ANNO 2014/2015
Seduta XXXIII: lunedì 23 febbraio 2015 - pomeridiana
SOMMARIO
1. Comunicazioni del Presidente ................................................................................. 3313
2. Presentazione di messaggi e proposta di attribuzione a Commissioni .................... 3313
3. Proposta di attribuzione a Commissione di iniziative parlamentari generiche ......... 3316
4. Attribuzione a Commissione di petizione ................................................................. 3316
5. Mozione ritirata ........................................................................................................ 3316
6. Presentazione di atti parlamentari ........................................................................... 3316
7. Nomina di nove giudici supplenti del Tribunale di appello (concorso n. 7/14) ......... 3317
- Rapporto del 10 febbraio 2015 dell'Ufficio presidenziale GC
8. Nomina di un membro della Commissione di ricorso sulla Magistratura
(sostituzione di Renzo Respini) .............................................................................. 3317
- Rapporto dell'11 febbraio 2015 dell'Ufficio presidenziale GC
9. Modifica della legge concernente l'aggiornamento dei docenti
del 19 giugno 1990 - seconda lettura ...................................................................... 3317
- Messaggio del 12 marzo 2014 n. 6919
- Rapporto del 1° dicembre 2014 n. 6919R; relatore: Franco Celio
- Risoluzione del Consiglio di Stato n. 321 del 4 febbraio 2015
10. Richiesta di un credito di 1'220'000 franchi per la formazione di nuovi
campi in duro e la sistemazione esterna della scuola media di Giubiasco .............. 3321
- Messaggio del 16 dicembre 2014 n. 7009
- Rapporto del 3 febbraio 2015 n. 7009R; relatore Michele Guerra
11. Legge sugli aiuti allo studio ..................................................................................... 3321
- Messaggio del 25 giugno 2014 n. 6955
- Messaggio aggiuntivo del 23 dicembre 2014 n. 6955A
- Rapporto del 9 febbraio 2015 n. 6955R/AR; relatore: Carlo Lepori
12. Iniziativa parlamentare dell'11 marzo 2014 presentata nella forma
generica dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Sezione
della logistica (CPIL) per rafforzare le facoltà di verifica degli aspetti
tecnico-finanziari da parte del Controllo cantonale delle finanze e
della Commissione della gestione e delle finanze ................................................... 3323
- Iniziativa parlamentare generica dell'11 marzo 2014
- Rapporto del 20 gennaio 2015; relatore: Saverio Lurati
3310
Anno 2014/2015 - Seduta XXXIII: lunedì 23 febbraio 2015 - pomeridiana
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13. Mozione del 28 gennaio 2013 presentata da Fausto Beretta-Piccoli
"Agevolare le persone portatrici di handicap" .......................................................... 3324
- Mozione del 28 gennaio 2013
- Messaggio del 29 maggio 2013 n. 6806
- Rapporto del 4 febbraio 2015 n. 6806R; relatore: Angelo Paparelli
14. Approvazione dei conti e della relazione annuale 2013 dell'Azienda
cantonale dei rifiuti................................................................................................... 3326
- Messaggio dell'8 luglio 2014 n. 6965
- Rapporto del 3 febbraio 2015 n. 6965; relatore: Saverio Lurati
15.  Mozione del 6 novembre 2012 presentata da Pelin Kandemir
Bordoli e Saverio Lurati (per il gruppo PS), Gianni Guidicelli e
Fiorenzo Dadò (per il gruppo PPD+GG), Christian Vitta e Giorgio
Galusero (per il gruppo PLR), Michela Delcò Petralli e Sergio Savoia
(per il gruppo dei Verdi) e Sergio Morisoli (Area liberale) "Per una
revisione delle condizioni retributive e previdenziali a favore dei
membri del Consiglio di Stato" ............................................................................ 3329
 Iniziativa parlamentare del 17 febbraio 2014 presentata nella forma
generica da Matteo Pronzini per la modifica della legge sull'onorario
e sulle previdenze a favore dei membri del Consiglio di Stato del
19 dicembre 1963................................................................................................ 3329
- Mozione del 6 novembre 2012
- Iniziativa parlamentare generica del 17 febbraio 2014
- Rapporto del 19 febbraio 2015; relatrice: Pelin Kandemir Bordoli
16. Iniziativa parlamentare del 13 ottobre 2014 presentata nella forma
generica da Angelo Paparelli per la modifica della legge edilizia
cantonale del 13 marzo 1991 .................................................................................. 3338
- Iniziativa parlamentare generica del 13 ottobre 2014
- Rapporto del 4 febbraio 2015; relatrice: Amanda Rückert
17. Mozione del 12 novembre 2007 presentata da Greta Gysin e
cofirmatari "Il fondo del… sacchetto" ....................................................................... 3338
- Mozione del 12 novembre 2007
- Messaggio del 28 luglio 2008 n.6096
- Rapporto dell'11 febbraio 2015 n. 6096; relatrice: Nadia Ghisolfi
18. Iniziativa parlamentare del 24 settembre 2012 presentata nella forma
generica da Francesco Maggi per il gruppo dei Verdi per l'istituzione
della figura del manager del traffico d'area e aziendale mediante decreto
legislativo o modifica della legge cantonale d'applicazione della legge
federale sulla protezione dell'ambiente (LALPAmb) ................................................ 3339
- Iniziativa parlamentare generica del 24 settembre 2012
- Rapporto di maggioranza dell'11 febbraio 2015; relatore: Maurizio Agustoni
- Rapporto di minoranza dell'11 febbraio 2015; relatrice: Greta Gysin
3311
Anno 2014/2015 - Seduta XXXIII: lunedì 23 febbraio 2015 - pomeridiana
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19.  Iniziativa parlamentare dell'11 marzo 2014 presentata nella forma
generica dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Sezione
della logistica (CPIL) per l'istituzione della figura dell'architetto
cantonale............................................................................................................. 3347
 Mozione del 13 febbraio 2012 presentata da Chiara Orelli Vassere e
cofirmatari per il gruppo socialista (ripresa da Pelin Kandemir Bordoli)
"Istituzione della figura dell'architetto cantonale" (vedi messaggio
n. 7043 del 4 febbraio 2015) ............................................................................... 3347
-
Iniziativa parlamentare generica dell'11 marzo 2014
Mozione del 13 febbraio 2012
Messaggio del 4 febbraio 2015 n. 7043
Rapporto del 20 gennaio 2015/10 febbraio 2015; relatore: Carlo Luigi Caimi
20. Iniziativa parlamentare dell'11 marzo 2014 presentata nella forma
generica dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Sezione
della logistica (CPIL) per la rifatturazione delle prestazioni erogate agli
aggiudicatari di appalti edili e la rifatturazione interna a carico dei
singoli progetti ......................................................................................................... 3350
- Iniziativa parlamentare generica dell'11 marzo 2014
- Rapporto del 20 gennaio 2015; relatore: Saverio Lurati
21. Chiusura della seduta e rinvio ................................................................................. 3351
PRESIDENZA: Gianrico Corti, Presidente
Alle ore 14:10 Presidente dichiara aperta la seduta, presenti 85 deputati.
Sono presenti le signore e i signori deputati:
Agustoni - Bacchetta - Bacchetta-Cattori - Badaracco - Badasci - Balemi - Bang - Berardi Beretta Piccoli L. - Beretta-Piccoli F. - Bergonzoli - Bignasca A. - Bignasca M. - - Boneff Brivio - Caimi - Campana - Canepa - Canevascini - Caprara - Cavadini - Cavalli Caverzasio - Celio - Cereghetti - Chiesa - Corti - Cozzaglio - Crivelli Barella - Dadò - De
Rosa - Del Bufalo - Del Don - Delcò Petralli - Dominè - Filippini - Foletti - Franscella Fraschina - Galusero - Garobbio - Garzoli - Ghisolfi - Gianora - Giudici - Gobbi - Guerra Guidicelli - Gysin - Jelmini - Kandemir Bordoli - Lepori - Lurati I. - Lurati S. - Maggi Malacrida - Martinelli Peter - Mellini - Minotti - Morisoli - Orsi - Ortelli - Pagani Pagnamenta - Paparelli - Passalia - Pedrazzini - Pedroni - Peduzzi - Pellanda - Pinoja Polli - Ponzio-Corneo - Pronzini - Quadranti - Ramsauer - Robbiani - Rückert - Sanvido Schnellmann - Seitz - Steiger - Storni - Viscardi - Vitta
Si sono scusati per l'assenza:
Solcà
Non si è scusato per l'assenza:
Bassi - Bonacina-Rossi - Bordoni - Savoia
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Anno 2014/2015 - Seduta XXXIII: lunedì 23 febbraio 2015 - pomeridiana
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1. COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
Il Presidente comunica quanto segue:
 i lavori del Gran Consiglio si interromperanno una volta evaso il punto 14 per
permettere alla Commissione della gestione e delle finanze di riunirsi e discutere il tema
"Per una revisione delle condizioni retributive e previdenziali a favore dei membri del
Consiglio di Stato";
 l'Ufficio presidenziale ha deciso che, siccome saranno molti gli argomenti da trattare, le
sedute della prossima e ultima sessione della legislatura avranno luogo il pomeriggio di
lunedì 23 marzo, la mattina e il pomeriggio di martedì 24 marzo e il pomeriggio di
mercoledì 25 marzo;
 per evitare i problemi verificatisi nell'ultima sessione di febbraio, sono testati i pulsanti
delle votazioni.
2. PRESENTAZIONE
COMMISSIONI
DI
MESSAGGI
E
PROPOSTA
DI
ATTRIBUZIONE
A
n. 7002
12 novembre 2014
Rapporto del Consiglio di Stato su:
- iniziativa parlamentare del 14 aprile 2014 presentata nella forma elaborata
da Marco Chiesa e Sergio Savoia per la modifica della Costituzione
cantonale per modificare il sistema di elezione dei giudici
- iniziativa parlamentare del 5 maggio 2014 presentata nella forma generica da
Michela Delcò Petralli e cofirmatari per la modifica della Costituzione
cantonale, della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato e della legge sull'organizzazione giudiziaria e relativi regolamenti per
rivedere la procedura di elezione dei magistrati
- mozione del 5 maggio 2014 presentata da Giovanna Viscardi e cofirmatari
"Modificare le procedure di nomina dei magistrati"
(attribuzione a Commissione in sospeso)
n. 7013
17 dicembre 2014
Rapporto del Consiglio di Stato sulla mozione del 23 settembre 2013 presentata
da Christian Vitta per il gruppo PLR "Migliorare le procedure per la concessione
di permessi di dimora"
(alla Commissione della legislazione)
n. 7022
23 dicembre 2014
Rapporto del Consiglio di Stato sulla mozione del 24 settembre 2013 presentata
da Orlando Del Don e cofirmatari "Criminali pericolosi, medicina penitenziaria e
psichiatria forense. La situazione in Ticino"
(alla Commissione speciale sanitaria)
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n. 7028
23 dicembre 2014
Rapporto del Consiglio di Stato sulla mozione del 15 dicembre 2014 presentata
da Gianni Guidicelli "Centri di gestione del traffico e di manutenzione FFS di
Pollegio e Biasca; un'opportunità per riqualificare disoccupati"
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
n. 7030
23 dicembre 2014
Rapporto del Consiglio di Stato sulla mozione del 19 dicembre 2013 presentata
da Carlo Lepori e cofirmatari "Esecuzione di uno studio approfondito e completo
sul trasporto degli RSU tramite ferrovia con raccordo ferroviario dell'inceneritore
di Giubiasco"
(alla Commissione per la pianificazione del territorio)
n. 7034
21 gennaio 2015
Rapporto del Consiglio di Stato sulla mozione del 16 dicembre 2013 presentata
da Giacomo Garzoli e cofirmatari per il gruppo PLR "Fibra ottica a domicilio:
non perdiamo tempo!"
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
n. 7035
21 gennaio 2015
Rapporto del Consiglio di Stato sulle mozioni del 15 ottobre 2012 e del 14 aprile
2014 presentate da Sergio Morisoli "Il Ticino del presente e del futuro: 400
milioni per ristrutturare e generare nuovo business e lavoro"
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
n. 7036
21 gennaio 2015
Concessione di contributi finanziari ricorrenti al Festival del film Locarno per il
periodo 2016-2020
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
n. 7037
21 gennaio 2015
Modifica dell'articolo 6a della legge sulle aggregazioni e separazioni dei Comuni
del 16 dicembre 2003
(alla Commissione speciale aggregazione di Comuni)
n. 7038
21 gennaio 2015
Richiesta di un credito quadro di fr. 3'200'000, per il periodo 2015-2020 e
dell'autorizzazione a effettuare una spesa di fr. 6'400'000 per l'elaborazione del
progetto denominato "Ticino 2020, per un Cantone al passo con i tempi"
inerente la "Riforma dei rapporti fra Cantone e Comuni"
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
n. 7039
27 gennaio 2015
Approvazione del progetto e del preventivo per la costruzione di un edificio di
economia rurale - stalla SSRA completa di fienile e deposito dei concimi
aziendali - nel Comune di Airolo, sul mappale n. 3055 RFD, e stanziamento del
relativo contributo massimo di fr. 737'500.(alla Commissione speciale delle bonifiche fondiarie)
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n. 7040
28 gennaio 2015
Approvazione dei contratti di locazione per gli spazi necessari alla
riorganizzazione logistica a seguito della creazione delle nuove sedi regionali
dell'Ufficio dell'aiuto e della protezione (UAP) a Bellinzona, Locarno, Lugano e
Mendrisio, e stanziamento di un credito complessivo di gestione corrente di
fr. 462'000.-, e di un credito d'investimento di fr. 2'240'000.- per la
predisposizione delle sedi stesse
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
n. 7041
28 gennaio 2015
Stanziamento di un credito quadro di fr. 12'000'000.- in base alla legge sul
turismo (LTur) del 25 giugno 2014 per la concessione di sussidi cantonali a
sostegno degli investimenti e delle attività per il turismo nel quadriennio
2015-2018
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
n. 7042
4 febbraio 2015
Proposte di modifiche della legge tributaria cantonale del 21 giugno 1994
(alla Commissione speciale tributaria)
n. 7043
4 febbraio 2015
Rapporto del Consiglio di Stato sulla mozione del 13 febbraio 2012 presentata
da Chiara Orelli Vassere e cofirmatari per il gruppo socialista (ripresa da
Pelin Kandemir Bordoli) "Istituzione della figura dell'architetto cantonale"
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
n. 7044
4 febbraio 2015
Modifica della legge cantonale sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli
uccelli selvatici dell'11 dicembre 1990 (LCC)
(alla Commissione della legislazione)
n. 7045
4 febbraio 2015
Costituzione della Fondazione Museo d'arte della Svizzera italiana, Lugano;
trasferimento della gestione del Museo cantonale d'arte a detta Fondazione;
richiesta di un credito di fr. 100'000.- per la partecipazione al capitale di
fondazione e stanziamento di un prestito di fr. 300'000.- per garantire
un'adeguata disponibilità finanziaria iniziale
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
_______________________________________
(*) Art. 101 cpv. 4 - LGC/CdS
4
Se il Consiglio di Stato non accetta, integralmente o parzialmente, le proposte, il
mozionante può chiedere, entro un mese, che la mozione e il messaggio del Consiglio
di Stato siano trasmessi a una Commissione che riferisce al Gran Consiglio con un
rapporto entro un anno.
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3. PROPOSTA DI ATTRIBUZIONE A COMMISSIONE DI INIZIATIVE PARLAMENTARI
GENERICHE
Cavalli F. e cofirmatari - 26.01.2015
Modifica degli art. 158 e 214 della LOC (Riduzione all'8% del tasso minimo di ammortamento per i Comuni)
(alla Commissione della legislazione)
Ramsauer P. - 26.01.2015
Basta fuochi d'artificio
(alla Commissione della legislazione)
Lurati S. per il gruppo PS - 26.01.2015
Reagire alla decisione della Banca nazionale
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
4. ATTRIBUZIONE A COMMISSIONE DI PETIZIONE
--- 4 febbraio 2015
Petizione presentata da 1'200 cittadini di Stabio e dintorni "Stabio vuole continuare a
godere appieno del suo territorio"
(alla Commissione delle petizioni e dei ricorsi)
5. MOZIONE RITIRATA
Gobbi R. e cofirmatari - 24.06.2014
No al doppio aggravio delle imposte sulle abitazioni
(v. messaggio 20.08.2014 no. 6976)
6. PRESENTAZIONE DI ATTI PARLAMENTARI
Gli atti parlamentari sono allegati alla fine del verbale della seduta (vedi p. 3352).
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7. NOMINA DI NOVE GIUDICI SUPPLENTI DEL TRIBUNALE DI APPELLO
(CONCORSO 7/14)
Rapporto del 10 febbraio 2015 dell'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio
La signora Federica dell'Oro-Sanna ritira la sua candidatura. Di conseguenza, essendo il
numero dei candidati uguale al numero delle cariche, sono tacitamente nominati i signori
Manuel Borla, Carlo Luigi Caimi, Aurelio Facchi, Marco Frigerio, Matteo Galante, Brenno
Martignoni Polti, Athos Mecca e le signore Francesca Lepori Colombo e Renata Loss
Campana ,
8. NOMINA DI UN MEMBRO DELLA COMMISSIONE DI RICORSO SULLA
MAGISTRATURA (SOSTITUZIONE DI RENZO RESPINI)
Rapporto dell'11 febbraio 2015 dell'Ufficio presidenziale del GC
Ai sensi dell'art. 77 cpv. 5 della legge sull'organizzazione giudiziaria, su proposta
dell'Ufficio presidenziale, si procede all'elezione del signor Alfio Mazzola in qualità di
membro della Commissione di ricorso sulla Magistratura in sostituzione del signor Renzo
Respini, dimissionario.
9. MODIFICA DELLA LEGGE CONCERNENTE L'AGGIORNAMENTO DEI DOCENTI
DEL 19 GIUGNO 1990 – SECONDA LETTURA
Messaggio del 12 marzo 2014 n. 6919
Ai sensi dell'art. 93 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato, il
Gran Consiglio procede a una seconda deliberazione.
È aperta la discussione sui singoli articoli del disegno di legge accolto dal Parlamento in
prima lettura, con le modifiche proposte dal Consiglio di Stato (art. 94 cpv. 1 LGC/CdS).
Sono menzionati a verbale solo gli articoli oggetto di discussione o di proposte di
modifica.
Art. 12 cpv. 3

Proposta di modifica del Consiglio di Stato (seconda lettura)
Le spese di supplenza dei docenti comunali e consortili di cui ai capoversi
precedenti sono assunte dai rispettivi Comuni o Consorzi e sono oggetto di
contributo cantonale.
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CAPRARA B., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PLR - Senza voler riprendere
quanto già discusso nell'ultima sessione, vorrei precisare che il senso della decisione di
questo Parlamento era che se il Cantone intendeva promuovere – com'è certamente
giusto che sia – la formazione continua del corpo docenti per assicurare un'accresciuta
qualità dell'insegnamento, era parimenti giusto e opportuno che questi oneri fossero
assunti anche dal Cantone con la stessa chiave di riparto che stabilisce il sussidio
cantonale alle scuole comunali e dell'infanzia per Comuni e Consorzi e che non è definita
nella legge, bensì in una regolamentazione di rango inferiore.
La risposta del 4 febbraio scorso del Consiglio di Stato che prevede la proposta di
modifica del testo in seconda lettura, è accettabile nella sostanza ma meno nella forma e
nel tono in cui si esprime la necessità di un testo diverso. Infatti è evidente che una legge
non può dipendere da un regolamento ma deve indicare nel relativo regolamento la
definizione di determinati dettagli di applicazione. La stessa proposta di legge cita ben
cinque volte il rimando a un regolamento:
- all'art. 4 cpv. 2 «il regolamento definisce la quantità minima (..)»;
- all'art. 10 cpv. 1 lett. a «per un quantitativo massimo di giornate definito dal
regolamento»;
- all'art 10 cpv. 3 «il quantitativo di giornate sarà demandato al regolamento»;
- all'art. 10 cpv. 8 «le condizioni, la procedura per ottenere il sussidio e l'entità dello
stesso sono stabilite dal regolamento»;
- all'art. 10 cpv. 9 «per conseguire la quantità definita dal regolamento di cui all'art 4 cpv.
2».
Appare quindi sacrosanto il fatto che la legge sull'aggiornamento richieda poi una
successiva regolamentazione per i dettagli amministrativi del caso. Non compete certo a
questo Parlamento stabilire se sarà un regolamento o un decreto legislativo, come
sembra aver deciso il Consiglio di Stato. Questo è però un aspetto formale, mentre la
sostanza è sempre la stessa, ossia l'invito al Cantone di evitare di introdurre novità i cui
costi sono sopportati solo dai Comuni.
Porto quindi l'adesione del gruppo PLR alla proposta del Consiglio di Stato.
FRANSCELLA C., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PPD+GG - Il mio gruppo ha
appoggiato all'unanimità la modifica di legge sull'aggiornamento dei docenti così come
presentata dal Consiglio di Stato in quanto si è da sempre ritenuto indispensabile che il
corpo docenti sia costantemente aggiornato affinché possa ricoprire con competenza e
professionalità l'importante ruolo che gli è assegnato neIl'educazione e nell'istruzione dei
nostri giovani, in una società in rapida e continua evoluzione.
Abbiamo però appoggiato questa modifica di legge con una serie di considerazioni, in
particolar modo mettendo l'accento sul fatto che l'aggiornamento del corpo insegnante non
sia la prerogativa del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) o del
dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI (DFA), ma che si lasci spazio
anche alle iniziative provenienti dal basso e che si incentivino di conseguenza anche le
proposte dei docenti stessi. Abbiamo pure messo in evidenza l'aggiornamento degli
strumenti didattici (ancor oggi insufficienti) e abbiamo chiesto che vi sia un maggiore
equilibrio tra aggiornamento disciplinare e pedagogico affinché il corpo docenti possa
formarsi non solo su quanto insegna, ma anche sulle nuove strategie d'insegnamento.
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Auspichiamo quindi una condivisione del Governo su queste osservazioni in modo che
questa modifica di legge possa veramente essere un primo decisivo passo verso un serio
dibattito sul futuro della nostra scuola. Ci siamo poi trovati d'accordo con l'emendamento
del collega Caprara sul fatto che le spese di supplenza per i docenti comunali che
seguono corsi di aggiornamento in tempo di scuola siano assunte in prima persona non
solo dai rispettivi Comuni o Consorzi (come appunto voleva inizialmente il Consiglio di
Stato) ma anche dal Cantone, in quanto lo stesso è responsabile della formazione
continua e dell'aggiornamento dei docenti. La proposta in seconda lettura del Consiglio di
Stato ribadisce invece la volontà di responsabilizzare direttamente i Comuni e i Consorzi
quali autorità di nomina dei docenti delle scuole elementari e delle scuole dell'infanzia
specificando però nel contempo che queste spese sono oggetto di contributo cantonale.
Se non erro, rispetto al passato il Consiglio di Stato ha quindi voluto allargare il proprio
raggio d'azione: prima contribuiva unicamente alle spese di supplenza per i corsi di
formazione obbligatoria, mentre ora il contributo dovrebbe essere garantito per tutte le
supplenze per formazione continua del docente comunale titolare, obbligatorie e
facoltative.
Se l'obiettivo della proposta è questo, possiamo sicuramente leggere il compromesso del
Consiglio di Stato come un riconoscimento dell'importanza della formazione continua dei
docenti e accogliere positivamente in seconda lettura la modifica proposta purché, come
anticipato dal collega Caprara, sia ancorata in uno specifico regolamento.
CAVALLI F., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PS - Anche il nostro gruppo è
d'accordo con la proposta contenuta nella risoluzione del Consiglio di Stato secondo cui le
spese per l'aggiornamento dei docenti delle scuole comunali sono assunte dai Comuni
con una partecipazione del Cantone, che contribuisce per questa e per altre spese. Come
già detto in precedenza, ciò che è più importante è che questi contributi non riguardano
solo l'aggiornamento obbligatorio ma soprattutto quello facoltativo. La qualità della
formazione continua si misurerà infatti nell'aggiornamento facoltativo, volontario e scelto
dai docenti. Sarà comunque importante che i Comuni concedano la possibilità di
aggiornarsi in tempo di lavoro, altrimenti sarebbe tutto vanificato. Sosteniamo la modifica
della legge ma invitiamo anche a incoraggiare l'aggiornamento facoltativo.
BERTOLI M., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DELL'EDUCAZIONE, DELLA
CULTURA E DELLO SPORT - Il Governo propone una riedizione più consona alla tecnica
legislativa del concetto che il Gran Consiglio ha votato come emendamento la volta
scorsa, ribadendo anzitutto che, siccome i docenti sono dipendenti comunali, l'onere
spetta ai Comuni. Ricordo che la legge non affida solo al Cantone ma anche ai Comuni,
che tengono a questa competenza, l'onere di organizzare una parte della scuola
obbligatoria, il che evidentemente comporta qualche dovere.
Vi sarà il contributo cantonale, che non è lo stesso di quello dato per sezione: il contributo
nacque come contributo "al salario" dei docenti ma già diversi anni or sono fu modificato in
contributo "per sezione" di scuola elementare e di scuola dell'infanzia. In questo caso
occorre ritradurre con la stessa proporzionalità un contributo che è per sezione, e non per
salario, in contributo orario che permetterebbe poi di aiutare il Comune qualora dovesse
assumere un supplente per sostituire il docente che frequenta il corso di formazione
continua.
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Non si tratta formalmente dello stesso contributo sebbene esso sia calcolato sulla stessa
base, ossia il metodo di calcolo che porta a un valore orario – e non a un valore fisso
annuale – è il medesimo. In questo senso non cambia quindi molto.
Naturalmente tale contributo è poi bilanciato, come il contributo calcolato sulla base del
valore fisso annuale, secondo la legge sulla perequazione finanziaria intercomunale [LPI;
2.1.2.3]: i Comuni forti ricevono meno e i Comuni deboli ricevono di più. Il contributo sarà
elargito se vi sarà una supplenza, che non tutta la formazione continua prevede (mentre la
legge che è in procinto di essere votata la contempla). Una parte della formazione sarà
seguita durante l'orario di lavoro, il che implica la necessità di trovare un docente
supplente, mentre un'altra parte sarà seguita fuori dall'orario di lavoro. Se non vi è
supplenza, non sarà dato nessun contributo in quanto non si va incontro a nessun costo
supplementare. Laddove vi sono le supplenze, non è integrata solo la parte obbligatoria
bensì anche una parte facoltativa e tutto dipenderà dal numero delle giornate minime di
formazione obbligatoria e continua che il docente dovrà seguire e a quanto ammonterà la
quota di formazione obbligatoria rispetto al minimo proposto dalla pianificazione. Le
variabili sono diverse ma il fatto che queste supplenze diano diritto a un contributo
cantonale è riconosciuto.
Come dissi la volta scorsa, non era opportuno parlare di un regolamento come elemento
preliminare a una norma di legge – e non tanto, come in questo caso, fare riferimento a un
regolamento o a un decreto esecutivo. Questa materia dovrebbe essere trasferita
interamente nella legge della scuola – e il Parlamento riceverà una proposta in questo
senso – affinché si possano trattare in un solo documento tutte le questioni finanziarie tra
Cantone e Comuni per quanto riguarda le scuole comunali. Si tratta comunque
semplicemente di un trasferimento di una norma che non cambia nulla del contenuto della
stessa.
CELIO F., RELATORE - La Commissione speciale scolastica non ha più discusso questo
argomento specifico nella sua ultima riunione e ritengo pertanto di poter considerare
ancora valida la deliberazione precedente, che aveva appoggiato l'emendamento
presentato dal collega Caprara. Dal lato formale ha probabilmente ragione il Consiglio di
Stato quando ha evidenziato che si trattava di una formulazione un po' claudicante. Non
essendo giurista, ammetto di non aver rilevato questa imprecisione; neanche i colleghi
giuristi della Commissione l'hanno notata e quindi abbiamo aderito a quanto il Governo ha
proposto di tornare in seconda battuta. Al di là degli aspetti formali, ciò che conta è la
sostanza e ci fa piacere constatare che il Governo aderisca nella sua risoluzione del
4 febbraio e dica che, considerata la volontà espressa in prima lettura dal Gran Consiglio,
propone una formulazione che dal lato formale ha senso, come ha appena spiegato il
Consigliere di Stato Bertoli. «Le spese di supplenza dei docenti comunali e consortili sono
assunte dai rispettivi Comuni o Consorzi e sono oggetto di contributo cantonale», quindi
tutto è bene quel che finisce bene e, malgrado la seconda lettura, auspico che questa
proposta sia approvata.
GUERRA M. - Alla luce dell'accoglimento dei principi espressi nel nostro emendamento,
sostenuto a maggioranza dal Gran Consiglio, porto l'adesione del gruppo della Lega dei
ticinesi.
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10. RICHIESTA DI UN CREDITO DI 1'220'000 FRANCHI PER LA FORMAZIONE DI
NUOVI CAMPI IN DURO E LA SISTEMAZIONE ESTERNA DELLA SCUOLA MEDIA
DI GIUBIASCO
Messaggio del 16 dicembre 2014 n. 7009
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Ai sensi dell'art. 5 cpv. 3 della legge sulla gestione e sul controllo finanziario dello Stato,
per l'approvazione dei presenti crediti è richiesta la maggioranza assoluta dei membri del
Gran Consiglio.
Conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze: adesione
all'entrata in materia e approvazione del decreto legislativo annesso al rapporto
medesimo.
Messa ai voti, l'entrata in materia è accolta all'unanimità dei 70 voti espressi.
Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del decreto legislativo annesso al rapporto
commissionale sono accolti all'unanimità dei 64 voti espressi.
L'adesione del Consiglio di Stato è recata dal Direttore del Dipartimento dell'educazione,
della cultura e dello sport.
11. LEGGE SUGLI AIUTI ALLO STUDIO
Messaggio del 25 giugno 2014
Messaggio aggiuntivo del 23 dicembre 2014 n. 6955A
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Conclusioni del rapporto della Commissione speciale scolastica: adesione all'entrata in
materia e approvazione dei disegni di legge annessi al messaggio n. 6955, con la modifica
proposta nel messaggio n. 6955A concernente l'art. 29.
È aperta la discussione di entrata in materia.
BERTOLI M., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DELL'EDUCAZIONE, DELLA
CULTURA E DELLO SPORT - Ringrazio la Commissione per aver aderito alla proposta
della nuova legge sugli aiuti allo studio. Si tratta di una legge importante poiché colma una
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lacuna piuttosto vistosa relativa alle borse di studio, ai prestiti di studio e a tutti gli altri aiuti
complementari che servono a dare opportunità alle giovani generazioni affinché affrontino
adeguatamente il percorso formativo senza dovere in qualche modo pagare pegno per
quanto riguarda la loro situazione finanziaria. Da oggi i giovani potranno finalmente godere
di una legge di riferimento e non solo di un regolamento fondato su due o tre articoli molto
generici della legge della scuola. In qualche modo si dà dignità a questo servizio, che è
una delle prestazioni dello Stato a favore di una parte della popolazione meno favorita.
Con questa nuova legge si mette a punto anche il coordinamento tra questa prestazione
finanziaria e gli altri aiuti finanziari: si tratta di una prestazione coordinata (sebbene non
armonizzata) con le altre all'interno della legge sull'armonizzazione e il coordinamento
delle prestazioni sociali [Laps; 6.4.1.2], che è la legge di riferimento quadro. Vi è inoltre un
coordinamento più efficace e più corretto con la politica fiscale: è infatti risaputo che per i
figli agli studi sono applicate deduzioni particolari che permettono di avere vantaggi o
riduzioni sull'importo da pagare in termini di contributi fiscali. Saluto quindi questa nuova
legge e ringrazio la Commissione per avere dato seguito alla proposta in modo piuttosto
celere e per aver concluso l'esame prima della fine della legislatura.
LEPORI C., RELATORE - Il mio sarà un intervento breve visto che si stratta di procedura
scritta. Trattandosi però della decisione sull'introduzione di una nuova legge, mi sembrava
doveroso che si esprimesse anche il Gran Consiglio. Il Consigliere di Stato ha già spiegato
tutti gli aspetti importanti relativi a questa legge, che traduce in un atto legislativo, e quindi
sottoposto al nostro futuro giudizio e alla nostra rivalutazione, i cambiamenti possibili,
compreso il referendum nel caso in cui il popolo volesse intervenire. Mi sembra importante
che in un campo così rilevante vi sia un atto legislativo che tratti l'aspetto finanziario.
Espongo tre brevi considerazioni. Vi è un messaggio aggiuntivo perché in caso di
iscrizione a corsi per l'aggiornamento professionale l'aiuto prevedeva al massimo il costo
del corso. Ora si constata che vi sono corsi di aggiornamento che costano venti o
trentamila franchi ed è quindi opportuno segnalare che in ogni caso il massimo è
sedicimila franchi, come per le borse di studio. Un altro aspetto che vale la pena di
sottolineare è il discorso di merito sul funzionamento di questo sistema, avvenuto nel
settembre del 2011, quando si decise di adottare l'accordo intercantonale. Esso prevede
che per i corsi universitari sia possibile trasformare fino a un terzo del costo in un prestito
e in questa legge tale possibilità è ristretta al master ed è già prevista come misura di
risparmio del Preventivo 2015. Vista però l'importanza della formazione in un Cantone
come il nostro, ci si augura che questa misura di risparmio sia introdotta solo in caso di
vera necessità.
Infine, faccio un accenno a un'iniziativa federale degli studenti svizzeri: il Consiglio
federale ha proposto una nuova legge sul tema delle borse di studio come controprogetto
indiretto che fissava anche una modalità di sussidio ai Cantoni proporzionale all'impegno
che si ha nel pagare le borse di studio e non al numero di studenti in generale. Purtroppo il
Parlamento sta andando verso un annacquamento totale e quindi la nuova legge non
conterrà elementi particolarmente interessanti e gli studenti hanno già dichiarato di
mantenere la loro iniziativa che darebbe competenza alla Confederazione in questo
campo. Si tratterebbe quindi di un cambiamento importante.
Alla luce di queste considerazioni ringrazio la Commissione per la rapidità con cui ha
discusso e accettato il rapporto e raccomando di votare in favore del rapporto
commissionale.
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PRONZINI M. - Vorrei semplicemente informare che, siccome non sono favorevole alla
possibilità di trasformare un terzo del master da borsa di studio in prestito, voterò contro il
rapporto.
La discussione di entrata in materia è dichiarata chiusa.
Messa ai voti, l'entrata in materia è accolta con 70 voti favorevoli e 1 contrario.
Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso dei disegni di legge annessi al messaggio n.
6955, con la modifica concernente l'art. 29 proposta nel messaggio n. 6955A, sono accolti
con 68 voti favorevoli e 1 contrario.
12. INIZIATIVA PARLAMENTARE DELL'11 MARZO 2014 PRESENTATA NELLA
FORMA GENERICA DALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
SULLA SEZIONE DELLA LOGISTICA (CPIL) PER RAFFORZARE LE FACOLTÀ DI
VERIFICA DEGLI ASPETTI TECNICO-FINANZIARI DA PARTE DEL CONTROLLO
CANTONALE DELLE FINANZE E DELLA COMMISSIONE DELLA GESTIONE E
DELLE FINANZE
Rapporto del 20 gennaio 2015
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze: si invita il
Governo a dare seguito all'iniziativa.
Messe ai voti, le conclusioni del rapporto commissionale sono accolte all'unanimità dei
68 voti espressi.
L'iniziativa è pertanto accolta.
Il Presidente comunica che la seduta è sospesa dalle ore 15:00 alle ore 15:40 per
permettere alla Commissione della gestione e delle finanze di riunirsi. 1
1
Vedi punto 1: "Comunicazioni del Presidente", p. 3313.
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13. MOZIONE DEL 28 GENNAIO 2013 PRESENTATA DA FAUSTO BERETTA-PICCOLI
"AGEVOLARE LE PERSONE PORTATRICI DI HANDICAP"
Messaggio del 29 maggio 2013 n. 6806
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Conclusioni del rapporto della Commissione della legislazione: si invita il Parlamento a
dichiarare evasa la mozione.
È aperta la discussione di entrata in materia
BERETTA-PICCOLI F. - [Il deputato inizia il suo intervento utilizzando la lingua dei segni].
Assicuro ai colleghi che non ho detto parolacce, anche se posso insegnarle loro nel
linguaggio dei segni. Credo che il rapporto sia da respingere: da figlio di persone
audiolese posso raccontare, come fa il mio amico e collega Alex Pedrazzini, di quando
avevo sei anni e il mercoledì mi recavo con mia madre in centro a Lugano presso gli uffici
comunali e dovevo fare da traduttore poiché i funzionari non la capivano. Da mozionante
trovo veramente triste il fatto che io non sia stato interpellato e penso che i membri della
Commissione non siano ignoranti ma penso anche che debbano studiare di più. È altresì
vero che la Federazione svizzera dei sordi (FSS) è stata in grado di gestire la propria
organizzazione nonostante non comprenda una sola persona udente poiché si tratta di
gente che sa comunicare con gli altri.
Il rapporto è stato copiato da quello precedente senza sapere esattamente quanto fatto e
chiesto. Secondo una lettera della FSS nonostante qualche membro di Commissione
fosse assente questo rapporto non è stato bloccato, a testimonianza del fatto che lo si
vuole liquidare in fretta pur senza che vi sia un'urgenza. Credo che nell'intera
Amministrazione cantonale siano sufficienti due impiegati che sbrighino almeno le
mansioni principali; non occorre una persona che abbia studiato cinque anni e che sia in
grado di tradurre un testo complicato. È emblematico l'esempio dell'Ufficio passaporti, in
cui per il disbrigo delle pratiche sono previste numerose indicazioni vocali che ovviamente
una persona audiolesa non può capire.
Ritengo quindi che il rapporto debba essere respinto, mentre la mozione debba essere
accolta. Quest'ultima non chiede l'assunzione di interpreti, poco flessibili e molto costosi,
considerata anche la necessità dello Stato di risparmiare, bensì che vi siano tre o quattro
persone in tutta l'Amministrazione in grado di utilizzare la lingua dei segni.
La mozione è da accettare e non lo dico perché sono figlio di sordomuti, ma perché la
marginalità, di cui mi sono occupato tutta la vita e di cui continuerò a occuparmi, fa parte
della nostra società. Forse questo è il mio ultimo discorso in Parlamento e ricordo ai
colleghi che si ripresenteranno alle elezioni che le persone sordomute sono quattrocento,
che vivono in altrettante famiglie, il che corrisponde a milleduecento voti che qualcuno
potrebbe perdere. Ringrazio dell'attenzione.
[Il deputato termina il suo intervento utilizzando la lingua dei segni].
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PAPARELLI A., RELATORE - Già all'inizio del 2013 i colleghi Fausto Beretta-Piccoli e
cofirmatari si erano palesati particolarmente sensibili ai numerosi e svariati problemi che
toccano le portatrici e i portatori di handicap. Tali considerazioni e richieste erano già state
espresse per contro in precedenza con altri atti parlamentari e interrogazioni varie da parte
di altri parlamentari. Del resto, sono certo che in questo Parlamento, tra i novanta deputati,
non vi sia nessuno che dissenta o che non approvi gli sforzi notevoli che da anni il
Cantone e in particolare la Federazione ticinese integrazione andicap (FTIA) stanno
facendo a favore dei meno fortunati.
Questa volta però la mozione del collega Beretta-Piccoli era mirata e chiedeva
puntualmente ancora due anni or sono di creare al più presto un gruppo di lavoro a livello
cantonale con mansioni progettuali che conducessero a soluzioni e a misure atte a
soddisfare le esigenze delle persone portatrici di handicap. Inoltre, auspicava la regolare
presenza negli uffici cantonali di impiegati che conoscessero la lingua dei segni senza
essere per forza professionisti.
Occorre dire che per la prima volta nel nostro Cantone il prossimo aprile tutti potranno
votare da casa per corrispondenza, agevolazione diretta per tutti i cittadini e in particolare
per i portatori di handicap. Tutti gli aventi diritto potranno quindi allestire la propria scheda
tranquillamente al loro domicilio. Per quanto attiene poi al servizio interpreti offerto da
specialisti che ben conoscono la lingua dei segni, una richiesta tempestiva soddisferà,
come sempre, anche le esigenze specifiche. Il succinto rapporto sottoscritto da tutta la
Commissione non vuole sminuire la validità della richiesta del collega Beretta-Piccoli, ma
vuole mettere l'accento sugli sforzi che l'Amministrazione pubblica ha messo in atto nel
limite del possibile per agevolare gli sforzi delle persone portatrici di handicap.
È parere sia del Governo sia della Commissione della legislazione, considerato che negli
ultimi anni molto si è fatto in questo campo e non poco si continuerà a fare, che la
creazione di un gruppo di lavoro a livello cantonale sia a questo punto superflua. Pertanto
la mozione del gennaio 2013 è da considerare ormai superata. Infine, vi è una
precisazione da fare: il collega Fausto Beretta-Piccoli è stato ascoltato dalla Commissione
della legislazione anche se non ricordo la data esatta.
VISCARDI G. - Contrariamente a quanto detto dal collega Paparelli, non ho firmato il
rapporto non perché sono contraria allo stesso e d'accordo con la mozione ma perché
faccio parte del consiglio di fondazione e del comitato della FTIA. Mi asterrò quindi dal
voto.
RÜCKERT A. - Intervengo perché il collega Beretta-Piccoli ha parlato di una lettera
arrivata nel frattempo: si tratta di una lettera recentissima indirizzata al Consiglio di Stato e
che ho ricevuto in copia come presidente della Commissione della legislazione per posta
solamente sabato scorso (e oggi è stata trasmessa agli altri membri). In realtà la missiva
non porta nulla, nel senso che riguarda un'imprecisione contenuta nel messaggio del
Consiglio di Stato, che parla di rapporti intercorsi fra la FSS, il Centro per persone
audiolese e il Servizio interpreti della Procom. In seguito a questi contatti è stato dato
mandato alla FSS e al Centro per persone audiolese per raggiungere un'intesa e poi
formulare proposte condivise all'Autorità cantonale, cosa che secondo il messaggio non è
avvenuta. La FSS ha letto della mozione sui media e ha scritto solo per ringraziare il
Consiglio di Stato per gli sforzi intrapresi nel Canton Ticino per l'eliminazione degli
svantaggi delle persone sorde e deboli di udito nei rapporti con gli enti pubblici, rinnovando
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il proprio impegno a voler collaborare con l'ente pubblico per trovare soluzioni condivise.
Mi sembrava importante sottolineare e precisare la questione anche se non voglio
prendere posizione sulla mozione.
BERETTA-PICCOLI F. - Sono figlio di persone audiolese ma non sono sordo: non sono
mai stato sentito dalla Commissione in merito a questo rapporto. Mi dispiace ribadire che il
rapporto letto dal collega Paparelli è sterile e senza nessun vissuto. Spero che domani
non vi troviate nella difficoltà di avere un handicap di questo genere, che io vivo tutti i
giorni. Ancora oggi, in una Commissione tutoria, devo andare a spiegare perché è
importante avere un curatore che conosca la lingua dei segni: con una figura di questo tipo
si possono evitare problemi come quelli che ad esempio provoca una persona audiolesa
che io conosco dall'infanzia (e potrei raccontare molti altri casi simili). La questione è molto
importante e non deve essere sottovalutata. Il rapporto è da rifiutare poiché denota
un'insensibilità enorme.
CORTI G., PRESIDENTE - Il collega Beretta-Piccoli ha espresso una critica riguardo al
fatto di non essere stato ascoltato dalla Commissione, di cui mi assumo la responsabilità e
mi scuso. Mi auguro che da parte sua vi sia almeno la comprensione.
La discussione di entrata in materia è dichiarata chiusa.
Messe ai voti, le conclusioni del rapporto commissionale sono accolte con 38 voti
favorevoli, 19 contrari e 14 astensioni.
La mozione è pertanto da considerarsi evasa.
14. APPROVAZIONE DEI
CONTI E DELLA
DELL'AZIENDA CANTONALE DEI RIFIUTI
RELAZIONE
ANNUALE
2013
Messaggio dell'8 luglio 2014 n. 6965
Ai sensi dell'art. 69c della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma del dibattito ridotto.
Conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze: adesione
all'entrata in materia e approvazione del decreto legislativo annesso al messaggio
governativo.
È aperta la discussione di entrata in materia.
SCHNELLMAN F., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PLR - Il 2013 è stato il quarto
anno completo del nuovo impianto cantonale di termodistruzione dei rifiuti. Come tutte le
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gestioni nuove, anche questa è senza dubbio migliorabile.
Nel mio intervento vorrei toccare due aspetti: quello finanziario e quello gestionale. In
merito al primo, non vi sono particolari osservazioni: infatti, la gestione del 2013 si è
chiusa con un utile di esercizio di oltre 2.5 milioni di franchi e 180'429 tonnellate di rifiuti
smaltiti, compresi i fanghi provenienti dagli impianti di depurazione.
Dal lato gestionale sembra invece opportuna qualche osservazione. La cifra appena citata
riguardante i rifiuti smaltiti è sicuramente considerevole e in crescita ma speriamo che si
stabilizzi e diminuisca quando in tutto il Cantone sarà introdotta la tassa sul sacco, che
inviterà a una maggiore sensibilità nella separazione dei rifiuti. Ricordo che attualmente il
50% dei rifiuti di solidi urbani provengono dai Comuni del nostro Cantone. Dal profilo
ambientale è interessante rilevare come nel 2013 l'Azienda cantonale dei rifiuti (ACR) ha
immesso in rete 102'212 megawattora (MWh) di energia elettrica, pari all'energia annuale
fornita nel 2011 dalle Aziende municipalizzate di Bellinzona (AMB) all'intera città di
Bellinzona, che necessita di circa 155 mila MWh, oppure pari al fabbisogno annuale di
circa ventitremila famiglie. Sempre nello stesso anno l'ACR ha fornito alla rete di
teleriscaldamento del Bellinzonese (Teris SA) 14'405 MWh di energia termica che
corrispondono a circa 1.44 milioni di litri di nafta. Come ricordiamo tutti, a ottobre 2012 è
entrata in funzione la Teris, che ora attende – e speriamo che ciò avvenga presto – di
essere ampliata.
In conclusione, l'azienda è sana e porto quindi l'adesione del gruppo PLR all'approvazione
dei conti 2013.
BERARDI G., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PPD+GG - Prima di tutto porto
l'adesione del gruppo PPD+GG al rapporto che approva i conti e la relazione annuale
2013 dell'ACR. Quando ieri mattina arrancavo nella neve per salire sui monti di Arosio per
il foraggiamento quotidiano di alcune manzette, mi sono chiesto se valeva la pena di
intervenire nuovamente sul tema del teleriscaldamento. Certo che ne vale la pena! Perché
è anche con le piccole cose che possiamo contribuire a migliorare continuamente questo
nostro Cantone. In effetti, il rapporto ha affrontato anche la questione del tariffario della
Teris, oggi statico e che rischia di rendere non più concorrenziale questa fonte di energia,
tutto sommato sostenibile, nei confronti del petrolio. Ciò fa sicuramente piacere viste le
osservazioni che avevo portato durante l'ultima sessione. Apparentemente sembra tuttavia
che vi sia più preoccupazione per il fatto che, rendendo variabile il tariffario, è possibile
che ci siano conseguenze sui costi di gestione e sulla durata degli ammortamenti e
non piuttosto per il fatto che con un tariffario statico probabilmente il numero di utenti
stenterà a decollare. Secondo il rapporto e un articolo apparso su un quotidiano ticinese
proprio oggi, vi sono attualmente in funzione solo ventisei allacciamenti, ma a progetto
ultimato dovranno essere centotrenta-centocinquanta. Le conseguenze di un mancato
raggiungimento di questa cifra sarebbero ben peggiori rispetto a quelle che si avrebbero
con un ritocco del tariffario. Perciò, in conclusione, chiedo al relatore Lurati se in
occasione dell'incontro che ha avuto con la direzione dell'ACR e con la direzione della
Teris ha avuto l'impressione che il tema sarà affrontato concretamente nell'ottica di
favorire in breve tempo l'incremento degli allacciamenti. Lo ringrazio per la risposta che
vorrà darmi e ringrazio anche tutti i colleghi per l'attenzione.
LURATI S., RELATORE - Come ha ben detto il collega Berardi in questo rapporto
concernente i conti del 2013, abbiamo affrontato, anche se solo parzialmente, il tema della
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Teris SA, che di fatto rimane un'azienda privata e che quindi deve rispondere al proprio
Consiglio di amministrazione per tutte le questioni, inclusa quella relativa al tariffario. In
merito al numero degli allacciamenti, la realtà è un po' diversa da quanto esposto: il punto
non è tanto il numero degli allacciamenti, bensì la grandezza del tipo di allacciamento. Se
di questi allacciamenti, ne mancano una quarantina che rientrano nella categoria di
abitazione familiare o bifamiliare, vi è evidentemente una differenza rispetto a una grossa
azienda o struttura che consuma molto di più dell'una e dell'altra. Il raggiungimento
dell'obiettivo non è dunque dato dal numero degli allacciamenti ma dalla quantità di MWh
distribuita in un secondo tempo. La Teris è sicuramente cosciente del fatto che vi sia un
problema, dettato soprattutto dalla diminuzione dei costi dell'olio di riscaldamento e il
punto è capire se questa sarà una costante o un passaggio provvisorio che potrebbe far
rientrare con interesse la necessità di passare al teleriscaldamento. Il problema è oggetto
di attenzione ma quando abbiamo discusso il rapporto la soluzione non è stata trovata.
Per quanto concerne il funzionamento dell'impianto di termovalorizzazione, ci si chiede
quando sarà introdotta in tutto il Canton Ticino la tassa sul sacco e la tassa
sullo smaltimento dei rifiuti. La previsione di diminuzione dei rifiuti solidi urbani è stata
stimata al 10% e secondo gli esperti dell'impianto potrebbe arrivare al 20%, il che non
comprometterebbe però la capacità di produzione di teleriscaldamento perché essa è
stata calcolata sul funzionamento di una sola linea (mentre lì vi sono due linee e pertanto
non vi sarebbero problemi a fornire energia sotto forma di teleriscaldamento, cosa che è di
per sé una buona notizia).
Un'altra bella notizia è la continuità del funzionamento dell'impianto, che permette il
rispetto dei limiti delle emissioni; mentre un ulteriore aspetto positivo è che nel 2013 la
termovalorizzazione, e di fatto tutto l'impianto dell'ACR, ha generato ancora utili. In questa
operazione il Cantone non sta quindi perdendo soldi, anzi ne sta guadagnando (sebbene
sarebbe ancora meglio se i rifiuti fossero separati più diligentemente così da non essere
inceneriti). Queste sono le mie considerazioni sugli aspetti più importanti in merito al terzo
messaggio quasi consecutivo relativo all'ACR.
SANVIDO P. - In merito all'intervento del collega Berardi, vorrei solo ricordare che la Teris,
in contrasto con gli intendimenti di questo Parlamento e in violazione degli impegni presi
dal Consiglio di Stato [tra cui il Piano energetico cantonale (PEC) e il Piano forestale
cantonale (PFC), sta mettendo in difficoltà con la sua politica il settore primario forestale in
quanto vuole spegnere le centrali a legna, alcune delle quali nel Bellinzonese. Il
Parlamento aveva dato il via libera alla Teris stabilendo che il teleriscaldamento sarebbe
dovuto essere destinato alle serre del sud al fine di evitare di mettere in difficoltà altri
settori importanti per l'economia ticinese, in particolare il settore primario. Voterò pertanto
contro la proposta del rapporto.
BANG H. - Aggiungo la mia dichiarazione di voto a quella del collega Sanvido: voterò
anch'io contro il rapporto poiché con il messaggio n. 6959 del Consiglio di Stato2,
2
Messaggio n. 6959: Richiesta di un credito di fr. 1'999'080.- per gli allacciamenti di diversi edifici
di proprietà dello Stato alla rete di teleriscaldamento del Bellinzonese e l'autorizzazione alla
cessione delle centrali termiche di Palazzo Amministrativo a Bellinzona, dell'Istituto cantonale di
economia e commercio a Bellinzona, dell'Ufficio della circolazione a Camorino e della Scuola
media di Giubiasco per un importo di fr.1'472'258.-, 08.07.2014.
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attualmente in discussione in seno alla Commissione della gestione e delle finanze, vi è
una contraddizione tra PEC e PFC per cui si passerebbe da una fonte energetica
rinnovabile al 100% a una rinnovabile solo al 50%.
LURATI S., RELATORE - Considerati i due interventi dei colleghi, mi permetto di fare
presente che la questione da loro sollevata dovrebbe essere regolata nell'ambito del
rapporto sul messaggio n. 6959, che è sì in discussione in seno alla Commissione della
gestione e delle finanze ma solo perché si attendono risposte dal Dipartimento del
territorio e dal Consiglio di Stato. Non è la Commissione della gestione e delle finanze che
sta cercando di temporeggiare, bensì le mancanti risposte del Dipartimento e del Consiglio
di Stato. È nell'ambito del rapporto summenzionato che dovrà essere data una risposta
relativa alla possibilità che la Teris agisca in contrapposizione a linee direttive chiare in
materia di filiera del legno.
La discussione di entrata in materia è dichiarata chiusa.
Messa ai voti, l'entrata in materia è accolta con 51 voti favorevoli, 13 contrari e
2 astensioni.
Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del decreto legislativo annesso al messaggio
governativo sono accolti con 55 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astensioni.
15. - MOZIONE DEL 6 NOVEMBRE 2012 PRESENTATA DA PELIN KANDEMIR
BORDOLI E SAVERIO LURATI (PER IL GRUPPO PS), GIANNI GUIDICELLI E
FIORENZO DADÒ (PER IL GRUPPO PPD+GG), CHRISTIAN VITTA E GIORGIO
GALUSERO (PER IL GRUPPO PLR), MICHELA DELCÒ PETRALLI E SERGIO
SAVOIA (PER IL GRUPPO DEI VERDI) E SERGIO MORISOLI (AREA
LIBERALE) "PER UNA REVISIONE DELLE CONDIZIONI RETRIBUTIVE E
PREVIDENZIALI A FAVORE DEI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI STATO"
- INIZIATIVA PARLAMENTARE DEL 17 FEBBRAIO 2014 PRESENTATA NELLA
FORMA GENERICA DA MATTEO PRONZINI PER LA MODIFICA DELLA LEGGE
SULL'ONORARIO E SULLE PREVIDENZE A FAVORE DEI MEMBRI DEL
CONSIGLIO DI STATO DEL 19 DICEMBRE 1963
Rapporto del 19 febbraio 2015
Ai sensi dell'art. 69c della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma del dibattito ridotto.
Conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze: adesione
all'entrata in materia e approvazione del decreto legislativo annesso al rapporto
medesimo.
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È aperta la discussione di entrata in materia.
BRIVIO N., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PLR - Il tema in oggetto è delicato: le
condizioni retributive del Consiglio di Stato sono percepite dalla popolazione come una
manifesta ingiustizia. Tali condizioni sono riconducibili a motivi di carattere storico che
andrebbero analizzati ma non ora in questa sede. A ogni buon conto, sul principio non si
può essere contrari e credo che tutti i presenti in aula siano della medesima opinione; i
commissari del mio gruppo hanno tuttavia firmato con riserva il rapporto della collega
Kandemir Bordoli a causa di alcuni elementi che lo rendono troppo vincolante: il tema è di
non facile risoluzione (è da più di trent'anni che se ne parla) e ostico da affrontare per una
Commissione che non ha adeguate competenze per entrare in materia in modo
approfondito e tecnico. La firma con riserva dunque segnala la nostra volontà di risolvere
ancora alcuni dubbi.
Anche il comportamento del Consiglio di Stato non ha contribuito ad agevolare il compito
della Commissione della gestione e delle finanze; esso non si è espresso in materia in
quanto ha ritenuto di essere parte in causa. Ricordo tuttavia che a volte a un Esecutivo
viene proprio richiesto di esprimersi su temi che lo concernono direttamente. In base al
decreto legislativo annesso al rapporto, il Consiglio di Stato sarà chiamato a esprimersi in
merito di comune accordo con la Commissione. È giusto voler sanare questa disfunzione
tecnica a breve termine, ovvero con l'inizio della nuova legislatura. I prossimi Consiglieri di
Stato, che saranno eletti il 19 aprile, saranno chiamati a versare un contributo che è
ancora volutamente provvisorio perché si intende collegarlo con l'art. 3 del decreto appena
discusso e accolto dalla Commissione della gestione e delle finanze, con il quale si
intende rendere il più ampio possibile il mandato che sarà attribuito all'esperto per valutare
gli aspetti previdenziali retributivi del Consiglio di Stato. Tra di essi vi sarà anche quello
della definizione del contributo che, dopo aver considerato le medie generali, è stato
provvisoriamente fissato al 9%; non è escluso che l'esperto possa aumentarlo o, al
contrario, diminuirlo.
Il messaggio che si vuole trasmettere oggi è la volontà di sanare una situazione non più
sostenibile, la quale con la prossima legislatura verrà provvisoriamente messa a posto.
L'esperto dovrà disporre della più ampia libertà possibile per svolgere tutte le valutazioni
opportune confrontando le realtà degli altri Cantoni di modo da poter presentare diversi
scenari.
Con la specifica di cui sopra all'art. 3 del decreto, il gruppo PLR scioglie la riserva e
aderisce al rapporto.
GUERRA M., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO LEGA - Il problema in oggetto è
talmente palese che non dovremmo dilungarci a discuterne. Il gruppo Lega ha
approfondito l'argomento; si tratta di un tema conosciuto da tanti anni e dunque è giusto
porvi rimedio. Proprio perché è importante è giusto che si cerchi la soluzione migliore, di
conseguenza siamo ben consci della difficoltà che ciò può comportare, motivo per cui
siamo molto soddisfatti delle modifiche apportate al rapporto commissionale (anche su
nostra indicazione) durante la riunione odierna e aderiamo allo stesso sciogliendo le
riserve.
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GUIDICELLI G., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PPD+GG - La decisione di
principio che siamo chiamati a prendere oggi sul tema delle condizioni previdenziali dei
membri del Consiglio di Stato viene da molto lontano e si inserisce in un dibattito in atto in
diversi Cantoni i quali negli ultimi anni hanno proceduto a rivedere le prestazioni
previdenziali a favore dei membri dell'Esecutivo. Il rapporto elaborato dalla collega
Kandemir Bordoli, che ringrazio per il lavoro svolto, risponde in particolare a una mozione
inoltrata oltre due anni or sono e sottoscritta da deputati di tutti i gruppi politici, a
esclusione della Lega e dell'UDC; ciò a dimostrazione di un'ampia condivisione
sull'opportunità di rivalutare le condizioni pensionistiche dei Consiglieri di Stato, ritenute
piuttosto generose soprattutto dopo i sacrifici che abbiamo imposto agli affiliati alla Cassa
pensioni dei dipendenti dello Stato (CPDS).
La richiesta principale è quella di fare in modo che anche i Consiglieri di Stato siano
assoggettati alla CPDS e che paghino il relativo contributo, motivo per cui con il decreto
legislativo allegato al rapporto si prevede che i Consiglieri di Stato eletti il prossimo aprile
saranno tenuti a versare un contributo del 9% sul salario. In attesa di definire le future
prestazioni previdenziali e tutti gli aspetti tecnici legati a questa modifica, tale contributo
sarà accantonato, assieme a un contributo di pari valore versato dallo Stato, su un fondo
provvisorio che sarà poi trasferito all'Istituto di previdenza del Cantone Ticino (IPCT) entro
il 31 dicembre 2016. Si tratterà quindi, entro questo lasso di tempo, di ridefinire le
prestazioni previdenziali dei Consiglieri di Stato, compito che sarà assunto dal Governo
d'intesa con la Commissione della gestione e delle finanze, la quale si potrà avvalere della
consulenza di un esperto esterno.
Sarà sicuramente opportuno valutare quanto è già stato eseguito in altri Cantoni in tempi
anche molto recenti. Ad esempio il Cantone San Gallo sta procedendo nella nostra stessa
direzione: il Gran Consiglio ha deciso che i membri dell'Esecutivo dovranno pagare il
contributo del dipendente per la previdenza professionale e ha incaricato il Governo di
effettuare un confronto tra i vari Cantoni per quanto riguarda le rendite versate ai
Consiglieri di Stato al termine del mandato o per mancata rielezione. Il Governo ha
promesso di presentare uno specifico rapporto durante il corrente anno. Il lavoro di
confronto che si sta svolgendo a San Gallo potrà quindi essere utile anche per le nostre
analisi.
Ridefinire le prestazioni previdenziali dei Consiglieri di Stato significa anche toccare un
elemento importante che determina globalmente le condizioni retributive. Si dovrà quindi
riflettere sugli attuali livelli retributivi; in particolare bisognerà stabilire se gli stessi sono
ancora consoni alla responsabilità che la funzione di Consigliere di Stato comporta. Inoltre,
bisognerà decidere se mantenere o meno i diritti acquisiti per i Consiglieri di Stato ora in
carica. Anche su questo aspetto le soluzioni previste negli altri Cantoni sono differenziate:
nel Canton Vallese ad esempio le nuove disposizioni in tema di rendite ai Consiglieri di
Stato, che prevedono l'affiliazione alla cassa pensioni cantonale e una riduzione delle
rendite, sarà applicata solo ai Consiglieri di Stato che entreranno in carica per la prima
volta quest'anno. In compenso, il salario annuo sarà aumentato di 60 mila franchi e
ammonterà a 300 mila franchi. La ridefinizione delle prestazioni previdenziali dei
Consiglieri di Stato fungerà da occasione per riesaminare globalmente le condizioni
retributive, aspetto peraltro richiesto nella stessa mozione che stiamo esaminando.
Fatte queste brevi considerazioni, porto il sostegno del nostro gruppo alle conclusioni del
rapporto e al decreto legislativo proposto, auspicando che il tema sia dibattuto con la
necessaria serenità e nel rispetto della funzione e della carica che i Consiglieri di Stato
rivestono.
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Si tratta di un auspicio che rivolgo ai politici ma soprattutto ai mezzi d'informazione, i quali
cedono spesso alla tentazione di dare grande risalto a temi minori ma che possono avere
un grande impatto emotivo, rispetto a quelli di maggiore importanza per il nostro Cantone.
LURATI S., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PS - Abbastanza spesso nel nostro
Cantone le soluzioni a problemi evidenti, certo a volte complesse e necessitanti di un
minimo di condivisione, devono forzatamente avere una gestazione elefantiaca: è
certamente il caso relativo alla revisione delle condizioni retributive e previdenziali a favore
dei membri del Consiglio di Stato. Un problema questo che la sinistra ha sollevato già nel
lontano 1976 e sul quale il Parlamento si è pronunciato una prima volta nel 1989
respingendo un'iniziativa parlamentare elaborata dei deputati Martinelli, Krahenbul e
Soldini3 e poi ancora nel 2006 a seguito di un'altra iniziativa parlamentare elaborata di
Raoul Ghisletta4, anche in questo caso bocciandola. Sarà questa la volta buona?
Speriamo, poiché la sequela di firme apposte con riserva sull'accurato e circostanziato
rapporto della collega Kandemir Bordoli fa temere che ancora una volta a pochi centimetri
dal filo di lana, e proprio alla fine di una legislatura tribolata, si arrischi un nuovo nulla di
fatto.
II partito socialista, a questo punto, osa sperare che il Parlamento, compresi quei deputati
reticenti e assillati da mille dubbi, si sia accorto di cosa sta succedendo nel Paese reale e
di quante difficoltà incontrino quotidianamente migliaia di cittadini e cittadine, nonché
contribuenti, che fanno sempre più fatica a far quadrare i conti e ad arrivare alla fine del
mese.
Certo la difficile situazione economica attuale non è imputabile al Consiglio di Stato
(almeno non a quello in carica), ma essa non permette di frapporre ulteriori indugi a una
decisione che andava presa già anni or sono, quando sono intervenuti cambiamenti, con
decisioni tutt'altro che democratiche, in tutto il settore previdenziale pubblico e privato. Ciò
avrebbe dovuto imporre anche al nostro Parlamento un'agenda decisionale molto più
serrata, soprattutto se per l'Esecutivo le proposte in discussione comporteranno una
diminuzione delle prestazioni rispetto alla situazione attuale. Esecutivo che, ci pare di
poter affermare, ha assunto una presa di coscienza sufficientemente propulsiva per
trovare una soluzione adeguata all'annoso problema delle proprie condizioni di
pensionamento e al loro finanziamento.
Siamo quasi certi che da parte dei diretti interessati, ancorché chiaramente toccati dalle
decisioni prospettate, non vi sia una preclusione di principio, fermo restando che la
soluzione finale sia ragionevolmente praticabile in un contesto di vulnerabilità come quello
in cui opera un Consigliere di Stato, che ogni quattro anni può essere scalzato dalla sua
carica per decisione popolare inequivocabile.
3
Iniziativa parlamentare elaborata: Nuovo articolo 18 bis della legge sull'onorario e sulla
previdenza a favore dei membri del Consiglio di Stato del 19.12.1963 e un nuovo art. 2 bis del
decreto legislativo concernente la previdenza a favore dei magistrati del 09.07.1963, Martinelli,
Krahenbul e Soldini, 08.11.1976.
4
Iniziativa parlamentare elaborata: Modifica del capitolo III (Misure di previdenza) della legge
sull'onorario e sulle previdenze a favore dei membri del Consiglio di Stato e per l'assoggettamento
dei Consiglieri di Stato alla legge sulla Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato, Raoul Ghisletta e
cofirmatari, 12.05.1997.
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Proprio quest'ultimo aspetto deve essere un elemento di riflessione importante, che
permette di affermare che quanto deciso a suo tempo a favore dei nostri Magistrati non
era dettato dalla volontà di creare una casta di privilegiati, ma semplicemente voleva
permettere a tutti gli ex di guardare a un futuro minimamente dignitoso.
I tempi sono cambiati per tutti, la priorità delle prestazioni è diventata un lusso che quasi
nessun istituto di previdenza può permettersi e tutte le casse pubbliche e delle regie di
Stato vi si sono adeguate. Non parliamo poi del privato, dove tutto quanto eccede i minimi
previsti dalla legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e
l'invalidità [LPP; RS 831.40] è ora assoggettato a percentuali del tasso di conversione
inferiori, e anche di molto, al 6%. Il famoso terzo contribuente (il rendimento del capitale)
in alcuni casi è addirittura scomparso.
Alla luce di ciò, può ancora lo Stato del Cantone Ticino permettersi di esentare i propri
Consiglieri di Stato dal contribuire al finanziamento delle loro future rendite pensionistiche?
Secondo noi la risposta è negativa nel modo più assoluto, nel pieno rispetto del grosso
impegno e del carico di lavoro che i Ministri devono quotidianamente assumersi. Siamo
però anche sufficientemente consapevoli del fatto che, a fronte delle difficoltà che l'intera
cittadinanza deve affrontare, una decisione come questa può e deve servire a consolidare
il rispetto nei confronti delle istituzioni e della politica.
A scanso di equivoci, da parte nostra non vi è nessuna volontà di mortificazione nei
confronti di persone democraticamente elette a una delle più alte funzioni dello Stato; si
tratta semplicemente di una doverosa modifica delle prestazioni pensionistiche divenuta
improcrastinabile dopo anni di rinvio e di cui il Parlamento, o almeno parte di esso, deve
essere ritenuto responsabile. Questa decisione contribuirà a rendere meno difficili i
rapporti tra le istituzioni, l'Amministrazione e la cittadinanza.
Per venire alle proposte concrete, ci pare di poter affermare che proprio alla vigilia di un
nuovo appuntamento elettorale è indispensabile mettere tutti i candidati al futuro Consiglio
di Stato nella condizione di conoscere il loro destino anche dal profilo pensionistico.
Sposiamo dunque con convinzione la proposta tesa alla creazione di un fondo di
transizione in attesa che dal profilo tecnico, con l'ausilio di un perito, si possano indicare
con la massima chiarezza i tempi, i modi e le condizioni per l'adesione dei Consiglieri di
Stato al fondo pensionistico dell'Amministrazione.
Una proposta assolutamente ragionevole, considerato che le possibili soluzioni tecniche
potrebbero richiedere un lasso di tempo difficilmente preventivabile; pertanto, quale misura
transitoria, la costituzione di un fondo esprime in maniera irrevocabile la volontà di
cambiare sistema rispetto alla prassi attuale. Un cambiamento che permette al nostro
Cantone di allinearsi a quanto già in vigore, seppure in modi differenziati, nella
Confederazione e in quasi tutti gli altri Cantoni.
Il partito socialista sostiene con convinzione le proposte contenute nel rapporto e invita il
Parlamento a pronunciarsi nella direzione indicata.
MAGGI F., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO DEI VERDI - Meglio tardi che mai.
Anche il gruppo dei Verdi saluta con entusiasmo le conclusioni del rapporto, a cui, con
nostra soddisfazione, aderiscono, almeno di principio, tutti i gruppi. Già in occasione della
discussione concernente il risanamento della CPDS avevamo sollevato il tema ma
purtroppo non si era voluto entrare nel merito; oggi finalmente siamo chiamati a prendere
una decisione importante che non può più essere procrastinata, a maggior ragione alla
luce del fatto che all'intero Paese vengono chiesti sacrifici con tagli nel settore sociale e il
lavoro è sempre più precario e soggetto al dumping salariale. Tale situazione rende i
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Consiglieri di Stato privilegiati. È dunque importante cambiare le regole del gioco e
assoggettarli alla cassa pubblica con gli stessi diritti e doveri, per non far diventare il
Cantone un unicum nel panorama svizzero. Condividiamo l'auspicio di rendere operativo
questo assoggettamento entro il 31 dicembre 2016. Siamo anche d'accordo a separare le
prestazioni di previdenza professionale da quelle che hanno carattere d'indennizzo o di
rendita d'uscita. Quanto alla somma, aderiamo al contributo, seppure provvisorio, del 9%
sul salario lordo da aprile 2015. Approviamo anche un riesame dei diritti acquisiti.
Con le considerazioni espresse, il gruppo dei Verdi invita il Parlamento ad accogliere il
rapporto.
CHIESA M., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO UDC - L'UDC ritiene che l'attuale
situazione previdenziale del Consiglio di Stato rappresenti uno schiaffo per la popolazione
professionalmente attiva. Non è colpa di coloro che attualmente siedono in Governo, anzi,
sono sicuro che apprezzeranno questo piccolo gesto che elimina privilegi divenuti ormai
insostenibili e ingiustificabili. Aderiamo volentieri al rapporto della collega Kandemir
Bordoli, che ringraziamo per il competente lavoro svolto.
PRONZINI M., INTERVENTO A NOME DEL MPS-PC - Com'è noto, i Consiglieri di Stato
senza pagare un centesimo di contributi ricevono un vitalizio d'oro e l'atteggiamento
ostruzionistico dimostrato non fa onore all'attuale Consiglio di Stato, il quale ha accampato
scuse per non affrontare il tema. Per questo motivo all'inizio del 2014 avevo presentato
l'iniziativa in oggetto.
Il rappresentante del PLR ha affermato che si tratta di una materia tecnica: personalmente
non lo so, ricordo semplicemente che un paio di anni fa il Parlamento ha avallato a
stragrande maggioranza (il sottoscritto è stato uno dei pochi a opporsi) una "controriforma"
della CPDS5 con la quale si sono peggiorate le prestazioni. Non capisco dunque come mai
in questo caso non si voglia affrontare il tema rimandandolo a un esperto esterno.
Ho inoltrato due emendamenti (all'art. 3 e all'art.4) in quanto alcuni elementi non risultano
abbastanza chiari; elementi che con il nuovo decreto legislativo sono stati oggetto di una
precisazione. In particolare, all'art. 3 cpv. 2 si afferma che verrà dato mandato a un
esperto sulla base delle richieste contenute nella mozione del 6 novembre 2012. Essa
chiede di affiliare a tutti gli effetti i Consiglieri di Stato alla CPDS, perciò basterebbe
applicare il piano assicurativo della CPDS – il problema del salario assicurato è risolvibile.
Non capisco dunque perché l'esperto dovrebbe presentare più varianti della revisione
delle condizioni previdenziali dei Consiglieri di Stato, a meno che si tratti della questione
delle prestazioni di uscita (ma finora nessuno in quest'aula si è espresso in merito), una
questione che è politica e non tecnica. Il sottoscritto nell'iniziativa aveva fornito le cifre
(indicative) delle prestazioni di uscita e in proposito vorrei conoscere i dettagli della
5
Messaggio n. 6666: Nuova legge sull'Istituto di previdenza dei dipendenti dello Stato, modifica
della legge sull'ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti del 15 marzo 1995, della
legge sugli stipendi degli impiegati e dei docenti del 5 novembre 1954, della legge sugli onorari dei
magistrati del 14 maggio 1973, della legge sull'onorario e sulle previdenze a favore dei membri del
Consiglio di Stato del 19 dicembre 1963 e del decreto legislativo concernente la previdenza a
favore dei magistrati dell'ordine giudiziario dell'11 dicembre 1985, 10.07.2012. Vedi Verbali del
Gran Consiglio Seduta XXVI, 05.11.2012 (pp.2751-2768) e Seduta XXVII, 06.11.2012.
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discussione che è stata tenuta, altrimenti rischiamo di svolgere un dibattito tecnico senza
definire politicamente quale direzione vogliamo intraprendere.
Inoltre, non capisco il motivo per cui il Consiglio di Stato debba essere coinvolto: se
ricordo bene nella definizione del mandato il Consiglio di Stato stesso aveva affermato di
non voler intervenire su questa questione.
Infine, quanto ai periti esterni, che sembra stiano diventando una panacea, ritengo che
possiamo fare affidamento alle persone che dirigono l'IPCT, le quali dispongono delle
competenze necessarie per svolgere questo compito.
Auspico che sia data risposta ai dubbi che ho sollevato in modo da poter, eventualmente,
ritirare gli emendamenti che ho presentato.
BERTOLI M., PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI STATO - Il Consiglio di Stato a suo
tempo ha scritto alla Commissione della gestione e delle finanze rimettendosi alle
decisioni che avrebbe preso il Parlamento ritenendo di non dover indicare una strada
particolare su come affrontare in maniera diversa il tema. Tale conclusione era dovuta al
fatto che, all'interno del Governo, la visione in merito non era unanime. Preso atto del
sostegno corale del Parlamento annunciato a questa modifica il Consiglio di Stato
ribadisce la volontà di rimettersi alle sue decisioni. Tengo a far presente che da parte
nostra non vi è stato nessun comportamento ostruzionistico. Oggi vi è una decisione di
principio che sceglie sostanzialmente alcuni elementi di un futuro modello e il futuro
Consiglio di Stato deciderà se partecipare e, se del caso, in quale modo al mandato che
verrà conferito al perito.
KANDEMIR BORDOLI P., RELATRICE - Questo tema è stato più volte oggetto di
discussione da parte del Parlamento senza però che si sia arrivati a una decisione in
merito. La prima iniziativa in proposito è datata del 1976, anno di nascita della sottoscritta.
Settimana scorsa sulla stampa è stato affermato che non vi è stato tempo sufficiente per
discutere e approfondire l'oggetto: dal 1976 a oggi sono passati ben 39 anni. In occasione
della modifica della CPDS il tema è stato riproposto all'attenzione del Parlamento tramite
una mozione e un'iniziativa parlamentare elaborata. È evidente che, ed è stato più volte
ribadito oggi in aula, l'attuale sistema non può più essere sostenuto e non è più
sopportabile per diverse ragioni.
Il Cantone Ticino è l'unico a non prevedere la partecipazione dei Consiglieri di Stato alla
propria previdenza professionale attraverso fondi o tramite l'assoggettamento alla Cassa
pensioni: si tratta di un unicum che va rivisto e corretto. Ciò sulla base anche del fatto che
regna una certa confusione circa la rendita di uscita che riconosce le peculiarità del ruolo
svolto dal Consigliere di Stato e la cassa pensioni. Si tratta di due elementi
fondamentalmente diversi e che vanno distinti: la pensione, ovvero la LPP a cui tutti i
dipendenti sono tenuti a sottostare, prevede determinate condizioni che scattano al
raggiungimento dell'età pensionabile attraverso la partecipazione da parte del dipendente
e dei datori di lavoro.
Una separazione di questi due elementi è opportuna anche perché essi si confondono e
ciò comporta la creazione di zone grigie come ad esempio quella legata alle prestazioni di
libero passaggio: un Consigliere di Stato che viene eletto domani se non è un dipendente
dello Stato non ha l'obbligo di portare queste prestazioni costituendo una libera scelta di
ognuno. L'obbligo scatta unicamente se prima di essere eletta Consigliere di Stato una
persona è stata alle dipendenze dello Stato, caso in cui la CPDS riversa allo Stato questi
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fondi però in cambio gli anni in cui la persona ha svolto l'attività lavorativa alle dipendenze
statali valgono come se fosse stata in carica quale Consigliere di Stato.
Qualcuno ha definito anomalo il modo di procedere in merito: non sono d'accordo, dal
momento che il Consiglio di Stato, ritenendo che potesse sussistere un potenziale conflitto
d'interessi, ha rimandato il dossier alla Commissione della gestione e delle finanze. Un
dossier composto da centinaia di pagine che abbiamo esaminato con attenzione per
cercare, sulla base dei modelli precedenti, di fornire indicazioni affinché potesse avvenire
una modifica del sistema. La preoccupazione che un semplice accoglimento di principio in
merito avrebbe potuto procrastinare ancora il tema ha portato all'elaborazione di un
decreto legislativo, nel quale sono previsti termini temporali per la modifica del sistema
tenendo conto dei problemi tecnici che potrebbero sorgere.
I tre punti essenziali contenuti nel rapporto sono: la decisione di assoggettare i Consiglieri
di Stato alla CPDS; il conferimento di un mandato a un perito esterno neutrale che possa
svolgere i necessari approfondimenti e i passi giuridici affinché il sistema possa entrare in
vigore nei termini temporali previsti nel decreto legislativo, nonché fare chiarezza circa la
confusione di cui parlavo poc'anzi; la creazione, nel frattempo, di un fondo provvisorio a
cui i Consiglieri di Stato che saranno eletti il 19 aprile verseranno da subito un contributo
(provvisorio anch'esso fintanto che il nuovo sistema non entrerà in vigore).
Il collega Pronzini chiede su quali ragioni poggia la scelta di conferire un mandato a un
perito esterno. Come ho appena evidenziato, il Consiglio di Stato, per evitare un
potenziale conflitto d'interessi, non ha voluto presentare un proprio messaggio,
trasmettendo la documentazione alla Commissione della gestione e delle finanze. In altri
Cantoni i Consigli di Stato sono già ricorsi a periti esterni neutrali per questa ragione; la
Commissione della gestione e delle finanze non si è avvalsa di nessuna collaborazione
con l'Amministrazione cantonale e con l'IPCT stesso per evitare possibili situazioni
imbarazzanti, procedendo per conto suo e arrivando alla conclusione che la figura di un
perito esterno neutrale che presenti proposte sulle quali sarà il Parlamento a decidere
costituisca la scelta migliore. Matteo Pronzini aveva proposto di ricorrere all'IPCT stesso:
esso sarà in parte coinvolto in questo percorso, per cui abbiamo preferito non farlo.
Sul tema, lo sappiamo da tempo, esistono numerose resistenze e seppure molti siano
d'accordo di principio potrebbero non esserlo sul progetto concreto. La scelta operata
dalla Commissione della gestione e delle finanze, anche con le modifiche adottate oggi, di
predisporre un decreto legislativo che prevede espressamente i tre elementi di cui sopra
permette di procedere in tempi brevi con una riforma importante e necessaria.
In chiusura desidero ringraziare l'intera Commissione e in modo particolare i colleghi
Guidicelli e Lurati per aver contribuito in modo importante, anche grazie alla loro
esperienza professionale in questo campo, alla stesura del rapporto.
CORTI G., PRESIDENTE - Preciso che il documento presentato dalla Commissione della
gestione e delle finanze non è da considerarsi alla stregua di un emendamento, bensì una
conclusione sulla quale sarete chiamati a esprimervi.
Chiedo invece a Matteo Pronzini se, alla luce di quanto ha affermato nel suo intervento,
intende ritirare gli emendamenti presentati e più precisamente:
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Articolo 3 (modifica)
●
Emendamento di Matteo Pronzini
Il Governo, d'intesa con la Commissione della gestione e delle finanze, conferirà un
mandato a un esperto esterno di previdenza professionale per procedere a una
revisione generale delle condizioni previdenziali dei membri del Consiglio di Stato. Il
rapporto tecnico contenente delle varianti di riforma del sistema dovrà essere
presentato entro il 30 settembre 2015 alla direzione dell'Istituto di previdenza del
Cantone Ticino per allestire i dettagli dell'affiliazione all'Istituto ai sensi del suo
piano assicurativo. Il rapporto tecnico dovrà essere presentato al Gran Consiglio
entro il 30 settembre 2015.
Articolo 4 (modifica)
●
Emendamento di Matteo Pronzini
Trascorsi i termini per l'esercizio del diritto di referendum, il presente decreto legislativo
è pubblicato nel Bollettino ufficiale delle leggi e degli atti esecutivi ed entra in vigore con
effetto dal 19 aprile 2015. Esso mantiene la sua validità fino all'abrogazione revisione
della legge sull'onorario e sulle previdenze a favore dei membri del Consiglio di Stato
del 19 dicembre 1963.
PRONZINI M. - Sì, li ritiro. Rimane comunque aperta la questione di definire le prestazioni
di uscita, tema sul quale non ho ricevuto risposta. In merito a ciò vedremo cosa suggerirà
l'esperto e soprattutto cosa succederà dopo le elezioni.
La discussione di entrata in materia è dichiarata chiusa.
Messa ai voti, l'entrata in materia è accolta all'unanimità dei 73 voti espressi.
Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del decreto legislativo annesso al rapporto
commissionale sono accolti all'unanimità dei 73 voti espressi.
L'adesione del Consiglio di Stato è recata dal Presidente del Governo.
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16. INIZIATIVA PARLAMENTARE DEL 13 OTTOBRE 2014 PRESENTATA NELLA
FORMA GENERICA DA ANGELO PAPARELLI PER LA MODIFICA DELLA LEGGE
EDILIZIA CANTONALE DEL 13 MARZO 1991
Rapporto del 4 febbraio 2015
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Conclusioni del rapporto della Commissione della legislazione: si invita il Parlamento a
considerare evasa l'iniziativa.
È aperta la discussione.
PAPARELLI A. - Auspico che questa sia la volta buona per passare dai proclami ai fatti e
che dunque la legge edilizia cantonale [RL 7.1.2.1] sarà finalmente modificata.
ZALI C., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO - Il sottoscritto, se sarà
ancora eletto Consigliere di Stato, modificherà profondamente la legge in questione.
La discussione è dichiarata chiusa.
Messe ai voti, le conclusioni del rapporto commissionale sono accolte con 68 voti
favorevoli, 1 contrario e 1 astensione.
17. MOZIONE DEL 12 NOVEMBRE 2007 PRESENTATA DA GRETA GYSIN E
COFIRMATARI "IL FONDO DEL… SACCHETTO"
Messaggio del 28 luglio 2008 n. 6096
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Conclusioni del rapporto della Commissione della legislazione: si invita il Parlamento ad
approvare la mozione e a incaricare il Consiglio di Stato della sua concretizzazione.
È aperta la discussione.
GYSIN G. - Vorrei ringraziare la collega Ghisolfi per aver ripescato la presente mozione
dagli affollati cassetti poco prima dell'uscita di scena della sottoscritta e per il rapporto che
ha redatto, il quale sostanzialmente accoglie le richieste sollevate dall'atto parlamentare.
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Negli ultimi giorni più volte mi è stato detto che non sono questi i problemi dell'ambiente;
un'affermazione imprecisa che diventa tuttavia corretta con l'aggiunta di una parola: non
sono solo questi i problemi dell'ambiente. I problemi ambientali sono in effetti numerosi e
non è certo accogliendo la mozione in oggetto che il Gran Consiglio salverà questa
legislatura, che non è stata all'insegna di una politica ambientale lungimirante. È ancora
più vero che la difesa dell'ambiente inizia dalla quotidianità di ognuno, dai piccoli gesti che
possiamo mettere in atto senza che la qualità di vita ne sia intaccata. Piccoli gesti che, se
sommati, possono fare la differenza, motivo per cui è giusto occuparsene.
GHISOLFI N., RELATRICE - Personalmente condivido gli intenti della mozione della
collega Gysin.
La discussione è dichiarata chiusa.
Messe ai voti, le conclusioni del rapporto commissionale sono accolte con 62 voti
favorevoli, 2 contrari e 7 astensioni.
La mozione è pertanto accolta.
18. INIZIATIVA PARLAMENTARE DEL 24 SETTEMBRE 2012 PRESENTATA NELLA
FORMA GENERICA DA FRANCESCO MAGGI PER IL GRUPPO VERDI PER
L'ISTITUZIONE DELLA FIGURA DEL MANAGER DEL TRAFFICO D'AREA E
AZIENDALE MEDIANTE IL DECRETO LEGISLATIVO O MODIFICA DELLA LEGGE
CANTONALE
D'APPLICAZIONE
DELLA
LEGGE
FEDERALE
SULLA
PROTEZIONE DELL'AMBIENTE (LALPAmb)
Ai sensi dell'art. 69c della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma del dibattito ridotto.
Conclusioni del rapporto di maggioranza della Commissione della legislazione: si invita il
Parlamento a respingere l'iniziativa.
Conclusioni del rapporto di minoranza della Commissione della legislazione: si invita il
Parlamento ad accogliere l'iniziativa.
È aperta la discussione.
MAGGI F. - Un'iniziativa6 gemella era già stata presentata nel 2006; nel 2008 il Gran
Consiglio aveva approvato l'idea di una campagna basata sull'adesione volontaria da
6
Iniziativa parlamentare generica: Istituzione della figura del manager del traffico di area e
aziendale mediante decreto legislativo o modifica della legge cantonale di applicazione della legge
federale sulla protezione dell'ambiente (LALPAmb), Francesco Maggi e cofirmatari per
l'intergruppo ambiente, 21.02.2006.
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parte delle aziende che ha sortito gli effetti visibili oggi sulle strade: la situazione non fa
che peggiorare e l'adesione è stata poco convinta. Il Piano cantonale di risanamento
dell'aria (PRA) 2007-2016 ha ammesso che gran parte delle aziende che avevano aderito
a questa campagna non ha ancora attuato misure in tal senso. L'unica misura ad aver
riscosso successo è stata quella dell'abbonamento aziendale Arcobaleno.
Alla luce di quanto appena esposto ho ritenuto opportuno ripresentare la proposta di
prevedere la figura del manager del traffico d'area e aziendale. Il gruppo dei Verdi ritiene
che se si vuole evitare il collasso delle strade è necessario mutare mentalità andando
forzatamente nella direzione di una mobilità aziendale. Ciò si ottiene grazie ai manager
d'area e aziendali, figure che già esistono nel contesto europeo. Una figura molto simile
inoltre è già operativa nella Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso
Ceresio (CRTM).
La richiesta dell'iniziativa è di dotare le commissioni dei trasporti di un responsabile che
pianifichi la mobilità aziendale, coadiuvato, a livello delle singole aziende, da una persona
preposta a raccogliere i dati sulla mobilità dei dipendenti e di sensibilizzare e informare gli
stessi su come agire per migliorare la vita di tutti, liberando le strade e ottenendo una
migliore qualità dell'aria. Ciò a beneficio dell'economia (che perde milioni di franchi a
causa del traffico) e dei lavoratori (che perdono tempo).
Il rapporto di maggioranza denota un'assoluta incapacità di mutare mentalità e, di
conseguenza, l'approccio alla mobilità. Il rapporto sostiene che il lavoratore deve essere
libero di scegliere le modalità con cui percorrere il tragitto per recarsi al lavoro: se
continuiamo a insistere con questa tesi, e dunque a intasare le strade, di libertà ne rimarrà
ben poca.
Un piccolo passo in avanti è stato compiuto: il rapporto di maggioranza perlomeno
conviene con l'idea che le aziende devono essere tenute a fornire i dati concernenti la
mobilità dei propri dipendenti per migliorare il servizio dei trasporti pubblici alla luce delle
esigenze degli utenti. Il trasporto pubblico costituisce solo un elemento della mobilità
aziendale e non può rispondere a tutti i bisogni, sia perché la sua capacità non è adeguata
ad assorbire un numero così elevato di utenti, sia perché numerose zone industriali non
sono nemmeno servite dal trasporto pubblico. Inoltre non va dimenticato che ogni giorno
varcano il confine più di 60 mila frontalieri e il trasporto pubblico non oltrepassa la
frontiera.
Per le commissioni dei trasporti è dunque molto importante poter ricevere le informazioni
di cui sopra per trasformarle in progetti che vanno oltre il trasporto pubblico. A titolo di
esempio basti pensare alla politica dei parcheggi, la messa a disposizione di un servizio
bus (che però dovrebbe servire più aziende). Il manager d'area potrebbe pianificare la
mobilità e, contrariamente a quanto sostiene il rapporto di maggioranza, non sono le
aziende che dovrebbero procedere a svolgere tale compito.
CELIO F., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PLR - L'iniziativa del collega Maggi non
convince il mio gruppo: le soluzioni proposte non risolverebbero efficacemente i problemi
del traffico. Un'organizzazione del trasporto aziendale andrebbe nell'interesse delle
aziende stesse, quindi saranno queste ultime a predisporla senza bisogno di imposizioni
dall'alto e, viceversa, le imposizioni ritenute inopportune dagli interessati servirebbero a
ben poco.
Alla luce di ciò il gruppo PLR voterà il rapporto di maggioranza, che chiede di respingere
l'iniziativa.
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RÜCKERT A., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO LEGA - Intervengo per portare il
sostegno del gruppo Lega alle conclusioni del rapporto del collega Maurizio Agustoni.
Vista la congestionata mobilità del nostro Cantone, nel settembre del 2012 ho subito un
certo fascino delle richieste postulate dall'iniziativa. Ciò che crea maggiori problemi è il
fatto che l'iniziativa è eccessivamente coercitiva e di difficile applicazione (chi controlla?
Come si fa a controllare? Bisogna prevedere sanzioni?). È chiaro che, di fronte alla
situazione odierna, un certo tipo di intervento s'impone.
Il nostro Cantone oggi conta circa 350 mila abitanti, 212 mila lavoratori (di cui 63 mila
frontalieri), 350 mila movimenti quotidiani di auto per recarsi al lavoro e, per diverse
ragioni, dal 1995 a oggi i veicoli sulle strade sono cresciuti di circa 80 mila unità. La rete
viaria, soprattutto nel Mendrisiotto e nel Luganese, è notoriamente al collasso e il limite di
capacità dell'autostrada A2 tra Lugano e Mendrisio è costantemente superato durante le
ore di punta. L'attenzione al problema del traffico e la ricerca di soluzioni per porre rimedio
a tali condizioni insostenibili di viabilità e di vivibilità deve quindi essere alta.
Soprattutto negli ultimi mesi bisogna però rendere atto al Dipartimento del territorio (DT) di
aver intrapreso diverse iniziative in ambito di mobilità, atte a ridimensionare il traffico
veicolare del Cantone. Tra queste si contano:
- la limitazione del numero di posteggi aziendali, quale misura per diminuire il traffico e la
lotta contro i posteggi abusivi, che vede anche una buona collaborazione da parte dei
Comuni;
- misure di incentivo alla mobilità aziendale, quali car pooling e numerose altre misure
che stanno avendo successo, dato che dalle informazioni a disposizione di tutti
parrebbe che molte aziende stiano adottando piani di mobilità aziendale e collaborando
con i servizi del Dipartimento alla ricerca di possibili soluzioni. Il sostegno finanziario
alla mobilità aziendale, approvato da questo consesso, attualmente oggetto di
referendum, vedrà prossimamente il popolo alle urne;
- la creazione di posteggi per i frontalieri oltre confine, dove fare partire gli equipaggi di
car pooling e studiare collegamenti con navette;
- il potenziamento dei park&ride vicini alla zona di frontiera;
- l'introduzione della tassa di collegamento, approvata anche da questo consesso nel
principio;
- il potenziamento dei mezzi di trasporto pubblici.
Senza contare che comunque da sempre il Cantone promuove i piani di mobilità aziendale
e informa relativamente alle possibilità di abbonamenti aziendali.
Nel corso dell'ultimo anno, in particolare, la politica dipartimentale a favore di una mobilità
aziendale sostenibile si è rivolta maggiormente alle istituzioni locali coinvolgendo non solo
le aziende, ma i singoli Comuni e le commissioni regionali dei trasporti. Da qui è nato e si
è sviluppato un progetto pilota attualmente in fase di attivazione nel Mendrisiotto:
l'istituzione della figura di "coordinatore di mobilità aziendale regionale", finanziato
significativamente sia dal Cantone sia dall'Ente regionale per lo sviluppo (ERS). Per i
problemi della mobilità del Cantone una simile figura è più incisiva di quella del mobility
manager d'area. A questo professionista spetterà infatti il compito molto concreto di
mettere insieme aziende e territorio, coordinandosi con le istituzioni locali e cantonali. Il
focus sarà pertanto il territorio, dove verranno promossi progetti mirati a seconda dei
differenti comparti. Più aziende potranno così collaborare, dividere i costi e, attraverso la
supervisione e il coordinamento del coordinatore, raggiungere significativi risultati.
Qualora il progetto pilota darà esito positivo la figura del coordinatore di mobilità aziendale
regionale potrebbe venire estesa in un futuro molto prossimo alle diverse regioni.
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Per il gruppo della Lega è questa la strada da seguire e non quella dell'introduzione
dell'obbligo per le aziende di una certa dimensione di dotarsi di un manager del traffico.
Corrisponde al vero il fatto che numerose delle misure appena elencate sono in fase di
attuazione o sono contestate o si trovano attualmente al centro di discussioni e
approfondimenti vari. In questo contesto però il mio gruppo condivide le strategie
sviluppate dal DT e auspica che le discussioni in atto con i vari attori del settore (datori di
lavoro e associazioni economiche) possano portare alla concretizzazione di soluzioni
condivise valide ed efficaci che conducano infine a ridurre il traffico sulle nostre strade.
Riteniamo pertanto necessario trarre i bilanci dagli effetti che tale strategia avrà sul
traffico, prima di intraprendere nuove iniziative.
LEPORI C., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PS - Il tema della mobilità aziendale è
diventato, negli ultimi tempi, di interesse generale; ricordo che a giugno dell'anno scorso in
Gran Consiglio abbiamo discusso di due atti parlamentari7 concernenti il medesimo
argomento. In quell'occasione nel mio intervento avevo citato il rapporto8, in particolare
laddove riportava le seguenti affermazioni del Consigliere di Stato Zali: «a fronte di una
situazione che diventa ogni giorno più insostenibile, specialmente nel Mendrisiotto e nel
Luganese, avanza la consapevolezza che non è sufficiente eseguire interventi sul piano
infrastrutturale, comunque costosi, e concretizzabili solo nel lungo periodo, ma che
occorre individuare soluzioni che abbiano ripercussioni positive a corto termine per quanto
concerne la riduzione dei flussi di veicoli privati». È evidente che se vogliamo che il tema
sia affrontato qualcuno deve prenderlo in mano; a livello aziendale è necessaria una figura
che verifichi con quale tipo di mobilità, di veicoli e con quanti di questi ultimi i dipendenti si
recano al lavoro e se sussiste la possibilità di usufruire dei mezzi pubblici. Tale figura,
altrimenti detta manager del traffico aziendale, non si occupa esclusivamente dell'aspetto
della mobilità (cosa che genererebbe costi per l'azienda), bensì di tutti i problemi legati al
personale; una parte del suo tempo sarà dedicata alla verifica di queste situazioni (che
comunicherà a chi di dovere) e a predisporre soluzioni adatte all'azienda. Nel rapporto di
minoranza a titolo di esempio si menziona il solito incentivo economico: se il posteggio al
lavoro costa di più i dipendenti saranno maggiormente invogliati a recarsi al lavoro
utilizzando il car pooling.
Lo stesso discorso vale per la figura del manager per la mobilità d'area: le commissioni
regionali dei trasporti si sono fatte carico dei programmi di agglomerato, che hanno quale
obiettivo il miglioramento della situazione a livello pianificatorio e viario, non soltanto per il
tramite di costose infrastrutture stradali, bensì soprattutto attraverso la riorganizzazione
del territorio. Tale figura si occupa di coordinare le iniziative delle aziende per poi
integrarle nei programmi di agglomerato.
Alla luce di quanto espresso vi invito, a nome del gruppo PS, a sostenere il rapporto di
minoranza della collega Gysin.
7
Mozione: Mobilità aziendale e mezzi collettivi, Nicoletta Mariolini, Carlo Lepori e cofirmatari per il
gruppo PS, 21.02.2011. Iniziativa parlamentare generica: Mobilità aziendale e mezzi pubblici,
Nicoletta Mariolini, Carlo Lepori e cofirmatari per il gruppo PS, 21.02.2011. Vedi Verbali Gran
Consiglio, Seduta XI, pp. 967-975, 26.06.2014.
8
Rapporto n. 6654 sulla mozione del 21 febbraio 2011 presentata da Nicoletta Mariolini e
cofirmatari per il gruppo PS (ripresa da Carlo Lepori) "Mobilità aziendale e mezzi collettivi" (v.
messaggio 19 giugno 2012 n. 6654) e sull'iniziativa parlamentare del 21 febbraio 2011
presentata nella forma generica da Nicoletta Mariolini e cofirmatari per il gruppo PS (ripresa da
Carlo Lepori) "Mobilità aziendale e mezzi collettivi", 29.04.2014.
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MELLINI E. N., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO UDC - L'iniziativa che stiamo
discutendo costituisce un'ulteriore imposizione normativa e finanziaria alle nostre aziende,
che già non stanno attraversando un periodo dei più facili. Nessuno nega i problemi del
traffico che affliggono il nostro territorio – come peraltro tutto il territorio svizzero –, ma
pensare di risolverli imponendo nuovi balzelli all'economia è l'approccio sbagliato. Semmai
si può tentare premiando con agevolazioni fiscali le imprese che si attivano per dare il loro
contributo organizzando trasporti aziendali e incentivando il car pooling fra i propri
dipendenti, ma penalizzarle imponendo loro gli oneri di un'organizzazione ad hoc, con
relativo impiego di risorse umane, sarebbe non soltanto assurdo ma, verosimilmente,
anche controproducente. Alcune ditte hanno già un piede sull'orlo del baratro, non
compete allo Stato mettere loro una buccia di banana sotto l'altro.
Il gruppo UDC voterà quindi il rapporto di maggioranza del collega Agustoni.
ZALI C., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO - Le iniziative che vertono
sul delicato e attuale tema della mobilità godono del mio apprezzamento.
Sull'iniziativa in oggetto il Consiglio di Stato ha già espresso la propria posizione critica;
vorrei solo aggiungere che proprio nel Mendrisiotto è in fase di attivazione un progetto
pilota per istituire la figura del coordinatore di mobilità aziendale regionale, finanziato dal
Cantone e dall'ERS. Questa figura dovrebbe rilevare parte dei compiti che si
auspicherebbe svolgesse il mobility manager, però in modo più incisivo, conciliando non
solo le esigenze delle singole aziende ma anche quelle di un intero bacino di interesse. Il
coordinatore svolgerà un ruolo di coordinamento tra i singoli piani di mobilità delle varie
aziende, cercando di verificarne la congruità e di sfruttarne al meglio le potenzialità. Ciò su
scala più ampia, favorendo dunque scambi di informazione e tavoli di trattative. A mio
parere in tal modo si riuscirà a essere maggiormente efficaci rispetto all'introduzione di
una figura che creerebbe ulteriore burocrazia oltre che nuovi costi per le aziende. Se il
progetto pilota avrà esito positivo potrà essere esteso, in futuro, alle regioni maggiormente
colpite dai problemi di mobilità.
Agendo in questo modo i piani di mobilità aziendale non risulteranno essere imposizioni o
un semplice esercizio burocratico, bensì costituiranno una risposta concreta alle richieste
avanzate dalle aziende stesse.
Chiedo dunque che sia data fiducia all'attività che sta svolgendo il DT.
GYSIN G., RELATRICE DI MINORANZA - La richiesta dell'iniziativa è semplice: istituire
manager del traffico che permettano l'introduzione di piani della mobilità d'area nonché
aziendali per combattere la piaga del traffico. I manager d'area agirebbero in seno alle
commissioni regionali dei trasporti già oggi esistenti mentre i manager del traffico
aziendale diventerebbero figure obbligatorie per le aziende con più di cinquanta
dipendenti. Nel difendere la propria contrarietà all'iniziativa, la maggioranza commissionale
contesta che più strade portano più traffico. Come ha già osservato il collega Maggi, si
possono sostenere numerose tesi, ma negare questa evidenza, provata da innumerevoli
studi, è di una disonestà intellettuale disarmante. Mi spiace dover muovere questa critica a
Maurizio Agustoni, a cui riconosco in genere grande accuratezza di pensiero, proprio nel
giorno del suo compleanno. Nel settore della mobilità la domanda si adegua all'offerta: si
tratta di una dinamica che va riconosciuta e dalla quale bisogna partire se si vuole
intervenire in maniera sensata e lungimirante in questo ambito. Una dinamica che,
peraltro, non concerne unicamente il traffico privato su strada ma anche il trasporto
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pubblico; si pensi alla rete TILO: da quando l'offerta è stata ampliata è aumentata in
maniera esponenziale anche l'utenza, in tutte le fasce orarie e in ogni direzione. Un altro
esempio è costituito dalla rete S-Bahn intorno alla città di Zurigo, che ha generato una
forte espansione demografica nell'agglomerazione, la quale, a sua volta, ha portato con sé
una serie di problemi pianificatori di non sempre facile risoluzione.
Il rapporto di maggioranza riconosce che la mobilità in Ticino è un problema e sostiene
che ogni misura che favorisce la mobilità pubblica deve essere esplorata e incoraggiata.
Un'affermazione incoraggiante, se non fosse che poche righe più avanti viene sollevato il
dubbio che si possa pianificare la mobilità dei dipendenti in quanto nel tragitto tra casa e
lavoro ognuno ha il diritto di organizzarsi come meglio crede. Si tratta di tesi preoccupanti:
in sostanza significa che la maggioranza commissionale non intende mutare in modo
sostanziale l'attuale politica della mobilità. E ciò nonostante i risultati delle iniziative di
stampo incitativo e volontario su cui oggi si basa la politica della mobilità e che Franco
Celio tanto decanta siano sotto gli occhi di tutti: il traffico non ha fatto che aumentare e il
sistema viario è ormai ogni giorno sul limite del collasso. Se proprio non vogliamo
riconoscere che la politica della mobilità in Ticino ha fallito, dovremmo almeno ammettere
che i suoi risultati sono alquanto insoddisfacenti e che essa andrebbe fortemente corretta.
Nel rapporto di minoranza è riportato un grafico che illustra la preoccupante evoluzione del
traffico negli ultimi decenni: nel confronto intercantonale il Ticino detiene il poco lodevole
record di automobili pro capite. Superiori alla media nazionale sono anche i tassi di
inquinamento atmosferico, che sorpassano regolarmente i limiti dell'Ordinanza contro
l'inquinamento atmosferico [OIAt; RS 814.318.142.1]. La politica della mobilità in Ticino
necessita di importanti correttivi e in tempi brevi, in quanto a risentirne è la salute dei
cittadini (i dati a tal riguardo indicano 3'700 morti premature l'anno a livello federale) e
l'economia cantonale. Se non si vuole pensare agli ottomila milioni di franchi di costi
esterni che causa ogni anno il traffico su strada a livello svizzero, almeno si presti
attenzione a tutti gli artigiani ticinesi che restano bloccati per ore nel traffico (anche questi
sono costi, collega Mellini). Liberare le strade significa quindi aiutare anche l'economia, e
in particolare le piccole e medie imprese, in un momento difficile.
Gli intenti del progetto "Mobilità aziendale" del DT sono senz'altro lodevoli, ma il risultato è
insoddisfacente, se si considera che vi partecipa solo un quarto delle aziende che
impiegano più di cinquanta dipendenti e che le misure non hanno riscosso successo
nemmeno in seno all'Amministrazione cantonale. Il traffico intasa polmoni e strade,
nuocendo alla salute e danneggiando l'economia; alla luce dei dati esposti nell'iniziativa e
nel rapporto di minoranza un cambiamento di rotta con misure incisive è più che mai
urgente. La figura del manager del traffico, sia all'interno delle aziende sia a livello
regionale, è una di queste misure. Il fatto che le aziende comunicano alle commissioni
regionali dei trasporti i dati sugli spostamenti del personale, come richiesto dalla
maggioranza commissionale, pur costituendo un elemento positivo non è sufficiente:
dall'analisi dei dati che svolgerebbe il manager d'area bisognerebbe effettuare
aggiustamenti all'offerta e, di concerto con i manager del traffico interni alle aziende, far sì
che i lavoratori facciano poi uso di questa offerta.
Il rapporto di maggioranza sostiene che la mobilità pubblica deve essere incoraggiata: più
che quella pubblica è la mobilità intelligente a dover essere incentivata. Il car pooling è
una forma di mobilità privata ma molto intelligente in quanto semplice da attuare con
grande potenziale di risparmio e di immediata messa in atto in quanto non necessita di
alcuna infrastruttura supplementare. Se gli occupanti delle automobili invece di essere in
media pari a uno fossero almeno due il traffico sarebbe dimezzato da un giorno all'altro.
La mobilità, per poter essere intelligente, deve essere pianificata; ciò non significa che
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bisogna limitare le libertà individuali: semplicemente bisogna concepire l'offerta in modo
che per l'utente diventi automatico fare la scelta più intelligente.
Passo ora agli interventi precedenti. Franco Celio (il cui livello di argomenti era
decisamente inferiore alle sue capacità) ha affermato che i problemi dell'ambiente non
sono solo questi: quello del traffico è uno di quelli principali con cui in Ticino siamo
confrontati quotidianamente. Nell'intervento precedente intendevo sostenere l'esatto
contrario di quanto ne ha dedotto il collega, ovvero che anche se vi sono problemi
maggiori ciò non costituisce una scusa per non occuparsene A maggior ragione, se un
problema è grande è deleterio e irresponsabile non interessarsene.
Peccato che nonostante le premesse la Lega non abbia saputo riconoscere la validità
dell'iniziativa. Confido nel fatto che il Consigliere di Stato a un'analisi più attenta faccia
propria l'iniziativa e la integri nel suo pacchetto di misure.
Ringrazio Carlo Lepori e il PS per il sostegno. Vi invito, a nome della minoranza
commissionale, a sostenere l'iniziativa di Francesco Maggi.
AGUSTONI M., RELATORE DI MAGGIORANZA - Innanzitutto vorrei precisare che il
rapporto non accoglie l'equazione "strade = problemi di mobilità": mi stupisce che persone
dotate di una formazione accademica non abbiano colto la differenza. Se per risolvere i
problemi di mobilità fosse sufficiente chiudere le strade qualcuno avrebbe già inoltrato una
proposta in tal senso. Un maggior numero di strade comporta maggiore traffico, ma ciò
non significa che costruire una strada rappresenti un problema, anzi. Che poi vi siano
persone la cui volontà va nella direzione di limitare la possibilità di usufruire delle strade ad
esempio fissando il prezzo della benzina a cinque franchi al litro è una realtà. L'iniziativa in
oggetto ha comunque sollevato un problema molto importante e la maggioranza della
Commissione ha individuato alcuni spunti che possono essere recepiti, in particolare l'idea
di obbligare le aziende a comunicare alle commissioni regionali di trasporto i dati relativi
alle abitudini dei loro dipendenti per consentire alle aziende di trasporto pubblico di meglio
modulare la loro offerta. Un altro elemento che potrebbe essere accolto è quello relativo
all'obbligo, per le aziende e gli enti pubblici, di informare i loro dipendenti circa eventuali
offerte promozionali promosse ad esempio dal Cantone (mi riferisco all'abbonamento
Arcobaleno).
Invece, per quanto riguarda l'introduzione dell'obbligo di istituire la figura del manager del
traffico e di predisporre piani di mobilità aziendali la maggioranza commissionale non è
d'accordo. Si tratta di proposte che vanno contro uno dei pilastri della nostra società: la
libertà. Non possiamo imporre a un lavoratore di utilizzare un determinato mezzo per
recarsi al lavoro; a maggior ragione non possiamo dare al datore di lavoro la facoltà di
imporre ai suoi dipendenti un simile obbligo. L'esempio portato da Francesco Maggi di
quel datore di lavoro che vincola l'assunzione dei dipendenti all'uso di una navetta
aziendale, pur potendo presentare un intento lodevole, rappresenta comunque il risultato
di un'asimmetria totale di forza contrattuale tra il datore di lavoro e il dipendente che non
può essere giustificata nel nostro tipo di società.
Passo ora agli interventi precedenti: Carlo Lepori ha dichiarato che l'introduzione di un
manager del traffico in seno alle aziende generebbe un onere poco elevato per le stesse.
Se questa figura dovesse svolgere tutti i compiti che si intende attribuirle non credo che si
tratterebbe di una spesa di poco conto: se pensiamo che vi sono aziende con fino a 700
dipendenti la pianificazione degli spostamenti di questi ultimi (e il relativo controllo, senza
tuttavia la possibilità di prevedere sanzioni al riguardo) presupporrebbe la presenza di una
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persona predisposta unicamente a tali mansioni, il che comporterebbe un costo
significativo.
In conclusione, va sicuramente riconosciuto il merito dell'iniziativa in oggetto, la quale ha
messo in luce un problema molto sentito nel nostro Cantone, soprattutto nella regione da
cui provengo. Pur potendo condividere alcune richieste, il provvedimento principe non può
essere accolto; vi invito dunque ad accogliere il rapporto di maggioranza.
GYSIN G., RELATRICE DI MINORANZA - Lungi da me il voler difendere un'iniziativa dei
Verdi liberali, ma i cinque franchi al litro per la benzina di cui parlava il collega Agustoni
rappresentano uno scenario esagerato: nemmeno il Consiglio federale arriva a sostenere
tanto, fermandosi a tre franchi al litro. Faccio notare che in Ticino vi sono poche aziende di
grandi dimensioni, dunque l'esempio concernente le aziende con 700 dipendenti non è
opportuno per spingere a bocciare l'iniziativa in oggetto. In quel caso ovviamente l'impatto
di una persona incaricata di occuparsi dell'organizzazione degli spostamenti sarebbe
estremamente limitato.
CELIO F. - Le capacità argomentative del sottoscritto a cui si è riferita la collega Gysin
saranno quelle che sono, ma a ogni modo riesco a comprendere quando le
argomentazioni altrui a sostegno di proposte difficilmente condivisibili sono pretestuose o
inopportune.
BERARDI G. - Sostengo la proposta di Francesco Maggi e faccio osservare che quaranta
o cinquant'anni or sono la figura che oggi denominiamo manager del traffico aziendale
esisteva già: gli imprenditori si recavano oltre confine con un pulmino a reperire le
maestranze che lavoravano nelle nostre fabbriche.
Quanto alle difficoltà di controllo che sarebbero insite in questa norma, ricordo che
esistono l'autocontrollo e l'autodisciplina. Il traffico è un problema vivo che richiede di
essere affrontato su più fronti, anche con misure come quella proposta.
PEDUZZI P. - La proposta in oggetto è valida; a starci sul gozzo è l'imposizione, che
purtroppo in alcuni casi è necessario attuare per raggiungere gli scopi prefissati. Tuttavia,
sono dell'idea che una presa di coscienza da parte della popolazione sia ancora possibile.
Mi asterrò dall'esprimere un voto.
La discussione è dichiarata chiusa.
Messe ai voti, le conclusioni del rapporto di maggioranza sono accolte con 48 voti
favorevoli, 21 contrari e 2 astensioni.
L'iniziativa è pertanto respinta.
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19. - INIZIATIVA PARLAMENTARE DELL'11 MARZO 2014 PRESENTATA NELLA
FORMA GENERICA DALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
SULLA SEZIONE DELLA LOGISTICA (CPIL) PER L'ISTITUZIONE DELLA
FIGURA DELL'ARCHITETTO CANTONALE
- MOZIONE DEL 13 FEBBRAIO 2012 PRESENTATA DA CHIARA ORELLI
VASSERE E COFIRMATARI PER IL GRUPPO SOCIALISTA (RIPRESA DA
PELIN
KANDEMIR
BORDOLI)
"ISTITUZIONE
DELLA
FIGURA
DELL'ARCHITETTO CANTONALE" (VEDI MESSAGGIO N. 7043 DEL 4
FEBBRAIO 2015)
Rapporto del 20 gennaio 2015/10 febbraio 2015
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze: si invita il
Parlamento ad approvare l'iniziativa in oggetto e a trasmetterla al Consiglio di Stato per
darle seguito; si invita il Gran Consiglio a dichiarare di conseguenza evasa la mozione di
Chiara Orelli Vassere e cofirmatari.
È aperta la discussione.
CAIMI C. L., RELATORE - Il sottoscritto ha assunto la doppia veste di iniziativista e di
relatore. La figura dell'architetto cantonale è stata fortemente voluta dalla stragrande
maggioranza della Commissione della gestione e delle finanze (solo un commissario non
si è espresso favorevolmente): ciò costituisce già un segnale importante. Si tratta di un
tema che è già stato affrontato in passato dal Parlamento e il Consiglio di Stato si è
espresso al riguardo più volte (il rapporto contiene alcuni riferimenti di carattere storico)
favorevolmente, senza però mai giungere a proposte concrete, anzi. Quanto richiesto dal
rapporto è l'istituzione di una figura di alto livello e di spessore culturale direttamente
sottoposta al Consiglio di Stato (non sottoposta dunque a nessun Dipartimento). La
Commissione della gestione e delle finanze ha scelto, tra i numerosi Cantoni che vantano
una simile figura, Vaud e Ginevra come modelli a cui attingere. In passato vi sono state
figure di riferimento: menziono a titolo di esempio l'architetto Rino Tami, il quale ha aiutato
a non rendere l'autostrada A2 un semplice striscione di asfalto con qualche ponte e
galleria dandole un taglio architettonico interessante. Un Cantone non può prescindere
dall'aver una simile figura che permetta di uniformare, coordinare e consigliare coloro che
hanno a che fare con costruzioni legate all'ente pubblico. In passato abbiamo riscontrato
grandi difficoltà che hanno portato a scempi ancora visibili: lo Stato deve eseguire
costruzioni di buona qualità ed essere un esempio anche in futuro per tutti. Lo spazio
gestito e strutturato dallo Stato, tramite anche le sue edificazioni, costituisce un patrimonio
pubblico da valorizzare al meglio.
La figura dell'architetto cantonale costituisce un investimento e non una spesa in quanto
tale. A oggi si sarebbero risparmiati molti soldi se avessimo potuto disporre di una persona
incaricata di coordinare una serie di operazioni edificatorie da parte della mano pubblica.
Vi invito, a nome della Commissione della gestione e delle finanze, a sostenere con
convinzione il rapporto.
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SANVIDO P. - La Lega lascia libertà di voto in quanto sostanzialmente ritiene la figura
dell'architetto cantonale inutile perché costituirebbe una nuova posizione di funzionariato
dello Stato che potrebbe bloccare o rallentare lo sviluppo economico. Non vogliamo più
creare nuovi posti di lavoro in seno allo Stato, pertanto personalmente voterò contro.
KANDEMIR BORDOLI P. - Siamo soddisfatti dell'accoglienza della mozione e ringraziamo
la Commissione della gestione e delle finanze e il relatore per il lavoro svolto.
ZALI C., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO - L'iniziativa, depositata lo
scorso anno, propone di istituire, tramite una modifica di legge o una legge apposita, la
figura dell'architetto cantonale facendo proprio quanto richiesto in precedenza dalla
mozione di Chiara Orelli Vassere evasa con il messaggio n. 7043. La mozione partiva
dalle vicende che avevano interessato la Sezione della logistica (SL) e individuava nella
figura dell'architetto cantonale la soluzione ai problemi di efficienza riscontrati. L'architetto
cantonale potrebbe fungere da consulente per grandi opere pubbliche e, allo stesso
tempo, coordinare gli attori coinvolti nei grandi progetti per garantire qualità architettonica
e urbanistica. La mozione individua anche un possibile aiuto nel campo della
pianificazione del territorio e nel coordinamento delle diverse commissioni operative.
Il Governo ha esaminato la richiesta della mozione verificando la situazione esistente
presso altri Cantoni, analizzando l'attuale organizzazione interna dell'Amministrazione
cantonale rispetto ai compiti che si vorrebbero assegnare a tale figura e prendendo atto
delle proposte formulate dalla Conferenza delle associazioni tecniche del Cantone Ticino
(CAT). Nondimeno riteniamo che questa richiesta vada respinta: nel campo dell'edilizia
pubblica il capo della Sezione della logistica (SL) svolge il ruolo ricoperto dall'architetto
cantonale nella maggioranza dei Cantoni dove questo esiste. Non a caso in Ticino la SL è
condotta da un architetto che siede nel Consiglio dell'Ordine degli ingegneri e degli
architetti del Cantone Ticino (OTIA). Introdurre un'ulteriore figura generebbe doppioni e
confusione. Un analogo rischio di mancanza di chiarezza e di ridondanza di prestazioni e
di compiti è intravvisto anche nel campo della pianificazione territoriale e dei temi a essa
correlati (urbanistica, paesaggio e mobilità). L'attuale organizzazione del DT è garante di
un approccio interdisciplinare necessario per affrontare i temi concernenti la gestione del
territorio. Si tratta di temi integrati e gestiti in modo coordinato nei vari livelli amministrativi
(Uffici, Sezioni, Divisione e Direzione del DT). La qualità è curata in particolare dalla
Sezione dello sviluppo territoriale, la quale coordina e si avvale della consulenza della
Commissione delle bellezze naturali e del paesaggio e da quella dei beni culturali. Gli
strumenti della pianificazione, in primo luogo il Piano Direttore cantonale, fungono quindi
da riferimento e sono essi stessi garanti di integrazione nei vari indirizzi e nelle varie
misure che interessano il territorio. Il Governo ritiene ingiustificate anche nuove spese di
personale, in particolare a fronte di rischi di doppioni e ridondanze e di benefici che,
francamente, rimangono ipotetici.
In conclusione, il Governo chiede di non accogliere la mozione.
CAIMI C. L., RELATORE - Il rapporto della Commissione della gestione e delle finanze
reca due date: 20 gennaio 2015 e 10 febbraio 2015. Il 20 gennaio la Commissione ha
votato a favore dell'iniziativa parlamentare della Commissione parlamentare d'inchiesta
sulla Sezione della logistica (CPIL). Vi era sullo stesso tema anche una mozione di Chiara
3348
Anno 2014/2015 - Seduta XXXIII: lunedì 23 febbraio 2015 - pomeridiana
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Orelli Vassere datata febbraio 2015. A firma avvenuta del rapporto il Consiglio di Stato ha
risposto alla suddetta mozione sostenendo che fosse da respingere. La Commissione
della gestione e delle finanze il 10 febbraio ha deciso che la mozione fosse da evadere ai
sensi dei considerandi del rapporto con l'aggiornamento di quello stesso giorno.
Comprendiamo che il Governo non vuole la figura dell'architetto cantonale, tuttavia
insistiamo sul fatto che abbiamo tenuto conto di due aspetti che non ho ancora
menzionato: il Consiglio di Stato aveva promesso una presa di posizione sull'iniziativa
della CPIL che non è mai arrivata; inoltre ci era stato chiesto di prendere posizione sul
lavoro svolto dalla CAT, richiesta che il Governo non ha mai trasmesso. Fortunatamente la
CAT ha provveduto personalmente a inviarla alla Commissione della gestione e delle
finanze, inserendola nel rapporto. Sussiste un'unanimità di intenti e di visioni da parte della
Commissione e degli addetti ai lavori. Possiamo comprendere come ciò possa non andare
bene per alcuni funzionari del DT, in quanto essi sono validissimi pianificatori. Il discorso
che va fatto è un altro: sostenere che oggi l'architetto cantonale esiste già (nella persona
del capo della SL) significa non aver capito qual è l'intento della Commissione della
gestione e delle finanze. Un capo Sezione che, come è stato spiegato dalla Consigliera di
Stato Sadis in quest'aula, non si è voluto elevare a capo Divisione dovrebbe far parte delle
trattative inerenti i temi di architettura e pianificazione cantonale con i capi Divisione: forse
qualcuno non ha capito che ciò non sarebbe opportuno. Non è questo l'architetto
cantonale che vorrebbe la Commissione.
Posso comprendere le preoccupazioni espresse in merito alla proposta, ma tengo a
sottolineare che questa figura, così come pensata, avrebbe un diverso livello rispetto a
quanto voluto dal Consiglio di Stato. La Commissione della gestione e delle finanze non
vuole che l'architetto cantonale sia il capo della SL secondo il modello che ha proposto.
Credo che nemmeno la CAT ne sarebbe soddisfatta: gli addetti ai lavori non condividono
l'idea secondo cui un capo Sezione sarebbe considerato il giusto architetto cantonale.
La Commissione mantiene la sua proposta di istituire una figura di alto livello che sappia
colloquiare direttamente con il Consiglio di Stato sull'esempio dei Cantoni di Vaud e
Ginevra.
MELLINI E. N. - Sarei a favore del principio a condizione che l'architetto cantonale non
provenisse dall'esterno bensì si trattasse di una risorsa umana già presente all'interno
dello Stato; in altre parole: senza ulteriori spese. Dal momento che non è possibile votare
in tal senso mi asterrò dall'esprimermi al riguardo.
MORISOLI S. - Sono contrario all'introduzione di tale figura. Oltre a proclamare che i due
Cantoni di Vaud e Ginevra (tra l'altro tra i più disastrati a livello svizzero dal punto di vista
finanziario) l'hanno istituita forse bisognerebbe spiegare il motivo per cui gli altri Cantoni
non l'hanno prevista. Aggiungo che si tratterebbe di una figura superflua che genererebbe
costi per lo Stato in un momento in cui varrebbe la pena di meglio gestire le risorse già
presenti.
GOBBI R. - Esprimerò un voto contrario a questa proposta in quanto in un periodo di
ristrettezze finanziarie occorre gestire al meglio le risorse di cui già disponiamo e che sono
sufficienti.
3349
Anno 2014/2015 - Seduta XXXIII: lunedì 23 febbraio 2015 - pomeridiana
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
La discussione è dichiarata chiusa.
Messe ai voti, le conclusioni del rapporto commissionale sono accolte con 37 voti
favorevoli, 19 contrari e 11 astensioni.
L'iniziativa è pertanto accolta.
20. INIZIATIVA PARLAMENTARE DELL'11 MARZO 2014 PRESENTATA NELLA
FORMA GENERICA DALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA
SULLA SEZIONE DELLA LOGISTICA (CPIL) PER LA RIFATTURAZIONE DELLE
PRESTAZIONI EROGATE AGLI AGGIUDICATARI DI APPALTI EDILI E LA
RIFATTURAZIONE INTERNA A CARICO DEI SINGOLI PROGETTI
Rapporto del 20 gennaio 2015
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze: si invita il Gran
Consiglio ad approvare l'iniziativa e a demandarla al Consiglio di Stato per darle seguito.
È aperta la discussione.
LURATI S. - Si tratta di una proposta che permetterebbe all'Amministrazione cantonale di
risparmiare, di verificare quale tipo di intervento viene eseguito da questi collaboratori e
che tipo di produttività sussiste in questi ambiti. Rifatturare una serie di prestazioni
eseguite da persone che lavorano nel settore della logistica e che vanno a sostenere
quanto svolto da chi prepara i progetti, che normalmente non è fatturato e che verificano
una serie di proposte provenienti da chi si aggiudica gli appalti significa semplicemente
non caricare queste ore sulla gestione corrente dello Stato bensì fatturarle direttamente a
chi viene supportato o eventualmente alla progettazione stessa.
La discussione è dichiarata chiusa.
Messe ai voti, le conclusioni del rapporto commissionale sono accolte con 41 voti
favorevoli, 15 contrari e 5 astensioni.
L'iniziativa è pertanto accolta.
3350
Anno 2014/2015 - Seduta XXXIII: lunedì 23 febbraio 2015 - pomeridiana
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21. CHIUSURA DELLA SEDUTA E RINVIO
Alle ore 18:20 la seduta è tolta e il Gran Consiglio è riconvocato per domani, martedì
24 febbraio 2015.
Per il Gran Consiglio:
Il Presidente, Gianrico Corti
Il Segretario generale, Gionata P. Buzzini
3351
PRESENTAZIONE DI ATTI PARLAMENTARI
INIZIATIVA PARLAMENTARE
presentata nella forma elaborata da Stefano Steiger, Bixio Caprara e cofirmatari per
il Gruppo PLR per la revisione parziale della Costituzione cantonale "Verifica
dell'efficacia e dell'efficienza" (art. 59bis - nuovo)
del 23 febbraio 2015
Con la presente iniziativa parlamentare, i sottoscritti deputati chiedono la seguente
modifica della Costituzione cantonale:
Art. 59bis (nuovo)
Il Gran Consiglio provvede a verificare l'efficacia e l'efficienza dei provvedimenti del
Cantone.
A supporto della modifica parziale della Costituzione cantonale qui richiesta, si portano i
seguenti motivi:
1. La situazione attuale
Con il Decreto legislativo del 20 dicembre 2012 (Roadmap) sul preventivo 2014, si
chiedeva in sostanza di analizzare la spesa, di capire quali compiti sono di esclusiva
competenza cantonale, di capire se tutti i compiti sono ancora davvero prioritari e di
riformare il funzionamento dell'amministrazione cantonale. Il sito dedicato alle 28 piste di
azione individuate dal Consiglio di Stato è ancora piuttosto arido di informazioni in merito
e, a parte la riduzione su due anni di oltre il 5% del personale della Sezione Logistica e la
riforma dei sussidi cassa malati, non si costatano i necessari risultati. Il nuovo documento
"Rapporto conti previsionali" proposto dal DFE va nella giusta direzione, ma è
indispensabile che vi sia un progetto di riforma condiviso dall'intero collegio governativo.
Su una spesa complessiva del personale di 1 miliardo e 1.7 miliardi di contributi deve
essere infatti possibile ottenere concrete ottimizzazioni, come fatto per la Sezione
Logistica. Sempre più si avverte dunque la necessità e l'urgenza di proporre nuove
modalità di gestione delle risorse umane, la conduzione per obiettivi e la definizione di
indicatori finanziari, quantitativi e qualitativi inseriti in una strategia di riforma
dell'amministrazione pubblica, mirando dunque a una diversa gestione delle finanze
cantonali. Per questi motivi, il tema del riequilibrio delle finanze cantonali deve essere
affrontato urgentemente da un punto di vista sistemico, con verifiche serie dell'efficacia,
che permettano di appurare come sono attuati i provvedimenti del Cantone, come
reagiscono i destinatari, se insorgono effetti collaterali (e quali sono) e se si è raggiunto
quanto ci si era prefissato. Di conseguenza e alla luce dei deficit inanellati nell'ultimo
periodo, delle scarse risorse finanziarie e dell'esigenza costante di modificare le leggi
vigenti, risulta sempre più fondamentale il quesito dell'efficacia e dell'efficienza degli
interventi pubblici.
3352
2. La nostra attuale Costituzione cantonale
La nostra Costituzione cantonale contempla al titolo Vbis i principi generali di regime
finanziario (art. 34bis), nonché il freno ai disavanzi (art. 34ter). L'art. 34bis stabilisce che la
gestione finanziaria dello Stato è retta dai principi di legalità, parsimonia ed economicità,
tanto che le finanze cantonali devono risultare equilibrate a medio termine, tenuto conto
dell'evoluzione economica. Inoltre, sempre la summenzionata disposizione costituzionale,
stabilisce che, prima di assumere un nuovo compito, il Cantone ne esamina la
sopportabilità finanziaria e le modalità di finanziamento e che ogni compito deve essere
valutato periodicamente al fine di verificare se è ancora necessario e utile e se il carico
finanziario che comporta è sopportabile. L'art. 34ter prevede invece e tra l'altro, che
preventivo e consuntivo di gestione corrente devono essere presentati in equilibrio, che
possono essere preventivati disavanzi nei limiti sanciti dalla legge, che i summenzionati
limiti vanno rispettati attraverso misure di contenimento della spesa, di aumento dei ricavi
e di adeguamento del coefficiente d'imposta cantonale e che il Cantone adotta
tempestivamente le misure necessarie a garantire il rispetto del principio dell'equilibrio
finanziario. Visto quanto sopra, manca a parere dei sottoscritti deputati un vincolo stretto e
diretto per l'Esecutivo e il Legislativo cantonali di verifica dell'efficacia e dell'efficienza dei
provvedimenti del Cantone, come invece presente per l'Assemblea federale (e di riflesso
per il Consiglio federale) all'art. 170 della Costituzione federale, che recita: "L'Assemblea
federale provvede a verificare l'efficacia dei provvedimenti della Confederazione". Difatti,
quanto correttamente sancito dall'art. 34bis della nostra Costituzione cantonale ha valenza
di principio generale, dunque non strettamente vincolante, e indica genericamente il
Cantone quale destinatario, senza vincolare sufficientemente il potere Legislativo e/o
quello Esecutivo.
A parere dei sottoscritti deputati, è invece necessario poter pretendere che l'azione dello
Stato sia orientata, come appunto lo è sul piano federale, alla definizione di obiettivi politici
che permettano un confronto dei risultati ottenuti (efficacia), rispettivamente che
permettano di disporre di indicazioni esplicite dei costi sopportati per le diverse attività
dell'Amministrazione pubblica (efficienza). Si tratta dunque di consentire la messa in atto
di alcuni principi di fondamentale importanza per l'uso parsimonioso delle risorse
pubbliche, come previsto dall'art. 34bis della nostra Costituzione cantonale e che stanno
alla base di diversi progetti di riforma dell'amministrazione pubblica oltre Gottardo. In
particolare, citiamo:

"Non vi sono settori pubblici in cui possano valere esclusivamente criteri economici,
come non ve ne sono in cui non debbano valere i principi di una gestione efficace,
efficiente ed economica" (cfr. prof. dr. P. Mastronardi).

"Il politico è responsabile degli effetti mentre l'amministrazione delle prestazioni" (cfr.
prof. dr. K. Schedler).
A scanso di equivoci, precisiamo che, alla base della presente iniziativa parlamentare
costituzionale, non c'è alcuna riflessione di delega a terzi di eventuali servizi (outsourcing),
nonché nessuna riflessione che mira a privatizzazioni, da sempre il timore dei contrari a
simili processi di riforma. Si tratta invece di garantire una pubblica amministrazione
performante, flessibile e intraprendente al fine di assicurare al cittadino il miglior servizio al
giusto costo.
3353
3. La proposta di nuovo articolo costituzionale
Il nuovo articolo costituzionale qui proposto, se accettato, imporrà al Gran Consiglio di
verificare l'efficacia e l'efficienza dei provvedimenti del Cantone, tanto che la verifica di
questi indicatori assurgerà a compito statale vero e proprio, contribuendo anche a instillare
fiducia nelle Istituzioni da parte dei cittadini. Il mandato sancito è rivolto in primo luogo al
Parlamento, pur costituendo tuttavia anche un mandato indiretto per il Consiglio di Stato,
poiché offre lo spunto per analizzare con spirito critico quanto raggiunto e colmare
eventuali lacune, coinvolgendo tutti i servizi e le gerarchie dell'amministrazione cantonale.
Beninteso, gli stessi principi andranno applicati a tutte le attività svolte da enti terzi e
sussidiate in modo prevalente dallo Stato, come ad esempio è il caso nella sanità e nella
socialità.
Gli obiettivi che si intendono perseguire con uno strumento della valutazione dell'efficacia
atto all'uso intensivo e periodico, sono quelli di rafforzare la cultura dei risultati
nell'Amministrazione cantonale (con obiettivi fissati in termini di impatto, con una verifica
regolare della realizzazione degli stessi e dell'impiego efficiente delle risorse pubbliche,
con processi decisionali che poggiano sui risultati delle verifiche), quello della trasparenza
(per mezzo di una pianificazione degli Uffici adeguata e interconnessa a livello di
Dipartimenti e Consiglio di Stato), quello della qualità (con un'Amministrazione cantonale
dotata di standard di qualità) e quello della rivalutazione dell'efficienza (con una
partecipazione propositiva da parte dell'Amministrazione cantonale nella messa in
relazione dei risultati ottenuti con i costi sopportati). La nuova disposizione costituzionale,
che trae spunto dall'art. 170 della Costituzione federale, istituisce l'efficacia quale principio
costituzionale, conferendo alla sua verifica maggior peso politico e maggiore legittimità. La
stessa si rivolge sì al Gran Consiglio, ma non statuisce alcuna competenza esclusiva del
Parlamento, restando riservate eventuali attività autonome dell'Esecutivo e permettendo al
Legislativo di incaricare il Consiglio di Stato di eseguire e organizzare le verifiche
dell'efficacia. L'oggetto della verifica dell'efficacia e dell'efficienza copre l'operato statale in
tutte le sue forme, senza prescrivere gli strumenti informativi da usare (valutazione,
monitoraggio, sorveglianza, controlli di qualità, ecc.).
4. Il sistema di controllo
In caso di accettazione, prima del Parlamento e poi del Popolo ticinese, del nuovo dettato
costituzionale qui proposto, si dovrà evidentemente concretizzare un sistema di controllo
atto a verificare l'efficacia di tutti i provvedimenti cantonali. Non è intenzione dei sottoscritti
deputati entrare nel merito dell'organizzazione di un simile sistema di controllo e delle
modifiche legislative che esso potrebbe imporre. Ci si limita dunque a proporre alcuni
spunti sugli aspetti ritenuti centrali:

I singoli Dipartimenti dovranno definire le prestazioni da monitorare (a livello di
Divisione, di Servizi e di Uffici) ed essere in primo luogo responsabili delle verifiche
dell'efficacia e dell'efficienza, provvedendo a integrarle nella loro struttura gestionale e
garantendo che il settore di loro competenza fornisca informazioni sufficienti per
giudicare l'efficacia dei provvedimenti.

I Dipartimenti dovranno assumere un ruolo più attivo nel coordinare, sorvegliare e
sostenere gli Uffici, prendendo, se del caso, i necessari provvedimenti.

I Dipartimenti e la Cancelleria dovranno presentare i risultati delle verifiche rilevanti per
le decisioni del Consiglio di Stato.
3354

Il Consiglio di Stato, in qualità di destinatario centrale dei risultati delle verifiche,
stabilirà le priorità in termini di contenuto della verifica adeguata dell'efficacia e
dell'efficienza, fisserà le priorità, deciderà le verifiche sul piano interdipartimentale, ecc.

Nei documenti programmatici di legislatura, di pianificazione e gestione annuale,
saranno inseriti i risultati delle verifiche dell'efficacia, così come nell'ambito dell'attività
legislativa si dovrà tener conto dei risultati.

La priorità sarà accordata alla verifica dell'efficacia di atti normativi e provvedimenti
importanti (per l'economia e la società, per le finanze cantonali, i cui effetti non sono
ancora chiariti o prevedibili, ecc.).

Sarà garantita un'informazione reciproca completa tra Gran Consiglio e Consiglio di
Stato sulle verifiche dell'efficacia previste e sui risultati di quelle effettuate.

Verranno previsti standard di qualità, allo scopo di incoraggiare lo svolgimento di
verifiche dell'efficacia di alto livello e di garantire un minimo di uniformità sul piano
procedurale.
Quanto sopra trae spunto da quanto portato avanti a livello federale (cfr. ad es. il rapporto
del 14 giugno 2004 del Gruppo di lavoro interdipartimentale "Verifiche dell'efficacia").
Per il Gruppo PLR
Stefano Steiger e Bixio Caprara
Badaracco - Brivio - Cavadini - Celio - Del Bufalo - Dominè
Galusero - Garzoli - Gianora - Giudici - Gobbi - Orsi - Pagnamenta Pellanda - Polli - Quadranti - Schnellmann - Solcà - Viscardi - Vitta
Ai sensi dell'art. 97 cpv. 2 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato, l'iniziativa è trasmessa al Consiglio di Stato.
INIZIATIVA PARLAMENTARE
presentata nella forma elaborata da Raffaella Martinelli Peter e cofirmatari per la
modifica della Legge sull'ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti
(LORD) (modifica degli art. 10 cpv. 2 e 3, 46 cpv. 1 e introduzione del nuovo art.
48a)
del 23 febbraio 2015
«Emerge un bisogno, sempre più diffuso nella nostra società, di conciliare meglio,
indipendentemente dal sesso, percorso professionale ed esigenze familiari.
Evidentemente non esiste un modello unico di conciliabilità tra lavoro e famiglia,
applicabile da ogni organizzazione aziendale. Spetta ad ogni impresa individuare un
modello praticabile e la strategia per raggiungerlo, in un giusto equilibrio per uscirne tutti
vincenti. Studi dimostrano, ad esempio, che le imprese che hanno promosso un
3355
rapporto equilibrato fra vita professionale e sfera privata hanno ottenuto un riscontro
positivo in termini di minori assenze, di fidelizzazione del personale e quindi di
mantenimento di competenze cresciute in azienda, che sono il vero atout competitivo».9
Quanto espresso dalla Consigliera di Stato Laura Sadis riferendosi alle imprese private,
vale a maggior ragione per l'Ente pubblico che, nella sua qualità di datore di lavoro,
deve essere un modello per l'economia privata.
La creazione delle premesse affinché i genitori possano conciliare al meglio l'attività
lavorativa e la vita famigliare è un tassello fondamentale non solo per raggiungere
l'obiettivo della parità tra donna e uomo (sancita dalla Costituzione federale e
cantonale) ma anche per sostenere le famiglie (genitori e figli) e per impiegare al meglio
il potenziale delle persone qualificate presenti sul nostro territorio. Il Cantone, incaricato
dalla Costituzione di implementare una politica di sostegno alle famiglie, deve farsi
promotore, quale datore di lavoro, e offrire ai propri dipendenti delle condizioni quadro
favorevoli alla conciliabilità. Occorre quindi migliorare l'attuale assetto, apportando le
necessarie modifiche in linea con quanto avviene a livello della Confederazione e negli
altri Cantoni.
Le misure che permettono di migliorare la conciliabilità sono molteplici, riguardano
tempi parziali, orari di lavoro flessibili, job-sharing, telelavoro, congedo paternità,
congedo parentale, e altro ancora. Con questo atto parlamentare si intende mettere
l'accento su alcuni aspetti importanti, in particolare il tempo parziale e il congedo
paternità.
Proposte di modifica della LORD
1. Modifica art. 10 cpv. 2 e 3 (tempi parziali)
Con questa modifica si intende introdurre dei criteri oggettivi per valutare la possibilità di
occupare un determinato posto di lavoro a tempo parziale. Si tratta di analizzare
l'idoneità della singola posizione sulla base di criteri quali il tipo di funzione, l'ambito
d'attività, le competenze decisionali, il volume di lavoro e l'organizzazione del lavoro
(necessità di presenza costante, possibilità di sostituzione, flusso delle informazioni).
Per procedere a questa analisi l'Amministrazione cantonale dovrà dotarsi dei necessari
strumenti: una guida e/o delle check-list che diano le indicazioni necessarie per
prendere in considerazione tutti gli aspetti rilevanti. Quale esempio possiamo citare il
Canton Berna che, oltre a promuovere il tempo parziale tramite apposite pagine nella
website dell'Amministrazione cantonale, ha formulato delle raccomandazioni e una
check-list che permette di valutare la "fattibilità" di un tasso di occupazione parziale per
una concreta posizione 10.
Con questa modifica si chiede inoltre di abrogare l'attuale cpv. 3 che fissa all'80% la
soglia minima del grado di occupazione per funzionari dirigenti. Riteniamo che anche
per questi funzionari occorre fare una valutazione concreta sulla base dei criteri
oggettivi sopra descritti, senza inserire, a priori, una soglia minima. Certamente, per i
funzionari dirigenti, gli aspetti relativi alla necessità di presenza e altre caratteristiche
legate alla funzione dirigenziale avranno un determinato peso nella valutazione, fatto
questo che permetterà di tenere conto in modo appropriato delle peculiarità di questa
posizione.
9
Laura Sadis, Consigliera di Stato, Direttrice DFE; in: Genitori al lavoro, le aziende rispondono,
Commissione consultiva per le pari opportunità tra i sessi, aprile 2012
10
http://www.fin.be.ch/fin/fr/index/personal/anstellungsbedingungen/arbeitszeit/Jobsharing-Teilzeit.html
3356
2. Modifica art. 46 cpv. 1 lett. i) (congedo per malattia figli)
Attualmente l'art. 46 cpv. 1 lettera i) della LORD prevede un congedo per un massimo di
3 giorni lavorativi all'anno per malattia dei figli in età inferiore ai 10 anni. L'art. 36 della
Legge sul lavoro prevede che i lavoratori con responsabilità famigliari, cioè lavoratori
che devono occuparsi della cura dei figli fino all'età di 15 anni (art. 36 cpv. 1), hanno
diritto ad un permesso, fino a 3 giorni, per curare i figli malati (art. 36 cpv. 3). Nel
manuale della SECO relativo alla Legge sul lavoro si indica in modo esplicito che si
tratta di 3 giorni lavorativi per ogni caso di malattia, e non di 3 giorni all'anno11. Con la
presente iniziativa chiediamo di adattare la LORD alla normativa federale. Rileviamo
che i Cantoni di ZG, ZH, SZ, NE, GL, GE, FR, BE prevedono 3 o più giorni per evento.
3. Modifica art. 46 cpv. 1 lett. l) (congedo paternità)
Dal primo luglio 2005, in caso di maternità le donne percepiscono per 14 settimane
un'indennità che copre l'80% del reddito da lavoro (16 sono le settimane previste dalla
LORD). Il congedo paternità non è invece disciplinato da alcuna legge federale. Alcune
aziende ed enti pubblici concedono tuttavia, di propria iniziativa, un congedo di paternità
di qualche giorno o settimana. Secondo la Commissione federale di coordinamento per
le questioni familiari (COFF), dal punto di vista della politica familiare, gli attuali congedi
non bastano per sostenere le famiglie nella prima fase dopo il parto. Con questa
modifica si intende aumentare i giorni di congedo paternità dagli attuali 5 giorni a 10
giorni così come previsto anche per il personale della Confederazione (art. 40 cpv. 3
lett. b Ordinanza del DFF concernente l'ordinanza sul personale federale, O-OPers). A
livello cantonale Basilea città, Ginevra, Jura e Vallese prevedono un congedo paternità
di 10 o più giorni. A livello di Comuni Aarau, Berna, Ginevra, Lucerna, Losanna, Zugo,
Zurigo e Bellinzona prevedono un congedo paternità di 10 o più giorni.
4. Art. 48a (riduzione del tasso di occupazione dopo la nascita o l'adozione di un
figlio)
L'art. 60a dell'Ordinanza sul personale federale prevede il diritto per i genitori, alla
nascita o all'adozione di un figlio, di ridurre il tasso di occupazione del 20%; diritto da far
valere entro i 12 mesi dalla nascita o dall'adozione. Questa possibilità permette ai
genitori di riorganizzare la vita famigliare e la vita professionale in modo da trovare
l'equilibrio necessario per far fronte alla nuova situazione. Il Cantone si è sempre
mostrato attento riguardo alle novità introdotte nella legislazione del personale federale.
Con questa iniziativa chiediamo di riprendere questo aspetto e di inserirlo nella LORD.
Visto quanto sopra esposto, si propone la seguente modifica degli art. 10 cpv. 2 e 3, 46
cpv. 1 e l'introduzione del nuovo art. 48a della Legge sull'ordinamento degli impiegati
dello Stato e dei docenti (LORD):
11
cfr. Indicazioni relative alla Legge sul lavoro e alle ordinanze 1 e 2, Segreteria di Stato dell'economia
(SECO), Berna, pag. 036 - 2
3357
Art. 10 cpv. 2 e 3
2
4. Grado
d'occupazione
Il Cantone favorisce l'impiego a tempo parziale, con pari diritti tra chi
lavora con questa formula e chi lavora a tempo pieno (classe di stipendio,
indennità, gratifiche, riconoscimento delle ore straordinarie, promozioni,
aggiornamenti). La nomina a orario parziale, se richiesta, deve essere
concessa quando le esigenze di servizio lo permettono; alle stesse
condizioni l'autorità di nomina può concedere riduzioni d'orario ai
dipendenti già in servizio. (seconda frase del cpv. 2 spostata al cpv. 3)
3
La nomina a orario parziale, se richiesta, deve essere concessa quando le
esigenze di servizio lo permettono; alle stesse condizioni l'autorità di
nomina può concedere riduzioni d'orario ai dipendenti già in servizio.
Nell'ambito della valutazione delle esigenze di servizio, l'autorità di
nomina deve esaminare l'idoneità della singola posizione ad essere
occupata a tempo parziale, sulla base di criteri oggettivi quali il tipo di
funzione, l'ambito d'attività, le competenze decisionali, il volume di
lavoro e l'organizzazione del lavoro. A tale scopo il Cantone si dota
dei necessari strumenti di valutazione.
3
Il grado di occupazione minimo per occupare una funzione dirigente è
dell'80%; gradi di occupazione inferiori possono essere autorizzati in casi
giustificati.
Art. 46 cpv. 1 lett. i) e l)
D. Congedi pagati
1
I dipendenti possono beneficiare dei seguenti congedi pagati:
…
i) per malattia dei figli in età inferiore ai 1015 anni, previa presentazione
di un certificato medico, al massimo 3 giorni lavorativi per ogni
eventoall'anno;
l)
per nascite di figli 510 giorni lavorativi (congedo paternità);
Art. 48a (nuovo)
Fbis. Riduzione
del tasso di
occupazione
dopo la nascita
o l'adozione di
un figlio
1
Alla nascita o all'adozione di un figlio, sia il padre che la madre,
hanno diritto ad una riduzione del tasso di occupazione del 20%. Il
nuovo tasso di occupazione non può tuttavia essere inferiore al 50%.
2
Il diritto alla riduzione del tasso di occupazione deve essere fatto
valere entro 12 mesi dalla nascita o dall'adozione.
Raffaella Martinelli Peter
Bonacina-Rossi - Cozzaglio Garobbio - Kandemir Bordoli
Ai sensi dell'art. 97 cpv. 2 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato, l'iniziativa è trasmessa al Consiglio di Stato.
3358
INIZIATIVA PARLAMENTARE
presentata nella forma generica da Franco Celio e cofirmatari "Residenze
secondarie e tassazioni: un sistema da rivedere"
del 23 febbraio 2015
Il Consiglio di Stato ha messo in consultazione l'ipotesi di consentire ai Comuni il prelievo
di una tassa sugli appartamenti occupati "troppo poco", ovvero meno di 90 giorni all'anno.
Ciò al fine di combattere il fenomeno dei cosiddetti letti freddi.
Senza entrare nel merito di questa proposta, ci sembra lecito e doveroso rilevare un
aspetto non considerato dalla stessa. Ovvero che le residenze secondarie (case di
vacanza), "fredde" o "calde" che siano, causano anche spese non indifferenti ai Comuni
dove sorgono. E ciò senza che gli stessi ne abbiano benefici fiscali, salvo alcune tasse
causali di poca entità (acqua potabile, raccolta rifiuti, ev. contributi di miglioria). Le imposte
di queste persone affluiscono invece integralmente nelle casse del loro Comune di
domicilio ufficiale, il quale ne beneficia dunque anche per i periodi trascorsi dal domiciliato
nel Comune di residenza secondaria.
Con la presente iniziativa parlamentare generica chiediamo pertanto al Governo se
non ritenga opportuno ovviare a questa evidente ingiustizia, mediante una revisione
di legge che - senza aumento dell'aggravio sui contribuenti - imponga la ripartizione
delle imposte versate dalle persone con doppia residenza (in un Comune di
domicilio ufficiale, risp. in un altro di residenza secondaria), in base al tempo
trascorso nell'uno o nell'altro, o ev. con altri criteri definiti dal Consiglio di Stato.
Qualora ciò fosse in contrasto con disposizioni federali, il Governo è invitato a farsi
promotore di un intervento a livello federale, d'intesa con altri Cantoni alpini, al fine di
consentire una regolamentazione in questo senso anche a livello intercantonale.
Franco Celio
Garzoli - Gianora - Pellanda
L'assegnazione dell'iniziativa a una Commissione ai sensi dell'art. 98 cpv. 2 della legge sul
Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato è rinviata a una prossima seduta.
3359
INIZIATIVA PARLAMENTARE
presentata nella forma generica da Marco Chiesa e cofirmatari "Maggioritario: sulla
via di Damasco"
del 23 febbraio 2015
Nell'edizione odierna del domenicale "Il Caffè" il Presidente del PPD Giovanni Jelmini, il
Presidente del PLRT Rocco Cattaneo e il Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli
sostengono a spada tratta l'introduzione del sistema maggioritario per l'elezione del
Consiglio di Stato. Jelmini si spinge fino a dichiarare che "Il proporzionale è giunto al
capolinea".
In calce le dichiarazioni:
Il proporzionale? "È giunto al capolinea", sostiene il presidente del Ppd, Giovanni Jelmini.
Da qui l'ipotesi, lanciata dal presidente del Ppd al congresso del suo partito, di valutare un
sistema maggioritario, un'idea che sfonda porte aperte in casa Plr. "Sarà materia per la
prossima legislatura" ha commentato possibilista il presidente del Plr, Rocco Cattaneo.
Una tempistica condivisa e messa ulteriormente a fuoco da Jelmini: "Ma se ne dovrà
parlare all'inizio del quadriennio". Perché non sarebbe un cantiere breve. Sul tema ha
detto la sua anche l'ex ministro Marina Masoni scrivendo sulla Nzz am Sonntag che molto
dipenderà dall'esito delle elezioni e da come lavorerà il futuro esecutivo.
Di certo il passato recente non spinge all'ottimismo. "In questi quattro anni - nota Jelmini è stato molto difficile realizzare progetti politici". Le ragioni sarebbero tre: "Innanzitutto
l'eccessiva frammentazione del parlamento, che ha costretto i partiti a trovare delle
alleanze ampie". Troppo ampie, sottolinea Jelmini, secondo cui questo porta spesso allo
scambio incrociato di sostegni. È la politica consociativa del "do ut des" in cui si sarebbe
impantanata la "road map" del fare. Vi è poi, ed è la seconda ragione, "l'eterogeneità del
governo che non ha sicuramente aiutato".
Ma, a dare il colpo di grazia a un proporzionale ormai sofferente s'è aggiunto, spiega
Jelmini, "un fatto nuovo, la perdità del senso di collegialità all'interno del Consiglio di
Stato". Il riferimento è chiaramente alle recenti fuoriuscite di notizie che hanno avvelenato i
rapporti tra i ministri. Aprile potrebbe tuttavia scodellare un piatto ancora più indigesto, lo
"spezzatino" totale, la nuclearizzazione dei ministri, ognuno di un colore diverso. L'ipotesi
fa rabbrividire Jelmini: "Un governo frammentato all'estremo, ossia con cinque partiti
rappresentati, paralizzerebbe sicuramente l'attività dello Stato per il prossimo
quadriennio". Chi invece ha voluto la bicicletta governativa si adatta. Nessun riferimento a
Cattaneo, bensì al consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, che non si lamenta troppo del
mezzo su cui pedala: "È giusto parlarne, ma non credo che chi si trova al governo debba
recriminare sul sistema elettorale. Io sono come l'acqua, mi adatto sempre al recipiente"
afferma il ministro, abituato sin da quando era municipale a Lugano ad essere l'ago della
bilancia. Ciò premesso, anche Beltraminelli ritiene che i tempi siano maturi: "Sempre più la
nostra popolazione desidera votare le persone, il consigliere di Stato deve saper
governare per tutti anche se proposto da un partito. Ora il sistema è un ibrido:
proporzionale con le liste, maggioritario senza intestazione, modalità di voto questa
sempre più scelta. È saggio e opportuno ipotizzare e discutere su di un possibile
cambiamento di sistema che delegherebbe ai partiti le proposte, compito strategico
3360
fondamentale, e alla gente le scelte. Siamo rimasti l'unico cantone con il proporzionale per
il Consiglio di Stato, non è un caso. Sono contrario invece al maggioritario per il Gran
consiglio, le dinamiche sono totalmente diverse". In casa Plr il cambiamento piace. Per la
candidata al governo Natalia Ferrara Micocci un sistema maggioritario potrebbe
permettere di tornare alla governabilità: "Favorendo aggregazioni stabili e responsabilità
chiare. In questo senso, l'idea va nella direzione giusta. C'è però un punto interrogativo".
Secondo Micocci, non basta formare maggioranze per consolidare progetti o identità
politiche: "Un rischio, tra gli altri, è che all'interno dello schieramento che avrebbe la
maggioranza, si ricrei la logica proporzionale. Insomma, nessun sistema elettorale può da
solo cambiare la politica, ma quello proporzionale attuale non aiuta di certo a farlo"
Un esecutivo eletto col maggioritario? È scettico il presidente del Ps Saverio Lurati: "Non
cambierebbe niente perché in questa legislatura le decisioni prese a maggioranza dal
governo sono state al massimo 3 o 4. Il vero problema sta nella frammentazione del
parlamento. Abbandonare lì il proporzionale? In Ticino non sarebbe proponibile, ma si può
discutere sulle soglie di sbarramento. In realtà se vogliamo governare questo cantone è
indispensabile che le forze politiche serie non continuino a scimmiottare la Lega e altri che
la imitano".
Il 25 marzo 2010, l'UDC aveva inoltrato due iniziative parlamentari generiche dal titolo "I
fatti sono testardi e parlano in favore del maggioritario in Ticino", una per l'elezione del
Consiglio di Stato e una per il Gran Consiglio. Entrambe sono state discusse e bocciate il
12 marzo 2014 dal parlamento ticinese. Curioso osservare che i rapporti contrari alle
iniziative portano la firma dei rappresentanti PPD, di una parte dei PLRT e, naturalmente,
dei socialisti e dei leghisti.
In sintesi le conclusioni del rapporto:
"Richiamati gli argomenti sopra esposti e a complemento di quelli di cui al rapporto di
maggioranza n. 5750 R1 dell'11 maggio 2007 sull'iniziativa parlamentare del 31 maggio 3
1999 di Tullio Righinetti e cofirmatari, la maggioranza della Commissione invita quindi il
Gran Consiglio a respingere l'iniziativa parlamentare 19 aprile 2010 presentata nella forma
generica da Marco Chiesa e cofirmatari per l'introduzione nella Costituzione cantonale del
principio del sistema maggioritario per le elezioni del Consiglio di Stato.
Per la maggioranza della Commissione speciale Costituzione e diritti politici
Fabio Bacchetta-Cattori, relatore
Agustoni - Caimi - Cavalli - Martinelli Peter - Ortelli - Pagnamenta - Pedrazzini - Quadranti
- Ramsauer"
Queste conclusioni, identiche per quanto atteneva all'elezione del Consiglio di Stato e del
Gran Consiglio, rispondevano alla seguenti iniziative parlamentari generiche:
"La presente iniziativa parlamentare generica intende proporre l'introduzione nella nostra
Costituzione cantonale del principio del sistema maggioritario per le elezioni del
Consiglio di Stato/del Gran Consiglio. Questo atto parlamentare riprende le mosse di
un'iniziativa parlamentare elaborata presentata il 31 maggio 1999 da Tullio Righinetti e
cofirmatari, respinta in votazione da questo legislativo il 5 giugno 2007. Da quella data
molti accadimenti si sono susseguiti nel nostro Cantone e i recenti fatti politici dimostrano
come al di là delle mere regole elettorali nell'arena politica ticinese si sia già affermato un
chiaro dualismo. A questo proposito riportiamo uno stralcio dell'articolo firmato Giovanni
Galli in data 10 marzo 2010: "La costituzione del movimento trasversale «Incontro
3361
democratico» e la reazione di segno opposto che essa ha scatenato nel PLRT («se voi
guardate a sinistra noi guarderemo a destra»), sono state l'ennesima stoccata (al sistema
proporzionale.) L'una e l'altra infatti, sono figlie di una dinamica maggioritaria che agisce
da tempo in profondità e che si scontra con la logica proporzionalista." La storia politica
recente del nostro Cantone, come d'altronde ben messo in evidenza nello stesso testo
sopraccitato, è stata costellata da posizioni trancianti e inconciliabili per esempio a livello
di politica fiscale, contenimento della spesa pubblica e più in generale di politica
economica. La disaffezione rispetto alla cosa pubblica, l'ampio utilizzo della scheda senza
intestazione e il ricorso sempre più frequente da parte degli elettori del panachage, ossia
del primato della persona rispetto al partito, non possono inoltre passare inosservati in
questo parlamento. Nello spirito degli iniziativisti, la concretizzazione di detto principio, e
dunque il sistema più opportuno, dovrà poi essere esaminato in una fase successiva
all'approvazione di questo atto parlamentare.
Con ogni ossequio,
Marco Chiesa, Eros Mellini, Gabriele Pinoja, Pierre Rusconi"
A distanza di poco meno di un anno da quella bocciatura, grazie allo sprono del PPD,
all'auspicata compattezza del PLRT, al sostegno dei Verdi, che già a suo tempo avevano
sottoscritto il rapporto del collega Mellini a favore dell'iniziativa concernente il Consiglio di
Stato, si aprono nuovi interessanti scenari per il maggioritario in Ticino. L'unico Cantone
ad essere rimasto, come tutti sanno, ancorato al sistema d'elezione proporzionale. Da
sottolineare in questo atto parlamentare anche l'interessante e onesto "outing" dell'ex
ministro Luigi Pedrazzini, sempre sul Caffè del 21 dicembre 2014. Pedrazzini si esprimeva
in questi termini:
"Ho seguito il travagliato "parto" del preventivo 2015 e il lungo dibattito parlamentare che
lo ha caratterizzato. Quanto successo, nei modi e nei contenuti, mi sembra tutto sommato
abbastanza coerente con il cammino che ha seguito la politica cantonale durante tutta la
legislatura. Per chi ha calcato le scene della politica cantonale per molti anni, è forte la
tentazione di dare un giudizio negativo, per concludere dicendo: ai miei tempi la politica
era un'altra cosa. E forse lo era veramente, ma con i giudizi non si fanno grandi passi
avanti, così come non avrebbe gran senso spendere parole per dire che le cose andavano
meglio una volta.Chi c'è dentro, in questa politica, finirebbe comunque per dare la colpa a
chi lo ha preceduto e ci ritroveremmo così ai piedi della scala. Anche perché, in realtà, il
principale cambiamento intervenuto rispetto "ai bei tempi andati", non è la vera o presunta
perdita di qualità, di competenza e di serietà di chi fa politica, bensì la frammentazione del
mondo politico e la scomparsa di partiti con numeri sufficientemente grandi per assumere
una leadership non contestata. Quanto accaduto con il preventivo 2015 mi sembra molto
emblematico di questa situazione. Alla fine è passato grazie all'astensione dei deputati del
partito che ha la maggioranza dei seggi in governo. Liberali e popolari democratici (che in
altri tempi non poi così lontani detenevano assieme una settantina di seggi su novanta (!),
sono andati in rete solo perché il gruppo della Lega ha tolto difensori e portiere. Questa
volta è andata, ma la prossima? E fino a quando l'esito dell'atto principe della funzione
parlamentare - il voto sul preventivo - può essere lasciato in balia dei tatticismi dell'ultima
ora? Penso che anche il Ticino debba riflettere seriamente sull'introduzione del sistema
maggioritario almeno per l'elezione del Consiglio di Stato. Ormai, dopo il cambiamento di
Zugo, è rimasto l'ultimo cantone svizzero che elegge il governo con il "proporzionale"
(oltretutto reso spurio dall'introduzione della scheda senza partito). Certo, il sistema di voto
non risolve tutti i problemi, non è la cosiddetta panacea per curare i mali della politica. Mi
3362
sembra però che abbia il pregio di imporre ai partiti la ricerca di alleanze prima delle
elezioni, perché ben difficilmente sarebbero altrimenti in grado di eleggere i loro
rappresentanti, visti i numeri che hanno le attuali forze in campo. Sarebbe un primo passo
importante per dare all'azione del governo un respiro politico quadriennale e per impostare
un confronto con il parlamento un po' più strategico e un po' meno casuale. Ps. Chi non
fosse d'accordo con questa mia provocazione e volesse tacciarmi di incoerenza, non
perda tempo negli archivi. Confesso candidamente d'essere stato difensore del
proporzionale. Erano altri tempi e molto differenti erano i rapporti di forza fra i partiti. La
dura lezione che arriva dal travagliato voto sul preventivo, insegna che serve un rimedio
alla frammentazione attuale della politica
Concludiamo, per onore di cronaca con la breve disamina a questo proposito di Andrea
Pilotti, ricercatore alla facoltà di scienze politiche di Losanna:
"In Svizzera governi e parlamenti cantonali seguono una tendenza molto chiara. Per i
legislativi domina incontrastato il proporzionale (tranne che nei Grigioni), per i Consigli di
Stato il maggioritario. Per i governi ovunque vige il maggioritario. Tranne che in Ticino,
dove domina ancora il proporzionale. "L'ultimo ad abbandonarlo è stato Zugo, con le
elezioni cantonali dell'anno scorso - spiega al Caffè Andrea Pilotti, ricercatore alla facoltà
di scienze politiche di Losanna -. In Ticino il proporzionale fu imposto nell'Ottocento dal
Consiglio federale, che voleva porre fine alla furiosa litigiosità tra i partiti. Dopo più di 100
anni il problema esiste sempre, anche se con risvolti molto meno drammatici. I ticinesi
hanno delle difficoltà a governare insieme". Il maggioritario potrebbe aiutare dunque a far
trovare quella concordia che un governo formato da quattro partiti difficilmente può
trovare. "Non ne ho le prove - continua Pilotti -, ma quel che è sicuro è che un sistema
come quello in vigore per gli Stati, con un'elezione maggioritaria a doppio scrutinio,
impone ai partiti una certa attenzione alla scelta dei candidati, che dovranno andare a
cercare consensi anche al di fuori del proprio elettorato".
In conclusione, alla luce dei nuovi, seri attestati di stima rispetto al sistema d'elezione
maggioritario, a mezzo di questo atto parlamentare promosso da UDC e AL, si intende
riproporre l'introduzione del sistema d'elezione maggioritario per il Consiglio di Stato. La
stessa riflessione dovrebbe essere svolta per quanto attiene al sistema d'elezione del
Gran Consiglio. I firmatari consigliano infine, come nell'atto precedente, di votare in primo
luogo l'adozione del principio, e in seconda battuta, il tipo di sistema maggioritario da
implementare nel nostro Cantone.
Marco Chiesa
Del Don - Filippini Mellini - Morisoli - Pinoja
L'assegnazione dell'iniziativa a una Commissione ai sensi dell'art. 98 cpv. 2 della legge sul
Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato è rinviata a una prossima seduta.
3363
MOZIONE
Collegamenti stradali con l'alta Vallemaggia: È giunta l'ora di intervenire!
del 23 febbraio 2015
Le vicissitudini dello scorso autunno in merito alla chiusura della strada che porta a Bosco
Gurin, hanno posto nuovamente in primo piano le difficoltà viarie concernenti le Valli
laterali della Vallemaggia. Numerosi tratti di strada in Valle Lavizzara (soprattutto tra
Peccia e Fusio e nella Valle di Peccia) e in Valle Rovana (in particolare da Cevio a
Linescio) costituiscono dei colli di bottiglia assai penalizzanti sia per i privati che per i
mezzi pubblici.
L'accessibilità di queste regioni mediante i mezzi pubblici deve rimanere una priorità se
non si vuole che l'obiettivo di sostenere le valli più periferiche non rimanga puramente
declamatorio. Queste Valli non dispongono di uno sbocco a monte, e le strade che le
collegano ai fondovalle costituiscono l'unico collegamento percorribile. Anche solo per
questo motivo l'oggetto della presente mozione merita di essere considerato con la dovuta
serietà e priorità.
Nessuno sottovaluta gli investimenti effettuati in passato, ma le strade della Valle Rovana
e della Valle Lavizzara sono rimaste quelle costruite o risanate negli anni '80 del secolo
scorso o ancor prima, quando gli autopostali che le percorrevano erano di una larghezza
di 2.20-2.30 metri. Oggi la larghezza dei nuovi torpedoni raggiunge i 2 metri e 60! In
queste condizioni la circolazione risulta spesso difficoltosa. Si tratta di un aspetto
penalizzante, che, in prospettiva futura, nell'ambito del rinnovo delle concessioni per le
linee di trasporto pubblico, potrebbe rivelarsi addirittura fatale per queste regioni.
Si fa notare come spesso si effettuino lavori di piccole dimensioni (muretti, bauletti, ecc.),
investendo comunque risorse ingenti, senza procedere ad interventi con una visione di più
ampio respiro, soprattutto con riferimento ad allargamenti, ormai divenuti essenziali, della
carreggiata. A fronte delle necessità del traffico odierno e dei mezzi di trasporto pubblico
attuali, la strada dovrebbe avere ovunque una larghezza minima di 6 metri.
Con la presente mozione citiamo, a titolo esemplificativo (ma non esaustivo), i seguenti
punti critici:
1. tornanti tra Peccia e Fusio;
2. 5° tornante tra Cevio e Linescio, restringimento all'ultimo tornante prima di Linescio in
direzione Bosco Gurin;
3. tracciato all'interno del nucleo di Linescio.
3364
Occorre ancora sottolineare che la criticità di questi e altri punti si accentua durante la
stagione invernale, quando gli accumuli di neve restringono ulteriormente il campo
stradale.
Non possiamo chiedere a queste regioni di rinunciare alle attuali linee di trasporto pubblico
o di accontentarsi di autobus di dimensioni più piccole. Sarebbe un gesto di totale sfiducia,
in palese contraddizione con la volontà, più volte declamata, di attribuire un ruolo turistico
sempre più importante alle Regioni periferiche quali pregiate aree naturalistiche e polmoni
verdi del nostro Cantone, oltre che di importante meta per lo sport invernale. Queste
Regioni vogliono vivere, e per questo necessitano di quel dinamismo che solo una
adeguata accessibilità può generare.
I sottoscritti deputati con la presente mozione chiedono che:
1. con riferimento all'alta Vallemaggia, il Cantone proceda nel più breve tempo possibile
ad una mappatura delle tratte che ancora presentano difficoltà viarie (ad esempio colli
di bottiglia e tornanti troppo stretti);
2. tra gli obiettivi prioritari del Cantone in relazione alla politica di sostegno delle regioni
periferiche rientri a pieno titolo quello di garantire un accesso a tutte le valli mediante
vie di comunicazione adatte sia al trasporto privato sia al trasporto pubblico, in
particolare procedendo all'eliminazione dei rimanenti colli di bottiglia e allargando i
tornanti;
3. il Cantone proceda celermente ai lavori necessari al fine di eliminare le precitate
difficoltà, in modo da agevolare il trasporto pubblico sino alle regioni più discoste della
Valle.
Giacomo Garzoli e Fiorenzo Dadò
Ai sensi dell'art. 101 cpv. 3 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato, la mozione è trasmessa al Consiglio di Stato.
3365
MOZIONE
Dotare immediatamente il fondo cantonale per favorire il lavoro con 20 milioni di
franchi provenienti dalla BNS
del 23 febbraio 2015
Nell'ambito della discussione sull'amnistia cantonale, il Gruppo dei Verdi aveva proposto
l'istituzione di un fondo per sostenere il lavoro finanziato da parte dei proventi
dell'amnistia.
L'idea era stata concretizzata nel rapporto di maggioranza del 12 novembre 2013 (relatore
Walter Gianora) e il fondo è stato istituito dal Gran Consiglio nella seduta del 25 novembre
2013 accogliendo a maggioranza il relativo decreto.
Gli obiettivi prioritari del fondo sono:
a) assicurare l'inserimento lavorativo delle persone senza lavoro, considerando le
esigenze dei settori economici cantonali e, in particolare, i settori in cui non si trova
manodopera residente;
b) garantire l'aggiornamento, il perfezionamento o la riqualifica professionali alle persone
senza lavoro e al contempo sostenere le attuali prestazioni sociali cantonali di
complemento in modo da garantire loro il minimo vitale;
c) realizzare una rete informatica del profilo professionale delle persone disoccupate e
delle persone in cerca di lavoro, usufruibile da chi lo desidera;
d) creare nuovi percorsi formativi, in particolare nell'ambito delle nuove tecnologie, del
risanamento energetico degli stabili e delle energie alternative;
e) favorire la nascita e lo sviluppo di start up promuovendo i finanziamenti iniziali, il
capitale di espansione e i servizi di accompagnamento, in modo da creare opportunità
di lavoro sostenibili e ad alto valore aggiunto per i residenti.
L'art. 2 cpv. 2 del decreto recita:
2
Il Fondo è alimentato integralmente con i proventi dei recuperi d'imposta derivanti dalle
autodenunce esenti da pena presentate tra il 1. gennaio 2014 e il 31 dicembre 2015, fino a
un massimo di 20 milioni di franchi.
Richiesta
Siccome l'amnistia è tuttora bloccata dai ricorsi, il gruppo dei Verdi chiede al Consiglio di
Stato di anticipare i soldi (a fondo perso se l'amnistia non dovesse entrare in vigore) con
parte dei soldi straordinari versati dalla BNS nell'ambito dell'esercizio 2014.
Per il gruppo dei Verdi
Francesco Maggi
Ai sensi dell'art. 101 cpv. 3 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato, la mozione è trasmessa al Consiglio di Stato.
3366
MOZIONE
Per un utilizzo sociale dei 56 milioni della Banca Nazionale
del 23 febbraio 2015
È emerso da recenti sondaggi, e non poteva essere diversamente, come la
disoccupazione rappresenti una delle maggiori preoccupazioni dei ticinesi. In effetti,
nonostante una significativa crescita dell'occupazione nell'ultimo decennio, non abbiamo
assistito ad una riduzione dei disoccupati che, se calcolati secondo i criteri
dell'Organizzazione internazionale del lavoro, sono persino lievitati. Assistiamo pure ad un
preoccupante aumento delle persone a carico dell'assistenza, tra i cui beneficiari sono in
costante aumento le persone che hanno esaurito il diritto alle indennità di disoccupazione.
Queste preoccupazioni sono evidentemente recepite, con varie sfumature, nei programmi
elettorali dei partiti che si presentano per le elezioni cantonali del prossimo aprile.
In considerazione del fatto che gli strumenti legislativi attualmente previsti per combattere
la disoccupazione, in modo particolare la LADI e la L-rilocc, non hanno permesso di
invertire la tendenza, è opportuno potenziare questi strumenti o individuarne degli altri
affinché si possa realmente dare una risposta a chi si trova senza lavoro.
Purtroppo la costituzione del Fondo cantonale per favorire il lavoro legato ai proventi
dell'amnistia cantonale, promosso con un'iniziativa parlamentare su iniziativa del nostro
Gruppo e approvata dal parlamento nel mese di novembre del 2013, non ha ancora potuto
concretizzarsi a seguito del noto ricorso pendente presso il Tribunale Federale.
In questo contesto è quindi ragionevole chiedere di utilizzare una parte della ripartizione
degli utili della Banca nazionale svizzera, che per il nostro cantone ammontano a 56
milioni, per interventi incisivi a favore dell'occupazione.
Giova pure ricordare come il nostro gruppo reputi insufficienti le misure proposte nel
messaggio del Consiglio di Stato sulla revisione parziale della L-rilocc (M6954). Se da una
parte si condivide il fatto che alcune misure attualmente previste sono state considerate
inefficaci e dispendiose ("effetto manna"), dall'altra il Consiglio di Stato non ha seguito le
indicazioni contenute dalla valutazione eseguita dall'IDEHAP sotto la direzoine del Prof.
Giuliano Bonoli, che riteneva importante introdurre nella legge incentivi a favore dei
disoccupati particolarmente svantaggiati o di età superiore ai 50 anni.
Il Gruppo PPD con la presente mozione formula le seguenti proposte da integrare
possibilmente nell'ambito della revisione della L-rilocc.
1. Misure a favore dei disoccupati ultra cinquantenni
Introdurre una misura che preveda la presa a carico da parte del cantone del contributo
del datore di lavoro per il II pilastro (casa pensione) per la parte risparmio. Questo per
favorire l'assunzione di disoccupati con più di 55 anni per i quali è noto come il
contributo per la cassa pensione costituisca un importante ostacolo. L'importo mensile
e la durata della presa a carico di questo contributo può essere modulato in base
all'età del disoccupato assunto. Una simile misura è già stata introdotta nel Canton
Friburgo.
2. Misure a favore dei giovani disoccupati
Estendere la misura prevista nell'ambito della revisione della L-rilocc, definita "assegno
di formazione cantonale" anche ai giovani disoccupati che non hanno una formazione
professionale di base o che non l'hanno conclusa, e non solo per delle riqualifiche
3367
professionali. Aumentare inoltre il numero di giovani che potranno beneficare di questo
strumento. Il progetto di modifica della L-rilocc prevede di concedere solo 30 assegni di
formazione all'anno.
3. Misure a favore di disoccupati svantaggiati
Prevedere il potenziamento delle misure previste per questa particolare categoria di
disoccupati. Considerare in modo particolare chi si trova senza lavoro a seguito di
problemi di salute e che non può beneficiare delle misure di sostegno previste dall'AI.
4. Indennità cantonali di disoccupazione
Reintrodurre le indennità cantonali di disoccupazione secondo quanto richiesto da
un'iniziativa parlamentare del deputato Gianni Guidicelli del marzo del 2011. Questa
iniziativa è all'esame della Commissione della gestione e si auspica possa esser
accolta entro la fine della corrente legislatura.
Affinché gli strumenti previsti e proposti nell'ambito della lotta contro la disoccupazione
possano avere gli effetti sperati, è però molto importante il modo in cui vengono proposti e
presentati.
Determinante è quindi il ruolo degli uffici regionali di collocamento. È parere del nostro
gruppo che sia importante migliorare la presenza sul territorio e l'interazione con le realtà
economiche locali da parte dei consulenti del personale. Ci vuole in definitiva un ruolo più
proattivo nel proporsi come interlocutori privilegiati nell'ambito della politica di assunzione
da parte delle singole realtà imprenditoriali.
Fiorenzo Dadò
Agustoni - Berardi - Guidicelli
Ai sensi dell'art. 101 cpv. 3 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato, la mozione è trasmessa al Consiglio di Stato.
MOZIONE
Tenere conto dei bisogni familiari giova alle aziende
del 23 febbraio 2015
Il Consiglio federale considera il miglioramento della conciliabilità tra vita professionale e
vita familiare come una priorità politica. Per questa ragione da diversi anni i servizi della
Confederazione sono impegnati nella promozione di progetti rivolti alle Piccole Medie
Imprese (PMI) che possano favorire delle condizioni di lavoro adeguate ai bisogni delle
famiglie.
Oltre alle organizzazioni sindacali e femminili anche economiesuisse, ancora
recentemente, ha ricordato che occorre facilitare il reinserimento delle donne sul mercato
del lavoro.
Come sottolineato dalla Segreteria di Stato dell'economia (SECO), in Svizzera più di un
milione di dipendenti si destreggia ogni giorno tra vita professionale e familiare. Per
3368
rispondere all'esigenza della conciliazione evidenziandone l'effetto positivo economico per
le aziende la SECO ha realizzato l'opuscolo "Manuale per le PMI: lavoro e famiglia".
Questa pubblicazione presenta una serie di misure concrete per creare un ambiente di
lavoro adatto alle famiglie, tenendo conto degli imperativi di gestione aziendale. Essa
contiene inoltre le testimonianze di imprenditori che hanno già messo in pratica le
raccomandazioni della SECO.
La Confederazione ha pure promosso una piattaforma informativa «Conciliabilità tra lavoro
e famiglia», aggiornata regolarmente, che offre una panoramica delle politiche cantonali e
comunali in materia di conciliabilità tra lavoro e famiglia (per non ripetere forse si potrebbe
mettere: conciliabilità tra la professione e i compiti familiari).
In Ticino la Commissione cantonale consultiva del Consiglio di Stato per le pari
opportunità tra i sessi ha realizzato un interessante opuscolo "Genitori ai lavoro - le
aziende rispondono" con l'obiettivo di sensibilizzare le PMI ticinesi. Sempre in questo
ambito la Società degli impiegati di commercio promuove un premio regionale per le
aziende ticinesi che si distinguono nella promozione delle pari opportunità (Prix égalité) e
ha organizzato l'esposizione "io non lascio il tempo che trovo" per la promozione del lavoro
a tempo parziale per gli uomini.
Per una politica incisiva ed efficace per la promozione delle pari opportunità e della
conciliazione lavoro e famiglia è però necessario dotarsi di una strategia complessiva e
l'assunzione da parte del Consiglio di Stato di questo tema come priorità politica.
Le interessanti e lodevoli iniziative portate avanti in Ticino devono essere inserite
all'interno di una strategia di sensibilizzazione e promozione di progetti rivolti alle Piccole
Medie Imprese (PMI) che possa favorire delle condizioni di lavoro adeguate ai bisogni
delle famiglie. In questo contesto andrebbe anche valorizzato e promosso quanto già fatto
dalle aziende (best practices) così come gli aiuti finanziari che la Confederazione mette a
disposizione per quelle realtà che vogliono impegnarsi concretamente su questo tema.
Con la presente mozione chiediamo al Consiglio di Stato:
 l'adozione di un programma cantonale di sensibilizzazione, sostegno e consulenza
alle Piccole Medie Imprese per l'implementazione di misure interne per la
conciliabilità lavoro e famiglia come già previsto dalla Confederazione e da diversi
Cantoni;
 di inserire nella nuova legge per l'innovazione economica degli incentivi, oltre che
per le aziende che si assumono una responsabilità sociale nei confronti del
territorio, anche per quelle realtà aziendali che si impegnano per la parità salariale e
per favorire la conciliabilità lavoro e famiglia, così come espresso dal PS durante la
consultazione sulla nuova Legge.
Pelin Kandemir Bordoli
Bonacina-Rossi - Cozzaglio Garobbio - Martinelli Peter
Ai sensi dell'art. 101 cpv. 3 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato, la mozione è trasmessa al Consiglio di Stato.
3369
MOZIONE
Proporre la riorganizzazione in seno alla Scuola alberghiera della formazione per
segretari d'albergo
del 23 febbraio 2015
In sede di Preventivo - a fronte della difficile situazione finanziaria - per dar seguito alle
vere necessita di risparmio, si è proceduto a dei contenimenti di spesa in vari settori.
Nel caso della scuola, un insieme di misure ha permesso di ottenere un risparmio
importante.
E fra queste misure si è inserita anche la chiusura della sezione per segretari d'albergo,
sezione interna alla Scuola alberghiera, che fino ad oggi veniva frequentata da circa 20
studenti all'anno.
Studenti che conclusa la formazione non hanno mai riscontrato grossi problemi
nell'inserimento lavorativo.
La formazione prevedeva circa un anno di scuola suddiviso in due semestri intercalati da
un anno di stage in hotel ticinesi.
Inoltre tale formazione risultava accessibile su dossier anche da chi dopo la scuola media
non era riuscito ad ottenere alcun titolo di studio. Giovani per cui questa scuola ha spesso
rappresentato una seconda possibilità di non poco conto.
La sezione segretari d'albergo è nata nel 1985 dalla collaborazione tra il Canton Ticino e
hotelleriesuisse. Durante questi anni ha sfornato oltre 400 giovani, tutti occupati sia in
Svizzera sia all'estero.
Di conseguenza, ben comprendendo il giusto risparmio che abbiamo accettato
democraticamente in Parlamento, ma soprattutto tenendo conto del valore aggiunto che
una formazione del genere poteva avere, potrebbe risultare utile ripensare una formazione
simile con un nuovo collocamento nell'attuale montante della Scuola alberghiera. Evitando
cioè un incremento di spesa, sfruttando le strutture già oggi in uso.
Il messaggio governativo con cui si è proceduto alla sua chiusura, chiariva infatti che la
razionalizzazione riguardava soprattutto formazioni sostituibili con altre simili. Da cui la
proposta è che si trovi una modalità economica per poter riproporre qualcosa di simile.
Con questa mozione si chiede pertanto al Governo che:
-
si immagini un reinserimento di questo genere di formazione all'interno dell'attuale
scuola alberghiera, magari sottoforma di programma biclassi con corsi in comune con
altre formazioni, così da poter usufruire delle strutture e dei docenti oggi impiegati.
Michele Guerra e Mauro Minotti
Ai sensi dell'art. 101 cpv. 3 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato, la mozione è trasmessa al Consiglio di Stato.
3370
MOZIONE
Sostenere le strutture di accoglienza per i bambini per favorire la conciliabilità tra
lavoro e famiglia
del 23 febbraio 2015
"La conciliabilità tra lavoro e famiglia ha un'importanza economica fondamentale.
L'economia ha sempre più bisogno di donne con maggiore formazione".
Johann N. Schneider-Ammann, Consigliere federale
"Dare a donne e uomini le medesime possibilità di conciliare lavoro e famiglia non soltanto
è pagante per l'economia, ma è anche un presupposto fondamentale per la realizzazione
della parità fra i sessi. Ciò significa che da un lato donne e uomini devono poter svolgere,
oltre a un'attività professionale, anche compiti familiari e domestici e dall'altro devono
poter disporre di offerte per 'esternalizzarli' in caso di bisogno".
Alain Berset, Consigliere federale12
Premessa
Secondo uno studio13 del Fondo nazionale svizzero (FNS) del 2013, le strutture di
accoglienza extra-famigliare per i bambini favoriscono in modo rilevante la possibilità per
madri e padri di conciliare vita famigliare e vita professionale. In questo studio si
raccomanda a Confederazione, Cantoni e Comuni di svilupparne l'offerta.
Nel 1999 il Consiglio federale ha adottato il piano d'azione nazionale «Parità tra donna
e uomo14». Recentemente è stato pubblicato un primo rapporto (Bilancio1999-2014) molto
interessante che tira le somme di questi ultimi 15 anni in una decina di settori (formazione,
salute, economia, diritti umani, ecc.).
Questa retrospettiva evidenzia con cifre e fatti i progressi più significativi compiuti dal
nostro Paese nell'ambito parità donna-uomo e indica sotto forma di raccomandazioni gli
obiettivi futuri per ogni settore. Nel capitolo dedicato all'economia si analizzano vari fattori
legati al mondo del lavoro, quali ad esempio il tasso di attività femminile (attorno al 61%), il
grado di occupazione e i modelli di lavoro delle coppie con o senza bambini, così come le
differenze e discriminazioni salariali riscontrate tra uomo e donna. Vengono di
conseguenza indicate differenti misure sia per attenuare le differenze salariali, sia per
12
La piattaforma informativa "Conciliabilità tra lavoro e famiglia", è un servizio offerto dalla
Confederazione (DFE e DFI) indirizzato a Cantoni e Comuni che cercano soluzioni per migliorare
la conciliabilità tra lavoro e famiglia.
http://www.berufundfamilie.admin.ch/plattform/00012/index.html?lang=it.
13
http://www.nfp60.ch/F/projets/famille_menage_prive/accueil_extrafamilial_enfants_egalite/Pages default.aspx.
14
"Parità tra uomo e donna" Piano d'azione nazionale, https://www.news.admin.ch/message/index.
html?lang=it&msg-id=54846.
3371
migliorare la conciliazione tra vita professionale e famigliare (strutture di custodia extrascolastiche ed extra-famigliari per i bambini, congedi parentali).
Risulta quindi importante rafforzare e migliorare le condizioni quadro negli ambiti
professionali dove le donne sono più attive, così come cercare di rendere più sicura la
ripresa lavorativa dopo un'interruzione per ragioni famigliari. Condizioni più trasparenti
permetteranno ai nuclei famigliari di organizzare con minori preoccupazioni la propria vita
famigliare e professionale, così come di fissare con più fiducia i propri obiettivi per il futuro.
A inizio gennaio, le associazioni economiche15 hanno presentato la loro ricetta per
favorire l'impiego di persone residenti in Svizzera. Una proposta scaturita a seguito della
votazione del 9 febbraio 2014 e basata sullo sviluppo demografico interno, che indica una
mancanza di personale una volta arrivata al pensionamento la generazione del babyboom. Una delle loro proposte è quella di favorire l'integrazione delle donne nel modo del
lavoro.
Qualche dato
A questo proposito diventa molto utile l'edizione 2014 della pubblicazione "le cifre della
parità", "un quadro statistico delle pari opportunità fra i sessi in Ticino", edito dall'ufficio
statistica del Canton Ticino, per capire la portata della situazione nel nostro Cantone. Gli
asili nido presenti sul territorio sono 5116 ed offrono 1'356 posti, pari ad un tasso di
copertura del 10,3%17.
Per quanto invece concerne le mense, nel 2011 risulta che in Ticino ancora il 10% delle
scuole dell'infanzia (SI) ne sono sprovviste. I bambini delle scuole elementari (SE) e
scuole medie (SM) hanno la possibilità di usufruire di un servizio pasti a mezzogiorno nella
misura di circa il 70%. I servizi di dopo scuola per la SI hanno una copertura del 16,3%,
mentre per la SE e la SM si avvicina al 70%.
A titolo di esempio, il Canton Vaud ha costituito nel 2006 una fondazione18 con il compito
di promuovere e sostenere lo sviluppo di posti di accoglienza e di concedere sovvenzioni,
attraverso le reti regionali di accoglienza, al fine di sviluppare un'offerta adeguata e
finanziariamente accessibile in tutto il territorio del Cantone. La fondazione, finanziata da
Cantone, Comuni e datori di lavoro, sovvenziona tutti i posti di custodia extra-famigliari
(circa 17'000) e promuove la creazione di nuovi posti ogni anno. Valorizzando quanto già
realizzato a livello locale e incoraggiando la messa in rete di tutte le strutture, l'attività di
questo ente si inserisce nel quadro di quattro importanti politiche: famigliare, sociale,
economica e di promozione delle pari opportunità.
Nel nostro Cantone i dati Ustat 2014 indicano che le donne che lavorano e che diventano
mamma si ritrovano a dover scegliere - a differenza dei padri che continuano a lavorare a
tempo pieno - tra due opzioni: continuare a lavorare, magari a tempo parziale, oppure
ritirarsi dal mondo del lavoro (anche a tempo determinato) per dedicarsi alla famiglia.
15
16
http://www.economiesuisse.ch/it/Pagine/_default.aspx.
Le cifre della parità 2014, Ustat. Dati 2012.
17
Le cifre della parità 2014, Ustat. Dati 2009. Si tratta del risultato del rapporto tra il numero di posti di asilo
nido autorizzati e il numero di bambini residenti di 0-3 anni.
18
Fondation pour l'accueil de jour des enfants, Canton Vaud, www.faje-vd.ch.
3372
La scelta dipende da diverse variabili, tra cui il tipo di famiglia e l'età dei figli. Le mamme
sole sono ad esempio molto più attive professionalmente delle mamme che vivono con il
partner. Si riscontra che nelle famiglie monoparentali l'81% circa di mamme lavora,
rispettivamente nelle coppie con figli il 63% delle donne è attivo professionalmente. La
tendenza indica che sempre più donne che vivono in coppia mantengono il posto di lavoro
a tempo parziale o riprendono a lavorare con il crescere dell'età dei figli.
I dati statistici indicano che l'offerta di strutture di accoglienza è aumentata per le fasce più
giovani, in particolare per i bambini da 0 a 3 anni. In 10 anni i posti sono passati da 700 a
quasi 1'600. Mentre l'offerta di mense e doposcuola per i bambini della scuola dell'infanzia
e dell'obbligo è rimasta praticamente stabile. Anche i centri di accoglienza extrascolastica
attuali (18 centri per circa 500 posti) non riescono a soddisfare i bisogni delle famiglie.
Richiesta
Con questa mozione, nel rispetto dell'articolo 7 della Legge per le famiglie che sostiene
l'obiettivo di migliorare la conciliabilità tra lavoro e famiglia, chiediamo al Consiglio di Stato
di sviluppare questo ambito con una strategia complessiva che veda anche il
coinvolgimento dei Comuni ed eventualmente dei datori di lavoro e che permetta di
rispondere in modo esaustivo alle esigenze delle famiglie con la creazione o il
potenziamento di strutture di accoglienza complementari alle famiglie e alla scuola.
Milena Garobbio
Bonacina-Rossi - Cozzaglio - Kandemir Bordoli Raffaella Martinelli Peter
Ai sensi dell'art. 101 cpv. 3 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato, la mozione è trasmessa al Consiglio di Stato.
MOZIONE
Blocchiamo il disastro finanziario annunciato per il 2015-19
del 23 febbraio 2015
In questi giorni il Governo ha presentato il terzo e ultimo aggiornamento delle Linee
Direttive (LD) e del Piano Finanziario (PF) per la legislatura 2012-15.
Il metodo vuole che sulla base dei dati sia proposta una previsione di massima fino a 3
anni dopo l'ultimo anno di legislatura quindi fino al 2018.
3373
I dati presentati sono allarmanti, ma non sono altro che la conseguenza naturale di un
decennio mai dedicato alla correzione delle spese bensì solo sull'aumento delle imposte e
delle tasse.
I dati globali dicono che nel 2018 il Cantone avrà concatenato 10 anni consecutivi (dal
2009 al 2018) di deficit pesanti (circa 150 milioni annui). Mai nella storia finanziaria del
Cantone si è avuto un periodo così lungo di disavanzi consecutivi!
Nel 2010 il debito pubblico era di circa 1,4 miliardi, nel 2005 di 2.0 miliardi e nel 2018 sarà
di 2,5 miliardi. Mai nella storia finanziaria del Cantone il debito pubblico è aumentato di
1'000 milioni in 2 legislature!
Purtroppo se c'è una lettura che va dritta ad accendere il fuoco è quella del terzo
aggiornamento delle LD/PF di legislatura. Semplice, non serve perché ci sono le elezioni,
il Governo uscente fa finta di niente siccome deve farsi rieleggere fra 2 mesi, e i partiti con
i loro politici che vogliono farsi eleggere non possono permettersi di proporre misure di
correzione. Il Governo entrante avrà l'alibi di essere nuovo e quindi le misure drastiche da
prendere nel primo anno della nuova legislatura o al massimo nel secondo non vengono
prese. Si perde il momento giusto (i primi due anni) e tutto ricomincia. Per rompere questa
dinamica e di fronte al disastro finanziario annunciato, c'è solo un metodo:
obbligare il nuovo Governo a presentare dei decreti esecutivi e legislativi di correzione
della spesa già per il primo Preventivo di Legislatura 2015-19.
Con questa mozione si chiede al Governo eletto ad aprile 2015 di presentare i necessari
decreti con il Preventivo 2016, per:
1. Ridurre e bloccare le Spese del Personale (voce 30), per il 2016, 2017, 2018 e 2019
sotto al livello del gettito di imposta delle persone fisiche (PF), senza l'utilizzo del
moltiplicatore.
2010
Costo del personale a PF 902
(mio)
Gettito PF
786
Risparmio (190 mio)
2015
1'000
2016
1'004
2017
1'014
2018
1'027
931
938
66
966
48
996
31
2019
xxxx
yyyy
45 stima
2. Bloccare le spese di beni e servizi (voce 31) per il 2016, 2017, 2018 e 2019 al livello
dei costi del 2015, che sono 269 milioni mentre per il 2018 sono previsti 292 milioni!
Beni e Servizi a PF (mio)
Blocco valore 2015
Risparmio (79 mio)
2010
270
2015
269
2016
286
269
17
2017
288
269
19
2018
292
269
23
2019
xxxx
269
20 stima
3. Ridurre e bloccare i sussidi e contributi a terzi (voce 318) netti per il 2016, 2017, 2018
e 2019, al 90% del gettito di imposta sommato delle Persone Fisiche (PF) e delle
Persone Giuridiche (PG), senza l'utilizzo del moltiplicatore.
3374
Contributi netti 363
PF(mio)
Gettito PF
Gettito PG
Gettito sommato
Blocco al 90% fisso
2010
a 980
2015
1'171
2016
1'208
2017
1'240
2018
1'269
2019
xxxx
786
362
1'148
85.35
%
931
356
1'287
90.9%
938
341
1'279
1'151
966
351
1'317
1'185
996
362
1'358
1'222
yyyy
www
57
55
47
Risparmio (209 mio)
50 stima
Applicando questi criteri di contenimento a queste 3 voci di spesa per ogni anno,
sull'arco della Legislatura 2015 -19, si stima di ottenere una correzione della
tendenza di crescita della spesa di circa 450–500 milioni di franchi cumulati.
A titolo di riferimento non può più essere accettato che le spese del Personale e quelle di
Ridistribuzione (sussidi) superino come riferimento il gettito annuale di imposte di tutte le
Persone Fisiche e di tutte le Persone Giuridiche del Cantone Ticino.
Come per ogni mozione il Governo è libero di proporre delle contromisure per ottenere e
avvicinare lo stesso obiettivo.
Sergio Morisoli
Chiesa - Del Don - Filippini - Mellini - Pinoja
Ai sensi dell'art. 101 cpv. 3 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato, la mozione è trasmessa al Consiglio di Stato.
MOZIONE
Costituzione di un gruppo di riflessione strategica per la valutazione delle
conseguenze dell'apprezzamento del franco
del 23 febbraio 2015
Come facilmente prevedibile, la recente decisione della BNS di abbandonare la soglia
minima del cambio franco-euro sta avendo ripercussioni negative sull'economia e
sull'occupazione del Canton Ticino.
I settori più colpiti sono l'industria di esportazione, le piccole e medie industrie, il settore
del turismo e il commercio.
3375
Queste difficoltà dell'economia hanno un impatto negativo anche sul lavoro (alcuni esperti
stimano che un apprezzamento della moneta del 10% comporta una perdita di posti di
lavoro attorno al 3%).
Sempre più aziende fanno capo all'orario ridotto e, se la situazione non migliorerà, sul
medio termine dovranno rinunciare a posti di lavoro. In generale si sta assistendo a una
maggiore precarietà dell'impiego e a una maggiore instabilità del mercato del lavoro;
mercato del lavoro che in Ticino già subisce la pressione di una concezione speculativa e
fuorviante della libera circolazione.
Nonostante l'intervento delle associazioni economiche e di quelle sindacali, alcune
aziende hanno già messo in atto misure volte a contenere i costi; misure che spesso
penalizzano i lavoratori: riduzione dei salari anche oltre il 20%, aumento dell'orario di
lavoro, diminuzione dei giorni di vacanza, peggioramento in generale delle condizioni di
lavoro.
Altre aziende, colpite dalla rivalutazione del franco e dalle difficoltà legate alla competitività
sull'export, stanno valutando nuove vie per restare competitive, compresa quella della
delocalizzazione.
Di fronte a questa situazione d'emergenza e per evitare soluzioni improvvisate che stanno
provocando pericolose tensioni e attriti sociali, chiediamo al Consiglio di Stato di costituire
urgentemente un gruppo di riflessione strategica che valuti le conseguenze dell'attuale
crisi economica.
Un gruppo di riflessione strategica che coinvolga i partiti, i deputati ticinesi alle Camere
federali, le associazioni economiche e sindacali, gli Enti regionali per lo sviluppo, l'Agenzia
Turistica Ticinese, gli istituti universitari dell'USI e della SUPSI e che cerchi di individuare i
più importanti vettori di sviluppo economico e di proporre, per l'immediato, le misure più
urgenti per sostenere le aziende che si trovano in difficoltà.
Un gruppo di riflessione strategica che avrà il compito di elaborare a breve un pacchetto di
misure, magari anticipandone alcune già indicate nella nuova legge per l'innovazione
economica, finalizzate:
 a sostenere le imprese in difficoltà;
 a rafforzare il tessuto economico esistente, sostenendo soprattutto le aziende già attive
in Ticino e che hanno prospettive future di occupazione;
 a favorire l'aumento della capacità innovativa delle imprese e quindi del loro livello
competitivo;
 a sostenere le aziende del terziario avanzato e gli investimenti di natura immateriale;
 a sostenere le attività di ricerca, di sviluppo e anche di formazione e riqualificazione del
personale;
 a sostenere il settore turistico;
 a promuovere il dialogo tra le parti sociali per trovare soluzioni condivise e sopportabili
sia per le imprese che per i dipendenti;
3376

a favorire l'accesso al lavoro ridotto e potenziare i programmi di reinserimento
professionale, utilizzando anche una parte della ripartizione degli utili della BNS che
per il Ticino ammontano a 56 milioni.
Per il Gruppo PPD + GG
Fiorenzo Dadò, capogruppo
Ai sensi dell'art. 101 cpv. 3 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato, la mozione è trasmessa al Consiglio di Stato.
INTERPELLANZA
Mancati versamenti della Casinò Admiral SA alla NCKM Mendrisiotto SA
del 2 febbraio 2015
Tramite il presente atto parlamentare oltre a chiedere l'intervento del Consiglio di Stato
intendiamo manifestare la nostra grande preoccupazione per la decisione della Casinò
Admiral SA di non adempiere all'obbligo di versare i contributi di pubblica utilità alla NCKM
Mendrisiotto SA, come previsto da una specifica convenzione, con la conseguenza che
quest'ultima si vede impossibilitata a riversarli ai Comuni del Distretto e ad altri Enti come
all'Ente turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio. La convenzione in essere, da oltre un
decennio, permettere infatti di realizzare direttamente importanti progetti nell'ambito della
cultura, socialità, sport, turismo e sostegno alla mobilità (VEL).
Si sottolinea che gli enti locali si trovano già confrontati con problemi d'ordine finanziario
dovuti a fattori congiunturali da un lato, che hanno pesato principalmente sulle entrate,
nonché a continui nuovi aggravi imputabili in parte anche al Cantone.
Il mancato versamento dei contribuiti risulta particolarmente problematico considerato che
molti progetti, finanziabili con i versamenti della NCKM, sono già stati avviati dagli enti
beneficiari dei contributi che si trovano ora nella difficile situazione di dover gestire i vari
progetti senza più poter contare su un aiuto finanziario che sembrava loro garantito.
Indubbiamente anche la Casinò Admiral SA avrà giustificati motivi che scaturiscono da
una situazione congiunturale sfavorevole, ma resta il fatto che gli impegni assunti debbono
essere onorati in virtù anche del fatto che la decisione sul taglio dei contributi è stata
comunicata fuori tempo massimo spiazzando Comuni ed enti, i quali, come indicato in
precedenza, hanno pianificato e realizzato progetti nel corso del 2014 facendo affidamento
a versamenti previsti.
Tale comunicazione, improvvisa e inattesa obbliga, per quanto possibile, a sospendere i
programmi per il 2015, causando gravi disagi e danni derivanti da impegni già assunti
dagli Enti con vari partner.
Anche se il Consiglio di Stato non è direttamente coinvolto negli accordi che la Casinò
Admiral SA ha assunto con gli Enti locali e la NCKM, riteniamo che lo stesso possa
3377
assumere un ruolo attivo nel rivendicare i diritti degli enti coinvolti e chiedere un intervento
della competente autorità federale al fine di risolvere questa spiacevole situazione.
A partire dalle considerazioni che precedono, sottoponiamo le seguenti domande al
Consiglio di Stato:
1. Come giudica il Consiglio di Stato la situazione venutasi a creare fra la Casinò Admiral
SA, il Comune di Mendrisio e la NKCM SA con le relative conseguenze per gli Enti ed i
Comuni del Mendrisiotto?
2. Intende il Consiglio di Stato far verificare tramite la Sezione Enti locali la convenzione
in essere (in particolare quella stipulata con Mendrisio) e allestire una relativa presa di
posizione?
3. Considerando che a breve sarà esaminata la nuova legge sui Casinò intende il
Consiglio di Stato farsi interlocutore presso i deputati alle Camere federali per
informarli della situazione in modo da poter intervenire in favore dei nostri Enti locali,
considerando anche che la Casinò Admiral SA opera grazie ad un concessione
pubblica?
Fabio Canevascini
Cavadini - Crivelli Barella - Quadranti
L'eventuale sviluppo e la risposta saranno presentati nel corso di una prossima seduta.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE (iniziativa cantonale, art. 102 LGC)
Rifiutare la bozza di accordo con l'Italia sulla tassazione dei frontalieri
del 23 febbraio 2015
L'accordo con l'Italia in merito alla tassazione dei frontalieri rischia di rappresentare una
soluzione peggiore del problema che è chiamato ad affrontare.
Va anche notato che l'Italia si sarebbe riservata di revocare l'accordo se la Svizzera
attuasse i contingenti previsti dall'articolo costituzionale 121a votato dal popolo il 9
febbraio 2014. Un atteggiamento ben poco rispettoso della più importante istituzione
svizzera: la democrazia diretta.
Secondo la bozza attuale al Ticino resterebbe, nella migliore delle ipotesi, una quota del
gettito d'imposta dei frontalieri pari al 70% (oggi è il 61,2%). Se nell'accordo finale la quota
del canton Ticino dovesse scendere al di sotto del 70%, saremmo di fronte a una concreta
3378
ipotesi di perdita del gettito, come ha dimostrato eloquentemente qualche giorno fa il prof
Marco Bernasconi in un articolo sul Corriere del Ticino.
A questo va aggiunto che la decisione del parlamento cantonale, di tassare i frontalieri con
un moltiplicatore unico del 100% verrebbe annullata dall'accordo. Il che significa, in
pratica, che anche con una aliquota massima del 70%, l'operazione si concluderebbe con
un nulla di fatto. Sotto il 70%, come detto, con una contrazione ulteriore.
Da tempo immemore, ormai, esponenti politici di varia provenienza chiedono che il
sistema di tassazione dei frontalieri sia rivisto per permettere al Canton Ticino di avere
accordi paragonabili a quelli in vigore con altri stati vicini (per esempio con l'Austria).
Questo accordo, invece, se possibile peggiora ulteriormente la situazione.
Con questa risoluzione, il parlamento del Canton Ticino chiede alle Camere federali di
rifiutare i termini dell'accordo quali sono emersi nelle ultime settimane.
Per il Gruppo dei Verdi del Ticino
Sergio Savoia e Francesco Maggi
La proposta di risoluzione è attribuita alla Commissione della gestione e delle finanze.
3379
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ANNO 2014/2015 - Cantone Ticino