ACTA ORDINIS
FRATRUM MINORUM
VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA
IUSSU ET AUCTORITATE
Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS
IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM
IN LUCEM AEDITA
Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15).
Peculiari prorsus laude dignum putavimus,
dilecte Fili, consilium quo horum Actorum
collectio atque editio suscepta est.
(Ex Epist. L eonis P p . XIII ad Min. Gen.)
ROMA
CURIA GENERALIS ORDINIS
CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA
Fr. José R. Carballo, ofm, Min. Gen.
Fr. Luigi Perugini
Director
Fr. Gianpaolo Masotti
Director responsabilis
Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965
Impaginazione e grafica
John Abela per l’Ufficio Comunicazioni OFM – Roma
Stampato dalla
Tipografia Mancini s.a.s. – Tivoli (Roma)
nel mese di gennaio dell’anno 2010
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
1. Discorso di Benedetto XVI alla cittadinanza di Bagnoregio
Braccio”, mantenete viva la memoria e approfondite la dottrina, specialmente mediante
il Centro di Studi Bonaventuriani fondato da
Piazza Sant’Agostino, Bagnoregio, Bonaventura Tecchi, che con cadenza annuale
6 settembre 2009 promuove qualificati convegni di studio a lui
dedicati.
CERCATORE DI DIO
Non è facile sintetizzare l’ampia dottrina
E CANTORE DEL CREATO
filosofica, teologica e mistica lasciataci da san
Bonaventura. In questo Anno Sacerdotale vorCari fratelli e sorelle!
rei invitare specialmente i sacerdoti a mettersi alla scuola di questo grande Dottore della
La solenne celebrazione eucaristica di que- Chiesa per approfondirne l’insegnamento di
sta mattina a Viterbo ha aperto la mia visita sapienza radicata in Cristo. Alla sapienza, che
pastorale alla vostra Comunità diocesana, e fiorisce in santità, egli orienta ogni passo della
questo nostro incontro qui a Bagnoregio, pra- sua speculazione e tensione mistica, passanticamente la chiude. Vi saluto tutti con affetto: do per i gradi che vanno da quella che chiama
Autorità religiose, civili e militari, sacerdoti, “sapienza uniforme” concernente i principi
religiosi e religiose, operatori pastorali, giova- fondamentali della conoscenza, alla “sapienni e famiglie, e vi ringrazio per la cordialità za multiforme”, che consiste nel misterioso
con cui mi avete accolto. Rinnovo il mio rin- linguaggio della Bibbia, e poi alla “sapienza
graziamento in primo luogo al vostro Vescovo onniforme”, che riconosce in ogni realtà creata
per le sue affettuose parole che hanno richia- il riflesso del Creatore, sino alla “sapienza inmato il mio legame con san Bonaventura. E forme”, l’esperienza cioè dell’intimo contatto
saluto con deferenza il Sindaco di Bagnoregio, mistico con Dio, allorché l’intelletto dell’uograto per il cortese benvenuto che mi ha indi- mo sfiora in silenzio il Mistero infinito (cfr
rizzato a nome di tutta la Città.
J. Ratzinger, San Bonaventura e la teologia
Giovanni Fidanza, che divenne poi fra’ della storia, Ed. Porziuncola, 2006, pp. 92ss).
Bonaventura, unisce il suo nome a quello di Nel ricordo di questo profondo ricercatore ed
Bagnoregio nella nota presentazione che di se amante della sapienza, vorrei inoltre espristesso fa nella Divina Commedia. Dicendo: mere incoraggiamento e stima per il servizio
“Io son la vita di Bonaventura da Bagnoregio, che, nella Comunità ecclesiale, i teologi sono
che nei grandi offici sempre posposi la sinistra chiamati a rendere a quella fede che cerca l’incura” (Dante, Paradiso XII,127-129), sottoli- telletto, quella fede che è “amica dell’intelnea come negli importanti compiti che ebbe a ligenza” e che diventa vita nuova secondo il
svolgere nella Chiesa, pospose sempre la cura progetto di Dio.
delle realtà temporali (“la sinistra cura”) al beDal ricco patrimonio dottrinale e mistico di
ne spirituale delle anime. Qui, a Bagnoregio, san Bonaventura mi limito questa sera a traregli trascorse la sua infanzia e l’adolescenza; re qualche “pista” di riflessione, che potrebbe
seguì poi san Francesco, verso il quale nutriva risultare utile per il cammino pastorale della
speciale gratitudine perché, come ebbe a scri- vostra Comunità diocesana. Egli fu, in privere, quando era bambino lo aveva “strappato mo luogo, un instancabile cercatore di Dio
dalle fauci della morte” (Legenda Maior, Pro- sin da quando frequentava gli studi a Parigi,
logus, 3,3) e gli aveva predetto “Buona ventu- e continuò ad esserlo sino alla morte. Nei suoi
ra”, come ha ricordato poc’anzi il vostro Sin- scritti indica l’itinerario da percorrere. “Poidaco. Con il Poverello di Assisi seppe stabilire ché Dio è in alto – egli scrive - è necessario
un legame profondo e duraturo, traendo da che la mente si innalzi a Lui con tutte le forze”
lui ispirazione ascetica e genio ecclesiale. Di (De reductione artium ad theologiam, n. 25).
questo vostro illustre concittadino voi custo- Traccia così un percorso di fede impegnativo,
dite gelosamente l’insigne reliquia del “Santo nel quale non basta “la lettura senza l’unzione,
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
la speculazione senza la devozione, la ricerca
senza l’ammirazione, la considerazione senza
l’esultanza, l’industria senza la pietà, la scienza senza la carità, l’intelligenza senza l’umiltà, lo studio senza la grazia divina, lo specchio
senza la sapienza divinamente ispirata” (Itinerarium mentis in Deum, prol. 4). Questo cammino di purificazione coinvolge tutta la persona per arrivare, attraverso Cristo, all’amore
trasformante della Trinità. E dato che Cristo,
da sempre Dio e per sempre uomo, opera nei
fedeli una creazione nuova con la sua grazia,
l’esplorazione della presenza divina diventa
contemplazione di Lui nell’anima “dove Egli
abita con i doni del suo incontenibile amore”
(ibid. IV,4), per essere alla fine trasportati in
Lui. La fede è pertanto perfezionamento delle
nostre capacità conoscitive e partecipazione
alla conoscenza che Dio ha di se stesso e del
mondo; la speranza l’avvertiamo come preparazione all’incontro con il Signore, che segnerà il pieno compimento di quell’amicizia che
fin d’ora ci lega a Lui. E la carità ci introduce
nella vita divina, facendoci considerare fratelli
tutti gli uomini, secondo la volontà del comune Padre celeste.
Oltre che cercatore di Dio, san Bonaventura fu serafico cantore del creato, che, alla sequela di san Francesco, apprese a “lodare Dio
in tutte e per mezzo di tutte le creature”, nelle
quali “risplendono l’onnipotenza, la sapienza
e la bontà del Creatore” (ibid. I,10). San Bonaventura presenta del mondo, dono d’amore
di Dio agli uomini, una visione positiva: riconosce nel mondo il riflesso della somma Bontà e Bellezza che, sulla scia di sant’Agostino
e san Francesco, afferma essere Dio stesso.
Tutto ci è stato dato da Dio. Da Lui, come da
fonte originaria, scaturisce il vero, il bene e il
bello. Verso Dio, come attraverso i gradini di
una scala, si sale sino a raggiungere e quasi
afferrare il Sommo Bene e in Lui trovare la
nostra felicità e la nostra pace. Quanto sarebbe
utile che anche oggi si riscoprisse la bellezza e
il valore del creato alla luce della bontà e della
bellezza divine! In Cristo, l’universo stesso,
nota san Bonaventura, può tornare ad essere
voce che parla di Dio e ci spinge ad esplorarne
la presenza; ci esorta ad onorarlo e glorificarlo
in tutte le cose (cfr ibid. I,15). Si avverte qui
l’animo di san Francesco, di cui il nostro Santo
condivise l’amore per tutte le creature.
San Bonaventura fu messaggero di speranza. Una bella immagine della speranza la troviamo in una delle sue prediche di Avvento,
dove paragona il movimento della speranza al
volo dell’uccello, che dispiega le ali nel modo
più ampio possibile, e per muoverle impiega
tutte le sue forze. Rende, in un certo senso,
tutto se stesso movimento per andare in alto
e volare. Sperare è volare, dice san Bonaventura. Ma la speranza esige che tutte le nostre
membra si facciano movimento e si proiettino
verso la vera altezza del nostro essere, verso
le promesse di Dio. Chi spera - egli afferma
- “deve alzare il capo, rivolgendo verso l’alto
i suoi pensieri, verso l’altezza della nostra esistenza, cioè verso Dio” (Sermo XVI, Dominica
I Adv., Opera omnia, IX, 40a).
Il Signor Sindaco nel suo discorso ha posto
la domanda: “Che cosa sarà Bagnoregio domani?”. In verità tutti ci interroghiamo circa
l’avvenire nostro e del mondo e quest’interrogativo ha molto a vedere con la speranza, di
cui ogni cuore umano ha sete. Nell’Enciclica
Spe salvi ho notato che non basta però una
qualsiasi speranza per affrontare e superare
le difficoltà del presente; è indispensabile una
“speranza affidabile”, che, dandoci la certezza
di giungere ad una meta “grande”, giustifichi
“la fatica del cammino” (cfr n.1). Solo questa
“grande speranza-certezza” ci assicura che
nonostante i fallimenti della vita personale e
le contraddizioni della storia nel suo insieme,
ci custodisce sempre il “potere indistruttibile
dell’Amore”. Quando allora a sorreggerci è tale speranza non rischiamo mai di perdere il coraggio di contribuire, come hanno fatto i santi,
alla salvezza dell’umanità, aprendo noi stessi
e il mondo all’ingresso di Dio: della verità,
dell’amore, della luce (cfr n. 35). Ci aiuti san
Bonaventura a “dispiegare le ali” della speranza che ci spinge ad essere, come lui, incessanti cercatori di Dio, cantori delle bellezze del
creato e testimoni di quell’Amore e di quella
Bellezza che “tutto muove”.
Grazie, cari amici, ancora una volta per la
vostra accoglienza. Mentre vi assicuro un ricordo nella preghiera imparto, per intercessione di san Bonaventura e specialmente di Maria, Vergine fedele e Stella della speranza, una
speciale Benedizione Apostolica, che volentieri estendo a tutti gli abitanti di questa Terra
bella e ricca di santi.
Grazie per la vostra attenzione!
Benendetto XVI
[L’Osservatore Romano, 7-8 settembre 2009, p. 8]
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
2. Messaggio per la giornata missionaria
mondiale 2009
Domenica, 18 ottobre 2009
“LE NAZIONI CAMMINERANNO
ALLA SUA LUCE”
In questa domenica, dedicata alle missioni,
mi rivolgo innanzitutto a voi, Fratelli nel ministero episcopale e sacerdotale, e poi anche a
voi, fratelli e sorelle dell’intero Popolo di Dio,
per esortare ciascuno a ravvivare in sé la consapevolezza del mandato missionario di Cristo di
fare “discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19), sulle
orme di san Paolo, l’Apostolo delle Genti.
“Le nazioni cammineranno alla sua luce”
(Ap 21,24)). Scopo della missione della Chiesa
infatti è di illuminare con la luce del Vangelo
tutti i popoli nel loro cammino storico verso
Dio, perché in Lui abbiano la loro piena realizzazione ed il loro compimento. Dobbiamo
sentire 1’ansia e la passione di illuminare tutti
i popoli, con la luce di Cristo, che risplende sul
volto della Chiesa, perché tutti si raccolgano
nell’unica famiglia umana, sotto la paternità
amorevole di Dio.
È in questa prospettiva che i discepoli di
Cristo sparsi in tutto il mondo operano, si affaticano, gemono sotto il peso delle sofferenze
e donano la vita. Riaffermo con forza quanto
più volte è stato detto dai miei venerati Predecessori: la Chiesa non agisce per estendere
il suo potere o affermare il suo dominio, ma
per portare a tutti Cristo, salvezza del mondo.
Noi non chiediamo altro che di metterci al servizio dell’umanità, specialmente di quella più
sofferente ed emarginata, perché crediamo che
“l’impegno di annunziare il Vangelo agli uomini del nostro tempo... è senza alcun dubbio
un servizio reso non solo alla comunità cristiana, ma anche a tutta l’umanità” (Evangelii
nuntiandi, 1), che “conosce stupende conquiste, ma sembra avere smarrito il senso delle
realtà ultime e della stessa esistenza” (Redemptoris missio, 2).
1. Tutti i Popoli chiamati alla salvezza
L’umanità intera, in verità, ha la vocazione radicale di ritornare alla sua sorgente, che è
Dio, nel Quale solo troverà il suo compimento
finale mediante la restaurazione di tutte le cose in Cristo. La dispersione, la molteplicità, il
conflitto, l’inimicizia saranno rappacificate e
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riconciliate mediante il sangue della Croce, e
ricondotte all’unità.
L’inizio nuovo è già cominciato con la risurrezione e l’esaltazione di Cristo, che attrae
tutte le cose a sé, le rinnova, le rende partecipi
dell’eterna gioia di Dio. Il futuro della nuova
creazione brilla già nel nostro mondo ed accende, anche se tra contraddizioni e sofferenze, la speranza di vita nuova. La missione della
Chiesa è quella di “contagiare” di speranza tutti i popoli. Per questo Cristo chiama, giustifica,
santifica e invia i suoi discepoli ad annunciare
il Regno di Dio, perché tutte le nazioni diventino Popolo di Dio. È solo in tale missione che
si comprende ed autentica il vero cammino
storico dell’umanità. La missione universale
deve divenire una costante fondamentale della
vita della Chiesa. Annunciare il Vangelo deve
essere per noi, come già per l’apostolo Paolo,
impegno impreteribile e primario.
2. Chiesa pellegrina
La Chiesa universale, senza confini e senza
frontiere, si sente responsabile dell’annuncio
del Vangelo di fronte a popoli interi (Evangelii nuntiandi, 53). Essa, germe di speranza
per vocazione, deve continuare il servizio di
Cristo al mondo. La sua missione e il suo servizio non sono a misura dei bisogni materiali o
anche spirituali che si esauriscono nel quadro
dell’esistenza temporale, ma di una salvezza
trascendente, che si attua nel Regno di Dio (cfr
Evangelii nuntiandi, 27). Questo Regno, pur
essendo nella sua completezza escatologico
e non di questo mondo (cfr Gv 18,36), è anche in questo mondo e nella sua storia forza di
giustizia, di pace, di vera libertà e di rispetto
della dignità di ogni uomo. La Chiesa mira a
trasformare il mondo con la proclamazione del
Vangelo dell’amore, “che rischiara sempre di
nuovo un mondo buio e ci dà il coraggio di vivere e di agire e... in questo modo di far entrare
la luce di Dio nel mondo” (Deus caritas est,
39). È a questa missione e servizio che, anche
con questo Messaggio, chiamo a partecipare
tutti i membri e le istituzioni della Chiesa.
3. Missio ad gentes
La missione della Chiesa, perciò, è quella
di chiamare tutti i popoli alla salvezza operata
da Dio tramite il Figlio suo incarnato. È necessario pertanto rinnovare l’impegno di annunciare il Vangelo, che è fermento di libertà e di
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
progresso, di fraternità, di unità e di pace (cfr
Ad gentes, 8). Voglio “nuovamente confermare che il mandato d’evangelizzare tutti gli
uomini costituisce la missione essenziale della
Chiesa” (Evangelii nuntiandi, 14), compito e
missione che i vasti e profondi mutamenti della società attuale rendono ancor più urgenti. È
in questione la salvezza eterna delle persone, il
fine e compimento stesso della storia umana e
dell’universo. Animati e ispirati dall’Apostolo
delle genti, dobbiamo essere coscienti che Dio
ha un popolo numeroso in tutte le città percorse anche dagli apostoli di oggi (cfr At 18,10).
Infatti “la promessa è per tutti quelli che sono
lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro” (At 2,39).
La Chiesa intera deve impegnarsi nella missio ad gentes, fino a che la sovranità salvifica
di Cristo non sia pienamente realizzata: “Al
presente non vediamo ancora che ogni cosa sia
a Lui sottomessa” (Eb 2,8).
base ad una logica umana o contando sulle
ragioni della forza, ma seguendo la via della
Croce e facendosi, in obbedienza filiale al Padre, testimone e compagna di viaggio di questa
umanità.
Alle Chiese antiche come a quelle di recente fondazione ricordo che sono poste dal Signore come sale della terra e luce del mondo,
chiamate a diffondere Cristo, Luce delle genti,
fino agli estremi confini della terra. La missio
ad gentes deve costituire la priorità dei loro
piani pastorali.
Alle Pontificie Opere Missionarie va il mio
ringraziamento e incoraggiamento per l’indispensabile lavoro che assicurano di animazione, formazione missionaria e aiuto economico
alle giovani Chiese. Attraverso queste Istituzioni pontificie si realizza in maniera mirabile
la comunione tra le Chiese, con lo scambio di
doni, nella sollecitudine vicendevole e nella
comune progettualità missionaria.
4. Chiamati ad evangelizzare anche mediante
il martirio
5. Conclusione
In questa Giornata dedicata alle missioni,
ricordo nella preghiera coloro che della loro
vita hanno fatto un’esclusiva consacrazione
al lavoro di evangelizzazione. Una menzione
particolare è per quelle Chiese locali, e per
quei missionari e missionarie che si trovano a
testimoniare e diffondere il Regno di Dio in situazioni di persecuzione, con forme di oppressione che vanno dalla discriminazione sociale
fino al carcere, alla tortura e alla morte. Non
sono pochi quelli che attualmente sono messi
a morte a causa del suo “Nome”. È ancora di
tremenda attualità quanto scriveva il mio venerato Predecessore, Papa Giovanni Paolo II:
“La memoria giubilare ci ha aperto uno scenario sorprendente, mostrandoci il nostro tempo
particolarmente ricco di testimoni che, in un
modo o nell’altro, hanno saputo vivere il Vangelo in situazioni di ostilità e persecuzione,
spesso fino a dare la prova suprema del sangue” (Novo millennio ineunte, 41).
La partecipazione alla missione di Cristo,
infatti, contrassegna anche il vivere degli annunciatori del Vangelo, cui è riservato lo stesso destino del loro Maestro. “Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più
grande del suo padrone. Se hanno perseguitato
me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20).
La Chiesa si pone sulla stessa via e subisce
la stessa sorte di Cristo, perché non agisce in
La spinta missionaria è sempre stata segno
di vitalità delle nostre Chiese (cfr Redemptoris
missio, 2). È necessario, tuttavia, riaffermare
che l’evangelizzazione è opera dello Spirito e
che prima ancora di essere azione è testimonianza e irradiazione della luce di Cristo (cfr
Redemptoris missio, 26) da parte della Chiesa
locale, la quale invia i suoi missionari e missionarie per spingersi oltre le sue frontiere. Chiedo perciò a tutti i cattolici di pregare lo Spirito
Santo perché accresca nella Chiesa la passione
per la missione di diffondere il Regno di Dio
e di sostenere i missionari, le missionarie e le
comunità cristiane impegnate in prima linea in
questa missione, talvolta in ambienti ostili di
persecuzione.
Invito, allo stesso tempo, tutti a dare un segno credibile di comunione tra le Chiese, con
un aiuto economico, specialmente nella fase di
crisi che sta attraversando l’umanità, per mettere le giovani Chiese locali in condizione di
illuminare le genti con il Vangelo della carità.
Ci guidi nella nostra azione missionaria la
Vergine Maria, stella della Nuova Evangelizzazione, che ha dato al mondo il Cristo, posto
come luce delle genti, perché porti la salvezza
“sino all’estremità della terra” (At 13,47).
A tutti la mia Benedizione.
Dal Vaticano, 29 giugno 2009 Benedetto XVI
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
3. The II Special Assembly for Africa of the
Synod of Bishops
MESSAGE TO THE PEOPLE OF GOD
During the Eighteenth General Congregation held this morning, Friday 23th October 2009, the Synodal Fathers approved the
Nuntius (Message), at the conclusion of the II
Special Assembly for Africa of the Synod of
Bishops.
INTRODUCTION
1. It was a special gift of grace and like
a last will and testament to Africa when the
Servant of God Pope John Paul II, towards
the end of his life, on November 13th, 2004,
announced his intention to convoke a Second
Special Assembly for Africa of the Synod of
Bishops. This same intention was confirmed
by his successor, our Holy Father, Pope Benedict XVI, on the 22nd of June, 2005, in one
of the first major decisions of his pontificate.
As we gather here for this Synod, from all
countries of Africa and Madagascar and the
adjacent Islands, with brother bishops and colleagues from all continents, with and under the
Head of the Episcopal College, with the participation of some fraternal delegates from other
Christian traditions, we thank God for this
providential opportunity to celebrate the blessings of the Lord on our continent, to assess our
stewardship as Pastors of God’s flock, and
to seek fresh inspiration and encouragement
for the tasks and challenges that lie ahead. It
is now fifteen years since the First Assembly
in 1994. The teachings and directives of the
Post Synodal Apostolic Exhortation Ecclesia
in Africa have not ceased to be a valid guide
for our pastoral efforts. In this follow-up assembly, however, the Synod has been able to
concentrate on a theme of the greatest urgency
for Africa: our service to reconciliation, justice and peace in a continent that is very much
in dire need of these graces and virtues.
2. We started our work here with an inaugural celebration of the Holy Eucharist, presided
over by His Holiness, Pope Benedict XVI, invoking the Holy Spirit to “lead us into all truth”
(Jn 16:13). On that occasion, the Pope reminded us that the Synod is not primarily a study
session. Rather, it is God’s initiative, calling
329
us to listen: listen to God, to one another and
to the world around us, in an atmosphere of
prayer and reflection.3. As we prepare to disperse to our various places of assignment, with
renewed commitment and courage, we wish
to address this message to the whole Church,
Family of God, especially to the Church in Africa: to our brother bishops on whose behalf
we are here; to the priests, deacons, religious
and all the lay faithful, and to all whose hearts
God may open to listen to our words.
PART I
LOOKING AT AFRICA TODAY
4. We live in a world full of contradictions and deep crisis. Science and technology
are making giant strides in all aspects of life,
equipping humanity with all that it takes to
make our planet a beautiful place for us all.
Yet tragic situations of refugees, abject poverty, disease and hunger are still killing thousands on a daily basis.
5. In all this, Africa is the most hit. Rich
in human and natural resources, many of our
people are still left to wallow in poverty and
misery, wars and conflicts, crisis and chaos.
These are very rarely caused by natural disasters. They are largely due to human decisions
and activities by people who have no regard
for the common good and this often through
a tragic complicity and criminal conspiracy of
local leaders and foreign interests.
6. But Africa must not despair. The blessings of God are still abundant, waiting to be
prudently and justly employed for the good of
her children. Where the conditions are right,
her children have proved that they can reach,
and have indeed reached, the height of human
endeavours and competence. There is much
good news in many parts of Africa. But the
modern media often tend to emphasize bad
news and thus seem to focus more on our woes
and defects than on the positive efforts that
we are making. Nations have emerged from
long years of war and are moving gradually
along the path of peace and prosperity. Good
governance is making appreciable positive
impact in some African nations, challenging
others to review past and present bad habits.
Signals abound of many initiatives seeking to
bring effective solutions to our problems. This
Synod, precisely by its theme, hopes to be part
of such positive initiatives. We call on all and
sundry to join hands to address the challenges
330
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
of Reconciliation, Justice and Peace in Africa.
Many are suffering and dying: there is no time
to waste.
7. Our office as bishops obliges us to consider everything in the light of faith. Soon
after the publication of EIA, the bishops of
Africa, through the Symposium of Episcopal
Conferences of Africa and Madagascar (SECAM), published a pastoral letter, with the
title: “Christ our Peace” (cf. Final Document
of the Plenary Assembly of SECAM at Rocca
di Papa, 1-8 October 2000, published in Accra, 2001). During this assembly, we have frequently reminded ourselves that the initiative
for all reconciliation and peace comes from
God. As the Apostle Paul declares: “God was
in Christ reconciling the world to himself”.
This is done by his gratuitous gift of pardon
without condition, “not counting their trespasses against them” (2Cor 5:17-20) and thus
introducing us to his peace. As for justice,
this too is God’s doing, through his justifying
grace in Christ.
8. In the same passage, St. Paul goes on to
say that God is “entrusting to us the message
of reconciliation”, and has indeed appointed us
“ambassadors for Christ, God making his appeal through us”. This is the exalted mandate
that we have received from our merciful and
compassionate God. The Church in Africa,
both as family of God and as individual faithful has the duty to be instruments of peace and
reconciliation, after the heart of Christ, who is
our peace and reconciliation. And it shall be
able to do this to the extent that she is herself
reconciled to God. Her strategies for reconciliation, justice and peace in society must go beyond and deeper than how the world handles
these matters. Like St. Paul, the Synod calls on
all the people of Africa: “We beseech you on
behalf of Christ, be reconciled to God” (2Cor
5:20). In other words, we call on all to allow
themselves to be reconciled to God. It is this
that opens the way to genuine reconciliation
among persons. It is this that can break the vicious circle of offence, revenge and counter attack. In all this, the virtue of pardon is crucial,
even before any admission of guilt. Those who
say that pardon does not work should try revenge and see. True pardon promotes the justice of repentance and reparation, leading to a
peace that goes to the roots of conflict, making
friends, brothers and sisters out of former victims and enemies. Since it is God who makes
this kind of reconciliation possible, we must
give adequate place for prayer and the sacraments in this ministry, especially the Sacrament of Penance.
PART III
TO THE WORLD-CHURCH
9. This Synod is beaming its light of concern and solidarity on the continent of Africa.
We thank the Holy Father for walking with Africa in her struggles and defending her cause
with the full weight of his enormous, moral
authority. Like his predecessors, he has always been a true friend of Africa and of Africans. In addressing our challenges, we have
been enriched and guided by the treasures and
wisdom of the magisterium of the Popes on
socio-political issues. In this regard, The Compendium of the Social Doctrine of the Church
is a vademecum and resource-material which
we hereby earnestly recommend to all our lay
faithful, especially those in high office in our
communities.
10. The Holy See has set up many direct
initiatives for the development and good of Africa. A case in point is the John Paul II Sahel
Foundation to fight against desertification of
the Sahel regions. Nor can we underestimate
the great services which the pontifical representatives render in our local Churches. Today,
the Holy See has nuncios in 50 out of the 53
nations of Africa. This is a strong indication of
the commitment of the Holy See to the service
of the continent. For this, the Synod expresses
deep appreciation.
11. We greet with fraternal affection the entire Church beyond the coasts of Africa, all of
us members of the same Family of God scattered all over the world. The presence and active participation of delegates from other continents at this assembly confirms our bond of
effective and affective collegiality. We thank
all those local Churches who have been reaching out to render service in and for Africa in
both the spiritual and material domains. In the
area of reconciliation, justice and peace, the
Church in Africa will continue to count on the
effective advocacy of Church leaders in those
rich and powerful countries whose policies,
actions or inactions go to cause or aggravate
the predicament of Africa. There is a special
historic link between Europe and Africa. In
this regard, therefore, the existing relationship between the two continental episcopal
bodies, the Council of Episcopal Conferences
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
of Europe (CCEE) and SECAM needs to be
strengthened and deepened. We also welcome
with joy the emergent fraternal rapport between the Church in Africa and the Church in
the Americas.
12. Many sons and daughters of Africa
have left home to seek abode in other continents. Many of them are doing well, contributing validly to the life of their new resident
countries. Others are just struggling to survive.
We recommend them all to the adequate pastoral care of the Church-Family of God, wherever they are. “I was a stranger and you made
me welcome” (Mt 25:35) is not only a parable
about the end of the world but also a duty to
be accomplished today. The Church in Africa
thanks God for many of her sons and daughters who are missionaries on other continents.
In this holy exchange of gifts, it is important
that all the stakeholders continue to work for
a transparent, fair, dignified and Christian
relationship. During the Synod session, the
Church in Africa accepted the challenge to
take an interest in people of African descent
in other continents, especially the Americas.
13. At this point, this Synod feels the duty
to express deep appreciation to the many missionaries, clergy, religious and lay faithful,
from other continents who have brought the
faith to most of the countries of Africa, many
of whom are still working there with zeal and
heroic dedication. Special thanks go to those
who have remained with their people even in
times of war and grave crisis. Some have even
paid for their fidelity with their very lives.
PART IV
THE CHURCH IN AFRICA
14. We recall with just pride that Christianity has been in Africa since its very beginning,
in Egypt and Ethiopia, and soon after in other
parts of North Africa. This ancient Church has
enriched the universal Church with prestigious theological, spiritual and liturgical traditions, illustrious saints and martyrs, as Pope
John Paul II has so eloquently pointed out (cf.
EIA, 31). The Churches of Egypt and Ethiopia,
which have survived numerous trials and persecutions, deserve high regard, and closer collaboration with the much younger Churches in
the rest of the continent. Such collaboration is
particularly important if we consider the thousands of migrants and young students from
south of the Sahara doing higher studies in the
331
Maghreb. Many of them are Catholics, bringing with them their attachment to the faith,
which greatly refreshes the local Church of
their place of residence. The Church in these
places, and other places made up mainly of
foreigners, counts on the solidarity of the Sister-Churches of Africa to send Fidei Donum
priests and other missionaries.
15. All over the continent, the Church will
continue to march in solidarity with her people. The joys and sorrows, the hopes and aspirations of our people are our own too (cf.
GS,1). We are convinced that the first and
most specific contribution of the Church to the
people of Africa is to proclaim the Gospel of
Christ. We are therefore committed to pursuing vigorously the proclamation of the Gospel
to the people of Africa, for “life in Christ is the
first and principal factor of development”, as
Pope Benedict XVI says in Caritas in veritate
(CV, 8). For a commitment to development
comes from a change of heart, and a change of
heart comes from conversion to the Gospel. In
this light, we accept our responsibility to be instruments of reconciliation, justice and peace
in our communities, “ambassadors for Christ”
(2Cor 5:20), who is our peace and reconciliation. In this regard, all members of the Church,
clergy, religious and lay faithful, must be mobilised to work together in the unity that brings
strength. We are challenged and encouraged
by the African proverb which says that “an
army of well organised ants can bring down an
elephant”. We should not be afraid of, less still
be discouraged, by the enormity of the problems of our continent.
16. The Church in Africa gladly welcomes
the call made in the Synod Hall for a “SouthSouth” collaboration in our efforts. Many of
the problems of and pressures on Africa are
found also in Asia and Latin America. We
believe that we have a lot to gain by not only
comparing notes but also joining hands. May
the Lord show us the way forward in this direction.
17. SECAM is the institution of the organic
pastoral solidarity of the Church hierarchy in
Africa (cf. EIA, 16). Unfortunately, this irreplaceable organ has not received the support
that it should have, even from the bishops of
Africa. We thank God that this Synod has been
a blessed opportunity to highlight the importance of SECAM. There is every reason to believe that the calls made by many Synod Fathers for greater commitment to SECAM have
332
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
not fallen on deaf ears. As we prepare to return
home, we are committed to give SECAM the
little that it needs to fulfil its mission. Established at the initiative of SECAM and operating in loyal communion with her, the Confederation of Conferences of Major Superiors
of Africa and Madagascar (COMSAM), is
gradually growing into an effective instrument
of promoting on the continental level organic
pastoral solidarity in the life and apostolate of
the religious in Africa. The Synod welcomes
their valid contribution to the life and mission
of the Church in Africa.
18. As bishops, we challenge ourselves to
work in unity in our various Episcopal Conferences and Assembly, giving our nations a
model of a reconciled and just national institution, ready to offer ourselves as artisans of
peace and reconciliation, whenever and wherever called upon. We commend those bishops
who have been playing such roles, especially
on an ecumenical and/or interfaith basis, as we
have seen them do in places like Mali, Democratic Republic of the Congo, Burkina Faso,
Senegal, Niger and others. The unity of the
episcopacy is a source of great strength, while
its absence wastes energies, frustrates efforts
and gives room for the enemies of the Church
to neutralise our witness. An important area
where such national cooperation and cohesion
is very useful is in the media and social communications. Since EIA was published, there
has been a veritable explosion of Catholic radio stations in Africa, from only about 15 in
1994 to over 163 today in 32 nations. We commend those nations which have encouraged
this development. We call on those nations
which still have reservations in this regard to
review their policies, for the good of their nations and people.
19. Each bishop must put issues of reconciliation justice and peace high up on the pastoral agenda of his diocese. He should ensure
the establishment of a Justice and Peace Commission at all levels. We should continue to
work hard on forming consciences and changing hearts, through effective catechesis at all
levels. This must go beyond the “simple catechism” for children and catechumens preparing for the sacraments. We need to put in place
an on-going formation programme for all our
faithful, especially those in high positions of
authority. Our dioceses must be models of
good governance, transparency and good financial management. We have to continue to
do our best to tackle poverty, which is a major
obstacle to peace and reconciliation. Here suggestions for micro-finance schemes deserve
careful attention. Finally, as head of his local
Church, the bishop has the duty to mobilise
all his faithful, and get them involved in their
appropriate roles in the planning, formulating, implementing and evaluating of diocesan
policies and programmes for reconciliation,
justice and peace.
20. The priest is the “necessary and closest collaborator of the bishop”. In this Year
for Priests, dear brothers in the priesthood, we
address you in particular, who occupy a key
position in the apostolate of the diocese. You
represent the face of the clergy most visible to
the people, both within and outside the Church.
Your example of living together in peace across
tribal and racial lines can be a powerful witness
to others. This is demonstrated, for example,
as you gladly welcome whoever the Holy See
appoints as bishops over you, irrespective of
place of birth. On you will depend much of
the implementation of diocesan pastoral plans
for reconciliation, justice and peace. Catechesis, formation of the laity, the pastoral care of
people in high office; none of these will go far
without your full commitment in your parishes
and different places of assignment. The Synod
exhorts you not to neglect your duty in this
area. You will achieve greater success, if you
are able to work on the basis of a collaboratory
ministry, bringing on board all other segments
of the parish community; deacons, religious,
catechists, laity, men and women and the
youth. In many cases, the priest is among the
most enlightened in the local community and
sometimes would be expected to play some
leadership role in the affairs of the community.
You should know how best to offer your services in a non-partisan, pastoral and evangelical
way. Your fidelity to the priestly commitment,
particularly to a life of celibacy in chastity, as
well as detachment from material things is an
eloquent witness to the People of God. Many
of you have left Africa to offer your missionary services in other continents. When you
work in full respect of good order, you project
a good image of Africa. The Synod commends
your commitment to the missionary task of the
Church. May you all receive the reward promised to all those “who have left home… for the
sake of the Kingdom” (Lk 18:28).
21. Africa in recent years has also become
very fertile ground for religious vocations:
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
priests, brothers and sisters. We thank God
for this great blessing. We commend you, our
dear consecrated men and women, for the witness of your religious life of evangelical counsels of chastity, poverty and obedience, which
often make you prophets and models of reconciliation, justice and peace, in circumstances
of extreme pressures. The Synod exhorts you
to give maximum effectiveness to your apostolate through loyal and committed communion with the local hierarchy. In particular, the
Synod congratulates you, women religious,
for your dedication and zeal in your apostolate
of health, education and other areas of human
development.
22. This Synod turns with deep affection to
the lay faithful of Africa. You are the Church
of God out in the market places of society. It is
in and through you that the life and witness of
the Church are made visible to the world. You
therefore share in the mandate of the Church
to be “ambassadors for Christ” working for
reconciliation of people to God and among
themselves. This requires of you to allow your
Christian faith to permeate every aspect and
facet of your lives; in the family, at work, in
the professions, in politics and public life.
This is no easy task. That is why you must assiduously access the means of grace, through
prayer and the sacraments. The scripture text
of the theme of our Synod, addressed to all
followers of Christ, refers in a special way to
you: “You are the salt of the earth…You are
the light of the world” (Mt 5:13-14). Here we
would like to reiterate the recommendation
of Ecclesia in Africa about the importance of
Small Christian Communities (cf. EIA, 93).
Beyond prayer, you must also arm yourself
with sufficient knowledge of the Christian
faith to be able to “give a proof of the hope that
you bear” (1Pet 3:15) in the market places of
ideas. Those higher up among you have the duty to acquire a commensurate level of religious
culture. In particular, we strongly recommend
the basic sources of Catholic faith: the Holy
Bible, The Catechism of the Catholic Church,
and most relevant to the theme of the Synod,
The Compendium of the Social Doctrine of
the Church. All these are available at affordable costs. There is no excuse to remain ignorant in the faith. In this regard, EIA fervently
recommended the establishment of Catholic
Universities. We thank God that many such
institutions have emerged in the last 15 years,
and many more are in the pipe-line. This is a
333
project of capital importance. It also costs a lot
of money. But it is necessary, if we are to invest for a future of well formed Catholic laity,
including members of new ecclesial Movements, especially intellectuals, ready and able
to stand up and witness to the faith in the world
of today. This is certainly an area where the
universal solidarity of the Church-Family of
God is greatly needed.
23. The Synod has a very important and special message for you, our dear African Catholics in public life. We commend the many
of you who, not minding all the dangers and
uncertainties of politics in Africa, have generously offered yourselves for the public service
of your people, as an apostolate to promote the
common good and God’s kingdom of justice,
love and peace, in line with the teachings of
the Church (cf. GS, 75). You can always count
on the encouragement and support of the
Church. EIA expressed the hope that saintly
politicians and heads of state would emerge
in Africa. This is by no means a futile wish.
It is heartening that the cause of the beatification of Julius Nyerere of Tanzania is already
on course. Africa needs saints in high political
office: saintly politicians who will clean the
continent of corruption, work for the good of
the people, and know how to galvanize other
men and women of good will from outside the
Church to join hands against the common evils
that beset our nations. The Synod has strongly
recommended that local Churches intensify
their apostolate for the spiritual care of people
in public office, to create effective chaplaincies for them and organize high level liaison
offices to evangelise legislative houses. We
exhort you, all our lay faithful in politics, to
take full advantage of any such programmes,
where they exist. Many Catholics in high office have fallen woefully short in their performance in office. The Synod calls on such
people to repent, or quit the public arena and
stop causing havoc to the people and giving
the Catholic Church a bad name.
24. We now turn our attention to our dear
Catholic families of Africa. We congratulate
you for doggedly remaining true to the ideals
of the Christian family and retaining the best
values of our African family. We alert you to
be on your guard against some virulent ideological poisons from abroad, claiming to be
“modern” culture. You should continue to
welcome children as gift from God, and train
them in the knowledge and fear of God, to be
334
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
people of reconciliation, justice and peace in
future. We are aware that many of our families are under great stress. Poverty often makes
parents unable to take good care of their children, with disastrous consequence. We call on
governments and civil authorities to remember
that a nation whose legislation destroys its own
families does so at its own detriment. Most
families are asking for just what is enough for
survival. They have a right to live.
25. The Synod has a special word for you,
Catholic women. You are often the back bone
of the local Church. In many countries, the
Catholic Women Organisations are a great
force for the apostolate of the Church. EIA recommended that in the Church, “women should
be properly trained so that they can participate
at appropriate levels in their apostolic activity” (n.121). In many places, progress has been
made along these lines. But a lot still needs to
be done. The specific contribution of women,
not only in the home as wife and mother but
also in the social sphere should be more generally acknowledged and promoted. The Synod
recommends to our local Churches to go beyond the general statement of EIA, and put in
place concrete structures to ensure real participation of women “at appropriate levels”. The
Holy See has given us good example in this regard by appointing women to very high levels
of office. All over Africa, there is much talk
about women’s rights, especially through the
plans of action of some UN agencies. Much of
what they say is right and in line with what the
Church has been saying. But there is need for
caution in the concrete projects being advocated, often with a hidden agenda. We charge
you, our Catholic women to be fully involved
in the women’s programmes of your nations,
with your eyes of faith wide open. Armed with
good information and the social teachings of
the Church, you should make sure that the
good ideas are not high jacked by the peddlers
of foreign and morally poisonous ideologies
about gender and human sexuality. May our
Mother Mary, the Seat of Wisdom, guide you
in doing this.
26. Similarly, the Synod calls on you, our
Catholic men, to play your important roles as
responsible fathers and good and faithful husbands. Follow the example of St. Joseph (cf.
Mt 2:13-23), in the care of the family, in the
protection of life right from the moment of
conception and the education of the children.
Make sure that you organize yourselves into
associations and Catholic Action Groups that
would enable you to improve the quality of
Christian life and commitment to the Church.
This would also put you in a better position
to play leading roles in society and to become
more effective witnesses and promoters of
reconciliation, justice and peace, as salt of the
earth and the light of the world.
27. Finally, we address you, our sons and
daughters, the youth in our communities. You
are not just the future of the Church: you are
with us already in big numbers. In many countries of Africa, over 60% of the population are
under 25. The ratio in the Church would not
be much different. You should be in the forefront of positive social change and instruments
of peace. We feel the need to pay particular
attention to you, young adults. You are often
neglected, left adrift as targets for all kinds of
ideologies and sects. You are the ones most
often recruited and used for violence. We urge
all the local Churches to consider the apostolate to the youth a high priority.
28. Jesus said, “Let the little children come
to me. To such belongs the kingdom of God”
(Mt 19:14). The Synod has not forgotten you
our dear little children. You are always the
object of our care and attention. But we also
acknowledge and are anxious to positively use
your enthusiasm and effectiveness as active
agents of evangelization, especially among
your peers. You shall be given adequate space,
facilities and direction to organize yourselves
for the apostolate. We recommend to you especially the Pontifical Mission Societies organization for children: the Holy Childhood
Association.
PART V
AN APPEAL TO THE INTERNATIONAL
COMMUNITY
29. The Family of God goes beyond the visible boundaries of the Church, including the
whole humanity. When it comes to issues of
reconciliation, justice and peace, we all meet
at the deeper level of our common humanity.
This project concerns all, and calls for our
common action. We therefore raise our voices
in appeal to all men and women of good will.
In particular, we call on those with whom we
profess the same faith in Jesus Christ and also
to people of other faiths.
30. On the whole, the UN agencies are doing
good work in Africa for development, peace
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
keeping, defence of the just rights of women
and the child, and combating poverty and diseases: HIV/AIDS, malaria and tuberculosis
and other issues. The Synod commends the
good work that they are doing. However, we
call on them to be more consistent and transparent in implementing their programmes. We
urge the countries of Africa to carefully scrutinise the services being offered to our people,
to ensure that they are good for us. In particular, the Synod denounces all surreptitious attempts to destroy and undermine the precious
African values of family and human life (e.g.
the obnoxious art. 14 of the Maputo Protocol
and other similar proposals).
31. The Church is second to none in the
fight against HIV/AIDS and the care of people infected and affected by it in Africa. The
Synod thanks all those who are generously involved in this difficult apostolate of love and
care. We plead for sustained support to meet
the needs of many for assistance (cf. EIA, 31).
This Synod, with the Holy Father, Pope Benedict XVI, seriously warns that the problem
cannot be overcome by the distribution of prophylactics. We appeal to all who are genuinely
interested in arresting the sexual transmission
of HIV/AIDS to recognise the success already
obtained by programs that propose abstinence
among those not yet married, and fidelity
among the married. Such a course of action
not only offers the best protection against the
spread of this disease but is also in harmony
with Christian morality. We address ourselves
particularly to you, the youth. Let no one deceive you into thinking that you cannot control yourselves. Yes you can, with the grace
of God.
32. To the great powers of this world, we
plead: treat Africa with respect and dignity.
Africa has been calling for a change in the
world economic order, with unjust structures
piled heavily against her. Recent turmoil in the
financial world shows the need for a radical
change of rules. But it would be a tragedy if
adjustments are made only in the interest of
the rich and again at the expense of the poor.
Many of the conflicts, wars and poverty of Africa derive mainly from these unjust structures.
33. Humanity has a lot to gain, if it listens
to the wise counsel of our Holy Father, Pope
Benedict XVI in Caritas in veritate. A new and
just world order is not only possible but necessary for the good of all humanity. A change
is called for with regard to the debts burden
335
against poor nations, which literally kills children. Multinationals have to stop their criminal devastation of the environment in their
greedy exploitation of natural resources. It is
short-sighted policy to foment wars in order
to make fast gains from chaos, at the cost of
human lives and blood. Is there no one out
there able and willing to stop all these crimes
against humanity?
PART VI
“AFRICA, RISE UP!”
34. It is said that the cradle of the human
species is somewhere in Africa. Our continent
has a long history of great empires and illustrious civilizations. The future history of the continent is still to be written. God has blessed us
with vast natural and human resources. In the
international ratings of material and development indices, the countries of Africa are often
at the bottom of the table. But this is no cause
for despair. There have been gross acts of historic injustices, like slave trade and colonialism, whose negative consequence still lingers
on. But these are no longer any excuse for not
moving on. Much is actually happening. We
commend the efforts to liberate Africa from
cultural alienation and political bondage. Now
Africa must face the challenge of giving her
children a dignified level of living conditions.
On the political level, there is progress in continental integration, as the Organization for
African Unity (OAU) developed into an African Union (AU). The AU and other regional
groups, at times in collaboration with the UN,
have undertaken initiatives for resolving conflicts and keeping peace in many crisis situations. On the economic front, Africa has tried
to fashion for herself a strategic framework for
development called NEPAD, New Economic
Partnership for African Development. She has
even made provisions for an APRM (African Peer Review Mechanism) to monitor and
measure the compliance of nations. The Synod
commends these efforts, because these programmes clearly link economic emancipation
of Africa with the installation of good governance. Here, unfortunately, is the sticking
point. For most African nations the beautiful
documents of NEPAD are still a dead letter.
We look forward to a general improvement of
governance in Africa.
35. The Synod happily congratulates the
few countries in Africa which have started on
336
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
the route of genuine democracy. They are already witnessing the good dividends of doing
things well. Some have emerged from many
years of wars and conflict and are gradually
building up their shattered nations. We hope
that their good example will challenge others
to change bad habits.
36. The Synod is sad to note that the situation in many countries is a great shame. We
think in particular about the sad situation in
Somalia, engulfed in a virulent conflict for almost two decades, which is already affecting
neighbouring countries. We do not forget the
tragic plight of millions of people in the Great
Lakes Region, and the still lingering crisis in
Northern Uganda, South Sudan, Darfur, Guinea Conakry and other places. Those who control the affairs of those nations must take full
responsibility for their woeful performance. In
most cases, we are dealing with greed for power and wealth at the expense of the people and
nation. Whatever may be the responsibility of
foreign interests, there is always the shameful
and tragic collusion of the local leaders: politicians who betray and sell out their nations,
dirty business people who collude with rapacious multi-nationals, African arms dealers
and traffickers who thrive on small arms that
cause great havoc on human lives, and local
agents of some international organizations
who get paid for peddling toxic ideologies that
they don’t believe in.
37. The negative consequence of all this is
there before the whole world: poverty, misery
and disease; refugees within and outside the
country and overseas, the search for greener
pastures which leads to brain drain, clandestine migration and human trafficking, wars
and blood shed, often by proxy, the atrocity
of child soldiers and unspeakable violence
against women. How can anybody be proud
of “presiding” over such chaos? What has
happened to our traditional African sense
of shame? This Synod proclaims it loud and
clear: it is time to change habits, for the sake
of present and future generations.
PART VII
JOINING OUR SPIRITUAL FORCES
38. We wish to recall again what Pope Benedict XVI said in his homily at the inaugural
Mass of this Synod: that Africa is the “spiritual
lung” of the humanity of today. This is a precious resource, more valuable than our min-
erals and oil. But he warned us that this lung
runs the risk of getting infected by the double
virus of materialism and religious fanaticism.
In its determination to preserve our spiritual
patrimony, against all attacks and infections,
the Synod calls for ever greater ecumenical
collaboration with our brothers and sisters of
other Christian traditions. We also look forward to more dialogue and cooperation with
Muslims, the adherents of African Traditional
Religion (ATR) and people of other faiths.
39. Religious fanaticism is spreading all
over the world. It is causing havoc in many
parts of Africa. From our traditional religious
culture, Africans have imbibed a deep sense
of God, the Creator. They have brought this
into their conversion to Christianity and Islam.
When this religious fervour is misdirected by
fanatics or manipulated by politicians, conflicts are provoked that tend to engulf everyone. But under proper direction and leadership, religions are a strong power for good,
especially for peace and reconciliation.
40. The Synod heard the testimony of many
Synod Fathers who have successfully walked
the road of dialogue with Muslims. They have
given witness to the fact that dialogue works
and collaboration is possible and often effective. The issues of reconciliation, justice and
peace generally are concerns for entire communities, irrespective of creed. Working on
the many shared values between the two faiths,
Christians and Muslims can contribute greatly
towards restoring peace and reconciliation
in our nations. This has already happened in
many cases. The Synod commends these efforts and recommends them for others.
41. Dialogue and collaboration will thrive
when there is mutual respect. We Catholic
Bishops have clear guidelines for dialogue,
holding firm to our faith but leaving others
to freely choose. The Synod received good
news of Islamic communities which allow the
Church freedom of worship. They also gladly
welcome and benefit from the social works of
the Church. While we commend this, we insist
that this is not enough. Freedom of religion
includes also freedom to share one’s faith, to
propose, not impose it, to accept and welcome
converts. Those nations which by law forbid
their citizens from embracing the Christian
faith are depriving their own citizens of their
fundamental human right to freely decide on
the creed to embrace. Although this has been
going on for a long time, it is time to revisit
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
the situation in the light of respect for fundamental human rights. This Synod warns that
such restriction of freedom subverts sincere
dialogue and frustrates genuine collaboration. Since Christians who decide to change
their religion are welcomed into the Muslim
fold, there ought to be reciprocity in this matter. Mutual respect is the way forward. In the
emerging world, we need to make room for
every faith to contribute fully to the good of
humanity.
CONCLUSION
42. Dear brothers in the episcopate, dear
sons and daughters of the Church-Family of
God in Africa, all you men and women of
good will in Africa and beyond, we share with
you the strong conviction of this Synod: that
Africa is not helpless. Our destiny is still in
our hands. All she is asking for is the space to
breathe and thrive. Africa is already moving;
and the Church is moving with her, offering
her the light of the Gospel. The waters may
be turbulent. But with our gaze on Christ the
Lord (cf. Mt 14:28-32), we shall make it safely
to the port of reconciliation, justice and peace.
43. We entrust this message and all our fervent commitments to the maternal intercession
of the Most Holy Mary, Queen of Peace and
Our Lady of Africa.
Africa, rise up, take up you pallet, and walk
(Jn 5:8)!
“In the meantime, brothers,
we wish you happiness.
Try to grow perfect,
help one another.
Be united; live in peace
and the God of love
and peace will be with you”.
(2Cor 13:11)
Amen.
4. Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale della Pace
SE VUOI COLTIVARE LA PACE,
CUSTODISCI IL CREATO
1. In occasione dell’inizio del Nuovo Anno, desidero rivolgere i più fervidi auguri di
pace a tutte le comunità cristiane, ai responsabili delle Nazioni, agli uomini e alle donne
337
di buona volontà del mondo intero. Per questa
XLIII Giornata Mondiale della Pace ho scelto
il tema: Se vuoi coltivare la pace, custodisci
il creato. Il rispetto del creato riveste grande
rilevanza, anche perché «la creazione è l’inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio»
(Catechismo della Chiesa Cattolica, 198) e la
sua salvaguardia diventa oggi essenziale per la
pacifica convivenza dell’umanità. Se, infatti, a
causa della crudeltà dell’uomo sull’uomo, numerose sono le minacce che incombono sulla
pace e sull’autentico sviluppo umano integrale – guerre, conflitti internazionali e regionali,
atti terroristici e violazioni dei diritti umani –,
non meno preoccupanti sono le minacce originate dalla noncuranza – se non addirittura
dall’abuso – nei confronti della terra e dei beni
naturali che Dio ha elargito. Per tale motivo è
indispensabile che l’umanità rinnovi e rafforzi
«quell’alleanza tra essere umano e ambiente,
che deve essere specchio dell’amore creatore
di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino» (BENEDETTO XVI,
Messaggio per la Giornata Mondiale della
Pace 2008, 7).
2. Nell’Enciclica Caritas in veritate ho posto in evidenza che lo sviluppo umano integrale è strettamente collegato ai doveri derivanti
dal rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale, considerato come un dono di Dio a tutti,
il cui uso comporta una comune responsabilità
verso l’umanità intera, in speciale modo verso i poveri e le generazioni future. Ho notato,
inoltre, che quando la natura e, in primo luogo, l’essere umano vengono considerati semplicemente frutto del caso o del determinismo
evolutivo, rischia di attenuarsi nelle coscienze
la consapevolezza della responsabilità (cfr. n.
48). Ritenere, invece, il creato come dono di
Dio all’umanità ci aiuta a comprendere la vocazione e il valore dell’uomo. Con il Salmista,
pieni di stupore, possiamo infatti proclamare:
«Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che hai fissato, che cosa
è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio
dell’uomo, perché te ne curi?» (Sal 8,4-5).
Contemplare la bellezza del creato è stimolo a
riconoscere l’amore del Creatore, quell’Amore che «move il sole e l’altre stelle» (Dante
Alighieri, Divina Commedia, Paradiso, XXXIII, 145).
3. Vent’anni or sono, il Papa Giovanni Paolo II, dedicando il Messaggio della Giornata Mondiale della Pace al tema Pace con Dio
creatore, pace con tutto il creato, richiamava
338
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
l’attenzione sulla relazione che noi, in quanto
creature di Dio, abbiamo con l’universo che ci
circonda. «Si avverte ai nostri giorni – scriveva – la crescente consapevolezza che la pace
mondiale sia minacciata... anche dalla mancanza del dovuto rispetto per la natura». E aggiungeva che la coscienza ecologica «non deve
essere mortificata, ma anzi favorita, in modo
che si sviluppi e maturi, trovando adeguata
espressione in programmi ed iniziative concrete» (Messaggio per la Giornata Mondiale
della Pace 1990, 1). Già altri miei Predecessori avevano fatto riferimento alla relazione
esistente tra l’uomo e l’ambiente. Ad esempio,
nel 1971, in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’Enciclica Rerum Novarum di
Leone XIII, Paolo VI, ebbe a sottolineare che
«attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, (l’uomo) rischia di distruggerla e di
essere a sua volta vittima di siffatta degradazione». Ed aggiunse che in tal caso «non soltanto l’ambiente materiale diventa una minaccia
permanente: inquinamenti e rifiuti, nuove malattie, potere distruttivo totale; ma è il contesto umano, che l’uomo non padroneggia più,
creandosi così per il domani un ambiente che
potrà essergli intollerabile: problema sociale di
vaste dimensioni che riguarda l’intera famiglia
umana» (Lett. Ap. Octogesima adveniens, 21).
4. Pur evitando di entrare nel merito di specifiche soluzioni tecniche, la Chiesa, «esperta
in umanità», si premura di richiamare con forza l’attenzione sulla relazione tra il Creatore,
l’essere umano e il creato. Nel 1990, Giovanni
Paolo II parlava di «crisi ecologica» e, rilevando come questa avesse un carattere prevalentemente etico, indicava l’«urgente necessità morale di una nuova solidarietà» (Messaggio per
la Giornata Mondiale della Pace, 10). Questo
appello si fa ancora più pressante oggi, di fronte alle crescenti manifestazioni di una crisi che
sarebbe irresponsabile non prendere in seria
considerazione. Come rimanere indifferenti
di fronte alle problematiche che derivano da
fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l’inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere, la perdita
della biodiversità, l’aumento di eventi naturali
estremi, il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali? Come trascurare il crescente fenomeno dei cosiddetti «profughi ambientali»:
persone che, a causa del degrado dell’ambiente in cui vivono, lo devono lasciare – spesso
insieme ai loro beni – per affrontare i pericoli
e le incognite di uno spostamento forzato? Come non reagire di fronte ai conflitti già in atto
e a quelli potenziali legati all’accesso alle risorse naturali? Sono tutte questioni che hanno
un profondo impatto sull’esercizio dei diritti
umani, come ad esempio il diritto alla vita,
all’alimentazione, alla salute, allo sviluppo.
5. Va, tuttavia, considerato che la crisi ecologica non può essere valutata separatamente
dalle questioni ad essa collegate, essendo fortemente connessa al concetto stesso di sviluppo e alla visione dell’uomo e delle sue relazioni con i suoi simili e con il creato. Saggio
è, pertanto, operare una revisione profonda e
lungimirante del modello di sviluppo, nonché
riflettere sul senso dell’economia e dei suoi
fini, per correggerne le disfunzioni e le distorsioni. Lo esige lo stato di salute ecologica del
pianeta; lo richiede anche e soprattutto la crisi
culturale e morale dell’uomo, i cui sintomi sono da tempo evidenti in ogni parte del mondo
(cfr. Benedetto xvi, Lett. enc. Caritas in veritate, 32). L’umanità ha bisogno di un profondo
rinnovamento culturale; ha bisogno di riscoprire quei valori che costituiscono il solido
fondamento su cui costruire un futuro migliore
per tutti. Le situazioni di crisi, che attualmente sta attraversando – siano esse di carattere
economico, alimentare, ambientale o sociale
–, sono, in fondo, anche crisi morali collegate tra di loro. Esse obbligano a riprogettare il
comune cammino degli uomini. Obbligano, in
particolare, a un modo di vivere improntato alla sobrietà e alla solidarietà, con nuove regole
e forme di impegno, puntando con fiducia e
coraggio sulle esperienze positive compiute e
rigettando con decisione quelle negative. Solo
così l’attuale crisi diventa occasione di discernimento e di nuova progettualità.
6. Non è forse vero che all’origine di quella
che, in senso cosmico, chiamiamo «natura», vi
è «un disegno di amore e di verità»? Il mondo
«non è il prodotto di una qualsivoglia necessità, di un destino cieco o del caso... Il mondo trae origine dalla libera volontà di Dio, il
quale ha voluto far partecipare le creature al
suo essere, alla sua saggezza e alla sua bontà»
(Catechismo della Chiesa Cattolica, 295). Il
Libro della Genesi, nelle sue pagine iniziali, ci
riporta al progetto sapiente del cosmo, frutto
del pensiero di Dio, al cui vertice si collocano
l’uomo e la donna, creati ad immagine e somiglianza del Creatore per «riempire la terra»
e «dominarla» come «amministratori» di Dio
stesso (cfr. Gen 1,28). L’armonia tra il Creato-
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
re, l’umanità e il creato, che la Sacra Scrittura
descrive, è stata infranta dal peccato di Adamo
ed Eva, dell’uomo e della donna, che hanno
bramato occupare il posto di Dio, rifiutando
di riconoscersi come sue creature. La conseguenza è che si è distorto anche il compito di
«dominare» la terra, di «coltivarla e custodirla» e tra loro e il resto della creazione è nato un
conflitto (cfr. Gen 3,17-19). L’essere umano
si è lasciato dominare dall’egoismo, perdendo
il senso del mandato di Dio, e nella relazione
con il creato si è comportato come sfruttatore, volendo esercitare su di esso un dominio
assoluto. Ma il vero significato del comando
iniziale di Dio, ben evidenziato nel Libro della
Genesi, non consisteva in un semplice conferimento di autorità, bensì piuttosto in una chiamata alla responsabilità. Del resto, la saggezza degli antichi riconosceva che la natura è a
nostra disposizione non come «un mucchio di
rifiuti sparsi a caso» (Eraclito di Efeso (353
a.C. ca.-475 a.C. ca), Frammento 22B124, in
H. Diels-W. Kranz, Die Fragmente der Vorsokratiker, Weidmann, Berlin 1952), mentre
la Rivelazione biblica ci ha fatto comprendere
che la natura è dono del Creatore, il quale ne ha
disegnato gli ordinamenti intrinseci, affinché
l’uomo possa trarne gli orientamenti doverosi per «custodirla e coltivarla» (cfr. Gen 2,15;
Benedetto xvi, Lett. Enc. Caritas in veritate,
48). Tutto ciò che esiste appartiene a Dio, che
lo ha affidato agli uomini, ma non perché ne
dispongano arbitrariamente. E quando l’uomo, invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio, a Dio si sostituisce, finisce col
provocare la ribellione della natura, «piuttosto
tiranneggiata che governata da lui» (Giovanni Paolo ii, Lett. enc. Centesimus annus, 37).
L’uomo, quindi, ha il dovere di esercitare un
governo responsabile della creazione, custodendola e coltivandola (cfr. Benedetto xvi,
Lett. enc. Caritas in veritate, 50).
7. Purtroppo, si deve constatare che una
moltitudine di persone, in diversi Paesi e regioni del pianeta, sperimenta crescenti difficoltà a
causa della negligenza o del rifiuto, da parte
di tanti, di esercitare un governo responsabile sull’ambiente. Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha ricordato che «Dio ha destinato la
terra e tutto quello che essa contiene all’uso di
tutti gli uomini e di tutti i popoli» (Cost. Past.
Gaudium et spes, 69). L’eredità del creato appartiene, pertanto, all’intera umanità. Invece,
l’attuale ritmo di sfruttamento mette seriamente in pericolo la disponibilità di alcune risorse
339
naturali non solo per la generazione presente,
ma soprattutto per quelle future (cfr. Giovanni
Paolo ii, Lett. enc. Sollecitudo rei socialis, 34).
Non è difficile allora costatare che il degrado
ambientale è spesso il risultato della mancanza
di progetti politici lungimiranti o del perseguimento di miopi interessi economici, che si trasformano, purtroppo, in una seria minaccia per
il creato. Per contrastare tale fenomeno, sulla
base del fatto che «ogni decisione economica
ha una conseguenza di carattere morale» (Benedetto xvi, Lett. enc. Caritas in veritate, 37),
è anche necessario che l’attività economica
rispetti maggiormente l’ambiente. Quando ci
si avvale delle risorse naturali, occorre preoccuparsi della loro salvaguardia, prevedendone
anche i costi – in termini ambientali e sociali
–, da valutare come una voce essenziale degli stessi costi dell’attività economica. Compete alla comunità internazionale e ai governi
nazionali dare i giusti segnali per contrastare
in modo efficace quelle modalità d’utilizzo
dell’ambiente che risultino ad esso dannose.
Per proteggere l’ambiente, per tutelare le risorse e il clima occorre, da una parte, agire nel
rispetto di norme ben definite anche dal punto
di vista giuridico ed economico, e, dall’altra,
tenere conto della solidarietà dovuta a quanti
abitano le regioni più povere della terra e alle
future generazioni.
8. Sembra infatti urgente la conquista di
una leale solidarietà inter-generazionale. I costi derivanti dall’uso delle risorse ambientali
comuni non possono essere a carico delle generazioni future: «Eredi delle generazioni passate e beneficiari del lavoro dei nostri contemporanei, noi abbiamo degli obblighi verso tutti
e non possiamo disinteressarci di coloro che
verranno dopo di noi ad ingrandire la cerchia
della famiglia umana. La solidarietà universale, ch’è un fatto e per noi un beneficio, è altresì
un dovere. Si tratta di una responsabilità che
le generazioni presenti hanno nei confronti di
quelle future, una responsabilità che appartiene anche ai singoli Stati e alla Comunità
internazionale» (Pontificio Consiglio della
Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 467; cfr. Paolo vi,
Lett. enc. Populorum progressio, 17). L’uso
delle risorse naturali dovrebbe essere tale che
i vantaggi immediati non comportino conseguenze negative per gli esseri viventi, umani
e non umani, presenti e a venire; che la tutela
della proprietà privata non ostacoli la destinazione universale dei beni (cfr. Giovanni Paolo
340
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
ii, Lett. enc. Centesimus annus, 30-31.43); che
l’intervento dell’uomo non comprometta la
fecondità della terra, per il bene di oggi e per
il bene di domani. Oltre ad una leale solidarietà inter-generazionale, va ribadita l’urgente
necessità morale di una rinnovata solidarietà
intra-generazionale, specialmente nei rapporti tra i Paesi in via di sviluppo e quelli altamente industrializzati: «la comunità internazionale ha il compito imprescindibile di trovare le
strade istituzionali per disciplinare lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili, con la partecipazione anche dei Paesi poveri, in modo da
pianificare insieme il futuro» (Benedetto xvi,
Lett. enc. Caritas in veritate, 49). La crisi ecologica mostra l’urgenza di una solidarietà che
si proietti nello spazio e nel tempo. È infatti
importante riconoscere, fra le cause dell’attuale crisi ecologica, la responsabilità storica dei
Paesi industrializzati. I Paesi meno sviluppati
e, in particolare, quelli emergenti, non sono
tuttavia esonerati dalla propria responsabilità
rispetto al creato, perché il dovere di adottare gradualmente misure e politiche ambientali
efficaci appartiene a tutti. Ciò potrebbe realizzarsi più facilmente se vi fossero calcoli meno
interessati nell’assistenza, nel trasferimento
delle conoscenze e delle tecnologie più pulite.
9. È indubbio che uno dei principali nodi da
affrontare, da parte della comunità internazionale, è quello delle risorse energetiche, individuando strategie condivise e sostenibili per
soddisfare i bisogni di energia della presente
generazione e di quelle future. A tale scopo,
è necessario che le società tecnologicamente
avanzate siano disposte a favorire comportamenti improntati alla sobrietà, diminuendo il
proprio fabbisogno di energia e migliorando
le condizioni del suo utilizzo. Al tempo stesso, occorre promuovere la ricerca e l’applicazione di energie di minore impatto ambientale
e la «ridistribuzione planetaria delle risorse
energetiche, in modo che anche i Paesi che ne
sono privi possano accedervi» (Ibid.). La crisi
ecologica, dunque, offre una storica opportunità per elaborare una risposta collettiva volta
a convertire il modello di sviluppo globale in
una direzione più rispettosa nei confronti del
creato e di uno sviluppo umano integrale, ispirato ai valori propri della carità nella verità.
Auspico, pertanto, l’adozione di un modello
di sviluppo fondato sulla centralità dell’essere
umano, sulla promozione e condivisione del
bene comune, sulla responsabilità, sulla consapevolezza del necessario cambiamento degli
stili di vita e sulla prudenza, virtù che indica
gli atti da compiere oggi, in previsione di ciò
che può accadere domani (cfr. San Tommaso
d’Aquino, S. Th., II-II, q. 49,5).
10. Per guidare l’umanità verso una gestione complessivamente sostenibile dell’ambiente e delle risorse del pianeta, l’uomo è chiamato
a impiegare la sua intelligenza nel campo della
ricerca scientifica e tecnologica e nell’applicazione delle scoperte che da questa derivano.
La «nuova solidarietà», che Giovanni Paolo II
propose nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990 (cfr. n. 9), e la «solidarietà globale», che io stesso ho richiamato nel
Messaggio per la Giornata della Pace 2009
(cfr. n. 8), risultano essere atteggiamenti essenziali per orientare l’impegno di tutela del
creato, attraverso un sistema di gestione delle
risorse della terra meglio coordinato a livello
internazionale, soprattutto nel momento in cui
va emergendo, in maniera sempre più evidente, la forte interrelazione che esiste tra la lotta
al degrado ambientale e la promozione dello
sviluppo umano integrale. Si tratta di una dinamica imprescindibile, in quanto «lo sviluppo
integrale dell’uomo non può aver luogo senza
lo sviluppo solidale dell’umanità» (Paolo vi,
Lett. enc. Populorum progressio, 43). Tante
sono oggi le opportunità scientifiche e i potenziali percorsi innovativi, grazie ai quali è possibile fornire soluzioni soddisfacenti ed armoniose alla relazione tra l’uomo e l’ambiente.
Ad esempio, occorre incoraggiare le ricerche
volte ad individuare le modalità più efficaci
per sfruttare la grande potenzialità dell’energia solare. Altrettanta attenzione va poi rivolta
alla questione ormai planetaria dell’acqua ed
al sistema idrogeologico globale, il cui ciclo
riveste una primaria importanza per la vita sulla terra e la cui stabilità rischia di essere fortemente minacciata dai cambiamenti climatici.
Vanno altresì esplorate appropriate strategie
di sviluppo rurale incentrate sui piccoli coltivatori e sulle loro famiglie, come pure occorre approntare idonee politiche per la gestione
delle foreste, per lo smaltimento dei rifiuti, per
la valorizzazione delle sinergie esistenti tra il
contrasto ai cambiamenti climatici e la lotta
alla povertà. Occorrono politiche nazionali
ambiziose, completate da un necessario impegno internazionale che apporterà importanti
benefici soprattutto nel medio e lungo termine. È necessario, insomma, uscire dalla logica
del mero consumo per promuovere forme di
produzione agricola e industriale rispettose
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
dell’ordine della creazione e soddisfacenti per
i bisogni primari di tutti. La questione ecologica non va affrontata solo per le agghiaccianti
prospettive che il degrado ambientale profila
all’orizzonte; a motivarla deve essere soprattutto la ricerca di un’autentica solidarietà a
dimensione mondiale, ispirata dai valori della
carità, della giustizia e del bene comune. D’altronde, come ho già avuto modo di ricordare,
«la tecnica non è mai solo tecnica. Essa manifesta l’uomo e le sue aspirazioni allo sviluppo; esprime la tensione dell’animo umano al
graduale superamento di certi condizionamenti materiali. La tecnica, pertanto, si inserisce
nel mandato di «coltivare e custodire la terra»
(cfr. Gen 2,15), che Dio ha affidato all’uomo,
e va orientata a rafforzare quell’alleanza tra essere umano e ambiente che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio» (Lett. enc.
Caritas in veritate, 69).
11. Appare sempre più chiaramente che il
tema del degrado ambientale chiama in causa
i comportamenti di ognuno di noi, gli stili di
vita e i modelli di consumo e di produzione attualmente dominanti, spesso insostenibili dal
punto di vista sociale, ambientale e finanche
economico. Si rende ormai indispensabile un
effettivo cambiamento di mentalità che induca
tutti ad adottare nuovi stili di vita «nei quali la
ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita
comune siano gli elementi che determinano le
scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti» (Giovanni Paolo ii, Lett. enc. Centesimus annus, 36). Sempre più si deve educare
a costruire la pace a partire dalle scelte di ampio raggio a livello personale, familiare, comunitario e politico. Tutti siamo responsabili
della protezione e della cura del creato. Tale
responsabilità non conosce frontiere. Secondo il principio di sussidiarietà, è importante
che ciascuno si impegni al livello che gli corrisponde, operando affinché venga superata la
prevalenza degli interessi particolari. Un ruolo
di sensibilizzazione e di formazione spetta in
particolare ai vari soggetti della società civile e alle Organizzazioni non-governative, che
si prodigano con determinazione e generosità
per la diffusione di una responsabilità ecologica, che dovrebbe essere sempre più ancorata al
rispetto dell’«ecologia umana». Occorre, inoltre, richiamare la responsabilità dei media in
tale ambito, proponendo modelli positivi a cui
ispirarsi. Occuparsi dell’ambiente richiede,
cioè, una visione larga e globale del mondo;
341
uno sforzo comune e responsabile per passare
da una logica centrata sull’egoistico interesse nazionalistico ad una visione che abbracci
sempre le necessità di tutti i popoli. Non si può
rimanere indifferenti a ciò che accade intorno
a noi, perché il deterioramento di qualsiasi parte del pianeta ricadrebbe su tutti. Le relazioni
tra persone, gruppi sociali e Stati, come quelle
tra uomo e ambiente, sono chiamate ad assumere lo stile del rispetto e della «carità nella
verità». In tale ampio contesto, è quanto mai
auspicabile che trovino efficacia e corrispondenza gli sforzi della comunità internazionale
volti ad ottenere un progressivo disarmo ed un
mondo privo di armi nucleari, la cui sola presenza minaccia la vita del pianeta e il processo
di sviluppo integrale dell’umanità presente e
di quella futura.
12. La Chiesa ha una responsabilità per il
creato e sente di doverla esercitare, anche in
ambito pubblico, per difendere la terra, l’acqua e l’aria, doni di Dio Creatore per tutti, e,
anzitutto, per proteggere l’uomo contro il pericolo della distruzione di se stesso. Il degrado
della natura è, infatti, strettamente connesso
alla cultura che modella la convivenza umana, per cui «quando l’«ecologia umana» è
rispettata dentro la società, anche l’ecologia
ambientale ne trae beneficio» (cfr. Benedetto
xvi, Lett. enc. Caritas in veritate, 51). Non si
può domandare ai giovani di rispettare l’ambiente, se non vengono aiutati in famiglia e
nella società a rispettare se stessi: il libro della
natura è unico, sia sul versante dell’ambiente
come su quello dell’etica personale, familiare e sociale (cfr. ibid., 15.51). I doveri verso
l’ambiente derivano da quelli verso la persona
considerata in se stessa e in relazione agli altri.
Volentieri, pertanto, incoraggio l’educazione
ad una responsabilità ecologica, che, come
ho indicato nell’Enciclica Caritas in veritate,
salvaguardi un’autentica «ecologia umana»
e, quindi, affermi con rinnovata convinzione
l’inviolabilità della vita umana in ogni sua fase
e in ogni sua condizione, la dignità della persona e l’insostituibile missione della famiglia,
nella quale si educa all’amore per il prossimo
e al rispetto della natura (cfr. ibid., 28.51.61;
Giovanni Paolo ii, Lett. enc. Centesimus annus, 38.39). Occorre salvaguardare il patrimonio umano della società. Questo patrimonio di
valori ha la sua origine ed è iscritto nella legge
morale naturale, che è fondamento del rispetto
della persona umana e del creato.
13. Non va infine dimenticato il fatto, al-
342
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
tamente indicativo, che tanti trovano tranquillità e pace, si sentono rinnovati e rinvigoriti
quando sono a stretto contatto con la bellezza
e l’armonia della natura. Vi è pertanto una sorta di reciprocità: nel prenderci cura del creato,
noi constatiamo che Dio, tramite il creato, si
prende cura di noi. D’altra parte, una corretta
concezione del rapporto dell’uomo con l’ambiente non porta ad assolutizzare la natura né
a ritenerla più importante della stessa persona.
Se il Magistero della Chiesa esprime perplessità dinanzi ad una concezione dell’ambiente
ispirata all’ecocentrismo e al biocentrismo, lo
fa perché tale concezione elimina la differenza
ontologica e assiologica tra la persona umana
e gli altri esseri viventi. In tal modo, si viene di
fatto ad eliminare l’identità e il ruolo superiore
dell’uomo, favorendo una visione egualitaristica della «dignità» di tutti gli esseri viventi.
Si dà adito, così, ad un nuovo panteismo con
accenti neopagani che fanno derivare dalla sola natura, intesa in senso puramente naturalistico, la salvezza per l’uomo. La Chiesa invita, invece, ad impostare la questione in modo
equilibrato, nel rispetto della «grammatica»
che il Creatore ha inscritto nella sua opera,
affidando all’uomo il ruolo di custode e amministratore responsabile del creato, ruolo di
cui non deve certo abusare, ma da cui non può
nemmeno abdicare. Infatti, anche la posizione contraria di assolutizzazione della tecnica
e del potere umano, finisce per essere un grave
attentato non solo alla natura, ma anche alla
stessa dignità umana (cfr. Benedetto xvi, Lett.
enc. Caritas in veritate, 70).
14. Se vuoi coltivare la pace, custodisci il
creato. La ricerca della pace da parte di tutti gli uomini di buona volontà sarà senz’altro
facilitata dal comune riconoscimento del rapporto inscindibile che esiste tra Dio, gli esseri
umani e l’intero creato. Illuminati dalla divina
Rivelazione e seguendo la Tradizione della
Chiesa, i cristiani offrono il proprio apporto.
Essi considerano il cosmo e le sue meraviglie
alla luce dell’opera creatrice del Padre e redentrice di Cristo, che, con la sua morte e risurrezione, ha riconciliato con Dio «sia le cose
che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei
cieli» (Col 1,20). Il Cristo, crocifisso e risorto,
ha fatto dono all’umanità del suo Spirito santificatore, che guida il cammino della storia, in
attesa del giorno in cui, con il ritorno glorioso
del Signore, verranno inaugurati «nuovi cieli e
una terra nuova» (2Pt 3,13), in cui abiteranno
per sempre la giustizia e la pace. Proteggere
l’ambiente naturale per costruire un mondo di
pace è, pertanto, dovere di ogni persona. Ecco
una sfida urgente da affrontare con rinnovato e corale impegno; ecco una provvidenziale
opportunità per consegnare alle nuove generazioni la prospettiva di un futuro migliore per
tutti. Ne siano consapevoli i responsabili delle
nazioni e quanti, ad ogni livello, hanno a cuore
le sorti dell’umanità: la salvaguardia del creato e la realizzazione della pace sono realtà tra
loro intimamente connesse! Per questo, invito
tutti i credenti ad elevare la loro fervida preghiera a Dio, onnipotente Creatore e Padre misericordioso, affinché nel cuore di ogni uomo
e di ogni donna risuoni, sia accolto e vissuto
il pressante appello: Se vuoi coltivare la pace,
custodisci il creato.
Dal Vaticano, 8 dicembre 2009
Benedetto xvi
[L’Osservatore Romano, 16 dicembre 2009]
5. Discorso all’Udienza generale del mercoledì
Città del Vaticano, Aula Paolo VI, 23.12.2009
LA NOTTE DI GRECCIO
CI RIDONA LA BELLEZZA
DELLA FESTA DEL NATALE
Cari fratelli e sorelle,
con la Novena di Natale, che stiamo celebrando in questi giorni, la Chiesa ci invita a
vivere in modo intenso e profondo la preparazione alla Nascita del Salvatore, ormai imminente. Il desiderio, che tutti portiamo nel cuore, è che la prossima festa del Natale ci doni,
in mezzo all’attività frenetica dei nostri giorni,
serena e profonda gioia per farci toccare con
mano la bontà del nostro Dio e infonderci nuovo coraggio.
Per comprendere meglio il significato del
Natale del Signore vorrei fare un breve cenno all’origine storica di questa solennità. Infatti, l’Anno liturgico della Chiesa non si è
sviluppato inizialmente partendo dalla nascita
di Cristo, ma dalla fede nella sua risurrezione. Perciò la festa più antica della cristianità
non è il Natale, ma è la Pasqua; la risurrezione di Cristo fonda la fede cristiana, è alla base dell’annuncio del Vangelo e fa nascere la
Chiesa. Quindi essere cristiani significa vivere
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
in maniera pasquale, facendoci coinvolgere
nel dinamismo che è originato dal Battesimo
e che porta a morire al peccato per vivere con
Dio (cfr Rm 6,4).
Il primo ad affermare con chiarezza che
Gesù nacque il 25 dicembre è stato Ippolito di
Roma, nel suo commento al Libro del profeta
Daniele, scritto verso il 204. Qualche esegeta nota, poi, che in quel giorno si celebrava la
festa della Dedicazione del Tempio di Gerusalemme, istituita da Giuda Maccabeo nel 164
avanti Cristo. La coincidenza di date verrebbe
allora a significare che con Gesù, apparso come luce di Dio nella notte, si realizza veramente la consacrazione del tempio, l’Avvento di
Dio su questa terra.
Nella cristianità la festa del Natale ha assunto una forma definita nel IV secolo, quando essa prese il posto della festa romana del
“Sol invictus”, il sole invincibile; si mise così
in evidenza che la nascita di Cristo è la vittoria della vera luce sulle tenebre del male e
del peccato. Tuttavia, la particolare e intensa
atmosfera spirituale che circonda il Natale si è
sviluppata nel Medioevo, grazie a san Francesco d’Assisi, che era profondamente innamorato dell’uomo Gesù, del Dio-con-noi. Il suo
primo biografo, Tommaso da Celano, nella
Vita seconda racconta che san Francesco «Al
di sopra di tutte le altre solennità celebrava con
ineffabile premura il Natale del Bambino Gesù, e chiamava festa delle feste il giorno in cui
Dio, fatto piccolo infante, aveva succhiato a un
seno umano» (2Cel n. 199). Da questa particolare devozione al mistero dell’Incarnazione
ebbe origine la famosa celebrazione del Natale
a Greccio. Essa, probabilmente, fu ispirata a
san Francesco dal suo pellegrinaggio in Terra
Santa e dal presepe di Santa Maria Maggiore
in Roma. Ciò che animava il Poverello di Assisi era il desiderio di sperimentare in maniera concreta, viva e attuale l’umile grandezza
dell’evento della nascita del Bambino Gesù e
di comunicarne la gioia a tutti.
Nella prima biografia, Tommaso da Celano
parla della notte del presepe di Greccio in un
modo vivo e toccante, offrendo un contributo
decisivo alla diffusione della tradizione natalizia più bella, quella del presepe. La notte
di Greccio, infatti, ha ridonato alla cristianità
l’intensità e la bellezza della festa del Natale, e ha educato il Popolo di Dio a coglierne
il messaggio più autentico, il particolare calore, e ad amare ed adorare l’umanità di Cristo.
Tale particolare approccio al Natale ha offerto
343
alla fede cristiana una nuova dimensione. La
Pasqua aveva concentrato l’attenzione sulla
potenza di Dio che vince la morte, inaugura la
vita nuova e insegna a sperare nel mondo che
verrà. Con san Francesco e il suo presepe venivano messi in evidenza l’amore inerme di Dio,
la sua umiltà e la sua benignità, che nell’Incarnazione del Verbo si manifesta agli uomini per
insegnare un nuovo modo di vivere e di amare.
Il Celano racconta che, in quella notte di
Natale, fu concessa a Francesco la grazia di
una visione meravigliosa. Vide giacere immobile nella mangiatoia un piccolo bambino, che
fu risvegliato dal sonno proprio dalla vicinanza di Francesco. E aggiunge: «Né questa visione discordava dai fatti perché, a opera della
sua grazia che agiva per mezzo del suo santo
servo Francesco, il fanciullo Gesù fu risuscitato nel cuore di molti, che l’avevano dimenticato, e fu impresso profondamente nella loro
memoria amorosa» (1Cel n. 86). Questo quadro descrive con molta precisione quanto la
fede viva e l’amore di Francesco per l’umanità
di Cristo hanno trasmesso alla festa cristiana
del Natale: la scoperta che Dio si rivela nelle tenere membra del Bambino Gesù. Grazie
a san Francesco, il popolo cristiano ha potuto
percepire che a Natale Dio è davvero diventato
l’“Emmanuele”, il Dio-con-noi, dal quale non
ci separa alcuna barriera e alcuna lontananza.
In quel Bambino, Dio è diventato così prossimo a ciascuno di noi, così vicino, che possiamo dargli del tu e intrattenere con lui un rapporto confidenziale di profondo affetto, così
come facciamo con un neonato.
In quel Bambino, infatti, si manifesta DioAmore: Dio viene senza armi, senza la forza,
perché non intende conquistare, per così dire,
dall’esterno, ma intende piuttosto essere accolto dall’uomo nella libertà; Dio si fa Bambino inerme per vincere la superbia, la violenza,
la brama di possesso dell’uomo. In Gesù Dio
ha assunto questa condizione povera e disarmante per vincerci con l’amore e condurci alla
nostra vera identità. Non dobbiamo dimenticare che il titolo più grande di Gesù Cristo è
proprio quello di “Figlio”, Figlio di Dio; la dignità divina viene indicata con un termine, che
prolunga il riferimento all’umile condizione
della mangiatoia di Betlemme, pur corrispondendo in maniera unica alla sua divinità, che è
la divinità del “Figlio”.
La sua condizione di Bambino ci indica,
inoltre, come possiamo incontrare Dio e godere della Sua presenza. È alla luce del Natale
344
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
che possiamo comprendere le parole di Gesù: «Se non vi convertirete e non diventerete
come i bambini, non entrerete nel regno dei
cieli» (Mt 18,3). Chi non ha capito il mistero
del Natale, non ha capito l’elemento decisivo
dell’esistenza cristiana. Chi non accoglie Gesù con cuore di bambino, non può entrare nel
regno dei cieli: questo è quanto Francesco ha
voluto ricordare alla cristianità del suo tempo
e di tutti tempi, fino ad oggi. Preghiamo il Padre perché conceda al nostro cuore quella semplicità che riconosce nel Bambino il Signore,
proprio come fece Francesco a Greccio. Allora
potrebbe succedere anche a noi quanto Tommaso da Celano – riferendosi all’esperienza
dei pastori nella Notte Santa (cfr Lc 2,20) –
racconta a proposito di quanti furono presenti
all’evento di Greccio: “ciascuno se ne tornò a
casa sua pieno di ineffabile gioia” (1Cel n. 86).
È questo l’augurio che formulo con affetto
a tutti voi, alle vostre famiglie e a quanti vi
sono cari. Buon Natale a voi tutti!
Benedetto XVI
[L’Osservatore Romano, 24 dicembre 2009, p. 1]
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
1. Omelia nella Festa delle Stigmate di san
Francesco
Santuario della Verna, 17.09.2009
SONO STATO CROCIFISSO
CON CRISTO
Gal 6, 14-18; Lc 9,23-26
Cari fratelli e sorelle, cari pellegrini, «la
grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con
il vostro spirito. Amen» (Gal 6,18).
Con il cuore ricolmo di commozione, anche
quest’anno, siamo saliti su questo santo monte, toccato dal dito dell’Onnipotente e segnato
dalla presenza del Poverello, per incontrarci
con “il crocifisso della Verna”, con Francesco
d’Assisi, l’alter Christus, nel cui corpo il Signore, due anni prima della sua morte, volle
imprimere le stigmate della sua passione, per
infiammare il nostro spirito con il fuoco del
suo amore (cf Colletta), e attraverso Francesco, incontrarci con colui che lui stesso canta
come l’«altissimo, onnipotente, bon Signore»
(Cant 1).
Francesco, che fin dalla sua conversione
nutrì una profonda e tenera devozione a Cristo
crocifisso, desiderò ardentemente configurarsi
a Lui «nelle sofferenze e nei dolori della passione» (LegM XIII, 2). E qui, a poca distanza
da dove ci troviamo, «un mattino, all’appressarsi della festa dell’Esaltazione della Santa
Croce», l’«amico di Cristo», come lo chiama
san Bonaventura, venne «trasformato tutto nel
ritratto visibile di Cristo crocifisso, non mediante il martirio della carne, ma mediante
l’incendio dello spirito», portando nelle mani, nei piedi e nel costato le stigmate di Gesù,
«come quelle che poco prima aveva osservato
nell’immagine dell’uomo crocifisso (LegM
XIII, 3).
È così che Francesco si trasforma nell’immagine del Crocifisso e da vero amante si configura interamente a Lui. Da questo momento
potrà davvero far sue le parole di Paolo: «sono
stato crocifisso con Cristo e non sono più io
che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20);
e anche quelle che abbiamo ascoltato nella
prima lettura: «Quanto a me invece non ci sia
altro vanto che nella croce del Signore nostro
Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo
per me è stato crocifisso, come io per il mondo
... D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo
(Gal 6,14.17).
Francesco sta vivendo forse il momento
peggiore della sua vita. Una delle sue biografie, lo Specchio di perfezione, parla di tentazioni, tribolazioni e sofferenze (cf Sp 99). Francesco soffre nel suo corpo, pieno di malattie, ma
soffre in particolare nello spirito: i suoi, quelli
che ha sempre accolto come un dono di Dio
– «il Signore mi diede dei fratelli», dice nel
suo Testamento (14) – sono quelli che ormai
non lo ritengono più necessario e rifiutano i
suoi insegnamenti perché sembrano troppo radicali. La sua vita, umanamente parlando, gli
si presenta come una frustrazione. E in questa
situazione, come reagisce Francesco?
Guardiamo alle Lodi di Dio Altissimo che
Francesco ha composto qui alla Verna proprio dopo lo stigmatizzazione. Nel mezzo della grande notte oscura che sta attraversando,
il Poverello scopre che il Signore è tutto: «il
bene, ogni bene, il sommo bene» (LodAl 3).
Nel mezzo della tempesta interiore l’assisiense comincia a cantare: Tu sei sapienza, umiltà,
pazienza, bellezza, mansuetudine, sicurezza, quiete, gioia, speranza e letizia, giustizia,
temperanza e tutta la nostra ricchezza a sufficienza (cf LodAl, 4s). E quando tutti i sostegni
umani vengono meno, Francesco dice: Tu sei
bellezza, protettore, custode e difensore, Tu
sei refrigerio, Tu sei tutta la nostra dolcezza
(cf LodAl 6s). Francesco ha finalmente capito che la vera felicità, la vera gioia, non nasce
dall’autorealizzazione, dalle risposte gratificanti che gli altri possono dare, ma dall’adempimento del progetto del Signore. Se le stigmate sono la risposta del Signore all’autenticità di Francesco, «alla [sua] ricerca del volere
di Dio, a cui bramava con sommo ardore di
conformarsi in tutto e per tutto», come afferma il Dottore Serafico (LegM XIII, 1), le Lodi
di Dio Altissimo sono la risposta credente di
Francesco che sperimenta nella propria carne
che cosa significa rinnegare se stessi, prendere
la propria croce ogni giorno e seguire Gesù,
come è detto nel Vangelo che abbiamo ascol-
346
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
tato (cf Lc 9,23). Se Gesù stesso ha sofferto
tentazioni, tribolazioni, afflizioni, e aveva provato nella sua carne il prezzo del tradimento di
uno dei suoi amici, che cosa poteva aspettarsi
Francesco volendo seguire le sue orme? Finalmente Francesco può dire: «per me il vivere è
Cristo» (Fil 1,21). Vivere come Gesù, seguire
le sue orme, vivere di Cristo: questo è ormai il
solo progetto esistenziale di Francesco. Essere
tutto per Colui che è il tutto.
Cari fratelli e amici, la nostra salita sul
monte della Verna non può lasciarci indifferenti al messaggio che gridano queste rocce.
Esse ci parlano di amore e passione. Amore di
Gesù per l’umanità: «Avendo amato i suoi che
erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv
13,1). Amore di un uomo, Francesco d’Assisi,
per il Dio vivo e vero; amore che lo ha portato
a configurarsi in tutto al volto visibile di Dio,
al Crocifisso, diventando «di lui vero amante
e imitatore», come lo ha definito sorella Chiara (TestsC 5). Ma questo monte ci parla anche della necessità di tornare ai fratelli, anche
a quelli che ci fanno soffrire, per condividere
con loro ciò che il Signore opera in ciascuno.
Francesco, stando alle fonti biografiche, soffriva intensamente perché i fratelli non comprendevano la sua situazione e perché lui non
poteva mostrare loro la gioia che era nel suo
cuore. D’altra parte non tiene per sé il dono
ricevuto, lo condivide scendendo dalla montagna e portando a tutti l’immagine del Cristo
crocifisso (cf LegM 5).
Alla luce di questa esperienza veramente
mistica di Francesco due sono gli inviti molto concreti che ci rivolge oggi lo stigmatizzato della Verna: configurarci all’amore che ci
ha amati per primo (cf 1Gv 4,19); essere per i
nostri fratelli immagini viventi di Cristo e del
suo amore per l’umanità, in particolare quella
sofferente.
Amici e fratelli, noi, che siamo stati toccati
dall’amore di Cristo, che siamo stati chiamati
ad essere discepoli e a seguirlo nel Vangelo,
conosciamo il percorso per rispondere a questo amore e a questa vocazione: rinnegare noi
stessi e prendere la croce ogni giorno. Il programma di viaggio non è facile, ma Francesco
ci grida: non abbiate paura, nulla è impossibile
perché il Signore è la nostra forza.
Francesco, vieni, torna tra noi, abbiamo bisogno di te, perché tu ci dica che la gioia vera
non sta nella sapienza umana, nelle ricchezze,
nelle ricompense che ci vengono dagli uomini,
ma nell’essere fedeli al progetto del Signore.
Francesco, vieni, torna tra noi, abbiamo bisogno di te, per imparare che per seguire Gesù
vi è un solo percorso: quello seguito anche da
Lui, fatto di espropriazione e di rinnegamento
di sé.
Francesco, vieni, torna tra noi, abbiamo
bisogno di te, perché tu ci dica come amare
coloro che ci fanno soffrire e come fare perché
l’Amore sia ogni giorno un po’ più amato; per
convertirci, anche noi, in amici di Cristo, in
veri suoi amanti e imitatori.
Vieni, Frate Francesco. Abbiamo bisogno
di te...
José Rodríguez Carballo, OFM
Ministro generale
2. Lettera del Ministro e del Definitorio generale per la Festa di san Francesco
SEGUIRE IL SANTO VANGELO
PER RENDERLO OGGI VIVO E VISIBILE
Carissimi fratelli,
il Signore Gesù doni a ciascuno di voi
ogni bene e la Sua pace.
All’inizio del nostro servizio alla Fraternità
universale, e continuando una tradizione ormai consolidata, in occasione della festa del
nostro serafico Padre san Francesco desideriamo inviarvi un saluto fraterno e un semplice
messaggio per riprendere insieme il cammino
della nostra vita e missione francescana, «con
autenticità e aperti al futuro».
Abbiamo percorso tre anni di riflessione, di
approfondimento, di riscoperta della “grazia
delle origini”, e siamo stati ricondotti all’ispirazione originaria del nostro carisma, all’«intuizione» primordiale di Francesco, ispirata
dal Signore, che ha preceduto l’«istituzione»
che ne è seguita. Rendiamo insieme grazie al
Signore per i molteplici frutti che tale risalita
al “bocciolo” originario ha sicuramente prodotto nelle Fraternità e nelle Entità dell’Ordine. È stato come un ritorno al «primo amore» e
quanto vorremmo che l’entusiasmo e la passione delle origini possa continuare ad alimentare
e rendere dinamica la nostra fedeltà quotidiana! Riandando all’origine del nostro carisma
abbiamo incontrato con occhi nuovi Francesco, ma non abbiamo voluto tornare indietro,
come ad un passato storico e nostalgico; abbiamo invece rivisitato l’esperienza fondante
di Francesco come l’icona del nostro futuro,
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
come la forma vitae che tutti siamo chiamati
a realizzare e rendere eloquente testimonianza
per il mondo di oggi.
Quando noi celebriamo la “grazia delle
origini” guardiamo a Francesco d’Assisi. Ma
Francesco, per andare alla radice del suo progetto di vita, vedeva Gesù Cristo, presente nel
lebbroso baciato, visibile nel Crocifisso di san
Damiano, ispiratore nella Parola ascoltata alla
Porziuncola. E quando ancora Francesco non
sapeva cosa dovesse fare, il Signore stesso gli
rivelò che doveva «vivere secondo la forma
del santo Vangelo» (Test 14). Francesco rinvia
noi tutti al Vangelo, alla persona di Gesù povero e crocifisso! Questo è il grande dono che
anche noi abbiamo ricevuto! Di questo dono
unico, come degli altri innumerevoli doni che
riceviamo – il dono della vita, della vocazione,
dei fratelli, della Parola, dell’Eucaristia – noi
rendiamo continuamente grazie al Signore e
Gli siamo profondamente riconoscenti.
Il recente Capitolo generale ce lo ha ricordato e riproposto con chiarezza: «È questa la
buona notizia che abbiamo ricevuto: il Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio, dono che cambiò la vita di Francesco d’Assisi e che cambia
quella di ciascuno di noi» (Portatori del dono del Vangelo [PdV] 5). «Osservare il santo
Vangelo» (Rb 1,1), che vuol dire «seguire l’insegnamento e le orme del Signore nostro Gesù
Cristo» (Rnb 1,1) è la nostra «regola e vita»
(Rb 1,1). Come Francesco «comprese se stesso
interamente alla luce del Vangelo» (Benedetto
XVI), così anche noi siamo chiamati a ripartire
dal Vangelo per viverlo nelle diverse e mutevoli condizioni attuali in cui ciascuno si trova,
insieme con Francesco e come Francesco ce lo
ha trasmesso. In questo modo, in fedeltà gioiosa e creativa (cf. VC 37), daremmo risposte
adeguate ai segni dei tempi, come ci ha chiesto
il Capitolo generale 2003 (cf. Il Signore ti dia
pace 6).
Per poter «seguire più da vicino il Vangelo» (CCGG 5,2), come abbiamo promesso, per
tenere «ferme le parole, la vita e l’insegnamento e il santo Vangelo» (Rnb 22,12) di Gesù,
dobbiamo in primo luogo accogliere sempre
nelle nostre vite la Parola che ci viene donata,
accogliere il Vangelo come dono gratuito che
ci viene offerto ogni giorno, accoglierlo con
l’assidua lettura orante della Parola, che purifica le nostre intenzioni, guida le nostre azioni, tiene vivo il fuoco della missione. Con le
parole del Capitolo generale straordinario del
2006, che riprende quelle del Ministro genera-
347
le, ci ridiciamo con forza e con convinzione:
«Torniamo al Vangelo e la nostra vita riavrà
la poesia, la bellezza e l’incanto delle origini… Liberiamo il Vangelo e il Vangelo libererà noi» (Il Signore ci parla lungo il cammino
14). Lasciamoci liberare dal torpore spirituale,
dall’arida abitudine, dalla stanchezza e dalla
rassegnazione, per ripartire con il Cristo e la
sua Parola, accompagnati da Francesco, con il
forte desiderio di essere veri discepoli di Gesù
nel mondo e per il mondo di oggi.
Ma non possiamo essere veri discepoli se
non siamo nello stesso tempo anche testimoni e
missionari di Gesù, c’insegna san Francesco. Il
Vangelo ricevuto e accolto non possiamo tenerlo solo per noi: dobbiamo restituirlo andando
per il mondo ad annunciarlo a tutti gli uomini.
È quanto il Capitolo generale ci ha detto chiamandoci «portatori del dono del Vangelo». Sì,
il Vangelo che è la nostra forma vitae, il Vangelo che è all’origine delle nostre Fraternità e
della nostra missione evangelizzatrice, dobbiamo restituirlo con la testimonianza dell’amore reciproco nelle Fraternità, con l’annuncio
esplicito, con le scelte evangeliche coraggiose
per «incarnare il Vangelo in maniera concreta»
(PdV 8), con la fantasia creatrice che sa trovare,
nelle diverse circostanze, forme nuove e adatte
ai diversi destinatari del mondo odierno.
Il dono del Vangelo, accolto e restituito
secondo la logica evangelica del dono (cf. Il
Signore ci parla lungo il cammino, 19ss), è
dunque la nostra “professione” fondamentale.
Secondo le recenti ricostruzioni storiche del
probabile contenuto essenziale della ProtoRegola presentata al Papa Innocenzo III Francesco non avrebbe precisato nessuna modalità
di attività apostoliche, avrebbe invece chiaramente indicato le condizioni della sequela
Christi, la sua maniera di intendere e di voler
vivere radicalmente il Vangelo: spirito di orazione e devozione, fraternità, povertà e minorità, “annuncio del Vangelo di pace” (PdV 9),
predicazione ed evangelizzazione (cfr. CCGG
1,2). Sono le Priorità che abbiamo cercato di
approfondire e di mettere in atto in questi ultimi anni e che ora ritroviamo radicate nella
scelta fondamentale del Vangelo vissuto sine
glossa, sul quale le medesime Priorità ritrovano la loro unità carismatica.
Il Capitolo generale ha voluto riproporre
ancora le Priorità in quanto «valori fondamentali», rivisitate sotto una duplice luce: da
una parte come dimensioni evangeliche del
discepolo-missionario, e dunque «in chiave di
348
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
missione evangelizzatrice e nella prospettiva
di apertura al mondo» (Mandati del Capitolo generale 1); dall’altra come impegno e responsabilità di ciascuna Entità che deve «trovare una propria metodologia o un processo
per studiare, approfondire e mettere in pratica
le Priorità» (Mandati del Capitolo generale 6).
Questo è il cammino concreto che il Capitolo
di Pentecoste 2009 ci ha indicato e che ciascun
Frate, ogni Fraternità ed Entità, sono chiamati a
riprendere e percorrere sin da adesso.
Ora ci preme sottolineare l’importanza assoluta di entrare tutti nella dinamica della logica del dono per superare anzitutto ogni forma
di “immobilismo” spirituale e pastorale, per
superare qualsiasi tendenza o tentazione di
“autoreferenzialità” che chiude ogni orizzonte, in modo da aprirsi, anche espropriandosi di
tante forme di indebita appropriazione, e andare ad «abitare le frontiere» antropologiche e
sociali, curare le ferite provocate dalle «fessure di un mondo frammentato, con un impegno
di integrazione per superare queste ed altre
dicotomie, come cammino di restituzione»
(PdV 22). Riteniamo ugualmente importante
promuovere tra di noi una «sensibilità sociale» (cfr. PdV 29-30) ed avviarci tutti verso una
nuova «evangelizzazione condivisa» promuovendo «la condivisione della nostra missione
con i laici» nostri fratelli (cfr. PdV 25-27).
Noi, nuovo Definitorio generale, prenderemo il nostro tempo nella seconda metà di settembre fino alla prima settimana di ottobre per
fare insieme una riflessione approfondita sul
documento del Capitolo generale. Continueremo nei mesi successivi e verso Natale pensiamo di fare conoscere a tutti voi il frutto delle
nostre riflessioni e le decisioni che lo Spirito
ci suggerirà per l’animazione dell’Ordine e la
attuazione dei Mandati capitolari.
In questo primo messaggio abbiamo voluto
semplicemente riportare noi e voi al contenuto
essenziale della nostra Regola, il Vangelo, che
poi è la Persona stessa di Gesù, che abbiamo
promesso di “seguire” più che di “imitare” ,
per renderlo vivo e visibile agli uomini di oggi.
Il modo migliore per onorare e celebrare
san Francesco è quello di rivivere fedelmente
l’eredità che ci ha lasciato: ascoltare e accogliere in noi il Vangelo di Gesù, viverlo con
autenticità e totalità di adesione, restituirlo
agli uomini e alle donne di oggi, «camminando per le strade del mondo come Frati Minori
evangelizzatori con il cuore rivolto al Signore» (PdV 10).
Buona festa del nostro Padre san Francesco, al quale chiediamo che ci benedica come
suoi figli e ci accompagni sul cammino del
Vangelo.
Roma, 17 settembre 2009
Festa delle Stigmate di san Francesco
I vostri fratelli del Definitorio generale:
Fr. José Rodríguez Carballo ofm (Min. gen.)
Fr. Michael Anthony Perry, ofm (Vic. gen.)
Fr. Vincenzo Brocanelli, ofm (Def. gen.)
Fr. Vicente-Emilio Felipe Tapia, ofm (Def. gen.)
Fr. Nestor Inácio Schwerz, ofm (Def. gen.)
Fr. Francis William Walter, ofm (Def. gen.)
Fr. Roger Marchal, ofm (Def. gen.)
Fr. Ernest Karol Siekierka, ofm (Def. gen.)
Fr. Paskalis Bruno Syukur, ofm (Def. gen.)
Fr. Julio César Bunader, ofm (Def. gen.)
Fr. Vincent Mduduzi Zungu, ofm (Def. gen.)
Fr. Aidan McGrath, ofm (Seg. gen.)
Prot.100238
3. Lettera per la morte di Fr. Daniele Hechich
Prot. 100297
Caro Fr. Bruno, Ministro,
cari Fratelli della
Provincia Veneta di S. Antonio di Padova,
ho appreso la notizia che sorella morte ha
chiamato con sé il nostro confratello Padre
Daniele Hechich e desidero esprimere la mia
personale partecipazione e vicinanza alla Fraternità Provinciale nel momento in cui restituiamo al Signore il dono di un Frate Minore
così singolare.
Ho conosciuto da tempo Padre Daniele, per
averne ripetutamente sentito parlare; ho custodito per anni il desiderio di poterlo incontrare
personalmente; ho avuto il dono di avvicinarlo
e di condividere con lui la preghiera e l’Eucaristia esattamente un anno fa, nella circostanza
della mia visita alla Provincia Veneta: un momento e un incontro per me indimenticabili.
La vita e il ministero di Padre Daniele sono
stati segnati dalla sofferenza e dal servizio agli
altri. La sofferenza lo ha accompagnato costantemente fin dalla giovane età. Il servizio ai
fratelli consisteva nell’accoglienza amorevole
di chiunque lo avvicinasse, nell’ascolto paterno, nel donare la misericordia e il perdono, nel
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
confortare e guarire innumerevoli animi afflitti e malati. Tutto è stato reso possibile dalla
materna intercessione della Vergine Madre e
dalla profonda e filiale devozione che egli trasmetteva sempre ai fedeli.
Nell’offerta della sua vita egli ha servito
fedelmente ed eroicamente la Chiesa, testimoniando il Cristo e avendolo reso presente come
misericordioso e sofferente. Ma in Padre Daniele vedo anche una di quelle figure che costruiscono l’Ordine, anzitutto perché egli lo ha
tanto amato e poi perché, con coraggio e fede,
ha risposto nel modo più alto alla chiamata del
Signore alla santità. Anche di lui Francesco
affermerebbe: “ora posso dire d’avere un vero
Frate Minore”.
Mentre mi unisco a tutta la Fraternità nel
consegnare al Padre delle Misericordie questo
nostro amato fratello, provo in me grande riconoscenza per un dono così speciale che il Signore ha dato all’Ordine. Sento che possiamo
maggiormente confidare nel suo amorevole
servizio di ottenere per noi dal Signore: sostegno, serenità e grazia. Pertanto fiducioso affido nuovamente alla sua orante intercessione
tutti i Frati e il mio servizio all’Ordine.
Laudato si’, mi Signore, per Frate Daniele,
perché lo hai tanto amato e poiché egli ti ha
tanto amato. In lui ci hai benedetti per un lungo tempo di passione e di grazia. Donagli ora
di contemplare il tuo volto. E a noi continua, o
Signore, a far giungere la tua benedizione.
Ministro provinciale e Fratelli cari, nella
condivisione del ricordo e del temporaneo dolore per la morte di P. Daniele, partecipo vivamente al devoto suffragio e vi abbraccio con
affetto.
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm
Ministro generale
_____________________________
Ministro provinciale
Fr. Bruno Miele
Curia Provinciale
via P. Gelain, 5
30175 VENEZIA MARGHERA
4. Message du Ministre Général pour le rassemblement de Lourdes
Lourdes, le 30 octobre 2009
Mes bien chers frères et sœurs
de la Famille franciscaine
et vous les amis des Franciscains,
349
En ce 8ème Centenaire de la Fondation du
charisme franciscain, je viens à vous porteur
d’une action de grâces et d’un appel.
Je rends grâces au Seigneur pour notre et
votre famille spirituelle si diverse et pourtant
animée d’un même souffle évangélique, pour
tout ce qu’elle a représenté au cours de ces huit
siècles dans le paysage spirituel, moral mais
aussi culturel, scientifique de vos pays. Vos
pays ont connu l’évolution progressive d’une
pensée philosophique et théologique qui fut à
l’origine non seulement de la création d’universités mais aussi de la Renaissance et d’un
projet de modernité dont nous vivons les séquelles jusqu’à aujourd’hui.
En toute humilité, il nous faut bien reconnaitre aujourd’hui que la spiritualité franciscaine a elle aussi contribué à forger notre civilisation chrétienne occidentale. Sans pour
autant nous limiter à des personnages d’envergure internationale comme saint Louis, saint
Louis d’Anjou, les saints rois de Naples, sainte
Jeanne de France, sainte Colette de Corbie,
saint Yves, les martyrs de Gorkum, la petite
Bienheureuse Marie-Céline et tant d’autres,
nous sommes heureux de constater que les racines chrétiennes de vos pays sont aussi des
racines franciscaines.
Je sais, qu’en France, en Suisse et en Belgique, le charisme franciscain vit aujourd’hui
une merveilleuse renaissance. L’affluence des
jeunes de vos contrées à Assise et en Terre
sainte en témoignent. Il est vrai que votre charisme est aujourd’hui porté en communion par
des frères, des sœurs, des laïcs. Les médias
s’en emparent et le monde scientifique français redécouvre avec joie la richesse d’un patrimoine franciscain profondément ancré dans
la conscience collective de vos pays. Nous ne
pouvons que nous réjouir de l’impact du professeur Paul Sabatier et de ses nombreux successeurs sur l’étude de la question franciscaine
depuis plus d’un siècle.
Ensemble à l’écoute de l’Evangile, comme
François, vous ressentez le besoin d’enraciner
davantage votre vie dans la prière et l’accueil
de la Parole de Dieu.
Rassemblés tous ensemble dans un fécond
dialogue, croyants et incroyants, vous cherchez de nouveaux chemins de présence, en accordant une attention renouvelée aux petits et
aux marginaux de notre société.
Il importe plus que jamais que vous vous
aidiez mutuellement à vivre la vocation qui est
la votre, dans l’Eglise et pour l’Eglise, frères
350
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
et sœurs clarisses, franciscaines et laïcs. Notre
mission ne peut se vivre et témoigner de la
vérité que dans une joyeuse et sereine complémentarité. Vivre à la suite de François et
de Claire exige souvent de grands sacrifices
mais peut aussi être la source jaillissante d’un
merveilleux bonheur. Vous quittez tout pour
aimer comme le Christ sur les traces de François, Une véritable passion pour Dieu et pour
l’humanité vous animent et vous inspirent.
Ne permettez pas à la fragilité personnelle
et aux crises passagères de vous détourner de la
suite du Christ. Rien n’est plus beau que le choix
de cette forme de vie, celui de saint Damien, celui de la Portioncule. Ouvrez-vous au souffle de
l’Esprit qui tout renouvelle chaque matin !
Avec l’apôtre Paul, j’ose vous lancer cet
appel: Ne brisez pas l’élan de votre générosité!
Croyez en la bonté et en la beauté de Dieu.
Plus que jamais aujourd’hui le monde a
besoin de notre, de votre différence évangélique. Osez vivre la radicalité de l’option de
François, comme pèlerins et étrangers en ce
monde, mais enivrés d’amour pour l’humanité
et la création.
Les jeunes ont dépassé le matérialisme de
leurs parents. Comprenez-les, aimez-les, ne
leur imposez pas vos modèles du passé. Ils
ont besoin de foi et d’espoir, de témoignage et
d’une immense compassion, celle du Christ en
croix. Répondez-leur par le choix du partage,
de la fraternité et d’une sobriété heureuse assoiffée de beauté et de tendresse.
A ceux, jeunes et moins jeunes qui souffrent tant de la solitude, offrez un espace de vie
où chacun sera reçu comme un frère, comme
une sœur.
Ne craignez surtout pas leurs excès identitaires. Ils répondent au vent de l’Esprit. A
ceux qui cherchent un sens pour leur vie, à ces
mendiants de sens qui nous harcèlent, offrez
un baiser de paix, ouvrez la porte de la prière,
aidez-les à rencontrer Jésus-Christ, celui qui
est Tout Bien.
Dieu vous a confié un trésor: la vie évangélique telle que François et Claire nous l’ont
transmise. Offrez à vos contemporains la joie
de vivre l’Evangile. Osez proposer cette vie
qui vous anime et vous comble de joie.
Frères et sœurs, portez l’Evangile dans
l’esprit d’humilité et de pauvreté de notre Père
saint François.
Frères et sœurs bien-aimés, l’avenir nous
attend, commençons car nous n’avons encore
rien fait!
Que le Seigneur vous protège et vous bénisse!
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm
Ministre général
5. Relazione all’incontro con i Visitatori
generali
Roma, Curia generale, 16-19.11.2009
LA VISITA CANONICA:
UN TEMPO PROPIZIO PER CAMMINARE
PARTENDO DAL VANGELO
La mia esposizione comprenderà due parti.
Prima di tutto parlerò degli obbiettivi della Visita canonica e del compito del Visitatore, mentre nella seconda indicherò i grandi temi che si
devono tener presente nella Visita, partendo dal
Capitolo generale di Pentecoste 2009.
I. La Visita canonica e la figura del Visitatore
nella mente di san Francesco e nella nostra
legislazione
La Visita canonica è regolata dal Codice di
Diritto Canonico (CIC 628), dalle Costituzioni
generali (CCGG 213), dagli Statuti generali
(SSGG 155), dagli Statuti per la Visita canonica e la Presidenza del Capitolo provinciale
(SVC, Roma 2007), e da altri documenti della
Chiesa. Secondo questi documenti, spetta al
Ministro realizzare la Visita canonica, personalmente o per mezzo di Delegati (cf. SVC 1).
La Visita può essere ordinaria o straordinaria, generale o provinciale, totale o parziale
(SVC 2,1-2). Nel vostro caso la Visita è ordinaria, dato che viene fatta nel momento stabilito; è generale, perché convocata dal Ministro
generale; ed è totale, perché riguarda tutti i frati dell’Entità e tutte le case.
Poiché è una Visita canonica bisogna, senza dubbio, osservare le prescrizioni giuridiche,
ma questa Visita deve essere realizzata all’interno dello spirito che Francesco indica per la
visita ai fratelli.
1. La Visita nella mente di san Francisco
San Francesco considerava la visita ai frati
come uno dei suoi obblighi principali. E, quando non poteva visitarli a causa della “infermità
e debolezza” del suo corpo (cf. 2Lf 3), scelse
di scrivere lettere e di inviare messaggeri per
continuare a servirli e a somministrare loro «le
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
fragranti parole» del suo Signore (2Lf 2).
Cosciente dell’importanza di tali visite e di
quel servizio o ministero, scrive nella Regola
non Bollata: «Tutti i frati, che sono costituiti
ministri e servi degli altri frati, nelle province
e nei luoghi in cui saranno, assegnino il luogo
ai loro frati, e spesso li visitino e li esortino
e li confortino secondo lo Spirito» (Rnb 4,2).
Questa stessa avvertenza si trova anche nella
Regola bollata, con alcune sfumature che mi
sembrano importanti: «i frati, che sono ministri e servi degli altri frati, visitino ed ammoniscano i loro fratelli e li correggano con umiltà
e carità» (Rb 10,1).
Dal contesto in cui si trovano questi testi
possiamo trarre alcune indicazioni importanti
sugli obbiettivi e sul modo di realizzare la visita ai frati, così come la voleva San Francesco.
Nella vita di Francesco appare chiara l’importanza che ha la persona, e questo implica,
da parte dei Ministri e servi, e in questo caso
del Visitatore, lo stare sempre vicino al fratello
e visitarlo con frequenza.
L’obiettivo della visita è duplice: uno positivo e l’altro negativo. Francesco esprime questo duplice obiettivo con i verbi e le espressioni seguenti: servire, amministrare le fragranti
parole del mio Signore, animare, ammonire,
correggere.
È importante sottolineare che il primo
obiettivo della visita è evangelizzare i fratelli,
comunicando loro “le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è il Verbo del Padre, e le
parole dello Spirito Santo, che sono spirito e
vita” (2Lf 3). Il Ministro, o il frate che visita gli
altri fratelli, è chiamato a rivelare la presenza
di Cristo tra i fratelli, essendo, lui per primo,
«il profumo di Cristo», per poter chiedere altrettanto agli altri. La visita ai frati è, quindi, in
primo luogo un mezzo privilegiato per evangelizzare, nella misura in cui il Ministro o Visitatore si lascia evangelizzare.
Questo stesso aspetto della visita, che abbiamo chiamato positivo, appare nel termine
animare. Nella Visita, i Ministri e servi, o i
frati che fanno la Visita, devono animare, cioè:
devono comunicare afflato, affinché i frati vivano secondo lo spirito (cf Rnb 5,7), in obbedienza alla volontà del Signore (cf SalVir 15).
In altre parole, la Visita deve spingere i frati a
crescere nella vita dello Spirito e «stimolare
tutti e tutto dal buono al meglio» (SVC 3,9).
Dato che Francesco è ben consapevole della presenza del peccato nella Fraternità, non
può fare a meno di ricordare altri obiettivi
351
della Visita, che mirano alla conversione del
fratello: «ammonire» e «correggere» (cfr. Rnb
10,1). Né il Ministro, né il suo messaggero, il
Visitatore, possono essere indifferenti di fronte al peccato del fratello, ma devono ammonire e correggere i frati che hanno peccato (cf.
CCGG 213).
Infine, sul modo di realizzare la Visita
Francesco è molto chiaro. Il Ministro e servo,
o chi realizza la visita in suo nome, deve usare
con i frati tenerezza e vigore; carità e, a volte, chiarezza: Francesco lo dice chiaramente
quando afferma che il Ministro o Visitatore
deve realizzare il suo servizio con umiltà, senza superbia o vanagloria (cf. Rb 10,7), senza
“turbarsi o adirarsi per il peccato del fratello”
(Rnb 5,7), con familiarità e benignità (cf. Rb
10,5), e sempre mosso dalla carità e dall’amore al fratello (cfr. Am 11,2; 25); però, allo stesso tempo, è chiamato a realizzare questo servizio “diligentemente” (Rb 5,5), ammonendo
e correggendo quando è necessario (cf. Rnb
10,1), ricordando che dovremo rendere conto
al Signore del fratello che si perde a causa del
nostro silenzio (cf. Rnb 4,6).
2. La Visita negli Statuti per la Visita canonica
Secondo gli Statuti per la Visita canonica e
la presidenza del Capitolo provinciale, in consonanza con le indicazioni che ci vengono date
da Francesco stesso, la Visita è un momento di
verifica dell’attività del governo provinciale o
custodiale, e della vita delle Entità e dei frati (cf SVC 1); ossia, la Visita ha come primo
obiettivo il “fare verità, verificare le attività e
la vita dei frati, particolarmente la vita fraterna
(cf SVC 26), alla luce delle priorità della vita
francescana (cf. SVC 26-32).
Questa valutazione comporta concretamente: confortare, ammonire e, quando necessario,
correggere i frati; conoscere le condizioni di
vita dei frati, personale ed economica, e le loro iniziative più importanti, stimolandole se si
considerano buone; promuovere la formazione
iniziale e permanente nelle seguenti dimensioni: scientifica, ministeriale e professionale;
stimolare la partecipazione attiva dei frati alle
attività dell’Ordine, il che significa sviluppare il senso di appartenenza al medesimo; fare
in modo che i frati osservino quanto prescrivono le nostre leggi e quelle della Chiesa; e
stimolarli a passare dal buono al meglio (cf
SVC 3,9). Oltre a quanto detto si può dire che
niente di quanto si riferisca alla vita dei frati
352
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
nella sua triplice dimensione – umana, cristiana e francescana – deve considerarsi estraneo
alla Visita.
3. Autorità e doveri del Visitatore
Durante la Visita, il Visitatore è delegato
del Ministro generale o provinciale (cf. SVC
2,2), e «rappresenta il Ministro e agisce in suo
nome» (SVC 8,1). Pertanto, il Visitatore gode
di «potestà delegata» (cf. SVC 11) e ha il diritto di ordinare, dirigere, eseguire e correggere, secondo il diritto comune e proprio, tutto
quanto sia necessario «per l’utilità dei frati
e delle Province» (SVC 11,2). Senza dubbio
non può interferire nelle questioni ordinarie
di governo (cf. SVC 12,1), dato che durante
la Visita non cambia la potestà ordinaria del
Ministro provinciale o del Guardiano (cf SVC
12,2). L’autorità del Visitatore, se è anche il
Presidente del Capitolo, come nel vostro caso,
«termina trenta giorni dopo la conclusione del
Congresso capitolare» (SVC 17).
Per quanto riguarda i doveri del Visitatore
– al di là di preparare con cura la Visita ed il
Capitolo, in stretta collaborazione con il Ministro ed il Definitorio provinciale – penso che
si possano sintetizzare nelle seguenti parole:
valutare correttamente, accertare, controllare, verificare attentamente, confortare, proporre, ammonire e correggere. Per questo deve assumere il suo servizio con sollecitudine,
prendendosi il tempo necessario, senza fretta
(cf. SVC 14), per poter interrogare i frati con
carità e benignità, ascoltarli con familiarità (cf
SVC 22,3) e discernere con serenità, tenendo
conto del bene dei frati (cf SVC 9,1; 11,2).
Per quanto riguarda il suo comportamento, gli
SVC ricordano che quando corregge deve farlo
umilmente e caritativamente (cf. SVC 3,1) e, in
ogni momento deve agire con benignità, familiarità (cf. SVC 3,1), prudenza e molta discrezione (obbligo al segreto) (cf SVC 11,2; 33),
comportandosi sempre con semplicità nel trattare con i frati e nell’uso delle cose (cf. SVC
14,1). Per poter essere il più imparziale possibile nel suo “giudizio”, il Visitatore «cerchi su
quale fondamento si fondi e da quali prove è
sostenuto quanto ascolta» (SVC 22,3).
II. La Visita canonica alla luce del Capitolo
generale di Pentecoste 2009
Pochi mesi fa abbiamo celebrato il Capitolo generale di Pentecoste 2009. Le indicazioni
del Capitolo contenute nel documento finale
dello stesso, Portatori del dono del Vangelo, e
nei Mandati capitolari, sono le linee guida per
l’animazione di questo sessennio e, devono essere ben presenti nel vostro servizio di Visitatori e Presidenti del Capitolo e del Congresso
Capitolare.
Il Capitolo generale 2009, come ben si riflette nello slogan che ci ha riuniti Verbum Domini nuntiantes in universo mundo, ha avuto
come tema principale la missione evangelizzatrice. Lo stesso Capitolo, specificando ancora
di più la “definizione” di Frate Minore, ci ha
chiamati a percorrere le strade del mondo come Frati Minori evangelizzatori con il cuore
rivolto verso il Signore (cf. Portatori del dono
del Vangelo =PdV 10).
Alla luce di questa “definizione” di Frate
Minore, voglio sottolineare alcuni aspetti importanti da tenere presenti durante la Visita canonica, senza dimenticare alcune indicazioni
che considero molto opportune e che ci vengono dal documento finale del Capitolo straordinario del 2006, Il Signore ci parla lungo il
cammino (= Spc).
1. Missionari/Evangelizzatori
Essere missionario, evangelizzare, richiede l’essere discepolo, sentirsi inviato. Come il
Figlio non dice nulla che non abbia sentito dal
Padre, con molta più ragione il missionario/
evangelizzatore. Non si può essere missionario se prima uno non si pone in atteggiamento
di discepolo. Tra le altre cose questo comporta:
• relazionarsi profondamente con il Signore: «li chiamò perché stessero con lui e per
mandarli a predicare» (Mc 3,14);
• ascoltarlo quotidianamente, stare con il Signore, frequentarlo e corteggiarlo costantemente, lasciarsi abitare da lui, per non
predicare se stessi, né una mera ideologia.
Essere discepolo presuppone edificare la
nostra vita fraterna sul Vangelo (cf. PdV 6),
lasciarsi evangelizzare dal Vangelo, lasciare che sia il Vangelo quello che cambia la
nostra vita, come cambiò la vita di Francesco (cf. PdV 5), lasciare che sia il Vangelo
a trasformare le nostre comunità in Fraternità segno, in Fraternità profetiche (cf. PdV
8), in Fraternità significative. Per questo è
necessario riscoprire la presenza del Vangelo attraverso la preghiera contemplativa,
la lettura orante della Parola (cf. Mandati
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
22), lo studio delle Scritture, la liturgia,
come pure attraverso la lettura dei segni
dei tempi. È l’autentica esperienza di Dio
quella che ci farà camminare (cf. PdV 11).
Senza una profonda adesione al Vangelo
la nostra missione evangelizzatrice sarà
superficiale e sterile, la nostra Fraternità si
decompone;
• assumere individualmente e in Fraternità il
Vangelo come un dono destinato ad essere
restituito (cf. PdV 11), a partire dalla gratuità e dalla logica del dono (cf. PdV 9);
• porsi in cammino (non solo geografico,
ma mentale e di cuore), uscire da noi stessi, essere meno provincialisti per uscire e
abitare le frontiere; essere attraversatori di
frontiere, decentrarci da noi stessi per andare incontro all’altro e fargli un’offerta di
fede (cf. PdV 11; 14; 22);
• assumere l’evangelizzazione inter gentes
come elemento essenziale della nostra chiamata ad essere missionari ed evangelizzatori, ed essere fedeli alla vocazione ad gentes,
quando il Signore chiama ad essa (cf. PdV
13-21), anche se si devono ridimensionare
presenze significative.
In questo contesto, come Visitatori vi chiedo di verificare e potenziare lo spirito missionario nelle Entità che andate a visitare, individuando vocazioni per i progetti missionari, in
modo particolare per la Terra Santa ed il Marocco. Vi chiedo anche che verifichiate quale
posto occupano il Vangelo e le Sacre Scritture
nella vita dei frati, individualmente e nella vita
delle Fraternità, spingendo, dove è necessario,
verso la Lettura orante della Parola. Vi chiedo che verifichiate con che logica evangelizziamo: con la logica del dono, o del guadagno,
del potere e del prestigio? Quale logica regna
quando si tratta di mantenere, chiudere o aprire presenze?
2. Come fratelli
La Fraternità ci definisce, è un elemento essenziale del nostro carisma (cf. CCGG 1,1). La
Fraternità è il nostro modo di fare missione, è
il nostro biglietto da visita di fronte al mondo
e alla Chiesa. Non si può parlare di missione
evangelizzatrice francescana che non parta
dalla Fraternità e non ritorni alla Fraternità.
L’evangelizzazione in chiave francescana deve realizzarsi in Fraternità e con la testimonianza della vita fraterna (cf. Mandati 13).
Un determinato lavoro missionario non viene
353
affidato ad un individuo, ma alla Fraternità attraverso la persona concreta di uno o vari frati.
Perché la testimonianza della nostra vita
fraterna sia realmente mezzo di evangelizzazione, dobbiamo curarla attentamente, come
già ci chiedeva il Capitolo del 2006: «lo scambio di esperienze ci ha persuaso che la nostra
Fraternità ha bisogno di una cura particolare
da parte nostra» (Spc 31). Perché questa cura?
Il documento finale del Capitolo generale
straordinario, Il Signore ci parla lungo il cammino, riconosce l’esistenza di divisioni, all’interno della Fraternità universale, provinciale e
locale; riconosce che la nostra comunicazione è superficiale; riconosce che siamo ancora
lontani da essere una Fraternità multiculturale.
Lo stesso documento ci pone in guardia dalla
tentazione di fermarci e di fuggire dalla Fraternità.
Durante la Visita il Visitatore deve stare
molto attento a tutti questi aspetti. Un’attenzione particolare va prestata al tema delle divisioni, molte volte motivate dall’ambizione
di potere. In Province e Custodie divise si devono potenziare «gesti di perdono reciproco e
cammini di comunione» (Spc 31), «processi di
riconciliazione» (Spc 51). Il Capitolo provinciale o custodiale deve mettere le basi per sviluppare «una cultura dell’accompagnamento
fraterno, della correzione, del perdono e della
riconciliazione» (Spc 53). Però, soprattutto, si
deve insistere sulla necessità di una comunicazione profonda autentica, e sulla necessità di
creare «spazi comuni di dialogo, condividendo
le nostre storie, celebrazioni e feste» (Spc 50),
in modo che si sperimenti la gioia profonda
della nostra vocazione (cf. Spc 53). In molte
occasioni si rende necessario recuperare la fede orizzontale, la fiducia negli altri, sapendo
che la fede verticale e quella orizzontale «sono strettamente collegate» (Spc 15). Durante
la Visita si deve valutare il modo in cui i frati
comunicano tra loro (cf. Spc 50).
Chiedo che prestiate attenzione alla tentazione di fuggire dalla Fraternità. Ci sono molti
frati feriti che stanno al margine della Fraternità, anche vivendo sotto lo stesso tetto. Il Visitatore deve fare il possibile per “recuperare”
questi fratelli alla Fraternità, e lo stesso vale
per coloro che hanno progetti individuali che
niente o poco hanno a che vedere con la Fraternità.
In questo contesto vi chiedo anche che prestiate particolare attenzione alle diverse forme
di individualismo, quelle “scandalose” e quel-
354
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
le nascoste. L’individualismo è un male proprio della nostra società che sta entrando fortemente nelle nostre Fraternità. Da una prospettiva francescana non c’è posto per i progetti
personali; c’è posto per progetti personali se si
intende la persona come un essere in relazione.
Un altro aspetto importante a cui prestare
attenzione è quello delle strutture materiali.
Che siano a servizio della vita e non la vita
al servizio della semplice conservazione delle strutture. È necessario “liberare” le nostre
Entità dal peso di strutture che hanno perso significato, ponendole al servizio della società,
principalmente dei più poveri. Però, così come
ci mette in guardia il documento Portatori del
dono del Vangelo, «prima di preoccuparci di
adeguare le nostre strutture, dovremmo cominciare a leggere con attenzione i segni dei
tempi e dei luoghi e lasciarci interpellare da
essi» (PdV 29).
3. Come minori
Per i seguaci di Francesco, la “minorità”
non è un optional, ma una dimensione essenziale della nostra vita, un elemento che qualifica la nostra Fraternità. Afferma il documento finale del Capitolo 2006: «Non basta dire
che siamo fratelli, siamo Frati Minori» (Spc
28). A questo punto il documento ci pone in
guardia contro due pericoli: uno che vede la
“minorità” come una semplice scelta sociale,
e l’altro che vede la “minorità” solo come una
scelta spirituale.
La minorità per Francesco non è un semplice categoria sociologica. Il Poverello prese il
termine “minore” dal Vangelo (cf Spc 28). E
tanto per lui come per noi, in quanto Frati Minori, il «paradigma della minorità non è altri
che Cristo» (Spc 29). La nostra scelta di essere
“minori” nasce dalla contemplazione di Cristo
Gesù che «non considerò un tesoro geloso la
sua condizione divina, ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo» (Fil 2,611).
Senza dubbio, questa dimensione cristologica non impedisce che la minorità si esprima
in categorie sociali. A questo riguardo, il documento Il Signore ci parla lungo il cammino
aggiunge: «La minorità è la forma concreta
che qualifica la nostra relazione fraterna e la
pratica dei nostri ministeri” ordinati o meno,
dato che “tutti siamo Frati Minori» (Spc 28).
La minorità, pertanto, deve segnare il nostro stile di vita “ad intra”, con i frati della
Fraternità, e la nostra missione “ad extra”, con
ogni umana creatura. La minorità segna non
solo la nostra relazione tra i frati, ma in maniera più ampia, con ogni umana creatura. Ci sentiamo e siamo realmente Frati Minori di ogni
uomo e ogni donna, in accordo con lo stile con
cui Francesco invia i suoi frati per il mondo:
non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio
(Rnb 16,6). Il documento finale del Capitolo
2006 ci ha chiesto di essere «minori tra i minori della terra» (Spc 30), «vivere il Vangelo
come minori tra i minori» (Spc 33). Un presenza evangelica tra loro, ci ricorda il Capitolo
2009, è un segno di restituzione “particolarmente eloquente” nel nostro mondo (cf. PdV
23). La nostra condizione di minori ci impegna
a camminare con i “minori”, facendo nostre le
loro gioie e il loro dolore.
In questo modo, la minorità, che è iniziata
con la contemplazione di Cristo che si fa “minore” e con «il contatto con la realtà di dolore
e di speranza di ogni persona» (Spc 11), termina necessariamente con una scelta di vita e
di missione. In questo contesto è obbligatorio
ricordare la chiamata del Capitolo 2009 ad
abitare le frontiere e la marginalità (cf. PdV
22-24).
Chiedo che nel vostro servizio di Visitatori
e Presidenti del Capitolo e del Congresso capitolare prestiate molta attenzione alla nostra
condizione di minori. Nelle Entità che visitate
è vostro dovere portare i frati a chiedersi: quali
spazi sociali abitiamo? Quali sono le espressioni concrete della nostra minorità, (per esempio
nell’assunzione dei lavori domestici, e nella
relazione con i fratelli), e ad extra: a fianco di
chi stiamo? Quali sono le nostre preferenze?
Un aspetto importante nella relazione con la
minorità è anche l’economia. Lavorate instancabilmente perché si facciano passi concreti al
fine di raggiungere un’economia trasparente,
solidale e che rifletta un tenore di vita austero
e basata sul lavoro. Siate chiari al momento di
denunciare economie parallele ed individuali,
non trasparenti e che non sono in consonanza
con il nostro essere minori.
4. Nel mondo
Il mondo è il nostro chiostro, ripetiamo giustamente. Come i discepoli siamo stati chiamati per stare nel mondo senza essere del mondo.
La tentazione è di assumere nella nostra vita i
criteri del mondo, senza farci presenti in esso
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
come “missionari” ed evangelizzatori, rinunciando ad essere “luce” e “sale” nella nostra
società.
Essere missionari nel mondo, tra le altre cose comporta:
• Amare il nostro mondo, porci di fronte ad
esso con simpatia e con una visione positiva, ma allo stesso tempo critica (cf. PdV
7.15). Solo così potremo assumere ciò che
c’è di buono e denunciare gli pseudo valori
che ci sono nella nostra società. La missione evangelizzatrice è «movimento di andare e venire” e “comporta un dare, ma anche
un ricevere, in un atteggiamento di dialogo» (PdV 15).
• Incarnare il messaggio del Vangelo nei distinti contesti culturali in cui viviamo, imparando il linguaggio del mondo e i suoi codici comunicativi per rendere intelligibile il
messaggio (cf. PdV 16).
• Entrare in un processo di inserimento nella
realtà della vita dei nostri popoli, come prolungamento del mistero dell’incarnazione:
«l’incarnazione reale ed effettiva dell’evangelizzatore nella realtà socio-culturale di un
popolo è un’ineludibile esigenza della sua
missione» (PdV 13, cf. 30).
• «Essere meno autoreferenziali ed essere più
in tensione verso il divenire del mondo».
«Non possiamo voltare le spalle al divenire
del mondo» (PdV 29). È necessario ascoltare
la voce dello Spirito che continua a parlarci,
oggi come ieri, attraverso fenomeni come
l’interculturalità, la rivendicazione e difesa
dei diritti umani, la situazione delle minoranze, la crisi economica, il disastro ambientale e i fenomeni migratori (cf. PdV 14).
• Darsi anche una formazione intellettuale
adeguata per poter entrare in dialogo, critico e senza complessi, con la cultura attuale,
come già affermato dal Capitolo generale di
San Diego (1991): «la formazione intellettuale è un’esigenza dell’evagelizzazione»
(Acta Capitoli Generalis Ordinarii, Roma
1991, 555). «Non si tratta di accomodarsi al
mondo e tanto meno di sospendere ogni giudizio critico nei suoi confronti» (PdV 15).
Vi chiedo, cari fratelli Visitatori, che aiutiate i frati a stare nel mondo senza essere del
mondo. Per questo aiutateli a chiedersi con serietà: quali criteri animano la nostra vita? Siamo luce e sale per la nostra società, o siamo
del “mucchio”, uno dei tanti? Come è il nostro
inserimento nella realtà delle nostre genti che
siamo chiamati ad evangelizzare? Siamo pre-
355
parati intellettualmente e spiritualmente per
“dialogare criticamente” con la nostra società?
La formazione iniziale e permanente ci preparano a questo?
5. Con il cuore rivolto al Signore
La nostra vocazione e missione sono inseparabili dalla fede: «la vita nella fede è la vera
sorgente della nostra letizia e della nostra speranza, della nostra sequela di Gesù Cristo e della nostra testimonianza nel mondo» (Spc 18).
Già lo facevo notare nella mia relazione al
Capitolo 2006, Con lucidità e audacia (=Cla),
quando dicevo: «è il momento di esercitarci
nella fede, di muoverci a partire dalla fede, di
vivere della fede». Solo la fede, infatti, riuscirà
a metterci in cammino, perché solo a partire
da essa potremo «assumere il Vangelo come
Buona Notizia, passare all’altra sponda, vivere
il presente con audacia e coraggio evangelici.
Senza la fede, nulla di questo è possibile. Senza la fede, il pericolo di fermarci, ripeterci, annullare i sogni più profondi, di perdere, a poco
a poco, la gioia che sgorga dalla passione del
vivere la nostra vocazione e missione, è qualcosa di più di una possibilità» (cf. Cla n. 8, pp.
16-18). D’altra parte, il lavoro dei capitolari
sulla mia relazione ha sottolineato con forza la
necessità della fede per superare la crisi in cui
sembra trovarsi la vita religiosa in generale e
la nostra in particolare. In questo contesto si
fece notare come la vera crisi che viviamo è
una crisi di fede, che poi si trasforma anche in
crisi di autenticità.
Se la fede è essenziale per comprendere la
nostra vita e missione, non è per niente strano
che il Capitolo affermi che le relazioni fondamentali della nostra vita, con il mondo, Dio e
i fratelli, sono costruite a partire dalla fede (cf.
Spc 15). La fede, “in una circolarità permanente” con la vita, ci permette un’interpretazione
adeguata della nostra esistenza e di quella
degli altri, con tutto quello che comporta: le
esperienze di ciascuno, il contatto umano con
la realtà dolorosa e speranzosa di ogni persona, di ogni popolo e con la natura (cf. Spc 11).
Chiamati a portare il Vangelo agli uomini
e alle donne di oggi, non potremo rispondere a questa vocazione/missione se non siamo
uomini di fede, una fede che coinvolga tutto
ciò che siamo e che sia fonte di tutto ciò che
facciamo (cf Spc 18).
Il Capitolo 2009 si domanda se la mancanza di ardore missionario, il nostro immobili-
356
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
smo e lo stallo che soffriamo non si spieghi
con una crisi di fede nel Dio Uno e Trino; e,
allo stesso tempo, mentre ci invita ad essere
autocritici in questo campo, afferma che la
missione si capisce solo se si basa sulla fede
e una spiritualità trinitaria. Per questo non ha
dubbi nell’affermare: «Nella centralità dovuta
al Dio trino come principio integratore della
nostra vita, delle nostre Fraternità e dei doni
dei fratelli, si gioca la speranza che anima la
nostra missione evangelizzatrice» (PdV 12).
Secondo un’espressione dello stesso Capitolo, «un’autentica esperienza di Dio ci mette
in movimento» (PdV 11). Solo la sete saziata,
come nel caso della Samaritana, attraverso un
incontro personale con il Signore, con il Vangelo, si trasforma in messaggio (cf. Spc 17).
A volte ho l’impressione che la nostra formazione permanente ed iniziale non ci diano
“l’equipaggiamento di base” nel campo della fede e della relazione con il Signore, e che
molte volte le attività che realizziamo, anche
se buone e necessarie, sono sotterfugi per riempire un vuoto esistenziale. Questo fa sì che
la dimensione contemplativa passi in secondo
o terzo piano. Penso che sia urgente lavorare
sulla “educazione della fede” e sulla “personalizzazione della fede” partendo dalla formazione iniziale e nella formazione permanente
(cf. Spc 16.27).
Il Capitolo del 2006, cercando di provocare
una profonda riflessione, nel suo documento
finale, ci lancia una domanda che è bene che ci
“tormenti” e ci “perseguiti”: abbiamo questa
fede, una fede che ci porta a vedere la nostra
realtà, la realtà degli altri e della storia, da una
prospettiva nuova? (cf. Spc 27).
Durante la Visita canonica e al momento di
prendere le decisioni che orientano il futuro di
una Entità, durante la celebrazione del Capitolo e del Congresso capitolare, chiedo che diate a questa dimensione essenziale e fondante
della nostra vita e missione, una reale priorità.
Non abbiate dubbi nel subordinare altre scelte
a questa, costi quello che costi. Non dubitate
nel favorire e accompagnare verso il ridimensionamento delle attività, se questo non sono
alimentate da una vita di fede e di preghiera
appropriate. Non abbiate paura, cari fratelli
Visitatori, nel portare il fratello a interrogarsi sulla propria fede. Ricordate che durante la
Visita «vi è stata affidata la cura delle anime
dei frati» (cf Rnb 4,6). Verificate la vita di fede
dei frati e la vita di preghiera, manifestazione di una vita di fede, dei singoli frati e delle
Fraternità per quanto riguarda i tempi dedicati
alla preghiera, il modo di celebrare la liturgia,
l’incontro personale e fraterno con il Vangelo
attraverso la lettura orante della Parola. Esaminate i progetti formativi anche a partire da
questa priorità.
Conclusione
Il Capitolo 2009 ci ha ricordato che siamo
chiamati a percorrere le strade del mondo come Frati Minori evangelizzatori con il cuore
rivolto al Signore (cf. PdV 10). Questa è la
nostra vocazione e missione. Come Visitatori dovete aiutare i frati affinché, come dice il
Capitolo stesso in uno dei suoi mandati, tutte
le priorità, programma base anche per questo
sessennio, siano proposte e accolte «in chiave
di missione evangelizzatrice e nella prospettiva di apertura al mondo» (cf. Mandati 1).
Tutto questo esige, come ci ha ricordato il
Capitolo del 2006, «un permanente discernimento e una verifica continua della nostra vita» (Spc 35), una «revisione critica continua
[...] de nostri ministeri attuali» (Spc 58), così
che possiamo «ritrovare il centro della nostra
missione», e da lì possiamo «abbracciare la
frontiera» e «abitare la marginalità» (cf Spc
33), creando nuovi spazi e assumendo rischi
«che diano testimonianze concrete della nostra vocazione e missione» come «Fraternità
in missione al servizio della Chiesa e del mondo» (Spc 58).
A questo punto tutto esige da noi «un progetto di evangelizzazione con chiara identità
francescana» (Spc 34), che si integri pienamente nel progetto di vita fraterna, chiesto dal
Capitolo 2009 (cf. Mandati 7). Un progetto
che unisca e integri vocazione, vita fraterna e
missione, a partire dalla minorità. I criteri che
appaiono nel mandato 13 del Capitolo 2009
devono aiutarci ad elaborare questo progetto di evangelizzazione missionaria in chiave
francescana. Questi stessi criteri devono servire per verificare il lavoro di evangelizzazione
delle Entità che visitate. A questo riguardo vi
chiedo anche che sollecitiate le diverse Entità
a scegliere chiaramente la collaborazione tra
loro. La missione evangelizzatrice sta esigendo strategie di “cooperazione” e di “interscambio” tra le Entità (Spc 57). La missione evangelizzatrice «comporta la ricerca di rendere
porosi i nostri confini per permettere il flusso
della intercomunione e la intercomunicazione» (PdV 22).
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
La Visita canonica che farete deve essere
una forte e pressante chiamata a vivere la nostra vita in profondità, una chiamata alla conversione, a vivere di fede e a partire da essa, a
tornare al Vangelo per tornare a Cristo, a rivivere l’esperienza fondante della nostra Fraternità, con lo scopo di re-identificarci e ri-appropriarci dell’intuizione originale di Francesco.
Deve essere un forte richiamo a migliorare la
nostra comunicazione, particolarmente a livello di fede e di vissuto vocazionale, a “rivolgerci” gli uni agli altri, a demolire le barriere e i
pregiudizi, ad accoglierci con ascolto reciproco, a superare provincialismi, etnocentrismi,
caste e regionalismi, a espandere il cuore alla
dimensione del mondo. Il Capitolo 2009, come in precedenza quello del 2006, ci ha fatto
una chiamata urgente a non lasciarci attanagliare dalla crisi e dalla paura, a non chiuderci
in noi stessi, a non ridurre le nostre presenze
al confortevole e sicuro spazio dei nostri conventi, ma ad uscire, a decentrarci per ri-centrarci, a de-localizzarci per ri-localizzarci, a
sradicarci per ripiantarci, a sentirci itineranti
verso il limite, la frontiera, la periferia, verso i
“chiostri dimenticati”, abitati dai “lebbrosi” di
oggi. In ogni momento, ci ha ricordato il Capitolo, i frati devono stare attenti a non offrire
culto agli idoli dell’attivismo e dell’efficienza
per poter mantenere l’aspetto profetico della
nostra vita. In questo contesto il Capitolo ci
ha fatto una forte chiamata a de-centrarci da
ciò che è urgente per tornare all’essenziale e
dare qualità evangelica alla nostra vita. Tutto
questo passa attraverso una scelta chiara per la
formazione permanente alla quale si deve dare
priorità. Essa è ciò che può nutrire una profonda fedeltà creativa, nella nostra vita, così come
la creatività e la fantasia necessarie, oggi più
che mai, nella nostra missione evangelizzatrice (cf. Mandati 9-10).
La Visita canonica che siete chiamati a fare
deve tener presenti tutte queste chiamate del
Capitolo, così come le sue proposte.
Il documento finale del Capitolo ci sta chiedendo di prestare molta attenzione alla frammentazione che spesso caratterizza le nostre
vite e la nostra missione. In questo contesto si
inserisce il mandato capitolare sul moratorium
(cf. Mandati 9). Dobbiamo riflettere e discernere. Dobbiamo chiederci: dove siamo? Dove
vogliamo andare? Dove ci spinge lo Spirito,
tenendo presente la nostra realtà (debolezze e
possibilità), gli inviti della Chiesa, gli ultimi
documenti dell’Ordine e i segni dei tempi? E
357
dopo questo discernimento e riflessione, sul
moratorium, dobbiamo avere il coraggio di
prendere decisioni che portino a vivere il presente con passione e abbracciare il futuro con
speranza, camminando a partire dal Vangelo.
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm
Ministro generale
6. Homilía a la conclusión del encuentro
con los Visitadores generales
Roma, Curia general, 20.11.2009
¡EL SEÑOR NOS VISITA!
Ma 2, 15-29; Sal 49; Lc 19, 41-44
Queridos hermanos Visitadores,
queridos hermanos de la fraternidad:
¡El Señor os dé la paz!
Llegados al final de nuestro encuentro, el
Señor se hace el encontradizo en nuestro camino y nos ofrece su palabra que quiere ser,
una vez más, guía para nuestros pasos, luz
en nuestro camino (cf. Sal 119,105). Y, como siempre, la Palabra nos revela, ante todo,
el rostro o, mejor aún, el corazón de Dios, a
la vez que ilumina la respuesta que estamos
llamados a dar. Así el texto del Evangelio de
hoy, (cf. Lc 19,41-44), en el llanto de Jesús nos
revela el misterio más grande de Dios: su pasión, su amor sin límites, por la humanidad.
Jonás se detuvo irritado, hasta tal punto de
desearse la muerte, ante Nínive convertida y
perdonada (cf. Jon 4, 3. 8. 9). Jesús se detiene
ante Jerusalén apóstata, y llora amargamente
por el castigo que se le avecina. La diferencia
entre los dos es simplemente la diferencia que
existe entre Dios y el hombre: la misericordia.
“Mi corazón se me revuelve dentro a la vez
que mis entrañas se estremecen. No ejecutaré
el ardor de mi cólera, no volveré a destruir a
Efraín, porque soy Dios, no hombre […] no me
gusta destruir” (Os 11,8ss). El llanto de Jesús
manifiesta su impotencia ante el rechazo por
parte del hombre, y al mismo tiempo la gloria
de un amor fiel, incluso en la infidelidad, pues,
como dice el Apóstol, “no puede renegar a sí
mismo” (2Tm 2,13). Sus palabras no son una
amenaza, sino la constatación sufrida de lo que
el pueblo, sin saberlo, se hace a sí mismo. El
llanto de Jesús expresa la debilidad extrema
que a él le llevó a la cruz (cf. 2Cor 13,4), y
358
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
a nosotros a la salvación. Su potencia nos ha
creado, su impotencia nos ha recreado.
El motivo del llanto de Jesús está en no haber reconocido, en este día, la venida de Jesús.
Con Jerusalén, también a nosotros se nos invita a reconocer hoy el día del Señor, su presencia silenciosa en medio de nosotros; se nos
invita a convertirnos, a nacer de nuevo (cf. Jn
3,3), a no domesticar las palabras proféticas
del Evangelio para acomodarlas a un estilo de
vida cómodo; se nos invita a permanecer fieles
aun en medio de situaciones adversas. Así hemos de interpretar, también, el texto del libro
de los Macabeos que hemos apenas escuchado. El primer libro de los Macabeos, del que
está tomada la primera lectura, fija en su introducción, capítulos 1-2, el adversario al que se
enfrenta el pueblo de Israel: el helenismo invasor, que halla cómplices en algunos judíos, y
la reacción de la conciencia nacional, adherida
a la Ley y al templo. Matatías se da cuenta que
lo que está en juego es la fe y se transforma en
el protagonista de una lucha contra la helenización, salvando, de este modo, el judaísmo en
un momento decisivo.
Queridos hermanos Visitadores: La Visita
Canónica es un momento oportuno y propicio
para descubrir el paso de Señor por la vida de
los hermanos y de las entidades que vais a visitar. ¡Cuántas cosas buenas encontraréis! Es
un momento propicio para invitar a los hermanos a permanecer fieles al primer amor. Al
mismo tiempo los hermanos han de acoger la
Visita como el un tiempo saludable –un kairós-, para dejarse revisitar por el Señor y por
el Evangelio que han profesado como Regla
y vida (cf. 2R 1,1), re-crear su experiencia de
fe, y renovar la fidelidad creativa y gozosa a su
propósito. Seguramente que encontraréis muchos hermanos que vivirán la Visita como un
tiempo fuerte de la visita el Señor, un tiempo
de gracia, un tiempo oportuno que el Señor les
ofrece para progresar en el camino del bien,
pero también puede que encontréis otros hermanos que no lo vivan así y que sus ojos, como
los ojos de Jerusalén estén cerrados. A éstos
gritadles, como le gritaron al ciego Bartimeo:
“El Señor te llama” (cf. Mc 10,49), recordándoles con las palabras del salmo que hemos
proclamado, a no endurecer el corazón ante el
Señor que les habla (cf. Sal 94,8).
Abrazando a todos con misericordia, invitad a los cansados y desanimados a caminar,
a los pecadores a la conversión, a los acomodados a dejarse seducir por los claustros olvi-
dados, y a los que están en camino a que no se
cansen de hacer el bien y de pasar de lo bueno
a lo mejor. A todos recordad que cuanto más
se vive de Cristo, tanto mejor se le puede servir en los demás, y cuanta más íntima sea la
entrega al Señor y más fraterna nuestra vida,
más ardiente será el compromiso en la misión
evangelizadora, llegando hasta las avanzadillas de la misión (cf. VC 72.76).
Administrad a todos, particularmente a los
cansados, resignados o con ganas de volver su
mirada atrás, “las palabras de nuestro Señor
Jesucristo, que es el Verbo del Padre, y las
palabras del Espíritu Santo, que son espíritu
y vida” (2CtaF 3). Con la palabra y con la vida, sed portadores del don del Evangelio a los
hermanos que encontraréis y comunicadles en
todo momento las odoríficas palabras del Señor, como quería Francisco (1CtaF 2,19). Ellas
abrirán los ojos a los ciegos, y los oídos a los
sordos; soltarán la lengua de los mudos, que recobrarán el habla y bendecirán al Señor (cf. Lc
1,64); pondrán en movimiento los pies cansados, y alargarán las manos tullidas al compartir; cambiarán el corazón y la vida de los hermanos, como cambiaron el corazón y la vida
de Francisco, y harán salir de sus sepulcros a
los muertos que yacen en él. No os canséis, mis
queridos hermanos, de invitar a los hermanos a
encontrarse personalmente y comunitariamente con el Evangelio, a dejarse habitar por él, a
través de la lectura orante de la Palabra.
No dudéis en invitar a los hermanos a un serio discernimiento, hecho con lucidez, audacia
evangélica y visión de futuro, para optar por lo
que agrada al Señor. La realidad confirma que
el trigo y la cizaña crecen juntos (cf. Mt 13,2430), lo cual constituye una fuerte llamada al
discernimiento evangélico para decidir qué
dirección debe seguir nuestro camino de transformación personal e institucional. Detectad y
animad a los hermanos a celebrar las iniciativas que buscan encarnar de forma creativa y
radical el Evangelio. Ayudad a los hermanos
a ponerse en camino, pues es en el camino
donde el Señor nos muestra las exigencias de
nuestra vocación y misión de Hermanos Menores, y pedid a los hermanos que alarguen los
espacios de sus tiendas (cf. Is 54,2), para saber
acoger al Señor que pasa. ¡Es la hora del paso
del Señor! ¡Es la hora de abrir los ojos! ¡Es la
hora de escrutar los signos de los tiempos y de
interpretarlos a la luz del Evangelio!
Hermanos Visitadores: ¡Poneos en camino! ¡Saludad a todos los hermanos que encon-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
tréis en el camino, y que, en todo momento, os
acompañe siempre la bendición del Señor!
Señor:
• En la encrucijada en que nos encontramos:
enséñanos el camino, ilumina las tinieblas
que anidan en nuestro corazón.
• En medio de tantas palabras que nos confunden: enséñanos a escuchar tu Palabra,
para que tengamos vida y vida en abundancia.
• Cuando algunos gritan: no hay salvación,
la barca se hunde, envíanos ráfagas de luz
en la noche, generadoras de esperanza,
para remar mar adentro.
• Ante la tentación de gritar: ¡basta ya!, líbranos del peligro de instalarnos, de repetirnos, de anular los sueños más profundos,
de perder poco a poco la alegría contagiosa
de la fe.
• Ante el peligro de pasar de largo, dejando
a tantos que yacen medio muertos a la vera
del camino: danos la gracia de comprometernos en sanar las heridas de nuestro mundo, y de comunicar a todos que eres amor.
¡Amén! ¡Fiat! ¡Fiat!
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm
Ministro general
7. Carta con ocasión de la solemnidad del
Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo
El Verbo de Dios se hizo carne
Evangelio del Padre llamado a ser restituido
Queridos hermanos:
¡El Señor os dé la paz!
VIII Centenario de la fundación de la Orden
Estamos a punto de clausurar el año Jubilar
con el que hemos conmemorado los 800 años
de la fundación de nuestra Orden, con la aprobación, por parte del Papa de la forma vitae
evangélica que el Altísimo reveló a Francisco,
y que el Poverello había mandado escribir en
pocas y sencillas palabras (cf. Test 14,15). Al
final de estas celebraciones queremos, una vez
más, alabar y bendecir al Altísimo, Omnipotente y Buen Señor por el don de Francisco a
la Iglesia y al mundo, y por el don de tantos
hermanos y hermanas que durante este tiempo, siguiendo la inspiración del Señor (cf. 1R
2,1), han vivido en fidelidad creativa y gozosa
la forma de vida que nos trasmitió Francisco.
359
Entre todos ellos sobresale la figura de Clara,
la Plantita de Francisco.
Las celebraciones del octavo Centenario
de la Fundación de la Orden de los Hermanos
Menores se iniciaron con una invitación urgente a la refundación, es decir, con una llamada a volver a lo esencial, a los fundamentos de nuestro carisma; a volver a las raíces de
nuestra espiritualidad; y, al mismo tiempo, a
reconocer, leer e interpretar, a la luz del Evangelio, los signos de los tiempos: “ráfagas de
luz presentes en la noche oscura de nuestras
vidas y de nuestros pueblos, faros generadores
de esperanza” (El Señor os dé la paz (= Sdp),
6), “voces que el Espíritu nos lanza y que piden respuesta” (Portadores del don del Evangelio (= PdE), 14).
Entonces resonó fuerte en nuestros corazones la llamada apremiante a “nacer de nuevo”
(Jn 3,3), a “no domesticar las palabras proféticas del Evangelio para adaptarlas a un estilo de
vida cómodo” (Sdp 2), pues sólo así podremos
“nutrir desde dentro, con la fuerza liberadora
del Evangelio, nuestro mundo fragmentado,
desigual, y hambriento de sentido, tal como hicieron en su tiempo Francisco y Clara de Asís”
(Sdp 2), siendo nosotros mismos “signos de vida legibles para un mundo sediento de un cielo
nuevo y una tierra nueva” (Sdp 7). Esa misma
llamada a la conversión sigue acompañándonos hoy en nuestro camino, como exigencia
para dar a luz una nueva época, y despertar
una nueva visión de la vida, cimentadas en la
justicia, el amor y la paz (cf. Sdp 2).
Y volviendo a lo esencial, a nuestras raíces y fundamentos, nos hemos encontrado con
el Evangelio. No podía ser de otra forma, ya
que nuestra Fraternidad está enraizada, tiene
su origen, en la escucha del Evangelio, y, por
tanto, en Cristo que nos habla a través de él
(cf PdE 6). Haciendo memoria agradecida de
nuestro pasado hemos tomado mayor conciencia que para gustar la gracia de los orígenes,
vivir el presente con pasión, y abrazar el futuro
con esperanza (cf. Novo Millemnio Ineunte, 1),
objetivos últimos de las celebraciones jubilares, era necesario volver al Evangelio, poner a
Cristo en el centro de nuestras vidas, pues sólo
así nuestra vida podrá recuperar la belleza, la
poesía, y el entusiasmo de los orígenes.
Y hemos intuido también el camino que,
además de llevarnos a lo esencial de nuestra
experiencia de fe y de nuestra espiritualidad
nos llevase también a responder a las exigencias más profundas de nuestra sociedad. Este
360
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
camino lo hemos señalado con tres palabras:
centrarse, concentrarse, y descentrarse. Centrarse en aquel que para nosotros lo ha de ser
todo: el bien, todo bien, sumo bien, como lo
fue para Francisco (cf. AlDA 4). De ahí la razón por la cual “tener el corazón constantemente vuelto hacia el Señor” (1R 22,19) se nos
presentaba, y sigue presentándosenos, como
la prioridad de las prioridades; y abandonar
todo impedimento y dejar de lado toda preocupación para poder servir, amar y honrar
al Señor Dios, con corazón y mete puros (cf.
1R 22,26) aparecía y aparece ante nosotros
como el gran reto en este momento en que el
activismo, también el apostólico, a menudo se
presenta como una huída hacia delante, que
intenta, inútilmente, llenar un vacío de Dios
en la propia existencia. Concentrarse en los
elementos esenciales de nuestro carisma, con
la finalidad de evitar la fragmentación y la dispersión, que tantas veces nos afecta. Y estos
elementos esenciales los hemos individuado
en las llamadas Prioridades que nos acompañan desde el Capítulo de 1997 como “llave
de lectura para vivir nuestra identidad y para
comprender las aspiraciones del mundo” (Sdp
4), y que, por voluntad del Capítulo de Pentecostés 2009, nos seguirán acompañando en
este sexenio (cf. Mandato capitular 1).
Estas Prioridades –espíritu de oración y
devoción, vida fraterna en comunidad, minoridad, pobreza y solidaridad, evangelización
y formación-, no son valores opcionales, sino valores que nos identifican como Hermanos Menores, pilastras de nuestra fidelidad al
Evangelio, consecuencia de una vida radicalmente evangélica, tal y como la vivió Francisco y nos la propuso en su propósito de vida.
Descentrarse para ir al mundo, nuestro claustro, y allí, inter gentes, proclamar que sólo Él
es omnipotente (cf. CtaO 9). Hoy, más que
nunca, somos conscientes que no hemos sido
llamados para nosotros mismos, sino para los
demás, y que nuestras fraternidades no son
para ellas mismas, sino para hacer conocer el
Reino de Dios. Somos y queremos seguir siendo los frailes del pueblo y para ello hemos de
salir por los caminos del mundo siendo, portadores del don del Evangelio.
De cara al futuro
Asumida nuestra total pertenencia al Señor
–centrarse-, y nuestra identidad como Hermanos Menores –concentrarse-, es ahora el mo-
mento de ir por todo el mundo –descentrarse-,
siempre inter gentes, pero también ad gentes,
para llevar, con nuestra vida y nuestra palabra, la Buena Noticia a todos los hombres y
mujeres de buena voluntad. Precisamente el
Capítulo general 2009, en su documento final
Portadores del don del Evangelio, nos piensa y define así: “recorriendo los caminos del
mundo, como Hermanos Menores evangelizadores, con el corazón vuelto hacia el Señor”
(PdE 10). He ahí nuestro programa para un
presente lleno de pasión por el Reino, y para
un futuro en clave de esperanza: revivir el carisma, dinamizando la misión. He ahí nuestro
compromiso para estos próximos años: reavivar en nosotros el ardor misionero y evangelizador, para restituir el don del Evangelio,
dentro de los confines geográficos de nuestros
propios pueblos, pero, si ello place al Señor,
hasta los confines de la tierra.
Sí, conscientes que “el Evangelio es un don
destinado a ser compartido”, somos llamados
a ir, por los caminos del mundo, cruzando
fronteras, atravesando confines geográficos y
culturales, “para hacer una oferta de la fe mediante un testimonio compartido” (PdE 11),
con todos los otros agentes de evangelización:
sacerdotes, religiosos/as y laicos; y siempre
partiendo de la centralidad debida “al Dios
trino, como principio integrador de nuestra
vida, de nuestras fraternidades y de nuestros
hermanos”, pues sólo partiendo de este presupuesto de fe, podremos entender que la misión
evangelizadora es esencialmente inherente a
nuestra vocación franciscana (PdE 12). Ninguna barrera puede detener a aquel que ha sido
tocado por el dinamismo del Evangelio.
Este continuo esfuerzo por cruzar fronteras
nos permitirá habitar las fisuras de un mundo
fragmentado, caracterizado muchas veces por
“la discriminación, la exclusión y, en ocasiones extremas, violencia física, psíquica e
ideológica” (PdE 22). Nuestra historia es una
historia de inculturación y de encarnación,
particularmente entre las gentes menos favorecidas. Desde nuestra identidad franciscana,
reconocemos la urgencia de “dejarnos seducir por los claustros olvidados e inhumanos,
donde la belleza y la dignidad de la persona
son constantemente mancilladas” (Sdp 37),
la necesidad de escoger, con mayor decisión,
“lugares de frontera y marginalidad” (El Señor
nos habla en el camino (=Shc), 33), y en ellos,
desde la lógica del don y del servicio gratuito,
con creatividad y fantasía, restituir el don del
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
Evangelio a los pobres, nuestros maestros (cf.
Juan Pablo II. Mensaje 8.2.2004). Es también
desde estos principios, y teniendo en cuenta
los desafíos que se ponen ante nosotros, desde
los que estamos llamados a llevar a cabo una
seria revisión de nuestra misión evangelizadora, e iniciar, con lucidez y audacia, caminos
inéditos de presencia y de testimonio (cf. Shc
33. 35).
En estos momentos hemos de reconocer
que el ardor misionero ha decaído entre nosotros en estos últimos años. También es bien
palpable que en algunos hermanos y entidades el inmovilismo amenaza con paralizar el
dinamismo evangelizador. En todo ello no es
secundario el peso de ciertas estructuras que
nos impiden sentirnos libres a la hora de partir
hacia otras tierras, o a la hora de iniciar nuevas presencias evangelizadores más en consonancia con las exigencias de hoy. Con razón
el Capítulo 2009 non invitaba a descentrarnos
de nosotros mismos, a ejemplo de Jesucristo
(cf. Fil 2,6-7), a ser menos autoreferenciales,
a ocuparnos menos por nuestra propia supervivencia, a superar la mentalidad provincialista, y a crecer en el sentido de pertenencia a
la Orden (cf. PdE 14.31). Cada vez estoy más
convencido de la necesidad del redimensionamiento de presencias si queremos que nuestras
fraternidades sean verdaderamente fraternidades-signo, fraternidades proféticas, y si queremos responder a nuestra vocación misionera
ad gentes, así como una formación adecuada,
permanente e inicial, en clave de misión evangelizadora. Cada vez se hace más necesaria la
docilidad al Espíritu, que sopla donde quiere y
como quiere, y nos impulsa a la misión, a salir
al encuentro con el otro para comunicarle la
Buena Noticia; cada vez es más urgente una
lectura atenta de los signos de los tiempos y de
los lugares y dejarnos interpelar por ellos para
encarnarnos real y efectivamente en la realidad
socio-cultural de nuestros pueblos y de nuestra
sociedad. Pero, sobre todo, se hace necesario
cultivar una fe y espiritualidad trinitarias.
En este contexto hemos de ser autocríticos
y preguntarnos, como nos pide el Capítulo
2009, “si el inmovilismo y la instalación que
amenazan con paralizar el dinamismo evangelizador no estarán hablando de una crisis de
fe que toca a algunos de nosotros” (PdE 12).
Sólo “el Dios uno y trino nos conduce fuera
de nosotros mismos hacia el encuentro con el
otro, con el diverso de nosotros mismos (cf.
Shc 22). ¿No será, también, que nos falta una
361
auténtica experiencia de Dios? Sólo “una auténtica experiencia de fe, en efecto, nos pone
en movimiento, porque no es posible sentir el
abrazo de un Dios locamente enamorado porque es amor y sólo amor, sin sentir al mismo
tiempo la necesidad urgente de compartir esta experiencia con los demás” (PdE 11). ¿No
será que estamos demasiado centrados sobre
nosotros mismos y no nos dejamos interrogar
por fenómenos como la interculturalidad, la
reivindicación y la defensa de los derechos humanos, la crisis económica, el ecocidio, y la
pobreza espiritual y material que nos rodea?
(cf PdE 14). ¿No será que estamos dando la
espalda al devenir del mundo, cuando nuestra
misión es precisamente la de acompañar nuestro mundo, no como quien tiene respuestas para todo, sino porque al igual que nuestros contemporáneos somos mendicantes de sentido?
(cf. PdE 29, Shc 6).
Es Navidad
Queridos hermanos: es Navidad. Hemos
sido bendecidos con un don, el don por excelencia que brota del amor del Padre por la humanidad: “su Hijo bendito y glorioso que nos
ha dado y que por nosotros nació” (2CtaF 11).
Esta es la Buena Noticia que como don hemos
recibido y de la que no somos propietarios, y,
por tanto, que estamos obligados a restituir:
“El Evangelio de Jesucristo, Hijo de Dios”
(2Cel 15). El padre y hermano Francisco vivió
la Navidad como un don a restituir.
¡Levantaos! ¡Poneos en camino!
Siento, queridos hermanos que el Señor nos
dice, es más, nos grita ¡Levantaos! ¡Poneos en
camino!
¡Levantaos! ¡Poneos en camino! Sanad las
heridas de vuestro mundo, acompañando en
los lugares de fractura a vuestros hermanos y
hermanas en un proyecto común de paz y de
justicia, radicado en el Evangelio; y, a ejemplo
del Hijo de Dios, despojaos, asumid la condición de los hombres y mujeres de vuestro
tiempo (cf. Fil 2,6-7), y como el Apóstol Pablo haceros todo para todos, haced todo por el
Evangelio (cf. 1Cor 9,22-23).
¡Levantaos! ¡Poneos en camino! Cuidad la
calidad evangélica de vuestra vida fraterna, favoreciendo el que la vida de oración sea vivida
como manifiesta prioridad, de tal modo que
vuestras fraternidades sean verdaderas “escuelas de oración”; donde la comunicación sea de
tal espesor que sea posible expresar y celebrar
362
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
el gozo de vuestra vocación y vuestra experiencia de fe; donde se dé un acompañamiento
“materno” de unos para con otros; y donde los
hermanos permanezcáis en permanente actitud
de discernimiento.
¡Levantaos! ¡Poneos en camino! Acoged el
Evangelio en vuestra vida, dejaros habitar por
él, y será el mismo Evangelio el que cambie
vuestras vidas, como cambió la de Francisco,
haciéndoos evangelio viviente (cf. PdE 5). Nutriros cotidianamente del Evangelio, para que
la sed saciada se transforme en mensaje, como
en el caso de la Samaritana (cf. Shc 17). Id por
el mundo y, en fraternidad y desde la fraternidad, en minoridad y desde la lógica del don,
con lucidez y audacia evangélicas, y siempre
en comunión con la Iglesia, anunciad a todos
que Jesús, Evangelio del Padre a la humanidad, manifestación del Dios amor, es nuestro
hermano, el Salvador de la humanidad.
¡Levantaos! ¡Poneos en camino!
¡FELIZ NAVIDAD A TODOS!
Roma, 8 de diciembre de 2009,
Solemnidad de la Inmaculada Concepción
Reina y Madre de la OFM
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm
Ministro General
Prot. 100409
8. Omelia in occasione del 50° della Pontificia Accademia Mariana Internazionale
Roma, Basilica di S. Antonio, 20.12.2009
UNA STORIA D’AMORE
Cari confratelli e sorelle,
il Signore vi dia la sua pace!
Quanti ci onorate con la vostra partecipazione in questa celebrazione vi saluto fraternamente e vi ringrazio cordialmente della vostra presenza. Il mio saluto deferente va a Fr.
Vincenzo Battaglia, Presidente della PAMI, e
al Segretario della medesima, Fr. Stefano Cecchin.
A pochi giorni del Natale del Signore nostro Gesù Cristo, celebriamo il 50° anniversario della Pontificia Accademia Mariana Internazionale (=PAMI). È stato, infatti, il Papa
Giovanni XXIII con il motu proprio Maiora
in dies, pubblicato con data dell’8 dicembre
1959, a dare all’Accademia Mariana Internazionale il titolo di Pontificia. In questo modo
veniva riconosciuto quanto l’Ordine dei Frati
Minori aveva fatto nei secoli precedenti in favore della mariologia, e in special modo per la
definizione del dogma dell’Immacolata Concezione. Allo stesso tempo, però, veniva riconosciuto il lavoro dell’Accademia Mariana
Internazionale, particolarmente nell’organizzazione e celebrazione dei tre primi Congressi
Mariologici Internazionali, e di diversi Congressi Mariani celebrati a Roma nel 1950 e nel
1954, e a Lourdes nel 1958.
Rivisitandone la storia ci accorgiamo come
l’attuale Pontificia Accademia Internazionale
Mariana affonda le sue radici nella Commissione Mariana Francescana, nominata dal
Definitorio generale del nostro Ordine il 27
luglio 1946, assegnandole il compito di organizzare e dirigere le iniziative che l’Ordine dei
Frati Minori avrebbe intrapreso nell’ambito
degli studi mariologici e della pietà mariana.
Questa Commissione costituì un anno dopo
l’Accademia Mariana, presentata ufficialmente all’Ordine un anno dopo, il 29 aprile 1947,
dall’allora Ministro generale Fr. Pacifico Perantoni. Nel 1950 ebbe origine l’Accademia
Mariana Internazionale, che, come ricordato
prima, nel 1959 ricevette il titolo di Pontificia,
dando così un riconoscimento ufficiale alle
attività della PAMI, quale ente internazionale e centrale per il coordinamento del lavoro
mariologico delle singole nazioni e di singole
entità scientifiche, e affidando alla medesima
il Consiglio Stabile per l’indizione dei Congressi Mariologico-Mariani Internazionali.
Come ricorda lo stesso Giovanni XXIII nel
motu proprio Maiora in dies, tutto è sorto dal
clima di profonda pietà mariana e dal grande
sviluppo teologico della mariologia che seguì
alla definizione del dogma dell’Immacolata
(1954). L’Ordine dei Frati Minori, profondamente mariano nella sua spiritualità fin dalle
sue origini, approfittando di questo grande movimento mariano ha voluto dare il suo singolare contributo alla diffusione della pietà mariana e alla dottrina immacolista, e allo stesso
tempo contribuire attivamente alla definizione
del dogma dell’Assunta, con l’organizzazione
di Congressi di carattere internazionale e di alto livello scientifico, che mettessero in luce le
prerogative della “tota pulchra”, della Vergine
fatta chiesa, nella quale fu ed è ogni pienezza
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
di grazia e ogni bene (SalV 1.3).
Iniziatore e gran propulsore nel secolo scorso di questo movimento mariologico
all’interno dell’Ordine e nella Chiesa stessa,
e primo Presidente della PAMI, fu Fr. Carlo
Balić, uomo con grandi doti intellettuali e di
straordinaria creatività, e inoltre, un francescano profondamente conoscitore degli studi e delle ricerche in campo mariologico che
l’Ordine francescano ha promosso fin dalle
origini, ma soprattutto un figlio di Francesco
profondamente innamorato di Maria. Notevole è stato il suo contributo scientifico alla definizione del dogma dell’Assunta, e alla stesura
del capitolo VIII della Lumen Gentium. È stato
lui a organizzare i 6 primi Congressi Mariologici Internazionali. Fu lui, inoltre, che insieme
al Rettore del Pontificio Ateneo Antonianum,
oggi PUA, Fr. Roberto Zavalloni, stipulò una
convenzione di aggregazione tra i due enti. La
PAMI, sorta per volere dell’Ordine dei Frati Minori, veniva cosi associata al PAA, pur
mantenendo la sua autonomia, in quanto Accademia Pontificia.
Continuatore fedele dell’opera insaziata dal
Balić fu Fr. Paolo Melada, che per vent’anni
fu Presidente della PAMI, dopo essere stato
Segretario della medesima dalla sua fondazione. Sotto la sua presidenza, e con Fr. Dinko Aracić come segretario, furono celebrati 5
Congressi Mariologici Mariani Internazionali.
Il 15 agosto 1996 fu nominato Presidente della PAMI Fr. Gaspar Calvo, e Segretario della
medesima Fr. Stefano Cecchin. Sotto la loro
guida si celebrarono i Congressi Mariologico
Mariani Internazionali del 2000, e si è istituita, nell’ambito della facoltà di teologia della
PUA, la Cattedra di studi mariologici “Beato
Giovanni Duns Scoto” (1999), dove si studia
la mariologia dal punto di vista della scuola
francescana. Nel 2002 è stato nominato Presidente Fr. Vincenzo Battaglia e riconfermato
come Segretario Fr. Stefano Cecchin, uffici
per i quali sono stati riconfermati nel 2007, e
che ricoprono con grande competenza fino ad
oggi. In questo periodo si sono organizzati i
Congressi Mariologico Mariani Internazionali
del 2004 e del 2008.
Questa è a grandi linee la storia della PAMI
e per la quale ringrazio quanti l’hanno scritta con il loro assiduo lavoro, e la Chiesa che
l’ha affidata al nostro Ordine. Una storia però
che continua attraverso la creazione di nuove
Società Mariologiche, con la collaborazione
con istituzioni di studio e di ricerca nel campo
363
della mariologia, e il coordinamento tra i cultori di mariologia di tutto il mondo. A nome
dell’intero Ordine serafico voglio ringraziare
la PAMI per la speciale e privilegiata attenzione che presta al patrimonio mariologico della
grande tradizione francescana.
“Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada
e dalle nubi scenda a noi il Giusto; si apra la
terra e germogli il Salvatore” (Is 45,8). Queste parole del Profeta, proposte come antifona
d’ingresso di questa IV domenica di Avvento,
fatte preghiera dai poveri lungo i secoli, diventano ora Vangelo, Buona Notizia di grazia
per tutti, promessa realizzata nel mistero della Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta:
“Appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei
orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel
mio grembo”. Arriva una vergine, la accoglie
una sterile. Con la vergine arriva, come figlio
nel suo seno, la rugiada dal cielo, la giustizia
dall’alto, la salvezza di Dio. Nel seno della sterile salta di gioia il figlio che percepisce presente il refrigerio dalla rugiada, la consolazione della giustizia, la luce della salvezza.
“Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada
e dalle nubi scenda a noi il Giusto; si apra la
terra e germogli il Salvatore” (Is 45,8). Queste
parole del profeta diventano oggi Vangelo per
noi che celebriamo l’Eucaristia, come diventano Buona Notizia per noi le parole del salmo
responsoriale con il quale abbiamo pregato:
“Risveglia la tua potenza, vieni a salvarci, vedi, visita questa vigna, proteggi il ceppo che
la tua destra ha piantato, il germoglio che ti
sei coltivato” (Sal 79). Con questa celebrazione entra nella nostra casa, nel nostro cuore, la
rugiada del cielo. Oggi si apre la terra, la nostra umile terra, e germoglia il Salvatore. Oggi
il Signore viene a salvarci, ci visita, e ci protegge con la sua potenza. Oggi, nel seno della Chiesa, saltano di gioia i suoi figli, poiché
Cristo il Signore entra nella nostra casa, e con
lui ci visita la giustizia di Dio. Oggi, nel seno
della Chiesa, saltano di gioia i suoi figli, perché per mezzo del corpo di Gesù Cristo offerto
una volta per sempre e oggi nostro cibo, siamo
stati santificati (cf. Eb 10,10).
E noi, che facciamo esperienza di tutto questo, siamo invitati, come Maria, a correre per
annunciare questo Vangelo di salvezza agli
uomini e donne del nostro tempo. Chi fa esperienza di essere salvato, infatti, non può fare a
meno di mettersi in viaggio per annunciare che
Dio ha mandato il suo Figlio, nato da donna,
per salvare quanti siamo nati da donna. Non è
364
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
possibile sentire l’abbraccio infinito di un Dio
follemente innamorato, perché è amore e solo
amore, senza sentire al medesimo tempo l’urgente necessità di condividere questa stessa
esperienza con altri.
E allora sarà Natale; Natale per noi e per
quanti attraverso di noi riceveranno questo
annuncio: Dio è con noi. E allora, per mezzo
nostro, come otto secoli fa attraverso Francesco, Gesù risusciterà nel cuore di molti che lo
hanno dimenticato (cf. 1Cel 86).
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm
Ministro generale
9. Omelia nella Messa di mezzanotte
Roma, Santa Maria Mediatrice, 25.12.2009
VI È NATO IL SALVATORE
Cari fratelli e amici: in questa notte santa
di Natale, giunga a tutti noi, alle nostre case
e fraternità, alle nostre famiglie, ai giovani
agli anziani, agli infermi e ai sani, a quelli che
credono e a tutti gli uomini e donne di buona
volontà, la Pace ed il Bene che il Salvatore ci
porta.
«Non temete… Oggi, nella città di Davide,
è nato per voi un Salvatore» (Lc 2,10-11). È
Natale, non c’è più nulla da temere: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una
grande luce; su coloro che abitavano in terra
tenebrosa, una luce rifulse» (Is 9,2). L’Altissimo si abbassa fino a farsi uno di noi: «per noi
è nato un Bambino, un figlio a noi è dato» (Is
9,6). L’Onnipotente, colui che può ogni cosa,
assume la condizione umana ed il suo nome è:
«Emanuele, Dio-con-noi» (Mt 1,23). Il peccato non ha più l’ultima parola: «Il Signore sta
in mezzo a te, come Salvatore potente» (Sof
3,17).
«Vi annuncio una grande gioia che sarà di
tutto il popolo” (Lc 2,10). È Natale. «Esultiamo!», «Rallegriamoci» ed «Esultiamo» (cf.
Sof 3,14ss). «Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto ancora: rallegratevi» (Fil 4,4).
C’è motivo in abbondanza per questo. Nonostante le nostre stanchezze, le nostre fragilità,
dobbiamo mantenere la speranza. Colui che i
profeti dicevano sarebbe venuto e che Paolo
contemplava vicino, è arrivato: «Si compirono
per lei i giorni del parto e diede alla luce il suo
figlio primogenito» (Lc 2,6-7). Egli è la buona notizia di Dio all’umanità. Non siamo soli.
«Dio, che aveva parlato molte volte e in molti
modi ai nostri padre per mezzo dei profeti, in
questi giorni ci parla per mezzo di suo Figlio»
(cf. Eb 1,1). «Quando venne la pienezza del
tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4,4). «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14).
Sì miei cari fratelli: è Natale, e la nostra anima proclama la grandezza del Signore ed il nostro cuore, pieno di gioia e allegria, glorifica il
Signore. È Natale, e la notte si fa chiara come
il giorno. È Natale, un bambino è nato per noi,
è arrivato il nostro Salvatore,si è manifestata la
bontà i Dio ed il suo amore per l’umanità (cf.
Is 62,11-12; Tt 3,4-7). Mai l’umanità si sarebbe sognata una cosa simile. Quando ci si aspettava un giudice pieno di potere e maestà, arriva
un Bambino. Quando si aspettavano giorni di
collera e castigo, arriva la salvezza, manifestazione dell’amore di Dio senza limiti.
È Natale: è ore di metterci in cammino,
come i pastori andiamo a Betlemme! Non si
arresti il nostro camminare. Là ci aspettano
Maria, Giuseppe ed il Bambino (cf. Lc 2,1516). Contempliamo, come ha fatto Francesco
a Greccio, “i disagi in cui si è trovato per la
mancanza delle cose necessarie a un neonato,
come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello” (1Cel 84).
Sì, il “Bambino di Betlemme”, come amava
chiamarlo san Francesco, non lo troveremo in
un palazzo, ma in una stalla. I nostri occhi non
lo contempleranno avvolto in tessuti preziosi,
ma in poveri panni. Lì tutto parla di povertà,
di umiltà, di kénosi. Questa è la realtà profonda del mistero dell’Incarnazione del Figlio di
Dio: da ricco si è fatto povero, essendo primo
si è fatto ultimo, pur essendo Signore, si è fatto
servo. Finalmente Dio abbraccia la nostra condizione, fa sua la sorte degli ultimi, non ricerca
la grandezza umana, cerca semplicemente la
solidarietà totale con l’uomo. Dio si fece uomo
con tutte le conseguenze. È proprio in questo
modo che egli si è convertito in nostro Salvatore e Redentore.
Per questo il Natale è la festa dei poveri.
Dei poveri come Maria, la prima ad accogliere
il Salvatore nel suo cuore di donna credente,
per accoglierlo poi nel suo grembo verginale.
«Eccomi sono la serva del Signore, si faccia di
me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Dei poveri come i pastori, ufficialmente peccatori, i
primi a prostrarsi e ad adorare il Dio Bambino,
riconoscendolo come loro Salvatore. Poveri
come i magi che mettono la loro intelligen-
365
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
za nella ricerca di “colui che è appena nato”.
Poveri come Francesco di Assisi, che è tanto
povero da avere solo Dio. Solo chi si abbandona al progetto divino, come Maria; solo chi è
cosciente della sua povertà e del suo peccato,
e per tanto è cosciente della necessità di essere
salvato, come i pastori; solo chi, come i magi,
spende la propria vita alla ricerca del Signore; solo i poveri di cuore, gli anawin, possono
intendere il mistero della Natività, e solo essi
possono accogliere nel proprio cuore colui che
è appena nato. Quelli, invece, che non sentono il bisogno di un Salvatore, come Erode, i
sommi sacerdoti e gli scribi, come il fariseo
della parabola, costoro non possono capire che
Dio si faccia uomo per amore totalmente gratuito, né tanto meno possono accogliere la sua
salvezza, frutto esclusivo della sua misericordia. Andiamo a Betlemme! E da lì partiamo
per portare a tutti il dono della Buona Novella,
comunicando a tutti ciò che i nostri occhi contemplano e che il nostro cuore sente.
In questi giorni le strade dei nostri paesi e
delle nostre città e le nostre stesse case si riempiono di luci, vengono adornate con alberi di Natale e, in molte di esse, fedeli ad una
tradizione che non dobbiamo lasciar cadere
nell’oblio, abbiamo messo il presepe. Tutto
questo va bene, dobbiamo manifestare pubblicamente la nostra gioia per la nascita del
Salvatore dell’umanità, però non basta. È necessario, miei cari fratelli, che ci domandiamo:
come abbiamo preparato il nostro cuore per
accogliere il Figlio di Dio che vuole trovare
riposo in esso? “Venne fra la sua gente, ma i
suoi non l’hanno accolto”, dice san Giovanni (cf. Gv 1,11). Che triste sarebbe se questa
fosse la sorte che rischiamo di correre anche
noi! Perché ciò non accada, sentiamoci poveri,
sentiamo necessità della salvezza.
Natale: mistero d’amore, di un amore pazzo
e appassionato di un Dio che, proprio perché è
Amore (cf. 1Gv 4,8), è profondamente innamorato dell’uomo. Un amore gratuito e senza
limiti, che lo porta a salvarci, non in virtù dei
nostri meriti, ma in virtù della sua misericordia
verso la creatura della sue mani (cf. Tt 3,5).
Mai l’umanità si sarebbe sognata una cosa simile!
Esulti di gioia il nostro cuore! Le nostre
labbra si aprano alla lode! È festa, la festa di
Dio con l’umanità, che non sarà mai più abbandonata, ma cercata (cf. Is 62,12); cercata
da Dio per salvarla, cercata per consolarla, cercata per riscattarla (cf. Is 52,7-10). Non siamo
più lasciati alla nostra sorte. Il Signore stesso
ha fatto sua la nostra sorte. Questa certezza
è quella che fa traboccare di gioia il cuore di
Francesco a Greccio, quando tre anni prima
della sua morte (1223) rappresenta la nascita
di Gesù. Questa è la certezza, la ragione di tanta gioia, di tanta allegria, di tanta festa.
Fratelli: abbiamo bisogno del Natale. Sono passati più di 2000 anni dalla prima Santa
Notte, e continuano ad esserci guerre, terrorismo, morte di tanti innocenti. Abbiamo bisogno di accogliere la pace che Cristo ci porta.
Abbiamo bisogno del Natale. Più di 2000 anni
ci separano dalla nascita del Figlio di Dio, e
molti vivono ancora nelle tenebre. Abbiamo
bisogno di accogliere la luce che è Cristo e
comunicarla agli altri. Abbiamo bisogno del
Natale. Sono passati 20 secoli da quando Dio
ha abbracciato la nostra umanità ferita. Abbiamo bisogno di far sentire la nostra solidarietà
a quanti si sentono feriti e, mezzo morti, giacciono lungo il bordo delle nostre strade. Accogliamo, cari fratelli il mistero del Natale. In
questo modo per mezzo nostro oggi, come ieri
per mezzo del suo servo Francesco, Gesù, sepolto nell’oblio o nell’ignoranza di molti cuori, risusciterà per sua grazia, e la sua immagine
rimarrà impressa nel cuore di tutti quelli che ci
circondano (cf. 1Cel 87).
BUON NATALE!
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm
Ministro generale
10.Omelia nel giorno di Natale
Greccio, 25.12.2009
ANDIAMO
A BETLEMME!
A quanti siete giunti da lontano e da vicino in questo luogo benedetto di Greccio, per
celebrare questo giorno di gioia ed esultanza
del Natale del Signore: il Bimbo di Betlemme,
nato dal grembo verginale di Maria Vergine,
vi faccia traboccare di gioia e sperimentare la
singolare consolazione che sperimentò frate
Francesco di fronte al presepe (cf. 1Cel 85).
Greccio, luogo scelto dalla Provvidenza
perché il Serafico Padre san Francesco facesse
memoria della nascita di Gesù a Betlemme (cf.
1Cel 84), in una forma così inusuale in quel
tempo che «perché ciò non venisse ascritto a
desiderio di novità, chiese ed ottenne prima il
366
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
permesso del sommo Pontefice» (LegM 10,7).
Greccio, nuova Betlemme, dove, così come nel
primo Natale della storia, «risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà» (1Cel 85). Greccio, luogo
consacrato alla memoria di Francesco e a cui,
da quella notte memorabile del 1223, accorrono pellegrini da ogni parte per ricordare questo
innamorato del mistero dell’Incarnazione che
in questo luogo ha voluto contemplare con i
suoi occhi la modalità scelta dal Figlio di Dio
per il suo ingresso nella storia dell’umanità. In
effetti, fu qui, a Greccio, dove, tre anni prima
della sua morte, il Poverello ha voluto, in qualche maniera, vedere con i propri occhi i disagi
in cui si è trovato il Bambino di Betlemme per
la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come
giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello, e in
questo modo fede preparare (1Cel 84).
Questa è la ragione della riproduzione vivente della nascita di Gesù a Betlemme: vedere con gli occhi della carne, ma ancor di più
con gli occhi del cuore, Gesù che da ricco si
fece povero, pur essendo Signore si fece servo,
da primo si fece ultimo. Si tratta di un vedere
che va molto al di là del guardare fisico. Lo
sguardo di Francesco è uno sguardo amoroso,
lo sguardo di un innamorato alla persona amata. Ce lo fa vedere il Celano quando dice che
Francesco «è lì estatico di fronte al presepio,
lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio
ineffabile» (1Cel 85), così come san Bonaventura quando afferma che il Poverello con
tenerezza d’amore predica sulla nascita del
Re povero (cf. LegM 10,7). È questo sguardo
che apre alla conoscenza e alla penetrazione
profonda del mistero dell’Incarnazione. Non
una conoscenza intellettuale, ma una conoscenza che, come nella Bibbia, è relazione
amorosa, e che manifesta una certa complicità
tra l’amante (Dio che ama l’uomo e invia suo
Figlio) e l’amato (Francesco che lasciandosi
amare, si trasforma nell’amato). Ed è la presenza dell’amato che porta Francesco a vibrare di gioia ineffabile. Non c’è più motivo di
aver paura. A Francesco, come a tutto i poveri
di cuore, è stata rivelata una grande notizia: è
nato il Salvatore (cf. Lc 2,11). Non c’è più una
situazione, per disperata che sembri, che possa
portar via questa gioia che solo Dio può dare.
Finalmente il nostro Dio non si manifesta più
nel fuoco o nella nube, non si fa più sentire tra
i tuoni, come faceva nell’Antico Testamento;
il nostro Dio lascia l’altezza per abbassarsi e
abbracciare, con tutte le sue conseguenze, la
nostra natura ferita. Il nostro Dio non è più un
Dio lontano: si è fatto uomo, e si chiama Emanuele, Dio-con-noi.
In questo modo il processo di fede iniziato con il vedere, porta Francesco a incontrarsi
con il Verbo fatto carne, rivelazione di un Dio
amore, e così lo porta a credere. Di nuovo dobbiamo dire che la sua fede non è una semplice
adesione intellettuale, ma è una trasformazione profonda del suo essere, che lo spinge alla
sequela. Possiamo così dire che Francesco, riproducendo in modo plastico a Greccio la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme, vuole
vedere per conoscere, e conoscere per credere,
e credere per seguirlo.
Francesco che ha visto con i propri occhi la
nascita di un Re povero, nato in una città piccola, in una stalla, da una madre poverella,vuole
ora, imitando le sue orme, seguirlo nella povertà più radicale, – sine proprio, senza nulla
di proprio –, e in minorità e umiltà. Se il Verbo
eterno del Padre ha scelto questo cammino per
farsi uomo, Francesco sceglierà questo cammino per seguire Cristo. In questo modo la sua
stessa vita sarà un’icona del mistero dell’Incarnazione, e la sua esistenza un vangelo vivente.
Cari fratelli: accompagnati per mano dalle
letture di queste celebrazioni natalizie, anche
noi siamo invitati ad andare a Betlemme, per
vedere e contemplare, Con Giuseppe e Maria
sua madre, il bimbo appena nato, avvolto in
fasce che giace in una mangiatoia (Lc 2,12).
Come i pastori andiamo senza indugio, correndo (cf. Lc 2,16), là ci aspetta qualcosa di meraviglioso, mai pensato: colui che fin dal principio era unito a Dio, perché Dio egli stesso,
colui per il quale tutto fu fatto, e in cui stava la
vita, al compimento della pienezza dei tempi,
si fa uomo e pianta la sua tenda in mezzo a noi
(cf. Gv 1,1ss; Gal 4,4), e allora i nostri occhi
potranno vedere il ritorno del Signore (cf. Is
52,8) e contemplare la bontà di Dio e il suo
amore per l’umanità (cf. Tt 3,4).
Andiamo a Betlemme e come i pastori,
una volta visto e contemplato questo prodigio
dell’amore di Dio per l’umanità, torniamo alle
nostre case, al nostro lavoro, e lì, nella quotidianità della nostra vita raccontiamo quello
che abbiamo visto e udito di questo Bambino,
il Dio-con-noi. In questo modo il Natale si trasformerà nella festa della testimonianza, della
missione. E noi, come gli angeli nella santa
notte del Natale, come i pastori che corsero
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
a vedere il neonato, come Francesco che qui
a Greccio fece memoria vivente del mistero
dell’Incarnazione, ci convertiremo in evangelisti, banditori e missionari della Buona Novella che è per tutto il popolo: nella città di
Davide è nato il Salvatore (cf. Lc 2,10-11).
Sì, fratelli: il nostro Natale non può ridursi
ad una festa qualsiasi. Non basta adornare le
nostre case e le nostre città, non basta nemmeno metterci quei bei presepi. Gesù viene e
chiede posto nei nostri cuori, nelle nostre vite.
Vuol nascere in essi. Giovanni afferma: «Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto» (Gv 1,11). I “suoi” erano troppo distratti o avevano altri interessi. Il cuore di molti era
offuscato. Faremo anche noi lo stesso?
Abbiamo bisogno del Natale. Abbiamo bisogno di questo Bambino indifeso che porta
la salvezza del nostro Dio (cf. Is 52,10). Abbiamo bisogno di questo Bambino avvolto in
367
fasce, che porta la pace ed è fonte della vera
gioia. Però il nostro mondo ha bisogno anche
di uomini e donne che annuncino e testimonino con la loro parola e con le proprie vite
la presenza in mezzo a noi dell’Emanuele, del
Dio-con-noi. «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi» (Is 52,7),
dice il profeta. Questa è la nostra missione:
essere messaggeri di colui che ci da la possibilità di essere figli di Dio (cf. Gv 1,12). Essere
figli nel Figlio: questa è la vocazione alla quale siamo stati chiamati. E allora, come in quel
Natale di Greccio del 1223, Cristo risusciterà
nel cuore e nella vita di coloro che lo avevano
dimenticato (cf. 1Cel 86). E la gioia regnerà in
tutti, perché per tutti sarà Natale.
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm
Ministro generale
E SECRETARIA GENERALI
1. Capitulum Prov. S. Francisci de Quito in
Aequatoria
El Capítulo Provincial de la Provincia de
San Francisco de Quito, en Quito (Ecuador),
celebrado legítimamente conforme a Derecho,
en el Convento de Ntra. Sra. de la Nube, en
la ciudad de Azogues, y presidido por el Visitador General, Concha Fr. Jorge, el día 7 de
agosto de 2009, eligió:
para el Oficio de Ministro provincial
Ortega Abarca Fr. Mario Liroy
para el Oficio de Vicario provincial
Bonilla Bonilla Fr. Áureo Patricio
para el Oficio de Definidores provinciales
Castillo Gaona Fr. Santos Daniel
Gallardo Loja Fr. Luis Arcesio
Sisalema Hidalgo Fr. Gonzalo Fabián
Suárez Salazar Fr. Fausto Hermigio
Verdezoto Vargas Fr. Walter Romeo.
El Definitorio General, en la Sesión del día
3 de septiembre de 2009, examinó las Actas
auténticas de estas elecciones y las aprobó.
Prot. 100193/290-S09
2. Capitulum Prov. Annuntiationis BMV
in Albania
Il Definitorio generale, nella sessione del 3
settembre 2009, a norma dell’art. 163 §2 degli
SSGG, ha eletto “ad instar Gubernii regularis” della nostra Provincia dell’Annunciazione
della Beata Vergine Maria in Albania, per un
triennio:
Ministro provinciale
Tinaj Fr. Gazmend
Vicario provinciale
Deja Fr. Leonard
Definitori provinciali
Gjoka Fr. Dedë
Jaku Fr. Landi
Mamala Fr. Włodzimierz
Pepushaj Fr. Sokol.
In virtù del presente Decreto confermo queste elezioni, conferendo ai singoli eletti tutti i
diritti e le facoltà previsti dalle CCGG e dagli
SSGG dell’Ordine.
Questo Decreto entra in vigore dal giorno
della proclamazione, che ne farà il Visitatore
generale, Fr. Ferdinando Campana, durante il
Capitolo provinciale 2009.
Roma, Curia Generale dell’Ordine dei Frati Minori, 4
settembre 2009.
Fr. José Rodríguez Carballo
Ministro generale
Fr. Ernest K. Siekierka
Segretario generale
Prot. 100218/309-S09
3. Capitulum Intermedium Prov. Bononinesis Christi Regis in Italia
Nel Capitolo Provinciale 2009 della Provincia di Cristo Re, in Italia, regolarmente
celebrato secondo le disposizioni del Diritto,
nel Seminario vescovile di Bedonia, sotto la
presidenza del Ministro Provinciale, Bartolini Fr. Bruno, il giorno 3 luglio 2009 sono
statti eletti:
per l’ufficio di Definitori provinciali,
Ballati Fr. Secondo
Grossi Fr. Andrea Nico
Piazza Fr. Maurizio
Pini Fr. Sandro.
Queste elezione sono state ratificate dal Definitorio generale il 3 settembre 2009.
Prot. 100155/S265-09
4. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis
in Polonia
Nel Capitolo provinciale della nostra Provincia di S. Francesco d’Assisi, in Polonia, regolarmente celebrato secondo le disposizioni
del Diritto, nella Casa di Wronki, sotto la presidenza del Visitatore Generale, Styś Fr. Zenon, il giorno 24 aprile 2009 sono statti eletti:
per l’ Ufficio di Ministro provinciale
Janka Fr. Filemon T.
per l’ufficio di Vicario provinciale
Soiński Fr. Borys
per l’Ufficio di Definitori provinciali
Dąbrowski Fr. Bonus
Michalski Fr. Klaudiusz
370
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Szymborski Fr. Lesław
Timoszyk Fr. Bożysław
Tyberiusz Fr Nitkiewicz.
Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 3 settembre 2009.
Prot. 100178/S283-09
5. Capitulum Prov. Ss. Redemptoris in
Croatia
Nel Capitolo della Provincia del Santissimo
Redentore in Croazia, regolarmente celebrato
secondo le disposizioni del Diritto, nella casa
O. fra Ante Antić, in Split, sotto la presidenza
del Visitatore Generale, Koren Fr. Matija, il
3 settembre 2009 sono statti eletti
per l’ Ufficio di Ministro provinciale:
Tolić Fr. Željko
per l’ufficio di Vicario provinciale:
Vuleta Fr. Bože
per l’Ufficio di Definitori della Provincia:
Babić Fr. Ante,
Bošnak Fr. Dinko
Modrić Fr. Miroslav
Nimac Fr. Ivan
Vidović Fr. Ivan
Zebić Fr. Jure.
Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 21 settembre 2009.
Prot. 100213/S304-09
6. Capitulum Intermedium Prov. S. Francisci Assisiensis in Kenia et Madagascaria
During the Provincial Chapter of our Province of St. Francis in Africa and Madagascar,
regularly celebrated according to the norms of
Canon Law in the House of Dimesse Sisters
Retreat Center on the 15th of July 2009, presided over by the Minister Provincial, Unsner
Br. Sebastian, the following were elected:
to the office of Provincial Definitors,
Giannone Br. Carmelo
Harelimana Br. Innocent
Kule Br. Matthias
Oyoo Br. Michael
Twahirwa Br. Theoneste.
The General Definitory, during its session
of the 8th October 2009, carefully examined
and approved the election.
Prot. 100322/M065-09
7. Capitulum Prov. Nostræ Dominæ de
Guadalupe in USA
In the Provincial Chapter of the Province of Our Lady Of Guadalupe, in USA,
regularly celebrated according to the norms
of Canon Law, in the Nativo Lodge, Albuquerque, under the presindency of the Visitator General, Espelage Br. Arthur, the following were elected on the 30th of June 2009:
for the office of Minister Provincial
Correa Br. Gino
for the office of Vicar Provincial,
Walters Br. Ronald
for the office of Provincial Definitors,
Moreno Br. Gonzalo
Murnan Br. Sean
Rodriguez Br. Jose
Torisky Br. Duane.
The General Definitorium, during its session of the 8th of October 2009, carefully examined and approved the election.
Prot. 100340/S385-09
8. Electio extra Capitulum Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis in Africa Meridionali
The General Definitory, during its session
of the 1st of October 2009, examined and approved the Acts of the extra-capitular elections
by the Definitory of the Province of Our Lady
of Peace, in South Africa, held during an ordinary session in Pretoria, the 14th of August
2009, and ratified, in accordance with the prescriptions of art. 189 of the General Statutes of
the Order the election to the Office
of Definitor Provincial of
Potolwana Br. Mawethu.
Given at the General Curia of the Order of
Friars Minor, in Rome, on the 12th of October
2009.
Prot. 100202/M 052-09
9. Electio extra Capitulum Prov. S. Familiæ in Ægypto
Il Congresso definitoriale della Provincia
della Sacra Famiglia in Egitto, regolarmente
celebrato secondo le disposizioni del diritto, presso la Casa di Santa Caterina, in Alessandria, presieduto dal Ministro Provinciale,
Amin Fr. Joseph, il 9 settembre 2009 ha eletto,
extra-capitolo,
E SECRETARIA GENERALI
per l’ufficio di Definitore della Provincia:
Giouda Fr. Bishara.
Questa elezione è stata ratificata dal Definitorio generale il 9 novembre 2009.
Prot. 100380/M080-09
10. Capitulum Prov. S. Thomi Apostoli in
India
In the Provincial Chapter of our Province of
Saint Thomas the Apostle, in India, regularly
celebrated according to the norms of Canon
Law, in the Friary of St Louis, Palmaner, Andhra Pradesh, under the presidency of the Visitator General, Ante Br. Oscar, the following
were elected on the 11th day of October 2009:
for the office of Minister Provincial,
Pamplany Br. Babu Jose
for the office of Vicar Provincial,
Mathias Br. Gabriel
for the office of Provincial Definitors,
Kallan Br. Paul
Mandapathil Br. Tojy
Nayagam Br. James
Reddy Br. Sleeva.
The General Definitorium, during its session of the 13th November 2009, carefully examined and approved the election.
Prot. 100406/S427-09
11. Capitulum Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV in Brasilia
El Capítulo Provincial de la Provincia de
la Inmaculada Concepción, en Brasil, celebrado legítimamente conforme a Derecho en el
Convento-Seminario Santo Antonio, en Agudos, São Paolo, y presidido por el Visitador
General, Valvasori Fr. Flaerdi S., el día 9 y
el 11 de noviembre de 2009 eligió:
para el Oficio de Ministro Provincial,
Vanboemmel Fr. Fidêncio
para el Oficio de Vicario Provincial,
Ottenbreit Fr. Estêvão
para el Oficio de Definidores Provinciales,
Da Costa Fr. Sandro Roberto
Ferreira de Lima Fr. Samuel
Külkamp Fr. César
Michels Fr. Antônio
Scheidt Fr. Guido M.
Tagliari Fr. Mário Luiz.
El Definitorio General, en la Sesión del día
24 de noviembre de 2009, examinó las Actas
371
auténticas de estas elecciones y las aprobó.
Prot. 100454 / S 455-09
12. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Nominis Iesu in Brasilia
Capítulo Provincial ordinario de la Provincia del Smo. Nombre de Jesús, en Brasil,
celebrado ritualmente conforme a Derecho en
el Seminario Regina Minorum, en Anápolis,
presidido por el Ministro Provincial, Carvalho do Couto Fr. Wanderley, OFM, el día 20
de octubre de 2009, eligió
para el oficio de los Definidores Provinciales:
Aurélio da Cruz Fr. Marco
Limíro Fr. Nivaldo José
Pereira de Castro Fr. Donizete
Rodrigues de Menezes Fr. Longuinho.
El Definitorio General, en la Sesión del 15
de diciembre de 2009, examinó las Actas auténticas y aprobó estas elecciones.
Prot. 100490/S474-09
13. Visitatores generales
– Tahoces Fernández Fr. Manuel, Prov.
Bæticæ, in Hispania, pro Prov. Valentiæ et Aragoniæ S. Ioseph, in Hispania;
30.09.2009; prot. 100095/S226-09.
– Dister Fr. Syukur Nikolaus, Cust. Aut.
S. Farncisci, in Indonesia, pro Prov. S.
Michaëlis Archangeli, in Indonesia:
01.10.2009; prot. 1000243/S319-09.
– Arias Fr. Alex Antonio, Prov. S. Iacobi de
Compostela, in Hispania, pro Prov. Fluvii
Platensis Assumptionis BMV, in Argentina: 01.10.2009; prot. 100118/S245-09.
– Dunham Fr. Larry, Prov. Nostræ Dominæ
de Guadalupre, in FCAS, pro Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, in FCAS:
07.10.2009; prot. 100256/S323-09.
– Link Fr. Fred, Prov. S. Ioannis Baptistæ,
in FCAS, pro Prov. Ss. Nominis Iesu, in
FCAS: 07.10.2009; prot. 100261/S326-09.
– Metz Fr. Eduardo, Prov. S. Crucis, in Brasilia, pro Cust. Aut. S. Benedicti in Amazonia, in Brasilia: 07.10.2009; prot. 100194/
S291-09.
372
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
– Nguyen Van Si Fr. Ambrosio, Prov. S.
Francisci Assisiensis, in Vietnamia, pro
Cust. Aut. S. Antonii Patavini, in Philippinis: 23.10.2009; prot. 100147/S259-09.
– Alvarado Segura Fr. Edwin de Jesus,
Prov. Dominæ Nostræ de Guadalupe, in
America Centrale et Panama, Visit. Absistens pro Cust. Immaculatæ Conceptionis
BMV in Venetiola, dep. a Prov. S. Iacobi de
Compostela in Hispania: 10.11.2009; prot.
100136/249-09.
– Mistrih Fr. Rachid, Cust. Terræ Sanctæ, in
Israele, pro Prov. S. Familiæ, in Ægypto:
09.10.2009; prot. 100150/M048-09.
14. Domus Suppressæ
– Franziskanerkloster, Haßlerstraße 11,
Ulm, Germania: 17.11.2009; prot. 100400/
S425-09.
– Casa Franciscana, Calle Fernando de
Aguirre 1114, Copiapó, Chile: 17.11.2009;
prot. 100408/S428-09.
– Casa San Buenaventura, Calle Chacabuco 184, Quillota, Chile: 17.11.2009; prot.
100408/S428-09.
– Casa Nstra Sra de Luján, Calle Tegualda
1971, Santiago, Chile: 17.11.2009; prot.
100408/S428-09.
– Casa Patronato de San Antonio, Calle Carmen 1553, Santiago, Chile: 17.11.2009;
prot. 100408/S428-09.
– Casa San Bernardino de Siena, Calle 2 Poniente y 1 Sur, Talca, Chile: 17.11.2009;
prot. 100408/S428-09.
15. Notitiæ particulares
1. Procuratore generale
– Perry Fr. Michael A., Prov. Ss. Cordis Iesu, USA, è stato eletto da Definitorio generale il 22 settembre 2009 Procuratore
dell’Ordine: 29.09.2009; prot.
100285/S336-09.
generale
2. Commissioni giuridiche
– Il Definitorio generale ha nominato la
Commissione “Ad hoc” per la preparazione del testo definitivo degli Statuti generali
secondo gli emendamenti del Capitolo generale. I Membri sono: Fr. Aidan McGrath
(Presidente), Fr. Francesco Antonelli, Fr.
Nikolaus Schöch (Segretario): 22.09.2009;
prot. 100402.
– Il Definitorio generale ha nominato la seguente Commissione giuridica dell’Ordine:
Fr. Aidan McGrath (Presidente), Fr. Priamo
Etzi, Fr. Nikolaus Schöch, Fr. Jorge Horta,
Fr. Moacyr Malaquías Junior: 23.11.2009;
prot.100458.
3. Delegati del Ministro generale
– Tierrablanca González Fr. Rubén, della Prov. Ss. Petri et Pauli, Messico, è stato eletto Delegato del Ministro generale
per visitare e presiedere il Capitolo della
Federazione Francescana del Marocco:
23.10.2009; prot. 099774.
– Folgado López Fr. Carlos, della Prov. S.
Antonii, Bolivia, è stato eletto Delegato del
Ministro generale con le seguenti finalità:
ascoltare il parere dei due Ministri provinciali del Perù, dai quali dipendono le Custodie peruviane del Ss.mo Nome e di S. José
dell’Amazzonia; sentire il parere dei Custodi e dei Frati delle Custodie; studiare la loro
situazione e proporre dei passi concreti per
il futuro: 10.11.2009; prot. 100037.
4. Soppressioni ed erezione
– La Fondazione di S. Antonio in Guatemala
e El Salvador, dipendente dalla Prov. Venetæ S. Antonii Patvini in Italia, è stata soppressa: 12.11.2009; prot. 100389/S417-09.
– Il Commissariato di Terra Santa di prima
specie (cf. SSGG 71 §1) di Palermo, dipendente dalla Terra Santa, è stato soppresso:
27.11.2009; prot. 100361/M073-09.
– È stato eretto Il Commissariato di Terra
Santa di seconda specie (cf. SSGG 71 §2)
di Palermo; la Casa dipende dalla Provincia del Ss.mo Nome di Gesù in Sicilia:
27.11.2009; prot. 100390/M081-09.
E SECRETARIATU
PRO FORMATIONE ET STUDIIS
1. Omelia in occasione dell’inaugurazione
dell’Anno Accademico della PUA
Roma, Basilica S. Antonio, 20.10.2009
Lo studio indispensabile
per il rinnovamento dell’Ordine
1Cor 12, 3- 7.12-13; Sal 103
Gv. 14, 15-16. 23-26
Autorità accademiche, Professori, Studenti,
Personale amministrativo e ausiliare, carissimi
fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace!
Iniziamo oggi ufficialmente il nuovo anno
accademico 2009-2010. E lo facciamo invocando il dono dello Spirito del Signore Gesù,
che confessiamo, con la liturgia odierna, luce
da luce e splendore della gloria del Padre (colletta).
In questa occasione saluto tutti voi con affetto, e vi manifesto, a nome proprio, del Definitorio e dell’intero Ordine, l’apprezzamento
per il vostro lavoro, sia come professori, sia
come studenti o come personale al servizio
della nostra Università. Parafrasando la prima
lettura ben possiamo dire che ci sono diversità di doni e di servizi – professori, studenti, personale amministrativo e ausiliare –, ma
tutti siete chiamati a lavorare insieme, come
un unico corpo, nel rispetto del servizio che
presta ciascuno, poiché tutti siete necessari per
la missione che la nostra Università è chiamata
ad svolgere. In questo contesto riaffermo, anche, la volontà del Definitorio generale di una
stretta collaborazione con la PUA e la Facoltà
di Scienze Bibliche e d’Archeologia di Gerusalemme, “perché sia garantita una sempre
migliore qualità accademica” (Capitolo generale 2009, Mandati 38). L’Ordine ha bisogno
di questa Università, e l’Università ha bisogno
dell’Ordine. Una fraterna collaborazione si fa
oggi più necessaria che mai.
Sì, l’Ordine ha bisogno di Centri di studio
come la PUA dove lo studio, la ricerca e l’insegnamento, intesi come cammino verso la Vita, la Verità e il Bene, come ascolto e dialogo
con l’altro, nutrano “il necessario dialogo tra
conoscenza e devozione, tra ricerca e contemplazione, tra scienza e carità” (San Bonaven-
tura, Itin., Prol. 4; Ratio Studiorum OFM (=
RS) 19). Gli studi, la ricerca e l’insegnamento,
“affrontati sia nella docilità alla Spirito […],
sia tenendo conto delle opzioni fondamentali
che caratterizzano la forma di vita francescana” (RS 20), sono imprescindibili per un rinnovamento profondo dell’Ordine e una rivitalizzazione del nostro carisma, per il dialogo con
la cultura attuale, e per poter portare il dono
del Vangelo agli uomini e donne di oggi, e trovano nell’Università e nei Centri di studio e di
ricerca il luogo appropriato di elaborazione e
di promozione.
Questa coscienza ci fa riaffermare e rinnovare, all’inizio di questo nuovo sessennio, la
profonda stima per la PUA, e le diverse istituzioni di ricerca dell’Ordine, a condizione,
però, che siano strutture che mettano in risalto
il rapporto tra gli aspetti fondamentali della
tradizione francescana rivisitata nelle sue diverse espressioni (storica, filosofica, teologica, spirituale, artistica…) e la cultura odierna,
in modo che diventino un luogo di dialogo tra
i problemi e le speranza del mondo di oggi e il
carisma francescano; cooperino alla diffusione e valorizzazione del patrimonio dottrinale e
spirituale della tradizione francescana, tramite
l’insegnamento e le pubblicazioni scientifiche,
preparino gli studenti ad una significativa e incisiva testimonianza evangelica nella società,
basata su una formazione intellettuale qualificata, che li abiliti a contribuire validamente alla promozione della cultura e al dialogo
tra fede e cultura (cf. RS 121; Capitolo 2009,
Mandati 39).
Tante sono le possibilità, tante le sfide. Per
potenziare quelle e rispondere a queste, all’inizio del nuovo anno accademico sentiamo il bisogno di chiedere la presenza dello Spirito di
Gesù in mezzo a noi. È Lui, infatti, che suscita
l’adesione vitale al Figlio di Dio (cf. Gv 3,5ss),
fine ultimo dello studio e della ricerca in una
Università pontificia; è Lui che, nell’ora della
prova, parla per bocca dei discepoli e gli rende
testimoni forti e coraggiosi del Signore Gesù
dinanzi al mondo (cf. Lc 24,48; At 1,8.22),
missione alla quale siamo chiamati in quanto
portatori del dono del Vangelo agli uomini e
374
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
donne del nostro tempo. È Lui il maestro interiore dei discepoli che ci porterà a penetrare
nella verità del Cristo, introducendoli nella verità “tutta intera” (Gv 16,13), aspirazione ultima di ogni uomo e donna, e, quindi, meta di
ogni ricerca teologica o filosofica.
Se il vero studioso e ricercatore è prima di
tutto un discepolo, un mendicante della Verità, quindi uno che cerca di avere il cuore costantemente rivolto al Signore, è lo Spirito che
deve orientare la sua vita e missione verso il
Cristo-Verità (cf. Gv 16,13-15). Per questo
motivo la nostra Ratio Studiorum afferma che
lo studio deve trarre alimento dalla contemplazione, mettersi al suo servizio e condurre
ad essa (cf. RS 21). Se il vero studioso e ricercatore è colui che cerca in ogni momento
l’adesione alla Verità, sentirà fortemente nel
suo cuore il bisogno di chiedere la presenza
dello Spirito, “che purifica, illumina e infiamma” (cf. LegM 13,7; RS 19), guida dei credenti per condurli nel cuore della rivelazione
del Cristo. Se la missione di ogni credente, e
quindi anche del vero studioso e ricercatore,
consiste nel rendere testimonianza del Cristo,
è lo Spirito che costituisce discepoli araldi e
testimoni del Signore Gesù. Lo Spirito, sarà,
quindi, il maestro interiore dei veri studiosi e
ricercatori, perché li farà penetrare nel mistero
di amore del Figlio di Dio e li porterà a osservare i comandamenti del Signore e la sua
parola (cf. Gv 14,15s), come ascoltavamo nel
Vangelo appena proclamato.
Come dicevo prima, lo studio in chiave
francescana, e non solo, ci fa diventare mendicanti della Verità, in quanto ci porta alla scoperta, mai causa di complessi d’inferiorità, ma
bensì scoperta appassionata, – studium significa anche passione –, di essere ignoranti di tante cose, e, quindi, bisognosi di una illuminazione interiore per comprendere ciò che in un
primo momento è nascosto alla nostra limitata
intelligenza, per poter, in questo modo, avvicinarci un po’ di più alla Verità. Questo processo
di avvicinamento alla Verità produce, in chi lo
sperimenta, meraviglia – studium significa anche meraviglia –, facendo dei nostri Centri di
studio scuole di vera gioia, proprio perché partono della certezza che è possibile l’avvicinamento alla Verità e a un certo intendimento del
nostro mondo e della nostra vita. La Scrittura
Santa ci dice che la Sapienza danza davanti al
trono di Dio mentre crea il mondo. È questa,
cari fratelli e sorelle, la finalità di ogni studio
e ricerca: condividere il piacere della Sapien-
za nella creazione del mondo. Per lo studio la
gioia è cosi indispensabile come il respiro e
indispensabile per poter correre.
In un mondo come il nostro, pieno di sospetti riguardo qualunque insegnamento, poiché viene visto come addottrinamento e fanatismo, studiare, concepito come partecipazione
alla creazione del mondo, diventa una azione
eucaristica: apriamo il nostro cuore e la nostra
mente per accogliere, pieni di gratitudine, i doni che il Signore ci regala attraverso lo studio e
la ricerca. In questo modo lo studio ci libera degli stretti confini della propria esperienza e dei
propri pregiudizi, e ci porta ad avvitare spazi
aperti di una verità che nessuno può dominare. In questo senso, lo studio e la ricerca sono
chiamati a liberarci anche del fondamentalismo che procede dalla paura di pensare e che,
nel campo religioso, offe una falsa sicurezza
di una fede senza ambiguità. Mai saremmo veri ricercatori e studiosi a meno che abbiamo
l’umiltà e il coraggio di prestare attenzione e
di prendere sul serio argomenti di quelli con i
quali non siamo d’accordo. Il vero studioso e
ricercatore è, inoltre, l’uomo e la donna delle
questioni, colui che ha imparato a prendere su
serio le questioni, anche quelle che sembrano
assurde.
Studium, tra altre molte accezioni, vuol dire
anche lavoro, fatica. Lo studio e la ricerca, come ben sappiamo per propria esperienza è un
lavoro che, oltre alla dedizione continua, proprio perché è un lavoro faticoso, è esigente, e
comporta cura, diligenza, sollecitudine; comporta un metodo e una grande dose di autodisciplina. Sia i professori che gli studenti devono essere ben consapevoli che “lo studio, comporta un investimento intellettuale prolungato
e profondo, austero senza dubbio, ma che, a
lungo andare, produce i suoi frutti” (cf. RS 12).
Senza l’impegno, la dedizione e la disciplina,
sì, una forte disciplina, non saremmo mai veri
studiosi e ricercatori, e la nostra formazione
intellettuale non sarà mai una formazione adeguata alle esigenze di oggi, e la nostra ricerca
non sarà mai una ricerca scientifica. Tutto questo processo, però, soltanto sarà possibile se i
nostri Centri di studio e di ricerca saranno veri
oasi di pace e di riflessione attenta e profonda.
Soltanto così l’Università, come le Istituzioni
di ricerca, saranno animati dello spirito dello
studio.
Per finire, vorrei sottolineare un aspetto che
considero fondamentale. Del sapere umano
San Bonaventura, fedelissimo interprete di san
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
Francesco, fa una valutazione equilibrata, ma
critica, paragonandolo alle donne belle che suscitarono l’interesse e i desideri di Salomone,
snervandone la sapienza. Solo quando è unito
alla santità della vita, la scienza può essere un
mezzo per giungere alla sapienza. Egli inventa
una parola “sursum actio” (agire nel soprannaturale) per indicare il traguardo che attende
il sapiente cristiano. Lo studio e la ricerca soltanto saranno utili che si traducono in vita. Lo
studio e la ricerca, se non vogliono essere lettera che uccide (cf. Am 7), devono essere impostati in stretta relazione con la vita e la prassi. È la vita quella che autentica il nostro studio
e la nostra ricerca. Partendo da san Francesco
giustamente possiamo dire che il sapere, specialmente il sapere umano, non può essere fine
a se stesso, e che lo stesso studio diventa un disvalore se serve per accantonare il bisogno di
Dio, o se serve come modo per evadere dalle
condizioni di minori, o di mendicanti di senso
e della Verità.
• Vieni Spirito Santo, donaci un cuore di discepolo.
• Vieni Spirito Santo, sii la nostra guida, il
nostro maestro.
• Vieni Spirito Santo, illumina le nostre menti.
• Vieni Spirito Santo, riempi i nostri cuori e
accendi in essi il fuoco del tuo amore.
• Vieni Spirito Santo, portaci alla conoscenza della bellezza, la bontà e la verità di Dio.
• Vieni Spirito Santo, donaci la capacità di un
dialogo critico con la cultura odierna, e la
sapienza necessaria per proporre una risposta umana, cristiana e francescana alle sfide
che ci vengono detta cultura.
• Vieni Spirito Santo, vieni su di noi.
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm
Ministro generale e
Gran Cancelliere della PUA
2. Discorso del Ministro generale in occasione della memoria liturgica del beato
Duns Scoto
Roma, PUA, 09.11.2009
IL BEATO GIOVANNI DUNS SCOTO,
MAESTRO DI IERI E DI OGGI
1. Una volta ancora ci riunisce la memoria del Dottor Sottile, il Beato Giovanni Duns
375
Scoto, il “Dottore dell’Ordine”, il “Dottor Mariano”, nomi con cui è conosciuto questo illustre figlio del Poverello, ed esimio rappresentante della cosiddetta “Scuola Francescana”.
Permettetemi che situi convenientemente
questo nostro fratello che, secondo le parole
di Giovanni Paolo II alla nostra Commissione
Scotista Internazionale, dopo secoli “continua
ad essere ancora oggi un pilastro della teologia
cattolica, un Maestro originale e ricco di idee
e provocazioni per una conoscenza sempre più
completa delle verità di fede”1.
2. Tanto Francesco d’Assisi che Domenico di Guzmán, tenendo presente la situazione
culturale ed ecclesiale del loro tempo, hanno
cercato di rinnovare profondamente la Chiesa.
I seguaci di Domenico lo faranno, soprattutto, frenando e contrastando le eresie. I figli del
Poverello cercano il rinnovamento della Chiesa e l’arresto delle eresie, soprattutto, attraverso il ritorno al Vangelo sine glossa, vissuto in
fraternità, inseriti inter gentes, e con un preciso orientamento morale. Ciò comporta atteggiamenti diversi nei confronti dell’Università.
I Domenicani vanno a Parigi per studiare. I
Francescani studiano a Parigi perché stanno lì.
Questa differenza porterà con sé orientamenti
teologici diversi.
3. Nell’ambito francescano, all’inizio, non
c’è quella che si potrebbe chiamare “dottrina di
Scuola”, con criteri di pensiero validi per tutti,
come nel caso dei domenicani. Antonio di Padova, Alessandro di Hales, Giovanni della Rochelle, Oddone Rigaldo, Guglielmo di Meliton, Roberto Grossatesta, Riccardo Rugo, ecc,
dagli studi che l’Ordine ha a Parigi, Oxford,
Cambridge e Bologna, fanno teologia tenendo
conto, principalmente, della propria cultura di
origine, gli insegnamenti teologici in uso, le
proprie preferenze dottrinali, le correnti interne all’Ordine nell’interpretazione del carisma
di Francesco e, soprattutto, il contesto universitario in cui si muovono2. Quello che distingue i nostri autori della prima ora non sono le
idee originali, o i sistemi di pensiero coerenti
e chiusi su se stessi, ma un aspetto proprio, un
modo di porsi di fronte alla vita. Dovrà passare un po’ di tempo, fino a quando l’Ordine non
avrà la propria Ratio Studiorum, prima che si
possa parlare di una precisa corrente di pensiero francescano o di Scuola Francescana, senza
che per questo si perda la libertà nella scelta
dei temi, in questo senso il pensiero francescano è veramente universale, e la praticità, visto
che tutto è orientato alla vita, ad una pratica
376
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
o etica genuinamente evangelica. La scienza,
per i nostri pensatori, non è fine a se stessa,
ma “perché facciamo il bene”, intrinsecamente
orientata all’esperienza dell’amore e a partire
dalla libertà compresa come obbedienza a Dio,
che è l’unica relazione capace di salvaguardare
l’autonomia umana. Libertà e praticità saranno, i due aspetti che caratterizzeranno sempre
la concezione degli studi nell’Ordine, ed il suo
modo di fare teologia.
4. In questo contesto si affaccia Giovanni
Duns Scoto, il Cantore dell’Immacolata. Questo fedele figlio di san Francesco “riuscì ad
incarnare il Vangelo e ad essere attento alle
realtà socio-culturali della sua epoca, alle quali mai si sottrasse e per le quali offrì un suo
contributo a partire dalle proposte filosoficoteologiche di allora”3. Per questo, Scoto si propone di fare una nuova sintesi tra la corrente
platonico-agostiniana e quella aristotelicotomista. Questa sintesi lo portò a mettere in
evidenza l’armonia tra fede e ragione, a definire la natura della teologia in relazione con
l’azione, l’operare, la prassi, l’amore, prima
che come mera speculazione4.
5. Non sono pochi quelli che accusarono e
accusano Scoto di essere un pensatore astratto,
teorico e oscuro. Chi fa tale accusa mostra di
non conoscere Duns Scoto, né le ultime e serie ricerche che sono state fatte sul suo pensiero, e grazie alle quali sono stati distrutti molti
pregiudizi sul Dottor Sottile e Mariano. Scoto
è, certamente, sottile nel suo pensiero, però
questa subtilitas scotista non ha niente a che
vedere con un pensiero che tende all’astrazione ultima. La sua sottigliezza “è esigenza di
rigore intellettuale, posta al servizio della carità”. Tutta la sottigliezza di Scoto è al servizio
della prassi, tende ad orientare l’essere umano perché non si smarrisca nell’amore: errare
in amando, qualcosa di molto distinto da un
“evangelismo impaziente e superficiale, allergico alla speculazione e al pensiero profondo
e meditativo”5, a favore del quale non si può
certamente invocare Scoto. Egli è un grande
e profondo pensatore e, allo stesso tempo una
persona eminentemente pratica, preoccupato
per la persona come essere relazionale – la solitudo in Scoto è solidarietà –, un essere costitutivamente rivolto e aperto a Dio, agli uomini
e al mondo. Per questo tutta la sua speculazione sboccia in un’etica dell’azione. “Il Dottor
Sottile ci offre la splendida articolazione di un
umanesimo cristiano, dove il sapere è al servizio del vivere bene e del buon convivere, os-
sia, di una società giusta, pacifica e fraterna”6.
6. Questa concezione del sapere ha conseguenze importanti per quanto riguarda la concezione di una teologia come “scienza pratica”. Per il nostro autore la teologia è, per propria natura, una “scienza pratica”, che ha come
oggetto non tanto il dissipare l’ignoranza, ma,
soprattutto, il mettere in ordine la vita quotidiana. La teologia, di fatto, per Scoto, non
pretende altro che mostrare all’uomo il suo
destino e le strade per raggiungerlo. Questa
attività dell’intelligenza che porta alla crescita nella conoscenza della verità –“nella storia
dell’umanità, dice Scoto, cresce sempre la conoscenza della verità7”–, comporta una ricerca
costante, appassionata e faticosa, ma rimane
sempre pratica.
7. In altre parole, per Scoto non esiste una
scienza teologica meramente speculativa, poiché, semplicemente, non sarebbe teologia. Per
lui non basta l’assioma che dice: “crede ut intelligas” (credi affinché tu possa capire)8; è necessario, anche, “intellige ut credas” (intendi
affinché tu possa credere), poiché al contrario,
come dice sant’Anselmo sarebbe negligenza:
“Negligentia mihi videtur si postquam confirmati sumus in fide, non studemos – quod credimus – intelligere” (Da parte nostra mi sembra negligenza, se dopo essere stati confermati
nella fede, non ci sforziamo di comprendere
con la ragione ciò che crediamo con la fede)9.
8. Questa concezione della “scienza teologica” di Scoto ci pone in guardia contro due
tentazioni. La prima è quella di pensare che
fare “scienza teologica” sia una perdita di
tempo, visto che ciò che non si può spiegare
velocemente nella cura delle anime, pensa più
di qualcuno, deve essere rifiutato immediatamente come inutile e contrario alla finalità della Rivelazione. In questo modo il necessario
senso pastorale arriva ad essere un vero impedimento allo sviluppo della teologia stessa.
L’altra è quella di fare una teologia meramente
speculativa senza conseguenze per la vita concreta di ogni giorno. Alla luce della dottrina di
Scoto dobbiamo dire: né pastorale o spiritualità senza una scienza teologica che le sostenga
e dia loro una vera solidità, perché sarebbero
sterili; né una “scienza teologica” che non abbia nulla a che vedere con la spiritualità e con
l’attività, perché sarebbe una deviazione della
teologia.
9. Chiedo a tutti i nostri studiosi e ricercatori nel campo filosofico e teologico, così come
nel campo della spiritualità, e anche a tutti i
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
professori delle nostre Università, particolarmente a tutti i professori francescani, che, attraverso un lavoro critico, attento e minuzioso,
mettano in risalto gli elementi ancora validi
del pensiero del Dottor Sottile e Mariano, e
degli altri grandi Maestri Francescani, convinto, come sono, che quegli elementi possono
incidere e orientare il pensiero attuale, e dare
risposte adeguate, come affermò il Papa Giovanni Paolo II, alle domande esistenziali, molte volte “drammatiche”, dell’umanità all’inizio di questo terzo millennio10. In questo senso
faccio pienamente mie le parole di Fr. Constantino Koser, ofm, che scrisse in occasione
del VII Centenario della nascita di Scoto: “Ci
sono valori perenni contenuti nell’opera del
Dottor Sottile […], trascurarli sarebbe come
lasciare inutilizzata una parte importante del
tesoro che l’Ordine francescano deve diffondere oggi nella Chiesa”11.
10. Dopo il Concilio abbiamo fatto un grandissimo sforzo e un lavoro imprescindibile:
scoprire o riscoprire la persona di Francesco,
grazie allo studio dei suoi Scritti. In questo
senso ha aiutato molto l’edizione scritta dei
suddetti Scritti, pubblicata nel 1976 da K. Esser12, in occasione del 750 anniversario della
morte del padre san Francesco, e che per più
di 30 anni ha costituito il punto di riferimento obbligato per studiosi e lettori. E visto che
la ricerca non si ferma, in occasione della celebrazione degli 800 anni della Fondazione
dell’Ordine dei Frati Minori, io stesso ho incaricato Fr. Carlo Paolazzi, di “rivedere” quella
edizione critica per aggiornarla; revisione che
poi si è trasformata in una nuova edizione critica degli Scripta Francisci Assisiensis, che è
quasi pronta e che speriamo veda la luce prima
della fine dell’anno, e che ci avvicinerà, senza
dubbio, alla forma più vicina possibile all’originale, finalità di ogni edizione critica.
11. Fatto questo lavoro di avvicinamento
a Francesco e di conoscenza del suo pensiero, dobbiamo fare uno sforzo per conoscere
coloro che resero possibile lo sviluppo delle
intuizioni del Poverello. Tra questi sono da citare, in primo luogo, il Beato Giovanni Duns
Scoto, “torre spirituale della fede”, come lo
definì Giovanni Paolo II nel suo discorso nella
cattedrale di Colonia (1980), “fedele discepolo
di san Francesco d’Assisi”, come lo qualificò
Benedetto XVI13, “perfezionatore di san Bonaventura”, e il rappresentante “più qualificato”
della Scuola Francescana, come lo ha chiamato Paolo VI. Avvicinarsi a Scoto è avvicinarsi
377
a Francesco, poiché nella sua opera, dice Paolo
VI “latent certe ferventque S. Francisci Asisinatis perfectionis pulcherrima forma et seraphici spiritus ardores”. D’altra parte dal tesoro
teologico di Scoto si potranno ricavare “lucida
arma ad impugnandam et amovendam piceam
atheismi nubem, quae aetati nostrae caliginen
offundit”, e la cui dottrina potrà offrire “un ordito aureo” per “sereni colloqui” tra la Chiesa
Cattolica e le altre Confessioni cristiane14.
12. Questo sforzo di attualizzare e porre in
rilievo l’attualità del pensiero di Scoto esige
prima di tutto una conoscenza profonda del
suo pensiero. In questo ci aiuta il lavoro encomiabile della monumentale edizione critica
dell’Opera Omnia del Dottor Sottile e Mariano, portata avanti dalla Commissione Scotista Internazionale, superando difficoltà fuori
dal comune per un lavoro come questo, e con
immenso sudore, competenza professionale
e con molto amore verso questo maestro del
pensiero francescano. Finora la Commissione ha pubblicato 11 volumi corrispondenti
alla Ordinatio e 4 volumi corrispondenti alla Lectura del libro delle Sentenze. In questi
giorni si sta preparando la pubblicazione del
XVI volume che contiene il trattato di Scoto
sull’Eucaristia, il maggior trattato scritto su
questa materia nel medioevo. Senza il lavoro
sacrificato della Commissione non sarebbe
possibile avvicinarsi al pensiero genuino del
Dottor Sottile. Ai Soci della Commissione, di
ieri e di oggi, a nome mio, di tutto l’Ordine e
degli studiosi di Scoto, esprimo tutta la gratitudine e riconoscenza, ed il desiderio che nuovi
investigatori vengano a far parte del gruppo di
Soci investigatori.
13. Lo sforzo per attualizzare e mettere in
risalto l’attualità del pensiero di Scoto esige
anche, nei professori, ricercatori e studiosi, un
metodo e una disciplina; tale studium implica
un impegno intellettuale prolungato, profondo
e, senza dubbio, austero. I nostri Maestri sono
grandi pensatori. Entrare nelle loro categorie
di pensiero, la maggior parte delle volte molto
distanti dalle nostre, esige tutto questo. Invito chi si avvicina a Scoto a non scoraggiarsi
di fronte alle difficoltà, perché a lungo andare
troverà una giusta soddisfazione e gratificazione al proprio lavoro; la soddisfazione e gratificazione che trova ogni studioso che cerca e
si avvicina alla conoscenza della Verità, meta
di ogni studio. Invito anche i nostri studenti a
fare tesi dottorali su Scoto e i grandi Maestri,
senza paura di confrontare il proprio pensiero
378
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
con quello di questo grande scolastico, il cui
messaggio è ancora futuro, e il cui pensiero
continua ad essere fecondo nel dialogo con la
cultura del nostro tempo15.
14. Il Dottor che oggi onoriamo, non è un
Dottore del passato, non è un “fossile” da ammirare, è un Maestro vivo e palpitante, pieno
di preziose intuizioni, però, soprattutto, è un
“esimio figlio di Francesco”, come lo ha chiamato Benedetto XVI16, pieno di passione per
Dio, per Gesù Cristo, per la Chiesa, per la creazione e per l’uomo, in quanto persona come
identità e alterità.
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm
Ministro generale
______________
Note
1 AOFM 121 (2002) 11.
2 Cf. Martínez Fresneda Francisco, Textos y contextos de la Teología Franciscana, en Manual de
Teología Franciscana, B.A.C., Madrid 2003, 19.
3 Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del
TOR in occasione del VII Centenario della morte
(=CMG), in AOFM, An CXXVII, n. 3, pg. 405.
4 Benedetto xvi, Lettera Apostolica in occasione
del VII Centenario della morte del Beato Giovanni
Duns Scoto, Roma, 2008.
5 Cf. CMG, pg. 405.
6 Idem, 408.
7 Ordinatio IV, d.1, q.3, n.8
8 S. Agostino, Sermones, sermo 43, c.7, n. 9 (PL 38,
258
9 S. Anselmo, Cur Deus homo, I, c.2 (PL 158, 362).
10 Giovanni Paolo ii, Messaggio al Congresso Internazionale di Università e Centri di Studi OFM
(=CIUCS), Castel Gandolfo 19/09/2001, in Acta
CIUCS, pg. 25.
11 Fr. Constantino Koser, ofm, Lettera enciclica in
occasione VII Centenario della nascita di Giovanni
Duns Scoto, 15 agosto 1966, n. 9.
12 K. Esser, Die Opuscula des hl. Franziskus von Assisi. Neue textkritische Edition, Editiones Collegii S.
Bonaventurae ad Claras Aquas, Grottaferrata (Romae 1989
13 Benedetto xvi, Lettera Apostolica in occasione
del VII Centenario della morte del Beato Giocanni
Duns Scoto, Roma, 2008.
14 AAS 58 (1966) 609-614.
15 Cf. CMG, pg. 409.
16 Benedetto xvi, Lettera Apostolica in occasione
del VII Centenario della morte del Beato Giocanni
Duns Scoto, Roma, 2008.
3. Notitiæ particulares
1. Segretaria Generale per la Formazione e
gli Studi
• Prot.100282(215/09). Con Decreto del
29.09.2009 il Ministro generale ha promulgato l’elezione a Segretario generale per
la Formazione e gli Studi, per il sessennio
2009-2015, di Rodríguez López Fr. Vidal,
membro della Provincia “Betica” in Spagna.
• Prot.100284(217/09). Con Decreto del
29.09.2009 il Ministro generale ha promulgato l’elezione a Vice Segretario per la
Formazione e gli Studi, ad nutum Ministri
generalis, di Baldyga Fr. Sergiusz, membro della Provincia della “Assunzione della
BVM” in Polonia.
• Nei giorni 14-15 novembre il Ministro generale, accompagnato da Fr. Vidal Rodríguez, ha partecipato alla conclusione delle giornate vocazionali in occasione della
riforma del Centro di Pastorale Giovanile
e Vocazionale a Cáceres, della Provincia
Bética in Spagna. In tale circostanza il Ministro ha benedetto il suddetto Centro “Joven Agora Francesco”.
2. Pontificia Università Antonianum
• Prot. 100128(183/09). Con Lettera del 29
settembre 2009, Prot. 1558/86, il Prefetto
della Congregazione per l’Educazione
Cattolica ha inoltrato al Ministro generale e
Gran Cancelliere della PUA, il rinnovo ad
alterum decennium dell’affiliazione dello
Studio Teologico “Madonna delle Grazie”,
di Benevento (Italia), alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum
in Urbe.
• Prot. 100462(240/09). Con Decreto del 25
novembre 2009 il Ministro generale e Gran
Cancelliere della PUA, dietro richiesta del
Rettore Magnifico del 20 novembre 2009,
Prot 138/09, ha nominato per un triennio
come Professore aggiunto alla Cattedra dei
Beni Temporali della Chiesa della Facoltà
di Diritto Canonico della PUA Malaquias
Júnior Fr. Moacyr, ofm, membro della
Custodia della Sette Allegrie della BVM in
Brasile.
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
• Prot. 100428(230/09). Con Decreto del 23
novembre 2009 il Ministro generale e Gran
Cancelliere della PUA, dietro richiesta del
Rettore Magnifico del 3 novembre 2009,
Prot. 127/09), ha nominato Professore aggiunto alla Cattedra di Storia della Chiesa
del Studio Biblico di Gerusalemme della
PUA Klimas Fr. Stanisław Narcyz, ofm,
membro della Custodia di Terra Santa.
• Il 20 ottobre 2009 c’è stata l’Inaugurazione
del anno accademico 2009-10 della Pontificia Università Antonianum di Roma con
una concelebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro generale e Gran Cancelliere
della Università, Fr. José Rodríguez Carballo.
• Il 9 novembre 2009 si è tenuto l’Atto accademico in onore del Beato Giovanni Duns
Scotto nell’Aula S. Antonio, promosso dalla Pontificia Università Antonianum e dalla
Commissione Scotista. L’Atto Accademico
ha avuto il seguente svolgimento: Relazione sull’anno accademico 2008-09 (Prof. J.
B. Freyer, ofm, Rettore Magnifico); L’eucaristia, sacramento dell’amore puro e
dell’unità della Chiesa secondo Duns Scoto (Prof. B. García de Armellada, ofmcap);
Presentazione del volume XII dell’Opera
omnia del beato Duns Scoto: il trattado
sull’Eucaristia (Fr. B. Hechich, ofm, Presidente della Commissione Scotistica); Inter-
379
vento e saluto dal Ministro generale e Gran
Cancelliere dell’Università, Fr. José Rodríguez Carballo.
• Il Segretario generale per la Formazione
e gli Studi, Fr. Vidal Rodríguez López, ha
partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico 2009-10 dell’Istituto Teologico
OFM di Murcia (Spagna), aggregato alla
Pontificia Università Antonianum, con una
Conferenza su Lo studio francescano, mezzo per portare il dono del Vangelo.
3. Fraternità Francescana Internazionale
“Ven. Fr. Gabriele M. Allegra OFM”
• Prot.100293(206/09). Con Decreto del
29.09.2009 il Ministro generale ha nominato Rettore dei Frati Studenti della Fraternità
Internazionale “Ven. Fr. Gabriele M. Allegra” in Roma, Balajić Fr. Siniša, membro
della Provincia del “Ss.mo Redentore” in
Croazia.
• Prot. 100303(219/09). Con Decreto del
02.10.2009 il Ministro generale ha promulgato l’elezione a Guardiano della “Fraternità Internazionale “Ven. Fr. Gabriele M. Allegra” Allimant Jiménez Fr. Raúl, membro della Provincia della “Ss.ma Trinità” in
Cile.
E SECRETARIATU PRO MISSIONIBUS
ET EVANGELIZATIONE
1. Master em Evangelização: conclusão do
primeiro grupo
No dia 30 de outubro de 2009, no Instituto Teológico Franciscano (ITF) de Petrópolis,
Brasil, se concluiu o primeiro ano de Máster
em Evangelização. Um grupo de 15 alunos,
sendo 13 frades, uma Irmã Franciscana e uma
leiga da Ordem Franciscana Secular, de diferentes países da América Latina, recebeu o
certificado de conclusão. O ato contou com a
presença do Diretor do ITF, Frei Sandro Costa, dos Diretores do Máster, Frei Sinivaldo
Tavares e Ir. Delir Brunelli, do Ministro provincial da Província da Imaculada Conceição
do Brasil, Frei Augusto Könnig, do Definidor
geral pela América Latina, Frei Nestor Inácio
Schwerz, de alguns professores e de pessoas
convidadas.
Várias pessoas fizeram uso da palavra.
Entre esses discursos, se fez a memória da
construção desse Curso, destacando os vários
momentos em que ficou evidente o sentido de
colaboração em âmbito de Família Franciscana da América Latina e no nível da relação
com a Universidade Antonianum de Roma.
Igualmente se fez memória, com uso de PowerPoint, do percurso do ano no Máster. Em
outros discursos se enfatizou o bom nível de
qualidade do Curso, o empenho e a competência da equipe de professores, a metodologia
participativa nas aulas e fora delas, a admirável integração do grupo de frades do Máster
com a Fraternidade que o acolheu, a riqueza de
vida e experiências partilhadas no grupo com
sua diversidade de proveniências, de culturas,
de contextos eclesiais e de atividades exercidas anteriormente. O clima reinante era de satisfação, de gratidão, de reconhecimento.
Também se fez presente nos discursos a
preocupação pelo futuro, pela continuidade de
uma tal iniciativa. Foi enfatizado que tal Curso
é necessário em vista da busca por qualificação na missão evangelizadora, faz bem para
a Família Franciscana na América Latina e
para a Ordem. Sabe-se dos desafios para manter um número mínimo de alunos, bem como
de ampliar o raio de ação e influência desse
projeto. Daí que já se anunciou a presença de
uma Comissão franciscana internacional para
elaborar possíveis propostas que vão além do
Curso propriamente dito. Após a cerimônia de
conclusão, se passou para uma festiva e animada confraternização.
Fr. Nestor Inacio Schwerz
2. Simpósio teológico latino-americano sobre Evangelização
Após a conclusão do Máster em Evangelização, do dia 31 de outubro a 1° de novembro de 2009, seguiu a reunião de uma Comissão de Irmãos e Irmãs de diferentes Centros
Acadêmicos da América Latina para elaborar
proposta ligada ao Máster em Evangelização
e que ampliasse seu raio de ação. Seus participantes eram: Ir. Delir Brunelli, CF-Brasil
(ITF Petrópolis), Isabel Corpas de Posada-Colômbia (Faculdade de Teologia-USB Bogotá),
Frei Luis Antonio Scozzina, OFM-Argentina
(CEFEDER-UCA Rosário), Frei Marcelo Cisneros, OFM-Argentina (ITF Buenos Aires),
Frei Nestor Inácio Schwerz, OFM-Roma (Cúria Geral, Definidor pela América Latina), Frei
Sandro Roberto da Costa, OFM-Brasil (ITF
Petrópolis), Frei Sinivaldo Tavares, OFMBrasil (ITF Petrópolis). Ainda tinham sido
convidados alguns outros, mas que não puderem comparecer.
A proposta é propor e organizar um Congresso teológico em âmbito América Latina e
Caribe. A Comissão refletiu sobre a importância e viabilidade dessa proposta. Entre outros
aspectos, foi sublinhado o seguinte:
• é importante não permanecer isolado no
aprofundamento na área de Evangelização, pois existem grupos de pesquisa
em universidades franciscanas e outras
universidades católicas e isto possibilita
trabalhar em rede, promovendo o intercâmbio;
• é bom envolver os Institutos teológicos
e as Universidades para favorecer uma
visão interdisciplinar nas pesquisas sobre determinados aspectos da Evangelização, unindo teoria e prática;
382
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
• um dos maiores desafios, hoje, é o diálogo com o mundo e isso interessa aos
Institutos de Teologia e também às Universidades; é bom que o congresso seja
programado a partir do Máster em Evangelização, pois pode oxigenar o Master e
todo o Projeto Evangelização, ajudando
a vislumbrar novas possibilidades;
• é importante que o congresso esteja articulado com outras programações da
OFM, como o Seminário sobre Diálogo
Ecumênico e Inter-Religioso, os Encontros dos Reitores de Centros Acadêmicos superiores, o projeto Amazônia, o
projeto de Formação de Missionários/as;
• é importante criar, antes ou a partir do
congresso, uma espécie de “Rede Franciscana de Evangelização” para que o
congresso não se limite ao evento e termine ali;
• não pode ser apenas um congresso de
divulgação, mas deve ajudar a refletir
sobre a prática evangelizadora e levar ao
compromisso;
• o congresso pode ser misto, incluindo
exposições de assessores, momentos de
partilha de pesquisas que já estão sendo
feitas e mesas de outras áreas (missionária, educativa, paróquias...);
• incluir também um momento final de
consenso sobre alguns pontos importantes, um momento para se tomar alguma
decisão, não propriamente um documento, mas algo que venha a nos comprometer.
Após essa partilha, passou-se à reflexão
sobre a temática, objetivos, destinatários, metodologia, data e local do evento. Concluiu-se
que não será um congresso, mas um simpósio,
convocado a partir do Master em Evangelização. O título e o tema terão esse enunciado:
Simpósio Teológico Latino-Americano e Caribenho sobre Evangelização. Discípulos/as
Missionários/as face aos novos cenários, na
perspectiva franciscana. Tal Simpósio terá como objetivos: analisar e compreender os novos
cenários na América Latina e Caribe, em vista
da ação evangelizadora; discernir as interpelações desses cenários à missão evangelizadora
franciscana e assumir as implicações teológico-pastorais, nos âmbitos acadêmico e da prática evangelizadora. O Simpósio será destinado aos professores, pesquisadores, estudantes
de teologia, responsáveis pela formação e estudos e pela animação evangelizadora da famí-
lia franciscana, e outras pessoas interessadas.
O local do encontro será Petrópolis, RJ-Brasil,
e sua data de realização ficou para 2011. A
reflexão teológico-pastoral levaria em conta
sobretudo três cenários novos: a crise ecológica, a mobilidade humana e a cultura midiática. Foram ainda elencados vários assessores
possíveis, os sub-temas para debates em mesa
redonda, os diferentes momentos com suas dinâmicas e metodologias.
Fr. Nestor Inacio Schwerz
3. Prima Casa OFM in Sudan
Dopo quattro anni di trattative col Governo
per acquistare il terreno edificabile, finalmente il progetto di costruire il Convento dei frati
a Khartoum sta per essere realizzato. Capitale
del più grande Paese africano, Khartoum ha
ospitato i cristiani che a più ondate sono migrati dal Sud e qui rifugiati in condizioni povere ed anche miserevoli. Da un paio d’anni, il ritorno dei Frati Minori ha acceso una speranza
in più per tanti cattolici sul cui volto è leggibile
lo schiaffo dell’emarginazione violenta.
L’attuale Fraternità – tre sudanesi Fr. Peter,
Fr. John e Fr. Charles, l’egiziano Fr. Magdy
e il filippino Fr. Melito, guardiano – si occupa di due parrocchie di periferia, delimitate
da un affocato deserto e inghiottite nell’arida
sabbia di grande povertà. Tredici i centri pastorali, ognuno con la sua chiesetta di fortuna,
edificata con due-tre pareti di mattoni crudi,
pencolanti, sopra i quali tendoni bisunti fanno da ombrello per il sole (qui sora acqua sopraggiunge solo nei mesi di luglio e di agosto).
Oasi per la messa domenicale, questi centri
servono anche ad annodare amicizie, a risuscitare speranze che, nei giorni pesanti della
settimana lavorativa, rischierebbero di restare
sigillate nella tomba.
I Frati gestiscono anche sei scuole per le
centinaia di bambini della zona. Sono scuole
in cui vige la totale provvisorietà. In basso, un
pavimento fatto di deserto, con la sua sabbia
polverosa che, agitata dal vento, ti arriva in
faccia ed entra negli occhi. Sopra, un tetto di
canne per velare il dardeggiare del sole, qui
sovente vicino allo zenit. Qualche altra scuola
sembra migliore perché costruita in muratura.
Ma si tratta di costruzioni obsolete, vicine al
crollo, con spaventose crepe e senza porte e
finestre.
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
Ma proprio qui, ai lembi del deserto, in questa città completamente islamizzata secondo i
canoni più restrittivi e polizieschi, i Frati amministrano ai poveri il coraggio della speranza.
Prossimamente il Ministro generale farà visita a questa neonata Fondazione del Sudan.
Con il suo gesto, intende portare l’affetto e la
preghiera di tutto l’Ordine sia ai Frati sia ai
cattolici sudanesi.
La costruzione del nuovo Convento inizierà
a gennaio e, se tutto andrà bene, si concluderà con l’estate, prevedendone l’inaugurazione
per san Francesco, 4 ottobre 2010. La nuova
383
Casa, oltre ai Frati, accoglierà anche i giovani
aspiranti che da qualche tempo intendono abbracciare la forma di vita del Poverello d’Assisi.
Così il saio di san Francesco circolerà, impolverato della fine sabbia del deserto, per
incontrare non solo i cattolici, ma anche i discendenti di quel Sultano che il Santo avvicinò
un giorno, parlandogli amabilmente di Gesù.
Tornerà san Francesco sudanese a camminare
sulle strade della pace.
Fr. Massimo Tedoldi
E POSTULATIONE GENERALI
1. Litterae Decretales quibus beato Simoni de Lipnica, presbytero, Sanctorum
honores decernuntur
BENEDICTUS PP. XVI
SERVUS SERVORUM DEI
AD PERPETUAM REI MEMORIAM
«Salutis omnium sitibundus».
Hic titulus, quocum beatus Simon de Lipnica in sanctitatis annales est ingressus, immensam exprimit caritatem, qua ipse aeternae gregis Christi saluti se devovit. Nam hic eximius
filius sancti Francisci Assisiensis divinam gratiam strenue secutus est vitam mutans in continuum actum amoris erga Deum et proximum,
usque ad evangelicae perfectionis culmen assequendum.
Lipnicae natus in Polonia australi circiter
annos mcdxxxv-mcdxl. Familia dedit ei christianam educationem et rudimenta litterarum procuravit, primum in schola paroeciali
ac deinde apud Academiam Cracoviensem,
ubi baccalaureatum est consecutus. Ab adulescentia saeculares defugiebat blanditias ut
tempus scientiae studio et orationi dedicaret.
Inflammatus praedicatione sancti Ioannis de
Capestrano, ad vitam consecratam maturavit
vocationem et ingressus est conventum Ordinis Fratrum Minorum in loco vulgo Stradom,
prope Cracoviam. Post annum novitiatus religiosam nuncupavit professionem. Expleto
praescripto curriculo, ordinationem suscepit
sacerdotalem, circa annum mcdlx.
Primum fuit guardianus Tarnoviae; translatus in Stradom, praedicationi se dedit, ostendens haud consuetas ingenii dotes, ita ut huius
aetatis in annalibus «ferventissimus praedicator» sit appellatus atque postea vocatus ad
huiusmodi officium explendum in cathedrali
ecclesia Cracoviensi. Sermo eius simplex et
sublimis, plenus ardoris ac oratione sustentatus
atque Sacrae Scripturae assidua lectitatione et
meditatione; animos audientium ita inflammabat ut complures peccatores ad conversionem
concitaret.
Anno mcdlxxvi electus est definitor sui
Ordinis atque in hoc offício constitutus duos
post annos petivit Ticinum ad capitulum ge-
nerale. Peregrinus Romam invisit ac Terram
Sanctam, paratus ad vitam suam immolandam
ut Christi nuntium iis afferret qui eum ignorabant. Apostolatus eius confirmabatur efficaciusque efficiebatur exemplari vitae consuetudine, quae insigniebatur fidelitate cotidiana erga propriam vocationem, accurata impletione
proprii ordinis officiorum, constanti hilarique
omnium virtutum exercitio. Ipse fidem testificatus est in omnibus rerum adiunctis eamque
copiose aluit intensa et diuturna oratione, pietate erga Eucharistiam, erga sanctissimum
Nomen Iesu quod praedicatione divulgavit,
exemplum sequens sancti Bernardini Senensis, et erga Virginem Mariam, quam saepe sub
titulo «Amasia», id est Amata, invocabat.
Ex eius amore in Deum et proximum profluit synthesis, quam ipse perficere valuit, inter munera evangelizationis et operosae caritatis testimonium. Iuvante divina Providentia,
in qua sine ulla haesitatione confidit, copiosos
fructus sui sacerdotalis ministerii colligere potuit. Veluti guardianus gubernavit conventum
cum prudentia et iustitia. Sodalibus suis consiliabatur sapienter et provide. Assiduus fuit
in Regula et Ecclesiae praeceptis observandis.
Vitam conduxit sobriam et austeram. Paenitentiae instrumentis utebatur tunc adhibitis
in vita religiosa: cilicium induebat corpusque
disciplinae exercitio mortificabat. Sobrius in
cibo fuit ieiuniisque praescriptis sponte alia
adiungebat. Requiei solum tempus stricte necessarium concedebat. Sancti Francisci Assisiensis aemulus, pauper fuit, oboediens et castus. Humiliter diligenterque labores graviores
complebat, nec aestimationem quaesivit pro
suo opere omniaque merita semper Domino
tribuit.
Anno mcdlxxxii Cracovia lue afflicta est.
Beatus intellexit hanc esse occasionem propitiam suae vitae oblationem Domino perficiendi. Confratribus igitur se sociavit in opere
morbo affectis succurrendi: solamen aegrotis ferebat et operam dabat ut morientes cum
Christo reconciliati de vita discederent. Ipse in
luem incidens, exemplum dedit mirae fortitudinis in doloribus patiendis ob hanc aegritudinem. Die xviii mensis Iulii anno mcdlxxxii
domum Patris petiit, cui fideliter serviit sua in
386
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
terrestri exsistentía. Desiderium manifestavit
sese sub ecclesiae pavimento sepultum iri ut
ab omnibus conculcaretur. Ille proponitur in
Seraphicae Familiae itinere uti exemplar vigens sanctitatis amore innixae in debiliores et
derelictos, aptus ad aerumnas sibi assumendas
eorum qui iniustítiam aut violentiam patiuntur
propter veritatis et libertatis dilectionem.
Perpensis sanctitatis et miraculorum fama,
qua circumdatus est etiam post mortem, atque
cultu ei ab immemorabili tempore praestito,
die xxiv mensis Februarii anno mdclxxxv Decessor Noster beatus Innocentius xi approbavit
eius cultum itaque ei honores beatorum tribuit.
Deinde anno mcmxcix Archiepiscopus Cracoviensis investigationem dioecesanam incohavit. Expletis rite omnibus iure statutis, Nobis
coram promulgata sunt decreta: de virtutibus
heroico in gradu exercítis die xix mensis Decembris anno mmv, deque miraculo eius intercessioni adscripto die xvi mensis Decembris
anno mmvi. Faventibus Patribus Cardinalibus,
Archiepiscopis Episcopisque, in Consistorio
die xxiii mensis Februarii huius anni mmvii coadunatis, statuimus ut canonizationis ritus die
iii insequentis mensis Iunii Romae celebraretur.
Hodie igitur in foro Petriano inter sacra
hanc pronuntiavimus formulam: Ad honorem sanctae et individuae Trinitatis, ad exaltationem fidei catholicae et vitae christianae
incrementum, auctoritate Domini nostri Iesu
Christi, beatorum Apostolorum Petri et Pauli
ac Nostra, matura deliberatione praehabita et
divina ope saepius implorata, ac de plurimorum Fratrum Nostrorum consillo, Beatos Georgium Preca, Simonem de Lipnica, Carolum
a Sancto Andrea Houben et Mariam Eugeniam
a Iesu Milleret Sanctos esse decernimus et definimus, ac Sanctorum Catalogo adscribimus,
statuentes eos in universa Ecclesia inter Sanctos pia devotione recoli debere. In nomine
Patris et Filii et Spiritus Sancti.
Deinde Ipsi Nos venerati sumus novum
Sanctum, virtutes extollentes eiusque merita,
praesertim erga religiosae sacerdotalisque vocationis offícia accuratam et constantem fídelitatem, fervidam precationem, prudentem animarum moderationem, actuosam evangelicam
praedicationem ac denique heroicum exemplum deditionis aegrotis, moribundis cunctisque afflictis et auxilio indigentibus.
Quae autem his Litteris decrevimus, nunc
et in posterum rata et firma esse volumus, contrariis quibuslibet rebus minime obstantibus.
Datum Romae, apud Sanctum Petrum, in
sollemnitate Sanctissimae Trinitatis, die tertio
mensis Iunii, anno Domini bismillesimo septimo, Pontificatus Nostri tertio.
EGO BENEDICTUS
Catholicae Ecclesiae Episcopus
Marcellus Rossetti
Protonot. Apost.
(AAS 2008, n. 3, pp. 121-124)
2. Litterae Apostolicae. Venerabilibus Servis Dei Victori Chumillas Fernández,
presbytero professo ex Ordine Fratum
Minorum, et xxi Sociis eiusdem Ordinis
Beatorum martyrum honores decernuntur
BENEDICTUS PP. XVI
Ad perpetuam rei memoriam
«Et eritis odio omnibus propter nomen
meum; qui autem perseveraverit in fínem, hic
salvus erit» (Mt 10,22).
Divinus Magister suos discipulos commonuerat mundum eos esse persecuturum, simulque hortatus est illos ut in fídelitate erga Eum
ad aeternam salutem consequendam perseverarent. Huiusmodi hortationem excipientes
plurimi christiani per saeculorum decursum
mori potius maluerunt quam fidem catholicam
abiurare. Inter quos annumerandi sunt Venerabiles Servi Dei Victor Chumillas Fernández et
xxi Socii, omnes sodales Ordinis Fratrum Minorum. Dum enim persecutio religiosa in Hispania grassabatur annis mcmxxxvi-mcmxxxix,
ipsi vitam obtulerunt ne unionis cum Christo
eiusque Ecclesia vinculum abrumperent.
Viginti sodales ex illis pertinebant ad communitatem loci Consuegra, ubi variis officiis
fungebantur. Plurimi eorum iam antea manifestabant desiderium martyrii palmam consequendi. Bellum civile cum exardesceret, coacti
sunt deserere conventum, quapropter confugerunt apud familiares et benefactores. Seditiosi
tamen ceperunt eos et in carcerem miserunt.
Manuballista interfecti sunt die xvi mensis
Augusti anno mcmxxxvi et, ad exemplum Divini Redemptoris, antequam exspirarent, suis
ignoverunt occisoribus. Ipsi sunt:
1. Victor Chumillas Fernández, presbyter.
Natus est die xxvii mensis Iulii anno mcmii in
E POSTULATIONE GENERALI
loco Olmeda del Rey, dioecesis Conchensis.
Apostolico compulsus fervore cupiebat mitti
in terras missionis. Variis in conventibus franciscalibus officia sibi commissa cum deditione
et diligentia explevit.
2. Angelus Hernández-Ranera de Diego,
presbyter. Natus est die i mensis Octobris anno mdccclxxvii in loco Pastrana, dioecesis
Seguntinae-Guadalaiarensis. Missionarius fuit
in Philippinis.
3. Dominicus Alonso de Frutos, presbyter.
Natus est die xii mensis Maii anno mcmii loco Navares de Ayuso, dioecesis Segobiensis.
Theologiam dogmaticam docuit et etiam aliis
muneribus in suo Ordine assidue functus est.
4. Martinus Lozano Tello, presbyter. Natus
est die xix mensis Septembris anno mcm in loco Corral de Almaguer, tunc dioecesis Conchensis. Praeceptor fuit variis in conventibus.
5. Iulianus Navío Colado, presbyter. Natus
est die xii mensis Augusti anno mcmiv in loco
Mazarete, dioecesis Seguntinae-Guadalaiarensis. Sedulo varia exercuit officia.
6. Benignus Prieto del Pozo, presbyter. Natus est die xxv mensis Novembris anno mcmvi
in loco Salce, dioecesis Legionensis. Addictus
est muneri docendi exercendo.
7. Marcellinus Ovejero Gómez, alumnus.
Natus est die xii mensis Februarii anno mcmxiii
in loco Becedas, dioecesis Abulensis.
8. Iosephus de Vega Pedraza, subdiaconus.
Natus est die xxx mensis Augusti anno mcmxiii
in loco Dos Barrios, Archidioecesis Toletanae.
9. Iosephus Álvarez Rodríguez, subdiaconus. Natus est die xiv mensis Octobris anno
mcmxiii in loco Sorriba, dioecesis Legionensis.
10. Andreas Majadas Málaga, subdiaconus.
Natus est die ii mensis Martii anno mcmxiv in
loco Becedas, dioecesis Abulensis.
11. Iacobus Maté Calzada, subdiaconus.
Natus est die xxv mensis Iulii anno mcmxiv in
loco Cañizar de Argano, Archidioecesis Burgensis.
12. Alfonsus Sánchez Hernández-Ranera,
alumnus. Natus est die xxvi mensis Ianuarii
anno mcmxv in urbe Ilerdensi. Parum ante martyrium receperat tonsuram et ordines minores.
13. Anastasius González Rodríguez, alumnus. Natus est die xi mensis Octobris anno
mcmxiv in loco Villaute, Archidioecesis Burgensis.
14. Felix Maroto Moreno, alumnus. Natus
est die xxx mensis Ianuarii anno mcmxv in loco
Gutierremuñoz, dioecesis Abulensis.
387
15. Fridericus Herrera Bermejo, alumnus.
Natus est die xxi mensis Februarii anno mcmxv
in loco Almagro, dioecesis Civitatis Regalensis. Parum ante martyrium receperat tonsuram
et ordines minores.
16. Antonius Rodrigo Antón, alumnus. Natus est die viii mensis Iulii anno mcmxiii in loco
Velamazán, dioecesis Oxomensis-Sorianae.
17. Saturninus Río Rojo, alumnus. Natus
est die xvi mensis Februarii anno mcmxv in
loco Mansilla de Burgos, Archidioecesis Burgensis. Paucas hebdomadas ante martyrium
receperat tonsuram et ordines minores.
18. Raimundus Tejado Librado, alumnus.
Natus est die xx mensis Aprilis ann mcmxv in
loco Alcázar de San Juan, dioecesis Civitatis
Regalensis.
19. Vincentius Majadas Málaga, alumnus. Natus est die xxvii mensis Octobris anno
mcmxv in loco Becedas, dioecesis Abulensis.
20. Valentinus Díez Serna, alumnus. Natus
est die xi mensis Novembris anno mcmxv in
loco Tablada de Villadiego, Archidioecesis
Burgensis.
Ad eundem martyrum manipulum pertinent
quoque alii duo Servi Dei:
21. Felix Gómez-Pinto Pinero, presbyter.
Natus est die xviii mensis Maii anno mdccclxx in loco La Torre de Esteban Hambrán,
Archidioecesis Toleta-nae. Ministerium suum
exercuit variis in conventibus Ordinis. Martyrium passus est die vii mensis Septembris anno
mcmxxxvi et antequam moreretur crimen suis
condonavit occisoribus.
22. Perfectus Carrascosa Santos, presbyter.
Natus est die xviii mensis Aprilis anno mcmvi
in loco Villacanas, Archidioecesis Toletanae.
Munera explevit praeceptoris et secretarii provincialis. Apprehensus atque torturis cruciatus, noluit tamen catholicam fidem abiurare.
Interfectus est die xvii mensis Octobris anno
mcmxxxvi
Populus Dei universos eos fidei martyres
consideravit. Huiusmodi per annos confirmata fama permovit Archiepiscopum Toletanum
ut Causam beatifícationis seu declarationis
martyrii incoharet, per Processus Ordinarii celebrationem annis mcmlxvi-mcmlxxxvii habitam, ad xix Servos Dei attinentem.
Demum anno mcmxcii apud eandem Curiam
incohata est pervestigatio etiam de tribus ceteris martyribus, cuius iuridicam validitatem
Congregatio de Causis Sanctorum probavit
decreto die xxvii mensis Novembris eodem
anno emisso. Peractis rite omnibus iure statu-
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
tis, Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum die ix mensis Decembris anno mmiii,
et Patres Cardinales et Episcopi, in Sessione
Ordinaria congregati die xv mensis Martii anno mmv, agnoverunt mortem horum Venerabilium Servorum Dei verum fuisse martyrium.
Deinde Nos Ipsi die xix mensis Decembris
anno mmv praecepimus Congregationem de
Causis Sanctorum ut promulgaret Decretum
de martyrio, ac deinde statuimus ut sollemnis
ritus eorum beatificationis Romae die xxviii
mensis Octobris anni mmvii celebraretur.
Hodie igitur Romae, in Foro ante Basilicam Sancti Petri, ingenti adstante catholicorum Pastorum et Christifidelium multitudine
ex Hispania aliisve nationibus, de mandato
Nostro Iosephus S. R. E. Cardinalis Saraiva
Martins, Congregationis de Causis Sanctorum
Praefectus, textum Litterarum Apostolicarum
legit, quibus Nos in Beatorum numerum adscribimus Venerabiles Servos Dei Victorem
Chumillas Femández et xxi Socios, Ordinis
Fratrum Minorum sodales.
Nos, vota Fratum Nostrorum Aloisii Martínez Sistach, Archiepiscopi Barcinonensis,
Francisci Gil Hellín, Archiepiscopi Burgensis, Antonii S.R.E. Cardinalis Canizares Llovera, Archiepiscopi Toletani, Iosephi Mariae
Yanguas Sanz, Episcopi Conchensis, Antonii
Angeli Algora Hernando, Episcopi Civitatis
Regalensis, Iacobi García Aracil, Archiepiscopi Emeritensis Augustani-Pacensis, Antonii
Mariae S.R.E. Cardinalis Rouco Varela, Archiepiscopi Matritensis, Caroli Osoro Sierra,
Archiepiscopi Ovetensis, Caroli S.R.E. Cardinalis Amigo Vallejo, O.F.M., Archiepiscopi
Hispalensis, Raimundi del Hoyo López, Episcopi Giennensis, Vincentii Jiménez Zamora,
Episcopi Santanderiensis, Ioannis Antonii
Reig Pla, Episcopi Carthaginensis in Hispania, Caroli Soler Perdigó, Episcopi Gerundensis, Antonii Dorado Soto, Episcopi Malacitani, atque Cyriaci Benavente Mateos, Episcopi
Albasitensis, necnon plurimorum aliorum Fratrum in Episcopatu multorumque christifidelium explentes, de Congregationis de Causis
Sanctorum consulto, auctoritate Nostra Apostolica facultatem facimus ut Venerabiles Servi
Dei:
Lucas a Sancto Ioseph Tristany Pujol, presbyter professus Ordinis Fratrum Discalceatorum Beatae Mariae Virginis de Monte
Carmelo;
Leonardus Iosephus Aragonés Mateu, religiosus professus Instituti Fratrum Schola-
rum Christianarum, Apollonia Lizarraga a
Sanctissimo Sacramento, religiosa professa et moderatrix generalis Congregationis
Carmelitanarum a Caritate, necnon lxi Socii et Sociae;
Bernardus Fábrega Juliá, religiosus professus
Instituti Fratrum Maristarum a Scholis;
Victor Chumillas Fernández, presbyter professus Ordinis Fratrum Minorum, et xxi Socii
eiusdem Ordinis;
Antherus Mateo García, paterfamílias, ex Tertio Ordine Sancti Dominici, et xi Socii ex
Secundo et Tertio Ordine Sancti Dominici;
Crux Laplana y Laguna, Episcopus Conchensis, et Ferdinandus Español Berdié, presbyter;
Narcissus de Esténaga y Echevarría, Episcopus Cluniensis, et x Socii;
Liberius González Nombela, presbyter, et xii
Socii ex clero Archidioecesis Toletanae;
Eusebius a Iesu Infante Fernández Arenillas,
presbyter professus Ordinis Fratrum Discalceatorum Beatae Mariae Virginis de
Monte Carmelo, et xv Socii eiusdem Ordinis;
Felix Echevarría Gorostiaga, presbyter professus Ordinis Fratrum Minorum, et vi Socii
eiusdem Ordinis;
Theodosius Raphaél, religiosus professus Instituti Fratrum Scholarum Christianarum, et
iii Socii ex eodem Instituto;
Bonaventura García Paredes, presbyter professus Ordinis Fratrum Praedicatorum,
Michaél Léibar Garay, presbyter professus
Societatis Mariae, et xl Socii;
Simon Reynés Solivellas et v Socii, professi
ex Congregatione Missionariorum a Ss.
Cordibus Iesu et Mariae necnon ex Congregatione Sororum Franciscalium Filiarum
Misericordiae, et Prudentia Canyelles y Ginestá, laica;
Caelestinus Iosephus Alonso Villar et ix Socii,
ex Ordine Fratrum Praedicatorum;
Angelus Maria Prat Hostench et xvi Socii, ex
Ordine Fratrum Beatae Mariae Virginis de
Monte Carmelo;
Henricus Sáiz Aparicio et lxii Socii, ex Societate Sancti Francisci Salesii;
Marianus a Sancto Ioseph Altolaguirre y Altolaguirre et ix Socii, ex Ordine Sanctissimae
Trinitatís;
Euphrasius a Iesu Infante Barredo Fernández, presbyter professus Ordinis Fratrum
Discalceatorum Beatae Mariae Virginis de
Monte Carmelo;
389
E POSTULATIONE GENERALI
Laurentinus Alonso Fuente, Vergilius Lacunza Unzu et xliv Socii ex Instituto Fratrum
Maristarum a Scholis;
Henricus Izquierdo Palacios, presbyter, et xiii
Socii, ex Ordine Fratrum Praedicatorum;
Ovidius Bertrandus Anuncibay Letona, Hermenegildus Laurentius Sáez Manzanares,
Lucianus Paulus García García, Stanislaus
Victor Cordero Fernández et Laurentius Iacobus Martínez de la Pera y Alava, religiosi
professi Instituti Fratrum Scholarum Christianarum, atque Iosephus Maria Cánovas
Martínez, presbyter dioecesanus;
Maria a Monte Carmelo, Rosa et Magdalena
Fradera Ferragutcasas, sorores professae
Congregationis Filiarum Sanctissimi et Immaculati Cordis Mariae;
Avellinus Rodríguez Alonso, presbyter professus ex Ordine Fratrum Sancti Augustini,
et xcvii Socii eiusdem Ordinis, necnon vi
Socii ex clero dioecesano;
Emmanuela a Corde Iesu Arriola Uranga et
xxii Sociae, ex Congregatione Ancillarum
Adoratricum Sanctissimi Sacramenti et Caritatis;
qui in Hispania vicesimo saeculo sanguinem suum effuderunt testimonium perhibentes de Evangelio Iesu Christi, Beati nomine in
posterum appellentur, eorumque festum die
sexta Novembris in locis et modis iure statutis
quotannis celebrari possit.
In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.
Tantam laudantes horum sancti Francisci
Assisiensis dignorum filiorum atque catholicae fídei spectabilium testium heroicam
confessionem, qui pro Christi nomine vitam
deponere non dubitarunt, omnes hortamur
christifideles ad Christianas virtutes eorum,
praesertim firmam fidem, laetam spem et
sedulam in bonis operibus explendis caritatem, actuose imitandas.
Quod autem his Litteris Nostris decrevimus, volumus et nunc et in posterum tempus
vim habere, contrariis rebus quibuslibet non
obstantibus.
Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub
anulo Piscatoris, die xxviii mensis Octobris,
anno mmvii, Pontificatus Nostri tertio.
De mandato Summi Pontificis
Tharsicius card. Bertone
(AAS 2008, n. 4, pp. 260-265)
3. Competentia fori in Causa SD Gabrielis
Mariae Nicolai datur
Congregatio
de Causis Sanctorum
Prot. N. 2529-2/09
CHRISTOLIEN. seu AGENNEN. Beatificationis seu Confirmationis Cultus Servi Dei Gabrielis Mariae Nicolai (in saec.: Giliberti).
Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum
et Confundatoris Ordinis Ss. Annuntiationis B.
Mariae Virginis.
Rev.dus P. Ioannes Iosephus Califano,
Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petiit ut Inquisitio Dioecesana super vita,
virtutibus, continuatione famae sanctitatis ac
signorum Servi Dei Gabrielis Mariae Nicolai
(in saec.: Giliberti), Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum et Confundatoris Ordinis Ss. Annunciationis Beatae Mariae Virginis
necnon cultu ab immemorabili tempore eidem
Servo Dei praestito, apud curiam ecclesiasticam Christoliensem peragi possit, licet praefatus Servus Dei supremum diem intra fines
dioecesis Agennensis obiisset.
Haec porro Congregatio, attentis peculiaribus in supplici libello expositis adiunctis
necnon assensu Exc.morum ac Rev.morum
Dominorum D. Michaelis Santier, Episcopi Christoliensis et D. Huberti Herbreteau,
Episcopi Agennensis, pro gratia iuxta preces
benigne annuit: servatis de cetero omnibus
aliis de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet:
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 21 mensis Iulii A.D. 2009.
+ Angelus Amato, S.D.B.
Archiepiscopus tit. Silensis
Praefectus
† Michaël Di Ruberto
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
4. Ponens in Causa Beati Iacobi Illyrici de
Bitecto eligitur
Congregatio
Causis Sanctorum
de
Prot.N. 1716-15/09
390
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
BAREN. – BITUNTINA Canonizationis
Beati Iacobi Illyrici de Bitecto Laici professi
Ex Ordine Fratrum Minorum.
Cum Causa Canonizationis Beati Iacobi
Illyrici de Bitecto, Laici professi ex Ordine
Fratrum Minorum, suo indigeat Ponente, Rev.
mus P. Ioannes Iosephus Califano, Postulator
Generalis eiusdem Ordinis, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut, ex Patribus
eidem Congregationi praepositis, Ponentem
praefati Beati Causae eligere ac deputare benigne dignetur.
Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Marcellum Semeraro, Episcopum Albanensem, Ponentem Causae Canonizationis
Beati Iacobi Illyrici de Bitecto, omnibus cum
iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 18 mensis Septembris A.D. 2009.
†Angelus Amato, S.D.B.
Archiepiscopus tit. Silensis
Praefectus
†Michaël Di Ruberto
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
5. Ponens in Causa SD Antoniae Mariae
Verna eligitur
Congregazione
Cause dei Santi
delle
Prot. N. 129-34/09
EPOREDIEN. Beatificationis et Canonizationis Servae Dei Antoniae Mariae Verna
Fundatricis Instituti Sororum Caritatis ab Immaculata Conceptione.
Cum Causa Beatificationis et Canonizationis Servae Dei Antoniae Mariae Verna,
Fundatricis Instituti Sororum Caritatis ab Immaculata Conceptione, suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Ioannes Iosephus Califano,
O.F.M., Postulator legitime constitutus in eiusdem Servae Dei Causa, ab hac Congregatione
de Causis Sanctorum petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefatae Servae Dei Causae eligere ac deputare
benigne dignetur.
Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Marcellum Semeraro, Episcopum Albanensem, Ponentem Causae Beatificationis
et Canonizationis Servae Dei Antoniae Mariae
Verna, omnibus cum iuribus et facultatibus
necessariis et opportunis, elegit et nominavit.
Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 15 mensis Octobris A.D. 2009.
†Angelus Amato, S.D.B.
Archiepiscopus tit. Silensis
Praefectus
†Michaël Di Ruberto
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
6. Ponens in Causa SD Iunii Tinarelli eligitur
Congregazione
Cause dei Santi
delle
Prot. N. 1251-11/09
INTERAMNEN. ET NARNIEN. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Iunii Tinarelli Christifidelis Laici, Piae Unionis Primariae “Silentes a Cruce Operarii”.
Cum Causa Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Iunii Tinarelli Christifidelis Laici, Piae Unionis Primariae “Silentes a Cruce
Operarii” suo indigeat Ponente, Rev.mus P.
Ioannes Iosephus Califano, O.F.M., Postulator
legitime constitutus in eiusdem Servi Dei Causa, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum
petiit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefatae Servi Dei Causae
eligere ac deputare benigne dignetur.
Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Marcellum Semeraro, Episcopum
Albanensem, Ponentem Causae Beatificatíonis et Canonizationis eiusdem Servi Dei Iunii
Tinarelli, omnibus cum iuribus et facultatibus
necessariis et opportunis, elegit et nominavit.
Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 17 mensis Novembris A.D.
2009.
†Angelus Amato, S.D.B.
Archiepiscopus tit. Silensis
Praefectus
E POSTULATIONE GENERALI
†Michaël Di Ruberto
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
7. Relator in Causa SD Clementis Gatti nominatur
Congregazione
delle Cause dei Santi
Roma, 14 novembre 2009
Prot. N. 2468-4/09
Il Congresso Ordinario di questo Dicastero,
in data 30 ottobre 2009, ha affidato al Rev.mo
Relatore P. Hieronim Fokcinski, S.I., la Causa
Patavina del Servo di Dio Clemente Gatti.
Tanto si comunica al Postulatore della Causa per conoscenza e norma.
Mons. Marcello Bartolucci
Sottosegretario
_______________________
Rev.mo
P. Giovangiuseppe Califano
Postulatore
8. Relator in Causa SD M.Teresiae De Vincenti nominatur
Congregazione
delle Cause dei Santi
Roma, 14 novembre 2009
Prot.N. 1326-11/09
Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, m data 30 ottobre 2009, ha affidato al Rev.
mo Relatore P. Cristoforo Bove, OFM Conv,
la Causa Cosentina-Bisinianensis della Serva
di Dio Maria Teresa De Vincenti (al sec.: Raffaella).
Tanto si comunica al Postulatore della Causa per conoscenza e norma.
Mons. Marcello Bartolucci
Sottosegretario
_______________________
Rev.mo
P. Giovangiuseppe Califano
Postulatore
391
9. Notitiae particulares
1. Promulgatio Decretorum
Sabato 19 dicembre 2009 il Santo Padre
Benedetto XVI ha ricevuto in udienza privata
S.E. Mons. Angelo Amato, SDB, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel
corso dell’Udienza íl Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti
riguardanti le seguenti Cause affidate alla nostra Postulazione generale:
– un miracolo, attribuito all’intercessione
della Beata Battista da Varano (al secolo:
Camilla), Monaca professa dell’Ordine di
Santa Chiara e Fondatrice del Monastero di
Santa Chiara nella città di Camerino; nata
il 9 aprile 1458 a Camerino (Italia) ed ivi
morta il 31 maggio 1524;
– le virtú eroiche del Beato Giacomo Illirico
da Bitetto, Laico professo dell’Ordine dei
Frati Minori; nato nel 1400 a Zara (Dalmazia) e morto intomo all’anno 1496 a Bitetto
(Italia);
– le virtù eroiche della Serva di Dio Maria
Chiara Serafina di Gesù Farolfi (al secolo:
Francesca), Fondatrice delle Suore Clarisse
Francescane Missionarie del Ss.mo Sacramento; nata il 7 ottobre 1853 a Tossignano
(Italia) e morta il 18 giugno 1917 a Badia di
Bertinoro (Italia);
– le virtù eroiche della Serva di Dio Antonia
Maria Verna, Fondatrice dell’Istituto delle
Suore della Carità dell’Immacolata Concezione dette d’Ivrea; nata a Pasquaro di
Rivarolo (Italia) il 12 giugno 1773 ed ivi
morta il 25 dicembre 1838;
– le virtù eroiche del Servo di Dio Giunio Tinarelli, Laico, Socio della Pia Unione Primaria Silenziosi Operai della Croce, nato a
Terni (Italia) il 27 maggio 1912 ed ivi morto il 14 gennaio 1956.
2. Congregationes Ordinariae
Il 27 ottobre, i Padri Cardinali e Vescovi
membri della Congregazione delle Cause dei
Santi radunati in Congregazione Ordinaria,
dopo aver ascoltato la relazione del Ponente S. E. Rev.ma Mons. Marcello Semeraro,
Vescovo di Albano, hanno espresso il parere
favorevole “super sanctitatae vitae” del Beato Giacomo Illirico da Bitetto, religioso professo dell’Ordine dei Frati minori, nato a Zara
c.1400 e morto a Bitetto c.1485.
392
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Ancora i medesimi Padri Cardinali e Vescovi, in due successive Congregazioni Ordinarie, hanno approvato rispettivamente: il 17
novembre, le virtú eroiche della Serva di Dio
Antonia Maria Verna, Fondatrice delle Suore della Carità dell’Immacolata Concezione,
dette “d’Ivrea”, nata a Pasquaro di Rivarolo
(Italia) il 12 giugno 1773 ed ivi morta il 25
dicembre 1838; il 15 dicembre, le virtù eroiche
del Servo di Dio Giunio Tinarelli, laico, socio
della Pia Unione Primaria “Silenziosi operai
della Croce”, nato a Terni il 27 maggio 1912
ed ivi morto il 14 gennaio 1956.
Il 16 novembre si è celebrata inoltre una
Congregazione Ordinaria super miro nel corso della quale gli Eminentissimi Cardinali e
gli Eccellentissimi Vescovi hanno espresso il
loro parere favorevole sul miracolo attribuito
all’intercessione della Beata Battista da Varano (al secolo: Camilla), Monaca professa
dell’Ordine di Santa Chiara e Fondatrice del
Monastero di Santa Chiara nella città di Camerino; Ponente della Causa è stato S. Ecc.za
Rev.ma Mons. Franco Croci, Arc. Titolare di
Potenza Picena.
3. Congressus Peculiaris super martyrio
I Consultori Teologi della Congregazione
delle Cause dei Santi, nel Congresso peculiare
super martyrio il 29 ottobre hanno esaminato
la Positio dei Servi di Dio Antonio Faundez
Lopez, OFM e tre Soci, riconoscendo all’unanimità il martirio in odium fidei dei suddetti
Servi di Dio, avvenuto nel corso della Persecuzione in Spagna nel 1936.
4. Congressus Peculiaris super miro
Il 21 settembre sotto la presidenza del Rev.
mo Promotore Generale della Fede, si è celebrato, con esito pienamente favorevole, il
Congresso dei Consultori Teologi sulla presunta guarigione miracolosa attribuita all’intercessione della Beata Battista da Varano (al
secolo: Camilla), Monaca professa dell’Ordine di Santa Chiara e Fondatrice del Monastero
di Santa Chiara nella città di Camerino.
5. Congressus Peculiaris super virtutibus
Il 26 giugno i Consultori Teologi della
Congregazione delle Cause dei Santi, radunati in Congresso peculiare sotto la presidenza
del Rev.mo Promotore Generale della Fede,
espressero unanime voto favorevole circa le
virtù cristiane praticate in grado eroico dal
Servo di Dio Giunio Tinarelli, laico, membro
della Pia Unione “Silenziosi Operai della Croce”, nato a Terni il 27maggio 1912 ed ivi morto il 14 gennaio 1956.
6. Sessiones Peritorum Medicorum super adsertis miris sanationibus
Il 6 giugno 2009 i Consultori Medici della
Congregazione delle Cause dei Santi hanno
espresso il loro unanime voto favorevole sulla
presunta guarigione miracolosa della bambina Clelia Ottavini da rachitismo, avvenuta nel
1877 e attribuita all’intercessione della Beata
Battista Camilla Varano.
Nel corso della Consulta Medica della
Congregazione delle Cause dei Santi del 29
ottobre, i Periti medici hanno esaminato con
la dovuta ponderazione la presunta guarigione miracolosa della signora Maria Vallarino
da tumore alla mammella destra, avvenuta a
Genova nel 1866 e attribuita all’intercessione
della Venerabile Serva di Dio Maria Cristina
di Savoia, Regina del Regno delle Due Sicilie.
7. Conclusio Inqusitionis dioecesanae super
miro
Nella Diocesi di Cincinnati (USA) il 14 dicembre 2009 l’Ordinario ha dichiarato conclusa l’Inchiesta Diocesana su una presunta guarigione miracolosa attribuita all’intercessione
della Beata Maria Francesca Schervier Vergine dell’Ordine Francescano Regolare, Fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane dei poveri, nata ad Aachen in Germania
nel 1819 ed ivi morta nel 1876, beatificata da
Paolo VI il 28 aprile 1974.
8. Introductio novae Causae
Giovedi 17 dicembre, presso il monastero
delle Sorelle Povere di S. Chiara di Palestrina,
l’Ordinario Diocesano S. E. Mons. Domenico
Sigalini ha presieduto la prima sessione pubblica dell’Inchiesta diocesana “sulla vita, le
virtù, la fama di santitá e di segni” della Beata
Margherita Colonna, monaca professa dell Ordine di Santa Chiara.
Giovangiuseppe Califano
EX OFFICIO OFS
1. Decisione pontificia definitiva ed inappel ne dei Fratelli e delle Sorelle Penitenti istituito dal Beato Francesco d’Assisi (Niccolò IV,
labile sull’uno ed unico OFS in Italia
Regola Supra Montem, 1289). Nonostante le
sue vicissitudini storiche, l’Ordine ha semCongregazione per gli
pre mantenuto la sua sostanziale unità e, con
Istituti di vita consacrata
la Regola di Papa Paolo VI, ha recuperato la
e le Società di vita apostolica
primitiva autonomia e ottenuto dalla Chiesa la
Città del Vaticano, 5 ottobre 2009 sua piena unità strutturale a regime centralizzato in tutto il mondo.
Tutti coloro che hanno emesso la ProfessioProt. n. 43297/1998
ne nell’Ordine Francescano Secolare, secondo
le norme emanate dalla Santa Sede, appartenReverendo Padre,
allegato alla presente Le si trasmette il de- gono, pertanto, all’unico Ordine Francescano
creto di questa Congregazione per gli Istituti Secolare che la Santa Sede riconosce come sodi vita consacrata e le Società di vita apostoli- lo e autentico proseguimento dell’Ordine dei
ca contenente la decisione approvata in forma Penitenti Francescani istituito dal Beato Franspecifica da Sua Santità Benedetto XVI, che cesco e non possono appartenere a nessun’alchiude definitivamente la questione dell’uno tra denominazione, oggi superata, o sezione
ed unico Ordine Francescano Secolare in Ita- distaccata di esso.
Sua Santità Benedetto XVI, a causa dei
lia, con l’indicazione delle modalità per coloro
perduranti
equivoci e resistenze che si frapche intendono aderirvi.
PregandoLa di far conoscere ai Ministri pongono ancora alla piena unità dell’Ordine,
provinciali del Suo istituto la decisione ponti- nonostante la Sua chiara volontà espressa il 17
ficia e le modalità fissate da questo Dicastero, novembre 2008 al Cardinale Prefetto di questo
colgo l’occasione per esprimere vive cordia- Dicastero e comunicata alle persone interessate (cf. Lettera della CIVCSVA alla Sig.ra
lità.
Maria Cinato e firmatari, 5 dicembre 2008), ha
† Gianfranco A. Gardin, OFMConv ritenuto di intervenire in maniera definitiva ed
Arcivescovo Segretario inappellabile per porre fine a tale spiacevole
situazione che ha causato profondo disagio e
con allegato
sofferenza a tutti i Francescani d’Italia e del
________________________
mondo. In data 1° ottobre 2009, nell’udienza
Rev.do Padre
benignamente concessa al Cardinale Prefetto
P. José Rodríguez Carballo
di questo Dicastero, il Santo Padre si è degnato
Ministro generale
di approvare in forma specifica, ovvero senza
dell’Ordine dei Frati Minori
alcuna possibilità di ricorso, la seguente deciRoma
sione:
I Francescani Secolari che in Italia non
abbiano ancora aderito all’unico Ordine
Congregazione per gli
Francescano Secolare, pur essendo già memIstituti di vita consacrata
bri dello stesso in forza della loro Professioe le Società di vita apostolica
ne, devono aderire esplicitamente ad esso in
forma individuale entro il 29 novembre del
Prot. n. 43297/1988
corrente anno 2009, secondo le modalità che
saranno determinate dalla Congregazione per
Decreto
gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita
L’Ordine Francescano Secolare è uno ed apostolica. La mancata manifestazione di taunico (Giovanni Paolo II, 22 novembre 2002) le adesione entro la data stabilita sarà intesa
ed esiste in ininterrotta continuità con l’Ordi- come una disobbedienza alla volontà espressa
394
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
dai Romani Pontefici e comporterà ipso facto
l’uscita dall’Ordine Francescano Secolare.
Pertanto questa Congregazione per gli
Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, in ottemperanza alla decisione pontificia, indica le seguenti modalità per
quanti intendono aderire all’unico Ordine
Francescano Secolare:
1. Tutti coloro che, pur avendo emesso la Professione nell’Ordine Francescano Secolare,
non abbiano ancora aderito all’unico Ordine
Francescano Secolare, dovranno presentare,
individualmente, al legittimo Ministro della
propria Fraternità locale, una dichiarazione
scritta di adesione all’unico Ordine Francescano Secolare entro il 29 novembre 2009.
2. In mancanza di un legittimo Ministro della
Fraternità Locale, si potrà presentare la dichiarazione scritta di adesione al corrispondente legittimo Ministro Regionale o anche
al Ministro Nazionale dell’Ordine Francescano Secolare d’Italia, che ne forniranno
conferma scritta agli interessati.
3. Coloro che, alla data del 29 novembre 2009,
non avranno presentato la propria adesione,
non faranno più parte dell’Ordine Francescano Secolare, con tutte le conseguenze
che ne derivano.
4. Per quanti saranno usciti dall’Ordine Francescano Secolare per mancata adesione
entro la data stabilita, l’eventuale riammissione all’Ordine potrà essere presa in considerazione dietro presentazione di apposita
richiesta scritta al Ministro della Fraternità
locale nella quale l’interessato era stato incorporato. Tale richiesta sarà esaminata dal
Consiglio di Fraternità, con realismo e carità e operando il necessario discernimento sulle reali intenzioni dell’interessato.
La richiesta, accompagnata dal parere del
Consiglio di Fraternità, sarà poi inoltrata
al Ministro del Consiglio Regionale corrispondente. Il Consiglio Regionale potrà
respingerla o confermarla. In quest’ultimo
caso sarà subordinata ad un congruo periodo di formazione e ad una nuova emissione
della Professione, nelle forme previste dal
Rituale dell’Ordine Francescano Secolare.
5. Si ribadisce, come già indicato nelle disposizioni della Presidenza del Consiglio Internazionale dell’Ordine Francescano Secolare del 3 aprile 2009, a firma della Sig.ra Encarnación del Pozo, Ministro generale, che
le Fraternità Locali, erette dall’autorità ecclesiastica competente, esistono in quanto
espressioni dell’unico Ordine Francescano
Secolare riconosciuto dalla Chiesa. Di esse
fanno parte solamente quanti hanno emesso
la Professione e si riconoscono come membri dell’unico Ordine Francescano Secolare esistente. Solo ad essi spetta, secondo il
diritto della Chiesa, universale e proprio,
animare e guidare la Fraternità, coordinarla
e collegarla con il resto dell’Ordine, come
pure gestire la sede e l’amministrazione dei
beni, a norma delle Costituzioni Generali.
6. Ogni documento relativo alle Fraternità locali o di altro livello e, in generale, all’Ordine Francescano Secolare, detenuto da
persone uscite dall’Ordine, dovrà essere
consegnato alle corrispondenti legittime
autorità dell’Ordine. Inoltre, ogni situazione relativa ad eventuali beni – mobili,
immobili e patrimoniali – in qualsiasi modo appartenenti o facenti capo all’Ordine
Francescano Secolare, gestiti da persone
non più membri dello stesso Ordine, dovrà
essere regolata dalla Presidenza del Consiglio Internazionale dell’Ordine Francescano Secolare.
7. Si fa obbligo ai Ministri generali e ai Ministri provinciali del Primo Ordine Francescano e del Terzo Ordine Regolare, per
quanto di propria competenza ed in virtù
dell’altius moderamen ad essi affidato dalla
Santa Sede, di vigilare e di collaborare con
le legittime autorità dell’Ordine Francescano Secolare, affinché le presenti disposizioni siano fedelmente adempiute.
Dal Vaticano, il 4 ottobre 2009.
Franc Card. Rodé, CM
Prefetto
†Gianfranco A. Gardin, OFMConv
Arcivescovo Segretario
2. Egitto – Convegno nazionale dell’OFS
Dal 3 all’8 agosto 2009, presso la casa dei
Frati Minori di Mokatam in Cairo, si è svolto il
Convegno nazionale dell’OFS d’Egitto. Erano
presenti diversi Francescani secolari delle varie Fraternità locali, insieme con Shehata Habib, Ministro nazionale, Fr. Lukas Sawarsan,
OFM, Definitore provinciale, ed altri membri
del Consiglio nazionale che hanno organizzato
e curato lo svolgimento del Convegno. Oltre
EX OFFICIO OFS
ad alcuni Assistenti spirituali hanno partecipato, a nome della Presidenza del Consiglio
Internazionale dell’OFS (CIOFS), Benedetto
Lino, Consigliere della Presidenza, e Fr. Ivan
Matić OFM, Assistente generale.
Il tema principale del Convegno è stato: «La
parola di Dio. “Signore, da chi andremo? Tu
hai parole di vita eterna” (Gv 6,68)». Riflessioni e conferenze hanno aiutato i partecipanti ad approfondire l’importanza della Parola di
Dio nella vita e nelle missione di ogni cristiano e in modo particolare nella vita dei Francescani secolari. Inoltre, sono stati presentati
da Benedetto e Fr. Ivan altri temi importanti
per la vita e la missione dei francescani secolari, come la spiritualità francescana e l’evangelizzazione, i rapporti tra religiosi e secolari
francescani, l’assistenza spirituale e pastorale,
la professione dell’OFS e l’ultimo Capitolo
generale dell’OFS, celebratosi nel novembre
2008. Durante il Convegno c’è stata un’attiva
partecipazione dei presenti e si è creato un bellissimo clima di fraternità e comunione.
Il Convegno si è concluso con una solenne
Celebrazione eucaristica, in rito copto, presieduta da Fr. Joseph Amin, OFM, Ministro provinciale, con la presenza anche di alcuni Frati
studenti che hanno animato la liturgia e i canti.
Durante questa celebrazione i Francescani secolari hanno rinnovato la loro professione di
vita, ringraziando il Signore per il dono della
vocazione francescana.
3. Lituania – V Congresso dei Giovani
Francescani Europei
Dal 18 al 24 agosto 2009 si è celebrato in
Lituania il V Congresso dei Giovani Francescani Europei dal tema principale: «Attraverso il
martirio alla risurrezione». Vi hanno partecipato giovani di circa undici paesi europei con i loro Assistenti spirituali. A nome della Presidenza del CIOFS erano presenti Ana Fruk, Consigliera della Presidenza per la GiFra, e Fr. Ivan
Matić OFM, Assistente Generale OFS-GiFra.
La Gioventù Francescana dell’Europa in
questa circostanza, con grande gioia e in comunione con tutta la Famiglia francescana,
ha voluto rendere grazie al Signore per l’VIII
Centenario del carisma francescano. Ci sono
stati altri due motivi molto significativi che
coincidevano con la celebrazione di questo
Congresso: il primo riguardava la Lituania, che
quest’anno ricorda i mille anni del suo nome; il
395
secondo, la città di Vilnius, proclamata Capitale europea della Cultura per il 2009. Per questo
è stato davvero un grande privilegio e onore
per i Giovani francescani d’Europa il poter celebrare il proprio V Congresso qui in Lituania.
Il Congresso si è svolto come un pellegrinaggio di ringraziamento, di riflessione, di
amicizia e di condivisione fraterna, comprendendo anche la visita ai luoghi simbolo della
Chiesa e della Famiglia francescana in Lituania: la Collina delle Tre Croci a Vilnius, luogo di memoria e di culto del martirio di alcuni
Frati Minori nel XIV secolo; la Collina delle
Croci di Siauliai, luogo sacro, meta di tanti pellegrini, reso famoso nel mondo intero da Papa
Giovanni Paolo II, ed altri luoghi significativi
per la fede di questo paese. Per ulteriori notizie
si può visitare il sito web ufficiale del Congresso http://www.jaupra.lt/congress e http://www.
jaupra.lt/congress/congress_gallery.htm.
4. Croazia – Celebrazione conclusiva
dell’ottavo centenario del Carisma francescano
Fr. Ivan Matić, Assistente generale
dell’OFS-GiFra, ha partecipato alla celebrazione conclusiva dell’ottavo centenario del
carisma francescano, che si è tenuta nei giorni
17-19 settembre a Zagabria, con la partecipazione di tutta la Famiglia Francescana della
Croazia e della Bosnia/Erzegovina. La celebrazione ha avuto i seguenti momenti: Concerto solenne (giorno 17); Giornata di riflessione
sul francescanesimo e veglia della Famiglia
Francescana davanti alla croce di S. Damiano
(giorno 18); Celebrazione eucaristica conclusiva nella cattedrale di Zagabria, presieduta
dall’Arcivescovo di Zagabria, il Cardinale Josip Bozanić (giorno 19).
5. Svezia - Visita fraterna-pastorale e celebrazione del Capitolo nazionale elettivo
dell’OFS
Nei giorni 25-27 settembre 2009 a Marielund, vicino a Stoccolma, si è svolta la Visita
fraterna-pastorale e la celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS di Svezia. Come Visitatori erano presenti Benedetto Lino,
Consigliere della Presidenza CIOFS, e Fr. Ivan
Matić OFM, Assistente generale dell’OFS. I
Visitatori hanno incontrato prima dell’inizio
396
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
del Capitolo nazionale Yvonne Ricci, Ministra
nazionale, e Fr. Henrik Roelvink, OFM, Assistente nazionale dell’OFS, e durante il Capitolo altri membri del Consiglio nazionale.
Il tema principale del Capitolo è stato: «Come
Francescani siamo chiamati a servire. Cosa vuol
dire questo per noi?». Il tema è stato illustrato da
Benedetto e Fr. Ivan e approfondito attraverso
un dialogo con tutti i partecipanti al Capitolo. La
sessione elettiva si è tenuta nel pomeriggio del
26 settembre. Sono stati eletti Jan-Olof Hellsten,
come Ministro nazionale, e Maurice Devenney,
come Consigliare internazionale.
L’OFS di Svezia è formato da quattro Fraternità locali con 75 membri professi e altri 26
tra candidati e simpatizzanti. Le due Fraternità
locali sono assistite dall’OFM, una dall’OFMCap e una dal TOR. L’Assistente nazionale,
Fr. Henrik Roelvink OFM, è l’unico Frate Minore attualmente presente in Svezia e segue da
anni con tanto amore le Fraternità dell’OFS,
sia a livello locale che nazionale.
6. Albania - Visita fraterna-pastorale e celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS
Nei giorni 12-18 ottobre 2009 si è svolta la
Visita fraterna-pastorale e la celebrazione del
Capitolo nazionale elettivo dell’OFS di Albania. I Visitatori sono stati Benedetto Lino,
Consigliere della Presidenza CIOFS, e Fr. Ivan
Matić OFM, Assistente generale dell’OFS e
della GiFra. La Visita e il Capitolo nazionale
sono stati organizzati dal Consiglio nazionale,
con la collaborazione di Fr. Julio Gómez OFM,
Assistente nazionale dell’OFS in Albania. Durante la Visita i Visitatori hanno incontrato i
membri del Consiglio nazionale dell’OFS e
quello della GiFra, i fratelli e le sorelle delle
tre Fraternità locali dell’OFS: Scutari, Bajza e
Lac. Sono circa 120 i membri dell’OFS di Albania. Inoltre si sono svolti incontri con Mons.
Angelo Massafra, arcivescovo di Scutari,
Mons. Rrok Mirdita, arcivescovo di Tirana,
Fr. Gasmend Tinaj OFM, Ministro provinciale, e le sorelle Clarisse di Scutari. Benedetto e
Fr. Ivan hanno partecipato anche al Capitolo,
che ha avuto la sessione elettiva nel pomeriggio della domenica 17 ottobre. È stato eletto
come Ministro nazionale Ndreke Ndreka. Il
Capitolo si è concluso con una Celebrazione
eucaristica durante la quale è stato confermato
il nuovo Consiglio nazionale.
7. Stati Uniti - Celebrazione del Capitolo
nazionale elettivo dell’OFS
Il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS degli Stati Uniti si è celebrato nei giorni 20-25
ottobre 2009 a Rio Rancho, vicino a Albuquerque in New Mexico. Erano presenti circa 100
persone, tra capitolari, osservatori e i quattro
Assistenti nazionali. A nome della Presidenza CIOFS erano presenti Doug Clorey, Vice
Ministro generale dell’OFS, e Fr. Ivan Matić
OFM, Assistente generale dell’OFS e della
GiFra.
L’organizzazione del Capitolo è stata curata dalla Fraternità regionale dell’OFS del New
Mexico. Sono stati giorni di comunione fraterna e di condivisione delle diverse esperienze
di vita e della missione delle varie Fraternità
regionali. Inoltre ci sono stati anche diverse
sessioni di formazione permanente, preparata
e guidata dagli Assistenti nazionali e dai responsabili per la formazione.
La sessione elettiva del Capitolo si è tenuta
il giorno 24 ottobre ed è stato eletto il nuovo
Consiglio. Come Ministro nazionale è stato
eletto Tom Bello e come Consigliera internazionale è stata rieletta Anne Mulqueen. Nella
Messa solenne per la conclusione del Capitolo
nazionale, celebrata da Fr. Ivan, si è svolto anche il rito della conferma del nuovo Consiglio.
La Fraternità Nazionale degli Stati Uniti è
composta da 30 Fraternità regionali con circa
15.000 membri professi e altri 1.300 candidati
per la professione. Ci sono circa 674 Fraternità locali, canonicamente erette e altre 44 in
via di erezione canonica. Inoltre esistono anche gruppi di giovani francescani. Per ulteriori
informazioni sulla Fraternità dell’OFS e della
GiFra degli Stati Uniti si può visitare la seguente pagina web: http://www.nafra-sfo.org.
8. Repubblica Centrafricana – Capitoli nazionali dell’OFS e della GiFra
Nei giorni 19-26 novembre 2009, nella città
di Bangui, si è celebrato il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS e il Capitolo delle Stuoie
della GiFra della Repubblica Centroafricana.
La Fraternità dell’OFS proprio quest’anno celebra i 50 anni di vita.
Prima delle celebrazioni dei Capitoli si
è svolto un corso di formazione per l’OFS e
la GiFra. A questi appuntamenti hanno partecipato numerosi membri dell’OFS e della
EX OFFICIO OFS
GiFra. Un grande apporto alla preparazione
e allo svolgimento degli incontri è stata dato
dagli Assistenti spirituali: Fr. Aristide Ngoto,
OFMCap, Assistente nazionale dell’OFS, Fr.
Toussaint Zoumalde, OFMCap e Fr. Thaddee
Kusy, OFM, entrambi Assistenti Regionali
dell’OFS.
A nome della Presidenza del Consiglio
Internazionale dell’OFS (CIOFS) erano presenti Encarnación del Pozo, Ministra generale
dell’OFS, Michèle Altmeyer, Consigliera della Presidenza per la lingua francese, Elisabeth
Collet, Delegata della GiFra, e Fr. Ivan Matić
OFM, Assistente generale OFS-GiFra.
La Sessione elettiva del Capitolo dell’OFS
si è svolta il giorno 23 novembre ed è stato
rieletto come Ministro nazionale dell’OFS,
Cyriaque Dominique Kangala, mentre è stato
eletto come Consigliere internazionale, Adolphe Leon Nzafio Binguinimi.
Le celebrazioni si sono concluse con una
solenne Eucaristia, presieduta da Mons. Dieudonné Nzapalainga, Amministratore apostolico di Bangui, a cui hanno partecipato gli Assistenti spirituali presenti.
9. Messaggio dei partecipanti al V Congresso europeo della Gioventù Francescana a tutta la Famiglia Francescana Cari fratelli e sorelle,
noi, partecipanti al V Congresso Europeo
della Gioventù Francescana, tenutosi in Lituania dal 18 al 24 agosto 2009, siamo riuniti per
celebrare in modo speciale gli 800 anni del carisma francescano.
Questa tipologia di incontri sta diventando
una tradizione per i rappresentanti delle Fraternità Nazionali GiFra. Quest’anno, alla luce
degli 800 anni del carisma francescano e della storia del cristianesimo in Lituania, il tema
principale del Congresso è stato “Attraverso il
martirio alla risurrezione”.
Come i martiri, in Lituania e in tutto il mondo, testimoniarono l’amore per Dio dando a
Lui la propria vita, così fece S. Francesco di
Assisi, nostro modello per imitare Cristo. Martirio non significa solo testimoniare con il sangue la nostra fede, ma anche, come ci mostrò
S. Francesco, convertirsi ogni giorno, morire a
se stessi in ogni cosa in modo che Cristo possa
mostrare le meraviglie del Suo amore attraverso noi.
397
Questo è un messaggio che vorremmo condividere con voi, cari fratelli e sorelle della Famiglia Francescana, specialmente con coloro
che sono particolarmente responsabili per noi,
Gioventù Francescana. Diventiamo gli uni gli
altri testimoni dell’amore di Dio attraverso il
dono quotidiano delle nostre vite a Dio affinché Egli possa usarci come strumenti del suo
Amore, della sua Pace, Speranza, Fede, Gioia
e Perdono.
Noi umilmente vi chiediamo di aiutarci nel
nostro cammino attraverso la vostra preghiera,
assistenza, animazione fraterna e testimonianza.
Che il buon Dio ci dia forza e amore per non
aver paura di essere testimoni nel terzo millennio, attraverso l’intercessione di S. Francesco,
S. Chiara, S. Elisabetta d’Ungheria, S. Luigi e
S. Casimiro.
Pace ed ogni bene!
Vilnius, 24 Agosto 2009
Festa di San Bartolomeo
10. Come interpretare ed applicare alcuni
articoli delle CCGG e dello Statuto
INTERPRETAZIONE PRATICA
dell’art. 89.4, lettera b,
delle Costituzioni Generali, e
dell’art. 15.4, item 2º, dello Statuto per
l’Assistenza Spirituale e Pastorale all’OFS,
e relativa applicazione.
“Quando non è possibile dare alla Fraternità un tale Assistente spirituale, il Superiore
maggiore competente può affidare il servizio
dell’assistenza spirituale a chierici diocesani o altre persone, specificamente preparate
per questo servizio, appartenenti all’OFS”
(CCGG, art. 89.4.b).
“Quando non è possibile dare alla Fraternità un Assistente spirituale, membro del Primo Ordine o del TOR, il Superiore maggiore
competente può affidare il servizio dell’Assistenza spirituale a Francescani secolari,
chierici o laici, specificamente preparati per
questo servizio” (Statuti per l’Assistenza Spirituale e Pastorale all’OFS, art. 15.4, 2º).
Introduzione
398
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
L’Assistenza spirituale
all’Ordine Francescano Secolare
1. Esiste nella Chiesa una pluralità di famiglie spirituali, con diversità di carismi. Tra
queste si annovera la Famiglia Francescana che, nei suoi vari rami, riconosce come
padre, ispiratore e modello San Francesco
d’Assisi (cfr. Regola 2).
2. Nella Famiglia Francescana, fin dall’inizio,
ha una sua specifica collocazione l’Ordine
Francescano Secolare. Questo si configura
come un’unione organica di tutte le fraternità cattoliche sparse nel mondo e aperte ad
ogni ceto di fedeli (cfr. Regola 2).
3. In virtù dell’appartenenza alla medesima
famiglia spirituale, la Santa Sede ha affidato la cura pastorale e l’assistenza spirituale
dell’OFS al Primo Ordine Francescano e al
Terz’Ordine Regolare (TOR) (cf. CCGG
1.4).
4. Dalla storia francescana e dalle Costituzioni del Primo Ordine Francescano e del TOR
appare in forma patente che questi Ordini
si riconoscono impegnati, in virtù della comune origine e carisma e per volontà della
Chiesa, all’assistenza spirituale e pastorale dell’OFS (cf. Cost. OFM 60; Id. OFM
Conv. 116; Id. OFM Cap. 95; Id. TOR 157;
Regola del Terz’Ordine del Papa Leone
XIII 3,3 e Regola OFS approvata da Paolo
VI 26).
5. I Ministri provinciali e gli altri Superiori
maggiori, nell’ambito della propria giurisdizione, assicurano l’assistenza spirituale
alle Fraternità locali affidate alla giurisdizione e sono responsabili per l’assistenza
spirituale delle Fraternità locali che hanno
erette (cf. CCGG art. 88, 1 e 3).
6. Per essere testimone della spiritualità francescana e dell’affetto fraterno dei religiosi
verso i francescani secolari e vincolo di comunione tra il suo Ordine e l’OFS, l’Assistente spirituale sia un religioso francescano, appartenente al Primo Ordine o al TOR
(cf. CCGG 89.3).
7. Quando non è possibile dare alla Fraternità
un Assistente spirituale, membro del Primo
Ordine o del TOR il Superiore maggiore
competente può affidare il servizio dell’Assistenza spirituale a:
a. religiosi o religiose appartenenti ad altri
Istituti francescani;
b. Francescani secolari, chierici o laici,
specificamente preparati per questo ser-
vizio;
c. altri chierici diocesani o religiosi non
francescani (cf. CCGG 89.4 e cf. anche
Statuto per l’Assistenza Spirituale e Pastorale all’OFS, art. 15.4).
Applicazione
A seguito di quanto esposto ed in conformità all’articolo 5.3 delle Costituzioni generali, la Presidenza del Consiglio Internazionale
dell’OFS:
a. ravvisata la necessità di chiarire e uniformare l’applicazione dell’art. dell’art.
89.4, lettera b, delle Costituzioni Generali,
e dell’art. 15.4, item 2º, dello Statuto per
l’Assistenza Spirituale e Pastorale all’OFS
e tracciare direttrici per gli Statuti Nazionali;
b. considerando che, nella definizione
dell’Assistente, non si specifica la sua condizione sacerdotale, poiché il suo compito
specifico non è l’assistenza “sacramentale”, bensì l’assistenza spirituale. Ciò permette al Primo Ordine ed al TOR che ogni
fratello, sacerdote o no, purché “idoneo e
preparato” assista una Fraternità dell’OFS.
c. considerando che, compete ai Superiori
maggiori, laddove manchi un frate, provvedere per l’assistenza spirituale ad una Fraternità dell’OFS:
Chiarifica
a. L’Assistente Spirituale secolare (laico o
chierico) viene nominato, per i vari livelli:
locale, regionale e nazionale, dalla competente autorità (Superiore Maggiore o Conferenza del Primo Ordine o del TOR) alla
quale deve riferire regolarmente.
b. Per assumere la funzione di Assistente Spirituale, il francescano secolare deve avere
almeno 5 anni di Professione definitiva.
c. L’Assistente spirituale francescano secolare non appartenga alla stessa Fraternità locale. Questo, perché:
– i legami di amicizia, di fraternità, di
convivenza possono pregiudicare la sua
opera, principalmente per quel che riguarda la correzione fraterna, impedendogli di agire con imparzialità nei suoi
orientamenti;
– nel momento di applicare le direttive
provenienti dal livello superiore, il coinvolgimento nella sua stessa Fraternità
EX OFFICIO OFS
renderebbe più difficile la sua opera;
– l’Assistente appartenente ad altra Fraternità è in condizione di vedere con maggiore chiarezza le difficoltà, i problemi e
anche i progressi della Fraternità.
d. L’Assistente spirituale secolare sia idoneo
e preparato al ministero dell’assistenza spirituale, cioè:
– abbia capacità e condizioni psicologiche
per disimpegnare la funzione che l’assistenza spirituale esige;
– abbia rettitudine di carattere;
– dia testimonianza di vita cristiana autentica;
– sia fedele alla fede cattolica e al carisma
francescano;
– dia testimonianza di vita coerente con la
Regola e le Costituzioni dell’OFS.
e. L’Assistente spirituale secolare abbia una
solida formazione, in vista della sua grande
importanza e influenza nella Fraternità, con
conoscenza:
– delle Sacre Scritture;
– delle Fonti Francescane;
– della Regola e delle Costituzioni Generali dell’OFS;
– dei documenti dell’OFS e dei documenti
della Chiesa, poiché una delle funzioni
dell’Assistente Spirituale è adoperarsi
affinché la Fraternità non perda l’identità francescana.
f. L’Assistente Spirituale francescano secolare non ha diritto di voto nelle questioni
finanziarie della Fraternità che assiste e non
gode di voce attiva e passiva nella medesima (cf. CCGG art. 77.1 e 2; e 90.2).
Approvato dal Capitolo generale dell’OFS
in Ungheria, nov/2008
11. Statuto per l’assistenza spirituale e pastorale all’Ordine Francescano Secolare
Roma, 4 ottobre 2009
Conferenza dei Ministri generali
del Primo Ordine e del TOR
Carissimi fratelli
Ministri Provinciali e Custodi,
il Signore vi dia pace!
Con la presente, la Conferenza dei Ministri
generali del Primo Ordine e del TOR ha voluto
399
raggiungervi per esprimere a tutti voi la nostra
gratitudine per il prezioso servizio della cura
pastorale e spirituale, che voi offrite, nell’ambito delle vostre rispettive giurisdizioni, alle
Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare
(OFS) e della Gioventù francescana (GiFra)
sparse in tutto il mondo. Tale assistenza, che
è il più importante servizio affidatoci dalla
Chiesa verso i Francescani secolari, è in atto
ormai da otto secoli e si manifesta come un
vero segno della nostra straordinaria familiarità, nel segno della comunione vitale reciproca.
Questa comunione tra gli Ordini francescani
deve essere sempre più forte, attraente e profetica nella nostra comune missione nella Chiesa
e nella società.
In quest’anno nel quale celebriamo l’VIII
centenario della nascita del nostro carisma, con
i cuori pieni di gratitudine e dei ricordi meravigliosi dell’ormai storico Capitolo delle Stuoie,
celebrato come Famiglia francescana ad Assisi nello scorso aprile, vogliamo incoraggiarvi
nel continuare ad accompagnare le Fraternità
dell’OFS e della GiFra con un nuovo slancio
e con un nuovo impulso. A tale proposito ricordiamo anche l’invito del Santo Padre Benedetto XVI a Castel Gandolfo, nell’indimenticabile incontro alla fine del suddetto Capitolo,
che ci ha incoraggiato con amore paterno ad
andare, con fiducia e coraggio, ad annunciare
a tutti il Vangelo di Cristo e la sua bellezza e,
come Francesco, a ripartire per riparare oggi la
casa del Signore, la Chiesa.
Consapevoli della nostra comune chiamata
e missione, vogliamo quindi insieme rendere
presente il carisma del comune Serafico Padre nella vita e nella missione della Chiesa, in
modi e forme diverse, ma in comunione vitale
reciproca, che ci caratterizza fin dalle origini.
Infatti già dall’inizio del carisma esistevano
legami molto vivi e fraterni tra i Frati Minori
e i penitenti secolari che volevano vivere una
forma di vita simile a quella di Francesco e dei
suoi frati. Dalla loro testimonianza e dalla predicazione itinerante nascevano intorno ai frati
altre forme di vita francescana, sia attive sia
eremitiche e contemplative, che raccoglievano
religiosi, laici e chierici in un nuova famiglia
spirituale, quella francescana.
Tra le diverse forme di vita che ancora oggi esistono nella Famiglia francescana occupa
un posto tutto particolare quella propria dei
Francescani secolari, laici e chierici, che riconoscono in Francesco il loro fondatore e ne
vivono il carisma nella loro dimensione seco-
400
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
lare. Per loro, in quanto parte integrante della
Famiglia francescana e storicamente legati a
noi religiosi francescani, la Chiesa ha dato il
privilegio di avere come primi responsabili
della loro cura spirituale e pastorale i Superiori maggiori del Primo Ordine e del TOR. Noi
siamo responsabili della più alta direzione (l’
altius moderamen, di cui al can. 303 del CIC),
che mira a garantire la fedeltà dell’OFS al carisma francescano, la comunione con la Chiesa
e l’unione con la Famiglia Francescana, valori
che rappresentano per i francescani secolari un
impegno di vita (cfr. CCGG, art 85, 1-2).
Ecco da dove nasce il nostro compito e la
nostra responsabilità in quanto, come Superiori maggiori, siamo chiamati ad esercitare questo compito personalmente o tramite i nostri
delegati, gli Assistenti spirituali, per garantire
ad ogni Fraternità la cura pastorale e spirituale.
Anche oggi, dopo 31 anni dall’approvazione dell’ultima Regola da parte del Papa Paolo
VI, e con le Costituzioni generali approvate
nell’ottobre del 2000 dalla Congregazione
IVCSVA, l’OFS e la GiFra hanno bisogno di
un’assistenza spirituale e pastorale che li aiuti nel loro camino di fede e di santificazione,
nella loro missione specifica e nella solida formazione cristiana e francescana.
Per questo motivo, e in segno concreto di
comunione e di corresponsabilità, su richiesta dei Consigli ai diversi livelli, noi Superiori maggiori siamo chiamati a nominare gli
Assistenti spirituali, scegliendoli con attento
discernimento perché siano idonei per questo
servizio. Oltre a ciò, dobbiamo curarne la formazione specifica perché siano anche preparati ad offrire un’assistenza spirituale autentica
e ben radicata nella spiritualità francescana e
possano validamente affiancare i responsabili
secolari e i rispettivi Consigli nel campo della formazione iniziale e permanente dei francescani secolari. Questo vale anche per tutte
le altre persone, che in mancanza dei Frati,
possiamo nominare come Assistenti spirituali secondo le Costituzioni generali dell’OFS
(art. 89). Una volta nominati, gli Assistenti
spirituali non possono esser lasciati a se stessi,
ma vanno seguiti e incoraggiati a lavorare con
entusiasmo e amore verso i secolari, da parte
della loro Comunità e del loro Superiore Maggiore, proprio nello spirito di famiglia. Allo
stesso modo bisogna assolutamente evitare
che ci siano fraternità prive di questa guida essenziale e, nello stesso tempo, che l’indisponibilità di religiosi o religiose francescani porti
all’estinzione di qualche fraternità secolare.
Un punto che consideriamo altrettanto importante è la collegialità del servizio dell’assistenza spirituale alle Fraternità OFS-GiFra
dei livelli superiori a quello della Fraternità locale. Questa caratteristica offre anzitutto a noi
frati una preziosa occasione di collaborare fra
di noi nel campo dell’assistenza e, nello stesso
tempo, diventa un segno concreto dell’affetto
fraterno che il Primo Ordine e il TOR nutrono
per l’OFS e la GiFra.
Sicuramente un strumento chiave, che ci
aiuta a capire meglio e svolgere adeguatamente questo servizio, è lo Statuto per l’assistenza
spirituale e pastorale all’OFS, approvato dalla
nostra Conferenza nel marzo del 2002. Dopo
sette anni dall’approvazione, la Conferenza
degli Assistenti generali, ci ha informato che
lo Statuto è stato molto ben accolto in tutte le
parti del mondo e ha portato davvero tanti frutti nel servizio all’OFS e alla GiFra.
Comunque adesso, sulla base della loro
esperienza, gli Assistenti generali ci hanno
presentato, chiedendone l’approvazione, alcuni ritocchi di articoli dello Statuto, che secondo loro possono essere meglio chiariti per il
servizio dell’assistenza spirituale. Noi, dopo
un attento esame, li abbiamo approvati e con
questa lettera ve li trasmettiamo in allegato.
Concludendo questa lettera vogliamo di
nuovo ringraziare voi e tutti gli Assistenti spirituali per il vostro servizio e incoraggiarvi
ancora di più ad assistere, promuovere e curare, con un interesse e affetto del tutto particolare, le Fraternità dell’OFS e della GiFra nel
mondo intero, mentre vi ricordiamo le parole
che Encarnación del Pozo, Ministra Generale
dell’OFS, ha rivolto ai frati presenti durante
il Capitolo Internazionale delle Stuoie (Assisi, 16 aprile 2009): «la cura pastorale e l’Assistenza spirituale all’OFS, spirituale all’OFS,
più che dalla norma giuridica, deve scaturire
dall’amore e dalla fedeltà alla propria vocazione e dal desiderio di comunicarla, rispettando
la natura della Fraternità secolare e dando
priorità alla testimonianza di vita francescana
e in modo speciale all’accompagnamento fraterno».
Rendiamo grazie al Signore per ogni nostro
fratello e sorella dell’OFS e della GiFra che,
con amore e coraggio, seguono le orme del nostro serafico padre S. Francesco nelle gioie e
nei dolori di questo mondo, promuovendo la
spiritualità francescana negli ambienti della
famiglia, del lavoro, della cultura, della poli-
401
EX OFFICIO OFS
tica, dello sport e in tanti altri luoghi della vita
ecclesiale e sociale.
Rimaniamo sempre uniti nel cammino e
nella testimonianza, insieme con l’OFS e la
GiFra, nelle vie del Signore e nelle realtà dove
vivono gli uomini e donne del nostro tempo.
Che il Signore ci accompagni con il suo
Spirito per essere fedeli alla nostra chiamata
e missione.
Roma, 4 ottobre 2009.
Fr. José Rodríguez Carballo, OFM
Ministro Generale
Fr. Marco Tasca, OFMConv
Ministro Generale
Fr. Mauro Jöhri, OFMCap
Ministro Generale
Fr. Michael Higgins, TOR
Ministro Generale
Conferenza dei Ministri generali
Primo Ordine e del TOR
del
Roma, 28 marzo 2002
Caro fr. Valentín,
con lettera del 13 febbraio scorso, a nome
della Conferenza degli Assistenti generali
dell’Ordine Francescano Secolare, ci hai inviato lo Statuto per l’Assistenza spirituale e
pastorale all’Ordine Francescano Secolare,
riveduto a seguito di uno studio attento e approfondito fatto sulla base delle Costituzioni
Generali dell’OFS approvate definitivamente
dalla CIVCSVA l’8 dicembre 2000.
Vengo ora a comunicarti che la nostra Conferenza di Ministri generali del Primo Ordine
e del TOR, riunitasi in data 25 marzo 2002,
ha approvato il medesimo Statuto, il quale, in
forza della sua approvazione, entra immediatamente in vigore in sostituzione del precedente, approvato nel 1992.
I Ministri generali impegnano la CAS a portare a conoscenza di tutti i Fratelli del Primo
Ordine Francescano e del TOR il nuovo Statuto promovendone la conoscenza e lo studio,
affinché questo strumento possa servire come
base per il nostro servizio fraterno all’OFS e
possa guidare tutti nelle relazioni con il medesimo Ordine in conformità alla nostra vocazione e alla specifica indole dell’OFS.
Approfitto dell’occasione per ringraziare,
anche a nome degli altri Ministri generali, te
e gli altri Assistenti generali dell’OFS per il
vostro generoso e costante servizio.
A te e agli altri Assistenti auguro una Santa
Pasqua.
Fraternamente.
Fr. Joachim Giermek
Ministro generale OFMConv
Presidente di turno
Per conoscenza: Emanuela De Nunzio
__________________________________
Fr. VALENTÍN REDONDO, OFMConv
Presidente di turno della CAS
Roma
STATUTO
PER L’ASSISTENZA SPIRITUALE
E PASTORALE
ALL’ORDINE
FRANCESCANO SECOLARE
Titolo I: Principi generali
Art. 1
1. La cura spirituale e pastorale dell’OFS
è stata affidata dalla Chiesa, in virtù
dell’appartenenza alla medesima famiglia
spirituale, al Primo Ordine Francescano ed
al Terzo Ordine Regolare (TOR) ai quali da
secoli è collegata la Fraternità secolare1.
2. I Francescani religiosi e secolari infatti, in
modi e forme diverse, ma in comunione vitale reciproca, intendono rendere presente
il carisma del comune Serafico Padre nella
Chiesa e nella società2.
3. Perciò, in segno concreto di comunione e
di corresponsabilità, i Superiori religiosi
devono assicurare l’assistenza spirituale a
tutte le Fraternità dell’OFS3.
Art. 2
1. La cura spirituale e pastorale si realizza in
un doppio servizio:
a. l’ufficio fraterno dell’altius moderamen
da parte dei Superiori maggiori4;
b. l’assistenza spirituale alle Fraternità ed ai
loro Consigli.
2. L’altius moderamen mira a garantire la fedeltà dell’OFS al carisma francescano, la
comunione con la Chiesa e l’unione con la
Famiglia Francescana5.
402
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
3. L’assistenza spirituale ha lo scopo di favorire la comunione con la Chiesa e con la
Famiglia Francescana attraverso la testimonianza e condivisione della spiritualità
francescana, di cooperare alla formazione
iniziale e permanente dei francescani secolari e di manifestare l’affetto fraterno dei
frati verso l’OFS6.
Art. 3
1. Questo doppio servizio integra ma non sostituisce quello dei Consigli e dei Ministri
secolari ai quali spetta la guida, il coordinamento e l’animazione delle Fraternità ai
vari livelli7.
2. Si esercita secondo il presente Statuto comune ai quattro Ordini religiosi (OFM,
OFMConv, OFMCap, TOR) e va svolto
collegialmente a tutti i livelli superiori a
quello locale8.
Art. 4
1. Il presente Statuto ha lo scopo di definire, in
modo unitario e concreto, il servizio della
cura spirituale e pastorale all’OFS tenendo
conto dell’unità del medesimo Ordine.
2. Questo Statuto è approvato dalla Conferenza dei Ministri generali. Ad essa appartiene
il diritto di modifica e di interpretazione autentica.
3. Le disposizioni che non concordano con il
presente Statuto sono abrogate.
Titolo II: Il ruolo dei Superiori maggiori
a. Principi generali
Art. 5
1. La cura spirituale e pastorale dell’OFS è
dovere anzitutto dei Superiori maggiori del
Primo Ordine e del TOR9.
2. Essi esercitano il loro ufficio mediante:
a. l’erezione delle Fraternità locali;
b. la visita pastorale;
c. l’assistenza spirituale.
Possono esercitare questo compito personalmente o tramite un delegato10.
3. I Superiori maggiori francescani sono responsabili per la qualità del servizio pastorale
e dell’assistenza spirituale, anche nei casi in
cui per la nomina dell’Assistente è necessaria l’autorizzazione previa di un Superiore
religioso o dell’Ordinario del luogo11.
4. Devono inoltre curare la formazione e
l’interessamento dei religiosi nei riguardi
dell’OFS ed assicurare una preparazione
specifica agli Assistenti perché siano idonei
e preparati12.
5. Infine devono approvare il Regolamento
interno delle Conferenze degli Assistenti
spirituali a tutti i livelli.
Art. 6
1. L’erezione canonica di nuove Fraternità
locali sia fatta a richiesta dei francescani
secolari interessati, previa consultazione e con la collaborazione del Consiglio
dell’OFS di livello superiore, con il quale la
nuova Fraternità sarà in relazione secondo
lo Statuto nazionale. È necessario il consenso scritto dell’Ordinario del luogo per
l’erezione canonica di una Fraternità, fuori
dalle case o chiese dei religiosi francescani
del Primo Ordine o del TOR13.
2. L’eventuale passaggio di una Fraternità locale alla cura pastorale di altro Ordine religioso francescano si effettua secondo le
modalità previste dallo Statuto nazionale
dell’OFS14.
3. La visita pastorale è un momento privilegiato di comunione con il Primo Ordine e il
TOR. Essa è effettuata anche in nome della
Chiesa, e serve a garantire la fedeltà al carisma francescano ed a favorire la comunione
con la Chiesa e la Famiglia Francescana15.
Art. 7
1. I Superiori maggiori del Primo Ordine e
del TOR concordano il modo più adeguato di assicurare l’assistenza spirituale alle
Fraternità locali che, per cause superiori, ne
fossero rimaste sprovviste16.
b. I Ministri generali
Art. 8
1. I Ministri generali esercitano collegialmente l’altius moderamen e l’assistenza pastorale nei confronti dell’OFS nel suo insieme17.
2. Spetta in particolare alla Conferenza dei
Ministri generali del Primo Ordine e del
TOR:
a. curare i rapporti con la Santa Sede per
quanto concerne l’approvazione dei documenti legislativi o liturgici di competenza della stessa;
b. visitare la Presidenza del CIOFS18;
c. presiedere e confermare l’elezione della
Presidenza del CIOFS19;
d. accettare, eventualmente, la rinunzia del
Ministro generale dell’OFS20.
EX OFFICIO OFS
Art. 9
1. I Ministri generali esercitano le loro competenze verso l’OFS a norma del diritto
universale, delle proprie Costituzioni e nel
rispetto del diritto proprio dell’OFS. Essi
hanno la facoltà di erigere, visitare ed incontrare le Fraternità locali dell’OFS assistite dal proprio Ordine.
2. Nei confronti del proprio Ordine spetta a
ciascun Ministro generale:
a. nominare l’Assistente generale per
l’OFS, che, sotto l’autorità del Ministro
generale, tratta gli affari riguardanti il
servizio all’OFS21;
b. in caso di necessità, confermare o nominare gli Assistenti nazionali appartenenti al proprio Ordine.
c. I Ministri provinciali
Art. 10
1. I Ministri provinciali e gli altri Superiori maggiori esercitano le loro competenze
verso l’OFS nel territorio della propria giurisdizione.
2. Dove più Superiori maggiori dello stesso
Ordine hanno giurisdizione in uno stesso
territorio, concordano il modo più adeguato
di svolgere collegialmente il loro ufficio alle
Fraternità regionali e nazionali dell’OFS22.
3. Devono altresì stabilire collegialmente
le modalità della nomina degli Assistenti nazionali e regionali, ed anche a quali
Superiori i Consigli nazionali e regionali
dell’OFS si devono rivolgere per chiedere
l’Assistente23.
Art. 11
1. I Ministri provinciali e gli altri Superiori
maggiori assicurano l’assistenza spirituale
alle Fraternità locali affidate alla propria
giurisdizione24.
2. Spetta in particolare ad essi, in nome della
propria giurisdizione:
a. erigere canonicamente nuove Fraternità
locali, assicurando ad esse l’assistenza
spirituale;
b. nominare gli Assistenti spirituali25;
c. animare spiritualmente, visitare ed incontrare le Fraternità locali assistite dal
proprio Ordine;
d. tenersi informati sull’assistenza spirituale prestata all’OFS e alla Gi.Fra.26.
Titolo III: Il ruolo degli Assistenti spirituali
403
a. Principi generali
Art. 12
1. L’Assistente spirituale è la persona designata dal Superiore maggiore competente
per lo svolgimento di questo servizio verso
una Fraternità determinata dell’OFS e della
Gi.Fra.27.
2. Per essere testimone della spiritualità francescana, dell’affetto fraterno dei religiosi verso i francescani secolari, e vincolo
di comunione tra il suo Ordine e l’OFS,
l’Assistente spirituale sia preferibilmente
un religioso francescano, appartenente al
Primo Ordine o al TOR28.
3. L’Assistente spirituale è membro di diritto,
con voto, del Consiglio e del Capitolo della
Fraternità a cui presta l’assistenza e collabora con essa in tutte le attività. Non gode
del diritto di voto nelle questioni economiche né nelle elezioni ai vari livelli29.
Art. 13
1. Il compito precipuo dell’Assistente è favorire l’approfondimento della spiritualità
francescana e cooperare alla formazione
iniziale e permanente dei francescani secolari30.
2. Nel Consiglio di Fraternità, nei Capitoli
elettivi o ordinari, agisce nel rispetto delle responsabilità e del ruolo dei secolari,
dando loro la priorità per quanto riguarda
la guida, il coordinamento e l’animazione
della Fraternità.
3. Partecipa attivamente e vota nelle deliberazioni e nelle decisioni prese nel Consiglio o
nel Capitolo. In particolare è responsabile
per l’animazione delle celebrazioni liturgiche e delle riflessioni spirituali durante le
riunioni del Consiglio o del Capitolo.
Art. 14
1. La visita pastorale è un momento privilegiato di comunione del Primo Ordine e del
TOR con l’OFS. Essa è effettuata anche in
nome della Chiesa, e serve a ravvivare lo
spirito evangelico francescano, assicurare
la fedeltà al carisma e alla Regola, offrire
aiuto alla vita di fraternità, rinsaldare il vincolo dell’unità dell’OFS e promuovere il
suo più efficace inserimento nella Famiglia
Francescana e nella Chiesa31.
2. Il Visitatore fortifica la Fraternità nella sua
presenza e missione nella Chiesa e nella
società; verifica il rapporto tra la Fraternità
404
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
secolare e quella religiosa; dedica particolare attenzione ai programmi, metodi ed esperienze formative; si interessa della collaborazione e del senso di corresponsabilità
tra i Responsabili secolari e gli Assistenti
spirituali; accerta la qualità dell’assistenza
spirituale che si dà alla Fraternità visitata;
incoraggia gli Assistenti spirituali nel loro servizio e promuove la loro permanente
formazione spirituale e pastorale32.
3. Su richiesta del rispettivo Consiglio, un delegato della Conferenza degli Assistenti effettua la visita pastorale, nel rispetto della organizzazione e del diritto proprio dell’OFS33.
Per cause urgenti e gravi, ovvero in caso di
inadempimento del Ministro e del Consiglio
a farne richiesta, la visita pastorale può essere effettuata per iniziativa della Conferenza
degli Assistenti spirituali, sentito il Consiglio dell’OFS di pari livello34.
4. È consigliato di fare la visita pastorale congiuntamente con quella fraterna, concordandone il programma. Il Visitatore o i Visitatori comunicheranno tempestivamente
al Consiglio interessato l’oggetto e il programma della visita. Prenderanno visione
dei registri e degli atti, compresi quelli relativi alle precedenti visite, all’elezione del
Consiglio e all’amministrazione dei beni.
Stenderanno una relazione della visita effettuata, annotandola agli atti nell’apposito registro della Fraternità visitata, e la porteranno a conoscenza del Consiglio del livello
che ha effettuato la visita35.
5. Nella visita alla Fraternità locale, il Visitatore o i Visitatori s’incontreranno con
l’intera Fraternità e con i gruppi e sezioni
in cui essa si articola. Riserveranno particolare attenzione ai fratelli in formazione
e a quei fratelli che dovessero richiedere
un incontro personale. Procederanno, ove
occorra, alla correzione fraterna delle manchevolezze che dovessero riscontrare36.
Art. 15
1. L’Assistente è nominato dal Superiore maggiore competente, sentito il Consiglio della Fraternità interessata37.
2. Dove più di un Superiore maggiore dello
stesso Ordine è coinvolto nella nomina di
un Assistente, si seguono le norme stabilite
collegialmente dai Superiori con giurisdizione nel territorio38.
3. La nomina dell’Assistente sia fatta per iscritto e per un tempo limitato, complessiva-
mente non superiore a dodici anni.
4. Quando non è possibile dare alla Fraternità un Assistente spirituale, membro del
Primo Ordine o del TOR, il Superiore maggiore competente può affidare il servizio
dell’assistenza spirituale a:
a. religiosi o religiose appartenenti ad altri
Istituti francescani;
b. francescani secolari, chierici o laici, specificamente preparati per questo servizio;
c. altri chierici diocesani o religiosi non
francescani39.
Art. 16
1. Il numero degli Assistenti, che fanno parte dei Consigli ai vari livelli, corrisponda al numero degli Ordini che in effetti
danno l’assistenza alle Fraternità locali
nell’ambito della Fraternità internazionale,
nazionale o regionale.
2. A livello internazionale, nazionale e regionale gli Assistenti, se sono più di uno, formano una Conferenza e rendono il servizio
collegialmente all’OFS e alla Gi.Fra.40
3. Ogni Conferenza di Assistenti funziona
secondo un proprio regolamento interno,
approvato dai rispettivi Superiori maggiori.
4. Gli Statuti nazionali e regionali dell’OFS
stabiliscono il numero degli Assistenti che
parteciperanno al Capitolo nazionale o regionale, come si scelgono, e che tipo di partecipazione avranno.
b. Gli Assistenti generali
Art. 17
1. Gli Assistenti generali sono nominati dal
rispettivo Ministro generale, sentita la Presidenza del CIOFS41.
2. Prestano il loro servizio alla Presidenza del
CIOFS, formano una Conferenza e curano collegialmente l’assistenza spirituale
all’OFS nel suo insieme42.
3. È compito della Conferenza degli Assistenti generali:
a. collaborare con il Consiglio internazionale e la sua Presidenza nell’animazione
spirituale e apostolica dell’OFS e in particolare nella formazione dei responsabili secolari;
b. coordinare, a livello internazionale,
l’assistenza spirituale all’OFS e alla
Gi.Fra.;
c. promuovere l’interessamento dei frati
e dei superiori nei confronti dell’OFS e
EX OFFICIO OFS
della Gi.Fra.;
d. provvedere alla visita pastorale dei Consigli nazionali dell’OFS43 e alla presenza
nei capitoli nazionali elettivi44.
Art. 18
1. L’Assistente generale ha il compito di tenere informato il Ministro generale e il suo
Ordine sulla vita e le attività dell’OFS e della Gi.Fra.
2. Deve inoltre trattare le cose riguardanti il
servizio dell’assistenza prestata dal suo
Ordine all’OFS e alla Gi.Fra., incontrare le
Fraternità locali assistite dal proprio Ordine
e tenere rapporti fraterni e costanti con gli
Assistenti del proprio Ordine.
c. Gli Assistenti nazionali
Art. 19
1. Gli Assistenti nazionali dell’OFS e della
Gi.Fra. sono nominati dal Superiore maggiore competente, sentito il rispettivo Consiglio nazionale45. Dove più di un Superiore
maggiore dello stesso Ordine è coinvolto
nella nomina, si seguono le norme stabilite
collegialmente dai Superiori con giurisdizione nel territorio nazionale46.
2. Prestano il loro servizio al Consiglio nazionale e curano l’assistenza spirituale alla
Fraternità nazionale. Se sono più di uno,
formano una Conferenza e rendono il servizio collegialmente47.
3. È compito della Conferenza degli Assistenti nazionali, o dell’Assistente nazionale, se
è unico:
a. collaborare con il Consiglio nazionale per
il lavoro di animazione spirituale e apostolica dei francescani secolari nella vita ecclesiale e sociale della nazione e, in particolare, per la formazione dei responsabili;
b. provvedere alla visita pastorale dei Consigli regionali dell’OFS48 e alla presenza
nei capitoli regionali elettivi49;
c. coordinare a livello nazionale il servizio
dell’assistenza spirituale, la formazione
degli assistenti e l’unione fraterna tra loro;
d. promuovere l’interessamento dei frati
per l’OFS e per la Gi.Fra.
Art. 20
1. L’Assistente nazionale ha il compito di tenere informati i Superiori maggiori e il suo
Ordine sulla vita e le attività dell’OFS e della Gi.Fra. nella nazione.
405
2. Deve inoltre trattare le cose riguardanti il
servizio dell’assistenza prestato dal suo
Ordine all’OFS e alla Gi.Fra., incontrare le
Fraternità locali assistite dal proprio Ordine nella nazione e tenere rapporti fraterni e
costanti con gli Assistenti regionali e locali
del proprio Ordine.
d. Gli Assistenti regionali
Art. 21
1. Gli Assistenti regionali dell’OFS e della
Gi.Fra. sono nominati dal Superiore maggiore competente, sentito il rispettivo Consiglio regionale50. Dove più di un Superiore
maggiore dello stesso Ordine è coinvolto
nella nomina, si seguono le norme stabilite
collegialmente dai Superiori con giurisdizione nel territorio regionale51.
2. Prestano il loro servizio al Consiglio regionale e curano l’assistenza spirituale alla
Fraternità regionale. Se sono più di uno,
formano una Conferenza e rendono il servizio collegialmente52.
3. È compito della Conferenza degli Assistenti regionali, o dell’Assistente regionale, se
è unico:
a. collaborare con il Consiglio regionale
per il lavoro di animazione spirituale e
apostolica dei francescani secolari nella
vita ecclesiale e sociale della regione e,
in particolare, per la formazione dei responsabili;
b. provvedere alla visita pastorale dei Consigli locali dell’OFS53 e alla presenza nei
capitoli locali elettivi54;
c. coordinare a livello regionale il servizio
dell’assistenza spirituale e della formazione degli Assistenti e l’unione fraterna
tra loro;
d. promuovere l’interessamento dei frati
per l’OFS e per la Gi.Fra.
Art. 22
1. L’Assistente regionale ha il compito di
tenere informati i Superiori maggiori e il suo
Ordine sulla vita e le attività dell’OFS e della
Gi.Fra. nella regione.
2. Deve inoltre trattare le cose riguardanti
il servizio dell’assistenza prestato dal suo Ordine all’OFS e alla Gi.Fra., incontrare le Fraternità locali assistite dal proprio Ordine nella
regione e tenere rapporti fraterni e costanti con
gli Assistenti locali del proprio Ordine.
406
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
e. Gli Assistenti locali
Art. 23
1. L’Assistente locale è nominato dal Superiore maggiore, a norma del diritto proprio,
sentito il Consiglio della Fraternità interessata55.
2. L’Assistente locale promuove la comunione all’interno della Fraternità e fra quella
ed il Primo Ordine o il TOR. D’intesa con
il Guardiano o il Superiore locale, procuri
che si instauri una vera comunione vitale
reciproca tra la Fraternità religiosa e quella
secolare. Promuove la presenza attiva della
Fraternità nella Chiesa e nella società.
Art. 24
1. L’Assistente locale, insieme con il Consiglio della Fraternità, è responsabile della
formazione dei candidati56 ed esprime la
sua valutazione sui singoli candidati prima
della Professione57.
2. Insieme con il Ministro instaura un dialogo con i fratelli che si trovino in difficoltà,
che intendono ritirarsi dalla Fraternità o
che si comportano in grave contrasto con
la Regola58.
________________
Note
1
2
3
4
5
Cf. Cost OFS 85.1: «Dalla storia francescana e dalle Costituzioni del Primo Ordine Francescano e del TOR appare in forma patente che questi Ordini si riconoscono impegnati in virtù della comune origine e carisma e per volontà
della Chiesa all’assistenza spirituale e pastorale dell’OFS.
Cfr. Costituzioni OFM, 60; Costituzioni OFM Conv., 116;
Costituzioni OFM Cap., 95; Costituzioni TOR, 157; Regola del Terz’Ordine del Papa Leone XIII, 3, 3; Regola
approvata da Paolo VI, 26».
Cf. Regola OFS 1.
Cf. Cost OFS 89.1.
Cf. CIC 303.
Cost OFS 85.2.
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
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46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
Cf. Cost OFS 89.3; 90.1.
Cf. Cost OFS 86.2.
Cf. Cost OFS 87.1; 88.5; 90.3.
Cf. Regola OFS 26; Cost OFS 85.2.
Cf. Cost OFS 86.1.
Cf. Cost OFS 89.5.
Cf. Cost OFS 87.3; Regola OFS 26.
Cost OFS 46.1.
Cf. Cost OFS 47.2.
Cf. Cost OFS 95.1 e 3.
Cost OFS 88.4.
Cost OFS 87.1.
Cf. Cost OFS 92.2-3.
Cf. Cost OFS 76.2.
Cf. Cost OFS 83.1.
Cf. Cost OFS 91.2-3.
Cost OFS 88.5.
Cf. Cost OFS 91.2.
Cf. Cost OFS 88.1.
Cf. Cost OFS 89.2; 91.3.
Cf Cost OFS 88.2.
Cf. Cost OFS 89.2; 96.6.
Cost OFS 89.3.
Cf. Cost OFS 90.2; 77.1-2.
Cf. Cost OFS 90.1.
Cf. CIC 305.1; Cost OFS 92.1; 95.1.
Cf. Cost OFS 95.
Cf. Cost OFS 92.2.
Cf. Cost OFS 92.3.
Cf. Cost OFS 93.2 e 4.
Cost OFS 93.3.
Cf. Cost OFS 91.3.
Cf. Cost OFS 91.2; Cf. art. 10.
Cost OFS 89.4.
Cf. Cost OFS 90.3.
Cf. Cost OFS 91.3.
Cf. Cost OFS 90.3.
Cf. Cost OFS 92.2.
Cf. Cost OFS 76.2.
Cf. Cost OFS 91.2.
Cf. Cost OFS 91.2.
Cf. Cost OFS 90.3.
Cf. Cost OFS 93.1-2.
Cf. Cost OFS 76.2.
Cf. Cost OFS 91.2.
Cf. Cost OFS 91.2.
Cf. Cost OFS 90.3.
Cf. Cost OFS 93.1-2.
Cf. Cost OFS 76.2.
Cf. Cost OFS 91.3.
Cost OFS 37.2.
Cost OFS 41.1.
Cost. OFS 56.1-2; 58.1-2.
AD CHRONICAM ORDINIS
1. De itineribus Ministri Generalis
1. Visita alla Provincia Picena S. Giacomo
della Marca
Grottammare, Italia, 01.09.2009
In occasione del Capitolo spirituale della
Provincia, che si è svolto poco tempo dopo la
celebrazione del Capitolo generale, il Ministro
generale Fr. José R. Carballo, di recente rieletto per un secondo sessennio, è stato invitato,
insieme al Definitore generale per la COMPI,
Fr. Vincenzo Brocanelli, ad incontrare i Frati
della Provincia Picena e presentare loro il Documento finale del Capitolo generale.
L’incontro si è avuto il giorno 1° settembre
2009, nel Convento-Oasi S. Maria dei Monti a
Grottammare con una numerosa partecipazione di Frati. Al mattino il Ministro generale ha
presentato il metodo, i destinatari, il contesto e
i contenuti principali del Documento «Portatori del dono del Vangelo». Mentre poi lo stesso
Ministro incontrava il Definitorio provinciale, i Frati riflettevano in piccoli gruppi sulle
riflessioni del Ministro e preparavano alcune
domande per il pomeriggio.
La seconda parte della giornata è stata occupata dal dialogo dell’Assemblea dei Frati
con il Ministro generale, il quale ha condiviso le informazioni e il suo pensiero su vari
aspetti della vita dell’Ordine e della Provincia. Il dialogo è stato molto fraterno, animato
da numerose domande dei Frati, ed è risultato
ricco per i contenuti delle risposte date dal
Ministro.
Essendo la casa anche sede dell’Infermeria provinciale, il Ministro generale ha voluto
incontrare ciascuno dei Frati infermi intrattenendosi brevemente con ciascuno di essi, ed
ha apprezzato i miglioramenti che si stanno
facendo nella struttura adibita a tale scopo.
La giornata si è conclusa con la solenne celebrazione eucaristica alla quale hanno partecipato anche l’OFS locale, numerosi amici e
benefattori del Convento e gli stessi Frati infermi.
Nelle brevi parole di ringraziamento dell’attuale Ministro provinciale, Fr. Valentino Natalini ha espresso la gratitudine della Provincia
al Ministro generale e la volontà di tutti di far
tesoro e di obbedire alle sue indicazioni.
Fr. Vincenzo Brocanelli
2. Solennità dell’Impressione delle Stimmate
del padre san Francesco
Santuario della Verna, 16-17.09.2009
La Verna sempre affascina. Affascina con
la sua natura; seduce con i capolavori artistici
che la arricchiscono; innamora con il mistero
di amore e dolore che custodisce. Proprio questo mistero, al centro della vita quotidiana del
Santuario, è stato celebrato – anche quest’anno – con particolare solennità e intensità di
preghiera. La festa delle Sacre Stimmate è
stata aperta con la celebrazione dei primi vespri presieduti da un ospite di eccellenza: Sua
Eminenza Card. Angelo Comastri. Un Presule,
affezionato amico della Verna, ha accolto volentieri l’invito ad essere presente per la festa
e ad animare, con una illuminata catechesi, i
numerosi giovani saliti al Santuario per la consueta “Veglia delle Stimmate”. Presente anche
il Ministro generale Fr. José R. Carballo con il
Vicario dell’Ordine e gran parte del Definitorio generale.
Nella Catechesi, Mons. Angelo Comastri,
ha invitato a contemplare, con occhi illuminati dalla fede, la bellezza del Crocifisso, segno eloquente di un amore più forte dell’odio,
più forte di ogni umano potere, più forte della
morte. Proprio dalla contemplazione di questo
mistero può nascere, per ciascuno di noi come un giorno per Francesco d’Assisi, il desiderio di cambiare, di rinnovarsi interiormente
di «riparare la nostra casa che va in rovina».
Davanti al Crocifisso per ciascun uomo può
rinnovarsi il mistero di una bellezza che attrae
a Sé e trasforma con la potenza dell’Amore.
Anche il Ministro generale, nell’omelia
della messa nella notte, ha ribadito la possibilità di questo “miracolo d’Amore” e ha invitato i presenti, ma soprattutto i giovani, ad
abbandonarsi a questa seduzione per poter, come Francesco d’Assisi, gridare al mondo che
“l’Amore non è amato”.
408
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Il 17 è stato caratterizzato dalla solenne
concelebrazione presieduta dal Ministro generale e dalla processione alla Cappella delle Stimmate con la benedizione, dal piazzale
della basilica, alla valle del Casentino con la
Reliquia del sangue di San Francesco. Le celebrazioni sono state arricchite dalla presenza
del Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, e del
Gonfalone della Città, a significare la profonda vicinanza tra il Santuario della Verna e la
città di Firenze.
[Notiziario della Provincia Toscana
di san Francesco Stimmatizzato, n. 5 (2009) p. 33]
4. Il Ministro e il Definitorio generale ad Ischia
Ischia, Italia, 23-26.09.2009
Il giorno 23 settembre 2009 Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale, Fr. Michael
Perry, Vicario generale, Fr. Aidan McGrath,
Segretario generale e i tutti i Frati del Definitorio generale hanno raggiunto il porto di Napoli, da dove sono partiti diretti all’isola d’Ischia.
Accompagnati da Fr. Agostino Esposito,
Ministro provinciale, che li ha accolti alla Stazione Centrale, si sono recati presso il Convento di S. Antonio in località Ischia Ponte. Dopo
la sistemazione in convento il Definitorio generale ha iniziato i lavori del tempo forte. Intense le giornate vissute dal Definitorio generale, scandite dalla celebrazione della Liturgia
delle Ore, dalla celebrazione Eucaristica, dal
lavoro definitoriale e dai momenti di fraternità
(colazione, pranzo e cena), questi ultimi vissuti insieme alla Fraternità locale.
Nel pomeriggio di venerdì 25 settembre il
Ministro e il Definitorio generale si sono concessi una pausa di lavoro; e guidati da Fr. Agostino Esposito e Fr. Giorgio Ascione, Guardiano del Convento, si sono recati al Castello
Aragonese. Dall’alto del Castello hanno potuto ammirare, oltre che le bellezze artistiche
e architettoniche del luogo, anche uno spettacolare paesaggio che permetteva di godere di
una visione completa del golfo di Napoli, dal
litorale flegreo a punta Campanella (Sorrento)
e all’isola di Capri.
Completata la visita del Castello, dove si
conservano le memorie della presenza delle
Sorelle Clarisse – vi si trova un monastero disabitato dalla fine dell’ottocento –, e dell’infanzia di Carlo Gaetano Calosirto (S. Giovan-
Giuseppe della Croce), il Ministro e il Definitorio generale hanno raggiunto il comune di
Forio, città dove sorge una chiesa dedicata a
san Francesco, ancora officiata dai Frati Minori, e un piccolo convento, non più dimora
stabile dei Frati. In detta chiesa la festa principale è quella di san Francesco d’Assisi, e annualmente ci si prepara alla festa del Santo di
Assisi con un Solenne Novenario che ha inizio
il 25 settembre. Quest’anno, VIII centenario
della fondazione dell’Ordine, la Provvidenza ha voluto che sull’isola fossero presenti il
Ministro e il Definitorio generale; e, pertanto, Fr. Gerardo Ciufo, rettore della chiesa, ha
desiderato che il novenario si aprisse con una
solenne Concelebrazione presieduta dal Ministro generale. Numerosa è stata la partecipazione dei foriani e dei devoti di san Francesco
alla Concelebrazione Eucaristica. Il Ministro
provinciale nel suo indirizzo di saluto ha sottolineato l’unicità dell’evento e ha ringraziato
“l’Altissimo, Onnipotente e bon Signore”, che
attraverso la presenza del Ministro e del Definitorio generale, espressione della Fraternità universale, ha manifestato nell’oggi il Suo
amore per la Fraternità provinciale e per la comunità ecclesiale e civile di Forio.
Nell’omelia il Ministro generale, partendo
dalle domande rivolte da Gesù ai discepoli nel
Vangelo: «La gente chi dice che io sia… voi
chi dite che io sia» (Lc 9,18-22), ha invitato
tutti i presenti a non dare risposte che si fondino sul sapere umano o addirittura sul sapere
teologico, ma a saper rispondere come Francesco con il cuore, sapendo riconoscere in Gesù
l’unico nostro Salvatore, colui che infonde il
coraggio necessario per progredire nel cammino della vita.
Al termine della concelebrazione, vissuta in
un clima di grande partecipazione e di intima
fraternità, dopo aver salutato i rappresentanti
del Comune, i fratelli e le sorelle dell’Ordine
Francescano Secolare, che continuano a tener
vivo il carisma francescano nel Comune di Forio, e i numerosi devoti di S. Francesco, il Ministro e il Definitorio generale, accompagnati
da Fr. Agostino e Fr. Giorgio, sono ritornati a
Ischia e si sono recati in pizzeria, dove ad attenderli vi era Sua Ecc. Rev.ma Mons. Filippo Strofaldi, Vescovo della Diocesi di Ischia,
che in segno di comunione e di accoglienza ha
voluto essere presente alla cena. Anche questo
momento si è rivelato di vera e profonda comunione e cordialità non solo tra i Frati presenti,
ma anche con il Pastore della Chiesa locale.
AD CHRONICAM ORDINIS
Il giorno successivo, sabato 26 settembre,
al termine della Celebrazione Eucaristica delle
ore 8.00, sono ripresi i lavori definitoriali, che
si sono protratti fino all’orario di pranzo. Dopo
pranzo il Ministro generale ha ringraziato, a
nome suo personale e dell’intero Definitorio
generale, la Fraternità locale per l’accoglienza, che ha definito “unica”, e tutti i collaboratori che hanno prestato il loro servizio rendendo più confortevole il suo soggiorno e quello
dei Frati del Definitorio.
Il Ministro e il Definitorio generale hanno poi fatto ritorno a Napoli alle ore 16.40.
Ad attenderli al porto di Napoli vi erano Fr.
Salvatore Vilardi, Segretario Provinciale e
un Frate del post-novizio che hanno accompagnato i Frati del Definitorio alla Stazione
Centrale di Napoli. In serata il Ministro e il
Definitorio generale hanno fatto rientro in
Curia generale.
Fr. Salvarote Vilardi, ofm
5. El Ministro general en el Valle de Rieti y
en san Damián
El 10-11 de octubre de 2009
El día 10 de octubre de 2009, Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro general y Fr. Francisco Javier Arellano Suárez, su secretario
particular, viajaron a Rieti y a Fontecolombo,
para participar en las terceras jornadas culturales-religiosas que organiza la Asociación “I
giorni di san Francesco”, junto con el Ayuntamiento de Rieti. El Ministro general hizo
un alto en el camino, visitando a los novicios
de Fontecolombo, donde compartió con toda
la Fraternidad la comida del mediodía. Allí,
encontrando a los hermanos en probación les
dirigió unas palabras de ánimo a ser fieles
en el camino evangélico emprendido, insistiéndoles que hicieran de este año singular,
un momento de encuentro con Dios, con ellos
mismos, con los hermanos y con Francisco; y
que se apasionaran por el estudio de los Escritos de nuestro padre, especialmente con
la Regla. Al mediodía, visitó a las hermanas
Clarisas del Convento de Rieti. Y a continuación, en el salón Angelo Tancredi del Convento de las Hermanas, pronunció una conferencia intitulada “Francisco hombre libre”,
como conclusión de las jornadas sobre san
Francisco organizadas por la Delegación de
las Actividades Socio-culturales y Recreati-
409
vas del Ayuntamiento de Rieti, que desde hace tres años, intentan subrayar el Valle Santo
como uno de los lugares fundamentales en la
vida del santo de Asís.
Posteriormente el Ministro y su secretario
se marcharon a Asís, donde llegaron al Convento de San Damián. Allí participaron de la
oración de la tarde con toda la comunidad y los
novicios, así como de un momento fraterno.
A la mañana siguiente, del día 11 de octubre, después de la oración de Laudes, el
Ministro general tuvo un pequeño encuentro
con los novicios y algunos hermanos jóvenes
de la Fraternidad. Les insistió mucho en ser
fieles a este año de noviciado, y a tener una
auténtica experiencia de vida en fraternidad
y minoridad, sabiendo hacer de este año una
experiencia de encuentro, acentuando el valor
de la oración y el silencio, y el estudio de los
Escritos de san Francisco y el acompañamiento personal.
A las 9,30 de la mañana, el Ministro general presidió la Eucaristía con ocasión del
25 aniversario de la donación del ConventoSantuario de san Damián a la Casa general de
la Orden de los Frailes Menores, por parte de
Lord Peter Francis Walter kerr, XII marqués
de Lothian. Estaban presentes además de algunos de los guardianes anteriores al actual,
Fr. Claudio Peraro, y toda la Fraternidad,
Lord Ralph Kerr, Lady Mary von Westernholz, Lady Clare Kerr y Fr Brian McGrath,
Hermano Menor de la Provincia de Inglaterra. En la eucaristía el Ministro general pronunció su homilía a toda la asamblea allí reunida, que ocupaba sus puestos en los bancos
y en los pasillos, e insistió, con el Evangelio
del domingo (Mc 10, 17-30) en dejarse mirar
por Jesús que sigue invitando a dejarlo todo
y a seguirlo, haciendo de la propia vida un
don. Así mismo agradeció vivamente la donación del marqués de Lothian y aseguró que
los hermanos que viven en este lugar cumplen
con excelencia las cláusulas marcadas en la
donación, haciendo de este lugar franciscano un “oasis de paz, oración, contemplación,
pobreza y alegría”. Fr. José Rodríguez Carballo, entregó a la familia Lothian la medalla
conmemorativa del octavo centenario de la
fundación de la Orden. Posteriormente regresaron a Roma.
En alabanza de Cristo y del pobrecillo
Francisco.
Fr. Francisco J. Arellano Suárez, ofm
410
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
6. Visit to the Province of St. Paul the Apostle
in Malta
Siliema, Malta, October 27-30, 2009
The Minister General, Br. José Rodriguez
Carballo, OFM and the Definitor General, Br.
Francis Walter, OFM arrived in the early afternoon of October 27th. Br. Sandro Overend,
OFM, Minister Provincial, and Br. Richard
Grech, OFM.Vicar Provincial, welcomed
us at the airport, and then escorted us the the
Siliema friary, where we would be staying for
the next three days. After a meeting with the
Sliema fraternity, the Minister General visited
the Hamrun Fraternity and met with a congregation that included the Franciscan Sisters of
the Immaculate Heart of Mary (CIM) and the
Ħamrun OSF. There was also an opportunity
to visit the Rabat Fraternity, and in the evening we proceeded by ferry to island of Gozo
to visit the Fraternity of St. Anthony at Mġarr.
We shared an evening with the brothers and
enjoyed a wonderful meal.
Early on the morning of the October 28th,
we began a full day of visits with the celebration of Eucharistic Liturgy at the Monastery
of the Poor Clares at San Ġiljan. After Mass
there was time to meet with the large community and for the sisters to dialogue with the
Minister General. On this same morning there
was also a visit with the Franciscan Missionaries of the Sacred Heart (FCJ). This was then
followed by a visit to the Fraternity of Valletta
where a Formation Meeting was held with the
Minister General and the Definitor General,
along with a visit to the Commissariat of the
Holy Land and a guided tour of the Provincial
Archives by Br. George Aquilina. Later in day,
Br. Dionysius Mintoff gave us a tour of the
Peace Laboratory in Ħal-Far and he explained
its work with migrants from Africa. This was
followed by a short visit to the Fraternity of St.
Mary of the Angels Parish in Baħar iċ-Ċagħaq.
The day concluded with a gathering of all the
brothers of the Province at the Porziuncola
Retreat House in Baħar iċ-Ċagħaq, where the
Minister General spoke especially of the final
document of the our recent General Chapter,
“Bearers of the Gift of the Gospel.”
On the morning of the October 29, the
Minister General accompanied by the Definitor General, Provincial and Vicar Provincial
met with Archbishop Paul Cremona, OP of
Malta and Bishop Mario Grech of Gozo at the
Archbishop’s residence. After this we visited
the priests’ rest home “Christus Sacerdos” at
Birkirara where we had an opportunity to chat
with the elderly friars residing there. Then it
was on to met with the Franciscan Missionaries of Mary gathered at Balzan, where Br.
José spoke with the sisters and addressed their
questions. Upon returning to the Sliema friary, a Definitory was held. This eventful day
concluded at the same friary with a Solemn
Mass of Thanksgiving with a full choir and
orchestra, in occasion of the 800th anniversary
of the foundation of the Order. The Mass was
attended by various civil officials and it was
transmitted on Radio Sacro Cuor. Brothers Joseph Ciappara and Walter Vassallo received
the ministry of Acolyte during the Eucharistic
celebration.
On the morning of October 30th, we took
our leave of the brothers of Malta, grateful
for the warm fraternal hospitality and for the
opportunity to visit with them for three days
and to share our hopes and dreams, as we are
called to walk through the streets of the world
as “bearers of the gift of the Gospel.”
Walter Br. Francis William
7. Encuentro de los Presidentes de las Conferencias Latinoamericanas con el Ministro
general y Definidores generales por Latinoamérica
Buenos Aires, Argentina, 03-06.11.2009
Los días 3 al 6 de noviembre de 2009 se
reunieron los hermanos Presidentes de las cuatro Conferencias de Latinoamérica y el Caribe en la Ciudad Autónoma de Buenos Aires,
Argentina, sede de la Curia Provincial de la
Provincia Franciscana de la Asunción, convocados en la ultima reunión extraordinaria de
los Ministros y Custodias de la UCLAF mantenida durante el Capitulo General 2009. Los
hermanos presentes fueron: Fr. Gustavo Rodríguez, Conferencia del Cono Sur-Presidente
de la UCLAF; Fr. Wanderley Carvalho, Conferencia Brasilera; Fr. Mauro Vallejo Lagos,
Conferencia Bolivariana; Fr. Eulalio Gómez
Martínez, Conferencia Guadalupe; Fr. Julio
Cesar Bunader, Definidor General. Los días 2
y 3 de noviembre asistieron Fr. José Rodríguez
Carballo, Ministro General y Fr. Nestor Inácio
Schwerz, Definidor General, con el objetivo
de compartir los temas y coordinar los eventos
de la Orden en Latinoamérica.
AD CHRONICAM ORDINIS
Se trataron los siguientes temas:
1. Restructuración de la UCLAF y revisiónformulación de los estatutos UCLAF;
2. Proyecto Amazonas y Seminario Amazonas, Iquitos-Perú 2010;
3. Formación de misioneros desde AL y Master en Evangelización, Petrópolis-Brasil.
Congreso de Educadores, Cholula-México
2010;
4. Animación de los Definidores Generales en
las Conferencias (cf. PdE, Man.5). Algunos
mandatos del Capítulo General para las Entidades y Conferencias.
El encuentro se organizó y desarrolló en
dos momentos: el primero dedicado a plantear
los temas con su problemática, para clarificar
y orientar el trabajo, contando con el aporte de
las Conferencias y de los hermanos del Definitorio General; el segundo momento se dedicó
a la profundización y elaboración de los instrumentos que serán presentados en las instancias
correspondientes de animación en las Conferencias y la Asamblea anual de UCLAF.
Vistos los resultados y el parecer de los
participantes, se consideró importante el encuentro, debido a que facilitó el intercambio
directo entre las Entidades-Conferencias con
el Ministro General y Definidores Generales,
permitiendo una más estrecha colaboración
entre las diversas instancias de animación de
la vida y misión de la Orden. Podemos resaltar
la conveniencia de abordar los temas y eventos
que se programan en Latinoamérica, en el periodo que se inicia el sexenio, favoreciendo la
inclusión de las orientaciones del documento
“Portadores del Don del Evangelio”, Capítulo
General 2009.
El día miércoles 4, Fr. José y Fr. Nestor viajaron a San Pablo, para participar en los Capítulos de la Provincia Inmaculada Concepción
del Brasil. El encuentro de los Presidentes de
las Conferencias finalizó el día viernes 6, con
el compromiso de seguir creciendo en la animación de la Orden y de la UCLAF, para una
presencia viva en “clave de misión evangelizadora y desde la perspectiva de apertura al
mundo” (PdE, Man. 1).
Agradecemos al hermano Ministro General, por su presencia fraterna y su invitación
a vivir el Evangelio con fidelidad y compromiso de hermanos menores. Agradecemos el
servicio y dedicación en la animación de los
hermanos Presidentes de las Conferencias de
la UCLAF. Damos Gracias a Dios por los hermanos que nos recibieron con solicitud en la
411
Casa de la ciudad de Buenos Aires, al hermano
Ministro Provincial y fraternidad de la Curia
Provincial por permitirnos compartir la vida
orante, fraterna y festiva. Encomendamos los
proyectos, seminarios, congresos y preparativos de la Asamblea de la UCLAF 2010 a la
Intercesión de Santa María, bajo la advocación
de Nuestra Señora de Lujan, patrona de Argentina.
Fr. Julio Cesar Bunader, ofm
8. Capítulo das Esteiras e Capítulo eletivo da
Província Imaculada Conceição do Brasil
De 3 a 5 de novembro de 2009, a Província
da Imaculada Conceição do Brasil, S. Paulo,
celebrou, em Agudos, seu Capítulo das Esteiras dentro do espírito do VIII Centenário da
graça das origens e em preparação ao Capítulo eletivo, com particular enfoque no tema da
restituição. Esse Capítulo espiritual teve excelente receptividade entre os frades da Província, sendo que quase trezentos deles se fizeram
presentes. Participaram também o Ministro
geral Frei José Carballo e o Definidor pela
América Latina, Frei Nestor Inácio Schwerz.
O evento teve um caráter bastante celebrativo,
artístico e de convivência fraterna, incluindo
também uma sessão solene de homenagem aos
60 anos do Seminário de Agudos e a celebração da profissão solene de 14 jovens frades,
presidida pelo Ministro geral. Os familiares
de quase todos esses jovens participaram com
particular emoção de parte do Capítulo das Esteiras e da cerimônia da profissão. O Ministro
geral partilhou com os frades suas reflexões,
recebeu os neo-professos na Vida Religiosa
Franciscana e teve um encontro específico
com os formandos e seminaristas.
No dia 6 de novembro iniciou, no mesmo
local do Seminário de Agudos, o Capítulo
eletivo da mesma Província. O Ministro geral celebrou a missa de abertura, deixando aos
capitulares sua mensagem de animação. Na
primeira sessão, o Ministro Frei José Carballo
leu e comentou aos Capitulares a carta que escrevera especialmente para esta ocasião. Depois disso, ele regressou para S. Paulo rumo à
viagem de volta à Roma. Enquanto isso, o Definidor Frei Nestor Schwerz permaneceu por
mais dois dias, acompanhando o desenrolar do
Capítulo e deixando também sua mensagem e
suas comunicações. O Capítulo teve a presi-
412
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
dência do Visitador geral Frei Flaerde Valvassori. Tanto no Capítulo das Esteiras como no
eletivo havia um clima e um espírito de ativa e
fraterna participação por parte dos Frades.
Fr. Schwerz Nestor Inácio
9. Visit to the Custody of the Holy Family in
Chicago and the General Secretariat of
the Franciscan Missions in Waterford
December 2-7, 2009
On December 2, 2009, Br. José Rodriguez
Carballo, Minister General, and Br. Francis
Walter, Definitor General for the Englishspeaking Conference, journeyed to Chicago
to visit the Custody of the Holy Family. They
arrived that same day in Chicago and were met
at the airport by Br. Paul Maslach, Custos and
Br. Marko Puljić, and taken to the Headquarters of the Custody. Afterwards they went to
St. Anthony Friary, located next to the Custodial Headquarters, to meet the friars in residence.
The morning of December 3 began with
a celebration of the Eucharist, attended by a
large number of friars of the Custody, two friars of the Slovenian Foundation of the Holy
Cross in Lemont, IL and friars of the interprovincial post-novitiate house of formation at the
Chicago Theological Union. Afterwards in a
two hour meeting, the Minister General spoke
to the assembled friars concerning our identity as Franciscan evangelizers in light of the
final document of the General Chapter 2009,
“Bearers of the Gift of the Gospel.” This was
followed by questions and a lively exchange
of ideas. After enjoying the warm hospitality
of the brothers and sharing a meal with them,
there was short visit to the Croatian Institute
with preserves the rich documentation of the
Croatian presence in the United States and
Canada. The Custos then drove the Minister
General and Definitor General to the Secretariat for the Franciscan Missions in Waterford
for the next phase of the visit.
Upon arrival in the late afternoon of December 3, the Minister General and Definitor
General were warmly welcomed to the Franciscan Secretariat of the Franciscan Missions
by Brs. Sereno Baiardi, Sante DeAngelis and
Ponziano Macabalo.
The Secretariat for the Franciscan Missions
located Waterford, WI is a house dependent on
the Minister General, which was established
to fulfill the needs of the missionary projects
set forth by the Minister General and the General Definitorum, to gather financial support
for Franciscan missions among the poor and
needy, and to broaden Franciscan missionary
awareness among the donors of the General
Secretariat. The purpose of this visit was to encourage the friars in their important work and
to attend the Secretariat’s Board of Directors
Meeting.
The three day stay in Waterford was a valuable opportunity to meet with the friars on
two occasions, to share with them their life
in fraternity and to strengthen the bonds between the Secretariat and the General Curia.
The Minister General and Definitor General
also attended the Board of Directors Meeting
which discussed the economic situation and
budget of the Secretariat and also ways to promote the better functioning of the Secretariat.
The Minister General and Definitor General also visited the nearby Queen of Peace
Friary in Burlington WI, which is the retirement home for the friars of the Assumption
Province. There they were warmly welcomed
by Br. Leslie Hoppe, Minister Provincial and
Br. John Puodziunas, Vicar Provincial, and the
other brothers. They both concelebrated at the
funeral liturgy of Br Rudolph Wiesczek and
afterwards shared a meal with the fraternity.
The visit came to an end on December 6,
when Brs. Jose and Francis left a wintery and
snowy Waterford to return to Rome after good
visit with the brothers in the Midwestern United States.
Br. Francis Walter
2. Visita di Benedetto XVI a Bagnoregio
Bagnoregio, 6 settembre 2009
UNA POPOLAZIONE
CHE VIVE DI STORIA
Una fede amica dell’intelligenza per restituire ali alla speranza. È il messaggio che
Benedetto XVI ha lasciato ai fedeli di Bagnoregio, al termine di una giornata vissuta tra le
genti dell’Alto Lazio, per trovare un nuovo
slancio verso il futuro.
Il Papa ne ha parlato nella terra natale di san
Bonaventura. A una comunità che si specchia
in quello scrigno di storia, di arte, di cultura e
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AD CHRONICAM ORDINIS
di tradizioni, rappresentato da quel ciuffo di
abitazioni sulla rocca che domina un territorio
in cui il tempo sembra quasi essersi fermato.
Civita di Bagnoregio, patrimonio dell’umanità, esempio di una meraviglia unica nel suo
genere, oggi è nota come «la città che muore».
Si sta lentamente, ma inesorabilmente, sgretolando lo sperone tufaceo che poggia sul sottostante terreno argilloso; dunque un terreno,
instabile e per sua natura esposto all’azione
erosiva degli agenti atmosferici che lo modellano nelle tipiche forme dei calanchi.
Gli abitanti si sono via via trasferiti nel più
recente insediamento di Bagnoregio, dove
hanno portato con sé tutte le loro più care memorie.
Quasi superfluo soffermarsi sull’entusiasmo con il quale i cittadini di questo antico
borgo medioevale hanno accolto il Papa. Un
evento eccezionale e vissuto con comprensibile soddisfazione. Nonostante, infatti, i suoi
illustri trascorsi di territorio dello Stato pontificio, Bagnoregio come ha ricordato il sindaco
Bigiotti salutando il Papa, fu solo sfiorata da
Papa Pio IX durante una visita nelle province
settentrionali dello Stato.
Festa grande dunque per la visita di Benedetto XVI. Emozionante il passaggio del corteo papale attraverso i vicoli stretti del paese,
tra centinaia di bandiere con i colori vaticani,
appese ai balconi e alle finestre di tutti i palazzi affacciati sul percorso. Numerosi anche
i manifesti affissi un po’ dovunque per dare
il benvenuto al Papa. Alcuni addirittura erano
scritti in latino.
Dopo una breve sosta in cattedrale, per
venerare la reliquia del braccio di san Bonaventura e ammirare la Bibbia detta di san
Bonaventura, un manoscritto risalente alla
metà del Duecento, il Papa è giunto in piazza
Sant’Agostino dove, davanti alla grande statua
marmorea di san Bonaventura, era stato allestito il palco per l’incontro con la popolazione.
Una «comunità viva – come l’ha descritta il
sindaco salutando il Papa – che sa di essere
immersa in una corrente di vita che viene da
tempi remoti, portando con sé caratteri propri
di storia, di cultura, di operosità, di qualità spirituali, morali e civili che la distinguono» e ne
disegnano l’identità mite «come i calanchi che
la stringono a oriente e cedono al trascorrere
del tempo mostrando tutto intero il loro arrendevole lacerato chiarore», ma allo stesso tempo tenace «come il basalto che porta in sé la
durezza di quanti come noi, sentono da secoli
la sua rasserenante solidità». «Cosa sarà – si
è chiesto il sindaco – Bagnoregio domani?»
e qui è tornato a riecheggiare l’insegnamento
del patrono: «Se la vita è un itinerario vuol dire
che è necessario sollecitare i nostri passi verso
un domani da costruire oggi».
E Benedetto XVI prima di lasciarli si è
inserito proprio su questo cammino verso il
futuro. «In verità – ha detto – tutti ci interroghiamo circa l’avvenire nostro e del mondo
e questo interrogativo ha molto a che vedere
con la speranza». Ma quello che serve è una
speranza che sia necessariamente «affidabile»,
capace di dare «la certezza di giungere ad una
meta grande» tale da giustificare «la fatica del
cammino». Dunque, come aveva scritto nella
Spe salvi, ha ripetuto che «solo questa grande
speranza-certezza ci assicura che, nonostante i
fallimenti della vita personale e le contraddizioni della storia nel suo insieme, ci custodisce
sempre il potere indistruttibile della speranza». L’esemplarità di san Bonaventura deve
servire proprio per aiutarci oggi a «dispiegare
le ali della speranza» e a essere come lui «incessanti cercatori di Dio, cantori delle bellezze
del creato e testimoni di quell’amore e di quella bellezza “che tutto muove”». Un saluto alle
autorità, un abbraccio ad alcuni malati e poi in
macchina verso l’improvvisato eliporto.
Da qui il Papa è rientrato direttamente a Castel Gandolfo.
Mario Ponzi
[L’Osservatore Romano, 7-8 settembre 2009, p. 7]
3. Discorso del Card. Angelo Comastri ai
giovani nella “Veglia delle Stimmate”
Santuario della Verna, 16.09.2009
La Verna,
davanti al Crocifisso
1. Ernesto Renan, un ex-seminarista che
perse la fede nella divinità di Gesù, ebbe però
l’onestà di scrivere: “Gesù non sarà superato.
Il suo culto ringiovanirà continuamente; (...);
i suoi patimenti commuoveranno i cuori migliori; tutti i secoli proclameranno che tra i figli
degli uomini non è nato mai uno più grande di
Gesù”.
Queste parole impressionano: Gesù è la
vetta della storia dell’umanità, è il punto di
partenza del più grande cambiamento della
storia.
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Ma chi è Gesù?
Trema la voce nel dare la risposta: Gesù è
Dio (Colui che, con una parola, ha creato la
luce; Colui che ha creato la terra, sospesa nel
vuoto, e la fa girare velocemente su se stessa
nel vuoto con un asse appositamente inclinato
per garantire il prodigio delle diverse stagioni;
Colui che ha creato la nostra galassia, la Via
Lattea, che ha il diametro di 100.000 anni luce: un miliardo di miliardi di miliardi di km!).
Gesù è Dio, l’Onnipotente, e si è fatto uomo
nel grembo di Maria e si è imparentato con
l’umanità che ha rifiutato e ancora rifiuta Dio.
Mistero di bontà, che lascia veramente con il
fiato sospeso!
2. E perché è venuto in questo mondo e che
cosa ha lasciato il passaggio di Gesù dentro la
nostra storia? La risposta si trova guardando il
Crocifisso.
Andiamo ai piedi della Croce: Gesù si è lasciato colpire dai flagelli, si è lasciato sporcare
dagli sputi, si è lasciato inchiodare al patibolo
degli schiavi. Mentre è in questa condizione
umiliante... gli giunge la più insidiosa provocazione. Coloro che passano davanti... gli
dicono: “Tu, che distruggi il Tempio e in tre
giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei
il Figlio di Dio, e scendi dalla croce. Ha salvato gli altri e non può salvare se stesso! È il re
d’Israele: scenda ora dalla croce e noi crederemo in Lui!” (Mt 27,39-42). Perché Gesù non è
sceso dalla Croce? Che cosa gli costava? Nulla! Aveva fermato il mare di Galilea agitato
dalla tempesta... con una sola parola: “Fermati!”. E il mare aveva obbedito come un cagnolino! Aveva cambiato l’acqua in vino senza fatica... soltanto per salvare la gioia di un pranzo
di nozze. Aveva sfamato migliaia e migliaia di
persone, moltiplicando il pane con una semplice benedizione. Aveva guarito ciechi, storpi,
zoppi... aveva ordinato a Lazzaro, morto da
quattro giorni, di uscire dal sepolcro... e Lazzaro obbedì e riprese vita e uscì dal sepolcro
con tutte le bende con cui era stato avvolto per
la sepoltura. E potremmo continuare. Perché,
allora, Gesù non scese dalla Croce? Non scese perché, se l’avesse fatto, ci avrebbe detto
la più grande menzogna: ci avrebbe detto che
la forza è onnipotente, ci avrebbe detto che il
potere è onnipotente e governa la storia come
un tiranno invincibile.
No! La verità è ben diversa: Dio è Amore; la
forza di Dio è l’Amore; l’Onnipotenza di Dio è
onnipotenza di Amore e di Perdono! E, pertan-
to, l’Amore... la Bontà è la forza vincente della
storia. E resta sulla Croce trasformandola in un
atto di amore infinito... e risponde a tutta la cattiveria umana dicendo: “Padre, perdonali!”. E,
al primo mascalzone che accanto a Lui si pente
e gli consegna il cuore pentito, Gesù promette:
“Oggi sarai con me in Paradiso!” (Lc 23,43).
E, da quel momento, l’onnipotenza dell’Amore di Dio sfida la cattiveria umana; attraversa
la storia, e, dove trova un cuore aperto, lo trasforma creando i Santi. Quante meravigliose
trasformazioni potremmo raccontare! E, alla
fine della storia, tutti... tutti... saremo confrontati con l’Amore di Dio e saremo tutti pesati
con la sola bilancia dell’Amore e ognuno varrà
tanto quanto vale il suo amore.
3. Sostiamo ancora brevemente davanti al
Crocifisso. L’annuncio cristiano sta tutto qui:
“lo ritenni – dice S. Paolo ai cristiani di Corinto, che vivevano in una città corrottissima – io
ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se
non Gesù Cristo... e Cristo crocifisso” (1Cor
2,2).
Però, ai cristiani di Filippi, Paolo scrive:
“Molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con
le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – molti si
comportano da nemici della Croce di Cristo.
La loro sorte finale sarà la perdizione... Perché
il ventre (cioè, l’egoismo, l’orgoglio, l’avidità)
è il loro Dio” (Fl 3,18ss). E questo falso “dio”,
prima o poi, andrà in frantumi. Ma come si
diventa nemici della Croce di Cristo? Per capirlo, dobbiamo tener presente che Gesù crocifisso è un’autentica mazzata (dico: mazzata!)
contro le certezze diffuse nel mondo, ieri e,
soprattutto, oggi!
Infatti... che cosa grida la vicenda del Crocifisso, la vicenda di Dio che si lascia crocifiggere?
Grida la certezza che i poveri sono più felici dei ricchi e il successo non si misura con
la quantità degli applausi e dei soldi. Vedi il
caso recentissimo di Michael Jackson... e di
tantissimi altri! Il Crocifisso grida la certezza
che i miti e gli onesti sono più forti dei malvagi e degli egoisti, i quali, secondo le parole
coraggiose di Maria, alla fine si ritroveranno
a mani vuote. Grida la certezza che i violenti
e i prepotenti non sono i vincitori della storia.
Ricordiamo le decise e precise parole del Salmo 37: “Ho visto l’empio ergersi come cedro
rigoglioso... Sono ripassato e non c’era più,
l’ho cercato e non l’ho più trovato”.
Ricordiamo anche la lezione della storia:
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chi è più forte... Maria Goretti vittima, o Alessandro Serenelli, assassino? Chi è più forte...
Massimiliano Kolbe, vittima, o Adolfo Hitler,
assassino? La risposta della storia è più che
eloquente e, un giorno, davanti a Dio sarà ancora più chiara e più evidente e più schiacciante.
Il Crocifisso grida la certezza che i gaudenti
(coloro che usano se stessi e tutti gli altri per la
sola fame di piacere egoista e per la sola soddisfazione dei propri capricci) non sono liberi
ed emancipati e, men che meno, sono felici!
Luigi Santucci ha potuto scrivere, per
esperienza personale, queste stupende parole:
“Sappiano bene i gaudenti di questo mondo
che noi evitiamo le loro orge non per paura
dell’inferno, ma perché la limpidezza e la rettitudine morale rendono immensamente più
felici”.
E Julien Green nel suo diario ha potuto aggiungere senza esitazione: “Se volete sapere
dove non abita la gioia, frequentate i luoghi di
divertimento. Li troverete qualche briciola di
piacere, ma di gioia neppure l’ombra”.
Il Crocifisso grida la certezza che i persecutori sono perdenti, mentre le vittime escono
vittoriose dalla storia. Confrontiamo la vicenda storica di Nerone... e di Pietro.
Gesù Crocifisso e Risorto ci svela che Dio
sta dalla parte dei poveri in spirito, dei miti, dei
misericordiosi, dei puri di cuore, delle vittime
di tutte le arroganze e di tutte le prepotenze
degli uomini.
E, contemporaneamente, il Crocifisso annuncia che l’Amore è l’Onnipotenza di Dio...
e la Croce è un atto di infinito amore collocato
dentro la storia... per salvarla.
E questo atto di infinito amore si fa presente
in ogni Eucaristia per combattere quotidianamente il nostro orgoglio, il nostro egoismo, la
nostra cattiveria... e renderci vivi con la vita
stessa di
Dio, la vita della Carità.
Francesco capisce che anche i cristiani possono tradire Cristo, possono rinnegarlo, possono allontanarsi da Lui, possono aprire crepe
nella sua casa. Terribile responsabilità, che
abbiamo tutti! Apriamo gli occhi! Che fare?
“Ripara la mia casa!”.
Francesco capisce che Gesù affida a ciascuno di noi il compito di riparare, di ricostruire...
rispondendo all’Amore svelato nella Croce
e collocato dentro il mondo con la Croce. E
Francesco risponde facendosi povero, umile,
mite, libero dai falsi poteri e dalle false ricchezze di questo mondo... e diventa un autentico cristiano... desideroso soltanto di vivere
alla lettera il Vangelo di Gesù. Alla lettera!
E, a La Verna, Gesù ha impresso le stimmate nel corpo di Francesco... per firmare l’autenticità della sua risposta. E per dire a tutti
noi: la strada di Francesco è la strada del Vangelo, è la strada che anche noi siamo chiamati
a seguire. “Ripara la mia casa, che, come vedi,
va tutta in rovina”.
Comincia oggi... tu... partendo della tua casa, dalla tua vita ancora poco cristiana. Non
rimandare a domani, perché il domani non è
nelle tue mani: tu possiedi soltanto l’oggi!
Un giornalista disse un giorno a Madre Teresa: “Per quanto sia santa, anche lei vede che
nella Chiesa tante cose non vanno bene. Che
cosa bisognerebbe cambiare, prima di tutto?”.
“Prima di tutto dovremmo cambiare io e
lei: e subito la Chiesa diventerebbe migliore.
Il resto non dipende da noi”.
È il messaggio che vi consegno questa sera:
è il messaggio di S. Francesco d’Assisi!
4. Francesco, deluso da tutte le esperienze
precedenti (la guerra, il successo, il denaro...
non l’avevano reso felice!), improvvisamente
si trova davanti al Crocifisso nella piccola e
povera chiesetta di San Damiano.
E prende coscienza che la sua vita di cristiano è poco cristiana. Lo capisce davanti al
Crocifisso... e cambia vita.
Il Crocifisso gli parla e gli dice: “Francesco, Francesco, ripara la mia casa che, come
vedi, va tutta in rovina”.
Roma, Curia generale, 16-19.11.2009
† Angelo Card. Comastri
[Notiziario della Provincia Toscana di San Francesco
Stimmatizzato. Frati Minori, n. 5 (2009) pp. 34-36]
4. Incontro del Ministro e Definitorio generale con i Visitatori
Dal 16 al 19 novembre 2009 si è tenuto,
presso la Curia generale, l’incontro dei Visitatori generali con il Ministro generale e il suo
Definitorio.
Partecipanti
Definitorio generale
Fr. José Rodríguez Carballo (Min. gen.),
Fr. Michael Anthony Perry (Vic. gen.), Fr.
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Vincenzo Brocanelli (Def. gen.), Fr. Vicente-Emilio Felipe Tapia (Def. gen.), Fr. Nestor
Inácio Schwerz (Def. gen.), Fr. Francis William
Walte (Def. gen.), Fr. Roger Marchal (Def. gen.),
Fr. Ernest Karol Siekierka (Def. gen.), Fr. Paskalis
Bruno Syukur (Def. gen.), Fr. Julio César Bunader (Def. gen.), Fr. Vincent Mduduzi Zungu (Def.
gen.), Fr. Aidan McGrath (Segr.Gen.).
Visitatori
Fr. Alberto Tosini, Prov. Liguriae Ss. Cordis BVM (Italia), pro Prov. Mediolanensis S.
Caroli (Italia); Fr. Xavier Yu Su Il, Prov. Ss.
Martyrum Coreanorum (Corea), pro Prov.
BMV Reginae Sinarum (Taivania); Fr. Robert Hoogenboom, Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium (Nederlandia), Visitator et Delegatus Generalis ad 4 Provincias Coniungendas
in Germania; Fr. Frans Gerritsma, Prov. Ss.
Martyrum Gorcomiensium (Nederlandia), pro
Prov. S. Ioseph Sponsi B.M.V. (Belgium); Fr.
Rufin Maryjka, Prov. S. Mariae Angelorum
(Polonia), pro Prov. Assumptionis BVM (Polonia); Fr. Wacław Michalczyk Vis. Assistens,
Prov. S. Mariae Angelorum (Polonia), Prov.
Assumptionis BVM (Polonia) pro Fratribus
morantibus extra Poloniam; Fr. Livio Crisci,
Prov. Tusciae S. Francisci Stigmat. (Italia), pro
Prov. Venetiarum S. Antonii Patavini (Italia);
Fr. Antonio Riccio, Prov. Samnito-Hirpina S.
M. Gratiarum (Italia), pro Prov. Aprutiorum
S. Bernardini Senensis (Italia); Fr. Carlo Serri, Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis
(Italia), pro Prov. Salernitano-Lucana Immaculatae Conceptionis BVM (Italia); Fr. Valmir
Ramos, Vis. Assistens, Cust. Ss. Cordis Iesu
(Brasilia), dep. a Prov. Neapolitana, pro Fund.
Missionaria D. N. De Fatima (Brasilia), dep.
a Prov. Salernitano-Lucana Immaculatae Conceptionis BVM; Fr. Juan I. Muro Aréchiga,
Prov. B. Iuniperi Serra (Mexicum), pro Prov.
S. Philippi a Iesu (Mexicum); Fr. Stipe Nosic,
Prov. Dalmatiae S. Hieronymi (Croatia), pro
Prov. S. Crucis (Slovenia); Fr. Jan M. Vianney
Dohnal, Prov. Bohemiae et Moraviae S. Venceslai (Cecha Resp.), pro Prov. S. Salvatoris
(Slovakia); Fr. Francesco Bravi , Prov. Mediolanensis S. Caroli (Italia), pro Cust. Terrae
Sanctae; Fr. Jimmy Zammit, Vis. Assistens,
Prov. S. Pauli Apostoli (Melita), Cust. Terrae
Sanctae, pro Fratribus morantibus apud Commissariatus Vashington (USA) et Buenos Aires (Argentina) necnon in Domibus Syriae, Libani, Cypri, Rhodi et Aegypti.; Fr. José Ángel
Eguiguren Iraola, Prov. Franciscana De Arant-
zazu (Hispania), pro Prov. S. Iacobi de Compostela (Hispania); Fr. Ángel Esteban Talens
Albiñana, Prov. Valentiae S. Ioseph Sponsi
BVM (Hispania), pro Prov. Catalauniae S.
Salvatoris ab Horta (Hispania); Fr. Manuel
Tahoces Fernández, Prov. Baetica (Hispania),
pro Prov. Valentiae S. Joseph Sponsi BVM
(Hispania); Fr. Alex Antonio Arias, Cust. Immac. Conc. (Venetiola), dep. a Prov. S. Iacobi
de Compostella (Hispania), pro Prov. Fluvii
Platensis Assumpt. BVM (Argentina); Fr. Nicolas Dister Syukur, Cust. Aut. S. Francisci
(Indonesia), pro Prov. S. Michaëlis Archangeli (Indonesia); Fr. Eduardo Metz, Prov. S.
Crucis (Brasilia), pro Cust. Aut. S. Benedicit
in Amazzonia (Brasilia); Fr. Fred Link, Prov.
S. Joannis Bapt. (USA), pro Prov. Ss. Nominis
Jesu (USA); Fr. Larry Dunham, Prov. N. D.
de Guadalupe (USA), pro Prov. Immac. Conc.
BVM (USA); Fr. Rachid Mistrih, Cust. Terrae
Sanctae, pro Prov. S. Familiae (Aegyptus); Fr.
Ambrose Nguyen Van Si, Prov. S. Francisci
(Vietnamia), pro Cust. Aut. S. Antonii Patav.
(Philippinae); Fr. Marko Puljic Vis. Assistens,
Cust. S. Familiae dep. a Prov. Assumpt. BVM
(Bosnia-Hercegovina), Prov. S. Crucis (Slovenia), pro Fratribus morantibus in USA; Fr.
Marijan Glamocak, Vis. Assistens, Prov. Ss.
Cyrilli et Methodii (Croatia), Prov. S. Crucis (Slovenia) pro Fratribus morantibus in
Australia; Fr. Rubén Tierrablanca González,
Delegatus Ministri Generalis, Prov. Ss. Petri
et Pauli (Mexicum), Delegatus MG pro Fratribus Foederationis Marochiensis; Fr. Edwin
Alvarado Segura, Prov. N. D. de Guadalupe
(America Centralis et Panama), Cust. Immac.
Conc. (Venetiola), dep. a Prov. S. Iacobi de
Compostella (Hispania).
Segreteria generale: Fr. Aidan McGrath,
Fr. Stefano Lovato; Traduttori/Interpreti:
Fr. Edwin Paniagua, Fr. Oscar G. Villalobos
Avendaño, Fr. Giovanni Rinaldi; Verbalista:
Fr. Stefano Lovato; Logistica: Fr. Azariasz
Hess; Autista: Fr. Francisco Candray; Liturgia
e Sagrestia: Fr. Gianni Califano, Fr. Raimundo Domínguez, Fr. Salvatore Wójtowicz; Culinaria/Refettorio: Fr. Ángel Flores, Fr. Pietro
Tran Van Huan, Fr. Miguel Álvarez, Fr. Elias
Dalla Rosa; Computer: Fr. Robert Bahčič; Internet: Fr. John Abela
Agenda
Dopo la Celebrazione delle Lodi e dell’Eucaristia, presieduta dal Vicario generale, Fr.
AD CHRONICAM ORDINIS
Michael Perry, l’incontro è iniziato nell’Aula
“Duns Scoto” alle ore 9. Dopo la presentazione dei Partecipanti, il Ministro generale, Fr. J.
R. Carballo, ha tenuto la sua Relazione su: «La
Visita canonica: un tempo propizio per camminare partendo dal Vangelo». Dopo un breve
dialogo con il Ministro si chiude la sessione
del mattino. Nel primo pomeriggio i Visitatori lavorano in gruppi linguistici cercando di
approfindire due argomenti: paure di fronte al
compito della Visita e attese nei confronti della Visita. Alle 17.15 ci si è ritrovati in Aula
per condividere quanto emerso nei lavori di
gruppo.
Nella prima parte della mattinata del giorno
17 novembre il Segretario generale, Fr. Aidan
McGrath, ha presetnato gli Statuti Particolari
della Visita canonica e della Presidenza del
Capitolo provinciale. Subito dopo i Visitatori
si sono incontrati nei gruppi di studio per la
formulazione delle domande da sottoporre al
Relatore nel primo pomeriggio. Nella seconda sessione pomeridiana Fr. Ernest Siekierka,
Definorore generale, ha presentato il lavoro
della Segreteria generale, e Fr. Valentino Menegatti, Segreatrio della Procura generale, ha
illustrato il servizo che la Procura svolge a nome dell’Ordine.
La mattinata della terza giornata è stata dedicata all’ascolto di due Relatori: Fr. Giancarlo
Lati, Economo generale, ha illustarto le varie
problematiche dell’Economia; Fr. M. Perry,
Vicario generale, ha presentato il Documento del Capitolo generale 2009. Il pomeriggio
è inziato con i lavori nei gruppi linguistici e
si è concluso con la presentazione di alcune
“questioni giuridiche” all’esperto Fr. Francesco Antonelli.
L’ultima giornata è inziata con l’incontro
personale con il Ministro e la Visita a vari Segretariati o Uffici della Curia, è proseguita con
la verfica dell’incontro e si è conclusa con la
Celebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro generale.
Fr. Luigi Perugini, ofm
5. La Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha celebrato il 50° anniversario della sua promozione a Pontificia
Il 20 dicembre 2009 la Pontificia Accademia Mariana Internazionale, affidata dalla Santa Sede all’Ordine dei Frati Minori, ha
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celebrato il 50° anniversario del conferimento
del titolo di “Pontificia”, concesso dal Beato
Giovanni XXIII con il Motu proprio «Maiora
in dies» promulgato l’8 dicembre 1959 (AAS
51, 1960, p. 26).
La celebrazione commemorativa si è svolta
presso il Collegio Internazionale di Sant’Antonio in Roma, dove si trova la sede operativa
dell’Accademia, guidata dal Presidente, Fr.
Vincenzo Battaglia ofm, e dal Segretario, Fr.
Stefano Cecchin ofm.
Alle 17.15 – nella Basilica di Sant’Antonio – il gruppo vocale “Vocalia Consort”, diretto dal maestro Marco Berrini, ha proposto
una serie di brani incentrati sul tema «Ritratti
di Maria. Immagini e vita della Vergine nella
polifonia». L’esecuzione è stata di alto livello professionale ed artistico, ed ha ottenuto
il plauso convinto e unanime del numeroso
pubblico presente. Alle 18.30 si è svolta la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta
dal Ministro generale, Fr. José Rodriguez Carballo ofm. Tra i concelebranti erano presenti: P. Bernard Ardura O. Praem., Presidente
del Pontificio Consiglio di Scienze Storiche,
già Segretario del Pontificio Consiglio della
Cultura; i membri del Definitorio generale;
il Segretario generale per la Formazione e gli
Studi, Fr. Vidal Rodriguez; rappresentanti della Curia generale e delle Case dipendenti dal
Ministro generale.
Dopo la S. Messa, gli invitati si sono ritrovati insieme alla comunità locale per condividere la mensa nella fraternità e nella gioia.
La storia della Pontificia Accademia Mariana Internazionale inizia con l’istituzione della
Commissio Marialis Franciscana, avvenuta
il 27 luglio 1946 per volontà del Definitorio
generale dell’Ordine dei Frati Minori. La presidenza fu affidata a Fr. Carlo Balić ofm, che si
era già messo in luce per la sua competenza nel
campo degli studi scotisti e mariologici. Alla Commissione venne chiesto di preparare le
celebrazioni per il primo centenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione e di favorire gli studi per la successiva definizione dell’Assunzione della Vergine
Maria. Questi compiti segnarono i primi passi
di quella che sarà l’Accademia Mariana.
L’Academia Mariana fu presentata ufficialmente all’Ordine il 29 aprile 1947 dal Ministro generale Fr. Pacifico Perantoni durante
il «Primo Congresso Mariologico dei Frati
Minori d’Italia» (Atti del Congresso nazionale
mariano dei Frati Minori d’Italia, Commissio
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Marialis Franciscana, Roma 1947, p. 16).
Nel 1950 le fu affidata dalla Santa Sede
l’organizzazione del 1° Congresso Mariologico
Internazionale e dell’8° Congresso Mariano Internazionale che ne riprendeva la celebrazione sospesa a causa delle guerre mondiali. Da
questo momento operò sempre con il nome di
Academia Mariana Internationalis. All’Academia furono affidati i successivi Congressi
del 1954 e del 1958.
Per la buona riuscita di questi Congressi
e in seguito alla richiesta fatta da Fr. Carlo
Balić, l’8 dicembre 1959 il Sommo Pontefice Giovanni XXIII conferiva all’Accademia
il titolo di “Pontificia”. Con questo atto dava
un riconoscimento ufficiale alle attività della
PAMI, quale ente internazionale e centrale per
il coordinamento del lavoro mariologico delle
singole società mariologiche nazionali e di singole entità scientifiche. «È nostro desiderio che
questa nostra Accademia come ha fatto sin oggi,
così abbia premura di adoperarsi per l’avvenire
in modo amichevole unendo le forze e gli intenti con tutte le altre ac­cademie e società mariane
che esistono in tutto il mondo per contribuire a
dare lode ed onore alla Vergine Maria». Inoltre,
affidava all’Accademia il Consiglio Sta­bile per
l’indizione e l’organizzazione scientifica dei
Congressi Mariologico-Mariani Internazionali.
La Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha lo scopo di promuovere gli studi
scientifici sulla beata Vergine Maria e di favorire l’autentica pietà mariana. I nuovi Statuti
sono stati approvati da Giovanni Paolo II il 9
gennaio 1997. Nel perseguire le proprie finalità, l’Accademia opera in stretta collaborazione
sia con il Pontificio Consiglio della Cultura,
sia con le Società Mariologiche Nazionali e
con vari centri accademici, tra cui la Pontificia Università Antonianum, con la quale è stata
stipulata una convenzione che ha comportato,
tra le varie iniziative, anche la creazione della
cattedra di studi mariologici «Beato Giovanni
Duns Scoto» nell’ambito della Facoltà di Teologia.
Tra le attività scientifiche e culturali, il
primo posto spetta ai Congressi MariologicoMariani Internazionali. L’Accademia è l’istituzione permanente deputata dalla Santa Sede
a promuovere, organizzare e celebrare questi
Congressi che si svolgono ogni quattro anni.
Si tratta di avvenimenti il cui valore scientifico è riconosciuto a livello internazionale:
consentono, infatti, agli studiosi e ai cultori di
mariologia di tutto il mondo di incontrarsi per
dialogare, per condividere i risultati delle loro
ricerche e, allo stesso tempo, per lodare Dio
Uno e Trino per le opere meravigliose compiute nella beata Vergine Maria Madre di Dio.
I molteplici contributi scientifici vengono poi
raccolti e pubblicati negli Atti. Il XXII Congresso si è svolto a Lourdes, dal 4 all’8 settembre del 2008, sul tema: «Le apparizioni
della Beata Vergine Maria. Tra storia, fede e
teologia».
Considerando che finora sono stati celebrati
22 Congressi, si può ben dire che l’Accademia
Mariana mette a disposizione degli studiosi
una vera e propria biblioteca, che rappresenta
ormai una fonte documentaria di primaria importanza per le ricerche in campo mariologico.
Oltre agli Atti, l’attività editoriale comprende
anche la collana «Studi mariologici», che conta già 12 titoli, e altri saggi monografici. Tra
questi, va segnalato il testo a firma dell’Accademia: «La Madre del Signore. Memoria,
presenza e speranza», Si tratta di un vero e
proprio manuale orientativo per lo studio della
mariologia, che – per il suo valore formativo –
è stato tradotto in varie, lingue.
L’Accademia promuove anche gli studi
mariologici nell’ambito della scuola e della
tradizione francescana. A tale riguardo, tra
le varie iniziative, ha organizzato nel mese di
dicembre del 2003, presso S. Maria degli Angeli-Assisi, un Congresso Mariologico Francescano sul tema: «La Scuola Francescana e
l’Immacolata Concezione». Gli Atti sono stati
pubblicati nella collana «Studi mariologici».
Inoltre, l’Accademia porta avanti da alcuni
anni l’opera di coordinamento tra i docenti e
i cultori di mariologia, per favorire una formazione sempre più rigorosa e aggiornata nel
campo degli studi mariologici.
Per ulteriori informazioni e per tutte le notizie e gli aggiornamenti s può consultare il sito:
www.accademiamariana.org
Fr. Vincenzo Battaglia ofm
Presidente
6. Inaugurato l’Auditorium Antonianum
in Roma
Roma,
Pontificia Università Antoninum, 21.12.2009
Il Capitolo Generale del 2003 aveva deciso
la ristrutturazione e la messa a norma dell’Aula Magna della PUA, indicandone modalità e
AD CHRONICAM ORDINIS
scopi (cfr. Il Signore ti dia pace, Proposte, 5054).
I lavori di ristrutturazione sono andati per
le lunghe, poiché il principale problema da risolvere era l’apertura di porte verso l’esterno,
da utilizzare come vie di fuga. Infatti, l’immobile è ubicato nel Centro storico di Roma ed
è protetto dalla Soprintendenza ai beni Culturali. Grazie a dei funzionari dello Stato molto
comprensibili ed intelligenti, che hanno considerato la ristrutturazione come una “restituzione alla città” di un bene inutilizzato ed in
deterioramento, è stata concessa l’opportunità
di mettere a norma e riattivare una struttura valida ed importante per la stessa città di Roma.
Finalmente il 21 dicembre 2009, alle ore
21, è stata inaugurata la nuova struttura, denominata Auditorium Antonianum, con uno
spettacolo su «Francesco il frate piccolino».
Durante lo spettacolo, ripreso dalla RAI e trasmesso il 5 gennaio 2010 in seconda serata,
si sono alternati attori, che hanno proclamato dei brani degli Scritti e delle Biografie di
san Francesco, e Frati, che hanno raccontato
le loro esperienze: Fr. Mariano Guglielmoni
del lebbrosario di Cumura in Guinea Bissau,
Fr. Guido Trezzani del Villaggio dell’Arca in
Kazakistan, Fr. Paul Iorio della Fraternità Internazionale di Palestrina e Fr. Eligio Gelmini
di “Mondo X”.
Alla serata inaugurale hanno partecipato
circa 600 persone, il Ministro generale con il
suo Definitorio e numerosi Frati della Case dipendenti dal Ministro generale. Per l’occasione, Fr. Alvaro Cacciotti, con alcuni suoi collaboratori, ha allestito una Mostra dal titolo:
«Nel nome di Francesco una presenza senza
confini», per ricordare l’VIII centenario della
nascita dell’Ordine.
Fr. Luigi Perugini
7. Capitolo generale dei Frati Minori 2009
I Frati Minori e la Missione evangelizzatrice
Scelte creative e audaci
Non si può essere veri discepoli se non si è nello
stesso tempo anche testimoni e missionari di Gesù. Il
Vangelo ricevuto e accolto non si può tenerlo solo per
sé: bisogna restituirlo andando per il mondo ad annunciarlo a tutti gli uomini. È stata questa la grande consegna del recente Capitolo generale.
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È senza dubbio di grande interesse, e istruttivo per tutti, leggere il documento finale, frutto del 187° capitolo generale che l’Ordine dei
frati minori ha celebrato ad Assisi dal 24 maggio al 20 giugno di quest’anno. Si tratta di un
documento sulla missione evangelizzatrice, “a
carattere ispirazionale”, come scrive il ministro generale, Fr. José Rodríguez, nella “Presentazione”, di «una proposta piena di speranza per cammini da percorrere» e di un invito
ad essere “evangelicamente creativi e audaci”,
tenendo lo sguardo rivolto al futuro per «incarnare il dono del Vangelo nei diversi contesti in
cui il Signore chiama ad essere presenti».
Il capitolo ha avuto luogo in coincidenza
con l’ottavo centenario dell’approvazione della forma vitae francescana e si è tenuto significativamente proprio nel luogo che ha visto
nascere l’istituto. Il documento finale si pone
al termine di un lungo laborioso cammino e
possiede una forza ispirante molto forte. Non
è stato quindi il risultato di una elaborazione
compiuta a tavolino da una volenterosa quanto
improvvisata commissione. «Abbiamo percorso, ha scritto fr. Carballo in una lettera in
occasione della solennità di san Francesco,
fissata nel calendario il 4 ottobre, tre anni di
riflessione, di approfondimento, di riscoperta della “grazia delle origini”, e siamo stati
ricondotti all’ispirazione originaria del nostro carisma, all’ “intuizione” primordiale di
Francesco, ispirata dal Signore… è stato come un ritorno al “primo amore”». Ha quindi
precisato: «Riandando all’origine del nostro
carisma abbiamo incontrato con occhi nuovi
Francesco, ma non abbiamo voluto tornare indietro, come a un passato storico e nostalgico:
abbiamo invece rivisitato l’esperienza fondante di Francesco come l’icona del nostro futuro,
come la forma vitae che tutti siamo chiamati
a realizzare e rendere eloquente testimonianza
per il mondo d’oggi».
C’è quindi un filo ideale che collega passato e presente, destinato a prolungarsi nel
futuro con rinnovato slancio. Il tema del capitolo è stato la missione evangelizzatrice, bene
espressa nel titolo stesso: Portatori del dono
del Vangelo: dono da ricevere e nello stesso
tempo da restituire. «Parliamo di “dono”. Ha
sottolineato Fr. Carballo, nel senso in cui egli
ne parla, quando dice che il Signore gli “diede” dei fratelli, e parliamo di restituzione nel
senso in cui egli dice: e restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
rendiamogli grazie, perché procedono tutti da
Lui. Tale restituzione si riferisce, dunque, anche alla espropriazione». Sono due aspetti che
«coniugandosi, danno origine alla nostra vita
e missione, situandoci nel contesto della vita,
delle necessità, delle domande e delle sfide dei
nostri popoli; per essi l’annuncio della buona
Notizia del Regno di Dio, germe di un mondo
nuovo di giustizia, di pace e di fraternità, vuol
essere oggi più che mai generatore di speranza».
Il dono del Vangelo
Scrive il documento finale: «Il dono del
Vangelo sta all’origine della nostra fraternità. Nel Testamento di Francesco il dono dei
fratelli e quello della forma di vita evangelica
sono strettamente uniti. Quando i primi due
compagni di Francesco gli chiesero che cosa
dovevano fare per vivere con lui, egli rispose:
“Chiediamo consiglio a Cristo” e con loro si
recò in chiesa per aprire tre volte il libro del
Vangelo. In esso è Cristo che parla, e da questo ascolto della voce del Signore nasce quel
nuovo legame nello Spirito che è la prima
fraternità. Il piccolo gruppo di fratelli, germe
dell’Ordine francescano, in questo momento
fontale precede ogni distinzione ministeriale.
Sono soltanto dei credenti che vogliono prendere sul serio il Vangelo.
Fin dai primi giorni la Fraternità si scopre
chiamata ad annunciare quello che vive. Tommaso da Celano narra che subito alle origini,
quando i fratelli erano solo in otto, avvenne il
primo invio per il mondo. Francesco e i suoi
diventano così annunciatori ed evangelizzatori.
Questo sarà un tratto caratteristico della vita francescana, cui viene dedicata esplicita attenzione in entrambe le Regole(cf Regola non
bollata 14; Regola bollata 3). È itineranza, è
simpatia per il mondo, dal quale non si vuole
fuggire, ma nel quale si riconosce piuttosto il
proprio chiostro, è condividere la vita dei poveri e di quelli che si trovano lungo la strada.
Questo andare per il mondo è una restituzione
del dono del Vangelo ricevuto.
Francesco e i suoi mostrano di essere capaci di scelte che rendono concrete le loro
intuizioni. Essi scelgono di non toccare denaro, ma non per questo rinunciano al lavoro o
alla cura dei lebbrosi, scelgono di non andare
a cavallo senza per questo rinunciare a girare
per il mondo, rinunciano decisamente ai privilegi ecclesiastici, pur dichiarandosi sempre
sudditi e soggetti ai piedi della santa Chiesa,
scelgono di affidarsi alla Provvidenza per il
loro sostentamento, e proprio per questo sono
liberi di mangiare quello che sarà loro posto
innanzi. In questo modo la prima Fraternità ci
appare come una Fraternità profetica, una Fraternità-segno che sa leggere i segni dei tempi
e incarnare il Vangelo in maniera concreta e
comprensibile alla cultura del proprio tempo.
Va ugualmente segnalata la fantasia evangelica con cui Francesco e i suoi sanno annunciare il Vangelo di pace: basti pensare al modo
in cui egli riesce a rappacificare il vescovo e il
podestà di Assisi, in lotta tra loro. Francesco
agisce in maniera semplice e intelligente: non
entra in merito alle questioni economiche o di
potere che avevano diviso i due, non pretende
di trovare una soluzione “politica”, ma semplicemente li invita ad ascoltare il Cantico, cioè
una canzone di cui egli aveva composto parole
e musica. La sua fantasia gli suggerisce il modo di aiutarli a risolvere le loro contese, a partire dal proprio dono. Che cosa c’è di più efficace della musica e del canto per muovere gli
affetti e parlare al cuore? La “logica del dono”
appare chiaramente come una alternativa alla
logica del prezzo, del guadagno, dell’utilità e
del potere, che dominava allora come anche
nel mondo di oggi.
Come Francesco e molti fratelli della nostra
storia, che seppero porre i propri doni particolari al servizio della buona novella, anche
noi ci sentiamo chiamati ad accogliere il dono
del Vangelo e a restituirlo creativamente con
la vita, con gesti concreti, mediante l’esercizio
dei nostri doni specifici. Vogliamo imparare
ad ascoltare la parola di Gesù e a restituirla
agli uomini e alle donne di oggi, nello spirito
del Vangelo (cf. Mt 25,40), camminando per le
strade del mondo come frati minori evangelizzatori con il cuore rivolto al Signore».
Vangelo, dono da restituire
Riferendosi a questa indicazione capitolare, fr. Carballo nella lettera per il 4 ottobre,
commenta: «Ma non possiamo essere veri discepoli se non siamo nello stesso tempo anche
testimoni e missionari di Gesù, c’insegna san
Francesco. Il Vangelo ricevuto e accolto non
possiamo tenerlo solo per noi: dobbiamo restituirlo andando per il mondo ad annunciarlo a
tutti gli uomini. È quanto il capitolo generale
ci ha detto chiamandoci «portatori del dono
del Vangelo». Sì, il Vangelo che è la nostra
AD CHRONICAM ORDINIS
forma vitae, il Vangelo che è all’origine delle nostre Fraternità e della nostra missione
evangelizzatrice, dobbiamo restituirlo con la
testimonianza dell’ amore reciproco nelle Fraternità, con l’annuncio esplicito, con te scelte
evangeliche coraggiose per «incarnare il Vangelo in maniera concreta», con la fantasia creatrice che sa trovare, nelle diverse circostanze,
forme nuove e adatte ai diversi destinatari del
mondo odierno».
Il documento finale del capitolo infatti
osserva: «Nella sua essenza più profonda il
Vangelo è un dono destinato a essere condiviso. L’invio ad evangelizzare sorge dalle sue
stesse viscere ed è contemporaneamente una
esigenza della fede. Una autentica esperienza
di Dio, infatti, ci mette in movimento perché
non è possibile sentire l’abbraccio infinito di
un Dio follemente innamorato perché è amore
e solo amore, senza sentire al medesimo tempo l’urgente necessità di condividere questa
stessa esperienza con altri. In ultima analisi,
evangelizzare è fare l’esperienza di Emmaus,
ponendosi in cammino per fare una offerta di
fede mediante una testimonianza condivisa; e
colui che condivide, restituisce».
Ma l’autentica esperienza di fede che mette in movimento richiede anche di interrogarsi
sull’idea che si ha di Dio: quella di una fede
monoteista o quella di Dio Trinità. Osserva
infatti il documento capitolare: «A questo proposito è necessaria una sana autocritica e domandarci se l’immobilismo e lo stallo che minacciano di paralizzare ogni dinamismo evangelizzatore non stiano segnalando una crisi di
fede che tocca alcuni di noi. E forse il nodo del
problema non consiste nel fatto che non crediamo, ma piuttosto nel chiederci quale idea di
Dio abbiamo posto al centro della nostra fede.
Non si dà forse il caso che accentuiamo con
eccessiva insistenza, in maniera unilaterale, il
lato monoteista della nostra fede, a detrimento della sua dimensione trinitaria, nella quale
si radica la sua originalità? Questa domanda
è pertinente, perché l’invio ad evangelizzare
ha senso soltanto a partire dalla fede in un Dio
che è Padre e che dagli abissi della sua intimità
di comunione e amore invia il suo Figlio ad
annunciare e a rendere presente la buona novella del suo Regno per l’azione dello Spirito.
Inoltre, solo a partire da questo presupposto di
fede possiamo capire che la missione evangelizzatrice è essenzialmente inerente alla nostra
vocazione francescana, visto che tutti abbiamo
professato questa forma di vita sotto il segno
421
della fede trinitaria: a lode e gloria della santissima Trinità. Sul fondamento di una fede e di
una spiritualità trinitarie possiamo entrare nella dinamica della logica del dono, che fa sì che
la ricchezza dei doni che i fratelli apportano,
insieme alla diversità di contesti sociali, culturali e religiosi che ci sfidano, conferisca alla
missione del nostro Ordine la sua caratteristica
di carismatica, e quindi plurale e diversa.
Nella centralità dovuta al Dio trino come
principio integratore della nostra vita, delle
nostre Fraternità e dei doni dei fratelli, si gioca
la speranza che anima la nostra missione evangelizzatrice».
Una missione inter gentes
Insistendo sull’aspetto del dono, fr. Carballo nella citata lettera per il 4 ottobre, osserva:
«Ci preme sottolineare l’importanza assoluta
di entrare tutti nella dinamica della logica del
dono per superare anzitutto ogni forma di “immobilismo” spirituale e pastorale, per superare
qualsiasi tendenza o tentazione di “autoreferenzialità” che chiude ogni orizzonte, in modo
da aprirsi, anche espropriandosi di tante forme
di indebita appropriazione, e andare ad «abitare le frontiere» antropologiche e sociali, curare
le ferite provocate dalle «fessure di un mondo
frammentato, con un impegno di integrazione
per superare queste e altre dicotomie, come
cammino di restituzione». Riteniamo ugualmente importante promuovere tra di noi una
«sensibilità sociale» ed avviarci tutti verso una
nuova «evangelizzazione condivisa» promuovendo «la condivisione della nostra missione
con i laici» nostri fratelli».
Il discorso si apre quindi alla missione che
deve essere anzitutto, prima ancora di una
missione ad gentes, una missione inter gentes. Ciò richiede, scrive il documento finale
del capitolo, ampiezza di orizzonti, empatia
verso il mondo, decentramento da se stessi e
soprattutto inculturazione. «Un altro cammino
di restituzione che il capitolo ha sottolineato
in questi giorni è la cosiddetta missione inter
gentes, espressione che indica un modo di renderci presenti là dove il Signore ci invia, come
pure un atteggiamento verso il mondo. È un
processo di inserimento nella realtà che ci fa
condividere la vita dei nostri popoli con tutta
la sua complessità. La missione inter gentes
suppone questa empatia verso il mondo ed è
conseguenza e prolungamento del mistero
dell’incarnazione. Per annunciare la buona
422
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
novella del Regno, il Verbo – il primo minore
– si fa carne in un corpo umano e si inserisce
anche in un tempo storico, in una società e in
una cultura concrete, condividendo così in tutto la condizione umana, eccetto il peccato (cf
Gv 1,14; Eb 4,5; Fil 2,7-8; Preghiera eucaristica IV). Se Cristo è il paradigma di ogni evangelizzazione, l’incarnazione reale ed effettiva
dell’evangelizzatore nella realtà socio-culturale di un popolo è una ineludibile esigenza della
sua missione.
Per realizzare questa desiderata incarnazione c’è bisogno di de-centrarsi da noi stessi,
sull’esempio del Figlio di Dio che non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio,
ma spogliò se stesso, assumendo la condizione
di servo e divenendo simile agli uomini ((cf Fil
2,6-7) . L’Ordine si sente chiamato ad essere
meno autoreferenziale e ad essere più attento
verso il divenire del mondo; a preoccuparsi
meno per il proprio futuro e di più per il destino dell’umanità; a darsi da fare non tanto per
adeguare le proprie strutture interne, quanto
per adeguarsi ai tempi che corrono. Fenomeni
come l’interculturalità, la rivendicazione e difesa dei diritti umani, l’emergere e il rendersi
visibili delle minoranze di ogni tipo; la crisi del
modello economico neo-liberale che impoverisce sempre più i settori deboli delle nostre
popolazioni, lo spietato disastro ambientale, i
fenomeni migratori, sono, tra gli altri, appelli
che lo Spirito ci lancia e che chiedono risposta.
Crediamo che lo Spirito continua ad agire, parlando e manifestandosi, oggi come ieri.
La missione inter gentes implica un atteggiamento di simpatia per il mondo, come condizione per entrare in dialogo con gli uomini
e le donne di oggi e per la evangelizzazione.
Non si tratta di accomodarsi al mondo e tanto
meno di sospendere ogni giudizio critico nei
suoi confronti. Si tratta piuttosto di imparare
ad essere capaci di gettare uno sguardo positivo sui contesti e sulle culture in cui siamo
immersi, scoprendovi le inedite opportunità
di grazia che il Signore ci offre.Viviamo un
nuovo kairós che il Signore ci offre attraverso il collasso dei precedenti paradigmi sociali,
culturali e religiosi, e l’emergere dei nuovi che
accompagnano il cambio di epoca che stiamo
vivendo. In tal modo la missione evangelizzatrice si converte in un movimento di andare e
venire, che comporta un dare ma anche un ricevere, in un atteggiamento di dialogo.
La missione inter gentes si esprime anche
attraverso l’inculturazione. Sedotti da Cristo,
Parola di Dio inculturata per eccellenza, anche noi vogliamo imparare a incarnare il messaggio evangelico nei diversi contesti in cui
viviamo. Perché il Vangelo sia significativo
non si deve aspettare che siano gli uomini e
le donne di oggi a sforzarsi per capire quello
che cerchiamo di trasmettere; piuttosto spetta
a noi imparare il linguaggio del mondo e i suoi
codici di comunicazione per rendere intelligibile il messaggio. Mi sono fatto tutto a tutti,
per salvare ad ogni costo qualcuno, dice l’apostolo. E aggiunge: tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe con loro (1Cor
9,22b-23). La situazione della Chiesa al tempo di Francesco offre una lezione: prigioniera
delle strutture feudali, aveva perso la capacità
di comunicare il Vangelo alla società di allora, aveva perso il linguaggio della missione, le
sfuggiva il nuovo mondo».
Dall’inter gentes all’ad gentes
«La missione inter gentes trova la sua piena
espressione e, in certo modo, il suo compimento nella missione ad gentes. In molte occasioni
il capitolo ha espresso per essa il suo sincero
apprezzamento e ha sottolineato l’importanza
di questo tratto essenziale di ogni evangelizzazione. La missione ad gentes, infatti, mette in
singolare evidenza il momento iniziale della
fede, che nasce dall’annuncio del kerigma a
quanti ancora non conoscono il Vangelo e che
chiama alla conversione. Per tale fede annunciata e condivisa lo Spirito genera legami di
comunione da cui fa nascere la Chiesa. Questa
dinamica missionaria appartiene essenzialmente alla fisionomia della Chiesa, obbediente
al mandato di Gesù che dice: «Andate dunque
e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò
che vi ho comandato» (Mt 28,19-20).
Francesco e i suoi fratelli della prima ora
furono particolarmente colpiti dai testi evangelici dell’invio in missione dei discepoli, che
ispirarono il loro andare per il mondo sprovvisti di quanto poteva dar loro sicurezza (cf.
Lc 9,3.). Questo è un tratto tipico della nostra
tradizione francescana e fin dalle origini i Frati hanno saputo oltrepassare i confini, per avventurarsi al di là delle frontiere della cristianità. La storia della prima Fraternità è segnata
da missioni oltre le montagne, verso il nord
dell’Europa, e oltre il mare, verso l’Oriente. È
Francesco che suscita queste prime spedizioni
AD CHRONICAM ORDINIS
missionarie fin dal Capitolo del 1217 ed è lui
stesso che, due anni dopo, parte per l’Oriente...».
Abitare le frontiere
Un volta poste queste premesse è facile comprendere quali sono gli atteggiamenti
che devono caratterizzare l’evangelizzatore e
i luoghi in cui svolgere la sua attività. L’immagine che meglio ne delinea i tratti è quella
dell’itineranza, che consiste nell’ “abitare e
attraversare le frontiere”. «L’evangelizzatore
- scrive il documento finale - è uno che continuamente attraversa confini per il semplice
fatto di essere inviato. Può trattarsi di confini
geografici, come talvolta accade nel caso delle missioni ad gentes, però ne esistono anche
di altro tipo e dobbiamo imparare a oltrepassarli. Viviamo in società divise a settori dove talvolta le divisioni si fanno troppo rigide,
originando così discriminazioni, esclusione e,
in casi limite, violenza fisica, psichica e ideologica. Nell’attuale contesto sociale, ecclesiale
e dell’Ordine stesso alcune di quelle divisioni
hanno speciale rilevanza e ci spingono a esercitare la nostra itineranza attraversando frontiere come quelle che dividono uomo e donna,
chierico e laico, ricco e povero, cultura e natura, anima e corpo, cittadino e immigrante, preghiera e lavoro, Ordine e mondo, comunità e
soggetto individuale. Evangelizzare comporta
la ricerca di rendere porosi i nostri confini per
permettere il flusso della intercomunione e la
intercomunicazione. Ancora una volta, solo la
fede e la spiritualità trinitaria ci permetteranno
di abitare le fessure di un mondo frammentato,
con un impegno di integrazione per superare
queste e altre dicotomie, come cammino di restituzione.
Allo stesso tempo, esiste il fenomeno di altre frontiere che diventano imprecise e delimitano sempre meno. La globalizzazione può essere addotta come un esempio paradigmatico
di tutto ciò. Essa è uno dei grandi paradossi del
nostro tempo: per alcuni le frontiere diventano invalicabili, per altri quasi non esistono. Il
fenomeno dell’immigrazione si iscrive in questa dialettica, specialmente quando si tratta di
rifugiati. Ogni anno sono innumerevoli quelli
che la miseria o la violenza espellono dai propri paesi e non sono pochi coloro che muoiono
nell’intento di trovare i mezzi per sostentare le
proprie necessità più elementari e quelle delle rispettive famiglie. La loro è una itineranza
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povera e minoritica. Noi frati minori possiamo
trovare uno spazio sociale in cui questi valori
del nostro carisma siano meglio rappresentati? Una presenza evangelica tra di loro sarebbe
un segno di restituzione particolarmente eloquente in questo mondo dove solo il flusso di
denaro, di beni e di servizi trova libero transito, ma non le persone, e tanto meno i poveri,
sacramento del Figlio di Dio che fu povero e
ospite. In forza della sua incarnazione, il Verbo si pone dal lato della periferia, della vulnerabilità, della povertà. Non possiamo dimenticare, perciò, che “la nostra minorità, che ha
Cristo come paradigma […], deve tradursi in
scelte coraggiose, che ci portano “ad abbandonare alcune situazioni sociali ed ecclesiali per
scegliere con maggiore decisione i luoghi di
frontiera e la marginalità, che sono parte integrante della nostra tradizione”.
Assistiamo alla nascita di un mondo nel
quale sorgono diverse sensibilità che condividono lo spazio comune: africana, asiatica, latino-americana…; culture e religioni che fino a
poco tempo fa erano maggioritarie in certi ambienti incominciano a non esserlo più, mentre
altre vanno emergendo e riaffermando il proprio diritto ad essere riconosciute e ad esistere.
Ormai non è necessario viaggiare per migliaia
di chilometri per incontrare altre culture e altre religioni. Le opportunità per dialogare con
esse stanno ormai a portata di mano. Formarci
per il dialogo e restituire il Vangelo in questi
ambiti è opera dello Spirito la cui azione non
conosce frontiere, perché è lo Spirito che spinge ad andare sempre oltre, non solo in senso
geografico, ma anche al di là delle barriere etniche e religiose, per una missione veramente
universale» (Redemptoris missio 25; cf 30).
I laici e l’evangelizzazione condivisa
Un posto importante nella missione spetta
ai laici. Il capitolo ha recepito questo principio
e l’ha sottolineato con forte evidenza nel documento finale, tenendo presente anche la particolare sensibilità che esiste nell’Ordine dei
frati minori, concepito e costituito fin dall’inizio come fraternità di chierici e laici, in cui è
valorizzato il dono della vocazione religiosa
laicale.
«La missione di evangelizzare – si legge nel documento finale – appartiene a tutta
la Chiesa, non solo ai ministri ordinati. Nella diversità dei ministeri, tutti i cristiani sono
chiamati a rispondere alla parola del Signore
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
che invia ad annunciare la buona novella del
Regno. Una corretta concezione di Chiesa riconosce nella comune condizione battesimale
il fondamento dei diversi carismi e ministeri.
Per questi motivi noi, frati minori, ci sentiamo
chiamati a promuovere la condivisione della
nostra missione con i laici come un atto di autentica restituzione del Vangelo, dono di Dio
per tutta la sua Chiesa. Così i laici esercitano
il loro diritto e dovere di ritenere, praticare e
professare la fede trasmessa. Il laico è evangelizzatore per diritto proprio, non per graziosa
concessione né tanto meno a titolo di supplenza per venire in soccorso alle nostre carenze di
personale. Di conseguenza, dobbiamo entrare
in una “conversione ecclesiologica” che ci faccia superare la mentalità clericale che ancora
prevale tra alcuni fratelli. Un modello di Chiesa che fosse basato unicamente sul sacerdote
e sul missionario chierico non permetterebbe
una evangelizzazione condivisa, poiché questa
implica la disponibilità a rinunciare a certe sicurezze e a cedere spazi di potere e di protagonismo. Per questo una tale restituzione sarebbe
un segno concreto dello Spirito: e a noi, frati
minori, spetta il compito di essere inventori
profetici di segni.
Il nostro Ordine, formato da frati chierici
e laici, comprende e valorizza il dono della
vocazione religiosa laicale. Riteniamo utile riprendere qualche orientamento emerso in questo capitolo a proposito dei frati laici.
È stato ricordato che in alcune regioni
dell’Ordine […]si vivono ancora situazioni di discriminazione per quanto riguarda le
opportunità di formazione che, per la nostra
legislazione, devono essere le stesse per tutti
e che il modo di esercitare i nostri ministeri
non sempre favorisce la partecipazione attiva
dei Frati laici nella missione evangelizzatrice.
A tale proposito, è stata ribadita l’esigenza di
una formazione unica per tutti i frati, che però
sia insieme rispettosa del dono di ciascun fratello e delle diverse vocazioni suscitate dallo
Spirito. Bisogna che tutti i nostri candidati si
formino per evangelizzare, non per esercitare
un solo modello di evangelizzazione. In questo stesso ordine di idee dobbiamo chiederci
se il clericalismo nell’Ordine non si deve in
parte e in alcuni casi alle nostre attuali strutture formative che fanno sì che alcuni dei nostri
fratelli in formazione con vocazione laicale finiscano per farsi ordinare semplicemente perché non trovano altri spazi con altre dinamiche
formative fuori del cursus clericale».
Un altro punto fondamentale sottolineato
è che l’evangelizzazione esige un progetto
fraterno di vita e di missione. Leggiamo ancora nel documento finale: «Nessun progetto
di evangelizzazione è iniziativa o patrimonio
personale di nessuno; è sempre la Fraternità
che evangelizza. La reciproca cura che i fratelli si scambiano a somiglianza della comunione trinitaria ci chiede di coltivare particolare
attenzione alla qualità della vita fraterna. Una
parte importante del servizio di animazione
dei ministri e guardiani è la ricerca dei mezzi
per ricreare comunione, mutua comunicazione, calore e verità nelle relazioni reciproche.
La vita segnata dal dinamismo del Vangelo si trasforma in passione incontenibile per
il Regno. Bisogna dar forma alla vita per non
perdere i frutti di quello che il Signore ha seminato. Manteniamo perciò la nostra convinzione che è necessario che le Fraternità e le
Entità entrino in una cultura del progetto fraterno di vita e missione. Ciò che ci spinge a
crederlo non è anzitutto una preoccupazione
di efficacia operativa, ma piuttosto la necessità di integrare la missione evangelizzatrice nel contesto della nostra vita e di stabilirvi priorità che guidino le nostre decisioni.
In questi anni abbiamo lavorato sulle priorità
della nostra vita; ora affermiamo la convinzione che tra le priorità e la missione evangelizzatrice debba stabilirsi una dinamica circolare
di alimentazione reciproca, all’interno della
quale si inseriscono i nostri progetti. In questa ampia prospettiva, l’evangelizzazione si
presenta come l’orizzonte di tutto il cammino
di conversione del frate minore e quindi della formazione permanente. La missione non
è semplicemente la dimensione “esterna” alla
nostra vita. Infatti, «la stessa vita consacrata,
sotto l’azione dello Spirito Santo che è all’origine di ogni vocazione e carisma, diventa missione, come lo è stata tutta la vita di Gesù» (Vita consecrata 72, citato in Siete stati chiamati
a libertà 20).
È necessaria anche una sensibilità sociale
perché il contatto con la realtà, letta con gli
strumenti critici delle scienze sociali e soggetta a discernimento con gli occhi della fede, ci
suggerisca il progetto che il Signore ci chiede. Non possiamo voltare le spalle al divenire
del mondo, specialmente in questi tempi nei
quali la cultura postmoderna con il suo strascico di opportunità, ma anche di incertezze,
di disincanto e di scetticismo, ci pone tante
sfide. L’Ordine ha scelto di accompagnare
425
AD CHRONICAM ORDINIS
questo mondo nel cammino, non come chi ha
già pronte le risposte a tanti interrogativi che
si pongono, ma perché alla pari dei nostri fratelli e sorelle, gli uomini e le donne di questo
mondo, anche noi siamo mendicanti di senso.
Saremo coerenti con questa scelta? Non si può
dunque elaborare un progetto fraterno di vita e
missione evangelizzatrice senza coscienza sociale. Perciò prima di preoccuparci di adeguare le nostre strutture dovremmo cominciare a
leggere con attenzione i segni dei tempi e dei
luoghi e lasciarci interpellare da essi.
La spiritualità che alimenta la nostra vita
e missione evangelizzatrice non è mai aliena
dalla vita dei nostri popoli e da quanto la riguarda. La cosiddetta giustizia ambientale, la
non violenza attiva, i rifugiati, gli emigranti, i
senza terra, le minoranze etniche, l’uso etico
e solidale delle risorse finanziarie, l’epidemia
di AIDS, sono alcune delle realtà che devono essere portate nella preghiera e soggette a
discernimento nella nostra pratica quotidiana
della lettura orante della Parola. I valori della
giustizia, della pace e dell’integrità del creato,
che sono valori radicati nel Vangelo, devono
rendersi naturalmente presenti nella nostra
vita di orazione e devozione, come pure nella
vita quotidiana e nell’esercizio dei nostri ministeri. Siamo chiamati a costruire ponti di dialogo, di incontro, di riconciliazione e di pace;
ad essere messaggeri della cultura della vita in
tutto l’arco del suo sviluppo; ad essere, infine,
custodi di speranza.
Il “ridimensionamento” delle presenze e
delle Entità che spesso comporta chiusure e
fusioni per le une e le altre è parte delle revisioni e ristrutturazioni. Si tratta di un processo
doloroso nel quale, tuttavia, siamo chiamati a
scoprire un momento di grazia pasquale per
tentare di ridarci significato, in una maniera
più semplice e più vulnerabile, ma anche più
profetica e certo maggiormente da minori, là
dove siamo già presenti. Nel nostro Ordine
questo cambiamento è una realtà che si fa ogni
volta più visibile e che può rappresentare una
inedita opportunità per superare la mentalità
provincialista e incrementare la interprovincialità e il senso di appartenenza alle Conferenze e all’Ordine».
Per l’attuazione di queste linee, il documento finale riporta in dettaglio i cosiddetti “mandati” operativi da tradurre nei vari ambiti in cui
è articolato l’Ordine. Fra i vari, segnaliamo soprattutto la forte insistenza sulla formazione alla missione evangelizzatrice, in vista di quella
creatività e audacia di cui si parlava all’inizio.
Lo sguardo dovrà essere sempre rivolto avanti. È detto infatti: «Senza tralasciare le attività
di evangelizzazione ordinaria, si privilegino
le nuove iniziative. Per favorire la dimensione
missionaria ed evangelizzatrice, con un’attenzione particolare ai luoghi di frontiera e con
nuove forme di evangelizzazione itinerante e
di Fraternità “inserite”, il definitorio generale,
con il coinvolgimento delle rispettive Conferenze, promuova itinerari formativi tipicamente francescani per Frati e laici insieme».
Dopo otto secoli di feconda esistenza nella
Chiesa, i frati minori riprendono così il loro
cammino con rinnovata giovinezza e col loro
esempio sono di incoraggiamento anche a tutta
la vita consacrata, nel momento delicato e confuso che sta attraversando.
Antonio Dall’Osto
[Testimoni, n. 18 (2009) 22-29]
8. La ristampa anastatica della biografia
di Fedele da Fanna artefice dell’edizione
critica dell’Opera Omnia di san Bonaventura
INTRODUZIONE ALLA RISTAMPA
La divulgazione delle ricerche e degli studi
in ambito francescano quasi sempre si è fortemente orientata su s. Francesco e i movimenti
cui ha dato origine, e oggi più che mai sembra perseguire questa direzione, assecondando – talvolta lusingando – un bisogno reale o
indotto di ricerca delle radici e dell’autenticità
di una figura o di un messaggio spirituale, particolarmente vivo e sentito tra gli appartenenti
di questo Ordine. Così fuori dai recinti eruditi,
rappresentati da alcune sedi e riviste specializzate – che offrono contributi settoriali precisi
e importanti, ma spesso poco attraenti per chi
non pratica il duro esercizio delle analisi storiche, filologiche e paleografiche –, restano in
ombra, per non dire ignote al grande pubblico
di oggi, altre storie: quelle di avvenimenti, fatti e imprese, successi e sconfitte di uomini, che
in vario modo e in vari ambiti – istituzionale,
spirituale, dottrinale, economico, politico, artistico – dopo Francesco nel corso di secoli,
ispirandosi all’esperienza e al modello della
sua vita, hanno messo al servizio dell’Ordine
le loro fatiche e il loro impegno intellettuale.
426
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Una di queste storie è particolarmente avvincente e significativa: è la storia della vita di
un uomo e, indissolubilmente legata a questa,
quella della nascita e attuazione tra difficoltà
di ogni genere, di una delle più grandi imprese scientifiche di tutti i tempi, che diverrà un
modello per quelle coeve e future: l’edizione
dell’Opera omnia di Bonaventura, il maggiore
teologo francescano del secolo XIII.
Ideatore del progetto scientifico e suo esecutore materiale fu Fedele da Fanna (18381881), un frate friulano di modeste origini, di
malferma salute, schivo, poco diplomatico, ma
di eccezionale capacità lavorativa, incredibile
tenacia di propositi, appartenente Provincia
Veneta di s. Francesco (fino al 1897 detta Riformata di s. Antonio), allora sotto l’Impero
austro-ungarico, dove prima che l’italiano si
parlava il veneto, il friulano, il tedesco e tra
i dotti il latino. All’origine però dell’impresa,
che difese e sostenne sempre con lungimirante convinzione, vi fu un altro uomo appartenente alla stessa Provincia: Bernardino da
Portogruaro (1822-1895), prima Provinciale
(1855-1861), poi per un lungo periodo Generale dell’Ordine (1869-1889). Di solida cultura e preparazione intellettuale, ma soprattutto
attento e illuminato politico, già durante il
suo provincialato avvertì l’esigenza di rinnovare e promuovere profondamente gli studi
all’interno dell’Ordine, fortemente decaduti
soprattutto in seguito alle soppressioni napoleoniche, e, attraverso una lettura più diretta di
testi teologici e filosofici medievali, di formare frati intellettualmente e spiritualmente più
preparati, colti, e religiosamente motivati. A
tal fine egli curò personalmente una ristampa
tascabile di tre opuscoli bonaventuriani, formulò direttive sui manuali e i testi filosofici
e teologici da adottare nella sua Provincia indicando il Breviloquio di Bonaventura come
testo di insegnamento di teologia dogmatica,
e ne commissionò un’“edizione”, più precisamente una ristampa, con commenti e aggiunte.
Guidato dai suoi intenti pedagogico-formativi,
Bernardino riteneva fosse sufficiente ristampare e integrare le vecchie edizioni, e da Generale - in vista del VIo Centenario della morte
di Bonaventura - incaricò Fedele di curare una
“nuova edizione” delle opere di questo autore.
Fedele da Fanna seguì un’altra via. Lavorando sul campo, ovvero studiando le vecchie
edizioni di Bonaventura, capì e soprattutto
mise in pratica ciò che fino ad allora nessuno
aveva sistematicamente fatto: capì che un’edi-
zione migliorata non bastava, sarebbe stato un
lavoro di facciata, non avrebbe avuto i requisiti
di edizione critica, insomma non sarebbe stata
“una nuova edizione”. A suo giudizio era necessario infatti riprendere dalle fondamenta e
a 360 gradi tutto il lavoro precedente, ossia per
ricostruire un testo attendibile, ovvero critico,
si doveva stabilirne l’autenticità, ricostruirlo
filologicamente alla luce della sua tradizione
manoscritta, documentarlo e valutarlo. E ciò
era possibile soltanto dopo aver individuato,
descritto ed esaminato minuziosamente tutti i
testimoni manoscritti di un’opera conservati
nelle varie biblioteche d’Europa, anche le più
remote.
Questo Fedele fece per un decennio dal
1871 all’80. Il libro racconta i viaggi scomodi
in terza classe e a cavallo per tutta l’Europa, il
vitto spesso insufficiente e cattivo, il freddo,
il lavoro forsennato e insonne nei conventi, le
visite negli archivi e nelle biblioteche anche
le più inaccessibili alla ricerca, descrizione,
studio di nuovi codici, le sofferenze fisiche e
morali patite, le nevrosi di Fedele, le incomprensioni e invidie dei confratelli, la costante
penuria di mezzi finanziari e di collaboratori,
alcuni ignavi, altri incapaci, quasi sempre riottosi a una vita di simili sacrifici; ma racconta
anche il sostegno sempre affettuoso, vigile e
comprensivo di Bernardino, il grande credito e
i riconoscimenti tributati dai dotti di tutta Europa, bibliotecari, uomini di studio, regnanti,
che più dei suoi confratelli capirono il valore
del suo impegno scientifico e i frutti che esso avrebbe dato: frutti che Fedele non riuscì a
vedere, perché sfinito dalla stanchezza e dalla
tisi, morì prima, nel Collegio s. Bonaventura
di Quaracchi (Firenze), la casa di studio comperata da Bernardino per ospitare i materiali,
la tipografia, e gli editori e collaboratori delle
opere di Bonaventura e di altre iniziative editoriali francescane che si stavano avviando.
Dietro a Fedele c’è sempre l’ombra paterna
di Bernardino: la storia del primo ha singolari tratti comuni con quella del suo Generale:
appartenenti alla stessa Provincia religiosa, la
abbandonano presto per viaggiare austeri, in
povertà e soprattutto senza sosta per tutta Europa: Fedele per motivi scientifici, Bernardino
per scopi istituzionali e diplomatico-pastorale:
la loro Provincia si è allargata, è diventata ormai tutto il continente europeo, del quale Fedele conosce più i manoscritti e i materiali documentari, Bernardino invece gli uomini. Hanno
compiti e ruoli diversi nell’Ordine: il primo è
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lo studioso che vive un po’ a margine, spesso
insofferente perché si sente incompreso, non
esaudito nelle sue richieste di mezzi e di personale; il secondo è piuttosto l’uomo d’azione che vive al centro dell’Ordine, in qualità di
Generale, di grande mediatore di situazioni e
avvenimenti che si trova a dover affrontare e
decidere. Ambedue però sono motivati nel loro operare da un valore condiviso: quello dello studio, per Bernardino segno e condizione
imprescindibile della vocazione sacerdotale,
perché – come sosteneva nel suo programma
da Generale – soltanto lo studio conduce alla
scienza e questa è così necessaria al sacerdote
che se la rifiuta, Dio lo rifiuta “ricusando il ministero del sacerdote ignorante”. Il valore dello
studio, dunque: una sfida grande per quei tempi, nei quali, specie tra i giovani Francescani
conoscenze dottrinali, impegno scientifico e
ricerca rigorosa latitavano. Fedele da Fanna
che non teorizza, ma opera concretamente gettando solidissime basi alla più grande impresa
editoriale dei Francescani nell’Ottocento, che
dà in senso metaforico e reale il sangue per
essa, è certamente una delle incarnazioni più
alte della nobiltà dello studio come vocazione,
dovere e serietà.
Tutto questo tratta il libro di Meneghin:
esso è l’appassionante ricostruzione della biografia di Fedele, della storia delle origini e dello sviluppo dell’edizione dell’Opera omnia di
Bonaventura e della fondazione del Collegio
di Quaracchi, trasferito nel 1971 a Grottaferrata (Roma) e nel 2008 nel Collegio di S. Isidoro (Roma), e offre la presentazione di uno
spaccato vivissimo della storia dei frati minori
nel secolo XIX e della cultura neo-scolastica
del tempo, della quale il da Fanna è un’espressione marginale (essendo più interessato ai
manoscritti che ai dibattiti teorici), ma non per
questo meno significativa.
Complessivamente il libro rivela un segmento della storia culturale dei Francescani,
appunto quella dell’Ottocento, che ancora oggi può insegnare molto.
La figura di Fedele indica l’importanza
dello studio, l’impegno di un grande rigore e
l’austera nobiltà della ricerca scientifica che
non fa sconti, non cerca scorciatoie, né compromessi, valori spesso disattesi oggi nel servire Dio e la sociètà con il lavoro intellettuale
come in quello manuale.
La ricostruzione di come nell’Ottocento si
sia venuta configurando e attuando la grande
edizione critica, indica come tra s. Francesco e
427
l’oggi si debba recuperare tutta una storia delle istituzioni, delle imprese dottrinali, di pratiche di studio e metodologiche, che al pari di
s. Francesco, sono patrimonio costitutivo della
storia dell’Ordine, e pertanto devono essere attentamente prese in considerazione.
Il giusto e ponderato rilievo che nel libro
di Meneghin assume la Provincia Veneta di
s. Francesco, testimonia che forse un efficace modo per tentare di tracciare una storia
dell’Ordine dei Francescani è partire dalle
microstorie delle singole province religiose,
dall’osservazione dei loro caratteri identitari
prima di intraprendere ricostruzioni e sintesi
complessive.
Rivolgendosi nel 1940 ai lettori, Meneghin
osservava che il nome del da Fanna - per un
decennio della sua breve vita onorato dagli
studiosi di tutta Europa - ai suoi tempi “non
era del tutto ignorato dagli studiosi di cose
francescane e particolarmente dai cultori della
Scolastica medioevale”.
Oggi non è così. Pochi - giovani francescani e non - affrontano ormai i testi di Bonaventura nell’Opera omnia; pochi sanno che cosa è
stato il Collegio di Quaracchi; quasi nessuno
ormai chi sia stato Fedele e che cosa abbia fatto. Soltanto chi studia come si sono costituite le grandi edizioni critiche dell’Ottocento,
francescane e non, sa che Fedele ha cambiato
radicalmente il modo di far ricerca sui manoscritti e sulle edizioni. Non sa però come materialmente egli abbia elaborato un metodo di
ricerca, concretamente abbia lavorato, quale
ricchissima documentazione abbia lasciato:
non conosce soprattutto le condizioni avventurose, difficili, talvolta penose affrontate da
questo frate, che malgrado tutto ha sempre creduto con tenacia, senza tentennamenti al valore della sua impresa. Se, dunque, ai tempi di
Meneghin il nome di Fedele era ancora noto,
oggi rischia fortemente di non esserlo più: per
questo motivo, si ritiene opportuno ristampare
il libro rimettendolo così in circolazione, e non
solo perché i Francescani riscoprano un loro
confratello e trovino in lui un esempio al quale
ispirarsi, ma più in generale perché chi studia
il pensiero di Bonaventura non sulle traduzioni, ma sul testo critico di Quaracchi, sappia chi
c’è stato in carne ed ossa dietro di esso, quale
genesi e vicissitudini ha avuto, il duro e lungo
lavoro costato.
Ma vi è un altro motivo: nel panorama
delle letteratura francescana contemporanea
vi è una certa dicotomia tra contributi docu-
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
mentati, eruditi, ma noiosi “per chi non è del
mestiere”, e un proliferare di libri divulgativi,
brillanti, ma spesso di esiguo spessore storicoscientifico. Fare alta divulgazione scientifica,
e proprio nell’era della comunicazione e con
tutti i mezzi ora a disposizione, è diventato
difficile, eppure è più che mai necessario: non
basta infatti conoscere, conservare la memoria
del passato - come si ripete di frequente oggi
- ma bisogna comunicarla, saperla trasmettere
senza banalizzazioni e semplificazioni di facile richiamo. Ora Meneghin ha fatto proprio
questo e per tale motivo il suo modo di fare
ricerca e di divulgarla, consegnato in questo
libro, è un valido modello.
Ma come è nata questa ricerca? Chi era
Meneghin?
Nel 1938, in occasione del centenario della
nascita di Fedele, il provinciale della Provincia
Veneta di s. Francesco, I. Beschin, autore di
una monografia su Bernardino da Portogruaro, commissiona una completa biografia del da
Fanna a Vittorino Meneghin (1908-1993), bibliotecario/archivista a S. Michele in Isola (Ve),
luogo di conservazione della maggior parte del
materiale documentario della Provincia. Di solida formazione archivistica, storica e teologica, e come Bernardino dotato di ampi interessi
in ambito letterario ed egli stesso fine letterato
dalla prosa semplice, ma allo stesso tempo concreta e pregnante, Meneghin, mosso da intenti
scientifici, prima che celebrativi, lavora sui documenti, come era nella migliore tradizione degli storici francescani. Frequenta assiduamente
biblioteche e archivi: quello della sua Provincia
anzitutto, l’Archivio generale OFM a Roma e
quello del Collegio s. Bonaventura a Quaracchi.
In essi trova, legge, trascrive e ordina cronologicamente copioso materiale in massima parte
inedito: principalmente lettere, ma anche note
di spesa e promemoria. Di tale materiale 138
pezzi sono riportati nel libro e ne formano circa
la metà. Una cospicua parte di essi è costituito
dalle lettere di Fedele a Bernardino inviate durante i suoi viaggi da tutt’Europa.
Meneghin inoltre, in base alla documentazione reperita, ricostruisce e presenta in tabel-
le ordinate cronologicamente le singole tappe
dei viaggi di lavoro di Fedele dal 1871 all’80,
indicando giorno, mese, anno e luogo e stila un
catalogo delle 410 biblioteche da lui visitate
nel corso di tali itinerari. Questo nudo elenco
dei viaggi e delle biblioteche frequentate è più
eloquente di tante parole per cogliere l’eccezionalità e il respiro dell’impresa del da Fanna,
considerate le distanze, il poco tempo a disposizione, la penuria e la lentezza dei mezzi di
comunicazioni, lo scarso aiuto dei confratelli.
Ma Meneghin non si limita a questo, perché nella prima parte del libro, quella che si
ristampa, collega ed espone tutti i dati documentari da lui raccolti in una narrazione che ha
il ritmo sinuoso e coinvolgente - a tratti commovente come nella descrizione degli ultimi
giorni di Fedele - di un romanzo e che l’ampio corredo fotografico rende ancora più viva.
L’uomo d’archivio, di biblioteca ha questo
grande dono: sa scrivere, e bene, e proprio per
questo ha un’efficace capacità comunicativa.
E non è solo questo: la sua intelligente passione e il risultato della sua ricerca sono per
noi, oggi più che mai fissi davanti allo schermo di un computer, un invito a frequentare
di nuovo e di persona, non solo virtualmente, archivi e biblioteche; a scoprire il fascino
e l’imprevedibilità di ricchezze inesauribili; a
cercare le carte, palparle, annusarne l’odore,
trascriverle; a decifrare le grafie, quella nervosa di Fedele e quella più posata di Bernardino.
Il libro di Meneghin, infine, invita a ritornare alla dimensione della pazienza, della cura, del dettaglio, perché indagini come le sue
richiedono, tempo, dedizione e diligenza e trovano forma in pagine dagli ampi margini, dai
caratteri nitidi, e istoriate con eleganti fregi; e
tutto questo, soprattutto oggi, non è poco.
Roma, 17 settembre 2009,
nel 750° dell’Itinerarium mentis in Deum
Barbara Faes
Consiglio Nazionale delle Ricerche
ISPF, Milano
AD CHRONICAM ORDINIS
429
9. 100 anni fa S. Maria degli Angeli veniva dichiarata Basilica Patriarcale e Cappella Papale
SS. D. N. Pii PP. X.
Litterae Apostolicae
quibus Ecclesia
S. Mariæ Angelorum in Portiuncula
Caput et Mater Ordinis Minorum
Basilica Patriarchalis
et Cappella Papalis declaratur
Lettera Apostolica
del Signore Nostro Pio Papa X
colla quale la chiesa
di S. Maria degli Angeli o Porziuncola
Capo e Madre dell’Ordine Minoritico
è dichiarata Basilica Patriarcale
e Cappella Papale
PIUS PP. X.
AD PERPETUAM REI MEMORIAM.
PIO PP. X.
A PERPETUA MEMORIA
Omnipotens ac misericors Dominus, qui
in terram universam, sicut imbres salutares,
coelestes gratias effundit, sapientissimo Suae
Providentiae consilio sanctiora quaedam in orbe loca praesenti numine illustrat, ut inde christianus populus, quasi e fonte perenni, divina
charismata uberiori haustu nanciscatur.
Celeberrima haec inter Sanctuaria, quis dubitet esse accensendum illud Sanctae Mariae
ab Angelis, sive de Portiuncula appellatum,
inclyti Franciscalis Ordinis origine clarum ac
nedum Italiae, sed etiam totius Catholici mundi ornamentum ac decus? Memoriae traditum
est, quarto reparatae salutis saeculo, dum Petri
Cathedram obtineret sanctae memoriae decessor Noster Liberius Pontifex, quatuor pios fideles peregre Ierusalem advenientes, consedisse in valle, Assisii moenibus supposita, ibique
Sacellum aedificasse, quod ob fragmentum
sepulchri Deiparae, una cum insignibus reliquiis a Cyrillo Patriarcha acceptis, eodem in
Sacello depositum, Sanctae Mariae a Iosaphat
dicarunt. Ex hoc fragmine Beati illius sepulchri, ubi Virginis corpus iacuit, brevi sideribus
inter Angelorum choros assumptum, Mariae
ab Angelis nomen aediculae est factum. Hanc
Sanctus Benedictus Monachorum Occidentis
pater anno dxi post Christum natum instauravit eideimque dono adsignavit modicam continentis agri partem, unde Portiuncula dicta fuit.
Sanctissimae vitae monachi et heremitae illam per saecula summa religione excoluerunt,
atque etiam cum iniuria temporum pene diruta
mansit. Assisienses cives labentem Virginis
ab Angelis aediculam pie celebrarunt, ipsaque
divi Francisci genitrix Pica fertur ibidern maternitatis gratiam assequuta fuisse.
Hoc igitur Sacellum vel a prima iuventute
gratum acceptumque Francisco fuit, qui filiali illud obsequio recolens restituendum prius
ornandumque curavit, ac postea evangelicae
perfectionis viam, Deo vocante, ingressus,
L’Onnipotente e misericordioso Iddio, che
spande su tutta la terra, a modo di piogge salutari, le celestiali sue grazie, per sapientissimo
consiglio di Sua Provvidenza predilige e illustra
con particolari favori alcuni luoghi nel mondo,
affinché il popolo cristiano ne tragga, come da
fonte perenne, i divini carismi in più larga copia.
Tra questi celeberrimi Santuari senza alcun
dubbio si deve annoverare quello chiamato di
Santa Maria degli Angeli o della Porziuncola,
insigne per l’origine dell’inclito Ordine Francescano, e ornamento e decoro non dell’Italia
soltanto, ma di tutto il mondo cattolico. Si narra
che nel quarto secolo dell’era cristiana, sotto il
pontificato di Liberio, Nostro Predecessore di
santa memoria, quattro pii fedeli venuti da Gerusalemme si fermarono nella valle sottostante
alle mura di Assisi, ed ivi costruissero una Cappella che dedicarono a Santa Maria di Giosafat
per avervi riposto un frammento del Sepolcro
della Divina Madre con altre reliquie avute in
dono dal Patriarca Cirillo. Pel frammento di
quel beato sepolcro, in cui giacque il corpo della Vergine assunta ben presto al cielo fra i cori
angelici, la Cappella, fu chiamata Santa Maria
degli Angeli. Nell’anno dxi dell’era cristiana,
san Benedetto Patriarca dei Monaci d’Occidente restaurò la Cappella, assegnandole in dono
una porzioncella del vicino terreno, donde prese
il nome di Porziuncola. Per lo spazio di qualche
secolo la ebbero in custodia monaci e romiti di
vita santissima, ed anche quando, per ingiuria
dei tempi, era rimasta quasi diruta, i cittadini
d’Assisi frequentarono devoti la cadente Edicola della Vergine degli Angeli, e la stessa Pica,
genitrice di Francesco, vuolsi che quivi ottenesse la grazia della maternità.
Pertanto questa Cappella fu cara e diletta fin
dai più teneri anni a Francesco, il quale onorandola con ossequio di figlio, primamente la volle restaurata e ornata, e poi, entrato per divina
vocazione nella via della perfezione evangelica,
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Minoritici Ordinis fundamenta ibi posuit.
Primis enim sibi adscitis Sodalibus, hic mirabilem illam paupertatis, obedientiae et sacri
apostolatus regulam mente molitus est, quam
paulo post Romae Innocentius Papa III, clarae memoriae praedecessor Noster, coelesti
visu monitus, ut labantes Lateranas aedes
Francisci ope atque opera reficeret, oblatam
ab Ipso sancto, Eoque adstante, die xvi mensis Aprilis anno mccix auctoritate Apostolica
probavit. Hoc ctiam in loco, ubi Fratrum Minorum Ordinem inchoaverat feliciter, Clarae
nobili Assisiensi puellae rudem Seraphicae
religionis tunicam Franciscus imposuit, eaque pia caeremonia sacram Monialium Franciscalium familiam instituit. Hic primi sunt
habiti capitulares coetus, hic celeberrima est
legifero Patri illa divini Salvatoris ac Mariae
Virginis obiecta coelestis visio, unde Portiunculae indulgentiae manavit. Quam vero vivens ante omnes dilexerat tantisqnc miraculis
illustraverat sedem, etiam in morte Sanctus
confratribus suis commendavit: «Videte, filii, ne unquam hunc locum relinquatis, nam
locus iste vere sanctus est et habitatio Christi ac Virginis matris eius» . Hic penes aram
Virginis ab Angelis et Portiunculae Sanctuarium mandavit Franciscus asservari post obitum cor suum, quasi significaret hunc locum
eum esse, quem prae omnibus adamasset in
terris: hic optavit mortalis aevi cursum implere: huc iussit socios se morientem adducerent: hic denique dissolvi cupiens et cum
Christo esse, in dulcissimo asylo supremum
diem placide obiit.
Sed postquam Sanctus fundator e vivis excessit, et corpus Eius Assisii in praenobili Basilica conditum est, non intermisso tamen per
saecula concursu, christianus populus aedes
Sanctae Mariae Angelorum sive de Portiuncula celebravit. Innumeri quotannis ex omni
conditione cives, advenae principes, dynastae,
reges atque imperatores ad indulgentiam rite
acquirendam illuc peregre convenerunt, atque
etiam in praesens, die pro lucrandis indulgentiis designata maximum templum confluentium peregrinorum turmis continendis aegre
par est. Nec paulum honoris eidem Sanctuario
ex eo accessit, quod plures Romani Pontifices Nostri Decessores, nempe Gregorius IX,
Innocentius IV, Clemens IV, Honorius IV,
Benedictus XI, Urbanus VI et Bonifacius IX
devotam ad templum Sanctae Mariae Ange-
gittò ivi i fondamenti dell’Ordine Minoritico.
Imperocché uniti a sé i primi Compagni, quivi concepì e maturò nella mente quella meravigliosa regola di povertà, di obbedienza e di
sacro apostolato, che poco dopo Innocenzo Papa III, Predecessore Nostro di chiara memoria,
il quale era stato ammonito da celeste visione
di riparare, coll’aiuto e coll’opera di Francesco,
il Laterano minacciante rovina, approvò in Roma con autorità Apostolica il giorno 16 aprile
dell’anno mccix al cospetto dello stesso Santo
che gliel’aveva presentata. Qui ancora, dove
felicemente aveva dato principio all’Ordine dei
Frati Minori, Francesco impose la ruvida tonaca della serafica religione a Chiara nobile donzella Assisana, e con quella pia cerimonia istituì
la sacra famiglia delle Monache Francescane.
Qui si tennero le prime capitolari adunanze; qui
il Santo Patriarca ebbe quella celeste apparizione di Gesù e di Maria, dalla quale trasse origine
l’indulgenza della Porziuncola. Quel luogo poi
che il Santo in vita aveva amato più d’ogni altro
e illustrato con tanti miracoli, anche in morte
volle raccomandato a’ suoi Frati. «Badate, figliuoli, di non abbandonare mai questo luogo,
poiché desso veramente è santo e abitazione di
Cristo e della Vergine sua Madre». Qui presso
l’altare della Vergine degli Angeli e il Santuario della Porziuncola comandò Francesco che
si conservasse dopo la morte il suo cuore, per
significare esser questo il luogo cui egli aveva
amato a preferenza d’ogni altro sulla terra: qui
desiderò di chiudere la mortale carriera: qua
moriente volle essere portato dai compagni:
qui, finalmente, bramando di sciogliersi ed essere con Cristo nel suo dolcissimo asilo placidamente s’addormentò nel Signore.
Dopo che il Santo Fondatore passò di vita
e il corpo di Lui fu riposto nella nobilissima
Basilica Assisiense, non cessarono giammai i
fedeli nel corso dei secoli dal frequentare la
chiesa di Santa Maria degli Angeli ossia della
Porziuncola. Tutti gli anni innumerevoli cittadini d’ogni condizione, principi stranieri,
dinasti, re ed imperatori colà si recarono da
lontani paesi per lucrare l’indulgenza, e anche oggidì tanta è la moltitudine dei pellegrini
nei giorni assegnati per l’acquisto delle indulgenze, che il vastissimo tempio a stento li può
contenere. Né fu piccolo onore per lo stesso
Santuario, che parecchi Romani Pontefici, Nostri Predecessori, cioè Gregorio IX, Innocenzo
IV, Clemente IV, Onorio IV, Benedetto XI,
Urbano VI e Bonifacio IX siansi recati in devoto pellegrinaggio al tempio di Santa Maria
AD CHRONICAM ORDINIS
lorum peregrinationem susceperint, atque in
continenti coenobio interdum morati sint, ut
non modo Sanctuarium venerarentur, verum
etiam singulare, quo flagrarent, in Portiunculam studium ostenderent, et sacras easdem aedes praesentia Pontificiae Maiestatis
implerent. Sanctuarium ipsum invisere Pius
II, Xistus IV, Iulius II, Clemens VII, Paulus
III, ac Pius VII, quorum postremus Romam
repetens die xv Maii mensis anno mdcccv in
templo Angelorum Eucharisticum Sacrum
litavit. Romani etiam Pontifices Gregorius
XVI et Pius IX, recentioribus temporibus, Ecclesiam ipsam ab Angelis augusta visitatione
cohonestarunt. Meminisse tamen potissimum
juvat Pium V sanctae memoriae, Decessorem
Nostrum, cuius munificentia in custodiam venerandae aediculae de Portiuncula excitatum
fuit immani molitione templum, amplitudine,
structura ac mirandis operibus splendidum,
cum arduo ac mirifico tholo, qui longe lateque prospiciens totius Umbriae incolis Seraphici Patris gloriam enarrat. Nec minus memoria dignum arbitramur, Gregorium Papam
XVI, qui eversam terraemotu Ecclesiam anno
mdcccxl restituit novoque cultu decorandam
curavit.
Sollicitam quoque curam Romani Pontifices Nostri Decessores gesserunt, ut in sancto
loco, in quo Franciscus pater gratiae spiritum
acceperat, suique Ordinis iecerat fundamenta, religiosi viri eius filii regulam ab Illo praescriptam et huius Sanctae Sedis auctoritate
probatam accuratiori studio servarent. Sapienti prorsus consilio etiam iidem Nostri Praedecessores consuluerunt, ut gloriosae traditiones
ac memoriae Portiunculae debito in honore
haberentur omnes, atque immutatae perseverarent. Ad haec suum in Portiunculam peculiarem cultum latis etiam sollemnibus decretis
demonstrarunt, quibus prohibuere ne quis circa ambitum Sanctuarii, vel adnexi conventus,
habitationis domos vel stabiles tabernas condere auderet; aliisque praeterea decretis tum
aquaeductus reparationibus tum viarum conservationi providerunt.
Iidem denique Pontifices Sacris Iubilaei
annis indulgentiam de Portiuncula in templo
Angelorum lucrandam ab universali indulgentiarum suspensione iugiter exceperunt, probe
reputantes non decere indulgentiam a Deo immediate derivatam per Pontifices revocari vel
suspendi. Non intermissa vero liberalitate placuit Decessoribus Nostris, multiplicibus spiritualium gratiarum thesauris ac singularibus
431
degli Angeli ed abbiano talvolta fatto dimora
nell’attiguo convento, mostrando per tal modo
non solo la loro venerazione per il Santuario,
ma anche il particolare affetto di cui ardevano verso la Porziuncola, e riempiendo quelle
sacre mura colla presenza della Maestà Pontificia. Lo stesso Santuario ebbe visitatori Pio
II, Sisto IV, Giulio II, Clemente VII, Paolo III
e Pio VII, il quale ultimo, tornando a Roma il
giorno xv Maggio dell’anno mdcccv, celebrò
il Sacrificio Eucaristico nel tempio degli Angeli. Anche in tempi a noi più vicini, i Romani
Pontefici Gregorio XVI e Pio IX onorarono la
stessa Chiesa degli Angeli con la loro augusta visita. Ma Ci piace rammentare principalmente Pio V di santa memoria, Predecessore
Nostro, per la cui munificenza fu costruito a
custodia della veneranda chiesetta di Porziuncola un grandiosissimo tempio, splendido per
ampiezza, architettura ed opere meravigliose,
coronato da elegantissima cupola, che, slanciandosi alta nello spazio, narra agli abitatori
di tutta l’Umbria la gloria del Serafico Padre.
Non meno degno di memoria Ci pare che sia
Gregorio XVI, per cura del quale la Chiesa,
rovinata dal terremoto fu riedificata e di nuove
opere abbellita verso l’anno mdcccxl.
I Romani Pontefici, Nostri Predecessori,
ebbero anche a cuore, che nel luogo santo,
dove Francesco aveva ricevuto lo spirito della
grazia e gittati i fondamenti del suo Ordine, i
religiosi suoi figli osservassero più accuratamente la regola da Lui prescritta e approvata
dall’autorità di questa Santa Sede. Con savio
consiglio provvidero altresì gli stessi Nostri
Predecessori, che le gloriose tradizioni e memorie della Porziuncola si avessero tutte nel
dovuto onore e si mantenessero inviolate. Manifestarono inoltre la loro speciale affezione
verso la Porziuncola, promulgando solenni decreti, coi quali proibirono che nessuno ardisse
di fabbricare case o botteghe stabili prossime
all’ambito del Santuario e dell’annesso convento; e con altri decreti provvidero ai restauri
dell’acquedotto e alla manutenzione delle strade.
Finalmente gli stessi Pontefici negli anni
santi del Giubileo vollero sempre eccettuata
l’indulgenza della Porziuncola dalla universale sospensione delle indulgenze, rettamente
giudicando non doversi revocare o sospendere
dai Pontefici un’indulgenza derivata immediatamente da Dio. Con liberalità non mai interrotta, sino dai primordi dell’Ordine Serafico,
piacque ai Nostri Predecessori di ornare, am-
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
indulgentiis praecipuisque privilegiis, vel a
primordiis Seraphici Ordinis Sacram eamdem
aedem cohonestare, augere atque locupletare.
Enitet prae ceteris omnino singularis atque in
universo Catholico orbe percelebris plenaria
de Portiuncula nuncupata indulgentia, quotannis a fidelibus sacramentali admissorum confessione expiatis, die secunda mensis Augusti,
a primis vesperis usque ad occasum solis diei
eiusdern toties lucranda quotidies Sacellum
de Portiuncula visitent. Alia autem inter peculiaria privilegia accenseri debent, indulgentia
plenaria perpetua consuetis sub conditionibus
in Angelorum templo quotidíe acquirenda,
quam Decessor Noster Innocentius Papa XII
largitus est Pontificiis Literis, quarum initium
est «Redemptoris» die xviii mensis Augusti
anno mdclxxxxv datis; nec non similiter plenaria, quotannis die anniversario Consecrationis templi eiusdem a fidelibus ex utroque sexu
lucranda, qui admissorum confessione expiati
et coelestibus epulis refecti, Ecclesiam Angelorum, a primis vesperis ad occasum solis
eiusdem diei, pro Christianorum Principum
concordia, haeresum extirpatione, peccatorum conversione ac Sanctae Matris Ecclesiae
exaltatione pias ad Deum preces fundentes
visitent; quam indulgentiam anno mdcccxxxx
a clarae memoriae Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinali Lambruschini vivae vocis oraculo prolatam accepimus. Praeterea eodem
in templo Angelorum pio fidelium sodalitio
canonice instituto Pius Papa IX recolendae
memoriae, Decessor Noster, Archisodalitatis
titulum singularesque indulgentias impertitus
est. Tandem tum privilegia Missarum pro defunctis a Purgatorii poenis vindicandis, quibus
plura pollent templi eiusdem altaria; tum privilegium Missae votivae pro nonnullis Portiunculae Sacellis; tum peculiares facultates pro
confessariis ac poenitentiariis; tum aliae quam
plures gratiae omnino speciales ipsi Sanctuario concessae, impensam Romanorum Pontificum devotionem ac munificentiam erga perinsigne illud templum luculentissime testantur.
Nunc autem cum die sexta decima praesentis mensis Aprilis, septimum sese vertat feliciter saeculum ex ea die in universo coetu Seraphicae familiae summopere veneranda, qua
Sanctus pater Franciscus professus Ordinis
regulam in manibus Innocentii III Pontificis,
Apostolicam adprobationem ab eo est adeptus,
atque ita Minorum Ordini initium dedit; eaque
de causa Ordinis illius Praepositus generalis,
suo et universae religiosae familiae, cui ipse
plificare e arricchire il medesimo Santuario
di molti tesori di grazie spirituali, di singolari
indulgenze e di speciali privilegi. Eccelsa fra
le altre la singolarissima e celeberrima indulgenza plenaria detta della Porziuncola, che
dai fedeli debitamente confessati può lucrarsi
ogni anno altrettante volte, quante visitano la
Cappella della Porziuncola nel giorno due di
Agosto, incominciando dai primi vespri sino
al tramonto del sole del medesimo giorno.
Fra i privilegi speciali si devono annoverare l’indulgenza plenaria perpetua da lucrarsi
ogni giorno con le solite condizioni, largita
dal Predecessore Nostro Innocenzo Papa XII
con lettera Pontificia, il cui inizio è “Redemptoris” in data del xviii Agosto dell’ anno
mdclxxxxv; e l’altra similmente plenaria da
potersi lucrare ogni anno nel giorno anniversario della Consacrazione del medesimo tempio dai fedeli d’ambo i sessi, che confessati e
comunicati visiteranno la Chiesa degli Angeli, dai primi vespri sino al tramonto del sole
dello stesso giorno, pregando per la concordia dei Principi Cristiani, per l’estirpazione
delle eresie, per la conversione dei peccatori
e per l’esaltazione della Santa Madre Chiesa; la quale indulgenza sappiamo essere stata promulgata coll’oracolo di viva voce dal
Cardinale di Santa Romana Chiesa Lambruschini, di chiara memoria, l’anno mdcccxxxx.
Inoltre Pio IX, di veneranda memoria, concesse il titolo di Arciconfraternita e singolari
indulgenze ad un pio sodalizio di fedeli canonicamente istituito nello stesso tempio degli
Angeli. Finalmente e i privilegi delle Messe
per liberare le anime dalle pene del Purgatorio, di cui sono dotati molti altari della medesima chiesa; e il privilegio della Messa votiva
per alcune Cappelle della Porziuncola; e le
speciali facoltà per i confessori e i penitenzieri; e altre moltissime grazie affatto speciali
concesse al Santuario stesso dimostrano evidentemente la gran devozione e munificenza
dei Romani Pontefici verso quel famosissimo
tempio.
Ora, il 16 del corrente Aprile, compiendosi
felicemente il settimo secolo dal giorno, per
tutti i Francescani memorabilissimo, in cui il
Santo Padre Francesco professando la regola dell’Ordine nelle mani di Papa Innocenzo
III, ottenne da lui l’approvazione Apostolica
e diede così principio all’Ordine dei Minori;
e per ciò avendoci istantemente pregato il Ministro Generale di detto Ordine, a nome suo
e di tutta la religiosa famiglia a cui presiede,
AD CHRONICAM ORDINIS
praeest, nomine, Nos enixis precibus flagitaverit, ut auspicatissimam nacti occasionem,
Sanctuarium Beatae Mariae Virginis ab Angelis in Portiuncula appellatum ad Basilicae
Patriarchalis gradum dignitatemque evehere
de Apostolica potestate velimus; Nos probe
noscentes hanc celeberrimam Ecclesiam tot
claram memoriis tantisque inclytam prodigiis,
maxime venerabilem extare Minorum Fratrum
Ordini, qui debet in ea natalem fontem respicere, votis hisce annuendum quantum in Domino possumus existimavimus.
Quae cum ita sint, Nos filialis devotionis
obsequio ducti, quo divum Franciscum prosequimur, atque etiam singulare et praecipuum
voluntatis Nostrae pignus exhibere volentes
universo Fratrum Minorum Ordini, cuius Nos
ipsi patroni sumus protectoresque, Motu proprio atque ex certa scientia et matura deliberatione Nostris, deque Apostolicae Nostrae
potestatis plenitudine, praesentium vi, illud
edicimus, propriis suadentibus causis maximeque gloriosis Franciscalium fastorum memoriis, Ecclesiam Sanctae Mariae Angelorum
in Portiuncula, intra fines sitam Dioecesis Assisiensis, caput et Matrem Ordinis Minorum
iure esse appellandam, quemadmodum Assisiensis Basilica, in qua Sancti Francisci Corpus requiescit, suarum ob momenta laudum a
Decessoribus Nostris Gregorio IX et Benedicto XIV simili titulo est aucta.
Praeterea item Motu proprio deque Nostrae
potestatis plenitudine, tenore presentium, Ecclesiam eamdem Angelorum in Portiuncula in
Basilicam Patriarchalem et Cappellam Papalem
erigimus, ac talem ex nunc in futurum perpetuo
esse et fore decernimus: eamque Basilicam Patriarchalem et Cappellam Papalem aeque ac pariformiter nuncupari et haberi volumus ac aliae
Basilicae Patriarchales intra Almam Urbem et
extra illius muros, nec non Cappellae Papales
in Pontificiis aedibus et prope eas constitutae
appellantur atque censentur. Propterea Patriarchalem Basilicam Sanctae Mariae Angelorum
in Portiuncula et continentem illi Conventum,
una cum rebus omnibus, quae ad Basilicam
ipsam conventumque pertineant, Apostolica
pariter Nostra auctoritate, tenore praesentium,
iurisdictioni, patronatui ac dominio Nostris et
successorum Nostrorum atque huius Sanctae
Sedis de pleno iure subiicimus, relinquentes,
uti antea, usum perennem perpetuamque utriusque custodiam Fratibus Minoribus Seraphicae provinciae. Expresse tamen praecipimus,
ut ipsius provinciae Minister ad maius insignis
433
affinché prendendo occasione da tale faustissima ricorrenza Ci degnassimo con Apostolica potestà innalzare al grado e alla dignità di
Basilica Patriarcale il Santuario nomato della
Beata Maria Vergine degli Angeli in Porziuncola; Noi, ben sapendo che questa celeberrima
Chiesa, chiara per tante memorie, inclita per
innumerabili prodigi, merita massima venerazione dall’Ordine dei Frati Minori, che deve
riconoscere in essa la sua culla, giudicammo di
accondiscendere a tali preghiere quanto possiamo nel Signore.
Mossi pertanto dalla devozione figliale
che Noi portiamo a San Francesco, e volendo
eziandio mostrare un singolare e segnalato pegno del nostro affetto a tutto l’Ordine dei Frati
Minori, di cui Noi medesimi siamo patrono e
protettore, con Motu proprio e di Nostra certa
scienza e matura deliberazione, e con la pienezza dell’Apostolica Nostra potestà, in virtù
delle presenti, decretiamo: la Chiesa di Santa
Maria degli Angeli in Porziuncola, posta nei
confini della Diocesi Assisiense, doversi a diritto chiamare Capo e Madre dell’Ordine dei
Minori, così volendo e la natura della cosa e le
gloriosissime memorie dei fasti Francescani;
come la Basilica d’Assisi, nella quale riposa il
Corpo di San Francesco, fu decorata per le sue
glorie di somigliante titolo dai Nostri Predecessori Gregorio IX e Benedetto XIV.
Parimente di Motu proprio e con la pienezza della Nostra potestà, col tenore delle presenti erigiamo la stessa Chiesa degli Angeli di
Porziuncola in Basilica Patriarcale e Cappella
Papale, e decretiamo che da questo momento
tale debba essere in perpetuo: e vogliamo che
essa venga chiamata e ritenuta Basilica Patriarcale e Cappella Papale in quello stesso modo e
nell’istessa forma che sono chiamate e ritenute
le altre Basiliche Patriarcali dentro e fuori le
mura di quest’alma Roma e le Cappelle Papali costituite nei palazzi Pontificii e vicino ad
essi. Per la qual cosa, colla stessa Nostra autorità Apostolica, col tenore delle presenti, assoggettiamo di pieno diritto alla giurisdizione,
al patronato e al dominio Nostro e dei Nostri
Successori e di questa Santa Sede la Basilica
Patriarcale e l’annesso Convento, con tutte le
cose spettanti alla Basilica e al Convento stesso, lasciando, come prima, l’uso perenne e la
perpetua custodia dell’una e dell’altro ai Frati
Minori della Provincia Serafica. Comandiamo
però espressamente che il Ministro della stessa Provincia, a maggior decoro dell’insigne
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Sanctuarii decus stabilem inibi residentiam ponat, atque una cum Custode, in capitulis aut in
congregationibus provincialibus electo, personaliter atque efficaciter consulat, ut eadem Basilica excelsam illam dignitatem tueatur, qua
eam, Patriarchalis addito perhonorifico titulo,
Apostolica Sedes cohonestare dignata est. In
memoriam autem immediatae subiectionis tum
Basilicae ipsius, tum conventus una cum omnibus pertinentiis Apostolicae huic Sanctae Sedi,
auctoritate Nostra censum imponimus unius librae cerae albae quotannis in pervigilio Natalis
Sanctorum Apostolorum Petri et Pauli, perpetuis futuris temporibus, Camerae Apostolicae
solvendum. Volumus praeterea, ut in Ecclesia
Angelorum, sic ad sublimem Patriarchalis Basilicae honorem evecta, penes Altare maius, in
cornu evangelii, Pontificius thronus, sive Cathedra, stabili modo erigatur pro solius Romani
Pontificis ac nullius alterius usu. Altare autem
maius, in ipsa Patriarchali Basilica positum, ex
ea parte dumtaxat, qua thronum Pontificium respicit, Altare Pontificium, seu Papale, ex nunc
in posterum esse et fore declaramus, ita ut nemini liceat absque speciali indulto, seu extra casus, qui in Caeremoniali recensentur, Missam
in eo sive privatim sive sollemniter celebrare.
Quod vero spectat ad sacras actiones eadem in Basilica peragendas et caeremoniales
ritus ibidem servandos, Nos rem committimus pertractandam Sacrorum Rituum Congregationi, cuius erit multiplices leges et regulas in unum codicem colligere, a Nobis suo
tempore probandum, iuxta caeremonialem
qui Patriarchalibus Basilicis de iure competit.
Verum omnibus et singulis, ad quos pertinet,
aut in posterum pertinere poterit, praesentium
vi, mandamus, ut ea omnia servent adamussim, quae ab eadem Rituum Congregatione
idcirco statuta erunt, ipsiusque Congregationis praescriptionibus ac dispositionibus in
omnibus ac per omnia se conformari studeant
iisquc obsequantur. Ad perennandam vero
praesentis concessionis memoriam, qua Sanctuarium ab Angelis caput et mater Ordinis
Minorum ad Patriarchalis Basilicae honorem
erigitur, indulgemus, ut auspicati eventus
mentio fiat in lectionibus Officii Ordinis Seraphici.
Nunc autem oculos mentis Nostrae convertentes ad innumeros pene ac praecipuos indulgentiarum thesauros, quibus Sanctuarium in
Portiuncula nobilitatur, Nos de Apostolicae
Nostrae potestatis plenitudine, praesentium
vi, ea omnia confirmamus privilegia, quae a
Santuario, ponga ivi la sua stabile residenza e
insieme col Custode, eletto nei capitoli o nelle
congregazioni provinciali, provveda di persona ed efficacemente, acciocché la medesima
Basilica mantenga quella eccelsa dignità, cui
la Sede Apostolica, aggiungendole il titolo
onorificentissimo di Patriarcale, si è degnata
di sublimarla. A memoria poi della immediata
soggezione della stessa Basilica e del Convento e di tutte le loro pertinenze a questa Santa
Sede Apostolica, di Nostra autorità, imponiamo il censo d’una libra di cera bianca da pagarsi in perpetuo alla Camera Apostolica nella
vigilia del Natalizio dei Santi Apostoli Pietro e
Paolo. Vogliamo inoltre che nella Chiesa degli
Angeli, innalzata così al sublime onore di Basilica Patriarcale, si eriga stabilmente, presso
l’Altare maggiore, dalla parte del vangelo, il
trono ossia la Cattedra Papale per uso del solo
Romano Pontefice e di nessun altro. Dichiariamo inoltre che l’Altar maggiore posto nella
stessa Patriarcale Basilica, dalla parte soltanto
che guarda il trono Pontificio, sia da questo
momento e per sempre Altare Pontificio, ossia
Papale, cosicché a nessuno, senza uno speciale
indulto e fuor dei casi ricordati dal Ceremoniale, sia lecito di celebrare in esso la Messa sia
privatamente, sia solennemente.
Per ciò poi che spetta alle sacre funzioni da
celebrarsi nella stessa Basilica e alle cerimonie
da osservarvisi, Noi rimettiamo il trattamento
della cosa alla Congregazione dei Sacri Riti,
cui spetterà di raccogliere le molteplici leggi
e regole in un codice, che a suo tempo dovrà
essere da Noi approvato, secondo il cerimoniale che per diritto compete alle Basiliche
Patriarcali. Comandiamo però in virtù delle
presenti a tutti e singoli, ai quali spetta, o potrà spettare in avvenire, che osservino esattamente tutte quelle cose che verranno stabilite
dalla medesima Congregazione dei Riti, e si
studino di conformarsi in tutto e per tutto e di
essere ossequenti alle prescrizioni e disposizioni della stessa Congregazione. Ed a perennare la memoria della presente concessione,
con la quale il Santuario degli Angeli, Capo e
Madre dell’Ordine dei Minori, viene innalzato
all’onore di Basilica Patriarcale, permettiamo
che il fausto evento sia menzionato nelle lezioni dell’Officio dell’Ordine Serafico.
Ora poi rivolgendo gli occhi della Nostra
mente ai tesori presso che innumerevoli e speciali delle indulgenze, che nobilitano il Santuario della Porziuncola, Noi colla pienezza
della Nostra potestà Apostolica, in virtù delle
AD CHRONICAM ORDINIS
Decessoribus Nostris per autentica documenta concessa fuisse compertum est, Immutatam
manere volumus imprimis insignem Portiunculae indulgentiam dumtaxat quotannis die
secunda mensis Augusti, a primis vesperis ad
occasum usque solis diei ipsius, a fidelibus
ex utroque sexu, tantummodo confessis, toties acquirendam quoties sitam in Patriarchali
Basilica Sanctae Mariae ab Angelis Sacram
Portiunculae aediculam visitent. Concessionem Innocentii Papae XII confirmantes, volumus, ut singulis quibusque diebus fideles
qui admissorum confessione rite expiati ac
divinis dapibus refecti Basilicam Angelorum
visitent, ibique pro Christianorum Principum
concordia, haeresum extirpatione, peccatorum conversione ac Sanctae Matris Ecclesiae
exaltatione pias ad Deum preces effundant,
plenaria indulgentia potiantur in perpetuum:
et similiter perpetuo, quo anni die Basilicae
ipsius memoria recolitur, videlicet novissima Iulii mensis Dominica fidelibus, qui vere
poenitentes et confessi ac Sacra Communione refecti, eamdem visitent, a primis vesperis
ad occasum solis diei huiusmodi, preces, uti
superius diximus, fundentes, etiam plenariam
omnium peccatorum suorum indulgentiam et
remissionem, auctoritate Nostra Apostolica,
concedimus. Fas esto fidelibus ipsis plenariis
his indulgentiis labes poenasque defunctorum,
si malint, piare. Archisodalitati eodem in Patriarchali templo institutae privilegia omnia
atque indulgentias confirmamus, quibus ipsa
pollet, per similes Apostolicas Litteras a Pio
IX Decessore Nostro datas.
Quo piis fidelium votis, maxime sacerdotum et peregrinorum, aptius occurramus,
auctoritate Nostra Apostolica, vi praesentium, concedimus, ut Missae votivae Deiparae Virginis et Sancti Patris Francisci, iam
pro Sacello Portiunculae et Cappella transitus
ipsius Francisci patris, cuilibet Sacerdoti inibi
Sacrum facturo, ab hac Sancta Sede concessae, ex nunc in posterum celebrari queant iis
diebus, quibus, Missa votiva Sancti eiusdern
Patriarchae ad sepulchrum illius in Assisiensi
Basilica permittitur, nec non cum iisdem iuribus ac privilegiis, quibus Missae votivae in
Sanctuariis maioribus Ordinis, in Terra Sancta exornantur. Et similitcr auctoritate Nostra
confirmamus, ut in pervetusto Sacello a Rosis
nuncupato, Sancti ipsius Patris Francisci miris
virtutum exemplis gestisque clarissimo, cuilibet Sacerdoti ibidem Sacrum facturo, Missam
de Sancto Francisco, ut in die IV Octobris fas
435
presenti, confermiamo tutti i privilegi che per
documenti autentici consta essere stati concessi dai Nostri Predecessori. Innanzi tutto vogliamo che rimanga immutata la insigne indulgenza della Porziuncola, che soltanto ogni anno il
due d’agosto, dai primi vespri sino al tramonto
del sole dello stesso giorno, i fedeli d’ambo
i sessi solamente confessati, possono lucrare
tante volte quante visitano la santa Cappella
della Porziuncola posta nella Basilica Patriarcale di Santa Maria degli Angeli. Confermando la concessione di Papa Innocenzo XII, vogliamo che in tutti e singoli giorni i fedeli che
debitamente confessati e comunicati visitano
la Basilica degli Angeli ed ivi pregano per la
concordia dei Principi Cristiani, per la estirpazione delle eresie, per la conversione dei peccatori e per l’esaltazione di santa Madre Chiesa, lucrino in perpetuo l’indulgenza plenaria;
e similmente in perpetuo nel giorno in cui si
celebra la memoria della Basilica medesima,
cioè nell’ultima Domenica del mese di Luglio,
ai fedeli, che veramente pentiti e comunicati la
visitano, dai primi vesperi sino al tramonto del
sole di detto giorno, pregando, come sopra dicemmo, con la Nostra Apostolica potestà concediamo la plenaria indulgenza e remissione
di tutti i loro peccati. Potranno i fedeli, a loro
beneplacito, applicare le dette indulgenze plenarie a suffragio dei defunti. All’Arciconfraternita istituita nello stesso tempio Patriarcale
confermiamo tutti i privilegi e le indulgenze,
onde con somiglianti Lettere Apostoliche la
volle ornare Pio IX, Nostro Predecessore.
Per secondare i santi voti dei fedeli, massimamente dei sacerdoti e dei pellegrini,
coll’Apostolica Nostra potestà, in virtù delle
presenti, concediamo che le Messe votive della Beata Vergine già accordate da questa Santa
Sede per la Cappella della Porziuncola e per
la Cappella del transito dello stesso Padre San
Francesco ad ogni Sacerdote che ivi celebrerà il Divino Sacrificio, possano d’ora innanzi
celebrarsi in quei giorni, nei quali è permessa
la Messa votiva del medesimo Santo Patriarca al sepolcro di Lui nella Basilica di Assisi,
con gli stessi diritti e privilegi di cui godono i
maggiori Santuari dell’Ordine in Terra Santa.
E similmente coll’autorità Nostra confermiamo, che nell’antichissima Cappella detta delle Rose, resa celebre dagli esempi di virtù e
dalle gesta ammirande dello stesso Padre San
Francesco, ad ogni Sacerdote, che voglia ivi
offrire il Santo Sacrificio, sia lecito celebrare
la Messa di San Francesco, come nel giorno
436
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
sit celebrare, dummodo non occurrat duplex
primae vel secundae classis, aut festum de praecepto servandum, nec non feria, Vigilia vel
Octava, quae sit ex privilegiatis.
Confirmamus praeterea omnia alia similia
indulta Missarum et privilegia quoque Missarum pro defunctis tum Basilicae, tum continentium Cappellarum altaribus, a Decessoribus Nostris per Apostolicas Litteras rite concessa: et quoad numerum Poenitentiariorum
et Sacerdotum in Basilica eadem sacramentales confessiones excipientium, ipsorumque
speciales facultates, ea omnia rata habemus
ac religiose servari volumus, quae Romani
Pontifices Nostri Decessores, uti supra memoravimus, benigne largienda censuerunt.
Tandem pariter Motu proprio atque ex certa
scientia et matura deliberatione Nostris, per nostras hasce Literas in perpetuum valituras, reliqua omnia et singula privilegia, praerogativas,
libertates, exemptiones aliaque indulta tum supradictae Basilicae Sanctae Mariae ab Angelis
in Portiuncula, tum adnexo coenobio a Decessoribus Nostris quandocumque et qualitercumque concessa, seu confirmata atque innovata,
dummodo non sint actu revocata, vel sub aliqua
generali revocatione comprehensa, Nos etiam
Apostolica auctoritate approbamus, confirmamus atque innovamus: eamdemque Basilicam
ad Patriarchalis honorem per Nos evectam ab
Ordinarii loci atque omnium et quorumcumque
Praesulum seu Superiorum, etiam Regularium,
tam ordinaria quam delegata iurisdictione, visitatione et auctoritate liberam atque immunem
volumus, edicimus atque declaramus; illam
enim, uti supra diximus, sub immediata Nostra
et successorum Nostrorum Romanorum Pontificum et Sedis Apostolicae potestate, dominio
ac proprietate immutabiliter constituimus.
Decernentes praesentes Nostras Literas firmas, validas atque efficaces semper existere
et fore suosque plenarios et integros effectus
sortiri et obtinere, illisque ad quos spectat et
in posterum spectabit in omnibus et per omnia
plenissime suffragari, sicque in praemissis per
quoscumque iudices ordinarios vel delegatos
iudicari et definiri debere atque irritum esse
et inane, si secus super his a quoquam, quavis
auctoritate, scienter vel ignoranter contigerit
attentari. Non obstantibus Constitutionibns
et Ordinationibus Apostolicis, etiam speciali
et individua mentione ac derogatione dignis,
ceterisque omnibus in contrarium facientibus
quibuscumque. Volumus autem ut praesentium Litterarum transumptis, seu exemplis
iv di ottobre, purché non occorra un doppio di
prima o di seconda classe, ovvero una festa di
precetto, o una feria, Vigilia od Ottava, che sia
tra le privilegiate.
Confermiamo inoltre tutti gli altri simili
indulti di Messe, come pure i privilegi delle
Messe per i defunti, concessi dai Nostri Predecessori con Lettere Apostoliche tanto alla
Basilica, quanto agli altari delle Cappelle che
le appartengono; e in riguardo al numero dei
Penitenzieri e dei Sacerdoti che nella stessa
Basilica ascoltano le sacramentali confessioni, e alle loro speciali facoltà, ratifichiamo e
vogliamo che sia religiosamense mantenuto
tutto ciò che i Romani Pontefici Nostri Predecessori, come sopra ricordiamo, vollero benignamente concedere.
Finalmente con Motu proprio, di Nostra
certa scienza e matura deliberazione, con queste Nostre Lettere da valere in perpetuo, anche
Noi per Apostolica autorità approviamo, confermiamo e rinnoviamo gli altri tutti e singoli
privilegi, prerogative, libertà, esenzioni ed altri indulti quando e comunque concessi, confermati dai Nostri Predecessori tanto alla Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, quanto all’annesso Convento, purché
non siano attualmente rivocati, o compresi in
qualche revoca generale: e la stessa Basilica da
Noi elevata all’onore di Patriarcale vogliamo,
ordiniamo e dichiariamo sia libera ed immune sì dall’ordinaria che delegata giurisdizione,
visita ed autorità dell’Ordinario del luogo e di
tutti e qualsivogliano Prelati o Superiori, anche Regolari; come quella che fu da Noi, come sopra dicemmo, sottomessa all’immediata
potestà, dominio e proprietà Nostra e dei Pontefici Romani Nostri Successori e della Sede
Apostolica.
Decretiamo che le presenti Nostre Lettere
siano e abbiano ad essere sempre valide, ferme ed efficaci, e sortiscano e ottengano i loro
pieni e intieri effetti, e a coloro, cui spetta o
potrà in appresso spettare, riescano in tutto e
per tutto favorevoli, e che così debbasi giudicare e definire sulle predette cose da quali si
vogliano giudici ordinari o delegati, rimanendo irrito e vano tutto quello che sopra ciò fosse
attentato da chicchessia, con qualsiasi autorità,
scientemente o ignorantemente. Non ostante le
Costituzioni e Ordinazioni Apostoliche, anche
degne di speciale e individua menzione e derogazione, o qualsivoglia altra cosa in contrario. Vogliamo poi che ai transunti, o esemplari
anche stampati delle presenti Lettere, firmate
437
AD CHRONICAM ORDINIS
etiam impressis, manu alicuius Notarii publici
subscriptis et sigillo personae in ecclesiastica
dignitate constitutae munitis, eadem prorsus
fides adhibeatur, quae adhiberetur ipsis praesentibus, si forent exhibitae vel ostensae.
per mano di qualche pubblico Notaio e muniti
del sigillo di persona costituita in ecclesiastica
dignità, si presti affatto la medesima fede che
si presterebbe alle presenti, se fossero esibite
o mostrate.
Datum Romae apud Sanctum Petrum sub
Annulo Piscatoris, sollemni die Paschatis Resurrectionis Domini Nostri, xi Aprilis mdccccix Pontificatus Nostri anno sexto.
Dato in Roma presso San Pietro sotto
l’Anello del Pescatore, nel giorno solenne della Pasqua di Resurrezione di Nostro Signore,
xi Aprile mdccccix, anno sesto del Nostro Pontificato.
R. Card. Merry del Val
a Secretis Status
R. Card. Merry Del Val
Segretario di Stato
[AOFM, V(1909)149-163]
10. Notitiæ particulares
– Fr. Adel Zaki Stafanos, OFM, è stato
nominato da Benedetto XVI Vicario Apostolico di Alessandria di Egitto (Egitto),
assegnandogli la sede titolare vescovile di
Flumenzer.
(L’Osservatore Romano, 2 settembre 2009)
Breve nota biografica
Fr. Adel Zaki è nato il 1° dicembre 1947
a Luxor. Nel 1959 ha frequentato il Collegio
Serafico di Assiut; nel 1963 è entrato nel Seminario dei Frati Minori di Guizeh. Ha iniziato
il Noviziato il 30 settembre 1968 ed ha emesso
la professione temporanea il 1 ottobre 1969.
Dopo aver conseguito il Baccalaureato in Teologia, il 10 settembre 1972 ha emesso i voti
perpetui. Il 24 settembre 1972 è stato ordinato
sacerdote al Cairo.
Nel 1973 si è iscritto all’Università St. Joseph dei Padri Gesuiti, a Beirut, dove nel 1975
ha conseguito la Licenza in Teologia Dogmatica.
Dal 1975 al 1989 ha esercitato il suo apostolato presso le parrocchie di Assiut, El-Tawirat
e a Nag-Hammadi; si è occupato della pastorale giovanile ed è stato direttore scolastico.
Dal 1989 al 1998 è stato Ministro provinciale, con residenza al Daher (Cairo).
Dal 1998 è stato Parroco a Boulacco (Cai-
[Archivio Basilica Santa Maria, Cart. 114]
ro). È stato anche Segretario dell’Assemblea
dei Gerarchi Cattolici in Egitto.
Parla l’arabo e l’italiano, conosce il latino e
comprende il francese ed anche l’inglese.
– Frati Minori al Sinodo per l’Africa
Alla Seconda Assemblea Speciale per
l’Africa del Sinodo dei Vescovi, tenutosi
dal 4 al 25 ottobre 2009, sul tema «La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione,
della giustizia e della pace. “Voi siete il sale
della terra... voi siete la luce del mondo”»,
vi hanno partecipato i seguenti Cardinali
e Vescovi OFM: Card. Cláudio Hummes,
Prefetto della Congregazione per il Clero;
Card. Wilfrid Fox Napier, Arcivescovo
di Durban (Sud Africa); Card. Alexandre
José dos Santos, Arcivescovo emerito di
Maputo (Mozambico), il quale non ha però
potuto partecipare al Sinodo per motivi di
salute; Mons. Adriano Langa, Vescovo di
Inhambane (Mozambico); Mons. Giovanni
Innocenzo Martinelli, Vescovo titolare di
Tabuda, Vicario Apostolico di Tripoli (Libia); Mons. Paul-Siméon Ahouanan Djro,
Arcivescovo di Boiaké (Costa d’Avorio);
Mons. Giorgio Bertin, OFM, Amministratore Apostolico ad nutum Sanctæ Sedis di
Mogadiscio (Somalia) e Vescovo di Djibouti (Djibouti).
(L’Osservatore Romano, 3 ottobre 2009, pp. 6-7)
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– Irineu Andreassa, OFM, della Custodia del
Ss.mo Cuore di Gesù (Brasile), dipendente
dalla Provincia napoletana in Italia, è stato nominato da Benedetto XVI Vescovo di
Lages (Brasile).
Breve nota biografica
Fr. Irineu, nato il 15 dicembre 1949 a Iacri,
nella diocesi di Marília, Stato di São Paulo, è
entrato nel noviziato il 20 gennaio 1973 e ha
emesso la Professione temporanea il 31 gennaio 1974. Dopo aver compiuto gli studi di Filosofia e di Teologia presso l’Istituto Francescano “Sagrado Coração de Jesus” a Petrópolis,
il 30 settembre 1977 ha emesso la professione
solenne nell’Ordine dei Frati Minori ed è stato
ordinato sacerdote il 16 dicembre 1978.
Ha svolto i seguenti incarichi: Parroco della Parrocchia “Nossa Senhora Aparecida” a
Olimpia e membro del Consiglio Presbiterale
della diocesi di Barretos (1979-1981); Consigliere della Custodia Francescana “Sagrado
Coração de Jesus” (1980-1983 e 1986-1995),
dipendente dalla Provincia del Ss.mo Cuore
di Gesù di Napoli; Parroco della Parrocchia
“Santo Antônio Maria Claret” a Ribeirão Preto (1982-1987 e 2001-2007); Formatore degli
studenti di Filosofia e Teologia della Custodia
Francescana (1982-1987); Membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori
dell’arcidiocesi di Riberão Preto (1982-1987);
Parroco della Parrocchia “São Judas Tadeu”
in Franca (1987); Formatore dei Postulanti e
Filosofi della Custodia Francescana (19881993); Parroco della Parrocchia “Sagrado Coração de Jesus” nella diocesi di Jaboticabal
(1994-1998); Custode della Custodia Francescana “Sagrado Coração de Jesus” (19982001).
Dal febbraio 2007 era Parroco delle Parrocchie di “Sant’Ana” in Herculândia e “Nossa
Senhora Aparecida” a Queiroz, nella diocesi
di Marília.
(L’Osservatore Romano, 12 novembre 2009)
BIBLIOGRAPHIA
Libri
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canónicos de nulidad matrimonial, Universidad de San Buenaventura, Bogotá 2009,
pp. 218.
– Biagi Maino Donatella - Gandolfi Giulia,
L’Osservanza di Bologna. Convento e chiesa di san Paolo in Monte, Tipografia San
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– Bracci Silvano (a cura di), Camilla Battista da Varano, Autobiografia e opere complete, Edizioni HAMSA, Vicenza 2009, pp.
293.
– Cicchello Claudio Vito, Chiesa S. Maria
di Gesù in Catania. “Dove la bellezza del
posto si sposa al Sacro e al Divino”, Edizioni Signorello, Catania 2009, pp. 63.
– Concetti Giuseppe, Fioritura di santità a
Santa Maria delle Grazie in Sanseverino
Marche 1400-1800, Tipografia S. Giuseppe (Pollenza), San Severino Marche 2009,
pp. 143.
– Conferenza Ministri generali del 1° Ordine e del TOR, Capitolo internazionale
delle stuoie. VIII Centenario delle origini (1209-2009). Atti del Capitolo, AssisiRoma 15-18 aprile 2009, Roma 2009, pp.
160+DVD.
tutiarum, Tom. XXXVI, Editiones Collegii
S. Bonaventuræ ad Claras Aquas, Grottaferrata (Roma) 2009, pp. 504 (versione in
lingua latino-italiana: Francesco d’Assisi,
Scritti, Edizione critica a cura di Carlo Paolazzi, Frati Editori di Quaracchi, Fondazione Collegio S. Bonaventura, Grottaferra
2009, pp. 504).
– Huculak Benedykt Jacek (a cura di), Religioni et Litteris, Miscellanea di Studi dedicata a P. Barnaba Hechich, Pontificia
Academia Mariana Internationalis, Città
del Vaticano 2005, pp. 342.
– Korošak Bruno J., Theological Essays,
Branko Editor, Nova Gorica 2009, pp. 64.
– Mandolini Giancarlo, Ciro Pavisa da
Mombaroccio. L’arte, la fede e la natura.
Ampi riferimenti a sue opere sparse nelle
Marche, Falconara Marittima 2009, pp. 423.
– Meneghin Vittorino, Il P. Fedele da Fanna
dei frati minori, 1838-1881. Ristampa anastatica con nuova introduzione e aggiornamento bibliografico a cura di Faes Barbara,
Edizioni Porziuncola, Assisi 2009, pp. 272.
– Nobile Marco, Saggi su Ezechiele, Ed. Antonianum, Roma 2009, pp. 216.
– Orlando Luigi, La prima lettera di Pietro.
Tradizioni inniche, liturgiche, midrashiche,
Ecumenica Editrice, Bari 2009, pp. 207.
– Consoli Salvatore (a cura di), Mio Dio... mio
tutto! Atto di offerta per i sacerdoti composto
dalla venerabile Lucia Mangano, commentato dal venerabile Gabriele Maria Allegra,
Limax Edizioni, Catania 2009, pp, 178.
– Schneider Herbert, Franziskanischer
Weg. Gedanken für ein Gespräch, JoannesDuns-Skotus-Akademie, Mönchengladbach 2009, pp. 127.
– Febbraro Antonio - Pizzileo Giuseppina,
Pinacoteca d’Arte Francescana “R. Caracciolo” Fulgenzio - Lecce, Editrice Salentina, Lecce 2009, pp. 131.
– Solares Cristóbal, La antropologia de
Martín Buber. Implicaciones psicologicas
y educativas, Ed. PUNTOPACE, Taranto
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– Francisci Assisiensis, Scripta, critice edidit
Carolus Paolazzi, Spicilegium Banaven-
– Sorci Pietro (a cura di), Dalla Schiavitù
alla Santità. San Benedetto il Moro a due-
440
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
cento anni dalla canonizzazione, Officine
Grafiche Riunite, Palermo 2009, pp. 158.
– Torreggiani Valerio - Gidoni Anna Maria, Giorgio La Pira Uomo di Dio. Tratti
di spiritualità del “sindaco santo”, Editrice
Shalom, Camerata Picena 2008, pp. 239.
– Villalobos Avendaño Oscar G., La verdadera historia de un Cristo franciscano Se-
ñor del Sacromonte de la Basílica de Zapopan, Publicaciones Franciscanas, ZapopanJalisco 2009, pp.72.
– Volpe Gianni e Bracci Silvano (a cura di),
La Chiesa di Santa Maria Nuova a Fano,
Grapho 5, Fano 2009, pp. 294.
NECROLOGIA
1. Fr. Giacinto Marinangeli
Pettino, Italia, l 6.11.1919
L’Aquila, Italia, 30.09.2009
Omelia del Ministro provinciale
alle esequie
Carissimi Fratelli, siamo convocati attorno
all’altare del Signore in questa città, così duramente provata e oggi ancor più universalmente
amata perché le sue rovine celano la ricchezza
di memorie, di arte, di civiltà, espressioni di
un popolo tenace ed onorato da grandi figure
di santità.
L’Aquila era particolarmente diletta al suo
figlio e nostro caro fratello padre Giacinto, nato nella località di Pettino il 6 novembre del
1919 e ieri tornato alla Casa del Padre: alla sua
città egli ha dedicato passione, studio ricerca,
nei lunghi anni di permanenza nel Convento di
San Giuliano, culla dell’Osservanza abruzzese
e luogo caro alla memoria dei nostri Santi, ai
quali padre Giacinto aveva dedicato pubblicazioni apprezzate.
Voglio solo ricordare la sua passione, nel
2000, durante la canonizzazione di San Cesidio da Fossa che, proprio a San Giuliano, ha
espletato la sua formazione, ricevendo lì l’ordinazione sacerdotale. Padre Giacinto era davvero entusiasta di questo giovane martire: con
grande fervore ne pubblicò la vita, scrisse una
preghiera in suo onore, partecipò attivamente
alle varie iniziative celebrative. Era un santo
confratello della sua amata Provincia Abruzzese e confidava che quello che lo colpiva era
la linearità della vita di questo Martire, quasi
legata da un filo di coerenza che lo condusse
al martirio.
Anche la vita di padre Giacinto è stata caratterizzata da questa coerenza: nei suoi 65 anni
di sacerdozio e 74 di vita religiosa ha costantemente coltivato lo studio. La laurea in lettere
classiche, conseguita a Roma , unitamente alla
specializzazione in paleografia ed archivistica al Vaticano e, quindi, in Filologia classica
agli Stati Uniti, gli garantirono un bagaglio
culturale da lui messo a servizio dell’Ordine:
Segretario dell’Antonianum, dove ebbe l’onore di preparare il conferimento del dottorato
honoris causa al Venerabile Gabriele Allegra,
da lui ricordato con venerazione; Segretario
dell’Ordine, ufficio che gli consentì la gioia, da lui spesso ricordata, di poter vedere e
parlare con il Beato Giovanni XXIII, in visita a Bellegra; Ministro Provinciale dal 1966
al 1972, formatore e, per tanti anni membro
della Deputazione di Storia Patria abruzzese
con un servizio encomiabile come Segretario
e soprattutto come autore di conferenze e articoli, nonché altre pubblicazioni, di rilievo per
lo studio della storia locale.
Proprio dai suoi uffici e dalla storia padre
Giacinto aveva attinto un grande amore per la
tradizione del nostro Ordine: con nostalgia, ricordava l’epoca gloriosa del Francescanesimo
abruzzese, dei sacri ritiri, dei frati insigni per
santità e da qui scaturiva un suo sincero desiderio di corrispondere fedelmente alla vocazione francescana.
In tal modo egli ha potuto gustare il dono
della Sapienza, intesa innanzitutto come esperienza di Dio, risposta al Suo Amore ed alla
Sua rivelazione, dono che infonde il gusto per
la Bellezza e per tutte le nobili espressioni
dell’animo umano.
Una conferenza da lui tenuta nel 1956, sul
nostro grande Giovanni da Capestrano, portava il titolo: una vita spesa per la lotta nella
riforma della Chiesa e la vita di padre Giacinto
si può ben definire una vita spesa per il servizio al nostro Ordine e, quindi alla Chiesa. Né
voglio dimenticare il suo silenzioso e fecondo
lavoro apostolico nella chiesa di Pettino, dove
per anni ha celebrato l’Eucaristia domenicale, con apprezzate omelie; il servizio ad alcuni Istituti religiosi, come padre nello spirito e,
particolarmente, il faticoso e prezioso lavoro
come incaricato per la causa di beatificazione
della madre Fondatrice delle Suore Clarisse
del Santissimo Sacramento.
Padre Giacinto è sempre stato riservato e
davvero egli ha messo in pratica lo spirito di
umiltà e modestia tanto caro al nostro stile
francescano: il Signore lo ricompensi per le
sue fatiche e la Vergine Immacolata, da lui teneramente invocata con il titolo di “Madonna
delle Grazie”, carissimo ai pettinesi, gli schiuda le porte del Cielo e gli mostri il volto soave
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AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
del Salvatore. I nostri Santi, da lui appassionatamente amati, gli ottengano il dono del premio
eterno e la sua testimonianza sia di sprone ai nostri giovani. Padre Giacinto, sempre premuroso
della Provincia preghi perché sempre generose
vocazioni ci siano donate che continuino, nella
memoria del nostro Ordine, a portare l’annuncio di Gesù Cristo, Via, Verità e Vita.
Fr. Virgilio Di Virgilio
2. Anno 2009 mortui sunt
* 12 febbraio 2009: Fischer Fr. Clement,
Basil, nato a London, Inghilterra, della
Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis, Sud
Africa. Dopo l’Ordinazione sacerdotale si
è recato in Sud Africa. Dopo aver appreso
la lingua bantu, parlata dagli Zulù, è stato a
servizio di varie missioni, per poi lavorare
per 15 anni ad Amakhasi, dove ha stimolato la gente ha coltivare le verdure. Ha vissuto negli ultimi anni nella Parroccchia di
Amanzimtati. È morto a Maria Ratschitz,
Wasbank, all’età di anni 84, di vita francescana 56 e di sacerdozio 52.
* 28 febbraio 2009: Sánchez Zamarripa Fr.
Leonardo, Ausencio, nato a Fresnillo, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Ha
studiato Storia presso l’Academy of American Franciscan History, Università Cattolica
di America in Washington e la St. Bonaventure di New York, USA. Tra i molti ed ultimi lavori a cui ha collaborato c’è stato il
Diario de Narvais di Fr. Mariano Antonio de
Vasconcelos. Ha preparato, assieme ad altri,
le celebrazioni degli 80 anni della Provincia.
È morto a Guadalajara all’età di anni 74, di
vita francescana 55 e di sacerdozio 48.
* 25 marzo 2009: Villarruel Cervantes Fr.
Pablo, Juan Manuel, nato ad Ocotlán, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico.
Dopo essersi dedicato alla formazione, è
stato Maestro dei Postulanti e dei Novizi,
ha svolto attività parrocchiale, Parroco ad
Etzatlán e Santa Anita Jal.. Svolse anche altri uffici. È morto a San Pedro Garza García
all’età di anni 84, di vita francescana 55 e di
sacerdozio 49.
* 29 giugno 2009: Panduro Rangel Fr. José,
Bonifacio, nato a Tecalitlá, della Prov. B.
Juniperi Serra, Messico. È morto a Tijuna
all’età di anni 79, di vita francescana 60 e
di sacerdozio 51.
* 3 luglio 2009: Rosier Fr. Jean-François,
Guy, nato a Leuven, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. Ha insegnato per
34 anni nel collegio francescano di Marcheen-Famenne. Fu un eccellente pedagogo e,
dopo la chiusura del collegio, si dedicò alla
catechesi. Rinnovate le sue conoscenze teologiche, non aveva uguali nel raccontare in
modo vivo ai bambini le storie bibliche. È
morto a Bertrix, Belgio, all’età di anni 89,
di vita francescana 62 e di sacerdozio 56.
* 28 luglio 2009: López Martínez Fr. Ramiro, nato ad Aguascalientes, della Prov. Ss.
Francisci et Iacobi, Messico. Gran parte
della sua vita religiosa la spese per la formazione: direttore, professore o incaricato dei Collegi. È morto ad Aguascalientes
all’età di anni 67, di vita francescana 38 e
di sacerdozio 32.
* 4 agosto 2009: Piras Fr. Antonino, nato a
Ittiri, della Prov. Sardiniæ S. Mariæ Gratiarum, Italia. Entrato nel collegio serafico di
Bonorva nel 1950, è ammesso al noviziato
nel convento di Ittiri (1955-56). Compie
gli studi di filosofia a Frascati (1956-59) e
quelli di teologia a Fiesole (1959-63), dove
emette la professione solenne il 02.07.1961.
Ordinato presbitero a Sassari il 07.07.1963,
si trasferisce al PAA di Roma dove consegue la licenza in teologia (1964). Vicerettore e docente delle materie letterarie nel
collegio serafico di Sassari (1964-65) e poi
a Bonorva (1965-70), negli anni 1970-72 è
trasferito nel convento di S. Antonio Abate
e consegue la laurea in Diritto all’Università di Sassari. Segretario provinciale dal
1972 al 1978, è il primo Guardiano-Parroco
di Luogosanto. Dopo il servizio di Ministro
provinciale (1981-87), è trasferito come
Guardiano e Maestro dei Postulanti a Bonorva (1987-90), quindi come Guardiano a
S. Pietro (1990-96). Nel 1991 è nominato
Visitatore generale della Provincia del S.
Cuore in Napoli. Ormai colpito gravemente
da una forma di sclerosi multipla, che lo accompagnerà fino alla morte, nel 1996 viene
trasferito nel convento di Ittiri per godere
della vicinanza e dell’assistenza dei familiari. Lascia il ricordo di un religioso gene-
NECROLOGIA
roso e amante dell’amicizia, che il Signore
ha purificato con 15 anni di malattia e di
sofferenze. È morto nell’Ospedale Alivesi
di Ittiri all’età di anni 74, di vita francescana 53 e di sacerdozio 46.
* 8 agosto 2009: López Hurtado Fr. José
Miguel, nato a Santa Rosa de Cabal, della
Prov. S. Pauli Apostoli, Colombia. È morto presso l’Hospital San Jorge de Pereira
all’età di anni 91, di vita francescana 71 e
di sacerdozio 63.
* 8 agosto 2009: De Paoli Fr. Paolo, nato
a Poggio Berni, della Prov. Bononiensis
Christi Regis, Italia. Si è dedicato soprattutto all’attività pastorale nelle parrocchie
di Predappio (1994-1997), Modena (19972000) e Cesena. Ha svolto, inoltre, il suo
ministero sacerdotale a Montepaolo, Fiorenzuola e alle Grazie di Rimini. È morto
improvvisamente nel Convento delle Grazie di Rimini all’età di anni 65, di vita francescana 47 e di sacerdozio 39.
* 11 agosto: Marentes Ontiveros Fr. Abundio, nato a Sombrerete, della Prov. Ss.
Francisci et Iacobi, Messico. Fu Segretario
provinciale dal 1981 al 1987 e dal 1993 al
1996, si dedicò in modo particolare all’insegnamento, prestò vari servizi alla Diocesi
di Zacatecas e nell’Arcidiocesi di Guadalajara. È morto all’età di anni 60, di vita francescana 40 e di sacerdozio 33.
* 12 agosto 2009: Byrne Fr. Thomas, Bruno, nato a Roscommon, Irlanda, della Prov.
Nostræ Dominæ Reginæ Pacis, Sud Africa.
Dopo l’ordinazione presbiterale, si è recato
nella missione della Provincia irlandese in
Sud Africa. Ha lavorato in vari luoghi, ha
costruito scuole e si è preso cura dei poveri. È stato anche Segretario del Vescovo. È
morto a Kokstad all’età di anni 85, di vita
francescana 64 e di sacerdozio 58.
* 21 agosto 2009: Brancher Fr. Mauro, nato
ad Alta Forquetinha, della Prov. S. Francisci Assisiensis, Brasile. Missionario in Indonesia, dove si è dedicato alla formazione
ed è stato Parroco in varie Parrocchie di
Java Ovest e Flores. Dal 2001 ha lavorato
nella Fondazione “S. Antonio di Lisbona”
a Timor Est. È morto presso l’Ospedale S.
Carlo di Jakarta, Indonesia, all’età di anni
443
76, di vita francescana 59 e di sacerdozio
53.
* 27 agosto 2009: Drew Fr. Jiustin, Mervyn
James, nato a Rockhampton, della Prov.
Sancti Spiritus, Australia. È morto a Rockhampton all’età di anni 72 e di vita francescana 43.
* 30 agosto 2009: Gaytán Vázquez Fr. Norberto, José de Jesús, nato a Aguascalientes,
della Prov. Ss. Francisci et Petri, Messico.
Fu Vicario in varie Fraternità, Parroco e
Guardiano. È morto a Guadalajara all’età
di anni 75, di vita francescana 54 e di sacerdozio 44.
* 1 settembre 2009: Slišković Fr. Zdenko, Nedjeljko, nato a Mokro, della Prov.
Ss. Cyrilli et Methodii, Crazia. È morto a
Zagreb all’età di anni 72, di vita francescna
54 e di sacerdozio 45.
* 5 settembre 2009: Polita Fr. Gabriele,
Gaetano, nato a San Donà di Piave, della
Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Il
suo ministero e la sua figura sono legati alla comunità di Trieste Madonna del Mare,
dove giunse nel 1968 e vi dimorò per ben
36 anni, svolgendo a più riprese il delicato
servizio di Guardiano della Fraternità e per
oltre 30 anni quello di parroco. Era difficile vederlo fermo: dedito alla pastorale, alla
catechesi, all’annuncio, a visitare gli ammalati, promotore di gruppi e di iniziative.
La disposizione interiore all’ascolto, l’attenzione pastorale attraverso un linguaggio
semplice e insieme profondo, il carattere
popolare, schietto e dalla battuta facile lo
hanno reso vicino a tante persone, soprattutto a quanti desideravano ricevere da lui
un consiglio, un aiuto, una parola. Animato
da un profondo spirito di fede, ha dimostrato disponibilità pronta e piena, assumendo
in questi ultimi anni il servizio di Guardiano prima a Vicenza, poco dopo a Saccolongo e ultimamente a Padova. È morto
nel Convento Sacro Cuore di Saccolongo
all’età di anni 82, di vita francescana 64 e
di sacerdozio 56.
* 7 settembre 2009: Teclić Fr. Draško, nato a
Komorani, della Prov. Dalmatiæ Ss. Redemptoris, Croazia. È morto all’età di anni 58, di
vita francescana 39 e di sacerdozio 31.
444
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* 8 settembre 2009: Giampieri Fr. Gabriele,
nato ad Ancona, della Prov. Picenæ S, Iacobi de Marchia, Italia. Fratello buono, gioviale, sempre disponibile. Ha testimoniato
il carisma francescano e vissuto il ministero
sacerdotale in varie Fraternità della Provincia. È morto nell’Ospedale di S. Benedetto
del Tronto all’età di anni 94, di vita francescana 77 e di sacerdozio 70.
* 10 settembre 2009: Falasconi Fr. Nazzareno, nato a San Severino Marche, della
Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. È
morto nell’Infermeria provinciale di Grottammare all’età di anni 87, di vita francescana 69 e di sacerdozio 61.
* 10 settembre 2009: González Martínez
Fr. José Antonio, nato a Rincón, Prov.
Carthaginensis, Spagna. Dopo essersi dedicato all’insegnamento e alla formazione,
dal 1954 al 1964 ha lavorato in Guatemala
e in El Salvador. Tornato in Provincia è stato Definitore provinciale, Ministro provinciale (1972-1978), Assistente dell’OFS. È
morto a Murcia all’età di anni 84, di vita
francescana 67 e di sacerdozio 60.
* 10 settembre 2009: Vizzotto Fr. Isnardo,
Egidio, nato a Campo di Pietra di Salgareda, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini,
Italia. Visse e prestò servizio in varie case
della Provincia: Taglio di Po, S. Vito al Tagliamento, Motta di Livenza, S. Francesco
del Deserto, Venezia Ognissanti, Monfalcone, Vicenza e Peschiera del Garda. Nel
1971 giunse nella Fraternità di Treviso S.
Maria Ausiliatrice, che divenne la sua casa:
quasi quarant’anni di ministero pastorale
offerto con semplicità e generosità. Qui fu
Vicario parrocchiale per molti anni, occupando buona parte del suo ministero tra la
gente, in atteggiamento di ascolto e di servizio. È morto nel Convento Sacro Cuore di
Saccolongo all’età di anni 83, di vita francescana 66 e di sacerdozio 58.
* 14 settembre 2009: Double Fr. Cassian,
Mervyn James, nato ad Invercargill, New
Zealand, della Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto a Brisbane, Australia,
all’età di anni 84, di vita francescana 61 e
di sacerdozio 55.
* 14 settembre 2009: Beach Fr. Raymond,
Theodore William, nato a West New York,
della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dal
1947 al 1950, è stato vicario parrocchiale
nella chiesa St. Joseph in East Rutherford,
NJ. Nel 1950 è stato Vice Parroco presso
la chiesa Holy Name di Garfield, NJ, e poi
parroco dal 1955 al 1961. Si è poi trasferito nella Parrocchia St. Francis in Wanaque,
NJ, svolgendo il servizio di Vice Parroco
(1961) e di Parroco (1964). Nel 1970, fu
assegnato a Our Lady della Assumption
Church in Wood-Ridge, NJ, dove è stato
Vice Parroco per sei anni (1970-76), poi
è passato alla Sacred Heart Church in Rochelle Park, NJ, sempre come Vice Parroco
(1976-81). Dal 1981 al 2005 è stato Cappellano a Warwick, NY, al Monte Verna
Health Care Center, poi nella comunità delle suore a Mount St. Francis a Ringwood,
NJ e, infine, presso le Piccole Sorelle dei
Poveri nella Casa St. Joseph per anziani in
Totowa, NJ. È morto a Totowa, NJ, all’età
di anni 91, di vita francescana 69 e di sacerdozio 64.
* 15 settembre 2009: Patiño Arias Fr. Octavio, nato a Circasia, della Prov. S. Pauli
Apostoli, Colombia. Svolse il servizio di
accompagnamento in vari luoghi di comunità, gruppi, persone; fu Economo provinciale. È morto all’età si anni 78 e di vita
francescana 25.
* 15 settembre 2009: Erni Fr. Francis, nato a
Taumaruni, New Zealand, della Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto ad Aukland,
New Zealand, all’età di anni 70 e di vita
francescana 48.
* 15 settembre 2009: Faccio Fr. Eligio,
Guerrino, nato a Belvedere di Villaga, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia.
Visse i primi anni del suo ministero sacerdotale nel territorio veneziano a S. Francesco della Vigna e all’Ospedale al Mare.
Dopo aver trascorso 10 anni a Taglio di Po
quale vicario parrocchiale, venne trasferito nella casa “S. Maria” di Dolo, accanto alla nuova sede della tipografia I.T.E.
Operò anche nell’infermeria provinciale
di Saccolongo, svolgendo l’impegnativo e
delicato servizio di Guardiano della casa.
A Chiampo trascorse il periodo più lungo
della sua vita: quasi vent’anni accanto alla grotta dell’Immacolata e alla tomba del
NECROLOGIA
445
beato Claudio che tanto venerava, svolgendo un generoso servizio presso il santuario, soprattutto donando a tanti fedeli il
perdono di Dio e la pace del cuore È morto
nell’Ospedale di Padova all’età di anni 92,
di vita francescana 76 e di sacerdozio 65.
eucaristica, la Guardia alla Vergine di Zapopan, patrona di El Crucero. L’amore per
gli indigeni huicholes gli meritò il titolo di
TUCHI (papà-nonno o anziano). È morto
nel Sanatorio San Francisco all’età di anni
79 e di vita francescana 49.
* 17 settembre 2009: Sapio Fr. Thaddeus,
Raymond Nicholas, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Ha svolto il suo servizio
nella Parrocchia St. Francis a Beach Haven,
NJ; presso il Mexican American Cultural
Center a San Antonio, Texas; nel St. Francis Retreat Center a Rye Beach, NH; nelle
Parrocchie: St. Anthony in Camden, NJ,
St. Anthony in Yulan, NY, Holy Cross in
Bronx, NY, e Santa Maria degli Angeli in
Anderson, SC. È morto ad Anderson all’età
di anni 71, di vita francescana 50 e di sacerdozio 44.
* 24 settembre 2009: Rampinelli Fr. Nereu,
nato a São José, SC, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Per 69 anni
ha lavorato nel ministero parrocchiale. È
morto ad Agudos all’età di anni 93, di vita
francescana 75 e di sacerdozio 69.
* 21 settembre 2009: Meda Fr. Damiano,
Pietro, nato a Molina di Malo, della Prov.
Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Il suo
ministero e la sua figura sono legati al santuario di Madonna dei Miracoli di Motta di
Livenza, dove giunse nel 1980 e vi dimorò
per quasi 30 anni. Qui svolse soprattutto
il servizio pastorale in Basilica, donando
conforto e soprattutto il perdono di Dio
e la pace del cuore a quanti si accostavano al suo ministero sacerdotale. Nel 1985
diede alle stampe il libro «La Madonna dei
Miracoli in Motta di Livenza», una storia
completa ed approfondita della Basilica
dalla sua costruzione, avvenuta in seguito all’apparizione del 9 marzo 1510. Fin
da studente manifestò capacità e gusto nel
campo musicale, doti che mise a frutto nel
servizio liturgico, accompagnando con il
suono dell’organo le celebrazioni e curando
la formazione e l’animazione di gruppi corali che, con il bel canto, aiutassero i fedeli
a pregare e a innalzare la vita a Dio. Una
vita allietata dalla musica, una vita caratterizzata soprattutto dalla scelta evangelica
di Frate Minore. È morto nell’Ospedale di
Padova all’età di anni 80, di vita francescana 64 e di sacerdozio 56.
* 24 settembre 2009: Gómez Mejía Fr. Hugo, José Carmen, nato a Los Charcos, della
Prov. Ss. Francisci et Iacobi. Messico. Fu
profondo conoscitore dei costumi e della cultura indigena. Propagò l’adorazione
* 24 settembre 2009: Mori Fr. Vincenzo, Renato, nato a Granagliole, della Prov. Tridentinæ S. Vigilii, Italia. Ha vissuto ispirandosi alla carità del santo protettore Vincenzo. Dopo alcuni anni come Assistente
nel Collegio di Villazzano ha passato il resto della sua vita a Castelletto di Brenzone a
servizio delle Piccole Suore della S. Famiglia, soprattutto nell’infermeria. Ha esercitato il ministero della carità con dedizione
e devozione, accompagnando le Sorelle nel
momento del passaggio alla casa del Padre.
Pur malato ha continuato con coraggio e
sacrificio il suo servizio finché non è stato
chiamato a ricevere il premio riservato ai
servi fedeli. È morto a Castelletto di Brenzone all’età di anni 73, di vita francescana
53 e di sacerdozio 44.
* 26 settembre 2009: Campagne Fr. Marien,
Paulin, nato a Ransart, Belgio, della Prov.
Trium Socirum, Francia/Belgio. Dopo l’ordinazione sacerdotale (1946) è partito per
il Congo, dove ha lavorato in vari luoghi
della Prefettura apostolica di Lac Moëro,
poi ha servito i fratelli con “procuratore”
a Lubumbashi. Ritornato in Belgio, senza
dimenticare il suo zelo missionario, si è
segnalato per la sua grande devozione mariana e come organizzatore di pellegrinaggi
alla cappella “de la rue du Bac” a Parigi. È
morto a Montignies-sur-Sambre all’età di
anni 94, di vita francescana 69 e di sacerdozio 63.
* 26 settembre 2009: Hechich Fr. Daniele,
nato a S. Pietro in Selve (Antignana - Pola), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Terminati gli studi, prestò la sua
opera in vari conventi della Provincia: Trieste Madonna del Mare (1954-55), Gemona
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(1955-56), S. Nicolò al Lido (1956-57);
Treviso (1957-59); Verona SS. Redentore
(1959-62); Monselice (1969-70). Trascorse
poi un lungo periodo a Cittadella (1962-69
e 1970-81), addetto all’editrice «La voce
dei pastori», direttore spirituale e confessore. Ma, ancora giovane cominciarono a manifestarsi i primi sintomi di una malattia, la
sclerosi multipla, che portò ad un progressivo ed inesorabile deterioramento delle
funzioni neurologiche. Per questo motivo
dal 1981 l’infermeria di Saccolongo fu la
sua casa. Quando qualcuno gli diceva che
pregava per la sua salute, la risposta era
sempre la stessa: «Prega perché io possa
compiere la volontà di Dio». Nonostante la
malattia che lo rendeva sempre più debole,
dalla sua carrozzina, una compagna di vita
che non lo abbandonò mai, continuò a dedicarsi al ministero della riconciliazione, della consolazione e del conforto, soprattutto
dei fedeli che si trovavano in condizione di
sofferenza psico-fisica, spirituale e morale
e che necessitavano di un sostegno forte e
adeguato con la preghiera e l’invocazione
del Signore. Proseguendo il suo lento ed
inesorabile calvario, perse anche l’uso della parola, ma nonostante questo la sua sola
presenza fisica continuò ad attirare moltissimi fedeli. Tutto è stato reso possibile
dalla materna intercessione della Vergine
Madre e dalla profonda e filiale devozione che egli trasmetteva sempre a quanti gli
si accostavano. Devotissimo della Madre
di Dio, scrisse anche alcune preghiere alla
Vergine Maria e un libretto «Il mio rosario
quotidiano». Di carattere mite, obbediente
e silenzioso, la grazia di Dio lo ha trasformato in un’offerta vivente, in una candela
che pian piano si è consumata, continuando
ad illuminare, ad orientare, a scaldare gli
animi, parlando anche senza poter proferire
più neanche una parola. Nell’offerta della
sua vita egli ha servito fedelmente ed eroicamente la Chiesa, testimoniando il Cristo
e rendendolo presente come misericordioso e sofferente. Il 20 gennaio 2007 a Saccolongo è stata inaugurata una comunità
alloggio che porta il suo nome. Un flusso
continuo di fedeli si è recato nella camera
ardente preparata presso la nostra infermeria per venerare la sua salma e migliaia di
persone hanno partecipato al funerale che
si è svolto davanti alla chiesa parrocchiale
di Saccolongo ed è stato presieduto dal Ve-
scovo di Padova Mons. Antonio Mattiazzo.
È morto nel Convento S. Cuore di Saccolongo all’età di anni 83, di vita francescana
64 e di sacerdozio 57.
* 28 settembre 2009: Jaumain Fr. Gratien,
Paul, nato a Namur, Belgio, della Prov.
Trium Sociorum, Francia/Belgio. Ha vissuto la sua consacrazione come servizio:
Guardiano in molte Fraternità, Assistente
spirituale della Clarisse, Segretario provinciale, Redattore Capo della rivista provinciale; molto apprezzato nel lavoro pastorale
sia in parrocchia che con le Suore Francescane È morto a Bruxelles, Belgio, all’età
di anni 78, di vita francescana 56 e di sacerdozio 49.
* 30 settembre 2009: Marinangeli Fr. Giacinto, nato a Pettino, della Prov. Aprutiorum S. Bernadrini Senensis, Italia. È morto
a L’Aquila all’età di anni 90, di vita francescana 74 e di sacerdozio 65.
* 30 settembre 2009: Baldini Fr. Fausto,
Enrico, nato a Milano, della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. Fu
Guardiano in diversi conventi, insegnante
di religione nel nostro Liceo di Luzzago
(1955-56.1974-88), stimato confessore e
Penitenziere nel Duomo di Milano (20002006). È morto a Sabbioncello di Merate
all’età di anni 81, di vita francescana 62 e
di sacerdozio 55.
* 30 settembre 2009: Spyrka Fr. Józef Antoni, nato a Bogucice, della Prov. S. Mariæ
Angelorum, Polonia. È morto a Rzeszów
all’età di anni 76 e di vita francescana 51.
* 2 ottobre 2009: Cordoni Fr. Pietro, nato
a Campovalano, della Prov. Seraphicæ S.
Francisci Assisiensis, Italia. Frate con carattere un po’ burbero, ma molto buono e
che ha sempre voluto molto bene, soprattutto attraverso gesti pratici, ai “suoi” frati e
alle persone che di volta in volta il Signore
gli poneva davanti. Tutti lo ricordano con
grande affetto e stima ed hanno potuto cogliere la bella testimonianza della sua vita,
la perseveranza della sua vocazione e la sua
forza nella malattia. Durante la sua vita ha
sempre cercato l’aiuto nella Madonna, a cui
era molto devoto. È morto a Perugia all’età
di anni 71 e di vita francescana 50.
NECROLOGIA
* 8 ottobre 2009: Rampinelli Fr. Domiciano,
José, nato a São José, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Ha dedicato i suoi 63 di sacerdozio alla pastorale
parrocchiale, come Vice Parroco. È deceduto 14 giorni dopo la morte del suo fratello
di sangue, Fr. Nereu, anche lui Frate Minore. È morto a Rio de Janeiro all’età di anni
88, di vita francescana 69 e di sacerdozio
63.
* 11 ottobre 2009: Deshaies Fr. Ferdinand,
nato a Thunder Bay, della Prov. S. Ioseph
Sponsi BMV, Canada. Per 40 è stato Missionario nel Vicariato apostolico San José
della Amazzonia, Perú. In questi anni ha
fondato un Ufficio postale ad Aucayo; ha
costruito una chiesa, la residenza francescana ed una scuola. Il 16 luglio 1982 ha
ricevuto dal Ministero dell’Educazione del
Perú la decorazione “Las Palmas Magisteriales”, per i 25 anni dedicati all’educazione
della gioventù peruana nella foresta amazzonica. È morto nell’Infermeria provinciale
in Montréal all’età di anni 90, di vita francescana 69 e di sacerdozio 62.
* 15 ottobre 2009: Lorenzetti Fr. Joel, Mariano, nato a Três Arroios, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Per
anni ha fatto parte dell’équipe provinciale
delle Missioni al Popolo. Entusiasta della
vita francescana, mise a servizio del canto
liturgico e della pastorale la sua voce forte e
vibrante. È morto ad Agudos all’età di anni
80, di vita francescana 56 e di sacerdozio
50.
* 17 ottobre 2009: Swinnen Fr. Daniel, Leopold, nato a Eversel-Heudsen, della Prov.
S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. È stato
Professore in vari luoghi, Guardiano a Bruxelles (1966-2001 e a Sint-Truiden (20042009), Redattore capo de “La voix de Saint
Antoine” (1988-2009), Visitatore generale
della Provincia olandese. Un frate di grande
dedizione, che ha messo a disposizione degli altri, fino alla fine, i suoi talenti. È morto a Sint-Truiden all’età di anni 68, di vita
francescana 49 e di sacerdozio 42.
* 20 ottobre 2009: Lunardi Fr. Goffredo,
Giovanni, nato a Bertesina, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Nel luglio
1956 giunse in Giappone, dove iniziò un
447
lungo apostolato missionario, durato cinquant’anni. Dal 1989 al 1995 ricoprì l’incarico di Superiore regionale. Ma l’impegno
principale è stato il contatto con una cultura molto lontana dalla nostra e che poco si
lascia coinvolgere o penetrare. Ha operato
in varie parrocchie dell’Hokkaido, dedicandosi con passione e dedizione ad una
pastorale dove non esiste la tentazione dei
grandi numeri; ciò che conta è la presenza
attenta alle persone, il contatto personale,
con predilezione particolare per i piccoli
(fu direttore di vari asili) per raggiungere
attraverso di loro i genitori, le famiglie e la
società. Nel 2005 le condizioni di salute lo
costrinsero a rientrare in Provincia e fu inserito nella Fraternità di Cittadella. È morto
nell’Ospedale di Padova all’età di anni 80,
di vita francescana 63 e di sacerdozio 55.
* 23 ottobre 2009: Álvarez Partida Fr. Rafael, Luis, nato ad Ahualulco de Mercardo,
della Prov. Ss. Francisci et Iacobi. È stato
confessore e direttore spirituale nel collegio
serafico, maestro dei teologi, maestro dei
filosofi, Guardiano, Ministro provinciale
(1977-1983), Definitore provinciale. Svolse vari altri uffici. È morto a Guadalajara
all’età di anni 78, di vita francescana 61 e
di sacerdozio 51.
* 24 ottobre 2009: Baković Fr. Zvonko,
Franjo, nato a Mrkonjić Grad, della Prov.
S. Curicis, Bosnia/Erzegovina. È stato Vicario parrocchiale in vari luoghi, Parroco
a Pdomilačje e Zenice. È stato anche Segretario della Provincia (1963-1964; 19841986), Vicario provinciale (1973-1976) e
Definitore provinciale (1982-1985). È morto a Jajce all’età di anni 72, di vita francescana 54 e di sacerdozio 45.
* 24 ottobre 2009: Barbiero Fr. Emiliano,
Mario, nato a Valnogaredo di Cinto Euganio, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini,
Italia. I dati della sua vita possono essere
così riassunti: ventisei anni di insegnamento, sei di Guardiano (a Motta di Livenza:
1957-60 e a Lonigo: 1963-66), quindici di
Definitore provinciale (1971-80; 1986-92),
trentadue di Economo provinciale (19661998), cinquanta di legale rappresentante
della Provincia, trentanove anni trascorsi a
S. Francesco della Vigna (1966-05), Cavaliere di S. Marco e della Repubblica. Nono-
448
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
stante i molti servizi a livello provinciale,
non ha trascurato il ministero sacerdotale.
Tra i numerosi impegni non è mancata in
lui la disponibilità ai fedeli, alla celebrazione dei sacramenti, in particolare alla confessione. Cercava ogni occasione che gli
consentisse di esercitare il suo sacerdozio
e aveva un legame particolare con il santuario mariano di Motta di Livenza. Nelle nostre case è conosciuto per la geniale
invenzione del Fondo comune, strumento
di vera fraternità apprezzato e adottato da
molte Province religiose, per i lavori, per
i restauri, per le opere realizzate in favore
delle missioni, delle suore, dei poveri. Fuori le mura dei conventi e tra la gente forse è
apprezzato per le sue opere: il progetto delle acque a S. Francesco della Vigna e a S.
Francesco del Deserto, il libro sulle omonimie, la conoscenza di personaggi illustri…
Ma prima ancora di tutto ciò che ha realizzato, la testimonianza più grande che ci ha
lasciato resta il suo stile di Frate Minore,
pronto a servire, sempre distaccato da tutto.
Ha amministrato tanto, ha intrapreso grandi
lavori, ha progettato, ma con una costante:
tutto per gli altri, niente per sé. In questo ha
dimostrato grande generosità coniugata con
costante fedeltà. È morto nel Convento S.
Cuore di Saccolongo all’età di anni 93, di
vita francescana 78 e di sacerdozio 70.
* 6 novembre 2009: Carrabba Fr. Piergiorgio, Pio, nato a Napoli, Prov. Neapolitanæ
Ss. Cordis Iesu, Italia. Ha espresso la sua
consacrazione religiosa e sacerdotale in una
vita nella quale le priorità erano il Signore e
la sua Parola che, in tutte le occasioni, non
si stancava di annunciare, predicare e testimoniare. Costantemente pronto ad accogliere con compassione le ansie, le difficoltà e le sofferenze dei fratelli, è stato sempre
a disposizione nell’accogliere, ascoltare e
confessare chiunque si rivolgesse a lui. È
stato un frate laborioso, sempre in movimento per riparare e aggiustare, al fine di
rendere il Convento più accogliente e funzionante. Un frate cordiale, in cui prevaleva
il senso dell’obbedienza e della disponibilità. È morto presso l’Ospedale Fatebenefratelli in Napoli all’età di anni 77, di vita
francescana 54 e di sacerdozio 48.
* 6 novembre 2009: Fuchs Fr. Bruno, Georg, nato a Castrop-Rauxel, Germania, del-
la Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV,
Brasile. Per anni ha fatto parte dell’équipe
provinciale della pastorale biblica ed ha offerto il suo servizio a numerose parrocchie,
comunità e diocesi. Dopo aver partecipato
al Capitolo delle Stuoie per commemorare
l’VIII centenario dell’approvazione della
Regola, è morto improvvisamente a Rodeio
all’età di anni 78, di vita francescana 53 e di
sacerdozio 47.
* 8 novembre 2009: Leibold Fr. Harald Hugo, nato a Dipperz, della Prov. Thuringiæ
S. Elisabeth, Germania. È morto nel Convento di Fraunberg all’età di anni 96, di vita
francescana 76 e di sacerdozio 71.
* 9 novembre 2009: Maire Fr. François, Gérard, nato a Sélestat, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. È stato Vice Parroco a Lulhouse e a Rixheim, Vice Maestro
dei Novizi, per lungo tempo Cappellano
dell’Ospedale. Il suo servizio agli ammalati, la sua attenzione fraterna alle persone più
fragili e la sua amabile accoglienza furono
molto apprezzati. È morto a Metz-Borny
all’età di anni 76, di vita francescana 56 e
di sacerdozio 47.
* 10 novembre 2009: Brunelli Fr. Maurizio, Cesare Luciano, nato a Brescia, della
Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi,
Italia. Per tanti anni (1975-2007) nel Convento di Busto Arsizio svolse con paziente
dedizione il suo servizio di aiuto Assistente
dell’Oratorio e di conforto per gli ammalati. È morto a Merate all’età di anni 74, di
vita francescana 53 e di sacerdozio 35.
* 10 novembre 2009: Barnhoorn Fr. Hieronymus, Wouterus, nato a ‘s-Gravenhage,
della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,
Olanda. Si è dedicato alla pastorale parrocchiale, è stato Guardiano, Vicario, sempre disponibile ad aiutare i Frati anziani.
È morto a Weert all’età di anni 80, di vita
francescana 59 e di sacerdozio 52.
* 15 novembre 2009: Alonso Mancebo Fr.
Daniel, nato ad Olives, della Prov. S. Iacobi de Compostela, Spagna. Modello di
laboriosità, affabile e servizievole, si dedicò al lavoro dell’orto e alla cura delle api.
Questo gli ottenne il premio Vagalume che
il Comune concede alle persone e alle isti-
NECROLOGIA
tuzioni distintesi nella città per il servizio
verso gli altri. Varie volte è stato Discreto
della Fraternità di Santiago. È morto a Santiago de Compostela all’età di anni 85 e di
vita francescana 63.
* 17 novembre 2009: Mika Fr. Joseph, nato
a Chicago, della Prov. Assumptionis BMV,
USA. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale e si impegnato ad attuare la liturgia
alle indicazioni del Concilio Vaticano II.
Infine, è stato Cappellano degli anziani. È
morto a Manitowoc all’età di anni 84, di vita francescana 65 e di sacerdozio 59.
* 18 novembre 2009: Yáñez Ledzma Fr. Jaime, José Felipe de Jesús Francisco, nato a
Jerécuaro, della Prov. Ss. Petri et Pauli de
Michoacán, Messico. Ha servito la Chiesa
e l’Ordine come Maestro e Formatore al St.
Anthony’s Seminary, El Paso, per più di 50
anni, più volte Guardiano, Rettore, Professore, Vicario e Direttore spirituale. È stato
anche Assistente dell’OFS e Confessore
nella Parrocchia Our Lady of Guadalupe. È
morto a El Paso, Tex., all’età di anni 85, di
vita francescana 70 e di sacerdozio62.
* 18 novembre 2009: Mauri Fr. Benedetto, Samuele Biagio, nato a Maggianico di
Lecco, della Prov. Mediolanensis S. Caroli
Borromæi, Italia. Frate semplice e schietto,
sarto, portinaio e questuante in diversi conventi della Provincia, seppe intessere legami profondi e sinceri con tutti, con i poveri
che bussavano alla porta per chiedere un
po’ di pane, con i lavoratori, con gli anziani
e con i giovani. Sempre attivo e laborioso
nonostante il passare degli anni, santamente indaffarato per procurare ai suoi frati e
alla gente i frutti della Provvidenza, lascia
un esempio luminoso di serafica letizia. È
morto a Dongo all’età di anni 83 e di vita
francescana 60.
* 20 novembre 2009: Irudayam Fr. Jesu, nato a Thinaikulam, Tamil Nadu, della Prov.
S. Thomæ Apostoli, India. Per oltre 19 anni
è stato Direttore di Nesakkaram, una casa
per i ragazzi di strada in Chennai. È morto
all’età di anni 59, di vita francescana 36 e di
sacerdozio 29.
* 22 novembre 2009: Tinneny Fr. Joachim,
Joseph, nato a London, della Prov. Immacu-
449
latæ Conceptionis BMV, Inghilterra. Con
la sua morte cessa la missione della nostra
Provincia in India, iniziata il 21 giugno
1925. Nel 1956 si è recato in India, dove ha
lavorato nelle Parrocchie di Kowtal, Maski,
Jawalgera, Raichur nella Diocesi di Bellary
e in Shahabad in Gulbarga. Religioso semplice, ha dedicato tutta la sua vita ai poveri.
È morto a Bellary, India, all’età di anni 85,
di vita francescana 59 e di sacerdozio 54.
* 23 novembre 2009: Zapico Ramos Fr. Faustino, nato a Andorra, Prov. Valentiæ et
Aragoniæ S. Ioseph, Spagna. Nel 1989 si
recò in Perù, dove svolse un grande lavoro
pastorale e sociale nella città di Contamana. Per aiutare concretamente i più poveri,
fondò un Collegio per i bambini con handicap fisici e psichici. È morto a Lima, Perù,
all’età di anni 53, di vita francescana 34 e di
sacerdozio 20.
* 24 novembre 2009: Gavran Fr. Ignacije,
Mijo, nato a Vares, della Prov. S Crucis,
Bosnia/Erzegovina. È stato professore nel
Seminario francescano di Visoko dal 1941
al 2003 e nello Studentato di Teologia a
Sarajevo dal 1945 al 1950, Direttore della
Scuola di Visoko dal 1967 al 1976, Definitore provinciale dal 1961 al 1967. Ha pubblicato vari libri e molti articoli in diverse
periodici. È morto a Visoko all’età di anni
96, di vita francescana 78 e di sacerdozio
72.
* 28 novembre 2009: Van Rompaey Fr. Armien, Rene, nato a Lier, della Porv. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Per 50 anni è stato
missionario in Congo. Portato alla musica
e alla tecnica, è stato Direttore della scuola
tecnica a Kamina, dove ha formato centinaia di giovani non solo a livello professionale, ma anche umano e cristiano. Un uomo
profondamente religioso, che ha vissuto la
povertà come solidarietà con il popolo congolese. È morto ad Antwerpen all’età di anni 84, di vita francescana 64 e di sacerdozio
58.
* 29 novembre 2009: Mosqueda Espinoza
Fr. Celso, Moisés, nato a Silao, della Prov.
Ss. Petri et Pauli de Michoacán, Messico.
Ha svolto il suo ministero in molti luoghi.
È morto a Celaya all’età di anni 71, di vita
francescana 47 e di sacerdozio 40.
450
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
* 1 dicembre 2009: Wieszczek Fr. Rudolph,
Edward, nato a Hamtramck, della Prov.
Assumptionis BMV, USA. Ha lavorato
nella pastorale parrocchiale. È stato anche
Caplleno di un grande Ospedale cattolico.
È morto a Burlington all’età di anni 86, di
vita francescana 64 e di sacerdozio 55.
* 6 dicembre 2009: Simons Fr. Balthasar,
Theodorus, nato a Rotterdam, della Prov.
Ss. Martyrum Gorcomiensim, Olanda. È
stato Professore di matematica e di musica. È stato Ministro provinciale e membro
della Commissione internazionale per le
finanze dell’Ordine. È morto a Warmond
all’età di anni 84, di vita francescana 65 e
di sacerdozio 58.
* 11 dicembre 2009: Zuska Plasek Fr. Simón,
Jaroslav, nato ad Uherské Hradiste, Cecoslovacchia, della Prov. Bohemiæ et Moraviæ S. Venceslai, Rep. Ceca. Al termine della Seconda Guerra Mondiale lasciò il Paese,
rifugiandosi a Valenzia, Spagna. Nel 1960
ottenne la cittadinanza spagnola. Partecipò
a vari Capitoli generali come membro della
Segreteria ed anche come Delegato della sua
Provincia di S. Venceslao in Boemia. Nella
Provincia di Valenzia svolse vari uffici: Professore nel Collegio di Ontinyent, Segretario
provinciale, Bibliotecario, Commissario e
Vice Commissario di Terra Santa, Amministratore della Rivista “Seleciones de franciscanismo”. È morto ad Ontinyent, Spagna,
all’età di anni 91, di vita francescana 72 e di
sacerdozio 66.
* 14 dicembre 2009: Esquivel Pérez Fr. Pedro, José Pedro, nato a Puruándiro, della
Prov. Ss. Petri et Pauli de Michoacán, Messico. È stato più volte Guardiano, Segretario per la Formazione e gli Studi, Definitore
provinciale, Direttore del Bollettino, Segretario provinciale, Ministro provinciale. È
morto a Querétaro all’età di anni 71, di vita
francescana 51 e di sacerdozio 44.
* 16 dicembre 2009: Di Matteo Fr Emanuele, Carlo, nato a Magliano dei Marsi, della
Prov. Aprutiorum S. Benrnardini Senensis,
Italia. È stato un Frate semplice e laborioso, nella cucina e nel servizio di sagrestano,
soprattutto al Santuario della Madonna dei
Bisognosi in Pereto dove è stato diversi anni. Dopo una lunga malattia, è morto nella
Casa di Cura di Magliano all’età di anni 77
e di vita francescana 58.
* 19 dicembre 2009: Ampe Fr. Gundulf,
Marc, nato ad Oostrozebeke, della Prov. S.
Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Dopo l’ordinazione sacerdotale ha lavorato, soprattutto, nella pastorale parrocchiale, prima come
Vice Parroco a Waterschei e Lokeren, poi
come Parroco a Lokeren e Ronse, dove è
stato anche Guardiano. Dotato per la tecnica e la cucina, è stato un uomo di grande
bontà verso i confratelli e la gente. È morto ad Antwerpen all’età di anni 74, di vita
francescana 53 e di sacerdozio 46.
* 19 dicembre 2009: Coacci Fr. Nazzareno,
nato a Cingoli, della Prov. Picenæ S. Iacobi
de Marchia, Italia. Religioso umile, mite e
disponibile, ha testimoniato la vocazione
francescana e il ministero sacerdotale nelle nostre Fraternità, specialmente nella pastorale parrocchiale e nel Sacramento della
Riconciliazione. È morto nell’Infermeria
provinciale in Grottammare all’età di anni
88, di vita francescana 70 e di sacerdozio
62.
* 22 dicembre 2009: Vieira Fr. Rosario,
Antonio, nato a Sande, Portogallo, della
Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Ha svolto
il servizio di refettoriere nei conventi del
St. Bonaventure a Paterson, NJ (1955-56),
dell’Holy Name College di Washington,
DC (1956-58) e del St. Stephan d’Ungheria
di New York (1958-59). Ha poi proseguito gli studi in scienze infermieristiche a St.
Francis Hospital di Olean, NY. Dopo aver
ricevuto la LPN nel 1960, si offrì volontario per la missione della Provincia in Goiás,
Brasile, dove ha prestato servizio per quasi
trent’anni. Ha lavorato prima come infermiere presso Araguacema (1961-1970)
e Cristalândia (1971-1983), e poi ha fatto parte del team di formazione a Goiânia
(1983-84) e Anápolis (1984-1985). Dopo
un breve periodo presso la parrocchia di Pires do Rio (1985-86), ha prestato servizio
come Vicario e poi Guardiano a Goiânia
(1986-1989) e infine come assistente parrocchiale di Quirinópolis (1989-90). Tornato negli Stati Uniti nel 1990 ha prestato
servizio presso l’Infermeria provinciale di
Ringwood, NJ. È morto a Ringwood all’età
di anni 85 e di vita francescana 54.
NECROLOGIA
* 23 dicembre 2009: Sluijs Fr. Gandulf,
Wilhelmus, nato a Bodegraven, della Prov.
Ss. Martyrum Gorcomiemnsium, Olanda. È
stato molto attivo sul piano pastorale, specialmente con i Membri dell’OFS. Infine, si
è posto a servizio della Catholic Union per
gli anziani. È morto a Utrecht all’età di anni
89, di vita francescana 70 e di sacerdozio
63.
* 23 dicembre 2009: Papparella Fr. Anselmo, Antonio, nato a Molfetta, Italia, della
Cust. Terræ Sanctæ, Israele. È morto al
Cairo, Egitto, all’età di anni 74 e di vita
francescana 52.
* 29 dicembre 2009: Bambir Fr. Vjekoslav,
Vinko, nato ad Uskoplje, della Prov. Ss.
451
Assumptionis BMV, Bosnia/Erzegovina.
Dopo il Dottorato in Diritto Canonico presso l’Antonianum in Roma, si è recato negli
USA nel 1946, dove ha svolto vari servizi:
Vice Parroco, Custode, Consigliere custodiale, Cappellano militare, Direttore delle
Franciscan Publications. È morto nel Mercy Hospital di Chicago, USA, all’età di anni 93, di vita francescana 76 e di sacerdozio
69.
* 29 dicembre 2009: Bercik Fr. Michael,
nato a McKeesport, PA, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, USA. È morto
presso la Saint Christopher Fraiary in Boston all’età di anni 57, di vita francescana
34 e di sacerdozio 30.
INDEX NOMINUM
PRO ANNO 2009 (CXXVIII)
A
Abela John 93, 190, 416
Accossato Giampietro 170
Aceto Gabriel 189
Acevedo Quiroz Luis Hernando 439
Adalberto Rosat 153
Agirre Unanue Frantzisko 168
Aguilar Rojas Isaías Óscar 189
Agulló Pascual J. Benjamín 155
Ahles Jerome 172
Ahouanan Djro Paul-Siméon 437
Aiello Gerardo 172
Albert de la Torre Luis 172
Albert Leánder 275
Alcalde Quintas Víctor Manuel 276
Alliata Eugenio 157
Allimant Jiménez Raúl 379
Alonso Mancebo Daniel 448
Alvarado Segura Edwin de Jesus 190, 372, 416
Álvarez Cabrera Raul 58
Álvarez Miguel 416
Álvarez Partida Rafael 447
Álvarez Rodríguez Iosephus 387
Alves Pereira Aluisio 137, 189
Aman Petrus Kanisius 277
Amanzi Cristoforo 275
Amaral Bernardo Amaral 73, 123, 130, 134, 137, 189
Amato Angelo 76-79 passim, 289-286 passim, 389-390
Amato Carmelo 317
Amigo Valle Francisco 313
Amigo Vallejo Carlos 311
Amin Joseph 133, 189, 370, 395
Ampe Gundulf 450
Anaut Espinosa Manuel 190, 311
Andjelović Petar 169
Andreassa Irineu 437
Angelisanti Alessandro 189
Anghur Cosmas Michael 125
Angulo Jerome 176
Ante Óscar 59, 371
Antonelli Francesco 372
Aquilina George 410
Aracić Dinko 363
Arango Trujillo José Ignacio 169
Ardura Bernard 417
Arellano Suárez Francisco Javier 190, 409
Arias Alex Antonio 371, 416
Armenta Eduardo 189
Arozena Lizeaga Enrike 167
Arregi Guridi José María 276
Arriaga Larragan Iñaki 168
Arrighini Angelo 11, 69, 299, 300
Arzelus Esnaola Angel 167
Ascione Giorgio 408
Auberger Jean-Baptiste 146
Aurélio da Cruz Marco 371
B
Baan Melchior 173
Babić Ante 370
Baek Nam-Yong John 58
Bagarić Ivo 176
Bahcic Robert 293, 416
Bahlmann Bernardo Johannes 152
Baiardi Sereno 412
Bailey Justin 318
Bakoma Marcel 189
Baković Zvonko 447
Balajić Siniša 379
Baldini Fausto 446
Bałdyga Sergiusz 311, 378
Balestri Paolino 177
Balić Carlo 363, 417, 418
Ballati Secondo 369
Baltar Duyos Salvador 176
Bamberg Callistus 174
Bambir Vjekoslav 451
Banks Evan 174
Baratto Cláudio 171
Barbariga Basilio 319
Barbiero Emiliano 447
Barbosa de Sousa Wellegton Jean 58
Barden Franz-Leo 189
Barnhoorn Hieronymus 448
Barralet Roger 57
Barrio Jiulián 295, 308
Barroso Maria 132
Bartolini Bruno 162, 189, 369
Bartolucci Marcello 391
Basile Agnello 315
Basili Nasser 287
Battaglia Vincenzo 362, 417-418
Battista da Varano (beata) 391
Baumann Otmar 170
Beach Raymond 444
Beciani Danilo 189
Belkacem Joseph-Adrien 171
Bello Tom 396
Beltrami Carolina 76, 283
Benedetto XVI 3-7 passim, 39, 145, 153, 181-188 passim, 325-344 passim, 347, 377-378, 385, 391, 393,
399, 412-413, 433, 435, 437
Benigar Alessio 77
Benítez Martínez Marcelus 189
Bercik Michael 451
Berhidai Piusz 276
454
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Beristain Uzkudun Iñaki 276
Berkvens Adrianus 317
Bermejo Enrique 182
Bernacchi Leonardo Mario 308
Berrini Marco 379, 417
Berrueta López de la Calle Jesús 276
Bertin Giorgio 437
Bertone Tarcisio389
Bertulucci Marcello 77
Betti Umberto 164-166
Biagi Maino Donatella 439
Biasi Saverio 59, 189
Biber Egidije 320
Biemmi Enzo 68
Biesok Ezdrasz 189
Bini Giacomo 11, 12, 14, 27, 67, 121, 141, 189
Bir Stanley174
Bitzer Martín 88, 90
Blastic Michael W. 157
Bőjte Mihály 295
Bołd Wit Michał 277
Bonaventura da Bagnoregio (San) 325, 412
Bonenfant Roland 129
Bonifacio Francesco Giovanni 75
Bonilla Bonilla Áureo Patricio 369
Boruta Alexander 169
Bošnak Dinko 370
Bourdeau Gilles 128
Bove Cristoforo 77
Bozanić Josip 395
Brac de La Perrère Thierry 123
Bracci Silvano 311, 439
Brailly Christian 277
Brancher Mauro 321, 443
Bravi Francesco 66, 127, 137, 150, 189
Brázda Cyril Jaroslav 275
Breis Pereira Carlos Alberto 58
Brigidi Silvestro 170
Brkić Blago 321
Brocanelli Vincenzo 137, 189, 308, 311, 348, 607, 416
Broccato Aldo 14
Brunelli Delir 381
Brunelli Maurizio 448
Budnik Austin 316
Buljac Mirko 320
Bunader Julio César 189, 348, 410-411, 416
Buonamano Giambattista 90
Burrascano Guseppe 292
Buscemi Alfio Marcello 311
Byrne Thomas 443
C
Cabrera Herrera Luis Gerardo 63, 137, 154, 293
Cacciotti Alvaro 419
Calderón Martínez Severino 189
Calderón Peña Jaeme 276
Califano Giovangiuseppe 285, 291, 391-392, 416
Calvo Gaspar 363
Cambrini Sanchini Gabriella 311
Campagna Robert 189
Campagne Marien 445
Campana Ferdinando 369
Canali Paolo 190
Candray Francisco 416
Cangelosi Felice 90
Cantalamessa Raniero 11, 12, 14, 297
Carfagna Pietro 189
Caro Eddie 311
Caroli Ernesto 162
Carpentieri Ludovico 173
Carpio Ponce Emilio Erasmo 189
Carrabba Piergiorgio 448
Carrascosa Santos Perfectus 387
Carrero Ángel Darío 311
Carrero Morales Angel Dário 189
Carvalho do Couto Wanderley 189, 371, 410
Carvalho Neto Francisco 189
Casalini Nello 311
Casini Maria Teresa 284
Cassano Luigi 174
Castillo Amendaño Milton Jacinto 171
Castillo Gaona Santos Daniel 369
Castro Joel Alcides 189
Catalan Jorge David 279
Cavagna Luigi 148
Cecchin Stefano 363, 417
Černý Bartoloměj Pavel 275
Cerrato Chamizo Guillermo 276
Chacour Elias 185
Chagnon Lionel 129
Chambi Cruz Ernesto 189
Chan-seon Leonardo Kim 58
Cheng Kia Shio Pietro Alcantara 167
Chomik Wacław 189, 277
Chumillas Fernández Victor 386
Ciappara Joseph 410
Cicchello Claudio Vito 439
Ciscar Puig Filippo 79
Cisneros Marcelo 381
Ciufo Gerardo 410
Civitavecchia Leonardo 278
Clorey Doug 98, 396
Coacci Nazzareno 450
Coelho Pedro 132
Cofano Antonio 278
Colombini Giorgio 315
Colombo Roquette Jesús Ignacio 317
Colombotti Tarcisio 278
Colomer Barber Rafael 276
Colonna Margherita 392
Comastri Angelo 407, 413, 415
Concetti Giuseppe 439
Concha Jorge 293, 369
Consoli Salvatore 439
Conti Maurizio 275
Contini Andrea 275
INDEX NOMINUM
Copps Michael 57
Cordoni Pietro 446
Corpas Isabel 381
Correa Gino 370
Corrillon Manuel 133
Corriveau John 11, 12, 14, 23, 141, 297, 299
Corullón Fernández Manuel 189
Covero Rogelio 189
Crapp Austen Robin 153
Crisci Livio 278, 279, 416
Csoska Fabian Jan 168
Cugnata Daniele 292
Cvitković Budimir 176
D
Dąbrowski Bonus 369
Da Costa Sandro Roberto 371, 381
Da Fanna Fedele 425-428, 439
Dalla Rosa Elias 416
Dall’Osto Antonio 136, 305, 425
Dalmastri Benedetto 170
D’Andrea Aniceto 169
D’Antonio Salza Nicolás 320
Da Portogruaro Bernardino 426, 428
Daquilanea Arturo 189
Da Silva Fernandes José Carlos 58
De Angelis Sante 412
De Balsi Ugo 79
De Bianchi Vito 168
De Frutos Dominicus Alonso 387
Deja Leonard 369
De la Mata Merayo Miguel 190
Delautre Hugues 168
Delić Frano 277
Del Pozo Enarnación 14, 124
Del Prete Vincenzo 76
Del Val R. Merry 432, 437
De Muyt Bernard 169
De Paoli Paolo 443
De Rosa Luca 77-79 passim, 284, 311
Deshaies Ferdinand 447
De Smet Floribert 320
De Vega Pedraza Iosephus 387
Devenney Maurice 396
De Vincenti Maria Teresa 285, 391
De Wit Archangelus 175
Dezza Ernesto 157
Díaz Sierpe Bernardino 312
Díez Serna Valentinus 387
Di Franco Manlio 189
Di Matteo Emanuele 450
Di Ruberto Michele 76-79 passim, 284-286 passim,
389-390
Dister Syukur Nikolaus 371
Di Virgilio Virgilio 189, 442
Doherty Michael 58
Dohnal Jan Maria Vianney 275, 279, 416
Domínguez Raimundo 416
Domínguez Serna Joaquín 189
Donders Dignus 173
Dorronsoro Mujika Juan Miguel 276
Dos Santos Alexandre José 437
Dos Santos Mascarenhas Amarildo 189
Double Cassian 444
Douglas Marian 174
Drew Jiustin 443
Dubigeon Benoît 137, 189
Dunham Larry 119, 189, 371, 416
Durigon Natale 310
E
Eguiguren Iraola José Ángel 279, 416
Ekka Leos 189
Elewaut Emmanuel 170
Elisabeth Castro 89
Erni Francis 444
Espelage Arthur 370
Esposito Agostino 189, 408
Esquivel Pérez Pedro 450
Etxebeste Arregi Iñaki 168
Etzi Priamo 153, 372
F
Fabris Contardo 315
Fabuel Vicente Sebastián 157
Faccio Eligio 444
Faes Barbara 428, 439
Failla Giuseppe 90
Falasconi Nazzareno 444
Falo Espés José María 189
Fantaccini Paolo 189
Faranda Tindaro 292
Farlow Wenceslaus 316
Farolfi M. Chiara 391
Faustin Roland 190
Favretto Mario 123, 128, 137, 189, 292
Febbraro Antonio 157, 439
Felipe Tapia Vicente-Emilio 189, 348, 416
Félix Palomares Ramón 58
Ferdico Francesco 292
Fernández Fernández Dionísio 189
Fernández Sousa Alfonso 172
Ferrari Caetano 154
Ferrari Roberto 147, 152, 189
Ferreira Lessa Luís Augusto 58, 189
Ferreira de Lima Samuel 371
Ferreira de Sousa Francisco Robério 58
Ferro Salvatore António 190
Figueiredo Teixeiria José 314
Filoni Fernando 7
Fischer Clement 442
Fitzsimons Kieran 57
Flores Ángel 416
Flores Interiano Saúl Orlando 137, 189
Fobes Peter 137
Focardi Francisco 309
455
456
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Fokcinski Hieronim 391
Foley John 187
Folgado López Carlos 372
Fong Franklin 58
Francis Shaw Sebastian 152
Freddi Marco 190
Fregona António 90
Frész Timóteus 276
Freyer J. B. 379
Fruk Ana 89, 395
Fuandez Lopez Antonio 392
Fuchs Bruno 448
Fuentes Cruz Eusebio 315
Fusarelli Massino 63, 66, 147, 189
G
Gábor Tamás 275
Gaglione Giacomo 78
Gallardo Loja Luis Arcesio 369
Gallina Riccardo 59
Gandarela Manuel Gonçalves 169
Gandolfi Giulia 439
García de Armellada B. 379
García Escudero Pablo 313
García Fernández Arsenio 317
Gardin Gianfranco Agostino 11, 12, 14, 29, 142, 297,
299-301, 393
Garzon Ramirez Fernando 137, 189
Gatti Clemente 286, 391
Gavran Ignacije 449
Gavran Lovro 189
Gaytán Vázquez Norberto 443
Gdyk Nikodem 189
Gelo Marko 321
Gemelli Agostino 146
Gerritsma Frans 279, 416
Giacomo da Bitetto (Beato) 77, 389
Giampieri Gabriele 444
Giannone Carmelo 370
Giardina Rosario 292
Gidoni Annamaria 440
Gieoux Oscar 317
Giermek Joachim 401
Gimmnich Otho 175
Giorgino Francesco 141, 299
Giouda Bishara 371
Giovanni Paolo II 338-339, 340-341, 375, 377-378,
393, 395
Giovanni Rinaldi 137
Giovanni XXIII 362, 417-418, 441
Gjoka Dedë 369
Glamocak Marijan 416
Gniecki Czesław 189
Gohly Jozafat Roman 277
Gołąbek Emilian Piotr 277
Gómez Julio 396
Gómez Marcellinus Ovejero 387
Gómez Martínez Eulalio 189, 410
Gómez Mejía Hugo 445
Gómez-Pinto Pinero Felix 387
González González Amado 189
González Martínez José Antonio 444
González Porres Antonio 189
González Rodríguez Anastasius 387
González Víctor Hugo 277
Gorzołka Rafał 277
Grassi Massimo 278
Gray Reginald 57
Grossi Andrea Nico 369
Guarguaglini Sandro 278
Guglielmoni Mariano 375, 419
Gutay Jose Femilou 189
Gutiérrez Olmos José Enid 279
Gyeong-ho Francisco Ki 58
Gyeong-hun John Lee 58
H
Habib Shehata 394
Harada Hermógenes 316
Hardin John 119, 189
Harelimana Innocent 370
Hasegawa Paulus 189
Hechich Barnaba 379, 439
Hechich Daniele 348, 445
Heinze Markus 189
Hellsten Jan-Olof 396
Heras Segarra Walter Jehowá 153, 277, 393
Herbas Balderrama Jorge 153
Hernández Martínez Raúl 190
Hernández Venegas Miguel Ángel 58
Hernández-Ranera de Diego Angelus 387
Hernansanz Chico Mikel 276
Hernawan Yohanes Budi 189
Herrera Bermejo Fridericus 387
Hess Azariasz J. 277. 416
Higgins Michae l 9, 144, 296, 401
Highton Edmund 57
Hölscher Ronald 170
Holtz Leonard 169
Hoogenboom Robert 416
Hooper Peter 318
Hoppe Leslie J. 189, 412
Horta Jorge 372
Huculak Benedykt Jacek 439
Hudson Patrick 190
Huerta Muro Juan María 58, 189
Hummes Cláudio 19, 144, 437
I
Iacono Lorenzo Benedetto 292
Iannuzzi Sabino 189
Ilunga Mikombe Alex 189
Iorio Paul 419
Irudaya Samy 81
Irudayam Jesu 449
INDEX NOMINUM
J
Jackson Jerry 175
Jácome Manuel 293
Jaku Landi 369
Janka Filemon 189, 369
Janssoone Frédèric 128
Jaumain Gratien 446
Jawaheer Jeff 57, 278
Jeurissen Roeland 322
Jiménez Durán Salvador 276
Jiukić Marko 311
João Evódio 133, 137, 189
Jöhri Mauro 9, 119, 144, 296, 401
Joly Dominique 277
Jordá Tomás José António 189
Jordan Brian 119
Jurisch Mel 119
Jurka Jeroným 189, 275
K
Kallan Paul 371
Kaltbach Fabian Gerard 277
Kao Cheng-Chai Thaddaeus 189
Karaula Marijan 275
Kee Kyoung-Ho Francesco 89
Kenneth Laverone 58
Kerr Clare 409
Kerr Ralph 409
Khanyile Makhomba Augustine 57, 278
Ki Gyung-ho Francis 189
Ki-moon Ban 263
Klimas Stanisław Narcyz
Kloppenburg Boaventura 314
Klučka Didak Robert 275
Kobaš Marko 170
Koenig Augusto 189
Kohler José 277
Kolarić Krunoslav 189
Könnig Augusto 381
Kopysterynskyi Dobroslav 189
Koren Matija 370
Kornfeld Adalberto 172
Korošak Bruno J. 439
Koštroman Vlado 314
Kotnik Bertrand 171
Kovács Antal 275
Kretschmer Konrad 171
Kule Matthias 370
Külkamp César 371
Kungys Astijus 189
Kusy Thaddee 397
Lamelas Isidro 132
Lammers Martinho 152
Langa Adriano 437
Lanuti Egidio 318
Lanza Sergio 66
L
Lanzillotta Francesco 189
Lapierre Revuelto Luís Fernando 279
Larrea Arrizabalaga Juan Ignacio 276
Larrinaga Bilbao Philippus 171
Lati Giancarlo 138, 190
Laverone Ken 119
Lázaro de Souza Jorge 189
Le Goanvec Marc 128, 137, 189
Legall Robert 123
Leibold Harald Hugo 448
Lendvai Zalán 276
Leone XIII 338, 398, 406
Leopizzi Tommaso 137, 189
Leroy Roger 168
Leyva Soto Juan 314
Liberati Vincenzo 176
Limíro Nivaldo José 371
Link Fred 371, 416
Lino Benedetto 90, 395-396
Lins de Araújo Marconi 58, 189
Loch Leo 176
Lombardi Emanuele 159
Łopata Simone 137
Lopera Trujillo Alberto 317
López Hurtado José Miguel 443
López Lema Federico 173
López Martínez Ramiro 442
López Nacarino Miguel 124
Lorenzetti Joel 447
Lotito Floyd 319
Lourido Díaz Ramón 313
Lovato Stefano 137, 190, 416
Lovera Sereno 59
Lovett William 57, 278
Lozano Tello Martinus 387
Lukovits Milán 276
Luna Ruiz José Manuel 173
Lunardi Goffredo 447
Lynch Kevin 129
M
Macabalo Ponziano 412
Macák Cyriak 169
Madariaga Rodríguez Oscar 295
Magyar Gergely 189
Maire François 448
Majadas Málaga Andreas 387
Majadas Málaga Vincentius 387
Majdandžić Mirko 275
Malaquías Junior Moacyr 372
Mamala Włodzimierz 369
Mandac Stanko 318
Mandapathil Tojy 371
Mandolini Giancarlo 439
Marchal Roger 137, 189, 348, 416
Marcucci Antonio 78
Marentes Ontiveros Abundio 443
Maria Cristiana di Savoia 392
457
458
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Maria Cristina di Sabaudia 285
Marinangeli Giacinto 441, 446
Marković Luka 275
Maroto Moreno Felix 387
Martín de Santos José María 316
Martín Hernández José 276
Martinelli Giovanni Innocenzo 437
Martínez de Estivarez Perez de san Roman Apolinar 167
Martinez de Ilarduya Fdz de Troconizb Juan Maria 276
Martínez Manjón Eugenio 276
Martínez Martínez Ángel 175
Martini Massimiliano 175
Maryjka Rufin 279, 416
Mascarenhas Louis 58
Masih Moghal Peter 189
Massafra Angelo 396
Massaro Umberto 168
Maté Calzada Iacobus 387
Mathias Gabriel 190, 371
Matić Ivan 134, 287, 395-397
Matura Thaddée 307
Mauri Benedetto 449
Mayer Peter Paul 176
McBride Mark 14, 143
McGinn Finian 119, 128, 189
McGrath Aidan 57, 190, 289, 348, 372, 408, 416-417
McGrath Brian 409
McSweeney Patrick 175
Mduduzi Zungu Vincent 57, 137, 189, 238, 348, 416
Meda Damiano 445
Meeuwis Winnibald 317
Melada Paolo 363
Melícias Lopes Vítor José 189
Melicias Vitor 132
Melillo Giacomo 321
Mellano Daniele 59
Mendez-Guzman Oscar 58
Menegatti 138
Meneghin Vittorino 425-428 passim, 439
Merino Antonio José 281
Metz Eduardo 371, 416
Michalczyk Wacław 279, 416
Michali Flawian Józef 277
Michalski Klaudiusz 369
Michels Antônio 371
Miele Bruno 189, 349, 189
Migliorati Samuele 172
Mihály Juraj Andrej 189
Mika Joseph 449
Mintoff Dionysius 410
Mioč Gabrijel 275
Mirdita Rrok 396
Mistrih Rachid 372, 416
Modrić Miroslav 370
Monte Moreira Antonio 131
Montes Moreira Américo 320
Moo Kil Paolo Lee 89
Morales Valerio Francisco 137, 189
Moreira Adriano 131
Morello Giorgio 314
Moreno Camuñas Rubén 276
Moreno Gonzalo 370
Mori Vincenzo 445
Mosqueda Espinoza Celso 449
Mphela Solomon 57
Mrvelj Ante 277
Mújica Quintero Genaro 58
Mulholland Seamus 57
Müller João Inácio 189
Mulqueen Anne 396
Mun José Murguzur 58
Muniz Alves João 189
Muñoz Vargas Jesús Ramiro 59
Murhabale André 133
Murnan Sean 370
Muro Aréchiga Juan Ignacio 137, 189, 279
Musara Emanuel 133, 189
N
Nahak Daniel Klau 277
Najib Ibrahim 66
Nambiar Vjiay 264
Napier Wilfrid Fox 437
Napolitano Giorgio 43
Natalini Valentino 278
Navío Colado Iulianus 387
Nayagam James 371
Ndreka Ndreke 396
Nesta Roberto 278
Ngga Gabriel 137, 189
Ngoto Aristide 397
Nguyen Van Si Ambrogio 137, 189, 372, 416
Nicacci Alviero 311
Nicolai Gabriele M. 389
Niemier Roch 311
Nimac Ivan 370
Nitkiewicz Tyberiusz 370
Nobile Marco 439
Nogueiro García Benito 174
Norman Dave 129
Nosić Stipe 279, 416
Noto Giuseppe 137, 189
Nunes Jorge Walter 177
Núñez Azpilicueta Onofre 276
Nuñez Martin 281
O
Obieta Inchausti Iosephus 172
O’Connor John Francis 189
O’Donoghue Benedict 171
Ó Laoide Kevin (Caoimhín) 189
Olivas Abel 119
Oliver Alcón Francisco 276
Olmedo Ana Maria 98
Olmo Luis S. 311
Oppes Stéphane 153
INDEX NOMINUM
Orbán Szabolcs 189
Órdenes Acuña Guillermo 168
Orlando Luigi 439
Orosz Lóránt 276
Ortega Abarca Mario 277
Ortega Abarca Mario Liroy 369
Ottavi Bruno 137, 189
Ottenbreit Estêvão 371
Overend Rigillo Sandro 137, 189, 410
Oviedo Miguel Ángel 170
Oyoo Michael 370
P
Padovese Luigi 126
Palacios Barrio Carlos 276
Páll Leó 275
Pamplany Babu Jose 371
Panduro Rangel José 442
Paniagua Edwin 137, 190, 416
Panini Fábio 174
Paolazzi Carlo 439
Paolo VI 338, 340, 377, 392, 398, 400, 406
Papež Viktor 189
Papparella Anselmo 451
Parente Ulderico 157
Patiño Arias Octavio 444
Patton Francesco 190
Pavarino Diego 170
Paz Guzmán Carlos Guillermo 189
Pazzini Massimo 311
Pedicini Gerardo 167
Pedraza Carrillo Leocadio 58
Pepushaj Sokol 369
Perantoni Pacifico 362, 417
Peraro Claudio 409
Pereira de Castro Donizete 371
Pereira Hermenegildo 320
Pérez Gutierrez Gustavo 167
Perreault Roch-M. 318
Perry Michael Anthony 137, 189, 238, 301, 302, 307,
348, 372. 408, 415, 417
Perugini Luigi 15, 93, 137, 417, 419
Péter Arthur 275
Peter Moghal 137
Petroselli Livio 176
Piasentin Fabio 295
Piazza Maurizio 369
Piccione John 173
Piccirillo Michele 183, 311
Picucci Egidio 12
Pieraccini Paolo 311
Pinheiro Manuela 132
Pini Luigi 175
Pini Sandro 369
Pio X 428
Piras Antonino 442
Pisacane Severino 312
Pizzaballa Pierbattista 12, 14, 144, 186, 189
Pizzileo Giuseppina 439
Platan Sanchez Maria 78
Plessers Octaaf 169
Plogmann Norbert 189
Plouvier Silas 317
Pokorný Pavel 320
Policarpo José 131
Polita Gabriele 443
Ponzi Mario 413
Porcelli Marino 120, 189
Portka Samuele 137
Potolwana Mawethu 370
Pozzebon Antonietta 311
Pozzi Luca 275
Pradella Fedele 59
Prévost Réal 177
Prieto del Pozo Benignus 387
Priori Arduino 311
Puljić Marko 189, 416
Puodziunas John 412
Pusma Guerrero Salomon 189
Put Antoon 319
Q
Quadros Valerian 316
Quematcha Victor 133, 189
R
Racek Matúš 189
Rainville Laurence Paul 176
Ramos Valmir 189, 416
Rampinelli Domiciano 447
Rampinelli Nereu 445
Ramponi Angelo 314
Rangel Mendoza Salvador 153
Raonizampenoarivo Pascal 189
Rautenstrauch Guido 176
Rauzi Ermete 316
Recchia Stefano 190
Reddy Sleeva 371
Redondo Valentín 401
Reho Cosimo 311
Reiling Didakus 171
Renard Marti Antonio 79
Renzi Matteo 408
Rey Blanco Valentín 175
Ribera Puchol Giuliano 79
Ribera Puchol Romualdo 79
Ricci Claudio 139, 195, 306
Riccio Antonio 279, 291, 416
Rinaldi Giovanni 190, 416
Río Rojo Saturninus 387
Rivi Prospero 90
Rocha Grande Emilio 276
Rodé Franc 5, 14, 16, 144, 394
Rodrigo Antón Antonius 387
Rodrigues de Menezes Longuinho 371
Rodrigues Robert 58
459
460
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
Rodríguez Carballo José 9, 11, 12, 14, 22, 38, 39, 42,
45-55 passim, 62, 66, 70, 119-134 passim, 137, 139,
145, 149, 182, 184, 189, 263-273 passim, 279, 281,
285, 291-296 passim, 301, 303, 305, 311, 345-367
passim, 369, 375, 378-379, 393, 401, 407-412 passim, 415, 417, 419, 420
Rodriguez Jose 370
Rodríguez López Vidal 378, 379, 417
Rodríguez Paniagua Jorge Gustavo 137, 189
Roelvink Henrik 396
Romero García Francisco Manuel 137
Roncalli Emanuele 157
Roncarà Cândido 173
Rosier Jean-François 442
Rossetti Marcello 386
Ruano Santateresa Pedro 276
Ruffato Giulio Francesco 278
Ruiz Vadillo Pablo 320
Rutten Gregoor 318
S
Sabattini Alberto 311
Sabbah Michel 185
Sainz Giménez José María 189, 276
Salezze Danilo 14, 143
Šalić Juro 168
Samac Šime 137, 189
Sanche Viloria M. Natividad 77
Sánchez Hernández-Ranera Alfonsus 387
Sánchez Zamarripa Leonardo 442
Santiago Ortega Felipe de Jesus 58
Santos Ballesteros Edgar 189
Sapio Thaddeus 445
Sappl Seibold Martín Kilian 189
Saraiva Martins José 7, 76, 234-237, 306
Sartucci Placido 311
Savone Antonio 275
Sawarsan Lukas 394
Scandella Angela Emanuela 296
Scanfella Emmanuela 11, 33
Schaumleffel Anton 315
Scheeler Jeffrey 137, 189
Scheidt Guido M. 371
Scheltens Gonzalf 176
Schervier M. Francesca 392
Schillings Philippe 123, 190
Schneider Herbert 439
Schöch Nikolaus 308, 372
Schott Basil Myron 153
Schreiber Walter 58
Schwab Joseph 58
Schwarzl Rupert 189
Schwerz Nestor Inácio 189, 348, 381-382, 410-412, 416
Schwieters João 137
Scocca Fernando 89
Scozzina Luis Antonio 381
Sebastiani Marco 278
Sehn Donato 173
Sellitto Mirko Antonio 190
Serri Carlo 279, 416
Sersa Egidio 316
Servaes Adolf 169
Sesar Ivan 189
Seurynck Pamphiel 172
Short William 190
Siekierka Ernest Karol 57, 137, 138, 189, 285, 348, 369,
416-417
Simon Archange 169
Simon Johannes 321
Simone da Lipnica 385
Simons Balthasar 450
Sisalema Hidalgo Gonzalo Fabián 189, 369
Sisto Gianfrancesco 190
Skowroński Roman 171
Slišković Zdenko 443
Sluijs Gandulf 451
Smith Paul 189
Soares Mario 132
Soiński Borys 369
Solares Cristóbal 439
Solinas Angelo Maria 137, 189
Soo Up Kim 89
Sopta Josip 189
Sorci Pietro 439
Sorrentino Domenico 12, 15, 139, 312
Spendov Vendelin 318
Spyrka Józef Antoni 446
Stafanos Adel Zaki 437
Starnini Gerardo 173
Stewart Robert 57
Stipić Valerije 318
Stoppa Maggiorino 59
Strofaldi Filippo 408
Styś Zenon 369
Suárez Salazar Fausto Hermigio 369
Sullivan Thomas 172
Sunarko Adrianus 277
Sundar Arok 189
Šustić Božidar 277
Swinnen Daniel 447
Syukur Nicolas Dister 416
Syukur Paskalis Bruno 189, 348, 371, 416
Szymborski Lesław 370
T
Tagliari Mário Luiz 371
Tahoces Fernández Manuel 371, 416
Talens Albiñana Ángel Esteban 279, 416
Talley Charles 58
Tang Emery 317
Tasca Marco 9, 141, 296, 401
Tavares Sinivaldo 381
Teclić Draško 443
Tedoldi Massimo 383
Tejado Librado Raimundus 387
Telles Casas José Wilson 65
461
INDEX NOMINUM
Tembra Gómez Antonio 321
Tettamanzi Dionigi 148
Tierrablanca González Rubén 125, 190, 372, 416
Tillek Ashley 57
Timoszyk Bożysław 370
Tinaj Gazmend 189, 369, 396
Tinarelli Giunio 390
Tinneny Joachim 449
Tolić Željko 189, 370
Tomiri Giuseppe 278
Topić Mato 275
Torisky Duane 119
Torisky Duane 370
Torre Domenico 314
Torreggiani Valerio 440
Tosini Alberto 59, 275, 416
Tran Van Huan Pietro 416
Trezzani Guido 137, 419
Trivellin Gabriele 59, 189
Troiani Genesio 174
Trujillo Cano Amando 90
Tshikez Kangwej Marcel 190
Turnbull David 319
Twahirwa Theoneste 370
Twal Fouad 185, 187
U
Unsner Sebastian 133, 189, 370
Uribe Fernando 312
V
Vaccari Mario 189
Vaiani Cesare 147, 190
Valdivia Covarrubias Lorenzo 189
Valer Dominik Daniel 275
Valkovic Jerko 171
Vallecillo Martín Miguel J. 124, 130, 132, 137, 189
Vallejo Lagos Mauro Alberto 137, 189, 410
Valvasori Flaerdi S. 371
Valzania Ettore 90
Van Avermaet Ulriek 167
Van Den Eijnden Jan 189
Van der Neut Servatius 168
Van Der Reijken Ferdinand 189
Van Laer Robert 189
Van Rompaey Armien 449
Vanboemmel Fidêncio 371
Várnai Jakab 123, 137, 189
Vassallo Walter 410
Vaughn John 119
Vavrek Dennis 129, 189
Vega Sánchez Mariano 317
Verbij Licinius 315
Verdezoto Vargas Walter Romeo 369
Verna Antonia M. 390
Vetrali Tecle 66
Vidal Abellán Saturnino 189
Vidović Ivan 370
Vieira Rosario 450
Vilà Virgili Francesc 189
Vilar Olivier Salvador 189
Vilardi Salvatore 409
Vilić Juro 169
Villalobos Avendaño Oscar Guadalupe 137, 190, 416,
440
Villamán Barriga Román Agustín 313
Villarruel Cervantes Pablo 442
Viola Vittorio 190
Vizzotto Isnardo 444
Vlašić Andrija 318
Volpe Gianni 440
Von Westernholz Mary
Vrebac Pero 275
Vu Phan Long François Xavier 137, 189
Vuleta Bože 370
W
Wagner Maximilian 189
Walter Francis William 189, 348, 410, 412, 416
Walters Ronald 119, 370
Wieszczek Rudolph 412
Wilken Felix 314
Williams Peter 58, 119
Williamson Paschal 173
Wójtowicz Salvatore 416
Wouters Duchateau Rogelio 189
Xavier Paulo 14
X
Y
Yáñez Ledzma Jaime 449
Yates Philippe 190
Yeon Hee Park 89
Yoon Jin-Young John 89
Yu Soo Il Xavier 59, 89, 416
Z
Zahner Paul 189
Zaki Adel 287
Zammit Jimmy 279, 416
Zapico Ramos Faustino 449
Zatloukal Augustin Jiří 275
Zavalloni Roberto 363
Zavier Paulo 143
Zebić Jure 370
Železnjak Željko 189
Žilinský Donát 175
Zintzún García Luis 189
Zounalde Toussint 397
Zuluaga Zuluaga Samuel 321
Zurera Ribó Joaquín 276
Zuriarrain Urretabizkaia Juan Telesforo 189
Zuska Plasek Simón 450
Zwartjes Carolinus 319
TABULA MATERIARUM
PERIODICI «ACTA ORDINIS» FRATRUM MINORUM
(An. CXXVIII, IANUARII - DECEMBRIS 2009 – N. 1-3)
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
Fasc. 1
1. Messaggio per la 46ª giornata mondiale
di preghiera per le vocazioni........................................... 3
2. Omelia in occasione della XIII Giornata
della Vita Consacrata...................................................... 5
3. Nomina dell’Inviato speciale a presiedere
l’elezione del nuovo Ministro generale............................. 6
Fasc. 2
1. Visita del Santo Padre a Tierra Santa.......................... 181
2. Mount Nebo................................................................ 182
3. Basilica of the Annunciation....................................... 184
4. Jerusalem: Basilica del Santo Sepolcro..................... 186
Fasc. 3
1. Discorso di Benedetto XVI alla cittadinanza di
Bagnoregio.................................................................. 325
2. Messaggio per la giornata
missionaria mondiale 2009......................................... 327
3. The II Special Assembly for Africa of the Synod
of Bishops................................................................... 329
4. Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale della
Pace............................................................................. 337
5. Discorso all’Udienza generale del mercoledì............. 342
DE CAPITULO GENERALI ORDINIS
Fasc. 2
1. Partecipanti ................................................................ 189
2. Homilía de Apertura................................................... 190
3. Discurso de Apertura del Capítulo general 2009........ 192
4. Saluto del Vescovo di Assisi....................................... 193
5. Saluto del Ministro Provinciale dell’Umbria.............. 193
6. Messaggio del Sindaco di Assisi................................. 194
7. Presentación del Informe del Ministro general al
Capítulo...................................................................... 195
8. Omelia del Card. José Saraiva Martins, C.M.F........... 234
9. Saluto del Card. José Saraiva Martins Inviato di
Papa Benedetto XVI al Capitolo................................. 236
10.Il “Governo” dell’Ordine per il sessennio 2009-2015.237
11.Messaggio del Capitolo generale OFM ..................... 239
ai Ministri dell’economia del G8................................ 239
12.Discurso de clausura del Ministro general.................. 239
13.Homilia de clausura del Ministro general................... 244
14. Documento del Capítulo general................................. 246
15. Mandati del Capitolo generale 2009........................... 254
CAPITULUM SESTORIORUM
Fasc. 1
1. Lettera di indizione del Capitolo..................................... 9
2. Verso il capitolo delle stuoie ad Assisi........................... 9
3. Cronaca......................................................................... 13
4. Omelie.......................................................................... 15
6. Discorsi......................................................................... 36
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
Fasc. 1
1. Lettera per l’80° compleanno di
Fr. Francesco Antonelli................................................. 45
2. Omelia nell’incontro con i Ministri provinciali
e Custodi....................................................................... 45
3. Carta con ocasión de la Pascua 2009............................ 47
4. 5. 6. 7. Lettera per il 50° di Professione di
Fr. Luca M. De Rosa..................................................... 50
Terremoto negli Abruzzi............................................... 50
Carta a todos los Hermanos.......................................... 51
Saluto in occasione della giornata
di studio su “Santità francescana oggi
e la grazia delle origini”................................................ 54
Fasc. 2
1. Sri Lanka and the United Nations............................... 263
2. Carta con motivo de la Fiesta de Santa Clara.............. 264
3. Carta a las Hermanas de la Orden de la
Inmaculada Concepción . ........................................... 267
4. Omelia per l’apertura del Perdono di Assisi............... 269
5. Discorso in occasione della XXIX marcia
francescana................................................................. 270
6. Homilía en la conclusión del 2° Meeting europeo
de jóvenes franciscanos.............................................. 272
Fasc. 3
1. Omelia nella Festa delle Stigmate di san Francesco... 345
2. Lettera del Ministro e del Definitorio generale
per la Festa di san Francesco....................................... 346
3. Lettera per la morte di Fr. Daniele Hechich................ 348
4. Message du Ministre Général pour le
rassemblement de Lourdes.......................................... 349
5. Relazione all’incontro con i Visitatori generali.......... 350
6. Homelía a la conclusión del encuentro con los
Visitadores generales ................................................. 357
7. Carta con ocasión de la solemnidad del
Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo .................... 359
8. Omelia in occasione del 50° della Pontificia
Accademia Mariana Internazionale............................ 362
9. Omelia nella Messa di mezzanotte.............................. 364
10.Omelia nel giorno di Natale........................................ 365
E SECRETARIA GENERALI
Fasc. 1
1. Capitulum Intermedium Prov. Immaculatæ
Conceptionis BMV in Britannia Magna ...................... 57
2. Capitulum Prov. Nostræ Dominæ
Reginæ Pacis in Africa Meridionale ............................ 57
3. Fund. Franciscanæ “La Santa Cruz”
in Haiti erectio.............................................................. 57
4. Capitulum Prov. S. Barbaræ in USA............................ 57
5. Capitulum Prov. Ss. Martyrum Coreanorum
in Corea......................................................................... 58
6. Capitulum Intermedium Prov. S. Antonii
Patavini in Brasilia........................................................ 58
7. Capitulum Intermedium Prov. B. Juniperi Serra
in Mexico...................................................................... 58
8. Electio Vicarii provincialis Prov. B. Juniperi
Serra in Mexico............................................................. 58
9. Capitulum Prov. Pedemontanæ
S. Bonaventuræ in Italia................................................ 59
10. Visitatores generales..................................................... 59
11. Domus suppressæ.......................................................... 59
12. Notitiæ particulares....................................................... 59
Fasc. 2
1. Capitulum Prov. S. Crucis in
Bosnia/Herzegovina.................................................... 275
2. Capitulum Prov. Liguriæ Ss. Cordis Mariæ in Italia... 275
464
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
3. Capitulum Prov. S. Venceslai in Ceca Republica ...... 275
4. Capitulum S. Stephani Regis in Romania................... 275
5. Capitulum Prov. Franciscanæ de Arantzazu in
Hispania...................................................................... 276
6. Capitulum Prov. Castellanæ S. Gregorii Magni in
Hispania...................................................................... 276
7. Capitulum Prov. Granatensis Nostræ Dominæ a
Regula in Hispania...................................................... 276
8. Capitulum Prov. Magnæ Dominæ Hungarorum
in Hungaria................................................................. 276
9. Electio extra Capitulum Prov. S. Francisci de
Quito in Aequatoria ................................................... 276
10.Capitulum Prov. S. Hedvigis in Polonia..................... 277
11 Capitulum Intermedium Prov. Dalmatiæ S.
Hieronymi in Croatia.................................................. 277
12.Electio extra Capitulum Prov. Trium Sociorum
in Gallia/Belgio........................................................... 277
13.Electio extra Capitulum Prov. S. Michaëlis
Archangeli in Indonesia.............................................. 277
14.Electio extra Capitulum Prov. Picenæ S. Iacobi
de Marchia in Italia..................................................... 278
15.Capitulum Intermedium Prov. Apuliæ S.
Michaëlis Archangeli in Italia..................................... 278
16.Electio extra Capitulum Prov. Nostræ Dominæ
Reginæ Pacis in Africa Meridionale........................... 278
17.Capitulum Prov. Tusciæ S. Francisci Stigmatizati
in Italia........................................................................ 278
18. Electio extra Capitulum Prov. Assumptionis
BMV in Argentina...................................................... 278
19.Visitatores generales................................................... 279
20. Domus suppressæ........................................................ 279
21. Notitiæ particulares..................................................... 279
Fasc. 3
1. Capitulum Prov. S. Francisci de Quito
in Aequatoria.............................................................. 369
2. Capitulum Prov. Annuntiationis BMV in Albania...... 369
3. Capitulum Intermedium Prov. Bononinesis
Christi Regis in Italia.................................................. 369
4. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis in Polonia.. 369
5. Capitulum Prov. Ss. Redemptoris in Croatia.............. 370
6. Capitulum Intermedium Prov. S. Francisci
Assisiensis in Kenia et Madagascaria............................ 370
7. Capitulum Prov. Nostræ Dominæ de Guadalupe
in USA........................................................................ 370
8. Electio extra Capitulum Prov. Nostræ Dominæ
Reginæ Pacis in Africa Meridionali ..................................370
9. Electio extra Capitulum Prov. S. Familiæ
in Ægypto.................................................................... 370
10. Capitulum Prov. S. Thomi Apostoli in India............... 371
11. Capitulum Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV
in Brasilia.................................................................... 371
12. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Nominis Iesu
in Brasilia.................................................................... 371
13. Visitatores generales................................................... 371
14. Domus Suppressæ....................................................... 372
15. Notitiæ particulares..................................................... 372
E SECRETARIATU
PRO FORMATIONE ET STUDIIS
Fasc. 1
1. Saluto del Ministro generale al Convegno
scotista presso la PUA.................................................. 61
2. OFM Course for Formators of SAAOC and EAC:
accompaniment in the franciscan tradition
and in a pluralistic Asian context.................................. 62
3. III Congreso de Centros de Estudios Superiores
Franciscanos en América Latina y el Caribe................ 63
4. Visita alla Custodia del Madagascar ............................ 65
5. Notitiæ particulares....................................................... 65
Fasc. 2
1. Emeriti Professoris nominatio....................................... 281
2. Notitiæ particulares....................................................... 281
Fasc. 3
1. Omelia in occasione dell’inaugurazione
dell’Anno Accademico della PUA.............................. 373
2. Discorso del Ministro generale in occasione
della memoria liturgica del beato Duns Scoto............ 375
3. Notitiæ particulares..................................................... 378
E SECRETARIATU PRO MISSIONIBUS
ET EVANGELIZATIONE
Fasc. 1
1. Secondo incontro europeo dei Frati Minori
sulle nuove forme di evangelizzazione......................... 67
2. La presenza dei Frati Minori nella Repubblica
Centrafricana................................................................ 72
Fasc. 3
1. Master em Evangelização:
conclusão do primeiro grupo...................................... 381
2. Simpósio teológico latino-americano sobre
Evangelização............................................................. 381
3. Prima Casa OFM in Sudan......................................... 382
E POSTULATIONE GENERALI
Fasc. 1
1. Decretum super martyrio SD Francisci
Ioannis Bonifacio.......................................................... 75
2. Ponens in Causa SD Carolinæ
Beltrami nominatur....................................................... 76
3. Facultas Transuptum Inqu. dioec. super vita
et virtutibus SD Sosii Del Prete aperiendi..................... 76
4. Facultas Transuptum Inqu. dioec. super vita
et virtutibus SD Alexii Benigar aperiendi..................... 77
5. Validitas iuridica Inquisitionis in Causa
B. Iacobi Illyrici de Bitecto........................................... 77
6. Relator eligitur in Causa SD Mariæ
Franciscæ a Iesu Infante................................................ 77
7. Ponens in Causa SD Icobi Gagliole nominatur............. 78
8. Tertuis peritus in Causa super miro intercessioni
SD Francisci Antonii Marcucci tributo nominatur....... 78
9. Facultas Transuptum Inqu. dioec. super vita
et virtutibus SD Humilitatis Patlan
Sanchez aperiendi......................................................... 78
10. Facultas Transuptum Inqu. dioec. super vita
et virtutibus SD Hugonis De Blasi aperiendi................ 79
11. Facultas Transumptum Inqu. dioec.
super martyrio SS. D. Antonii Renard Marti
et Sociorum aperiendi................................................... 79
Fasc. 2
1. Decretum super virtutibus SD Carolinæ Beltrami...... 283
2. Facultas Transumptum Inquisitionis super miro
aperiendi in Causa Ven. SD Mariæ Teresiæ Casini.... 284
3. Facultas Transumptum inquisitionis super miro
aperiendi in Causa Ven. SD Mariæ Christinæ a
Sabaudia...................................................................... 285
4. Decretum seu Deputatio Postulatoris Generalis.......... 285
5. Validitas iuridica Inquisitionis super vita et
virtutibus in Causa SD Mariæ Teresiæ
De Vincenti................................................................. 285
6. Validitas iuridica Inquisitionis super vita et
martyrio in Causa SD Clementis Gatti........................ 286
Fasc. 3
1. Litterae Decretales quibus beato Simoni de
Lipnica, presbytero, Sanctorum
honores decernuntur.................................................... 385
TABULA MATERIARUM
2. Litterae Apostolicae. Venerabilibus Servis
Dei Victori Chumillas Fernández, presbytero
professo ex Ordine Fratum Minorum, et xxi
Sociis eiusdem Ordinis Beatorum martyrum
honores decernuntur.................................................... 386
3. Competentia fori in Causa SD Gabrielis Mariae
Nicolai datur............................................................... 389
4. Ponens in Causa Beati Iacobi Illyrici de Bitecto
eligitur......................................................................... 389
5. Ponens in Causa SD Antoniae Mariae
Verna eligitur.............................................................. 390
6. Ponens in Causa SD Iunii Tinarelli eligitur................ 390
7. Relator in Causa SD Clementis Gatti nominatur........ 391
8. Relator in Causa SD M.Teresiae De Vincenti
nominatur.................................................................... 391
9. Notitiae particulares.................................................... 391
EX OFFICIO OFS
Fasc. 1
1. Conclusioni del XII Capitolo generale
dell’Ordine Francescano Secolare................................ 81
2. Incorporazione nell’OFS dei membri
della GiFra.................................................................... 84
3. Italia, Padova - Riunione annuale della
Conferenza degli Assistenti generali............................ 88
4. Honduras - Primo incontro della GiFra
dell’America Centrale................................................... 88
5. Italia, Roma - Incontro di verifica alla fine
del sessennio................................................................. 89
6. Corea - Visita fraterna e pastorale, Capitolo
nazionale elettivo dell’OFS ......................................... 89
7. Italia, Roma - Incontro con i nuovi Ministri
provinciali e Custodi OFM........................................... 89
8. Italia, Nola - Incontro regionale degli Assistenti
OFS-GiFra.................................................................... 89
9. Italia, Assisi - Corso per Assistenti OFS e GiFra
d’Italia........................................................................... 90
10. Croazia - Corso di formazione per gli
Assistenti OFS e GiFra ................................................ 90
Fasc. 2
1. Italia, Roma - Incontro Presidenza CIOFS...................... 287
2. Egitto – Incontro con i Ministri Provinciali OFM
di Africa e la visita all’OFS-GiFra in Egitto .............. 287
3. Colombia – Celebrazione dell’VIII Centenario
del Carisma francescano............................................. 287
Fasc. 3
1. Decisione pontificia definitiva ed inappellabile
sull’uno ed unico OFS in Italia................................... 393
2. Egitto – Convegno nazionale dell’OFS ..................... 394
3. Lituania – V Congresso dei Giovani Francescani
Europei........................................................................ 395
4. Croazia – Celebrazione conclusiva dell’ottavo
centenario del Carisma francescano............................ 395
5. Svezia - Visita fraterna-pastorale e celebrazione
del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS.................... 395
6. Albania - Visita fraterna-pastorale e celebrazione
del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS.................... 396
7. Stati Uniti - Celebrazione del Capitolo nazionale
elettivo dell’OFS......................................................... 396
8. Repubblica Centrafricana – Capitoli nazionali
dell’OFS e della GiFra................................................ 396
9. Messaggio dei partecipanti al V Congresso
europeo della Gioventù Francescana a tutta la
Famiglia Francescana ................................................ 397
10. Come interpretare ed applicare alcuni articoli delle
CCGG e dello Statuto................................................. 397
11. Statuto per l’assistenza spirituale e pastorale
all’Ordine Francescano Secolare................................ 399
465
STATISTICA
ORDINIS FRATRUM MINORUM
(31 Decembris 2008)
Fasc. 1
I. Relatio de statu personali et locali Ordinis................... 93
II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel
Cust. Aut. adscripti ..................................................... 97
III. Fratres et domus secundum regiones.......................... 101
IV. Status domum et presentia fratrum in
singulis nationibus...................................................... 104
V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta
numerum fratrum et novitiorum.................................. 107
VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum......... 110
VII. Inter 2007 et 2006 comparatio................................... 114
VIII. Alumni cursus Philosophiae,
Theologiae et ad Gradus Academicos......................... 117
EX OFFICIO IURIDICO
Fasc. 2
Activitas Officii Iuridici una cum Commissione
Iuridica........................................................................ 289
E “SERVITIO PRO DIALOGO”
Fasc. 1
II Seminario franciscano sobre ecumenismo
y diálogo interreligioso en América Latina................... 91
AD CHRONICAM ORDINIS
Fasc. 1
1. De itineribus Ministri Generalis.................................. 119
1. Visit the Province of St. Barbara, California........ 119
2. Minister General’s visit to the province
of Guadalupe, Albuquerque, NM, USA................. 119
3. Visita alla Provincia romana................................ 120
4. Visit to the Custody of “The Good
Shepherd” in Zimbabwe....................................... 122
5. Visita in Francia e Belgio..................................... 123
6. Celebración del VIII centenario de la
fundación de la Orden por toda la
Familia franciscana.............................................. 124
7. Visit to the Province of St. Michael
the Archangel in Indonesia................................... 124
8. Viaggio del Definitorio generale
in Turchia sulle orme di S. Paolo......................... 125
9. Inaugurazione del Santuario francescano
a Cava de’ Tirreni................................................ 127
10. Visite au Canada de l’Est..................................... 128
11. Visit to the Province of Christ the King
in Western Canada............................................... 129
12. La Provincia de los santos Mártires de
Marruecos de Portugal inicia las
celebraciones del VIII centenario de
la fundación de la Orden franciscana.................. 130
13. Partecipazione alla Conferenza Africana
e visita alla Provincia della S. Famiglia
in Egitto................................................................ 133
2. Sussidio OFM di formazione permanente
sul IV cap. delle Costituzioni...................................... 134
3. Incontro con i nuovi Ministri provinciali
e Custodi..................................................................... 137
4. Chapitre des Nattes 2009 racontée
aux Confrères.............................................................. 138
5. Celebrazioni all’Università Cattolica in
occasione del 50° anniversario della
morte di Fr. Agostino Gemelli.................................... 146
6. Notitiæ particulares..................................................... 152
Fasc. 2
1. De itineribus Ministri Generalis.................................... 291
1. Partecipazione alla Festa di san Bernardino............ 291
466
AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3
2. Visita alla Provincia OFM della Sicilia......
292
3. Visita a Ecuador............................................... 293
4. XIX Marcia francescana a piedi verso Assisi......294
5. II Meeting de jóvenes franciscanos de Europa.295
Ancora sul Capitolo Internazionale delle Stuoie... 296
Il 187° Capitolo generale OFM............................. 301
Numerosi giovani al secondo European
Franciscan Meeting............................................... 308
Notitiæ particulares............................................... 308
promozione a Pontificia ......................................... 417
6. Inaugurato l’Auditorium Antonianum in Roma.... 418
7. Capitolo generale dei Frati Minori 2009............... 419
8. La ristampa anastatica della biografia di Fedele
da Fanna artefice dell’edizione critica dell’Opera
Omnia di san Bonavenmtura................................ 425
9. 100 anni fa S. Maria degli Angeli veniva dichiarata Basilica Patriarcale e Cappella Papale.............. 429
10. Notitiæ particulares............................................... 437
Fasc. 3
1. De itineribus Ministri Generalis............................ 407
1. Visita alla Provincia Picena S. Giacomo
della Marca.................................................... 407
2. Solennità dell’Impressione delle Stimmate del padre san Francesco............................. 407
4. Il Ministro e il Definitorio generale ad Ischia.408
5. El Ministro general en el Valle de Rieti y
en san Damián................................................ 409
6. Visit to the Province of St. Paul the Apostle in Malta....................................................... 410
7. Encuentro de los Presidentes de las Conferencias Latinoamericanas con el Ministro general y Definidores generales por
Latinoamérica................................................ 410
8. Capítulo das Esteiras e Capítulo eletivo
da Província Imaculada Conceição do Brasil.411
9. Visit to the Custody of the Holy Family in
Chicago and the General Secretariat of
the Franciscan Missions in Waterford........... 412
2. Visita di Benedetto XVI a Bagnoregio................. 412
3. Discorso del Card. Angelo Comastri ai giovani nella “Veglia delle Stimmate”.......................... 413
4. Incontro del Ministro e Definitorio generale
con i Visitatori...................................................... 415
5. La Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha celebrato il 50° anniversario della sua
Fasc. 1
Libri............................................................................. 157
2. 3. 4. 5. BIBLIOGRAPHIA
Fasc. 2
Libri............................................................................. 311
Fasc. 3
Libri............................................................................. 439
NECROLOGIA
Fasc. 1
1. Fr. Emanuele (Erminio) Lombardi ...................... 159
2. Fr. Ernesto Caroli.................................................. 160
3. Cardinale Umberto Betti, OFM............................ 162
4. Fr. Luca De Rosa.................................................. 164
5. Anno 2008 mortui sunt......................................... 167
6. Anno 2009 mortui sunt......................................... 168
Fasc. 2
1. Fr. Ramón Lourido Díaz ...................................... 313
2. Anno 2008 mortui sunt......................................... 313
3. Anno 2009 mortui sunt......................................... 313
Fasc. 3
1. Fr. Giacinto Marinangeli....................................... 441
2. Anno 2009 mortui sunt......................................... 442
SUMMARIUM FASCICULI
(An. CXXVIII, SEPTEMBRIS - DECEMBRIS 2009 – N. 3)
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
1. Discorso di Benedetto XVI alla cittadinanza
di Bagnoregio........................................................ 325
2. Messaggio per la giornata
missionaria mondiale 2009................................... 327
3. The II Special Assembly for Africa of the
Synod of Bishops.................................................. 329
4. Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale
della Pace.............................................................. 337
5. Discorso all’Udienza generale del mercoledì....... 342
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
1. Omelia nella Festa delle Stigmate di san
Francesco.............................................................. 345
2. Lettera del Ministro e del Definitorio
generale per la Festa di san Francesco.................. 346
3. Lettera per la morte di Fr. Daniele Hechich.......... 348
4. Message du Ministre Général pour le
rassemblement de Lourdes.................................... 349
5. Relazione all’incontro con i Visitatori generali.... 350
6. Homelía a la conclusión del encuentro con
los Visitadores generales ..................................... 357
7. Carta con ocasión de la solemnidad del
Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo .............. 359
8. Omelia in occasione del 50° della Pontificia
Accademia Mariana Internazionale...................... 362
9. Omelia nella Messa di mezzanotte........................ 364
10.Omelia nel giorno di Natale.................................. 365
E SECRETARIA GENERALI
1. Capitulum Prov. S. Francisci de Quito in
Aequatoria............................................................ 369
2. Capitulum Prov. Annuntiationis BMV in Albania.369
3. Capitulum Intermedium Prov. Bononinesis
Christi Regis in Italia............................................ 369
4. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis in
Polonia.................................................................. 369
5. Capitulum Prov. Ss. Redemptoris in Croatia........ 370
6. Capitulum Intermedium Prov. S. Francisci
Assisiensis in Kenia et Madagascaria......................370
7. Capitulum Prov. Nostræ Dominæ de
Guadalupe in USA................................................ 370
8. Electio extra Capitulum Prov. Nostræ Dominæ
Reginæ Pacis in Africa Meridionali ...........................370
9. Electio extra Capitulum Prov. S. Familiæ in
Ægypto.................................................................. 370
10. Capitulum Prov. S. Thomi Apostoli in India......... 371
11. Capitulum Prov. Immaculatæ Conceptionis
BMV in Brasilia.................................................... 371
12. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Nominis
Iesu in Brasilia...................................................... 371
13. Visitatores generales............................................. 371
14. Domus Suppressæ................................................. 372
15. Notitiæ particulares............................................... 372
1. 2. 3. E SECRETARIATU
PRO FORMATIONE ET STUDIIS
Omelia in occasione dell’inaugurazione
dell’Anno Accademico della PUA........................ 373
Discorso del Ministro generale in occasione
della memoria liturgica del beato Duns Scoto...... 375
Notitiæ particulares............................................... 378
E SECRETARIATU PRO
MISSIONIBUS
ET EVANGELIZATIONE
1. Master em Evangelização:
conclusão do primeiro grupo................................ 381
2. Simpósio teológico latino-americano sobre
Evangelização....................................................... 381
3. Prima Casa OFM in Sudan................................... 382
E POSTULATIONE GENERALI
1. Litterae Decretales quibus beato Simoni
de Lipnica, presbytero, Sanctorum honores
decernuntur........................................................... 385
2. Litterae Apostolicae. Venerabilibus Servis
Dei Victori Chumillas Fernández, presbytero
professo ex Ordine Fratum Minorum, et xxi
Copertina: Vita di San Francesco di Benozzo Gozzoli (Montefalco)
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«ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM»
CURIA GENERALIS O.F.M.
Via S. Maria Mediatrie, 25
00165 ROMA (Italia)
Fax +39.06.68.491.364 / e-mail: [email protected]
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DISTRIBUTIO GRATUITA – DISTRIBUZIONE GRATUITA FUORI COMMERCIO
3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Sociis eiusdem Ordinis Beatorum martyrum
honores decernuntur.............................................. 386
Competentia fori in Causa SD Gabrielis
Mariae Nicolai datur............................................. 389
Ponens in Causa Beati Iacobi Illyrici de
Bitecto eligitur...................................................... 389
Ponens in Causa SD Antoniae Mariae Verna
eligitur................................................................... 390
Ponens in Causa SD Iunii Tinarelli eligitur.......... 390
Relator in Causa SD Clementis Gatti nominatur.. 391
Relator in Causa SD M.Teresiae De Vincenti
nominatur.............................................................. 391
Notitiae particulares.............................................. 391
EX OFFICIO OFS
1. Decisione pontificia definitiva ed inappellabile
sull’uno ed unico OFS in Italia............................. 393
2. Egitto – Convegno nazionale dell’OFS ............... 394
3. Lituania – V Congresso dei Giovani
Francescani Europei.............................................. 395
4. Croazia – Celebrazione conclusiva dell’ottavo
centenario del Carisma francescano...................... 395
5. Svezia - Visita fraterna-pastorale e
celebrazione del Capitolo nazionale elettivo
dell’OFS................................................................ 395
6. Albania - Visita fraterna-pastorale e
celebrazione del Capitolo nazionale elettivo
dell’OFS................................................................ 396
7. Stati Uniti - Celebrazione del Capitolo
nazionale elettivo dell’OFS.................................. 396
8. Repubblica Centrafricana – Capitoli nazionali
dell’OFS e della GiFra.......................................... 396
9. Messaggio dei partecipanti al V Congresso
europeo della Gioventù Francescana a tutta la
Famiglia Francescana .......................................... 397
10. Come interpretare ed applicare alcuni articoli
delle CCGG e dello Statuto................................... 397
11. Statuto per l’assistenza spirituale e pastorale
all’Ordine Francescano Secolare.......................... 399
AD CHRONICAM ORDINIS
1. De itineribus Ministri Generalis............................ 407
1. Visita alla Provincia Picena S. Giacomo
della Marca.................................................... 407
2. Solennità dell’Impressione delle Stimmate
del padre san Francesco................................. 407
4. Il Ministro e il Definitorio generale ad Ischia.408
5. El Ministro general en el Valle de Rieti y
en san Damián................................................ 409
6. Visit to the Province of St. Paul the Apostle in Malta....................................................... 410
7. Encuentro de los Presidentes de las Conferencias Latinoamericanas con el Ministro general y Definidores generales por
Latinoamérica................................................ 410
8. Capítulo das Esteiras e Capítulo eletivo
da Província Imaculada Conceição do Brasil.411
9. Visit to the Custody of the Holy Family in
Chicago and the General Secretariat of
the Franciscan Missions in Waterford........... 412
2. Visita di Benedetto XVI a Bagnoregio................. 412
3. Discorso del Card. Angelo Comastri ai giovani nella “Veglia delle Stimmate”.......................... 413
4. Incontro del Ministro e Definitorio generale
con i Visitatori...................................................... 415
5. La Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha celebrato il 50° anniversario della sua
promozione a Pontificia ......................................... 417
6. Inaugurato l’Auditorium Antonianum in Roma.... 418
7. Capitolo generale dei Frati Minori 2009............... 419
8. La ristampa anastatica della biografia di Fedele da Fanna artefice dell’edizione critica
dell’Opera Omnia di san Bonavenmtura.............. 425
9. 100 anni fa S. Maria degli Angeli veniva dichiarata Basilica Patriarcale e Cappella Papale.... 429
10. Notitiæ particulares............................................... 437
BIBLIOGRAPHIA
Libri............................................................................. 439
NECROLOGIA
1. Fr. Giacinto Marinangeli....................................... 441
2. Anno 2009 mortui sunt......................................... 442
INDICES
1. Index nominum pro anno 2009............................. 454
2. Index anni 2009.................................................... 463
FRANCISCI ASSISIENSIS
Scripta
critice edidit Carolus Paolazzi
Spicilegium Banaventurianum, Tom. XXXVI
Editiones Collegii S. Bonaventuræ ad Claras Aquas
Grottaferrata (Roma) 2009, pp. 504
Testo in lingua latino-italiana:
FRANCESCO D’ASSISI
Scritti
Edizione critica a cura di Carlo Paolazzi
Frati Editori di Quaracchi
Fondazione Collegio S. Bonaventura
Grottaferra 2009, pp. 504.
La presente edizione critica degli Scripta di frate Francesco fa parte delle
iniziative promosse dal Governo dei Frati Minori per l’VIII Centenario della nascita
dell’Ordine (1209-2009). Il lavoro di fr. Carlo Paolazzi, che prosegue con criteri
nuovi le indagini compiute dai Frati editori di Quaracchi e in particolare di fr. Kajetan
Esser, corrisponde non solo agli orientamenti della Chiesa contemporanea, secondo
la quale «il rinnovamento della vita religiosa comporta il continuo ritorno alle fonti di
ogni forma di vita cristiana e alla prima ispirazione degli istituti» (Perfectæ caritatis,
2), ma anche alle preoccupazioni di frate Francesco, che vieta di aggiungere o di
togliere parti al testo della Regola del 1221, raccomanda ripetutamente di trascrivere
e diffondere le sue lettere, e di leggeere e osservare «con semplicità e purezza» il testo
della Regola bollata e del Testamento (cfr. Test 37).
Ogni scritto di frate Francesco riecheggia la Parola di Dio, e la prima forma di
rispetto per la Parola in tutte le sue manifestazioni è conservarla nella sua integrità
originale, o riportarvela qualora se ne fosse allontanata: è questo obiettivo primario
della nuova edizione degli Scritti, destinata sia agli specialisti (introduzioni e testo
critico), sia ai lettori comuni (traduzione e commento).
Alimentate costantemente dai due grandi libri delle Scritture e della creazione,
in questa nuova edizione critica le “parole scritte” di frate Francesco si dispongono
secondo un ordine che è insieme tematico e cronologico: la Parola accolta con fede
deve innanzitutto diventare “lode” e rendimento di grazie a Dio (Laudi e preghiere),
per poi trasformarsi in annuncio personale ed ecclesiale (Epistole) e in norme e
orientamenti di vita comunitaria (Regole ed esortazioni). Se letti con attenzione, gli
Scritti si rivelano eco e applicazione della Parola di Dio, oltre che documento di una
straordinaria esperienza di vita cristiana,
(Dalla Prefazione)
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fratrumminorum - Order of Friars Minor