se fossimo tutti uguali, non ci sarebbe bisogno di predicare
l’amore”.
Sì, questo concetto mi ha sorpreso - ma la smetterò mai di sorprendermi per
qualcosa? - e ancora non l'ho compreso, nel senso di contenuto, assorbito, accolto con
chiarezza: insomma una mezza rivelazione, quei concetti che qualcuno definirebbe
lampi, illuminazioni, colpi di luce riflessi da uno specchio: "non ci sarebbe bisogno di
predicare l’amore, se non ci fosse la diversità ”.
Perché se fossimo uguali, indistinguibili, ci verrebbe naturale amare il nostro
prossimo, visto che amiamo noi stessi? Essendo "diversi" uno dall'altro, invece, è
necessaria la "predicazione" dell'amore, altrimenti non saremmo portati a farlo? Non
ho finito di rifletterci.
28 May 2002
A Betty S
Dici che "da sempre la destra non si esprime e non opera a favore del progresso, della
ricerca e soprattutto della tutela dei più poveri, di quelli a cui sono state sottratte nel
corso del secolo scorso le opportunità di progredire."
Vorrei solo osservare che l'ideologia che più ha dato fiato – in teoria, e solo in teoria alle istanze della povera gente, è il comunismo. Ed è chiaro lampante a tutti che se ci
sono stati - e ancora ci sono, purtroppo - paesi che hanno vissuto per tutto il
novecento al di sotto della soglia di povertà, sono stati proprio i paesi comunisti,
dall'URSS alla Cina, alla Corea del Nord, ai paesi dell'est-Europa, oltre a
Mozambico, Etiopia, Angola, Afganistan, Cuba, etc. Credo inoltre che anche i Paesi
musulmani - pur non essendo comunisti - siano tra quelli che si preoccupano
MOLTO poco del benessere dei loro popoli. Ma anche di tutti, a dire il vero; salvo
delle tasche di pochi gestori della produzione di petrolio.
Al contrario, tutto il benessere SCIENTIFICO, culturale, materiale, technologico, è
stato prodotto soprattutto in USA, paese noto per non aver niente a che fare con la
sinistra, per fortuna [salvo qualche stupido universitario malato di istrionismo]:
dall'inizio dell'800 ad oggi, USA ha avuto 17 Presidenti Repubblicani e solo 8
Democratici [Repubblicani e democratici, non sono poi così diversi tra loro come da
noi destra/sinistra].
E se ci sono Paesi che possono migliorare le condizioni del terzo mondo, sono
proprio i Paesi OECD, quelli che sono fuori dalla sinistra spinta; quindi in primis
USA, UK.
Per sinistra spinta intendo [tanto per non lasciare incertezze] quei tali che con l'ulivo
nel becco hanno pensato bene di "far pace" [l'ulivo, appunto] con gli ex-comunisti,
decidendo non solo di "passar sopra" all'incidente del comunismo sovietico-cinese [~
100 milioni di vittime, 4 volte più del nazismo], ma addirittura di stabilire alleanze
con chi non ha alcun rimorso [Comunisti italiani di tal inqualificabile Cossutta] e con
chi vorrebbe ricominciare daccapo [quell'abiezione che cammina detta Bertinotti].
Purtroppo, la "bella ammucchiata" è stata concertata da tal Prodi, degno e affezionato
discepolo di tal Dossetti!
Anche per questo, Dossetti NO. Prodi NO. [Mi pare tra l'altro che Dossetti non abbia
mai dimostrato di essere un uomo di Stato; forse un teorico/precursore della filosofia
del "pensiero debole". Lo sai che votò CONTRO l’adesione alla NATO?].
Dice J-F. Revel: " Il grande affamatore del XX° secolo, è il socialismo"
[LA CONOSCENZA INUTILE, Longanesi ed.].
Mi spiace. Bene De Gasperi, Schuman, + Churchill, Thatcher, Regan, Blair, Bush, e
prima di tutti Abramo Lincoln [repubblicano].
Tu dici che nel secolo scorso "..sono state sottratte le opportunità di progredire.." ai
paesi del terzo mondo. Sono propenso a ritenere che non sia mai il caso di attribuire
le proprie personali inefficienze, ad altri. Preferisco riconoscere di non aver saputo
individuare e scegliere comportamenti corretti; quindi riconoscere le mie personali
deficienze. Credo che lo stesso valga per i Paesi, compresi quelli del terzo mondo.
L'India è pur riuscita - con la forte intercessione di Gandhi – a rispedire addirittura gli
inglesi, a casa; ed oggi ha addirittura la atomica. L'Argentina, ha avuto la possibilità
di fare grandi passi; eppure è ancora oggi nelle condizioni che ci dicono. La Russia è
forse il Paese con maggiori ricchezze minerali; eppure ha fatto la fine che ha fatto.
Oggi, tutti i Paesi africani sono o liberi o schiavi di tiranni di casa loro. Nessuno sta
in catene per 200 anni; nemmeno davanti alle baionette dei comunisti. Salvo i
musulmani. Come mai i musulmani, che mille anni fà ci davano filo da torcere, per
conoscenze pre-scientifiche, arte, cultura, si sono fermati appunto a mille anni fà?
Sono ancora schiavi della 'legge coranica’, che non consente che si pensi a ciò che
non è scritto nel Corano! Poveretti, come è possibile essere così imbecilli, da seguire
i dettami di quel camelliere imbelle e illetterato di Maometto? Inutile nascondercelo;
sono imbecilli.
Ma poi, dimmi, perché credi che gran parte, se non la totalità, del progresso tecnico
scientifico venga dagli Stati Uniti, e una minore quantità dall'Europa? L'Europa è
forse stata deprivata da qualcuno della possibilità di progredire? Non credo proprio.
Casomai, si è legata i piedi da sola. Perche l'Occidente ha sopravanzato in modo così
indiscutibile l'Oriente? Eppure, l' Oriente è la frazione del pianeta con il maggior
numero di persone, e quindi con la maggiore probabilità di disporre di "teste" come si
deve!
La "diversita" di Baget Bozzo, forse esiste davvero, Betty!
Eppoi, non sono così addentro alle cose politiche da poter dire cose serie.
Ciao, a presto.
31 May 2002
A SQ
Sono letteralmente immerso nella lettura di un libro che mi è finalmente arrivato [l'avevo ordinato circa un anno e mezzo fà]: “A NEW KIND OF SCIENCE”. È opera
del developer di Mathematica. Un fisico teorico inglese che lavora in USA. Il libro
pesa circa 3 kg. Ma ho l'impressione che sia un evento straordinario.
Nei momenti 'liberì mi leggo un altro libro molto interessante: COSMIC
QUESTIONS, una raccolta di papers presentati ad un convegno nel ‘99 a NY. Molto,
molto interessante.
Per il resto, cerco di pensare, non perdere nemmeno un secondo.
Mi concedo qualche svago 'mental’ e penso alle amiche che hanno i capelli mossi dal
vento.
Quasi tutto quì.
Ciao.
PS: Salvo imprevisti, alla fine della prossima settimana parto per un soggiorno nella
Francia del sud-ovest; dalla costa-azzurra, a Biarritz. Ma ci sentiamo prima, spero. Se
posso esserti di qualche utilità, ...
31 May 2002
A GF e AF
Mi è venuto quasi subito di chiamarla così , gallinoccia, quella tal S. che si è
presentata per essere eletta sindaco di Parma. Mi spiace che sia, un pò come me, una
reggiana trapiantata quì. Ma è un vero disastro; una pubblica calamità. Credo non mi
sia mai capitato di assistere a figuracce così figuracce, come quelle che la gallinoccia
ha fatto nelle TV locali, confrontandosi con il nostro eccellente rieletto sindaco
Ubaldi. Ha dimostrato ripetutamente e sfacciatamente di non avere alcuna - dicasi
alcuna - idea di cosa significhi l'amministrazione di una città; né di quanto aveva
'fatto’ l'amministrazione Ubaldi. Niente. Una pura becera, spinta avanti dall'ulivo, che
ancor più beceramente le ha fornito ~ 40% di voti. Incredibile ma vero. A riprova
che i fatti non contano assolutamente nulla, come ben ci aveva avvertito qualche anno
fà Jean-Francois Revel nel suo LA CONOSCENZA INUTILE, ed. Longanesi, 1988.
Vedo che siete molto prese dai vostri impegni. E che almeno al momento non c'è
spazio.
Temo che Anna Laura non abbia accolto serenamente le mie segnalazioni.
Visto che non avete commentato l'articolo di Baget Bozzo, posso tentare un'altra
provocazione. Cosa ne pensate dell'ultimo 'grido’ di Oriana Fallaci, che vi allego?
Con la massima affettuosità,
03 Jun 2002
Ad AA
Rileggendo "Pensieri di un Biologo" di Jean Rostand - non ho perso l'abitudine di
ritornare sulle vecchie letture - sono stato fulminato da questa sua dichiarazione:
" ...Per salvare la nozione di responsabilità individuale, bisognerebbe, credo,
arrivare fino ad ammettere che si sia responsabili dei propri cromosomi."
Poi continua.
"...Condannare il colpevole è necessario. Ma è odioso, poiché egli era determinato.
...Di tutte le nostre azioni, causa di gloria o d'infamia, noi non siamo più padroni del
cane di Pavlov, che non trattiene il filo di bava, quando percepisce il fischio che
provoca il riflesso."
Ma è la prima dichiarazione, che dirompe.
Ciao, buona settimana.
Thursday, June 06, 2002
A F. (lettera convenzionale)
ti ringrazio. Ti ringrazio per la pazienza di cui fai largo esercizio, nell'ascoltare le mie
geremiadi.
Mi chiedi perché non me ne sto a godermi scoiattoli, caprioli e altri benefici della
natura. Visto che non hai probabilmente visitato il mio sito internet [titolo: 'Libertà,
conoscenza, ragione’. Sottotitolo: 'I crimini della natura contro l'umanità'], debbo dirti
che per me la natura è una mostruosità. Viverci 'circondato’, mi fa piuttosto orrore.
Detesto la natura. Potrei dire che la odio. Il regno vegetale è riuscito piuttosto bene.
Ma tutto il resto, è un vero orrore. Stando così le cose, puoi immaginare che non
possa immaginare di riposarmi tra pecore e scoiattili. Comunque, domattina parto salvo imprevisti - per una breve vacanza tra Nimes e Biarritz.
Non capisco, cosa intendi, quando ti/mi chiedi a che serve leggere testi scientifici.
Ancora di più, che differenza fà con un manovale! Beh, questo poi non me l'aspettavo. M'è venuto un groppo in gola, quando l'ho letto. Sì. Incomprensibile. Perché vedi
io capisco che il tuo modo di vedere il mondo, la vita, l'universo, faccia parte delle
tue cellule, della tua carne, del tuo pensiero quotidiano e generale. Capisco che tu
abbia trovato nelle convinzioni che porti con te, un sostegno per lo scorrere dei tuoi
giorni.
Ma sono altrettanto convinto che la consapevolezza, la massa enorme di conoscenze
che hai acquisito, coltivato, facciano una altrettanto enorme differenza tra te e un
manovale. Sì, certo, la morte ci sorprenderà comunque, almeno per ora, finchè la
scienza non ci liberarerà anche da questo vincolo criminale. Ma il contenuto culturale
che hai dato alla tua vita, vale enormemente di più di quello del manovale.
Comunque vada a finire. Con questo intendo dire : merito a te; non tiro in ballo il
manovale, adesso; non voglio adesso stare a colpevolizzare; ma a riconoscere meriti,
si, perdio!
Insomma mi sembra impossibile che tu non percepisca l'enorme differenza che corre
tra la tua vita di studio, di conoscenza, e quella di un manovale.
Ma forse è questa tua posizione, una chiave che può spiegare le domande che poni
subito dopo.
Sì, Franco, la "lotta verso la cima, basta a riempire il cuore di un uomo". Tantopiù
che ci è costretto. Può solo accontentarsi della lotta verso la cima; ma non raggiungerla; perché questa natura criminale ci ha dato la possibilità di scorgere solo di
lontano, la verità, l'essenza di tutto. Non di "conoscere la verita". Quindi bisogna
accontentarsi della lotta verso la cima; di approssimarci alla verità, senza mai
raggiungerla; ed è poi anche un modo per bestemmiare alla natura; per rinfacciarle la
sua criminalità nei nostri confronti, per non averci dato la possibiliotà di conoscere
tutto; per urlare la propria voglia insopprimibile di conoscere. Ed è perché solo
'lottando verso la cima’ acquistiamo una dignità tutta nostra, rispettabile. Non siamo
manovali, non siamo 'bestie'. Che poi la natura ci ammazzi entrambi, sarà da imputare
casomai alla criminalità della natura, che non discerne il grano dal loglio, e
comunque che non ci mette tutti nelle stesse condizioni, noi e i manovali, di essere
migliori di quanto possiamo essere oggi. Dice sempre Rostand: "Tutta la dignità
dell'uomo sta nel fatto che osa guardare in faccia una verità indegna di lui."
Fortunatamente, la biologia è ormai in grado di vincere quella 'vacca’(in senso
massimamente ingiurioso) della natura. Ci toglierà di dosso tutte le malattie. Ci darà
tutta l'intelligenza possibile, a tutti; ci sottrarrà alla vecchiaia e alla morte. Sì, ce la
faremo, Franco. È inevitabile, ormai. È solo questione di qualche anno; forse dieci,
forse venti, ma ci riusciremo.
Dunque il comportamento di Sisifo non è "contro" il codice genetico; è l'unica possibilità che ci ha dato la natura; quindi "e'" il codice genetico. Ma la scienza libererà
Sisifo. E sarà magnifico! Faremo una festa planetaria. Lo saprà tutto l'universo. Lo
grideremo fino ai confini dello spazio, con una voce che nessuno potrà attenuare. E
forse tutto l'universo ne gioirà, perché sarà la conferma che avremo le chiavi per
cambiare tutta la natura. Finalmente.
Ma forse ho capito; forse è talmente grande in te il bisogno di conoscere, che non
puoi assolutamente tollerare l'incertezza, non puoi assolutamente tacitarlo; quindi
preferisci scegliere una qualche verità; purchè con questo tu possa fuggire dalla
inaccettabile disperazione dell'incertezza, dell'incapacità costituzionale dell'uomo di
"conoscere". Si potrebbe forse dire che sei più santo di Sisifo. Perché così ti
martirizzi. Sacrifichi la tua voglia di conoscere. Ma io sto dalla parte della ricerca
incessante, senza respiro, fino all'ultimo respiro. Questa è "la risposta che ho dentro
di me". Come l'universo è uscito " di per se solo" dalla condizione di non-esistenza;
così l'uomo, che è fatto delle stesse forze ultime, quark, gluoni, energia, ha, contiene,
nella sua stessa essenza, la capacità di cambiarsi e di cambiare tutto l'universo.
Diceva Marsilio Ficino: " Chi può negare che l'uomo potrà comunque cambiare
l'universo, appena ne avrà i mezzi?"
17 Jun 2002
Ad AA
Leggo solo ora la più felice notizia che potessi ricevere in questi ultimi anni. Sono
tornato alle 16 da una vacanza di dieci giorni in Francia. E mi scuso per non aver
risposto SUBITO con la massima esultanza.
Ciao. COMPLIMENTISSIMI, COMPLIMENTISSIMI.
Mi hai dato la più bella notizia che potessi ricevere.
Ciao, un abbraccio,
21.06.2002
AB
Ho potuto leggere il tuo ultimo messaggio [fri 14] in risposta ad un mio precedente,
solo al ritorno da una breve vacanza nel sud e sud-ovest della Francia [ho visto la
neve sui Pirenei, a poca distanza da Lourdes], fino a Biarritz.
Alcuni dei temi che sollevi, stimolano ulteriori scambi di idee. Mi ci provo,
consapevole del rischio di reciproco misunderstanding sempre presente in questi casi.
Vedo che sei schierata fermamente a sinistra; non so in che misura, politicamente; ma
certo nel modo di sentire e nella tua visione dello stato del mondo. Sono schierato
assolutamente dalla parte opposta. Non solo. Ma coltivo la convinzione che la gran
parte, per non dire la quasi totalità delle argomentazioni della sinistra, non siano
fondate sui FATTI; su pregiudizi, piuttosto; ma non certo sulla verità verificabile. E
soprattutto, e ancora, incorreggibilmente, sulle deformazioni degli eventi determinate
dall'assuefazione mentale all'imperio ideologico.
Credo tu sappia bene che ritengo le opinioni veicolo di dis-conoscenza, e solo la
scienza capace invece di fornire episteme, conoscenza vera. Si dice spesso che tutte le
"opinioni" sono rispettabili. Mi pare che non sia assolutamente vero. Esempio: Se
qualcuno esprime l'opinione che il Rodano sfocia nel Mediterraneo vicino a Roma,
invece che vicino a Marsiglia, non esprime un'opinione rispettabile. Infatti è
assolutamente vero, un dato di fatto incontrovertibile, che il Rodano sfocia nel mare
vicino a Marsiglia e non vicino a Roma. Quindi tale opinione non è ammissibile nel
modo più assoluto. Perché è un'opinione assolutamente sbagliata.
Solamente per le situazioni per le quali non sono disponibili dati di fatto
incontrovertibili, si possono avere opinioni diverse, anche se non ugualmente
'rispettabili’, visto che si possono individuare livelli di incertezza differenti. Non ti
pare?
Ti unisco, in caratteri Arial, le considerazioni suscitate dalla tua ultima [tuo testo in
caratteri Times New Roman].
1- Vorrei sapere perché i Paesi in cui esiste ed è esistita una buona percentuale di
cristiani praticanti o dichiarati non sono stati in grado, e non lo sono ancora, di
mettere in pratica la giustizia del Vangelo [forse è meglio informato il Papa, sulla
faccenda, lui che non è nemmeno riuscito a farla smettere a quei criminali bombaroli
dei cattolici dell'IRA!], di andare cioè ben oltre il concetto di ugualianza
dell'ideologia comunista. [Vista la teoria e la pratica dell'ideologia comunista, non si
dovrebbe continuare a fare riferimento a questa infamia, nemmeno a titolo discorsivo,
direi; se non altro per rispetto delle persone - e sono più di 100 milioni - che sono
state angariate, vessate, sacrificate su questo infame altare comunista] E gli ebrei?
Anche loro dovrebbero saperla lunga sulle leggi divine in cui dicono di credere.
Quale giustizia? Quale fratellanza? Quale condivisione? Con chi, scusa? I criminali
terroristi, forse? I Palestinesi, che invece di accettare il 97% dei territori, offerti da
Israele nel '97, preferiscono far ammazzare come kamikaze ragazzi e ragazze delle
loro stesse famiglie, stupidamente, barbaramente, invece di abbandonare l'idea
criminale, dai connotati propri del nazi-comunismo, di voler distruggere Israele? Mi
viene perfino il sospetto, che facciano ammazzare i loro ragazzi per poter incassare i
più di 50 milioni di lire con cui tale Saddam - e forse non solo lui - ricompensa i
terroristi suicidi.
Ma anche il Corano, dal punto di vista strettamente religioso nei confronti dell'Amore
per il prossimo (e perciò necessariamente pratico), non si discosta poi così tanto
dall'annuncio evangelico nei confronti del diritto alla dignitosa sopravvivenza per
Tutti. Salvo per le donne, e tutti "gli infedeli" - i non-musulmani - in generale . No.
Nella santità del Corano, non ci credo proprio. Ti diro, Betty, che il solo avvicinarlo
al Vangelo, mi pare addirittura un pò empio. Ma forse, da ateo inveterato quale sono,
non sono certo di avere titolo a fare confronti. Puoi comunque vedere un appunto che
ho fatto qualche tempo fà, e che ti riporto in calce: "Nota sul Corano". Ma puoi
leggere più vantaggiosamente quello che scrive la Fallaci, che li conosce benissimo, i
musulmani.
Il fondamentalismo è deleterio per tutte le religioni. Il concetto di ugualianza per me
sta solo nel Diritto alla Vita Dignitosa per tutti (cibo, acqua, casa, lavoro, medicine ed
ospedali, istruzione, libertà di pensiero e di religione nella Propria terra e perciò
progresso scientifico).
Credo che oltre il Diritto alla Vita, si debba riconoscere il Diritto alla libertà e alla
ricerca della felicità, come ha detto bene Thomas Jefferson nel 1776 [Declaration of
Independence].
Anch'io condivido pienamente che se crediamo alla necessità e al diritto di Amore per
tutti dobbiamo necessariamente credere ed accettare (nella pratica!) la sorprendente
diversità di ogni Uomo, non solo perché geneticamente diverso ma in quanto degno
di attenzione amorevole, perché spesso si trova ad avere "DISPARI opportunità".
2-E qust'ultimo concetto mi richiama alla mente ANCHE i benemeriti USA! Non
mi basta il progresso della ricerca, quale progresso per l'Uomo? Per tutti gli uomini.
Questa obiezione mi ricorda un manifesto da cui quella gallinaccia della Soliani
[pessimo, incompetente e piuttosto becero Candidato della sinistra a Sindaco di
Parma] proponeva, da manifesti esposti in tutte le vie cittadine: "Sono stati fatti i
marciapiedi. Adesso occupiamoci della gente." A questo cretino manifesto Ubaldi
rispose pressapoco così : "Ma per chi li avremmo fatti, i marciapiedi, per gli ufo? per
i cani randagi?" A tanto arriva la superficiale stupidità di certa gente.
Allo stesso modo, ci si può chiedere per chi e che cosa avrebbero lavorato, i 509
scienziati cui sono stati attribuiti i Premi Nobel nel secolo appena concluso, se non
per migliorare il pianeta, se non per l'uomo?
1 - Dal 1901 al 2000, sono stati attribuiti ~ 509 Premi Nobel per la Scienza. Di questi,
solo 9 [nove] sono stati attribuiti all'URSS, di cui 7 [sette] Nobel per la Fisica;
nemmeno un Nobel per la Medicina e la Fisiologia; un solo Nobel per la chimica; un
solo Nobel per le Scienze Economiche.
Agli Stati Uniti d'America, al contrario, sono stati attribuiti in totale 223
[duecentoventitre] Premi Nobel, di cui 71 Nobel per la Fisica, 83 Nobel per la
Medicina e la Fisiologia, 41 Nobel per la Chimica e 28 per le Scienze Economiche.
Se ne potrebbe dedurre che gli USA hanno contribuito più di qualsiasi altro Paese al
progresso scientifico.
2 - Nel mio sito internet ho elencato le più di 600 scoperte/invenzioni [vedi:
Inventions, Discoveries] più rilevanti, e le principali 300 scoperte della medicina
[vedi: Medicine Chronology], da cui tutti gli umani hanno tratto giovamento.
Non senza motivo la speranza di vita [life expectancy, LE] è aumentata
enormemente: si ritiene generalmente che all'inizio del 1900 la LE fosse - valore
medio per tutto il mondo - di 30 anni. Nel 1950 la LE aveva raggiunto i 41 anni nei
Paesi del Terzo Mondo [TWC] e i 46.5 in media nel pianeta; nel 1998, ha raggiunto i
65 anni nel TWC, i 70 in Cina; i 67 anni in media nel pianeta; supera i 75, neiPaesi
più sviluppati [United Nations Development Program, 2001].
Dunque, dov'è il problema? Progresso c'è stato, e c'è stato per tutti. Non allo stesso
modo, dici? È vero. Nell'URSS e Paesi satelliti/schiavi non è stato così [LE ~ 66];
come pure in altri Paesi. Ma il fatto è che non siamo partiti tutti assieme, nella corsa
verso il miglioramento delle condizioni di vita, sia per le diverse caratteristiche
genetiche delle diverse popolazioni, sia per le diverse condizioni ambientali con le
quali le diverse popolazioni si sono trovate a dover fare i conti. I Paesi settentrionali
sono stati favoriti, rispetto a quelli meridionali e ancor più rispetto a quelli equatoriali.
Ma di tutte queste diversità, genetiche e ambientali, c'è un responsabile di partenza: la
natura. Vogliamo accusare la natura di imparzialità? D'accordo. È un fatto
incontrovertibile. Io sostengo infatti, che la natura - in qualche modo personificabile ha operato in modo criminale nei confronti dell'umanità. E ho cercato di metterne in
evidenza quelli che considero i crimini più rilevanti, nel mio sito internet. Quindi non
sto qui a ripeterli.
Perché non citi anche i paesi dell'America del Sud? Quanti interessi USA
hanno contribuito alla povertà di quei popoli?
Ecco, questa è una delle osservazioni più rivelatrici del tuo modo di pensare, orientato a sinistra.
Posso essere in errore, ovviamente. Ma nel mio girovagare per i testi storici - l'avresti
immaginato che sarei diventato un quasi-patito per la storia ? - non ho mai trovato
UNA Prova, di accuse così pesanti. Pregiudizio, sì, tanto. Ma FATTI, nessuno.
Dovrei ripetere qui quanto ti scrissi l'ultima volta, perché quello è il mio modo di
vedere la responsabilità personale e collettiva: 'Sono propenso a ritenere che non sia
mai il caso di attribuire le proprie personali inefficienze, deficienze, errori, ad altri.
Ma sia preferibile raggiungere quel grado di consapevolezza delle proprie capacità,
che consente di assumersi le proprie responsabilità onestamente e interamente. Credo
che lo stesso valga per i Paesi, compresi quelli del terzo mondo.' Trovo comunque
abbastanza insulsa questa accusa, perdonami Betty, poiché è ovvio che qualunque
società, e suoi rappresentanti - soprattutto i non eletti - possano commettere errori.
Ma in ogni caso "è storicamente errato scambiare le escrescenze abnormi con il
corpo di un paese vitale, e le eccezioni, per quanto gravi e reiterate, con il normale
corso di una storia nazionale che, per continuità democratica, è unica." [gli USA,
ovviamente] [M. Teodori, 2002, “Maledetti Americani”].
".. secondo il [terzomondismo] l'arricchimento dei paesi sviluppati non
avrebbe che un'unica causa: l'impoverimento dei paesi sottosviluppati..”. ‘
Tesi senza il minimo appiglio nella realtà economica e storica, semplice sostituto e
spostamento nello spa-zio dell'insondabile ideologia marxista del plusvalore, il
terzomondismo è stato così spesso e così completamente confutato che non vi
ritornerò sopra, se non per sottolineare che si tratta di un nuovo esempio di
persistenza di una rappresentazione falsa, nonostante la totale disponibilità delle
informazioni che la distruggono.’ [J-F. Re-vel, 'La Conoscenza Inutile', Longanesi,
1989].
Massimo Teodori, ordinario di storia alla facoltà di Scienze Politiche dell'Univ. di
Perugia, autore di 'Maledetti Americani’ [Mondadori, 2002], riferendosi ad atteggiamenti di questo tipo, scrive: "Esaurite le ragioni dell'anti-Americanismo di matrice
comunista e sovietica, seguitano tuttavia a fiorire i motivi o i pretesti di un antiAmericanismo terzomondista, anticapitalista e antimoderno che ha fatto le proprie
prove maggiori prima nel movimento contro la globalizzazione e poi nell'opposizione
alla guerra contro il terrorismo a supporto di un filoarabismo strabico che nella
tragedia israelopalestinese vuole vedere solo le colpe della reazione smodata dello
Stato di David e non quelle molto più gravi di un terrorismo in kafiah. ... si tratta di
una specie di malattia collettiva del mondo contemporaneo che coglie
inesorabilmente i perdenti della storia, condannati a confrontarsi con una realtà ben
viva come quella Americana."
Il cardinale Camillo Ruini, esprimeva il timore per lo <<pseudomoralismo, presente
purtroppo nei nostri paesi e perfino tra i cristiani, che tende a vedere negli Stati
Uniti la causa e sintesi dei mali del mondo.>> Persino un prete, un cardinale di tale
peso, lo dice!
E il Congo, per esempio? Perché lasciano (USA), lasciamo (EUROPA), che
si ammazzino così tra di loro e non contribuiamo alla Pace?
Ma sospetto che non si possa interferire nell'attività pubblica di uno Stato Sovrano, se
non indirettamente, con sanzioni ONU, limitazioni e/o interruzione degli aiuti
economico-finanziari; come è del resto accaduto proprio anche per il Congo.
Credo che a Qualcuno interessi che la guerra continui.
Non credo; salvo che a coloro che sono direttamente interessati e si stanno sparando
addosso per imposessarsi - come è accaduto in tutta Europa da sempre - di ricchezze
e di potere. Non è più tempo, Betty, per certe attività più o meno sotterranee, come
avveniva ai tempi dell'URSS, ai tempi del dualismo est<>ovest.
Il Congo detiene , credo, il 40% delle risorse minerarie mondiali....
Ho raccolto un pò di info [IMF, ONU, UNESCO, World Bank, Congo-fonti
governative] sul Congo-Kinshasa, da cui risulta:
Risorse minerarie:
- diamanti: 15milioni di carati = 6% della produzione mondiale [1997]
- antracite, lignite, petrolio, gas naturale, uranio, oro, argento, ferro, tungsteno,
cromite, nichel, zinco, rame, piombo, stagno, bauxite, alluminio, manganese, sale,
zolfo: per questi prodotti, il Congo non è nemmeno al ventesimo posto tra i Paesi
maggiori Produttori [PmP];
- molibdeno, antimonio = non è nei primi 11 PmP
- amianto = non è tra i primi 15 PmP
- legname = ~ 20° PmP
Quindi, non pare proprio corrispondente alla realtà che le risorse del Congo
assommino al 40% circa di quelle mondiali, ma si tratti piuttosto di una esagerazione
stratosferica, rispetto alla realtà, che pure è di buone potenzialità.
Non si tratta solo di tiranni di casa loro!
Per quanto riguarda i tiranni, forse non si tratterà solo di tiranni di casa loro, ma certo
si danno abbastanza da fare in famiglia:
<< Government type: dictatorship [The world factbook 2001].
The Kabila regime, despite its Marxist background, claims to want an effective freemarket economy.[The world factbook 2001]
"Profile: By the mid-1990s political insta-bility, systematic corruption and long-term
mismanagement had brought what is potentially a leading African economy to a state
of collapse. ... Resumption of essential large-scale aid and debt relief will depend on
difficult reforms and paying off arrears to the IMF and other creditors." [World Desk
Reference]
"The war has intensified the impact of such basic problems as an uncertain legal framework, corruption, raging inflation, and lack of openness in government economic
policy and financial operations. A number of IMF and World Bank missions have
met with the government to help it develop a coherent economic plan but associated
reforms are on hold" [The World Factbook 2001].
"During 2000, the United Nations (U.N.) Security Council established a panel of
experts to analise the state of the mineral resources of the Democratic Republic of
Congo [Kinshasa]. The panel said that “all belligerents in the war were benefiting in
one way or another, with the Congolese peo-ple the only losers, and now the conflict
was mainly about access, control and trade of coltan, diamond, copper, cobalt and
gold, as well as timber, coffee and ivory” (United Nations Security Council, 2001, p.
41-42).
The report discussed the illegal exploitation of resources through confiscation,
extraction, forced monopoly, and price fixing. References are made to the ... illegal
gold mining by civilians and military; tributes paid by artisanal miners to occupying
soldiers to exit gold mining areas; the use of prison labor to mine coltan by Rwanda;
and the organized export of exploited resources through Rwanda and Uganda. The
panel recommended that the Security Council immediately declare a temporary
embargo on the import or export of cassiterite, coltan, diamonds, gold, pyrochlore,
and timber from or to Burundi, Rwanda, and Uganda and that all countries should
abstain from facilitating the import or export of these resources. Other nonmilitary
recommendations included freezing the financial assets of rebel movements and
companies or individuals involved in the illegal exploitation of natural resources
(United Nations Security Council, 2001, p. 42-44 )."
Exports partners: Benelux 62%, US 18%, South Africa, Finland, Italy (1999)
[ONU, WDR, World Factbook 2001]
Ma non te lo dico solo io, che so ben poco, prova ad interpellare qualche
esperto missionario saveriano che attualmente può conoscere meglio di noi
la situazioni e il coinvolgimento politico dei paesi ricchi come anche USA, UK
, in molti paesi del terzo mondo.
Scusa, Betty, ma credo che le statistiche delle Nazioni Unite e di altre Associazioni
Internazionali siano non solo più attendibili delle opinioni di qualche missionario
saveriano, sulla cui professionalità specifica non intendo assolutamente avanzare quì
dubbi [anche se potrei, visto che propala notizie tendenziose su questioni di tale
rilevanza e non di sua competenza], ma le sole attendibili, e documentate. D'altra
parte, la stessa nostra formazione tecnico-scientifica ci impone di credere ai fatti; non
alle opinioni. Comunque, anche i Dati forniti dal governo della Repubblica Democratica del Congo, non sono molto dissimili; infatti oggi, con tutte le Agenzie
Internazionali che si occupano di 'misurare’ lo sviluppo dei vari Paesi, sia come
consulenti indipendenti, sia come affiliate ONU, non ci sono molti margini per le
mistificazioni.
I Paesi ricchi, USA, UK, ecc., non solo non hanno alcun interesse ad immischiarsi in
situazioni come quella congolese [a che pro?]. Ma hanno il dovere - secondo l' UNDP
[United Nations Development Program] - di inserirsi nelle strutture dei Paesi del
Terzo mondo, per mostrare direttamente loro come si possono fare le cose, per
aiutarli a camminare con le loro gambe ['HUMAN DEVELOPMENT REPORT
2001', UNDP].
Sai, Betty, tutti questi discorsi di 'interesse alla guerra’, di 'affamamento e sfruttamento da parte dei Paesi ricchì [che invece sono i soli a sfamare, da che mondo è
mondo, con pane, companatico e denari, i cosiddetti TWCs], non ti pare che sappiano
abbastanza di ingratitudine [d'altra parte, si sà, è sempre così : se ci si dà da fare per
qualcuno, se ne ottiene di ritorno soprattutto ingratitudine e disconoscimento
dell'aiuto, perché è stato maldato, insuffciente, ecc., ecc. ] ; non solo, ma non ti pare
che sappia anche troppo di comunismo residuale, incolto [mi verrebbe da dire
democristiano, se non addirittura puramente cattolico],... insomma portato avanti
dagli irriducibili nostalgici del falcetto e martello-nascosto [il cosiddetto
criptocomunismo], che non vogliono eccettare la nuova realtà del mondo, in cui il
comunismo è definitivamente crollato, perché non ha funzionato per nulla; come è
crollato il valore dei piagnistei con le mani in mano. Oggi tutti i Paesi - sviluppati e
non - hanno il massimo interessa a che tutti gli altri Paesi 'si sviluppino’ , invece di
richiedere il rimorchio, perché solo così può sopravvivere e prosperare l'unico
sistema economico-politico mondiale che funziona, ossia l'economia di mercato,
quello che funziona senza bisogno dei massacri infiniti compiuti dai sistemi
concorrenti, primi fra tutti quelli comunisti e simpatizzanti.
Ho trovato interessante la lettura, in proposito, di "Sovranità e Ricchezza" di C.
Pelanda e P. Savona, ed. Sperling e Kupfer, 2001, che ti consiglio.
3- Mi può anche andar bene il tuo attacco all'Ulivo e all'attuale Sinistra, anche
se tendo a non condividerlo,........ma, guardando avanti, quali soluzioni?
Ha detto Luigi Sturzo [1944], quindi un tuo fratello di percorso, che ha vissuto molti
anni in USA: " La democrazia Americana è uno dei fenomeni più grandiosi
dell'evoluzione umana... in epoca moderna."
In effetti, l' "America, il paese che ha saputo trasformare la propria storia senza
rivoluzioni [e senza le stragi immense e immonde perpetrate in Europa e in asia,
tanto per aggiungere verità storica] ...è divenuta nel novecento una democrazia di
massa in cui centinaia di milioni di cittadini hanno potuto godere non solo dei
diritti di cittadinanza ma anche di un benessere materiale senza precedenti." [M.
Teodori, 2002]. Quindi mi sembra relativamente molto semplice, individuare
soluzioni. Infatti, basta avere l'umiltà di riconoscere la propria [dell'Europa e di tutti
gli altri paesi del mondo, fatte poche eccezioni tipo Canada, Australia, NZ, UK]
incapacità costituzionale all'amministrazione pacifica e produttiva della comunità, e
"copiare" per quanto possibile passo passo quanto ci insegnano gli USA, come prima
approssimazione; poi, necessariamente, cercare di migliorare anche quel sistema
[diceva Jefferson, "l'inventorè dei diritti inalienabili dell'uomo", che le costituzioni
vanno rifatte ad ogni generazione, almeno ogni 20 anni]. Mi rendo conto che la cosa
più difficile per l'europeo è proprio il primo passo [avere l'umiltà]. Egli è invero
affetto da una " ..particolare forma di provincialismo in cui si mescolano...arroganza
culturale, nazionalismo mediterraneo, spocchia umanistica, pregiudizi
antiprotestanti e antiliberali." [Sergio Romano, 2002]; e non solo. Tutte posizioni
mentali che difficilmente convivono con l'umiltà. Eppure, fatte poche discutibili,
molto discutibili eccezioni [quel c retino del Pontefice di Roma] tutti gli altri sanno
benissimo che l'essere umano è fallibile, e che quindi una certa dose di umiltà,
quando si guarda a se stessi, è di rigore. Tutti, dicevo; ma esclusi gli europei,
beninteso. Loro sono infallibili. E non hanno mancato di dimostrarlo, combattendo un
nugolo di guerre per interessi particolaristici o di religione, sgozzando milioni di
persone; tagliando decine di migliaia di teste "diverse", in nome della fratellanza e
dell'uguaglianza; inventando la prima guerra mondiale; massacrando come si deve
milioni di ebrei e non solo [altra invenzione europea] nella macchina del nazismo, in
una seconda guerra mondiale; massacrando più di 50 milioni di persone che
resistevano alla meraviglia comunista; convivendo con gli eredi di questi infami
massacratori, in non pochi governi d'Europa, tra cui Italia e Francia; ecc. ecc.
Ma ora è tempo di chiudere, davvero.
Ciao,
13 Jul 2002
Non so a cosa possa riferirsi il messaggio 'respiriamo’, poiché non è leggibile.
Non dovrebbe trattarsi di ossigeno. Almeno, così risulterebbe dal paper che ti allego.
Buon fine settimana.
19 Jul 2002
A GF e AF
Ho due versioni della stessa raccolta di poesie di Tagore: una è stabilmente in auto.
Quando aspetto Emy nello sterminato parcheggio assolato di qualche supermercato,
rileggo e rileggo Tagore. Ci sono dei frammenti, che mi sembrano particolarmente
pieni di contenuti, di potere evocativo, e di conoscenza di vita.
Ho raccolto i frammenti che più mi sono piaciuti. I miei volumi di Tagore sono tutti
impunemente 'segnat’ con la biro, nei passaggi 'particolarì; quindi mi è venuta facile,
la raccolta. Che vi unisco.
___________
Da “TAGORE” Poesie, da ‘Gitanjalì e ‘Il giardiniere’;
[Traduzione di Girolamo Mancuso], Newton Compton Editori, 1975
Ho scelto frammenti che possono conservare un certo potere evocativo
anche nello sterminato parcheggio di un supermercato.
Da GITANJALI
‘Vorrei parlare, ma le mie parole
non si fondono in canti
e impotente grido.’
‘Voglio rendere semplice e schietta
tutta la mia vita,
come un flauto di canna
che tu possa riempire di musica.’
‘Il canto che venni a cantare
non ho ancora cantato.
Tutto il mio tempo ho passato
a tendere e ad allentare
le corde del mio strumento.
Il tempo non è venuto giusto,
le parole non sono state disposte correttamente.
Nel mio cuore c’è solamente
un’agonia di desideri.’
‘…. La mia inutile vita può soltanto
sgorgare in melodie senza scopo.’
‘Trascorso è il giorno del mercato,
i lavori sono terminati.
Coloro che invano son venuti
a chiamarmi, sono tornati delusi.
Io attendo soltanto l’amore
per abbandonarmi alfine
nelle sue mani.’
‘… le tue melodie fioriranno
in tutte le mie foreste.’
‘.. dal sonno mi destavo all’improvviso
e sentivo la dolce traccia d’una strana
fragranza nel vento del sud.’
‘In quale vuoto fissi lo sguardo?
Non senti un fremito passare
nell’aria, con le note d’un canto
che lontano si leva
dall’altra riva?’
‘Il mattino ha chiuso i suoi occhi
incurante degli insistenti richiami
del vento dell’est.
…I boschi hanno cessato i loro canti,
tutte le porte sono state chiuse.
… Mio solo, mio migliore amico
aperta è la porta della mia casa …non passare come un sogno.’
‘Libertà è il mio solo desiderio..’
‘..dove le parole sgorgano
dal profondo della verità;’
‘Io attendo qui lunghe ore tediose,
… mentre i passanti vengono e prendono
i miei fiori, a uno a uno,
finchè il mio canestro è quasi vuoto.’
‘.. questo nostro pellegrinaggio
verso nessun paese
e senza meta alcuna...
.. al tuo sorriso intento e silenzioso,
i miei canti eromperebbero in melodie
libere dalla schiavitù delle parole.’
‘Questa è la mia gioia, attendere e guardare
il bordo della strada, dove l’ombra
insegue la luce, e la pioggia cade
nella vigilia dell’estate.
… Dall’alba fino all’imbrunire
siedo qui davanti alla mia porta,
e so che all’improvviso arriverà
il momento in cui potrò vedere.
E intanto sorrido
e tutto solo canto.
.. l’aria si riempie
al profumo della promessa.’
‘.. mi dicesti a bassa voce
<Sono un viandante assetato>.
Mi scossi dal mio sogno ad occhi aperti
e dalla brocca versai l’acqua
nelle tue palme giunte a coppa.
Sopra noi stormivano le foglie,
nell’ombra un cuculo cantava,
e dalla curva in fondo alla strada
veniva un profumo di fiori di babla.’
‘..
la gioia, che fa straripare la terra
nel rigoglio sfrenato dell’erba,
.. la gioia che irrompe come una tempesta..
.. la gioia che siede silenziosa..
La gioia che getta nella polvere
tutto quello che ha
e non conosce parole.’
‘La luce del mattino m’ha inondato gli occhi: .. ‘
Ho modificato le LXIX e LXX, nella seguente:
‘… la corrente di vita che scorre nelle mie vene
è la stessa che germoglia gioiosa
dalla terra agli infiniti fili dell’erba
e prorompe in onde tumultuose di foglie e di fiori;
… il mio orgoglio viene dall’eternità’
che danza nel mio sangue …
Non sei capace d’essere felice
con la felicità di questo ritmo?
di lanciarti, di spezzarti e perderti
nel vortice di questa terribile gioia?
Tutte le cose avanzano impetuose
non si fermano, non guardano indietro
nessun potere può trattenerle
esse scorrono sempre in avanti.
Seguendo il ritmo veloce
di questa musica incessante
le stagioni vengono danzando e se ne vanno
colori, melodie, profumi
si versano in cascate senza fine
nella gioia straripante che si spande
e cessa e muore
nel fuoco di un momento.’
‘Ho assaggiato il miele segreto
.. che si spande sull’ oceano della luce..’
‘È tempo che vada a riempire
la mia brocca al ruscello;
… Non so se tornerò’ a casa,
non so chi potrò’ incontrare.
In una barchetta presso il guado
uno sconosciuto suona il liuto.’
___________________________________________
Da ‘Il giardiniere’
‘Osservo il suo volto nell’oscurità’
e passano ore di sogno.’
‘ Sono impaziente e insonne,
sono [come] straniero in una terra straniera.’
IX
‘Quando a notte vado sola al mio convegno d’amore,
gli uccelli non cantano, il vento non soffia,
le case ai lati della strada sono silenziose.
Sono i miei bracciali che risuonano a ogni passo,
e io sono piena di vergogna.
Quando siedo al balcone e ascolto per sentire
I suoi passi, le foglie non stormiscono sui rami,
e l’acqua del fiume è immobile come la spada
sulle ginocchia d’una sentinella addormentata.
È il mio cuore che batte selvaggiamente –
E non so come acquietarlo.
Quando il mio amore viene e si siede al mio fianco,
quando il mio corpo trema e le palpebre s’abbassano,
la notte s’oscura, il vento spegne la lampada,
e le nuvole stendono veli sopra le stelle.
È il gioiello al mio petto che brilla e risplende.
E non so come nasconderlo.’
___
‘È scuro come un sonno senza sogni.’
‘La luce è grigia sui campi solitari,
e i contadini aspettano il traghetto.
Lentamente ritorno sui miei passi;
non so perché’.’
‘Corro come un cervo muschiato,
pazzo del suo stesso profumo,
nell’ombra della foresta.
… Smarrisco la strada e cammino
cerco ciò che non posso ottenere…’
‘Questo amore fra te e me
è semplice come una canzone.’
‘C’è come un riso nei loro passi rapidi
che confonde la mente
di qualcuno dietro gli alberi…’
‘I giorni chiari della primavera
sono agitati dal vento del sud.’
‘.. i nidi degli uccelli
son coperti di sonno.’
‘.. e dimmi infine se è proprio vero
che il mistero dell’infinito
è scritto sulla mia piccola fronte.’
‘… vuoi mettere la tua ghirlanda
di fiori freschi intorno al mio collo?
Sappi però che la mia ghirlanda
l’ho intrecciata per molte, per coloro
che si vedono in visioni fugaci,
o abitano in paesi inesplorati,
o vivono nei canti dei poeti.’
‘.. spalanca il mio sonno
e saccheggia i miei sogni.’
‘.. io riprendo il mio cammino.
Il giorno è finito.’
‘ .. gli echi delle voci
attraversano l’oscurità’
fino alla palude
dove dormono le anitre selvatiche.’
‘Io sono l’ospite di nessuno,
alla fine della mia giornata.
La lunga notte m’attende,
E sono stanco.’
‘Ci affrettiamo a cogliere i fiori
per timore che siano strappati
dal vento che passa.’
‘.. ma l’incanto dei venti senza dimora
mi ha colpito, non so quando né dove.
.. Corro per monti e per valli
vago per paesi senza nome…’
‘Mi affretto ad attraversare il fiume
prima che la notte mi raggiunga.’
‘Sopra le risaie verdi e gialle
passano le ombre delle nubi autunnali ..
.. Le anatre
starnazzano allegre, senza motivo.’
‘Spesso mi chiedo ove siano nascosti
i confini del riconoscimento
fra l’uomo e la bestia …
.. la bestia guarda il viso dell’uomo..
.. l’uomo la guarda con .. affetto
Sembra quasi che i due amici
si incontrino mascherati,
e attraverso il travestimento
vagamente si riconoscano.’
‘Questa notte dalla foresta
ci è giunto il richiamo della tempesta.’
‘Mi destai
e udii il mormorio del torrente,
il frusciare dei deodar nella notte.’
______________________________________________
22 Jul 2002
A GF e AF
Sono sempre stato affascinato, dagli aquiloni.
Ho quì, tra i miei libri: 'Costruire aquiloni’, di Maurizio Angeletti, Kaos edizioni,
1986, acquistato durante una vacanza estiva sull'Adriatico ravennate.
Dice il Mello, che mi hai inviato: "Trovo che è un gioco molto bello, non solo perché
è spettacolare, ma soprattutto perché, più che un gioco, è una metafora. Vuol dire che,
per fare qualcosa di bello, di grande, ci vuole sforzo, ci vuole fatica: ma è proprio
questo l'interesse del gioco...."
A parte il fatto che forse sarebbe meglio dire: ' Trovo che SIA un gioco..', non sono
per niente d'accordo. Non ci vuole 'sforzo’ né 'fatica’, per costruire aquiloni, né per
farli volare. Forse bastano le idee, la chiarezza di sentimenti, la fantasia, il colore
pulito del cielo, la fanciullezza dell'anima, il fiore della vita negli occhi, la
purezza delle parole; la voglia di essere sospesi nell'aria, avvolti dal vento, liberi.
Insomma, non ci vedo niente di pesante, di duro, di faticoso, nel far volare gli
aquiloni. [Non viene naturale ricordarsi il Pascoli?].
Amo moltissimo anche il vento.
Lo so; sono terribile; dico quasi sempre di no.
Ciao, grazie del messaggio,
08.08.2002
A GCS
Ti allego un ulteriore discorso – forse l’ultimo – di argomento religioso.
Ciao.
Ignominie, idiozie e curiosità nelle varie religioni.
In buona parte raccolte dalla “Guida delle religioni” di G. Bellinger, trasformata nella
‘Enciclopedia delle religioni’, Autori vari, Garzanti, 2000.
_____________________
Preghiera rivolta all’orso sacro, al momento del suo sacrificio, dagli Ainu, dell’isola
di Hokkaido:
“Non avere paura, non ti faremo nulla di male. Ti uccidiamo solo per rimandarti al
dio dei boschi, che ti vuole bene. Ti prepareremo un buon pasto. Il migliore che tu
abbia mai avuto. L’Ainu che ti ucciderà è uno dei nostri migliori cacciatori. Vedi che
già piange e ti chiede perdono. Noi piangeremo tutti insieme per te. … Noi ti
vogliamo molto bene e i nostri figli non ti dimenticheranno mai. “
Ma l’orso, si sarà consolato, dopo aver ascoltatao ‘la preghierà?
Secondo la tradizione Maya, l’uomo è stato formato da una pannocchia di mais, dopo
due tentativi falliti: uno con l’argilla, l’altro con il legno.
I Maya si preparavano alle cerimonie più importanti con il digiuno, la confessione dei
peccati e l’astensione dai rapporti sessuali. Talvolta, nelle cerimonie, si compivano
comunque sacrifici umani.
Secondo i Daiacchi, una popolazione del Borneo, gli esseri umani hanno diverse
anime. Una, la tondi, presente anche negli animali, nelle piante e nelle pietre. Una,
che si separa dall’uomo alla sua morte. Una, hambarvan, conservata nella vita
terrena; una, liau, in quella ultraterrena, che consente loro di raggiungere la terra dei
morti, una misteriosa e meravigliosa isola paradisiaca (chi ne avesse notizia GPS, si
faccia vivo, pf).
Cibele, dea della fecondità di origine Frigia, rappresentata come Magna Mater nel
pantheon romano [204 a.c.], era simboleggiata con una pietra nera [forse un
meteorite] proveniente dal tempio di Cibele a Pessinunte.
Cibele, violentata nel sonno da Zeus, ebbe il figlio ermafrodito Attis. Dioniso lo
ubriacò, quindi gli legò il membro ad un pino, di modo chè tornando poi in sè e
alzandosi di scatto, Attis si autoevirasse. Tutto avvenne come predisposto. In più, dal
sangue di Attis sorse un albero, i cui frutti ingravidarono la figlia del dio del fiume
Sangario. Ne nacque un secondo Attis, di cui si innamorò Cibele, che tuttavia,
indispettita dalle attenzioni rivolte da lui ad una principessa concorrente, lo fece
impazzire a tal punto, che Attis II° si evirò da se’.
Nella cerimonia di iniziazione al culto di Attis e Cibele, gli adepti stavano in una
fossa sovrastata da un graticcio di legno, sopra la quale veniva sgozzato un toro o un
montone sacrificale. Il sangue che si riversava così su quelli che stavano sotto, li
rendeva ‘rinati per l’eternità.
I sacerdoti del culto dei misteri di Attis, per ricordare la morte del dio, si infliggevano
la castrazione in pubblici cortei.
Nella consacrazione del tempio del dio del sole Huitzilopochtli [‘colibrì di sinistra’],
gli Aztechi sacrificarono 70.000 prigionieri di guerra [era il 1486; Colombo ci stava
ancora pensando].
Il dio Titlacahuan veniva comunemente raffigurato con una sola gamba.
Ai sacerdoti della dea dell’immondizia, Tlaelquani, si potevano confessare i peccati
di adulterio.
Per celebrare la primavera e propiziarsi la redditività della semina, gli Aztechi
offrivano al dio della fertilità Xipe Totec sacrifici umani: le vittime venivano
scorticate vive, e la loro pelle veniva indossata dai sacerdoti celebranti. Alcuni loro
riti ricordavano stranamente quelli del cristianesimo: era praticato il battesimo dei
bambini con l’acqua, la confessione, e il banchetto sacro; si faceva anche un uso
simbolico della croce.
Il culto del sole esigeva che si offrissero sacrifici umani alle divinità, almeno 18
volte all’anno [ogni 20 giorni circa]. Oltre alla scorticatura ‘in vivo’, veniva praticata
anche l’offerta del cuore, che veniva strappato caldo alle vittime sacrificali ancora
vive. Alle volte le vittime venivano immolate col fuoco; talaltre, con dei coltelli.
Tale ritualità veniva soddisfatta con prigionieri di guerra; ciò che richiedeva agli
Aztechi di intraprendere continuamente campagne militari contro le popolazioni
vicine.
Hammurabi ricevette il ‘libro delle leggi’, il famoso ‘Codice di Hammurabi’ì [1728 –
1686 a.c.], dalle mani stesse del dio del sole, Shamash. I 282 paragrafi del ‘Codice’,
che definiscono la giurisprudenza locale nei confronti della divinità, della proprietà,
della vita, della famiglia, dei gruppi sociali, sono ispirati alla cosiddetta ‘legge del
taglione’: “Se uno strappa un occhio ad un altro, allora gli sarà strappato un occhio;
se uno rompe un osso ad un altro, allora gli verrà rotto un osso; … se un patrizio
strappa un occhio o rompe un osso a un plebeo, pagherà una moneta d’argento; …”
Ecco un bell’esempio di giustizia naturale, wild!
Agli ammalati, che a quell’epoca avevano veramente poche speranze di saltarne
fuori, i sacerdoti consigliavano una specie di confessione - preparazione al peggio,
con una serie di domande molto simili ai dieci comandamenti: ‘Aveva [il penitente]
peccato contro Dio? Disprezzato il padre e la madre? Rubato nella casa del vicino?
Commesso adulterio con la moglie del vicino? Ucciso qualcuno? Raccontato
frottole?’
Gli adepti del movimento religioso Ananda Marga, Società per la diffusione del
cammino della felicità, sorta nel 1955, sono tenuti ad indossare un tipo di mutande –
le langota – ‘.. che si allacciano in modo tale da tenere il pene verso l’alto e i testicoli
aderenti al corpo, così da ridurre le eccitazioni sessuali…’ [?]
Ogni giorno il babista [adepto del movimento religioso di derivazione islamica-sciita,
fondato dal persiano Mizra Ali Muhammad – 1820-1850] deve leggere 19 versi del
libro sacro [Bayan] e ogni 19 giorni deve ospitare 19 persone.
La religione Bahài [derivazione del babaismo, fondata in Persia nel 1863 e con sede
principale ad Haifa] si considera ‘.. la nona e ultima religione rivelata, dopo la sabea
[regno di Saba, X° secolo a.c.], l’ebraica, l’induista, la zoroastriana, la buddista, la
cristiana, l’islamica e la babista.’L’esercizio liturgico è accompagnato dalla lettura
dei testi sacri delle altre religioni, quali il Pentateuco degli ebrei, il Nuovo testamento
dei cristiani, il Corano dei mussulmani, il Bayan dei babisti; anche se il testo sacro
per eccellenza rimane il ‘Libro della certezza’ [kitab al-akdas] redatto dal bahaista
Bahà Ùllah, in soli due giorni e due notti del 1873.
Per l’attività di reclutamento [flirty fishing] di affiliati, il Manuale del Movimento dei
Bambini di Dio [fondato ad Huntington Beach, CA, nel 1969 da David Berg, detto
Mosè; per gli amici, Mò] affida alle donne, dette ‘esche di Gesù ‘, un rilievo
particolare: “Nessun reggiseno! Camicette trasparenti! Mostrate ciò che avete. In
questo consiste l’esca… devono innamorarsi di voi”. Per il movimento, del resto,
nessun comportamento è peccaminoso se viene compiuto a fini spirituali. La figlia
Faith del fondatore del movimento, si è definita ‘figlia del dio di Hollywood’. In
vecchiaia, nel fondatore Berg è aumentata l’attenzione per la sessualità: “Noi
abbiamo un Dio sessuale, una fede sessuale, una guida sessuale e un seguito sessuale.
Dunque, quando tu non pratichi il sesso, ti allontani da noi.” [forse era una
propensione prevedibile].
Il Movimento prevedeva per il 1993 un ritorno di Cristo; ma nessuno pare l’abbia
visto in circolazione; o almeno non fu riferito dai media.
Secondo i Testimoni di Geova, setta fondata a Pittsburgh alla fine del millesettecento
da un commerciante di pollastri, tale C.T.Russell, avrebbe dovuto esserci una specie
di ‘fine del mondo’ intorno al 1914. Non ci fu. Ci si orientò per 1918; poi il 1925; poi
il 1975. Ma andò sempre buca. Ora si propende per una fine “imminente”, senza
precisarne la data.
Il Signor Armstrong, fondatore delle Chiese di Dio [Churches of God], aveva
previsto una certa qual fine del mondo tra il 1972 e il 1977: anche lui è nel mucchio
di quelli che sono stati smentiti, com’ è ben noto.
Secondo la mitologia Bon, religione tibetana indigena e pre-buddistica, i primi sette
re del Tibet sono discesi dal cielo sulla terra, per mezzo di una corda tesa per loro dai
dmu-tag [“spiriti della natura”]; la stessa corda sarebbe stata utilizzata per la loro
salita al cielo, alla fine della loro vita.
Il Brahmano dispone del brahman, una giaculatoria che possiede insieme un potere
religioso e un carattere magico, capace di di assogettare gli dei alla volontà e ai
desideri degli uomini. Dice un proverbio indiano: “il cosmo intero è sottomesso agli
dei, gli dei sono sottomessi alle implorazioni, e le implorazioni le fanno i brahmani.
Perciò sono i brahmani i nostri dei”.
La suddivisione della società indiana in caste [dei sacerdoti; dei nobili e dei guerrieri;
dei contadini, degli artigiani e dei commercianti – degli ariani; degli impuri o
intoccabili, servitori e schiavi] è un dogma religioso. L’appartenenza ad ogni casta
infatti, è stabilita dalla dottrina del samsara [legge della reincarnazione] e del karma,
secondo la quale la condizione di vita attuale è determinata rigorosamente dal
comportamento seguito nelle vite precedenti.
La molto ‘acuta’ illuminazione del Buddha:
“ La nascita è dolore; la vecchiaia è dolore; la malattia è dolore; la morte è dolore;
l’unione con ciò che non si ama è dolore; la separazione da ciò che si ama è dolore.
Dolore è non raggiungere ciò che si desidera. La verità sull’origine del dolore è la
bramosia, che si rinnova ad ogni rinascita, la ricerca del piacere nelle cose terrene; la
bramosia del divenire e dell’essere…”.
Ed ecco la terapia: “.. la cessazione della bramosia e quindi del dolore, si compie
attraverso l’annullamento dei desideri, il distacco assoluto da tutto ciò che si desidera, raggiungibile mediante l’ottuplice sentiero: retta visione, retta risoluzione, retto
parlare, retto agire, retto modo di sostentarsi, retto sforzo, retta concentrazione, retta
meditazione.”
Sembrano quasi sciocchezze!
Buddha, secondo la tradizione, avrebbe scelto consapevolmente di scendere tra gli
uomini, assumendo la forma di un elefante bianco, e come tale penetrare nel grembo
verginale della regina Maya [ma che esagerazione, perdio! Non sarebbe bastato
assumere la forma di un topolino bianco?].
Al momento della morte del Buddha la terra prende a tremare e grandi tuoni si
scatenano in un cielo nero di tempesta [sospetto che la stessa cosa sia accaduta circa
600 anni dopo a un tale che chiamavano Gesù; o almeno così han detto alcuni nontestimoni].
Quando gli viene chiesto se esista una divinità trascendente, Buddha dà un’alzata di
spalle e se ne va per la sua strada.
Ai monaci buddhisti non è consentito uscire dal monastero e andarsene a passeggio
nei mesi monsonici, poiché camminando calpesterebbero inevitabilmente i nuovi
germogli e una quantità di nuovi esseri viventi.
I monaci buddhisti possono abbandonare l’ordine liberamente, in qualsiasi momento.
Sono espulsi d’imperio in caso di omicidio, furto e sesso estremo. L’onanismo
comporta solo l’allontanamento temporaneo dal monastero.
Nel buddhismo tibetano, la recitazione delle formule sacre è molto tecnologicizzata:
è effettuata con le ‘ruote di preghiera’, che sono cilindri metallici con appese 12
striscie di carta, ognuna con 41 righe di testo; ogni singola riga reca per 60 volte la
scritta ‘om mani padme hum’ [“onore al gioiello del loto”]. Quando le si dà una
spinta, la ruota può compiere più di 100 giri al minuto, cosicchè è come se la formula
rituale fosse ripetuta 12x41x60x100 = 2.952.000 volte al minuto. Con una buona
spinta, si può anche superare questo primato.
Ma i più indolenti, hanno pensato bene di astenersi dallo ‘sforzo’ rituale della ‘spinta’
alla ruota; ne hanno apprestati dei modelli più leggeri, che posti sopra al caminetto
sono mossi dall’aria calda che sale verso l’alto; le ruote non girano così forte, ci
vuole più tempo per raggiungere un analogo risultato; ma si ‘prega’ ugualmente
tantissimo, e si fa meno ‘fatica’. Tanto non serve a niente!
Nella puja, rito di meditazione del buddhismo tantrico, i devoti concludono l’atto
rituale con un completo rapporto sessuale. A livello simbolico, ci si ricollega
all’unione sessuale del dio Siva con la dea Durga, un’unione che rimanda all’unità
cosmica. La partecipazione degli adepti, pare che sia piuttosto attiva.
Gli induisti applicano sulla fronte ogni mattina un segno colorato, il tika, in corrispondenza del ‘terzo occhio’, alla radice del naso. Dal punto di vista estetico, non è
male.
Ngo-Van-Chieu [Saigon, 1878 –1934], di educazione confuciana e di religione
taoista, divenuto poi funzionario del governo coloniale francese, si sentiva ‘chiamato’
a fare qualcosa di eccelso ma non sapeva bene cosa. Finalmente nel 1925 parlò con
dio stesso che gli ordinò di dare vita ad una comunità religiosa da chiamarsi
Caodaismo, con a capo un amico suo, il ricco Le-Van-Trung, che aveva due anni più
di lui, e che pochi anni dopo fu addirittura proclamato “Papa” del Caodaismo. Il Papa
Caodaista è affiancato nel suo far poco ‘da tre ho-phap [cardinali], otto don-sus
[arcivescovi], trentotto phoi-sus [vescovi], una settantina di giao-sus [preti di prima
categoria], e circa tremila sacerdoti semplici.’
La gerarchia è aperta anche alle donne, fatta eccezione per il papato.
I cartaginesi tenevano in gran conto i fanciulli, tanto che all’occorrenza – in caso di
emergenza sanitaria, aggressione da parte di gente bellicosa, e comunque di difficoltà
di ogni tipo che richiedessero l’intervento propiziatorio / liberatorio della divinità ne ammucchiavano un pò sulle ginocchia della statua di Baal-Hammon [un parente
stretto di Zeus], in modo che da quì potessero cadere – attivando un apposito
congegno - tutti quanti nella fossa sottostante, in cui era predisposto opportunamente
un gran fuoco sacro per l’arrostimento, ‘in vivo’(questo era il segreto del successo !?! – della ritualità). Pare che quando furono un pò pressati dalle furie guerresche di
Agatocle di Agrigento, ne abbiano ‘sacrificati’ almeno 200 in una solo mattina, prima
di pranzo.
I Celti irlandesi s’erano inventati un bel paradiso con tutti i divertimenti, ben prima di
Maometto. Infatti, nell’avalon, l’isola paradisiaca nella quale andavano a trovar posto
dopo la morte, i defunti rinascevano a nuova vita, tra sfolgorio di colori, musiche,
danze, grandi banchetti e sesso a volontà.
Nelle religioni dell’Arabia settentrionale si votavano al culto pietre lavorate, sassi,
meteoriti, dopo averle ben immerse nel sangue di animali sacrificali, per dar loro un
pò di colore appropriato. I fedeli si divertivano a girare intorno alle pietre come fanno
i girotondisti, a piedi o in cammello, e le baciavano tante volte, quanto necessario per
ingraziarsi le divinità. Le pietre più famose sono quella nera della Kaaba alla Mecca,
e quella bianca di Du-I-Halasa, a Tabala.
Da una stima recente, pare che gli atei siano in tutto circa 200 milioni: il 3% della
popolazione attuale. Pochi, ma buoni?
Il dogma dell’ infallibilità del papa cattolico, decretato nel Concilio Vaticano I°: 1869
– 1870, è rifiutato da diversi movimenti cristiani, tra i quali l’Unione di Utrecht, che
contesta anche la confessione, il celibato sacerdotale e il culto dei santi. Mica sono
scemi.
Al Consiglio Mondiale delle Chiese, che raggruppa più di 300 chiese cristiane, con
circa 400 milioni di adepti, non partecipa la Chiesa cattolica, che considera
irrinunciabile il primato del pontefice. (Questi invece sono scemi).
Anche Wovoka, l’indiano Americano nato Jack Wilson [1856-1939], si dichiarava
figlio di dio, sceso sulla terra per combattere gli invasori bianchi. La sua religione, la
Danza degli Spiriti [Ghost Dance], imponeva l’esecuzione di una danza che durava
ininterrottamente per 5 giorni, officiata da un cerimoniere che stava al centro della
cerchia dei danzatori, brandendo una piuma d’aquila e ancheggiando vorticosamente.
Dopo i cinque giorni, i danzatori crollavano – qualcuno anche prima dei 5 giorni –
sfiniti. In questo sfinimento, si mettevano in comunicazione con i principi elementari
della natura [soprattutto il sonno, sospetto], e gli spiriti degli antenati. [!!]
I cultori dei Misteri Dionisiaci potevano raggiungere, nel corso di feste orgiastiche,
stati di ‘estasi suprema’, durante i quali dilaniavano con le mani nude animali vivi e
ne divoravano le carni calde, in memoria della fine di Dioniso – dilaniato e divorato
vivo dai titani, secondo la tradizione – e per stabilire un’unione mistica col dio.
Gli adepti della ‘Missione della divina luce’[movimento fondato nel 1960 da Sri
Hamsa Ji Maharaj Ji] si danno molto da fare nel rito della charamopuja, durante il
quale procedono ad un lavaggio accurato dei piedi del guru fondatore – si sa, questi
mistici camminano scalzi, e dopo bisogna ben fare un pò di pulizia – e alla fine ne
bevono l’acqua utilizzata per l’operazione. (Anche questi, sono scemi).
Tra l’altro, i fedeli di questo Movimento, devono compiere, per almeno due ore al
giorno, 4 tipi di meditazione: vedere la Luce divina; ascoltare la musica celeste;
percepire la parola divina; gustare il nettare celeste.
Secondo l’antica tradizione egizia, il dio Atum, generatore di tutti gli altri dei, è nato
da se stesso. Così si fa.
Iside, sorella e sposa di Osiride, concepì il dio Horus accocolandosi, sotto forma di
sparviero, sul cadavere di Osiride. [Quando si dice il gusto dell’orrido!]
Anche la ritualità egizia comportava che al mattino il sommo sacerdote entrasse nel
luogo più sacro del tempio, dopo aver ben incensato l’ambiente, per dare aria e
salutare la divinità con canti e invocazioni; quindi la spogliasse [gli abiti smessi erano
ambiti per fasciarne i morti] e, dopo blando lavaggio la rivestisse con bianchi tessuti
di bucato, la ungesse con un pò d’olio solare, e la truccasse con belletti colorati verdi,
ocra e neri. Infine, veniva presentata alla divinità un’ offerta di succo di frutta,
biscotti e vino, colazione regolarmente rifiutata dalla divinità, ma consumata di
nascosto da altri.
Il dio Charun, nella religione etrusca, distaccava e liberava l’anima dal corpo dei
defunti, con un colpo di martello. [bum! Non si può dire che andasse tanto per il
sottile.]
Pare che Odino, della mitologia germanica, gradisse i sacrifici umani (un po’ come i
nazisti). In suo onore infatti, venivano impiccati tutti i prigionieri catturati in
battaglia, in barba alla Convenzione di Ginevra; ed era perciò detto anche, e
giustamente, dio dell’impiccagione. Ma non si accontentava di un pò di prigionieri
impiccati ogni tanto – anche se i germanici si davano da fare con una certa lena – ma
gradiva anche un pò di schiavi, di fuorilegge, di criminali di primo pelo, soprattutto
se sacrificati per la sua prima colazione.
I Digambara, adepti di una corrente scismatica del Jainismo [religione indiana del V°
secolo a.c.] sostenevano che i monaci dovevano vivere sempre completamente nudi,
‘vestiti d’arià, in quanto gli abiti costituivano un ostacolo alla liberazione fisica e
spirituale.
Nel giudaismo, il sabato è il giorno del riposo e della santificazione. Il riposo deve
essere assoluto. Anche le passeggiate debbono essere brevi [Esodo 16,29], e
comunque la distanza percorsa deve essere inferiore ad un Km circa. Chi cammina di
più, compie peccato mortale:
“32 Mentre gli Israeliti erano nel deserto, trovarono un uomo che raccoglieva legna
in giorno di sabato. 33 Quelli che l'avevano trovato a raccogliere legna, lo
condussero a Mosè, ad Aronne e a tutta la comunità. 34 Lo misero sotto
sorveglianza, perché non era stato ancora stabilito che cosa gli si dovesse fare. 35 Il
Signore disse a Mosè: «Quell'uomo deve essere messo a morte; tutta la comunità
lo lapiderà fuori dell'accampamento». 36 Tutta la comunità lo condusse fuori
dell'accampamento e lo lapidò; quegli morì secondo il comando che il Signore aveva
dato a Mosè. “ [Numeri 15, 32 – non sono numeri del lotto, intendiamoci]. Bella
infamia, comunque. Specie se ordinata dal Signore!
Pare che “il comandamento fondamentale” dell’ebraismo sia la circoncisione, da effettuarsi all’ottavo giorno dopo la nascita.
[Ma che idiozia, voler sempre mischiare dio con il sesso.]
Pare che rappresenti ‘il simbolo e il rito tramite il quale si entra a far parte
dell’Alleanza che dio stipulò con Abramo. E le bambine, niente Alleanza?
La preghiera ebraica è connessa con tre aggeggetti particolarissimi: il tallit, gli zizit e
i tefillin.
Il tallit è un rettangolo di tessuto bianco, con agli angoli delle nappe, delle frange, gli
zizit appunto [«Parla agli Israeliti e ordina loro che si facciano, di generazione in
generazione, fiocchi agli angoli delle loro vesti e che mettano al fiocco di ogni
angolo un cordone di porpora viola. 39 Avrete tali fiocchi e, quando li guarderete,
vi ricorderete di tutti i comandi del Signore….” NUMERI 15,38].
I tefillin sono custodie quadrangolari di cuoio da fissare al braccio all’altezza del
cuore; contengono quattro passi della Torah [Esodo 13, 1-10, 11-16; Deuteronomio 6,
4-9; 11, 13-21] scritti su rotolini di carta. Guai a non indossare questi aggeggi alla
preghiera del mattino, tutti i giorni feriali; ma non al sabato o nei giorni festivi,
beninteso; ci sono precise prescrizioni scritte in proposito [Esodo, 13,9;
Deuteronomio 6,8 e 11,18]. Chi tocca i tefillin, muore.
A differenza di – forse – tutte le altre religioni, quella greca non si fondava sulla
rivelazione, ma sull’animo umano. È forse l’unica buona religione.
Per Omero, i defunti si consumavano nel ricordo e nel rimpianto della vita terrena,
senza che le loro condizioni avessero riferimento alcuno a quello che avevano fatto in
vita. No karman.
Il dio Asclepio, o Esculapio, figlio di Apollo e Coronide, era nato ad Epidauro, dove
da tempo [V° secolo a.c.] avvenivano guarigioni prodigiose. Medico degli dei,
Esculapio [così rinominato dai Romani] andava in giro per Epidauro, Pergamo, e
l’isola di Kos, compiendo guarigioni miracolose, strepitose; era tanto venerato per le
sue capacità taumaturgiche, da essere considerato ancora da Giovanni evangelista, un
temibile concorrente di Cristo.
Il Movimento degli Hare-Krsna prescrive agli adepti di condurre una vita sessuale
morigerata, with sexual intercourse esclusivamente tra coniugi: non più di un solo
rapporto sessuale al mese; e sempre con intenzioni procreative.
Tra le altre idiozie del Movimento di Hare-Krsna, va ricordato che il principale imperativo del culto è la ripetizione di uno stupidissimo ‘mantra’ di 16 vocaboli [“HareKrsna, Hare-Krsna, Krsna, Krsna, Hare, Hare, Hare-Rama, Hare-Rama, Hare-Rama,
Hare, Hare”], che va cantato almeno 1728 volte al giorno. [Si possono comprare nei
supermercati delle collane apposite, come i rosari, per tenere il conto, costituite da
108 grani ciascuna; basta farle girare 16 volte: 16x108 = 1728; quelli che hanno
meno di 16 dita – comprese quelle dei piedi, beninteso - possono comprare un
secondo rosario, appositamente predisposto con 16 grani].
William Wadè Harris, il fondatore [1910] del Movimento di Harris, dice di aver
‘visto’ l’Arcangelo Gabriele – è sempre in giro a far pasticci, sto Gabriele - che gli
ha raccontato un pò delle solite storielle sulla divinità e contorni, e lo ha nominato
profeta di una nuova religione per la conversione dell’Africa Occidentale.
Anche il nono Inca, Cusi Yupanqui [1438-1471] ha avuto delle visioni; ma invece
dell’arcangelo Gabriele, che non aveva ancora scoperto l’America, si era visto
davanti il dio sole, in persona. E non finì accecato; non si sa come. Miracolo, fu?
Le sacerdotesse Inca, vergini, vivevano in monasteri molto riservati, a massima
castità controllata. Quelle che violavano la consegna venivano seppellite vive e
l’uomo veniva subito strangolato; lì vicino; senza querimonie.
Gli indiani Chibcha cospargevano il Principe dei Kazike di Guatavita, prima con
della resina e poi con polvere d’oro, quindi lo immergevano nel lago sacro, come
offerta d’oro alla dea Bachue’, progenitrice dell’umanità. Gli spagnoli lo chiamarono
‘el dorado’, quello dorato.
Il segno di riconoscimento dei visnuisti è la ‘tirunamà , una U bianca disegnata sulla
fronte, a partire dalla radice del naso, con una bio-vernice ricavata dalla combustione
lenta dello sterco di vacca, mescolato con urina – della prima vacca che capita - di
prima mattina. L’applicazione della U è un imperativo da soddisfare
quotidianamente.
Krsna, dotato di grandissima intelligenza, risiede insieme a Radha in una specie di
paradiso detto goloka [“mondo delle vacche”], dove non ci sono che gioie e
divertimenti.
Era quello stesso Krsna, che era sfuggito al massacro di tutti i bambini maschi del
regno, ordinato da re Kamsa [si era intorno all’anno tremila a.c.], predecessore del
nostro più famigliare Erode.
L’ unico simbolo sacro della setta sivaita dei Virasaiva è il linga, il fallo.
Per i seguaci del Saktismo, l’unione sessuale tra uomo e donna, riproduce l’unione
perfetta tra Siva e Sakti [la forza, la potenza creatrice] e il coito quindi è una forma di
venerazione di Sakti.
Secondo la tradizione indù, Brahma creò questo mondo, su invocazione di Visnù;
Brahma vivrà per 3.110.040 miliardi di anni; poi un altro brahma creerà un altro
universo, su invocazione di un’altra divinità
Visnù [detto anche Visnu-gambalunga] è quel tale che, secondo la mitologia vedica,
attraversò tutto l’universo in soli tre passi!
Sono noti almeno 1008 nomi, delle varie ‘manifestazioni’ di Siva.
Visnuiti e Sivaiti hanno sistematizzato la faccenda della discesa [avatara] di dio sulla
terra: ogni tanto, quando occorre, un dio s’incarna in qualcuno, per poter essere
d’aiuto alla gente.
Niente di straordinario. Basta disporre di divinità come si deve.
Pare che un brahmano avido di denaro, per effetto della legge del karma, rinasca
maiale.
Si rimane sorpresi, dalla miriade di sculture, bassorilievi, che adornano le pareti
esterne dei templi induisti. Puo essere utile, a comprenderne il significato, sapere che
allo stesso modo di ‘come una frase in sanscrito può avere, a seconda di come si
suddividono le parole, un significato ascetico oppure erotico; allo stesso modo i
gruppi di statue di uomini e donne nelle varie fasi del gioco d’amore erotico e
dell’unione sessuale, sono simboli dell’amore umano per il divino, oppure dell’ascesa
estatica.’
Maometto, l’ultimo dei 124.000 [cifra tonda] profeti di Allah, quando stava per
stabilire un ‘contatto’ con la divinità, aveva tremori, brividi di freddo, si metteva
sotto una coperta, e cominciava a gemere, rantolare e addirittura urlare. Una
sintomatologia che ricorda da vicino la crisi isterica, secondo la psichiatria corrente.
La sharìa, in origine ‘la via che conduceva allo spiazzo dove si abbeveravano le
bestie’, finisce per designare … il cammino da seguire, la legge canonica dei doveri
religiosi islamici.
Le traduzioni del Corano non sono certo univoche, ma alcuni incitamenti, ripetuti,
non è che siano granche’: “… uccidi gli idolatri, ovunque li trovi, e prendili
prigionieri e assediali, e attendili in ogni luogo che si presti per un agguato.” [sura 9,
versetto 5]; “... essi sono miscredenti...se avranno volto le spalle per allontanarsi da
voi, prendeteli, uccideteli ovunque li troviate ...” [sura 4, versetto 91].
Non si può dire che gli piacesse il gioco ‘pulito’, a Maometto, o al suo capo.
Secondo il diritto islamico, il mondo sarebbe diviso in due parti: il territorio islamico
[dar al-Islam] e il territorio della guerra [dar al-harb]. In tale visione, la gihad, la
guerra santa, dovrebbe continuare fino alla totale sottomissione di questo secondo
territorio alla legge islamica. [marameo, marameo!]
Al mussulmano è concesso avere fino a quattro mogli ed un numero illimitato di
concubine; ai mussulmani schiavi, solo due mogli legittime. Maometto, tuttavia,
aveva nove mogli; pare che abbia usufruito di una dispensa particolare da Allah in
persona [Corano, sura 33], dati i buoni uffici del Profeta, che tanto s’era dato da fare
per l’Islam [e soprattutto per sputar fuori il Corano].
‘Quello degli Ahmadiya è un movimento fondato nel Ounjab indiano intorno al
1879/80 da Mirza Ghulam Ahmad…[essi] affermano che Gesu Cristo è stato
certamente crocifisso, ma che quando è stato posto nel sepolcro, era morto solo
apparentemente: dopo aver ripreso conoscenza, il Cristo sarebbe fuggito nel Kashmir
– per esser sicuro di allontanarsi abbastanza da quei postacci dove inchiodavano la
gente - dove si rimise a predicare il Vangelo. Pare però che non abbia avuto molto
seguito, colà. Sarebbe morto a 120 anni e sepolto a Srinagar, dove la sua tomba è
ancoroggi venerata.’
Il compito principale del capo supremo del Movimento di Konkokyo, fondato nel
1859 dal giapponese Kawate Bunjiro, consiste in una meditazione quotidiana
all’altare del santuario principale di Konko, della durata di dodici ore nette, senza
sconti.
Per gli antichi lettoni, il dio del cielo, Dievs, era allevatore e proprietario di una
fattoria, là in alto; e scendeva periodicamente ‘a far visita’ ai contadini, fertilizzare i
loro campi e vegliare sul bestiame. Veramente una brava persona.
Tra le divinità lituane, c’era Zverine, dea protettrice dei cani.
Nel marzo del 1840, Jakob Lorber sentì una voce che gli diceva ‘prendi una penna e
scrivi!’. E fu così che cominciò a ‘scriverè in tutto poco più che 25 volumi soltanto,
gli ‘Scritti della nuova Salem’, testo di riferimento del movimento religioso detto
Società di Lorber.
Questo Movimento non ammette la costruzione di chiese. I riti si svolgono nelle case
degli adepti.
I seguaci del Manicheismo dovevano osservare tre soli comandamenti, impressi sul
corpo: uno sulla bocca [niente carne, sangue e vino], uno sulla mano [niente violenza]
e uno sul pube [castità].
Il loro rito più importante era il banchetto sacro: si consumavano pane, cetrioli e
meloni verdi.
Secondo il Mazdakismo, movimento religioso sorto nella Persia del V° secolo d.c., la
liberazione dai mali del mondo si raggiungerebbe con un sistema sociale in cui tutte
le donne e le ricchezze fossero patrimonio di tutti.
Il Mazdakismo propugnava anche un programma sociale di vegetarianismo,
pacifismo, anti-clericalismo e comunismo. Era una religione molto simile al
buddhismo, come praticato nell’Asia Centrale. Per l’Islam, mazdakita è sinonimo di
eretico. [Circle of Ancient Iranian Studies at the School of Oriental & African
Studies, SOAS, Univ. of London, 2002].
Secondo il Movimento della Meditazione Trascendentale, chi pratica regolarmente
questo tipo di meditazione per sette anni, ringiovanisce di 15 anni. Non solo, ma le
prospettive sono anche migliori, se si pensa che dandosi un pò da fare con questa
meditazione, si può raggiungere l’onniscienza, e quindi la conoscenza del passato e
del futuro, l’invisibilità, la levitazione, e altre simili piccole bestialità.
Quella forza misteriosa che ogni essere vivente ha dentro di se’, questo ‘mana’
individuale, come lo chiamano gli aborigeni della Melanesia, può essere accresciuto
carpendolo ad altri esseri, magari tagliando loro la testa, e mangiandoli all’uso
cannibalico tradizionale.
Tra le usanze cultuali dei Taraschi, bellicosi indigeni del Messico, vi era quella di
effettuare, alla morte del re, il completo sterminio del suo seguito
Joe Smith, padre fondatore del movimento dei Mormoni [1830] ebbe la sua prima
visione già a 15 anni, quando Dio gli apparve per ammonirlo che tutte le altre
religioni erano in errore su diverse cose; poi vide l’angelo Moroni; quattro anni dopo,
lo stesso angelo gli avrebbe consegnato – in sogno ? – le tavole d’oro della nuova
legge. Lui, tranquillo, ma analfabeta, si fece aiutare da un fattore, un contadino e un
maestro di scuola elementare a tradurre quella specie di incomprensibili geroglifici
che usavano nell’empireo, e ne trasse il libro di riferimento dei Mormoni, The book
of Mormon.
Dev’essere una goduria, leggerlo.
Lo stesso Joe Smith, che s’era fatto un numero di mogli stimato tra 27 e 49, pensò
bene di inserire la poligamia fra i precetti del Mormonismo. Il suo successore,
Brigham Young, aveva solo 17 mogli, ma ben 56 figli.
Secondo questi tali Mormoni, ‘Gesù Cristo – che durante la vita terrena si era unito in
matrimonio con Maria, Marta e Maria Maddalena – apparirà un giorno ai Mormoni.. ‘
camminando sulle acque del lago salato [e anche un pò asciutto], vicino a Salt Lake
City.
Secondo il movimento dei Mussulmani Neri, di cui facevano parte Malcolm X e
Cassius Clay, il padreterno Allah in origine aveva creato solo uomini neri; ma aveva
poi affidato a certi eruditi infernali l’incarico di fare esperimenti, per vedere se
usciva qualcosa di meglio. Ma l’esperimento fallì in pieno, tanto che saltarono fuori
uomini bruni, rossi, gialli, ecc. ecc.
Secondo Malcolm X: “ I rossi, i bruni, i gialli, tutti appartengono alla nazione nera;
sono tutti tra loro fratelli. Solo il Bianco, è straniero.”
Sempre Malcolm X diceva: “Tutto quello che il Cristianesimo ha fatto per i neri è
questo: li ha tenuti in schiavitù.”
La chiesa Nazarethana, fondata da un certo Isahia Shembe nel 1911, e con un certo
seguito nell’Africa del sud, venera un Cristo nero. Dicono infatti gli adepti, che prima
Cristo venne come uomo bianco; poi si fece uomo nero, nella persona di Shembe.
Perciò, Shembe è giustamente detto il Cristo degli Zulu.
Scrive lo storico R.J. Rummel, che la Santa Cristiana Inquisizione uccise fra le 100
mila e le 200 mila persone, condannate come ‘eretiche’. I Protestanti, per parte loro,
uccisero circa 100 mila donne, condannate per stregoneria. [“Freeman: ideas on
liberty” (1997), 47, 396-403]
Un certo numero di Nuove Religioni sono state fondate da donne. In Polinesia, le
religioni Hapu e Iti-Atua; in Giappone, Tenrikyo, Omotokyo, Risshokosei-kai, Odoru
Shokyo; negli Stati Uniti: Scienza Cristiana, Società Teosofica.
Osayo [al secolo Kitamura Sayo], aveva avuto ripetuti incontri con la divinità
suprema; e un bel giorno addirittura l’onnipotente Tensho Kotai Jingu, essere
supremo dell’universo, scese nel suo corpo; non solo, ma fece posto anche ad
Amaterasu, la divinità shintoista. Cosicchè si formò la trinità Osayo, Tensho e
Amaterasu [essendoci Amaterasu, forse stavano comodi, dentro Osayo, anche se un
pò stretti]. Diceva Osayo: “il mio corpo è il tempio di dio e io sono costantemente in
collegamento radio con lui.” Ma non poteva semplicemente telefonargli? Eppoi, se
Tensho era dentro di Lei, che bisogno c’era di tutte queste telecomunicazioni? Non
poteva semplicemente dirgli: ‘Ehi, mi senti? Debbo dirti una cosa.’
Deguchi Nao, invece, la fondatrice della Religione del Grande Principio, o
Omotokyo, ebbe la rivelazione con modalità prettamente giapponesi: stava facendo
un pò di ikebana con delle azalee che aveva lì, quando all’improvviso salto sù
dicendo << Predicherò nel mondo il Principio della Causa Prima>>; prendendo tutti
di sorpresa.
Non molto tempo dopo, a dispetto della gentilezza con la quale aveva fatto ‘fiorire’ la
Nuova Religione, Deguchi Nao fu dichiarata malata di mente e rinchiusa in appositi
locali, con grandi pareti, sulle quali si esercitava a prendere un nugolo di appunti, che
poi le servirono per riempire addirittura un migliaio intero di quaderni.
Uno degli imperativi ai quali sottostavano i seguaci dei Culti Orfici [che traevano
origine dall’amico Orfeo], era quello di non indossare abiti di lana [d’accordo, basta
con l’avere sulla pelle derivati animali! Cotone, cotone ci vuole! Viva la cellulosa!] e
di esercitare una certa sobrietà nel consumo di carne, uova e fagioli.
Tra le punizioni che venivano affibbiate ai Parsi che andavano a confessarsi davanti
al loro sacerdote, ve n’era una che imponeva l’uccisione delle creature malvagie di
Ahriman [il loro equivalente di Lucifero], quali formiche, zanzare e scorpioni.
Bellissimo il fondamento fondante del Movimento PL-Kyodan, la giapponese
Confraternita della Perfetta Libertà: “ La vita è arte. Solo conducendo una vita
all’insegna dell’arte, si può giungere a conoscere il senso dell’esistenza.”
I Romani riservavano un olimpo grande alle maggiori divinità [dii majores: Giove e
Giunone, Minerva e Nettuno, Marte e Venere, Apollo e Diana, ecc.] e un olimpo
piccolo alle divinità minori [dii minores]. Ma stranamente – a mio avviso - nel
gruppo delle divinità minori c’erano Pax, la dea della pace; Concordia, dea della
concordia sociale; Victoria, dea della vittoria; e Hymeneus, dio del matrimonio; tutte
divinità ‘influenti’ su questioncelle piuttosto importanti sia per il menage pubblico,
che per quello privato.
Gli imperatori romani, che fuori di Roma dovevano essere considerati come divinità
già in vita, in città potevano essere ‘divinizzati’ solo dopo la morte. È così che
furono edificati templi a Giulio Cesare, ad Augusto, a Vespasiano, a Tito, ad
Adriano, ad Antonino Pio, a Marco Aurelio. Solo a partire da Diocleziano, alla fine
del quarto secolo d.c., gli imperatori venivano trattati subito come divinità anche a
Roma.
Il cambiamento simbolico di sesso sembra favorire il rapimento estatico. È perciò che
gli sciamani, uomini e donne, si scambiano gli abiti, prima delle ‘funzioni’ cultuali.
Lo sciamano degli Sciti, se non azzeccava le sue predizioni, veniva ucciso senza
esitazione.
[Alla morte del Principe scita, moglie, servi e cavalli, venivano uccisi e sepolti nella
stessa tomba.]
Secondo il Movimento religioso Seicho-no-ie, fondato nel 1930 da Tanigichi
Masaharu, “..ogni giapponese deve avere la consapevolezza di essere figlio della
divinità..”. La soluzione ai problemi ‘correnti’ può essere ottenuta solo migliorando
noi stessi, trasformandoci in uomini-dei.
I Sumeri potevano disporre di 3600 divinità, giusto il quadrato di 60, il loro numero
magico; i sacerdoti e le sacerdotesse celebravano i riti sacrificali, nudi; ma non
davanti a tutti.
Nel buddhismo tibetano si formarono due correnti dette, simpaticamente, quella dei
‘berretti gialli’ e quella dei ‘berretti rossi’.
La Chiesa dell’Unificazione, fu fondata a Seul da San Myung Mun, nel 1945. Tale
fondatore, aveva avuto diversi incontri con le divinità superiori: aveva incontrato
Gesù Cristo nel 1936; quindi per una decina d’anni aveva frequentato volta a volta
Cristo, Dio in persona, Mosè e Buddha. Nel gennaio del 1972, ancora si vede con Dio
stesso, l’altissimo. Tutti questi incontri debbono avergli portato bene, visto che, oltre
ad un certo seguito religioso, gli procurano tra l’altro delle fabbriche d’armi di
discrete dimensioni, un’industria farmaceutica [Il-WHA-Pharma], fabbriche di
ginseng, di te’, ecc.; arrivò a fondare persino il corpo di ballo nazionale coreano.
Gli edifici del culto andrebbero costruiti impiegando la pietra sacra della Corea; ma
in mancanza di questa, si può consacrare il sito con un pò di sale; il sale deve essere
impiegato per ‘purificare’ il cibo, gli indumenti, e ogni cosa, comprese le automobili;
quando si dorme fuori casa, bisogna sempre usare il sale per purificare la stanza
dell’albergo. Insomma, ‘a maggior gloria di dio’, bisogna girare sempre col salino in
tasca.
Idiozie cristianiche.
Sentite un pò cosa è stato sfornato dal Concilio di Trento: « Poiché il Cristo, nostro
Redentore, ha detto che ciò che offriva sotto la specie del pane era veramente il suo
Corpo, nella Chiesa di Dio vi fu sempre la convinzione, e questo santo Concilio lo
dichiara ora di nuovo, che con la consacrazione del pane e del vino si opera la
conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo del Cristo, nostro
Signore, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa
conversione, quindi, in modo conveniente e appropriato, è chiamata dalla santa
Chiesa cattolica transustanziazione ». [Concilio di Trento, Sess. 13a, Decretum de
ss. Eucharistia, c. 4: DS 1642.]
La transustanziazione, concetto inventato pare da Ildeberto di Lavardin [~1133] e
adottato da papa Alessandro III [~1150], non fu accettata da Martin Lutero e dal
Protestantesimo.
L'interpretazione di una trasformazione non sostanziale, ma solo simbolica, è stata
respinta anche recentemente da papa Pio XII con l'enciclica 'Humani generis' del
1950, e riaffermata da Paolo VI (malgrado ufficialmente, non fosse stato dichiarato
scemo-vero) nel 1965: “..Cristo Signore è presente nel sacramento dell’eucaristia
per la transustanziazione. Ma perché nessuno fraintenda questo modo di presenza,
Cristo non si fa presente in que-sto sacramento se non per la conversione di tutta la
sostanza del pane nel corpo di Cristo e di tutta la sostanza del vino nel suo
sangue;….Avvenuta la transustanziazione, le specie del pane e del vino ..contengono
una nuova "realtà".. poiché convertita la sostanza o natura del pane e del vino nel
corpo e sangue di Cristo, nulla rimane più del pane e del vino…” [Mysterium Fidei,
Enciclica di Paolo VI, 1965].
Un bel ‘misterium’ davvero!
A questo punto, con l’assunzione dell’ostia che non è più farina con acqua, ma carne
fresca e del vino che è diventato sangue, sembra proprio che si realizzi una forma di
‘cannibalismo’ rituale convenzionale.
D’altra parte qualcuno disse per conto del Cristo: « In verità, in verità vi dico: se non
mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi
la vita » [Giovanni 6,53]. E ancora Gesù dice: «Io sono il pane vivo, disceso dal
cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia
carne….Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna.. Perché la
mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il
mio sangue dimora in me e io in lui» [Giovanni 6, 51. 53. 54. 56].
Sembrano in tutto e per tutto discorsi da cannibali inveterati !
Non per nulla « Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non
andavano più con lui. » [Giovanni 6, 66]. Mi sembra giusto. D’altra parte, credo
proprio che se qualcuno andasse in giro, oggidì, dicendo cose simili, cercherebbero
di rinchiuderlo in fretta e furia – e giustamente - in un posto ben sorvegliato,
affidandolo alle pietose cure di una piccola squadra di psichiatri.
Eppoi, tra parentesi, nel ‘corpo’ di solito il sangue è già naturalmente presente; che
bisogno c’è di trasformare il vino in sangue? Questa bevuta di sangue, fa appello
stranamente ai riti immaginari di natura vampiresca. Che necessità c’e’, di tutta sta
mangiata di carne cruda con bevuta di sangue? Eppoi, il celebrante beve anche il
vino-transustanzializzato; ma non mi pare che tale vino-trattato sia distribuito in giro,
dopo la somministrazione dell’ostia-carne. Eppure l’imperativo del ‘bere il sangue’ è
ben chiaro: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”; “.. il
mio sangue vera bevanda…” [perché, la coca-cola, cos’e’?]; “..se non bevete il mio
sangue, non avrete in voi la vita..” [Giovanni 6:51-56]. Si direbbe quindi, che solo
il celebrante, potrà accedere al godimento di tutti i benefici connessi (???)
all’accoppiamento della mangiata con la bevuta.
Ma! Sarò schizzinoso, ma non mi iscriverei a nessun tipo di associazione che
richiedesse di bere il sangue crudo di qualcuno; fosse pure il padreterno in persona a
ordinarlo. Piuttosto, d’istinto, gli sputerei in faccia, a chi me lo chiedesse.
Accade così che, se fatti tutti i rituali scongiuri all’uso sciamanico, come previsto
dalla chiesa cattolica, “nulla rimane più del pane e del vino”, ma solo il corpo e il
sangue di Cristo, allora accade sicuramente che l’ostia = corpo e sangue di cristo
sono trasformati – come usa correntemente – in merda, nel giro di poche ore/
qualche giorno. E che il destino ulteriore di tale padreterno (!!???!) trasformato in
merda, è di coniugarsi con gli altri elementi escrementizi che popolano le cloache.
Bella fine, perdìo, per un padreterno.
E’ certo, che qualcuno – tra coloro che sostengono tali idiozie – è completamente
scemunito; non vi pare?
Ma è anche vero però, che per i cristiani non è del tutto nuova la storia del mangiarsi
l’un l’altro, crudi; basta guardarsi intorno nella Bibbia:
“.. mangerai il frutto delle tue viscere, le carni dei tuoi figli e delle tue figlie, che il
Signore tuo Dio ti avrà dato. L’uomo …guarderà … il suo fratello, la sua sposa e i
figli rimasti, perché alcuno non si prenda le carni dei suoi figli, delle quali si ciberà;
..la donna [guarderà] il proprio marito, il figlio e la figlia, e si ciberà di nascosto di
quanto esce dai suoi fianchi e dei bambini che deve ancora partorire..”
[Deuteronomio 28:53-57];
“..Farò loro mangiare la carne dei figli e la carne delle figlie; si divoreranno tra di
loro.” [Geremia 19:9];
“..in mezzo a te i padri divoreranno i figli e i figli divoreranno i padri…” [Ezechiele
5:10];
“.. dice il Signore: … farò mangiare le loro stesse carni ai tuoi oppressori, si
ubriacheranno del proprio sangue…” [Isaia 49:25];
“.. io sono il Signore vostro Dio…se non vorrete darmi ascolto…vi castigherò
…mangerete perfino la carne dei vostri figli e mangerete la carne delle vostre
figlie…” [Levitico 26:1-29].
Evidentemente il cristianesimo è una gran porcata. Insomma, un bello schifo.
E non basta.
La violenza e l’ignominia divina raggiunge, nella Bibbia, culmini davvero
inimmaginabili:
“… Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il
cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà.” [Genesi 6:17];
“… Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti
gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. Ogni essere che ha un alito di
vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta morì. Così fu sterminato ogni
essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli
del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui
nell'arca.” [Genesi 7:21-22].
Forse fu davvero il più grande massacro di tutti i tempi.
E nel caso non bastasse, ‘il Signore diò si mette pure a fare l’ infanticida a tutto
spiano:
“.. A mezzanotte il Signore colpì ogni primogenito nel paese d'Egitto, dal
primogenito del faraone che siede sul trono fino al primogenito del prigioniero nel
carcere sotterraneo, … non c'era casa dove non ci fosse un morto!” [Esodo 12:29]
“..dice il Signore degli eserciti…colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli
appartiene… uccidi uomini, donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e
asini…” [Samuele_1 15:3];
“.. il Signore gli disse: …non abbiate misericordia. Vecchi, giovani, ragazze,
bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio…riempite di cadaveri i
cortili…” [Ezechiele 9:4-7];
“Samaria espierà, perché si è ribellata al suo Dio. Periranno di spada, saranno sfracellati i bambini; e le donne incinte sventrate.” [Osea 14:1].
Oggi, ad un ‘Signore’ così , si direbbe chiaro e tondo che è un porco nazi-comunista!
Ma è certo che quel tal Signore aveva proprio delle gran brutte abitudini.
“.. Ora in quella notte l'angelo del Signore scese e colpì nell'accampamento degli
Assiri centottantacinquemila uomini. Quando i superstiti si alzarono al mattino, ecco,
quelli erano tutti morti. “ [Re_2 19:35].
[A Hiroshima, se ne andarono in meno di 100.000 soltanto, il 6 agosto del 45.]
“.. non lascerai in vita alcun essere che respiri; ma li voterai allo sterminio;
Ittiti, Amorreei, Cananei, Perizziti, Evei, Gebusei, come il Signore tuo Dio ti ha comandato di fare…” [Deuteronomio 20:16-17];
“.. così Giosuè battè tutto il paese, le montagne, il Negheb, il bassopiano, le pendici… Non lasciò alcun superstite e votò allo sterminio ogni essere che respira, come
aveva comandato il Signore Dio di Israele.” [Giosuè 10:40].
Ma costui, questo ‘Signore Diò, era proprio descritto come una bestia schifosa, un
pazzo criminale, uno Stalin-Mao-Hitler ante litteram! Chi sarà stato che ha cercato di
metterlo in così cattiva luce, questo dio santo, buono e misericordioso?
E non è finita. Se ne raccontano ancora di belle!
Jahve’, quello detto eufemisticamente ‘il giardiniere’, quello che stava a bada
dell’Eden - pare proprio che fosse il Signore dio di Abramo, amico sia di Cristo che
di Maometto e tanti altri - proibì ad Adamo di mangiare dell' «albero della
conoscenza», con queste parole: « perché, quando tu ne mangiassi, certamente
moriresti » [Genesi 2,17]; mica storie: o restate ignoranti, o creperete. E così fù.
Adamo ed Eva attinsero all’ «albero della conoscenza», per nostra fortuna. Ma questo
peccatuccio, questo cosiddetto <peccato originale> bastò a scatenare un putiferio. Le
maledizioni si sprecano: «Sterminerò dalla terra l'uomo – è sempre il Signore dio che
parla - che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo,
perché sono pentito d'averli fatti».[Genesi 6, 2-7]; «.. sterminerò dalla terra ogni
essere che ho fatto» [Genesi 7,4]. E tanto per cominciare con le delicatezze, “.. alla
donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai
figli. [Grazie, ma come è buono lei!] Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti
dominerà. » All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai
mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia
il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita.
Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba dei campi. Con il sudore del tuo volto
ti procurerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere
tu sei e in polvere tornerai!».
Insomma, si può dire che il padreterno aveva proprio perso le staffe. E molte cose
prendono ad andare di storto. Caino comincia col far fuori Abele; poi si mette a far
figli con sua madre Eva, poi con le figlie, le sorelle, le nipoti, le zie, ecc. ecc.;
insomma uno di quei miscugli che oggi diremmo un piccolo porcaio; senonche’, non
avrebbe potuto fare diversamente – al padreterno piacendo – visto che le uniche
donne dell’abitato erano sua madre Eva e le sue figlie, le sorelle, le nipoti, ecc. ecc.
Insomma, il porcaio l’aveva proprio voluto lui, il Signore dio; altrimenti, avrebbe
dovuto ‘creare’ un gruppo più nutrito di personaggi, fin dall’inizio; e nessuno sarebbe
stato costretto a far figli con sua madre, le sue sorelle, ecc. ecc. Sarebbe bastato poco,
a quel punto!
Ma non finisce quì, perché il disastro del ‘peccato originale’ si riversa addirittura su
tutti i discendenti, su tutta l’umanità a venire. Dogma di fede, naturalmente: “Noi
dunque riteniamo [Concilio di Trento], che il peccato originale viene trasmesso
insieme con la natura umana…”.
E ancora: “Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e
con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti
hanno peccato.” [Lettera di San Paolo ai Romani: 5, 12].
Belle balle, signor Paolo; ma che storie sono queste? Ha mai sentito dire, signor
Paolo, che la colpevolizzazione collettiva è considerata innammissibile, essendo
norma universalmente riconosciuta – tra le persone civili - che la responsabilità
penale è personale, e solo personale? Non tramandabile né ereditabile?
Ma un’abitudine, quella di far ricadere le colpe dei genitori sui loro figli, che quel
Signore aveva già praticata:
“..Dice infatti il Signore Dio: «Si farà venire contro di loro una folla … La folla le
lapiderà e le farà a pezzi [Oolà e Oo-libà, ree di essere due prostitute] con le spade;
ne ucciderà i figli e le figlie [colpevoli di essere figlie di Oolà e Oolibà].” [Ezechiele
23:25-47];
“.. Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a
Davide: «Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu non morirai. Tuttavia, poiché in
questa cosa tu hai insultato il Signore,… il figlio che ti è nato dovrà morire… Il
Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide ed
esso…morì.” [Samuele_2 12:15-19];
“.. Giosuè allora prese Acan di Zerach,… i suoi figli, le sue figlie,… li bruciarono
tutti e li uccisero tutti a sassate.” [Gio-suè 7:19-26]
Se a cotale Dio “ .. nessuna cosa è impossibile” [Levitico 1,37], non sarà allora che
anche l’ingiustizia, l’ignominia, la perversione, il crimine più efferato, gli sono
possibili?
Insomma, questo tal Signore, il dio di nonno Abramo, le aveva proprio tutte, queste
brutte caratteristiche. Era davvero un gran brutto ceffo! Forse il più brutto di tutti.
E quell’altro Cristo, che vorrebbe farci mangiare la carne cruda e farci bere il sangue
suo, doveva essere davvero suo parente stretto, come dicevano in giro!
Ma perché non ce l’ha mai detto nessuno?
_________________
Scarica

Foglie per un anno